Nella Nostra Comunita (gennaio 2011)
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noi cinque sorelle, quelle deimiei genitori, ma anchequelle immancabili degliamici che quotidianamente
animavano la nostra casa,comprese quelle delle perso-ne che si prendevano cura di
essa.Le voci erano diverse: i bambini parlavano illinguaggio dei bambini attraverso i giochi che spesso siinventavano, i grandi si raccontavano, si scambiava-no i vissuti della giornata.
Le persone che si prendevano cura della casaaccoglievano, vigilavano con discrezione, partecipava-no, anzi si sentivano parte integrante della famiglia, allequali si affiancavano due donne anziane che avevanovisto crescere mia madre nella sua casa paterna, poi noi,e la nostra casa era anche la loro.
Bambini, adulti, anziani coabitavano nella mia casapaterna. Le voci erano diverse ma riecheggiano in
armonia senza che nessuna si sovrapponesse all'altra,quasi in un intreccio sinfonico e il tutto formava unagrande famiglia, mai chiusa nel proprio recinto,sempre aperta all'accoglienza in perfetta integrazione.
Nella casa calava il silenzio assoluto solo la sera,quando mia madre esigeva che non si andasse a lettotroppo tardi.
Noi bambini aspettavamo con ansia le festivit inoccasione delle quali in casa si preparavano grandifeste. A Carnevale ci si vestiva a maschera e nella nostralunga sfilata si pu dire che si potevano leggere inomi dei diversi mestieri del tempo attraverso i parteci-panti: il figlio del contadino, del fabbro, del ciabattino,
dell'insegnante, del medico, dell'avvocato, tutti acco-munati dalla gioia di vivere insieme quel momento e diportare agli altri la nostra allegria di mascherine.
Quando in estate si andava in vacanza al mare o incampagna, la famiglia, gi numerosa di per s, siarricchiva sempre di una nostra cuginetta o di unanostra amica con cui condividere le vacanze.
I ricordi sono tanti, non potrei enumerarli, ma liporto tutti dentro di me come un patrimonio prezioso dacui ho attinto. Cos, crescendo, ho potuto capire chel'apertura all'altro un arricchimento reciproco, tessere insieme qualsiasi aspetto della vita; la chiusu-ra e le barriere portano divisione, inaridimento, il Nulla.
Da adulta, il mio mondo sono stati i bambini, infamiglia come nel mio lavoro di insegnante. E certa-mente devo molto ai vissuti dell'infanzia se ho fatto inquesto campo delle indimenticabili esperienze.
Diversi anni fa, appena giunta a Bari, fui chiamataad insegnare in uno dei quartieri allora disagiati dellacitt. Dopo un primo impatto traumatico, volli rimaneredieci anni a svolgere proprio l il mio lavoro perch lediverse realt con cui interagivo mi facevano toccare avolte da vicino diverse problematiche familiari diffici-li, al quale mi sono avvicinata con rispetto. Cos, hoscoperto che anche i cosiddetti disagiati, potevano
dirmi qualcosa, e comunque la mia vicinanza (a volteandando nelle case) pi che dare, riceveva molto su cui
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riflettere. L'affetto era sempre disinteressato e garanti-to.
Insegnando in una scuola nel centro citt, sono poivenuta in contatto, tramite alcuni dei miei alunni, conl'Istituto Sant'Antonio che li ospitava. Le suore dellacarit si dedicavano con dedizione materna a tantibambini, cos ho conosciuto bimbi di tutte le nazioni, aiquali ho aperto spesso e con naturalezza le porte dellamia stessa casa. Tutti seduti intorno al tavolo, insiemealle mie figlie, sedeva il bimbo nigeriano accantoall'italiano dai capelli rosso fuoco, la cinesina accantoall'indiano; in casa si respirata, cos, aria di famigliaallargata, anche se non proprio nella comune accezio-ne in cui oggi si intende la famiglia.
Sono passate da casa, Gloria, una bimba nigerianache abbiamo visto crescere quasi in casa nostra, e poi, inestate, alcune lettrici di francese che, finch nontrovavano alloggio dalla Francia in Italia, erano ospitipresso di noi.
Ognuno ha raccontato la sua storia, il propriobagaglio di vita.
