NATALE 2015 - Parrocchie Rivolicoraggio di confessare a Dio le proprie colpe e chiedere perdono dei...

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NATALE 2015

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RIVOLIParrocchie nella città

ANNO XIX - N.3Dicembre 2015

Via F.lli Piol, 4410098 Rivoli (TO)

www.parrocchierivoli.itredazione@[email protected]

In copertina:Porte aperte in città:

Il presepe a San Bernardo

Direttore responsabile:Paolo Paccò

Vice direttore:Lidia Cuva

Redazione:Don Giovanni Isonni

Don Angiolino CobelliDon Paolo RavariniDon Andrea Zani

Daniele CiravegnaPaola CornagliaStefano Coscia

Jenny GennatiempoSilvano Giordani

Remo LardoriFranco Rolfo

Mariangela ZamariolaLidia Zanette

Progetto grafico:Identità Multimediale-Torino

Impaginazione:Fabio Leone

Stampa:Tipografia Locatelli

Trezzano sul Naviglio (MI)

E D I T O R I A L ECarissimi,che bello! Siamo nell’anno santo, giubileo straordinario della misericordia!

È tempo di Grazia… è tempo per sperimentare l’amore gratuito del Padre…

è tempo per incontrare Gesù, il volto della misericordia del Padre,è tempo per metterci in cammino, in pellegrinaggio, per cambiarci,

è tempo per spalancare le porte, sì tutte le porte!

In particolare pensando alle tante porte che ancora teniamo chiuse, sbarrate, in-valicabili, mi ha colpito questa lettera inviata al direttore del quotidiano Avvenire.

Caro direttore,mi chiamo Mario, ho 30 anni e ho trascorso quasi metà della mia vita in una pri-gione. Ho vissuto le sbarre della mia cella in svariati modi, dapprima le ho odiate come il più acerrimo dei nemici, poi col tempo le ho apprezzate perché mi hanno protetto da me stesso, infine le ho accettate come parte della mia esistenza. Sbarre che sembrano saldate direttamente sulle mie retine e che mi costringono ad avere persino ricordi anch’essi reclusi. Eppure, per quanto negli ultimi anni la mia fervi-da immaginazione si potesse sforzare, mai avrei pensato alla porta della mia cella come a una “porta santa”.Per anni ho vissuto l’angoscia dei miei errori e forse ancora oggi non riesco a perdo-narmi, tuttavia papa Francesco con le sue parole ha rinsaldato forte in me la voglia di porre rimedio a tutti i miei sbagli. Grazie, Santo Padre, a nome di tutti noi, per la sua infinita compassione, e per averci dato la possibilità di partecipare a questo Giu-

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3E D I T O R I A L Ebileo seppur ristretti in questo luogo di sofferenza chiamato carcere, un posto che forse di santo ha ben poco, ma dove opera forte la misericordia di Dio. Fu Marco nel suo Vangelo a testimoniare le parole di Nostro Signore Gesù Cristo “non sono i sani ad aver bisogno del medico, ma i malati; non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori”. Ed è qui, in un carcere, che molti peccatori possono trovare la forza e il coraggio di confessare a Dio le proprie colpe e chiedere perdono dei propri peccati. Sull’onda delle parole di papa Francesco la politica si è riaccesa di quel “buonismo” che in altre circostanze non ha prodotto né un indulto né un’amnistia. Ma cosa sono al confronto un indulto o un’amnistia se paragonati all’indulgenza per una vita eterna?Grazie ancora, Padre Santo, per aver spalancato anche per noi le porte sante, per aver infuso ancora una volta nei nostri cuori la speranza, e per aver ricordato al mondo intero che anche noi siamo esseri umani. Vivrò questo Giubileo con rinno-vato spirito, e per la prima volta rientrando nella mia cella, passando sotto la porta che per anni mi ha rinchiuso, mi sentirò finalmente un uomo libero.

Mario Livrieri - Avezzano (Aq)

Non voglio aggiungere molte altre considerazioni a que-sta stupenda e toccante testimonianza perché credo che questo fratello abbia intuito fino in fondo il significato di questa sorpresa stupenda e di questo dono grande che la chiesa con Papa Francesco ci fa: passare le porte della no-stra vita quotidiana con la certezza che sono porte sante perché “luoghi” dell’incontro con il nostro Dio di miseri-cordia. In questo anno riscopriamo la bellezza e la grazia…• della porta di casa, della nostra famiglia: piccola chiesa, la famiglia è il luogo privilegiato per sperimentare la gran-dezza dell’amore di Dio;• della porta delle case dei nostri amici: la misericordia è contagiosa, non si può confinare dentro quattro mura;• delle porte della nostra città: la misericordia è seme di novità, di uno stile nuovo di cittadinanza e di legalità;• delle porte delle “case educative” con la convinzione ferma che educare è uno dei primi veri gesti d’amore, di vita;• delle porte della nostra comunità cristiana, chiamata ad essere casa calda e accogliente per tutti senza porte né finestre, dove il fuori e il dentro si confondono fino a scomparire;• delle porte delle nostre chiese, aperte per accogliere, per farci incontrare con Lui, per aprirci al cielo e poi spa-lancate per mandarci, per allargare il nostro sguardo a orizzonti sempre più aperti, per portare a tutti l’annuncio che Dio ama gli uomini, tutti proprio tutti;• delle porte delle opere di misericordia… sono ben 7 + 7…

una volta passate sentiremo la sua voce, quella di Gesù, che ci dirà: “…ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi ave-te visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi… tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me” (Matteo 25).Che sia un tempo di vero cammino, di pellegrinaggio di vita perché possiamo ritrovarci:- accolti e chiamati a condividere,- perdonati e chiamati ad essere misericordiosi,- graziati e chiamati a non condannare,- confortati e chiamati ad asciugare il pianto di chi soffre,- salvati e chiamati a soccorrere chi è in difficoltà,- liberati dal male e chiamati ad accompagnare al bene chi è smarrito,- risollevati e chiamati a lottare per la pace e la giustizia,- incoraggiati e chiamati a diffondere speranza,- vivificati e chiamati a portare gioia,- amati e chiamati a dare vita!

A tutti auguro di vivere un Natale santo a porte aperte… così come la capanna di Betlemme, con buona pace del buon Giuseppe falegname, che a Betlemme trovò solo porte chiuse… “per loro non c'era posto nell'alloggio” (Luca 2), ma che tra i pastori ha assaporato il tepore di una stalla, la tenerezza di una mangiatoia, la gioia del dono.

don Giovanni Isonni

La Redazione di “Rivoli, Parrocchie nella città” porge a tuttii migliori auguri per un sereno Natale di pace.

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4VISITA DEL PAPA

Da alcuni anni, in occasione del Santo Natale, si è avviata presso la Parrocchia San Bernardo un'i-niziativa particolare: si è deciso di proporre il presepe ambientandolo nella nostra Città!Alcuni parrocchiani si sono messi a studiare, hanno ricercato i vecchi progetti del centro storico della cit-tà di Rivoli, hanno misurato piazze, strade, fotografato le chiese, il ca-stello, studiato i lampioni di molti anni fa e poi sono partiti. Hanno deciso che Rivoli sarebbe diven-tata per qualche giorno la nuova Betlemme. La capanna è stata pre-figurata nella chiesa di San Bernar-do e tutto il centro storico si è tra-sformato in un moderno paese che ospita la nascita di nostro Signore.Non contenti, i nostri amici hanno deciso di illuminare il firmamento e l'intera città, per cui si può vedere il presepe sia alla luce del giorno che alla luce delle stelle e dei lampioni. Ma perché una scelta del genere? Si è pensato che Gesù è nato sì a Betlemme oltre 2000 anni fa, ma nasce ogni volta anche nelle nostre

Presepe a san Bernardo

Città e nelle nostre Comunità, da qui la decisione di fare quest'ope-ra dal messaggio forte per tutte le donne e per tutti gli uomini di Ri-voli. Il presepe è piuttosto grande e viene incrementato di anno in anno. Vale la pena, durante il pe-riodo natalizio, fare un salto nella

Chiesa di San Bernardo con i nostri bambini, per una preghiera e per vedere quest'opera particolare. Un grazie a tutti i tecnici-parrocchiani che in questi anni hanno lavorato su questo nostro presepe.

Franco Rolfo

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5PORTA APERTA SUL VOLONTARIATO

“In questo Anno Santo, potremo fare l’esperienza di aprire il cuore a quan-ti vivono nelle più disparate periferie esistenziali, che spesso il mondo mo-derno crea in maniera drammatica... Le nostre mani stringano le loro mani, e tiriamoli a noi perché sentano il ca-lore della nostra presenza, dell’ami-cizia e della fraternità.” Le parole che avete appena letto sono prese dalla “Bolla di Indizione del Giubileo Stra-ordinario della Misericordia”. Papa Francesco al numero 15 ci chiede di diventare noi stessi strumento della misericordia del Padre, in particola-re verso le persone che oggi vivono situazioni di precarietà e sofferenza. Nella nostra Rivoli numerosi sono i gruppi e le associazioni di ispirazione cristiana che operano per alleviare le ferite di questi nostri fratelli e sorel-le: come testimoniare la misericor-dia del Padre? Partiamo da una do-manda: cosa rende diverso il gesto di un operatore della carità rispetto a quello che compie chiunque voglia dimostrare solidarietà verso un altro in momentanea difficoltà?La benevolenza, la generosità, la solidarietà verso i poveri sono senti-menti buoni, atteggiamenti amore-voli nei confronti degli esseri umani, ma sono indipendenti dalla fede e non vanno confuse con la Carità che è Amore di Dio nei confronti dell’uo-mo, amore con cui l’uomo a sua vol-ta può donarsi ad altri non solo con opere o denaro, ma soprattutto con la sua testimonianza. La differenza la fanno l’ACCOGLIENZA, l’ASCOLTO e l’ACCOMPAGNAMENTO.L’accoglienza che avviene nell’incon-tro dell’altro non è solo un avveni-mento, ma è anche un atteggiamen-to, una disposizione interiore. Non è solo casualità, perché dipende da me, dipende da quanto sono dispo-sto a mettermi in gioco, se voglio o

non voglio trasformare quell’incon-tro in relazione. In una relazione la centralità è data dall’altro. Nella re-lazione l’orientamento è uscire da sé per andare verso l’altro. Dio ha fatto l’uomo per rendersi visibile: così io incontro Dio nel mio simile. Per gli Operatori della Carità accogliere si-gnifica non solo “aprire la porta” e farsi trovare, rendendosi disponibili, ma che l’altro si senta atteso. Ac-cogliamo quando ci muoviamo per cercare “l’altro che manca”: è questo aspetto che caratterizza l’accoglienza come servizio di carità.Il passaggio dall’incontro all’acco-glienza non è un passaggio semplice, perché richiede la costruzione di una relazione nella quale l’altro si senta compreso. L’ascolto è:- un comportamento attivo: ascolta-re non è restare in silenzio a sentire quello che l’altro ha da dire;- un atto volontario: richiede atten-zione volontaria e coinvolge la no-stra vita interiore; - un’abilità: si impara;- un atto spirituale: perché intriso della competenza interiore di ciascu-no di noi;- un dono che facciamo all’altro.All’ascolto segue l’accompagnamen-to: il “prendersi cura dell’altro”. Qual è la meta? È una sola: aiutare l’altro ad essere se stesso. Aiutare l’altro a vedere le sue risorse, ad attivare le sue capacità, a riconoscere il valore del proprio passato, a perdonarsi e perdonare. Punto fondamentale è accompagnare l’altro a prendere coscienza che anche se le cause del problema sono dovute al contesto o ad altre persone, alla fine il problema è suo. È lui che deve fare qualcosa, al di là di quello che fanno gli altri. Que-sto vuol dire promuovere la persona; stimolarla a comprendere dove si trova attualmente rispetto alla meta

cui tende. Per raggiungere questa presa di coscienza è necessario che la persona si renda conto di ciò che le manca, di ciò che dovrebbe fare o non fare, dei comportamenti che responsabilmente dovrebbe met-tere in atto. L’accompagnamento è anche aiutare l’altro a identificare le risorse e sollecitare il loro utilizzo nell’affrontare l’attuale problema. Accompagnare è in definitiva “in-durre al cambiamento”. La più gran-de responsabilità morale per chi si impegna in una relazione di aiuto è fare in modo che la persona aiutata si senta amata. Ritornando all’ascol-to, mi pare opportuno indicare che questo non è solo riferito all’altro, ma anche agli altri, cioè a tutti noi. Un Operatore di Carità deve “essere” in ascolto del suo tempo.Ascoltare per animare, cioè attivare tanto la persona singola quanto la collettività, per testimoniare la ca-rità di tutta la comunità ecclesiale, non solo quella del proprio gruppo. Ascoltare i bisogni dell'altro con gli altri oggi significa, per esempio:- riconoscere che più di 4 milioni di italiani, sotto la soglia di povertà as-soluta, ci interpellano e ci spingono a sostenere misure concrete anche in campo legislativo;- che i sistemi di welfare così come li conosciamo non funzionano più perché non garantiscono l'universa-lità, quando invece altre forme di as-sistenza possono responsabilizzare tutti, a cominciare da chi beneficia di tali interventi.In conclusione: ascoltare è anche co-gliere i bisogni dell'altro in relazione al contesto in cui l'altro manifesta quei particolari bisogni, poiché soste-nere chi è in difficoltà ha come scopo primario quello di favorirne l'inclusio-ne fraterna, garantendogli la dignità che nasce dall'essere fatto ad imma-gine e somiglianza di Dio. Papa Fran-cesco ci dice che: "L'affamato non chiede elemosina, chiede dignità".

