Nizzo 2010-FUrbis 03-2010

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    Anno XV n. 3 ITINERARI NASCOSTI DI ROMA ANTICA Marzo 2010

    Spedizioneina

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    Nellambito della manifestazione I Salone dellEdito-ria Archeologica - promossa dalla societ Ediarch.Editoria per lArcheologia, patrocinata dalla SAIA Scuola Archeologica Italiana di Atene, prevista aRoma, nella prestigiosa sede della Soprintendenza alMuseo Nazionale Preistorico Etnografico L. Pigori-ni, dal 20 al 23 Maggio 2010 - di cui il prof. Moc-chegiani Carpano ha fornito unintroduzione nelledi-toriale di questo numero, si colloca il convegno idea-to e curato dallo scrivente - Dalla nascita alla morte:antropologia e archeologia a confronto, dedicato alla

    memoria del Maestro C. Lvi-Strauss recentementescomparso. Lintento quello di offrire una occasionedincontro per gli specialisti di due branche importan-ti delle scienze umane, antropologi e archeologi, trop-po spesso relegati ciascuno nel proprio ambito specia-listico, con rare opportunit di confronto, pur tuttavialegati da un nesso inscindibile: luomo. La sede pre-scelta per la manifestazione sembra gi di per s appia-nare tale distanza, offrendo in un unico luogo alcunedelle testimonianze pi importanti della preistoria eprotostoria italiana e delletnografia mondiale, discipli-ne nate e sviluppatesi a partire dal medesimo impulsonella seconda met dellOttocento. proprio in que-sto periodo, infatti, che si colloca la fondazione del

    DALLA NASCITA ALLA MORTE:ANTROPOLOGIA E

    ARCHEOLOGIA A CONFRONTOINCONTRO DI STUDI IN ONORE DI CLAUDE LVI-STRAUSS

    DI VALENTINO NIZZO*

    Introduzione

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    In questa pagina: Vecchio allestimento del Museo Pigorini presso ilCollegio Romano. Foto tratte da: Il Collegio Romano dalle ori-gini al Ministero per i beni e le attivit culturali, Istituto Poli-grafico e Zecca dello Stato, Libreria dello Stato (Roma 2003), a cura diClaudia Cerchiai

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    Il 30 Ottobre del 2009, un mese prima di compie-re 101 anni, si spegneva a Parigi Claude Lvi-Strauss, antropologo, etnologo e filosofo francese difama mondiale. Allievo di Marcell Mauss (1872-1950), nipote e discepolo a sua volta di EmileDurkheim (1858-1917) fondatore della scuolasociologica francese, la sua attivit scientifica haattraversato tutto il Novecento modificandoprofondamente il modo stesso di percepire unam-pia branca delle discipline umanistiche e i metodidi analisi a esse connessi. Laffidamento della catte-

    dra di sociologia a San Paolo del Brasile nel 1935,appena ventisettenne, gli offr loccasione dicimentarsi fra il 35 e il 38 nella r icerca sul campofra le popolazioni indie della Foresta Amazzonica,attivit che, nellintroduzione al volume Tristes Tro-

    piques del 1955, confess di non prediligere (Jehais les voyages et les explorateurs: Io odio viaggiare e

    gli esploratori), mostrando sin da allora una mag-giore attitudine per la ricerca teorica. Gli eventibellici della seconda guerra mondiale e le persecu-zioni razziali a essi connesse (L.-S. era nato aBruxelles da genitori francesi di religione ebraica)

    lo costrinsero suo malgrado a vincere quella ritro-sia e a optare per lesilio volontario negli Stati Uni-ti, divenuti in quegli anni terra dadozione per lementi europee pi brillanti. Ottenuta una cattedraa New York presso la New School for Social Resear-ch ebbe modo di entrare in contatto con un altroillustre esiliato, il linguista russo Roman Jakob-son (1896-1982), dal quale mutu linteresse per lalinguistica e per il metodo di analisi strutturalista

