News SA 19 2015

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News 19/SA/2015 Lunedì,18 Maggio 2015 Sistema di Allerta Rapido europeo per Alimenti e Mangimi Salmonella in formaggio di capra dalla Francia e proteine del latte in salsicce affumicate. Ritirati dal mercato europeo 65 prodotti. Nella settimana n°19 del 2015 le segnalazioni diffuse dal Sistema rapido di allerta europeo per alimenti e mangimi (Rasff ) sono state 65 (8 quelle inviate dal Ministero della salute italiano). L’elenco dei prodotti distribuiti in Italia oggetto di allerta comprende due casi: tracce di proteine del latte (allergene) in salsiccia affumicata dalla Romania; presenza di Salmonella spp. in formaggio a base di latte crudo di capra dalla Francia. Tracce di proteine del latte (allergene) in salsiccia affumicata dalla RomaniaNella lista delle informative sui prodotti diffusi in Italia che non implicano un intervento urgente troviamo: operatore non autorizzato e assenza di bollo sanitario sui filetti freschi e lombate di merluzzo provenienti dalla Spagna; trattamento termico insufficiente per tonnetto striato in scatola (Euthynnus pelamis) dalla Tailandia. Tra i lotti respinti alle frontiere od oggetto di informazione, l’Italia segnala eccesso di Escherichia coli in un lotto di vongole; residui di pesticida (acefato) in frutti di waxberry freschi (Myrica Rubra) dalla Cina; presenza di istamina in sardine (Sardina pilchardus) dalla Tunisia; Salmonella spp. in semi di sesamo decorticati dal Nicaragua; mercurio in lombi di pesce spada da Spagna; migrazione di manganese da mestolo forato cinese. Questa settimana non ci sono segnalazioni di esportazioni italiane in altri Paesi che sono state ritirate dal mercato. (Articolo di Valeria Nardi) Fonte: ilfattoalimentare.it

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News 19/SA/2015

Lunedì,18 Maggio 2015

Sistema di Allerta Rapido europeo per Alimenti e Mangimi

Salmonella in formaggio di capra dalla Francia e proteine del latte in salsicce affumicate. Ritirati dal mercato europeo 65 prodotti.

Nella settimana n°19 del 2015 le segnalazioni diffuse dal Sistema rapido di allerta europeo per alimenti e mangimi (Rasff) sono state 65 (8 quelle inviate dal Ministero della salute italiano).L’elenco dei prodotti distribuiti in Italia oggetto di allerta comprende due casi: tracce di proteine del latte (allergene) in salsiccia affumicata dalla Romania; presenza di Salmonella spp. in formaggio a base di latte crudo di capra dalla Francia.Tracce di proteine del latte (allergene) in salsiccia affumicata dalla RomaniaNella lista delle informative sui prodotti diffusi in Italia che non implicano un intervento urgente troviamo: operatore non autorizzato e assenza di bollo sanitario sui filetti freschi e lombate di merluzzo provenienti dalla Spagna; trattamento termico insufficiente per tonnetto striato in scatola (Euthynnus pelamis) dalla Tailandia.Tra i lotti respinti alle frontiere od oggetto di informazione, l’Italia segnala eccesso di Escherichia coli in un lotto di vongole; residui di pesticida (acefato) in frutti di waxberry freschi (Myrica Rubra) dalla Cina; presenza di istamina in sardine (Sardina pilchardus) dalla Tunisia; Salmonella spp. in semi di sesamo decorticati dal Nicaragua; mercurio in lombi di pesce spada da Spagna; migrazione di manganese da mestolo forato cinese. Questa settimana non ci sono segnalazioni di esportazioni italiane in altri Paesi che sono state ritirate dal mercato. (Articolo di Valeria Nardi)

Fonte: ilfattoalimentare.it

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Tutte le regole per cuocere pietanze o piatti pronti in vaschetta o in busta direttamente nei forni ed evitare cessioni di contaminanti. Le raccomandazioni dell’Anses.

