NewSton 13-11-2012

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“Come una fenice”

Transcript of NewSton 13-11-2012

L’araba fenice è un animale mitologico noto per la particolare capaci tà di ri sorgere – così si narra –dal le proprie ceneri , dopo la morte. Al lo stesso modo dei ragazzi del Newton hanno deciso di far

rinascere i l “Newston”, giornal ino scolastico già esisti to negl i anni precedenti , con lo scopo didi ffondere l ' informazione tra gl i studenti del Newton.

Molto spesso, infatti , le voci che girano nei corridoi dei tre piani sono sbagl iate, incomplete o malinterpretate; non tutti gl i studenti si sentono uni ti e partecipi al la vi ta scolastica di un Isti tuto che

conta più di mi l le alunni e spesso i l biennio ed i l triennio risul tano due universi separati .Sappiamo che le idee e le potenzial i tà ci sono, sappiamo che capi ta molte volte che manchi i l

coraggio di chiedere, la vogl ia di partecipare, una briciola di entusiasmo necessaria a far scattare i lmeccanismo: è per questi motivi che la redazione del Newston ha deciso che ci sarebbe voluto ungiornal ino – anzi , i l giornal ino – come spinta, come mezzo di comunicazione, condivisione ed in

qualche modo unione del corpo studentesco al l ' interno del la nostra scuola. Ed è per favorireappunto l 'unione tra tutti i ragazzi che affronteremo vari temi , tra i più disparati , cercando di non

fossi l izzarci su un argomento, un' idea, raccogl iendo da voi le proposte degl i argomenti chepossano toccarci sia come studenti , sia come ragazzi fuori dal l 'ambito scolastico, sperando che le

notizie che troverete qui siano fonte di arricchimento personale.Parleremo di pol i tica, informazione, economia, ma anche di musica, sport, cinema, cultura, arte espettacolo variando argomenti di edizione in edizione, sperando di offri re una panoramica vasta emai noiosa durante l 'arco di tutto l 'anno. Confidiamo però in un vostro aiuto: i l giornal ino può edeve essere di tutti ! Ci trovate quindi a scuola, a ricreazione ed ai cambi del l 'ora; potete proporci

argomenti , mostrare apprezzamento per un articolo o, al contrario, portare del le cri tichecostruttive – sempre ben accette! I l giornal ino vi sarà recapi tato in classe e non sarà disponibi le

una copia per ognuno – la carta è preziosa.A questo punto non ci rimane che augurarvi . . buona lettura e buon anno scolastico!

La redazione. (Mirel la Ahmetovic)

“Come una fenice”1 4 - Novembre - 201 2

Si torna a protestare nelle piazze italiane ma si cerca anche l'alternativa.A livel lo europeo – Spagna, Grecia, Portogal lo – è stato programmato uno sciopero per i l 1 4 Novembre: in

I tal ia, la CGIL ha aderi to al la protesta, proclamando lo “stop” per quattro ore.

E viene spontaneo chiedere: “perchè?”. Perchè scendere in piazza come lo scorso 1 2 Ottobre, con lo slogan

“Ce lo chiede l 'Europa”, quando i l governo non sembra prestare attenzione nemmeno al le proposte portate

dagl i insegnanti ? Perchè cercare ancora dialogo, quando tanti degl i studenti non sanno nemmeno cosa sta

accadendo a l ivel lo nazionale? Sono queste le domande a cui ho cercato di dare una risposta, scrivendo questo

articolo.

La risposta l 'ho cercata e l 'ho trovata nel le parole dei molti che ho incontrato in piazza, a Padova, nel le molte

persone con cui ho parlato ed a cui ho posto le stesse mie domande. I l motivo principale per cui gl i studenti

hanno deciso di manifestare nuovamente è questo: per l 'ennesima volta, quando si tratta di tagl iare, si scelgono

l ' i struzione, l 'universi tà, la ricerca. Si tagl ia su quel lo che è i l futuro del l ' I tal ia, ciò su cui potrebbe contare per

riparti re. La scinti l la, l ' input necessario a formare una nuova classe dirigente. Si tagl ia sul la cul tura, che

dovrebbe rimanere un pi lastro per ogni nazione. Si tagl ia su tutto quel lo che dovrebbe garanti re una

preparazione e del le conoscenze tal i da migl iorare la condizione sociale. Si tagl ia, ancora, dopo che la

“carcassa” del la scuola pubbl ica è già stata di laniata e smembrata: non serve una laurea e nessuna

special izzazione in economia e diri tto per capire che nel la scuola c'è qualcosa che non va. Tante sono le classi

troppo piene nel le qual i si riesce a malapena a far lezione. Troppe sono le scuole che cadono a pezzi o magari

hanno ancora le barriere archi tettoniche che l imi tano l 'accesso al le persone in carrozzina. Molti gl i alunni

stranieri e molti gl i alunni diversamente abi l i che faticano ad integrarsi con i l gruppo classe in mancanza di

fondi per i progetti l inguistici , in mancanza di insegnanti di sostegno. E non ho intenzione, badate bene, di

di lungarmi su temi abusati come la qual i tà – e la quanti tà – dei trasporti garanti ti ed i l costo dei l ibri di testo.

