COMUNITA’ VITA DI - Parrocchia "Regina Pacis" -...

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Caravaggio: La conversione di San Paolo (1600-1601) “ … E NOI VEDEMMO LA SUA GLORIA!” OMUNITA’ VITA DI C Carissimi fratelli e sorelle, l’evangelista San Giovanni nel suo Prologo offre la più alta e coinvolgente prospettiva parlando del Logos, cioè della Parola che si è fatta carne e che venne ad abitare in mezzo a noi. Dopo lunghi secoli, finalmente il Messia Gesù entra nella storia umana, si fa uno di noi, condivide in tutto, ad eccezione del peccato, la nostra natura umana. Ecco perché l’apostolo Paolo, rivolgendosi ai Galati afferma: << quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo l’adozione a figli >> (Gal 4, 4-5). La pienezza del tempo è il momento che Dio stabilisce nell’inviare il suo Figlio, incarnato nel grembo purissimo e vergine di Maria di Nazareth. Fin da allora nessuno, né i patriarchi, né alcuno dei profeti, avevano avuto la gioia di vedere realizzate le profezie; ecco perché l’evangelista afferma: << Dio nessuno lo ha mai visto; proprio il Figlio unigenito che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato >> (Gv 1,18). Ed ancora, l’apostolo Paolo nelle sue lettere ai Colossesi e agli Efesini, esprime in modo simile il mistero del Cristo Salvatore, Parola del Padre: << Egli è l’immagine del Dio invisibile, generato prima di ogni creatura perché per mezzo di lui sono state create tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili >> ( Col 1,15 – 16). Noi siamo i “beati” di cui parla Gesù, i quali ereditiamo attraverso il Vangelo e la Tradizione Apostolica, la gioia di quel Cristo Messia che si è incarnato, è stato visto ed è stato sperimentato quale Dio in mezzo a noi. Ecco perché l’evangelista san Giovanni afferma: << ….. e noi vedemmo la sua gloria >>; noi, oggi, contempliamo il Signore Gesù adagiato non più nella fredda e gelida Grotta di Betlemme, ma lo adoriamo nell’ Eucaristia, dove si fa cibo e bevanda per la nostra vita. E’ lì che gustiamo e vediamo la sua gloria! Il nostro amato pastore, Mons. Pio Vittorio Vigo, nella sua magistrale lettera pastorale indirizzata in occasione dell’Avvento, il cui titolo è: “Ci aspetta la Grotta”, così scrive: << andiamo alla Grotta per apprendere le lezioni della vita. Prepariamoci da buoni discepoli ad assimilare quanto ci viene insegnato; […] nella mangiatoia divenuta “cattedra”, ci attende la Parola. Solo nel silenzio la si può intendere >> (n.3). E’ infatti dall’umiltà di Dio, manifestatasi nel mistero della sua incarnazione, che dobbiamo prendere l’iniziativa per un cammino autentico e perseverante. Sempre il nostro vescovo nella citata lettera scrive: << presso la Grotta ci viene offerta la “pace”. Non solo quella diffusa dal silenzio, ma soprattutto quella portata dal Bambino. Già gli Angeli lo avevano annunziato ai pastori col canto: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace agli uomini che egli ama” (Lc 2,14); […] il “Bambino nato per noi” e l’atmosfera della Grotta santa ci assicurano che è possibile raggiungere la pace in questa terra >> (n.6). Alla luce di questa realtà, ci resta soltanto il compito di “andare alla Grotta” del Signore per gustare attraverso il silenzio e la preghiera questo grande mistero e di conseguenza, come i pastori, ritornare nelle nostre case, nelle nostre famiglie, nei luoghi di lavoro, nelle scuole, etc… glorificando, lodando e testimoniando quanto abbiamo contemplato nella fede. Auguri di cuore per un Santo Natale ed un Felice Anno 2009. Sac. Sinopoli Vittorio sdP parroco L’Anno Paolino: una tappa importante verso il sogno ecumenico Chi era Paolo? Che cosa mi dice oggi?”. Queste sono le domande che Benedetto XVI si è posto nell’omelia tenuta durante la celebrazione dei Primi Vespri della Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, il 28 giugno 2007, in occasione dell’apertura di uno speciale anno giubilare, che si concluderà il 29 giugno 2008, definito nell’occasione “Anno Paolino” per celebrare il bimillenario della nascita dell’ Apostolo delle genti”, avvenuta, secondo gli storici, tra il 7 d.C. e il 10 d.C. L’Anno Paolino ha l’evidente finalità di celebrare quella che costituisce, insieme a San Pietro, una delle colonne portanti della storia della Chiesa, a tal punto da poter essere considerato di diritto “il tredicesimo Apostolo”. Tuttavia San Paolo non deve essere visto solo secondo una prospettiva rivolta verso il passato, come “Maestro delle genti, apostolo e banditore di Gesù”, ma anche secondo una prospettiva rivolta verso il futuro, perché il suo messaggio è ancora attuale, sembra quasi che Paolo voglia parlare con noi ancora oggi. Anzitutto l’importanza del messaggio paolino la si comprende se si parte dal momento in cui “Saul” fu “ghermito da Cristo”. Da iniziale persecutore dei cristiani, San Paolo diventa il principale mezzo di diffusione del Vangelo nei primi anni della Chiesa per tutte le province dell’Impero. Il messaggio che egli volle diffondere viene chiaramente spiegato dal Santo Padre nell’omelia tenuta in occasione dell’apertura dell’Anno Paolino, dove si è notato come tutto parta da una professione di fede del tutto personale, che San Paolo esprime in questi termini: “Vivo nella fede del figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato sé stesso per me” (Gal 2,20) ed è questo il centro di tutta l’opera di San Paolo, dal momento che la sua fede è nella consapevolezza del fatto che Cristo ha affrontato la morte per amore di lui, per cui la sua fede non è una teoria su Dio e sul mondo, ma è l’impatto che l’amore di Dio ha avuto sul cuore di Saul quando venne “ghermito da Cristo”, a tal punto che questo essere amato da Cristo e il desiderio di trasmettere ad altri questo amore lo guidava nelle difficoltà e nelle sofferenze che egli pativa nella sua attività di diffusione del Vangelo, perché non poteva esserci amore senza sofferenza, senza appunto la sofferenza della rinuncia a sé stessi. La grandezza dell’opera di San Paolo è soprattutto nell’universalità del suo messaggio e in ciò egli venne facilitato dal fatto che, nonostante fosse nato all’interno di una famiglia ebrea, godeva della condizione giuridica di cittadino romano e fu ciò che gli fece comprendere come la vocazione all’universalità del cristianesimo si sarebbe potuta realizzare se la religione cristiana fosse riuscita ad introdursi nelle strutture dell’Impero romano, a tal punto che il cristianesimo fu in grado di umanizzarne le leggi, dando vita ad un diritto nuovo fortemente influenzato dal messaggio evangelico. La dimensione ecumenica del messaggio paolino assume importanza proprio perché, se è noto cosa volesse dire allora San Paolo, ci si chiede oggi che significato abbia il suo messaggio e l’occasione di questo speciale anno giubilare ci permette di operare come missionari del Vangelo e di riflettere al riguardo, ponendoci di fronte ad un percorso che, secondo le speranze del Santo Padre, ci dovrebbe portare ad una maggiore unità della Chiesa, come unico Corpo, che, per usare un’espressione del Santo Padre, del dialogo islamico-cristiano, ricordando la visita della moschea di Papa Giovanni Paolo II, avvenuta il 6 maggio 2001, ha ribadito che “Nessun appartenente ad alcuna religione deve rinchiudersi in sé stesso”. Tante sono poi le attività finora svolte e che si svolgeranno in occasione dell’Anno Paolino. Già domenica 26 ottobre 2008 si è assistito ad un pellegrinaggio diocesano nella Basilica Papale di San Paolo Fuori le Mura. La stessa Basilica è stata altresì luogo di diversi concerti, tra i quali si segnalano quello dell’Orchestra Filarmonica di Vienna, tenutosi il 13 ottobre 2008, e il Concerto dell’Avvento del Coro di S. Cecilia di Firenze, tenutosi l’8 dicembre 2008. Di notevole interesse è poi la Mostra Paolina, tenutasi, sempre in Basilica, dal 13 al 18 dicembre 2008, in cui sono state esposte le tavole originali dello scultore Alessandro Romano sulla vita e l’opera di San Paolo. Si auspica che diverse saranno le attività celebrative presso ogni parrocchia e ogni comunità ecclesiale, in cui, nel corso dell’anno, sarà possibile proporre una lectio paulina sugli scritti di San Paolo, ci saranno occasioni in cui sarà possibile lucrare l’Indulgenza Plenaria, saranno organizzati percorsi lungo le varie tappe della vita di San Paolo presso le località in cui annunziò il Vangelo, si è altresì proceduto al restauro della Basilica di San Paolo e in particolare della grande statua a lui dedicata e comunque per saperne di più è possibile visitare il sito www.annopaolino.org, dove possono ottenersi informazioni ulteriori al riguardo, tra cui il programma delle attività che si svolgeranno, i pellegrinaggi sulle orme di San Paolo, un manuale del pellegrino e i documenti utili a supportare ogni pellegrino nelle preparazione del proprio giubileo. La speranza è che questo speciale anno giubilare rappresenti un’occasione propizia per valorizzare il messaggio paolino soprattutto per la sua universalità e attualità, giacché, se è vero che San Paolo aveva una capacità di persuasione tale da convincere un patrizio romano a rinunciare al diritto di proprietà sul proprio schiavo, vero è anche che, usando parole che risultino comprensibili agli uomini del nostro tempo, come nuovi messaggeri del Vangelo, sulle orme di San Paolo, dovremmo tornare a predicare in questa società neopagana che Dio si è fatto uomo, in modo da riuscire a recuperare il concetto di sacralità della vita umana e minare dal di dentro una cultura, come quella attuale, che sembra essersi secolarizzata e allontanata da Dio. Giuseppe Visconte non è possibile “lacerare”. Mentre più in ombra resta il rapporto con le comunità protestanti, è di certo apprezzabile la presenza del Patriarca Bartolomeo I, in qualità di rappresentante della Chiesa ortodossa, all’apertura dell’Anno Paolino. In quest’occasione il Papa e Bartolomeo I sono stati insieme presso l’altare per la liturgia della parola, l’omelia e la professione di fede, come pure per l’abbraccio di pace e di benedizione finale. Questo evento rappresenta una tappa importante verso la realizzazione del sogno ecumenico e il carattere universale di questo speciale anno giubilare lo si ricava dal fatto che, anche se Roma (e in particolare la Basilica Papale di San Paolo Fuori le Mura e il luogo del martirio alle Tre Fontane) ne rappresenta il baricentro, questa celebrazione coinvolgerà la Chiesa intera, a partire da Tarso, città natale di Paolo, e dagli altri luoghi paolini meta di pellegrinaggi nell’attuale Turchia, come pure in Terra Santa, e nell’isola di Malta, dove l’Apostolo approdò dopo un nubifragio e gettò il seme fecondo del Vangelo. L’Anno Paolino potrà essere occasione anche per il dialogo con gli ebrei, soprattutto in considerazione del fatto che Paolo era giudeo e rabbino osservante, prima di cadere abbagliato da Cristo sulla via di Damasco e la sua conversione non costituì per lui una rottura con la fede originaria. Ed è proprio Damasco che oggi può rappresentare un importante esempio di società plurireligiosa in grado di convivere pacificamente, tant’è che il vescovo Armash Nalbandian, primate della Chiesa armeno-ortodossa della diocesi di Damasco, ha definito Paolo come “esempio del dialogo interreligioso e interculturale, passato e presente” e che Jamal Mustafa Arab, direttore della Grande Moschea degli Omayyadi a Damasco, da sempre fautore Giorno 27 dicembre ricorre il primo anniversario dell’ordinazione sacerdotale di Padre Juan Silva S.d.P. da tutti noi chiamato con il suo nome italianizzato Padre Giovanni, il nostro beneamato vice Parroco. Tutta la Parrocchia ricorda quel fantastico giorno in cui tutti insieme ci recammo a Palermo per essere partecipi di una grande gioia, che non è stata solo di Padre Giovanni, ma anche nostra. Un anno volato via velocemente, trascorso nelle due parrocchie in cui opera, con il suo stile di persona umile, ubbidiente, riservata ma sempre al servizio del prossimo, pronto ad ascoltare e ad essere amico di tutti. L’abbiamo visto passare di casa in casa con Auguri Padre Giovanni ! l’inseparabile Signora Sara per la benedizione delle case, oppure durante le settimanali visite agli anziani malati, sempre pronto a portare la sua parola di conforto e a riconciliarli con il Padre. Altri lo hanno visto nelle proprie parrocchie del vicariato pronto a sostituire qualche confratello o a predicare tridui. Noi lo abbiamo visto in oratorio durante il catechismo, nelle celebrazioni domenicali, (solamente nelle messe vespertine), durante le prove del coro e soprattutto nel posto che lui predilige: il confessionale. E’ un grande servizio che rende alla comunità e alla Chiesa; e lì che realizza parte del suo mandato ministeriale proprio del sacerdozio: la remissione dei peccati e il sacrificio Eucaristico. Con il suo servizio ha dato vigore al sacramento della Riconciliazione; non mancano le file di “peccatori” in attesa mentre lui confessa, perché tutti sappiamo di trovare in Padre Giovanni il rappresentante del Padre pronto a dispensare la Sua misericordia e perdono. Ciò che soprattutto risalta in lui è la capacità di ascoltare e di immedesimarsi nelle esigenze e nei problemi di chi si affida al suo aiuto nel corso della confessione, sicché, oltre ad essere un sacerdote confessore, diventa, soprattutto per i giovani, un vero amico cui chiedere consigli utili ad affrontare le difficoltà che la vita di tutti i giorni pone innanzi. Grazie Padre Giovanni di essere con noi. Parrocchia “Regina Pacis” - Viale Don Minzoni, 126 - Tel/Fax 095 7794544 - Giarre - Natale 2008 - Anno XVI n. 6 - a cura di Antonio Visconte