    che la riscoperta e il riesame critico postumo degliscritti di Ferdinand de Saussure (1857-1913) stava-no per riportare dattualit. Al rientro in patria nel1948 L.-S. si adoper per introdurre tale criteriometodologico anche in campo umanistico e, inparticolare, antropologico conseguendo risultatiche in breve tempo rivoluzionarono lapprocciointerpretativo alle problematiche sociologiche del-la documentazione etnografica e contribuendo amodificare significativamente il concetto stesso diprimitivo e di selvaggio. La scomposizione

    della realt culturale umana in strutture costitui-te da insiemi omogenei di fattori, dotati ciascunodi una funzione coerente (religiosa, economica, diparentela, ecc.), e coordinati in un sistema teoricodi modelli pi o meno astratti, permetteva di con-ferire alle discipline umanistiche una connotazionedi maggiore scientificit che, al contempo, si spera-va avrebbe potuto facilitare il dialogo con le cosid-dette hard sciences, ovvero quelle scienze dotate diun approccio sperimentale e, quindi, consideratemaggiormente oggettive come la matematica, labiologia, la fisica, ecc. A questimpresa L.-S. consa-

    cr tenacemente tutta la produzione scientificadegli anni seguenti, a partire da opere quali Lestrutture elementari della parentela (1949), che rie-cheggiava nel titolo il debito contratto da L.-S. conla scuola di Durkheim (autore nel 1912 di Le formeelementari della vita religiosa) in particolare per quelche concerne lidea della natura psichica dei fattisociali, per poi passare alle due raccolte di saggiintitolate significativamenteAntropologia Strutturale(la prima del 1958 e la seconda apparsa nel 1972),al fondamentale Pensiero selvaggio del 1962 (chedemol la visione storicista dellevoluzione della

    cultura e indusse a considerare le cosiddettesociet primitive nella loro totalit e complessite non come un singolo stadio dellincivilimentoumano) e al parimenti importante Il totemismo oggisempre del 1962, e chiudere infine con i quattrovolumi della serie Mythologiques editi fra il 1964 eil 1971. Nei lunghi anni della senescenza L.-S.ebbe il raro privilegio di assistere al perfeziona-mento e allinevitabile superamento delle sue stes-

    CLAUDE LVI-STRAUSS (1908-2009)Le ragioni di una dedica

    In questa pagina: C. Lvi-Strauss in Brasile negli anni Trenta

    (Apic/Getty Images)

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    Museo Preistorico-Etnografico di Roma, espressione di untempo in cui, pi di quanto accada oggi, archeologia eantropologia venivano considerate due facce della stes-sa medaglia. Nel corso della giornata esperti dientrambe le discipline si confronteranno sulle questio-ni cardine della vita umana, analizzandole attraverso il

    filtro della documentazione e della ricerca archeologi-ca ed etno-antropologica, in un percorso tematicounitario, che, di relazione in relazione, si snoder dallanascita alla mortelungo le principali tappe dellesisten-za: dallinfanzia alladolescenza, ai riti di passaggio, alleiniziazioni, al matrimonio, alla guerra, allo scambio e alcommercio, per giungere, infine, allestremo trapasso.

    Sono due essenzialmente le ragioni che hanno ispira-

    to la nascita di questo incontro: la prima connessa allasede che lo accoglie, il Museo Preistorico EtnograficoLuigi Pigorini, la cui doppia natura giustifica le duebranche di specialisti chiamati a partecipare; la secondaderiva invece da una pi profonda e immediata esi-genza di confronto fra due discipline che, pur affon-dando le radici nel medesimo humus intellettuale delpositivismo ottocentesco cui si devono luoghi di cul-tura quale quello che ci ospita, nel corso del Novecen-to sono andate progressivamente differenziandosi perindagare ciascuna in modo autonomo quella matriceche le accomuna, lessere umano. Con la presente inizia-

