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INTELLIGENZA ARTIFICIALE I CEO RISPONDONO

L E I N T E R V I S T E D I N E X T V A L U E

LUCA VALERIO CAMERANOCHIEF EXECUTIVE OFFICER A2A

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A cura di:

Manuela MoronciniContent Manager @NEXTVALUE

Maggio 2018

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Sommario

#01 L’Intelligenza Artificiale ha rappresentato un vero e proprio fenomeno me-diatico e finanziario per tutto lo scorso anno, con 11,7 miliardi $ di capitali raccolti dalle prime 100 startup di AI nel 2017. Il trend è confermato anche per i primi mesi del 2018. Quali sono i fattori sottostanti il crescente inte-resse per l’Intelligenza Artificiale? Perché proprio ora questo interesse? È il momento giusto, per le aziende, di avviare progetti di Intelligenza Artificiale?

Introduzione

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In quali aziende l’Intelligenza Artificiale è già una realtà? Perché? Qual è oggi il punto d’ingresso in azienda dell’Intelligenza Artificiale?

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L’intelligenza artificiale lavorerà insieme a noi già nel 2030, la data indicata come frontiera della nuova era collaborativa fra essere umano e AI. Quali sa-ranno gli effetti più evidenti di questo cambiamento su aziende e lavoratori?

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Chi avrà la meglio tra Cina e la sua politica di sostegno alle aziende attive nel settore AI e ONNX, Open Neural Network Exchange, nella sfida per la leader-ship su robotica intelligente, veicoli autonomi, realtà virtuale e aumentata?

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#02

#03

#04

#05 Che cosa risponderebbe a Reed Hastings, fondatore e CEO di Netflix, che durante il Mobile World Congress 2017 ha dichiarato: “Si discute molto su cosa accadrà all’umanità tra 20-50 anni. Saremo potenziati dall’Intelligenza Artificiale oppure l’Intelligenza Artificiale pura competerà con noi? E’ difficile pensare all’intrattenimento non sapendo se dovremo intrattenere voi o le Intelligenze Artificiali?”

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è embedded nel quotidiano e porta con sé innovazione e produttività.

L’automazione è uno dei presupposti dell’innovazione, ma poi nel mix va compreso il fattore uma-no, la leadership, le risorse, i modelli e i processi di business, le best practice, i Kpi e molto altro ancora. La posta in gioco è davvero alta e il dibattito è apertissimo, anche politicamente a livello mondiale. Così Mounir Mahjoubi, il ministro per il digitale del governo Macron ha dichiarato che “sull’intelligenza artificiale si gioca una partita sia di coesione sociale che di competitività econo-mica e lasciare il campo solo alle aziende private sarebbe troppo rischioso”. Il 19 Ottobre 2017, gli Emirati Arabi hanno nominato il ventisettenne Omar Al Olama, Ministro dell’Intelligenza Artificiale. La prima iniziativa, promossa dal neo Ministro, è stato avviare, in collaborazione con un leader mondiale del sistema di offerta IT, un programma di formazione sull’intelligenza artificiale, dedica-to ai propri cittadini, uomini e donne. I primi 500 studenti hanno iniziato il corso a Gennaio 2018.

In NEXTVALUE crediamo fermamente nell’innovazione dei modelli di business e il nostro obiettivo è contribuire allo sviluppo di una cultura dell’automazione in tutte le aziende. Abbiamo per questo avviato un ciclo di interviste esclusive, dedicato all’Intelligenza Artificiale, a cui hanno preso parte i più autorevoli opinion leader e Capitani d’impresa del nostro Paese. Il risultato è ricco di spunti e riflessioni che con estremo piacere condividiamo con una platea ampia e qualificata di Direttori IT delle principali organizzazioni italiane.

In questa intervista approfondiamo aspetti singolari come la sfida tra potenze per la conquista della leadership mondiale, la nascita di nuove professionalità e il reskilling di quelle esistenti, i possibili effetti prodotti dall’Intelligenza Artificiale sui modelli di consumo e sui consumatori stessi.

