Nicolo' piombino vittime della mafia

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In ricordo di tutte le Vittime delle mafie Un fiore contro la ma fia Libera Associazioni, nomi e numeri contro le mafie www.libera.it - [email protected] Realizzato e stampato in proprio a cura di OMILEGIS (Osservatorio Milanese sulla Legalità e Giustizia Sociale), www.omilegis.org - Milano maggio 2004

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Isola delle Femmine. Omicidio Enea, intimidazione al blogger di IsolaPulita e alla famiglia dell'imprenditore ucciso In una lettera anonima presi di mira anche i magistrati Del Bene e Ingroia CITTADINANZA ATTIVA CONTRO LA MAFIA A ISOLA DELLE FEMMINE COMITATO DELLA LEGALITA’ A ISOLA DELLE FEMMINE COMITATO CITTADINO ISOLA PULITA http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.it/2013/06/blog-post_7.html

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In ricordo di

tutte le Vittime delle mafie

Un fiore contro la mafia Libera

Associazioni, nomi e numeri contro le mafie www.libera.it - [email protected]

Realizzato e stampato in proprio a cura di OMILEGIS (Osservatorio Milanese sulla Legalità e Giustizia Sociale), www.omilegis.org - Milano maggio 2004

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30 giugno 1963, Ciaculli (PA) Al culmine della prima guerra di mafia, l’esplosione di una carica di tritolo col-locata all’interno di una vettura, posteg-giata nei pressi della villa della famiglia Greco, provoca una strage. Muoiono sette esponenti delle forze dell’ordine: il maresciallo della Polizia Silvio Cor-rao, il tenente dei carabinieri Mario Malausa e il mare-sciallo dell’Arma Calogero Vaccaro, i carabinieri Eugenio Altomare e Mario Farbelli, il mare-sciallo dell’Esercito Pasquale Nuccio e il soldato Giorgio Ciacci. La successi-va offensiva dello Stato italiano spin-ge le cosche a scio-gliere la Commissione e a rendere meno visibile la propria soffocante presenza criminale. 24 marzo 1966, Tusa (ME) Viene ucciso Carmelo Battaglia, com-battivo sindacalista e assessore comuna-le nella locale giunta di sinistra. 27 aprile 1969, Altavilla Milicia (PA) Durante un’operazione condotta dalle forze dell’ordine contro una banda di

estorsori, il carabiniere Orazio Costantino viene assassinato da Antonio Parisi, uomo d’onore della cosca locale. 16 settembre 1970, Palermo Mauro De Mauro, giornalista de “L’Ora” di Palermo, è rapito da tre uomini sotto la

propria abitazione. Il suo corpo non sarà mai più ritrova-to. A più di vent’an-ni dalla scomparsa, alcuni collaboratori di giustizia hanno confermato l’elimi-nazione di De Mau-ro, eseguita dalla mafia, oltre che a proprio vantaggio, anche a favore degli oscuri interessi messi in pericolo dagli sviluppi della sua inchiesta gior-

nalistica sul caso Mattei. 5 maggio 1971, Palermo All’uscita dal cimitero, dopo la consueta visita resa alla tomba della moglie, il pro-curatore capo della Repubblica Pietro Scaglione cade vittima di un agguato te-sogli dai corleonesi in via Cipressi. Con lui rimane ucciso anche l’autista Antonio Lo Russo. Alla notizia della morte di Sca-glione, tornano ad essere alimentati con forza i sospetti di sue possibili collusioni

Le vittime della mafia dagli anni sessanta ai giorni nostri

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binari della linea ferro-viaria Palermo - Trapani è rinvenuto il cadavere dilaniato di Giuseppe Impastato. In una prima fase delle indagini, vie-ne avanzato il sospetto che l’esponente della sinistra extraparlamenta-re possa essere rimasto vittima dell’ordigno da lui stesso innescato. La difficile e tormentata

inchiesta, riaperta ancora ultimamente, ha invece confermato come Impastato in realtà abbia pagato con la vita le corag-giose denunce rivolte dalla radio locale nei confronti della cosca diretta da Gaeta-no Badalamenti. 11 gennaio 1979, Palermo Filadelfio Aparo, vicebrigadiere della Polizia specializzato nella ricerca e nella cattura di latitanti, è ucciso a colpi di lu-para in Piazza Tenente Anelli. 26 gennaio 1979, Palermo Due killer mafiosi uccidono il giornalista Mario Francese, nelle vicinanze della pro-pria abitazione di viale Campania: Fran-cese seguiva da anni la cronaca giudizia-ria per “Il Giornale di Sicilia”. 11 luglio 1979, Milano

