N.15 Sulla via della pace 2009

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Trimestrale di in-formazione dell’Associazione Comunità Shalom di Riva del Garda - TN - Italy 2009 n. 15 Anno IV n. 3 - Luglio-Settembre 2009 - Trimestrale - Contiene I.R. Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - DL 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2 - DCB Trento - Taxe Percue In caso di mancato recapito inviare al C.P.O. di Trento per la restituzione al mittente previo pagamento resi VIA VIA Sulla della PACE PACE Editoriale: Nella Chiesa a servizio del Vangelo della Pace Inserto: Interventi di S.Em. Card. Stanislaw Rylko Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici 30° Anniversario di Fondazione

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rivista di in-formazione dell'Associazione Via Pacis

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Trimestrale di in-formazione dell’Associazione Comunità Shalom di Riva del Garda - TN - Italy

2009n. 15Anno IV n. 3 - Luglio-Settembre 2009 - Trimestrale - Contiene I.R.

Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - DL 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2 - DCB Trento - Taxe PercueIn caso di mancato recapito inviare al C.P.O. di Trento per la restituzione al mittente previo pagamento resi

VIAVIASulla dellaPACEPACEEditoriale:Nella Chiesa a servizio del Vangelo della Pace

Inserto: Interventi di S.Em. Card. Stanislaw RylkoPresidente del Pontifi cio Consiglio per i Laici

30° Anniversario di Fondazione

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Nei giorni 19, 20 e 21 giugno scorsi abbiamo celebrato il 30° di Fon-dazione della Comunità Shalom. Non è un tra-

guardo, ma una tappa dalla quale ripartire con rinnovato entusiasmo e responsabilità. Dopo trent’anni di cammino, fatto di gioie e dolori, successi ed errori, sentiamo ancora con più forza la chiamata di Dio e l’urgenza di vivere e diff ondere il nostro cari-sma fondante, cioè il Vangelo della riconciliazione. Questo dice il no-stro statuto, questo è il nostro stile di vita, questa è la nostra carta d’identità.Il Vangelo della riconciliazione, la pace-Shalom che dà il nome alla nostra Comunità, è ciò che ci spinge ad essere nuove creature, uomini e donne rinnovate perché riconciliate. Non è una chiamata alla tranquillità, perché la vocazio-ne alla pace/riconciliazione non ci lascerà mai in pace.Come Comunità Shalom, siamo a servizio della riconciliazione, perché Cristo ci ha riconciliati. Vogliamo essere portatori di pace, perché la Parola che Cristo ha pro-nunciato sulla croce «Padre, per-dona loro, perché non sanno quello

che fanno» ci possiede. Questa parola ha toccato il nostro cuore, ha sconvolto la nostra vita, ha rivoluzionato il nostro pensiero, ha messo a soqquadro i nostri schemi mentali e religiosi, ha aperto oriz-zonti impensabili. È la croce di Cristo la solenne ri-conciliazione che il Padre ha ope-rato nel mondo. Qui ogni riconci-liazione ha la propria sorgente, il proprio punto di partenza, l’unica speranza di essere attuata. La cro-ce di Cristo è la possibilità che il Padre ci ha dato di superare la no-stra radicale e costitutiva mancan-za di riconciliazione. Ed è il Gesù perdonante l’icona e il modello della nostra vita: un Gesù che non solo perdona, ma anche scusa. La riconciliazione con noi stessi, con gli altri, con il creato, con Dio, provoca e produce la gioia. La gioia diventa allora il nostro modo di vivere il quotidiano, un quoti-diano non esente da diffi coltà e contrasti, ma pieno della presenza e della cura di Dio.La gioia poi è diff usiva di sé e si esprime necessariamente in atti concreti di amore, in attività carita-tive che hanno lo scopo di rendere visibile e tangibile il Dio Vivente, co-niugando fede e opere: come dice il Papa Benedetto XVI, “combattere la povertà è costruire la pace”.In questi trent’anni, in cui abbiamo operato solidarietà in tante parti del mondo, abbiamo capito che se non diamo speranza, se non

diamo Dio, nulla può veramente cambiare; perché, se non cambia il cuore dell’uomo, anche l’aiuto più grande, anziché portare speranza e pace, porterà violenza.La condivisione con i poveri ci ha insegnato la preghiera incarnata, la sobrietà, il discernimento ec-clesiale, la fraternità, l’amore per la Chiesa e per l’uomo. Ci ha inse-gnato ad accogliere ed amare ogni forma di povertà, a partire dalla nostra povertà personale. Attrezzati da questo unico e tri-plice carisma - pace, gioia, carità - vogliamo aff rontare le sfi de che il mondo ci pone. Il Magistero della Chiesa ci indica che l’evangelizzazione, la forma-zione e l’educazione delle nuove generazioni sono una priorità. Vogliamo collaborare e metter-ci a servizio della Chiesa per far fronte a questa sfi da educativa tanto urgente quanto impegnati-va, creando, per i giovani, spazi di corresponsabilità e impegno. Chie-diamo a Dio la forza e il coraggio di investire tempo ed energie nel testimoniare e comunicare l’amore del Signore, rispondendo così alla loro sete di verità e di senso di vita. In occasione del trentesimo di fondazione rimettiamo, quindi, nelle mani della Chiesa la nostra volontà e il nostro desiderio di essere a servizio del Vangelo della pace, con tutta la nostra vita, la nostra intelligenza, il nostro lavoro, i nostri servizi, i nostri doni

Nella Chiesaa servizio del Vangelo della Pace

Editoriale

di Paolo Maino

Editoriale

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Carissimo, è impegnativa quest’ul-tima domanda che mi hai posto: che cosa han-no signifi cato per me

questi trent’anni di comunità?Provo a risponderti e come prima cosa ti dico che mai avrei pensa-to uno svolgersi così originale, intenso e fecondo della mia vita. Quando mi sono sposata, trentasei anni fa, i miei progetti erano mol-to normali: farmi una famiglia ed avere dei fi gli. Ma le cose non sono andate secondo i miei programmi e, dopo varie traversie, ho dovuto accettare la realtà: non avrei mai potuto avere dei fi gli. La soff eren-za è stata grande. In quel buio una debole fi ammella. Una frase signi-fi cativa e oscura di un’amica: “Dio non toglie mai una gioia ai suoi fi gli se non per prepararne una più grande”. Né lei né io avremmo potuto pensare quanto profetica si sarebbe dimostrata questa frase. Poco tempo dopo, mio marito Paolo ed io facemmo una sconvol-gente esperienza di Dio che rove-sciò decisamente le nostre vite. Ma l’azione di Dio non era fi nita. Poco dopo incontrammo un sacerdo-te. Ne nacque immediatamente una relazione profonda fatta di simpatia, comunione di cuori e condivisione dello stesso ideale: la passione per Gesù. Avvertimmo la chiamata a vivere assieme e a met-tere in comune le nostre vite e tut-to quanto possedevamo. Ciascuno di noi percepiva con chiarezza che questo era quanto Dio voleva da noi e per noi, e questa era l’unica certezza. Non sapevamo quale tipo di casa sarebbe stata costruita su quelle fondamenta iniziali. Ti

meravigli? Forse pensi che quando Dio fa sorgere una nuova realtà fornisca un progetto particola-reggiato da eseguire in modo pedissequo e automatico. In realtà il progetto si “srotola” e si com-prende passo dopo passo, giorno dopo giorno, sì dopo sì. Non senza errori di percorso, sbandamenti, momenti di buio e di luce, scorag-giamenti e gioie, delusioni ed esul-tanza. Attraverso tutto questo una comunità viene costruita con la collaborazione delle persone che via via vi si aggiungono. Rivisitando questi trent’anni sono tanti i ricordi che mi “gorgoglia-no” dal cuore: tanti fatti, tanti volti, tante emozioni, tante azioni straordinarie di Dio e tanta vita ordinaria. Ma vorrei confi darti qual è l’aspetto che più suscita la mia meraviglia e il mio stupore: il con-statare come la comunità, il viver-ne lo specifi co carisma, abbia la capacità di plasmare le persone, di cambiarne la vita, di modifi carne il carattere, di generarle alla vera vita e alla libertà.Mi sembra di vedere un punto di domanda nei tuoi occhi e quindi mi spiego.Ci sono tante realtà nella Chiesa, tanti ordini religiosi, tanti movi-menti e comunità. Non si entra a caso in uno o nell’altro. Ci si ferma,

ci si sente “a casa”, dove lo stile di vita - il carisma appunto - corri-sponde al proprio io profondo. Il più delle volte questo io profondo è sconosciuto, ma avviene un’at-trazione di cuore e di mente, un avvertire che lì si sta bene, che si è a proprio agio. Un po’ come quan-do ci si innamora: non si capisce razionalmente il perché; si avverte solo a livello emotivo che con quella persona si sta bene. Se mi guardo indietro, mi accorgo di essere molto cambiata in questi trent’anni. È stato il carisma della Comunità Shalom a modellare il mio carattere e a rendere la mia personalità più autentica e libera. Mi accorgo che non sono io a pos-sederlo, ma è lui che mi possiede, è lui la mia identità profonda, è lui ciò che sono chiamata ad essere, è lui il mio nome nuovo, è lui la mia realizzazione. Così come vedo quali e quanti cambiamenti ha prodotto nelle persone della mia comunità. Che belle persone ha cesellato! Ha operato quanto dice il salmista: “ha mutato il mio lamento in dan-za, la mia veste di sacco in abito di gioia!”.Ti abbraccio con particolare aff et-to. Shalom! Sempre tua Eliana

di ElianaAloisi Maino

Generàti alla vera vita

Carissimo...

