Nel sessantesimo anniversario documentazione della...

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rs 96 documentazione N 15-1966 II materiale contenuto in questo numero si riferisce al periodo 23 settembre-5 ottobre La riunione del Comitato Direttivo della CGIL del 3-4-5 ottobre II documento sull'unità sindacale II Comitato direttivo della CGIL do- po una ampia e profonda discussione sulla relazione presentata da Ago- stino Novella sui problemi dell'unità sindacale ha approvato all'unanimità il seguente documento conclusivo: « II Comitato direttivo della CGIL esprime un positivo giudizio sugli sviluppi dell'unità d'azione fra le organizzazioni di categoria e sul na- scere di un nuovo tipo di rapporti permanenti fra le varie organizzazio- ni. Quest'ultimo dato di fatto pur non essendo generalizzato appare as- sai significativo perché investe una categoria fondamentale come quella dei metallurgici. Il C.D. della CGIL ravvisa in ciò un importante passo avanti nella poli- tica unitaria che tende a stabilire nuovi rapporti tra le diverse organiz- zazioni, in coerenza con la linea della CGIL. Nel quadro di tali rapporti che ten- dono ad allargare il campo dell'uni- tà d'azione e a cancellare ogni di- scriminazione nei riguardi della no- stra organizzazione, anche le recenti SOMMARIO La riunione del Comitato Direttivo della CGIL del 3-4-5 ottobre — II documento sull'unità sindacale La relazione di Agostino Novella — II dibattito sulla relazione Novella — La relazione di Foa — La discussione e l'o.d.g. sulle vertenze e le lotte — I 50 anni di Fernando Montagnani — Le modifiche allo statuto approvate dal C.C. della FIOM — La FIOM sui cantieri navali — La Federmezzadri re- spinge lo « schema Restivo »: la lettera al ministro La risoluzione del C.C Federbraccianti — La mozione del Comitato Centrale SFI — Vietnam: una proposta dei sindacati giapponesi — La risposta della CGIL Sullo sciopero degli autoferrotran- vieri — Nel sessantesimo anniversario della fon- dazione della CGIL — La CGIL nel 20' anniversa- rio della morte di Achille Grandi. decisioni della FIOM in materia di incompatibilità fra cariche sindacali e cariche politiche o elettive rappre- sentano un contributo positivo al rin- novamento del sindacato, un elemento di avvicinamento agli obiettivi del- l'unità ed un ulteriore passo avanti nello sviluppo logico degli stessi de- liberati del VI congresso confederale. Il C.D. impegna tutte le organizza- zioni della CGIL a estendere al mas- simo l'esperienza unitaria : nel cam- po della politica rivendicativa, nella condotta delle lotte, nella elabora- zione delle piattaforme economiche, nello sforzo di sindacalizzazione dei lavoratori, per aprire ovunque, nel maturare delle condizioni concrete, la possibilità di un'ulteriore avan- zata e di decisioni anche operative che imprimano un carattere sempre più permanente e significativo al- I unità d'azione. In questo quadro, riconoscendo reali- sticamente che le prospettive di uni- tà organica incontrano difficoltà ma che verso tale obiettivo si può pro- cedere anche per tappe graduali, il C.D. condivide la proposta avanzata nella relazione Novella, in una va- lutazione positiva degli sviluppi del- l'unità, di operare in comune per la instaurazione di un nuovo tipo di rapporti e per una collaborazione tra le diverse confederazioni, ricer- cando la definizione di nuove norme che regolino in modo permanente ta- li rapporti. II C.D. insiste pertanto sulla neces- sità che gli incontri interconfederali si svolgano secondo il calendario concordato su tutti i punti ancora da affrontare, che riguardano la funzio- ne, i compiti e le finalità del sinda- cato nella società nazionale, le poli- tiche economiche e salariali e l'au- tonomia del sindacato. Questi in- Documentazione Pag. 1/145

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Nel sessantesimo anniversariodella fondazione della CGdL

Or sono 60 anni, il 1° ottobre 1906,nasceva a Milano la ConfederazioneGenerale del Lavoro. L'esperienza ela coscienza di classe dei lavoratoriitaliani prendeva infine la formamatura di una organizzazione sinda-cale nazionale impegnata « a disci-plinare la lotta e l'iniziativa dellaclasse lavoratrice contro lo sfrutta-mento capitalistico ». Quel punto dipartenza di un lungo cammino era,a sua volta, il punto d'arrivo di unprocesso lungo e travagliato nel cor-so del quale i lavoratori, attraversole prime esperienze associative, era-no passati via via alle più consape-voli manifestazioni di solidarietà, diresistenza e di attacco contro unpadronato cieco e brutale e controla violenza della reazione di finesecolo.

Lo sviluppo impetuoso della CGIL ela stessa nascita delle « leghe bian-che » testimoniavano dei sentimentinuovi di libertà e di dignità umanadi cui si facevano portatori i lavo-ratori. Essi andavano di pari passocon lo sviluppo impetuoso delle bat-taglie dei lavoratori contro lo statodi miseria e di oppressione in cuivivevano e con la realizzazione delleprime fondamentali conquiste delmovimento sindacale italiano, chedovevano garantire condizioni di la-voro e di esistenza meno disumane,orari di lavoro più sopportabili edil riconoscimento dei primi diritti dirappresentanza operaia nelle fab-briche.

Non vi è dubbio che la storia na-zionale non può prescindere dal gior-no che vide per la prima volta sullascena la CGL. La lotta dei lavoratoriè la lotta per il progresso di tuttoil paese. Le aspirazioni alla libertà ela forza del sindacato nella societàsono civile garanzia per tutti. Que-sto conferma l'esperienza di 60 anni.Quando infatti il fascismo avanza nelpaese, nonostante le eroiche paginescritte dai lavoratori e dai democra-tici, ciò è possibile anche perché in-sufficienti sono l'unità e i diritti deisindacati. Ecco perché dopo il crol-lo del fascismo la spinta all'unità di-ventava prepotente, fino alla con-fluenza in una sola Confederazione— la C.G.I.L. — delle grandi cor-renti ideali del movimento operaioitaliano.

Oggi, a 60 anni di distanza da quellontano 1" ottobre 1906, la classeoperaia e i lavoratori, che pure han-no fatto grandi passi avanti sulla viadella civilità e della libertà, devono

continuare la loro lotta contro losfruttamento padronale per assicura-re a se stessi e a tutto il paese mag-giore benessere, più libertà e la ga-ranzia di un avvenire di pace.Dall'insegnamento del passato, daicompiti del presente nascono le esi-genze sempre più vive di unità deilavoratori, di autonomia del sinda-cato, di riconoscimento pieno delruolo insostituibile di questa fonda-mentale organizzazione di classe intutta la vita della società nazionale.Nel ricordo del sacrificio dei pionie-

ri, dei lavoratori che hanno saputocombattere con dignità e fermezza,affrontando negli anni la reazionepadronale, il terrore fascista, la re-pressione dei governi ; nel ricordodello sforzo tenace dei suoi attivistie dei suoi costruttori, la CGIL cele-bra il 60° anniversario della fonda-zione della Confederazione Generaledel Lavoro, trasmettendo alle giova-ni generazioni il suo appassionatoimpegno per l'emancipazione dei la-voratori, la loro unità, la libertà e ilprogresso di tutto il paese.

La CGIL nel 20°anniversario

della morte diAchille Grandi

20 anni fa, 28 settembre 1945, mo-riva a Desio Achille Grandi, segreta-rio generale della Confederazione Ge-nerale Italiana del Lavoro, rinata subasi unitarie e democratiche dopo ilcrollo della tirannide fascista.Achille Grandi, coraggioso sindacali-sta e irriducibile antifascista fu unodei protagonisti dell'unità del movi-mento sindacale italiano e uno deifirmatari del Patto di Roma che il 3giugno 1944 consacrò ufficialmentela ricostituzione della CGIL. Grandiinfatti aveva vissuto il dramma delladivisione del movimento sindacale edella violenza fascista e aveva matu-rato l'appassionato convincimento cheuna organizzazione sindacale unita-ria assicurasse forza e prestigio ailavoratori collocandoli su un piano dialta responsabilità nazionale e costi-tuisse un insostituibile sostegno perla nuova democrazia italiana.La CGIL che Grandi con Di Vittorioe Buozzi — in rappresentanza dellegrandi correnti ideali del movimentooperaio italiano — vollero, doveva ri-spondere a queste esigenze.L'unità sindacale anche se di brevedurata lasciò nel movimento dei lavo-ratori italiani, tracce incancellabili.Dimostrò che l'unità è possibile tralavoratori di diversa ispirazione po-litica e religiosa. Dimostrò che i la-voratori uniti acquistano una grandeforza che può modificare in modoqualitativo il loro ruolo nella societànazionale.Ma il sindacato per essere unitario

deve essere autonomo dai partiti, daigoverni e dai padroni. E non sono leideologie politiche che uniscono i la-voratori ma le comuni esigenze diclasse. Al Congresso costitutivo di Na-poli del gennaio 1945, Grandi ammo-niva « questa assemblea ha dimostra-to che, con l'unità, noi lavoratori ditutte le tendenze ci siamo riuniti eaffratellati. Essa ci ha rivelato la co-scienza del fatto che quelli che lavo-rano insieme non debbono essere piùdivisi, nella difesa dei loro interessie delle loro aspirazioni. Sono lietodi aver contribuito a realizzare questaunione... e coloro che come me sonosaliti su questa tribuna e sono vecchiorganizzatori sindacali, sanno che videbbono rimanere soltanto per tra-smettere la bandiera dell'unità sinda-cale ai giovani ».

Oggi il movimento operaio e tutti ilavoratori, per assolvere ai nuovi,complessi compiti che la situazionepresenta, sanno che, pur nelle muta-te condizioni e nelle nuove diverseforme in cui essa si presenta, l'esi-genza dlla loro unità è più viva chemai e sentono che il messaggio diAchille Grandi, che la CGIL ha sem-pre considerato proprio, è valido evitale. A venti anni dalla sua mortela Confederazione Generale Italianadel Lavoro che lo ebbe suo segretariogenerale, inchina le sue bandiere, incommosso raccoglimento, dinanzi almilitante operaio, all'antifascista, al-l'uomo modesto, retto e giusto checon fermezza, coerenza e grande par-tecipazione umana ha sofferto e lot-tato per l'unità dei lavoratori, per laloro emancipazione in una società na-zionale libera, democratica e paci-fica - Roma, 28 settembre 1966.

A cura dell'Ufficio Stampa • Propa-ganda della CGIL

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rs96 documentazione N 15-1966

II materiale contenuto in questo numero si riferisce al periodo 23 settembre-5 ottobre

La riunione del Comitato Direttivo della CGIL del 3-4-5 ottobre

II documentosull'unità sindacale

II Comitato direttivo della CGIL do-po una ampia e profonda discussionesulla relazione presentata da Ago-stino Novella sui problemi dell'unitàsindacale ha approvato all'unanimitàil seguente documento conclusivo:« II Comitato direttivo della CGILesprime un positivo giudizio suglisviluppi dell'unità d'azione fra leorganizzazioni di categoria e sul na-scere di un nuovo tipo di rapportipermanenti fra le varie organizzazio-ni. Quest'ultimo dato di fatto purnon essendo generalizzato appare as-

sai significativo perché investe unacategoria fondamentale come quelladei metallurgici.Il C.D. della CGIL ravvisa in ciò unimportante passo avanti nella poli-tica unitaria che tende a stabilirenuovi rapporti tra le diverse organiz-zazioni, in coerenza con la linea dellaCGIL.Nel quadro di tali rapporti che ten-dono ad allargare il campo dell'uni-tà d'azione e a cancellare ogni di-scriminazione nei riguardi della no-stra organizzazione, anche le recenti

SOMMARIO

La riunione del Comitato Direttivo della CGIL del3-4-5 ottobre — II documento sull'unità sindacale— La relazione di Agostino Novella — II dibattitosulla relazione Novella — La relazione di Foa — Ladiscussione e l'o.d.g. sulle vertenze e le lotte — I50 anni di Fernando Montagnani — Le modificheallo statuto approvate dal C.C. della FIOM — LaFIOM sui cantieri navali — La Federmezzadri re-spinge lo « schema Restivo »: la lettera al ministro— La risoluzione del C.C Federbraccianti — Lamozione del Comitato Centrale SFI — Vietnam: unaproposta dei sindacati giapponesi — La rispostadella CGIL — Sullo sciopero degli autoferrotran-vieri — Nel sessantesimo anniversario della fon-dazione della CGIL — La CGIL nel 20' anniversa-rio della morte di Achille Grandi.

decisioni della FIOM in materia diincompatibilità fra cariche sindacalie cariche politiche o elettive rappre-sentano un contributo positivo al rin-novamento del sindacato, un elementodi avvicinamento agli obiettivi del-l'unità ed un ulteriore passo avantinello sviluppo logico degli stessi de-liberati del VI congresso confederale.Il C.D. impegna tutte le organizza-zioni della CGIL a estendere al mas-simo l'esperienza unitaria : nel cam-po della politica rivendicativa, nellacondotta delle lotte, nella elabora-zione delle piattaforme economiche,nello sforzo di sindacalizzazione deilavoratori, per aprire ovunque, nelmaturare delle condizioni concrete,la possibilità di un'ulteriore avan-zata e di decisioni anche operativeche imprimano un carattere semprepiù permanente e significativo al-

I unità d'azione.

In questo quadro, riconoscendo reali-sticamente che le prospettive di uni-tà organica incontrano difficoltà mache verso tale obiettivo si può pro-cedere anche per tappe graduali, ilC.D. condivide la proposta avanzatanella relazione Novella, in una va-lutazione positiva degli sviluppi del-l'unità, di operare in comune per lainstaurazione di un nuovo tipo dirapporti e per una collaborazionetra le diverse confederazioni, ricer-cando la definizione di nuove normeche regolino in modo permanente ta-li rapporti.