L’avvocato Giorgio Am-brosoli, commissario liqui-datore della Banca Privata di proprietà di Michele Sindona, cade sotto i colpi del killer italo americano William Arico, in via Mo-rozzo della Rocca. Am-brosoli muore per non es-

con alcune famiglie del palermitano. 10 gennaio 1974, Paler-mo Il maresciallo di P.S. Angelo Sorino, ormai in pensione, viene assassi-nato nel quartiere San Lorenzo. 2 luglio 1975, Palermo Il poliziotto Gaetano Cappiello muore nella sparatoria con i sequestratori dell’imprenditore Angelo Randazzo. 20 agosto 1977, Ficuzza (PA) I corleonesi assassinano il colonnello dei Carabinieri Giuseppe Russo, congedato-si da pochi mesi, e il suo amico inse-gnante Filippo Costa. A quasi vent’anni di distanza, i tre pastori condannati per il duplice omicidio sono stati riconosciuti innocenti, grazie alle recenti rivelazioni di alcuni collaboratori di giustizia. 1 dicembre 1977, Palermo I sicari uccidono il maresciallo Attilio Bonincontro, dirigente dell’ufficio ma-tricola dell’Ucciardone. 26 gennaio 1978, Prizzi (PA) Il vice pretore onorario di Prizzi, Ugo Triolo viene colpito a tradi-mento davanti alla propria abitazione. 9 maggio 1978, Cinisi (PA) Nello stesso giorno del ri-trovamento a Roma del cor-po di Aldo Moro, ucciso dalla Brigate Rosse, lungo i

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cuso era da più di vent’anni il suo colla-boratore più fedele. 10 novembre 1979, Catania Durante il trasferimento del boss Angelo Pavone, i tre carabinieri Giovanni Bellis-sima, Domenico Mazzara e Salvatore Bo-logna sono eliminati da un commando mafioso che sequestra e uccide il capo

mafia rivale. 6 gennaio 1980, Palermo Piersanti Matta-rella, presidente democristiano della Regione Sicilia, viene as-sassinato da un killer in pieno giorno, mentre con la famiglia stava uscendo dall’abitazione di via Libertà per recarsi alla messa dell’Epifania. A segnare la fine di Mattarella fu la

determinazione dimostrata nel porre ma-no ad una seria opera di moralizzazione nel settore degli appalti pubblici, oggetto da sempre degli interessi mafiosi. 4 maggio 1980, Monreale (PA) Emanuele Basile, capitano della locale stazione dei Carabinieri, viene ucciso da tre sicari mafiosi al termine della proces-sione religiosa per la festa patronale del Crocefisso, proprio quando stava facendo ritorno a casa in compagnia della moglie e della figlia. 6 agosto 1980, Palermo

sersi piegato alle minacce del bancarot-tiere, preoccupato della ricostruzione dei suoi torbidi intrecci con mafia, massone-ria e politica, operata con inflessibilità dal professionista milanese. 21 luglio 1979, Palermo Boris Giuliano, capo della Squadra Mo-bile palermitana, è ucciso da un killer che lo sorprende di mattina presto in un bar di via Fran-cesco Paolo Blasi. A quasi vent’anni di distanza Leolu-ca Bagarella è sta-to condannato all’-ergastolo come esecutore materia-le dell’omicidio. Giuliano aveva avviato importanti indagini sul traffi-co internazionale di sostanze stupe-facenti. 28 agosto 1979, Palermo Rimane vittima della “lupara bianca” Calogero Di Bona, vice comandante delle guardie dell’Ucciardone. 25 settembre 1979, Palermo In via Rutelli cadono sotto i colpi dei killer mafiosi Cesare Terranova e Lenin Mancuso. Terranova, terminata da poco l’esperienza politica in Parlamento e alla Commissione Antimafia, per i suoi pre-cedenti professionali era ritenuto unani-memente il candidato naturale alla guida dell’Ufficio Istruzione del Tribunale di Palermo. Il maresciallo della P.S. Man-