Carissimo...

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Trent’anni sulla via della pace

Storia della Comunità Shalom

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PresentazioneLa Comunità Shalom è un’associazione privata di fedeli della Chiesa Cat-tolica, con personalità giuridica a norma dei cann. 113 § 2, 215, 298-311 e 321-329, 116 § 2 del C.J.C.È membro della Fraternità Cattolica delle Associazioni e Comunità Cari-smatiche di Alleanza, associazione privata di fedeli di diritto pontifi cio.

“Il Carisma della Comunità Shalom è la pace, vissuta come impegno e gioia nella solidarietà con i poveri del mondo e nella ricerca di rapporti riconciliati nella propria quotidianità, stato di vita e pro-fessionalità” (art. 1 dello Statuto)

Attorno al primo nucleo cominciano a riunirsi alcune persone per pre-gare la Parola di Dio e condividere le proprie

esperienze di vita. Questo stare insieme si concretizza sulle basi della Tradizione cattolica: la pre-ghiera personale, la Parola di Dio, i Sacramenti dell’Eucaristia e della Riconciliazione, la guida spirituale/accompagnamento personale e si scopre sempre di più la centralità dell’adorazione Eucaristica. In que-sta prima fase del cammino comu-nitario si comprendono l’effi cacia del digiuno e la forza trasformante della “decima” a favore dei poveri.Dalle condivisioni di vita emerge ben presto come un cuore ferito, appesantito e spesso lacerato, possa rivelarsi un ostacolo insor-montabile per una vita vissuta in pienezza, se Gesù non la gua-

risce. È il percorso di guarigione interiore che si rivelerà il carisma fondamentale della Comunità. Appare sempre più chiaro che non è possibile essere “uomini e donne di Shalom” senza un cuore pacifi -cato: è la scoperta della potenza del perdono inteso come “super dono”, dono ricevuto e dono dato.Si intuisce che il perdono deve

divenire uno stile di vita: “perdono permanente”, vissuto in ogni di-mensione del proprio quotidiano. Tutto ciò sprona ciascuno a vivere e testimoniare quello che sembra essere il carisma comunitario: esse-re persone pacifi cate e portatrici di pace in un mondo lacerato, diviso, contrapposto, aggressivo e pole-mico.

Storia della Comunità Shalom

Nella Solennità di Penteco-ste del 1979 si incrociano provvidenzialmente le vie di una coppia di sposi, Paolo ed Eliana Maino e di un sacerdote della Diocesi di Trento, don Domenico Pincelli. È l’inizio del cammino della Comunità Shalom.Nel novembre successivo don Domenico, Paolo ed Eliana decidono di vivere nella stessa casa, mettendo in comune i loro beni materiali e spirituali, e di consacrare totalmente le loro vite a Dio nella Chiesa. Avvertono la chiamata ad iniziare un cammino comunitario, con l’obiettivo di realizzare legami di fraternità crisitiani e dura-turi. È il primo nucleo stabile della Comunità che si confi gura in modo inedito come unione di due sacramenti: quello dell’Ordine sacro e del Matrimonio.

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Vanno evidenziandosi quelli che sono i Pilastri su cui tuttora poggia la fedeltà alla chiamata Shalom. Il desiderio di aprirsi, di comu-nicare ad altri le scoperte fatte, vivendo con sempre maggiore intensità il rapporto con Dio e i le-gami fraterni, fa sì che, sempre più spesso, Paolo, Eliana e don Dome-nico, insieme ad altri membri della Comunità, vengano chiamati in diverse zone d’Italia a tenere cate-chesi, ritiri spirituali e settimane di guarigione interiore.Alcuni sentono la chiamata ad evangelizzare attraverso la musica ed il canto, programmando i primi concerti.

La formazione specifi ca dei membri della Comunità avviene attraverso i gruppi di crescita. I responsabili sono soprattutto coppie di sposi

che mettono a disposizione la loro casa. Scopo dei gruppi di crescita è una maggiore condivisione di vita ed un aiuto reciproco ad incarnare la fede nel quotidiano; è un cam-mino di santifi cazione personale e comunitario che spinge al servizio a Dio, ai fratelli e alla Chiesa.

Nel ministero della carità, che da sempre gestisce il gettito delle decime, si rende opportuno costi-tuire un’associazione civilmente riconosciuta, l’ASSI (Associazione Shalom Solidarietà Internazionale). La realizzazione di pozzi, mense per bambini, ambulatori medici, centri di accoglienza per orfani, progetti di alfabetizzazione e di autosviluppo in varie parti del mondo sembra indurre il Signore a moltiplicare i “cinque pani e due pesci”, creando nuova speranza, comunione profonda, dignità umana, amicizie nuove, facendo maturare il carisma Shalom di giu-stizia, pace e riconciliazione.

L’incremento costante del numero di coloro che si sentono chiamati alla Comunità fa avvertire la ne-cessità di un riconoscimento eccle-siale uffi ciale; viene, quindi, stilato uno Statuto e presentato all’Arci-vescovo di Trento Giovanni Maria Sartori che l’approva. Col decreto ecclesiale l’Arcivescovo esorta la Comunità a radicarsi nella sua vocazione ed a “viverne la ricchez-za spirituale per l’edifi cazione del regno di Dio” (dal Decreto diocesa-no). L’art. 1 dello Statuto evidenzia come il carisma della Comunità Shalom sia un triplice carisma, generato dalla chiamata ad essere ministri di riconciliazione, che si esplica nella gioia, la quale è frutto della pace e spinge alla carità.

Una delle priorità della Comunità Shalom è la formazione umana e

spirituale dei propri membri, che risponde all’urgenza di cristiani maturi, coerenti e preparati, inte-sa anche come corresponsabilità apostolica nella vita e nella missio-ne della Chiesa. Il percorso della Comunità nei primi anni porta ad una consape-volezza sempre maggiore dell’im-portanza del carisma fondativo, attraverso il quale è possibile avvertire la chiamata a fare del proprio quotidiano il luogo dove poter testimoniare l’amore a Dio ed ai fratelli e perseguire l’obiet-tivo di diventare persone capaci di cogliere le “orme di Dio” nella realtà del nostro tempo.

Con l’ingresso nella Fraternità Cat-tolica delle Comunità di alleanza, gli orizzonti della Comunità Sha-lom si ampliano ulteriormente. Il confronto con altre realtà di diritto pontifi cio e lo scambio di espe-rienze nella condivisione degli in-tenti portano nuove idee e nuovo impulso alla vita comunitaria.

Attraverso relazioni internazio-nali intessute tramite il carisma della carità, la Comunità Shalom manifesta la propria fecondità in Colombia, realizzando progetti di solidarietà ed autosviluppo, in modo particolare nel territorio del Quindio. Su invito del Vesco-vo di Armenia, viene fondata la Comunidad Shalom de Colombia, con l’intento di collaborare con la Chiesa diocesana e diff ondere il carisma della pace, della gioia e della carità. La Comunità riceve la ratifi ca uffi ciale del Vescovo con decreto del 27 aprile 2009.Analoga richiesta perviene dall’Ar-civescovo della Diocesi di Mbarara (Uganda) che conosce la Comunità Shalom tramite i progetti di solida-rietà e formazione realizzati negli anni

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3 GIUGNO 1979 - Solennità di PentecosteSi incrociano provvidenzialmente le vie di un sacerdote della Diocesi di Trento, don Domenico Pincelli, e di una coppia di sposi, Paolo ed Eliana Maino. È l’inizio del cammino della Comunità Shalom.

NOVEMBRE 1979 Don Domenico, Paolo ed Eliana decidono di vivere nella stessa casa, mettendo in comune i loro beni materiali e spirituali, e di consacrare totalmente le loro vite a Dio nella Chiesa. In modo particolare Paolo sente chiaramente la chiamata ad iniziare un cammino comunitario, con l’obiettivo di realizzare legami di fraternità crisitiani e duraturi. È il primo nucleo stabile della Comunità, che si confi gura in modo inedito come unione di due sacramenti: quello dell’Ordine sacro e del Matrimonio.

ANNI 1979 E SEGUENTIUn numero sempre maggiore di persone chiede spontaneamente di unirsi al primo nucleo per partecipare ai momenti di preghiera, di ap-profondimento della parola, di condivisione di esperienze spirituali ed esperienze di vita: è la sete di Dio che trova ristoro ed alimento nella spiritualità carismatica di cui è permeata la nuova Comunità.

Il vostro nome è Shalom. Shalom, perché io vi ho donato la mia Shalom. Shalom, perché voi siete la mia Shalom. Shalom, perché porterete la mia Shalom ai vostri fratelli.

(26 luglio 1987)

Voglio darvi la pace, la mia pace vera, profonda, la mia pace che germoglia da voi e cresce come un grande albero, una pace sotto la quale molti troveranno ombra e ristoro.Vi chiamerete figli della pace.

(23 marzo 1986)

Storia della Comunità Shalom

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FEBBRAIO 1994 Per gestire il denaro destinato ai poveri, proveniente dalle decime dei membri Shalom o da off erte di privati, viene costituita l’Associazione Shalom Solidarietà Internazionale (ASSI), successivamente trasformata in Onlus.

