N°41 Sulla via della pace

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Trimestrale di in-formazione dell’Associazione Via Pacis 20I6 n.41 Anno XI - n. 1 - Gennaio-Marzo 2016 - Trimestrale - Contiene I.R. Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - DL 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2 - DCB Trento - Taxe Percue In caso di mancato recapito inviare al C.P.O. di Trento per la restituzione al mittente previo pagamento resi sullaVIAdellaPACE ® CARISSIMO: Uscire dalla propria orbita GIOVANI: • Continuate a sognare! • Osate volare alto! EDITORIALE: Porte aperte alla carità

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Rivista di in-formazione dell'associazione Via Pacis

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Trimestrale di in-formazione dell’Associazione Via Pacis 20I6 n.41

Anno XI - n. 1 - Gennaio-Marzo 2016 - Trimestrale - Contiene I.R.Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - DL 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2 - DCB Trento - Taxe Percue In caso di mancato recapito inviare al C.P.O. di Trento per la restituzione al mittente previo pagamento resi

sullaVIAdellaPACE

®

CARISSIMO: Uscire dalla propria orbita

GIOVANI: • Continuate a sognare! • Osate volare alto!

EDITORIALE: Porte aperte alla carità

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L’Associazione Via Pacis è un’Associazione internazionale Privata di Fedeli Laici della Chiesa Cattolica di Diritto Pontificio.

Le attività di solidarietà promosse dall’Associazione Via Pacis sono gestite dalla Associazione Via Pacis onlusViale Trento, 100 - 38066 Riva del Garda (TN) - ItalyTel. +39.0464.555767 - Fax +39.0464.562969 [email protected]

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SULLA VIA DELLA PACETrimestrale di in-formazioneAnno XI - n. 1 gennaio-marzo 2016

Registrazione n. 263 presso ilTribunale di Rovereto (TN)(19.01.2006)

Direttore responsabilePaolo Maino

Direttore di redazioneRuggero Zanon

RedazioneTiziano CivettiniRuggero Zanon

CollaboratoriPaola AngerettiStefania Dal PontAnnalisa Zanin

Archivio FotograficoPatrizia Rigoni

Distribuzione e numeri arretratiFausta Matteotti

EditoreAssociazione Via Pacis onlus

Direzione e amministrazioneViale Trento, 10038066 Riva del Garda (Trento) [email protected]. +39.0464.555767Fax +39.0464.562969

GraficaCAOS [email protected]

StampaAntolini Tipografia - Tione (TN)

Finito di stamparenel mese di gennaio 2016

In copertina:Corale Via Pacis: Aperti alla vita(Foto di Marcello Cenedese)

GARANZIA DI RISERVATEZZA Ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs. n° 196/2003 (tutela dati personali) si garantisce la massima riserv-atezza dei dati personali forniti dai lettori ad Associazione Via Pacis onlus e la possibilità di richiederne gratuitamente la rettifica o la cancellazione, o di opporsi al trattamento dei dati che li riguardano, rivolgendosi al Titolare del trattamento dati, Associazione Via Pacis onlus – viale Trento, 100 – 38066 Riva del Garda (TN) o scriv-endo al Responsabile Dati dell’Associazione Via Pacis onlus Paolo Maino anche via email all’indirizzo [email protected]. è possibile consultare l’informativa completa all’indirizzo www.viapacis.info/privacy.aspx

3 Editoriale • Porte aperte alla carità4 Giubileo •

- Guarire le ferite- Rimboccarsi le maniche

6 Una pace che conquista8 Filippine • Piccole donne crescono10 Nepal • Il coraggio di ricominciare12 Giovani • Volere volare

- Continuate a sognare!- Bianco, nero o variopinto?- Osate volare alto- Dio, dove sei?- A gambe all'aria

24 Aggiornamenti • Centro internazionale Via Pacis

26 Chi ama vola28 Via Pacis Concert30 Laudato si' • Sorella terra? 31 Checkpoint • Coi piedi per terra32 Quanto amo la tua parola • Dalla parte

dei più deboli34 Testimonianza • Al tuo fianco35 Carissimo • Uscire dalla propria orbita

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E D I T O R I A L E

Di questi tempi, il clima generale che molti respirano è di cattiveria: sono giorni cattivi, direbbe la Bibbia.

E molto spesso questa cattiveria è esplicita, dichiarata, arrogante, e diventa quindi ‘normale’ (nel senso che tende a essere la norma nei comportamenti di tutti i giorni).Sembrerebbe quasi che un motto di uno studioso di fenomeni economici contemporanei si adatti bene a descrivere lo stile delle relazioni interpersonali quotidiane. Egli sintetizza cinicamente così questo stile: “Libera volpe in libero pollaio”; gli altri, cioè, sono la preda, e io devo stare attento a non diventare a mia volta una preda.In questi ‘giorni cattivi’ ogni piccolo gesto di bontà, di gentilezza, appare come una boccata d’aria, e riacquistano pieno senso le

cosiddette ‘opere di misericordia’ corporale e spirituale: dare cibo, bevanda, vestiario, alloggio, assistenza, vicinanza, compassione, consiglio, istruzione, consolazione, perdono, misericordia a chi ne è privo. Corporale e spirituale non sono, infatti, da separare, come se la prima categoria fosse più importante (o viceversa), o come se si dovesse scegliere tra le due in base alle proprie propensioni o abilità: mi sento più portato per… La vicinanza personale, che si esprime in vari modi, rende i giorni un po’ meno cattivi, a tutto campo: materiale, spirituale, psicologico, sociale. E non è questione di sentimentalismo, ma di azione: è carità in atto. Ma c’è ancora posto per la carità, oggi?Non ci sono forse strutture apposite che accolgono i malati e gli anziani? non ci sono associazioni che si occupano dei poveri? Il mondo dei bisogni non è stato finalmente istituzionalizzato?Il welfare, l’assistenza pubblica, è senz’altro una conquista di civiltà,

un frutto di quella diffusa cultura della carità che il cristianesimo ha coltivato e tramandato, e che speriamo possa resistere anche alle crisi in atto.Ma tante vicende riportano oggi la questione alla sua essenzialità relazionale e personale. Il migrante tratto in salvo sulle nostre coste ci richiama tutti alla grammatica di base dei rapporti umani: fame da placare, sete da togliere, vestiti da dare, tetto per riparare, parola per rassicurare.

Di fronte a una vita in pericolo non ci sono calcoli: bisogna solo agire. Non per sentimentalismo o in nome di un principio astratto, ma per necessità fraterna, misericordiosa, connessa al fatto di essere semplicemente umani.La misericordia è storica (va adattata ad ogni tempo storico

particolare), è carnale (ha a che fare con la carne, cioè con le ferite e le mancanze dell’umanità), è relazionale (implica una prossimità fraterna). Ben venga, dunque, un anno di misericordia per riumanizzare il mondo.

Porte APERTE alla CARITÀ

«C'è ancora

posto per la carità,

oggi?»

di Tiziano Civettini

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La comunità Via Pacis in India si prepara a vivere la grazia del Giubileo come uno straordinario momento di grazia e di rinnovamento spirituale per i singoli, le famiglie e la comunità stessa.L'uomo moderno pensa che il denaro sia tutto, che la vita dipenda dal denaro. È vero che l'uomo ha bisogno di soldi per comprare il necessario per la propria vita quotidiana, ma senza diventarne schiavo, come se fosse il suo fine ultimo. Così le cose materiali non ci aiuteranno a condurre una vita sana, se non metteremo la misericordia

GIUBILEOindia

di Adaykalasamy Erudayanal centro della nostra vita quotidiana. Abbiamo quindi programmato di partecipare all'apertura della Porta Santa della Cattedrale della diocesi di Kumbakonam. Come segno del nostro desiderio profondo di conversione spirituale, dedicheremo più tempo per la preghiera personale e comunitaria e per la celebrazione frequente dei sacramenti della Riconciliazione e dell'Eucaristia.Andremo più spesso a visitare i malati nelle loro case e a pregare con loro, permettendo loro di sperimentare la grazia del Giubileo. Visiteremo le famiglie delle persone i cui parenti sono in prigione e pregheremo con loro. In questo anno di misericordia, vogliamo essere operatori di pace e guaritori di ferite. Lavoreremo per la promozione della pace tra le famiglie e le comunità. Con il Fondatore e la cofondatrice di Via Pacis vorremmo diffondere misericordia attorno a noi, per diventare pienamente umani e pienamente vivi.

guarire le ferite

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GIUBILEOUganda

“In Uganda siamo molto felici per il Giubileo della misericordia” – ci scrive John Bosco Matovu, Responsabile di Via Pacis a Kampala. Ci si rende conto che la misericordia è una sfida a tutto campo, non un

principio astratto, ma lo sguardo amoroso di Dio verso gli uomini e il creato. Si tratta allora di guardarsi intorno con questo sguardo e rimboccarsi le maniche, con coraggio e creatività.“Uno dei servizi più in crisi in Uganda è la raccolta delle immondizie, che ha provocato gravi disordini nelle zone degradate degli slum. Il Consiglio Comunale della città di Kampala riconosce, infatti, che la quantità di rifiuti prodotti è tale da superare la capacità di raccolta, con il conseguente accumulo di immondizie che provoca cattivi odori, continuo inquinamento ambientale e diffusione di malattie come il colera e la dissenteria. Via Pacis Uganda sta, quindi, per iniziare delle attività nello slum di Katwe, per sensibilizzare le persone che vivono in quel luogo sull’importanza di tenere pulito l'ambiente, e di conoscere e attuare norme igieniche di base.Sarà insegnato come gestire i rifiuti, le borse di plastica e le bottiglie, che non vanno bruciate, perché rilasciano sostanze pericolose per la salute, e che non si degradano come i rifiuti di origine biologica, ma rimangono sul suolo inquinando l’ambiente. Ci vorrà competenza e pazienza, ma siamo convinti che anche questo contribuirà a pacificare gli animi.Grande è la misericordia e molti sono i modi per attuarla.

di John Bosco Matovu

Rimboccarsi

le maniche

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Una pace che conquista

Da anni l’Associazione Via Pacis propone dei percorsi tenuti da Eliana Aloisi Maino, con lo scopo di facilitare una maggiore integrazione e pacificazione interiore in modo da far emergere la parte vera e bella di ogni persona. In questa ricerca di libertà interiore, le ferite della vita si rivelano non come un impedimento, ma come la via maestra per una maggiore conoscenza di sé.