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Nella centralissima via Cavour, il procu-ratore capo della Repubblica di Palermo Gaetano Costa viene ucciso a colpi di pistola: un killer solitario attende al var-co il magistrato che si muove a piedi e senza scorta. Costa era stato oggettiva-mente isolato ed esposto, quando, contro il parere dei suoi sostituti, decise di fir-mare da solo i mandati di cattura a cari-co di diversi esponenti della famiglia mafiosa degli Inzerillo. 28 agosto 1980, Carini (PA) La vendetta mafio-sa colpisce ineso-rabilmente l’alber-gatore Carmelo Jannì, responsabile di avere collabora-to con la Polizia, consentendo la cattura di Gerlan-do Alberti e di alcuni chimici francesi esperti nella raffinazione della morfina per con-to delle famiglie siciliane. 10 settembre 1981, Palermo L’autovettura di Vito Jevolella, sottuffi-ciale dell’Arma, viene affiancata da quella dei sicari, che esplodono al suo indirizzo numerosi colpi d’arma da fuo-co uccidendolo. 6 novembre 1981, Palermo In via Cuccia viene assassinato Sebastia-no Bosio, primario di chirurgia vascola-re presso l’Ospedale Civico, forse “colpevole” di avere rifiutato alcuni fa-vori ai boss. 4 gennaio 1982, Palermo

In via Maggiore Galloni viene ucciso Pie-ro Pisa, uno tra i costruttori edili più im-portanti della città. 26 gennaio 1982, Isola delle Femmine (PA) Nicolò Piombino, carabiniere in pensione, viene ucciso a causa dell’aiuto ancora reso alle forze dell’ordine. 18 marzo 1982, Catania Alfredo Agosta, maresciallo dei Carabi-nieri, viene colpito a morte in un bar di

via Veneto. 30 aprile 1982, Palermo In via Turba cadono per mano di killer mafiosi Pio La Torre, deputato e segretario regionale del PCI e il suo autista Rosa-rio Di Salvo. La Torre fu tra i primi ad intuire la necessità di colpire la mafia nella fase di accu-

mulazione del capitale illecito, lavorando alacremente alla normativa che sarà rece-pita nell’ordinamento solo dopo la sua morte. 16 giugno 1982, Palermo Nella “strage della circonvallazione”, de-cisa dai Corleonesi per eliminare il boss catanese Alfio Ferlito, sono uccisi anche i tre carabinieri Luigi Di Barca, Silvano Franzolin, Salvatore Raiti e l’autista Giu-seppe Di Lavore. 12 agosto 1982, Palermo Paolo Giaccone, professore universitario e medico legale, viene assassinato nei viali del Policlinico: lo stimato professio-nista si era rifiutato di modificare alcune

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perizie e rilievi sfavorevoli alla cosca dei Marchese. 3 settembre 1982, Palermo Il generale Carlo Alberto dalla Chiesa, prefetto di Palermo, la moglie, Emanue-la Setti Carraro e l’agente di scorta Do-menico Russo cadono sotto il fuoco dei killer mafiosi in via Isidoro Carini. Du-rante la sua permanenza a Palermo, il prefetto aveva richiesto incessantemente che i poteri di coordinamento nella lotta alla mafia a lui assegnati diventassero effettivi, ma ot-tenne solamente rassicurazioni sterili. 14 novembre 1982, Palermo Calogero Zuc-chetto, agente di polizia e uomo fidato di Ninni Cassarà, viene assassinato in via Notarbartolo. Zucchetto era apprezzato dai colleghi per l’abilità di-mostrata più volte nel seguire le tracce dei latitanti. 25 gennaio 1983, Valderice (TP) Il sostituto procuratore della Repubblica Giangiacomo Ciaccio Montalto, viene sorpreso a tarda notte dai killer mentre stava tornando a casa e ucciso a colpi di pistola. Le qualità professionali di Mon-talto, impegnato per anni in difficili in-dagini sulle cosche del trapanese, sono ancor più meritevoli di nota, se si consi-derano le ambiguità e le collusioni allora caratterizzanti il locale Palazzo di Giu-

stizia, emerse successivamente in indagini giudiziarie e disciplinari. 13 giugno 1983, Palermo In via Scobar cadono sotto i colpi dei si-cari il capitano Mario D’Aleo e i due ca-rabinieri Giuseppe Bommarito e Pietro Morici. D’Aleo aveva preso il posto di Basile alla guida della compagnia dei CC di Monreale, proseguendo nelle attività di indagine e repressione avviate da Basile. 29 luglio 1983, Palermo