12 GENNAIO 1997Lo statuto della Comunità, stilato in vista di un riconoscimento uffi ciale di cui si comincia a sentire l’esigenza, viene presentato all’Arcivescovo di Trento, S.E. Mons. Giovanni Maria Sartori.

31 GENNAIO 1997Arriva il decreto di approvazione con il riconoscimento di “Associazio-ne privata con personalità giuridica”.

MARZO 1999La Comunità chiede l’ammissione alla Fraternità Cattolica delle Asso-ciazioni e Comunità Carismatiche di Alleanza.

GIUGNO 2001Dopo un iter eccezionalmente breve, l’Esecutivo della Fraternità Cat-tolica delibera l’appartenenza della Comunità Shalom alla Fraternità stessa.

27 LUGLIO 2001La dichiarazione del Pontifi cio Consiglio per i Laici della Santa Sede, a fi rma del Presidente S.E. Mons. Stanislaw Rylko, sancisce la piena ap-partenenza della Comunità Shalom alla Fraternità Cattolica.

20 GIUGNO 2003Don Domenico Pincelli muore, dopo una lunga malattia.

16 LUGLIO 2003Il nuovo Arcivescovo di Trento, S.E. Mons. Luigi Bressan, sottoscrive il decreto di approvazione dello statuto della Comunità con alcune mo-difi che alla prima stesura.

2 SETTEMBRE 2004La Comunità festeggia il 25° Anniversario di fondazione con la Benedi-zione Apostolica di Sua Santità Giovanni Paolo II.

2 MAGGIO 2008L’Arcivescovo della Diocesi di Mbarara (Uganda), nella quale da diversi anni la Comunità Shalom realizza progetti di solidarietà, S.E. Mons. Paul K. Bakyenga esprime formale richiesta di avere una Comunità Shalom nella sua Diocesi.

27 APRILE 2009Nasce uffi cialmente la Comunidad Shalom de Colombia con la fi rma di approvazione da parte del Vescovo di Armenia S.E. Mons. Fabio Duque Jaramillo, che tanto aveva caldeggiato il sorgere di questa nuova real-tà nella propria diocesi.

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In memoria di don Domenico Pincelli

Trentesimo anniversario di fondazione

Il 20 giugno ricorreva il sesto anniversario della morte di don Domenico Pincelli, cofon-datore della Comunità Shalom.Seppur con un giorno di anti-

cipo, è stata celebrata la sua me-moria, con una solenne Eucaristia, in apertura delle celebrazioni per il 30° Anniversario di Fondazione della Comunità Shalom.La Santa Messa – tenutasi nella chiesa parrocchiale di Varone di Riva del Garda - è stata presie-duta da S.E. Mons. Fabio Duque Jaramillo, Arcivescovo di Armenia (Colombia) - che ha voluto e ri-conosciuto la Comunità Shalom nella sua diocesi - e concelebrata da S.E. Mons. Yves Marie Monot, Vescovo di Ouesso (Congo), che al termine della celebrazione ha illustrato l’attività e l’importanza del “Centro Medico Shalom don Domenico Pincelli”, realizzato nella sua diocesi.

Al termine della celebrazione, Paolo ed Eliana Maino hanno pre-sentato brevemente la fi gura di don Domenico, suscitando un moto di commozione in chi lo ha conosciuto e presentandolo con effi cacia a coloro che non ne hanno avuto la grazia. Hanno, poi, presentato il libro “Don Domenico Pincelli, uomo della misericordia di Dio”, scritto per tenerne vivo il ricordo e l’insegnamento, che sono parte del carisma fondativo della Comunità.

In memoria di don Domenico Pincelli

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Cari fratelli e sorelle, sono lieto di essere qui con voi. Ma, perché siamo qui oggi?Innanzitutto siamo qui

perché Gesù è risorto, non c’è nessun altro motivo. Gesù ha vinto la morte e tutto è stato possibile. Purtroppo io non ho conosciuto don Domenico, ma ho conosciuto l’opera di Dio che si è costituita grazie anche a don Domenico. Ma se Cristo non fosse Risorto, noi non potremmo essere qui a fare memoria di don Domenico; sarem-mo qui solo per un ricordo, ma lui oggi è qui in mezzo a noi. È la real-tà della risurrezione che ci spinge a donare la nostra vita per Dio e per il Vangelo. Oggi è anche la Solennità del Sacro Cuore, solenni-tà molto amata da don Domenico. Ma cosa signifi ca per noi oggi?Dio si è fatto uomo, in Gesù c’è l’umanità e la divinità; in Gesù la nostra umanità trova speranza. E la speranza non è possibilità, ma sicurezza, certezza dell’irruzione di Dio nel nostro tempo, nei nostri anni già contati. In Gesù io, voi, possiamo trovare tutta la speranza della nostra vita soprattutto oggi, dove tutto ci parla di amore, ma non nel senso reale del termine. Anche la società ci parla di amore, ma questo signifi cato è lontano dall’amore cristiano.La prima enciclica di papa Benedet-to Deus caritas est ci parla della diff e-renza tra l’amore cristiano e l’amore umano; sono due cose diverse e la Bibbia usa due parole diff erenti per farci capire questo concetto.Una cosa è dire eros e una cosa è dire agape. L’amore-agape è l’amo-re che si off re senza aspettare niente in cambio, perché ha Dio nel cuore. Quando Dio non è nel cuore, ci aspettiamo sempre qual-cosa in cambio.

Cos’è, invece, l’amore secondo l’uo-mo? È l’amore di chi chiede, ma non è capace di rispondere a ciò che chiede. Nell’esperienza cristiana, l’amore non esclude la verità: sono due realtà che si trovano insieme.A Giovanni Paolo II piaceva parlare di una santa canonizzata da lui: Edith Stein, la quale diceva: L’amo-re senza verità è odio. La verità senza amore è menzogna. Amore e verità vanno insieme soprattutto quando l’amore è cristiano. E la verità è Gesù Cristo.L’uomo che non conosce Dio si trova lontano dal fratello che ha vicino. Una sola cosa importa: che chi ho vicino è anch’egli fi glio di Dio. Questo passaggio avviene quando riconosciamo, nella croce di Gesù, l’amore. I Giudei volevano nascondere ve-locemente la croce perché impedi-va loro la festa. Anche noi oggi, in Europa, vogliamo togliere la croce da molti luoghi. Stiamo attraver-sando un diffi cile momento per la Chiesa e per l’umanità, perché, se scompare la Chiesa, scompare il punto di riferimento di tutta l’umanità. Noi siamo stati scelti per il mondo. La nostra missione è il mondo intero, perché molti sono i battezzati, ma pochi i veri cristiani. Le nostre mani sono vuote, ma il Signore ci off re l’opportunità di scoprire il Suo amore.È quello che Dio ha fatto con la presenza di don Domenico all’in-terno della Sua Chiesa: dono di Dio per la Chiesa. A tale proposito ri-suona nella mia mente la Lettera ai Romani che parla dei carismi che non vengono mai tolti, che sono irrevocabili. A noi non rimane che rispondere e chiederci se vogliamo ricevere questo dono che il Signo-re ci off re per benefi care tutto il mondo, tutta l’umanità che deve conoscere l’amore di Dio. Il Sacro Cuore di Gesù si spezza anche per noi: senza cuore non si vive, ma senza testa neppure… tutto sia al servizio di Gesù!Cosa signifi ca Gesù nella nostra vita?

Da soli riusciamo a fare veramente poche cose; con il Signore pos-siamo fare tutto e faremo anche opere più grandi delle Sue: fi dia-moci! Affi diamo tutta la nostra vita al Signore affi nché compia la Sua opera.Oggi il Santo Padre ha inaugurato l’anno dei sacerdoti, nel 250° della morte del Santo Curato d’Ars. Al vescovo che non lo riteneva adat-to al sacerdozio, il Santo, un gior-no, disse: Se Dio con una mascella d’asino in mano a Sansone uccise mille nemici, cosa non farà con un asinello intero?Noi non abbiamo tutto quello che vogliamo, ma abbiamo quello che Dio ci ha dato per off rirlo. È lo stesso Gesù che oggi si fa presente per noi. Fra pochi minuti invocheremo lo Spirito Santo sul pane e il vino e noi crediamo che verranno tra-sformati nel Corpo e nel Sangue di Gesù. Lo stesso Spirito Santo invo-cato su tutti ci trasforma: vogliamo o no essere trasformati?Dio ha portato a termine il suo compito, ora tocca a noi. Portiamo agli altri, con forza, l’annuncio di Gesù.Solo in Gesù la vita di ogni uomo trova un senso. Solo in Gesù c’è tutto ciò che l’uo-mo aspetta. Solo in Gesù c’è la salvezza… già qui, oggi. Oggi abbiamo bisogno di essere salvati, non solo dopo la nostra morte. E questa salvezza è per noi oggi. Che il Signore benedica tutti noi, oggi

Omelia dimons. Fabio

Duque Jaramillo

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A tutta la Comunità Sha-lom: Buon compleanno!Auguri da parte della diocesi di Ouesso a tutte le persone

che sono qui oggi.La diocesi di Ouesso è nata nel 1983 e si trova nella grande foresta del nord del Congo (parliamo del Congo Brazzaville, non della Re-pubblica Democratica del Congo, ex Zaire).La nostra è terra di prima evange-

Mons. Yves Marie Monot

vescovo di Ouesso (Congo Brazzaville)

lizzazione: tre quarti delle persone non conoscono Cristo.A Sembè c’è un’importante pre-senza delle Suore Francescane Missionarie del Sacro Cuore, di cui oggi è la festa (Suor Germana e Suor Rita, che è la responsabile del Centro, sono qui stasera).Il carisma delle suore è l’evangeliz-zazione, l’educazione, l’assistenza ai poveri; tutto nella gioia france-scana.Con Shalom sono state costruite del-le scuole per i bambini della foresta, soprattutto per i pigmei. Grazie a voi e ad altri benefattori è stato costrui-to anche il Centro Medico dedicato a don Domenico Pincelli, inaugurato alla fi ne del 2007 e Ruggero e Luca

In memoria di don Domenico Pincelli

A destra: Sembè (Congo Brazzaville), 9 dicembre 2007. Inaugurazione del Cen-tro Sanitario Shalom “Don Domenico Pin-celli” alla presenza del Nunzio Apostolico S.E. mons. Andrès Carrascosa Coso.

