Primo cap - Il giornalismo online, come sta diventando l'informazione dei quotidiani.

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I giornali on-line: come sta diventando l’informazione dei quotidiani. “Intere generazioni stanno crescendo e cresceranno avendo a disposizione tecnologie di comunicazione e di scambio dati impressionanti e sarà molto difficile convincerle che c’è qualcosa di buono, interessante e divertente anche in uno sgualcito insieme di sottili fogli di carta acquistato all’edicola” Vittorio Sabadin, L’ultima copia del New York Times La considerazione di Vittorio Sabadin è alla base di questo capitolo in quanto mette in chiaro in poche righe qual è la questione che mi ha portato ad iniziare la tesi con questo argomento, ovvero come cambia il mondo dell’informazione dei quotidiani con l’utilizzo diffuso di internet e, di conseguenza, l’analisi di quelle che sono le caratteristiche “standard” che si possono notare nel mare di informazione che è il web e del suo rapporto con chi produce tradizionalmente l’informazione. A detta di uno degli inventori del World Wide Web, Tim Berners-Lee, internet ha cambiato il mondo dell’informazione 1

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http://noteventhedogs.splinder.com Primo capitolo della mia tesi di laurea "Vecchie redazioni e weblog: convivenza possibile?"

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I giornali on-line: come sta diventando l’informazione dei quotidiani.

“Intere generazioni stanno crescendo e cresceranno avendo a disposizione tecnologie di comunicazione

e di scambio dati impressionanti e sarà molto difficile convincerle che c’è qualcosa di buono, interessante e divertente anche in uno sgualcito insieme di sottili

fogli di carta acquistato all’edicola” Vittorio Sabadin,

L’ultima copia del New York Times

La considerazione di Vittorio Sabadin è alla base di questo

capitolo in quanto mette in chiaro in poche righe qual è la

questione che mi ha portato ad iniziare la tesi con questo

argomento, ovvero come cambia il mondo dell’informazione dei

quotidiani con l’utilizzo diffuso di internet e, di conseguenza,

l’analisi di quelle che sono le caratteristiche “standard” che si

possono notare nel mare di informazione che è il web e del suo

rapporto con chi produce tradizionalmente l’informazione.

A detta di uno degli inventori del World Wide Web, Tim

Berners-Lee, internet ha cambiato il mondo dell’informazione

probabilmente più dell’invenzione della stampa da parte di

Gutenberg.

Nato come una rete di comunicazione interna, il web è

diventato una rete globale grazie ad una decisione storica, presa il

30 aprile del 1993, quando il Cern di Ginevra annunciò che il

nuovo sistema sarebbe stato disponibile a tutti, senza costi.

Secondo un rapporto della World Association of Newspapers,

l’incremento medio degli utenti è del 20% l’anno. La maggior

parte degli utenti ha un’età compresa tra i 18 e i 34 anni ed è

seguita da quarantenni: sono proprio le fasce di utenti che i

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giornali tradizionali cercano di attirare a sè. Internet è già il

secondo media consumato nel trascorso della casa dopo la

televisione, ma con le nuove connessioni a banda larga le

abitudini domestiche tenderanno a cambiare ulteriormente.

L’accesso a linee veloci ridurrà, ancora di più, il tempo trascorso

a guardare la televisione, ad ascoltare la radio o a leggere un

giornale.

Quando si parla del rapporto che internet ha instaurato con

il giornalismo ci si trova in un campo che è difficile da analizzare

in quanto la definizione dei rapporti tra un medium nuovo (il

Web) e un mestiere “antico” come il giornalismo, sono ancora in

via di definizione. Probabilmente non sarà mai molto facile

stabilire una descrizione completa e definitiva del rapporto di

influenza e cambiamento che intercorre tra questi due soggetti,

proprio perché entrambi sono in costante aggiornamento. Le

nuove tecnologie digitali sono in continuo sviluppo e fermento

innovativo e il loro utilizzo nel campo del giornalismo non può

che rispecchiare queste caratteristiche di continuo progresso e di

perenne innovazione. Il titolo del film di Toto’ “Chi si ferma è

perduto” calza a pennello per descrivere la situazione di

mutamento che si trova ad affrontare il giornalismo in tutte le sue

forme. Non è facile descrivere come il giornalismo,

specificatamente quello dei quotidiani, sia cambiato con la

diffusione capillare di internet. Due cose sono però sempre vere:

la rete abbassa terribilmente i costi per produrre informazione e

da voce a quanti prima non ne avevano avuta1.

1 R. Staglianò, Giornalismo 2.0. Fare informazione al tempo di Internet, Carocci, Roma, 2004

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Storicamente il rapporto “ufficiale” tra il mondo del

giornalismo e il nuovo media nasce nel 1993. L’anno in cui

internet fu “aperto al pubblico” il San Jose Mercury News aprì le

porte dell’informazione ad internet mandando in rete, ospitato

all’interno del portale America OnLine, il primo sito web di un

quotidiano. L’accesso al sito era a pagamento, 9.95 dollari al

mese. Anche se la grafica non era molto accattivante e l’accesso

era a pagamento, il sito del quotidiano riuscì comunque a

conquistare i favori di molti lettori perchè offriva essenzialmente

due servizi nuovi ed innovativi: la possibilità di consultare un

archivio e quella di poter creare un filo diretto con i giornalisti

della testata tramite l’utilizzo delle e-mail.

Già nel 1994 molte tra le testate più importanti negli Stati

Uniti, come The New York Times, il Washington Post e Usa

Today, fecero il loro ingresso nel mondo virtuale anche se non

era ancora ben chiaro il modo in cui una testata giornalistica

dovesse comportarsi nei confronti della rete. L’ingresso di molti

gruppi editoriali in internet è stato favorito, almeno inizialmente,

dagli “abbagli” sui grandi guadagni che la “new economy”

sembrava offrire senza troppe difficoltà. Ma ben presto chi si era

lanciato a capofitto in questa avventura si dovette ricredere a

causa dell’esplosione della bolla speculativa della “new

economy” nel 2000. Questo evento implicò un ripensamento e un

ridimensionamento dell’idea che vedeva come inarrestabile

l’avanzata, sempre più veloce e imponente, verso la rete. La

strada di internet comunque non fu piu’ abbandonata.

Anche in Italia la “febbre da internet” nei gruppi editoriali

prese piede. A metà anni ’90 si registra lo sbarco in rete del sito

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dell’Unione Sarda, giornale di proprietà di Nichi Grauso,

fondatore della compagnia Tiscali. A seguire l’esempio del

quotidiano sardo fu, inizialmente, L’Unita’ ; ma dopo poco tempo

tutte le grandi testate del nostro paese intrapresero la strada del

web senza di fatto abbandonarla più, pur vivendo momenti di

altalenante fortuna. I problemi principali che una testata

incontrava, negli Stati Uniti come in Italia e nel resto dei paesi

economicamente sviluppati, erano fondamentalmente due: il

modello economico che doveva sostenere e finanziare la

produzione e la trasmissione delle notizie in rete e il modo in cui

queste dovevano essere presentate.

In questo stadio iniziale dello sviluppo dell’informazione

su internet i problemi su cui gli addetti ai lavori dovevano

ragionare, e trovare delle soluzioni adeguate, erano

sostanzialmente tre:

- non era possibile avere lo stesso contenuto su due mezzi diversi

tra loro;

- al mezzo diverso doveva corrispondere un diverso modo di

trattare l’informazione;

- la diversità del pubblico e della destinazione d’uso richiedeva

un approccio commerciale specifico2.

Gli editori e i direttori delle testate capirono molto presto

che non era attraente, per i lettori, trovare sul sito web gli stessi

identici contenuti del giornale cartaceo. La cosiddetta tecnica del

repurposing3, con la quale, per esempio, il “Corriere della sera”

era sbarcato sul web, fu abbandonata ben presto. Secondo Carelli,

2 S. Peticca, Il giornale on line e la società della conoscenza, Rubettino, Soveria Mannelli, 2005, pp. 67 - 683 Questa tecnica consiste, come dice il nome stesso, nel riproporre sul web i medesimi contenuti del prodotto cartaceo.

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infatti “l’informazione online gode di alcune peculiarità legate

alla specificità del mezzo sul quale viene veicolata (internet) che

la rendono profondamente diversa da quella dei media

tradizionali”4.

Quello che fu più difficile da individuare era il modello

economico che potesse essere in grado di sostenere

finanziariamente una struttura nuova e adeguata, che facesse su

internet informazione indipendentemente dal rapporto col

giornale cartaceo. Tuttora un modello che sia efficace nel

sostenere le spese e nel produrre dei guadagni non si è imposto

con chiarezza tra gli operatori del settore, ma vi sono delle strade

che sembrano più percorribili delle altre e di cui si parlerà

nell’ultimo paragrafo di questo capitolo.

Certo è che, mentre molte sperimentazioni sono in atto, il

numero degli utenti della rete cresce a ritmo serrato allargando

sempre più la base di mercato che, oltre a crescere

numericamente, migliora i propri standard tecnologici, di

produzione e fruizione, grazie alla rapida diffusione dei

collegamenti a banda larga e Wi-Fi.

Anche per questi motivi, la gerarchia di importanza tra

quotidiani cartacei e corrispettivi web sta cambiando all’interno

delle stesse redazioni. Ormai non si aspetta più di pubblicare gli

articoli nella versione su carta, ma i pezzi scritti dai giornalisti

della testata vengono prima pubblicati sul sito web e poi escono

su carta il giorno dopo. Inoltre, molti quotidiani in fondo agli

articoli o alle pagine inseriscono richiami specifici ai lettori per

4 E. Carelli, Giornali e giornalisti nella rete. Internet, blog, vlog, radio, televisione e cellulari: i canali e le forme della comunicazione giornalistica, Apogeo, Milano, 2004, p. 25

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andare a visitare il sito web dove trovare approfondimenti,

multimedia e magari le fonti dalle quali è stato tratto l’articolo.

Oltre ad una evidente e necessaria integrazione tra

redazioni web e redazioni su carta e una conseguente sinergia

nella produzione di contenuti, si viene a creare un “full-time

informativo” tra sito e quotidiano, che non conosce soste, 24 ore

su 245. Molte testate giornalistiche, comunque, continuano a

vedere il proprio sito web come una copia elettronica del prodotto

tradizionale, ma sono sempre di meno. Questo non è certo il

modo migliore per sfruttare le potenzialità offerte dal web. I siti

migliori, infatti, sono quelli dei quotidiani in cui non esiste più

l’idea di “conflitto” tra carta e web: si ritiene, anzi, che la

maggior offerta multimediale, di approfondimenti tramite link e

ipertesti e di maggiore partecipazione e ricerca del contributo

informativo dei lettori sono tra le caratteristiche principali che

consentono di attirare l’attenzione di un numero sempre maggiore

di consumatori di informazioni. Il nuovo mezzo ha permesso ai

quotidiani di competere ad armi pari con le radio, le televisioni e

le agenzie stampa in tutti gli aspetti riguardanti la produzione di

informazioni: il tempismo, gli approfondimenti e gli

aggiornamenti costanti aggiungendo, quando è il caso, accanto al

testo la forza del suono e delle immagini fisse o in movimento.

Addirittura, l’informazione che si sviluppa su internet ha

un qualcosa in piu’ rispetto all’equivalente su altri media. La

World Association of Newspapers ha definito, infatti, l’offerta

informativa dei quotidiani tradizionali come un dare le notizie,

mentre sul web si “crea conoscenza”6.

5 V. Sabadin, op. cit., p. 656 Ibidem p. 67

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Il processo di produzione della conoscenza nel mondo

attuale ci consente di parlare, nell’era informazionale, di una vera

e propria “società della conoscenza”. Sara Peticca spiega perchè

questa definizione calza a pennello alla società attuale sostenendo

che “l’informazione diffusa e condivisa attraverso il computer

non ha modificato solo il modo di trasmettere i contenuti, ha

anche determinato cambiamenti significativi nelle strutture

cognitive, nelle reazioni sensoriali e nelle forme di percezione

della mente umana. In questo senso, l’arricchimento di

conoscenza che ne deriva, è determinato dalla possibilità di

aumentare continuamente le informazioni a disposizione e di

rendere possibile la trasmissione del proprio pensiero a milioni di

persone realizzando, cosi’, nuove forme di socializzazione”7.

Stiamo quindi vivendo in un epoca in cui le informazioni hanno,

per la prima volta, una natura soprattutto emozionale, vengono

interiorizzate dai lettori che le arricchiscono e le adattano alle

loro esigenze caricandole di emotività, trasformandole, cosi’, in

conoscenza.