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Caravaggio: La conversione di San Paolo (1600-1601)

“ … E NOI VEDEMMO LA SUA GLORIA!”

OMUNITA’VITA DIC

Carissimi fratelli e sorelle,

l’evangelista San Giovanni nel suo Prologo offre la più alta e coinvolgente prospettiva parlando del Logos, cioè della Parola che si è fatta carne e che venne ad abitare in mezzo a noi. Dopo lunghi secoli, finalmente il Messia Gesù entra nella storia umana, si fa uno di noi, condivide in tutto, ad eccezione del peccato, la nostra natura umana. Ecco perché l’apostolo Paolo, rivolgendosi ai Galati afferma: << quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo l’adozione a figli >> (Gal 4, 4-5). La pienezza del tempo è il momento che Dio stabilisce nell’inviare il suo Figlio, incarnato nel grembo purissimo e vergine di Maria di Nazareth. Fin da allora nessuno, né i patriarchi, né alcuno dei profeti, avevano avuto la gioia di vedere realizzate le profezie; ecco perché l’evangelista afferma: << Dio nessuno lo ha mai visto; proprio il Figlio unigenito che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato >> (Gv 1,18). Ed ancora, l’apostolo Paolo nelle sue lettere ai Colossesi e agli Efesini, esprime in modo

simile il mistero del Cristo Salvatore, Parola del Padre: << Egli è l’immagine del Dio invisibile, generato prima di ogni creatura perché per mezzo di lui sono state create tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili >> ( Col 1,15 – 16). Noi siamo i “beati” di cui parla Gesù, i quali ereditiamo attraverso il Vangelo e la T r a d i z i o n e Apostolica, la gioia di quel Cristo Messia che si è incarnato, è stato visto ed è stato sperimentato quale Dio in mezzo a noi. Ecco perché l’evangelista san Giovanni afferma: << ….. e noi vedemmo la sua gloria >>; noi, oggi, contempliamo il Signore Gesù

adagiato non più nella fredda e gelida Grotta di Betlemme, ma lo adoriamo nell’ Eucaristia, dove si fa cibo e bevanda per

la nostra vita. E’ lì che gustiamo e vediamo la sua gloria! Il nostro amato pastore, Mons. Pio Vittorio Vigo, nella sua magistrale lettera pastorale i n d i r i z z a t a in occasione dell’Avvento, il cui titolo è: “Ci aspetta la Grotta”, così scrive: < < a n d i a m o alla Grotta per apprendere le lezioni della vita. Prepariamoci da buoni discepoli ad assimilare quanto ci viene i n s e g n a t o ;

[…] nella mangiatoia divenuta “cattedra”, ci attende la Parola. Solo nel silenzio la si può intendere >> (n.3).

E’ infatti dall’umiltà di Dio, manifestatasi nel mistero della sua incarnazione, che dobbiamo prendere l’iniziativa per un cammino autentico e perseverante. Sempre il nostro vescovo nella citata lettera scrive: << presso la Grotta ci viene offerta la “pace”. Non solo quella diffusa dal silenzio, ma soprattutto quella portata dal Bambino. Già gli Angeli lo avevano annunziato ai pastori col canto: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace agli uomini che egli ama” (Lc 2,14); […] il “Bambino nato per noi” e l’atmosfera della Grotta santa ci assicurano che è possibile raggiungere la pace in questa terra >> (n.6). Alla luce di questa realtà, ci resta soltanto il compito di “andare alla Grotta” del Signore per gustare attraverso il silenzio e la preghiera questo grande mistero e di conseguenza, come i pastori, ritornare nelle nostre case, nelle nostre famiglie, nei luoghi di lavoro, nelle scuole, etc… glorificando, lodando e testimoniando quanto abbiamo contemplato nella fede. Auguri di cuore per un Santo Natale ed un Felice Anno 2009.