Testimonianza sul Centro Medico dedicato alla memoria di don Domenico Pincelli

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possono testimoniarlo, perché erano presenti a quell’importante evento.Il Centro funziona molto bene ed è dotato di tutte ciò che è necessario per poter lavorare in ospedale con una tecnologia all’avanguardia.Dovrebbe essere costruita, spe-riamo a breve, una nuova strada che congiungerà il Camerun con il Congo; grazie a questa nuova via di comunicazione il Centro potrà operare ancora meglio.A voi Comunità Shalom, a Paolo ed Eliana, a voi tutti, giunga il mio grazie per aver condiviso il frutto del vostro lavoro con noi.Grazie all’arcivescovo di questa Diocesi, Mons. Luigi Bressan.

La nostra Diocesi e il nostro paese si affi dano alle vostre preghiere e al vostro carisma di riconciliazione e pace nella gioia e nella solidarie-tà, perché il Congo ha vissuto dieci anni di grandi confl itti e guerre. Vi ringrazio anche per l’aiuto rice-vuto per avviare il nostro Semina-rio Propedeutico (primo anno di iniziazione alla vita sacerdotale) che, speriamo, possa aprirsi nel prossimo mese di ottobre.Grazie anche per l’aiuto concreto nella costruzione della grande cisterna d’acqua che servirà per il seminario.A tutti gli amici di Shalom, da par-te della nostra Diocesi, la nostra profonda gratitudine

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Vorrei darvi solo alcune pennellate del ritratto di don Domenico, anche se è diffi cile rendere l’idea di chi fosse.

Paolo ed io abbiamo conosciuto don Domenico trent’anni fa e imme-diatamente è scattata una simpatia e un’empatia tra noi: avevamo in comune la stessa passione per Gesù.È stata strana questa comunione instaurata tra noi, giovane coppia di sposi e un sacerdote non più giovanissimo. Paolo ha sentito subito la chiamata a vivere con radicalità il Vangelo della Pace e anche a vivere insieme, sotto lo stesso tetto, mettendo in comune le nostre vite e tutto quello che avevamo: così è nata la comunità Shalom trent’anni fa.La scelta di vita comunitaria ha richiesto coraggio, fede e obbe-dienza a quella che sentivamo la volontà di Dio. Don Domenico era molto deter-minato quando si trattava della

Don Domenico, uomo della

misericordia di Dio

di ElianaAloisi Maino

BIO

GR

AF

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Un libro per ricordare il nostro co-fondatore

Il Regno di Dio è dei piccoli, semplici, umili

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volontà di Dio. Addirittura testardo e ostinato. Aveva una fede granitica, incrollabi-le, che non vacillava davanti ad alcu-na diffi coltà. Anzi, maggiori erano le diffi coltà, più si radicava in Dio. La sua frase era: non temere, Dio ha cura dei suoi fi gli.

Don Domenico era un uomo di grande libertà interiore, libertà dal potere, dal denaro, da quello che pensano gli altri; aveva una sensi-bilità particolare nello stare vicino agli ammalati. Questa sensibilità gli derivava dall’aver sperimentato per tanti anni, e con conseguen-ze indelebili, la dura realtà della malattia. Ma quella che poteva essere un’esperienza di morte, era diventata per lui un’esperienza di vita, di fecondità, di risurrezione. Era cappellano dell’ospedale di Riva del Garda e camminando per le corsie dell’ospedale, con quella sua andatura schiva e riservata, sapeva portare sempre una parola di pace e di speranza.

Il suo insegnamento fondamenta-le era: mettere in pratica la Parola di Dio, facendosi guidare da essa in ogni scelta concreta della vita.

“Quello che colpiva nella vita di don Domenico non erano fatti straordinari o miracolosi, ma piuttosto un quotidiano prodigio di integrità, fedeltà e dedizione alla sua vocazione di sacerdote. L’espressione dolce e mite del viso, la luminosità dello sguardo, la pacatezza dei gesti e delle parole dicevano di lui che era un sacerdote, un segno della misericordia di Dio per tutti quelli che lo incontravano, e anche per me. Manifestava incrollabile fede e speranza in Dio anche nelle situazioni più diffi cili.Mi ha insegnato molte cose, ma soprattutto la perseveranza, costi quel che costi, nel confi dare in Dio, nel perdono e nella preghiera”

(Alessandra)

“...per nulla scandalizzato del mio peccato, del tutto comprensivo, assolutamente partecipe e dolce… queste caratteristiche si incarnavano anche nei tratti fi sici della persona di don Domenico, nel suo viso accogliente, nel suo sorriso onnipresente, anche fuori dalle mura del confessionale, come se il rapporto così simbiotico con la Misericordia avessero preso carne in lui”

(Stefania)

T E S T I M O N I A N

“Che io viva per Te, in Te,

nella Comunità Shalom, questo dono tuoche hai fatto sorgere dal nulla e certo vuoi far crescere per la tua gloria e per la gioia di tanti tuoi fi gli

Era un uomo di raro equilibrio e aveva una grande ammirazione per la donna. L’ammirazione per la donna gli derivava dall’esperienza con sua madre, rimasta vedova mentre aspettava il settimo fi glio.

Aveva una profonda stima dei laici e credeva nella loro missione nella vita della Chiesa e nella porzione di Chiesa che è la Comunità Sha-lom. Diceva: “Questa è l’urgenza di oggi: laici maturi e preparati che sappiano dare ragione della speran-za che è in loro”. Per questo, fi n dall’inizio, ha ope-rato una scelta coraggiosa: si è dedicato a fare “il prete a tempo pieno”, come lui diceva, lasciando a Paolo e a me la gestione della Comunità.

Dava molta importanza alla guida spirituale; diceva che la vita spiri-tuale è ardua come arrampicare su una parete rocciosa e richiede una guida esperta. Era un uomo mite, ma la sua era una mitezza guadagnata giorno per giorno ad un carattere forte, indomito, capace di prendere po-sizioni nette, anche in situazioni diffi cili e su temi scomodi.

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“Il Signore ha messo in me un grande amore per voi. Lo ringrazio con una gioia e riconoscenza grandissima

per come ha guidato la mia e la vostra vita insieme; per come ci ha fatti incontrare(memorabile quel 3 giugno ‘79)e ci ha costituiti come un cuor soloe un’anima sola e così ha fatto nasceree sviluppare la Sua Comunità Shalom

Il 3 giugno 1979, giorno di Pentecoste, conosce i coniugi Eliana e Paolo Maino insieme ai quali inizia l’esperienza della Comunità Shalom a Riva del Garda (Tn).Nasce subito una grande sintonia, fatta di simpatia, aff etto e condivisione dello stesso ideale: la passione per Gesù.

Era un sacerdote felice e realizzato: diceva sempre che, se fosse nato cento volte, cento volte si sareb-be fatto prete; mai ha messo in discussione la sua chiamata sacer-dotale che sentiva essere la fonte della sua fecondità.

La sua spiritualità negli anni è di-ventata sempre più essenziale e si è enucleata attorno a tre termini: AMA – PREGA – PERDONA.Era un uomo coerente e faceva quanto diceva. Ha, quindi, amato, pregato, perdonato.

Aveva una certezza indistruttibile nel potere del perdono (il super-dono, come lui lo defi niva) e que-sto lo poneva in un atteggiamento particolare nei confronti del suo essere “ministro di riconciliazione”.La sua straordinaria capacità di ascoltare e l’instancabile desiderio di trasmettere l’accoglienza di Dio Padre, facevano sì che tutti si sentis-sero amati e mai giudicati. Don Do-

menico era l’uomo della misericordia di Dio. Attraverso di lui si incontrava Dio, si faceva esperienza dell’amore misericordioso di Dio. Don Domenico aveva il carisma raro della paternità spirituale che genera alla fede e nella fede, rive-lando il volto e il grembo d’amore di Dio Padre. Questo era il suo carisma speciale che egli donava con abbondanza, senza lesinare né tempo né energie.

Dopo una lunga malattia, il 20 giu-gno 2003, don Domenico muore. Ha vissuto la malattia come off erta a Dio. Negli ultimi giorni della sua ma-lattia ci aveva assicurato che la sua occupazione in Cielo sarebbe stata pregare e intercedere per tutti, soprattutto per noi e per la Comu-nità. Avrebbe fatto in Cielo molto di più di quanto aveva potuto fare in terra. Promessa che ha davvero mantenuto.