Michele Burzio

Le 3 A del volontariato caritativo:Accoglienza, Ascolto e Accompagnamento

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6 CONVEGNO ECCLESIALE

Un po’ di storiaSull’onda lunga del Vaticano II la Chiesa italiana si ritrova periodicamente per riflettere sulle grandi sfide (i “segni dei tempi”, appunto) interne alla Chiesa e sollecitate dalla società per articolare in modo collegiale risposte adeguate e significative. 1. Primo Convegno nazionale della Chiesa italiana a Roma dal 30 ottobre al 4 novembre 1976. Di fronte alla secolarizzazione dilagante, la Chiesa sta promuovendo una nuova azione “apostolica e missionaria” per dare motivazioni adeguate al vivere da credenti. In particolare il programma pastorale "Evangelizzazione e sacramenti", costituisce un riferimento prossimo alla tematica del convegno di Roma. "Evangelizzazione e promo-zione umana" è infatti il tema dei lavori con 2500 partecipanti. Il Convegno è presieduto dal card. Antonio Poma, presidente della Cei. 2. Dopo nove anni si ripropone l’esigenza di una grande assemblea per far fronte ai problemi di una società sempre più lacerata (conflitti sociali, ter-rorismo, ideologie perverse…) e di una chiesa incapace di rispondere alle grandi questioni umane e sociali emerse in queste trasformazioni.Secondo convegno a Loreto dal 9 al 13 aprile 1985. Siamo nell'ottava di Pasqua, scelta appositamente per la riflessione sul tema: "Riconciliazione cristiana e comunità degli uomini". Anche questo sulla scia del nuovo pia-no pastorale "Comunione e comunità". Tre relazioni delineano il quadro storico, pastorale e culturale: il teologo don Bruno Forte, il filosofo Armando Rigobello, il card. Salvatore Pappalar-do, arcivescovo di Palermo. 3. Sempre di più i temi vertono sui problemi di convivenza civile e sociale. Il terzo convegno si tiene a Palermo, dal 20 al 24 novembre 1995, luogo di drammi e di grandi speranze.Il tema ricalca ancora una volta gli orientamenti pastorali: "Il Vangelo della carità per una nuova società in Italia".

Cinque giorni di incontri, dibattiti, lavori di gruppo. 2.300 delegati e 400 volontari coinvolti nell'orga-nizzazione, tanti quanti i giornalisti accreditati. E a Palermo partecipa anche il Papa: Giovanni Paolo II arriva a Palermo il 23 novembre. 4. Convegno ecclesiale nazionale a Verona 16-20 ottobre 2006. Ancora nell’ottica di una visione missionaria della chiesa sulla scia del Grande Giubileo del 2000: Testi-moni di Gesù risorto, speranza del mondo. Cinque grandi ambiti di riflessione: la vita affettiva, il lavoro e la festa, la fragilità umana, la tradizione, la

Convegno Ecclesiale Nazionale

cittadinanza. 2700 delegati, tra cui 11 cardinali, 222 vescovi, 608 sacerdoti, 41 dia-coni, 322 tra religiosi e religiose, 15 consacrati laici e 1275 laiciCruciale la prolusione di Papa Be-nedetto XVI alla Fiera di Verona, un’ora e un quarto in cui il pontefi-ce affida ai laici la "responsabilità" di essere cittadini, di "agire in am-bito politico per costruire un giusto ordine nella società".

Struttura del convegno di FirenzeIl convegno si è tenuto a Firenze nel novembre 2015, ma tutta una serie di eventi sono stati finalizzati alla preparazione dell’evento. Dall’ini-zio dell’anno si vanno moltiplican-do incontri e conferenze, dibattiti e pubblicazioni. Il tema del convegno di Firenze “In Gesù Cristo il nuo-vo umanesimo”, come quelli che l’hanno preceduto, riprende il pro-gramma pastorale della Chiesa cat-tolica in questo decennio, cioè Edu-care alla vita buona del Vangelo. Sono state stampate e rese pub-bliche alcune schede che, a parti-re dal brano di vangelo che fa da leik-motiv, forniscono materiale di riflessione e quindi di collaborazio-

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7CONVEGNO ECCLESIALE

ne offerti ai singoli, ma soprattutto alle comunità per far giungere an-che i loro contributi al Convegno di novembre. Sette schede per una settimana di riflessione… come nel-lo schema seguente.1. La Giornata di Gesù a Cafàrnao 2. Riconoscersi figli3. La via dell’uscire4. La via dell’annunciare5. La via dell’abitare6. La via dell’educare 7. La via del trasfigurare

Le parole chiaveSono quelle contenute nelle sche-de a disposizione di singoli e as-sociazioni per riflettere e collabo-rare con l’evento. Le parole sono tratte dal vangelo che fa da guida al convegno: Gesù a Cafarnao, una giornata normale e quotidiana dell’uomo di Nazareth che diventa paradigma della nostra quotidia-nità. Fa da introduzione un testo aperto che vuole stimolare un coin-volgimento diffuso di tutte le realtà delle Chiese locali, scritto dal no-stro vescovo Cesare. Ma altri ma-teriali sono a portata di tutti, messi a disposizione su un sito apposito. Il cuore della Traccia sono appun-to le cinque “vie” per l’umanesimo cristiano.

USCIRE - I cambiamenti demogra-fici, sociali e culturali, che caratte-rizzano la nostra epoca sono una provocazione per scoprire per nuo-ve strade da percorrere seminando la buona notizia della salvezza che abbiamo ricevuto.

ANNUNCIARE - Dobbiamo testimo-

niare e motivare le nostre scelte di vita, rendendole occasione per mani-festare al mondo questa “buona notizia” che ha reso significativa la nostra vita: con umiltà ma anche convinzione dobbiamo “dire la nostra fede” nel-lo spazio comune a tutti gli uomini.ABITARE - Il cattolicesimo italiano, erede di una grande tradizione carita-tiva e missionaria, deve ritrovare nuove strade di fronte alle sfide in atto: il quotidiano, il normale, anzi l’insignificante diventano il tempio per le nostre celebrazioni.EDUCARE - Religione e umanità capaci di comprendere e dialogare con una società connotata da relazioni fragili, conflittuali ed esposte al veloce consumo, di costruire spazi in cui tali relazioni scoprano la gioia della gra-tuità, solida e duratura, nell’accoglienza e nel perdono reciproco.TRASFIGURARE - Vivere le nostre celebrazioni come momento in grado di trasfigurazione la propria vita e il mondo in cui abitiamo: una fede coniu-gata al plurale e alla diversità, ma capace di costruire la vera comunione.

Un invito alla collaborazioneCon la pubblicazione delle schede è palese l’invito a tutti per una collabo-razione attiva. Ma soprattutto sono un invito alla riflessione e alla parteci-pazione ai temi del convegno, per sentirsi parte della chiesa, degli impegni che essa vuole assumere nel suo compito di evangelizzazione. Sempre più spinta a tematiche e modalità nuove sulla scia di un papa che viene dalle “periferie del mondo” e intende applicare alla lettera l’invito di Gesù agli apostoli… “mi sarete testimoni… fino ai confini della terra” (Atti 1,8).

Quale uomo?Dopo riflessioni a partire dalla chiesa e dalla sua prospettiva, ora il pro-blema centrale è la stessa esistenza ed essenza dell’umanità. E quale può essere il riferimento per il cristiano? Gesù Cristo, vero Dio, ma anche mo-dello di umanità. È lui il vero uomo, colui che condividendo in pieno la nostra esperienza umana dalla vita alla morte, ci ha mostrato i tratti della vera umanità, quell’immagine di Dio iscritta in ciascuno di noi, secondo cui ciascuno è chiamato a modellare la sua vita. Impegno di ogni cristiano, ma anche di ogni essere umano, perché i valori proposti da Gesù sono quelli iscritti nel cuore e nella natura di ciascuno: solo questa umanità è garanzia di realizzazione umana, di felicità, o di “salvezza” per dirla con linguaggio religioso.

Silvano Giordani

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8 PORTA APERTA SUL MONDO

Sii il cambiamentoche desideri vedere nel mondo!

Gioia, fatica, fede, sete, croce, dignità, amore, povertà, ricchez-za, bellezza: tutto questo e tanto altro abbiamo visto in India e mi porto nel cuore.

(Felice)

Queste parole di Ghandi sono state il motto che lo scorso agosto ha ac-compagnato 23 giovani di Rivoli e dintorni, insieme a don Andrea, Felice e sr. Erika, nel loro viaggio in India dove hanno vissuto venti intensi giorni di servizio tra i poveri e di scoperta di una cultura “altra”… Le testimonianze di alcuni di loro ci danno l’idea del cambiamento che è rimasto impresso nei loro cuori!

Suor Erika

"Prendimi per mano,toglimi le scarpe,portami nel Gange,per arrivare in un mondo ancorada scoprire, ancora da conoscere, ancora da vivere. Non ero in grado di sognare,ma solo con gli occhi mi hai inse-gnato ad amare.Tra bambini e disabili,tra moribondi e vagabondi fammi conoscere un mondo vero, senza niente di concreto,ma con un cuore sincero. Cara povertà rimanimi accanto per farti scoprire nel lusso in cui abito."

(Rachele)

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9PORTA APERTA SUL MONDO

Mi hanno chiesto di buttare giù due righe sull'esperienza appena passata, ma l'India non si può scrivere, si può solo vivere. Tutte le emozioni e le sensazioni provate non si pos-sono mettere su carta, si possono solo ricordare. Tutte le ri-sate e i momenti più difficili non si possono spiegare, si pos-sono solo usare per ridere o per piangere di nuovo. L'India è bellezza, e puoi solo ammirarla. L'India è accoglienza, e puoi solo riceverla. L'India è semplicità, e puoi solo prender-ne esempio. Ma l'India è anche caos, stranezza, incoerenza, differenza. O te ne innamori, o la disprezzi. Non ci può esse-re una via di mezzo. Io me ne sono innamorata.

(Francesca)

La nostra esperienza ci ha portato a vi-

vere per un mese sulle ali dell'Amore: l'a-

more dei locali verso la loro terra, calda

e caotica ma anche spirituale e rilassa-

ta; l'amore delle sorelle di Madre Teresa

verso i più poveri tra i poveri, che ogni

giorno incontravamo e cercavamo di

aiutare a seconda delle nostre possibili-

tà e capacità; l'amore che ci regalavano

le bambine che non possedevano nulla e

che ripetevano "tutto ciò che possiamo

darvi è il nostro cuore". Un'esperienza

di servizio in cui abbiamo ricevuto tanto,

dove ancora una volta abbiamo speri-

mentato che "c'è più gioia nel dare che

nel ricevere".(Mattia)

Le testimonianze di alcuni di loro ci danno l’idea del cambiamento che è rimasto impresso nei loro cuori!Un grande GRAZIE alle Suore della Provvidenza e alle Suore Missionarie della Carità che ci hanno ospitati in India. L’accoglienza che abbiamo rice-vuto è stata per noi un segno d’amore. Grazie!(Don Andrea)

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10 PORTA APERTA SUL MONDO

We & Creation, una proposta che ci conduce nella foresta amazzonica e tra i popoli che la abitano, in un susseguirsi di contrasti: natura incontami-nata e devastazione, rispetto per la madre terra e sfruttamento.Il pensiero corre all’enciclica Laudato si’ di papa Francesco, sulla cura del-la terra nostra casa comune. Il degrado dell’ambiente naturale è presen-tato come conseguenza del degrado dell’ambiente umano; l’uomo, cui è sfuggito di mano il senso della vita e delle proprie azioni, privilegia la soddisfazione materiale e consuma al di sopra dei limiti imposti dalla na-tura stessa. Se la crisi ecologica è un emergere della crisi etica, culturale e spirituale della nostra società globalizzata, non possiamo illuderci di ri-sanare la nostra relazione con la natura e l’ambiente senza risanare tutte le relazioni umane fondamentali. La nuova proposta di papa Francesco è un’ecologia integrale, che rende inseparabili la preoccupazione per la na-tura, la giustizia verso i poveri, l’impegno nella società e la pace interiore.Un’ecologia “che integri il posto specifico che l’essere umano occupa in questo mondo e le sue relazioni con la realtà che lo circonda”.In questo contesto ci piace porre l’attenzione sull’importanza data da papa Francesco alle popolazioni aborigene e alle culture locali, per la forza dei loro valori, la saggezza delle loro culture, il profondo amore per la vita e per la madre terra, luogo sacro, dono di Dio. I popoli della foresta amazzo-nica che abbiamo “incontrato” nel corso di questi anni ci hanno insegnato questo rispetto. Ora che torniamo a parlare di Amazzonia e di prospettive

La cura della casa comune

di vita per i popoli che la abitano, lo facciamo con uno stimolo in più: l’invito di papa Francesco ad opera-re secondo una ecologia integrale. Questo può avvenire solo con un nuovo atteggiamento del cuore da parte di tutta l’umanità, noi com-presi.

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11PORTA APERTA SUL MONDO

ADOTTA UNA PIANTINA DI CACAO

È molto nobile assumere il compito di avere cura del creato con piccole azioni quotidiane, ed è meraviglioso che l’educazione sia capace di moti-varle fino a dar forma ad uno stile di vita. Non bisogna pensare che questi sforzi non cambieranno il mondo... Tali azioni diffondono un bene nella società che sempre produce frutti al di là di quanto si possa constatare, perché provocano in seno a questa terra un bene che tende sempre a dif-fondersi, a volte invisibilmente. (Laudato si’ n. 211-212)

L’Associazione Impegnarsi Serve Onlus lancia un appello per un’azione so-lidale a sostegno dei contadini colombiani. Il dono di una piantina di cacao è un piccolo e semplice gesto di solidarietà con importanti e significative conseguenze per la tutela dei diritti e la dignità delle popolazioni amaz-zoniche. Con un piccolo gesto puoi contribuire a migliorare la vita degli abitanti del Rio Caguan.