Sac. Sinopoli Vittorio sdP parroco

L’Anno Paolino:una tappa importante verso il sogno ecumenico“Chi era Paolo? Che cosa mi dice oggi?”. Queste sono le domande che Benedetto XVI si è posto nell’omelia tenuta durante la celebrazione dei Primi Vespri della Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, il 28 giugno 2007, in occasione dell’apertura di uno speciale anno giubilare, che si concluderà il 29 giugno 2008, definito nell’occasione “Anno Paolino” per celebrare il bimillenario della nascita dell’ “Apostolo delle genti”, avvenuta, secondo gli storici, tra il 7 d.C. e il 10 d.C.L’Anno Paolino ha l’evidente finalità di celebrare quella che costituisce, insieme a San Pietro, una delle colonne portanti della storia della Chiesa, a tal punto da poter essere considerato di diritto “il tredicesimo Apostolo”.Tuttavia San Paolo non deve essere visto solo secondo una prospettiva rivolta verso il passato, come “Maestro delle genti, apostolo e banditore di Gesù”, ma anche secondo una prospettiva rivolta verso il futuro, perché il suo messaggio è ancora attuale, sembra quasi che Paolo voglia parlare con noi ancora oggi. Anzitutto l’importanza del messaggio paolino la si comprende se si parte dal momento in cui “Saul” fu “ghermito da Cristo”. Da iniziale persecutore dei cristiani, San Paolo diventa il principale mezzo di diffusione del Vangelo nei primi anni della Chiesa per tutte le province dell’Impero.Il messaggio che egli volle diffondere viene chiaramente spiegato dal Santo Padre nell’omelia tenuta in occasione dell’apertura dell’Anno Paolino, dove si è notato come tutto parta da una professione di fede del tutto personale, che San Paolo esprime in questi termini: “Vivo nella fede del figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato sé stesso per me” (Gal 2,20) ed è questo il centro di tutta l’opera di San Paolo, dal momento che la sua fede è nella consapevolezza del fatto che Cristo ha affrontato la morte per amore di lui, per cui la sua fede non è una teoria su Dio e sul mondo, ma è l’impatto che l’amore di Dio ha avuto sul cuore di Saul quando venne “ghermito da Cristo”, a tal punto che questo essere amato da Cristo e il desiderio di trasmettere ad altri questo amore lo guidava nelle difficoltà e nelle sofferenze che egli pativa nella sua attività di diffusione del Vangelo, perché non poteva esserci amore senza sofferenza, senza appunto la sofferenza della rinuncia a sé stessi.La grandezza dell’opera di San Paolo è soprattutto nell’universalità del suo messaggio e in ciò egli venne facilitato dal fatto che, nonostante fosse nato all’interno di una famiglia ebrea, godeva della condizione giuridica di cittadino romano e fu ciò che gli fece comprendere come la vocazione all’universalità del cristianesimo si sarebbe potuta realizzare se la religione cristiana fosse riuscita ad introdursi nelle strutture dell’Impero romano, a tal punto che il cristianesimo fu in grado di umanizzarne le leggi, dando vita ad un diritto nuovo fortemente influenzato dal messaggio evangelico.La dimensione ecumenica del messaggio paolino assume importanza proprio perché, se è noto cosa volesse dire allora San Paolo, ci si chiede oggi che significato abbia il suo messaggio e l’occasione di questo speciale anno giubilare ci permette di operare come missionari del Vangelo e di riflettere al riguardo, ponendoci di fronte ad un percorso che, secondo le speranze del Santo Padre, ci dovrebbe portare ad una maggiore unità della Chiesa, come unico Corpo, che, per usare un’espressione del Santo Padre,

del dialogo islamico-cristiano, ricordando la visita della moschea di Papa Giovanni Paolo II, avvenuta il 6 maggio 2001, ha ribadito che “Nessun appartenente ad alcuna religione deve rinchiudersi in sé stesso”.Tante sono poi le attività finora svolte e che si svolgeranno in occasione dell’Anno Paolino. Già domenica 26 ottobre 2008 si è assistito ad un pellegrinaggio diocesano nella Basilica Papale di San Paolo Fuori le Mura. La stessa Basilica è stata altresì luogo di diversi concerti, tra i quali si segnalano quello dell’Orchestra Filarmonica di Vienna, tenutosi il 13 ottobre 2008, e il Concerto dell’Avvento del Coro di S. Cecilia di Firenze, tenutosi l’8 dicembre 2008. Di notevole interesse è poi la Mostra Paolina, tenutasi, sempre in Basilica, dal 13 al 18 dicembre 2008, in cui sono state esposte le tavole originali dello scultore Alessandro Romano sulla vita e l’opera di San Paolo. Si auspica che diverse saranno le attività celebrative presso ogni parrocchia e ogni comunità ecclesiale, in cui, nel corso dell’anno, sarà possibile proporre una lectio paulina sugli scritti di San Paolo, ci saranno occasioni in cui sarà possibile lucrare l’Indulgenza Plenaria, saranno organizzati percorsi lungo le varie tappe della vita di San Paolo presso le località in cui

annunziò il Vangelo, si è altresì proceduto al restauro della Basilica di San Paolo e in particolare della grande statua a lui dedicata e comunque per saperne di più è possibile visitare il sito www.annopaolino.org, dove possono ottenersi informazioni ulteriori al riguardo, tra cui il programma delle attività che si svolgeranno, i pellegrinaggi sulle orme di San Paolo, un manuale del pellegrino e i documenti utili a supportare ogni pellegrino nelle preparazione del proprio giubileo.La speranza è che questo speciale anno giubilare rappresenti un’occasione propizia per valorizzare il messaggio paolino soprattutto per la sua universalità e attualità, giacché, se è vero che San Paolo aveva una capacità di persuasione tale da convincere un patrizio romano a rinunciare al diritto di proprietà sul proprio schiavo, vero è anche che, usando parole che risultino comprensibili agli uomini del nostro tempo, come nuovi messaggeri del Vangelo, sulle orme di San Paolo, dovremmo tornare a predicare in questa società neopagana che Dio si è fatto uomo, in modo da riuscire a recuperare il concetto di sacralità della vita umana e minare dal di dentro una cultura, come quella attuale, che sembra essersi secolarizzata e allontanata da Dio. Giuseppe Visconte

non è possibile “lacerare”.Mentre più in ombra resta il rapporto con le comunità protestanti, è di certo apprezzabile la presenza del Patriarca Bartolomeo I, in qualità di rappresentante della Chiesa ortodossa, all’apertura dell’Anno Paolino. In quest’occasione il Papa e Bartolomeo I sono stati insieme presso l’altare per la liturgia della parola, l’omelia e la professione di fede, come pure per l’abbraccio di pace e di benedizione finale. Questo evento

rappresenta una tappa importante verso la realizzazione del sogno ecumenico e il carattere universale di questo speciale anno giubilare lo si ricava dal fatto che, anche se Roma (e in particolare la Basilica Papale di San Paolo Fuori le Mura e il luogo del martirio alle Tre Fontane) ne rappresenta il baricentro, questa celebrazione coinvolgerà la Chiesa intera, a partire da Tarso, città natale di Paolo, e dagli altri luoghi paolini meta di pellegrinaggi nell’attuale Turchia, come pure in Terra Santa, e nell’isola di Malta, dove l’Apostolo approdò dopo un nubifragio e gettò il seme fecondo del Vangelo.L’Anno Paolino potrà essere occasione anche per il dialogo con gli ebrei, soprattutto in considerazione del fatto che Paolo era giudeo e rabbino osservante, prima di cadere abbagliato da Cristo sulla via di Damasco e la sua conversione non costituì per lui una rottura con la fede originaria.Ed è proprio Damasco che oggi può rappresentare un importante esempio di società plurireligiosa in grado di convivere pacificamente, tant’è che il vescovo Armash Nalbandian, primate della Chiesa armeno-ortodossa della diocesi di Damasco, ha definito Paolo come “esempio del dialogo interreligioso e interculturale, passato e presente” e che Jamal Mustafa Arab, direttore della Grande Moschea degli Omayyadi a Damasco, da sempre fautore

Giorno 27 dicembre ricorre il primo anniversario dell’ordinazione sacerdotale di Padre Juan Silva S.d.P. da tutti noi chiamato con il suo nome italianizzato Padre Giovanni, il nostro beneamato vice Parroco. Tutta la Parrocchia ricorda quel fantastico giorno in cui tutti insieme ci recammo a Palermo per essere partecipi di una grande gioia, che non è stata solo di Padre Giovanni, ma anche nostra.Un anno volato via velocemente, trascorso nelle due parrocchie in cui opera, con il suo stile di persona umile, ubbidiente, riservata ma sempre al servizio del prossimo, pronto ad ascoltare e ad essere amico di tutti. L’abbiamo visto passare di casa in casa con

Auguri Padre Giovanni !l’inseparabile Signora Sara per la benedizione delle case, oppure durante le settimanali visite agli anziani malati, sempre pronto a portare la sua parola di conforto e a riconciliarli con il Padre. Altri lo hanno visto nelle proprie parrocchie del vicariato pronto a sostituire qualche confratello o a predicare tridui. Noi lo abbiamo visto in oratorio durante il catechismo,

nelle celebrazioni domenicali, (solamente nelle messe vespertine), durante le prove del coro e soprattutto nel posto che lui predilige: il confessionale. E’ un grande servizio che rende alla comunità e alla Chiesa; e lì che realizza parte del suo mandato ministeriale proprio del sacerdozio: la remissione dei peccati e il sacrificio Eucaristico. Con il suo

servizio ha dato vigore al sacramento della Riconciliazione; non mancano le file di “peccatori” in attesa mentre lui confessa, perché tutti sappiamo di trovare in Padre Giovanni il rappresentante del Padre pronto a dispensare la Sua misericordia e perdono. Ciò che soprattutto risalta in lui è la capacità di ascoltare e di immedesimarsi nelle esigenze e nei problemi di chi si affida al suo aiuto nel corso della confessione, sicché, oltre ad essere un sacerdote confessore, diventa, soprattutto per i giovani, un vero amico cui chiedere consigli utili ad affrontare le difficoltà che la vita di tutti i giorni pone innanzi.Grazie Padre Giovanni di essere con noi.