In questi giorni stiamo festeggian-do il 30° di Fondazione della Co-munità Shalom e don Domenico è il grande assente e, al tempo stes-so, il grande presente.Molti di noi lo hanno conosciuto ed amato. Molti non hanno avuto questo privilegio. Paolo ed io ci siamo chiesti: come tener vivo il ricordo, l’insegnamen-to, lo spirito di don Domenico? come impedire che la morte, il tempo, l’oblìo ne cancellino le orme?Per questo abbiamo voluto fare un album fotografi co che ne restituis-se il volto e la spiritualità.È un libro agile, che si legge con facilità: in ogni pagina è presen-te una sua frase. Il ricavato della vendita andrà a favore del Centro Medico a Sembè a lui dedicato

Don Domenico, uomo della misericordia di Dio

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“Signore, io non ti lascerò neanche per

un istante solo, starò insieme con Te per tutta la mia vita. Con Te voglio trascorrere tutti i momenti della mia vita, parlare di Te,testimoniare Te Signore,accompagnarTi nella soff erenza del Tuo Corpo Mistico

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“Don Domenico mi ascoltava con una pazienza incredibile, mi consigliava, consolava, sosteneva.Molte volte mi ha preso per mano per insegnarmi a camminare, mi ha esortata proprio come un padre con il proprio fi glio. Io sono molto testarda, ma lui lo è stato più di me: non si stancava di ripetermi le stesse cose all’infi nito.Mi ha aiutata e consigliata nel prendere decisioni, anche dolorose, e viverle nell’abbandono e nella fi ducia a Dio.Non mi ha mai imposto nulla: mi aiutava a capire, mi esortava a pregare, ma lasciava a me decidere”

(Giuliana)

“Guarda sempre a Gesù!

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Alla Comunità Shalom in Municipio il grazie della città

Una cerimonia ispirata alla cordialità e alla più profonda gratitudine: nella mattina di sabato 20 giugno il sindaco

Claudio Molinari, assieme a parte della Giunta comunale, ha accolto in Municipio un’ampia delegazio-ne internazionale della Comunità Shalom che festeggia quest’anno

il trentesimo anniversario della fondazione. “La vostra corona di relazioni di aiuto e solidarietà nel mondo ci onora”, ha detto il sinda-co ai vescovi e ai delegati. “In una città che si trova nel bacino turistico più importante d’Italia, in un momento dell’anno in cui tanti eventi di rilievo sono dedicati all’intrattenimento, il trentesimo compleanno della comunità Shalom ci aiuta a mantenere parte della nostra attenzione ai temi più alti del vivere civile. Temi che riassumerei con il termine solidarietà”.Così il sindaco ha salutato, nella

Incontro in Municipio

sala Giunta del Municipio, la nu-merosa delegazione della comuni-tà Shalom (…).Il sindaco ha poi ringraziato la Comunità Shalom anche per lo stimolo off erto alla città di uno sguardo sull’esterno, un esterno in questo caso mondiale: “Non solo per ricevere ma per dare – ha concluso Claudio Molinari – in un’azione che è di sprone ad un atteggiamento, fortemente presente nella storia di Riva del Garda, che si realizza nell’essere dignitosamente aperti ed accoglienti verso l’altro, non solo il turista”. (…).

(Articolo tratto dal sito del Comune di Riva del Garda)

Incontro in Municipio

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All’incontro in Municipio hanno partecipato don Ante Komadina direttore della Caritas di Mostar (Bosnia-Erzegovina), don Kresi-mir Pulijc parroco a Mostar (già direttore della Caritas – Bosnia Erzegovina), l’avv. Nunzio Langiulli dell’Esecutivo della Chatolic Fra-

ternity Communities (Italia), suor Ilia Vanda Mittone superiora ge-nerale Suore Ancelle Missionarie (Filippine), il dott. Julian Ramirez Zuluaga responsabile Comunità Shalom in Armenia (Colombia), padre Giuseppe Ambrosi referente della diocesi di Pordenone per la

comunità ghanese (Italia), padre Emmanuel Tusiime membro ICCRS per l’Africa anglofona (Uganda), padre Witold Szulcynski direttore Caritas di Tblisi (Georgia), suor Rita Panzarin responsabile del Centro Medico Shalom don Domenico Pincelli (Congo)

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18 Testimonianze degli Ospiti

Suor Arcangela KvesicSuore di S. Vincenzo, Mostar

(Bosnia Erzegovina)

Sono molto felice di trovarmi qui in mezzo a voi.

La Comunità Shalom mi ha sem-pre aff ascinato, fi n dall’inizio. Vi ho conosciuti a Mostar in occasione di una Celebrazione Eucaristica e siete entrati nel mio cuore anche grazie alla preghiera del Padre No-stro che abbiamo fatto su uno dei monti sopra la città di Mostar. Il ricordo di quel momento persiste ancora oggi nella mia anima; il mio e i nostri cuori sono stati riempiti dall’amore e dallo Spirito Santo che ci hanno resi fratelli e ci hanno riunito.

Nel pomeriggio di sabato 20 giugno si è svolto un cordiale incontro durante il quale i Presidenti Paolo ed Eliana Maino hanno presentato la Comunità nelle sue linee essenziali, di pensiero e di organizzazione, ai Vescovi ed ai delegati dei Paesi ospiti, illustrando i vari servizi e presentando i relativi

responsabili.I delegati hanno poi rivolto il loro saluto personale e quello delle zone rappresentate, ricordando la collaborazione ricevuta da Shalom ed espri-mendo calda riconoscenza per il sostegno ricevuto, non solo economico, ma soprattutto morale e spirituale, che ha permesso la promozione di una fraterna amicizia fondata sull’amore verso Dio e verso i poveri.

Grazie a voi, fondatori della Comu-nità Shalom, per averci insegnato tante cose essenziali nell’amore verso Gesù e nell’amore verso il prossimo. La nostra fede senza le opere è morta: questo abbiamo imparato da voi.Sono venuta da Roma per farvi gli auguri per questi 30 anni, ma ag-giungo il mio grazie di cuore per tutto quello che avete fatto per me e per noi

Don Ante KomadinaDirettore della Caritas Mostar

(Bosnia Erzegovina)

Egregi e carissimi Paolo ed Elia-na!

Egregi e carissimi amici dell’Asso-ciazione Shalom!Prima di tutto vorrei esprimere le più cordiali congratulazioni a nome mio come anche a nome di tutti i collaboratori della Caritas diocesana di Mostar al presidente Maino, ma anche a tutti membri dell’Associazione Shalom in occa-sione del trentesimo anniversario della vostra comunità.Questo giubileo non rappresenta soltanto il solenne ricordo della vostra nascita, ma è piuttosto an-che il solenne riconoscimento del vostro impegno cristiano e della testimonianza del vostro cammino sulle vie della pace in tanti paesi del mondo.Sono venuto, per la prima volta, a Riva del Garda dieci anni fa, nell’autunno del 1999. Sono stato accolto dai coniugi Maino. Ho avu-to l’onore di conoscere anche don Domenico Pincelli, cofondatore della Comunità Shalom. Ero stato nominato da poco direttore della Caritas diocesana di Mostar e già al primo incontro don Domenico, Eliana e Paolo mi hanno subito promesso l’appoggio e l’aiuto alle attività della Caritas nelle diocesi erzegovinesi.

Testimonianze degli Ospiti

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Durante questi dieci anni, hanno continuato a tener fede alla pro-messa. Gli amici dell’Associazione Shalom hanno appoggiato molti progetti della Caritas diocesana di Mostar nel periodo seguito alla terribile guerra che ha colpito la Bosnia Erzegovina: la centrale del latte, le fattorie dei contadini, i nostri programmi per i disabili, le numerose adozioni a distanza e di-versi progetti d’aiuto immediato e concreto, la sovvenzione ad alcuni studenti tramite borse di studio.Proprio questo tipo di aiuto ai giovani, in un paese dove la disoc-cupazione è così alta (più del 45%), rappresenta non soltanto un aiuto concreto per i singoli ragazzi e ra-gazze che vogliono studiare, ma un aiuto prezioso per tutta la famiglia dello studente, perché spesso en-trambi i genitori sono disoccupati, oppure il padre guadagna soltanto 300 euro al mese (il salario medio in Bosnia Erzegovina), oppure si tratta di famiglie con 4-5 fratelli.Nel paese dove la spesa alimen-tare costa pressappoco quanto la paga media, una borsa di studio da 50 a 100 euro durante l’anno accademico rappresenta un ap-poggio prezioso e importante per i giovani studenti. Questo è anche un appoggio morale per loro, per-ché non si sentano soli e trascurati già all’inizio di passi tanto impor-tanti per la loro vita futura.La Chiesa locale fa tanti sforzi, anche attraverso la Caritas, e com-batte qualche volta anche forti sentimenti di disperazione che ci sono tra i giovani i quali, a causa dello standard basso e della disoc-cupazione, non possono studiare oppure, se hanno fi nito lo studio, non trovano il lavoro e perciò sono costretti a lasciare il nostro paese ed emigrare all’estero.Non soltanto in Bosnia Erzegovina a causa della guerra, fi nita ormai quindici anni fa, ma anche in tutto il mondo, diventiamo ogni giorno sempre più coscienti di quanto si soff ra nell’anima e nel corpo nonostante gli enormi progressi scientifi ci e tecnologici. Una mul-tiforme miseria, sia materiale che