“Chi inizia un percorso di rivisitazione del proprio passato e, quindi, di ricerca di maggior libertà e verità, sa di andare incontro ad un tempo di sofferenza e angoscia. Per questo motivo ne intraprende il cammino solo chi è fortemente motivato o chi sta così male da non aver nulla da perdere, e solamente dopo avere superato l’ostacolo che spesso fa preferire un male conosciuto piuttosto che un ipotetico bene sconosciuto.È un percorso che assomiglia ad un’escursione in montagna: all’inizio si avverte solo la fatica, ma più il corpo si abitua al camminare e ci si alza di quota, più si può gustare ed ammirare la bellezza del paesaggio e la purezza dell’aria che si respira. Con un brivido di immensità nel cuore.È importante non camminare da soli, sia per non scoraggiarsi negli inevitabili passaggi difficili, sia per

“Con Dio è possibile pacificare le tensioni presenti nello spirito, nel corpo, nella mente, nel cuore di ogni uomo e integrare ogni esperienza negativa, che ha segnato e condizionato la storia personale”

Eliana Aloisi Maino

Foto di Marcello Cenedese

Dal libro Sapore di libertà di Paolo Maino ed Eliana Aloisi

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«Durante questo weekend di pacificazione sono state tante le emozioni provate, tanti i ricordi riemersi dal passato che ancora oggi sono per me elemento di sofferenza. Ho compreso che tanto è il dolore che non mi fa vivere appieno la mia vita e tanti sono gli elementi di disordine che mi bloccano. Nello stesso tempo tanto e l’amore di Dio che ho percepito, tanto il suo sostegno e tanta la sua forza! E tanto il desiderio e l’intenzione di affidarmi a Lui.È stato difficile decidere di partecipare a questa due giorni. Nella vita ho sempre una paura che mi soffoca al solo pensiero di pensare ai problemi, alle sofferenze della mia vita passata, al pensiero di fidarmi di qualcuno e di riprovare dolore per situazioni vissute. Fin da piccola avevo trovato un sistema per provare meno dolore nelle situazioni: tutto ciò che mi destabilizzava lo racchiudevo in una “scatola” e lo dimenticavo, passando oltre, come se non fosse mai accaduto. Era sbagliato, ma penso che, se non avessi trovato quel “sistema”, non so dove sarei finita.Sono terrorizzata quando mi fermo a pensare e a riflettere su me stessa, perché i ricordi riemergono, e la scatola, inevitabilmente, si apre. Per questo vivo una vita frenetica, evitando i momenti di riflessione. Dico di stare “bene”, ma la realtà è tutt’altra. Ho capito di non voler più essere bloccata, ma di voler vivere appieno la mia vita. Per questo ho deciso di iscrivermi a questo percorso di pacificazione interiore, perché sentivo in me un grido che non aveva voce; una voce che poi ho trovato nell’amore infinito di Gesù.Lui è stato molto paziente con me, anche se in alcuni momenti della mia vita ho provato una grande rabbia nei Suoi confronti, da sentirmi poi così in colpa da disprezzare me stessa in modo molto profondo.Ma in questo weekend, forse come mai prima, ho cercato di aprire il mio cuore a Dio; mi volevo proprio abbandonare a lui. E la sensazione di amore e conforto che ho provato, soprattutto in un particolare momento, mi ha veramente sconvolto, al punto da restare senza parole, attonita e incredula: in quel momento sono riuscita finalmente a scoperchiare quella “scatola” e, per la prima volta, ad essere fermamente convinta di voler affrontare la mia storia e di poterlo fare grazie alla forza di Gesù che era con me! Potevo iniziare a frugare nella “scatola”.Durante le sessioni e nei momenti di riflessione personale, ogni volta che mi tornava alla mente un ricordo e non lo volevo affrontare, era come se Dio mi tenesse tra le sue braccia e mi dicesse di stare tranquilla, che Lui mi sosteneva. Così ho cercato di aprire il mio cuore, e ho percepito una tranquillità che non pensavo potessi provare, io che vivo in un quasi perenne vortice di ansia. E alla fine dei due giorni, che in realtà sono stati così intensi da sembrare molti di più, avevo sempre queste parole in testa: “Voglio cambiare, voglio affidarmi al Signore, voglio continuare questo mio percorso di pacificazione!”. Il lavoro è iniziato e so che sarà lungo. Ma ce la farò!Con questa esperienza ho provato molti sentimenti contrastanti, ma ho sentito crescere sempre di più nel mio cuore questo grido: “Gesù, dammi coraggio, perché voglio avere il coraggio di vivere nella vera pace!”. Grazie ai miei compagni di “pacificazione”, perché grazie a loro non mi sono sentita sola. Grazie a Via Pacis e ad Eliana per tutto questo. Grazie a Gesù, perché sono un suo prodigio!».

Il cora

ggio

di cam

biare

Ilaria M

arisa

non perdersi in sentieri sconosciuti o pericolosi: nelle escursioni un po’ impegnative c’è sempre bisogno di una guida. Come le vette alpine, così la ricerca di una maggior libertà è una lenta e ostinata conquista interiore, che richiede coraggio, distacchi e lacerazioni, purificazioni e cambiamento di gusti. Non ci si dovrà scoraggiare o perdere d’animo se si incontreranno – soprattutto all’inizio – spinte contrapposte coesistenti o se, nonostante la decisione sincera di proseguire, si scoprirà in sé il desiderio latente di tornare indietro e il rimpianto di quanto si è lasciato.L’obiettivo di un percorso di guarigione interiore è il disinquinamento della mente e del cuore attraverso la Parola di Gesù “…la verità vi farà liberi”. Il maggior "fan" dell’uomo in questo percorso interiore è Dio. È lui che gli si pone al fianco come un prode valoroso, bramando per la sua creatura una vita in cui possa realmente diventare ciò che è, il miglior se stesso possibile. Per chi ha scelto la spiritualità Via Pacis, possedere una maggior libertà è la condizione indispensabile per vivere con radicalità ed impegno sulla via della pace. In questa via nuova, il Signore chiama ad essere persone pacificate e portatrici di pace. È difficile, se non impossibile, dare quanto non si possiede. Quindi, per portare la pace è necessario averla. E la pace è anche il frutto della riconciliazione dentro e fuori di sé. Questo è il desiderio profondo dei membri Via Pacis: realizzare il sogno di Dio di essere nel mondo l’icona vivente del volto di riconciliazione di Gesù. È l’inizio della resurrezione”.

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A Manila, nel distretto Barangay Bahai Toro, uno dei più disagiati e difficili della megalopoli filippina, sono presenti ancora numerose sacche di povertà. Qui troviamo la più alta densità abitativa del mondo con 41.014 ab./km², superiore ad altre metropoli del mondo come Tokyo, Buenos Aires, Istanbul, ecc. Ogni giorno si aggiungono agli abitanti circa un milione di persone fra lavoratori e studenti della regione circostante.Manila, infatti, è parte di Metro Manila, un’enorme area urbana costituita da 17 città, in cui abitano circa 12 milioni di persone.La popolazione che vive nel distretto Bahai Toro è composta principalmente da famiglie dove i genitori sono disoccupati o lavorano solo saltuariamente. Per la maggior parte sono ex contadini delle isole che, in cerca di una vita migliore per la propria famiglia, vendono il poco

FILIPPINE

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che hanno al villaggio e partono per la capitale. Lì finiscono però solo ad ingrossare le fila dei bisognosi negli slum e si spostano continuamente da una zona all’altra inseguendo una qualsiasi illusione di lavoro.In questo contesto così problematico, le Suore Missionarie del SS. Sacramento hanno cr€eato delle strutture e delle attività per cercare di stabilizzare la popolazione, in modo tale che i bambini possano ricevere un’istruzione, i giovani una formazione, gli anziani un’adeguata assistenza.

di Marilena Brighenti

PICCOLEDONNECRESCONO

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Il Centro, iniziato alla fine di novembre 2014, sarà completato nel corso del 2016. Si tratta di un edificio di due piani ciascuno di circa 250 mq. Questo progetto consentirà una progressiva autonomia di reddito delle donne. Frequentando i corsi di formazione potranno imparare un mestiere ed avviare delle attività di micro-imprenditorialità, per le quali non sono necessari grandi spazi e che, come in molti paesi caldi, possono essere svolte anche sul marciapiede davanti a casa. Ogni donna che riuscirà ad affrancarsi dalla miseria grazie all’avvio di una piccola attività potrà contribuire al sostegno di altre donne nella loro formazione.

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Saranno, inoltre, attivati interventi di aiuto scolastico, doposcuola, iniziative ricreative estive, insieme a corsi di danza, musica e canto tradizionale. Ne potranno beneficiare circa 2.570 bambini all’anno.

Per aiutare le mamme di manilaCorso professionale

Un conoscente mi aveva parlato di Via Pacis e di ciò che lui faceva in giro per il mondo a favore dei più poveri in collaborazione con questa associazione. Mentre lo ascoltavo stupito e ammirato, mi ha chiesto a bruciapelo: "Vieni con me nel prossimo viaggio che farò quest’autunno nelle Filippine?". Ancora più stupito, mi sono trovato a rispondere: "Sì, vengo volentieri". Ero sorpreso della mia risposta, ma avevo sentito il mio cuore inondarsi di trepidazione e di entusiasmo. Non potrò mai dimenticare l’ospitalità di Suor Rosanna, la sua disponibilità, la sua forza, ma sopratutto il rispetto e la delicatezza con cui entrava in contatto con le persone. Affiancata dalle consorelle, instancabili lavoratrici, si è subito messa a nostra disposizione con semplicità, gioia, e condivisione. Anche nei villaggi, nonostante il nulla, l'accoglienza è stata calorosa e genuina, e sarà indimenticabile per me il sorriso sul volto di tutti quei bambini che mi ha trasmesso tanta serenità. Sono tornato a casa con la mente, gli occhi ed il cuore pieni di tutta la ricchezza di vita che quegli "ultimi" mi hanno donato. Dopo aver visto e toccato con mano questa realtà, con gioia propongo ad ogni persona che incontro l'adozione a distanza. Con soli € 26,00 al mese possiamo dare un'alternativa di riscatto al futuro di questi bambini, dando loro la possibilità di istruirsi e riacquistare dignità.

