9] IL MATTINO/NAZIONALE/09 18/04/16 - Nazarat · IlMattino Da Rimini l’appello ai conventi nel...

1
Time: 17/04/16 22:55 IL_MATTINO - NAZIONALE - 9 - 18/04/16 ---- 9 Primo piano Lunedì 18 aprile 2016 Il Mattino Da Rimini l’appello ai conventi nel mondo Risposte anche da Mosul Antonio Manzo «Sono tante le famiglie preoccupate, penso ai lavoratori e alle famiglie dei lavoratori dei call center. Prevalga la di- gnità della persona e non gli interessi particolari». Le ultime notizie che arri- vano dal fronte delle crisi aziendali ri- guardano proprio i lavoratori dei servi- zi di telecomunicazioni. Cifre di miglia- ia di lavoratori, 2.988 lavoratori dei call center Almaviva dei quali 1.670 a Paler- mo, 918 a Roma e 400 a Napoli. Per loro sono state attivate la procedura di licen- ziamento collettivo. Per loro, inattesa, la solidarietà del Pa- pa nell’Angelus di ieri, il giorno dopo la storica visita Lesbo dove ha difeso la di- gnità dei profughi anche con il gesto concreto di portare in Vaticano dodici profughi che saranno assistiti dalla Co- munità di Sant’Egidio. Per gli ospiti si- riani sono iniziate subito le lezioni di italiano, con l’aiuto di interpreti messi a disposizione sia dal Vaticano che dal- la stessa comunità di Sant’Egidio. Ma la novità della giornata domenica- le è l’appello per i lavoratori delle azien- de in crisi dei call center: è il primo che viene lanciato a loro sostegno, in una delle più delicate vertenze di lavoro che si registrano negli ultimi mesi. Si tratta di lavoratori di diverse regioni ita- liane, a un passo dal licenziamento. Poi, sempre all’Angelus, Bergoglio ha aggiunto altre riflessioni dopo la stori- ca giornata della visita a Lesbo. «Ho visto tanto dolore – ha detto il Pa- pa durante il Regina Coeli rivolgendo un pensiero ai migranti incontrati a Le- sbo – Voglio raccontare un caso partico- lare di un uomo giovane, non ha 40 an- ni, che ho incontrato ieri con i suoi 2 figli. Lui è musulmano e mi ha raccon- tato che era sposato con una ragazza cristiana. Si amavano e si rispettavano a vicenda ma purtroppo questa ragaz- za è stata sgozzata dai terroristi perché non ha voluto abbandonare la sua fe- de... È una martire e quell’uomo pian- geva tanto». Il Papa ha spiegato che i 12 migranti non sono dei «privilegiati, tutti e 12 so- no figli di Dio, l’unico è privilegio è dei figli di Dio. Sono accolti dal Vaticano e sarà il Vaticano, con la collaborazione della Comunità di Sant’Egidio, a cerca- re un posto di lavo- ro. Sono ospiti del Vaticano. Si aggiun- gono alle due fami- glie siriane che sono già accolte nelle due parrocchie vatica- ne», ha aggiunto il pontefice, ricordan- do come il discrimi- ne fossero esclusiva- mente i documenti in regola. Nelle famiglie in Va- ticano, c’è Wafa, 30enne della frazione Zamalka di Da- masco, che prima della guerra era par- rucchiera. «Oggi l’ho visto sorridere - indicando il figlio di sei anni - per la prima volta dopo tanto tempo». Wafa e Osama, il marito 37enne, hanno an- che una bimba che di anni ne ha otto. Mentre saliva in aereo le ha chiesto: «Mamma, oggi torniamo a casa?». La seconda famiglia accolta da France- sco è quella formata dal 51enne Ramy, insegnante a Deir Ezzor, prima che l’Isis arrivasse in città, e dalla moglie 