Cogliamo l’occasione per ringraziare Luca Valerio Camerano, CEO di A2A per il prezioso contribu-to di pensiero fornito e per il tempo che ci ha dedicato e AICEO, Associazione Italiana CEO, nella persona del suo Presidente Marco Icardi, per l’incoraggiamento e la fiducia accordataci nella re-alizzazione di questo ciclo di interviste, con i CEO membri di AICEO, su temi come Cybersecurity, Intelligenza Artificiale e Industria 4.0.

Le altre interviste sono in corso di pubblicazione su www.nextvalue.it alla sezione interviste.

Buona lettura!

iviamo in un mondo in cui la crescita esponenziale dei dati, i continui progressi del machine learning e dell’intelligenza artificiale, trasformano i consumatori always-on in consumatori guidati da algoritmi. Non passa giorno senza leggere notizie su nuove ap-plicazioni di Intelligenza Artificiale, Machine Learning, reti neurali o robot, auto a guida autonoma, assistenti virtuali, robot che costruiscono o stampano oggetti o che, come private banker, utilizzano modelli predittivi e sono accessibili da una app: l’automazione

Introduzione

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# Il CEO

Luca Valerio Camerano

Amministratore Delegato eDirettore GeneraleA2A

Luca Valerio Camerano, 54 anni, è Amministratore Delegato e Direttore Generale di A2A, la più grande multiutility italiana ai vertici nei settori energia, ambiente, calore, reti e smart city, con oltre 13mila dipendenti, un fatturato di circa 6 miliardi di Euro e una capitalizzazione di mercato di oltre 5 miliardi di Euro.

Prima di entrare a far parte del gruppo A2A, è stato per 7 anni nel gruppo GDF SUEZ (ora Engie), dove ha ricoperto la carica di Amministratore Delegato di GDFSUEZ Energie spa per l’Italia.

In precedenza è stato Direttore Generale di Enel Gas. Nello stesso gruppo è stato, inoltre, Re-sponsabile dell’area Business e Microbusiness Gas/Energia Elettrica e dell’area di Business Resi-denziali Gas.

È stato Direttore Generale di Camuzzi e Amministratore Delegato di Plenia, due delle più grandi imprese private italiane. Prima di entrare nel mondo delle utility ha lavorato per Citigroup nel set-tore del corporate e investment banking, diventando Responsabile dell’area Oil&Gas per l’Italia.

Ha una laurea in Economia e Commercio alla Luiss con una specializzazione in Ingegneria Finan-ziaria e Finanza Aziendale. È Alumno dell’Insead Advanced Management Programme.

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L’Intelligenza Artificiale ha rappresentato un vero e proprio fe-nomeno mediatico e finanziario per tutto lo scorso anno, con 11,7 miliardi $ di capitali raccolti dalle prime 100 startup di AI nel 2017. Il trend è confermato anche per i primi mesi del 2018. Quali sono i fattori sottostanti il crescente interesse per l’Intelli-genza Artificiale? Perché proprio ora questo interesse? È il mo-mento giusto, per le aziende, di avviare progetti di Intelligenza Artificiale?

Luca Valerio Camerano (A2A): L’Intelligenza Artificiale si offre alle industrie come potenziale ri-solutore ed ottimizzatore di una serie di problemi che hanno alla base la necessità di elaborare informazioni su cui prendere decisioni in tempi molto rapidi per non dire in tempo reale. In linea di massima l’Intelligenza Artificiale è molto di moda oggi, tuttavia la parte nobile che la caratterizza, cioè gli algoritmi che ne permettono il funzionamento risalgono agli anni ’50 con Alan Turing e agli anni ’80 con la diffusione della backpropagation, quello che oggi è conosciuto come approc-cio di apprendimento profondo (“Deep Learning”). In sostanza, tuttavia, si tratta di un insieme di approcci che permettono ad un computer di apprendere senza che questo sia stato specificamen-te progettato o programmato per l’esecuzione di un determinato task.