Parrocchia “Regina Pacis” - Viale Don Minzoni, 126 - Tel/Fax 095 7794544 - Giarre - Natale 2008 - Anno XVI n. 6 - a cura di Antonio Visconte

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VITA DI COMUNITA’2

IL CORO GIOVANI:

UNA REALTA’ IN CONTINUO DIVENIRE

POST SCRIPTUM:

IL PUNTO DI VISTA DEL “PRESIDENTE”

Tutti noi ci auguriamo che il coro possa sempre migliorare e crescere in tutti i sensi e perciò approfitto di questo spazio per invitare tutti i ragazzi della nostra Comunità a unirsi a noi. Il coro giovani porge a tutti i più calorosi auguri di buone e sante Feste.

Isa Veronese

Cari lettori di Vita di Comunità, finora non era mai successo pubblicare sul nostro giornalino due articoli sul coro nello stesso numero. La redazione aveva già assegnato il compito di aggiornarVi sulle novità che riguardano il coro giovani, come avete modo di leggere nell’altro articolo, ma io ho avvertito la necessità di aggiungere qualche rigo ancora per porgere dei ringraziamenti. Grazie alla nostra Madonnina, Maria Regina Pacis, per i grandi doni che, come vedete, ha dato al nostro coro. Grazie alla

maestra Patrizia per averci accompagnati con il suono dell’organo in questi anni difficili per il coro, costretta a lasciarci per allargare la sua famiglia: auguri per l’atteso lieto evento. Grazie alla maestra Isabella, per gli amici del coro Isa, per aver accettato l’invito a divenire la nostra organista senza tentennamenti, anche se dapprima timorosa di suonare in chiesa. Grazie Isa, la tua simpatia, la tua grinta, la tua passione per la musica, hanno portato al coro una ventata di entusiasmo sino alla realizzazione di

un miracolo; per tanti anni abbiamo cercato persone con la passione per il canto per infoltire il coro ridotto a pochi elementi, ma vani sono stati i nostri numerosi appelli. Adesso, nel giro di qualche mese si sono presentate tante persone di buona volontà e cresciamo di numero settimanalmente, e tante ragazzine ci fanno ben sperare per il futuro. Ora ci manca solo di crescere in qualità, ma ci riusciremo grazie al ritrovato interesse per il coro e l’impegno sin da ora dimostrato nelle numerose prove settimanali. Il sogno (realizzabile) di Isa è di farci diventare una vera corale polifonica con tanto di nome e di logo, e vi assicuro che con la sua tenacia ci

riuscirà. Adesso per concludere, vorrei porgere le scuse del coro a voi fedeli che non riuscite a seguire e partecipare ai nostri canti per la mancanza dei libretti; avete avuto modo di sentire parecchi canti nuovi, alcuni sono in cantiere e altri ancora ne stiamo selezionando, appena avremo rinnovato il nostro repertorio provvederemo a stamparli. Seguiteci con affetto, e, nel frattempo Vi auguriamo un Santo Natale e felice Anno.

Salvo Cavallaro

Dopo la pausa estiva, anche il coro giovani parrocchiale ha ripreso a pieno ritmo la sua attività. Io ho accettato con gioia – e anche un po’ di timore – di aiutare i cantori per dare alla cara Patrizia (a cui vanno i più affettuosi auguri da tutti i ragazzi) la possibilità di dedicarsi, per il momento, al meraviglioso dono di una nuova vita. Colgo l’occasione per ringraziarla per essere presente ogni volta che le è possibile. Certo i cambiamenti portano sempre un certo scombussolamento e abbiamo dovuto lavorare sodo per trovare un equilibrio. Tutti i ragazzi però hanno dimostrato un’incrollabile pazienza e devozione, e così alla fine “l’alchimia” ha avuto inizio. Alcune persone ci hanno lasciato, altre si sono aggiunte, attratte magari dal nostro entusiasmo e in qualche mese siamo riusciti a formare un gruppo affiatato, che cerca – al di là dei risultati – di dare il massimo per animare le funzioni religiose. Trovato l’accordo, ci siamo riproposti di rinnovare il repertorio dei canti, ci siamo messi alla ricerca di altri spartiti e, lavorando a questa nuova avventura, abbiamo anche stretto rapporti di amicizia. In questo modo un altro significato si è aggiunto al nostro servizio, perché è bello stare insieme e condividere la trepidazione e la soddisfazione per il nostro lavoro. In un mondo che spinge sempre all’individualismo e all’isolamento, è importante testimoniare che si può ancora – con un po’ di buona volontà – essere “gruppo” e condividere idee, sentimenti e progetti.

nostro Signore Gesù nella maniera più intima possibile, meditando tutti i misteri e cercando di farli propri. Attraverso questa preghiera è possibile ottenere qualsiasi grazia desiderata, perché è la Madonna personalmente che, attraverso il nostro Rosario, andrà a chiedere ed intercedere per noi, presso il suo Figlio e nostro Signore Gesù, le grazie che noi chiediamo e che portiamo nel nostro cuore. E poi attraverso il Rosario ognuno di noi si sentirà ancora più vicino e confortato dalla presenza della nostra Madre Celeste, che ci tende la sua mano per accompagnarci in questo nostro cammino terreno. Ogni giorno a Medjugorje tutto il paese si ferma alle 18,35 perché questo è l’orario in cui la Madonna viene a visitare la nostra terra per lasciare il suo messaggio di pace e amore. Allo scoccare dell’ora dell’apparizione tutti i pellegrini e i cittadini di Medjugorje si inginocchiano

e pregano per affidare alla Gospa le loro suppliche. Vorrei soffermarmi sul momento dell’adorazione del Santissimo Sacramento fatta dopo la celebrazione eucaristica, nel completo ed assoluto silenzio, che veniva rotto solo dalle grida di persone che al momento dell’invocazione dello Spirito Santo venivano straziate dalle impurità della loro anima. Infatti una delle caratteristiche del pellegrinaggio di Medjugorje è proprio la sensazione tangibile della presenza dello Spirito Santo che aleggia nell’aria e che penetra nei cuori di ognuno, rendendolo puro e santificandolo. Il processo di purificazione solitamente avviene attraverso un pianto che scaturisce dal proprio interno e che dirompe incontrollato. Questo è lo Spirito Santo, che, entrando nella nostra vita, ci fa rendere conto di tutti i peccati di cui siamo colpevoli, ma al tempo stesso piangiamo, perché

possiamo avvertire l’infinita misericordia che il nostro Signore Dio ha verso i suoi figli, consolandoci e rendendoci forti nell’amore. Vorrei concludere questo mio racconto sull’esperienza del pellegrinaggio con il messaggio che la Madonna ci ha affidato il 2 Agosto di quest’anno, periodo appunto dello svolgimento del Festival dei Giovani. “Cari figli, nella mia venuta qui in mezzo a voi, si riflette la grandezza di Dio e si apre la strada con Dio verso la felicità eterna. Non sentitevi deboli, soli e abbandonati. Con la fede, la preghiera e l’amore salite sul monte della salvezza. La Santa Messa, la vostra più sublime e più forte preghiera, sia il centro della vostra vita spirituale. Credete e amate, figli miei. In questo vi aiuteranno anche quelli che mio figlio ha scelto e chiamato. A voi e in modo particolare a loro, dò la mia benedizione materna. Vi ringrazio.”

Ad ogni messaggio la Madonna conclude dicendo “Vi ringrazio per aver risposto alla mia chiamata”. Da sempre questa frase mi ha destato tanti dubbi sul suo significato e, solo dopo essere stato a Medjugorje, ho capito realmente il suo significato. Si dice che chi va a Medjugorje non va per propria volontà, ma bensì viene chiamato dalla Madonna stessa che ha preparato per ognuno di noi un cammino spirituale da seguire. Ebbene, quella frase di conclusione dei messaggi della Madonna fa riferimento proprio a quest’invito che Lei ci propone e che il nostro cuore può o non accettare.Raccontare un’esperienza come

quella del pellegrinaggio a Medjugorje in un articolo purtroppo risulta troppo riduttivo ma vorrei citare un’espressione che un pellegrino fece durante il viaggio di ritorno. “La Madonna qui a Medjugorje ci ha fatto vedere il Paradiso, l’Inferno ed il Purgatorio. Il Paradiso è rappresentato dal luogo Santo che è Medjugorje dove si può respirare la presenza di Dio e della Madonna e dove il tempo sembra che si sia fermato. L’Inferno è rappresentato dalle persone possedute che gridano durante l’adorazione al momento dell’invocazione dello Spirito Santo. Il Purgatorio è rappresentato dalla nostra vita terrena, che segna il passaggio attraverso le sofferenze e l’attesa fino al momento del ricongiungimento con il nostro Signore Gesù e la nostra Santissima Madre.”