Un momento veramente significativo per me statol'ingresso in casa di Selemuna. Entrata come collabora-trice domestica, stata presto per tutti noi una figura daitratti speciali. Quando terminava il suo lavoro, lechiedevo di sedere con noi, perch volevo ascoltarla.Attraverso lei l'Etiopia e l'Africa sono entrate in casanostra, con la descrizione di paesaggi lontani e scono-sciuti a tutti noi. La sua storia, fatta anche di guerra eprigionia, presentata da lei era molto pi di quella lettanei libri. Il tutto incantava anche le mie figlie, chevivevano con la loro immaginazione quelle sue storiefatte di costumi e tradizioni, ma anche sof ferenzesconosciute alla nostra vita quotidiana, che Selemunaammantava del suo senso di profonda spiritualit, ilvissuto della propria religione, il vivere il mondo dellanatura e degli animali.
Con lei condivido tutt'oggi la gioia di prendere un tpreparato a casa sua e sorseggiato insieme secondo icanoni della sua terra, o il gustare piatti della cucinaetiope, o semplicemente lo scambio di una conoscenzapi approfondita delle reciproche tradizioni. La nostra un'amicizia profonda, che costruiamo insieme daquasi venti anni.
Credo che debba molto ai miei genitori se non homai alzato muri nei rapporti con l'altro. Fondamentale
perch nasca l'attitudine all'accoglienza, alla diversi-t, quindi la famiglia. E' un valore che non si dovreb-be trascurare nel percorso educativo, poich la personaaperta all'accoglienza, conoscer sempre la gioia dicostruire insieme, e tante persone aperteall'accoglienza contribuiranno a tessere le maglie di untessuto sociale che, se variegato ma integrato, potrarricchire, mai impoverire ogni aspetto del mondo incui ci muoviamo, vicino o lontano che sia.
Flora De Vergori
Flora dar la sua testimonianza assieme ad alcunimigranti domenica 16 gennaio, (pomeriggio), presso la
parrocchia di S.Antonio in occasione della Giornata Mondialedel Migrante.
Edori
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verso cui tende l'azione della Chiesae, insieme, la fonte da cui promanatutta la sua virt: il resto, come disseuna volta san Tommaso delle sueopere, paglia.
... Pens concreto: le chiese sonoquelle locali, dove noi viviamo,mentre la chiesa universale, il popolodi Dio, si presenta piuttosto come un
popolo adunato nell'unit del Padre,del Figlio e dello Spirito Santo.
... Pens realistico: attenzione allarealt quotidiana, non solo alleScritture, perch altrimenti noncapiamo la volont di Dio: infatti, lasua rivelazione avviene con eventi e
parole intimamente connessi.
... Pens costruttivo: la Tradizioneecclesiale per crescere ha bisognocontemporaneamente di tre gambe:non solo la predicazione di coloroche con la successione episcopalehanno ricevuto un carisma certo di
verit, ma anche la riflessione e lostudio dei credenti, i quali le medita-
... Fu uno spettacolo guardato dallaLuna, come disse papa Giovanni: Sidirebbe che persino la Luna si affrettata stasera, osservatela in alto,a guardare questo spettacolo.
... Rappresent il papa con lacarezza della mano e non con la
bacchetta in mano: n la bacchettamagica n quella del maestro che dle bacchettate ai bambini. Date unacarezza ai vostri bambini e dite:
questa la carezza del papa.Troverete qualche lacrima daasciugare, dite una parola
buona: il papa con noi,specialmente nelle ore dellatristezza e dell'amarezza.
... Il Concilio segu il papabuono e ripet: Le gioie ele speranze, le tristezze e leangosce degli uominid'oggi, dei poveri soprattut-
to e di tutti coloro chesoffrono, sono pure le gioie ele speranze, le tristezze e leangosce dei discepoli diCristo.
... Pens positivo: via iprofeti di sventura, nientenemici ad ogni angolo, anzila chiesa confessa che moltogiovamento le venuto e le
pu venire perfino a motivodella opposizione di quanti
la avversano o la perseguitano.
... Pens evolutivo: il presenteturbamento degli animi e la trasfor-mazione delle condizioni di vita nondipendono da chiss quale maledi-zione divina ma dal passaggio dauna concezione piuttosto staticadell'ordine ad una concezione pidinamica ed evolutiva.
... Pens essenziale: in fondo in
fondo, ci che conta per i credenti laliturgia, perch essa il culmine
Parliamo di Concilio, perch...lat
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no in cuor loro e, in generale,l'esperienza data da una pi profon-da intelligenza delle cose spirituali.
... Pens pluralistico: le altredenominazioni cristiane, ortodosse e
protestanti, sono pi ancora chechiese, comunioni cristiane: eallora camminiamo mano nellamano.