Quando si riscalda un contenitore con del cibo nei forni occorre rispettare le indicazioni sull’etichetta.Pochi consumatori controllano se l’imballaggio di un prodotto alimentare da riscaldare, o se il contenitore di una pietanza pronta da cuocere riporta la temperatura massima da utilizzare nel forno. In realtà si tratta di informazioni importanti da seguire scrupolosamente. L’Agenzia nazionale francese per la sicurezza alimentare (ANSES) ha diffuso un comunicato sul rilascio di sostanze da parte di contenitori per il cibo sottoposti a temperature eccessive nella fase di riscaldamento. Il cambiamento dello stile di vita dei consumatori e il minor tempo dedicato alla preparazione di pranzi e cene, ha sviluppato la necessità di proporre all’industria alimentare nuovi tipi di materiali e di imballaggi in grado di consentire sia la conservazione sia la cottura. La questione riguarda più di frequente le persone abituate ad utilizzare il microonde che inseriscono direttamente nel forno il cibo (quando l’imballaggio lo consente).Su questo tema l’ANSES, in collaborazione con l’istituto francese per la tutela dei consumatori (French National Consumer Institute), ha condotto una ricerca comparativa sugli imballaggi da utilizzare direttamente nel forno a microonde, nel forno tradizionale e durante la cottura al vapore. Sono state effettuate prove anche sui sacchetti impiegati per i forni convenzionali o a microonde, e su quelli per la cottura a vapore oltre ai vassoi. Il polimero più impiegato è il polipropilene 8 caratterizzato dalla sigla PP. I test per i vari tipi di materiale sono stati condotti in tre situazioni differenti (conservazione a temperatura ambiente, riscaldamento nel forno a microonde secondo le istruzioni raccomandate in etichetta e riscaldamento estremo). I risultati non sono confortanti essendo stata rivelata la presenza di sostanze estranee in diversi campioni di cibo conservato a temperatura ambiente (POSHs, idrocarburi potenzialmente utilizzati come lubrificanti negli imballaggi). Il livello di presenze estranee è aumentato considerevolmente durante il riscaldamento con un picco nella fase con temperature più elevate e per lunghi periodi.

L’Agenzia per la sicurezza alimentare consiglia di rispettare le indicazioni indicate sui contenitori

Lo studio si limita a porre l’accento su alcune sostanze come il POSHs, senza escludere la cessione di altri componenti chimici se nella fase di riscaldamento si supera la temperatura consigliata in etichetta. L’Agenzia invita i consumatori a seguire attentamente le istruzioni (temperatura e durata della cottura) riportata sulle confezioni, specialmente nei forni a microonde. Ecco qualche consiglio:

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– verificare che il contenitore sia compatibile con l’utilizzo in un forno a microonde (la dicitura è riportata sull’etichetta);

– non riutilizzare imballaggi monouso come contenitori né per la conservazione di altri prodotti, né per riscaldare più volte altri cibi nel microonde;

– preferire lunghi tempi di riscaldamento a bassa potenza (ad esempio è meglio operare per 2 minuti a 650W anziché 50 secondi a 1270W) soprattutto quando mancano istruzioni precise.

L’agenzia consiglia di controllare se i contenitori risultano danneggiati o usurati e ricorda che alimenti molto acidi (salsa di pomodoro, succo di limone…) non devono essere conservati o riscaldati in fogli di alluminio poiché l’acidità aumenta il livello di migrazione del metallo nel cibo. (Articolo di Luca Foltran)

Fonte: ilfattoalimentare.it

Ogm, dopo possibilità divieto coltivazione nuove regole su import mangimi e alimenti.

La Commissione ha approvato una proposta relativa alla regolamentazione dei mangimi OGM, con possibilità di scegliere a livello di Stati membri, un regime special, correggendo così la normative prevista dal reg. 1829/2003 della Commissione.

Avviene dopo l'entrata in vigore della direttiva(UE) 2015/412 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO dell'11 marzo 2015- che ammette la libertà di coltivazione di OGM da parte degli Stati membri, per motivi sociali ed economici- quindi, di libera scelta della cittadinanza. E segna un cambio di passo ormai definitive circa la gestione del tema OGM in Europa.