MOLTIPLICA LA SOLIDARIETÀ! Una piantina 2 euroPuoi contribuire al progetto tramite bonifico bancario o versamento su conto corrente postale intestati ad Associazione Impegnarsi Serve Onlus, utilizzando la causale “Dalla coca al cacao”:IBAN IT97J0335901600100000124198Conto Corrente Postale n° 41707639

MOSTRA WE & CREATION - TERRA E UMANITÀA Rivoli dal 27 febbraio al 18 marzo 2016 presso Oratorio La Stella

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12 PORTA APERTA SUL LAVORO

Sovente ci si chiede: “Che cosa può fare la Chiesa torinese nel campo sociale?” Parecchio, poiché il so-ciale riguarda l’uomo e la donna all’interno della società e la Chiesa è attenta e disponibile verso tutto ciò che riguarda l’umanità. Ma che cosa il mondo del lavoro chiede alla Chiesa? Chiede che la Chiesa concorra ad “aprire delle porte per il lavoro”, realizzando azioni di so-lidarietà attiva, cioè di solidarietà non meramente assistenziale, ma rivolta ad aiutare la persona in dif-ficoltà economica e occupazionale a uscire dal suo stato camminando con le proprie gambe. Ciò significa anche realizzare, attraverso le sue strutture diffuse sul territorio – parrocchie, oratori e altri centri di aggregazione sociale – in collabo-razione con altri soggetti, una rete di informazione, orientamento e accompagnamento alla scuola e al lavoro, di cui c’è estremo bisogno e grande carenza, anche perché altri soggetti istituzionali continuano ad essere scandalosamente assenti.Per far ciò non c’è neanche bisogno di essere innovatori. Da oltre die-ci anni hanno preso a operare, su promozione dell’Ufficio Diocesano Pastorale Sociale e del Lavoro, “ser-vizi per il lavoro” presso parrocchie dell’Arcidiocesi: i primi furono atti-vati nel 2002 e oggi ne sono in fun-zione una ventina. Ora la coscienza dell’utilità di tale attività pastorale è arrivata anche a Rivoli: le parroc-chie dell’Unità Pastorale n. 36 si sono avviate nella direzione dell’at-tivazione del Servizio per il lavoro di Rivoli, presso l’Oratorio di Santa Maria della Stella.Servizio per il Lavoro per fare che cosa? Inizialmente per erogare i se-

guenti due servizi:1) Orientamento sul lavoro e sul-la formazione al lavoro a favore dei giovani e delle loro famiglie. Una delle cause della difficoltà che hanno i giovani a entrare con suc-cesso nel mercato del lavoro è la mancanza di orientamento riguar-do allo stato delle possibilità di oc-cupazione esistenti, delle attività e funzioni lavorative che offrono relativamente buone possibilità di

occupazione, dei percorsi scolastici e formativi che offrono formazione atta per un buon inserimento nel mondo del lavoro.2) Attività di accoglienza, ascolto e accompagnamento di lavorato-ri e lavoratrici che cercano lavoro e che hanno difficoltà a muoversi nel mercato del lavoro, avendo perso un’occupazione o essendo alla ricerca della loro prima occu-pazione. Coloro che hanno perso un’occupazione dipendente, così come coloro che hanno dovuto chiudere un’attività in proprio, così come coloro che entrano novelli

nel mercato del lavoro, così come coloro che vorrebbero aprire un’attività in proprio hanno bisogno di non sentirsi soli nella loro situazione di ricer-ca, di sapersi muovere all’interno delle norme riguardanti i disoccupati, di conoscere le diverse tipologie di contratti di lavoro esistenti (compresi quelli meno noti, come i contratti di apprendistato, di tirocinio, di lavoro accessorio), di conoscere le possibilità di percorsi formativi personalizzati, di conoscere le vie percorribili di microcredito ecc. Le azioni di accompa-gnamento vanno dall’aiuto dalla redazione del curriculum del lavoratore/lavoratrice alla fornitura di informazioni utili per aumentare l’occupabilità della persona, al recepimento delle offerte di posti di lavoro e dei bisogni provenienti dal territorio, all’accompagnamento alla ricerca attiva dell’oc-cupazione e all’utilizzazione degli strumenti e supporti presenti sul terri-torio ecc. L’attività di accompagnamento verrà, infatti, svolta dal Servizio per il Lavoro in rete con i diversi soggetti, presenti nella Zona Ovest e a

Fatti concreti: servizio per il lavoronelle parrocchie di Rivoli

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13PORTA APERTA SUL LAVORO

Torino, che operano nel settore avendo come metodo di lavoro l’attenzione alla persona, che è il motto del nostro Servizio per il Lavoro.Elemento vincente nella fase di avvio dell’attività sarà la capacità di diffondere e acquisire una buona e precisa co-municazione interpersonale e interistituzionale, utilizzan-do le reti che già esistono e creandone di nuove. I buoni risultati che verranno faciliteranno l’allargamento dell’at-tività, poiché il successo dei risultati permetterà di fare del nostro servizio un punto di riferimento sia per chi cer-ca un posto di lavoro sia per chi cerca lavoratori. Come si

Il Servizio per il lavoro a Rivoli opererà presso l’O-ratorio interparrocchiale della Stella, via Fratelli Piol 44, con il seguente orario:- martedì, 16-19- sabato, 10-13Inizio del Servizio di sportello: 28 novembre 2015 Punto di contatto telefonico (negli orari di apertura dello sportello e via sms): 333.332.0073 Gruppo dei proponenti: Giorgio Albera, Lino Borel-lo, Federica Brignolo, Michele e Olga Burzio, Daniele Ciravegna, Stefano Coscia, Ercole Gianotti, Lucrezia e Pietro Imperatore, don Giovanni Insonni, suor Te-resita Pavanello, suor Erika Perini, Filippo Provenza-no, Franco Rolfo

Sono Mara Grasso, ho 21 anni e studio Scienze Politiche e Sociali all’Università di Torino. Nel maggio 2014 sono stata eletta Consigliere Comunale del Comune di Rivoli. Da subito ho sentito l’esigenza di avere qualche strumento, sia teorico e sia pratico, che mi aiutasse a vivere al meglio l’esperienza politico-ammi-nistrativa. La Scuola di formazio-ne all’impegno politico e sociale promossa dall’Arcidiocesi di Torino attraverso l’azione della pastorale sociale e del lavoro mi ha aiutato

Scuola di formazioneall’impegno politico e sociale

proprio in questo! Le giornate del-la scuola si strutturano affrontando una determinata tematica politico-sociale con un esperto, a questo segue un confronto tra studenti per cercare di sviluppare le capacità ar-gomentative di ciascuno e infine si dedica del tempo, divisi a piccoli gruppi, ad elaborare un progetto attuabile. A mio parere, uno de-gli elementi di forza della scuola è quello di fornire, attraverso anche momenti dedicati alla dottrina so-ciale della Chiesa, degli strumenti

utili ai cristiani che si vogliano im-pegnare in campo sociale e politico; trasmettere uno sguardo diverso e alternativo penso sia essenziale per non perdere di vista, nell’esercizio di qualsiasi impegno nella società, al-cuni dei valori più importanti.

Mara Grasso

dice: “Da cosa nasce cosa!”. Ma queste cose devono essere di buo-na qualità e, per fare qua-lità, occorre un’adeguata preparazione degli operato-ri del Servizio. Già una deci-na di volontari rivolesi hanno seguito un percorso formativo per svolgere al meglio l’attività di accoglienza-ascol-to-accompagnamento, organizzato dal Centro di Orientamento dell’Ufficio Diocesano Pastorale So-ciale e del Lavoro, nel febbraio-marzo di quest’an-no. Per il 2016, al momento, non è programmato un nuovo corso, ma esso potrà essere effettuato su richiesta.L’iniziativa qui presentata s’inserisce nel program-ma di “Agorà sociale” avviato nel 2014 dal nostro Arcivescovo e vi si inserisce con lo spirito di chi am-bisce a essere presente con “fatti concreti”, come Papa Francesco ci ha chiesto ripetutamente di fare, nel corso della sua visita a Torino del 21-22 giugno scorso.

Daniele Ciravegna

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14 PORTA APERTA SUI GIOVANI

“La Pastorale Giovanile è l’insieme delle azioni che la comunità fa, sotto la guida dello Spirito, per far sì che ciascun giovane (6-30 anni) incontri Gesù nella propria vita”.Tale definizione, elaborata a partire dal documento della CEI “Il Labora-torio dei Talenti”, è stata fatta pro-pria già da alcuni anni dalla Regia Educativa dei giovani delle 4 Parroc-chie di Rivoli.La Regia Educativa è tavolo di con-fronto con una visione d’insieme, pensiero e decisionalità all’interno del quale vengono definite le priori-tà pastorali, gli obiettivi da raggiun-gere, le metodologie operative e si fa verifica del progetto di PG.È composta dal parroco referente della Pastorale Giovanile, dagli edu-catori e dagli animatori ultra 18enni che hanno responsabilità educativa all’interno delle parrocchie. Per l’an-no pastorale 2015/16 la Regia Edu-cativa ha definito le quattro finalità pastorali attorno alle quali tutte le progettualità educative, le azioni, le singole attività dovranno fare ri-ferimento sia in modo esplicito che implicito:

1) FORMAZIONE - A ciascun giova-ne deve essere data la possibilità di ricevere una proposta formati-va umana e cristiana (valori, stili di vita, scelte... coerenti con il modello di Uomo del Vangelo) adeguata alla sua età attraverso:- L’ESPERIENZA DI GRUPPO (Cate-chismo, Predò, Gruppi Adolescenti, Comunità Giovani)- L’invito a specifiche occasioni di formazione (serate a tema, corsi per animatori, incontri diocesani, …) - Partecipazione a ESPERIENZE SI-GNIFICATIVE (Campi, Uscite, Setti-

mana Comunitaria, esperienza mis-sionaria, teatro, danza...). È privilegiata la RELAZIONE INDIVI-DUALE, quale occasione di cono-scenza personale, confronto, appro-fondimento, accompagnamento.

2) L’AGGREGAZIONE - Occasione per l’incontro informale, quotidiano e a bassa soglia dei ragazzi attraver-so l’apertura quotidiana dell’Orato-rio e le proposte di accoglienza, gio-co, incontro, confronto, svago.

3) IL SERVIZIO - A ciascun giovane è proposto il servizio permanente come strumento di formazione e sti-le che accompagna la vita (lo si ritro-va nell’essere figli, studenti, amici, futuri sposi, genitori…). Il Servizio si concretizza attraverso l’Animazione: “palestra” di testimonianza, dono di sé e impegno sociale. Attraverso il servizio, le giovani generazioni han-no la possibilità di crescere nella re-sponsabilità educativa. A partire dai gruppi Adolescenti, ciascuno riceve-rà un mandato al servizio da svilup-parsi in una specifica progettualità:- Gruppo Formula ’01 (1° Superio-re): Primavera Ragazzi (Marzo 2016)- Gruppo New Generations (2° Su-periore): “SabatoSanBe” (Anima-zione del Sabato pomeriggio per i bambini delle elementari presso l’Oratorio di San Bernardo)- Gruppo Asganaway (3° Superiore): Animazione Bimbi Elementari (Na-tale, Carnevale, Feste…)- Gruppo Flash ’98 (4° Superiore): Animazione Ragazzi Medie- Gruppo ’97 Stelle (5° Superiore): Gruppo Predò 2° MediaL’idea è, oltre a quella di vivere il ser-vizio all’interno del proprio gruppo e con i compagni di viaggio di sem-

pre, di accompagnare i ragazzi più giovani nella vita: di anno in anno, i gruppi si sperimenteranno nel servizio successivo (es. la Formula ’01 nell’anno pastorale 2015/16 si occuperà della Primavera Ragazzi, nell’anno 2016/17 del SabatoSan-Be, nell’anno 2017/18 nell’anima-zione dei Bimbi Elementari e così via fino ad accompagnare i ragazzi nei gruppi Predò e poi nei Gruppi Ado-lescenti… questa è l’Animazione che accompagna la vita!).

4) VITA COMUNITARIA - I giovani vivranno il momento della Messa quale occasione d’incontro con la Comunità, l’Annuncio del Vangelo, l’incontro con Gesù spezzato nel pane. È il momento centrale della vita del cristiano. Tali finalità si po-tranno raggiungere attraverso il vi-vere la realtà dell’ORATORIO quale espressione delle Comunità nell’im-pegno a educare ed evangelizza-re le Giovani Generazioni. Luogo delle relazioni, degli incontri, della crescita, delle scelte importanti, è un’opportunità che contribuisce alla costruzione dell’identità di ciascun individuo e può condurre alla sintesi armoniosa della propria identità.

La Regia Educativa

Il progetto di Pastorale Giovanile

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15PORTA APERTA SUI GIOVANI

Tra Aprile e Maggio 2015 la Com-pagnia di San Paolo ha pubblicato il Bando “Stiamo tutti bene: educare bene, crescere meglio!” rivolto agli Enti pubblici e privati del territorio di Torino e provincia. Il Bando si pone l’obiettivo di mettere in cam-po azioni mirate a contrasto della dispersione scolastica. I destinatari diretti sono i minori tra i 6 ed i 14 anni e loro famiglie. Spinti da tale opportunità le Parrocchie di Rivoli si sono mosse ed in collaborazio-ne con il CISA di Rivoli, le scuole

del Circolo Gobetti e del 3° Circolo, l’Associazione Sportiva San Marti-no Calcio, i 3 gruppi Scout “Rivoli 1”, “Rivoli 2”, “Rivoli 4” e le Associa-zioni di Volontariato San Vincenzo e Caritas hanno presentato il Pro-getto “We care: ci interessiamo!”. Già nel titolo il progetto esprime le sue finalità: il centro d’interes-se privilegiato è ciascun ragazzo; “We = ci” intende esprimere quel “lo facciamo insieme” che sottoli-nea la dimensione di responsabilità congiunta e di operosità sinergica

tra i soggetti coinvolti; “care = inte-ressiamo” descrive l’ambito di cre-scita su cui far leva: l’acquisizione delle competenze sociali a benefi-cio dell’apprendimento e del suc-cesso scolastico. Il riconoscimento e l’adeguamento al contesto, il ri-spetto e il riconoscimento dei ruoli, l’acquisizione delle regole, il lavoro di gruppo, l’integrazione tra pari, la puntualità nella consegna dei com-piti assegnati o dell’impegno preso, la costanza, la presenza e la pun-tualità… sono alcune delle compe-tenze sociali di base proprie neces-sarie allo studente per poter vivere appieno il momento scolastico.Tali competenze possono però essere apprese o maggiormente sviluppate anche in contesti extra-scolastici. Le parrocchie e gli altri Enti coinvolti si prefiggono quindi di costruire una rete tra di loro e con il coinvolgimento delle fami-glie di sostenere e intervenire si-nergicamente sui ragazzi, al fine di favorire, in un’ottica preventiva e promozionale, l’acquisizione delle competenze sociali utili alla cresci-ta armonica del soggetto, alla capa-cità di affrontare meglio e di vivere con maggior successo l’esperienza scolastica. Si vuole puntare sull’ap-prendimento esperienziale, da compiersi in contesti di gruppo, tanto con i pari quanto con ragaz-zi di altre età e con adulti di rife-rimento; è attraverso l’esperienza che il ragazzo impara a misurarsi con se stesso e con ciò che lo cir-conda, ad acquisire quelle abilità e quelle capacità necessarie alla vita.Concretamente le parrocchie pro-porranno e promuoveranno attivi-tà laboratoriali quali: canto, chitar-ra, danza, judo, hip hop, giornate in bike, giornate di animazione… Aspettiamo quindi tutti i ragazzi che vorranno crescere in Oratorio!

Donatella

We care: ci interessiamoPorte aperte... alla progettazione!