La ricchezzadei poveri

ManilaBarangay Bahai toroResponsabile: suor Rosanna Favero

Centroeducativo e di formazione

COSTO A PERSONAN. Partecipanti

Confezione di Candele profumate e decorate

Confezione di borse senza cuciture

Riflessologia e digitopressione

Preparazione dolci di riso

Confezione di borse cucite a macchina

Principi di compravendita per rivendita di riso

Taglio capelli per uomo e donna

Manicure e pedicure

Taglio e cucito

Franco Iemma

€ 105€ 85€ 75€ 95€ 95€ 95€ 95€ 75€ 56

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IL CORAGGIODIRICOMINCIARE

NEPAL

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Sono tornati ai primi di dicembre dopo un lungo viaggio in Oriente. Fabia Torbol e Luigi Zambotti, amici dell’Associazione Via Pacis, sono stati in Nepal – e non per la prima volta – dove conoscono numerose famiglie.Abbiamo posto loro alcune domande sia riguardo alla situazione del Paese dopo il tremendo terremoto del 25 aprile 2015 sia riguardo al progetto di aiuto sostenuto da Via Pacis.

Come avete trovato il paese?“Il Nepal sta fronteggiando dignitosamente la grave condizione del post terremoto. La ricostruzione è stata avviata, ma prosegue molto lentamente, e la maggior parte della gente vive tuttora in baracche e tende provviste da organizzazioni internazionali e dalla Cina. Nella capitale Katmandu vi sono stati gravi

danni, però sono soprattutto i piccoli villaggi nelle valli che hanno subìto la distruzione maggiore, anche se, dal punto di vista alimentare, stanno meglio che in città, perché, grazie al lavoro delle donne, si possono avere anche due raccolti l’anno: uno di riso e uno di mais. Ad ostacolare la ripresa della normalità c’è il grave embargo imposto dall’India. Da quando il Nepal, nel luglio di quest’anno, è riuscito finalmente a darsi una Costituzione dopo secoli di monarchia, il governo di New Dehli, che non approva alcuni articoli del documento, ha deciso il blocco dei rifornimenti. Così i combustibili arrivano saltuariamente, e questo causa notevoli problemi: gravi difficoltà nei trasporti, aumento dei prezzi fino a 5 volte, mancanza di gas, medicine, alimentari, benzina, ecc. Anche l’energia elettrica non viene erogata normalmente e questo causa numerosi black out”.

di Claudia Carloni

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come prosegue Il progetto a cui collabora Via Pacis? “La costruzione della casa-famiglia a Mulpani è pressoché completata, e dà rifugio e speranza a più di 20 bambini orfani che hanno un’età compresa tra 4 e 16 anni. L’edificio precedente, infatti, è stato gravemente danneggiato ed è inagibile. I bambini sono curati da una brava famiglia nepalese e sono spesso presenti alcuni volontari dell’Associazione Mandi Namastè. Dopo la scuola, sono seguiti da insegnanti ausiliari. Anche nostra figlia, che già negli anni scorsi ha trascorso alcuni mesi da volontaria con i ragazzi, non vede l’ora di ritornarci e lo farà nel 2016”.

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E la presenza di turisti legata al trekking ed alle spedizioni sulle vette più alte del pianeta?“Purtroppo questa fondamentale fonte di sussistenza per i nepalesi si è ridotta notevolmente. La mancanza di turisti per il trekking interrompe una catena di servizi: dalle guide agli sherpa, ai piccoli alberghi, ai negozi. In realtà, la ripresa delle escursioni è già possibile e, quindi, speriamo che gli amanti della montagna ritornino al più presto in Nepal, in modo da aiutare questo popolo speciale a ritornare alla quotidianità.

40€ 20€ 40€

CasafamigliamulpaniResponsabile: Massimo Rossetto

Ciboper un mesescuolaper un mesevestiarioper un anno

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VOLEREVOLARE

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We“Solo chi sogna impara a volare”. Una frase

che ho sentito tantissime volte, una frase che ci sprona a fare grandi sogni, a puntare in alto, a

cambiare il mondo. Grandi sogni… Ma io ne ho? Non so nemmeno

cosa farò domani, come posso avere grandi progetti per il futuro? Se scegliere l’indirizzo di

studi è stato un dramma, figuriamoci sognare in grande… Eppure quelle parole di Paolo Maino mi riempivano di speranza nuova, e non solo,

mi riempivano d’orgoglio. E più parlava, più mi rendevo conto che erano vive e vere. “Potete

cambiare il mondo”. Queste quattro parole sono state un fulmine a ciel sereno. Non era forse quello che anch’io avevo provato a spiegare

ai miei compagni di classe per tutto lo scorso anno? Non era forse quello che ripetevo a

chiunque mi preannunciasse il crollo totale della società? Non era forse quello che volevo fare io?

Sì, voglio cambiare il mondo. Ecco perché quelle parole mi riempivano di gioia. Perché tante, forse troppe volte, mi sono sentita dire che sono soltanto un’illusa, che il mondo va così, che non c’è futuro, che non c’è speranza.

Me lo hanno detto i miei compagni di classe con quegli sguardi feriti e rassegnati, con discorsi

indifferenti, come se la cosa non li riguardasse, lasciandomi l’amaro in bocca. E me lo hanno

detto gli adulti, preoccupati, dispiaciuti, e forse anche un po’arrabbiati.

Ma perché invece non mi incoraggiate?

“Non lasciate che nessuno vi porti via i vostri sogni”, ci ha raccomandato Paolo, ripagandomi di tutti gli scoraggiamenti ricevuti. Allora – mi sono detta – c’è ancora qualcuno che crede in noi ragazzi! C’è ancora qualcuno che ci insegna a credere nei sogni, a credere che il bene vince sempre. Sì, come nelle favole dei bambini. C’è ancora qualcuno che ci incita a rimanere uniti per guarire questo mondo malato, perché noi ragazzi possiamo veramente portare la pace. Noi ragazzi, insieme, possiamo veramente cambiare il mondo! Come? “Brillando della vostra luce”. Come si fa? La risposta a questa domanda mi è stata data il giorno dopo da Eliana: donandoci completamente, inseguendo i nostri sogni, con fatica, impegno e disciplina, senza spaventarci se verremo esiliati, se ci daranno contro, se ci diranno pazzi. Le grandi imprese costano fatica, ma noi siamo fatti per brillare. Brillare di quella luce che ci rende meravigliosi. Dentro di noi c’è una luce unica, nostra, una luce che nessuno potrà spegnere, se noi non lo permettiamo. Allora, Gesù, dammi il coraggio, la forza, dammi la pazienza. Rialzami quando cadrò, proteggi la mia luce ed aiutami a portare la speranza tra le mura della mia classe, della mia scuola, della mia Italia, del mio mondo. Aiutami ad infondere speranza a coloro che cercano di portare via il mio sogno. Signore, noi ragazzi abbiamo tanto bisogno di speranza, di essere incoraggiati a volare; abbiamo bisogno di qualcuno che ci insegni come si fa, che ci aiuti, anche se abbiamo le ali spezzate. A me lo hanno insegnato. E mi piacerebbe che tutti potessero impararlo! Tutti, perché solo insieme si cambia il mondo!

DAPHNE SQUARZONI

Gio

vani

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La domanda che sento più spesso, non solo dai giovani, ma anche dagli adulti è: “Qual è la cosa giusta?”.Io dico ai ragazzi: non affittate la ragione in cambio di sensazioni o di emozioni. Andate a fondo delle cose, non rimanete alla superficie. Leggete, approfondite, discutete, fate tavole rotonde, mettete in comune le idee, confrontatevi con la realtà delle cose e con persone sagge. La conoscenza e la chiarezza non si improvvisano, costano fatica.La vostra età è anche il tempo dei sogni. Voi sognate cose grandi. Continuate a sognare! Con coraggio, con passione. Sognate l’avventura, l’amore, la gioia, la giustizia; lasciate lievitare i vostri sogni, non lasciateveli portare via dal mondo, da certi professori, da certi vostri compagni. Non lasciateveli portare via!Valorizzate quello che avete nel cuore, non fatevelo portare via dalla stanchezza, dalla pigrizia, dalla tristezza, dalla superficialità. Non lasciatevi ingannare da chi vi dice che non c’è futuro, da chi vi dice che tanto il mondo va male. Non rinunciate, combattete! Se il mondo va male, dovete avere ancora più coraggio.Dovete essere innamorati della vita, scoprire il tesoro che c’è in voi, la bellezza che c’è in ciascuno di voi, e portarlo alla luce.Siamo in guerra e voi dovete combattere per il vero, il bello, il giusto, l’onestà, la vita. Se combatti per questo, anche tu diventerai luce. Se combatti le offese e le delusioni, magari attraverso il perdono, il cuore sarà più grande, la visione sulla vita e sul futuro più ampia.Viviamo in un clima dove forse manca l’onestà, un clima fondamentalmente egoista, che pensa al profitto, che pensa all’avere. E dimentichiamo il senso del donare, la solidarietà. Vorremmo essere generosi e altruisti, ma donare è difficile, perché vuol dire mettersi in gioco. “Donare che cosa?” – mi dite –, “noi giovani non abbiamo soldi”. Non è solo questo il donare. Dona il tuo tempo, nel volontariato (magari fai un po’ di mesi di volontariato in Africa). Dona ascolto, dona un sorriso, dona consolazione. Dà una mano a un amico, aiuta in casa. Dona speranza, comprensione. Allora la tua vita avrà un senso. Nel donare trovi il senso vero della vita. Altrimenti viviamo la legge del mercato: tutto quello che è profitto lo faccio, il resto lo emargino.Il donare fa diventare più belli dentro, più affascinanti. Il donare ti fa vedere un volto nuovo della vita e un volto

Questi giorni trascorsi insieme sono stati un'occasione preziosa per ricominciare. L'invito dei fondatori a puntare in alto, a non rinunciare ai grandi sogni e ai grandi valori, mi ha ricaricata di una nuova energia! Con Dio e con i fratelli possiamo arrivare più lontano di quel che pensiamo, abbattere barriere e creare ponti che ora possiamo solo immaginare! E allora... Avanti!

ANNAContinuate a sognare!

Mi è piaciuto molto pregare cantando e lodando il Signore, in un modo diverso, cui non ero abituata. Mi sono resa conto che in quei due giorni ero più felice e piena di gioia.