Giuseppe Pettinato

“Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni… fino ai confini della terra” (At. 1,8). E’ stato questo lo slogan che il Santo Padre Papa Benedetto XVI ha scelto per la 23a

Giornata Mondiale della Gioventù (GMG) che si è svolta in Sydney, Australia, dal 15 al 20 luglio e che ha visto la partecipazione di oltre 400 mila giovani provenienti da 168 nazioni del mondo. Anche la nostra diocesi di Acireale era presente con una delegazione composta dal Vescovo mons. Pio Vittorio Vigo, Don Vincenzo Di Mauro, Don Salvatore Ragusa, Don Vittorio Rocca, Don Alfredo D’Anna e la sua mamma, e i giovani Agata, Chiara, Giorgia, Giuseppe, Gianluca ed io, Salvo. Siamo partiti alla volta del “nuovissimo continente” il 6 luglio e, dopo un lungo viaggio in aereo, siamo giunti a Brisbane dove siamo stati condotti dai Padri Scalabrini che ci hanno smistati presso famiglie di nostri connazionali, le quali ci hanno accolto aprendo le loro case a persone loro sconosciute, mettendo a nostra disposizione di tutto, anche loro stessi con amore e gioia, sapendo che tutto sarebbe stato fatto in nome di Gesù.La settimana pre GMG trascorsa a Brisbane l’abbiamo dedicata alla scoperta del mondo nuovo. Iniziamo con la visita allo zoo immerso in una foresta di eucalipti, dove abbiamo avuto modo di incontrare gli animali tipici dell’Australia: canguri, koala, coccodrilli, serpenti, uccelli. Poi passiamo ai parchi divertimento affollati di giovani famiglie con tanti bambini; ed infine, l’immancabile tour della città e relativo shopping. Molto sentito è stato l’incontro coi nostri compaesani in terra d’Australia nelle due feste organizzate dalla parrocchia di Letwice, rispettivamente per noi e per tutti i gruppi di giovani italiani ospitati a Brisbane.A Sydney entriamo nel vivo della GMG. Una settimana intensa trascorsa tra le visite all’Opera House, Giardino Botanico e la partecipazione alla messa di apertura al

molo di Barangaroo; la passeggiata sull’ Harbour Bridge e l’arrivo del Papa in battello attraverso Darling Harbour; le catechesi e la festa Italiana all’Entertainment Center; la spettacolare Via Crucis per le vie della città; gli spostamenti in metrò e i tanti chilometri percorsi a piedi in mezzo alla fiumana umana; la veglia notturna sotto la costellazione della Croce del Sud nell’ippodromo di Randwick e la messa conclusiva del Papa con il conferimento del sacramento della Cresima a 20 giovani di tutto il mondo.La partecipazione alla GMG è stato l’evento che mi ha permesso di vivere l’universalità della Chiesa, immerso tra tanti giovani di ogni nazione, diversi per colore, lingua, età, ma tutti accomunati dalla stessa fede, dallo stesso Spirito, come nel giorno di Pentecoste. Lo Spirito Santo ci ha condotti in un lunghissimo viaggio, quasi ai confini

del mondo, per testimoniare e vivere la nostra fede con gioia, per scuotere un continente dalla fede tiepida e assopita da un benessere che distoglie dal vero senso della vita.Concludo questo mio articolo rivolgendo a voi lettori le domande che Papa Benedetto ha posto a noi giovani nell’omelia della S. Messa: “Cari giovani, permettetemi di farvi ora una domanda.

Che cosa lascerete voi alla prossima generazione? State voi costruendo le vostre esistenze su fondamenta solide, state costruendo qualcosa che durerà? State vivendo le vostre vite in modo da fare spazio allo Spirito in mezzo ad un mondo che vuole dimenticare Dio, o addirittura rigettarlo in nome di un falso concetto di libertà? Come state usando i doni che vi sono stati dati, la “forza” che lo Spirito Santo è anche ora pronto a effondere su di voi? Che eredità lascerete ai giovani che verranno? Quali differenze voi farete?”. Riflettiamo in questo tempo di avvento sulla nostra vita, e vi invito a leggere i messaggi che il Papa ci ha donato durante la GMG. Auguri e Buon Natale. N.b. prossima GMG in Spagna, Madrid 2011.

Salvo Cavallaro.

Tutto ebbe inizio con una discussione tra amici! Si era prospettata la possibilità di poter andare a Medjugorje, un luogo sacro nell’ex Jugoslavia, dove ogni giorno vi sono le apparizioni della Madonna Regina della Pace. Ci informammo sui gruppi di preghiera che organizzavano il pellegrinaggio in occasione di un evento annuale che è il Festival dei Giovani. Così il 30 Luglio salimmo sull’autobus che ci portò prima fino a Bari e poi, attraverso la traghettata dell’Adriatico, arrivammo nelle coste dell’Ex Jugoslavia. Qui attraverso delle strade, dove si potevano vedere chiaramente i segni della guerra, arrivammo finalmente a Medjugorje, con il suo bellissimo santuario dedicato alla Gospa (Madonna in croato). Appena scesi dall’autobus si respirava un’aria meravigliosa, quasi divina, ma non era nulla in confronto a quello che ci avrebbe aspettato. Subito dal primo giorno iniziò il nostro pellegrinaggio attraverso scalate di montagne sacre alle prime luci dell’alba recitando il Santo Rosario, assieme a moltitudini di genti provenienti da tutto il mondo. Poi iniziò il Festival dei Giovani, che si celebrava nella piazza retrostante il Santuario. La vista di sessanta mila giovani provenienti da ogni parte del mondo, che sventolavano la bandiera del proprio Stato e che cantavano canti di gloria alla nostra Madre Celeste e a Gesù, era una sensazione emozionantissima. Le messe giornaliere venivano recitate in tutte le lingue e durante la messa pomeridiana, che faceva parte del programma del Festival dei Giovani, il Vangelo veniva letto a turno in tutte le lingue del mondo. Poi il momento dell’adorazione rappresentava il culmine di una giornata vissuta all’insegna della completa santità, in un clima dove tutti pregavano. A fare da corollario ai vari momenti liturgici vi erano le testimonianze di conversioni e di persone che operavano nell’ambito delle opere di carità. Talvolta si pensa al Rosario come un atto lungo e noioso, soprattutto per i giovani, che preferiscono magari ascoltare della musica o andare in qualche bar a bere qualcosa. Ebbene, a Medjugorje tutti i giovani presenti per il Festival, me compreso, arrivavano a recitare qualcosa come almeno quattro Rosari al giorno e tutto avveniva nella più completa normalità. Il Rosario è la preghiera attraverso cui ci si può avvicinare alla Madonna e al

IL FESTIVAL DEI GIOVANI A MEDJUGORJE 2008

(MEDJUGORJE MLADIFEST 2008)

SIDNEY,

AI CONFINI DEL MONDO CONDOTTI DALLO SPIRITO

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VITA DI COMUNITA’ 3

MORTO ALESSIO II, ULTIMO PATRIARCA

RE DELLA SANTA RUSSIA

SCHEDA DI ALESSIO IIrussa, dove è tra l’altro sepolto lo scrittore Boris Pasternak. La Chiesa russa eleggerà il successore di Alessio II entro sei mesi. La carica verrà ricoperta ad interim dal metropolita Juvenaly di Kolomna e Krutitsa. Il Consiglio sarà convocato entro sei mesi per eleggere un nuovo patriarca. I funerali si sono tenuti martedi 9 dicembre a Mosca, presenti tutti i potenti di Russia e non solo. La Conferenza Episcopale Italiana, che pure in passato aveva avuto attriti con costui, poiché non era stato concesso al Santo Padre di recarsi in visita in Russia per l’opposizione dello scomparso, molto diplomaticamente nella persona del Presidente, S.Em. il Cardinale Angelo Bagnasco, e del Segretario Generale, S.E. Mons. Mariano Crociata, nella preghiera: “Affida a Dio l’anima di Sua Santità Alessio II, Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, partecipando al dolore della Chiesa Ortodossa Russa per la sua scomparsa. Egli ha rappresentato un punto di riferimento per tutta la Cristianità e ha operato attivamente nel promuovere il dialogo ecumenico, sostenendo quella tensione all’unità che realizza il comando del Signore. Consapevoli del suo alto

magistero e del ruolo determinante nella crescita del suo Paese, grati per la sua ripetuta presenza in terra italiana, esprimiamo il nostro cordoglio alla Chiesa Ortodossa Russa, nella certezza che il Padre misericordioso ricompenserà il Suo servo fedele”. L’ultimo leader dell’Unione sovietica, Mikhail Gorbaciov, si è detto «sconvolto». «Ho difficoltà a trovare le parole - ha affermato l’ex presidente -. Sentivo un profondo rispetto nei suoi confronti». Un’ultima riflessione. Il cristianesimo, nel corso di duemila anni, ha affrontato migliaia di crisi, le quali spesso hanno portato a persecuzioni o a scismi vari. Spesso per aver dato scarso ascolto alle preghiere provenienti dal popolo. Domandiamo quindi a Nostro Signore, nel periodo della Sua nuova venuta, di donarci più umiltà nei cuori e di mandarci sacerdoti e pastori sempre più disponibili ad accogliere le suppliche e le richieste dei fedeli che soffrono, che puntino sempre alla sostanza delle cose e non all’apparenza di un regalismo che, alla luce dei tempi nuovi, non ha più senso d’esistere. Andrea Camarda

Alessio Ridiger aveva 79 anni ed era nato a Tallinn, in Estonia. La sua ascesa alla massima carica della Chiesa ortodossa russa è avvenuta in pratica in contemporanea con il crollo dell’Urss, nel 1990. Ordinato sacerdote nel 1950, Alessio era tornato in Estonia e nel 1961 si era fatto monaco, uno scalino obbligatorio per percorrere la carriera ecclesiastica nell’ortodossia

russa. In quello stesso anno era diventato Vescovo di Tallin e dell’Estonia. Nel 1964, l’ingresso nel Santo Sinodo, e nel 1968 era diventato metropolita, una carica analoga al cardinalato cattolico. Dal 1986 al 1990 era stato vescovo di Leningrado (l’attuale San Pietroburgo) e Novgorod, e il 7 giugno 1990 venne acclamato patriarca di Mosca e di tutta la Russia. La cerimonia di insediamento si tenne il 10 giugno, facendo di Alessio II il quindicesimo patriarca della chiesa ortodossa russa. La carica di Patriarca della Russia risale al 1589. Accanto alla vita religiosa, Alessio II ha sempre mantenuto una forte presenza politica: nel 1989 fu anche deputato del Soviet supremo. Nel 1993, nel pieno della crisi che opponeva il soviet al primo presidente della Russia post-sovietica Boris Yeltsin, cercò una difficile mediazione fra le parti, finendo poi per schierarsi col Cremlino. Con Vladimir Putin ha visto risorgere ancora di più il prestigio della sua chiesa, ora frequentata dalla leadership del paese quasi al completo.