1.1 Spazio e tempo

“Chi è grande non sconfiggerà piùchi è piccolo, ma chi è più veloce

batterà quelli che sono lenti”Rupert Murdoch

7 S. Peticca, op. cit., p. 3

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Il bisogno di diffondere informazioni ha sempre incontrato

dei limiti fisici quali le distanze di tempo e le distanze di spazio;

l’evoluzione tecnologia nel corso della storia, dai segnali di fumo

alle tavolette di argilla, e poi passando per la radio e il telefono, è

progredita cercando di ridurre queste distanze.

Con internet le categorie di spazio e tempo vengono

profondamente modificate, mutando così non solo i modi di

produzione delle informazioni, ma anche le modalità della loro

fruizione, con la conseguenza di modificare i concetti di spazio e

tempo anche nei processi di interazione sociale.

Lo spazio diventa una variabile indipendente perché sul

web ce n’è molto a disposizione e lo si può usare a piene mani

per riempirlo di informazioni che incontrano il loro unico limite

proprio nel tempo che il lettore dedica alla loro lettura. Lo spazio

del web è uno spazio che è differente dall’idea che abbiamo

sviluppato noi esseri umani nel mondo reale.

Weinberger nel suo “Arcipelago Web” definisce lo spazio

creato sul web come uno spazio “interconnesso, dinamico, poco

definito, esplosivo”; le dimensioni di questo spazio aumentano

con l’aumentare del numero dei siti disponibili in rete, ma le

“dimensioni spaziali” del “luogo internet” aumentano

effettivamente solo quando questi siti vengono visitati, altrimenti

rimangono solo pagine che nessuno ha mai visto, alla stregua di

un luogo che non esiste8.

In un giornale on line il nuovo media consente al

giornalista di non avere limiti di spazio per trattare una

determinata notizia, le pagine a disposizione sono virtualmente

8 D. Weinberger, Arcipelago Web, Sperling e Kupfer Editori, Milano, 2002

8

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illimitate per cui una notizia può essere trattata e approfondita in

maniera completa e soddisfacente anche per i lettori più esigenti.

Inoltre, questo spazio illimitato consente di collegare la notizia

principale ad altri approfondimenti o ad articoli d’archivio del

giornale o addirittura ad altri siti internet. Insomma, come

sostiene Carelli “su internet la qualità è data anche dalla

quantità!”9.

Un altro fattore che non può essere tralasciato riguarda il

costo economico differente che si ha nella gestione degli spazi tra

un quotidiano cartaceo e un quotidiano online. La spesa per

l’acquisto della carta è ancora una delle maggiori voci di uscita

dei quotidiani, mentre la spesa per i byte è minuscola rispetto

all’investimento totale di una testata online. Questa variabile

economica ha dei risvolti importanti nella fisionomia del prodotto

finale perché, mentre nel giornale stampato l’occupazione degli

spazi nelle pagine è molto rigida e richiede una serie di scelte ed

esclusioni delle notizie da pubblicare, nell’online questa necessità

di scelta ed esclusione tra cosa pubblicare e cosa no si riduce di

molto. È chiaro che in un contesto del genere risulta sempre più

importante il ruolo di selezione operato dai giornalisti. L’online

non è una specie di discarica delle notizie dove può essere

pubblicata qualunque cosa solo perché c’è abbondanza di spazi,

anche in rete il giornalista deve filtrare il flusso delle

informazioni e decidere di pubblicare delle notizie solo quando

queste meritano un posto in pagina.

Per quanto riguarda il fattore tempo, internet spazza via la

concezione di periodicità tipica di tutti gli altri mezzi di

9 E. Carelli, op. cit., p. 25

9

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comunicazione di massa. Il telegiornale e il giornale radio hanno

degli orari predefiniti in cui vanno in onda; per leggere un

quotidiano “nuovo” bisogna aspettare che esca in edicola la

mattina. Internet ha rivoluzionato questo concetto introducendo

un flusso continuo, 24 ore su 24, di notizie nuove o aggiornate in

tempo reale in quanto “la rete ha in sé una vocazione

continuativa, in cui del flusso delle notizie si da conto man mano

che queste avvengono”10. La notizia sui siti internet viene messa

immediatamente a disposizione dei lettori, anche se, talvolta, la

necessità di pubblicare immediatamente una data notizia non

permette una verifica seria e definitiva sulla sua veridicità, per cui

il ruolo di controllo e mediazione del giornalista viene limitato a

tutto vantaggio dell’immediatezza dell’informazione e del

desiderio di superare i diretti concorrenti senza rischio di

prendere un “buco”11( ma, anzi, di darlo). Ovviamente

l’aggiornamento continuo non è un obbligo ma una possibilità in

più, rispetto ai mezzi tradizionali, che bisogna usare con

decisione ma anche con tutta la prudenza del caso per evitare di

farsi abbagliare dalla fretta e rendere pubblica una notizia che

non è stata verificata in profondità.

Inoltre, il sito internet può riportare degli aggiornamenti

costanti anche per avvenimenti che accadono in altre parti del

mondo, proprio perchè non ha degli orari precisi ed è regolato da

un processo continuativo di aggiornamenti: a qualunque ora ci si

colleghi, si possono leggere notizie aggiornatissime che

provengono da ogni parte del mondo senza doversi adattare alle

10 R. Staglianò, op. cit., 4211 Un “buco” si ha quando una testata arriva in ritardo a pubblicare una notizia che dei concorrenti hanno reso già pubblica.

10

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esigenze dei fusi orari. Per quel che riguarda un quotidiano

online, il bisogno di aggiornamenti continui è normale e quasi

fisiologico perché le redazioni tendono a seguire l’andamento

delle notizie in diretta; ma, rispetto a quando internet non

esisteva, la redazione oltre a seguire gli eventi può anche

pubblicarne gli aggiornamenti in tempo reale senza aspettare di

elaborare la pagina che verrebbe stampata e letta la mattina

successiva. Così facendo i quotidiani stanno interiorizzando

sempre di più i riflessi tipici delle agenzie stampa, alle quali

incomincia ad accomunarle la velocità di reazione, rispetto

all’accadere dell’evento, e la copertura continua12.

I migliori siti di informazione sono quelli che mantengono

aggiornati costantemente i propri contenuti. Infatti “la rete è

ormai considerata dagli utenti uno dei canali privilegiati quando

si richiedono soprattutto informazioni tempestive”13.

La vera sfida che tutti i giornali del mondo hanno iniziato

ad affrontare non vede il suo campo di battaglia nel mercato

dell’editoria, ma in quello del tempo, del tempo dei consumatori

di informazioni. Per questo motivo il valore che i quotidiani

possono vendere ai pubblicitari è il tempo che il lettore trascorre

a sfogliare un giornale.

Dal momento che sul web i concetti di spazio e tempo non

hanno più il valore che fino ad oggi veniva loro assegnato, anche

i concetti di locale e globale si confondono e si intrecciano

nell’ormai famoso termine “glocalizzazione”, ovvero

localizzazione globale. “Questo vuol dire” - sostiene Carelli -

12 R. Staglianò, op. cit., p. 4513 M. Pratellesi, New journalism. Teorie e tecniche del giornalismo multimediale, Bruno Mondadori, Milano, 2004

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“che la rete nonostante sembri avere una vocazione naturale alla

vastità, alla mondializzazione, a essere appunto World Wide

Web, funziona benissimo anche per comunicare eventi in ambito

geografico molto piccolo o per rivolgersi ad un pubblico molto

ristretto, a minuscoli gruppi di pubblico, cosiddetti di nicchia”14.

Secondo una ricerca effettuata nel 2001 da “cPulse, the

Internet Satisfaction Monitor” risulta che il 44% dei consumatori

di notizie locali si è detto “molto soddisfatto” della propria

esperienza contro il 37% di quelli che hanno letto, invece, notizie

nazionali. Questi risultati hanno portato molti quotidiani online

statunitensi ad incrementare il settore delle notizie locali15.

Questo processo è molto presente anche nei siti internet dei

grandi quotidiani italiani che danno, non solo sulla carta, molto

spazio alle redazioni locali.

1.2 Il linguaggio

Un’analisi dei giornali online e delle novità che essi

portano con sè non puo’ prescindere da uno sguardo attento al

linguaggio utilizzato nelle sue diverse sfaccettature. La necessità

di porre lo sguardo su come i testi vengono scritti, e quindi

appaiono agli occhi e agli apparati cognitivi del lettore, si basa su

due tesi facilmente condivisibili. La prima concerne, nello

specifico, il campo giornalistico e si basa sull’assunto che il

giornalismo online porti con sè una serie di novità di tipo

linguistico che lo distinguono nettamente dal giornalismo della

carta stampata e che vanno necessariamente esaminate, per

comprenderne i modi di utilizzo e i cambiamenti che comportano 14 E. Carelli, op. cit., p. 2815 R. Staglianò, op. cit., pp. 48 - 49

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nel flusso informativo. La seconda tesi è di carattere piu’ generale

e prende le mosse dall’importanza che riveste il linguaggio

utilizzato sul web in quanto “tutte le interazioni in Internet sono

prevalentemente di tipo linguistico”16.

Per entrare in maniera piu’ specifica nell’analisi del

linguaggio del web e del giornalismo online occorre partire

dall’affermazione di Davide Frattini nel suo saggio La scrittura

per il Web: “Creare un sito efficiente non significa solo avere una

grafica e suoni iper-attraenti, ma vuol dire anche creare testi che

siano in grado di attrarre l’attenzione degli impazienti navigatori,

portandoli a leggere quello che c’è scritto”17.

Nel web la comunicazione e lo scambio di informazioni

sono focalizzate sui singoli consumatori e questi a loro volta sono

diventati, come vedremo piu’ avanti, produttori di informazione.

Il linguaggio dei giornali online, quindi, deve essere chiaro e

parlare a tutti, arricchendosi grazie alla collaborazione e alle

pratiche di conversazione degli utenti della rete. Il linguaggio di

internet è “vivo” perchè “estremamente creativo, bidirezionali,

capace di promuovere nuove forme di socializzazione”18.

Per la scrittura sul web non esistono vere e proprie regole

da rispettare, per cui molti scrittori online si sono costruiti da soli

il loro stile. Crawford Kilian, docente di scrittura al Capilano

Community College della British Columbia in Canada, ha cercato

di rimediare alla penuria di letteratura in questo campo con il suo

16 S. Peticca, op. cit., p. 10817 D. Frattini, “La scrittura per il Web” in E. Carelli, op. cit., p. 3518 S. Peticca, op. cit., p. 108

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Writing for the web, fornendo una serie di “regole”19 da tenere a

mente per scrivere un buon testo sul web.

Alla base di un testo web, secondo Kilian, c’è la sua

brevità, che dovrebbe ovviare alla maggiore difficoltà e lentezza

nella lettura di un testo su uno schermo. I testi che nascono per le

pubblicazioni online devono, quindi, essere legati alle esigenze di

fruizione, e cioè anche alla velocità della lettura sullo schermo di

un computer che è ridotta rispetto alla carta stampata. Per questo

motivo, “si devono dire le cose nella maniera più densa e

compatta possibile, facendo entrare il maggior numero di idee nel

minor numero di parole”20. Il testo deve essere molto scandito e

spezzettato possibilmente in diversi sottoparagrafi. Non bisogna

preoccuparsi di spezzettare le frasi con la punteggiatura perchè

scrivere utilizzando periodi brevi aiuta a semplificare, sintetizzare

e rendere piu’ chiaro il discorso. Inoltre, il discorso puo’ essere

anche spezzettato con elementi che rientrano in altre forme di

linguaggio, anche grafiche o visive. Per semplificare il più

possibile un paragrafo lungo, è preferibile scomporlo in liste per

punti che consentono al lettore di individuare immediatamente le

singole voci. Kilian, inoltre, consiglia di non utilizzare giri di

parole che possono risultare inutili, ma ritiene preferibile

l’utilizzo di verbi in forma attiva e non passiva secondo la logica

per cui “dove si può dire la stessa cosa con una parola anziché

con tre, il dubbio non sussiste”. Pratellesi aggiunge anche la

necessità di utilizzare parole semplici e di facile comprensione

per tutti, lasciando da parte quei termini che fanno sembrare un

19 Più che di regole sarebbe meglio parlare di accorgimenti in quanto non è detto che non rispettando i consigli di Kilian non si possa scrivere un buon testo web.20 R. Staglianò, op cit., p. 65

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testo piu’ colto ma che possono rischiare di risultare

incomprensibili al lettore medio21. Tutti questi accorgimenti

rispondono ad un principio che, ormai da tempo, circola nella rete

e riguarda il modo in cui chi produce un messaggio, o una

notizia, deve rapportarsi al lettore. Il principio è racchiuso

nell’acronimo Kiss, Keep it simple, stupid (Rendilo semplice,

stupido). Ovvero, presenta ed esponi le cose in maniera semplice

e chiara, altrimenti il lettore che visiterà il tuo sito non sarà

soddisfatto di quello che troverà e cercherà le stesse notizie in

altri siti.

