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Time: 07/05/17 23:18 IL_MATTINO - NAZIONALE - 16 - 08/05/17 ---- 16 Lunedì 8 maggio 2017 Il Mattino [email protected] fax 0817947364 Cultura . e Società MACRO Massimo Adinolfi O vunque, nel mon- do, vi è stata una grande filosofia, lì vi èstataanchelaposi- zione filosofica del- laquestionedelsuo insegnamento, della sua trasmissio- ne,dellasuatradizioneedellasuapra- tica.Platone,perdirenonl’ultimoma il primo arrivato, ci volle fondare su un’Accademia, e ha disseminato i suoi dialoghi di istruzioni, implicite edesplicite,sulbuonusodellogosfilo- sofico. Dopo di lui, tutti gli altri: non sologliantichi(periqualierapiùfaci- le: bastava fondarla, una scuola), ma anche i moderni, che hanno dovuto acconciare la materia alle esigenze (evidentemente non solo didattiche) delle istituzioni dell’epoca, la Chiesa e lo Stato. Oggi la filosofia si trova là: nell’università, dove da poco più di duesecoli–dopotutto:nonuntempo lunghissimo–vieneinsegnatainrego- laricorsidistudio,edovecontinuana- turalmente a entrare in conflitto con le altre facoltà, come bensapevaKant. Se peròè veroche ci vuole una grande filosofia per porre daccapo la questio- ne di cosa significhi insegnarla, è anche una fortuna che le grandi filosofie non si succedano l’una dopo l’altra come i cambi d’abito: ad ogni nuova stagio- ne. Altrimenti, con la stessa frequenza, sidovrebberorichie- dereriformelegislati- ve.ThomasKuhndi- ceva che ci sono pe- riodiincuilascienza,ilsapereingene- re, se ne sta tranquilla dentro i propri paradigmi,eperiodiincuiinvecepro- vaasovvertirli.Ora,incherazzadipe- riodo viviamo, dal punto di vista del saperefilosofico? Qualche anno fa, in un’informata guida alla filosofia contemporanea si mostravacomenonfossepossibilere- stituire un’immagine del pensiero contemporaneo senza includervi il trattodi «fine dellafilosofia» chesem- bra sbucare fuori ovunque: perché il suo credito scientifico è ridotto al lu- micino, perché la tecnica si mangia ogni cosa, perché andare a braccetto con la storia l’ha fatta precipitare in unindistinto relativismo,perché non solo la scienza ma anche altri ambiti dellaculturaumanachedisolitosiac- compagnavano alla filosofia si sono un po’ stufati: la politica ad esempio, per via della famosa fine delle ideolo- gie in Occidente, oppure l’arte, che avrebbesceltolastradapiùdirettadel- la sua riproducibilità finanziaria (An- dyWarhol:fare buoniaffari èla forma d’artepiùaffascinante). Può darsi che questa immagine nonsiagenerosa,che visianomiriadi di problemi particolari su cui i filosofi possono esercitarsi con profitto, che sianonilmestieredelfilosofomasolo isuoiparamentisacerdotaliadessere caduti in disuso. Sta di fatto che le grandi filosofie latitano, e quindi le ri- forme che ne investono la caratura universitarianondebbonoscontrarsi coi«funzionaridell’umanità»,maso- lo con quelli più prosaicamente ad- detti al calcolo del numero dei crediti universitarinecessariperaccedereal- larelativaclasse diconcorso. La situazione, dunque, sta così: che non è previsto, nello schema di decreto legislativo in discussione, un numerominimodicreditinelladidat- tica specifica della disciplina. Si inse- gna a insegnare la qualunque, con l’ideacheinquestomodosiinsegnaa insegnare pure la filosofia. È un’idea assai discutibile: ma chi la discute? Ci hanno provato i presidenti delle So- cietàdifilosofiaconunalettera,appar- saqualchegiornofasul«Corrieredel- la