    tiva si spera di creare una piattaforma condivisa di con-fronto, contenutistica e metodologica, per quelle

    tematiche che scandiscono, anche nel comune sentire,la vita umana dalla nascita alla morte. Nei decenni passa-ti non sono mancate esperienze in tal senso. Per rima-nere in ambito nazionale doveroso far riferimento aquelleccezionale stagione che, fra gli anni 70 e gli

    se teorie (il cosiddetto post-strutturalismo), damolti contestate per la loro eccessiva astrattezzae/o per laspirazione a ridurre a sistema la com-plessit del reale. Qualunque ne siano i limiti nonsi pu non riconoscere allingegno di L.-S. il meri-to di aver rivoluzionato le norme dellindagineteorica nel campo delle discipline umanistiche, conconseguenze interpretative e metodologiche chehanno coinvolto, indipendentemente dagli interes-si dello stesso L.-S., pi o meno pesantemente (e inmodo non sempre consapevole) altre branche del-le scienze umane e, in particolare, la paletnologia elarcheologia, nate e sviluppatesi, non a caso, nellaseconda met dellOttocento in sinergia quasi per-fetta con lantropologia e letnografia per poidistaccarsi progressivamente da esse nel corso delNovecento. La riscoperta dellantropologia a

    partire dalla fine degli anni 50 e il dibattito con-nesso agli sviluppi dello strutturalismo determina-rono la nascita, in particolare in ambiente anglosas-

    sone, di movimenti come quello dellArcheolo-gia Processuale o New Archaeology che, alla pari del-lo strutturalismo, venne presto superato dallAr-cheologia Post-Processuale a sua volta oggetto diulteriori riflessioni attraverso il filtro critico dellaGender Archaeology (intesa come studio delle dina-miche del rapporto fra generi), dellarcheologiacontestuale, di quella cognitiva o di quella neo-marxista. Senza indagare i limiti o gli aspetti posi-tivi degli approcci teorici citati, merita comunquedi essere sottolineato il debito contratto dallar-cheologia odierna nei confronti dellantropologiae, pi o meno direttamente, dellopera di Maestricome Claude Lvi-Strauss al quale, pertanto, par-so doveroso intitolare un convegno che vuole con-figurarsi come una nuova occasione di incontro edi discussione fra esperti di due discipline che solo

    in apparenza e per convenzione sono separate dalimiti di spazio e di tempo nei loro rispettivioggetti di indagine.

    Le tematiche del convegno

    INascita e infanzia

    I Adolescenza e riti di passaggio verso let adulta

    IUniverso femminile (madri, mogli, regine, sacer-dotesse)

    IUniverso maschile (guerrieri, principi, sacerdotied eroi)

    IOrigini della complessit sociale: sviluppo deisistemi proto urbani e nascita delle citt

    IOrigini della complessit sociale: nascita delle ari-stocrazie e sistemi di parentela

    IDono e scambio (alle origini del commercio edei sistemi di scambio primitivi)

    IMorte (riti di passaggio, problemi liminali, tana-

    tometamorfosi, paleopatologia)

    Ragioni e obiettivi del convegno

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    anni 80, vide confrontarsi in un dialogo serrato nuovegenerazioni di archeologi con risultati che sono sottogli occhi di tutti nelle pagine della rivista Dialoghi di

    Archeologia. proprio a tale esperienza e, in particola-re, ai volumi collettanei Archeologia e Antropologia