Il lettore deve essere sempre al centro delle attenzioni di

chi scrive, per cui bisogna cercare di fornirgli la possibilità di una

navigazione facile, piacevole e che stimoli il suo interesse sia dal

punto di vista testuale che dal punto di vista grafico - visivo.

Nel giornalismo online il titolo della notizia assume un

carattere sempre più importante, dovendo anticipare il contenuto

del testo e non dovendo “schioccare” il lettore, come spesso

avviene in forme di giornalismo più tradizionale. A differenza di

quanto avviene nei giornali stampati, sui siti internet “i titoli sono

meno a effetto, ma molto più chiari, diretti e mirati a rispecchiare

i veri punti salienti dell’informazione”22. Il corpo della notizia

deve essere possibilmente breve e molto chiaro, composto da

blocchi di testo non molto lunghi nei quali le parole chiave siano

enfatizzate e magari ben visibili grazie all’uso del grassetto, in

modo tale da rendere la lettura non troppo contorta e faticosa23.

21 M. Pratellesi, op. cit., p. 10522 M. Pratellesi, op. cit., p. 7523 E. Carelli, op. cit., p. 36.A questo proposito e’ utile citare una ricerca effettuata da Jakob Nielsen che ha scoperto che quasi quattro quinti degli utenti di internet non legge, ma si limita a fare una rapida scansione dei contenuti della pagina. In un contesto di fruizione del

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Possono, poi, essere utili anche dei piccoli spazi o delle righe

vuote, che diminuiscono l’impatto monotono di una pagina scritta

in maniera molto fitta, dando una boccata d’ossigeno al lettore e

favorendo un maggiore ordine visivo del testo. Il lead, l’attacco

del pezzo, conserva online la sua importanza – come sulla carta

stampata – per cui la “regola aurea” delle 5 W vale a maggior

ragione in un mondo in cui le notizie devono essere raccontate

nella maniera piu’ semplice e diretta possibile. Nelle prime righe

del pezzo rimane ancora fondamentale, quindi, rispondere alle 5

domande: chi, cosa, dove, quando e perchè. Talvolta il titolo

dell’articolo puo’ anche contenere tutte le informazioni richieste

nel lead, sostituendolo di fatto.

Anche se non esistono delle vere e proprie regole pratiche,

la direzione verso cui si muove la scrittura sul web è quella di una

semplificazione sempre crescente, che risponde all’idea secondo

cui la questione essenziale alla quale chi produce il contenuto del

testo deve cercare di fare molta attenzione è la curiosità del

navigatore. In ogni sito web, compresi quelli dei quotidiani

online, ogni elemento testuale e ogni elemento grafico devono

essere sempre elaborati e migliorati per rendere l’esperienza

dell’utente la più piacevole e interessante possibile. Per questo

motivo, secondo Jakob Nielsen, è fondamentale iniziare la pagina

o l’articolo con le conclusioni più importanti (il lead di cui sopra)

in modo tale che l’utente possa trovare immediatamente nel suo

percorso di lettura le linee principali del discorso così da poter

decidere se continuare a proseguirlo usando anche gli strumenti

genere evidenziare graficamente le parole chiave del testo aiuta il visitatore della pagine nella sua lettura. (www.html.it)

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di approfondimento di cui internet consente un uso molto vasto24:

i link e la multimedialità, dei quali si tratterà nel prossimo

paragrafo.

Infine, per quanto riguarda l’aspetto puramente grafico e di

visualizzazione sullo schermo, bisogna sottolineare l’importanza

che riveste l’home page di ogni sito internet e in special modo

quella di un quotidiano on line. La home page è la “vetrina delle

offerte” in cui la testata mostra i suoi pezzi più pregiati e che

deve apparire sempre aggiornata pur nel rispetto delle

fondamentali gerarchie delle notizie. Tutto questo deve avvenire

all’interno di una pagina la cui struttura è sostanzialmente rigida

e tale da consentire solo poche variazioni nella disposizione delle

notizie e degli spazi, in modo tale da rappresentare una sorta di

punto di riferimento per il lettore che già conosce il sito e quindi

si potrà muovere agilmente tra le varie sezioni e aree della

pagina.

1.3 La forma: ipertesto , link , multimedialit à

“Ts’ui Pen avra’ detto qualche volta:‘Mi ritiro a scrivere un libro’.

E qualche altra volta:‘Mi ritiro a costruire un labirinto’.

Tutti pensarono a due opere;nessuno penso’ che libro e labirinto

fossero una cosa sola”Jorge Luis Borge,

Il giardino dei sentieri che si biforcano

Il linguaggio di internet non è esclusivamente un

linguaggio verbale, peraltro strutturato su diversi livelli testuali,

ma anche audiovisivo.

24 Ibidem, p. 37

17

Page 18: Primo cap - Il giornalismo online, come sta diventando l'informazione dei quotidiani.

La struttura di un sito di informazione online è molto

flessibile nella sua fruizione perchè offre al lettore la possibilità

di selezionare solo ciò che rientra nei suoi interessi. La curiosità

del navigatore dovrà, quindi, essere stimolata dall’abilita’ del

giornalista, che nella Home page del sito farà apparire in maniera

“accattivante” le notizie che potrebbero interessare maggiormente

una quantità più vasta possibile di visitatori. Gli strumenti a

disposizione dei giornalisti online per far si che i navigatori

usufruiscano delle notizie offerte da un determinato sito internet

sono diversi e fondamentalmente nuovi rispetto a quelli esistenti

per la carta stampata.

Il web mette in crisi il modello testuale con la sua classica

logica sequenziale e anche la sua tecnologia di scrittura. Su

internet si è giunti alla produzione di ipertesti, come rete di testi e

multimedialità con immagini fisse, in movimento e suoni;

dunque, il web, nella sua complessità e generalità, ha bisogno di

un modello non lineare di testi e di un modello non più

esclusivamente testuale25.

Per giungere ad una descrizione del testo ipertestuale e

multimediale occorre che il concetto di testo venga scorporato,

guardando ai diversi aspetti del contenuto e della forma. In

quanto contenuto, il testo si richiama al significato di testis,

testimonio, che documenta e garantisce l’esistenza di qualcosa di

esterno al testo stesso; in quanto forma, invece, il testo si

richiama al concetto di textum, tessuto, che è caratterizzato da

una struttura di relazioni interne che lo tengono unito e gli danno

coerenza.

25 G. Lughi, Parole on line. Dall’ipertesto all’editoria multimediale, Guerini e Associati, Milano, 2001, p. 12

18

Page 19: Primo cap - Il giornalismo online, come sta diventando l'informazione dei quotidiani.

Nell’epoca della comunicazione mediata dal computer

l’espressione più moderna del textum è l’ipertesto, che ha giocato

un ruolo fondamentale nel passaggio verso la nuova testualità del

web, aprendo la dimensione lineare verso la molteplicità e la

reticolarità. Esso ha portato a modificare l’approccio al testo dei

lettori da una dimensione lineare ad una reticolare, “dal sentiero,

al labirinto”. Questa possibilità di scrittura e lettura non lineare

non è dovuta solo all’accresciuta libertà del lettore. Essa dipende

direttamente dalle caratteristiche specifiche del supporto su cui

avviene la lettura, e cioè la memoria magnetica dei computer. La

sua peculiarità tecnica consiste proprio nel fatto che i dati

possono essere organizzati facilmente in strutture complesse e

che per rappresentare tutte le relazioni che possono collegare i

vari elementi bisogna usare una struttura a rete26. Questa struttura

trova nel computer il suo supporto ideale grazie alle sue grandi

capacità di memorizzazione, alla velocità nel recupero dei dati e

alla possibilità di apportare modifiche ai dati, e quindi ai testi, in

ogni momento.

L’ipertesto è, dunque, quella struttura organizzativa del

testo che consente al lettore di poter usufruire di diversi livelli di

approfondimento che si dispiegano solo se è il lettore a volerlo.

Esso consiste in una serie di brani o testi, autonomi dal punto di

vista del significato, collegati tra loro – che vengono chiamati

nodi – tramite link che consentono di modificare i percorsi di

lettura introducendo una serie di bivi o scorciatoie nella

visualizzazione del testo che solo il lettore deciderà di

26 Ibidem p. 74

19

Page 20: Primo cap - Il giornalismo online, come sta diventando l'informazione dei quotidiani.

intraprendere o meno. I link non sono necessariamente testuali

ma possono essere anche visivi, grafici, video e audio.

Per comprendere meglio il funzionamento di un ipertesto il

paragone più usato è quello con il dizionario, che è un testo ma

non ha un filo conduttore stabilito, se non l’ordine alfabetico

delle iniziali delle parole. Non ha senso leggere le sue voci una

dopo l’altra, nell’ordine in cui ci vengono presentate; ma, a

partire da una voce che ci interessa, si possono seguire i rimandi

ad altre voci ad essa correlate.

Lughi parla di ipertesto come di un “testo di categoria

superiore”, in quanto contiene nella sua struttura a nodi anche i

normali testi sequenziali. In particolare, la superiorità testuale

dell’ipertesto si evince in base al fatto che esso comprende in sè

tutti e tre i livelli di organizzazione delle strutture di dati. Ad un

primo livello l’ipertesto può rappresentare i normali testi

sequenziali; al secondo livello, esso è in grado di leggere un testo

ad albero come, ad esempio, la struttura di un menù ad

ampliamento progressivo; infine, al terzo livello, l’ipertesto si

presenta nella sua forma peculiare, come struttura reticolare senza

un punto di attacco definito, che offre la possibilità di muoversi

in diverse direzioni27. È necessario, però, puntualizzare che

quest’ultima caratteristica tende a venir meno nei testi

specificatamente giornalistici, in quanto questi necessitano di un

inizio e una fine che siano facilmente riconoscibili al lettore per

evitare di creare confusione nell’argomentare una notizia.

I link aprono il testo e lo predispongono ad

approfondimenti e a digressioni di ogni tipo. I collegamenti

27 Ibidem p. 75 - 76

20

Page 21: Primo cap - Il giornalismo online, come sta diventando l'informazione dei quotidiani.

ipertestuali possono essere indirizzati verso un’altra pagina del

sito stesso (link interni) oppure possono condurre il lettore a

visionare una pagina di un altro sito (link esterno), magari la

fonte stessa dal quale è stato tratto l’articolo che si legge. I

collegamenti ipertestuali devono “manifestare la loro natura di

snodo narrativo”28, avendo una loro specificità grafica29 che il

lettore riconoscerà già al primo colpo d’occhio e che gli

consentirà di allargare gli orizzonti del testo che sta leggendo. Ma

per rendere davvero funzionale un ipertesto, chi lo elabora deve

farlo seguendo un’opera di atomizzazione e organizzazione che

sia basata su una logica precisa ed efficace, che non generi

confusione durante la navigazione, consentendo a chi decide di

approfondire un argomento, tramite l’uso dei link, di non perdersi

nelle fitte maglie della rete. È consigliabile quindi usare link che

siano effettivamente di approfondimento al testo principale e che

ne favoriscano la comprensione.

A volte è comunque possibile che i lettori possano provare

un senso di disorientamento per la mancanza di un percorso

principale nello svilupparsi del testo, oppure perchè i diversi

rimandi ipertestuali finiscono per creare una sorta di percorso

circolare, formando una struttura “ad anello” tra un numero più o

meno ampio di nodi. È utile, quindi, oltre che elaborare le opere

intertestuali seguendo una precisa logica, anche utilizzare dei

meccanismi testuali o grafici che facilitino la consultazione di

questo genere di testi, rendendola meno confusa e accessibile

anche a chi non è abituato ad una comunicazione ipertestuale.

28 R. Staglianò, op. cit., p. 6929 Di solito il colore del testo del link e’ diverso dal resto del testo e dello sfondo in modo da risultare ben visibile nella pagina.