Proposta della CommissioneLa Commissione europea ha infatti approvato oggi una proposta sulla revisione della procedura di autorizzazione di alimenti e mangimi Ogm, che darà agli stati membri la possibilita' di impedirne la circolazione sul proprio territorio per ragioni diverse dal rischio per la salute o l'ambiente, che sarà sempre valutato da Efsa. La notizia è stata diffusa dal Commisssario UE alla concorrenza Margrethe Vestager (foto sotto) durante il briefing con la stampa.

Gli Stati membri, però - ha ammonito il commissario - "dovranno stare attenti, perche'dovranno motivare la scelta di opt-out e tali motivazioni dovranno essere in

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linea con le regole del mercato interno, la regolamentazione ue e le regole internazionali".

In base alla Direttiva 412, tra le motivazioni necessarie e sufficienti per il divieto di coltivazione degli OGM sul suolo nazionale o su porzioni dello stesso, figurano: a) obiettivi di politica ambientale; b) pianificazione urbana e territoriale; c) uso del suolo; d) impatti socio-economici; e) esigenza di evitare la presenza di OGM in altri prodotti; f) obiettivi di politica agricola; g) ordine pubblico.In base alla nuova proposta della Commissione, anche se un Ogm sarà approvato a livello europeo, gli Stati potranno mantenere la possibilità di vietarne l'importazione e successive trasformazione sul proprio territorio.

Fonte: sicurezzaalimentare.it

Cosa bisogna sapere dei prodotti ittici

I prodotti ittici consumati attraverso l’alimentazione sono i molluschi, i crostacei, i pesci marini e quelli di acqua dolce. Le specie maggiormente consumate si ottengono con la pesca. Importanti quantità provengono dagli allevamenti. I vari prodotti sono disponibili allo stato fresco, congelati e/o surgelati, conservati mediante salagione, affumicati, essiccati, in scatola e derivati (bottarga, caviale, surimi, ecc.).Si tratta di alimenti che in generale hanno un ottimo valore nutrizionale e il loro consumo è raccomandabile.Anche se i consumatori scelgono prevalentemente alcuni pesci (spigole, orate, alici, merluzzi, ecc.) potrebbe esistere un’ampia possibilità di scelta di altre specie poco conosciute che i pescatori rimettono in mare per la scarsa commerciabilità. Si stima che la quantità di pesce scartato sia circa il 15 % dell’intero pescato.Esiste anche un’ampia disponibilità di prodotti ittici trasformati che hanno altrettanto ottimo valore nutrizionale.I prodotti ittici possono però presentare dei pericoli di natura microbiologica o chimica.Quelli microbiologici riguardano prevalentemente i prodotti freschi e dipendono dalla presenza di virus (epatite, norovirus), batteri (enterobatteri) e parassiti (anisakis, opisthorkis).I chimici sono quelli dipendenti da sostanze “naturali” (le ittiotossine (tedrotossina), le tossine algali (paralitiche, neurotossiche ed amnesiche), l’istamina e sostanze istamino simili) e quelle dei contaminanti ambientali (mercurio ed i pesticidi clorurati soprattutto)I prodotti ittici sono soggetti a possibili frodi quali la vendita di una specie per un’altra (filetti di pangasio per merluzzo, ecc.), il pesce congelato “arricchito” di acqua, il pesce congelato venduto per fresco,

