Il numero di Settembre 2012 di Fisac Varese Informa - Le colpe? Sempre deg…

Affermare e Conquistare Diritti!

Supplemento di "CGIL Notizie Varese" a cura della Federazione Italiana Sindacale Assicurazioni Credito

Varese Via N. Bixio 37 Tel. 0332.276220 Fax 0332.262002 e-mail fisacvarese@cgil. lombardia. it

Anno VIII n°09 Settembre 2012

Inquestonumero:

- PPrriimmaa ppaagg ii nnaa -Le colpe?

Sempre degli altri!

- ppaagg .. 33 -Il sognoAmericano

- ppaagg .. 55 -In nome delpopolo ital iano

- ppaagg .. 66 -Abbecedario del la

crisi: BOLLA

- ppaagg .. 77 -Iscriviti al la FISAC

SSeegguu ii ccii ssuu FFaacceebbooookk ee ccll ii ccccaa MMII PPIIAACCEE ssuu ll ll aa ppaagg ii nnaa

hhttttpp:: ////wwwwww.. ffaacceebbooookk.. ccoomm//FFii ssaaccCCgg ii ll VVaarreessee

LLee ccoollppee??

SSeemmpprree ddeeggll ii aa ll ttrrii !!Il vizio italico di attribuirsi i meriti escaricare sugli altri le colpe degliinsuccessi trova ampia confermatra i nostri banchieri.L’ultimo esempio sono leanticipazioni (cfr. MIlanofinanza del7 settembre) su un documentodell’ABI intitolato: ””LLaa ccoonnddiizziioonnee ddiillaavvoorroo nneell ssiisstteemmaabbaannccaarriioo iittaalliiaannoo::ffaattttoorrii ddii ccrriissii””.La base dipartenza è ““llaaccaadduuttaa ddiirreeddddiittiivviittààddeellll’’iinndduussttrriiaabbaannccaarriiaa cchhee nnoonnhhaa ppiiùù mmaarrggiinnii ddiigguuaaddaaggnnoo..””Occorre fareattenzione aitermini usati: è daqualche tempo chei banchieri e i loroconsulenti usano ilnuovo termine “industria” al postodei precedenti termini “ azienda diservizi” “terziario avanzato” eccanche per far passare il messaggioche gli impiegati bancari non sonopoi diversi dai metalmeccanici o

tessili e che, di conseguenza, nellacrisi si devono poter usare gli stessistrumenti (licenziamenti, mobilitàecc).Il citato documento ABI proseguesegnalando che “occorrericonsiderare la localizzazione ed ilnumero degli sportelli” e qui siamo

al vizio del titolo.FFiinnoo aa qquuaallcchheesseemmeessttrree oorrssoonnoottuuttttii ii bbaanncchhiieerrii ssiissccaatteennaavvaannoonneellll’’aapprriirree qquuaannttiippiiùù ssppoorrtteelllliippoossssiibbiillee,, ddaalllleemmiiccrrooffiilliiaallii nneeiippaaeessiinnii ppiiùùssppeerrdduuttii aalllleemmoollttiipplliiccaazziioonnii ddiippuunnttii ooppeerraattiivvii iinnooggnnii cciittttàà..Anche la febbredelle fusioni edacquisizioni ha

portato a questa sovrabbondanzadi filiali.Eppure già da tempo nel mondo siassisteva alla crescita esponenzialedelle transazioni online!Ma tant’è: la miopia di allora dei



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SSeegguu ii ccii ssuu FFaacceebbooookk ee ppeerr rriimmaanneerree sseemmpprree aagggg iioorrnnaattoo ccll ii ccccaa MMII PPIIAACCEE ssuu ll ll aa ppaagg ii nnaa