21

Page 22: Primo cap - Il giornalismo online, come sta diventando l'informazione dei quotidiani.

Un problema relativo all’utilizzo dei link riguarda

l’ambiguità che alcune volte questi possono presentare nei casi in

cui c’è rischio di confusione con alcuni collegamenti pubblicitari.

Chi redige ed edita il testo per la rete, utilizzando dei

collegamenti ipertestuali, deve fare molta attenzione affinché si

eviti quella che Pratellesi chiama “commistione incestuosa tra

informazione e pubblicità”.

Un altro aspetto che determina la specificità

dell’informazione online è la multimedialità. Questo termine ha a

che fare con l’esistenza di nuovi tipi di testi molteplici e

compositi ed è anche il termine che caratterizza nella maniera più

chiara il processo di convergenza tra media diversi che sta

avvenendo grazie alla comunicazione mediata dal computer.

Inoltre, la parola “media” permette di espandere la concezione di

questo termine al di fuori dei parametri puramente tecnici,

facendogli acquisire una dimensione più sociale30.

Il testo multimediale riassume in sè le caratteristiche del

testo scritto e del testo visivo. Prima dell’avvento della

comunicazione mediata dal computer, questi due tipi di testo si

sviluppavano su supporti completamente diversi: il testo scritto

sulla carta, dove l’immagine non ha mai avuto grande forza di

espansione, rimanendo confinata alle illustrazioni o alla

pubblicità; il testo audiovisivo sulla pellicola o nelle trasmissioni

via etere, dove il testo scritto ha sempre avuto una funzione

accessoria.

Considerando nello specifico l’informazione online, si può

vedere come la notizia sul web si compone non solo da testo e

30 G. Lughi, op. cit., p. 21

22

Page 23: Primo cap - Il giornalismo online, come sta diventando l'informazione dei quotidiani.

fotografie che sono elementi tipici dei giornali cartacei, ma

anche, e sempre di più con la diffusione delle connessioni ad alta

velocità, di file audio e video. “Immagini, suoni e video non sono

elementi secondari, ma parte integrante del modo di fare

informazione. Il testo funge da filo conduttore che lega gli

elementi”31. Il testo è ancora la porzione di notizia considerata

fondamentale perchè fornisce i legami e le argomentazioni per

comprendere al meglio ciò di cui si parla. Le immagini, invece,

oltre a corredare l’articolo in maniera molto simile a come

avviene nei quotidiani cartacei, possono essere raggruppate per

creare delle intere fotogallery32 che sembrano essere molto

gradite dai lettori.

La più grande innovazione introdotta dalla multimedialità

è la possibilità di accompagnare le informazioni e le notizie del

quotidiano online con file audio e video. I primi, componente

tipica della radio, stanno diventando un elemento caratteristico

della rete, non solo per quanto riguarda l’aspetto musicale, ma

anche nel campo delle news. Il podcasting è sempre più praticato

dai siti dei quotidiani online e consiste nel mettere a disposizione

dei file audio in cui è contenuta, per esempio, la rassegna stampa

quotidiana o il testo completo di un articolo magari troppo lungo

che renderebbe la lettura tramite lo schermo troppo faticosa.

Inoltre, per un sito di informazione la possibilità di rendere

disponibili dei file audio consente di offrire all’utente interviste

integrali, magari realizzate telefonicamente per ridurre i costi di

produzione. L’utilizzo dei file audio potrebbe dare un’immagine

31 E. Carelli, op. cit., p. 2832 Galleria fotografica, ovvero pagine web contenenti esclusivamente immagini riguardanti un determinato evento, argomento o personaggio, a volte accompagnate da didascalie.

23

Page 24: Primo cap - Il giornalismo online, come sta diventando l'informazione dei quotidiani.

della testata online di sempre maggiore veridicità e quindi

affidabilità, nel raccontare i fatti. L’utilizzo di file sonori

originali potrebbe ridurre di molto il “teatrino delle smentite”.

Sarà molto più difficile per una personalità pubblica smentire le

proprie dichiarazioni che hanno suscitato delle polemiche se

queste stesse dichiarazioni sono disponibili integralmente e alla

portata di chiunque33. Questi file possono essere anche scaricati

dal lettore che può decidere quando e come ascoltarli grazie alla

portabilità consentita dai moderni lettori audio di file mp3 che ne

rendono possibile l’ascolto anche quando non si è vicini al

computer.

I file video, la più grande innovazione portata dalle

capacità multimediali della rete, hanno faticato un po’ di più ad

imporsi nei moduli dell’informazione quotidiana online. I

problemi principali scaturivano da fattori tecnici, tecnologici ed

economici. Il caricamento e la visualizzazione dei documenti

video era molto lento e difficoltoso e, inoltre, la realizzazione di

questi prodotti richiedeva, oltre ad una certa abilità nell’usare gli

strumenti in maniera appropriata, anche un importante impegno

di risorse economiche e umane che solo poche strutture potevano

permettersi. In pochi anni, però, le tecnologie digitali sono

diventate economicamente alla portata di molte più persone e

quindi anche dei professionisti, che hanno imparato ad utilizzarle

anche se non sempre in maniera molto professionale. Sono state

proprio delle realtà più snelle, che non hanno il bisogno di offrire

un prodotto di qualità professionalmente impeccabile, a realizzare

33 R. Staglianò, op. cit., p. 39

24

Page 25: Primo cap - Il giornalismo online, come sta diventando l'informazione dei quotidiani.

i contenuti più interessanti dal punto di vista giornalistico –

multimediale, come il caso Indymedia dimostra bene34.

Grazie anche alla rapidissima espansione delle connessioni

a banda larga, o wireless ad alta velocità, le difficoltà di

visualizzazione dei video sono state quasi completamente risolte

per cui è sempre più frequente la presenza di questi strumenti

informativi che vengono molto apprezzati dai lettori.

Nelle redazioni giornalistiche persiste ancora qualche

dubbio sulle modalità con cui mettere a disposizione i file video.

La scelta è tra l’offrire all’utente il video integrale, non lavorato,

magari non perfetto dal punto di vista grafico ma molto realistico

e con l’audio originale, oppure montare questi video come

fossero veri e propri servizi telegiornalistici, eliminando l’audio

originale e accompagnando il video con un commento o con un

racconto più espressamente giornalistico. Molte redazioni

importanti sul web come quella di “Repubblica.it” o del

“Corriere.it” hanno optato per un’integrazione dei due modelli.

Sono state create delle vere e proprie redazioni video che

realizzano servizi, inchieste e interviste esclusive, in veri e propri

studi televisivi, che poi vengono messi a disposizione online35.

Allo stesso tempo, sulle pagine web dei giornali vengono

pubblicati molti video non lavorati o ritoccati, con l’audio

originale che documentano, senza mediazione alcuna, eventi

(soprattutto curiosità) che si esplicano tramite la visione di

immagini senza bisogno di spiegazioni o commenti.

“Internet consente inoltre”, spiega Carelli, “una maggiore

discrezionalità nelle scelte del giornalista per quanto riguarda la

34 Ibidem p. 4135 Chiari esempi sono sia “Repubblica TV” o “Corriere TV”

25

Page 26: Primo cap - Il giornalismo online, come sta diventando l'informazione dei quotidiani.

problematica dell’eventuale crudezza delle immagini”36, quando

esse potrebbero risultare lesive della sensibilità di chi si trova ad

osservarle. E’ noto che questa è una problematica molto sentita,

per esempio, da chi “confeziona” un telegiornale, che deve fare

moltissima attenzione alle immagini di particolare violenza o

scabrosità, che rischiano di essere viste anche da utenti di giovane

età, minori compresi. “In rete, invece, il navigatore può scegliere

se vedere o non vedere un documento. Inoltre è possibile

introdurre un avviso, warning, che metta in guardia l’utente sul

contenuto delle immagini disponibili”37. In verità lo stesso

identico processo di messa in guardia può essere praticato durante

la visione di un telegiornale avvertendo il pubblico della

possibilità che le immagini che verranno mandate in onda

potrebbero urtare la sensibilità di chi le guarda.

Infine, non bisogna mai dimenticare che lo spettatore può

cambiare canale o spegnere del tutto il televisore se non apprezza

certi contenuti.

1.4 I contenuti: cosa fa notizia online?

Le considerazioni sui contenuti di un sito di informazione

non possono prescindere da alcuni aspetti riguardanti l’identità

del pubblico che si rivolge al web per mantenersi informato. I

consumatori di notizie online sono in aumento e si tratta

soprattutto di un pubblico più giovane e scolarizzato di quello

degli altri media. Secondo Pratellesi, il lettore di notizie sul web

tende ad interessarsi di più a notizie che sono in svolgimento o

che si prevede possano portare a degli sviluppi, per cui è 36 E. Carelli, op. cit., p. 3137 Ibidem p. 31

26

Page 27: Primo cap - Il giornalismo online, come sta diventando l'informazione dei quotidiani.

fondamentale un costante aggiornamento. Inoltre, questo

pubblico ricerca anche un certo tipo di contenuti, che nei media

tradizionali non trovano molto spazio, mentre non sembra attratto

dai contenuti privilegiati dalla carta stampata. Ad esempio, il

cosiddetto “teatrino della politica”, il fiume di dichiarazioni,

contro-dichiarazioni e chiacchiericci che riempie le prime pagine

dei quotidiani cartacei è sicuramente poco ricercato da chi si

vuole informare online e di conseguenza questo genere di

contenuti sarà poco apprezzato dai visitatori dei siti web. I

giornali online, in effetti, hanno cercato di distaccarsi da questo

modello di cronaca politica, concentrando i propri sforzi più su

fatti ed eventi reali che sul semplice chiacchiericcio. Un aiuto in

questa direzione viene dalla possibilità di linkare le fonti originali

su cui è basato l’articolo. Ad esempio, per quanto riguarda la

politica, la possibilità di poter consultare il testo di un disegno di

legge licenziato dal governo e consegnato all’esame delle camere,

consente di comprendere le intenzioni del potere esecutivo in

maniera molto più chiara rispetto alle eventuali dichiarazioni

preconfezionate (e poi magari smentite) mandate alle agenzie di

stampa, che riempiono le pagine di cronaca politica dei quotidiani

cartacei. È possibile affermare, per lo meno con riferimento alle

testate online di maggiore qualità, che la spettacolarizzazione

della politica che ha ormai conquistato il modello informativo dei

media tradizionali38, nell’online viene tenuta, con esiti alterni,

abbastanza lontana, a tutto vantaggio dell’informazione sui

contenuti.

38 Questo processo è in atto non solo in Italia ma, in misura diversa, in tutti i modelli informativi del mondo occidentale.

27

Page 28: Primo cap - Il giornalismo online, come sta diventando l'informazione dei quotidiani.

Una tendenza ormai abbastanza chiara del giornalismo

online è quella che vede agli ultimi posti della lista di popolarità

dei lettori i settori degli interni e degli esteri, a meno che non si

tratti di situazioni straordinarie. L’acronimo “Penc” è eloquente

da questo punto di vista in quanto vuol dire “Politica ed esteri,

nessun clic”. Dall’esperienza di “repubblica.it” si evince che nei

primi anni del 2000 le sezioni più accattivanti per i lettori sono

state quelle della cronaca e dello sport, alle quali si sono aggiunte

anche la scienza, il mondo di Internet e il costume. Inoltre, si è

registrata la valorizzazione di notizie curiose, del tipo “strano ma

vero”. In generale tuttavia anche online vale la regoletta secondo

la quale per fare una buona prima pagina (homepage sul web) gli

ingredienti di sicuro successo sono quelli che ricadono nel campo

delle cosiddette tre “S”, ovvero: sangue, sesso e soldi.

Ad attrarre i lettori del web sono sicuramente le catastrofi,

le disgrazie e i grandi eventi, specialmente se sono luttuosi. Il

secondo “ingrediente” è il sesso, anche se è un argomento più

delicato da maneggiare per una testata, poiché ci può essere il

serio rischio di attirare sul nome del giornale che fa troppo

disinvoltamente uso di argomenti piccanti, un alone di negatività

da parte di un certo moralismo. Per quanto riguarda la terza “S”, i

soldi, non è importante solo il contenuto delle notizie. Online non

si va solo per informarsi, ma anche per “fare”; per molti utenti

internet non è solo il luogo dove informarsi sulle vicende

finanziarie, ma è anche il luogo e lo strumento con il quale gestire

il proprio denaro. Sono stati infatti molti i siti che nel mondo

hanno cercato di rispondere il più possibile ad entrambe le

esigenze dei lettori-utenti, ibridando in molti casi la propria

28

Page 29: Primo cap - Il giornalismo online, come sta diventando l'informazione dei quotidiani.

vocazione originale. Un esempio su tutti è l’esperienza del “Wall

Street Journal” che, appena sbarcato in rete, fu l’unico grande

quotidiano a riscuotere un certo successo pur richiedendo un

abbonamento per poter accedere alle notizie. Le motivazioni che

stanno alla base del successo di questa “eccezione”39 risiedono

nella sua natura di giornale finanziario, le cui notizie hanno

valore economico intrinseco legato alla tempestività della

comunicazione40.