Andrea Camarda

E’ morto l’ultimo simbolo del regalismo cristiano in Europa. Il patriarca di tutte le Russie, Alessio II, capo della potente chiesa ortodossa, non era solo il capo della sua chiesa, ma anche l’esponente occidentale di punta di quel clero cristiano che preferisce il compromesso con chi governa, anche se in maniera sbagliata, piuttosto che ascoltare la voce di chi soffre. Perché è necessario non dimenticare come il defunto non abbia denunciato le atrocità ad esempio commesse dai soldati russi in Cecenia negli ultimi dieci anni. Non solo, secondo autorevoli testimonianze, egli era più interessato all’apparenza che alla sostanza delle cose, cioè manteneva quell’aspetto regalistico nei confronti dei potenti di Russia, che spesso, ahimè, è simile anche in molti prelati cattolici. L’annuncio della morte, avvenuta venerdì mattina 4 Dicembre, è stato dato dal portavoce del Patriarcato di Mosca Vladimir Vigilianski. Da tempo circolavano voci su uno stato di salute precario dell’alto prelato, che pare si fosse ricoverato brevemente in Germania in estate. Alessio II è morto nella sua residenza fuori Mosca, nel villaggio di Peredelkino, famoso punto di ritrovo dell’intellighenzia

Teologica di Sicilia. La celebrazione eucaristica pomeridiana è stata presieduta dall’Arcivescovo di Palermo Mons. Paolo Romeo. Nell’800, periodo in cui visse e operò il Cusmano, era presente la conflittualità tra studi ecclesiastici e vita vissuta reale dalle comunità cristiane, per cui si prospettò la necessità di riformare gli studi ecclesiastici con una legislazione teologica adeguata alle necessità che nel tempo si manifestavano. Mente e fede che si fondono: una mente che si lascia illuminare dalla fede e agisce di conseguenza.Dall’insegnamento dell’Apostolo Paolo, dice il Cusmano, i credenti devono apprendere che: “la vera vita è nella fede“ e non secondo il pensare umano: uomo vecchio in Gesù Cristo uomo nuovo. Così Egli interpretava la sua vita illuminata dal Vangelo e vissuta in coerenza con esso. Possedeva un senso spiccato di riferimento alla parola di Dio per poi applicarla alla vita, tanto che nei suoi scritti cita almeno 500 volte termini biblici che sono fondamento della vita sia dell’Antico che del Nuovo Testamento, in quanto l’uno e l’altro completano il cammino cristologico. Il povero non è soltanto quello sociale, ma soprattutto quella società corrotta dal male che si allontana da Dio. La vita nuova è in Cristo e al servizio ai poveri socialmente e spiritualmente. E’ dal Vangelo di Matteo che Cusmano trae la visione del povero in cui Cristo si identifica: Cristo deve partire dal cuore, tornare a Dio significa cambiare: “E’ troppo avido quel cuore a cui solo Dio non basta”. Così sintetizzerà il suo messaggio ai Servi dei Poveri : “Voi guarderete e considererete Dio nel povero; Dio nel bambino; Dio nell’ammalato e nel perseguitato. Nell’aiutare e servire questi indigenti in ogni necessità, aiuterete e servirete Dio medesimo.” Da questo messaggio, riteniamo necessaria e produttiva una reciproca collaborazione tra società civile e Istituzioni pubbliche, perché si possa venire incontro ai fratelli che sono nella necessità: “beato l’uomo che aiuta il

prossimo nella sua fragilità, con quanto, in casi simili, egli stesso vorrebbe essere da lui aiutato.”. Altro momento importante per le Associazioni “Beato Cusmano” operanti nel territorio siciliano è stato il rinnovo delle cariche sociali e ciò è avvenuto anche nella nostra realtà locale che svolge la propria attività nella Parrocchia Regina Pacis e nel Centro Sociale della Congregazione Missionari Servi dei Poveri. Nell’augurare buon lavoro al direttivo neo–eletto, auspichiamo che tutti gli associati vivano

in comunione, condivisione, sincerità di cuore e trasparenza la vita di comunità in armonia con la regola del carisma che abbiamo scelto come esempio di vita e con l’Ordine religioso fondato dal Beato Giacomo Cusmano, al quale S.E. il Vescovo Mons. Pio Vigo ha affidato la conduzione della nostra Parrocchia verso la via della santità. Un ringraziamento rivolgiamo al direttivo uscente per l’opera caritatevole svolta al servizio dell’Associazione e dal quale si spera ancora di avere un valido contributo dall’esperienza maturata in tanti anni di attività, perché come ci insegna Madre Teresa: “Ciò che io posso

fare tu non lo puoi fare, ciò che tu puoi fare non lo posso fare io. Ma insieme possiamo fare qualcosa di bello per Dio”.Si porta a conoscenza che l’Associazione è stata rappresentata in seno alla Consulta Laicale presso la Diocesi di Acireale nella riunione che si è tenuta nella Basilica di S.Sebastiano alla presenza del Direttivo della Consulta, di n.16 Associazioni rappresentate compresa la nostra, nonché di S.E. Mons. Pio Vigo. L’incontro è iniziato con un momento di preghiera seguito dalla lettura di un brano evangelico e dall’ascolto della parola del Signore per accogliere e custodire le Sue attese e poter animare i nostri gruppi e poi tendere verso gli altri. Il Signore, continua Mons. Pio Vigo, sostiene e protegge il nostro cammino nel non venir meno ai nostri doveri di cristiani nelle nostre comunità, attraverso l’opera dello Spirito Santo che ci unisce, ci amalgama e ci aiuta a estendere la Parola di Dio come una macchia d’olio, a vivere la nostra vita personale e di comunità con l’occhio della fede.Successivamente la signora Barbara Sgroi del direttivo della Consulta ha spiegato che compito prioritario della Consulta è quello di svolgere un cammino di comunione tra Associazioni e Movimenti con il Vescovo e quindi di prendere coscienza di ciò che la Diocesi vuole portare avanti. Ebbene l’obiettivo è far sì che l’azione della Consulta si inserisca nell’azione della Chiesa Locale e che fra tutti i gruppi si faccia famiglia, pur conservando ognuno la propria identità. A conclusione dell’intervento della signora Barbara Sgroi sono intervenuti alcuni rappresentanti di Associazioni che hanno illustrato delle iniziative in corso di realizzazione e successivamente sono state divise copie delle linee pastorali per gli anni 2008-2010. Prima del saluto finale il Vescovo ha fatto dono di una sua poesia “La paglia ti sorride”, della quale è stata data anche lettura. Per quel che ci riguarda, il messaggio che abbiamo colto in quelle righe, dalle quali emerge la semplicità d’animo del nostro Vescovo e il

suo interamente affidarsi alla speranza che viene in mezzo a noi sotto le sembianze di un neonato accolto in una culla di paglia, è attingere alla consapevolezza che, solo guardando a Gesù possiamo trovare la forza ed il coraggio di ripartire insieme per continuare il nostro cammino di fede. Solo quel giorno sarà per noi veramente Natale. Altro appuntamento che l’Associazione ha appena concluso, in osservanza al programma approvato dal Direttivo Regionale, è la giornata di ritiro spirituale in preparazione al Natale in collaborazione con l’Associazione Cusmaniana di Savoca. Questa esperienza è per la prima volta che trova attuazione ed è stata ritenuta dai partecipanti positiva ed arricchente, poiché si sono trovati a confronto realtà diverse unite nella preghiera, nel discutere e nel riflettere su problematiche di vita spirituale che ogni buon cristiano deve trovare la forza ed il coraggio di sperimentare nella propria vita personale, nonché in famiglia e in comunità. Tali spunti di riflessione, che hanno animato il dibattito, sono scaturiti dalla lettera di S.Giacomo e dal brano del Vangelo proprio della III Domenica di Avvento scelti da Padre Vittorio Sino poli, che ha condotto i lavori. È così sorto un clima di familiarità e di serenità, che si è ancor più armonizzato nel momento di convivialità condiviso negli stessi locali dell’Oratorio parrocchiale, ove si è svolta la giornata di spiritualità conclusasi con lo scambio finale degli auguri di un buon lavoro associativo e di un Natale da vivere nello spirito del Beato Giacomo Cusmano.Auguriamo a tutta la comunità parrocchiale, ai Religiosi e Religiose Servi dei Poveri un sereno Natale e felice Anno nuovo.Un augurio affettuoso alla Superiora Gesuina della Congregazione Missionaria Servi dei Poveri nella ricorrenza del suo 45^ anniversario di vita consacrata. Viva Gesù, sempre nei nostri cuori.