Sera», accolti da un generale silen- zio.IerièstatalavoltadiMarioDeCa- ro e Pietro Di Martino, sul «Sole». Ma non è di buon senso supporre perlo- meno che per insegnare filosofia, per quanto malconcia essa sia, bisogna comunque averla studiata? Se sì, co- me mai allora il laureato in filosofia che acceda all’insegnamento di sto- ria e filosofia nella scuola deve avere incamerato36creditiindisciplinefilo- sofiche, mentre un laureato in mate- rie antropo-psico-pedagogiche, per lostessoinsegnamento,puòfermarsi a24? Èsolocolpadellafortunadeclinan- te di quella che una volta, molto tem- pofa,eralareginadellescienze,oppu- re c’è il concorso di una disattenzio- ne, almeno altrettanto colpevole, del legislatore, che mentre cambia le vie di accesso alla professione docente (conqualchemeritoinnegabile:met- tendo fine ai megaconcorsi e costruendo un percorso formativo triennale, tra scuolaeuniver- sità, sulla base deipostieffetti- vamentedispo- nibili), cambia pure lo status della discipli- na, relegando- la nella serie B dei saperi? Certo, si può anche decidere che non occorre conoscere la filosofia per insegnarla, oppure che è giunta l’ora di noninse- gnarla affatto. Che non c’è alcun «bi- sogno di filosofia», come diceva quel «cane morto» di Hegel, oppure che è lasuaesistenzauniversitariaanonpo- tersipiùgiustificare.Importanteèdir- loperòchiaroetondo,farcimagarian- che un bel dibattito su, e non farlo di soppiatto, cambiando qualche nu- meretto,erelegandolatradizionefilo- sofica del pensiero in una posizione puramente ancillare rispetto al resto delle scienze umane. (Ma la filosofia, infine,èunascienza«umana»?). © RIPRODUZIONE RISERVATA Il dibattito Filosofia: un bisogno, non solo un sapere Ma il decreto legge in discussione non prevede un numero minimo di crediti nella didattica della disciplina La crisi Oggi il suo peso scientifico è ridotto al minimo La polemica È un’idea discutibile che si possa insegnare a insegnare qualunque cosa La mostra «Scavando tra le carte» L’Archivio racconta la storia di Ercolano e Pompei Maestri Il dipinto «La morte di Socrate» di Jeaques-Louis David A sinistra, il grande filosofo Immanuel Kant Si chiama «Scavando tra le carte» la mostra delle scritture dei banchi pubblici napoletani sulla nascita degli scavi archeologici vesuviani che si inaugura stamattina alle 11 all’Archivio Storico del Banco di Napoli. L’iniziativa si inserisce tra le attività di valorizzazione de ilCartastorie | Museo dell’Archivio Storico del Banco di Napoli come appendice della mostra tenutasi al Museo Archeologico Nazionale di Napoli «Carlo III e le antichità: Napoli Madrid Città del Mexico», incentrata sulla figura di Carlo di Borbone come divulgatore delle scoperte della nascente archeologia soprattutto attraverso i volumi della Stamperia Reale da lui fondata. La mostra offre ai visitatori una produzione video che ha come protagonista la figura di Rocco Gioacchino Alcubierre, direttore degli scavi di Ercolano dal 1738 sino alla sua morte, ed una selezione di documenti d’Archivio con annesso materiale iconografico. «Scavando tra le carte» sarà presentata al pubblico dal Presidente della Fondazione Banco di Napoli, Daniele Marrama, e dal Direttore del Museo Archeologico di Napoli, Paolo Giulierini. © RIPRODUZIONE RISERVATA, Ancora capolavori salvati dalle macerie del sisma nelle Marche: recuperato l’affresco di una Madonna del 1400 arte terremotata (nella foto, il trasporto di un dipinto)