    (Roma 1987) e Prospettive storico-antropologiche inarcheologia preistorica (Roma 1987) che non si pu farea meno di pensare in questa sede, nella prospettiva siadi recuperarne lo spirito che di rianimarne il dibattito.Non un caso, quindi, che si sia cercato di coinvolge-re in primo luogo una parte di quegli studiosi che ditale dialogo furono protagonisti: siamo infatti dellavvi-so che, pur essendo trascorso quasi un venticinquennioda allora, esso risulti, oggi ancora pi di ieri, di pienaattualit, grazie anche al progressivo affinamento delletecniche di scavo e di analisi dei contesti archeologici.La prospettiva che si cercher di esplorare in questa

    occasione prevede tuttavia un elemento di novit chesi pu cogliere gi nel titolo, laddove, significativamen-te, lordine dei fattori (antropologia e archeologia) risultainvertito rispetto a quello che aveva costituito il cardi-ne dei convegni della met degli anni 80. Le motiva-zioni alla base di questa scelta scaturiscono dal profon-do convincimento che linvocato dialogo fra le duediscipline non possa semplicemente tradursi nel meroutilizzo dellantropologia come strumento interpreta-tivo della realt archeologica o, allopposto, nellusodellarcheologia e/o della ricerca storico-sociale sulleculture antiche come osservatorio delle fasi archetipi-

    che delle principali strutture culturali della societ.Perch germoglino nuovi frutti dallincontro-con-fronto fra antropologia e archeologia necessario cheesso sia spostato su di un piano critico differente nelquale, al di l dei limiti spaziali e temporali nei qualirisultano inevitabilmente circoscritti i dati presi di vol-ta in volta in esame, non ci si accontenti di enumerarele proprie esperienze di ricerca ma si tenti di eviden-ziarne i tratti problematici comuni, condividendo e, sispera, cercando di affinare le rispettive strategie meto-dologiche.Va detto che alcune branche dellarcheologia pre-pro-

    tostorica contemporanea, per le caratteristiche stessedei loro oggetti di indagine, hanno da tempo rivolto la

    propria attenzione alle discipline antropologiche perdare sostanza alle ricostruzioni e trovare al contemponuovi spunti interpretativi; da tale incontro, comenoto, sono nati nuovi e stimolanti campi di ricerca,come larcheologia sperimentalee letno-archeologia, chehanno portato negli ultimi anni a enormi progressinellinterpretazione delle societ antiche, sia per quelche riguarda le reciproche dinamiche di interazione eil rapporto con lambiente circostante, sia per quel checoncerne specifici aspetti della cultura materiale. inquesto modo che si recuperato almeno in partequello spirito che, alla fine dellOttocento, aveva ani-mato la costruzione di raccolte come quelle delMuseo voluto e creato da Luigi Pigorini. Nel momen-to in cui, tuttavia, si sposta lattenzione dallesame del-la realt materiale in senso lato a quello della cul-tura immateriale, nei suoi aspetti spirituali, concet-tuali o, genericamente, ideologici, i problemi interpre-tativi divengono assai pi complessi e ogni pretesa di

    oggettivit, presupposto imprescindibile della ricercascientifica, lascia spazio a un approccio di tipo sogget-tivo, reso spesso ancora pi complesso quando il datomateriale si fonde con una mole eterogenea, filtrata epi o meno confusa di informazioni sopravvissuteattraverso i discontinui canali della tradizione icono-grafica, letteraria ed epigrafica. La riscoperta dellediscipline antropologiche da parte delle diverse bran-che dellarcheologia (siano queste ultime legate omeno alla cosiddetta new archaeology e/o alle sueevoluzioni-reazioni) negli ultimi decenni ha pro-dotto frutti significativi sia in una direzione che nel-

    laltra, per riassumere i quali basta citare i nomi dialcuni dei principali protagonisti del dibattito, daBinford a Hodder a Renfrew, da Morris a Parker Pear-son, da Leroi-Gourhan a Vernant, da Gernet a Finley,da De Martino a Vidal-Naquet e Humphreys - e le-lenco potrebbe ulteriormente allungarsi. Va detto chementre larcheologo/storico dellantichit non putalora esimersi dal ricorrere agli strumenti e ai dati del-lantropologia per colmare o, almeno, integrare le mol-teplici lacune prodotte dallazione del tempo, sul fron-te opposto sono molto rari i casi in cui tale esigenzarisulti parimenti percepita. Da questultimo punto di