... Pens liberale: la libert religiosa
non anatema ma in piena rispon-denza con la libert
propria dell'atto di fedecristiana: perci la verit(i valori ritenuti nonnegoziabili) va affermatanon con la legge, conun'azione coercitiva, ncon artifizi indegni delVangelo, ma anzituttocon la forza della Paroladi Dio.
... Pens una Chiesapovera, che non deveporre la sua speranza neip r i v i le g i o f f e r t ig l idall'autorit civile. Anzie s s a r i n u n z i e r all'esercizio di cedertidiritti legittimamenteacquisiti, ove constatasseche il loro uso potesse fardubitare della sincerit
della sua testimonianza. A nessunofischiano le orecchie?
... Non sappiamo se e quando ci sarun concilio vaticano III. Possiamo
permetterci di trascurare il secondo?Teniamocelo stretto.
Nicola Colaianni
Marted 18 alle ore 20:15 discuteremocon mons. Agostino Marchetto di perchparlare ancora di Concilio oggi. Siete
tutti invitati!
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per Roma e l, io puntualmentepiangevo.
Potrei continuare per molto, maquesto credo basti a confermare intutti, l'idea che ciascuno (io inprimis) ha diTe.
E' naturale che dovr abituarmi ad
una forma di Tua presenza, che non pi quella fisica, poich per megi ci sei ora spiritualmente; perquesto Ti parlo al presente e perquesto, in questi giorni, abbiamotutti cercato di gestire la cosa nellamaniera pi umana possibile (nontralasciando nessun particolare).
Per questi motivi, Ti ringrazio pertutto quello che hai fatto per me econtestualmente Ti chiedo dicontinuare, nei prossimi giorni, a
starmi vicino, unitamente alla miaed alla Tua famiglia ed a tutte lepersone che Ti conoscono.
Tra le molte persone oggi presentiinsieme a Te, sono certo che unabbraccio affettuoso viene da tuttiquelli che Ti apprezzano per leripetizioni di matematica e fisicache tu davi, in alcuni pomeriggi inquesta parrocchia, ai ragazzi.Nonno, ci aggiorniamo nei
prossimi giorni; a Te vorrei dedica-re, pi che un semplice saluto, ungrande applauso.
Grazie a Te e a tuttiVoi presenti.Tuo nipote,
Tiziano Chiumeo
Il Natale senzaGes bambino
e feste sono terminate.
Ma non so cosa si Lfesteggiato, visto che Ges
bambino non nato!
Mia sorella neo nonna ha
festeggiano la vigilia di Natale
a casa del figlio con i consuoce-
ri e a mezzanotte si son dati gli
auguri con ricco scambio di
doni.Nessuno per ha tolto
l'ovatta dal corpicino del
bambinello nella grotta del
presepe per farlo nascere. Se
ne accorta la padrona di casa
il giorno dopo.A casa di mio fratello oltre
l'albero di natale si faceva
anche il presepe, quest'annonon c'era e anche l non nato
Ges, ma solo auguri senza il
festeggiato.Il nostro caro Babbo Natale
importato dagli U.S.A. la fa da
padrone su tutto ci che si pu
commerciare, comprare,
vendere, si impadronito della
parola Natale ed ha fatto
scomparire il presepe con lasacra famiglia, riuscito a
convertire noi cristiani nella
nuova religione pi hai, pi
consumi e meglio .Da piccolo, ricordo quando noi
bambini con le candele accese
seguivamo nostro cugino con il
Bambinello e cantando tu
scendi dalle stelle lo accom-pagnavamo per farlo nascere
nella grotta dove lo attendeva-
no Maria e Giuseppe.Ed il giorno di Natale tutti a
messa, ricordo il presepe che
padre Eusebio costruiva con
tutti i personaggi che si muo-
vevano e che riuscivano a farci
rimanere con la bocca aperta.
Non esisteva babbo natale,
ma la cara befana che ci porta-va i doni o il carbone, e sul
presepe c'erano tanti piccoli
doni che si vincevano con la
tombola, era il rito con il quale
si toglieva il presepe.Quanti ricordi ed emozioni
che noi bambini vivevamo in
quei giorni nell'attesa della
nascita di Ges.Oggi non c' pi attesa,
emozione non c' nemmeno
Ges !La mia non una resa, ma una
dura costatazione, un' amara
realt da sovvertire e credo
che ne abbiamo la capacit.Forse presto pensare al
prossimo Natale, ma non mai
troppo tardi far nascere Gesin ogni momento nelle nostre
case.Parliamo ai nostri figli, rac-
contiamo le storie del piccolo
Ges, in fin dei conti, nato da
poco.Babbo Natale ? Mandiamolo...
a far compagnia alla befana.