La crescente diffusione odierna deriva in larga parte dalla possibilità di elaborare quantità di dati immense in tempi molto rapidi anche remotamente rispetto a dove sono generate: quindi capacità di calcolo in cloud e velocità di banda.

Direi che oggi è sicuramente il momento giusto per avviare iniziative di data science di natura predittiva o addirittura prescrittiva se non già avviati, per cogliere i benefici di efficienza, rapidità e personalizzazione che l’Intelligenza Artificiale offre. Alcuni esempi possono essere legati al mondo dell’interazione con clienti ed utenti dove i chatbot interpretano le conversazioni ed elaborano risposte precise, oppure al mondo della manutenzione preventiva che permette di massimizzare i livelli produttivi di asset critici minimizzando il rischio di rottura e relativi costi di ripristino, o, infi-ne, al mondo degli advisor digitali, che permettono di interpretare i gusti del cliente analizzando le sue azioni o quelli di clienti simili per suggerire il prodotto desiderato come Amazon che sta sperimentando un servizio di Anticipatory Buying dove il sistema intuisce cosa il cliente comprerà e lo spedisce a casa del cliente prima che lo faccia, gestendo a sue spese l’eventuale reso.

# 01

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In quali aziende l’Intelligenza Artificiale è già una realtà? Per-ché? Qual è oggi il punto d’ingresso in azienda dell’Intelligen-za Artificiale?

# 02

Luca Valerio Camerano (A2A): Ad oggi direi che i principali utilizzi dell’Intelligenza Artificiale siano di natura predittiva, come ad esempio il tema della manutenzione preventiva che sta in-crementando i livelli di efficienza e disponibilità di impianti produttivi, soprattutto se stressati da logiche di Lean Manufacturing.

Anche i temi legati alle previsioni del comportamento di acquisto di utenti e clienti sta assumen-do una rilevanza significativa sia per rivenditori di beni fisici come il gruppo Yoox net-a-porter ma anche di contenuti digitali: se pensiamo all’evoluzione di Netflix che in dieci anni è passato dall’essere un servizio di noleggio DVD per corrispondenza a rivestire il ruolo di uno dei più influenti produttori di contenuti multimediali, è evidente che il potere di anticipare i gusti dei clienti riduce significativamente il rischio imprenditoriale connesso al mondo della vendita e del consumo.

In conclusione direi che ad oggi i principali potenziali fruitori di applicazioni di Intelligenza Ar-tificiale sono tutte quelle aziende caratterizzate da importanti economie di scala come grandi operatori del mondo manifatturiero e di processo oppure grandi retailer, siano essi pure digital o meno. Il tema della personalizzazione del prodotto è probabilmente un po’ più indietro come urgenza industriale, seppur alcuni operatori si stiano già muovendo in questa direzione, ad esempio nel mondo automotive.

Le aziende legate al mondo della creatività, dell’artigianalità e dei servizi estremamente per-sonalizzati saranno le ultime probabilmente ad adottare l’Intelligenza Artificiale nei loro core business.

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Luca Valerio Camerano (A2A): Ho l’impressione che l’Intelligenza Artificiale sarà tra noi ben prima del 2030.

Le conseguenze dell’utilizzo estensivo di questo approccio alla risoluzione dei problemi sono di natura varia, ne conto prevalentemente due.

1. Impatto significativo sul mondo del lavoro che tenderà a modificare la natura del lavoro verso professionalità più creative o legate alla capacità di risolvere problemi di natura unica e difficil-mente ripetibile; il mondo del lavoro sarà anche impattato in termini di relazioni tra i lavoratori, dal momento che la maggior parte delle attività non sarà più misurabile in termini di KPI quantitativi (uno per tutti il numero di ore lavorate) ma qualitativi, verranno meno anche i concetti di orario di lavoro oppure luogo di lavoro (cfr. freelance revolution oppure il fenomeno dei nomadi digitali)

2. Ci saranno poi impatti notevoli nella qualità di vita delle persone a partire dalle conseguenze della guida autonoma ascrivibili ad un numero ridotto di veicoli nelle strade, una drastica riduzione delle auto parcheggiate, dato che verrà meno il senso di possedere un’auto (che oggi usiamo per meno del 10% del tempo in cui è disponibile) e una riduzione drammatica degli incidenti stradali; la diagnostica e la medicina saranno rivoluzionate permettendo diagnosi più accurate e tempesti-ve nonché cure più puntuali e meno invasive, come ad esempio le sperimentazioni di micro-robot che distinguono le cellule tumorali da quelle sane per somministrare trattamenti selettivamente.