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16 PORTA APERTA SUI GIOVANI

Servizio Civile: un anno di vita donato agli altri! Molti sono i giovani che negli ultimi anni si sono avvicendati nei nostri ambienti oratoriani a ser-vizio dei ragazzi e dei giovani. Alcuni arrivano dal nostro territorio, altri da fuori Rivoli. Oltre ad essere un’esperienza di servizio, per i giovani che accolgono questa proposta il Servizio Civile rappresenta un’importante esperienza formativa e di crescita, nella quale si mettono in gioco supe-randosi nelle relazioni. È un’esperienza a metà strada tra il volontariato e il lavoro: da un lato, come nel mondo del volontariato, si è accompagnati, tutelati, attesi nei tempi di maturazione, dall’altro, come nell’ambito la-vorativo, ci si aspetta presenza, puntualità, costanza nel tempo, serietà, responsabilità… Attualmente i giovani in Servizio Civile sono 8: Alessia, Pa-olo e Nasir arrivati ad Aprile 2015 attraverso il Bando di Garanzia Giovani e Martina, Aurora, Maura, Adrian e Daniele arrivati a Settembre 2015 attra-verso il classico Bando del Servizio Civile Volontario. Per ragioni di studio hanno interrotto il servizio Davide e Francesco che ringraziamo comunque per quanto di bello hanno dato ai nostri ambienti!

Porte aperte... al servizio civile

“Passiamoci la palla, perché

se vinciamo e non ci divertia-

mo che senso ha?”. Manu, uno

dei ragazzi che gioca a calcio

in oratorio, ha ragione: infatti

penso che quella frase, detta

con il semplice intento di diver-

tirsi insieme, dietro abbia una

parola fondamentale: noi. In

fondo quel "noi" è la chiave di

tutto, vuol dire abbandonare

l'egoismo, la realtà virtuale o

quella finta costruita a tavolino

e mettersi al servizio, vuol dire

smetterla di spadroneggiare o

di sentirsi leader e iniziare fi-

nalmente a “vivere con”. La sfi-

da aspra e magnifica di questo

Servizio Civile è questa. Capire e

far capire che è bello stare insie-

me per il semplice fatto di sta-

re insieme, incrociare sguardi,

scambiarsi parole, vivere espe-

rienze, condividere emozioni. La

strada più difficile da percorrere

è questa, ma è anche la più bel-

la. Francesco

Francesco

Il Servizio Civile è un’esperienza

formativa che mi fa sentire uti-

le alle parrocchie che mi hanno

donato tanto. È un servizio a

contatto con la gente e i bam-

bini, e anche questo mi fa cre-

scere ed essere una persona

migliore. Maura

Ciao, sono Adrian e quest’an-no ho scelto di fare il Servizio Civile perché questo progetto mi dava la possibilità di stare in mezzo ai giovani, per ora sono soddisfatto del progetto e spero di fare nuove cono-scenze. Adrian

Ciao, sono Aurora, quest’anno ho scelto di fare Servizio Civile perché penso che possa esse-re un’esperienza che ti arric-chisce e perché avevo voglia di operare sul mio territorio, ovvero quello rivolese. Ho scelto quest’esperienza anche per fare nuove conoscenze e per scoprire il mondo dell’Ora-torio. Da questa avventura mi aspetto di uscire portando nel mio bagaglio tanti bei ricor-di che possono anche influire sulla persona che ora sono. Aurora

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17PORTA APERTA SUI GIOVANI

Ciao, sono Martina, ho 23 anni ed ho scelto il Ser-

vizio Civile per fare un’esperienza che fosse forma-

tiva e utile per il mio futuro. Ho iniziato la mia av-

ventura presso gli oratori di Rivoli circa un mese fa

ed ho curato, da subito, di inserirmi in un contesto

a me nuovo e di relazionarmi con la gente. Spero,

grazie al mio servizio, di essere utile alla comuni-

tà e a crescere personalmente allo stesso tempo.

Martina

Ciao, sono Nasir, faccio Servizio Civile per avere

la possibilità di conoscere gente nuova e parlare,

così per migliorarmi anche per poter cercare lavo-

ro. Mi trovo bene con i bambini! L’esperienza più

bella che ho fatto è quella di fare la camminata in

montagna con i ragazzi della 3° media e con don

Andrea e dormire al Rifugio del Vaccarone. È stato

proprio bello! Nasir

Ciao, sono Alessia, ho 23 anni e ho scelto di dedicare un anno della mia vita al Servizio Civile per imparare a dimesticarmi in un ambito lavorativo legato ad una delle mie più grandi passioni: i bambini! Per questo ho deciso di prestare il mio servizio negli Oratori di Rivo-li, ho conosciuto diverse persone con cui, giorno dopo giorno, condivido emozioni, esperienze, laboratori e progetti. Mi ritengo molto fiera del mio servizio. Non c’è cosa più bella di un sorriso e un abbraccio di un bimbo. Sono convinta questa esperienza mi aiuterà anche a livello caratteriale. “Il Servizio Civile ti aiuta e aiuta gli altri”. Alessia

Ciao, sono Paolo, ho 26 anni e ho scelto il Servizio Ci-vile perché è un’esperienza nuova e mi dà la possibi-lità di conoscere nuove persone. Ho già fatto 6 mesi di Servizio, mi trovo bene, ho fatto nuove amicizie. È un’esperienza che mi sta aiutando a crescere. Paolo

GM

G 2

016

GM

G 2016

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18 PORTA APERTA SUI GIOVANI

Route del Noviziato del Rivoli 1+4I Vinotazio, i ragazzi del noviziato dei gruppi scout Rivoli 1 e 4, quest’anno hanno deciso di utilizzare le bici ed esplorare la costa degli Etruschi, in To-scana. Fra paesaggi marini mozzafiato, c’è stato anche il tempo per qual-che incontro, come quello con i noviziati di Livorno e il settore nautico di Rosignano che ci ha accolto facendoci avvicinare al mondo acquatico con tante attività. Anche la comunità parrocchiale di Rosignano ha dato ospi-talità al noviziato dopo una tappa piovosa e ha fatto conoscere il gruppo di volontariato "Pang’onoPang’ono" che è impegnato nella realizzazione di progetti in paesi in via di sviluppo come Bangladesh e Malawi. Il per-corso si è concluso a Piombino, presso la Chiesa dell'Immacolata dove è presente un monastero di Frati Francescani, che ospita pellegrini, scout e due case famiglia per bambini e ragazzi. Siamo tornati a Rivoli pieni di volti nuovi ed esperienze uniche.

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19PORTA APERTA SUI GIOVANI

Quindici anni del Rivoli 4

Domenica 4 ottobre il gruppo scout Rivoli 4, con sede presso la parrocchia di San Bernardo, ha festeggiato i suoi 15 anni di attività e i suoi 1098 iscritti dalla fondazione. Gli scout sono in realtà presenti dal 1983 nell’oratorio della “Sanbe”: il Rivoli 1 era così numeroso che aveva aperto un branco, un reparto ed un clan doppi dislocati qui. Nel 2000 si è deciso, per gestire meglio i numeri e per vivere esperienze più significative, di creare due gruppi distinti: è nato così il Rivoli 4.

DEL NOSTRO MEGLIO… - I lupetti sono il gruppo di bambini dagli 8 agli 11 anni: il loro motto è “Del nostro meglio” perché attraverso il gioco impara-no a sfruttare i loro talenti e ad impegnarsi al massimo in tutte le loro pic-cole cose a casa, a scuola, nello sport, etc. Akela e Bagheera li aspettano in tana per raccontare loro le incredibili storie tratte dal libro della Giungla!

… PER ESSER PRONTI… Il reparto è il gruppo di ragazzi dai 12 ai 16 anni: il loro motto è “Estote parati – siate pronti” perché attraverso l’avventura imparano a consolidare le loro competenze e a farsi carico di piccole gran-di responsabilità, anche verso gli altri. I capi reparto di quest’anno reste-ranno Sara e Matteo, che hanno già le maniche rimboccate per aiutare i ragazzi nella realizzazione delle loro imprese!

… A SERVIRE! - Il Clan è l’ultima tappa del percorso scout, lo vivono i ra-gazzi dai 17 ai 21 anni: il loro motto è “Servire” perché attraverso il servizio imparano ad essere braccia e cuori a disposizione delle perso-ne più bisognose ed in generale di chiunque incontrino lungo la loro strada. Quest’anno, dopo 6 anni di chiusura, riapre il Clan Dreaming del Rivoli 4: Maura ed Elena hanno già prepara-to lo zaino per incamminarsi con i ragazzi verso nuovi orizzonti!Il 17-18 ottobre si svolge l’uscita dei passaggi: il momento più magico ed emozionante dell’anno, in cui i lupetti più grandi passano in reparto, gli esploratori più grandi in clan e le staff cambiano. L’anno inizia con 100 censiti, un record storico per il Rivoli 4 ed un ottimo augurio per il futuro. Grazie a tutti coloro che hanno scritto la storia di questo gruppo e grazie alla Par-rocchia che ci ha sempre sostenuto.

Elena e Paolo - Capi gruppo Rivoli 4

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20 PREGHIERA PER LA PACE

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21PORTA APERTA SULL’ACCOGLIENZA

La nostra Città come molte altre cit-tà del Piemonte, si è dovuta spesso confrontare con l'arrivo, a volte mas-siccio, di popolazioni provenienti da altre zone e lo ha fatto sempre con grande slancio e grande generosità.

I primi arrivi dal PolesineRivoli negli anni cinquanta era abitata da circa 15.000 persone ed era una cittadina prevalentemente agricola. Nel 1951, dopo l'alluvione del Pole-sine, ha visto arrivare, ed ha accolto, un nutrito gruppo di famiglie venete sfollate dalle proprie case. Si è tratta-to di un primo momento in cui la Cit-tà, dopo la fine della seconda guerra mondiale, si è dovuta confrontare con l'arrivo di altre persone: proble-mi della casa, problemi del lavoro, problemi di inserimento. Ma questa prima emergenza non è stata nulla rispetto al flusso migratorio che ha portato migliaia di persone dal Sud dell'Italia al Nord industriale. Rivoli non é stata esente da questo flusso, al punto che negli anni 70 passava dai 15.000 abitanti ai 50.000.

È capitato a qualcuno dei miei di do-versi spostare dalla propria terra?Sono stati anni difficili in quanto si confrontavano mentalità diverse e di-versi modelli di vita, in un momento in cui la crescita tumultuosa obbliga-va la Città ad organizzare i doppi turni a scuola, a costruire case (anche in un modo disordinato e poco armonico), a progettare piazze e strade nuove, ecc. Poco alla volta i dissidi si sono attenuati, i ragazzi che frequenta-vano le stesse scuole hanno iniziato

a fare amicizia e a giocare insieme nelle squadre delle parrocchie o dei gruppi sportivi, a frequentare gli ora-tori (che grande merito hanno avuto nel far crescere la comunità!), ma anche la biblioteca che nel frattempo da via Piol andava a sistemarsi nella più grande sede del Parco Salvemini. Il Comune, da parte sua, costruiva scuole (oggi abbiamo più di trenta plessi scolastici tra materne, elemen-tari e medie), costruiva case popolari e favoriva la nascita di case in “edilizia convenzionata” al fine di permettere a centinaia di nuclei familiari di co-struirsi un futuro avendo un proprio tetto sulla testa. La Città riusciva, in-sieme alla Regione, a far costruire un ospedale nuovo in quanto quello vec-chio non era più adatto ad una Città che era cresciuta a dismisura.

L’associazionismo: vero collante Passata l'emergenza, al fine di far cre-scere la Comunità e non trasformare Rivoli in un semplice dormitorio, si è deciso di puntare molto sull'associa-zionismo. È stata questa una scelta molto importante. Il Comune ha fa-vorito la nascita di ben 11 Comitati di quartiere, per molti dei quali ha fornito sedi e centri di incontro e re-centemente ha cercato di trovare la sistemazione a molte associazioni rivolesi che erano prive di sede. Il Volontariato è il collante della Comu-nità. Tiene insieme le persone, favo-risce la discussione, crea rapporti e amicizie. Ci sono in Città numerose comunità parrocchiali, associazioni caritative, sportive, culturali, la Cro-ce Rossa, la Croce Verde, ecc., un insieme di realtà che, direttamen-te o indirettamente, coinvolgono 4500/5000 persone. La differenza tra Città dormitorio e Città accogliente e solidale passa tutta da qui: avere tan-te persone che lavorano per il bene comune. Tra le molte cose che l'Am-ministrazione di Rivoli ha fatto negli anni è stata quella di pensare e poi

di realizzare un Consorzio socio assi-stenziale (CISA) in grado di sorregge-re i nostri concittadini più deboli e più fragili, consorzio che la Città sostiene con ingenti finanziamenti ogni anno (circa 2 milioni di euro). Insomma Ri-voli si è dimostrata in questi ultimi 60 anni una Città accogliente e solidale e ha saputo assorbire ed integrare un numero crescente di uomini e donne che, a vario titolo, hanno avuto biso-gno di essere aiutati nei momenti dif-ficili della loro vita.

Gli stranieri e l’accoglienza Ma oggi si sta affacciando un altro fenomeno alle porte della nostra co-munità, quello dell'immigrazione di persone provenienti altri Paesi. I po-poli si muovono in base alla necessità di trovare un lavoro per mantenere la propria famiglia, oppure quando scappano dalle dittature e dalle guer-re. Oggi tutta l'Europa si trova di fron-te ad un fenomeno migratorio impo-nente e anche Rivoli viene toccata da questa situazione. Due i fenomeni che alimentano questo flusso: i citta-dini che giungono da Paesi a noi vicini e vengono in cerca di lavoro (oggi a Rivoli su 48500 abitanti, circa 4100 sono di provenienza estera), sono persone inserite, che hanno spes-so portato qui la loro famiglia e che cercano, con il proprio lavoro di inte-grarsi e di costruire un futuro miglio-re per i propri figli. Ci sono poi quelli che invece scappano dalle guerre e che Rivoli ospita offrendo loro un po' di pace. Sono pochi quelli che, al mo-mento, ospitiamo: circa 20 ragazzi in fuga dagli orrori della guerra. Credo che questa scelta di ospitare ed ac-cogliere da parte della Città, anche se qualche segno di intemperanza è arrivato, ci faccia onore e continui la grande tradizione di Rivoli e dei Ri-volesi a mettersi a disposizione ogni qualvolta si incontri qualcuno più de-bole o in difficoltà.