Per il sostentamento economico di ogni testata è

sicuramente fondamentale conoscere i gusti del proprio pubblico,

capire quali argomenti interessano di più e quali meno, quali

suscitano maggiori reazioni di curiosità e quali invece vengono

esclusi dalla lettura, in modo tale da offrire agli inserzionisti una

serie di dati che possano consentire loro di concepire al meglio le

azioni di promozione che mettono in atto. L’informazione non

dovrebbe però cedere alle sentinelle dell’auditel41 e non dovrebbe

basarsi esclusivamente su fattori commerciali: il primo soggetto a

beneficiare delle maggiori conoscenze sui gusti del pubblico

dovrebbe essere il giornalista. Nel mondo online evitare di cadere

in logiche puramente commerciali è più facile rispetto ad un

quotidiano cartaceo, perché grazie allo spazio virtuale possono

essere prodotti contenuti di alta qualità informativa e contenuti

che vadano incontro a pubblici più di massa e che soddisfino le

aspettative degli inserzionisti che investono su quel determinato

39 Si tratta di un’eccezione perché raramente delle testate online hanno riscosso un certo successo, anche economico, richiedendo una forma di pagamento a fronte del servizio informativo che offrivano.40 R. Staglianò, op. cit., pp. 85 - 9241 Nel 2003 e’ nata anche Audiweb che svolge per il web la stessa funzione che Auditel svolge per le televisioni, ovvero monitorare le quantità di pubblico che si dedicano alla ricezione di un determinato messaggio o informazione.

29

Page 30: Primo cap - Il giornalismo online, come sta diventando l'informazione dei quotidiani.

sito. Per dirla in maniera più chiara, un’accurata analisi, punto per

punto, dell’ultima legge finanziaria approvata dal Parlamento,

accompagnata da un link al testo integrale del documento e

corredata magari da interviste video ad una serie di esperti, può

“convivere” in homepage accanto alle foto del calendario della

modella di turno senza per questo rinunciare al buon giornalismo

né ad un folto gruppo di inserzionisti. In conclusione, “si deve

procedere ad un contemperamento di interessi fra le ragioni

configgenti, quelle del servizio pubblico, implicitamente iscritte

nello statuto di ogni giornale, e quelle della partita doppia, che

riguardano l’impresa editoriale che lo stampa e lo distribuisce la

quale, alla fine dell’anno, deve far quadrare i conti”42.

Una storia pubblicata su internet acquista un significato

solo se io lettore la ritengo utile per me stesso e quindi acquisto

nel rapporto col mittente un ruolo attivo. La sfida principale che i

giornali online dovranno affrontare non sarà quella della

personalizzazione individuale intesa come filtro dei contenuti,

bensì quella di attivare il più possibile la partecipazione mentale

del lettore, dandogli maggiore possibilità di riflette e discutere.

Questo obbiettivo che i giornali online devono proporsi di

raggiungere è frutto dell’interattività intrinseca del web, che

richiede un’attitudine mentale diversa rispetto ai media broadcast

che contengono un contenuto scelto e lavorato da loro nella

speranza che incontri il gusto di un’audience passiva.

1.5 L’ interattivit à

“I miei lettori ne sanno piu’ di me”Dan Gillmor

42 R. Staglianò, op. cit., p. 84

30

Page 31: Primo cap - Il giornalismo online, come sta diventando l'informazione dei quotidiani.

La pratica della fruizione dei testi multimediali è

caratterizzata dall’aspetto peculiare dell’interattività, che non è

“riconducibile alle modalità di interazione precedenti, e

certamente modifica il quadro delle pratiche negoziali tra testo e

lettore”43.

Per iniziare un discorso sul concetto di “interattività” non

si può non partire dal descrivere quali siano i modelli

comunicativi che caratterizzano l’avvento delle tecnologie

digitali e delle reti telematiche nel rapporto con i modelli

caratteristici dei media tradizionali. Il modello comunicativo dei

media “tradizionali” quali Tv, stampa e cinema è un modello

direzionale, che implica una comunicazione che ha un preciso

punto di partenza e una direzione orientata ad un destinatario.

Lughi chiama questo modello comunicativo di presentazione. La

sua trasposizione sul web consiste nell’usare la rete, da parte del

mittente, per rendere pubblici dei contenuti che l’utente

consulterà praticando una semplice attività di lettura. Il secondo

modello da prendere in considerazione è di tipo circolare e

prevede un continuo scambio comunicativo tra i partecipanti. In

rete questo modello si esplica nella pratica degli utenti che

stabiliscono dei contatti con altri soggetti instaurando una

situazione comunicativa di tipo dialogico, ad esempio tramite

chat line, forum, e-mail e programmi di messaggistica istantanea.

Lughi chiama questo modello comunicativo di partecipazione

proprio perché consente all’utente del media e del web di

partecipare alla produzione della comunicazione, dei contenuti e

alla formazione della socialità. Le due forme spesso si mescolano

43 G. Lughi, op. cit., p. 168

31

Page 32: Primo cap - Il giornalismo online, come sta diventando l'informazione dei quotidiani.

secondo modalità sempre diverse, per cui presentazione e

partecipazione tendono a convergere44.

Il lettore che viene coinvolto in questo processo di

convergenza tra i due modelli comunicativi assume la figura di

“interattore multimediale”, ovvero “di colui che è in grado di

interagire con il mezzo di comunicazione e di condizionarlo

usando, contemporaneamente, tutte le forme di comunicazione

disponibili”45.

Nella comunicazione su internet occorre comunque

distinguere tra interazione e interattività: la prima si realizza

quando sono diverse persone ad usare la rete per comunicare tra

loro, mentre la seconda si riferisce al fatto che la fonte

d’informazione offre presentazioni diverse a seconda dei

comportamenti dell’utente. Condizione dell’interazione è la

presenza temporale tra i protagonisti della comunicazione, mentre

nell’interattività questa caratteristica non c’è. Al contrario, anzi,

l’interattività si basa su architetture trasmissive bidirezionali, in

cui “lo scambio di informazioni non avviene tra i due soggetti

della comunicazione (autore e utente), ma tra l’utente e il

prodotto dell’attività’ dell’autore”46, quindi solo indirettamente

con l’autore stesso. In questo caso, pertanto, il dialogo avviene

sempre dopo che è avvenuta la prima metà della comunicazione,

ovvero dopo che l’autore ha elaborato il suo testo. D’ora in poi,

nel parlare di giornalismo online mi riferirò esclusivamente

all’aspetto interattivo del mezzo di comunicazione e di come esso

venga usato nel campo della produzione di informazioni.

44Ibidem pp. 26 - 2745 S. Peticca, op. cit., p. 9346 G. Lughi, op. cit., p. 169

32

Page 33: Primo cap - Il giornalismo online, come sta diventando l'informazione dei quotidiani.

Un testo interattivo non può essere considerato come

un’opera conclusa, come quello che viene offerto dalla carta o dai

media elettronici tradizionali. Il modello di fruizione di questo

genere di testo può essere collegato alla nozione di stand by, nel

senso che il testo rimane fisso per quello che è fin quando al suo

interno non avviene un evento che ne modifica una sua parte.

L’evento in questione viene avviato dal lettore anche solo tramite

un click sul mouse o sulla tastiera del suo computer.

Su internet al lettore è offerta la possibilità di giocare un

ruolo attivo, di scambio, di dialogo. Per dirla con le parole di

Lughi, nel web “pur di fronte alla direzionalità della

comunicazione editoriale, il soggetto diventa a tutti gli effetti uno

dei protagonisti dello scambio, la sua presenza sul canale gli

garantisce diritto di azione e parola”47. La base minima di questa

libertà di azione del lettore sta nella discrezionalità che questi ha

nell’usufruire del meccanismo dell’ipertesto, proprio perchè è

egli stesso a decidere il percorso di lettura che vuole effettuare,

nei tempi e nei modi che preferisce, approfondendo ciò che più lo

interessa o lo attira.

In realtà, i livelli su cui un lettore può esercitare una

effettiva attività nel rapporto con il prodotto informativo sono più

di uno. Dalla semplice scelta del medium e della testata cui

rivolgersi per informarsi, che rappresenta il livello minimo di

libertà di scelta del lettore, si passa alla possibilità di costruirsi un

percorso testuale personalizzato offerto, come ho spiegato prima,

dalle caratteristiche peculiari della comunicazione ipertestuale. Il

media internet, però, consente un livello di attività del lettore

47 Ibidem p. 45

33

Page 34: Primo cap - Il giornalismo online, come sta diventando l'informazione dei quotidiani.

ancora maggiore, rendendo possibile una vera e propria

comunicazione biunivoca che rompe gli schemi unidirezionali dei

media di comunicazione di massa come i quotidiani cartacei, le

radio e le televisioni. Staglianò sostiene che nel giornalismo

online si deve cercare in tutti i modi di “far partecipare i

visitatori-lettori del sito” chiedendogli espressamente voti,

opinioni e quant’altro possa stimolare l’attivazione di un

feedback da parte del destinatario del messaggio iniziale. Grazie

alle sue caratteristiche intrinseche, che i giornali online

dovrebbero sfruttare il più possibile, internet offre la possibilità di

effettuare una comunicazione tra emittente e utente, o anche tra

soli utenti, che sia in tempo reale ed efficace, attraverso sondaggi,

forum, commenti agli articoli, chat ecc. Queste grandi possibilità

che possono essere offerte al lettore-utente non devono tuttavia

far sorgere l’illusione che, nel giornalismo online, questi è

diventato il protagonista principale del flusso delle informazioni.

Il grado di interattività del sito di una determinata testata è

stabilito dai suoi autori e risponde ad un progetto editoriale

complessivo che non può essere “sconvolto” da una eccessiva

partecipazione dei lettori. Quindi, esistono delle “zone” dei siti

dove la possibilità di interagire è maggiore e altri dove è minore,

o anche inesistente. Gli spazi e le modalità dell’interattivita’ del

sito internet di un quotidiano online vengono stabiliti dall’editore

della testata in base alle sue convinzioni riguardo alla gestione

organizzativa della redazione. Gli editori dedicano attenzione alle

risorse derivanti dall’esercizio dell’interattività solo quando

queste sono a costo zero. Ancora pochissimi siti online riescono

ad essere in attivo con i propri conti e il fatto che sui temi

34

Page 35: Primo cap - Il giornalismo online, come sta diventando l'informazione dei quotidiani.

importanti la gente cerchi ancora le informazioni sui giornali

cartacei induce i proprietari delle testate a non dedicare molte

energie alle potenzialità di internet. Secondo alcuni studiosi, i

rapporti tra la testata e il pubblico possono essere migliorati

mettendo a disposizione di quest’ultimo dei prodotti giornalistici

che siano il risultato di una sempre maggiore sinergia tra carta e

online. I due prodotti non sono in concorrenza tra loro, ma

possono essere complementari nelle modalità di fruizione48.

Spetta agli editori trovare il modo di rendere questa sinergia

appetibile anche da un punto di vista economico.

Da un’indagine svolta nel 2005 dalla Fortunati su

trentaquattro giornalisti delle maggiori testate generaliste italiane

(Sole24ore, la Repubblica, Corriere della Sera, La Stampa),

risulta che in queste grandi redazioni non c’è quasi mai nessuno

preposto d’ufficio all’attività’ di lettura dei forum del sito e,

quindi, alla “importazione” degli argomenti nel lavoro

redazionale trasformandoli in inchieste o articoli. Solo l’8,8% dei

giornalisti intervistati dichiara di conoscere i contenuti che

vengono inviati alla redazione tramite diversi strumenti di

interazione. Il fatto che questa non sia una pratica organizzata

vuol dire che questo campo di interattività si basa ancora

essenzialmente su una certa vaghezza e casualità, legate

soprattutto alla volontà individuale di ogni giornalista. È anche

vero, tuttavia, che molti dei giornalisti che consultano le chat e i

forum organizzati dal proprio sito internet, anche se non vi

partecipano molto, possono subire una sorta di influenza indiretta

da parte dei lettori.