    vista, infatti, lantropologia culturale contemporanea grazie anche allapporto di Maestri come C. Lvi-Strauss (al quale il presente incontro sar dedicato) ha lavorato molto per superare quellapproccio carat-teristico che, tra la fine del XIX e linizio del XX seco-lo, aveva prodotto sintesi come quelle di De Guberna-tis o summae enciclopediche come il celebre GoldenBough frazeriano; opere che, nel complesso, eranointrise di quellhumus culturale caratteristico dellescienze umane di fine Ottocento che, da un lato, risul-tava abbagliato dalla r iscoperta archeologica e paletno-logica delle societ antiche e dai primi contatti con le

    societ primitive contemporanee (raramente acquisititramite una programmatica ricerca sul campo) e, dal-

    A sinistra: Luigi Pigo-rini (1842-1925)

    A pag. 53: Tavola (X)tratta dal Bollettino diPaletnologia Italiana,Anno 1880

    A pag. 55: Statua diLuigi Pigorini sita alpr imo pi ano de ll aSoprintendenza alMuseo Nazionale Prei-storico Etnografico L.Pigorini

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    laltro, guardava alla massadisordinata e crescente dinuovi dati etnografici attra-verso lineludibile filtro dellatradizione letteraria classicaalla quale, inoltre, si andavaprogressivamente aggiungen-do il vastissimo patrimoniodocumentario delle civiltorientali pre-bibliche riemer-so grazie allazione incalzantedi archeologi e filologi. Sonoqueste, plausibilmente, alcunedelle ragioni che hanno por-tato, almeno in Italia, a unprogressivo allontanamentofra le due discipline e, al con-tempo, alla nascita di filoni diricerca pi o meno indipen-

    denti come, ad esempio, laStoria delle Religioni, che daPettazzoni (formatosi non acaso come archeologo) a Bre-lich ha prodotto frutti distraordinaria importanza perlinterpretazione delle reli-gioni primitive e di quelleclassiche. Il dato archeolo-gico concreto e contestualiz-zato, tuttavia, rimasto inposizione marginale in opere

    come quelle di De Martino,Brelich e Dumezil, sia perlassenza di veri e propricontesti, dato il caratterespesso discontinuo e legato alcaso delle fonti archeologiche (oltre che ai metodidi scavo ed edizione), sia per la mancanza di sintesi diampio respiro che permettessero a un pubblico dinon specialisti di trarre dalla massa di dati materialielementi utili per una ricostruzione attendibile dialcuni aspetti della realt immateriale; una difficolt,questultima, che si talvolta cercato di risolvere

    facendo ricorso, in modo forzato e non sempre meto-dologicamente coerente, alle pi varie fonti della tra-dizione letteraria. Negli ultimi decenni laffinarsi delletecniche di scavo e di raccolta e analisi dei dati ha, anostro avviso, posto basi pi solide per tornare adaffrontare tali questioni e inquadrarle sotto una nuovae pi ampia prospettiva. Sul piano del metodo, inoltre,larcheologia ha sviluppato strumenti di ricerca inno-vativi che potrebbero contribuire ad aprire nuovifronti dellindagine antropologica sulla contempora-neit. Una analoga evoluzione ha investito il campodellantropologia laddove gli sforzi compiuti per neu-

    tralizzare i molteplici filtri che alterano e distorconolacquisizione e linterpretazione dei dati socio-cultu-

    rali potrebbero fornire spunti di grande utilit per laricostruzione delle medesime realt umane proiettatenel passato. Valorizzando e mettendo in relazione irisultati di questi due processi si potrebbe cos perve-nire a una lettura pi accorta e oggettiva degli even-tuali dati rituali che si celano o possono celarsi nel-le singole azioniche emergono sotto forma di strati