L’esplosione di un’autobomba sotto la sua abi-tazione di via Pipitone Federi-co, uccide il consigliere i-struttore Rocco Chinnici e i ca-rabinieri Mario Trapassi e Sal-vatore Bartolot-ta. Muore anche il portiere dello stabile, Stefano

Li Sacchi. Con Chinnici, all’Ufficio Istru-zione del Tribunale di Palermo prende avvio l’esperienza del pool antimafia, che tanti risultati produsse successivamente nella lotta alla mafia. 5 gennaio 1984, Catania All’ingresso del teatro Stabile cade per mano mafiosa il giornalista e scrittore Giuseppe Fava, direttore della rivista “I Siciliani”. Fava fu sempre inflessibile nel denunciare le complicità tra la mafia del-l’isola ed esponenti del mondo politico ed imprenditoriale, tra cui i famigerati “cavalieri del lavoro” catanesi.

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23 febbraio 1985, Palermo Ucciso Roberto Parisi, industriale e presi-dente del Palermo Calcio. Dopo di lui una lunga scia di sangue; vittime altri impren-ditori, manager e professionisti, eliminati per non essersi piegati al racket o aver ignorato i criteri stabiliti dalla mafia per l’assegnazione dei lavori: Piero Patti (27 febbraio 1985), Giovanni Carbone (13 marzo 1985), Paolo Bottone (21 gennaio 1986), Francesco Alfano (29 gennaio 19-86), Donato Boscia (2 marzo 1988), Luigi

Ranieri (14 dicembre 1988), Ales-sandro Ro-vetta e Fran-cesco Vec-chio (31 otto-bre 1990), Paolo Borsel-lino (21 apri-le 1992), Ga-etano Giorda-no (10 di-cembre 199-2), Giuseppe Borsellino

(17 dicembre 1992), Ignazio Panepinto (30 maggio 1994), Calogero Panepinto e Francesco Maniscalco (19 settembre 199-4). 2 aprile 1985, Pizzolungo di Erice (TP) L’autobomba destinata ad eliminare il giudice Carlo Palermo provoca invece la morte di Barbara Rizzo Asta e dei suoi due figli gemelli di sei anni, Giuseppe e Salvatore. Arrivato a Trapani solo da po-che settimane, il magistrato aveva dovuto lasciare la sede giudiziaria di Trento, tra mille polemiche: qui aveva condotto una

7 dicembre 1984, Palermo Dopo un’agonia durata cinque giorni, si spegne in ospedale Leonardo Vitale, il primo uomo d’onore a parlare dell’esi-stenza della mafia, con una serie di rivela-zioni davvero sensazionali per l’epoca in cui furono fatte. Vitale era stato colpito a morte il 2 dicembre, all’uscita della mes-sa: un pesante ammonimento a tutti i ma-fiosi perché rispettassero la consegna del silenzio, proprio nel momento in cui le confessioni di Buscetta e Contorno inizia-vano a sortire i primi effetti. 23 dicembre 1984, San Benedetto Val di Sambro (BO) L’esplosione di una bomba sul rapido 904 Napoli – Milano causa il ferimento di due-cento persone e la morte di altre quindici: Giovan-battista Altobelli, Anna Maria Bran-di, Angela Calvanese in De Simone, An-na De Simone, Giovanni De Simone, Ni-cola De Simone, Susanna Cavalli, Lucia Cerrato, Pier Francesco Leoni, Luisella Materazzo, Carmine Moccia, Valeria Mo-ratello, Maria Luigia Morini, Federica Taglialatela, Abramo Vastarella. La Corte di Cassazione ha condannato tra i man-danti il boss Pippo Calò, militanti neofa-scisti ed esponenti della camorra. La ma-fia siciliana avrebbe preso parte all’orga-nizzazione del terribile attentato per disto-gliere l’attenzione delle forze dell’ordine dai suoi traffici illeciti in Sicilia.