48 L. Fortunati, M. Sarrica, F. De Luca, L’interattivita’ in redazione, in Problemi dell’informazione, n. 1 marzo 2007

35

Page 36: Primo cap - Il giornalismo online, come sta diventando l'informazione dei quotidiani.

Non bisogna dimenticare, poi, che nello scambio

interattivo tra giornalisti e lettori le due parti non hanno eguali

diritti sullo spazio comunicativo, anche perchè non hanno le

stesse abilità e competenze comunicative. I lettori comunicano in

maniera molto informale, mentre i giornalisti lo fanno per

mestiere, seguendo regole di scrittura e di presentazione delle

notizie molto precise e peculiari della professione giornalistica.

Se si prendono in considerazione le interazioni tramite e-mail si

può comprendere bene come nel rapporto tra i due soggetti della

comunicazione ci sia una parte più “forte” rispetto all’altra. I

giornalisti decidono in maniera personale e soggettiva a quali

messaggi rispondere e quali lasciar perdere, non solo perchè a

volte questa attività può risultare un appesantimento del lavoro

redazionale, ma anche perchè non esistono regole, e spesso non

vengono date dall’editore indicazioni precise su come accostarsi

a questo strumento di relazione col l’audience. Ogni giornalista

si accosterà, quindi, a questo strumento in maniera personale, in

base alle sue convinzioni riguardo all’utilità di perseguire un

rapporto più diretto con i propri lettori e in base alla propria

disponibilità di tempo. Ancora molti giornalisti hanno una visione

scettica sull’utilità di questo rapporto, di conseguenza è facile

comprendere che non sono molti i professionisti che dedicano

una certa attenzione ai messaggi dei lettori.

Comunque, l’interattività nei rapporti tra emittente e

destinatario di un messaggio è la più grande innovazione

introdotta dalla comunicazione mediata dai computer collegati in

rete che, anche se con modalità diverse, porta il lettore – utente

ad essere sempre più protagonista del flusso informativo. Questa

36

Page 37: Primo cap - Il giornalismo online, come sta diventando l'informazione dei quotidiani.

qualità peculiare di internet porta con sè una gran quantità di

innovazioni nella produzione dei testi e dell’informazione e, allo

stesso tempo, nella loro fruizione, non agendo solamente

all’interno del processo cognitivo individuale di ogni lettore-

utente. La possibilità di interagire col testo e con gli altri utenti ha

delle implicazioni di forte innovazione anche nel campo

collettivo, delle collettività sociali che si formano tramite lo

sfruttamento di questa qualità “internettiana”. L’interattività va

intesa, quindi, non solo come risorsa operativa nella costruzione

dei testi, ma anche come risorsa concettuale all’interno della

quale il soggetto si appropria di un oggetto attraverso le

trasformazioni che il suo intervento produce su di esso. Al di là

del rapporto tra individuo e macchina, si sviluppa dal lato

dell’utenza un’intelligenza distribuita, di tipo collettivo e

connettivo, non centrata, che fa anche da collante della comunità.

Il rapporto che si viene a creare tra i contenuti del testo e il

lettore-utente che li deve interpretare, e con i quali interagisce, è

di tipo collaborativo. La collaborazione avviene tra le “istruzioni”

– non vincolanti – che il testo contiene per la propria lettura, e la

componente di libertà e di arbitrarietà che il lettore porta con sé.

Questa interazione, che di per sé è innovativa nel mondo

dell’informazione, consente anche un ulteriore modo di interagire

tra giornalista e lettore. Secondo la teoria tradizionale dell’agenda

setting, il lettore subisce la gerarchizzazione dei contenuti, e

quindi degli argomenti delle notizie, pensata dal giornalista nel

proporgli le informazioni. Nel momento in cui il lettore è in

grado di interagire col testo proposto dal giornalista e, quindi,

anche con i suoi contenuti, anche il concetto di agenda setting si

37

Page 38: Primo cap - Il giornalismo online, come sta diventando l'informazione dei quotidiani.

può modificare, in quanto il lettore, con le sue scelte, contribuisce

in parte a formare l’agenda setting del giornalista. Molto spesso

questa attività del lettore viene svolta in maniera inconsapevole

ma può avere degli effetti su tutto il processo di produzione delle

informazioni. Nell’articolo già citato, L. Fortunati definisce

l’interattivita’ come il mezzo per superare la “monodirezionalita’

del messaggio dalla fonte all’audience e creare una varietà di

forme comunicative dinamiche, in cui il pubblico è visto come

capace d’influenzare le politiche editoriali, di procurare notizie e

anche di co-produrre le notizie assieme alla redazione”49.

È possibile giungere a questo risultato grazie alla

possibilità di sapere con precisione quanti lettori leggono un

determinato articolo piuttosto che un altro, per quanto tempo ci si

soffermano e molti altri dati. Poter essere a conoscenza di questi

dati, da parte di un editore o un direttore di quotidiano, può avere

un certo peso sulle scelte della redazione.

1.6 Mobilita ’ e personalizzazione

dell ’ informazione

“I giovani dedicano ormai più tempo e più soldi alla connettività mobile e sempre meno ai giornali. La battaglia si gioca sul tempo dedicato ai media,

sul luogo in cui uno strumento di informazione viene utilizzato e per quali contenitori di informazioni

la gente decide di spendere il suo denaro” Takashi Ishioka

direttore pubblicazioni “Asahi”

Come abbiamo visto nel primo paragrafo, “con le nuove

tecnologie i limiti di tempo e spazio stanno rapidamente

cambiando a tutto vantaggio degli utenti che potranno sempre

49 L. Fortunati, M. Sarrica, F. DeLuca, p. 92

38

Page 39: Primo cap - Il giornalismo online, come sta diventando l'informazione dei quotidiani.

godere di un servizio informativo presente in qualsiasi luogo e in

qualsiasi momento”50. Si parla perciò di mobilità

dell’informazione. Essa consiste nel poter ricevere le notizie

senza andarsele a cercare nè in edicola nè sui siti on-line. La

mobilità dell’informazione si ha quando le notizie possono essere

recapitate direttamente nel luogo in cui l’utente si trova.

La mobilità è una delle variabili più importanti e

innovative nei processi di comunicazione mediati dal computer

perchè riguarda il contesto in cui avviene la fruizione, sempre

più diffusa ed estesa grazie alla miniaturizzazione dei terminali.

Si tratta un processo in fieri legato soprattutto alle novità in

campo tecnologico. È proprio questo processo tecnologico che ha

consentito all’idea di mobilità dell’informazione di conquistare

l’importanza, soprattutto commerciale, cui è giunta. Ormai

praticamente tutte le testate giornalistiche sfruttano la possibilità

di offrire a pagamento un servizio di informazioni che raggiunga

l’utente direttamente sul suo telefono cellulare a fronte di un

pagamento. Questo genere di servizio potrebbe – e lo sta

diventando rapidamente – essere un moltiplicatore delle entrate

per un’azienda editoriale, che viene ad avere uno strumento in più

per una più facile ottimizzazione del rapporto tra costi e ricavi

dell’impresa editoriale, anche se esistono ancora numerose

incognite in merito legate soprattutto ai comportamenti dei

consumatori.

Da un punto di vista più tecnico, già nel 2001 Lughi

sosteneva che uno dei campi di maggiore interesse per lo

sviluppo del web riguardava “la possibilità di produrre pagine che

50 E. Carelli, op. cit., p. 61

39

Page 40: Primo cap - Il giornalismo online, come sta diventando l'informazione dei quotidiani.

potessero essere lette su diverse periferiche, come computer,

periferiche vocali, telefoni cellulari, televisione, pocket computer,

elettrodomestici, ecc”. Insomma, “aumenterà sempre di più il

numero di persone che accedono al web da postazioni e

periferiche diverse dal computer collocato a casa o in ufficio” ma,

questi nuovi strumenti, “dispongono di solito di display ridotti,

per i quali sarà opportuno offrire comunque la possibilità di

visualizzazione ottimale”51.

Un esempio pratico di come una testata giornalistica

online può effettivamente applicare il concetto della mobilità al

lavoro redazionale e alla soddisfazione delle richieste degli utenti,

con un occhio rivolto anche alla riduzione dei costi di

produzione, è quello rappresentato da Mediaset col suo portale di

news online TgCom. A descriverla è Emanuele Carelli, il suo

fondatore e primo direttore, nel suo Giornali e giornalisti nella

rete (2004), dove ricorda che “la piattaforma Polymedia, sistema

di edizione e pubblicazione che permette ai giornalisti di

veicolare in modo molto semplice i propri articoli sul web, sui

cellulari, sul teletext e, quando sarà attiva la tecnologia digitale

terrestre, anche in televisione […], ha permesso alla redazione di

realizzare oltre ai contenuti per il web anche i testi per

Mediavideo e di poter offrire i propri prodotti a realtà esterne,

come le compagnie di telefonia mobile”52.

Se nei modelli di informazione tradizionale era il lettore-

utente a cercare, e raggiungere, l’informazione che desiderava,

oggi, grazie dalla digitalizzazione dell’informazione, sono le

notizie a giungere direttamente e senza fatica (ma solo con una

51 G. Lughi, op. cit., p. 85 - 8652 E. Carelli, op. cit., p. 100

40

Page 41: Primo cap - Il giornalismo online, come sta diventando l'informazione dei quotidiani.

piccola spesa) al computer o al telefono cellulare di ognuno di

noi. Ci aveva visto lungo Roger Chartier quando il 18 ottobre del

2000, in un’intervista rilasciata a “la Repubblica”, affermava che

“Il testo elettronico non sarà più legato a un oggetto specializzato,

si tratti di computer o di libro elettronico. I testi varcheranno lo

spazio e raggiungeranno il lettore su qualunque superficie adatta:

il muro della stanza dove ci troviamo o la manica della mia

giacca”. È proprio quello che sta succedendo ai nostri giorni con

la diffusione dei computer palmari e della tecnologia Wap prima,

Umts poi, nei telefoni cellulari.

I giornali dovranno adattarsi, e lo stanno facendo in

maniera sempre più decisa, alla nuova generazione dei

consumatori dei media che richiedono le informazioni su una

gran varietà di piattaforme nel tempo, nel luogo e nel modo che

verrà ritenuto da questi di volta in volta il più appropriato.

La mobilità non si esplica esclusivamente tramite l’invio

delle notizie al nostro telefono, ma si sta realizzando anche grazie

alla diffusione delle tecnologie Wi-Fi, ovvero gli strumenti

tecnologici che ci consentono di collegare il nostro computer alla

rete, senza bisogno di collegamenti via cavo alla rete telefonica53,

in qualunque posto ci troviamo.

Complementare al concetto di mobilità è quello di

personalizzazione dell’informazione. Se l’utente può decidere

come e quando ricevere le informazioni, può anche decidere quali

informazioni ricevere, o per lo meno quali siano i campi che lo

interessano maggiormente. L’utente si trova di fronte ad “un

53 Proprio nei mesi in cui sto scrivendo questa tesi di laurea si sta svolgendo la gara d’appalto, bandita dal Ministero per le Telecomunicazioni, per la realizzazione di una rete nazionale detta Wi Max che consentirebbe di coprire le connessioni ad internet senza fili in tutto il territorio italiano.

41

Page 42: Primo cap - Il giornalismo online, come sta diventando l'informazione dei quotidiani.

prodotto flessibile, adattabile e modificabile a seconda dei propri

gusti ed esigenze”54. Mobilità e personalizzazione danno

all’audience dell’informazione la possibilità di “portarsi dietro”

l’informazione. Questo è un fattore che favorisce la

fidelizzazione tra l’utente e la testata giornalistica.

Personalizzando l’informazione, l’utente costruisce all’interno

dell’offerta informativa un proprio percorso personale. Nel

giornale online ogni utente traccia una propria rotta,

soddisfacendo le proprie aspettative e così fa saltare la griglia

proposta dalla redazione.

Il pubblico di un quotidiano o di un sito web non è solo

localizzato geograficamente. Esistono dei pubblici di nicchia che

sono molto concentrati intorno ad un tema o ambito di

conoscenza che è slegato da ambiti geografici definiti o immobili.

Lo stesso argomento può interessare lettori situati in luoghi

lontanissimi tra loro, ma legati dal desiderio di informazione

intorno a un tema comune, a un argomento che li lega.