banchieri diventa la colpa di oggi per i cassieridelle filiali da chiudere.II nnoossttrrii ssttiimmaattii bbaanncchhiieerrii nnoonn hhaannnnoo ccoollppee ssee::rriieessccoonnoo ooggggii aa mmaannddaarree iinn ccrriissii bbaanncchhee nnaatteepprriimmaa ddeellllaa ssccooppeerrttaa ddeellll’’AAmmeerriiccaa;;ssppeerrppeerraannoo cceennttiinnaaiiaa ddii mmiilliioonnii aa ssoosstteeggnnoo ddii““ccaauussee ppeerrssee”” ((ccoommee ll’’AAlliittaalliiaa CCAAII));;ooggnnii aannnnoo ssppeennddoonnoo mmiilliioonnaattee iinn ssttuuddii ddiiccoonnssuulleennzzaa iinn ccaappoo aaii ssoolliittii MMcc qquuaallccoossaa..No. La colpa è dei lavoratori e dei Sindacatiche “ hanno una scarsa sensibilità alcambiamento, alla riconversione ed allariqualificazione professionale”.Proprio noi che abbiamo chiesto per decennipiù formazione per il personale, piùinvestimenti e maggiori possibilità di crescitaprofessionale.PPooii ssii aarrrriivvaa qquuaassii aallll’’ooffffeessaa ““llaa qquuaalliittàà ddeellppeerrssoonnaallee rriissuullttaa ccuullttuurraallmmeennttee ddiissttaannttee ddaalllleennuuoovvee eessiiggeennzzee””..Certo i lavoratori sono distanti dalla culturadei manager che si aumentano gli stipendi e ibenefit anche senza avere ancora prodottonessun risultato positivo così come dallacultura manageriale dello scaricabarile edello sperpero.Ma oltre le polemiche il documento ABIevidenzia aspetti importanti e preoccupanti:per la prima volta si paventa un rischio diinsostenibilità per il “fondo esuberi”; vviieenneeppooii ssppeecciiffiiccaattaa llaa ssttrraatteeggiiaa AABBII ppeerr llee rreellaazziioonniiccooii llaavvoorraattoorrii:: ““sseerrvvoonnoo nnuuoovvii eeqquuiilliibbrrii ttrraassaallaarrii eedd ooccccuuppaazziioonnee ssoosstteenniibbiillee”” ..Lo strumento del Contratto CollettivoNazionale (tra l’altro appena firmato daglistessi banchieri) non serve più, ma nemmenoi contratti integrativi aziendali (Intesa docet !):i banchieri ABI vogliono “ la contrattazione di

prossimità a livello aziendale con unaregolamentazione derogatoria o sostitutiva diquella prevista dal CCNL”.Insomma le norme del CCNL possiamobuttarle nel ces….tino perché di volta in volta ibanchieri ABI vorranno deroghe osemplicemente stabiliranno solo loro leregole, senza trattative sindacali, e ilavoratori dovranno semplicemente chinare latesta.Certo i lavoratori ed i Sindacati non sarannoproprio d’accordo su questo metodo ma l’ABIavverte che “ serve un più alto livello di qualitànelle relazioni industriali e più adeguatecompetenze specifiche (sic) da parte degliaddetti ai lavori” .Ovvero i sindacalisti sono ignoranti perchédifendono salari e diritti degli impiegati dibanca mentre dovrebbero imparare concompetenze specifiche a tutelare gli interessidei banchieri e degli azionisti.Ma a fronte di questa logica ABI possiamosolo dire “beata ignoranza” !!TTiizziiaannoo TToorrrreettttaaSSeeggrreettaarriioo FFiissaaccCCggiill VVaarreessee






IIll ssooggnnoo AAmmeerriiccaannoo

Nel fare zapping nelle serate estive mi sonoimbattuto in un programma su LA 7interessante per capire come funziona il“mondo del lavoro” negli USA.La serie si chiama “ Un capo in incognito”(undercover Boss) e racconta come CEO,Presidenti ed Amministratori Delegati diimportantissime società (dalla Seven/Elevenalla Hooters, alla Waste Management) peruna settimana smettano il loro ruolo di topmanager andando a lavorare, in incognito,nei punti produttivi a stretto contatto dei lorodipendenti.E così sitrovano acuocere hotdogs, adimpastareciambelle, apulire bagni epavimenti, aeffettuare turnidi notte perconsegnare lemerci.Soprattuttoparlano coiloro “colleghi” facendosi raccontare cosafunziona bene del business e cosa sipotrebbe migliorare, che aspettative hanno idipendenti e quali sono i loro principaliproblemi.Spesso vengono aiutati dai “colleghi” piùanziani e dai “nuovi americani” (pachistani,latinos ecc) a superare le fatiche e le proveimposte dai capetti (capo negozio,responsabile del turno ecc); talvolta

incappano in episodi sconcertanti diumiliazione per i poveri dipendentisottomessi ai capricci dei capetti oppureconstatano evidenti lacune nella sicurezzadegli impianti.Da buoni americani subiscono illicenziamento senza recriminare se nonriescono a stare al passo per alimentarel’infernale macchina che cuoce i muffins.Passata la settimana di “esperienza sulcampo” rientrano nella mega sede eassicurano tutti i dipendenti che hannoimparato molto dall’esperienza e cercherannodi migliorare i punti più critici rilevati.

Come inogni realitydi questogenere allafine i buonitrionfano evengonosingolarmente premiatidalmagnanimo“Boss” convacanze

premio, orari di lavoro meno stressantimentre i capetti troppo “esigenti” vengonobenevolmente redarguiti e invitati a cambiareatteggiamento.La morale finale è sempre un inno al “sognoamericano” dove chiunque può sperare didiventare un giorno importante e ricco anchese immigrato o di umile origine, basta avereun po’ di fortuna.