Franco Rolfo

Cittàe accoglienza

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22 PORTA APERTA SULL’ACCOGLIENZA

“Ecco, sto alla porta e busso” ce lo dice con la forza della disperazione ognuno delle centinaia di migranti che dal Mediterraneo e dall’Est ar-rivano in Italia e in Europa. Ci chie-de di superare sospetti e paure e di condividere con lui/lei/loro una vera accoglienza. Noi siamo abitua-ti a viverli come una massa di “inva-sori”, senza caratteristiche partico-lari se non quella di stranieri, cioè esseri strani, estranei, diversi da noi e, in quanto tali, forse pericolosi per la nostra serenità. Guardiamo-li con occhi diversi: ognuno di loro ha un nome, una storia. Desidera essere accolto come persona, una persona che la povertà, la fame, la violenza, le persecuzioni, la guerra, lo sfruttamento e l’ingiusta distri-buzione delle risorse della terra hanno spinto a cercare una strada per migliorare le proprie condizio-ni di vita. Ognuno di loro ci chiede di essere accolto, ascoltato, aiuta-to a inserirsi in una realtà per loro completamente nuova, ci chiede di poter vivere e lavorare con dignità.Ognuno di loro non ci chiede carità, ma accoglienza.Se li “guardiamo” davvero, allora la

nostra accoglienza non è solo dare, è un arricchimento anche per noi, una risorsa, come lo sono stati e lo sono i tanti migranti italiani in tutti i paesi in cui si sono stabiliti.Perché e come una risorsa?Lo possono diventare perché ci ob-bligano a un confronto, ad aprirci a realtà che conosciamo poco e solo attraverso le notizie, troppo spes-so parziali e distorte, dei media. Insomma ci obbligano a darci una mossa e, se sappiamo incontrarli, ci arricchiscono. Lo possono diven-tare perché, essendo in gran par-te giovani, svecchieranno l’Italia e l’Europa, la cui popolazione è fatta in maggioranza di anziani e di vec-chi: una disponibilità di forza-lavo-ro. Già ora gli “stranieri” presenti in Italia con il loro lavoro producono una bella fetta del PIL e del fondo pensioni per tutti noi.Lo possono diventare, se vogliamo impegnarci, perché conoscendo davvero la situazione dei loro paesi

“Ecco, sto alla porta e busso”

di provenienza, possiamo darci da fare per cambiare l’ingiusta distri-buzione delle risorse sulla terra. At-tualmente il 20% della popolazio-ne mondiale consuma l’80% delle risorse: noi italiani facciamo parte di quel 20%, loro, gli immigrati, si dividono quel poco che rimane.Come e che cosa fare?Guardiamo alle belle esperienze che già ci sono in Italia e anche in Piemonte e viviamo questa nuova situazione con disponibilità, con spirito positivo: impariamo a co-struire la vera accoglienza.

Paola Cornaglia

Non una frase tra le tante, nei Vangeli, ma uno degli elementi su cui si baserà il giudizio finale. Questa frase molte volte ci appare lontana; in questi tempi ci sembra un po’ più vicina perché la televisione ci mostra, quasi ogni giorno, le immagini di persone che attraversano il mare Mediterraneo e arrivano sulle nostre coste. Da lunedì 26 ottobre essa è incarnata in mezzo a noi. L’U-nità Pastorale di Rivoli (che raccoglie le sette parrocchie della nostra città) ha deciso di dare una risposta posi-tiva all’invito della Diocesi ed accogliere dieci ragazzi profughi che sono ospitati presso l’alloggio adiacente alla Chiesa di Maria Immacolata Ausiliatrice in Piazza Cavallero. In molti la diffidenza nasce spontanea: chi sono e cosa faranno? Quando però il profugo diventa una persona con un nome, Felix, Malan, e tutti gli altri, la prospettiva cambia. Ci si accorge che sono ragazzi che

stanno cercando una nuova opportunità, con gli stessi timori e le stesse speranze che tanti anni fa animavano i nostri progenitori alla ricerca, come si diceva, di for-tuna in paesi lontani. Nell’affrontare la realtà della fuga dai paesi del Sud del Mondo, che durerà parecchi anni, non dimentichiamo chi siamo stati e che anche il nostro Papa è figlio di qualcuno che è dovuto andare lontano dal suo Paese. Quindi un impegno per tutti i cristiani di Rivoli a riflettere sull’invito di Gesù ad accogliere e con-dividere il cammino con questi nostri fratelli più sfortu-nati. Un saluto, un momento insieme, una serata con loro possono essere già segno concreto di accoglienza.

Michele Burzio

Per una eventuale disponibilità o informazioni:Gianni – 3356784181 o Daniela - 3474999767

Ero forestiero e mi avete ospitato (Mt 25, 35)

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23PORTA APERTA SULL’ACCOGLIENZA

Aprire la porta. Ma il punto è la casa.Ho la roba ancora stesa da ritirare, il divano graffiato dai gatti,i piatti di ieri che non mi sentivo proprio. Non ti aspettavo,ti accolgo con quella vestaglia da sempre bucata e un poco macchiata.Nel tuo sguardo il mio sguardo vede ogni più singolo difetto,ogni mancanza in questa mia casa. Quando tu entri non sei solo tu,sei anche un po' me che mi guardo da fuori alla luce di paure e vergogneche a volte mi accompagnano dai primi rossori sul volto del bimbo che fui.

Provo a nascondermi, ad aggiustarmi un po',ma se ti fai più vicino non posso che guardarti.È col mio sguardo su te che a volte mi difendo.Che scarpe sporche hai, e poi sei entrato senza chiedere permesso,hai una giacca troppo pesante e un'espressione cupa.Il tuo odore non mi piace e mi sembra che tu non sia grato di essere qui.Se entri ti trascinerai dietro un sacco di terra,dovrei trovare uno spazio in cui tu possa stare, senza troppo disturbare, fai una cosa, resta sulla soglia... oppure tornatene a casa.

La tua differenza da me mi chiede con irruenza chi io sia:se ho bisogno di difendermiè perché vivo il tuo io come una minaccia.Se affermo con forza chi sono è perché nell'estraneitàho paura di perdermi.In realtà, se solo ti osservo, nel mio sguardo su di te io mi trovo,e solo trovandomi, posso incontrarti.

“Incontrare l'altro, l'estraneo, lo straniero, il diverso: una questio-ne di identità”.Questo il tema di un percorso su di sé rivolto all'operatore dell'acco-glienza. Un primo momento intro-duttivo di presentazione si è tenuto mercoledì 4 Novembre alle ore 21, in Oratorio Stella, in sala archi.A seguire un ciclo di incontri strut-turati rivolto a piccoli gruppi di 8/10 persone volto ad approfondire e sperimentare le qualità identitarie implicate nella dinamica dell'acco-gliere a partire dall'analisi psicolo-gica di alcuni passi biblici.Un cammino esperienziale di con-fronto e di contatto per condur-ci di fronte allo specchio alla luce della Parola. Un modo di esplorare e prendere consapevolezza di rigi-dità, preconcetti, paure che si fan-no lente con cui guardare l'altro e lo lasciano alla soglia delle nostre idee.

Federica Arpicco

Incontrare l’altro… una questione di identitàPercorso su di sé rivolto all’operatore dell’accoglienza

“Un incontro di due:occhi negli occhi,

viso a viso.E quando sarai vicino,

scambieròi tuoi occhi con i miei

ed io scambieròi miei coi tuoi,

cosicché io ti guarderòcon i tuoi occhi

e tu mi vedraicoi miei”.

(J.L.Moreno)

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24 FAMIGLIA

Premessa del papa«Veri difensori della dottrina non sono quelli che difendono la let-tera, ma lo spirito, non le idee, ma l'uomo, non le formule ma la gratuità dell'amore di Dio e del suo perdono»

Il messaggio principale…«Io penso che il messaggio prin-cipale del sinodo è che la chiesa cattolica in tutto il mondo, un miliardo e duecentomila cattoli-ci, hanno discusso per due anni il matrimonio e la famiglia, questo è un fatto notevole per il nostro tempo, …un grande sì alla fami-glia,… la famiglia non è superata, non è un modello passato, direi è la realtà più fondamentale della società umana». (card. Christoph Schoenborn)

Due anni di SinodoSi comincia con un Sinodo stra-ordinario sul tema “Le sfide pa-

storali della famiglia nel contesto dell’evangelizzazione”, in Vati-cano (5 al 19 ottobre 2014) per verificare lo stato dell'istituzione familiare in un contesto sociale profondamente mutato. Ma l'ar-gomento richiede un'attenzione privilegiata, ed ecco il Sinodo Or-dinario dedicato allo stesso tema: "La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo", in Vaticano (4 al 24 ottobre 2015)Entrambi preceduti da un docu-mento introduttivo ("Instrumen-tum Laboris"), frutto di un'ampia consultazione e sintesi, che fa da base ai lavori dell'assemblea dei vescovi.

I numeri del Sinodo ordinario94 punti del documento270 padri sinodali51 uditori (17 coppie e 17 singoli)14 delegati fraterni3 settimane di lavoro

36 ore di lavori di gruppo90 ore complessive di dibattito: 54 nella Congregazione generale, 36 nei circoli minori425 interventi2.012 tweet41 trasmissioni in diretta (Stre-ming)2.2 milioni di visualizzazioni464 tra giornalisti e operatori vi-deo

La conclusione del Sinodosignifica…La chiusura del Sinodo non ha ri-solto tutti i problemi. E non era lo scopo! Ma ha "cercato di illumi-narli con la luce del Vangelo, della tradizione e della storia bimille-naria della Chiesa, infondendo in essi la gioia della speranza senza cadere nella facile ripetizione di ciò che è indiscutibile o già det-to".Significa aver sollecitato tutti a comprendere l’importanza dell’i-stituzione della famiglia… Significa aver ascoltato e fatto ascoltare le voci delle famiglie e dei pastori della Chiesa… Significa aver dato prova della vi-vacità della Chiesa Cattolica, che non ha paura di scuotere le co-scienze o di sporcarsi le maniSignifica aver cercato di guardare e di leggere la realtà, anzi le re-altà di oggi con gli occhi di Dio, per accendere e illuminare con la fiamma della fede i cuori degli uomini…Significa aver testimoniato a tutti che il Vangelo rimane per la Chie-sa la fonte viva di eterna novità, contro chi vuole “indottrinarlo” in

A proposito di famiglia...

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25FAMIGLIA

IL LABORATORIOdomenicale si svolgenell’Oratorio della StellaVia F.lli Piol 44 - Rivolidalle 17.15 alle 19.Servizio di baby sitters garantito.

Incontri:17 gennaio 201621 febbraio 2016

3 aprile 2016

pietre morte da scagliare contro gli altri.Significa anche aver spogliato i cuori chiusi che spesso si nascon-dono perfino dietro gli insegna-menti della Chiesa, dietro le buo-ne intenzioni…Significa aver affermato che la Chiesa è Chiesa dei poveri in spi-rito e dei peccatori in ricerca del perdono e non solo dei giusti e dei santi… dei giusti e dei santi quando si sentono poveri e pec-catori.Significa aver cercato di aprire gli orizzonti per superare ogni erme-neutica cospirativa o chiusura di prospettive, per difendere e per diffondere la libertà dei figli di Dio…

Un "atto di amore per la fami-glia"I nodi problematici, quelli che fanno notizia e che trovano spa-zio sui media, non devono disto-gliere dalla profondità e ampiezza del documento che pone la fami-glia alla base della vita sociale e politica anche di questo nostro mondo evoluto ed tecnologico.

Non un compromesso, ma un ab-braccio solidaleLa Chiesa si pone con realismo di fronte alla famiglia "complicata" di oggi, divisa, ricomposta, lace-rata da contraddizioni e problemi, fragile e impotente, ma sempre ricercata e frequentata, pur nella irregolarità delle situazioni.E la preoccupazione prima, su-perato lo sterile moralismo del passato, diventa un impegno per capire e raggiungere, andare in-contro e accompagnare, ma so-prattutto "far sentire l'abbraccio della misericordia di Dio", porge-re "l'acqua viva" che può disseta-

re anche i "cuori più inariditi".Perché tutti siano salvi, cioè feliciE le parole di Papa Francesco con-fermano questa linea, peraltro già impressa nello spirito dei padri si-nodali, per permettere a tutti di abbracciare pienamente e corag-giosamente la bontà e la miseri-

cordia di Dio che supera i nostri calcoli umani e che non desidera altro che «TUTTI GLI UOMINI SI-ANO SALVATI», anche in prospet-tiva dell’Anno Straordinario della Misericordia che la Chiesa è chia-mata a vivere.

Silvano Giordani

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26 FAMIGLIA

Diventare mamma è certamente un’esperienza unica, ricca di gioie, segnata da molti momenti magici; dare la vita ad una piccola crea-tura e prendersene cura è quanto di più bello e difficile la natura ci chieda! La gravidanza, il parto, il puerperio, l’allattamento hanno una grossa componente emotiva e psicologica: talvolta la felicità si alterna con piccole e grandi preoc-cupazioni, scoraggiamento, senso di inadeguatezza. È in questi mo-menti che avvertiamo la necessità di un confronto alla pari con le altre mamme, con un atteggiamento di mutuo aiuto. I promotori del pro-getto sono le Parrocchie di Rivoli, attraverso un gruppo organizzato di mamme. Con il patrocinio del-la Città di Rivoli. I destinatari sono invece donne con bambini e bam-bine fino ai 24/30 mesi, in mater-nità o lavoratrici, siano esse single, sposate o conviventi, con qualsiasi livello di istruzione, italiane o stra-niere, ma residenti nella città di Ri-voli o nei comuni limitrofi; donne in gravidanza con le medesime carat-teristiche; mariti, compagni, padri e altre figure famigliari di sostegno alla donna-mamma. OBIETTIVI: Fare in modo che la gravidanza e la maternità siano un periodo ricco di nuove conoscenze, scambio delle esperienze positive, condivisione delle fatiche. Socia-lizzare e divertirsi. Far emergere bisogni, incentivare l’espressione individuale, cercare risposte e solu-zioni. Apprendere nuove conoscen-ze pratiche e teoriche. Coinvolgere i bambini piccoli in attività ludi-che, educative, di socializzazione. Proporre soluzioni attraverso reti

di aiuto alla pari per ottimizzare i tempi delle mamme e permettere loro di lasciare i figli ad un gruppo di fiducia, ben organizzato, in uno spazio consono.Li raggiungeremo con numerose attività gratuite o a prezzi estre-mamente accessibili: cerchi del-le mamme con bambini, gruppi di movimento e rilassamento in gravidanza, incontri di accompa-gnamento alla nascita, servizi di sostegno alle mamme basati sul principio della banca del tempo, incontri e workshop pre-serali e serali con esperti per trattare temi specifici e provare nuove espe-rienze. Inoltre abbiamo attivato un corso di Mammafit - ginnastica col passeggino, a pagamento, per le mamme con bimbi fino ai due anni, da novembre a gennaio (posti limi-tati!); la festa del baratto (scambio oggetti semi-nuovi – condivisione cibo e chiacchiere), per le famiglie delle partecipanti al progetto, do-menica 13 dicembre; un primo cor-so gratuito con "Salvamento Aca-demy" sulla disostruzione delle vie aeree nel bambino, nanna sicura e prevenzione dei principali incidenti domestici, che si terrà martedì 15 dicembre al mattino. Seguirà un corso completo di primo soccorso pediatrico della durata di 6 ore, a pagamento (60€), in piccoli grup-pi, che darà un attestato ai parte-cipanti (in corso di organizzazione per l’ultimo week end di gennaio).