Nicola
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insanguinati dalle ideologie, matuttora evocatori di riscatto sociale.
Padre Torriani da quasi ventanni collaboratore del Progetto AIFO aMumbai.
In una lettera ci racconta di seigiovani arrivati con lidea di aiutare lagente, di lavorare per la missione,di fare qualcosa di buono, ritrovatisiinvece a vivere unesperienza trauma-tica.
Perch? La risposta che prima di
poter agir e il bene occorr e unatrasformazione interior e o unapersonale conversione: tutti devonoper prima cosa far e esperienza deipropri limiti, della personale incapaci-t, della pr opria inutilit. Comeammonisce il Vangelo, quando avete
fatto il vostro dovere dite : non siamoche servi inutili .E padr e Carlo che,nello slum ha conosciuto langosciadellessere inutili, pr osegue:
Lesperienza dellinutilit qualcosache accade a tutti quelli che partono
con grandi ideali e cr edo che siaessenziale per mantenersi umili.Soltanto dopo aver accettato la nostrainutilit saremo in grado di accettar edi fare quel poco che possibile.
E attraverso questo cammino, allascuola dei lebbrosi, che Padre Torrianisostiene di aver operato lunica grandeconversione della sua vita. Quella di ses tesso, come disse a ll uf f ic ia leinquirente poco prima di ottenere,forse anche grazie a questa risposta, lacittadinanza indiana.
Quando, per la Giornata Mondialedei Malati di lebbra, sono statochiamato a dare la mia testimonianzanelle scuole medie, mi sono sentitochiedere varie volte per ch sonoandato in India, perch mi sono messoa lavorare per i lebbr osi. Ogni voltache mi sento fare questa domanda, non
so come formular e la mia risposta.Non perch mi mancano le motivazio-ni, ma per ch sono cos molteplici e
personali che ho sempre paura di non
essere capito. Quando ero ragazzo cidicevano che dobbiamo partire per
lAsia e lAfrica per salvare le animedegli infedeli; ma ora, dopo 27 anni
che vivo coi poveri e coi lebbrosi, ho
capito alcune frasi del Vangelo comequella che gli ultimi saranno i primi
; vivendo con i lebbrosi, pietrescartate da sempre e da tutti, ho capito
che cosa significa che il Regno di Dio
fondato su una pietra scartata: GesCristo.
Ho capito allora, che se voglio
salvarmi devo mettermi con gli ultimi,
i lebbrosi, perch loro sono i povericristi che ora soffrono, come Cristo
ha sofferto per noi, per salvarci.Ogni volta che vengo in Italia, ho
limpressione che il nostr o mondooccidentale stia soffocando nelconsumismo, che finir per consumarequesta nostra civilt occidentale.Non ricordo pi perch sono partito
27 anni fa, ma so perch parto ora :
non per salvare gli infedeli, ma per
salvare me stesso mettendomi con gliultimi.
Natale, notte di speranza eFesta dellamore!Per chi vivrai questa notte?Per te solo ? poveruomo!Per i tuoi? Per i tuoi bambini?Va bene, ma non abbastanza.Il Natale deve essere un atto damore
universale.Grazie a voi quel giorno, un vecchio
non sar pi solo,un bambino sorrider..che dallimmenso braciere del
Natale, sprizzi anche per loro unascintilla dAmore.
(R. Follereau)Il 30 gennaio 201 1 GIORNA TA
MONDIALE DEI MALA TI DILEBBRA, migliaia di volontarisaranno presenti in tantissime piazzeitaliane e anche sul sagrato della nostra
parrocchia per of frire Il Miele dellaSolidariet, il cui ricavato sardestinato ai ProgettiAIFO in Africa, edin Mozambico in particolare.