MARTA

Testimonianze

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nuovo dell’altro, della tua famiglia e perfino della scuola. Il donare è soprattutto ascolto, senza dover difendere nulla. La donazione è libertà interiore. Mi viene in mente: “Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio”. La purezza è strettamente legata a un cuore che sa donare. San Francesco d’Assisi dice che la sua conversione è iniziata quando si è messo a servire i lebbrosi e li ha visti con occhi nuovi: gli si è aperto un mondo completamente diverso, che gli ha fatto scoprire il tesoro che era dentro di lui. Cosa vede il puro di cuore? Vede, sente, respira l’infinito dentro di sé. Il puro di cuore vede l’irraggiungibile dentro di sé, negli altri, nel mondo, nell’arte, nella poesia, nella musica. Vede la bellezza del mondo. Vede l’altro non come nemico, ma come fratello, sorella, amico.La purezza di cuore ti dà la capacità di scegliere nella tua vita tra le cose che la abbruttiscono e le cose che rendono piene e serene le tue giornate. L’importante è spendersi senza tirarsi indietro. Ma spendersi dove? Anche nella squadra di calcio, nell’aula universitaria, nella tua scuola, in famiglia, con gli amici. Impara, studia, ma non perché ti dicano “bravo”, ma per diventare luminoso, affascinante, di una bellezza che va al di là dell’estetica, che è dentro il tuo cuore e dal tuo cuore traspare. È questa bellezza, questa luminosità, che colpisce, che fa innamorare. La luminosità interiore, che diventa luminosità esteriore, tocca il cuore al di là delle tue capacità.

“Allargate i vostri cuori”Questa frase ha accompagnato i nostri due giorni e ha suscitato in me sin da subito un grande interrogativo: cosa posso fare io per allargare il mio cuore? La prima cosa che mi è venuta da pensare è che un cuore, prima di potersi allargare, deve battere, deve vivere. Per questo ho avuto modo, anche grazie al prezioso intervento di Eliana, di pensare alla mia vita così com’è ed ho potuto riconoscere tanta ricchezza che questo cammino mi ha donato e mi sta donando tuttora. Vedendo i volti di molti ragazzi, mi è venuto naturale “pensarmi alla loro età”, ed ho nutrito sentimenti di affetto, tenerezza e stima per loro. Proprio qui, mi sono accorta di avere dentro una forte spinta verso l’altro, una spinta di particolare affetto, che può solamente venire da Dio: solo Lui, infatti, ci permette di vedere l’altro con i Suoi occhi, pieni di amore e compassione, privi di qualsiasi forma di giudizio. Ho capito che quell’interrogativo iniziale riuscirò a soddisfarlo solamente vivendo giorno per giorno nell’amore e coltivando quei semi di gioia e di pace che Dio mi ha messo nel cuore attraverso Via Pacis.Mi sono accorta della felicità che si è creata in me durante i canti; mi venivano i brividi per l'emozione, sentivo lo Spirito vicino, sentivo che qualcosa dentro di me cambiava mano a mano che il mio cuore si lasciava andare e si fidava di quell'energia trasportatrice. Ho avvertito la consapevolezza di non essere da sola: lassù qualcuno ci protegge e ci racchiude nel suo abbraccio paterno. Non è sempre facile credere a qualcosa di così profondo, ma le persone cercano la felicità, e io, quando cantavo, ero felice...

ARIANNA

Allargate i vostri

cuori

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Fai fruttificare il tesoro che c’è in te, lavora sull’amore, sulla passione, sulla generosità, su tutto quello che illumina la tua vita e quella degli altri. Questo tesoro che c’è in te deve uscire, deve esplodere, deve essere visto, portare frutto. Fra non molto tempo sarete gettati nella mischia del mondo, catapultati nel mondo professionale, ma ovunque sarete, fate tutto con passione, coraggio, onestà e competenza, in modo puro, luminoso, vero, sereno, libero e dignitoso. Sarete operai, elettricisti, insegnanti, impiegati. Forse sarete chiamati alla vita religiosa: non mettete subito da parte questa eventualità; se Dio vi chiama, cercate di capire. La gente ha bisogno di esperti di cuore, capaci di ascoltare, di consolare, di benedire, di guarire. La gente è infelice e inquieta; chi meglio di un sacerdote, di un consacrato, di una sorella o di un fratello che si dona a Dio, può fare questo? La gente ha bisogno di profeti di speranza, di profeti di giustizia, di profeti del

Cosa è stato per me il weekend in preparazione alla GMG?Oltre che un ritrovo tra ragazzi, giovani ed adulti, è stata una lezione. Ma non una di quelle scolastiche: una lezione di vita.Forse vi chiederete: "Di vita? Cosa avranno fatto mai?".Beh, la risposta è semplice: ascoltato. Non un ascoltare con le orecchie, ma con il cuore in mano proprio per far impregnare le parole, un po' come una spugna.Attraverso i nostri fondatori e le testimonianze di alcuni nostri fratelli abbiamo potuto renderci conto di quanto sia preziosa la vita, di quanto occorra spenderla al meglio, sognare cose grandi con coraggio e passione, di quanto sia importante imparare a perdonare, a spendersi per essere luce ai passi del prossimo, ad amare e a farsi amare.Come? Cominciando a scoprire la ricchezza che c'è nel nostro cuore: solo allora potremo fare della nostra vita un dono per il bene.Ma la vera domanda è: come fare a trovare la ricchezza che c’è in noi?Questo lo lascio scoprire a voi, ma sappiate che, pur essendo faticoso, l'importante è non arrendersi mai, ma andare avanti perché tutto è possibile con la volontà e con Dio.

PAOLA

Scoprirsi

ricchi

vangelo della pace.Scopri quella ricchezza, quel desiderio che c’è nel tuo cuore, e scegli quello che desideri. E di’: “Sì, Signore, voglio decidere, voglio scegliere e scommettere, ma con Te, perché so che, se scelgo con Te, la mia vita si dilaterà”.

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Vi è mai capitato di trovarvi a cavallo tra due mondi diversi e non sapere come conciliarli?

Avete mai sperimentato la fatica di percorrere una strada e sentire che non vi appartiene

pienamente?A noi sì!!! Ci siamo trovate di fronte a due realtà

all’apparenza differenti, e abbiamo fatto tanta fatica a scegliere... soprattutto perché tanti

erano gli interrogativi che ci ponevamo. È come se le nostre vite viaggiassero su due binari

distinti: essere cristiani o essere nel mondo. Come facciamo a scegliere? La scelta è davvero

necessaria? È possibile un compromesso?Via Pacis sprona i propri membri ad avere il

coraggio di scegliere, perché solo così si può diventare persone libere e porre le fondamenta

della propria vita. Ma, alle volte, fare delle scelte non vuol dire

pensare in bianco o nero, ma avere la capacità di vivere in un mondo con più colori.

Questa è una destrezza richiesta maggiormente ai giovani. Senza che noi lo vogliamo, respiriamo

la mentalità del mondo, un mondo che ti dice che l'importante è apparire, divertirsi, non

impegnarsi, un mondo "mordi e fuggi".I fondatori di Via Pacis spronano noi giovani a

non conformarci alla mentalità odierna e a non avere paura di essere diversi. Ma come si fa a stare tra i compagni di classe senza giudicarsi a vicenda? Come si fa ad uscire con i compagni di università senza lasciarsi semplicemente trascinare? Come riuscire ad essere "nel" mondo ma non "del" mondo?La nostra vita è nutrita di relazioni che non includono soltanto quelle comunitarie, ma anche quelle che trovo al lavoro, a scuola, all'università, persone che non sempre condividono il nostro stile di vita. Quest'estate siamo uscite molte volte con i nostri amici, per un aperitivo, per andare a ballare, e spesso anche divertendoci. Ma ogni volta che si tornava a casa, cominciavano ad affacciarsi alcuni dubbi: sto facendo la cosa giusta? sto portando Gesù nelle mie relazioni? o sto pensando solo a me stessa? D'altra parte, siamo consapevoli che essere Via Pacis vuol dire essere missionari; non possiamo portare Gesù, se non usciamo fuori dai confini della comunità. Ma come essere in armonia con questi due mondi? Sappiamo che non esistono risposte preconfezionate, e per fortuna! Abbiamo capito che essere cristiani è una sfida piena di bellezza: paradossalmente questa chiamata alla pace non ci lascerà mai in pace. Noi giovani Via Pacis vogliamo accogliere la sfida all’integrazione, alla creazione di ponti dentro e fuori di noi. Ma le domande non finiscono mai: se davvero vogliamo conciliare questi diversi stili di vita, quali sono le “modalità di questo viaggio”?

LAURA DALPRÀE

ANNA CAVEDON

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Tanti anni fa, anch’io mi ero adeguata al “così fan tutti”. Anch’io avevo vissuto le contraddizioni che sicuramente voi vivete: vedere le cose belle e non farle, essere combattuti tra pigrizia e volontà, incominciare tante cose e non finirle. La contraddizione di voler fare grandi cose e il restar comodi davanti alla TV. Però avvertivo dentro di me un’inquietudine, un desiderio di pienezza che non sapevo da dove mi venisse, una chiamata confusa che non sapevo bene a cosa.Le strade della vita mi hanno portato a seguire quel mio desiderio, quel sogno che era dentro di me. E quel sogno mi ha forgiata, fatta crescere e diventare la persona che sono oggi.Abbiate il coraggio di volare alto! Non lasciatevi buttare addosso il clima di qualunquismo che c’è oggi. Abbiate il coraggio di avere sogni grandi e di avere grandi ideali. Non abbiate paura di essere diversi dagli altri, di uscire dallo stormo. Non abbiate paura di scoprire le vostre attitudini, di turbare il quieto vivere, di lottare con tutte le vostre forze per distinguervi, per ottenere quello che desiderate, per riuscire a fare quello che il vostro cuore vi dice che è bene. Non abbiate paura di essere etichettati come strani, non abbiate paura di deludere.Dio oggi vi direbbe: “Non conformatevi alla mentalità

ELIANA ALOISI MAINOHo potuto ascoltare parole vere, che parlavano d’amore, di sogni, di fede, di luce, di coraggio. Parole testimoniate da ogni ragazzo presente, non soltanto a voce, ma anche dallo sguardo, dal sorriso, dal comportamento fraterno di ognuno.La sera dell’Adorazione Eucaristica, appena entrata in cappella, guardandomi attorno, incrociando tanti sguardi, ho capito di non essere “sola” tra tanti giovani indifferenti alla fede.Ho ringraziato il Signore nel mio cuore per avermi fatto capire che Cristo tra i giovani c’è ancora. Ho potuto incontrare persone che vivono la fede come la vivo io, che sono testimoni del Signore.Altra esperienza stupenda è stato il collegamento video con Colombia ed Ecuador: poter sentire anche la testimonianza di altri giovani Via Pacis, come queste persone dall’altra parte del mondo stiano cercando di guadagnarsi i soldi per poter partecipare alla GMG, mi ha aperto il cuore.