Giuseppe e Anna Maria Triscari

“Il Beato Giacomo Cusmano, per sanare le piaghe della povertà e della miseria che affliggevano tanta parte della popolazione a causa di ricorrenti carestie ed epidemie, ma anche di una sperequazione sociale, scelse la via della carità: amore di Dio, che si traduceva nell’amore effettivo verso i fratelli e nel dono di sé ai più bisognosi e sofferenti in un servizio spinto sino al sacrificio eroico…”Egli guidò i suoi figli e le sue figlie spirituali all’esercizio della carità nella fedeltà ai consigli evangelici e nella tensione verso la santità. Le sue lettere spirituali sono documenti di una sapienza ascetica in cui accordano fortezza e soavità. L’idea centrale era questa: “Vivere alla presenza di Dio e in unione con Dio; ricevere tutto dalle mani di Dio; far tutto per puro amore e gloria di Dio………..Omissis”.Con questa motivazione il 30 Ottobre del 1983, in Piazza S.Pietro, Papa Giovanni Paolo II proclamò Beato Giacomo Cusmano.In quest’ anno di grazia , i Missionari Servi dei Poveri e le Suore Serve dei Poveri , l’Associazione “Giacomo Cusmano“, nella ricorrenza del XXV della beatificazione, hanno onorato la loro guida carismatica in un Convegno di studi su “Scrittura e Scritture in Giacomo Cusmano“ tenutosi sabato 22 novembre c.a. presso l’Aula Magna della Facoltà Teologica di Palermo. Hanno partecipato ai lavori S.Ecc. Mons. Vincenzo Bertolone Vescovo di Cassano Allo Ionio, presente nonostante l’evento luttuoso della dipartita della mamma avvenuta solo pochi giorni prima, Padre Giuseppe Civiletto Superiore Generale, Suor Lilia Dominguez Superiora Generale, illustri relatori come Don Massimo Naro, Francesco Conigliaro, Saverio Civillieri, Angelo Passero, che hanno trattato tematiche di approfondimento di alcuni aspetti della vita e spiritualità del Beato, con riferimento alla ricerca sulle fonti bibliche in uso di Giacomo Cusmano, effettuato dall’infaticabile Suor Maria Teresa Falzone, anch’essa della facoltà

BEATO GIACOMO CUSMANO:

ESEMPIO DI AMORE DONATO

NON E’ MAI TROPPO TARDI!

Powers. Non ho trovato parole migliori per descrivere l’esperienza di un gruppo di giovani con un unico sogno: quello di ridare vita ad una realtà che li ha fatti crescere nella fede e nella speranza lungo il corso del periodo più problematico della loro vita, l’adolescenza. Con fiducia, perseveranza e soprattutto coraggio, questo sogno si è realizzato! I tempi sono stati abbastanza lunghi, ma necessari per rimettere al loro posto i pezzi mancanti ed ora siamo qui, reduci da un’estate ricca di emozioni, vissute al grest accanto ai

nostri fratelli più piccoli, pronti a portare avanti la nostra missione. In fondo siamo

tutti missionari, “apostoli contemporanei”, solo che a volte lo dimentichiamo e non

dovremmo, poiché missione è ‘dare senza ricevere nulla in cambio’ e non esiste cosa

più bella. I momenti difficili non mancano mai, ma Dio non ci abbandona, ci tiene per mano, ci porta in braccio; Lui è sempre accanto a noi, ogni momento della vita… come Amico, come Padre, come Maestro. Con il Suo aiuto siamo qui, nelle Sue mani, forse ancora un po’ troppo giovani, ma pieni di speranza e di voglia di fare, pronti a metterci in gioco e a buttarci a

capofitto nel nostro progetto: accompagnare i giovanissimi della nostra comunità lungo

il percorso di formazione che li aspetta, riflettendo sulle problematiche del nostro tempo attraverso il confronto. In un tempo in cui il futuro si prospetta più che mai offuscato, abbiamo bisogno di credere, di avere fiducia in Colui che è speranza, senza alcun timore perché, se mai dovessimo cadere, Qualcuno ci prenderà per mano e ci darà la forza di rialzarci ancora ancora e ancora, senza stancarsi mai. Dentro di noi c’è tanta fiducia e anche tanta speranza; il nostro motto è “Stavolta mi butto!”, noi abbiamo deciso di farlo… e voi?

Daniela Cavallaro

Ho sognato che camminavo in riva al mare con il Signore e rivedevo sullo schermo del cielo tutti i giorni della mia vita passata. E per ogni giorno trascorso apparivano sulla sabbia due orme, le mie e quelle del Signore. Ma in alcuni tratti ho visto una sola orma, proprio nei giorni più difficili della mia vita. Allora ho detto: «Signore io ho scelto di vivere con te e tu mi avevi promesso che saresti stato sempre con me. Perché mi hai lasciato solo proprio nei momenti più difficili?». E Lui mi ha risposto: «Figlio, tu lo sai che io ti amo e non ti ho abbandonato mai: i giorni nei quali sei soltanto un’orma sulla sabbia sono proprio quelli in cui ti ho portato in braccio». Margaret Fishback

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L’ANGOLO DELLO SPIRITO

Trovai finalmente quella grotta dove Dio ha baciato la terra.Era povera e nascosta come tante altre.

La Parola eterna l’aveva scelta e riempita di pace:somigliava al grembo verginale della madre, colmo di umiltà, di silenzio e di preghiera.

Entrai a testa bassa, come chi cerca un tesoro, e scorsi in un angolo il Paradiso.La gioia, vestita d’infanzia, mi accolse e mi fece sedere accanto alla luce.

Nel cuore sentii germogliare allora il canto del cielo;e fu anche per me il giorno del Natale.

Natale 2008

t Pio Vigo

POESIA DEL VESCOVO

Credo che in ognuno di noi c’è un momento della nostra vita in cui prendiamo coscienza del vero significato della vita, del nostro vissuto, e ci accorgiamo che non sempre ci siamo comportati in maniera irreprensibile. Ci si accorge come il tempo sia passato curandoci più delle cose materiali che dello spirito. Abbiamo nutrito il corpo lasciando a digiuno l’anima che, come il corpo, ha bisogno di essere nutrita attraverso i sacramenti eucaristici. Accade cosi che in un determinato momento per una presa di coscienza e se vogliamo per un ritorno di fiamma, ritorniamo alle cose dell’anima in un primo momento, timidamente, poi a mano a mano cominciamo ad entrare in un contesto diverso che non è fatto solo di ascolto, ma di preghiera. Preghiera che non è soltanto esaltazione dello spirito, ma è anche medicina e salute dell’anima. Si cominciano a comprendere tanti perché della vita, sentire il bisogno di comunicare agli altri fratelli i messaggi che ci ha lasciato Gesù durante la Sua vita terrena.

Giovanni Pettinato

RIFLESSIONE

UN BIMBO CI E’ STATO DONATO

Un piccolo bimbo mandato per noi,nato da una fanciulla vergine, sua madre.L’altissimo Iddio, che si nasconde in quellapiccola creatura umana (per amore),ha voluto nascere povero in una stalla,per insegnare a noi l’umiltà, l’abbandonodelle cose terrene e imitare Lui solo Lui,perché è il giusto, il Santo, il Salvatore.Lui, quel piccolo bambino, ci insegna l’amoree dà la vita per noi.Tu Messia atteso, che si sperava, sei venuto,Tu il Signore più grande di tutta la storia, sei venuto.Tu Luce per dare luce alle tenebre.Tu sei l’amore, l’unione, la pace, sei il nostro tesoro e la nostra gioia.Un Dio fattosi uomo e soffre per noi.Come una stella staccata dal firmamentosi è posata in una grotta, in una stalla di Betlemme,così è venuta la luce nel mondo con Te Gesù,nostro Salvatore, e sei rimasto sempre con noi nella santissima Eucaristia, pane degli Angeli e nutrimento delle anime nostre.Grazie Padre per averci donato questo Tesoro.Auguri, Buon Natale.