Marilena Paltera
Referente Gruppo AIFO di BariInfo 080 5026066 340 2439382
domenica mattina, la celebrazio-ne della mattina sta finendo e
usciamo dalla sala in uno stato lieve-mente ipnotico. Mentre un gruppettodi ex-malati di lebbra continua asuonare i tamburi e a cantare bajan,
padre Carlo ci offre un pezzettino dellanoce di cocco franta poco prima: unavia di mezzo tra la puja, lof fertarituale induista, e leucarestia. Unascelta che consente a tutti, anche aicredenti non religiosi, la condivisio-
ne.Ci troviamo nell ashram creatoventicinque anni fa da padre CarloTorriani, missionario del PIME,
nellarea musulmana di Taloja(Bombay). Qui padre Carlo si fermato dopo i suoi primi 14 anni inIndia. Anni di studente di Scienzesociali, un anno trascorso in uno slum,tra i lebbrosi e nella povert estrema,ancora anni come cercatore di malati dilebbra con lassociazione per ilservizio del popolo, la Lok Seva
Sangam, fondata per curare i lebbrosisenza segregarli, nei loro luoghi divita. Infine , Swarga Dwar, la Portadel Cielo , un luogo di spiritualit elavoro. Qui il lebbroso non unmendicante che chiede lelemosina oun ammalato che ha bisogno di servizisanitari; un Giobbe, un profeta che ci
parla del nostro futuro: la morte. E cene parla in nome di Dio, perch ciricorda che la morte non la nostra fine(come la lebbra non stata la fine perlui), la morte come una porta: la
porta del regno dei cieli.Chi vive qui coltiva il riso, le cipolle
per nutrirsi tutto lanno, munge dallebufale il latte necessario per i bambini,produce la marmellata di mango ancheper la vendita.
La preghiera. Nellashram si pregacon tutti, perch la salvezza per tutti.Per questo nella cappelletta, unacolonna centrale porta sulle sue
facciate i simboli di tutte le principa-
li r eligioni, compresa lanimista, e
perfino la falce e martello del movi-mento laico dei lavoratori nel 900,
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La Porta del CieloSwarga Dwar
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SACRAL I TA E LA IC I TA
DEL LAVORO... CHE NON CE
Padre Nostro che passeggia nelgiardino di Eden tenendo sottobrac-cio Adamo ed Eva ed amorevolmentespiegare loro le regole del vivere. C'
piena sintonia tra il Creatore e le suecreature che sono nude e non sentonovergogna perch il peccato non li haancora tentati.
Avverr pi tardi.Allora si romperla relazione con Dio e la loro nudit sivestir di dolore, sofferenza, sudore.
Resta tuttavia intatta la sacralit
della missione da compiere che,attenzione, antecedente al peccatooriginale: lavorare persoggiogare edominare non in modo dispotico edissennato ma coltivare e custodirecon cura ed amore. Si pu ben dire,quindi, che il lavoro unafonda-mentale dimensione dell'umanoessere, con la quale la vita dell'uomo costruita ogni giorno (GiovanniPaolo II,Laborem Exercens).
Tanto tempo dopo sar lo stesso
carpentiere Ges a dare al lavororegale dignit lavorando conGiuseppe a Nazareth (Mc 6,2-3 e Mt13,55) e scegliendo poi i suoi primidiscepoli mentre erano al lavoro (Mt4,18-22; Mt 9,9; Mc 1,16-20).
Il primo articolo della CostituzioneItaliana (22-12-1947) inizia con leseguenti parole: L'Italia unaRepubblica democratica fondata sullavoro.Nell'articolo quarto questo princi-
pio fondamentale viene raf forzato e
chiarito: La Repubblica riconosce atutti i cittadini il diritto al lavoro e
promuove le condizioni che rendanoeffettivo questo diritto. Ogni cittadi-no ha il dovere di svolgere, secondole proprie possibilit e la propriascelta, un'attivit o una funzione checoncorra al progresso materiale ospirituale della societ..
Pu sembrare stupefacente che inostri Padri Costituenti abbianoscelto come primo valore dell'Italia
Repubblicana e democratica ilLavoro e non la Libert, come
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n principio Dio cre il cielo e laterra. (Gen 1,1)I
La nostra storia inizia con Dio allavoro.
Creare, essere, separare, fare,avvenire, plasmare, soffiare, benedi-re, consacrare, piantare. Alcuni diquesti verbi ricorrono pi volte nei
primi due capitoli della Genesi.Sono verbi del pensare e dell'agire.
Dio lavora e, alla fine di ognigiorno, controlla: ". E Dio vide che
e r a c o s a b u o n a . ( G e n1,10.12.18.21.25); Dio vide quantoaveva fatto, ed ecco, era cosa molto
buona. (Gen 1,31). Ed infine riposa:Dio benedisse il settimo giorno e loconsacr, perch in esso avevacessato da ogni lavoro che eglicreando aveva fatto. (Gen 2,3).