VERONICA

Un incrocio disguardiOsate volare alto!

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di questo secolo, di questa società. Non conformatevi, non prendete questa forma, questa mentalità corrente”. Abbiate il coraggio di scoprire chi veramente siete, di scoprire le vostre qualità, le vostre attitudini. Abbiate il coraggio di essere il “migliore te stesso possibile”, e non una copia di una persona che ammirate. In ognuno di voi c’è un potenziale tesoro ineguagliabile, che ha solo bisogno di essere portato alla luce. Se lo tenete coperto, siete simili ad un uomo che vive da barbone pur avendo sotto i piedi un giacimento di petrolio. Vi assicuro che in ciascuno di voi, come in ogni uomo, c’è un tesoro; anche in chi ha l’ala spezzata, o pensa di averla. Anche in lui – e forse di più in lui – c’è la possibilità di far emergere questo tesoro prezioso, che Dio stesso ha messo in ciascuno. Non accontentatevi di mangiare, di avere, di divertirvi. Se vi viene detto che la vostra sicurezza dipende da quante più cose avete, non credeteci. Noi non siamo nati solo per mangiare, per sentirci magari superiori possedendo queste cose. Se fosse vero, non si dovrebbe respirare questa insoddisfazione generale, questo aumento esponenziale di suicidi. C’è un malessere che spinge a togliersi la cosa più preziosa che abbiamo: la vita. Osate di volare alto!Fate della vostra vita un dono: per l'altro, per il vostro partner, o per la Chiesa, per Dio, per il mondo. Ma non da soli: cercate chi vi può aiutare, sostenere, indirizzare, istruire. Solo con un aiuto potete farcela; altrimenti sarete sopraffatti dalla forza contraria della società. Serve qualcosa che si fa fatica ad accogliere: metodo ed esercizio costante. Senza fatica, sforzo e disciplina non è

Quello che ho sentito da Paolo Maino e dalla testimonianza di Martina mi ha colpito molto e mi ha aperto gli occhi. È stato come se Dio attraverso le loro parole avesse risposto a tante mie domande e avesse voluto dirmi quali erano i veri valori della vita per cui vale la pena combatte e soffrire.Grazie ai canti e alle preghiere ho sentito che il Signore ha tranquillizzato il mio cuore, ha risposto alle mie preghiere e ha rimesso ordine e pace nella mia testa, facendomi capire che tante cose che prima ritenevo necessarie e giuste non lo erano. Ha fatto luce sul mio pensiero e mi ha detto di non temere perché Lui è con me.

BENIAMINO

“Allargate i vostri cuori”: questa frase ha accompagnato i nostri due giorni e ha suscitato in me sin da subito un grande interrogativo: cosa posso fare io per allargare il mio cuore? La prima cosa che mi è venuta da pensare è che un cuore, prima di potersi allargare, deve battere, deve vivere. Per questo ho avuto modo, anche grazie al prezioso intervento di Eliana, di pensare alla mia vita così com’è, ed ho potuto riconoscere tanta ricchezza che questo cammino mi ha donato e mi sta tutt’ora donando.Ho capito che quell’interrogativo iniziale riuscirò a soddisfarlo solamente vivendo giorno per giorno nell’amore, e coltivando quei semi di gioia e di pace che Dio mi ha messo nel cuore attraverso Via Pacis.

ELISA

Il fatto di essere in tanti giovani, tra i quali ce ne erano anche molti che non conoscevo, all'inizio mi aveva un po' spaventato. Ma già dopo pochi minuti ho avuto l'ennesima conferma del fatto che uno dei cardini portanti del carisma Via Pacis sia proprio l'accoglienza e la capacità di far sentire tutti quanti parte di una stessa grande famiglia che ha come papà il Signore.Un aspetto che ho portato via da questi due giorni è l'esortazione a puntare in alto, ad avere grandi ideali, a inseguirli con gioia, passione, coraggio e determinazione, a credere nella possibilità di raggiungerli e a sapersi spendere per gli altri nella propria vita, per scoprire e usare il grande tesoro che Dio ha dato ad ognuno di noi.

FEDERICO

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possibile raggiungere niente che valga dal punto di vista umano, spirituale o affettivo. Con la volontà si può tutto: si può correre anche se si è zoppi, si può volare anche con un’ala spezzata.Che cos’è la volontà? È una specie di muscolo: se non la tieni allenata, si atrofizza; se la tieni ben allenata, ti permette di fare quello che decidi. Come allenarsi? Andando in palestra: per chi studia, ad esempio, è la scuola. L’andazzo comune è cercare di fare meno fatica possibile, studiare per il voto e non per la vita. Lo studio è uno dei doni più grandi che ci viene dato: ci permette di aprire occhi, mente e cuore su nuovi orizzonti, anche se non tutto interessa e piace. È forse una delle palestre più efficaci: nella vita, infatti, non tutto quello che costa fatica porta gratificazione. La scuola è, invece, una palestra nella quale fatica e gratificazione sono conseguenti: se studiate, c’è quasi sempre un riscontro positivo, una gratificazione nel voto o nel complimento del professore o dei compagni. Imparate a studiare giorno per giorno, senza procrastinare e arrivare a fare delle studiate "megagalattiche" il giorno prima di una prova. La volontà si allena giorno per giorno.Se collaborate in casa, il clima familiare sarà migliore, e non riceverete più tante brontolate da mamma e papà. Se il clima è migliore, state meglio anche voi, oltre che gli altri. Ed è anche un allenamento per la vita, per essere coniugi migliori, genitori migliori. Naturalmente ci vogliono delle strategie. Strategia è decidere cosa voglio fare ogni giorno. Per esempio, non uscire di casa senza aver rifatto il letto o buttato le immondizie. Ma fare con regolarità, è

questo il segreto: la regolarità.Altra palestra di allenamento sono le relazioni: non pensate che relazioni siano il cliccare su facebook “mi piace” o cose simili; queste sono relazioni virtuali, non reali. Le relazioni reali sono quelle in cui ci si incontra e, spesso, anche ci si scontra. Sono le relazioni che ci fanno scoprire chi veramente siamo, che mi fanno da specchio. Se io fossi su un’isola deserta e avessi solo facebook, non potrei mai scoprire chi veramente sono, quali sono le mie attitudini, i miei difetti. È soltanto relazionandomi con gli altri che mi scopro. È nella relazione con gli altri che mi misuro. Qualche volta questo porta frustrazione, incomprensione, delusione. Più significative sono le relazioni e più spesso ciò avviene, ed è necessario che avvenga. Bisogna allora avere il coraggio di perdonare, prendersi 5-10 minuti per stare con Dio, per raccontargli cosa c’è nel nostro cuore: le nostre preoccupazioni, le nostre giornate...Avete solo questa vita da vivere; non avete una brutta copia da poter rifare, se vi riesce male. Siete negli anni più importanti della vostra vita. Siete negli anni in cui potete mettere le basi per diventare delle persone felici. Affidatevi a Dio. Dio esiste, non è un’invenzione degli uomini né della Chiesa! Dio c’è ed ha a cuore la vostra vita, desidera che sia piena, realizzata, felice. Perché Dio è padre e ogni genitore desidera questo per i propri figli. Vi dico anche che vuole incontrare personalmente ciascuno di voi. Lasciatevi incontrare da Dio! Vi auguro di riuscire a tirare fuori tutto il bene che c’è dentro di voi. Non tenetelo nascosto!Nella vita ci sono sofferenze, delusioni, malattie. Ma tutto questo può servire per una crescita maggiore, per una maturità maggiore, per essere con i piedi ben piantati per terra, persone coraggiose, persone vere, libere come Dio ci ha creato.

"Continua a sognare, ma con coraggio. Sogna l'amore, la pace e la libertà. Valorizza quello che hai nel cuore, non farti ingannare da chi ti dice che il mondo va male": questa frase di Paolo Maino mi ha fatto riflettere davvero tanto e ha illuminato una parte oscura della mia vita. Mi sono resa conto, per la prima volta, di quanto sia gioioso ed entusiasmante poter prendersi del tempo per poter sognare con coraggio e volare in alto.

ALESSIA

Paolo ed Eliana ci hanno parlato dell’impegno, della costanza, del fatto che bisogna mettercela tutta per fare qualsiasi cosa, anche in condizioni sfavorevoli, insieme all’amore di Dio.

ENRICO

Testimonianze

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Fin da piccola sono sempre stata una brava ragazza cristiana. Andavo a messa e a catechismo e mi sembrava normale andarci. Con l'avvicinarsi dell'adolescenza, ecco i primi dubbi e le mille domande sul mondo e sulla vita. L'anno scorso nella mia classe si è discusso molto sulla religione, e spesso ne sono usciti accesi dibattiti. Io sono una persona debole che si lascia condizionare facilmente: per questo i pareri e i giudizi della mia professoressa e dei miei coetanei mi avevano influenzato profondamente, facendo sì che molti punti di domanda sulla mia fede si insinuassero in me, e portandomi a mettere in dubbio ciò in cui credevo.Ho sempre creduto in Dio, ma non capivo perché, ad un certo momento della mia vita, mi fossero nati tanti dubbi che avevano messo in discussione qualcosa che avevo sempre ritenuto vero.Non sapevo più cosa fare: mi ero persa, avevo smarrito la strada principale. Così mi sono chiusa in me stessa con tutte le domande che mi frullavano nella testa e senza mai una risposta. Forse questa risposta c'era, ma non riuscivo a coglierla. Piangevo dalla disperazione, e mi ero messa in una posizione intermedia tra la fede in Cristo e l'indifferenza religiosa. Ho abbandonato la preghiera giornaliera, le lodi del mattino e le preghiere della sera, e spesso andavo a messa mal volentieri. Cosa mi era