49enne Suhila, che era impiegata in una sartoria. Hanno due maschi e una femmina. Rachid ha 18 anni, Abdel Ma- jid 16 e la piccola Al Quds (il nome ara- bo di Gerusalemme) soltanto cinque. «Adesso che siamo qui a Roma tutto sommato ci piacerebbe restare», dice il padre, che inizialmente puntava alla Germania. Di Damasco, come Wafa e Osama, so- no anche Nour, 31enne ingegnere bo- chimico e il marito Hasan, che fa lo stes- so lavoro. Sono partiti dalla costa tur- ca, da Smirne, lo scorso 18 marzo, a bor- do di un barcone. Con loro anche il fi- glio di due anni. «Noi siamo musulma- ni e siamo arrivati qui a Roma con il Papa - dice Nour -. È bellissimo, è il se- gno evidente che le religioni possono unire invece di dividere...». Di qui l’en- nesimo appello del Papa: i muri non servono, bisogna costruire ponti supe- rando anche le diffidenze che possono sorgere nei popoli che ospitano. © RIPRODUZIONE RISERVATA L’Onu Filippo Grandi, commissario Onu: «L’ultimo gesto del Papa è una manifestazione di solidarietà potente». L’arcivescovo Ieronimo, arcivescovo di Atene: «Spero che abbia inizio un movimento mondiale di cambiamento dell’attuale situazione». Il Governo Il sottosegretario Manzione: «Profughi, le parrocchie dovrebbero rispondere di più all’appello del Papa» La sindacalista Furlan, segretaria Cisl: «Faremo di tutto per salvare il lavoro nelle vertenze aperte e denunciate dal Papa» Il candidato Sanders, candidato democratico alla Casa Bianca: «Gesti di amore del Papa che dovrebbero ispirarci come americani» «È come se si avverasse una pro- fezia di Giorgio La Pira quando negli anni Sessanta mise in re- te, con una lettera mensile, la preghiera collettiva delle suore di clausura di tutto il mondo per proteggere la Chiesa». Mar- co Ferrini, segretario generale della Fondazione Giovanni Paolo II, spiega così la preghie- ra collettiva per i cristiani perse- guitati nel mondo che il 20 di ogni mese, alle ore ventuno, scatta in tutte le chiese e i mona- steri di clausura. Tutto nasce nell’agosto 2014, poco dopo l’invasione dell’Isis a Mosul a partire dal 20 agosto 2014 (data puramente convenzionale) i cristiani scesero nella pubblica piazza (Piazza Tre Martiri a Ri- mini) ed iniziarono a pregare ogni mese. Il titolo del raduno è «Appello all’umano» per signifi- care che si prega per i cristiani, per i mussulmani, per tutte le minoranze perseguitate. È nato così il «Comitato Nazarat per i cristiani perseguitati in Medio Oriente», da novembre scorso presente anche a Lugano, Cese- na, Siena, Perugia. Il gesto della preghiera il 20 del mese alle ore 21 coinvolge monasteri di clausura di Rimi- ni, di Pietrarubbia, a Damasco, nella Repubblica Ceca a Naší Paní, Erbil, Valserena, Fatima, Sant’Agata Feltri, Tolentino, Pe- rugia, Foligno, Todi, Roma, Ni- geria, Orta San Giulio, Fossano. Il caso Clausura, preghiera collettiva per i cristiani perseguitati L’ospitalità Il ringraziamento delle famiglie trasferite dal campo profughi di Lesbo e ora accolte in Vaticano dalla Comunità di Sant’Egidio L’accoglienza Migranti in Vaticano, subito lezioni di italiano E all’Angelus il Papa si schiera con i precari dei call center: «Deve prevalere la dignità» I racconti Torna il sorriso sui bimbi arrivati da Lesbo insieme con Francesco