    e/o manufattinel corso di uno scavo stratigrafico. Leoccasioni per cogliere i frutti di questo nuovo approc-cio comune sono numerose e si auspica che altre nepossano emergere nel corso del presente convegno. Gliesempi sono molteplici, tra i tanti citiamo: i nuovi ten-tativi di lettura dei singoli aspetti della cultura materia-le che superano il semplice dato morfo-tipologico percalarlo in un quadro interpretativo pi ampio, nel qua-le gli oggetti, da soli e/o nelle loro reciproche interre-lazioni, possono concorrere alla ricomposizione delquadro sociale e culturale della comunit che li ha pro-dotti; gli sviluppi della cosiddetta gender archaeology

    che ha messo in luce nuove prospettive interpretativeper lanalisi delle problematiche connesse alla contrap-

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    posizione pi o meno apparente fra uomini/donne eadulti/bambini e alle loro possibili interpretazioni; ilperfezionamento delle tecniche di scavo e analisi deicontesti funerari la cosiddetta archeotanatologia che ha fornito chiavi di lettura inedite, oltre che scien-tifiche e oggettive, per linterpretazione delle comples-se fasi dellestremo trapasso, analizzato sotto i diversipunti di vista di tipo fisico-biologico (connessi, da unlato, ai processi di tanatometamorfosi e, dallaltro, allaricostruzione di scenari relativi alla qualit di vita,malattia, circostanze del decesso, ecc.) e cultuale (inrelazione a problemi di carattere post-liminale, allin-dividuazione di riti di passaggio e/o allidentificazioneo meno di credenze escatologiche). Di fronte a unamassa di dati e di informazioni crescenti quali quelliprecedentemente esemplificati appare indispensabileche larcheologo sia affiancato nelle fasi interpretativedallantropologo, cos come potrebbe essere auspicabi-le anche lesatto contrario, laddove un antropologo

    abbia la necessit di confrontarsi con una realt con-temporanea e voglia adottare per il suo esame alcunidei metodi caratteristici della ricerca archeologica.Perch questo accada sembra oggi imprescindibile unsereno ma critico confronto metodologico, che con-tribuisca al perfezionamento e al potenziamento deglistrumenti euristici propri di entrambe le discipline e, alcontempo, crei i presupposti per una loro sempre mag-giore e proficua convergenza.

    *Valentino Nizzo Dottore di Ricerca in Archeologia-Etruscologia

    presso la Sapienza - Universit di Roma;

    borsista post-doc presso lIstituto Italiano

    di Scienze Umane di Firenze.

    Per contattarlo scrivere a [email protected]

    oppure a [email protected]

    Il desiderio di creare una pi ampia e vitale piat-taforma di confronto sulle tematiche del conve-gno ha portato gli organizzatori a dare vita a unasezione destinata ad accogliere 32 contributi distudiosi pi o meno giovani, provenienti sia dalmondo dellantropologia che dellarcheologia. La

    speranza che i differenti approcci e punti divista proposti forniscano elementi utili al con-fronto con quanto presentato nelle relazioni,consentendo di affrontare la complessit delletematiche prese in esame attraverso la presenta-zione di risultati di ricerche che, oggi pi chemai, si presentano in rapida evoluzione. Si scel-to di mantenere la tradizionale denominazione diposter per la sezione dedicata a questi contri-buti, che troveranno il loro spazio espositivo nonsulle pareti del Museo, ma on-line, sulle pagine delsito internet dedicato alla Manifestazione(www.ediarche.it), le quali andranno dunque acostituire il punto di riferimento e di dialogo fraorganizzatori, relatori e pubblico. Lo scopo quello di creare, senza rinunciare ai principi discientificit che animano lintero progetto, un

    parterre pi ampio rispetto a quello che potressere fisicamente presente allinterno delle saledel Museo Pigorini, garantendo al contempo lamassima visibilit e fruibilit alle ricerche propo-ste: per fare questo si deciso di ricorrere alleenormi potenzialit della rete e di creare una