successo?Col passare del tempo, chiusa in me stessa, ho provato a riflettere.La Chiesa è sempre stata qualcosa di troppo grande per me, e mi sono accorta che non davo molta importanza nell'andare a messa. Mi sentivo una piccola formica, smarrita, in un grande prato. A marzo ho deciso di partecipare ad un importante viaggio di Via Pacis a Roma: ho avuto così la possibilità di capire quanto sia bella la Chiesa, a volte giudicata per comportamenti inadeguati, ma capace di amare e dare attenzione ai propri figli, proteggendoli e aiutandoli.Durante le celebrazioni domenicali ascoltavo con distacco il Vangelo e l'omelia del sacerdote, e spesso pensavo a tutt'altre cose. Riflettendo ho poi capito che andare a messa non è solo adempiere ad un nostro preciso compito, non è solo ascoltare il prete e le letture, ma è il far parte di un qualcosa di molto più grande. Ho capito che in quella chiesa non ero sola, ma insieme a tanti altri fratelli, che dicevano grazie a Dio o che chiedevano il suo aiuto.Nonostante ciò, ogni tanto mi ritornava alla mente una domanda che mi assillava: "Ma Dio esiste davvero?".Oggi siamo abituati a ricercare spiegazioni e prove scientifiche per ogni cosa, vogliamo avere la dimostrazione, toccare con mano. Io stessa, come i miei compagni di classe, volevo fatti concreti che mi mostrassero l'esistenza di qualcuno lassù.Ho iniziato a pretendere che Dio esaudisse ogni mia richiesta subito. Se non mi rispondeva subito, per me era un motivo in più per smettere di credere in Lui. Come mi sbagliavo! Ora ho capito che il cercare affannosamente una prova dell'esistenza di Dio non serve a nulla e che non la troverò mai. Se smetto di credere in Dio solo perché non posso vederlo con i miei occhi, non dovrei nemmeno credere all'amore, all'esistenza di pensieri. Non tutto quello che non si vede non esiste. Dio esiste eccome! Lui si fa vivo tra noi, si manifesta in qualsiasi cosa piccola o grande che ci circonda ed è vivo nei volti di tutte le persone che vediamo ogni giorno, anche nel povero o nel barbone all'angolo della strada.Quando mi sono allontanata dalla fede, sentivo un vuoto, e spesso lo colmavo con l'affetto di amici, cibo e dipendenze varie. Mi sentivo persa fino ad arrivare a dubitare di me stessa e della mia esistenza. Se sono qui è per merito di Dio: Lui mi ha voluto e mi vuole un bene immenso ed io sono nata per rispondere a questo amore e portarlo agli altri.

Diodove sei?

ANGELICA CIECH

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Sono nata e cresciuta in Via Pacis, e per me questo ha significato crescere in un ambiente sano e con valori, in cui ho sempre respirato accoglienza, un clima sereno, diverso e gioioso, in cui sono sempre stata spronata, valorizzata, stimolata, sostenuta, e dove mi è sempre stata data fiducia. Via Pacis è stato ed è per me un supporto e una speranza.Il mio quotidiano è sempre stato Via Pacis. Le mie amicizie più strette son sempre state qui, i miei impegni e anche la maggior parte del mio tempo libero lo spendevo qui. Via Pacis è sempre stata presente in tutto ciò che ho vissuto, ha sempre accompagnato in qualche modo il mio cammino e guidato le mie scelte. Ma proprio perché c’è sempre stata, non mi sono mai resa conto di quanto fosse importante nella mia vita. Questo finché non ho iniziato l’università.L’essermi trasferita in una nuova città, mi ha dato

Sono stato accolto con gioia dai miei amici, ma anche da persone che non conoscevo. L'adorazione Eucaristica del sabato sera mi ha molto colpito, perché eravamo tutti insieme ad adorare il Signore. Questo weekend ha portato tanta felicità nel mio cuore e ha segnato l'inizio di un cambiamento profondo. Sono partito da casa mia con dubbi e perplessità, e sono tornato con gioia, pace e, quello che più conta, con Gesù nel cuore.

LORENZO

Durante l’adorazione il Signore ha voluto che gli affidassimo tutte le nostre preoccupazioni e paure; e, proprio mentre ero in ginocchio davanti a Lui, ho sentito forte la sua consolazione e la sua vicinanza. Tocca sempre i cuori sapere che il Signore si commuove di fronte alla nostra debolezza e non manca mai di donarci la sua guarigione.

Questi due giorni per me sono stati i più belli della mia vita, perché mi sono sentita finalmente al mio posto, insieme ai mie amici e a Gesù.Appena arrivata l'aria era già piena dell'allegria di Via Pacis, piena di sorrisi: anche se non si conoscevano alcune persone, non si esitava ad andare a salutarle e a fare la loro conoscenza. È stato bellissimo ballare tutti insieme, perché era come un messaggio per Dio: "Siamo i Tuoi figli, uniti nel Tuo nome; ci stringiamo le mani, cantiamo e balliamo per Te, per farti sorridere. Siamo uniti per ringraziarti di tutto quello che fai per noi".

ANGELICA

CAMILLA

Una risposta atantedomande

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A gambe

all'ariaMARTINA SARTORELLI

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l’occasione di conoscere un po’ di più quel mondo che guardavo da lontano con una visione un po’ negativa e che mi interrogava su cosa volessi e potessi trasmettere agli altri restando chiusa in camera.Nonostante l’idea negativa che avevo, mi sono lasciata attirare dal provare a vivere in quel mondo, per capire come e cosa vivevano i giovani come me, e per provare a essere testimone di ciò che avevo sperimentato nella mia vita.Ho iniziato così ad aprire un po’ di più quelle porte che tenevo chiuse e a lasciar entrare le persone, scoprendo sempre più che in quel mondo, anche se Dio non esisteva, le persone non erano poi tutte così male.Ho conosciuto moltissime persone da tutto il mondo, di idee e religioni diverse. Mi sono lasciata coinvolgere totalmente dall’entusiasmo e dalla bellezza di questo mondo. Ho instaurato delle relazioni molto belle con persone con le quali ci consideravamo una famiglia, trascorrevamo ogni momento insieme, eravamo sempre in compagnia, organizzavamo cene, uscite di gruppo, giochi, di tutto e di più. Iniziavano però anche le feste e le serate fino a tardi, lo studio iniziava a passare in secondo piano come anche i momenti di silenzio, di preghiera e di meditazione che ero solita prendermi. E anche le priorità iniziavano a mancare, lasciando posto al divertimento, alla stanchezza delle ore piccole, alla non voglia, al non andare a lezione, alle lamentele, alla poca riconoscenza… Tutto l’entusiasmo dell’inizio e il bello dello stare insieme iniziavano a svanire. Per qualsiasi cosa decidessimo di fare il tempo mi sembrava sempre sprecato. Iniziavo a essere insoddisfatta e abbastanza tesa e irrequieta. Nelle mie giornate non c’era più ordine, non c’erano più scelte, tutto era sottosopra. Nelle relazioni non c’era un vero dialogo e scambio personale. Nelle cose che si facevano non c’era vigore e passione, non c’era un guardare al futuro, ma solo il vivere alla giornata e, soprattutto, non c’era più Dio. Cercavo di tenere una certa relazione con Lui, ma in realtà non lo cercavo col cuore e non lo lasciavo entrare in maniera decisa nel mio quotidiano. Quando tornavo a casa, mi sentivo fuori luogo, come se venissi da un altro mondo. Quel mondo che avevo

sempre visto lontano, un po’ con sguardo critico e negativo, l’avevo fatto diventare mio.A questo punto mi sono fermata a riflettere, e mi sono trovata di fronte a due constatazioni: riconoscevo finalmente come una vera grazia l'essere nata in Via Pacis; e ancor più l’essere stata cresciuta e formata al suo interno. Mi sentivo fortunata, perché essere in Via Pacis voleva dire essere protetta dallo stile di vita superficiale del mondo, che mi aveva sbattuto a destra e a sinistra, distruggendo i miei schemi e scavalcando i miei ideali. Non mi era mai successo di trovarmi così a gambe all’aria, senza sapere dove aggrapparmi per rialzarmi e ricominciare a camminare.Dall’altra però, avevo sì sperimentato un mondo fatto di disordine e confusione, ma avevo anche sperimentato che non era solo “cattivo”, perché di belle persone ne avevo trovate tante. Quello che mancava era Dio.La soluzione non stava nel tornare a casa, nel tornare a barricarmi di nuovo dietro quelle porte che all’inizio avevo tenute ben chiuse. Stava nel decidere di non volermi far trascinare dal mondo, dal non volermi adattare al suo stile di vita, e nello scegliere con decisione ogni giorno, in ogni momento e situazione, di seguire il mio stile e le mie idee, tenendo soprattutto Dio come punto fisso, come fulcro delle mie giornate, tenendomi legata stretta alla mia casa madre, ovvero a Via Pacis e ai fratelli di Comunità per non camminare da sola.

Mi ha fatto bene ascoltare le parole di incoraggiamento di Paolo ed Eliana. E mi ha fatto bene pregare insieme e sapere che Gesù arriva a toccare i cuori di tutti noi.

All’inizio di quest’esperienza ero piuttosto scettica, e in genere sono molto lenta a socializzare. Ma questa volta sono riuscita ad aprirmi con molte persone, a fare conoscenze straordinarie e a sentirmi felice!!! È un momento particolare della mia vita, ma nel corso di questo meraviglioso weekend non ho pensato ad altro che alla grandezza e all’amore di Dio e delle persone che ho accanto, dimenticandomi delle mie sofferenze e sentendomi enormemente rinfrancata.