spirituale, colpisce i più deboli. Ma, proprio per questa ragione, il nostro tempo richiede soprattutto da noi cristiani una nuova dispo-nibilità a soccorrere il prossimo bisognoso. L’Associazione Shalom ha riconosciuto questa richiesta e perciò si spiegano tanti suoi impe-gni e progetti realizzati in diversi paesi del mondo intero. Il Santo Padre nella sua encicli-ca Deus caritas est conferma che l’opzione fondamentale di ogni cristiano dovrebbe essere l’amore verso il prossimo: “Il programma del cristiano - il programma del buon Samaritano, il programma di Gesù - è “un cuore che vede”. Questo cuore vede dove c’è bisogno di amo-re e agisce in modo conseguente” (n. 31). Ma il Papa sottolinea anche che non dobbiamo perderci nel puro impegno sociale: “San Paolo nel suo inno alla carità (cfr 1 Cor 13) ci insegna che la carità è sempre più che semplice attività: “Se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per essere brucia-to, ma non avessi la carità, niente mi giova (v.3). Questo inno deve essere la Magna Carta dell’intero servizio ecclesiale (…) L’azione pratica resta insuffi ciente se in essa non si rende percepibile l’amore per l’uomo, un amore che si nutre dell’incontro con Cristo. L’intima partecipazione per-sonale al bisogno e alla soff erenza dell’altro diventa così un parteci-pargli me stesso: perché il dono non umilii l’altro, devo dargli non soltan-to qualcosa di mio ma me stesso, devo essere presente nel dono come persona” (n. 34).Vivendo l’amore concreto, cioè appoggiando i diversi progetti della Caritas diocesana di Mostar, la Comunità Shalom ha fatto en-trare la luce di Dio nel buio delle soff erenze e degli innumerevoli bisogni della gente nelle diocesi erzegovinesi.Noi vi ringraziamo di tutto cuore per il vostro aiuto, carissimi amici dell’Associazione Shalom, e pre-ghiamo il Signore che vi ricompen-si abbondantemente con la Sua grazia e col Suo amore nella vostra vita quotidiana

Don Kresimir Pulijcparroco ed ex-direttore della Caritas Mostar

(Bosnia Erzegovina)

All’inizio della guerra nei Balcani la Comunità Shalom è venuta

in nostro soccorso con la costru-zione di un asilo a Mostar. Nel 1999 sono stato nominato parroco di una parrocchia dove c’era solamente un magazzino e non avevo né Chiesa né altro. E per la seconda volta, la Comunità Sha-lom mi ha donato delle “stampel-le” fi nanziando il pavimento della chiesa e la realizzazione dell’altare. L’aiuto concreto è molto importan-te, ma voi avete una grazia specia-le: quella di riconoscere qual è il tempo giusto, dove e chi aiutare. Tra me e la Comunità Shalom è nato un feeling particolare e devo dire il mio grazie anche per altri progetti che si sono succeduti nel tempo: un corso di lingua italiana, un corso di tedesco, un corso di computer.A Mostar, grazie a Shalom, sono stati eff ettuati molti progetti di sviluppo in varie parrocchie per dare lavoro a chi era disoccupato.Nel Vangelo si parla di una vedova che ha dato tutto; erano solo degli spiccioli, ma era tutto quello che aveva. Mi sembra che la Comunità Shalom sia proprio come quella vedova che dà se stessa, tutta se stessa, per i propri amici e per Dio. Questo è il vostro mistero della fede.Ancora molte grazie per ogni vo-stro aiuto

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Padre Witold SzulczynskiDirettore della Caritas Georgia

Ho avuto la fortuna di conosce-re gli amici di Shalom attraver-

so il ramo della solidarietà grazie a Mons. Giovanni Maria Sartori.Sono qui per dire il mio grazie: gra-zie per le tantissime opere che avete compiuto per la gente bisognosa della Georgia. Sono più di un miliar-do le persone che soff rono la fame e non possiamo non ricordarle oggi che è la giornata del profugo. Quando arrivo qui a Riva del Garda trovo persone con un bellissimo sor-riso e mi trovo in famiglia, tra fratelli. Credo che questo sia signifi cativo per voi. Senza lo spirito di fraternità, la Comunità sarebbe morta; invece, siete molto vivi grazie a questo spi-rito di amicizia e mancano le parole per esprimere quanto c’è nel cuore e per dirvi di tutte le persone che vi vogliono bene. Solo grazie!Quando penso alla Comunità Sha-lom io aggiungerei vicino alla parola Shalom la parola “amore”: sì, perché fate tutto con amore. Posso vera-mente dire di aver incontrato perso-ne che fanno le cose con amore.Quando vengo tra voi chiedo sempre di pregare per noi. L’aiuto materiale è molto importante, ma l’aiuto spirituale lo è ancora di più, perché è la forza che riceviamo. E, se il Signore è con noi, possiamo davvero fare tutto

Julian Ramirez Zuluagaresponsabile della Comunidad Shalom

in Colombia

La Colombia è una nazione bel-lissima, ma tanto soff erente e

tanto bisognosa di pace e ricon-ciliazione. Tanti parlano di pace attraverso varie iniziative, ma noi crediamo che la pace vera può venire solo dal Signore.Ho conosciuto la Comunità Sha-lom sette anni fa, dopo un grande terremoto che aveva devastato la nostra terra. Il Signore ha risposto alle nostre preghiere allungando la Via della Pace fi no a noi e facendo-ci dono di conoscere la bellissima realtà della Comunità Shalom.Dopo quel terremoto del 1999, Tiziano e Marisa sono venuti a visitare la nostra zona e abbiamo subito trovato con loro un’unità molto forte, quell’unità che si può avere solo grazie all’esperienza di fratelli che hanno Dio nel cuo-re. Abbiamo avuto così modo di conoscere il carisma Shalom che anima questa grande opera della Chiesa. Fin dall’inizio ci siamo sempre sentiti a casa; i fratelli della comunità ci hanno sempre fatto sentire fratelli amati. La cosa che più ci ha colpito è stato il percorso di formazione e condi-visione e abbiamo chiesto, fi n da subito, di poter avere anche noi, in Colombia, una sede della Co-munità Shalom. Il Signore ha ri-sposto a questa nostra preghiera tramite l’invito uffi ciale del nostro vescovo, mons. Fabio Duque, alla Comunità Shalom di essere pre-sente nella diocesi di Armenia

Nunzio LangiulliMembro dell’Esecutivo della

Catholic Fraternity Communities

Sono felice di stare qui con voi, perché ogni volta che vengo

qui è come se fossi a casa mia: sì, dove c’è una comunità carismatica, lì mi trovo a casa.La Fraternity, del cui esecutivo sono membro, è il luogo in cui gli uomini sperimentano il battesimo nello Spirito Santo e l’alleanza. Il battesimo nello Spirito Santo è potenza che investe le persone e le manda nel mondo con carismi diversi. È la potenza di Dio che si esprime e che sparge pace e amo-re nel mondo; sono braccia aperte verso il mondo.In ciascun nome delle comunità che fanno parte della Fraternity c’è l’essenza di Dio. In ogni comunità carismatica c’è l’essenza del cari-sma che Dio ha suscitato.Qualche anno fa quando Matteo Calisi, Presidente della Fraternity, mi presentò Gregorio e Paolo a Roma, feci la scoperta di avere dei fratelli che non conoscevo, ma che erano già miei fratelli. I carismi si incontrano per essere Chiesa nel mondo, perché il mondo viva e creda

Testimonianze degli Ospiti

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Suor Rita PanzarinSembé (Congo Brazzaville)

Carissimi amici della Comunità Shalom,

per quanto le parole possano es-sere veramente poca cosa, a volte è forte il bisogno di raccontare: raccontare per condividere, per trasmettere emozioni, esperienze, gioie.Ora mi è dato il momento di farlo, qui in mezzo a voi e dirvi ancora una volta il GRAZIE che ho nel cuore!È proprio vero che il bene è come un torrente in piena: nasce dall’alto e scende a valle per portare fecon-dità e vita. Così è l’amicizia nata fra noi in questi anni: un torrente di bontà e di solidarietà che certa-mente, nello scorrere del tempo e dei luoghi, ha portato e porta tut-tora sorriso, speranza, pace e vita a molti fratelli poveri delle Missioni del Camerun e del Congo, dove io e le mie sorelle viviamo la nostra vita missionaria.La vostra collaborazione è stata

sempre preziosa: non posso enu-merare in modo esauriente quante belle iniziative e progetti abbiamo condiviso e realizzato nelle terre del Camerun e del Congo: certa-mente rischierei di dimenticare qualcuno o qualcosa, ma il Signore conosce ogni cosa, e certamente saprà ricompensare ognuno con la Sua Grazia. Un pensiero tutto particolare, però, non può non andare alla nostra attuale missione: la piccola- grande Sembè! Qui è nato, possia-mo proprio dire dopo tanti giorni di pioggia e di sole, il bellissimo “Centre Médical Shalom”. Qui quotidianamente lavoriamo ed è ormai un vero ospedale di riferimento per il vasto Distretto che lo circonda: vi accorrono in ogni momento bambini ed adulti, anche dopo molti chilometri a pie-di. Vi trovano accoglienza e cure, professionalità e carità.Il “Centre Médical Shalom”, dedica-to a don Domenico Pincelli - vivo ed indimenticabile esempio di ap-passionata attenzione ai malati ed ai soff erenti - è una delle più belle opere d’amore e solidarietà che, grazie al vostro contributo, sono sorte a portare luce nel deserto di povertà della foresta del Sangha. Ma non c’è solo Sembè… Insieme, in questi anni, abbiamo soff erto, gioito, lavorato, amato, per servire i poveri, ovvero coloro che rappresentano il Volto di Cristo presente davanti ai nostri occhi, bisognoso di cure, digni-tà, sostegno ed attenzioni.Loro sono, per noi, motivo di impegno, ma anche dono: sono, infatti, l’immagine dell’autentica