II C.D. insiste pertanto sulla neces-sità che gli incontri interconfederalisi svolgano secondo il calendarioconcordato su tutti i punti ancora daaffrontare, che riguardano la funzio-ne, i compiti e le finalità del sinda-cato nella società nazionale, le poli-tiche economiche e salariali e l'au-tonomia del sindacato. Questi in-

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contri dovrebbero avere il loro se-guito nelle prossime settimane, pergiungere entro il mese di novembrea una prima conclusione.Il C.D. riafferma inoltre la sua vo-lontà di procedere autonomamentead approfondire una serie di que-stioni che riguardano problemi diorientamento dell'intero movimentosindacale, quale ulteriore contributoalla costruzione dell'unità.Il C.D., constatando l'esistenza di di-

verse opinioni che interessano la no-stra e le altre confederazioni, ritienenecessario un dibattito sui temi del-la politica sindacale internazionale,ed europea in particolare, della in-compatibilità, della esistenza e dellanatura delle correnti sindacali, dellaeventuale costituzione di un cartellofra CGIL-CISL-UIL, come avvio alladefinizione di una nuova posizionedel sindacato nei suoi rapporti conla società e nella costruzione della

sua unità.Per questo, su tali problemi, il C.D.decide di aprire un dibattito pub-blico, all'interno della CGIL e con lealtre organizzazioni, affinchè il con-tributo democratico e libero di unpiù vasto numero di quadri sindacalie di lavoratori possa agevolare lamaturazione di posizioni unitarie chevraebbero importanza decisiva per gliulteriori sviluppi del processo di uni-tà sindacale» - Roma, 5 ottobre 1966.

La relazione diAgostino Novella

Ecco il testo della relazone delcompagno Agostino Novella sul se-condo punto all'ordine del giornodella riunione del C.D. della CGIL.« La politica unitaria del movimen-to sindacale e le sue realizzazionisono caratterizzate da due fatti chesembrano contrastanti ma che in ef-fetti non lo sono. Abbiamo da unlato gli sviluppi positivi dell'unitàd'azione fra le organizzazioni di ca-tegoria, sia sotto l'aspetto dei suoicontenuti rivendicativi e della suaestensione a importanti obiettivi dipolitica economica, sia sotto l'aspet-to di un nuovo tipo di rapporti per-manenti unitari fra le varie organizza-zoni. Il fenomeno non è generalizzato,ma se si tiene conto che ha la suapunta avanzata nella categoria dei me-tallurgici e che investe, sia pure in va-ria misura, altre categorie molto im-portanti, esso è estremamente signi-ficativo.

A questa situazione corrispondono, daun altro lato, le lentezze e le incer-tezze nell'andamento degli incontristabiliti fra le segreterie confede-rali per discutere i problemi del-l 'unità; lentezze e incertezze che siesprimono, oltre che nella rarefa-zione degli incontri, negli scettici-smi che su di essi sono stati recen-temente espressi da qualche dirigen-te sindacale.Occorre dire subito che gli scetti-cismi e le incertezze non vengonoe non possono venire dalla nostraparte. Prima di tutto perché noipensiamo che gli incontri già avve-nuti alcuni risultati li abbiano giàdati ; e poi perché siamo convintiche essi abbiano già dimostrato lapossibilità di ottenere altri risultatipiù ampi.Naturalmente quando facciamo que-ste affermazioni ricordiamo che agli

incontri jnterconfederali sulla poli-tica unitaria noi non abbiamo maiattribuito nessuna prospettiva mira-colistica. Abbiamo sempre sottolinea-to, per esempio, il nesso inscindi-bile che esiste fra le prospettivedell'unità organica e gli sviluppi del-l'unità d'azione e, in questo senso,abbiamo indicato il grande valoredei nuovi contenuti e delle nuoveforme che stanno prendendo i rap-porti unitari tra i sindacati di ca-tegoria nel corso delle attuali lottecontrattuali E' proprio per questeragioni che l'unità a livello dellecategorie non può essere consideratacontraddittoria con la politica uni-taria della CGIL.

Questo modo di considerare gli svi-luppi dell'unità sindacale non ha im-pedito e non impedisce alla CGILdi accettare e di partecipare congrande convinzone a un confrontodi idee fra le tre centrali nazionalisui temi generali e fondamentali del-l'unità sindacale che si svolga inmodo indioendente dai temi con-creti delle iniziative e delle lotteunitarie in corso. Vogliamo anzi ri-cordare che di incontri di questotipo la CGIL si è fatta promotrice.I temi scelti in comune per gli in-contri interconfederali riguardano in-fatti le funzioni e le finalità del sin-dacato nella società nazionale, i suoirapporti con essa, il tipo di societàper cui il sindacato deve lottare,l'autonomia e le politiche economi-che e salariali del sindacato. La scel-ta di questi temi ed il metodo adot-tato per la condotta degli incontrihanno indicato, fin dall'inizio, l'af-fermazione di una volontà politicaunitaria, sostanzalmente positiva, daparte di tutte le confederazioni in-teressate a questo fatto è di giàper se stesso un risutato.

Una battuta d'arresto nel prosegui-mento del dialogo in questi ultimitempi però vi è stata. Ma contestia-mo che essa possa essere attribuitaa un andamento negativo del dialo-go stesso. Crediamo anzi di poterdire che la prima fase degli incon-tr i , che è stata dedicata a temi cosìimportanti e fondamentali come quel-li che l'on. Storti chiama « premessedi valore », abbia dato dei risultatipositivi. Certo, non si può parlarefinora di accordi sostanziali e ciòanche perché la discussione non èancora finita e, d'altra parte, è lo-gico pensare che l'unità di vedute sutemi così vasti, complessi e impe-gnativi come quelli indicati non pos-sa formarsi rapidamente in una bre-ve serie di incontri anche se apertie leali come quelli he abbiamo giàavuto. Tuttavia i risultati positivi cisono. Siamo convinti di aver get-tato delle basi serie per un prosegui-mento positivo del dialogo fra leConfederazioni e la CGIL crede diaver dato a questo scopo un seriocontributo. I giudizi pessimistici nonhanno ragione di essere se si partedai fatti del dialogo e se non si ob-bedisce a preoccupazioni che al dia-logo stesso sono assolutamente estra-nee. Essi sono oltretutto assoluta-mente prematuri anche in rapportoagli atti concreti compiuti dalla CGIL.Vogliamo portare un esempio.Arrivati a una prima fase conclusivadelle discussioni sulle « premesse divalore » è stato assunto, da partedelle tre Confederazioni, l'impegnopreciso di redigere un verbale degliorientamenti espressi, o recepiti daciascuna di esse, nel corso della di-scussione. Ebbene, la CGIL il suoverbale lo ha redatto e lo ha con-segnato il 29 settembre u.s. mentredalle altre organizzazioni nessun do-

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ratori tutti alla politica dei redditi,intesa come disciplina esclusiva deisalari.In questo quadro il Comitato cen-trale afferma l'esigenza che i lavora-tori di tutto il settore sviluppino l'a-zione necessaria ad indurre il go-verno a non procrastinare ulterior-mente una risposta positiva in ordi-ne alle richieste avanzate dalle Con-federazioni e specialmente quelle ri-guardanti la data d'inizio del riasset-to — che non dovrà essere spostataoltre il 1° gennaio 1967 e dovrà es-sere di entità rispondente alle attesedel settore.

Il Comitato centrale, consapevole delprofondo malcontento tra la categoriadalla mancata soluzione dei diversiproblemi — aggravata dal continuopeggioramento delle condizioni di vi-ta e di lavoro, che tende di fatto adanticipare l'attuazione degli indirizzinegativi contenuti nel progetto di ri-forma — afferma la necessità di re-spingere la tendenza aziendale di pro-seguire nell'accanita ricerca di econo-mie sulle spalle del personaleCosì pure deve essere denunciata ecombattuta a pretesa dell'Azienda diaffrontare le richieste dei sindacatisenza aumentare, e, possibilmente, di-minuendo le spese di personale.Aquesta posizione, che tende a svuo-tare di contenuto ogni rivendicazionesindacale, risale infatti la tattica di-latoria con cui la controparte affron-ta gli urgenti problemi relativi allamodifica della normativa dell'orariodi lavoro del personale di macchina eviaggiante, ed alla conservazione delposto di lavoro e nega i miglioramen-ti economici e normativi dei lavora-tori degli appalti e delle assuntorie.In questa situazione si colloca ancheil problema della revisione delle com-petenze accessorie che l'Azienda ten-de a rinviare nel tempo, per destinarel'intera cifra di 8 miliardi annuali,ottenuti con l'azione del giugno scor-so, esclusivamente alla istituzione diun compenso incentivante.Il Comitato centrale, pur senza respin-gere aprioristicamente tale premio,conferma la rivendicazione della ri-strutturazione delel competenze ac-cessorie e di una sostanziale rivalu-tazione di esse, da perseguirsi sia pu-re con gradualità e da iniziare uti-lizzando una parte degli 8 miliardiannui.

In questa pesante e difficile situazio-ne, il Comitato centrale afferma lanecessità che la categoria unisca leproprie forze e passi all'attacco e damandato alla segreteria nazionale diattuare le lotte nazionali e di rag-gruppamento necessarie, impegnandonel contempo tutto il sindacato a pro-muoverne l'allargamento e l'intensi-ficazione anche sul piano locale perportare a sollecita e soddisfacente so-luzione le rivendicazioni e per re-spingere ogni ulteriore peggioramento

delle condizioni di lavoro.In tale prospettiva assume partico-lare rilievo l'azione per annullare learbitrarie disposizioni sulle trattenu-te per bravi scioperi, per l'annulla-mento delle punizioni e per la solu-zione positiva dei problemi delle li-bertà sindacali che da troppo temposi trascinano sul tavolo della tratta-tiva.Il C.C., nel rilevare con soddisfazio-ne lo svilupparsi del processo unita-rio in settori importanti del mondodel lavoro impegnati in grandi lottecontrattuali, sottolinea l'urgenza cheanche nella nostra categoria sianosviluppate le iniziative unitarie chesi vanno manifestando, dando vita,tra l'altro, ad atti concreti di correttocomportamento reciproco dei sinda-cati.

Ciò sarà tanto più possibile quantomaggiore sarà l'impegno del sinda-cato a tutti i livelli di dar vita adiniziative unitarie sia sui problemiconcernenti la politica dei trasporti,sia sulla riforma dell'azienda che sulriassetto e sulle altre rivendicazionigenerali e particolari.Il Comitato centrale, cosciente delmomento particolarmente impegnati-vo al quale il sindacato deve farefronte per imporre na svolta decisivaalla situazione, decide la convocazio-ne dei segretari compartimentali peri giorni 6 e 7 ottobre al fine di pre-disporre un programma di attivitàper la soluzione dei diversi problemie pervenire al necessario rafforza-mento organizzativo, anche attraver-so un forte lancio del tesseramento1967 che solleciti i lavoratori delleferrovie a stringersi sempre più at-torno al sindacato ferrovieri italianie alla CGIL per aumentarne ancora laforza ed il potere contrattuale

Ordine del giorno sulla pace appro-vato dal C.C. del SFI-CGIL

« II Comitato centrale del SFI, riu-nito in Roma il 23-9-66, sensibilealla profonda aspirazione alla paceche anima e unisce i lavoratori ditutte le razzee, nazionalità ed ideo-logie — che è la condizione essen-ziale per il raggiungimento delle f i -nalità di progresso economico e so-ciale per le quali stanno nei singolipaesi aspramente lottando; convintodella inderogabile necessità che allevoci sempre più autorevoli che si le-vano da ogni parte per la fine dellaguerra nel Vietnam si unisca ancorpiù attivamente quella del mondo dellavoro; plaude alla iniziativa presadal sindacato giapponese SOHYO diinvitare tutto il movimento sindacaledel mondo ad attuare una manifesta-zione internazionale di lotta e di pro-testa per il Vietnam e la pece; solle-cita la CGIL ad esaminare sul pianonazionale la proposta stessa dichiaran-dosi sin da ora impegnato al più este-

so successo delle sue decisioni; inci-ta, nel contempo, tutti i ferrovieriitaliani a partecipare, con il massimoimpegno ad ogni iniziativa tesa ad as-sicurare la indipendenza nazionaleall'eroico e martoriato popolo vietna-mita e la creazione delle condizioniper una pace durevole, per la finedella corsa agli armamenti e per lainstaurazione di veri rapporti di ci-vile convivenza fra tutti i popoli » -Roma, 28 settembre 1966.

Sullo sciopero degliautoferrotranvieri

Si è concluso il 29 settembre lo scio-pero nazionale di 48 ore dei lavora-tori autoferrotranvieri. Alla lotta haaderito l'85°£ del personale delleautolinee extraurbane e il 100% deifilotranvieri. In questi due giorni disciopero le città sono rimaste para-lizzate e i lavoratori hanno dato an-cora una volta una dimostrazione dialta combattività. I sidacati della ca-tegoria sollecitano la ripresa delletrattative sulla base delle richiestepresentate, sulle quali ancora non siè riscontrata alcuna apertura dellacontroparte.

Ieri, al termine della prima giornatadi lotta, si sono riunite le segreteriedella CGIL e della Federazione Italia-na degli Autoferrotranvieri per esa-minare l'andamento dello scioperoLa vastissima partecipazione dei la-voratori allo sciopero — hanno affer-mato le segreterie — testimonia laferma decisione dei lavoratori di per-venire al rinnovo dei contratti nazio-nali scaduti da tempo che la contro-parte si rifiuta persino di discutere,per porre cosi la vertenza sul civilepiano della trattativa. E' inevitabileche, se non verrà modificato tale at-teggiamento, l'azione sindacale unita-ria in corso è destinata ad inasprirsiulteriormente acuendo i gravissimidisagi della popolazione.La constatazione che infatti deriva inmodo clamoroso dalle giornate disciopero della categoria è che la nor-male attività del paese viene comple-tamente sconvolta allorquando i mez-zi di trasporto collettivo sono fermi.Ciò conferma che l'organizzazione deltraffico, soprattutto nei grandi centriurbani, deve fondarsi su un efficientesistema di trasporti pubblici e nonpuò essere sostituito dal sistema ditrasporti pubblici e non può esseresostituito dalla anarchica e massicciacircolazione dei mezzi individualiLa verità è che manca una coerentepolitica dei trasporti che anzichémarginalizzare, esalti la razionale fun-zione del mezzo pubblico collettivo.