E' evidente che i fondi mancano e che questi buchi , lasciati dal le ri forme e dai provvedimenti , l i sentiamo tutti .

Sappiamo tutti che se l ' I tal ia ha una speranza questa è riposta proprio in noi , nel la scuola e nel la classe

dirigente che puo' formare e che sappiamo essere in grado di formare, dato che i presupposti per una scuola di

qual i tà ci sono tutti .

Ecco quindi i motivi per cui Mercoledì 1 4 Novembre si è scel to di ri tornare tra le strade di Padova: rivendicare

i l di ri tto al l ' i struzione e richiamare la pol i tica ad ogni l ivel lo sul l ' importanza di investi re sul la scuola e

l 'universi tà, e quindi su noi giovani . E questo ancor più oggi che dobbiamo affrontare, nostro malgrado, un

futuro socioeconomico lacerato dagl i egoismi e dal la miopia di decenni di una classe pol i tica che ha condotto

l ' I tal ia, l 'Europa ed i paesi occidental i ad una crisi globale. Siamo noi quel l i che dovremo vivere e subire sul la

nostra pel le questa pesanti ssima eredi tà e questo pesanti ssimo debi to pubbl ico: se non ci mancheranno i mezzi

per studiare e crescere, potremo rimboccarci le maniche e affrontare questa sfida.

Questo, mercoledì, sarà ribadi to nel le piazze assieme ai lavoratori : la grave si tuazione in cui versa la scuola

i tal iana va denunciata assieme ai professori , assieme a chi ci lavora, assieme a chi ripone ancora speranza in un

futuro migl iore per i propri figl i e per i l nostro paese inseri to nel la real tà del l 'Unione Europea.

Prima di chiudere questo articolo ripenso a quante e quante volte dai miei geni tori e dai nostri geni tori ci siamo

senti ti di re: “studia”, “impegnati”, “usa tutte le opportuni tà che hai al megl io”. Mai , come in questo momento,

sento che, ol tre che in piazza, a lottare per la nostra scuola, devo e dobbiamo dare i l megl io di noi DENTRO

questa scuola; sarebbe incoerente e stupido chiedere attenzione e rispetto per la scuola e poi , noi per primi ,

mancare di ri spetto al la scuola usando male le nostre opportuni tà, i l nostro tempo, gl i spazi in cui stiamo

diventando adulti .

Chiudo, quindi , con un invi to per voi . Riguardo a Mercoledì: decidete voi cosa fare, non fatevi condizionare da

chi avete intorno, scegl iete consapevolmente e quando avete le idee chiare e senti te di condividere i motivi

del la manifestazione informatevi con i rappresentanti riguardo al le modal i tà di protesta.

Il 14 Novembrela scuola ed uno spunto.

(Giovanni Zampieri )

SOLE 24 OREDopo gl i svariati numeri degl i anni passati , i l Ministero del l ’I struzione ci propone un nuovo colpo:

lo shock-24 ore.

Ma andiamo ad indagare: i l Ministero, e così chi del l ’argomento non se n’intende, è convinto che i

professori siano una classe agiata, che lavora tempi minimi e gode di tre mesi di ferie al l ’anno.

A scanso di equivoci , l ’idea è vecchia di almeno quarant’anni .

E’ faci le scoprire, infatti , come i professori di scuola secondaria di primo e secondo grado, in media,

lavorino almeno i l doppio del le fatidiche diciotto ore, passando i propri pomeriggi tra i l preparare e

correggere le veri fiche del le proprie classi , e lo studiare le lezioni dei giorni successivi .

I l Ministero, inol tre, non riconosce loro le ore che dedicano al le attivi tà extra-scolastiche e al le

usci te didattiche, alcune del le qual i hanno la durata di una settimana o più, e in cui , si ricordi , è

addossata la responsabi l i tà di tutti gl i studenti minorenni partecipanti .