Spiritualità Francescana, che, nella povertà, spesso riconosce la vera ricchezza. Spesso, nella povertà materiale di bimbi e famiglie, ho infatti potuto incontrare grandez-za di sentimenti e di fede, beni che noi, purtroppo, a volte diamo per scontati o che spesso ci mancano. Per questo, per me l’Africa è luogo di ricchezza, in cui il Signore ogni giorno mi chiede di saper ascolta-re ed amare, per cogliere quanto vuole donarmi attraverso gli occhi di questi piccoli della Terra. Anche se a volte Lui ha provato me e le mie sorelle con privazioni e diffi -coltà, possiamo dire che mai ci ha abbandonato. Ed anche la vostra amicizia, la vostra generosità e premura sono un grande sogno della Sua Provvidenza. Anche per questo oggi mi sen-to unita a voi in modo del tutto speciale, lieta di poter ricordare che, dei trent’anni della vostra vita comunitaria, molti li abbiamo con-divisi nel comune amore verso i poveri, i prediletti di Dio. Vogliate accogliere una piccola parola, piccola, ma piena di tanto calore: GRAZIE. Grazie a nome dei nostri fratelli del Camerun e del Congo, grazie a nome di tutte le sorelle della mia Congregazione. Non è tempo di fermarsi, ma… coraggio, andiamo avanti, abbia-mo ancora molto lavoro che ci attende. Il Signore ci aspetta per essere le Sue mani, i Suoi piedi, il Suo abbraccio per i poveri. Sentendovi sempre uniti nella vita donata a Dio ed ai più piccoli, por-go il più aff ettuoso saluto di Pace e bene nel Signore. Grazie ancora!

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Padre Emmanuel Tusiimefondatore della Comunità Yesu Ahuriire di

Mbarara – Uganda - Membro ICCRS per l’Africa anglofona (Uganda)

Vi porto i saluti all’Uganda. Due giorni fa ho avuto il privilegio

di visitare la tomba di don Dome-nico Pincelli. Era ormai tardi, ma il cimitero era stranamente aperto e ho potuto pregare sulla sua tom-ba.La prima volta che sono venuto a Riva del Garda sono stato invitato ad un vostro incontro di preghiera e mi avete dato un caloroso ben-venuto; ho sentito che un grande peso mi veniva tolto ed è per que-sto che ora sono qui per il vostro 30° Anniversario di Fondazione.Sono membro dell’ICCRS e rappre-sento i paesi anglofoni; attraverso questo mio incarico ho potuto vedere molti paesi provati dalla guerra in Africa. Voglio ringraziare Paolo per quando è venuto a tro-varci la prima volta con Renato: era in una sala piena di malati di AIDS, molti dei quali erano bambini. Non erano venuti per ricevere dei far-maci, ma avevano bisogno di Dio, avevano perso la speranza perché

Suor Ilia Vanda MittoneSuperiora Generale

delle Ancelle Missionarie del S. Sacramento (Filippine)

È grande la gioia di essere qui oggi. La strada di Shalom e

quella delle Missionarie del San-tissimo Sacramento si sono intrec-ciate circa vent’anni fa quando Paolo, Eliana e don Domenico accettarono, per due anni, di te-nerci degli esercizi spirituali nei quali abbiamo potuto fare espe-

rienza di rinnovamento spirituale. Il nostro ordine è presente nelle Filippine con suor Rosanna Fave-ro che, circa 15 anni fa, ci scrisse chiedendoci aiuto per delle gio-vani di San Josè. Contemporanea-mente Paolo ed Eliana avevano messo a disposizione della Caritas dei contributi. La Caritas affi dò a Shalom il progetto della nostra missione e i misteriosi fi li si sono intrecciati.Nel 1994 Paolo ed Eliana si sono recati nelle Filippine per visitare l’isola di Mindoro e alcuni progetti che erano stati portati a termine (molti di questi progetti sono tut-tora in corso) e la collaborazione è continuata con altri progetti, con il Sostegno a Distanza (che ora con-

ta più di 600 bambini aiutati) e con l’aiuto a giovani che desiderano diventare missionarie e apparten-gono a vari paesi (Birmania, Indo-nesia, Vietnam).Dietro a numeri e cifre ci sono volti e vite che hanno trovato la dignità di persone.Dietro a numeri e cifre c’è forma-zione umana e spirituale.Dietro numeri e cifre c’è il Vangelo con l’annuncio di quei valori che il termine Shalom racchiude.Un vivo ringraziamento dal nostro istituto, dalle giovani in formazio-ne, dai bambini di suor Rosanna. Tutti pregano per voi e mi hanno chiesto di salutarvi: esprimono così la loro riconoscenza per i loro amici lontani

sapevano che sarebbero morti… e io non sapevo cosa fare per queste persone.Voglio ringraziare Shalom per l’aiuto, perché, grazie a voi, pos-siamo costruire una casa per que-ste persone e accompagnarle con dignità alla morte. Grazie ancora

a Paolo e Sara per la formazione spirituale e personale durante i nostri ritiri e per l’aiuto nella re-dazione dello Statuto della nostra comunità. È proprio quando sta-vamo perdendo la speranza che la Comunità Shalom è venuta a darci una mano

Testimonianze degli Ospiti

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Padre Tadeusz Skrzjpczjk’sFondatore della Comunità

Vita in Maria-Magnifi cat di Zory (Polonia)

Ho incontrato la Comunità Shalom a un meeting della

Fraternity. Dopo aver assistito ad un insegnamento di Gregorio, l’ho invitato a venire a trovarci in Polo-nia per tenere un ritiro alla nostra Comunità Vita in Maria-Magnifi cat, aperto anche ad altre persone. Gregorio ha accettato di buon grado l’invito ed è venuto con Rodolfo e abbiamo potuto speri-mentare, di nuovo, come la Parola di Dio è fuoco e le persone hanno potuto ricevere nuovamente que-sto fuoco.Grazie per questo e anche perché abbiamo sperimentato di essere fratelli e di sentirci come Chiesa. Credo che il “sentire cum Ecclesia” sia un vostro dono speciale e an-che guardando la vostra Rivista mi sono accorto che questo traspare dai vostri scritti. È molto importan-te servire Cristo nel dono di sentire con la Chiesa.Voglio congratularmi con voi perché siete dono speciale e vi auguro di proseguire in questo cammino. Ringrazio il Signore per voi e gli chiedo di benedire in modo nuovo l’amorevole servizio verso la Chiesa che esprimete nelle persone che incontrate

Dott. Bruno FronzaPresidente dell’Associazione Italia-Georgia

Vi ringrazio per quanto avete fatto in collaborazione con noi

in Georgia, paese devastato dalla guerra. Negli anni ‘90 sono stati molti gli scontri fra gruppi etnici e decine di migliaia di georgiani sono dovuti scappare a causa dei soprusi perpetrati alle minoranze dell’Abcazia. Ho incontrato Paolo che ha risposto a questa iniziativa per avviare dei corsi professionali,

per realizzare dei poliambulatori e dei panifi ci.Ringrazio tutti voi per la grande disponibilità ad esaminare situa-zioni diffi cili, sempre con amore e grande fratellanza.Mi congratulo per questi trent’anni e mi auguro che possiamo colla-borare ancora per aiutare il paese della Georgia che ha ancora tanto bisogno

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Cari fratelli e sorelle, la Parola di Dio proclamata stasera invita chiaramen-te alla pace, anzi, invita ad essere portatori della

pace, testimoni della pace; mentre la seconda lettura ci conferma che siamo presi dall’amore di Cristo. Papa Benedetto XVI, nella sua lettera per l’anno sacerdotale, ha invitato la Chiesa a vivere con co-raggio e creatività la testimonianza della vita cristiana. Tutta la Chiesa in quest’anno sacerdotale penserà, pregherà e rifl etterà sull’azione dei sacerdoti, anche se sappiamo che tutta la Chiesa è realtà sacerdotale: non è un club di chi ha le stesse idee, ma è realtà di sacerdozio regale derivante dal battesimo e dalla cresima.Un noto teologo ortodosso ha detto che lo scopo principale del

Clero e laici: uniti per la pace

Omeliadell’Archimandrita

Sergius Gajek

ministero del sacerdote è quello di far vivere ai laici il loro sacerdozio regale. A queste parole, non pos-siamo non pensare a don Dome-nico che ha celebrato la sua prima messa nel giugno del 1949 proprio in questa chiesa. Don Domenico è stato promotore della collabora-zione tra clero e laici, perché non fosse solo una collaborazione ope-rativa, ma una promozione della vocazione dei laici nella Chiesa.Con la parola “laico”, secondo l’eti-mologia, si indica ciascun membro del popolo di Dio. Quindi, tutti, anche i sacerdoti, sono laici perché fanno parte del popolo di Dio, po-polo che desidera testimoniare il Vangelo. Clero e laici insieme pos-sono dare testimonianza veritiera del Vangelo di Cristo. La Comunità Shalom ha colto bene, con il suo carisma, l’invito ad essere portatri-ce di pace, non solo parlandone, ma anche negli atteggiamenti, per essere protagonista della pace. Il protagonista, infatti, per primo fa qualcosa, si sforza in quello che può fare nella sua normalità, nella

sua quotidianità. La vita di tutta la comunità cristiana deve essere normale: questo vuol dire essere straordinari.Essere laici nella Chiesa non signifi -ca solo venire in chiesa, ma venire per portare un messaggio di pace, essere protagonisti e portatori del Vangelo della pace: è sentire con quelli che hanno bisogno di testi-monianza (parole e opere), è sen-tire e agire nello sforzo di vivere il Vangelo così.