Certo, sono parole umane, chetuttavia rivelano l'irresistibile
passione del Sommo Costruttore perl'uomo: e fu il Big Bang dell'amore.
Correndo il rischio di sembrareblasfemi si potrebbe dire che Dio siauto-realizza e si auto-rivela lavoran-do e .donando. Altri quattro verbiindicano con precisione quale sia ildono e quale sia la missione che nederiva.
Dio cre l'uomo a sua immagine;aimmagine di Dio lo cre; maschio e
femmina li cre. Dio li benedisse edisse loro: Siate fecondi e moltipli-catevi, riempite la terra; soggiogate-la e dominatesui... . (Gen1,27-28)
Il Signore Dio prese l'uomo e lopose nel giardino di Eden, perch locoltivasse e lo custodisse. (Gen2,15).
Il Sommo Artigiano dona all'uomo,fatto a sua immagine e somiglianza,tutta l'opera della Creazione e gli
passa il testimone: Gli hai datopotere sulle opere delle tue mani,tutto hai posto sotto i suoi piedi (Sal8,7).
Ecco Io ho portato a termine il mio
lavoro, ora tocca a voi, mi raccoman-do!. Pare quasi di vedere e sentire il
sarebbe stato a prima vista logico,visto che uscivamo, (passati attraver-so una guerra persa), da un regimedittatoriale.
Ancora pi sorprendente purilevarsi il confronto con alcuneCostituzioni di paesi stranieri.
Ad esempio il primo articolo dellaCostituzione Francese recita: "LaFrancia una Repubblica indivisibi-le, laica, democratica e sociale. ".
Il primo emendamento della
Costituzione Americana dice: "IlCongresso non promulgher leggiche favoriscano qualsiasi religione, oche ne proibiscano la libera profes-sione, o che limitino la libert di
parola, o di stampa; o il diritto dellepersone di riunirsi pacificamente inassemblea, e di fare petizioni algoverno per riparazione di torti".
Valga ancora come esempio ilprimo articolo della DichiarazioneUniversale dei Diritti dell'Uomo (10-
12-1948): "T utti gli esseri umaninascono liberi ed eguali in dignit ediritti. Essi sono dotati di ragione e dicoscienza e devono agire gli universo gli altri in spirito di fratellan-za.".
Quasi tutte le Costituzioni, neipreamboli o esplicitamente nei primiarticoli, fanno riferimento ai valoridella Rivoluzione Francese: Libert,Uguaglianza, Fraternit.
La Costituzione Italiana ne aggiun-ge uno e lo mette al primo posto: il
Lavoro.Sembra quasi che i Costituenti
volessero af fermare che senzaLavoro non pu esserci per ognisingola persona n Libert, nUguaglianza, n Fraternit.
E' importante sottolineare come lanostra Costituzione oltre a parlare deldiritto al lavoro, specifichi anche ildovere di ogni cittadino di svolgere:"... un'attivit o una funzione checoncorra al progresso materiale e
s p i r i t u a l e d e l l a s o c i e t " .Sembrerebbe una definizione del
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l laboratoriosArte della
ri-creazione continua laIsua attivit anche nel2011! Nei
locali di via Salvemini, 2 tre
donne della comunit rom di
Bari-Japigia, affiancate dai
ragazzi dell'associazione Ri-
belle, la nuova vita delle cose,
trasformano scarti di tessutoin bellissimi abiti e accessori;
lavorano con entusiasmo e
perseveranza, cercando di
migliorare le proprie abilit
manuali e creative, in un per-
corso di condivisione ed eman-
cipazione che iniziato a
settembre 2009. A scandire i
tempi del laboratorio non sonocerto i ritmi a cui marcia la
nostra societ basata su una
produzione senza limiti, ma
quelli pi lenti di un mestiere
antico che viene riscoperto,
ridando una nuova vita a ci che
solitamente viene considerato
scarto o rifiuto. L'obiettivo
pi alto di questa esperienza
la costruzione di una realt
lavorativa stabile per le tre
sarte, che vogliono impegnarsiproprio come hanno fatto i loro
uomini con la cooperativa
Artezian.
Sabato 15 gennaio e domeni-
ca 16 gennaio le sArte della
Ri-creazione saranno presen-
ti alla festa di S. Marcello con
un banchetto, al quale sar
possibile acquistare delleoriginalissime e raffinate
sciarpe per i freddi mesi che ci
aspettano!