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pericolosa indagine sul traffico interna-zionale di armi e droga, dalla quale era-no emersi anche alcuni inconfessabili legami tra mafia e politica. 28 luglio 1985, Porticello (PA) Due sicari a viso scoperto uccidono Giu-seppe Montana, il capo della sezione della squadra mobile palermitana che si occupava della ricerca e della cattura dei latitanti. La mafia elimina uno dei suoi nemici più pericolosi. 6 agosto 1985, Palermo In via Croce Rossa, ca-dono sotto una pioggia di proiettili il vice que-store Anto-nino Cassa-rà e l’agente di scorta Roberto Antiochia. La tragica fine di Cas-sarà e le polemiche e i trasferimenti successivi alla morte di Salvatore Marino, indiziato per l’omici-dio Montana e misteriosamente decedu-to all’interno della Questura, portano di fatto all’azzeramento delle professiona-lità faticosamente costruite all’interno della Polizia palermitana. 7 ottobre 1986, Palermo La pax mafiosa stabilita durante il primo maxi processo è rotta dalla notizia dell’-omicidio di Claudio Domino, 11 anni. Recentemente un collaboratore di giusti-

zia ha rivelato che il responsabile dell’a-troce delitto, un tossicodipendente spac-ciatore, venne poi punito e ucciso da Cosa Nostra. 27 agosto 1987, Niscemi (CL) Giuseppe Cotroneo e Rosario Montalto, otto e dodici anni, sono uccisi accidental-mente durante una feroce sparatoria tra bande rivali. 12 gennaio 1988, Palermo Due killer uccidono l’ex sindaco di Paler-mo Giuseppe Insalaco, politico democri-

stiano discusso e allo stesso tempo autore di numerose de-nunce contro le infiltrazioni mafiose nella pubblica ammi-nistrazione. 14 gennaio 198-8, Palermo Dopo essere scampato mira-colosamente all’agguato teso

a Cassarà tre anni prima, l’agente di poli-zia Natale Mondo viene ucciso nel quar-tiere Acquasanta. 14 settembre 1988, Trapani Alberto Giacomelli, già presidente di se-zione presso il tribunale di Trapani, viene ucciso. Rimane oscuro il movente del suo omicidio, dopo l’assoluzione nel 1993 dei quattro tossicodipendenti condannati ini-zialmente. 25 settembre 1988, Canicattì (AG)

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Lungo la strada che collega Canicattì a Caltanissetta, i sicari della mafia uccido-no Antonino Saetta, presidente di Corte d’Appello a Palermo e il figlio Stefano. Saetta era indicato da più parti come il giudice che avrebbe dovuto presiedere la Corte d’Appello nel primo maxi proces-so alle cosche palermitane. 26 settembre 1988, Valderice (TP) Il sociologo e giornalista Mauro Rosta-gno, ex leader di “Lotta Continua” e fondatore della comunità di recupero per tossicodipendenti “Saman”, viene ucciso nelle campagne trapa-nesi a colpi di pistola e fucile. Ancora oggi si indaga sulla fine di Ro-stagno: la tesi più ac-creditata vede il moven-te dell’omicidio nell’at-tività di denuncia intra-presa dal sociologo contro la mafia locale e le sue complicità istitu-zionali e imprenditoria-li. 5 agosto 1989, Villa-grazia di Carini (PA) Vengono assassinati l’agente di polizia Antonino Agostino e la giovane moglie Ida Castellucci. 15 marzo 1990, Palermo Emanuele Piazza, già poliziotto e colla-boratore del SISDE, scompare dalla sua abitazione senza lasciare tracce. 9 maggio 1990, Palermo L’integerrimo funzionario regionale Giovanni Bonsignore viene assassinato in via Alessio Di Giovanni. Le sue de-

nunce relative a tangenti e malaffare gli costarono prima un trasferimento, poi l’isolamento e infine la vita. 21 settembre 1990, Agrigento Il giudice Rosario Livatino viene colpito a morte dai killer della cosca di Palma di Montechiaro lungo la statale che collega Agrigento a Caltanissetta. Divenuto trop-po pericoloso per le cosche dell’agrigenti-no, Livatino fu barbaramente eliminato da due sicari, individuati grazie alla corag-giosa testimonianza di Piero Nava, occa-sionale testimone oculare dell’omicidio.