Al di la di facili ironie su come sarebbe belloche anche i top manager italiani passino unasettimana a “lavorare in trincea” (magari incassa quando c’è l’IMU da pagare), occorrefare una riflessione sul sistema di relazioni nelmondo del lavoro USA.La prima evidenza è l’assenza totale di ognitutela e diritto derivante dalla presenza delSindacato.Ogni lavoratore è solo davanti al capetto diturno e può solo sperare nella sua umanitàper non essere trattato come un modernoschiavo.Non ci sono trattative e lotte volte a migliorarele condizioni di lavoro (sicurezza, salari, ritmiecc) e le ricadute sulla vita (part time, turni,ecc).Ognuno è solo contro il la “Ditta” e spessoanche contro “i colleghi” nella logica del “morstua, vita mea”.Per mantenere il lavoro si devono subireumiliazioni, turni massacranti, rimproveri diogni tipo.Noi bancari italiani siamo stati abituati avivere in un mondo diverso, lontano anni lucedalla insicurezza e precarietà totale descrittanel reality.Il nostro Sindacato, con le lotte dei lavoratori,

ha saputo sinora garantire diritti e tutelefondamentali per la sicurezza e per la dignitàdei lavoratori, assicurando adeguati livelli diretribuzione e garanzie per tutta la plateadegli impiegati nel settore.Eppure non è detto che tutto sia stabilito enon si possa rischiare di peggiorare.Già oggi anche in Italia sono presentisituazioni paragonabili a quelle descritte inTV: basti pensare a cosa succede nellagrande distribuzione con turni massacranti,ricatti di ogni genere e perfino orari vincolatiper andare a fare la pipì.Le leggi in materia cambiano in peggio: nonsolo la profonda modifica delle garanzie suilicenziamenti (art. 18 legge 300) ma anche lemodifiche alla legge sulla sicurezza sui luoghidi lavoro ecc.L’unica strada per evitare la derivaindividualistica del rapporto di lavoro, cheavvantaggerebbe solo i più ruffiani o i piùsottomessi, è rafforzare il Sindacato econtrastare le logiche “aziendaliste”.Dobbiamo avere la capacità di organizzarciaffinchè sia riconosciuta sempre e ovunque lasuprema dignità del lavoro e dei lavoratori.TTiizziiaannoo TToorrrreettttaaSSeeggrreettaarriioo FFiissaaccCCggiill VVaarreessee




LLiimmiittii ppeerr llaa ssoossttiittuuzziioonnee ddii llaavvoorraattoorrii iinn sscciiooppeerrooLa Cassazione, con sentenza nn.. 1144115577 ddeell 66 aaggoossttoo 22001122, ha affermato che ildatore di lavoro può sostituire i lavoratori in sciopero con altri presenti sulposto di lavoro senza che ciò costituisca condotta antisindacale, adeterminate condizioni: i lavoratori possono essere adibiti a mansioni diverse,uguali o superiori (con maggiorazione della retribuzione) a quelleordinariamente svolte, ma non inferiori rispetto a quelle normalmenteassegnate, a meno che le stesse non costituiscano un elemento marginaledelle mansioni principali che, in ogni caso, debbono essere assorbenti.L’eventuale consenso dei lavoratori a svolgere mansioni inferiori non fa venirmeno il carattere antisindacale della condotta datoriale.LLiicceennzziiaammeennttoo ppeerr rriiffiiuuttoo ddeell ddiippeennddeennttee ddii ttrraassffoorrmmaarree aa ppaarrttttiimmeeiill rraappppoorrttoo ddii llaavvoorrooCon sentenza nn.. 1144883333 ddeell 44 sseetttteemmbbrree 22001122, la Cassazione ha affermato la illegittimità di unlicenziamento comminato dal datore di lavoro per il rifiuto del lavoratore di trasformare ilrapporto di lavoro da tempo pieno a parttime.La Suprema Corte ha, infatti, specificato che non è ammissibile, come motivazione dellicenziamento, la scarsa flessibilità del lavoratore nell'accettare nuovi orari di lavoro.

LLaavvoorraattrriiccee iinn mmaatteerrnniittàà ee lliicceennzziiaammeennttooCon sentenza nn.. 1144990055 ddeell 55 sseetttteemmbbrree 22001122, la Cassazione è intervenuta analizzando unaipotesi relativa al divieto di licenziamento della lavoratrice madre ex art. 54 del D.L.vo n.151/2001 ed alla non applicazione della disposizione in presenza “di colpa grave da partedella lavoratrice, costituente giusta causa per la risoluzione del rapporto di lavoro (comma 3,lettera c)”. Nel caso di specie l’interessata, al termine del periodo di congedo per maternità,non aveva ripreso servizio (restando a casa per quaranta giorni) accampando, qualemotivazione, il mancato pagamento di una mensilità di retribuzione. Secondo la SupremaCorte ci si trova in presenza di “colpa grave”, cosa che consente di superare il divieto dilicenziamento, in quanto, a fronte del comportamento scorretto del datore di lavoro (mancatopagamento di una retribuzione mensile), la reazione dell’interessata appare spropositata e taleda rappresentare una “ritorsione” contraria ai principi di buona fede e di correttezza.

FONTE DPL MODENA



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