CHIARA

EMANUELE

Testimonianze

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costruzione centro

internazionale VIA PACIS

VIA PACIS

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Come aiutare:cassa rurale

alto gardaIBAN: IT 88 T080 1635 3200 0000 2305 273

Un centro di formazione alla pace, alla solidarietà, all'unità

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Nella Sala dei Mille del Palazzo dei Congressi di Riva del Garda (Tn), gremita a dismisura, sabato 14 novembre 2015 si è svolta la prima delle due serate sulla Divina Commedia organizzate dall’Associazione Via Pacis e tenute dal prof. Gregorio Vivaldelli, dal titolo: "Chi ama vola – Luci e volti nel Paradiso di Dante". Ancora una volta, moltissimi sono stati i giovani che hanno scelto di trascorrere un sabato sera “alternativo”,

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lasciandosi coinvolgere dalla bellezza della Divina Commedia trasmessa loro da Vivaldelli, che ha guidato il pubblico attraverso i nove cieli del Paradiso dantesco fino all'Empireo, dove si trova il mistero stesso della misericordia di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo. Dante educa a ripartire sempre nella vita, a far emergere le nostre fragilità, ad accoglierle e a trasformarle in un trampolino di lancio, perché proprio queste sono la via maestra per vivere in modo felice, per imparare a fare davvero delle scelte orientate al vero, al buono e al bello. Scelte non individualistiche, ma collettive, civili. Perché la vita è un combattimento di scelte per il bene comune. Vivaldelli ha mostrato come il Paradiso di Dante sia la cantica che favorisce la cultura del dialogo, la creazione di ponti, anche tra coloro che non concordano con le opinioni altrui; il suo (nostro) viaggio con Beatrice cerca di creare armonia tra gli opposti, per permettere così a ciascuno di cercare il bello e il buono in chi gli sta accanto. Dante parla al presente di tutti, in particolare dei giovani, e a ciascuno propone un modello alto di vita, di impegno e di bellezza; suggerisce di trovare delle guide affidabili per riuscire a camminare con coraggio sulla via della pace e della fratellanza. Durante la serata, Vivaldelli ha evidenziato come le terzine della Divina Commedia siano realmente infarcite di temi

di Paola De lazzari

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quali la libertà, la giustizia, l'umiltà e la speranza: valori in grado di rendere ogni momento della nostra vita un Paradiso per noi stessi e per gli altri. La proposta da parte di Via Pacis di serate come queste offre una preziosa occasione per accendere il desiderio di bellezza e felicità presente nel cuore dell'uomo, sempre in ricerca di senso, capace di scendere sotto la superficie dell'esistenza e così scoprirsi (o riscoprirsi) vivo e capace di... volare! Con questi incontri sulla Divina Commedia Via Pacis cerca di promuovere un pensiero di pace e di speranza: obiettivo delle serate non è, infatti, solo quello di riscoprire

quel patrimonio di umanità che è la Divina Commedia, per coglierne il fascino e l’attualità, ma anche di sensibilizzare giovani ed adulti alla solidarietà. Ecco perché chi ama vola veramente solo quando prova ad aiutare a far volare chi non è in grado di farlo da solo, chi non è ancora pronto per poterlo fare, chi non riesce a volare perché è nel dolore o nell’indigenza.

Foto di Jacopo Salvi Foto di Jacopo Salvi

Foto di Jacopo Salvi

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LA MUSICA È PARTE INTEGRANTE DELLA NOSTRA ESISTENZA, AGISCE SULLO STATO D’ANIMO IN MODO PIÙ VELOCE E PIÙ INTENSO DI QUALUNQUE ALTRA FORMA ARTISTICA, PERCHÉ L’EFFETTO DEI SUONI È PIÙ IMMEDIATO. LA SPIRITUALITÀ VIA PACIS USA DELLA MUSICA E DEL CANTO COME VEICOLO DELL’AMORE MISERICORDIOSO DI DIO E DI TUTTO CIÒ CHE LE PAROLE, DA SOLE, NON POSSONO ESPRIMERE.

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Al centro del percorso dell’Enciclica Laudato si’ troviamo questo interrogativo: “Che tipo di mondo desideriamo

trasmettere a coloro che verranno dopo di noi, ai bambini che ora stanno crescendo? … Questa domanda riguarda non solo l’ambiente in modo isolato, perché non si può porre la questione in maniera parziale. (…) Se questa domanda viene posta con coraggio, ci conduce inesorabilmente ad altri interrogativi molto diretti: A che scopo passiamo da questo mondo? Per quale fine siamo venuti in questa vita? Per che scopo lavoriamo e lottiamo? Perché questa terra ha bisogno di noi?”.Queste domande nascono da una

constatazione: oggi la terra, nostra sorella, “protesta per il male che le provochiamo, a causa dell’uso irresponsabile e dell’abuso dei beni che Dio ha posto in lei”, e i suoi gemiti si uniscono a quelli di tutti i poveri e di tutti gli abbandonati del mondo. Papa Francesco invita ad ascoltarli, sollecitando tutti e ciascuno – singoli, famiglie, collettività locali, nazioni e comunità internazionale – a una “conversione ecologica globale”, secondo l’espressione di san Giovanni Paolo II.Il termine “ecologia” indica lo studio dei rapporti fra gli esseri viventi e l’ambiente, ma è passato ad indicare, in senso più ampio, la sensibilità per i problemi dell’ambente e la difesa della natura. Purtroppo, talvolta questo termine etichetta una serie di atteggiamenti superficiali, qualche preoccupazione “verde”, che non intacca i nostri consolidati e irresponsabili stili di vita; oppure, all’opposto, indica una specie di “biocentrismo”, una divinizzazione della terra e delle altre specie: “È preoccupante il fatto che alcuni movimenti ecologisti difendano l’integrità dell’ambiente, e con ragione reclamino dei limiti alla ricerca scientifica, mentre a volte non applicano questi medesimi princìpi alla vita umana”.Il Papa affronta il tema dell’ecologia come ecologia integrale, partendo

dal principio di fondo che “tutto è connesso”: “Quando non si riconosce nella realtà stessa l’importanza di un povero, di un embrione umano, di una persona con disabilità – per fare solo alcuni esempi –, difficilmente si sapranno ascoltare le grida della natura stessa” . “È fondamentale cercare soluzioni integrali… Non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale. Le direttrici per la soluzione richiedono un approccio integrale per combattere la povertà, per restituire la dignità agli esclusi e nello stesso tempo per prendersi cura della natura”. E, citando Benedetto XVI: “Ogni lesione della solidarietà e dell’amicizia civica provoca danni ambientali” e, ancora, “il degrado ambientale e il degrado umano ed etico sono intimamente connessi”.La via per rispondere a queste sfide immani è una sola: “Non ci sarà una nuova relazione con la natura senza un essere umano nuovo. Non c’è ecologia senza un’adeguata antropologia”. Allora ciascuno di noi può farsi la domanda: cosa posso fare io? Il mio apporto non è irrilevante, se “l’ecologia integrale è fatta anche di semplici gesti quotidiani nei quali spezziamo la logica della violenza, dello sfruttamento, dell’egoismo”.

di Marialuisa Toller

SorellaTERRA?

L A U D A T O S I '

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C H E C K P O I N T

Se vogliamo costruire una casa, è bene preoccuparsi delle sue fondamenta, una base solida su cui poggiare tutta la costruzione.

Ma io stesso ho bisogno di qualcosa che mi dia stabilità. Senza un fondamento io non sono nulla, non esisto; il fondamento costituisce la mia identità originaria e personale, da cui dipende il mio equilibrio e il mio essere, e il mio ben-essere. Questo fondamento viene chiamato in causa quando qualcuno mi fa a bruciapelo una semplice domanda: “Chi sei?”.È una domanda semplice, da bambino; eppure, proprio per questo, ci mette in imbarazzo. E rispondiamo di solito? Sono l’idraulico, sono uno studente, sono la mamma o il papà di… Sono aspetti psicologici, sociali, professionali, sessuali, ma c’è in noi qualcosa di più profondo, che non appoggia su un’appartenenza, un’abilità, ma su un dono ricevuto.Per tutti gli esseri umani (credenti o no) il fondamento donato è la relazione filiale originaria, l'essere creature di Dio; per i cristiani, c'è un completamento: il battesimo, l’impronta personale di Gesù stesso.Questo tipo di fondamento non serve per vantarsi con gli altri, ma per costruirci sopra qualcosa. La vita è un cantiere edile.

Ma questo che ricadute pratiche ha? cosa dobbiamo fare? che stile dobbiamo avere?Avere un fondamento significa saper usare bene i ‘fondamentali’.Nel calcio, un giocatore è dotato di ottimi fondamentali quando ha un rapporto disinvolto con il pallone, quando lo sa addomesticare e smorzare a terra, quando sa colpirlo di destro e di sinistro, d’interno e di esterno, di piatto e di punta, di collo e di tacco, di ginocchio e di testa. È il vangelo il nostro pallone. Dobbiamo conoscerlo, portarlo con

Coi PIEDI per terra

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noi, usarlo, 'giocarlo' con generosità e creatività. È uno stile di misericordia che portiamo impresso dentro di noi, come fratelli e sorelle che si accolgono. Noi abbiamo una via (pacis) aperta al mondo, a servizio del mondo, che 'gioca' la partita della vita con stile “di cristiani con le braccia alzate verso Dio, mossi dalla consapevolezza che l'amore pieno di verità – caritas in veritate – non è da noi prodotto, ma ci viene donato” (Benedetto XVI, Caritas in Veritate).

di Tiziano Civettini

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All’inizio di questo nuovo anno, vogliamo lasciarci coinvolgere da un paio di “suggerimenti di vita felice” presenti nel libro

di Tobia, per camminare con slancio rinnovato sulla via della pace.Il primo “suggerimento di vita felice” riguarda la gratitudine nei confronti di Dio.

«Non esitate a ringraziarlo». Il libro di Tobia presenta spesso la preghiera come un invito a lodare e ringraziare Dio per i suoi benefici; anzi: «è motivo di onore manifestare e lodare le opere di Dio». La gratitudine che si esprime attraverso la preghiera, oltre ad evidenziare la consapevolezza di non essere autosufficienti, permette anche di scoprire la gioia di aver incrociato il vero volto di Dio: un volto buono e misericordioso. Con la preghiera di ringraziamento possiamo imparare che tutto ciò che abbiamo ricevuto è dono gratuito della misericordia di Dio. In questo senso, la preghiera di ringraziamento ci riconcilia con i doni di Dio: la vita, il coniuge, i figli, gli amici, i compagni di scuola, gli insegnanti, il lavoro, la casa, il servizio nella comunità... San Paolo non si stanca di gridarlo: «E rendente grazie!» (Col 3,15).Senza un cuore riconoscente, la nostra vita si apre alla noia e alla tristezza dell’abitudine. La gratitudine, invece, permette lo stupore per la bellezza dei piccoli gesti quotidiani, la riscoperta delle piccole cose che si usano ogni giorno e, soprattutto, fa guardare in modo nuovo il volto di chi ci sta accanto.Da questo punto di vista, la preghiera di ringraziamento favorisce il nostro desiderio comunitario di essere ambasciatori di pace e di riconciliazione. Saper dire grazie richiede infatti umiltà e consapevolezza di aver bisogno dell’aiuto degli altri, uscendo così dalle paludi del nostro orgoglio e delle nostre pretese di autosufficienza.Per la Bibbia il peccato fondamentale è il percepirsi autonomi da Dio, vivere come se Lui non ci fosse o, peggio, come se non potesse fare nulla per noi. Accogliere l’invito del libro di Tobia a “non esitare a ringraziare