13 giugno 1991, Ca-tania Assassinato il sinda-calista Vincenzo Le-onardi. L’omicidio è legato alle denunce presentate da Bonsi-gnore. 26 luglio 1991, Pa-lermo Il piccolo Andrea Savoca di quattro anni viene raggiunto

dai colpi che i killer sparano per uccidere il padre, imparentato con la famiglia ma-fiosa dei Savoca. 9 agosto 1991, Campo Calabro (RC) Su richiesta di Cosa Nostra, un comman-do della ‘ndrangheta calabrese uccide Antonino Scopelliti, il magistrato che avrebbe dovuto reggere la pubblica accu-sa davanti alla Corte di Cassazione nell’-ambito del primo maxi processo. 29 agosto 1991, Palermo L’industriale Libero Grassi, che non si è

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piegato alle richieste fatte dal racket, viene ucciso in via Alfieri. La sfida di Grassi era divenuta insostenibile per la famiglia dei Madonia, che vedevano in lui un pericoloso esempio per altri im-prenditori sottoposti alle medesime ves-sazioni. 18 marzo 1992, Catania Il maresciallo dei CC Alfredo Agosta viene colpito a morte dai sicari che han-no appena ucciso un boss rivale. 4 aprile 1992, A-grigento Giuliano Guazzel-li, maresciallo del-l’Arma, è assassi-nato lungo la sta-tale tra Agrigento a Porto Empedo-cle. Togliendo di mezzo Guazzelli, le cosche locali eliminano uno degli investigatori più pericolosi. 23 maggio 1992, Capaci (PA) All’altezza dello svincolo per Capaci, viene fatto saltare per aria un intero trat-to dell’autostrada che collega l’aeropor-to di Punta Raisi e Palermo. Obiettivo della strage mafiosa il corteo di auto blindate del magistrato Giovanni Falco-ne. Oltre al giudice palermitano, riman-gono uccisi nell’attentato, la moglie Francesca Morvillo, anch’essa magistra-to e i poliziotti della scorta Antonio Montinaro, Rocco Di Cillo e Vito Schi-fani. La mafia coglie opportunamente il momento più adatto per eliminare il ri-vale di sempre: muove i primi passi l’in-

dagine della Procura della Repubblica di Milano relativa alla cosiddetta “Tangentopoli” e gli scrutini per l’elezio-ne del nuovo Presidente della Repubblica contribuiscono ad agitare il mondo politi-co e l’opinione pubblica. 19 luglio 1992, Palermo A poco meno di due mesi della strage di Capaci, Cosa Nostra torna a colpire i suoi nemici. In via Mariano D’Amelio un’auto carica di esplosivo viene fatta saltare per aria all’arrivo del giudice Paolo Borselli-

no. Con lui muoiono gli a-genti della Poli-zia Emanuela Loi, Agostino Catalano, Walter Eddie Cusina, Claudio Traina e Vincenzo Li Mu-li. Dopo la morte dell’amico, Bor-sellino era stato candidato da molti alla guida

della Direzione Nazionale Antimafia, la nuova struttura voluta da Falcone per co-ordinare la lotta alla mafia. 26 luglio 1992, Roma La collaboratrice di giustizia Rita Atria, all’età di soli 18 anni, si toglie la vita, a causa dello sconforto successivo alla morte di Paolo Borsellino, il magistrato in cui aveva riposto la propria fiducia. 27 luglio 1992, Catania L’ispettore Giovanni Lizio, responsabile della sezione anti racket della squadra mobile, viene affrontato e ucciso da quat-tro sicari in via Leucatia.

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28 settembre 1992, Castellammare del Golfo (TP) Assassinato l’ex capitano della Marina Paolo Ficalora, in precedenza vittima di ripetute minacce mafiose. 5 gennaio 1993, Barcellona Pozzo di Gotto (ME) Mentre ritorna a casa con la sua auto, il giornalista de “La Sicilia” Giuseppe Al-fano è colpito a morte. Alfano si era oc-cupato professio-nalmente delle cosche del messi-nese e delle loro collusioni con po-litici locali. 27 maggio 1993, Firenze Dopo il fallito at-tentato di via Fau-ro a Roma (14 maggio 1993) ai danni del giornali-sta Maurizio Co-stanzo, Cosa Nostra prosegue nella sua strategia del terrore piazzando un’auto-bomba nei pressi della Galleria dei Ge-orgofili. L’esplosione provoca la morte di Dario Capolicchio, Angela Fiume in Nencioni, Caterina Nencioni, Nadia Nencioni, Fabrizio Nencioni e gravi danni agli Uffizi. 27 luglio 1993, Milano e Roma Nella notte tre attentati dinamitardi ma-fiosi scuotono il nostro paese in rapida sequenza. Il primo, in via Palestro a Mi-lano, uccide il vigile urbano Alessandro Ferrari, i vigili del fuoco Carlo Lacate-na, Sergio Pasotto, Stefano Picerno e