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zione a L. 1.000 giornaliere e l'esten-sione del diritto, per un massimo di156 giornate annue ai lavoratori cheabbiano raggiunto il minimo di 21giorni di occupazione.Le recenti decisioni adottate dal Con-siglio nazionale della FISBA-CISL, purnon chiarendo le modifiche da por-tare al sistema di accertamento e dicollocamento — offrono però la pos-sibilità di addivenire a convergenzeunitarie per la perequazione dei trat-tamenti assistenziali e previdenziali eper lo sviluppo di un vasto movimen-to di lotta che imponga l'avvio di unsistema di sicurezza sociale. L'obbiet-tivo dell'azione sindacale non può per-ciò essere sviato sul « falso » proble-ma della « proroga si o proroga no »,ma deve svilupparsi e potenziarsi alfine di conquistare la riforma del si-stema di accertamento, di colloca-mento e di contribuzione e di realiz-zare la parità salvaguardando per tut-ti i dir i t t i acquisiti e cioè impeden-do le cancellazioni arbitrarie e le de-classificazioni degli attuali iscritti aglielenchi anagrafici ed imponendo laiscrizione dei nuovi aventi diritto.7) II Comitato centrale della Feder-braccianti, di fronte all'aggravarsidello stato di occupazione, impegnale proprie organizzazioni a ricercareintese unitarie ed a sviluppare fortiazioni atte a garantire il lavoro, losviluppo delle condizioni sociali, inarmonia con lo sviluppo dell'agricol-tura.

Ciò richiede il superamento degli in-dugi ed una lotta avanzata su duepunti : il primo a livello d'azienda at-torno ai piani colturali, alle trasfor-mazioni agrarie ed alla organizzazio-ne del lavoro; il secondo al livellodi zona, in collegamento con i pianisociali e l'esecuzione di piani di irri-gazione, di bonifica e di realizzazio-ne delle opere agrarie strutturali einfrastrutturali.In questa sede debbono essere ricer-cate e consolidate le alleanze socialitra braccianti e contadini per inter-venire nei processi di programmazio-ne economica facendo divenire glienti di sviluppo, gli enti pubblici e iconsorzi, controparti con le quali con-trattare i piani, i tempi di esecuzioneed i livelli di occupazione.Dovranno essere perciò convocate con-ferenze zonali per individuare obbiet-tivi concreti e per dare avvio al mo-vimento sindacale.

Ma una condizione inderogabile perlo sviluppo dell'agricoltura e per faravanzare le condizioni dei lavoratoriè data dalla modifica degli indirizzidel iano verde n. 2 secondo le indi-cazioni della CGIL e degli altri sin-dacati e della giunta utilizzazione de-gli investimenti pubblici (Cassa Mez-zogiorno, FEOGA, leggi speciali, ecc) .Gli investimenti pubblici debbono es-sere utilizzati per promuovere, sep-pur gradatamente, le necessarie rifor-

me strutturali e debbono favorire, atal fine, le conversioni e le trasfor-mazioni agrarie e lo sviluppo delleforme associate tra i lavoratori e deicontadini.A questo fine il Comitato centrale de-cide di aderire al Centro nazionaleper le forme associative impegnandole proprie organizzazioni a sviluppa-re un vasto lavoro anche in questosettore.Il Comitato centrale da mandato allasegreteria di intervenire presso i grup-pi parlamentari per sollecitare la mo-difica dell'attuale proposta di leggesul Piano verde e di intervenire pres-so il governo per garantire agli in-vestimenti pubblici un indirizzo cor-rispondente alle esigenze dell'econo-mia agricola e dei lavoratori.8) II comitato centrale da mandatoai comitati direttivi privinciali e re-gionali di programmare e coordinarelotte, scioperi e manifestazioni a so-stegno delle rivendicazioni indicate,

adottando ie forme più efficaci cor-rispondenti alle situazioni locali e ri-cercando le più ampie intese unitarie.Saranno altresì prese iniziative per ilcoordinamento dell'azione al livellosettoriale e di zona: olive, agrumi,colonia, Italia Centrale, zootecnia.Gli organi esecutivi sono altresì im-pegnati a prendere decisioni per ilcoordinamento dell'azione sindacalea livello nazionale nel momento incui l'ampio sviluppo delle iniziativearticolate lo renderà opportuno. Atal fine la segreteria è impegnata aconsultare la FISBA e l'UlSBA percoordinare sia l'azione provinciale edaziendale che quella nazionale.9) II comitato centrale impegna tut-te le proprie organizzazioni a dibat-tere i temi della politica organizzati-va ed a preparare, alla luce delleesperienze fatte, il terzo convegno na-zionale di organizzazione, convocatoa Rimini per i giorni 6-7-8 ottobre1966.

La mozione delComitato Centrale SFI

II Comitato centrale del SFI, riunitoa Roma dal 22 al 24 settembre con-corda pienamente con il giudizio de-cisamente negativo espresso dalla Se-greteria nazionale sulla situazione nelsuo complesso ed in particolare suicontenuti dei disegni di legge appro-vato dal consiglio dei Ministri, con-cernenti i trasporti e la riforma dellaazienda F.S..

Il Comitato centrale nel sottolinearele gravi conseguenze sul piano eco-nomico e sociale che deriverebberodall'attuazione di tali provvedimentie dal mancato accoglimento delleistanze sostenute da tutti i sindacatiper un più incisivo intervento pub-blico nel settore, richiama l'attenzio-ne della categoria e dell'opinione pub-blica sull'ulteriore peggioramento chene conseguirebbe per tutto il settoredei trasporti, oltre che per le F.S., ilquale si ripercuoterebbe negativamen-te sull'intera collettività ed in modoparticolare sui ceti meno abbienti esulle zone depresse, specie nel Mez-zogiorno, nonché sui lavoratori delleferrovie che vedono minacciati i di-ritt i acquisiti in venti anni di lotta,ertanto, il Comitato centrale, ravvi-sando la necessità di continuare concrescente incisività l'azione per crea-re una forte mobilitazione di tutte leforze interessate ai problemi del set-tore, al fine di modificare sostanzial-mente i progetti di legge proposti dalgoverno, da mandato alla segreteria

nazionale di proseguire i contatti conle altre organizzazioni sindacali del-la categoria al fine di attuare tuttele azioni necessarie, compreso lo scio-pero nazionale.

Il Comitato centrale impegna altresìtutte le istanze del sindacato a sta-bilire più organici legami con i sin-dacati di tutto il settore dei trasportiper giungere anche ad azioni di lot-ta su obbiettivi comuni ; ciò contri-buirà, peraltro, a rendere possibilee ad accelerare la realizzazione diuna unica Federazione dei trasportitra i sindacati del settore aderentialla CGIL.

Il Comitato centrale, nel sottolienareil valore del documento elaborato epresentato al governo dalla CGIL, dal-la CISL e dalla UIL sulla riforma del-la pubbica amministrazione ed il rias-setto funzionale degli stipendi e del-le qualifiche, lo giudica una impor-tante piattaforma rivendicativa uni-taria per i lavoratori perché : — po-ne il governo di fronte a precise re-sponsabilità in ordine agli impegniassunti nei confronti dei pubblici di-pendenti, dei ferrovieri e del paese;— offre obbiettivi armonici a tuttoil settore del pubblico impiego nellaazione per la soluzione delle annoserivendicazioni di cui la nostra cate-goria ritiene non possa ulteriormen-terinviarsi la conclusione; — respin-ge il blocco delle retribuzioni, affer-mando anche l'opposizione dei lavo-

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cumento ci è ancora pervenuto. Noidiamo molta importanza al nostro« verbale » perché esso è dedicatoai problemi delle libertà democra-tiche, del metodo democratico, della•libertà dei singoli e dei gruppi or-ganizzati nella società nazionale. Noiabbiamo messo un impegno politicoaltamente responsabile nella redazio-ne di questo documento e pensiamoche un giudizio sulle prospettive dellapolitica unitaria e del dialogo incorso non possa prescindere da essoanche se è giusto considerare cheuna valutazione definitiva potrà av-venire dalla discussione sugli altripunti. Ma questa discussione bisognapur farla ed è giusto che ogni Con-federazione tenga fede ai propri im-pegni E' chiaro che certi giudiziprematuri, espressi soprattutto inchiave critica nei confronti dellaCGIL, possono indurci ad anticiparela pubblicazione del documento danoi presentato e non reso pubblicofinora per impegni precisi con lealtre organizzazioniII problema centrale che abbiamodi fronte è oggi, comunque, quellodi andare avanti negli incontri in-trapresi anche con un rigoroso ri-spetto dell'ultimo calendario stabi-lito Lo stimolo ad andare avanti civiene dagli sviluppi della situazionesindacale e dalle nuove esperienzeunitarie delle categorie e in parti-colare di quella dei metallurgici. Noidiamo molta importanza agli sviup-pi della situazione sindacale e dellenuove esperienze unitarie delle cate-gorie e in particolare di quella deimetallurgici Noi diamo molta impor-tanza agli sviluppi della politica uni-taria di questa categoria, specie aquelli più recenti determinati dalleultime decisioni degli organi diret-tivi della FIOM e della FIM-CISL.Vi è chi vuoi vedere nelle decisionidi queste organizzazioni di categoriaqualche cosa di anticonfederale, manoi non pensiamo affatto che anti-cipazioni delle categorie nella politi-ca unitaria possano e debbano en-trare in contraddizione con gli svi-luppi della politica unitaria confe-derale. Vediamo anzi in queste anti-cipazioni realizzate sulla base dellesituazioni concrete di ogni categoriala risultanza positiva di una poli-tica sindacale riccamente articolatae le consideriamo un contributo se-riamente positivo alla maturazionedelle possibilità unitarie a livello in-terconfederale Invitiamo quindi tuttele organizzazioni di categoria ade-renti alla CGIL a sviluppare sempredi più la loro iniziativa unitaria. Nonsi tratta di imitare meccanicamentel'esperienza dei metallurgici ma dioperare con spirito unitario nel qua-dro della situazione concreta di ognicategoria.

Vi è anche chi ha voluto vederenelle ultime decisioni della FIOM

sulle incompatibilità una negazionedei deliberati del nostro congresso diBologna. Noi le consideriamo inveceun loro logico sviluppo. Intanto vo-gliamo ricordare ancora una voltache la CGIL ha adottato a Bolognaun principio delle incompatibilità tracariche pubbliche elettive e carichesindacali, principio che è accettatodalla FIOM e dalla FIM-CISL e cheè invece rigorosamente respinto dallaCISL. L'opposizione espressa dallaCGIL al principio della incompati-bilità fra le cariche sindacali e quel-le politiche è determinata dal con-tenuto sostanzialmetne discriminato-rio che questa posizione prende nelleproposte della CISL. E' impossibilecomprendere infatti perché la CISLnon ha dato finora a questa que-stione delle incompatibilità nessunaimportanza quando si è trattato distabilire dei patti di unità di azionecon la UIL, o quando si tratta distabilire dei rapporti di buona col-laborazione con questa o con quellacorrente sindacale non comunista. E'chiaro che siamo ostili a queste di-stinzioni di origine ideologica, comeè chiaro per noi che la questionedelle incompatibilità non racchiudein sé tutta la questione dell'autono-mia del sindacato che è molto piùvasta e complessa. Quando l'onore-vole Storti sostiene una politica di-scriminatoria nei confronti della CGILnella scelta delle rappresentanze sin-dacali nelle istituzioni internazionali,e anche all'interno del nostro paese,per noi non è decisivo il fatto chel'on. Storti sia o non sia membrodella direzione della democrazia cri-stiana che di tale politica è promo-trice. La questione della autonomiadel sindacato investe grosse questio-ni di scelte democratiche autonome,di vita democratica interna e dipolitiche sindacali che vanno moltoal di là della questione della incom-patibilità e che ne condizionano ilsignificato. Noi abbiamo visto negliorientamenti della FIM-CISL un com-plesso di fatti molto interessanti chehanno dato al modo di porre la que-stione della incompatibilità da partedi questa organizzazione un signifi-cato sostanzialmente diverso da quel-lo che le viene dato dalla CISL. Or-bene, noi diciamo che se la lineacondotta dalla CISL nei confrontidella CGIL mutasse nel senso di por-re fine agli orientamenti discrimina-tori, nel senso di creare fra le no-stre organizzazioni situazioni similia quelle che si sono create nellacategoria dei metallurgici, nessunadifficoltà vi sarebbe da parte con-federale ad adottare il principio del-la incompatibilità con le cariche po-litiche anche sul piano confederale.Non è un patteggiamento quello cheproponiamo. Vogliamo solo riservarciil diritto di valutare il significatodegli atti compiuti da noi anche in

rapporto agli atti che compiono glialtr i . E ci pare di essere nel giusto.Una difficoltà a più rapidi ed ampisviluppi della politica unitaria frale confederazioni è rappresentata sen-za dubbio anche dalla questione dellaaffiliazione internazionale, ma anchein questo campo certe difficoltà cisembrano artificiosamente gonfiate.Noi abbiamo operato all'interno dellaFederazione sindacale mondiale perottenere una modifica sostanziale del-la sua politica unitaria nei confrontidella CISL internazionale ed i fattidimostrano che la nostra azione inquesto senso ha ottenuto dei risul-tati rilevanti che non possono essereconfutati da pregiudiziali ideologi-che. Non credo che si possa dire al-trettanto nei riguardi della CISL ita-liana ed internazionale II problemadi oggi è secondo noi quello di ope-rare ancora e meglio di quanto sisia fatto sinora nel senso di un av-vicinamento fra tutte le centrali in-ternazionali e a questo scopo la no-stra disponibilità non conosce l imit i .Se poi si dovesse arrivare veramentealla conclusione che il processo diunità sindacale, in Italia e in altripaesi d'Europa, fosse effettivamentecondizionato dalle affiliazioni inter-nazionali, ebbene noi pensiamo che ilproblema dell'unità possa seguire an-che la via di un nuovo tipo di rap-porti fra le centrali nazionali e quel-le internazionali, e anche quello del-la disaffiliazione. Ma la questioneva vista libera da ogni preconcettoideologico e discriminatorio, sulla li-nea della più completa reciprocità.L'unità sindacale in Italia e in Eu-ropa può valere anche questi sacri-f ici, da parte di tutt i, senza nes-suna concessione tuttavia a orienta-menti di frattura fra i lavoratori deipaesi capitalisti ed i lavoratori deipaesi socialisti. L'esigenza di unamaggiore conoscenza reciproca dellacpndizione in cui vivono i lavoratori,in cui operano i sindacati di questipaesi, si impone sempre di più. An-che in questo campo nasce il pro-blema di un nuovo tipo di rapportifra il movimento sindacale dei varipaesi. Esso dovrebbe trovare la suasoluzione, se non per la via dellecentrali internazionali, per quelladella via dei rapporti e delle rela-zioni bilaterali. Passi in avanti note-voli sono stati compiuti in questosenso proprio in questi ultimi tem-pi e si tratta ora di continuare an-che attraverso una più vivace inizia-tiva comune o singola delle varieorganizzazioni sindacali italiane.Uno dei problemi che è di già, eche sarà ancora maggiormente di-scusso, è quello se la esistenza omeno delle correnti sindacali all'in-terno delle organizzazioni sindacalipossa costituire di per se stessa unfatto di subordinazione alla politicadei partit i . Nelle condizioni stori-

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che e politiche in cui si è creatoil movimento sindacale italiano lecorrenti sindacali sono inevitabili.La forza reale di questo fatto è te-stimoniata anche e soprattutto dallaesistenza di varie centrali nazionalicon orientamento generale diverso,le quali costituiscono, né più némeno, che una esasperazione estremadella organizzazione delle correnti.Guardando all'avvenire, lavorandoper l'unità sindacale, l'ipotesi diuna unica organizzazione sindacalesenza correnti appare nettamente ir-realistica. Il modello che ci presentala CISL di una organizzazione senzacorrenti crollerebbe nella CISL stes-sa di fatto e anche formalmente, qua-lora la sua formazione fosse politi-camente più complessa di quello cheè attualmente Questo spiega la fun-zione che la CGIL riconosce allecorrenti nella sua vita interna, vistanel quadro di una battaglia per laautonomia del sindacato e per l'auto-nomia delle correnti che è semprenecessaria ma che ha delle possibi-lità reali di essere vinta su una lineache tende al superamento delle cor-renti stesse.