    sezione diposter on-line strutturata secondo lor-ganizzazione tematica e contenutistica delle ses-sioni nelle quali stato articolato il Convegno.Ciascun poster, inoltre, potr essere letto e discus-so allinterno di un forum nel quale relatori eautori, accanto a cultori della materia, studenti e,

    pi in generale, al pubblico a esso regolarmenteiscritto potranno confrontarsi inserendo osserva-zioni, commenti o domande nello spazio dedica-to. Le sezioni principali saranno essenzialmentedue: una prima nella quale, partendo dal riassuntofornito dagli autori, potr essere avviato il con-fronto sui poster presentati al convegno, e unaseconda in cui gli iscritti potranno animare ildibattito traendo spunto dai posteron-linee dairiassunti delle relazioni, in una vera e propriaTavola Rotonda.Ipostercos come una selezione e una sintesi del-

    le discussioni nate nelforum, alla pari del dibatti-to che si svolger in sede congressuale, verrannoinclusi nelledizione a stampa degli atti del conve-gno, curata dalla casa editrice E.S.S. Editorial Ser-vice System Srl.

    Elisa Cella

    (Dottore di Ricerca presso lUniversit Cattolica del Sacro Cuore

    di Milano in Archeologia dei processi di trasformazione.

    Le societ antiche e specializzanda in Archeologia Classica

    presso lUniversit del Salento)

    POSTER E FORUM ON-LINE

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    Call for posters

    Si invitano tutti gli interessati a inviare un contribu-to scientifico tra il 1 e il 30 Aprile allindirizzo diposta elettronica [email protected].

    Gli studiosi dovranno specificare la sessione presceltatra quelle del convegno.

    I testi, per la redazione dei quali gli Autori avranno adisposizione un massimo di 20.000 battute (spaziinclusi), dovranno essere inviati assieme alla liberato-ria (scaricabile dal sito www.ediarche.it) per la pub-

    blicazione on-linesul sito di Ediarch e a stampa nelvolume degli Atti del Convegno.

    Il Comitato scientifico selezioner 32 contributi,tenendo conto della pertinenza ai contenuti dellin-contro di studi (cfr. quanto accennato sul sitowww.ediarche.it alla sezione Organizzazione econtenuti del Convegno), delloriginalit scienti-fica e, solo nel caso di un numero di richieste supe-riore alle disponibilit, dellordine cronologico diarrivo. Per quel che concerne i testi presentati per le

    sezioni archeologiche, al fine di favorire una maggio-re unit contenutistica, gli Autori sono invitati a cir-

    coscrivere i termini generali delle tematiche trattatein un ambito geografico compreso fra il vicinooriente e il mondo italico e in un arco cronologicoracchiuso fra let del Bronzo e le fasi anteriori allaromanizzazione, cercando poi, ove possibile, di con-centrare lattenzione sulle principali realt archeolo-giche dellItalia preromana - fra let del Bronzo fina-le e la prima et del Ferro - e di focalizzarne gliaspetti sotto unottica storico-antropologica. Perquanto attiene alle relazioni a carattere prettamenteantropologico non sono posti limiti n di tipo cro-nologico n di tipo geografico ma si invitano gliAutori a soffermare lattenzione su esempi tratti da

    comunit agricole di tipo preindustriale, ossia su queicontesti culturali che maggiormente si prestano aessere confrontati con le societ antiche.

    I testi prescelti saranno integralmente pubblicatinegli Atti del Convegno di cui prevista la pubblica-zione entro la prossima edizione del Salone. LOrga-nizzazione si riserva, previo accordo con gli Autori,di pubblicare in altre sedi i contributi che non doves-sero rientrare fra quelli selezionati.

    Ulteriori informazioni e modulistica nella sezionededicata al convegno sul sito www.ediarche.it.