RI-SCIARPEalla festa di S. Marcello
Bene Comune. Nessun lavoro,nessuna occupazione, nessuncompito, nessuna professione, niente escluso purch concorra al progres-so materiale e spirituale della societ.
E' l'oggettivazione della dignit edell 'eticit del lavoro. Solo
all'articolo 36 si specificher cheesiste anche, se non soprattutto, unasoggettivit del lavoro e che, chi loeffettua, ... ha diritto ad una retribu-zione proporzionata alla quantit equalit del suo lavoro e in ogni casosufficiente ad assicurare a s e allafamiglia un'esistenza libera edignitosa..
Il Concilio Vaticano II nella"Gaudium et Spes " (67) af ferma:Con il lavoro, l'uomo provvedeabitualmente al sostentamento
proprio e dei suoi familiari, comuni-ca con gli altri, rende un servizio agliuomini suoi fratelli e pu praticareuna vera carit e collaborare attiva-mente al completamento della divinacreazione.. E dopo aver ricordatoche Ges ha conferito al lavoro unaelevatissima dignit, lavorando conle proprie mani a Nazareth. aggiun-ge: Di qui discendono, per ciascunuomo, il dovere di lavorare fedel-mente, come pure il diritto al lavo-
ro..Parlando di lavoro, qui ed ora,dovremmo usare i seguenti termini:crisi, flessibilit, precariet, cassaintegrazione, chiusura di attivit,globalizzazione, delocalizzazione,disoccupazione, contratti a termine,contratti atipici, disdetta contratto etante altre parole vecchie e nuove checomunque ricordano il passato e ci
proiettano in un futuro senza certez-ze.
Se costui, (il lavoratore) costrettodalla necessit o per timore di
peggio, accetta patti pi duri i quali,perch imposti dal proprietario odall'imprenditore, volenti o nolentidebbono essere accettati, chiaroche subisce una violenza, contro laquale la giustizia protesta..
Sembrano parole scritte oggi edinvece le ha scritte papa Leone XIIInell'enciclica Rerum Novarum (capitolo 34 penultimo capoverso) il15 maggio 1891.
Mario Lamanna
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inalmente si comincia!!!!!Finalmente, dopo tantoFfaticare per arricchire la nostra
colorata Biblioteca di S tefano contanti titoli interessanti, le porteverranno spalancate a tutti colorovorranno venirci a trovare perscegliersi con comodo un bel libroda chiedere in prestito e leggere acasa con calma o in biblioteca congli altri.
Ebbene s da LUNEDI'10 GENNAIO ognigiorno, dal luned alvenerd, dalle ore 18,30alle ore 20,30 la bibliote-ca sar aperta per acco-gliere grandi e piccoli trale sue braccia,.. ops,..mura!
Per prendere un libro inprestito sar necessarioprima di tutto iscriversi
(gratuitamente) presso dinoi facendosi accompa-gnare da un genitore o unparente che dovr averecon s un documento diidentit; se avete pi di 12anni, le altre volte che civerrete a trovare perprendere o restituire unl i b r o l a p r e s e n z adell'adulto non sarnecessaria.
Sar possibile ottenereil prestito di un solo libroper volta (per 30 giorni) esi potr richiedere un secondo librosolo dopo aver restituito quello giin possesso. Nel caso in cui il lettoreavr bisogno di maggior tempo,potr richiedere una proroga delprestito per ulteriori 15 giornivenendo ad avvisarci in biblioteca
Al termine del periodo di prestitosi dovr restituire il libro allabiblioteca nelle stesse condizioni in
in arrivo...Una Biblioteca carica di Libri!!!
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cui lo si portato via Ci teniamoper a sottolineare che se un libro siperde, si rovina o non viene ricon-segnato, la biblioteca richieder ilrisarcimento della perdita subtacon l'acquisto di una copia identica,quando possibile, o con altra dellostesso valore segnalata dallabiblioteca.
Tanta gente della comunit,
ognuno secondo le proprie capaci-t, ha contribuito a creare questopiccolo tesoro che la Biblioteca diStefano per i ragazzi, quindi giusto che nessuno rovini o sottrag-ga agli altri qualcosa che ormai ditutti e serve a far crescere pigioiosi e pi ricchi piccoli e grandi.
La biblioteca sta partendo con un
numero di libri che non grandissi-mo, ma si propone di crescere
guardando con occhio attento almeglio della produzione editorialeper i pi piccoli e sognando unasezione dedicata ai genitori.Voi chefrequenterete la biblioteca poteteper aiutarci, presentando propostee idee per migliorare questo servi-zio, suggerendoci l'acquisto di librinon posseduti dalla biblioteca odonandoci dei testi che ritenete
importanti per la forma-
zione dei ragazzi, testi avoi particolarmente cari,purch in ottime condizio-ni.