Nelle condizioni attuali dunque nonsolo non è possibile sostenere unameccanica eliminazione delle corren-ti , ma se si vuole proporsi in ter-mini realistici l'avvio di un processodi unità sindacale organica, non vedocome ciò possa avvenire — almenoin una prima fase •— se non attra-verso la costituzione di un cartellofra le varie organizzazioni esistenti.E' chiaro che sulla linea dell'auto-nomia del sindacato ciò non potreb-

be essere in nessun caso una ripe-tizione del patto di Roma, ma unanuova grande esperienza che prove-rebbe la solidità delle conquiste delsindacato in materia di autonomia ecostituirebbe una più solida baseper il suo ulteriore consolidamento.In questo senso l'idea di un cartellofra le ornanizzazioni sindacali mipare degna di esame nel dibattitounitario come una delle prospettiveconcrete per sviluppare il processoverso l'unità organica.Ritornando agli incontri interconfe-derali e al rispetto degli impegni dicalendario che sono stati recentemen-te stabiliti vogliamo aggiungere cheuna meta a questi incontri bisognapur darla. Parlo ovviamente di tem-pi, perché a una conclusione, o perlo meno a una prima conclusioneentro il mese di novembre, bisognaarrivarci. Ma non si tratta soltantodi questo. Noi crediamo che l'anda-mento del dialogo permetta ormai diintravvedere la possibilità di unaprima conclusione che si riferisca airapporti da instaurare fra le varieorganizzazioni. Le prospettive di unaunità organica non sono evidente-mente vicine. Ma l'instaurazione diun nuovo tipo di rapporti, di un nuo-vo clima di collaborazione è possi-bile, realistica e necessaria proprioin relazione agli sviluppi della situa-zione sindacale. Pensiamo cioè chegli incontri interconfederali possanoconcludersi, o arrivare a una primaconclusione, con la definizione dialcune norme che tendano a rego-lare, in modo permanente, un nuovometodo di rapporti interconfederali.

Alcune idee in questo senso le ab-biamo già formulate. Pensiamo, peresempio a una conferenza intercon-federale annuale e a norme di con-sultazione in circostanze particolar-mente impegnative per il movimentosindacale. Ma siamo aperti ad ognialtra proposta che vada in questadirezione. Parliamo ovviamente diaccordi tra la CGIL, la CISL e la UILperché siamo contrari ed ostili aqualsiasi operazione che tenda adisolare questa o quella organizzazione.Questa è la linea di politica unita-ria che abbiamo seguito e che segui-remo ancora. Siamo convinti di averoperato in piena coerenza con leaspirazioni profondamente unitariedei lavoratori italiani. Molte delle dif-ficoltà che si frappongono all'avan-zata dell'unità sono già state vintedallo slancio unitario dei lavoratori,dall'impegno unitario della CGIL, dal-la volontà unitaria che si manifestasempre più nelle altre organizzazio-ni. Le condizioni per superare ledifficoltà che permangono esistono.Il raggiungimento di questo obiet-tivo dipende molto da noi: da !aelaborazione di una politica riven-dicativa che sia sempre più adeguataai problemi reali delle masse lavora-trici e quindi sempre più oggetti-vamente unitaria; da un rapportosempre più democratico tra la CGILe le masse lavoratrici, da un impe-gno di politica unitaria che investatutta l'organizzazione, a tutti i livel-li, che investa tutte le correnti; di-pende in modo decisivo dalla unitàinterna della CGIL ed e anche inquesto senso che dobbiamo operare ».

Il dibattito sulla relazione NovellaSulla relazione dell'on. Novella alC.D. della CGIL sul secondo puntoall'ordine del giorno: i problemi del-l'unità sindacale, si sono svolti iseguenti interventi che qui di segui-to riassumiamo.

Il segretario confederale on. Gio-vanni Mosca, ha affermato che « larelazione di Novella sulle questionidell'unità sindacale ha il difetto diappiattire la problematica che na-sce dalle esperienze delle categoriee dagli incontri interconfederali e,come aggravante, di ridurre il tuttoad una trattativa, che a nostro giu-dizio non solo è inesistente, ma con-duce un cosi importante problemanegli schemi della misurazione delleresponsabilità di fronte alle inevita-bili difficoltà. La CGIL non può avereintrapreso e incoraggiato iniziativeunitarie al solo scopo di allontanare

da sé il sospetto di essere una com-ponente non disponibile all'unitàsindacale.« E proprio perché questa non è lasua volontà — ha continuato Mosca— non può nemmeno restare agno-stica di fronte ai giochi strumentalidelle altre confederazioni, CISL eUIL. Noi non siamo alla ricerca diuno o più responsabili del mancatoprogredire delle intese unitarie alivello confederale, né impegnati amisurare quanto ci possono conce-dere in cambio di nostre conces-sioni, ma bensì siamo impegnati aoperare intanto su di noi tutte lemodificazioni necessarie ad un in-calzante discorso sindacale unitario.« Credere che il discorso sulle incom-patibilità è valido per la FIOM sol-tanto perché ha nella FIM-CISL unpartner diverso dalla CISL confede-

rale, significa ridurre il discorso amisero diversivo. Il valore delle in-compatibilità si inserisce nel discor-so della definizione nuova del sin-dacato di fronte ai partiti e alle ca-riche pubbliche, cioè nel quadro diuna del tutto nuova definizione delrapporto democratico sindacato-società.

« Ecco perché — ha aggiunto Mosca— a nostro giudizio si devono inve-stire globalmente tutta una serie dialtri problemi, da quelli della ini-ziativa in sede internazionale, disaf-filiandosi dalla FSM, a quelli delladefinizione delle correnti sindacali,delle loro dialettiche, dei loro rap-porti all'interno delle Confedera-zioni.

« Nella relazione Novella, non siriesce a vedere altra proposta chela ripetizione dell'accordo di Roma

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seguito della rottura delle trattative;— l'apertura della vertenza nazio-nale ha determinato atteggiamenti diattesa ed ha rallentato, nei fatti, losviluppo della iniziativa al livello diprovincia e di azienda. I ritardi e lecarenze dell'iniziativa sindacale azien-dale e provinciale hanno indebolitoi necessari supporti per la conquistadi contratti nazionali avanzati ; — laframmentarietà dell'azione sindacaledegli scioperi e delle forme di lotta,non ha permesso di incidere e scon-figgere la linea padronale; — i ri-tardi a maturare elaborazioni e coor-dinamenti che, superando i limiti ca-tegoriali, investissero i problemi dellecampagno e dei rapporti con la città,ponendo alla base le necessarie rifor-me strutturali.

Il comitato centrale della Federbrac-cianti invita tutte le organizzazioni edi lavoratori ad approfondire critica-mente le cause dei ritardi e dei limitiemersi, al fine di liquidarli rapida-mente e di programmare una vastaazione sindacale. Tutti i comitati di-rettivi provinciali debbono pertantoelaborare subito i programmi di ini-ziativa e di lotta (provinciali ed azien-dali).4) Le prospettive che stanno di fron-te ai braccianti, ai salariati, ai coloniitaliani, sono perciò quelle di un ri-corso massiccio alla lotta sindacale,con scioperi incisivi, grandi manife-stazioni e forti azioni dimostrative,capaci di isolare il grande padronato,di respingere l'offensiva e di far avan-zare la condizione di lavoro e di vitadella categoria.Nel momento presente ogni incertez-za è nociva, non solo perché sonopeggiorate le condizioni dei lavorato-ri, ma perché la politica padronaletende a liquidare ogni forma di po-tere e di autonomia sindacale, persubordinare, sempre più, i lavoratorialle esigenze del profitto e di concen-trazione monopolistica.L'obbiettivo immediato è quello dispezzare il blocco salariale con unpositivo rinnovo dei 50 contratti pro-vinciali scaduti e di estendere in mi-gliaia di aziende, la contrattazionesindacale.

I momenti dell'iniziativa sindacalenelle aziende e nelle province sonoquelli collegati ai grandi raccolti del-l'uva da vino, delle olive e degli agru-mi, al settore zootecnico e alla for-mulazione dei piani colturali e di tra-sformazione agraria.II rinnovo dei contratti provincialidei braccianti e dei salariati fissi de-ve permettere di far compiere un de-cisivo passo in avanti ai salari, allequalifiche, alla riduzione dell'orariodi lavoro, agli integrativi previden-ziali ed all'affermazione del diritto dicontrattazione aziendale. Nel contem-po dovranno essere liquidati i pattistagionali, le disparità salariali persesso e per zona.

A livello di aziende ampio rilievo as-sumono i problemi relativi all'orga-nizzazione del lavoro, alla trasforma-zione agraria, ai livelli di occupa-zione, ai salari aggiuntivi ed alle for-me pratiche di attuazione dei dirittisindacali.La decisione dei tre sindacati di as-sumere a base, anche nelle province,la piattaforma rivendicativa nazionale,richiede una nostra immediata ini-ziativa capace di cogliere il grandevalore dei suoi contenuti per arric-chirli ed aggiornarli, con spirito uni-tario, alle caratteristiche provincialie locali.La elaborazione delle piattaforme ri-vendicative e lo sviluppo delle ver-tenze nelle 50 province ricordate, co-stituisce l'occasione per far compie-re .un passo in avanti alle intese perl'unità d'azione ed alla programma-zione del movimento sindacale. Ilricorso all'azione sindacale diventainevitabile persistendo l'assurda in-transigenza padronale.Lo sviluppo del movimento sindacalea livello delle aziende, delle provin-ce, delle regioni o di interi settori(uva, olive, zootecnia, agrumi, ecc.)costituisce perciò il contributo essen-ziale ed insostituibile per sconfiggerela resistenza della Confagricoltura an-che a livello nazionale e per dare unosbocco positivo allo stesso rinnovodei contratti nazionali dei salariati edei braccianti.

5) II comitato centrale riafferma laesigenza di un ampio sviluppo dellainiziativa dei coloni per i contrattied il superamento della colonia incoincidenza con i raccolti dell'uva,della frutta e ortaggi invernali, delleolive, degli agrumi.A tal fine, come valida affermazionedi principio e come concreto stru-mento di lotta, grande valore assumela legge 22 luglio 1966 n. 607, sulleriduzioni del canone e l'affrancazio-ne nella enfiteusi e nella colonia mag-gioritaria ultratrentennale.S'impone perciò l'esigenza di svilup-pare una vasta azione di orientamen-to e di mobilitazione per garantireuna rapida applicazione della leggeper gli enfiteuti e i coloni miglioratariultratrentennali e per dare ulterioresviluppo al movimento rivendicativodi tutti i coloni. Ciò richiede un ri-lancio delle vertenze aziendali e pro-vinciali fondate sulla piattaforma uni-taria concordata tra la Federbrac-cianti, la CISL, la UIL e la Conacolti-vatori relativa ai poblemi : •—- del-l'aumento del iparto dei prodotti edella libera disponibilità per il colonodella propria quota parte; della ri-duzione delle spese a carico del colo-no; dell'obbligo delle trasformazionida concordarsi con il colono, in casodi disaccordo, del diritto di questo divalersi delle disposizioni dell'art. 8della legge 756; dell'abolizione, tra imotivi di giusta causa che possano

dar luogo a risoluzioni del rapporto,dellattuazione di trasformazione agra-ria e fondiaria; della partecipazionedel colono alla direzione dell'aziendae del diritto dei coloni di farsi rap-presentare dal comitato aziendale; deldiritto dei coloni di associarsi per levendite e trasformazioni dei prodotti.Obbiettivi essenziali per la coloniamiglioritaria sono altresì : la conqui-sta di riparti dal 60 all'80%, finoall'equivalente del canone previstodalla legge 607, a seconda delle si-tuazioni aziendali e della partecipa-zione alle spese; il diritto di sosti-tuirsi al proprietario per l'esecuzionedei piani di trasformazione agraria el'accesso ai pubblici finanziamenti.6) La scadenza del termine utile pre-visto dalla legge di proroga, del bloc-co degli elenchi anagragici e per l'ini-zio della costituzione della nuova po-sizione assicurativa per i lavoratori,senza che alcun provvedimento siastato adottato, pone tutta la catego-ria nella necessità di sviluppare unpiù incisivo movimento di lotta, ca-pace di unire le masse occupate edisoccupate, sui seguenti obbiettivi;

— la perequazione previdenziale ef-fettiva con il settore dell'industriaper i braccianti e i salariati e l'esten-sione di uguali diritti ai coloni e aicompartecipanti, tramite: — l'abo-lizione del minimo delle 51 giornateper avere il diritto all'assistenza edil riconoscimento di tale diritto, perquanto riguarda l'assistenza di ma-lattia ed infortunistica all'inizio delrapporto di lavoro e, per le altre pre-stazioni, purché effettuate durante loanno almeno 21 giornate di lavoro;la liquidazione delle attuali classifica-zioni; l'aumento delle indennità eco-nomiche al fine di rapportarle al sa-lario giornaliero e alla qualifica incaso di malattia, di infortunio, e dimaternitàà ; la revisione dei contri-buti base per garantire una pensio-ne di invalidità e di vecchiaia corri-spondente all'c 80% » del salariopercepito negli ultimi anni, la modi-fica del sistema di erogazione degliassegni familiari e della legge 860sulla maternità.