I l fatto scioccante, però, è un altro: ri spetto al l ’aumento del le ore lavorative, i l salario resterebbe lo

stesso; questo per i professori aventi posto fi sso, mentre i precari farebbero, come dire, un bel

“sal to” sul la sedia; immaginate un’enorme catapulta che scagl ia 84mi la persone, con famigl ia e figl i ,

nel la maggioranza dei casi , nel vuoto cosmico del la disoccupazione, che già affl igge

abbondantemente i l nostro Paese.

Lo stato ha chiaramente bisogno di ri sanare, e per ri sanare bisogna risparmiare.

E al la fine i l martel lo cade sempre sul lo stesso di to e, casualmente, è i l di to più importante, più

forte: la scuola. Ciò che dovrebbe essere i l cuore del l ’i struzione e del la formazione del le nuove

generazioni sta diventando una grande autostrada verso l ’ignoto.

I sindacati reagiscono; i professori si uniscono, e decidono: “fermiamo tutto”. Si parla di attivi tà

extracurricolari come laboratori di teatro e musica, corsi di fotografia, attivi tà sportive, usci te

didattiche e scambi cultural i : i professori vogl iono fare luce su quel lo che realmente fanno concluso

l ’orario del le lezioni ; vogl iono mostrarsi farmi e decisi , sono convinti a fare qualcosa che scuota i l

si stema dal le fondamenta.

Gl i studenti , d’al tro canto, reagiscono in modo confuso: tra molto serpeggia lo scontento, e i

rappresentanti sono in gran fermento. Si chiedono, a ragione, perché ci debbano rimettere proprio

loro.

I l fatto è che i professori hanno tentato un’azione disperata nel tentativo di sensibi l izzare chi , lassù,

tiene le redini del carrozzone. Gl i scioperi hanno perso ormai da anni la loro efficacia, se non in

funzione di interessanti fatti di cronaca: lo stato ci guadagna e chi dovrebbe ricavarne qualcosa di

uti le ne viene, invece, penal izzato.

I l fatto più interessante, però, è introdotto dal sottosegretario al l ’i struzione Rossi -Doria, maestro

elementare, i l quale afferma che i l tagl io del personale docente, a cui porterebbe l ’aumento del le

ore di insegnamento, non è i l metodo giusto per sopperire al le deficienze del lo stato. Anche i l

ministro torna subi to sui suoi passi e si corregge. Ma la sua espressa motivazione è degna di una

grassa risata: “Siamo pericolosamente prossimi al periodo elettorale”.

Quest’affermazione impl ica che la scuola è subordinata, quindi strumento, del governo; la cosa che

fa gelare i l sangue è che a forza di impoverire e danneggiare l ’i sti tuzione scolastica, o di curarsene

in maniera insufficiente, per la maggior parte del popolo votante la qual i tà media del l ’i struzione è

scesa ad un l ivel lo abbastanza scarso.

Ciò è palesato dal fatto che i l popolo i tal iano ha votato la classe dirigente che, da diversi anni , sta

continuamente flagel lando i l Paese sui campi nei qual i sarebbe tra i più ricchi : i l patrimonio

intel lettuale e culturale. (Mattia Marangon)

Scatta il putiferio. La nuova trovata di aumentare le ore di insegnamento da 18a 24 settimanali, ha coinvolto e sconvolto l’intera nazione.

This is our GenerationMi ha colpi to molto, un recente articolo del la Repubbl ica dove i l giornal i sta Marco Lodol i , scrive di una

generazione -la nostra- per la quale i l patrimonio culturale del nostro paese non signi fica più niente; non gli

importa - dice - del passato, ma solo del presente; l’arte, il pensiero, la letteratura dei secoli andati è lenta, è puro

impedimento vitale, ruminamento in epoca di fast food; anche la politica ne esce con le ossa rotte, è fumo nel

vento. - Questa è la stagione, - scrive Lodol i , - del desiderio, dell’onnipotenza tecnologica, dei corpi che vanno

più veloci del pensiero, è la stagione del disprezzo verso ogni forma di misura, di armonia, di compostezza

classica, di ragionamento lento e articolato. - E ancora, - La cesura è netta, un taglio secco; del passato non si

recupera nulla, la cultura umanista finirà tutta quanta in una bella mostra a Roma o a Firenze, e ci sarà la fila per

ammirare il cadavere mummificato: ma i ragazzi stanno tutti altrove, davanti a qualche schermo acceso, su

qualche aereo che vola sul mondo, in un futuro che allegramente, superbamente, se ne frega di ciò che è stato e

che non sarà mai più. E’ come se l’oceano di un passato che ha tenuto insieme tante generazioni non riuscisse a

lambire la spiaggia del presente. -

Ebbene, questo articolo mi ha lasciato un po’ perplesso; non la penso così. Forse, la colpa non è soltanto dei

ragazzi ma anche degl i insegnanti che si l imi tano a spiegare, senza far interagire gl i studenti . La lezione non

dovrebbe essere una sempl ice trasmissione dei contenuti , ma dovrebbe far partecipare i ragazzi : facendol i leggere,

argomentare, etc.