Driss Moussafir. Gli altri due, a Roma, provocano invece gravi danni al patrimo-nio artistico della Basilica di S. Giovanni in Laterano e di S. Giorgio al Velabro. 15 settembre 1993, Palermo Per la prima volta Cosa Nostra uccide un sacerdote. È Don Giuseppe Puglisi, parro-co di Brancaccio. La mafia non poteva più tollerare la sua coraggiosa azione pa-storale, rivolta soprattutto a sottrarre i giovani all’ingrato compito di manovali

delle cosche. 11 novembre 1995, Catania Il famoso penali-sta Serafino Fa-mà cade sotto i colpi dei killer mafiosi. 23 dicembre 199-5, Trapani Giuseppe Mon-talto, agente di custodia presso il

carcere dell’Ucciardone, viene assassina-to alla vigilia di Natale. 11 gennaio 1996, San Giuseppe Jato (PA) In un casolare di campagna, alla periferia del paese, si consuma uno dei più orrendi delitti mai compiuti dalla mafia: Giusep-pe Di Matteo, il figlio del collaboratore Mario Santo, viene strangolato e il suo corpo viene sciolto nell’acido. Si chiude così la lunga prigionia per il ragazzo che era stato rapito per spingere il padre a ritrattare le sue accuse. L’atroce fine del ragazzo ha spinto molti uomini d’onore a collaborare con la giustizia.

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Legalità,Democrazia e Giustizia “Gli uomini passano, le idee restano, restano le loro tensioni morali, conti-nueranno a camminare , sulle gambe di altri uomini” (Giovanni Falcone) “E’ bello anche morire per le proprie idee…Chi ha il coraggio di sostenere i propri valori muore una volta sola, chi ha paura muore ogni giorno.” (Paolo Borsellino)

“Bisogna moltiplicare le idee al punto che non vi siano guardiani sufficienti per controllarle.” (Stanislaw J. Lec)

La politica è l’arte di impedire alla gente di impicciarsi di ciò che la riguarda. (Paul Valèry)

Le leggi sono come ragnatele, che rimango-no salde quando vi urta qualcosa di molle e leggero, mentre una cosa più grossa le sfon-da e sfugge. (Solone, attr. da Plutarco, Vite Parallele)

Più uno stato è corrotto e più fa leggi. (Tacito – I secolo d.C.)

“Perché, o stolti, far birberie fuor delle leg-gi? C’è tanto posto di farne dentro!” “Il torto di molti ladri in faccia al pubblico e alla giustizia è quello di non aver rubato abbastanza per celare il furto”. “Certi inchiostri rossi invecchiando diventa-no neri. Tale è l’animo di alcuni nostri poli-tici.” “La legge è uguale per tutti gli straccioni”. ( Carlo Dossi – 1849/1910)

E’ difficile decidere quando la stupidità assume le sembianze della furfanteria e quando la furfanteria assume le sembianze della stupidità. Perciò sarà sempre difficile giudicare equa-mente i politici.” (Arthur Schnitzler)

“Non sono le idee che mi spaventano, ma le facce che rappresentano queste idee.” (Leo Longanesi)

“La dove tutti cantano su una sola nota, le parole non contano” (Stanislaw J. Lec)

“ I roghi non illuminano le tenebre” (Stanislaw J. Lec)

“Nulla di più dannoso c’è, che un tiranno per la città, dove al primo posto non ci sono leggi comuni, ma domina uno solo che si è appropriato personalmente della legge. Lì non c’è più uguaglianza. Con le leggi scritte invece il debole e il ricco godono di ugua-le diritto. I più deboli possono rispondere a chi sta bene se li offende, e il piccolo la spun-ta sul grande se ha ragione. La libertà poi è questo: ‘Chi vuol fare una buona proposta per la città qui a tutti, se ne ha?’ Così chi vuole si distingue, chi non vuole tace. Che cosa c’è di più uguale per la città? “ ( Euripide)