— La modifica del sistema di accer-tamento ai fini della formazione dellaposizione previdenziale dei lavoratoriagricoli dipendenti attraverso:— la riforma della legislazione sulcollocamento; la costituzione di com-missioni comunali per la compilazio-ne dell'elenco anagrafico dei lavora-tori dipendenti sulla base della de-nuncia diretta degli interessati; lafissazione dei minimi convenzionaliper assegnare le giornate di lavoroper i compartecipanti e coloni.La riforma del sistema di contribu-zione per elevare gli oneri sociali acarico del padronato in rapporto allarendita ed ai redditi, fermo restandol'esenzione dei coltivatori diretti.L'aumento del sussidio di disoccupa-

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intervenuto con la forza in un con-fl itto interno che riguardava soltantoi vietnamiti; che gli americani bom-bardano il territorio della Repubbli-ca Democratica del Vietnam « per ri-conquistare l'egemonia perduta suicampi di battaglia del Sud ».L'appello continua esprimendo l'ap-poggio più condizionato dei lavoratorigiapponesi alla lotta del popolo viet-namita per la propria libertà e indi-pendenza; definendo l'intervento ame-ricano una gravissima violazione deiprincipi della coesistenza pacifica;denunciando le violenze e le atrocitàdi cui gli americani si rendono quo-tidianamente responsabili, nel di-sprezzo di ogni principio umanitarioe delle leggi internazionali. Il congres-so annuale di Sohyo, conclude l'ap-pello, ha dunque deciso uno scioperogenerale contro l'intervento america-no nel Vietnam, fissandone la dataal 21 ottobre e chiede a tutti i la-voratori e a tutti i sindacati del mon-do che esprimano in quello stessogiorno la loro solidarietà concreta,in tutte le forme possibili, con la de-cisione dei lavoratori giapponesi - Ro-ma, 28 settembre 1966.

La rispostadella CGIL

All'appello del Consiglio generale deisindacati giapponesi — che annun-ciava per il 21 ottobre uno scioperodei lavoratori del Giappone control'aggressione americana nel Vietname chiedeva la solidarietà attiva, nelleforme più opportune, del movimentosindacale di tutto il mondo — la se-greteria della CGIL ha risposto con untelegramma nel quale plaude alla ini-ziativa di fare appello ai lavoratoridel mondo intero per esprimere lacondanna dell'aggressione imperialistacontro il popolo vietnamita e di-chiara di seguire con vivo interesse esimpatia il congresso straordinariodei sindacati giapponesi e le sue no-bili decisioni di azione unitaria indifesa della pace.

« La CGIL — continua il telegramma— è già largamente impegnata nellalotta del lavoratori italiani per unalolidarietà concreta verso il popolovietnamita ed è decisa a svilupparele più vaste iniziative unitarie perchéi lavoratori italiani, nelle condizioniproprie del nostro paese, rispondanocon vigore e fermezza al vostro ap-pello di lottare per la pace nel Viet-nam contro l'aggressione imperialistache minaccia la pace del mondo in-tero ». Il telegramma è firmato dalsegretario generale della CGIL, on.Agostino Novella - Roma, 4 otto-bre 1966.

La risoluzione delC.C. Federbraccianti

II Comitato Centrale della Federbrac-cianti, riunitosi nei giorni 21-22 set-tembre 1966, per un esame dellasituazione sindacale e per elaborare ilprogramma delle iniziative da attuar-si nello autunno-inverno, sentita larelazione del segretario nazionale Gi-no Guerra ed il dibattito, rileva quan-to segue:

1 ) La condizione dei braccianti, deisalariati, dei compartecipanti e deicoloni si è ulteriormente aggravata :permane a livello nazionale ed in 50provincie il blocco salariale-contrat-tuale e previdenziale, l'occupazionedei braccianti e delle donne in par-ticolare, ha subito notevoli riduzioni,diminuiscono gli occupati in agricol-tura in un contesto di aumento delladisoccupazione, continuano le arbitra-rie cancellazioni dagli elenchi ana-grafici, non si contratta per i colonie si accrescono le violazioni delle stes-se leggi agrarie, si violano le normesul riposo settimanale, festivo e sul-l'orario di lavoro, si perpetua il col-locamento di piazza (discriminato)facendo perdere, nei fatt i, il dirittoalla assistenza a centinaia di migliaiadi lavoratrici e lavoratori2) L'aggravamento della condizionedi lavoro e di vita della categoria hala sua causa determinante nella po-sizione di intransigenza assunta dalleclassi padronali e, in particolare, dal-la Confagricoltura, volta ad impedireil rinnovo della struttura contrattua-le, l'aumento dei salari ed a conte-stare, oltre che il diritto, la funzionecreativa dei lavoratori di intervenire— come protagonisti — nelle scelteeconomiche e produttive.Ciò al fine di mascherare le contrad-dizioni derivanti dalle arretrate strut-ture fondiarie, agrarie e di mercatoe, — con l'aumento dello sfrutta-mento del lavoro e il finanziamentopublico — accelerare i processi diristrutturazione capitalistica e diespansione monopolistica.L'offensiva del padronato trova unpunto d'appoggio nella politica di go-verno. L'attuale indirizzo dell'inter-vento statale anziché tendere a mo-dificare le strutture produttive, miraad incentivare l'impresa agraria e ri-sponde alle esigenze di elevare i pro-fitt i e di potenziare il potere decisio-nale del padrone.

L'atteggiamento sostanzialmente nega-tivo del governo a risolvere i proble-mi previdenziali, in termini di accer-tamento e di perequazione con l'in-dustria di tutte le categorie dei la-voratori dipendenti (coloni compre-

si) , ed in termini di sicurezza socia-le non solo ha riflessi drammaticisulle famiglie dei lavoratori interes-sati, ma provoca il depauperamentodelle forze professionali più qualifi-cate e determinanti per avviare, nelquadro delle necessarie riforme strut-turali, la modernizzazione dell'agri-coltura italiana.3) La risposta dei lavoratori e deisindacati all'offensiva del padronatoè stata estesa (55 milioni di ore disciopero, la grande manifestazione diRoma, ecc) , ma non sufficientemen-te incisiva. Dopo il positivo sviluppodell'azione sindacale ed i risultati con-seguiti nel 1965, nel corso dei primi8 mesi del 1966, le lotte sindacali —salvo alcune eccezioni — sono ri-maste al di sotto dello stesso poten-ziale esistente e, comunque, non sonoancora riuscite a spezzare la politicadi blocco salariale, previdenziale econtrattuale in atto.Di grande importanza è stata l'intesaraggiunta tra la Federbraccianti, laFISBA e l'UlSBA sulla piattaforma ri-vendicativa per il rinnovo dei contrat-ti nazionali che si esprime negli 8punti noti e che ha permesso di ri-gettare il tentativo padronale di rin-novare i contratti nazionali senza mu-tamenti sostanziali.Tale piattaforma non solo rimane va-lida, ma costituisce, per colontà co-mune dei tre sindacati, l'asse cen-trale su cui vanno impostate e porta-te avanti le vertenze per il rinnovodei contratti nelle province e per lacontrattazione aziendaleII comitato centrale indica altresì co-me importanti successi dell'azionesindacale: — la conquista della leg-ge sull'enfiteusi e sulla colonia mi-gliorataria che riapre, tramite l'af-francazione, la via di accesso alla ter-ra a chi la lavora; — gli accordiprovinciali conseguiti a Bologna e aReggio Calabria dopo 21 e 13 gior-ni di sciopero continuato e gli altricontratti provinciali rinnovati; — laconquista di un migliaio di accordiaziendali che sono largamente signi-ficativi specie per ciò che attiene laavanzata dei livelli di occupazione edel diritto di intervento dei lavoratorinel processo produttivo.Tutto ciò non può però nascondere iseri ritardi ed i gravi limiti che sonoemersi e che si possono così riassu-mere: — all'intesa unitaria sullapiattaforma rivendicativa non ha cor-risposto un'intesa per l'azione na-zionale ed è mancata la risposta cheera necessaria dare al padronato a

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sull'unità sindacale, oggi impossibi-le per le diverse condizioni storichee per la maturazione di una nuovaconcezione del sindacato Infatti leattuali condizioni politiche e socialidel nostro Paese impongono uno svi-luppo unitario del movimento sinda-cale che può svilupparsi solo attra-verso una sua rigorosa autonomiadalle altre componenti della nostrasocietà.« Di qui il valore delle nostre pro-poste che, ancora una volta lo riba-diamo, non hanno nulla a che farecon le proposte discriminatorie, eperciò antiunitarie, provenienti dal-le altre organizzazioni. E' questo ilmodo corretto, a nostro giudizio, perSviluppare un dialogo unitario, fuoridalle opportunità propagandistiche.Abbiamo coscienza — ha conclusoMoses — che dobbiamo insistereiella nostra organizzazione perché

tale linea si affermi in considerazionedella volontà unitaria che anima ilavoratori ».Il segretario confederale FernandoMontagnani ha messo nuovamente inrilievo l'importanza che il momentoattuale riveste per tutto il movimentosindacale, particolarmente in ordineal fondamentale problema della ri-cerca della sua unità e dello sviluppodella pratica unitaria nelle concreteiniziative sindacali.Sottolineato il grande significato delfatto che le tre confederazioni, purnelle denunciate lentezze, abbianopotuto incontrarsi per discutere in-sieme i grandi temi del carattere,delle strutture, del ruolo nella sacietà di un sindacato moderno edunitario, Montagnani ha posto l'ac-cento sulel oggettive difficoltà esi-stenti ai fini di un rapido concretiz-zarsi del colloquio.Tali difficoltà — ha aggiunto Monta-gnani — non vanno però neppureesagerate. Il problema dell'unità, ecioè del processo unitario, non con-sente, per la sua importanza, cedi-menti a pessimismi od ottimismi le-gati a questo o a quell'avvenimentocontingente.

Il problema •— ha continuato Monta-gnani — va afrontato con sommaserenità e consapevolezza al fine dievitare che il colloquio possa insab-biarsi o subire pause che allontaninosoluzioni positive e soddisfacenti peii lavoratori.

Sull'insieme dei problemi posti dallarelazione, Montagnani ha fatto pro-pri i rilievi già espressi nell'inter-vento di Mosca. In particolare, hariaffermato di considerare necessarioed urgente un approfondimento de-mocratico dei temi della politica sin-dacale internazionale, sui quali harichiamato le opinioni già espressedalla corrente socialista in occasionedel Congresso della FSM e che si col-legano, oggi ancor più di ieri, all'esi-genza di scelte autonome della CGIL

in ordine ai modi e mezzi di unapropria iniziativa sindacale, speciai-mente al livello dell'Europa occiden-tale, e di nuovi rapporti con i sinda-cati dell'area comunitaria.L'on Lina Fibbi, segretaria della FIL-TEA, ha in primo luogo messo inevidenza l'importanza delle propostecontenute nella relazione che Novel-la ha presentato a nome della se-greteria confederale. Tali proposte ar-ricchiscono l'elaborazione della CGILsulla politica dell'unità sindacale ecostituiscono uno sviluppo della li-nea approvata al congresso di Bolo-gna. Proseguendo, l'on. Fibbi, haespresso l'opinione che la politicasindacale della CGIL non debba pro-cedere per ricette ma tener conto diuna realtà concreta. In questo qua-dro, ispirato da una linea generale,vanno viste le iniziative autonomeche di volta in volta è utile ed op-portuno adottare se non si vuole cherisultino astratte e velleitarie. Suiproblemi della politica internazionalee della incompatibilità, ad esempio,noi siamo andati molto avanti manon per questo si può affermare chesia affiorato qualcosa di nuovo e dipositivo negli orientamenti della CISLe della UIL. Noi esaltiamo giusta-mente l'esperienza della FIOM e del-la FIM perché costituisce appunto lariprova di una costruzione reale diun processo unitario. Lina Fibbi, con-cludendo il suo intervento ha sotto-lineato la necessità assoluta che laCGIL sviluppi un ampio dibattitoin tutta l'organizzazione tenuto ancheconto dell'attività preparatoria delconvegno nazionale degli attivisti, al-lo scopo di consolidare e sviluppareuna esperienza unitaria indispensabileper il progresso dei lavoratori e delpaese.

Il segretario della Federbraccianti,Gino Guerra, ha chiesto che tuttal'organizzazione sindacale sia messain grado di partecipare al dibattitosui problemi posti in discussionedalla relazione Novella In partico-lare, ha sostenuto la tesi che l'auto-nomia del sindacato non si può rea-lizzare con il mantenimento delle cor-renti di part i to: concorda quindi conla tesi di Novella che anche le cor-renti sindacali debbono essere auto-nome. Ma, affinchè tale affermazioneJi principio non rimanga una vuotaproclamazione, è necessario ed ur-gente modificare il processo dialetti-co interno al sindacato.Bisogna cambiare •— ha affermato— il modo di formulazione delle po-sizioni e delle scelte del sindacato.Fino a che persiste il metodo di ac-centramento ai vertici, troppi fattoriesterni influiscono sull'atteggiamentodei singoii militanti e dei raggrup-pamenti di corrente; tutto si risolvein un confronto di vertice che regi-stra accordi o dissensi, in ogni casocristallizzati ed anche quando que-

sti siano sottoposti al giudizio deilavoratori e delle istanze di base, il\utto rischia di risolversi in una spe-cie di referendum, a favore di unatesi e contro l'altra, impedendo quin-di l'apporto di arricchimento che do-vrebbe venire dalla base. Dalle as-semblee dei lavoratori deve partireil processo di formulazione delle po-sizioni del sindacato, di elaborazionedelle scelte rivendicative e di orga-nizzazione del movimento, comincian-do così da questo livello, un processodilettico che investa tutte le istanzedel sindacato e che poi raggiunga ivertici della organizzazione per es-sere ricondotto ad unità di sintesielaborativa e di direzione del movi-mento.