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Time: 07/05/17 23:18 IL_MATTINO - NAZIONALE - 16 - 08/05/17 ----

16 Lunedì 8 maggio [email protected]

fax0817947364

Cultura.eSocietàMACRO

MassimoAdinolfi

Ovunque, nel mon-do, vi è stata unagrandefilosofia,lìvièstataanchelaposi-zione filosofica del-laquestionedelsuo

insegnamento, della sua trasmissio-ne,dellasuatradizioneedellasuapra-tica.Platone,perdirenonl’ultimomail primo arrivato, ci volle fondare suun’Accademia, e ha disseminato isuoi dialoghi di istruzioni, impliciteedesplicite,sulbuonusodellogosfilo-sofico. Dopo di lui, tutti gli altri: nonsologliantichi(periqualierapiùfaci-le: bastava fondarla, una scuola), maanche i moderni, che hanno dovutoacconciare la materia alle esigenze(evidentemente non solo didattiche)delle istituzioni dell’epoca, la Chiesae lo Stato. Oggi la filosofia si trova là:nell’università, dove da poco più diduesecoli–dopotutto:nonuntempolunghissimo–vieneinsegnatainrego-laricorsidistudio,edovecontinuana-turalmente a entrare in conflitto con

lealtrefacoltà,comebensapevaKant.

Seperòèverocheci vuole una grandefilosofia per porredaccapo la questio-ne di cosa significhiinsegnarla, è ancheuna fortuna che legrandi filosofie nonsi succedano l’unadopo l’altra come icambi d’abito: adogni nuova stagio-ne. Altrimenti, conla stessa frequenza,sidovrebberorichie-dereriformelegislati-ve.ThomasKuhndi-ceva che ci sono pe-

riodiincuilascienza,ilsapereingene-re,se nesta tranquilla dentro ipropriparadigmi,eperiodiincuiinvecepro-vaasovvertirli.Ora,incherazzadipe-riodo viviamo, dal punto di vista delsaperefilosofico?

Qualche anno fa, in un’informataguida alla filosofia contemporanea simostravacomenonfossepossibilere-stituire un’immagine del pensierocontemporaneo senza includervi iltrattodi«finedellafilosofia»chesem-bra sbucare fuori ovunque: perché ilsuo credito scientifico è ridotto al lu-micino, perché la tecnica si mangiaogni cosa, perché andare a braccettocon la storia l’ha fatta precipitare inunindistintorelativismo,perchénonsolo la scienza ma anche altri ambitidellaculturaumanachedisolitosiac-

compagnavano alla filosofia si sonoun po’ stufati: la politica ad esempio,perviadellafamosafinedelleideolo-gie in Occidente, oppure l’arte, cheavrebbesceltolastradapiùdirettadel-lasuariproducibilitàfinanziaria(An-dyWarhol:farebuoniaffarièlaformad’artepiùaffascinante).

Può darsi che questa immaginenonsiagenerosa,chevisianomiriadidiproblemiparticolarisucuiifilosofipossono esercitarsi con profitto, chesianonilmestieredelfilosofomasoloisuoiparamentisacerdotaliadesserecaduti in disuso. Sta di fatto che legrandifilosofielatitano,equindileri-forme che ne investono la caraturauniversitarianondebbonoscontrarsicoi«funzionaridell’umanità»,maso-lo con quelli più prosaicamente ad-dettialcalcolodelnumerodeicreditiuniversitarinecessariperaccedereal-larelativaclassediconcorso.