"Laboratori 1,2,3... stella" L’obiettivo di questa iniziativa è offrire delle occasioni di diverti-mento, socializzazione e sviluppo di competenze ai bambini in età prescolare, suddivisi in gruppi il più

possibile omogenei per età: fascia 0/2, fascia 2/4 e fascia 5/6 anni.Per i bambini fino a 4 anni, è prio-ritario creare degli spazi privilegiati di interazione con l’adulto accom-pagnatore, puntando sulla dimen-sione affettiva e sul piacere del fare esperienze insieme. I bambini più grandi invece partecipano non ac-compagnati, in modo da proporre loro un’esperienza di autonomia.Le attività di laboratorio sono or-ganizzate da genitori facenti capo alla Parrocchia S.M della Stella e si avvalgono di personale qualificato per ognuna delle tematiche pro-poste; esse si svolgono nei locali al piano semi-interrato dell’orato-rio, opportunamente adeguati alle esigenze dei bambini e attrezzati in funzione delle diverse attività.Al pian terreno dello stesso edificio è già disponibile uno spazio-gioco per bambini fino a 5 anni il cui ac-cesso è libero tutti i pomeriggi dei giorni feriali dalle ore 16 alle ore 19, il sabato ed i festivi dalle ore 15 alle ore 18.

"Essere genitori, un'arte imperfet-ta", percorso di conferenze per una genitorialità consapevole, pensa-to per genitori con figli in tutte le fasce d'età, a marzo ci saranno le due serate rivolte all'età scolare, a Grugliasco.

Elena Cavargna

Semplicemente mamma

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27INSERTO IN ARTE

“Arrivato l’autunno, arriva l’arte!”Passata la calda estate e chiusi i capitoli riguardanti i progetti estivi ci af-facciamo, senza nascondere un po’ di timidezza, alla stagione autunnale. Ridiamo quindi spazio a bevande calde, riscopriamo i magnifici colori caldi delle foglie che cadono e ci prepariamo all’inizio di un nuovo anno sco-lastico, lavorativo o pastorale, pronti ad accogliere una stagione che sa sempre regalare momenti interessanti. In particolare riguardo l’ambiente dell’arte l’autunno è sempre portatore di lieti eventi e belle iniziative attra-verso cui ampliare la propria conoscenza, alimentare la propria passione e, in fondo, anche ripararsi dal freddo che inizia a soffiare sui nostri volti

ormai schiariti e senza quasi alcun segno di abbronzatura.Partendo dalle nostre parrocchie troviamo infatti che all’Oratorio Stella stanno per partire alcuni la-boratori artistici dedicati ai bam-bini delle elementari e ai ragazzi delle medie, che comprendono attività di canto corale, chitarra, ballo latino-americano, hip-hop, manualità e anche judo. Passate in oratorio nel pomeriggio per trova-re maggiori informazioni e magari prendere un caffè insieme ai nuovi ragazzi del Servizio Civile.Riguardo il progetto Teatro Ragazzi invece, di cui abbiamo introdotto alcune attività già nel precedente

numero del bollettino, vi comuni-chiamo che il gruppo dei ragazzi più grandi (con età 16-21 anni e che negli anni passati ha porta-to in scena, tra gli altri, il musical Jamme’ a cantà) è quasi pronto per andare in scena con il loro nuovo spettacolo, dopo più di un anno di prove. Presto nuove informazioni e anteprime, per adesso possia-mo anticiparvi che i ragazzi hanno

sperimentato vari viaggi nel tempo della storia umana per prepararsi al meglio! Sempre a proposito di tea-tro, la compagnia OBLìO, composta da alcuni animatori delle parroc-chie, è invece pronta per andare in scena con il musical “JUST SMASH”. I biglietti sono già in vendita presso la parrocchia di M.I.A. di Piazza Ca-vallero il sabato mattina per le date del 5 e del 20 dicembre.

E intorno alle parrocchie? Le possibilità artistiche non finiscono: presto verrà inaugurata al Castello di Rivoli la mostra dell’artista tedesca Paloma Var-ga Weisz, per la prima volta in un museo italiano, caratterizzata da installazioni di grande intensità legate all’iconografia della pittura e scultura ri-nascimentale; e poi ancora a Torino è stata inau-gurata il 3 ottobre alla GAM la mostra dedicata a Monet, con quaranta capolavori provenienti dal Musée d’Orsay di Parigi che ci fanno immergere in un’ondata di colore tipica della corrente dell’Im-pressionismo.

Una bella serie di eventi e possibilità tra cui scegliere:

c’è l’imbarazzo della scelta!

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28 INSERTO IN ARTE

“Dietro le quintedel cinema”

In questo periodo ho la possibilità di collaborare, come assistente alla scenografia, alla creazione di un film completamente girato e ambientato sul territorio Piemontese, una produzione torinese che punta alla valorizzazione del patrimonio artistico-culturale loca-le. Poter stare “dietro le quinte” durante la realizzazio-ne di un film offre un grande ventaglio di possibilità di approfondimento sul campo delle cose che si studiano e, ovviamente, dell’apprendimento di nuove nozioni. È bello scoprire come si articolano tutte le varie fasi dal-la creazione della pellicola da zero, alla sceneggiatura fino al girato finale. In particolare, facendo io parte del reparto scenografia, ho la possibilità di pensare e tra-durre in azioni concrete le idee che ruotano attorno alla progettazione e realizzazione di quello spazio in cui gli attori si muoveranno, quel contenitore che sarà capace di restituire allo spettatore le prime sensazioni che permettono di cogliere una particolare atmosfera e percepire quindi le diverse emozioni derivanti dalla storia. L’allestimento del set non riguarda però solo lo scenografo, vi sono infatti almeno altre venti/trenta figure professionali che si occupano di luci, attrezzi,

oggetti, macchinari, suoni, riprese e molte altre cose che lo spettatore non vede singolarmente ma solo nel risultato che esse producono una volta messe in moto all’unisono. Un pizzico della magia nel cinema allora sta forse proprio nel backstage, nella sua dinamica rimasta immutata fin dagli inizi della Settima Arte, e nella sce-na quasi comica di un gruppo di trenta persone che, ogni volta che inizia la ripresa di una scena, rimangono silenziosamente nascoste dietro le quinte in attesa del ciak e hanno la possibilità di vedere il cinema dal vivo, per poi rivederlo ancora e ancora su schermo e rivivere sentimenti passati oppure emozioni nuove.

Mattia G.

Quanti soggetti producono i tre quarti della musica mondiale? Che lo chieda durante le lezioni all’Universi-tà di Firenze o in occasione di una conferenza, la rispo-sta più diffusa è “più o meno 100”. Questa percezione è però molto lontana dalla realtà, poiché i soggetti che producono il 75% della musica mondiale sono 3: Univer-sal Music Group, Sony Music Entertainment e Warner Music Group. Nel mondo dell’informazione, la concen-trazione è ancora meno percepita perché pochi sanno che 4 agenzie di stampa producono circa il 90% delle no-tizie mondiali: Associated Press, United Press, Reuters e France Press, che insieme battono oltre 20 milioni di pa-role al giorno, mentre la Panafrican Agency (PANA), che rappresenta le agenzie africane, ne batte circa 200mila, l’1% in termini assoluti; in termini relativi, le 4 majors battono ogni giorno 45.000 parole per milione di abitanti dei loro Paesi contro le 180 che batte la PANA, la cui quo-ta precipita allo 0,4%. Basta dunque che una major del disco si metta d’accordo con una o due majors dell’infor-mazione affinché si dica, per mesi e mesi e con milioni di parole, che, ad esempio, una certa artista americana è la novità del momento, che dopo averla sentita nulla sarà

più come prima, che è scandalosamente bella senza quel pezzo del già minuscolo vestito: a furia di dirlo, ci si crede davvero. E l’Africa, che notoriamente è terra-madre del-la musica, resta a guardare fuori dai grandi giri: eppure, senza la cosiddetta black music, non esisterebbero Blues, Gospel, R&B e Rock; non esisterebbero Salsa, Caribbean e Latino; non me ne vogliano i puristi se esagero un po’, ma senza l’Africa e tolta la Classica, qui in Occidente an-dremmo avanti a Country e Liscio. Stando così le cose, abbiamo il dovere morale di cercare con intelligenza fuo-ri dai grandi circuiti, dove si incontra non solo la musica africana, ma una miriade di piccole ma preziosissime pro-duzioni e autoproduzioni che la Rete ci aiuta a conoscere ed apprezzare; e come primo passo, iniziamo a non dare il nostro consenso ad un prodotto musicale solo perché è sulla bocca di tutti, passa per radio, internet, televisione o ne parlano i giornali, ma diamo il nostro placet quando aiuta, sostiene e consola la nostra vita, quando supporta quei valori in cui crediamo e che illuminano le azioni di tutti i giorni. Così la musica potrà ancora aprire spazi di libertà, da conservare gelosamente, anche se con fatica.

Marco Brusati - Direttore di Hope (www.hopeonline.it)

La fatica della libertà artistica

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29TEATRO

La Compagnia Borgonuovo nasce nel 2015 tramite un progetto di sviluppo del territorio insieme al gruppo cinema già presente da anni con successo per cercare di contrastare solitudini, insicurezze e paure. In questa logica il teatro che è amore per la vita qualcosa potreb-be fare ecco il perché si è dato il nome Borgonuovo per rinforzare il concetto di collettività. La rassegna teatrale: il 19 dicembre 2015 la compa-gnia avrà l’onore di aprire la prima rassegna amatoria-le di Rivoli organizzata insieme ad altri gruppi teatrali della zona. Saranno otto date distribuite lungo la sta-gione 2015/2016. Gli spettacoli si svolgeranno tutti al Teatro Borgonuovo che si trova nella parte storica di Rivoli sotto il Castello, sicuramente uno dei teatri più eleganti della zona. L’ingresso avrà il costo di 5 euro.Tredici a Tavola è una commedia brillante scritta da M.G. Sauvajon ed è un classico del teatro francese contemporaneo; in Italia andò in scena per la prima volta a Trieste nel 1953 con la compagnia "Calindri-Valeri". L'ambientazione si trova in un appartamento parigino; il soggetto è quello di una coppia borghese che, per il cenone di Natale, deve conciliare una lista di tredici invitati con l'ossessiva superstizione di lei; una serie di imprevisti e il sopraggiungere di un misterio-so personaggio, renderanno infatti vane le disperate acrobazie diplomatiche che la donna escogita per cam-biare il destino della serata.Note di Regia: lo spettacolo è diretto da Giovanni Ba-rolo, membro dei “Gemelli Barolo”, duo del panorama cabarettistico Piemontese, con il quale vanta un’e-sperienza ventennale di performance tra cui “Piacere

La Compagnia Teatrale Borgonuovo

dell’estate” (RaiDue), ”Teatro Erba” (Torino), “Zelig” (Milano), “Domenica In” (RaiUno). Attualmente è al de-butto come regista.

Giovanni Barolo

Il gruppo teatrale Giovani delle 4 parrocchie è lieto di invitarvi al Musical tratto dall'opera di Carlo Tedeschi dal titolo 'Sicuramente Amici'.

Sabato 30 gennaio alle 21Domenica 31 gennaio - ore 17

Teatro San Martino

Gruppo Teatrale Giovani 4 parrocchie

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30 INCONTRI

Due incontri per prendere coscien-za dello sfruttamento irresponsabi-le del Pianeta, del legame tra crisi ecologica e crisi sociale, delle cause di una migrazione che nessun muro potrà fermare, della necessità di un cambiamento della mente e del cuore per ricercare il bene comune.

LAUDATO SI’ “ l’amore per la casa comune” Venerdì 25 settembre padre Anto-nio Bonanomi, missionario della Consolata, ha presentato l’enciclica di papa Francesco: già nel titolo, che ricorda il santo di cui ha volu-to prendere il nome al momento dell’elezione, il documento espri-me la necessità di guardare a tutta la creazione con lode e gratitudine, rispetto, preoccupazione “per la natura, la giustizia verso i poveri, l’impegno nella società e la pace interiore”. Un appello forte e fidu-cioso a prendersi cura della casa comune con “la preoccupazione di unire tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibi-le e integrale”. Padre Bonanomi ha ripercorso i sei capitoli dell’encicli-ca rifacendosi alla sua esperienza missionaria: le cause e i problemi legati al degrado dell’ambiente na-turale e sociale, le conseguenze per i Paesi e le persone sono state pre-sentate con esempi concreti, attra-

verso una testimonianza autentica. Con lo sguardo di chi, arrivando da un mondo segnato da ingiustizie e povertà, vede che il benessere di cui godiamo e a cui non siamo disposti a rinunciare non dà gio-ia, padre Antonio ha evidenziato l’esigenza e l’urgenza del cambia-mento e le proposte del papa per un nuovo stile di vita. Non siamo padroni del mondo: occorre mette-re al centro dell’azione personale e politica il dialogo e la relazione con l’altro, riconoscere la sacralità delle creature e non sentirsi dominatori ma parte del creato, rispettare le diverse culture. Per dare senso alla vita occorre riscoprire l’essenzialità e la sobrietà, riscoprire la gratuità e la bellezza. Anche alla Chiesa, come alle associazioni e alla politi-ca, compete il compito di formare le coscienze per una conversione ecologica personale e comunitaria che si concretizzi in un diverso stile di vita quotidiano e in un impegno civile e politico.