Dio” diventa, dunque, un potente antidoto contro ogni pensiero di sentirsi debitori solo dei propri sforzi e delle proprie capacità personali, economiche e caratteriali. Ringraziare Dio è l’antipeccato per eccellenza!È una proposta di vita molto concreta quella che emerge dal libro di Tobia: saper ringraziare Dio aiuta ad uscire da se stessi, dai propri egoismi e dal vedere gli altri unicamente come funzionali al proprio benessere e, per questo, considerarli al nostro servizio. Lasciarsi coinvolgere dalla preghiera di ringraziamento e di lode a Dio apre allo stupore, alla meraviglia di fronte a tante cose belle che abitano la nostra vita. In particolar modo, saper ringraziare Dio aiuta a vedere quanto bene riceviamo dalle persone che ci vivono accanto; permette di non considerare nulla scontato o dovuto; aiuta a vedere e scoprire il lavoro degli altri e a valorizzarlo.«Non distogliere lo sguardo da ogni

Q U A N T O A M O L A T U A P A R O L A

Dalla partedei più DEBOLI

«Benedite Dio e proclamate davanti a tutti i viventi il bene che vi ha fatto, perché sia benedetto e celebrato il suo nome. Fate conoscere a tutti gli uomini le opere di Dio, come è giusto, e non esitate a ringraziarlo. (…) …è motivo di onore manifestare e lodare le opere di Dio» (Tb 12,6-7).«Non distogliere lo sguardo da ogni povero e Dio non distoglierà da te il suo. (…) In ogni circostanza benedici il Signore Dio e domanda che ti sia guida nelle tue vie e che i tuoi sentieri e i tuoi desideri giungano a buon fine (…). E ora, figlio, ricòrdati di questi comandamenti, non lasciare che si cancellino dal tuo cuore » (Tb 4,7.19).

di Gregorio Vivaldelli

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«Dio,in Gesù Bambino,

è venutoprima di tutto

per coloroche sono

o che si sentonolontani da Lui»

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DALLA PARTE DEI PIÙ DEBOLI

povero». Il secondo “suggerimento di vita felice” riguarda la solidarietà, vale a dire quella passione per la vita e il destino degli altri, a partire da chi ci vive accanto. Per il libro di Tobia, insieme all’importanza di ricordarsi di Dio e delle sue opere, è fondamentale trasmettere il valore della giustizia e della solidarietà: «Anche ai vostri figli insegnate a fare la giustizia e l’elemosina, a ricordarsi di Dio, a benedire il suo nome in ogni tempo, nella verità e con tutte le forze» (Tb 14,8). Si tratta non tanto di interessarsi della povertà in generale, quanto piuttosto incrociare un volto. Lo stile solidale delineato nel libro di Tobia obbliga a vedere nell’altro che vive in miseria non un fenomeno sociale, ma un fratello, una persona concreta che fa parte della nostra stessa famiglia: quella umana. In questo senso, la solidarietà è un vero e proprio centro di resistenza all’egoismo e a ogni forma di

ingiustizia.Se ci si lascia provocare da questo “suggerimento di vita felice” del libro di Tobia, emerge con ancora più vigore il motivo per cui la spiritualità Via Pacis spinga a dare concretezza alla parola “solidarietà”. La solidarietà, infatti, smaschera la grande illusione che sta narcotizzando la coscienza degli uomini che abitano la parte benestante del nostro pianeta: far credere che la legge del profitto ad ogni costo valga più della vita e della dignità di una singola persona.«Non distogliere lo sguardo da ogni povero» significa essere nella Chiesa e nel mondo strumenti di perdono e riconciliazione che cercano di vivere nella propria quotidianità gesti improntati all’attenzione verso i più deboli, i più poveri e bisognosi. La solidarietà permette di fare memoria della Parola di Dio («ricòrdati di questi comandamenti») ed evita che

le preoccupazioni di ogni giorno impediscano di metterla in pratica (dimenticando, in tal modo, i poveri stessi): «non lasciare che si cancellino dal tuo cuore». Vivere la solidarietà può voler dire scontrarsi con l’ingiustizia. La solidarietà non sopporta l’ingiustizia, ogni ingiustizia, ovunque essa si trovi; un cuore solidale si schiera sempre dalla parte dei più deboli, come facevano gli antichi profeti della Bibbia.«Non distogliere lo sguardo da ogni povero»: questo “suggerimento di vita felice” trasforma il nostro modo di pensare, modella il nostro stile di vita personale e comunitario per non lasciarsi plasmare dalla mentalità del mondo: «Non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto» (Rm 12,2).

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Foto di Paolo Maino

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Tempo fa, quando vedevo mia mamma digiunare, pensavo che lo facesse perché non aveva fame o semplicemente perché nella Bibbia c’era scritto che di venerdì non bisognava mangiare.Un giovedì, a prove di corale, Sonia ha parlato del digiuno con parole molto semplici. Lì per lì non ero molto convinta di voler offrire il mio digiuno per la grave malattia di una sorella, anche perché non la conoscevo. C’è stato poi un momento di preghiera spontanea, dove si affidavano tutte le cure al Signore, e in quel momento mi sono sentita parte di quelle preghiere e ho avuto la sensazione di essere in una grandissima famiglia, dove grandi e piccoli problemi vengono affrontati aiutandosi a vicenda e facendosi coraggio.Tornata a casa, con tutte queste emozioni che circolavano in ogni parte del corpo, ho preso la decisione di rinunciare a qualcosa. Volevo mettermi alla prova. So che non sarei stata sola, così mi sono buttata! All'inizio la fame si faceva sentire eccome: alla ricreazione scolastica venivo continuamente tentata dalle merendine che giravano in corridoio, ma non ho

AL TUOFIANCO

ceduto; avevo il pensiero fisso che dovevo aiutare questa mia sorella, e che Gesù non avrebbe fatto l'indifferente. Lo stesso a casa, sia a pranzo che a cena.Martedì mattina una mia amica mi annuncia la bella notizia che la chemioterapia era terminata senza alcun problema e che questa sorella aveva le forze necessarie per affrontare questo momento di grande difficoltà, sempre con Gesù al suo fianco.Questa esperienza mi ha aperto un mondo: quante volte ci capita di chiederci dove si trova Gesù quando ci serve una mano e perché non si fa mai sentire? Noi gli chiediamo continuamente aiuto, lo invochiamo, preghiamo insieme, andiamo a messa tutte le domeniche... ma Lui sembra passarci sopra.Gesù c'è e ci sarà sempre! A volte forse sembra che non senta, ma ascolta eccome! Ti sembrerà che lui non ci sia, che il dolore continui senza lasciarti tregua, ma in quei momenti il Signore manifesta il suo amore attraverso le piccole cose: un sorriso, un abbraccio o un bacio... e come un padre non lascia soli i suoi figli.

A L E S S I A

T E S T I M O N I A N Z A

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C A R I S S I M O

Carissimo,ne ero quasi certa. Quella frase nella mia ultima lettera non l’hai digerita: “L’amore non è proprio

tutto spontaneismo”. E pensa che mi ero trattenuta dall’aggiungere: “L’egoismo lo è”. E ti chiedi e mi chiedi: “Ma l’amore non è fare quello che si sente? Andare dove porta il cuore? Lasciarsi guidare dalle emozioni? Se sento d’amare, amo e, quando non sento più, vuol dire che l’amore è finito? E non c’è qualcuno che ha detto “Ama e fa ciò che vuoi”?”.Capisco. È bello, tenero ed eccitante il tempo in cui l’amore corrisponde alle “farfalle nella pancia” (ma non è l’unico modo di innamorarsi). È il

tempo in cui ciascuno si propone all’altro con la parte migliore di sé e le cose vanno a gonfie vele: non ci sono tensioni e ci si capisce quasi senza parlare. Dopo un po’, inevitabilmente e per fortuna, emerge con prepotenza il nostro carattere, emergono i nostri difetti, il nostro normale modo di comportarci. E qui le cose cominciano ad andare un po’ meno bene: iniziano i primi litigi, i “musi”, le incomprensioni. Ci si accorge, spesso con sgomento, di fare quello che non si vorrebbe, di ripetere atteggiamenti scostanti e puntigliosi. Gli stessi che si usano con i propri fratelli o genitori? Hai presente quando viene lanciata una navetta nello spazio? Sono i razzi propulsori che la spingono fuori dalla gravità della terra. Dopo un po’ i razzi si spengono e la navicella deve rimanere in orbita con altri mezzi. Così è con l’amore. La parte emotiva – le “farfalle nella pancia” – sono i razzi che ci fanno uscire dalla nostra orbita, che gravita attorno a noi stessi, e ci spingono verso un altro mondo, verso un pianeta che è l’altra persona. Ma quando i razzi si spengono? Qui interviene l’amore, anzi l’Amore.E l’amore è una cosa molto concreta. Richiede di avere un po’ chiara la propria identità per poter appartenere ad un altro. E se un po’ ti possiedi, se un po’ sai chi sei, allora puoi permetterti di

pensare all’altro, di pensare al suo bene, di fare il primo passo, di non intestardirti sulle tue posizioni, di cercare quello che unisce, di non lasciarti schiacciare dai momenti di incomprensione, di pensare che vale la pena lottare. L’amore, oltre che nelle parole, si vede nelle azioni. E le azioni sono mosse dalla volontà, illuminata del desiderio del bene… che non corrisponde sempre alla “voglia”. Perché l’amore non è solo sentimento, è volontà. Volontà: termine quasi sconosciuto oggi, che stride con la mentalità corrente del “tutto, subito e senza fatica” e con l’idea diffusa che “la fatica non serve, serve la fortuna”. Ma senza fatica, sforzo e disciplina non si raggiunge nessuna mèta, non si compie nessuna impresa. La volontà è un muscolo e va addestrato. Pena l’atrofia. Tanto più nell’amore, arte delle arti, che “non si addice ai pigri”.Puoi allenarti già da subito nella palestra della tua famiglia, nella relazione coi i tuoi fratelli, con i tuoi genitori, con i parenti e gli amici. Da solo è tanto difficile perseverare. Quindi “usami”. Sono al tuo fianco: ci sono e ci sarò ogni volta che sarai tentato di mollare, che sarai scoraggiato e deluso davanti ai tuoi sforzi che sembreranno inutili.

Sempre e ancora di più tua. Eliana

di Eliana Aloisi Maino

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USCIRE dalla propria orbita

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Termineiscrizioni

31maggio2016

da mercoledì20LUGLIOore 15

.0020

16

ore 14.00

aLUGLIOsabato23

meeting internazionale 2016

Casa di spiritualità antoniana CAMPOSAMPIERO (Padova)

Cos’è il MeetingVia Pacis?PORTE APERTE- alla misericordia- alle sfide del mondo contemporaneo- all’accoglienza dell’altro- nonostante la paura

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INFO: WWW.VIAPACIS.COM