In questo modo — ha concluso Guer-ra — si arricchisce sempre di piùla democrazia interna del sindacato,si supera la logica delle correnti dipartito, in quanto i gruppi di mili-tanti e di dirigenti che si formano asostegno delle tesi diverse, sorgeran-no in base ad una diversità di espe-rienze e di analisi fatte all'internodel sindacato, e il risultato finalesarà in ogni caso un risultato unita-rio per il nostro sindacato e neirapporti con gli altri sindacati.Il vice segretario confederale MarioDidò ha detto che lo sviluppo dellapolitica unitaria passa per la solu-zione dei problemi proposti dalla re-lazione Novella, secondo però unalinea precisa che la CGIL si devedare e attuare non condizionando inassoluto le proprie decisioni alle po-sizioni altrui. Ed è su questo puntoche la relazione si dimostra inade-guata. Tali problemi sono quelli del-l'autonomia (con le implicazioni re-lative alle incompatibilità), della po-litica internazionale (e delle affilia-zioni), della vita democratica inter-na del sindacato (e perciò la questio-ne delle correnti). Su questi pro-blemi, se vogliamo dare un contri-buto serio al colloquio con le altrecentrali sindacali, dobbiamo condur-re un ampio dibattito interno perdefinire delle soluzioni che, in qual-che modo, precostituiscono, nellaCGIL, con degli atti concreti, il sin-dacato unitario.

La CGIL — ha continuato Didò —ha le carte in regola per quanto ri-guarda i problemi dell'autonomia edell'unità e le decisioni che noi ap-proviamo, adottate dalla FIOM, sonola prova della coerenza con la qualeandiamo avanti. Bisogna però ammet-tere che non tutta l'organizzazione,nel suo complesso, esprime un chia-ra volontà politica e un impegnoche sia all'altezza del tema dell'unitàsindacale, soprattutto quando si trat-ta di passare da un'affermazione diprincipio generale, ad iniziative piùconcrete. L'unità sindacale si puòrealizzare, partendo dall'unità d'azio-ne che si è consolidata in questi an-

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ni, alla condizione che siano ban-dite tutte le discriminazioni a cuile altre organizzazioni sottopongonola CGIL e alla condizione che sia« sindacalizzato » il processo unita-rio nel senso di basarlo su conte-nuti e su motivazioni sindacali. Lalogica del Patto di Roma, che portòpoi alle successive scissioni, era ba-sata su scelte determinate dalle con-venienze politiche delle forze in cau-sa. Questa logica, che è poi quelladi chi pensa che per fare una mi-gliore unità bisogna rompere le or-ganizzazioni esistenti, dando vita asindacati ideologici o di partito, de-ve essere battuta facendo discendere,sia da una nostra migliore definizio-ne delle « premesse di valore », siadalla elaborazione di una strategiarivendicativa ancorata alla condizioneoperaia e collegata allo sviluppo eco-nomico nazionale, la scelta di una li-nea in materia di autonomia (com-prese le misure sulle incompatibili-tà), di politica internazionale (conil problema delle affiliazioni), di vi-ta democratica interna (compresala questione delle correnti).L'attuazione di questa linea — haconcluso Didò — , che deve avere perobiettivo l'unità a livello nazionale ea livello europeo, dipenderà dal suogrado di maturazione al nostro in-terno e dalla conseguente capacità difar maturare nell'insieme del movi-mento sindacale queste idee. La realtàdel movimento sindacale è già arti-colata e se la maggioranza dei grup-p : dirigenti della CISL e della UILè ferma su posizioni strumentali, pe-rò all'interno di queste stesse orga-nizzazioni si avvertono interessantiprese di posizioni. La CGIL quindideve non solo prospettare una lineadi comportamento o delle disponibi-lità, ma per coerenza e per metteregli altri di fronte a responsabilitàprecise, deve compiere anche degliatti e prendere delle misure che rea-lizzino la linea elaborata e maturataper propria volontà.Iniziando il suo intervento, l'on. Lu-ciano Lama, segretario confederale,ha messo in evidenza che la discus-sione, ampia e approfondita, ha for-nito elementi perfettamente compati-bili, in larghissima parte, con larelazione presentata da Novella. Ciòd'altra parte sembra naturale se sitiene conto del fatto che la rela-zione del segretario generale non harappresentato una posizione perso-nale, ma ha riflettuto le opinioni di-battute lungamente nella segreteriaconfederale. Su taluni punti era no-to a tutti che non vi fosse unani-mità: ma affrontarli come li ha af-frontati Novella, se contribuisce asviluppare il dibattito è altamentepositivo.

Anche perché — ha continuato La-ma — dall'approfondimento dei pro-

blemi e dall'attenta valutazione dellareale portata delle differenziazioninon è detto che non si possa giun-gere anche a conclusioni unitarie. Co-sì come è stato già sottolineato, sa-rà anzi utile che la discussione vadaal di là del direttivo e investa tuttal'organizzazione. La CGIL e la suapolitica unitaria non potranno che ri-cavarne vantaggio. E' sorta la que-stione se la nostra politica debba svi-lupparsi anche con iniziative unila-terali, per influire nelle deliberazionialtrui, o se tali iniziative debbanoessere adottate in rapporto alla ma-turazione e alla evoluzione di pro-cessi reali unitari, così come in so-stanza ha fatto la FIOM nei confrontidella FIM. Questa però non è unaquestione di principio: semmai ri-chiede una analisi concreta delle si-tuazioni e un nostro impegno a de-terminare, a tutti i livelli, nelle cate-gorie e nei territori, situazioni che,pur nella specificità delle condizioni,siano analoghe a quelle createsi nel-la categoria dei metalmeccanici.Il giudizio positivo — ha detto an-

cora Lama — sul significato dell'in-sieme della politica sindacale dellaFIM, ad esempio, non trascura le po-̂sizioni, che non possono essere ac-colte, dalla FIM stessa, su talunequestioni fondamentali.La relazione presentata da Novella èun fatto importante non solo per-ché risponde in modo argomentato eserio agli attacchi che dall'esternovengono sferrati alla CGIL, ma per-ché fornisce una base al dibattitoche, cosi come è richiesto da tutti,è necessario aprire nella organizza-zione. Lo spirito che ci anima el'obiettivo che vogliamo perseguire— ha concluso Lama •— è l'arric-chimento e lo sviluppo della politicaunitaria della CGIL, tenuto conto cheè ovvio per tutti che non si trattadi riprodurre il patto di Roma, cheha storicamente assolto alle funzionichiamato ad adempiere, ma che, in-vece, senza tornare indietro ma an-dando avanti, deve costruire unaesperienza nuova che richiede da tuttiun rinnovato impegno e una altaresponsabilità.

La relazione di FoaII dibattito del Comitato Direttivodella CGIL è stato introdotto dall'on.Vittorio Foa, segretario confederale,che ha svolto una relazione sulle ver-tenze in corso e lo sviluppo del mo-vimento delle categorie. Diamo quidi seguito un ampio stralcio del rap-porto dell'on. Foa.

Sul primo punto all'ordine del gior-no il segretario confederale VittorioFoa ha illustrato lo stato attuale del-le vertenze sindacali per il rinnovodei contratti nazionali del settore del-l'industria. Egli ha sottolineato co-me alcune categorie abbiano inizia-to la loro lotta in un periodo in cuisi sentiva ancora il peso della con-giuntura discendente ed abbiano ciònon di meno saputo esprimere unagrande capacità di pressione sullacontroparte. La resistenza padronaleha prolungato le lotte e oggi, in unasituazione produttiva in espansione,il peso degli scioperi sulla contropar-te si è sensibilmente accresciuto. En-triamo dunque in una fase decisivaper il rinnovo dei contratti di lavoro.Foa ha quindi soggiunto: « Di fron-te alla ripresa vigorosa dell'azione deimetalmeccanici, alla instancabilepressione degli alimentaristi, all'ini-zio della lotta contrattuale dei chi-mici e ai progressi unitari che si rea-lizzano attorno a queste lotte, laConfindustria ha dato corpo al suoproposito di avviare un negoziato in-terconfederale per sottrarre all'auto-

noma determinazione delle categorieinteressate grande parte della mate-ria normativa e anche, indirettamen-te, della stessa materia salariale. Sitratta di vecchi orientamenti, da tem-po formulati dal presidente confede-rale dott. Costa e che sembrano oggientrare in una fase assai delicata diconfronto diretto con i sindacati. Laproposta della Confindustria sembravenire incontro ad antichi orienta-menti della Confederazione CISL cir-ca un accordo quadro sui diritti dicontrattazione. Ricordiamo peraltroche negli ultimi tempi, nel corso del-le trattative per i metalmeccanici, laCISL ha acconsentito con noi e conla UIL che un problema di generaliz-zazione o estensione di diritti con-trattuali poteva essere affrontato so-lo dopo la conclusione della vertenzadei metalmeccanici.La proposta della Confindustria del29 settembre sembra alla Segreteriadella CGIL, se interpretata alla let-tera, che tenda, a medio e lungo ter-mine a ottenere il risultato di im-brigliare, a un livello che per esseregenerale non potrebbe che essere as-sai basso, l'iniziativa sindacale nellecategorie e nelle aziende. La Segre-teria della CGIL non può che ricon-fermare l'opposizione decisa dei la-voratori a ogni blocco della loro ini-ziativa per migliorare le loro condi-zioni di vita e di lavoro, e ricordarel'assurdità di proposte in tal senso

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le norme di miglior favore solo se,oltre a risultare dai patti e degli ac-cordi sindacali, sono anche « appli-cate ».

DISPONIBILITÀ' E ACCREDITISEPARATI

II problema è stato ampiamente edattentamente considerato poiché ol-tre a comprendere importanti aspettieconomici è direttamente collegatoalle possibilità per il mezzadro diesercitare un autonomo potere sulmercato e in direzione degli impianticui normalmente sono destinati iprodotti agricoli.

La norma, così come è formulatanello « schema », regolando solamen-te l'ipotesi delle vendite in comunee rinviando alla legge le modalità suiconferimenti, può essere intesa comeuna indicazione restrittiva alla divi-sione dei prodotti in natura sul fon-do, mentre è stato invece ribaditoche tale diritto, stabilito dalla legge,non può in alcun caso essere pre-giudicato.

Si è altresì rilevato che le parti pos-sono concordare vendite in comunedi prodotti che sono divisibili ed èproprio in questo caso che non sivede come possa essere negato almezzadro il diritto di riscuotere di-rettamente la propria quota partespecie per quei prodotti destinati allatrasformazione industriale.

FONDO SPESE

Già si è detto dell'indebita trattazio-ne di questo problema.Se da un lato si può comprendere laesigenza di rendere facilmente opera-tiva la partecipazione delle parti allespese, ogni qualvolta queste devonoessere effettuate, non può essere a-ccettato dll'altro lato che s svuoti laprecisa formulazione ed il relativosignificato che la norma di leggeesprime.

Infatti insieme all'onere che la leggepone a carico del mezzadro di soste-nere a metà le spese, nell'atto in cuisi compiono, si riconosce nel con-tempo al mezzadro stesso un poterecontrattuale nei confronti del conce-dente e nei rapporti col mercato. Inaltri termini il mezzadro partecipaall'effettuazione in comune della spe-sa nella misura in cui esso è d'accor-do con il concedente sulla necessitàdi farla, dove e per quale prezzo ef-fettuarla, diritt i, questi, che rischianodi essere gravemente menomati conla costituzione obbligatoria del « fon-do spese » e non garantiti, in con-creto, dall'amministrazione in comu-ne di detto fondo come previsto dallo« schema ».

Il fatto poi che lo « schema » nonpreveda l'obbligo del concedente dianticipare le spese, quando il mezza-

dro non sia nelle condizioni di soste-nerle — mentre la legge lo affermaesplicitamente — mette in grave dif-ficoltà tutti quei mezzadri che ope-rano nelle zone più povere.Altra osservazione critica è stata sol-levata sulal entità del fondo riferitacom'è alle spese sostenute nell'an-nata precedente. Infatti non sono rarii casi in cui le spese di conduzionedi una annata si differenziano no-tevolmente da quelle di un'altra an-nata agraria e ciò in dipendenza diun complesso di variabili fattori.Abbiamo voluto riportare, sia pure insintesi, le osservazioni che la consul-tazione della categoria e il ComitatoDirettivo Nazionale della Federmez-zadri, hanno espresso sullo « sche-ma » stesso, ha largamente tenutoconto dello stato della nostra econo-mia agricola, delle esigenze che il suosviluppo solleva e del posto che imezzadri sono disposti ad assumersiper dare il loro contributo alla solu-zione di uno dei più travagliati set-tori dela economia del nostro Paese.Discorso senza dubbio serio, respon-sabile e democratico che i conceden-ti e il potere esecutivo debbono consi-derare se realmente vogliono lo svi-luppo dell'economia agricola, più equirapporti tra lavoratori e datori dilavoro che sono in definitiva non giàesigenze di una categoria, ma unfatto indispensabile per dare un serioe concreto avvio al rinnovamento eco-nomico e sociale nelle campagne.La Federmezzadri CGIL e i suoi as-sociati, non potendo accettare loschema di accordo così com'è, nonintendono affatto chiudere il discor-so su nessuno dei problemi aperti, macoerentemente con le osservazioni sol-levate, presentano all'On. Ministro leseguenti proposte migliorative le qua-li se considerate ed accettate pos-sono dare alla trattativa una positivaconclusione.

PROPOSTE DI MODIFICA DELLO« SCHEMA DI ACCORDO »

1 ) escludere dall'elenco dei reimpie-ghi la voce sementi dando diversasistemazione a quelle relative ai fo-raggi, paglia e letame;2) rivedere il congegno che regolail conto stalla al fine di stabilire ungiusto equilibrio fra oneri e beneficiper il mezzadro, mediante la limita-zione delle spese di gestione stalla,da considerare nel conto, alle solevoci del bestiame acquistato, dellafecondazione e dei mangimi concen-trati.

Non considerare, in sede di stime an-nuali, quei decrementi del valore pa-trimoniale zootecnico causati da mor-talità, malattie e sinistri e quelli de-rivanti dall'impiego del bestiame dalavoro

Mantenere i premi di produzione sul-la carne e sul latte, previsti in accor-

di individuali, collettivi o dagli usie consuetudini locali;

3) ridurre ad una quota massima del3% la differenza in più della spesache si pone a carico del mezzadroper le macchine prese a noleggio ofornite dal concedente con personaledi guida proprio, specificando chetale rimborso si effettua solo per ti-pi di macchine come mietitrebbie,raccoglitrici delle olive, del grano-turco e delle bietole, nonché per al-tre ed eventuali adibite sempre allaraccolta dei prodotti, ed assicurandoche le norme di miglior favore sianoin ogni caso salvaguardate, toglien-do perciò, nel periodo specifico, l'in-ciso « ed applicata ».