MIGRANTI E RIFUGIATI: PERCHE’?L’incontro di venerdì 23 ottobre ha offerto l’opportunità di conoscere meglio le dimensioni del fenomeno migratorio e le risposte che il no-stro Paese e la Chiesa offrono a un esodo che sembra inarrestabile e destinato a continuare per decen-ni. Di fronte ad una realtà tragica che scatena emozioni superficia-li, paure e reazioni dettate da una conoscenza parziale dei proble-mi, è importante comprendere le cause della fuga dai propri Paesi. Davide Bertello, responsabile del-la cooperativa Valdocco - Pietra Alta, ha presentato una fotografia della situazione anche attraverso i

dati del “Rapporto sulla protezio-ne internazionale in Italia 2015”. Dati riferiti ai profughi in Italia nel 2014, ai richiedenti asilo politico, all’accoglienza… 59,5 milioni di mi-granti forzati nel mondo, 8 milioni in più rispetto al 2013: uomini e non numeri, persone disposte a tutto perché fuggono dalla fame e dalla mancanza di futuro; esodi che i singoli Stati non riescono più a gestire singolarmente, richieste sempre più numerose di protezio-ne internazionale e umanitaria che possono venire accolte solo dopo iter complessi.In questa situazione, la Chiesa ita-liana si è mossa da tempo. Padre Antonio Rovelli, dell’ufficio pa-storale migranti, si è soffermato sul senso dell’accoglienza a questi fratelli, sulla necessità di aiutare le comunità a vincere diffidenze e pregiudizi, a comprendere le di-mensioni reali del problema. Ha presentato il Vademecum sull’ac-coglienza diffuso dalla CEI il 13 ottobre: un percorso che prevede la formazione destinata a far co-noscere chi arriva, a preparare chi accoglie, a chiarire modalità di ac-coglienza. Un cammino che le no-stre comunità hanno già iniziato accogliendo dieci giovani rifugiati.Altri erano già stati accolti dal Comune: la serata è stata anche un’occasione per condividere espe-rienze e rafforzare una rete di col-laborazione sul territorio rivolese; pur coscienti delle tante povertà che la crisi economica ha moltipli-cato anche nella nostra città, non si può restare indifferenti ad una emergenza di tali proporzioni.

Nicoletta Viglione

Documentazione del fenomeno migratorio si può trovare su:

www.viedifuga.orgwww.migranti.torino.it

Responsabili del creatoResponsabili di ogni uomo

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31INCONTRI

Lunedì 21 settembre 2015, ore 21, nel salone Beato Antonio Neyrot della parrocchia Santa Maria della Stella si è tenuto un evento orga-nizzato dal Centro di Aiuto alla Vita insieme alle Parrocchie di Rivoli. Una serata importante per un tema delicato su cui è fondamentale fare chiarezza perché non abbiano la meglio il silenzio e la confusione. La chiarezza espositiva e la competen-za di un relatore d’eccezione come il prof. Gandolfini, neurochirurgo, psichiatra e presidente del Comi-tato “Difendiamo i nostri figli”. Il rischio che indicando la realtà dei fatti a tutti i presenti (circa 300 per-sone che occupavano ogni posto a sedere) qualcuno possa offendersi. Il desiderio di non sprofondare nel-l’“atteggiamento di quei cristiani che, per rispetto umano o per sem-plice comodità, si adeguano alla mentalità comune”(1). L’attenzione a non puntare il dito verso qualcu-no, ma certamente verso qualco-sa, la teoria Gender, definita dallo stesso Papa Francesco “Sbaglio della mente umana che crea tanta confusione”(2), finalizzata a sovver-tire un concetto ovvio, ma diventa-to improvvisamente discriminante:

l’identità sessuata maschio o femmina è stabilita nel patrimonio genetico dal momento del concepimento. Oggi pare che chi la pensa così, convinto di limitarsi a costatare un semplice dato di natura, debba arrendersi a ri-vestire i panni del retrogrado omofobo. Intanto programmi tv, serie televi-sive, cinema, giornali e proposte di legge presentate da partiti politici che negoziano anche il bene comune, si propongono d’imporre al pensiero comune l'idea che l’appartenenza biologica al sesso maschile o femminile, determinata dai cromosomi sessuali e scritta in ogni nostra cellula, sia irri-levante per determinare il futuro orientamento sessuale. Si afferma che siamo maschi o femmine perché educati sin dalla nascita a rivestire quel ruolo piuttosto che un altro. L’identità sessuata maschio-femmina è ormai superata da almeno 56 diverse opzioni(3) eventualmente variabili nel corso della vita. Poco importa se la cronaca riporta casi dram-matici e disumani come quello, ricordato dal prof. Gandolfini e raccontato

GENDER: Rivoluzione o Involuzione?

dal libro “Bruce Brenda e David. Il ragazzo che fu cresciuto come una ragazza”, del bambino chirurgica-mente trasformato in donna e mor-to suicida dopo aver voluto tornare alla sua natura di maschio.Per l’ideologia gender anche la ma-ternità e la paternità non sono più da identificarsi nell’identità femmi-nile e maschile, ma diventano fun-zioni sociali interscambiabili e la procreazione stessa viene svuotata della necessaria complementarietà dei sessi attraverso tecniche artifi-

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ciali e pratiche come l’utero in af-fitto che schiavizzano donne dispe-rate e mercificano i bambini per un inesistente diritto di darsi un figlio.Certo, la teoria gender non viene proposta a carte scoperte ma, pur di rendersi popolare, si nasconde sotto categorie di facile accettazio-ne: educazione al rispetto, lotta al bullismo, discriminazione di gene-re, libertà di amare e desiderio di un figlio appunto. Ma occorre es-sere lucidamente consapevoli che questi concetti sono utilizzati solo come cavallo di Troia per mettere in atto quella che Papa Francesco ha definito “colonizzazione ideolo-gica: entrano in un popolo con un’i-dea che niente ha da fare col popo-lo (…) e colonizzano il popolo con un’idea che cambia o vuol cambia-re una mentalità o una struttura.”(4)

L’unica arma di difesa che abbiamo è la presa di coscienza alla luce di una accurata selezione delle fonti informandoci su questa teoria, le sperimentazioni fatte, i confini rag-giunti da un’ideologia che scompo-ne l’umanità ai minimi termini.Devono prestare molta attenzione i genitori a rivendicare chiare infor-mazioni sulle tematiche svolte nei programmi educativi delle scuole e a non delegare totalmente ad altri il proprio esclusivo compito

educativo. È inaccettabile che la “colonizzazione ideologica” per diffon-dere questo “sbaglio della mente umana” avvenga, come in alcuni stati sta accadendo, sulla pelle dei nostri figli. Il prof. Gandolfini ci ha illustrato magistralmente questo percorso durante la serata e ha messo in guardia dall’essere ingenui e considerare sinonimi parole come “sesso” e “genere” che tali non sono più perché quando si parla di “genere”, seppure appa-rentemente con le intenzioni più nobili, si fa chiaro riferimento all’ideo-logia che vuole negare la natura umana dell’identità sessuata e imporre tutto quello che ne consegue. La nostra associazione dal canto suo con-tinuerà nel servizio culturale che porta avanti dal 1988, per fornire stru-menti alla comunità, anche attraverso le parrocchie che ringraziamo per la disponibilità e la piena condivisione di intenti dimostrata.

Claudio Larocca

1) Benedetto XVI, Messaggio per la Quaresima 2012 "Non bisogna tacere di fronte al male"2) Papa Francesco, 21/03/2015 - Visita pastorale a Pompei e a Napoli (incontro coi giovani)3) Facebook ha reso disponibile negli Stati Uniti la scelta tra 56 “opzioni di genere”.4) Papa Francesco, 19/01/2015 - Conferenza stampa del viaggio di ritorno dalle Filippine

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33INCONTRI

Eduardo Savarese, trentaseienne magistrato e scrittore, ha due ca-ratteristiche che rendono partico-larmente interessante il suo punto di vista su alcuni dei temi di più scottante attualità all’interno della Chiesa: egli, infatti, è omosessuale e cattolico. Nella sua Lettera di un omosessuale alla Chiesa di Roma (Edizioni e/o, Roma 2015) Savarese tiene unite la dimensione autobio-grafica e quella dell’intellettuale credente impegnato: da questa doppia prospettiva emerge un te-sto appassionato e complesso, ma allo stesso tempo lucido e delicato.

Questioni di metodoSavarese è un cattolico fervente, e in più punti della Lettera racconta le sue personali difficoltà nell’ac-cettare le posizioni di buona parte del mondo LGBT (lesbiche, gay, bi-sessuali, transgender) sui temi “eti-camente sensibili” (oltre che le sue personali difficoltà - seppur ormai in buona parte superate - nell’ac-cettare da cattolico la propria omosessualità): ciò mette subito in guardia dal bollare troppo in fret-ta le idee esposte dal magistrato come sfacciatamente “relativiste, individualiste, nichiliste” ecc. ecc.Secondo Savarese, tuttavia, nell’af-frontare il dibattito, la Chiesa (o meglio, alcune sue componenti: parte della gerarchia ecclesiastica, parte dell’associazionismo cattoli-co) sbaglia nel metodo, nei toni e nell’impostazione degli argomenti.

1. Sul metodo e sui toni. Savarese avverte una difficoltà diffusa all’in-terno della Chiesa nell’affrontare questi discorsi in modo ‘evangeli-co’: prevalgono spesso una men-

talità aggressiva e un linguaggio precettistico troppo rigido, eredità di secoli passati che è necessario ri-visitare e in buona parte rifondare. Scrive Savarese: “C’è una cosa che non vorrei mai per la mia Chiesa cattolica: che faccia confusione e smuova fumo, come i politici quan-do non sanno che pesci pigliare” (p. 28). E ancora: “La Chiesa deve imparare ad avere fiducia nell’u-manità, come l’ha avuta il Cristo. La prima tappa per rifondare la tradi-zione è la liberazione dalla paura, la quale è lo strumento prediletto dal Nemico della natura umana (…)” (p. 104).2. Sull’impostazione degli argo-menti. Il magistrato sostiene che per la Chiesa è necessario, a livello teologico, rivedere alcune catego-rie fondamentali, come quelle di “ordine” e “tradizione”. Risponden-do alla tendenza di alcuni cristiani a vedere il mondo innanzitutto come un “ordine divino”, all’interno del quale è inaccettabile che alcuni pezzi siano “fuori posto”, Savarese afferma: “Salvare le anime non può comportare il raddrizzarle per farle diventare ciò che non sono, oppure per reprimerle in vista di una falsa idea di purezza. Salvare le anime si-gnifica farle fiorire in pienezza, nel rispetto della vita e della libertà de-gli altri” (p. 62). L’”armonia”, infatti, deriva soprattutto dalla “capacità di stringere relazioni che producono bene, per gli altri oltre che per sé”: e questo tipo di armonia - conclude Savarese - può essere generata an-che da persone non eterosessuali.Per quanto riguarda la tradizione, inoltre, Savarese sostiene che non debba essere vista come statica e immutabile, ma come sempre

aperta ai contributi della libertà di coscienza (che NON è “una co-scienza anarchica, individualista” ecc. ecc. - come spesso si sente dire –, bensì “una coscienza libera al servizio di Dio”). In quest’ottica il cattolico Savarese suggerisce che anche l’amore omosessuale può contribuire a tale rinnovamento della tradizione.

...E sulle questioni concrete? “Sì, va bene, ma oltre a tutto que-sto discorso filosofico dov’è la ‘cic-cia’? Che cosa dire concretamente del riconoscimento delle unioni omosessuali, della “maternità sur-rogata”, delle adozioni da parte di coppie omosessuali ecc.”? Così po-trebbe, giustamente, domandare un fedele zelante. Per rispondere a queste domande rinvio alla lettu-ra integrale del testo. Su ciascuna questione, infatti, Savarese forni-sce indicazioni stimolanti e soprat-tutto non “definitive”: la sua infatti è una lettera aperta a tutti i fede-li, non un discorso “chiuso” come quelli degli “ideologi” (o dei “con-tro-ideologi”).

Stefano Coscia

Una “voce nuova”: Lettera di un omosessuale alla Chiesa di Roma

di Eduardo Savarese

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34 INCONTRI

Il 10 ottobre si è tenuta la tradizionale riunione annua-le degli operatori del Centro di Ascolto di Rivoli, ospite questa volta dell'oratorio a Tetti Neirotti.Don Paolo ha introdotto la giornata, con un commento al vangelo del “giovane ricco “ in cui ha sottolineato il valore della sobrietà come stile di vita. É seguita la let-tura del saluto del sindaco di Rivoli, che ha sottolineato il valore del volontariato nell'ambito cittadino.Il tema principale della mattinata è stata una relazione da parte di suor Simona Corrado, che opera a Torino come mediatrice familiare, sul rapporto tra operato-re di carità e persona da aiutare, evidenziando la ne-cessità di evitare alcuni errori (in particolare troppo coinvolgimento emotivo, risposte solo superficiali alle richieste di aiuto) ma soprattutto di operare ponen-dosi accanto alla persona che chiede aiuto, senza pre-varicarla, e cercando di fare appello alle risorse della persona stessa. È seguito un dibattito tra gli operatori, che hanno espresso le loro difficoltà a essere efficaci e concreti nei confronti delle persone che si presentano in cerca di aiuto.

Conventiondel Centro di Ascolto di Rivoli

Nel pomeriggio, dopo il pranzo e un breve intervallo ludico con una piccola lotteria e dopo un'introduzione da parte del presidente Piero Calcagno, hanno preso la parola i responsabili dei vari servizi con una breve relazione di presentazione.In tutti gli interventi, dalla segreteria al mercatino degli abiti usati e di San Rocchetto, dalla distribuzione viveri e vestiario alle docce, dalla mensa all'ascolto è emer-sa la necessità di trovare nuovi volontari, forze nuove visto che l'età media si attesta sui 69 anni! Sono anche emerse alcune criticità specifiche, ma anche gli aspet-ti positivi di situazioni inizialmente precarie che poi si sono risolte grazie all'aiuto che il Centro è riuscito a dare loro. Alle 18 padre Giacomo ha concluso la gior-nata con la S. Messa.

Sergio Limone

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35NOVENA DI NATALE

La tenda dell’attesa, dell’adorazione,dell’Emmanuele – Dio con noi…La tenda della Chiesa in uscita!

Anche quest’anno nel tempo della novena di Natale,da mercoledì 16 dicembre 2015a mercoledì 23 dicembre 2015,

dalle ore 7 alle 20sul sagrato della Stella ci sarà il tempo del silenzio, della meditazione,

della preghiera e dell’adorazione nella tenda dell’Avvento per ricordarci e vivere che la chiesa esce dalla chiesa

affinché possiamo incontrare Gesù che pone la sua tenda in mezzo a noi!

Udii allora una voce potente, che veniva dal trono e diceva:«Ecco la tenda di Dio con gli uomini! Egli abiterà con loro

ed essi saranno suoi popoli ed egli sarà il Dio con loro, il loro Dio”. Apocalisse 21,3

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36AVVISI

BATTESIMISan Bernardo

10 gennaio – ore 11,Pasqua (da definire),

10 aprile – ore 16,15 maggio – ore 16,22 maggio – ore 11,12 giugno – ore 16,19 giugno – ore 11

Incontri di camminoverso la Cresima

per Giovani e AdultiOgni lunedì ore 21.00 alla Stella

dall’11 gennaio al 28 marzo 2016

Celebrazione:3 aprile 2016 - ore 11 - Stella

Per iscrizioni passare o telefonare alla Segreteria della Stella:

011.95864.79.