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l’aggiunta di additivi non consentiti per mascherare fenomeni di degradazione. Questa ultima frode può essere molto pericolosa perché il pesce apparentemente in buone condizioni, potrebbe essere avariato e provocare gravi disturbi a chi lo consuma.Buona parte dei prodotti ittici vengono lavorati industrialmente per essere conservati e /o trasformati in conserve, alimenti in scatola, secchi, salati, affumicati, ecc. . In questo modo si recuperano importanti quantità di prodotti ittici che non potrebbero essere consumati allo stato fresco. Le industrie di trasformazione ittica, come tutte le industrie alimentari, devono applicare dei disciplinari di produzione e delle misure di autocontrollo in grado di garantire la massima sicurezza degli alimenti da loro prodotti.Informazioni ai consumatori.Considerando l’ottimo valore nutrizionale dei prodotti ittici, è importante che i cittadini siano informati su come comportarsi negli acquisti per evitare frodi e pericoli sanitari.Per i prodotti freschi e/o congelati è importante acquistarli in esercizi commerciali “legali”; in questo modo si può avere la certezza che ci sia stato un controllo sanitario e merceologico da parte di organi di controllo ufficiali.Una volta acquistati dovrebbero essere consumati ragionevolmente presto e comunque conservati in frigorifero prima di cuocerli. Se si avvertono odori sgradevoli o si osservano delle alterazioni è bene evitarne il consumo.Se si vogliono consumare crudi è consigliabile mantenerli in “freezer” ad una temperatura di circa – 20° C per 96 ore prima del consumo come raccomandato dal Ministero della salute.Per i prodotti conservati o trasformati è importante fare molta attenzione alla data di scadenza e alle modalità di conservazione dopo avere aperto le confezioni. Bisogna ricordare che i prodotti ittici sono un ottimo terreno di coltura di molti microrganismi patogeni. Un alimento in perfette condizioni può rapidamente deteriorarsi se “gestito” in modo non corretto.In conclusione il consumo dei prodotti ittici è sicuramente raccomandabile a condizione che questi vengano gestiti correttamente nelle fasi di preparazione in cucina e nella eventuale conservazione delle porzioni non consumate (Articolo di Agostino Macrì)

Fonte:sicurezzalimentare.it

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l’aggiunta di additivi non consentiti per mascherare fenomeni di degradazione. Questa ultima frode può essere molto pericolosa perché il pesce apparentemente in buone condizioni, potrebbe essere avariato e provocare gravi disturbi a chi lo consuma.Buona parte dei prodotti ittici vengono lavorati industrialmente per essere conservati e /o trasformati in conserve, alimenti in scatola, secchi, salati, affumicati, ecc. . In questo modo si recuperano importanti quantità di prodotti ittici che non potrebbero essere consumati allo stato fresco. Le industrie di trasformazione ittica, come tutte le industrie alimentari, devono applicare dei disciplinari di produzione e delle misure di autocontrollo in grado di garantire la massima sicurezza degli alimenti da loro prodotti.Informazioni ai consumatori.Considerando l’ottimo valore nutrizionale dei prodotti ittici, è importante che i cittadini siano informati su come comportarsi negli acquisti per evitare frodi e pericoli sanitari.Per i prodotti freschi e/o congelati è importante acquistarli in esercizi commerciali “legali”; in questo modo si può avere la certezza che ci sia stato un controllo sanitario e merceologico da parte di organi di controllo ufficiali.Una volta acquistati dovrebbero essere consumati ragionevolmente presto e comunque conservati in frigorifero prima di cuocerli. Se si avvertono odori sgradevoli o si osservano delle alterazioni è bene evitarne il consumo.Se si vogliono consumare crudi è consigliabile mantenerli in “freezer” ad una temperatura di circa – 20° C per 96 ore prima del consumo come raccomandato dal Ministero della salute.Per i prodotti conservati o trasformati è importante fare molta attenzione alla data di scadenza e alle modalità di conservazione dopo avere aperto le confezioni. Bisogna ricordare che i prodotti ittici sono un ottimo terreno di coltura di molti microrganismi patogeni. Un alimento in perfette condizioni può rapidamente deteriorarsi se “gestito” in modo non corretto.In conclusione il consumo dei prodotti ittici è sicuramente raccomandabile a condizione che questi vengano gestiti correttamente nelle fasi di preparazione in cucina e nella eventuale conservazione delle porzioni non consumate (Articolo di Agostino Macrì)

Fonte:sicurezzalimentare.it