4) far precedere la norma che re-gola l'ipotesi delle vendite in comuneda una dizione che in forma evidentemantenga fermo il diritto della divi-sibilità dei prodotti sul fondo e ag-giungere un emendamento che assi-curi al mezzadro la diretta riscossio-ne della sua quota parte nei casi divendita in comune di prodotti desti-nati alla trasformazione industriale.5) rendere facoltativo il fondo spesee stabilire, nel caso che il concedenteabbia effettuato anticipazioni di spesedi conduzione, che il mezzadro rim-borserà le stesse man mano che sieffettuano gli incassi e limitatamentea quelle spese di coltivazione perquei prodotti ai quali si riferisconogli incassi medesimi.Distintamente

p. Il Comitato Direttivo NazionaleII Segretario Generale

On. R. Ognibene

Vietnam:una propostadei sindacati

giapponesiLa segreteria della CGIL ha ricevutoun appello firmato dal presidente delSohyo — il Consiglio Generale deisindacati del Giappone — , ToshikatsuHorri, inviato contemporaneamente atutte le organizzazioni sindacali di tut-ti i paesi. Nell'appello si dichiara cheil 21 ottobre prossimo i lavoratorigiapponesi effettueranno uno sciope-ro generale contro la guerra nel Viet-nam e per chiedere il ritiro delletruppe americane dalla penisola in-docinese. Si afferma inoltre che gliamericani sono presenti nel Vietnamin aperta violazione degli accordi diGinevra; che il governo americano è

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— di operare infine, perché anche imezzadri e coloni possano usufruire,oltre che degli incentivi statali, anchedi quelli derivanti dagli accordi e re-golamenti comunitari consentendo intal modo la più ampia e concreta par-tecipazione della categoria alla costru-zione delle necessarie forme associa-tive, cooperative e consortili sia nel-la produzione che nel mercato.A questi scopi si chiede sia impron-tata ed utilizzata l'iniziativa legisla-tiva recante norme sulle associazio-ni dei produttori.

Il Comitato Direttivo Nazionale e lastessa consultazione hanno ritenutogiusto ed opportuno mettere in evi-denza questi problemi poiché è an-che in questo quadro che è statoconsiderato e deve essere valutato loschema di accordo interpretativo del-la legge 756.I motivi per i quali si è ritenuto didover così diffusamente mettere inrisalto una problematica rientrantesoprattutto nel quadro degli indiriz-zi che possono essere dati alla po-litica agraria, scaturiscono dall'esi-genza, più volte avvertita dalla Fe-dermezzadri CGIL, di pervenire, fraMinistero dell'Agricoltura e Organiz-zazioni mezzadrili, ad un colloquio ead un dialogo i cui scopi devono es-sere quelli di utilizzare tutte le vo-lontà e gli sforzi volti a realizzare ilrinnovamento economico e socialedelle regioni mezzadrili.

II Comitato Direttivo Nazionale dellaFedermezzadri ritiene perciò giustoe doveroso proporre all'On. Ministrodi promuovere appositi incontri, nelcorso dei quali esaminare approfon-ditamente questi temi poiché è dallesoluzioni che ad essi si daranno chein larga misura dipende il futurodella categoria.

Per quanto attiene direttamente lo« schema di accordo », la consulta-zione e il Comitato Direttivo Nazio-nale hanno rtenuto di non poterloaccettare nella sua attuale stesura.Globalmente considerato, si è accer-tato infatti che lo « schema » in mol-te sue parti prospetta soluzioni nonconformi alle singole norme e alle fi-nalità della legge; risulta in molticasi al di sotto delle condizioni giàacquisite dalla categoria e non pre-senta, in altre sue parti, quella chia-rezza richiesta da tutte le organiz-zazioni, cosa anche questa indispen-sabile ai fini di normalizzare concre-tamente le attuali controversie, per-durando le quali non si avrebbe sol-tanto una accentuazione del conflittosociale ma recherebbe nocumento an-che al normale svolgersi dei processiproduttivi.

Ancor prima di svolgere un precisoesame di merito, il Comitato Diret-tivo Nazionale e la stessa consulta-zione, pur consapevoli del particola-re tipo di trattativa — sul quale fu-rono espresse motivate riserve — e

della necessità di ricercare onorevolicompromessi, hanno messo in evi-denza che, ad oggetto della trattativastessa, non poteva essere assuntaquella parte di problemi che nellalegge è regolata in modo chiaro edindiscutibile, ma trattare invece queitemi che per le diverse interpretazio-ni che ad essi sono stati dati, hannooriginato la vertenza.Da questa impostazione si deroga adesempio sia quando si prospetta l'in-serimento delle sementi nell'elencodei prodotti da reimpiegarsi nel fon-do, sia in particolare quando si pro-pone la istituzione di un fondo speseobbligatorio.

In ordine alle singole norme di cuilo « shema » si compone, il Comi-tato Direttivo Nazionale e la stessaconsultazione hanno espresso le se-guenti osservazioni critiche:

REIMPIEGHI

L'argomentazione volta a mettere inevidenza l'indebita inclusione dellesementi nell'elenco dei prodotti dareimpiegarsi è sotto certi aspetti su-perflua, tanto ampie e documentatesono state le ragioni sostenute in pre-cedenza dalla delegazione della Fe-dermezzadri.Se trascurabile appare l'entità eco-nomica del problema — e lo dovreb-be essere tanto più per i concedenti—- non si vede invece quale sia lanorma di legge che autorizza a con-siderare una parte del prodotto nonsoggetto a riparto del 58% perchéutilizzato come sementi Ciò, non soloè contrario alla legge, ma è anchecontro ogni buon indirizzo di tecnicaagraria In ogni caso, tale inclusione,lede il principio chiaramente affer-mato dalla legge in base al quale lespese di conduzione sono sostenuteda concedente e mezzadro in partiuguali. E le sementi non possono cheessere considerate una normalissimaspesa di conduzione Del resto non acaso il problema è stato cosi defini-to nella stragrande maggioranza del-le aziende.

Sempre in ordine a questa norma simette in evidenza la necessità chele voci foraggi, paglia e letame, reim-piegati nel podere, siano elencate sot-to il titolo della gestione stalla.

CONTO STALLA

Alla luce di un'attenta verifica svol-ta nelle varie provincie e regioni aè accertato che fra gli oneri — cheal mezzadro derivano con la detra-zione delle spese di gestione dal mon-te-ricavi; con l'inclusione nel contodei decrementi determinati da ma-lattie, mortalità e per l'impiego dibestiame da lavoro, nonché con laproposta soppressione dei premi sul-la carne e sul latte — e il beneficioche al mezzadro si riconosce nellamisura del 2%, oltre il 58%, qua-

le premio per favorire lo sviluppodegli allevamenti zootecnici, salvo ra-rissimi casi, esiste una notevole spe-requazione che danneggia in modograve i mezzadri. La qual cosa rap-presenta una non trascurabile remo-ra, contrariamente a ciò che ci sipropone con il 2%, all'impegno mez-zadrile per lo sviluppo della zootec-nia in una situazione dove i mezzadrinegli allevamenti investono masseenormi di capitali.Inoltre l'inclusione nell'elenco dellespese di voci quali : le ferrature, laluce di stalla, le spese di veterinarioe medicinali se da un lato rappresen-ta una modesta entità economica, dal-l'altro assume un significato che pra-ticamente umilia gli sforzi ed i sa-crifici che il mezzadro compie negliallevamenti.

SPESE DI MECCANIZZAZIONE

Su questo problema si è avuta unaampia conferma di ciò che la dele-gazione della Federmezzadri ebbe asostenere in sede di trattativa, dovetra l'altro è stato ampiamente dimo-strato che l'impiego delle macchinenon è tanto suggerito dall'esigenzadi sostituire il lavoro manuale quan-to invece per corrispondere a neces-sità economiche e produttive al cuirisultato sono interessate entrambele parti.Infatti con quanto è stato propostonello «e schema », oltre che a dero-gare dalla chiara affermazione con-tenuta nella legge, la quota di mag-giore spesa dell'8% posta a caricodel mezzadro, sia pure limitatamenteai casi di noleggio o d'impiego dimacchine fornite dal concedente conpersonale di guida proprio, costitui-sce un onere troppo elevato, perciòdisincentivatore dell'uso di macchineagricole che la moderna tecnica agra-ria e le esigenze della produttivitàconsigliano.La dimensione del problema è tantopiù ampia se si guarda alla scarsis-sima dotazione di macchine — no-nostante il notevole apporto dei mez-zadri — che si registra esserci neipoteri mezzadrili nel maggior nume-ro di regioni quali : Toscana, Marche,Umbria nonché in non poche zonedell'Emilia e del Veneto, la qual cosainduce a fare un largo ricorso al no-leggio da terzi o all'utilizzazione —a costo di noleggio — dei mezzi mec-canici forniti dal concedenteE' stato messo altresì in evidenza chela mancata precisazione dei tipi dimacchine e delle operazioni cui ven-gono adibite, possono generare con-trasti che con una diversa formula-zione è possibile evitare.Si è rilevato infine la manifesta vo-lontà dei concedenti di non voler inproposito rispettare gli accordi piùfavorevoli ai mezzadri, quando perloro proposta — accettata nello« schema » — intendono osservare

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quando il padronato intensifica losfruttamento del lavoro attraverso lariorganizzazione della produzione edelle condizioni di lavoro.Per l'avvenire immediato sembra al-la segreteria confederale che la Con-findustria, sotto la pressione degliscioperi, si proponga di ottenere unadissociazione del negoziato dalla pres-sione sindacale, cioè di disarmare sin-dacalmente le categorie più impegna-te nella lotta, in metalmeccanici, glialimentaristi e i chimici, liquidandola loro capacità di pressione che èla sola arma di cui esse disponganoper la realizzazione dei loro obbiet-tivi. Se questo è il significato dellaproposta della Confindustria, essa ri-sulta doppiamente inaccettabile. Seinvece — come riteniamo necessariodi verificare — l'incontro al massi-mo livello confederale potesse servi-re ad accertare la possibilità di unchiarimento e di una modifica nel-l'attuale comportamento della Con-findustria, che blocca le conclusionicontrattuali a livello di categoria, ildiscorso potrebbe essere diverso.La segreteria propone perciò al C.D.di decidere la sua partecipazione al-l'incontro proposto dal dott. Costacon le seguenti precise posizioni : 1 )dichiarare l'indisponibilità della CGIL,nella attuale fase, per un accordo in-terconfederale su diritti di contratta-zione e sui diritti sindacali, ricon-fermando la sua disponibilità, dopoconclusa la vertenza dei metalmec-canici, a esaminare la possibilità diestenderne i risultati a tutta o partedell'industria, secondo la convenien-za dele categorie interessate; 2) chie-dere alla Confindustra di rimuovereil veto che essa ha praticamente po-sto a una ragionaveole conclusioneal livello di categoria dei negoziati incorso, e verificare se esiste nella Con-findustria un orientamento concretoper una ripresa efficace delle tratta-tive dei metalmeccanici e per le al-tre categorie, trattative che devonoavvenire nel pieno rispetto dell'auto-nomia di decisione delle organizza-zioni di categoria e sull'intera piat-taforma da essi formulata; 3) respin-ge decisamente qualsiasi tentativo disottrarre ai sindacati di categoria illoro potere di determinare i modi ele forme della pressione sindacale inrapporto all'andamento concreto del-le loro vertenze.

Sui problemi del pubblico impiego ilrelatore ha ricordato che il governo èin ritardo di oltre un mese per quelche riguarda l'inizio delle trattativeper il riassetto funzionale. Poiché ilriassetto deve comunque avere ini-zio dal 1° gennaio 1967, ogni gior-no che passa senza che le trattativesi inizino, è un giorno perduto. Ilgoverno deve sapere che i sindacatiinteressati si considerano impegna-ti a fondo per l'adempimento degliimpegni presi. Foa ha quindi ricorda-

to la gravita della vertenza degli auto-ferrotranvieri posti dì fronte al ri-fiuto di migliorare i loro contratti dilavoro e ai gravi disagi che derivereb-bero da una ripresa della lotta, qua-lora essa si rendesse necessaria. Gliscioperi del 28 e 29 settembre, colcaos generale che ne è derivato neitrasporti, soprattutto nelle grandi cit-tà, dimostra ad abbondanza la giu-stezza della posizione del sindacatoche respinge le illusioni di risanareil sistema dei trasporti attraverso ilsacrificio dei lavoratori in termini disalario e di occupazione. E' giuntoil momento di un esame generale delproblema dei trasporti e intanto, diuna immediata ripresa delle trattati-ve per il rinnovo dei contratti di la-voro del settore. La segreteria dellaCGIL ribadisce l'esigenza improroga-bile di un incontro del governo conle Confederazioni e con i sindacati dicategoria del settore dei trasporti.

Il relatore ha quindi affrontatoil tema della verifica dei contenutirivendicativi sia a livello dei contrat-ti nazionali che a livello aziendale. Intema di controllo sindacale sul sa-laro indiretto o differito, cioè suiproblemi previdenziali, Foa ha ag-giunto: « Una quota molto rilevante (,del monte salari, quella relativa ai jcontributi previdenziali, sfugge difatto alla contrattazione sindacale,'con effetti molto dannosi per i la-voratori. Mentre le gestioni che sonopassive bloccano ogni tentativo dimiglioramento nelle prestazioni pre-videnziali, i fondi che sono attivi ven-gono destinati ad usi diversi da quelliistituzionali, contro la volontà deisindacati. La politica dei redditi fun-

ziona in materia previdenziale attra-verso il prelievo, da parte dello Stato,di fondi che appartengono ai lavora-tori e i loro impegni a fini che do-vrebbero essere finanziati dalla col-lettività in base al reddito. Si veri-fica esattamente l'inverso di una ri-forma finanziaria della previdenza,che dovrebbe consistere nel passag-gio graduale dal sistema contributivo,al sistema fiscale. La vertenza framedici e mutue si è conclusa, dopoun lungo periodo di disagio per ilavoratori mutuati, senza alcun mi-glioramento nel sistema sanitario. Ilfondo adeguamento pensioni è mani-polato contamilmente in modo da nonconsentire l'attuazione dell'aumentoperiodico delle pensioni. Nel settoreagricolo permane e si aggrava la cri-si del sistema degli elenchi anagra-fici e la decurtazione salariale chene discende e che impone alla Fe-derbraccianti un grande impegno dilotta. Non è più ammissibile che lecose continuino con questo andazzo.La segreteria della CGIL sta mettendoa punto una serie di proposte con ap-plicazione graduata nel tempo, per

••-^restituire alla previdenza la funzione£ che le è propria. Discuteremo queste

proposte con l'insieme della nostraorganizzazione, le verificheremo con[gli altri sindacati, le sottoporremo'non solo al governo ma anche alleorganizzazioni padronali, cui chie-

iamo di verificare con noi il siste-ma previdenziale in tutti i suoi aspet-ti. Anche il salario indiretto e dif-ferito, cioè l'insieme della materiacontributiva e delle prestazioni, deverientrare nella sfera della contrat-tazione collettiva.