Itinerari di fede per coppie che intendono celebrareil Sacramento del Matrimonio

Parrocchia S. Maria della Stella

giovedì - ore 21.00Gennaio: 14, 21, 28

Febbraio: 4, 6/7 (Ritiro), 11, 18, 253 marzo

domenica - ore 21.00Aprile: 3, 10, 17, 24

30 aprile e 1 maggio (Ritiro)8, 15, 22, 29 maggio

San Martino10 gennaio - ore 157 febbraio - ore 1526 marzo – ore 21

27 marzo (PASQUA) - ore 1510 aprile - ore 151 maggio - ore 15

15 maggio - ore 155 giugno - ore 15

26 giugno - ore 15

Stella10 gennaio 2016 – ore 11

7 febbraio 2016 – ore 15.3026 marzo – ore 21

27 marzo (PASQUA) - ore 1117 aprile – ore 15.308 maggio – ore 15.30

29 maggio – ore 15.3019 giugno – ore 15.30

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37AVVISI

Gruppi anzianiETÀ D’ORO - San Martino – giovedì dalle 14,30 alle 18

ORE SERENE - Stella – martedì dalle 14,30 alle 18

Lunedì 4 gennaio 2016Visita alla rassegna internazionale del PRESEPIO all’Arena di Verona

Martedì 19, Mercoledì 20 e Giovedì 21 aprile 2016Pellegrinaggio nell’Anno Santo della Misericordia a ROMA

RI-COMINCIAMO!?!cammino nella fede per ADULTI

Vespri e Catechesi con don PaoloTutte le domeniche dalle 17.00 alle 17.30 alla Stellacon lettura commentata di un testo tratto dal Catechismo degli Adulti.

Incontri per una catechesi “continuata”Rileggiamo i COMANDAMENTI (dal 5° al 10°)con suor RaffaellaMartedì dalle 21.00 alle 22.00 in Oratorio alla Stella12 e 26 gennaio, 9 e 23 febbraio, 15 marzo 2016.

Ascoltiamo insieme la Parola di Dio della domenicaOgni mercoledì dalle 16.15 alle 17.45con la comunità del Monastero di Santa Croce (Via Querro)

Ogni giovedì dalle 20.00 alle 21.00con il diacono Giovanni e don Giovanni (Oratorio Stella)

Esercizi spirituali nella vita correnteGesù il volto della misericordia del Padrecon don GiovanniDa lunedì 7 a venerdì 11 marzo 2016 ore 21- 22,30 nella chiesa della Stella

Soste di spiritualità sul TaborRitiri spirituali mensili nel monastero di S.Croce con don Giovanniore 09.00 - preghiera delle lodi, ascolto della Parola, meditazione, silenzio, preghiera personaleore 11.00 - celebrazione dell’Eucarestia15 dicembre 2015, 12 gennaio, 9 febbraio, 8 marzo, 12 aprile, 10 maggio, 14 giugno, 12 luglio 2016

Veglia ecumenica nell’ottavario di preghiera per l’unità dei cristianiMercoledì 20 gennaio 2016presso la Chiesa di san Rocco

Germogli di Vita buona

Incontri di riflessione, condivisio-ne e preghiera insieme alle per-sone separate o in nuova unione nella parrocchia della Stella alle ore 21.00.

13 dicembre - ritiro d’Avvento14 gennaio - preghiera16 febbraio - preghiera13 marzo - ritiro di Quaresima14 aprile - preghiera17 maggio - preghiera

Inoltre ci saranno due ritiri a Pia-nezza, Villa Lascaris e l’ 11 giugno Giornata conclusiva a Forno di Coazze.

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38 TERRITORIO

Chi percorre C.so Kennedy lascian-do C.so Torino, può aver notato, al termine della salita, proprio all'al-tezza della curva, un'edicola votiva alla sua sinistra. C’è un piccolo slar-go, ci si può fermare, e avvicinan-dosi ad essa si può scorgere da un lato un affresco di S. Giuseppe e, dall'altro lato, l'effigie del Beato An-tonio Neyrot, missionario lapidato poiché cristiano, alla metà del 1400 a Tunisi. All'interno, sullo sfondo, l'immagine della Madonna della Stella sovrasta la veduta del nucleo centrale di Rivoli, riprendendo con esattezza cosa si poteva vedere sul-le immaginette sacre a Lei dedica-te, già negli anni 40. In alto si leg-ge Ex Voto 1940.45. Ai lati il nome dei due fedeli che fecero erigere, a guerra finita, la cappelletta: CAFFO GIUSEPPE e TENIVELLA VINCENZO (mio padre). Il terreno su cui fu edificata fu concesso dall'allora Ca-nonico Fornelli. I lavori iniziarono a guerra finita, su disegni del geom. Malnato Antonio, costruttore Bar-ra Giuseppe. Mio fratello Alessan-dro, allora sedicenne, contribuì per gli scavi, e mi raccontò che parti di ossa umane, lapidi, risalenti ai primi secoli del millennio scorso, affiorarono, confermando che in quel luogo esisteva allora una cap-pelletta dedicata alla Madonna del-la strada, proprio alla biforcazione della strada proveniente da Bruere che passando davanti all'abitato campestre raccolto attorno alla chiesa di S. Pietro dei Deserti, rag-giungeva il borgo di Rivoli. Dipinse tutti gli affreschi il sig. Carena, pa-dre del celebre pittore rivolese An-tonio Carena, fu maestro nel dipin-gere soffici nuvole ai lati dell'Effigie sacra. La benedizione avvenne il 20

ottobre 1945. Dopo la benedizione domenicale, un gruppo di rivolesi, con il Vice parroco Morella Luigi, musicanti della Banda Stella Maris, di cui papà faceva parte, raggiunse-ro il tempietto, che fu benedetto, e poi con la gioia di tutti, tenuto conto dell'immediato dopoguerra, bevvero il vino di CENSIN NIVELA, e fecero festa ai salami e al pane offerto dal signor Caffo. Dopo 70 anni, a giugno, mia sorella Maria ed io, vedendo che gli affreschi avevano bisogno di un buon ritoc-co, contattammo la signora Morra Laura, restauratrice, e affidammo

70 anni di storia di un’edicola votivadedicata alla Madonna della Stella

a lei l'incarico di rimettere a nuovo l'edicola. A lavoro finito, mi com-mossi: la Madonna della Stella, di cui sono molto devota, era ritorna-ta bella, radiosa, come l'avevo vista da bimba, quando, inforcata la mia bicicletta da adulti, le portavo i fiori tutti i sabati e, per i mesi di maggio e settembre, accendevo un lumino a olio affinché il Suo Volto fosse vi-sibile anche di notte ai pochi pas-santi di allora. Sono certa che mio padre, la cui persona tanti rivolesi non più giovani ricorderanno, sarà lieto del restauro.

Teresa Tenivella Italia

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ANAGRAFE PARROCCHIALE(1o agosto - 31 ottobre 2015)

BATTEZZATISan Bartolomeo: Valle Francesco

San Bernardo: Gribaudo Diego, Cirelli Federico, Bonasso Veronica, Cugliandro Matteo, Golisano Guoping.

San Martino: Parisi Greta, Parisi Marta, Bracco Olivia, Mascolo Ginevra, Savescu Stefan, Fusiello Chiara, Barbato Camilla, Caruso Guglielmo, Macchi Edoardo Mattia, Marino Ludovica, Pianta Giancarlo, Pianto Sara, Florean Ga-briele, Vignale Maya, Cavallotto Sofia, Cavallotto Alessandro, Rossato Gabriele, Berté Mia Sole Arizona, Acerbi Thomas, Francesetti Edoardo.

Santa Maria della Stella: Marchesini Leonardo, Calì Lorenzo, Galassi Alberto, Guglielmone Beatrice, Inglese Ma-nuel, Squarciafichi Mattia, Casello Emma, Voci Melissa, Marangon Pietro, Mentasti Melissa, Virgara Matteo, Sanna Marco.

SPOSISan Bartolomeo: Faenza Agostino e Falduto Ilaria, Arolfo Simone e Giai Via Alessandra, Piva Stefano e Lettieri Stefania.

San Bernardo: Masella Antonello e Monti Maria, Dal Molin Simone e Damiano Alessia, Brizzi Angelo e Guerra Jessica, Cena Mauro e Benevenuta Chiara.

San Martino: Duò Fabrizio e Paiano Ilaria, Novara Luca e Sottile Sara Alessandra, Bonnin Daniele e Tortorelli Michela, Maggiulli Donato e Sammarco Silvia, Giors Andrea e Borgi Stefania, Morsone Giulio e Tufano Marta, Pautassi Luca e Freguglia Sabrina.

DEFUNTISan Bartolomeo: Zanchin Elena Cristina (83), Ferrari Diego (86).

San Bernardo: Lai Davide (69), Di Paola Nicola (94), Gallo Ines ved. Tenivella (89), Putignano Maria Giovanna ved. Colombari (76), Morariu Eugenia (76), Paganin Teresa ved. Bertuzzi (101), Stevanato Pierina in Quaiato A. 71, Capilato Carmine (87), Cannone Angela ved. Campanale (92), Limone Maria Grazia in Guglielmone (76).

San Martino: Caccialupi Marcello (76), Pettorruso Giustina (99), Giordano Bruna (74), Quero Addolorata (69), Fattori Maria Maddalena (65), Ferrari Regolo (87), Tecchiato Guido, Pomi Luigi (89), Chieregato Erminia, Lucco Borlera Carla (71).

Santa Maria della Stella: Beltrame Anna (85), Lisci Giuseppe (47), Fogagnolo Patrizio (56), Rollino Felice Giu-seppe (91), Paccò Roberto (87), Pregnolato Angelo (88), Bottigliengo Cesira (98), Beltrami Pietro (91), Saporito Giuseppe (83), Ziliani Sante (83), Rossi Giuseppina (80), Pozzato Maria Rosa (84), Biggi Maria (Wanda) ved. Lanza (91), Pezzarossa Immacolata (101), Franco Maria Giovanna ved. Piccione (79), Prisco Gemma ved. Legrottaglie (73), Merlo Mario Modesto Carlo (84), Castagno Delfina (93), Mosena Giorgio (86), Sestito Celestina ved. Fodaro (91), Marturano Nicola (69), Ferro Filomena (82), Antoniazzi Rosetta ved. Tramarin (88), Travaglianti Mario (84), Comar Ada ved. Miani (89), Torchio Giuseppina ved. Canta (84), Mangiaudi Teresio (73), Quagliotto Anna Maria ved. Rollino (81), Carone Carlo Felice (73), Canova Mario (65), Bellitti Giuseppe (71), Mens Pier Giorgio (79), Proto Nicola (75), Boccadoro Francesco (80), Mancon Arturo (90), Laguardia Gennaro (67), Chiabotto Livio (86), Pavanelli Giovanni (73), Mancin Anna Maria (81), Cauduro Ivo (84), Tommasini Ida (92), Spena Calogero (62).

ANAGRAFE

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ORATORIO STELLA Da Lunedì a Giovedì ore 16 - 19 Venerdì ore 15 - 19 Sabato - Domenica ore 15 - 18

NUMERI UTILISanta Maria della Stella

Via Fratelli Piol, 44tel. 011.9586479 - fax 011.9516291

[email protected]: da lunedì a sabato ore 9-12martedì e giovedì anche 15-17.30

Succursale: Gesù Salvatore - Via Cavour, 40

San Bartolomeo ApostoloVia Roma, 149 - tel. e fax 011.9580245

Orari: da lunedì a sabato 9.00-11,30;mercoledì anche 16.00-18.00

Succursale: S.Francesco - Via Adamello, 6

San Bernardo AbateVia Beltramo, 2 - tel. 011.9584950

Orari: da martedì a venerdì ore 10-11

San Martino VescovoVia S.Martino, 3 - tel. e fax 011.9587910

Orari: martedì ore 9-11;mercoledì ore 16-18;

giovedì 9.30-11; sabato 9-11.Succursali: San Rocco - P.za S. Rocco

M.I.A. - P.za Cavallero

Sacerdotidon Giovanni Isonni - cell. 339.6604141

e-mail: [email protected] Angiolino Cobelli - cell. 338.6841684

e-mail: [email protected] Mauro Petrarulo - cell. 328.546.69.34

e-mail: [email protected] Paolo Ravarini - cell. 347.2390527

e-mail: [email protected] Mario Scremin - cell. 338.3381665

don Andrea Zani - cell. 347.8437134e-mail: [email protected]

DiaconiGiovanni Bommaci - cell. 349.8180004

Lorenzo Cuccotti - tel. 011.9585914Giuseppe Peca - cell. 327.0598222

Bruno Zanini- cell. 349.2304161

Religiosi e religiose

Missionari della ConsolataVia 1° Maggio 3 - tel. 011.9586791

e-mail: [email protected] Giordano Rigamonti

cell. [email protected]

Padri Giuseppini del MurialdoCorso Francia, 15 - telefono: 011.9503666

[email protected] della Carità di S.Vincenzo De’Paoli

Via Grandi, 5 - tel. 011.9561715 [email protected]

Canonichesse Lateranensi di Santa Croce(regolari di Sant’Agostino)

Via Querro, 52 - tel. [email protected]

Suore Operaie della Santa Casa di NazarethCasa Chiara Luce – Viale Beltramo, 2

ORARIO SANTE MESSE

CHIESEFERIALI FESTIVE

LUN MAR MER GIO VEN SAB DOM San Bartolomeo 09.00 09.00 09.00 09.00

San Francesco 15.30 18.00 10.30 San Bernardo 18.00 18.00 08.30 18.00 18.00 09.00

11.00 San Martino 09.00 17.00 10.00

San Rocco 08.00 19.00 M.I.A. 09.00 18.30 11.15

Santa Mariadella Stella

18.00 18.00 18.00 18.00 18.00 08.00 11.00 18.00

Gesù Salvatore 09.00 09.30 Ospedale 15.00

Monastero V.Querro

06.30 06.30 06.30 06.30 06.30 06.30 07.30

Ministri dell’Eucaristia a casaSe in qualche famiglia ci sono persone anziane o ammalate

che desiderano ricevere la Comunione in casa,è possibile concordare incontri con i Ministri dell’Eucarestia

contattando i parroci o le segreterie parrocchiali.

Visita il nostro sito: www.parrocchierivoli.itScrivi i tuoi suggerimenti a: [email protected]

Coro Polifonico InterparrocchialeIl Coro Polifonico è aperto a tutti coloroche abbiano voglia di pregare cantando.

Vi aspettiamo nella Chiesa S.Francesco alle ore 21.00 nelle seguenti date:27 gennaio - 24 febbraio - 30 marzo