I primi strumenti informatici in possesso dei siti di

informazione online erano le newsletter tematiche, che

consentivano di raggiungere tramite e-mail i lettori che

desideravano avere un certo tipo di notizie55. Nella situazione

attuale la ricerca di notizie legate ad un tema ben preciso è stata

enormemente facilitata dall’utilizzo delle ricerche per parole

chiave o tags, attraverso le quali è possibile trovare tutte quelle

notizie che riguardino l’argomento di maggiore interesse del

lettore. Tanto le newsletter quanto l’utilizzazione delle ricerche

per parole chiave rispondono ad un’esigenza di personalizzazione

54 M. Pratellesi, op. cit., p. 1755 R. Staglianò, op. cit., p. 50

42

Page 43: Primo cap - Il giornalismo online, come sta diventando l'informazione dei quotidiani.

dell’informazione che cerca di soddisfare il fabbisogno

informatico specifico di ciascuno. Ci sono stati numerosi

esperimenti in questa direzione che, a dire la verità, non hanno

sortito molti successi56. Secondo Staglianò l’equilibrio ottimale

tra i giornalisti e le esigenze dei lettori risiede “nell’intersezione

tra l’offerta tradizionale (gli argomenti scelti per noi dai

giornalisti) e daily me”57.

La mobilità rende l’informazione nomade in quanto si

cerca di arrivare a piazzare l’informazione “sulle traiettorie

sempre più aleatorie del lettore. E, soprattutto, di imbarcare la

maggior densità di valore possibile (informazioni, marchi,

pubblicità, ecc.) su questi micro-contenuti […]. In un altro senso,

la nomadizzazione avvicina tutto. Nella temporalità come in

rapporto alla fabbricazione dell’ informazione: il “cannone di

informazioni” può raggiungere chiunque dovunque, a casa, al

lavoro […].Il problema non è più sapere se la carta o la tv sono

morte, ma di essere connessi col lettore.”58.

Le critiche che vengono mosse più frequentemente contro

l’eccessiva personalizzazione dell’informazione riguardano, da

un lato, la scomparsa del cosiddetto fattore serendipity59; e,

dall’altro, il rischio di una eccessiva segmentazione della società

in nicchie incomunicanti. I mass media elettronici, come Tv e

Radio. hanno avviato questo processo di segmentazione della

società, ma hanno anche contribuito a produrre e ad alimentare un

56 Per esempio l’esperimento del “Daily me” portato avanti da Nicholas Negroponte che consisteva in uno strumento elettronico nel quale venivano messe a disposizione dell’utente-lettore solo le notizie sugli argomenti che questi richiedeva. L’obbiettivo voleva essere quello di rendere individuale l’informazione.57 R. Staglianò, op. cit., p. 5458 Benoit Raphael sul suo blog: http://benoit-raphael.blogspot.com/2008/03/mdias-aprs-le-portail-dinfos-le-canon.html 59 Ovvero la possibilità di imbattersi, per caso, in notizie che ci possono interessare.

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Page 44: Primo cap - Il giornalismo online, come sta diventando l'informazione dei quotidiani.

immaginario collettivo comune che in rete viene a mancare60. Il

sociologo Manuel Castels sostiene infatti che “dai network

informatici sono spuntati valori e interessi di ogni genere” e che

quindi “da un punto di vista empirico, non vi è traccia di una

cultura comune unificata su internet”61.

Parlando di mobilità e personalizzazione delle

informazioni, non si può non accennare a uno strumento che è già

presente negli USA e che potrebbe avere un ruolo nel futuro dei

nostri media. Noi sappiamo che la possibilità di ricevere le

informazioni che desideriamo via sms sul nostro cellulare è un

servizio utile ed economicamente conveniente per chi produce i

contenuti che vengono inviati. Ma, come abbiamo visto nei

paragrafi precedenti e come vedremo anche più avanti in questo

lavoro, internet si caratterizza come media per la sua interattività,

ovvero per la possibilità che offre ai suoi utenti di produrre, loro

stessi, dei contenuti. Essendo sempre più vicino alla notizia “il

lettore può anche contribuire sempre più facilmente all’

informazione” per cui “l’avvenire del giornalismo partecipativo

sarà determinato dalla capacità dei media di restare in contatto

permanente con i loro lettori. Un po’ come oggi fa già la radio”62.

In questo ambito si inserisce Twitter, sito di micro-

blogging nato a San Francisco e lanciato sul mercato nell’ottobre

2006.

Twitter consiste in un social network in cui i partecipanti

inviano messaggi non più lunghi di 140 caratteri, tramite diversi

60 R. Staglianò, op. cit., p. 5761 M. Castels, Galassia Internet, Feltrinelli, Milano, 2001, p. 6162 http://www.lsdi.it/2008/03/09/se-l%e2%80%99-informazione-diventa-nomade-dopo-i-portali-i-%e2%80%9ccannoni%e2%80%9d-per-raggiungere-dovunque-i-lettori/

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Page 45: Primo cap - Il giornalismo online, come sta diventando l'informazione dei quotidiani.

strumenti di messaggistica come e-mail o programmi di

messaggistica istantanea, ma soprattutto tramite sms via telefono

cellulare63. Twitter può avere una serie di usi tra i più diversi e,

senza dubbio, una delle possibile applicazioni riguarderà il

campo dell’informazione online. Non è un caso che nel corso

della campagna elettorale per le elezioni presidenziali del 2008,

non hanno esitato a diventare utenti di Twitter molti dei candidati

a Presidente degli Stati Uniti come Barack Obama, Hillary

Clinton e John Edwards.

Agli occhi dei meno attenti, Twitter potrebbe essere

considerato inizialmente una tecnologia per utilizzi ludici, un po’

come i blog della prima ora, ma negli Stati Uniti ha già

cominciato ad avere usi molto più seri e importanti. Una delle

applicazioni più interessanti di questo sistema innovativo è stata

quella che ha visto protagonista il “Los Angeles fire department”

durante la grave crisi degli incendi che, nell’ottobre 2007, hanno

devastato molte aree intorno alla grande città californiana. I vigili

del fuoco di Los Angeles hanno adottato questo strumento di

comunicazione proprio per fronteggiare i problemi legati allo

sviluppo di focolai a macchia d’olio. Twitter è stato utilissimo nel

convogliare le informazioni sulla posizione dei nuovi focolai che

si sviluppavano intorno alla città, fornite dagli utenti che si

trovavano sul posto. Qui la mobilità non riguarda solo il ricevere,

ma anche il fornire informazioni.

In conclusione, internet consente di sviluppare la mobilità

delle informazioni in senso bidirezionale e non solamente in

63 Il sito web di Twitter e’ www.twitter.com. Per farsi una breve idea su questo nuovo strumento di web 2.0 si puo’ consultare wikipedia al link http://en.wikipedia.org/wiki/Twitter.

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Page 46: Primo cap - Il giornalismo online, come sta diventando l'informazione dei quotidiani.

modo unidirezionale come per ora sta avvenendo nel mondo

dell’informazione italiana. Twitter è una di quelle novità che

potranno contribuire a stravolgere e innovare ulteriormente il

mondo dell’informazione, anche se è difficile per ora capire quale

possa essere il modo migliore per utilizzarlo all’interno del

mondo giornalistico.

1.7 Quali modelli economici sostenibili?

“La notizia è gratis, ma l’informazione si paga!”

Hans Nijemhuis, direttore dell'olandese Nrc Nextt

Una cosa di cui si può essere certi è che chi naviga su

internet è abituato ad un “mondo” in cui tutti i contenuti, o quasi

tutti, sono free, letteralmente gratis, liberi. Il navigatore non è

abituato a pagare per ricevere e usufruire dei contenuti della rete

e non ha intenzione di abituarsi a questo scambio economico

anche perché già paga per usufruire della connessione alle linee

telefoniche. Di esempi concreti ce ne sono innumerevoli, basti

pensare allo scambio peer-to-peer64 di file musicali, video,

documenti e interi film senza dover spendere neanche un

centesimo per averli, col semplice scambio tra utenti che mettono

a disposizione degli altri ciò che la memoria del computer

contiene.

Questo discorso vale a pieno titolo anche nel campo

dell’informazione. Le uniche motivazioni capaci di far cambiare

le abitudini dei visitatori della “terra del gratis” devono 64 Per peer-to-peer si intende un collegamento individuale di due nodi della rete che mettono in comune i propri file, contenuti, ecc. Questa tecnologia e’ avversata dalle istituzioni economiche e non che difendono il diritto di proprietà intellettuale dei produttori di questi prodotti culturali e musicali.

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Page 47: Primo cap - Il giornalismo online, come sta diventando l'informazione dei quotidiani.

riguardare qualcosa che possa essere percepito dall’utente come

qualcosa di realmente utile e prezioso65. Nella stragrande

maggioranza dei casi, chi cerca informazioni su internet non

vuole pagarle; piuttosto che pagare un abbonamento si fa molto

prima ad abbandonare il sito che richiede il pagamento per

cercarne un altro che non lo richiede, ma che offre più o meno gli

stessi contenuti.

Gli editori che hanno portato le loro attività sul web hanno

dovuto affrontare questo nuovo modo di pensare e agire dei

lettori quasi da subito, quando le richieste di pagamento per

accedere alle proprie notizie non venivano accettate se non da un

ristretto gruppo di utenti, certo non sufficiente a sostenere

economicamente un’impresa che aveva dei costi abbastanza

importanti. Riccardo Staglianò, riferendosi a quelle testate che

negli anni ’90 sbarcavano online, parla di una vera e propria

corsa all’oro… ma senza oro66. Qualunque giornale ha come

prima e fondamentale finalità quella di informare, ma per poter

sopravvivere deve inevitabilmente far fronte a vincoli di carattere

economico.

I vari editori hanno sperimentato diverse strategie di

business, ma non sono riusciti a trovare ancora una formula

vincente anche se, oramai, la diversificazione delle fonti di

profitto sembra essere la via da percorrere e che offre le garanzie

di sostentamento maggiori. Emilio Carelli ha analizzato le

principali strategie economiche per sostenere le testate online,

65 Mi riferisco per esempio ai siti di informazione economica e finanziaria come quello del Wall Street Journal. La sua particolarità era quella di non essere semplicemente un quotidiano d’informazione specializzata; per molte persone che lavorano nel mondo della finanza, il WSJ è un indispensabile strumento di lavoro.66 R. Staglianò, op. cit., p. 26

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portate avanti dagli editori, e le ha raggruppate nei quattro

seguenti modelli.

A) Consultazione a pagamento.

Viene richiesto un abbonamento a chi vuole usufruire dei

contenuti della testata, ma questa strategia ha avuto scarso

successo proprio per la scarsa propensione a pagare per ricevere

delle notizie da parte degli utenti della rete67;

B) Consultazione gratuita con pubblicità.

Prendendo esempio dal modello di business delle televisioni

commerciali, è stata una delle strategie più usate dai gruppi

editoriali fino allo scoppio della bolla speculativa della new

economy alla fine del 2000. Consiste nel consentire all’utente di

fruire di tutti i contenuti prodotti dalla testata appositamente per il

web in maniera completamente gratuita, ma nel contesto della

pubblicità. Il concetto di base di questo modello è che “la gratuità

produce traffico, il traffico rende preziosi gli spazi pubblicitari”68,

per cui il costo di produzione dei contenuti e delle informazioni

non viene addossato all’utente, ma viene finanziato da soggetti

terzi che pagano per poter usufruire di questi preziosi spazi

pubblicitari. È stato grazie a questo sistema che la presenza dei

banner69 in rete si è diffusa in maniera massiccia. In seguito al

rallentamento della new economy e ai fatti legati all’11

settembre, gli investimenti pubblicitari in rete hanno subito una

67 Un esempio del fallimento di questo modello può riconoscersi nella storia del settimanale elettronico, promosso dalla Microsoft, “Slate” (www.slate.com); la testata dopo un anno e mezzo di gratuità ha ritenuto possibile incominciare ad esigere un prezzo per la lettura dei propri articoli. Dopo un anno esatto dall’introduzione dell’abbonamento da 19,95 dollari, il settimanale, visto il calo vertiginoso degli utenti, che aveva portato alla drastica riduzione degli introiti pubblicitari, decide di ritornare ad offrire i propri contenuti in forma gratuita.68 R. Staglianò, op. cit., p. 10069 Sono spazi pubblicitari all’interno dei siti web che indirizzano l’utente che vi clicca lungo un percorso di conoscenza del prodotto che viene promosso.