La discussione e l'o.d.g.sulle vertenze e le lotte

II C.D. della CGIL ha concluso loesame delle vertenze in corso e losviluppo del movimento rivendicativoapprovando il seguente ordine delgiorno: «II C.D. della CGIL appro-va la relazione introduttiva del com-pagno Foa a nome della segreteriasullo stato delle vertenze contrat-tuali nell'industria, con le iniziativee le indicazioni di lavoro propostedalla segreteria, in particolare perque che riguarda la non disponibilitàdella CGIL a un negoziato intercon-federale sui diritti sindacali primache sia conclusa la vertenza con-trattuale dei metalmeccanici »Nel corso del dibattito hanno presola parola: Degli Esposti, segretariodel SFI, sulla politica dei trasportie sull'invito dei sindacati giapponesi

allo sviluppo di iniziative per lapace nel Vietnam; Trespidi, segreta-rio della FILCEP, sulla vertenza incorso nel settore anche in rapportoalla iniziativa della Confindustria;Giovannini, segretario della FIOM,sulla posizione della CGIL circa ilnegoziato con la Confindustria; Ca-leffi, segretario della Federbraccian-ti, che ha messo in evidenza lagrave situazione contrattuale del set-tore; Truffi, segretario della FILZIAT, sul significato della iniziativaconfindustriale e sulle possibilità del-la situazione; Fibbi, segretario dellaFILTEA, sulle condizioni e i proble-mi del settore tessile; Garavini, se-gretario della CCdL di Torino, su al-cuni problemi che il negoziato poneanche in rapporto allo sviluppo del

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movimento; Vignola, segretario dellaCCdL di Napoli, sui problemi che ma-turano nel Mezzogiorno e che esigonouna verifica della CGIL; Rossitto,segretario regionale della Sicilia, cheha proposto un riunione dei regio-nali del Mezzogiorno per puntualiz-zare lo stato del movimento e leiniziative da adottare nelle regionimeridioanli; Cerofolini, segretariodella CCdL di Genova, che ha postoil problema di talune iniziative ge-nerali della CGIL; Cianca, Segreta-rio della FILLEA, sulla vertenza de-gli edi l i ; Boni, segretario della FIOM,sulla linea da adottare in riferimen-to alla lettera della Confindustria;Stimill i, vice segretario della CGIL,eh ha posto il problema di comereagisce la struttura del sindacatoalla durezza dello scontro in attoe sul conseguente significato che as-sume l'iniziativa confederale di unconvegno nazionale degli attivisti chesi pone lo scopo di arricchire e raf-forzare il quadro attivo confederalea tutti i livelli per fronteggiare tuttele evenienze che i contratti e i di-r i t t i del sindacato pongono; Stimillisi è poi soffermato sui problemi deltesseramento dell'anno 1967.A conclusione del dibattito ha presola parola l'on. Vittorio Foa, che hasottolineato l'utilità della riunione aifini della precisazione della posizioneconfederale rispetto alla iniziativaconfindustriale. Foa, mettendo in evi-denza l'adesione manifestata nelcorso del dibattito alle linee indi-cate dalla segreteria, ha proposto che,in una apposita riunione, si esaminila questione con la CISL e la UIL.Il dibattito is è concluso, come si èdetto, con l'approvazione all'unani-mità dell'ordine del giorno riportato.

Le modifiche allo statutoapprovate dal C.C. della FIOMII C.C. della FIOM, a conclusione deilavori della sessione del 2 ottobre1966, ha votato, approvandoli, i nuo-vi articoli dello statuto dell'organiz-zazione riguardanti la incompatibi-lità tra cariche sindacali e carichepolitiche e amministrative. Ecco iltesto delle modifiche:

Art. 7 - le cariche di componente di :

— Comitato centrale

— comitati direttivi nazionali deisindacati di settore

— direttivi provinciali delle federa-zioni e sindacati di settore

— esecutivi nazionali, provinciali, edi sindacati di settore

— segreterie nazionali delle federa-zioni e dei sindacati di settore

— segreterie provinciali delle federa-zioni e dei sindacati di settore

— collegi dei sindaci revisori e col-

legi dei probiviri nazionali e pro-vinciali ;

sono incompatibili con l'accettazionedi candidature per mandato pubbli-co elettivo — per quanto riguardail parlamento nazionale, le assem-blee regionali, i consigli provincialie comunali — e con l'accettazione diincarichi in enti e commissioni pub-bliche in rappresentanza di partit i.

Art. 8 - Le cariche di cui all'art. 7sono incompatibili con la accettazionedella designazione a far parte di or-gani esecutivi dei partiti politici ecioè: direzioni, segreterie nazionalie regionali, segreterie e comitati ese-cutivi provinciali.

Art. 9 - Le stesse norme di cui agliartt. 7 e 8 si estendono a coloroche sono chiamati a far parte, inquanto funzionari, degli apparati na-zionali e provinciali.

L'ordine del giorno FIOMsui cantieri navali

I 50 annidi FernandoMontagnani

Al termine dei suoi lavori il Comi-tato Direttivo della CGIL ha rivoltoun caloro augurio — del quale siè fatto interprete l'on. Novella — alsegretario confederale Fernando Mon-tagnani che compie oggi 50 anni. Inquesta occasione, il Direttivo ha vo-luto esprime a Montagnani — cheda tanti anni milita nel movimentosindacale, prima come segretario del-la Federmezzadri, poi come vice se-gretario e infine segretario della CGIL— il proprio affettuoso saluto in-sieme all'augurio che egli possa alungo dare la sua opera preziosa alladirezione del movimento sindacale inItalia.

Il C.C. della FIOM riunito a Romail 2 ottobre:

— approva le decisioni di lotta as-sunte con la proclamazione dellosciopero nazionale unitario del set-tore naValmeccanico per il giorno 4,quale ulteriore sviluppo delle nume-rose e importanti azioni sindacalicondotte negli ultimi tempi nelle va-rie città, sedi dei cantieri per ladifesa dell'occupazione e per un nuo-vo sviluppo delle economie industria-li interessate;

— riconferma la validità delle posi-zioni elaborate dalla FIOM e dallaorganizzazione dei navalmeccanici inordine alle scelte che devono essereadottate per pervenire ad un orga-rilancio della navalmeccanica nel qua-dro di un più generale impegno ditutta l'industria di Stato nei settorifondamentali dell'economia industria-le del paese;

— rivendica, davanti alle linee nega-tive del piano Fincantieri e alle in-sufficienti e contraddittorie conclu-sioni del rapporto della Commissione

Caron, che si addivenga rapidamentead una rielaborazione del program-ma, da attuarsi procedendo ad unanuova e ampia consultazione con isindacati e ciò prima che il CIPEprenda decisioni finali in merito men-tre respinge ogni contrapposizionetra già ristretti interessi localisticie ogni forma di capitalismo; mentreintende combattere ogni soluzioneche non sia adatta all'obiettivo dellapiena efficienza generale del settoree non da motivi contingenti;

— impegna tutta l'organizzazione asviluppare tutte le iniziative atte asostenere l'azione dei navalmeccaniciche rappresenta oggi un importantecontributo dell'azione generale dellacategoria per una diversa polìtica eco-nomica;

— invita la CGIL ad attuare tutte leferme di coordinamento con le altrecategorie interessate ai problemi del-la difesa e dello sviluppo dell'indu-stria navalmeccanica e dell'economiamarittima - Roma, 3 ottobre 1966.

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La Federmezzadri respingelo "schema Restivo":la lettera al Ministro

La Federmezzadri C.G.I.L. ricorda diaver chiesto il rinvio della trattativamezzadrile e di aver espresso seriee preoccupate riserve sullo « schemadi accordo », non soltanto per ilfatto di non aver trovato in esso ac-colte le condizioni minime ed irri-nunciabili a suo tempo presentate al-l'On. Ministro, ma soprattutto perverificare, mediante un'ampia consul-tazione della categoria e delle pro-prie organizzazioni periferiche, inquale misura lo « schema di accor-do » poteva contribuire a derimereonorevolmente un conflitto fra mez-zadri e concedenti che andava sem-pre più accentuandosi e quali effettipositivi o negativi avrebbe prodottoalla luce delle diversità di situazioniesistenti fra zona e zona, provincia eprovincia, regione e regioneLa Federmezzadri C.G.I.L. colse al-tresì questa occasione per valutareulteriormente ed in piena serenitàil grado di corrispondenza esistentefra lo « schema di accordo » propo-sto e la legge 756, sia a livello dellesue singole norme, sia a livello deisuoi scopi e delle sue finalità.La Federmezzadri C.G.I.L. è pertantoin grado di sciogliere le proprie ri-serve e di comunicare all'On. Mini-stro le conclusioni cui è pervenuto ilproprio Comitato Direttivo Nazionalesia in ordine ai problemi generali delrinnovamento delle regioni mezzadri-li sia in ordine alle condizioni chepossono rendere possibile l'accordosindacale in tema di applicazione del-la legge 756.

Per quanto riguarda i temi generali,la consultazione e il Comitato Diret-tivo Nazionale, hanno riconfermato:— la necessità di una programmazio-ne economica volta ad attuare, spe-cialmente nel settore agricolo e par-ticolarmente nelle regioni mezzadrili,moderne riforme strutturali nel cam-po agrario, fondiario e di mercato,non solo per corrispondere alle esi-genze economiche e sociali dei mez-zadri, ma anche a quelle universal-mente richieste ed espresse dalla eco-nomia nazionale e dagli stessi trattaticomunitari ;

— l'esigenza, in questo quadro, diattuare una politica agraria che inmodo decisamente più adeguato rea-lizzi il superamento dell'arcaico rap-porto mezzadrile mediante la sua tra-sformazione in proprietà diretto-col-tivatrice;— l'urgenza, a tal fine, di assumere

indirizzi ed attuare provvedimentivolti ad assicurare ai mezzadri unmaggior potere imprenditoriale, rico-noscendo loro, in concreto, il dir ittod'iniziativa sia per l'attuazione di mi-glioramenti agrari e fondiari, sia perl'effettuazione di conversioni coltu-rali, garantire loro il dir itto di usu-fruire dei contributi, finanziamentipubblici e credito agrario, nonchél'effetiva e completa disponibilità del-la loro quota parte di prodotto aifini di consentire ad essi un giusto enecessario potere sul mercato. Unacondizione quindi che possa determi-nare maggiori redditi più equamentecompensativi del lavoro e dei capi-tali mezzadrili.Di queste esigenze, la FedermezzadriCGIL ne fa espressa richiesta di sod-disfacimento, convinta com'è che alrinnovamento economico e socialedelle zone e regioni mezzadrili vi sipuò giungere soltanto considerandoi contadini parte importante e deci-siva del richiesto sviluppo.I concedenti a mezzadria infatti, cer-cano in tutti i modi di opporsi allacorretta applicazione della legge, spe-cie nelle sue norme più significativee qualificanti, poiché intendono ri-creare nuovi spazi all'istituto mez-zadrile, facendolo sopravvivere ulte-riormente anche in forme abnormila dove non possono o non ritengonofare diversamente, o trasformandolo,la dove la convenienza lo suggerisce,in senso capitalistico, proletarizzandoin tal modo grande parte della ca-tegoria.

E' questo un indirizzo che la Feder-mezzadri CGIL chiede sia combattutopoiché esso è portatore nell'un e nel-l'altro caso di conseguenze economi-che e sociali profondamente negativeed appare in evidente contrasto conle esigenze universalmente ribadite,dalla grande maggioranza del corposociale-politico ed economico dellaNazione, che sono quelle di metterenelle stesse mani di chi lavora pro-prietà ed impresa agraria.

II Comitato Direttivo Nazionale e lastessa consultazione hanno altresìmesso in evidenza la necessità di unpreciso impegno e di un sollecito edeciso intervento da parte dei variministeri interessati e dei loro organiperiferici affinchè siano:— favorite le iniziative dei mezzadriin materia di innovazioni e di tra-sformazioni ;— mpedite le azioni dei concedenti

specialmente quando, con il pretestodi voler apportare trasformazioni agliordinamenti produttivi — cose que-ste che per legge devono essere con-cordate fra le parti — cercano emolto spesso trovano l'occasione perdisdettare i mezzadri ;

—- impegnate le aziende agricole de-gli Enti Pubblici a conduzione mez-zadrile ad applicare giustamente lalegge 756 e ad attuare per prime queiprovvedimenti atti ad estendere laproprietà diretto-coltivatriceAl Ministero dell'Agricoltura in par-ticolare il Comitato Direttivo Nazio-nale avanza le richieste:

— che la prevista integrazione dellacircolare ministeriale, in ordine alladirezione aziendale, abbia contenutitali da garantire la partecipazione delmezzadro alla elaborazione dei pianidi produzione, alla stipulazione deicontratti di coltivazione e prendaparte a tutte le decisioni che riguar-dano il processo produttivo e com-merciale ;

— che sia utilizzato adeguatamentenon solo l'art. 8 della legge 756 maanhe le varie disposizioni contenutenel Piano Verde n. 2 e nella leggeistitutiva degli Enti di sviluppo, on-de assicurare che i finanziamenti egli investimenti pubblici corrisponda-no effettivamente alle finalità per lequali vengono concessi. In partico-lare, nelle zone dove è prevalente lamezzadria, dovrebbe esserci l'indica-zione dell'obbligatorietà dell'elabora-zione dei piani zonali nell'ambito deiquali possano collegarsi le iniziativeaziendali dei mezzadri, permettendoaltresì che la stessa applicazione del-la legge n. 590 possa avvenire in mo-do tale, non solo da contenere al mas-simo il prezzo della terra, ma anchedi favorire, oltre che la modifica deirapporti di proprietà, anche l'esecu-zione delle necessarie conversioni col-turali e delle trasformazioni atte adassicurare efficienza economica e ade-guato reddito alle nuove imprese diproprietà coltivatrice;

— di intervenire presso il Ministerodelle Finanze perché, nel rispetto del-la legge, riconosca il mezzadro qualediretto produttore associato di ta-bacco ed, in quanto tale, abbia as-sicurato sia il diretto pagamento del-la sua quota spettante, sia il dirittodi avere suoi rappresentanti nellesedi decisionali e di controllo dellaproduzione;

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