Nei giorni successivi , però, La Repubbl ica ha pubbl icato anche del le lettere di ri sposta sul le qual i mi sono trovato

più d’accordo; scriveva un insegnante, uno scri ttore e altre persone che si sono prese a cuore la nostra causa.

In un articolo, un giornal i sta spiega che l ’umanesimo, non è morto come dice Lodol i , ma è diventato inefficace i l

modo di raccontarlo. L’insegnante, non può l imi tarsi a spiegare anno dopo anno la lezione studiata chissà quanto

tempo fa. Deve inventarsi , trovare nuovi col legamenti , far precipi tare l ’attual i tà dentro i testi classici , scuotere le

vecchie carte e farne cadere ciò che conta oggi agl i occhi dei giovani .

Un scri ttore -Andrea Bajani - invece, racconta che i l di sinteresse dei giovani per la cultura, parte proprio dai

geni tori , zi i e nonni ; da quando questi hanno cominciato a parlare di babysi tteraggio per intendere i l tempo da

destinare ai loro stessi figl i . Invece di “passare i l tempo con”, di “prendersi cura di”, e dunque di mettere in gioco

la genetica, gl i affetti e quel po’ di cul tura pedagogica che arriva dai l ibri e dal la vi ta, di colpo si è cominciato a

indossare panni di professionisti a l ibero pagamento. Ogni volta che si sentono espressioni come “oggi serata

baby-si tter”, pronunciate per lo più per osmosi cul turale, si vede una sorta di scacco, quando non di resa: gl i adulti

che dichiarano che tutto quel lo che sapevano, che appl icavano d’i stinto, ormai non serve più. Perché il mondo è

cambiato -scrive Bajani - e noi stiamo nella nostra parte di soggiorno a guardare le schiene dei nostri ragazzi

sciogliersi come pastiglie effervescenti al computer. Stiamo nella nostra parte di aula, dietro la cattedra, di fronte a

facce che ci guardano senza vederci, che ci trapassano infilzandoci nel passato.

Lo scri ttore parla di una parola, Rinunciatesimo, una rel igione del non fare, che dagl i adulti ricade sui ragazzi . Si

tratta, di una tendenza diffusa tra i grandi , a pensare che nessuno sforzo ci può ti rare fuori da un presente

paludoso. In questa parola che lui ha senti to da una ragazza sedicenne, c’è l ’al larme di una generazione che agl i

adulti chiede di fare gl i adulti . Di assumersi la responsabi l i tà, e la fatica di farlo. Di costruire, quando forse è più

veloce buttare tutto a mare. Chiede, di non l iberarsi di tutti gl i strumenti con cui nel passato hanno provato a

costruire i l futuro -l ’umanesimo, i l marxismo, etc- ma di trovare un l inguaggio per farl i arrivare fino a noi . Troppo

comodo buttare l ’umanesimo.

Perché forse, -dice lo scri ttore- hanno ancora bisogno di madri, padri e nonni, e non di babysitter che ti guardano

perplessi. E hanno bisogno di insegnanti, che facciano quello che possono con gli strumenti che hanno e quelli

che s’inventano, per aprirgli una finestra sul futuro, e non di studentsitter, che girano per la classe guardandogli le

spalle, e crogiolandosi nel loro dorato e inservibile passato. (Guido Targhetta)

Scrittori e giornalisti, idee sull'Umanesimo.A cosa sta arrivando la nostra generazione?

THE KEEVSEcco una breve intervista a Vittorio

Pedagna, del la 4 A Scienze Soci lal i ,

che ci aiuterà a conoscere megl io i l

suo gruppo: “The Keevs”.

Come vi chiamate e perché avete

scelto questo nome?

Ci chiamiamo "The Keevs" e i l nome

è stata un iniziativa comune. I l nome

"Keev" l 'abbiamo creato noi perchè

sempl ice, faci le da pronunciare,

faci le da ricordare e soprattutto

originale ed essendo noi in quattro

l 'abbiamo fatto diventare da "Keev" a

"The Keevs".