I testi gi presenti inbiblioteca sono statiaccuratamente scelti evalutati da personalecompetente e appassiona-to proprio perch voglia-mo che i ragazzi abbiano ilmeglio: proprio per
questo che ci riserviamodi scegliere, tra il materia-le che ci verr donato,cosa utilizzare e cosa no,considerando non solo lavalidit dei contenuti ol'importanza del titolo, maanche quanto la grafica ele eventuali illustrazionipossano conquistare ipiccoli che hanno gidifficolt ad avvicinarsialla lettura. Ci rappre-senta un'ulteriore atten-zione nei confronti dei
ragazzi, per questo vi chiediamo difare voi stessi una prima valutazio-ne nel caso in cui deciderete didonarci alcuni testi.
E poi?... Nulla, basta chiederealle bibliotecarie e venire a curiosa-re vi aspettiamo a bracciaaperte, Anzi a libro aperto!
Angela Resta
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8/8/2019 Nella Nostra Comunita (gennaio 2011)
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Tempolibero
Non divida l'uomo ci cheFacebook ha unito
Ma papaaaaaaaaaaa Nel tuoprofilo suFacebooknon hai neanche
scritto che sei sposato con la mamma!Ecco, io detesto Facebook. Ho aperto una mia paginasolo perch si deve, col mestiere che faccio, esseretrovati e poter trovare chiunque dentro la rete sociale.Ma di me ho pubblicato volutamente meno informazio-ni possibili, e una sola foto. Per quando mia figlia, contono scandalizzato, mi ha rimproverato la vergognosadisaffettivit coniugale elettronica, mi sono sentito unpo' in colpa. Allora ho provveduto a completare il mioprofilo. Coniugato con Daniela.Che in fondo unacosa che sanno tutti, anche perch tra un paio di setti-mane festeggeremo i trent'anni di matrimonio.E zac! Rapido come un lampo, Fb ha spedito a tutti imiei amici la notifica: Michele ha cambiato la suasituazione sentimentale. Ora sposato.Bene, stata una giornata dura. I messaggi pubblici e leemailprivate hanno cominciato a piovere gi dopopochi minuti. Congratulazioni!, Non sapevo!,
Credevo foste gi sposati!, partecipanti al coroovviamente anche gli amici perfidi che lo sannobenissimo che sono sposato da tre decenni, Ma allorafinora avete vissuto nel peccato?, Era ora che viregolarizzaste, Cosa aspettavate, di diventarenonni?.All'inizio ho cercato di rispondere spiegando, come ho
fatto qui. Poi ce l'ho data su. E' inutile. E' una battagliaimpari.Facebookha sempre ragione: lui che sanciscecosa vero e cosa no, chi sei e chi non sei. Puoi ancheessere sposato da trent'anni davanti a Dio e agli uomini,ma sei ancora single finch non ti sposi davanti a
Facebook.E allora m'arrendo. Per a questo punto pretendo iregali di nozze da tutti quelli che mi hanno mandato imessaggi di felicitazioni. Virtuale un corno, mica ve lapotete cavare cos.
Michele Smargiassi(BLOG Bologna C@rogna)
Orizzontali:1) Si in inglese3) Stati Uniti d'America6) E cos via9) Curriculum Vitae10) Lo la casa ospitata nella nostra
comunit12) Stato di comodit, benessere,
comfort13) Doppie in torrone14) Legge Regionale
15) Frutto tropicale dalla buccia durae legnosa17) Le prime nel dio dei venti18) Azione Cattolica19) Contrapposto al profano21) Saluto romano a Maria22) Sigla automobilistica di Ancona24) La Molagenchi ausiliaria della
casa famiglia parrocchiale
Verticali:2) Sono 4 nelle carte francesi4) Poco intelligente5) Persona con eccessiva misura
nello spendere7) Cognome di Milena, educatrice
p r e s s o l a c a s a f a m i g l i aparrocchiale
8) I n i zi a li de l l ' a ut o r e d e ll acommedia La Locandiera
10) Farfalla notturna11) Acerbo16) Lo divenne il verbo per venire ad
abitare in mezzo a noi19) Luogo dove si girano le riprese di
un film20) Auto in inglese
23) Bottalico Angelo, strepitosopianista della nostra comunit
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