# 03

L’Intelligenza Artificiale lavorerà insieme a noi già nel 2030, la data indicata come frontiera della nuova era collaborativa fra essere umano e AI. Quali saranno gli effetti più evidenti di que-sto cambiamento su aziende e lavoratori?

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# 04

Luca Valerio Camerano (A2A): Sicuramente la Cina dispone di capitali ingenti per imporre stan-dard di mercato globali e l’investimento di 600M$ in Series C su SenseTime con una valuation di circa 4.5bn$ rappresenta la volontà quantomeno di volerci provare anche grazie ad investitori del calibro di Alibaba che hanno ormai un footprint globale.

Ovviamente gli altri contender non staranno certo a guardare e l’idea di creare un progetto di intelligenza collettiva sembra un approccio interessante seppur potenzialmente un po’ lobbysta.

Ad oggi credo che ci sia una significativa asimmetria informativa tra coloro i quali commercia-lizzano soluzioni cosiddette “a scaffale” ed i clienti che nel comprarle si sobbarcano poi tempi e costi di pesanti customizzazioni, anche perché degli standard ancora non si sono affermati. Tuttavia ritengo che la natura dei problemi che l’Intelligenza Artificiale può risolvere sia talmente varia che l’approccio più lungimirante potrebbe essere quello di investire sulle competenze di pensiero legate al mondo del data science (statistici, matematici, esperti di algoritmi, …) che si dedichino allo sviluppo di applicazioni utilizzando strumenti Open Source, disponibili sul mer-cato, aggiornati ed ampiamente conosciuti dalle giuste community.

Chi avrà la meglio tra Cina e la sua politica di sostegno alle aziende attive nel settore AI e ONNX, Open Neural Network Exchange, nella sfida per la leadership su robotica intelligente, veicoli autonomi, realtà virtuale e aumentata?

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# 05

Luca Valerio Camerano (A2A): La provocazione di Hastings è interessante ed, in effetti, vari analisti di scenario visualizzano all’orizzonte scenari apocalittici di intelligenze che prendono il sopravven-to sulla capacità decisionale dell’uomo, basti vedere il video Slaughterbots.(https://www.youtube.com/watch?v=9CO6M2HsoIA).

Credo che la soluzione a questo dilemma risieda nella capacità del genere umano di governare l’etica della macchina e delle super intelligenze per permettere uno sviluppo degli approcci di In-telligenza Artificiale che siano di supporto anche intensivo al lavoro e alla vita dell’uomo; in questo senso abbiamo un vantaggio temporale rispetto all’auto-evoluzione delle macchine, il cosiddetto punto di singolarità, nell’instillare dei principi a cui le super-intelligenze possano in autonomia rifarsi come sostiene Nick Bostrom.

Guardo, per questo, con simpatia e supporto a progetti od iniziative di ricerca che operano in questo spettro come The future of Life Institute o OpenAI supportate da varie personalità della tecnologia come Elon Musk.

Che cosa risponderebbe a Reed Hastings, fondatore e CEO di Netflix, che durante il Mobile World Congress 2017 ha dichia-rato: “Si discute molto su cosa accadrà all’umanità tra 20-50 anni. Saremo potenziati dall’Intelligenza Artificiale oppure l’In-telligenza Artificiale pura competerà con noi? È difficile pensare all’intrattenimento non sapendo se dovremo intrattenere voi o le Intelligenze Artificiali?”

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Azienda indipendente di ricerca di mercato B2B, sui temi emergenti dell’Informa-tion Technology, fondata da Alfredo Gatti nel 2003.

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