Da chi è composto il gruppo?

I l gruppo è composto da Luca

Ceccato (Voce/Chi tarra/Tastiere)

;Leonardo De Sisti (Basso); Giacomo

Lamonica (2nd Voce/Chi tarra Sol i sta)

e Vi ttorio Pedagna (Batteria e

Percussioni ).

Quando e come sono nati i “The

Keevs”?

I "The Keevs" nascono poco più di

un anno fa dal l ' idea di Luca e

Leonardo che erano andati a farsi un

drink in un locale e in quei giorni

appunto cercavano dei ragazzi con

cui suonare e condividere la loro

musica preferi ta. Casualmente io

(Vi ttorio) e Giacomo capi tiamo nel lo

stesso locale degl i al tri due ed

essendo Giacomo amico di vecchia

data se non cugino di Leonardo, tra

una chiacchiera e l 'al tra siamo

capi tati sul discorso iniziato da Luca

:"Hey ragazzi , vi va se facciamo una

prova assieme così senza impegno?

Solo per divertimento dai . ." A noi

sembrava un’ ottima idea, abbiamo

accettato e dopo quel la prova

abbiamo subi to cominciato a suonare

per pub e local i come i l St. John's

Pub a Padova, Conamara Iri sh Pub,

Brasserie Houblon ecc. . e anche in

molte al tre manifestazioni come feste

scolastiche,eventi pubbl ici ,contest ecc. .

Quale musica vi influenza e vi i spira?

La musica che ci influenza. .mm..abbiamo un repertorio a 360° che

comprende Rol l ing Stones, Beatles, Coldplay, U2, Pink Floyd, Led

Zeppel in, The Who, Foo Fighters ecc . .

Scrivete voi le canzoni? Se sì, di cosa parlano?

Sì attualmente abbiamo registrato un EP. di 4 tracce inedi te che potete

trovare nel la nostra Pagina ufficiale Facebook nel la sezione "BandPage".

Di cosa parlano? Ascoltate e capirete. . .

Cosa vi piace di più dell’essere in un gruppo?

Beh..sapete noi pensiamo che oltre al l 'essere un gruppo che suona e

condivide quel le due ore sul palco siamo più una piccola famigl ia che

condivide non solo la musica, ma tutto ciò che ci riguarda. Anche se una

data va male non ci scoraggiamo mai e cerchiamo di dare sempre i l

massimo per i l nostro fantastico pubbl ico!

Avete delle date in programma?

Allora attualmente siamo reduci da una data al St. John's Pub e la prossima

si svolgerà al Brasserie Houblon

di Stra (VE), i l 1 8 novembre. Per al tre date e info visi tate la nostra pagina

ufficiale su Facebook e troverete tutte le al tre date e curiosi tà nel la sezione

"Informazioni".

Grazie e vi aspettiamo numerosi ai prossimi l ive.

STAY TUNED!(Sonia Cardel la)

INFOSPETTACOLI'N MORE!I “Four Green Bottles”, gruppo alternative-rock:- 1 5 novembe al Greenwich Pub, Curtarolo (l ive acustico) con lapartecipazione di Jhonny Malpelo aka Giovanni Zampieri .- 29 novembre AL CAN TON IERE.

I “LittlemissSlumdog”, gruppo Funk Rock:-1 6 Novembre al Diego & Luca cafè, Trebaseleghe(PD) ore 22.1 5

"Gaga Symphony Orchestra", diretta da S. Tonin:

-27 novembre al Centro Culturale di San Gaetano, Padova.

I “Grimnote”, gruppo Alternative Hard Rock:

- 1 dicembre al Bri tannia Pub.- 1 5 dicembre nel la piazza di Trebaseleghe.

DATE:

Curiosità:Professori di ruolo in Italia:

poco oltre gl i 840.000

Precari in Italia:circa 3.31 5.580

Risul tati ? Un totale del 349% in più di precari ri spetto agl i

insegnanti di ruolo (e non è poco!).

Coming Up Next:Domanda per il prossimo numero:“Come vorresti la scuola?”. Sì , perchè è faci le negare tutto e protestare sempre mentrerimane diffici le invece proporre la propria al ternativa ed i migl ioramenti attuabi l i sulsi stema attuale. Fateci sapere come vorreste la scuola portandoci le vostre lettere ascuola o mandando un messaggio al la Pagina Ufficiale su Facebook del “Newston”. Nelprossimo numero riporteremo gl i spunti più interessanti da condividere!"

NEXT TIME INTECHNICOLOR!

(maybe. . . )