Transcript of 9] IL MATTINO/NAZIONALE/09 18/04/16 - Nazarat · IlMattino Da Rimini l’appello ai conventi nel...

Page 1: 9] IL MATTINO/NAZIONALE/09 18/04/16 - Nazarat · IlMattino Da Rimini l’appello ai conventi nel mondo Risposte anche da Mosul AntonioManzo «Sono tante le famiglie

Time: 17/04/16 22:55 IL_MATTINO - NAZIONALE - 9 - 18/04/16 ----

9PrimopianoLunedì 18 aprile 2016IlMattino

Da Rimini l’appelloai conventi nel mondoRisposte anche da Mosul

AntonioManzo

«Sono tante le famiglie preoccupate,penso ai lavoratori e alle famiglie deilavoratorideicallcenter.Prevalgaladi-gnità della persona e non gli interessiparticolari». Le ultime notizie che arri-vano dal fronte delle crisi aziendali ri-guardanoproprioilavoratorideiservi-ziditelecomunicazioni.Cifredimiglia-ia di lavoratori, 2.988 lavoratori dei callcenterAlmavivadeiquali1.670aPaler-mo,918aRomae400aNapoli.Perlorosonostateattivatelaproceduradilicen-ziamento collettivo.Per loro, inattesa, la solidarietà del Pa-panell’Angelusdiieri, ilgiornodopolastoricavisitaLesbodovehadifesoladi-gnità dei profughi anche con il gestoconcreto di portare in Vaticano dodiciprofughichesarannoassistitidallaCo-munità di Sant’Egidio. Per gli ospiti si-riani sono iniziate subito le lezioni diitaliano, con l’aiuto di interpreti messiadisposizionesiadalVaticanochedal-la stessa comunità di Sant’Egidio.Ma la novità della giornata domenica-leèl’appelloperilavoratoridelleazien-de in crisi dei call center: è il primo cheviene lanciato a loro sostegno, in unadelle più delicate vertenze di lavoroche si registrano negli ultimi mesi. Sitrattadilavoratorididiverseregioniita-liane, a un passo dal licenziamento.Poi, sempre all’Angelus, Bergoglio haaggiunto altre riflessioni dopo la stori-ca giornata della visita a Lesbo.«Ho visto tanto dolore – ha detto il Pa-pa durante il Regina Coeli rivolgendounpensieroaimigrantiincontratiaLe-sbo–Voglioraccontareuncasopartico-larediunuomogiovane,non ha40an-ni, che ho incontrato ieri con i suoi 2figli. Lui è musulmano e mi ha raccon-tato che era sposato con una ragazzacristiana. Si amavano e si rispettavanoa vicenda ma purtroppo questa ragaz-za è stata sgozzata dai terroristi perchénon ha voluto abbandonare la sua fe-de... È una martire e quell’uomo pian-geva tanto».Il Papa ha spiegato che i 12 migrantinon sono dei «privilegiati, tutti e 12 so-no figli di Dio, l’unico è privilegio è deifigli di Dio. Sono accolti dal Vaticano esarà il Vaticano, con la collaborazionedellaComunitàdiSant’Egidio,acerca-

re un posto di lavo-ro. Sono ospiti delVaticano. Si aggiun-gono alle due fami-gliesiriane che sonogià accolte nelle dueparrocchie vatica-ne», ha aggiunto ilpontefice,ricordan-do come il discrimi-nefosseroesclusiva-mente i documentiin regola.NellefamiglieinVa-ticano, c’è Wafa,