La situazione, dunque, sta così:che non è previsto, nello schema didecreto legislativo in discussione, unnumerominimodicreditinelladidat-tica specifica della disciplina. Si inse-gna a insegnare la qualunque, conl’ideacheinquestomodosiinsegnaainsegnare pure la filosofia. È un’ideaassaidiscutibile:machiladiscute?Cihanno provato i presidenti delle So-cietàdifilosofiaconunalettera,appar-saqualchegiornofasul«Corrieredel-la Sera», accolti da un generale silen-zio.IerièstatalavoltadiMarioDeCa-roePietroDi Martino,sul«Sole». Manon è di buon senso supporre perlo-menocheperinsegnarefilosofia,perquanto malconcia essa sia, bisognacomunque averla studiata? Se sì, co-me mai allora il laureato in filosofiache acceda all’insegnamento di sto-ria e filosofia nella scuola deve avere

incamerato36creditiindisciplinefilo-sofiche, mentre un laureato in mate-rie antropo-psico-pedagogiche, perlostessoinsegnamento,puòfermarsia24?

Èsolocolpadellafortunadeclinan-tediquellacheunavolta,moltotem-pofa,eralareginadellescienze,oppu-re c’è il concorso di una disattenzio-ne, almeno altrettanto colpevole, dellegislatore, che mentre cambia le viedi accesso alla professione docente(conqualchemeritoinnegabile:met-tendo fine aimegaconcorsie costruendoun percorsoformativotriennale, trascuolaeuniver-sità, sulla basedeipostieffetti-vamentedispo-nibili), cambiapure lo statusdella discipli-na, relegando-la nella serie B dei saperi? Certo, sipuòanche decidere che non occorreconoscere la filosofia per insegnarla,oppurecheègiuntal’oradinoninse-gnarla affatto. Che non c’è alcun «bi-sogno di filosofia», come diceva quel«cane morto» di Hegel, oppure che èlasuaesistenzauniversitariaanonpo-tersipiùgiustificare.Importanteèdir-loperòchiaroetondo,farcimagarian-che un bel dibattito su, e non farlo disoppiatto, cambiando qualche nu-meretto,erelegandolatradizionefilo-sofica del pensiero in una posizionepuramente ancillare rispetto al restodellescienze umane. (Ma la filosofia,infine,èunascienza«umana»?).

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Il dibattito

Filosofia: un bisogno, non solo un sapereMa il decreto legge in discussione non prevede un numero minimo di crediti nella didattica della disciplina

La crisiOggi il suopesoscientificoè ridottoal minimo

La polemicaÈ un’ideadiscutibileche si possainsegnarea insegnarequalunquecosa

La mostra «Scavando tra le carte»

L’Archivio racconta la storia di Ercolano e Pompei

MaestriIl dipinto«La mortedi Socrate» diJeaques-LouisDavidA sinistra,il grandefilosofoImmanuel Kant

Sichiama«Scavandotra lecarte» lamostradellescritturedeibanchipubblicinapoletanisullanascitadegliscaviarcheologicivesuvianichesiinaugurastamattinaalle11all’ArchivioStoricodelBancodiNapoli.L’iniziativasi inseriscetra leattivitàdivalorizzazionedeilCartastorie |Museodell’ArchivioStoricodelBancodiNapolicomeappendicedellamostra

tenutasialMuseoArcheologicoNazionalediNapoli «Carlo IIIe leantichità:NapoliMadridCittàdelMexico»,incentratasulla figuradiCarlodiBorbonecomedivulgatoredellescopertedellanascentearcheologiasoprattuttoattraversoivolumidellaStamperiaRealeda luifondata.Lamostraoffreaivisitatoriunaproduzionevideochehacome protagonista lafiguradi Rocco

GioacchinoAlcubierre,direttoredegliscavidiErcolanodal1738sinoallasuamorte,edunaselezionedidocumentid’Archivioconannessomateriale iconografico.«Scavandotra lecarte»saràpresentataalpubblicodalPresidentedellaFondazioneBancodiNapoli,DanieleMarrama,edalDirettoredelMuseoArcheologicodiNapoli,PaoloGiulierini.

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Ancora capolavorisalvati dalle maceriedel sisma nelle Marche:recuperato l’affrescodi una Madonna del 1400

arte terremotata(nella foto, il trasporto di un dipinto)