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brusca frenata, ma non sono scomparsi e tutt’ora continuano ad

sorreggere moltissimi siti. È pero’ possibile sostenere che un

modello che si basi esclusivamente sui finanziamenti pubblicitari

in rete non può avere lo stesso successo che registra nell’ambito

televisivo, per il semplice fatto che su internet è comunque

l’utente che decide se vedere o meno una determinata pubblicità,

e quindi se clickare sul banner o no. Ultimamente nei siti dei

maggiori quotidiani italiani si stanno sviluppando delle forme

pubblicitarie che sono molto invasive e che a volte coprono

completamente la home page risultando poco piacevoli e poco

attraenti per un navigatore che vorrebbe semplicemente dare

un’occhiata alle ultime notizie. L’invasività cerca di ovviare a

quello che, per un pubblicitario, è sicuramente un problema,

ovvero il fatto che è l’utente a decidere se usufruire del

messaggio promozionale o meno. “Invadendo” la schermata

iniziale della home page del sito visitato, si cerca di “costringere”

il navigatore a dare attenzione al messaggio pubblicitario che

altrimenti verrebbe, probabilmente, ignorato a favore dei

contenuti giornalistici;

C) Multirevenues business model o pay-per-use.

L’idea è quella di mantenere gratuita la consultazione delle

notizie, ma di differenziare l’offerta del sito tramite la

proposizione di una serie di servizi “a valore aggiunto” a

pagamento. Insomma, “dar via gratis il contenuto di base per far

pagare tutto quello che vi sta intorno”70. Alcuni esempi sono il

pagamento per la consultazione degli archivi, i servizi di

informazione via sms o mms o anche servizi di e-commerce in

70 R. Staglianò, op. cit., p. 106

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collaborazione con società specializzare nel campo. Questo

modello di business è attualmente molto usato dai siti di

informazione online, che lo hanno declinato in maniere diverse a

secondo delle proprie esigenze e di quelle dei loro lettori. Le

prime testate ad applicarlo furono, dopo il 1997, alcuni prestigiosi

quotidiani americani come il “New York Times”, “Usa Today” e

il “Washington Post”, che richiedevano delle forme di pagamento

soprattutto per la consultazione dei propri articoli di archivio. I

servizi che è possibile vendere non sono diretti solo agli utenti

finali del prodotto ma anche agli inserzionisti. Questi ultimi

hanno bisogno di informazioni sugli utenti che ricevono i

messaggi pubblicitari, al fine di conoscerli, capire chi sono, che

interessi hanno, i motivi che li spingono a visitare un determinato

sito ecc. Tutte queste informazioni possono essere raccolte dal

sito del giornale attraverso registrazioni, formulari da riempire

online per avere gratis dei servizi che normalmente dovrebbero

pagare. Le informazioni personali date dall’utente in cambio di

un servizio che, altrimenti, sarebbe stato a pagamento consentono

all’editore del sito di rivendere questi dati specifici agli

inserzionisti permettendo loro di elaborare dei messaggi

pubblicitari sempre più specifici e mirati a pubblici sempre

meglio definiti. Attualmente queste informazioni vengono

richieste dai maggiori siti italiani di informazione non solo nei

campi riguardanti i servizi a pagamento, ma anche per accedere ai

servizi di interattività del sito: per partecipare ai forum, per

commentare e votare le notizie e gli articoli bisogna compilare

dei moduli con le proprie informazioni personali. Questo

meccanismo produce due risultati principali: il primo è quello di

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Page 51: Primo cap - Il giornalismo online, come sta diventando l'informazione dei quotidiani.

restringere la possibilità di interagire con i contenuti prodotti

dalla testate e il secondo è quello di alimentare sospetti e paure,

magari anche non fondati, sull’effettivo rispetto dei propri dati

personali e delle leggi sulla difesa della privacy, che possono

indurre il lettore-utente a rinunciare a dire la propria per paura

che i propri dati possano essere utilizzati in maniera non consona

al rispetto della propria identità e delle leggi vigenti che la

tutelano.

D) Content provider.

Questo modello rientra sempre nell’ottica della vendita di servizi,

ma prevede anche la vendita di contenuti realizzati per il proprio

sito ad altre realtà su internet o esterne alla rete71. E’ un modello

reso possibile dalla grande espansione del mercato delle

informazioni, ed è legato essenzialmente alla sua mobilità e alla

sempre maggior richiesta di notizie preconfezionate da parte di

soggetti che non hanno come prima finalità quella

dell’informazione e che quindi non rientrano nel campo del

giornalismo72.

Un ulteriore modello di finanziamento di un sito di

informazione online potrebbe consistere in un’offerta mista tra la

completa gratuità o il pagamento di un abbonamento. I giornali

potrebbero offrire due versioni online: una gratis con la

pubblicità, l’altra a pagamento ma senza banner e altre forme di

promozione pubblicitaria73.

71 Questa attività si chiama syndication.72 E. Carelli, op. cit., pp. 93 - 9873 M. Pratellesi, op. cit., p. 126

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Page 52: Primo cap - Il giornalismo online, come sta diventando l'informazione dei quotidiani.

Secondo Carelli, fino al 2003, nessuno di questi modelli ha

avuto un effettiva supremazia rispetto agli altri, anche se gli

ultimi due risultano essere i più praticati.

La pubblicità su internet, comunque, dopo il crollo del

2000 è in forte ripresa e coinvolge ogni genere di siti puntando ad

accrescere significativamente la propria quota nel mercato

pubblicitario. A rilevarlo sono delle ricerche svolte da WR

Hambrecht sul mercato pubblicitario internettiano negli Stati

Uniti che, è cresciuto in tre anni, dal 2005 al 2008 di circa sei

miliardi di dollari74. Allo stesso tempo negli Usa si sta registrando

un netto calo nelle vendite di spazi pubblicitari sui giornali

stampati che, secondo la Newspaper Association of America, dal

2006 al 2007 ha registrato il 9,4 % di minori introiti, pari a circa

42 miliardi di dollari. È anche vero che ci vorranno diversi anni

ancora affinché la pubblicità sui quotidiani stampati venga

raggiunta da quella sulle edizioni online: sempre negli Stati Uniti,

quest’ultima è cresciuta di quasi il 19% ma rappresenta solo il

7,5% del complesso dei ricavi pubblicitari dei giornali 75. La

tendenza , tuttavia, va in questa direzione.

In Italia, anche se lentamente, la direzione del mercato

pubblicitario rispecchia sicuramente un andamento sostenuto

verso il mercato digitale della rete. Roberto Binaghi, Presidente

del Centro Studi AssoComunicazione durante lo Iab (Interactive

Advertising Bureau – Italia) Forum del 2007 a Milano ha

dichiarato che il comparto digitale acquisirà nel 2008 una quota

intorno all’8% sul totale degli investimenti pubblicitari, contro il

74 Per i dati completi si guardi: http://www.sfnblog.com/index.php/2008/03/28/1462-us-internet-ad-reached-18-billion-in-2007 75 http://www.lsdi.it/2008/03/31/pubblicita-crollati-nel-2007-meno-94-i-ricavi-dei-giornali-usa/

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6,3% alla fine del 2007 e il 4,6% a chiusura del 2006. Sarà quindi

in linea con un prospettico 10% nel 201076.

Una contromossa al lento esodo della pubblicità dalla carta

verso altre forme e altri media arriva ancora una volta dagli Stati

Uniti, in cui la crisi del giornalismo su carta è molto avvertita. È

stata inventata, da poco tempo, una nuova formula del mercato

pubblicitario, elaborata per reagire alla crisi economica che

attraversano gli editori a causa del diminuire degli introiti

pubblicitari della carta stampata, che introduce un nuovo metodo

di calcolo dell’audience delle testate. Questo nuovo metodo si

chiama “Total audience” e tiene conto non solo delle copie

vendute in edicola ma anche dei visitatori del sito internet. A

fianco di questa nuova modalità di conteggio quantitativo delle

audience è nato un nuovo modo di vendere gli spazi pubblicitari:

gli editori offrono pacchetti che comprendono spazi sia sulla carta

che sul sito77. Ancora è troppo presto per poter sostenere che

questo modello nuovo possa portare dei risultati economici

soddisfacenti per un editore in crisi, ma sicuramente è una spinta

in più che accelera quel processo di complementarietà, e non di

divisione, che dovrebbe caratterizzare il lavoro interno delle varie

redazioni di una stessa testata che, oltre ad intersecarsi nel lavoro,

diventano complementari anche nel “produrre” ricchezza

spendibile da parte dell’editore nei confronti degli inserzionisti.

In un momento di crisi come quello che sta attraversando

ultimamente il giornalismo su carta, il dibattito sugli strumenti di

76 Da “la stampa.it”: h ttp://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/tecnologia/grubrica.asp? ID_blog=30&ID_articolo=3439&ID_sezione=&sezione= 77 C. Cazzola, Arriva dagli USA la Total audience, in Prima Comunicazione n. 380 gennaio 2008

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salvaguardia economica del prodotto è molto acceso e comprende

una serie di opinioni anche molto diverse tra loro. Uno degli

aspetti più dibattuti riguarda un eventuale aumento delle

sovvenzioni governative. Come sappiamo, in Italia questa pratica

è ben presente e costituisce anzi una delle fonti principali di

finanziamento di giornali che, se fossero lasciati liberi di

competere sul mercato, non avrebbero speranze di sopravvivenza.

Fa più scalpore, tuttavia, sapere che negli Stati Uniti - dove la

tutela della stampa, anche da un punto di vista economico e

legale è sempre esistita, ma si caratterizzava per una serie di

interventi legislativi prevalentemente indiretti (protezione del

copyright, esenzione dal pagamento delle tasse statali sulla

vendita, sconti sulle spedizioni postali, ecc) - ci sia qualcuno che

pensi ad una serie di sovvenzioni statali dirette a sollevare la

stampa dalla crisi che sta vivendo. E’ difficile però pensare che

gli stessi giornalisti americani accettino maggiori sovvenzioni

statali, visto che uno dei loro vanti è l’indipendenza dal potere, di

cui devono essere “i cani da guardia”. Eppure, Dean Baker ha

addirittura proposto un “otto per mille” a favore delle attività

creative, tra cui rientrerebbe anche il giornalismo.

Ma le ipotesi che alimentano il dibattito sono le più

disparate e qualcuno ha già messo in pratica, ad esempio, il

ritorno della prima pagina all’uso solo per la pubblicità. Diversi

quotidiani “avvolgono” il giornale con una copertina di quattro

pagine che comprende la testata del quotidiano e il resto dello

spazio coperto dalla pubblicità78.

78 Queste ipotesi sono state tratte dall’articolo “Giornali: quale business model per il futuro leggibile al link: http://www.lsdi.it/2008/04/05/giornali-quale-business-model-per-il-futuro/

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In questo contesto in perenne evoluzione esistono

comunque alcuni punti fermi su cui ci si può basare per

comprendere i cambiamenti che si susseguono nel sostentamento

economico del giornalismo online.

Uno di questi punti fermi consiste nel fatto che le esigenze

su cui ci si deve basare sono quelle dei lettori-utenti, che sono

sempre più esigenti e richiedono di essere soddisfatti sempre di

più. Carelli sostiene, infatti, che “il futuro dei giornali online

forse risiede proprio nella capacità di intessere uno stretto

rapporto con i propri utenti, un rapporto interattivo grazie al quale

i lettori possano esercitare i propri desideri e i giornalisti offrire

un’informazione ricca e costantemente aggiornata”79.

Da un punto di vista più strettamente economico, un

secondo punto è che i costi di produzione delle notizie, grazie

all’avvento dei computer e di internet, si stanno riducendo a vista

d’occhio. Due esempi su tutti possono consentire di comprendere

in pieno questa situazione. Prima di tutto, l’uso delle e-mail nel

lavoro redazionale consente le comunicazioni tra redazione,

inviati e collaboratori – che si trovano in giro per l’Italia e per il

mondo – in tempi brevissimi e a costo zero. Il secondo esempio è

quello che riguarda le ricerche di archivio. Prima dell’utilizzo

diffuso del computer, mantenere un archivio di redazione ricco e

fornito costituiva una spesa notevole, anche se per il giornalista

che doveva svolgere una ricerca i tempi risultavano comunque

essere lunghi e, a volte, anche faticosi. Non vi è nessun dubbio

che grazie agli archivi elettronici dei giornali, ai motori di ricerca,

79 E. Carelli, op. cit., p. 99

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ai database e ai contenuti presenti su internet i tempi e i costi per

effettuare una ricerca siano stati abbattuti in maniera decisiva.

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