Rosa Cardillo

L’Eucaristia è il nostro tesoro più bello, è il sacramento per eccellenza che ci introduce maggiormente nella vita eterna, e contiene tutti i misteri della nostra salvezza: è la fonte e il culmine dell’azione e della vita della Chiesa. Non pare vero che anche questo triennio del mandato dei ministri straordinari sia finito e già un altro riparte con nuovi e riconfermati.E’ importante, come dice Gesù, non essere solamente ascoltatori della Parola, ma bisogna attuarla e metterla in pratica, naturalmente secondo le possibilità di ciascuno e delle situazioni in cui ci si trova. Tutti però nella chiesa siamo chiamati ad essere testimoni e missionari della parola di Gesù e ciascuno di noi deve sentire fortemente questo impegno di apostolato nei confronti di chi non crede e basa la sua esistenza sul materialismo, preso unicamente da occupazioni e preoccupazioni riguardanti le cose terrene, senza alzare gli occhi e tendere a quelle del cielo. I ministri straordinari della Comunione sono cristiani della comunità che, nutrendo la propria vita di fede con la partecipazione frequente alla celebrazione Eucaristica, si lasciano plasmare dalla grazia del sacramento e si rendono disponibili a portare il Signore a quei fratelli, anziani e/o malati, che non possono raggiungere la parrocchia. La comunità cristiana riconosce nella malattia un momento particolarmente

delicato per la vita della fede e si premura che i fratelli sofferenti siano aiutati a vivere il tempo e l’esperienza del dolore come partecipazione al mistero pasquale di Cristo. Noi esprimiamo dunque la cura amorosa della chiesa per quei fratelli anziani e malati che, pur non potendo partecipare alle celebrazioni eucaristiche, desiderano però ricevere la comunione frequentemente. Chi vive l’esperienza della malattia, attraverso il servizio dei ministri dell’eucaristia, può così sentirsi unito alla comunità cristiana e sostenuto dall’attenzione e dall’amore dei presbiteri e di tutti i fratelli.Tutta l’opera di Dio non è altro che amore. Infatti il cuore di Dio ha creato l’amore, il cuore dell’uomo l’egoismo. L’amore accende la fede e illumina la speranza, l’uomo ha bisogno d’amore. Con l’amore tutto può essere salvato, senza l’amore tutta una civiltà può andare in frantumi; con l’amore il mondo si edifica. Abbiamo più bisogno di uomini buoni che di uomini grandi! Tutto il bene che si fa senza fede e l’amore di Dio, è una forma di vanità, la più triste e meschina. Dio ha la nausea dell’onestà formale. Non è facile amare il prossimo così, anzi vi dirò che non ci riuscirete ad amarlo sinceramente, disinteressatamente e universalmente se non in Cristo, per amore di Cristo e dietro l’esempio di Cristo.L’amore non è una cosa umana, è divina, tanto è vero che c’è voluto lo stesso

Figlio di Dio per insegnarlo agli uomini. I ministri dell’Eucaristia si impegnano in un serio cammino di formazione spirituale, contraddistinto da un grande amore per l’Eucaristia, condizione indispensabile per l’esercizio del ministero loro affidato. Poiché il servizio di portare la comunione ai malati è in stretta relazione con la celebrazione Eucaristica, di norma, essi raggiungono i malati partendo dalla chiesa dopo aver partecipato alla santa Messa. Essi sono mandati dalla Chiesa, attraverso il servizio nella comunità parrocchiale per servire i malati; tale servizio si colloca dunque al vertice della pastorale verso i malati e di tutta la comunità. Il Cristo unico Signore dell’universo, Figlio del Dio vivente, Padre della vita, ci assicura che Dio provvidenza è vicino all’uomo soprattutto quando soffre. Molti uomini peccatori, provati, emarginati e sofferenti, ma spinti e illuminati dallo Spirito Paraclito, sentono l’esigenza di ricorrere alla misericordia divina del Padre, al quale ci conduce Gesù, “la via sicura ed unica” grazie anche all’intercessione di Sua Madre, Maria Santissima. Oggi noi ministri straordinari ci facciamo solidali con tutti i sofferenti e ci uniamo alla Vergine Maria, affinché diriga i nostri passi verso la casa di Dio Padre ricco di misericordia.

Piera Cardillo Fedel

L’EUCARISTIA, IL NOSTRO TESORO PIU’ BELLO

Il gruppo adulti di catechesi formato di ex associati di A.C. e simpatizzanti, si riunisce ogni martedì alle ore 16,00 nei locali parrocchiali sotto la guida del parroco Padre Vittorio Sinopoli e della collaboratrice prof.ssa Anna Vasta. L’incontro di catechesi, a cui partecipa un cospicuo numero di parrocchiani, è un cammino di fede nella speranza e nella carità che ha come obbiettivo essenziale quello di informare e formare.Far conoscere le Sacre Scritture dell’Antico e Nuovo Testamento è presupposto primario per maturare una fede più genuina e consapevole. I cristiani, condividendo la vita e gli insegnamenti di Gesù, sono chiamati ad essere partecipi della realtà del Regno, ad annunziarlo, a testimoniarlo, ad essere

solleciti costruttori. Se manca la conoscenza del cristianesimo, e di conseguenza la preparazione e la formazione, non si può essere annunciatori, e la fede che si crede di avere risulta superficiale e di facciata. Nel cammino catechistico, cammino di gruppo, si fa esperienza di crescita ed arricchimento in quanto percorso comunitario di fede, di condivisione, di fraternità, di conoscenza e di preghiera. L’anno liturgico si vive in sintonia con il corso di catechesi che, sebbene ogni anno si rinnovi e si approfondisca, dedica nei tempi liturgici forti per la Chiesa, quali il Natale e la Pasqua, grande attenzione alle letture liturgiche e al passo del Vangelo della domenica.L’approfondimento che segue alla lettura, i

relativi riferimenti, nonché gli interrogativi che spontaneamente sorgono nei singoli fedeli, sono ulteriori occasioni di riflessioni e proficue conversazioni. In questo periodo di festa gioiosa per l’umanità intera, che nella venuta del Messia si è redenta dal peccato originale ed ha acquistato la promessa della vita eterna, la Chiesa, attraverso la liturgia della Parola, invita il suo popolo a vigilare, a convertirsi, a trasformare veramente la propria vita nell’attesa della seconda venuta del Messia, alla fine dei tempi quando, per i risorti in Cristo, ci saranno cieli nuovi e terre nuove. Auguri a tutti di un Santo Natale!

Anna Vasta Papa

UN CAMMINO NELLA FEDE. NELLA SPERANZA, NELLA CARITA’

La nostra gioia si fa preghiera accompagnando questi nostri fratelli nella fede!

BATTESIMI

15/11 Testa Giusy07/12 Gueli Virginia07/12 Mille Andrea08/12 Messina Emma Maria21/12 Vasta Marco

MATRIMONIO

20/12 Mavilia Giuseppe e Ragusa Carmela

25° ANNIVERSARIO DI MATRIMONIO

27/12 Migliore Angelino e Gullotto Carmela

1° ANNIVERSARIO PRESBITERALE

27/12 Padre Juan Silva S.d.P.

È ripreso poco più di due mesi fa il cammino di fede con i fanciulli della nostra Comunità. Ritrovarsi nei locali della catechesi è esperienza profonda per noi catechisti chiamati a far conoscere loro l’amore e la presenza di Gesù perché imparino a seguire il Suo esempio. Con gioia li accogliamo e dedichiamo il nostro tempo, i nostri pensieri e il nostro bagaglio spirituale; cerchiamo di entrare in sintonia con i loro desideri e le loro aspettative; animati da fede e impegno proviamo a trasmettergli gli insegnamenti di Gesù; illuminati dallo Spirito Santo non ci scoraggiamo quando si presenta un momento difficile o quando a volte avvertiamo il peso della responsabilità che il nostro ruolo comporta. Ogni gruppo ha iniziato il suo percorso, chi si prepara a ricevere il Perdono di Dio nel sacramento della Riconciliazione, chi si appresta a ricevere per la prima volta Gesù Eucaristia, i più grandi che si avvicinano al sacramento della Confermazione e i

più piccini ai loro primi passi verso Gesù. Tutti in cammino verso lo stesso traguardo: Gesù Cristo! La formazione cristiana dei nostri ragazzi non può però esaurirsi negli incontri di catechismo. Non è sufficiente dare loro delle nozioni che ben presto potrebbero essere dimenticate. È necessario che la loro preparazione si fortifichi e si concretizzi attraverso la partecipazione alla Santa Messa. È fondamentale che facciano esperienza di comunità cristiana. È per questo che abbiamo consegnato il “cartellino delle presenze a Messa”. Non suoni questo gesto a voi famiglie come una forma di costrizione, ma come un invito. L’invito ad essere presenti all’incontro tra fratelli e sorelle con il Signore. La Messa va vissuta in prima persona, non è un peso o un obbligo da assolvere per far contento qualcuno. La Messa è un dono straordinario che il Signore ci fa, è la vita vera, quella vissuta in amicizia, nella fratellanza autentica, nell’ascolto della Parola che non

inganna. Con l’aiuto del Signore è questo il messaggio che cercheremo di seminare, coscienti che parte di esso finirà sulla strada, sui sassi, tra le spine, ma fiduciosi che parte di esso cadrà sul terreno buono. Un sereno Natale a voi genitori! Abbiate a cuore il bene spirituale dei vostri figli, siate i loro principali testimoni di fede. Un gioioso Natale a voi fanciulli del catechismo! A voi che siete il futuro di questa Parrocchia, regni sempre il sorriso sui vostri volti e vi guidi Gesù sui sentieri della lealtà e dell’amore infinito. Un felice Natale a tutta la Comunità perché cammini nella carità, nella solidarietà, nel perdono reciproco e nella fratellanza. Un Natale di pace e speranza a Padre Vittorio e Padre Giovanni! A voi che guidate il nostro cammino e non fate mancare la vostra presenza, il nostro grazie per la fiducia che ci dimostrate e rinnovate.

Rita Caputo

IL NOSTRO CAMMINO DI FEDE

AVVISI

Hanno contribuito alla realizzazione di questo numero di “Vita di Comunità”:

1) Padre Vittorio Sinopoli S.d.P.; 8) Anna Vasta Papa; 2) Antonio Visconte; 9) Daniela Cavallaro; 3) Giuseppe Visconte; 10) Giuseppe Triscari; 4) Salvo Cavallaro; 11) Anna Maria Triscari; 5) Isa Veronese; 12) Piera Cardillo Fedel; 6) Giuseppe Pettinato; 13) Rita Caputo; 7) Andrea Camarda; 14) Rosa Cardillo.

VITA DI COMUNITA’4