30enne della frazione Zamalka di Da-masco, che prima della guerra era par-rucchiera. «Oggi l’ho visto sorridere -indicando il figlio di sei anni - per laprimavoltadopotantotempo».WafaeOsama, il marito 37enne, hanno an-che una bimba che di anni ne ha otto.Mentre saliva in aereo le ha chiesto:«Mamma, oggi torniamo a casa?».LasecondafamigliaaccoltadaFrance-sco è quella formata dal 51enne Ramy,insegnante a Deir Ezzor, prima chel’Isis arrivasse in città, e dalla moglie49enne Suhila, che era impiegata inuna sartoria. Hanno due maschi e unafemmina.Rachidha18anni,AbdelMa-jid 16 e la piccola Al Quds (il nome ara-bo di Gerusalemme) soltanto cinque.«Adesso che siamo qui a Roma tuttosommato ci piacerebbe restare», diceil padre, che inizialmente puntava allaGermania.Di Damasco, come Wafa e Osama, so-no anche Nour, 31enne ingegnere bo-chimicoeilmaritoHasan,chefalostes-so lavoro. Sono partiti dalla costa tur-ca,daSmirne,loscorso18marzo,abor-do di un barcone. Con loro anche il fi-gliodidueanni.«Noisiamomusulma-ni e siamo arrivati qui a Roma con ilPapa - dice Nour -. È bellissimo, è il se-gno evidente che le religioni possonounireinvecedidividere...».Diquil’en-nesimo appello del Papa: i muri nonservono, bisogna costruire ponti supe-rando anche le diffidenze che possonosorgere nei popoli che ospitano.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

L’Onu

FilippoGrandi,commissarioOnu:«L’ultimogestodelPapaèunamanifestazionedisolidarietàpotente».

L’arcivescovo

Ieronimo,arcivescovodiAtene:«Sperocheabbiainiziounmovimentomondialedicambiamentodell’attualesituazione».

IlGoverno

Il sottosegretarioManzione:«Profughi,leparrocchiedovrebberorisponderedipiùall’appellodelPapa»

Lasindacalista

Furlan,segretariaCisl:«Faremodi tuttopersalvare il lavoronellevertenzeaperteedenunciatedalPapa»

Ilcandidato

Sanders,candidatodemocraticoallaCasaBianca:«GestidiamoredelPapachedovrebberoispirarcicomeamericani»

«Ècomesesiavverasseunapro-fezia di Giorgio La Pira quandonegli anni Sessanta mise in re-te, con una lettera mensile, lapreghiera collettiva delle suoredi clausura di tutto il mondoperproteggerela Chiesa».Mar-co Ferrini, segretario generaledella Fondazione GiovanniPaolo II, spiega così la preghie-racollettivapericristianiperse-guitati nel mondo che il 20 diogni mese, alle ore ventuno,scattaintuttelechieseeimona-steri di clausura. Tutto nascenell’agosto 2014, poco dopol’invasione dell’Isis a Mosul apartire dal 20 agosto 2014 (data

puramente convenzionale) icristiani scesero nella pubblicapiazza (Piazza Tre Martiri a Ri-mini) ed iniziarono a pregareogni mese. Il titolo del raduno è«Appelloall’umano»persignifi-care che si prega per i cristiani,per i mussulmani, per tutte leminoranzeperseguitate.Ènatocosì il «Comitato Nazarat per icristiani perseguitati in MedioOriente», da novembre scorsopresenteancheaLugano,Cese-na, Siena, Perugia.

Il gesto della preghiera il 20del mese alle ore 21 coinvolgemonasteri di clausura di Rimi-ni, di Pietrarubbia, a Damasco,nella Repubblica Ceca a NašíPaní, Erbil, Valserena, Fatima,Sant’AgataFeltri,Tolentino,Pe-rugia, Foligno, Todi, Roma, Ni-geria,OrtaSanGiulio,Fossano.

Il caso

Clausura, preghiera collettivaper i cristiani perseguitati

L’ospitalità Il ringraziamento delle famiglie trasferite dal campo profughidi Lesbo e ora accolte in Vaticano dalla Comunità di Sant’Egidio

L’accoglienza

Migranti in Vaticano, subito lezioni di italianoE all’Angelus il Papa si schiera con i precari dei call center: «Deve prevalere la dignità»

I raccontiTornail sorrisosui bimbiarrivatida Lesboinsieme conFrancesco