Cari amici di Shalom, Paolo ed Elia-na hanno accolto per primi questo aspetto; portatelo avanti ora con la stessa freschezza. La Chiesa ha bisogno di questi laici, ha bisogno di persone partecipi del sacerdo-zio regale di Cristo.Voi, Comunità Shalom, celebrate il vostro giubileo all’inizio dell’anno sacerdotale e dentro l’anno di San Paolo: accogliete e fate vostro lo zelo instancabile della testimo-nianza dell’Apostolo per l’amore di Cristo. Questo sia per tutti noi un’urgenza!

Nella serata di sabato 20 giugno, nella Chiesa Collegiata di Santa Maria Assunta in Arco (Tn), ha avuto luogo una solenne Celebrazione Eucaristica presieduta dall’Archimandrita Ser-gius Gajek, Visitatore Apostolico ad nutum Sanctae Sedis per i greco-cattolici in Bielorussia. Nel corso dell’omelia, il presule

ha avuto modo di ricordare l’affi nità di intenti che ha portato ad un ami-chevole sodalizio con la Comunità Shalom.Hanno concelebrato i Vescovi ed i Sacerdoti ospiti, ed il Decano di Arco mons. don Luigi Amadori.

Clero e laici: uniti per la pace

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Alcuni momenti dell’incontro dei Vescovi e delegati dei Paesi ospiti con i responsa-bili della Comunità Shalom

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Saluto delle autorità

Presso il Centro Congressi Astoria Park Hotel di Riva del Garda (Tn), dopo la preghiera delle Lodi Mattutine, l’intensa giornata di domenica 21 giugno è stata aperta dal saluto del Sindaco di Riva del Garda, Sen. Claudio Molinari, e del Presidente della Provincia Autonoma di Trento, Lorenzo Dellai. Entrambi si sono

detti favorevolmente colpiti ed ammirati dai princìpi e dai valori che animano la Comunità Shalom e dalla conseguente attività in favore dei poveri del mondo. La Comunità stessa è stata defi nita una ricchezza ed un vanto per Riva del Garda e per tutto il Trentino con parole di encomio non formali, ma profondamente sentite (interventi che riportiamo inte-gralmente nelle pagine seguenti).

Tutti i Vescovi presenti - provenienti dalla Colombia, dal Congo e da parti diverse dell’India - hanno portato il saluto delle loro Diocesi, ricordando i primi contatti con l’Associazione Shalom Solidarietà Internazionale, poi trasformatisi in rapporti di amicizia e di fraternità con tutta la Comunità, cui sono grati di cuore per tutto ciò che è stato realizzato insieme e per quanto ancora sarà possibile per il futuro.

Ha preso, quindi, la parola S.Em. il Cardinale Stanislaw Rylko, Presidente del Pontifi cio Consiglio per i Laici, per la conferenza dal titolo “Istituzione e carisma nella Chiesa: co-essenzialità” di cui diamo completa relazione nell’inserto del presente numero della rivista. Le sue sono state parole di incoraggiamento e di preziosa linea guida per il futuro

Convegno Internazionale

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Alcuni membri della Co-munità Shalom con tutti gli ospiti stranieri pre-senti sono stati accolti dall’Amministrazione

Comunale nella mattinata di ieri. Ieri mattina c’era il mondo in quel-la sala!Ci riempie di orgoglio e soddisfa-zione il fatto che un’associazione della nostra comunità locale abbia radici sparse in tutto il mondo. Sento di dovere molto alla Comu-nità Shalom per i valori e gli ele-menti di rifl essione che spingono me e i miei collaboratori ad essere capaci di integrare la nostra attitu-dine all’accoglienza, non solo per un recupero economico, ma come dono gratuito. Voi ci insegnate questo ed è grande il merito per la comunità locale.Esprimo la mia grande gratitudine per la vostra esperienza fondata su valori inalienabili e inattacca-bili, esperienza che ci aiuta in un momento delicato che riguarda le relazioni interpersonali. A livello nazionale, in Parlamento, devo

assistere ad iniziative che mi ad-dolorano, spesso celate da termini bizzarri come respingimento, del tutto inadeguate ad un Paese civi-le e democratico. Così come sono fortemente preoccupato di scelte che, muovendo dalla necessità condivisibile di assicurare l’ordine pubblico, creano delle inaccettabili discriminazioni. L’apprezzamento e il rispetto della persona sono oggi defi niti, con un altro termine di nuovo uso, buonismo, che io in-vece chiamo civiltà. Voi, Comunità Shalom, ci siete di pungolo perché

Sen. Claudio MolinariSindaco di Riva del Garda

Grazie perché mettete le relazioni umane

al primo postoci insegnate che sono proprio le relazioni che aiutano cambiare le cose, che sono capaci di grandi trasformazioni. Siate sempre pun-golo per la nostra realtà comunale e nazionale!Oggi festeggiate i vostri trent’anni e la memoria va a quella fi gura pa-cifi ca che ha transitato molto spes-so nelle nostre strade: don Dome-nico Pincelli, che tanto ha dato alla nostra comunità, alla nostra chiesa locale, alla società locale. Vi giunga il mio grazie e il mio augurio per una splendida giornata

Convegno Internazionale

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Un saluto cordiale da parte mia e di tutta la Provincia.È bello condividere con voi questo momento

di festa. Si festeggia oggi un’espe-rienza straordinaria, segno di fi -ducia e speranza. È un’esperienza nata in questa comunità locale, ma capace di contaminare tante altre comunità. Avete il merito di averci messo in rete con tante comunità e mi sembra che siano quattro gli elementi del vostro carisma che sono di straordinaria attualità e importanza.Pace: una parola talvolta scontata e troppo usata. Con voi assume un signifi cato del tutto particolare: non solo di superamento di ogni divisione, ma di impegno, l’impe-gno concreto di chi costruisce la pace.

Carità: questa parola, fi ltrata attra-verso la vostra esperienza, indica condivisione e aiuto concreto. Gra-zie, Comunità Shalom, per l’appor-to fondamentale ad una dimensio-ne di cooperazione e aiuto: siete segno di speranza nel mondo e per il futuro attraverso la vostra condivisione personale.Comunità: questa parola signifi ca essere dentro un destino comu-ne; fi ltrata dalla vostra esperienza assume il signifi cato di un insieme di valori che contribuisce ad un passaggio fondamentale: dalla categoria dell’io a quella del noi. Comunità signifi ca ripristinare il principio di appartenenza, di con-divisione, di responsabilità gli uni verso gli altri.Formazione personale: assistiamo spesso all’enunciazione e alla proclamazione arrogante e lon-

Lorenzo DellaiPresidente della Provincia Autonoma di Trento, vice Presidente della Regione Trentino-Alto Adige/Südtirol

tana dall’esperienza personale di princìpi e valori. Voi, invece, intendete cambiare voi stessi per cambiare il mondo. La formazione umana, personale e spirituale è investimento che contribuisce a cambiare il mondo. Siamo grati ai fondatori, Paolo ed Eliana, e a chi sta animando l’esperienza del particolare carisma Shalom.Oggi, giorno del Sacro Cuore, ven-gono evidenziate le due facce del Trentino: quella spirituale, sociale, collettiva, nel radicamento delle tradizioni e quella di una globalità positiva che mette in rete.Proprio oggi, a Bolzano, i vescovi di Trento e Bolzano ricordano un antichissimo voto fatto al Sacro Cuore per difendere il territorio dalle truppe napoleoniche francesi che volevano cambiare le tradizio-ni del tempo. Qui con voi, Comu-nità Shalom, si vede il volto di chi mette in rete l’esperienza locale, che vive l’apertura come scambio di esperienze.Ecco il Trentino: grande radica-mento e grande apertura. In un Trentino fatto così si stanno svilup-pando esperienze straordinarie e di questo vi ringrazio.Assicuro il mio impegno a svi-luppare la nostra collaborazione anche se viviamo un momento di incertezza e inquietudine soprat-tutto per le giovani generazioni davanti a un mondo che cambia.La Comunità Shalom è esperienza di fi ducia; è dentro questa esperien-za che il grande mosaico del mon-do può guardare con speranza

Pace, Carità, Comunitàe Formazione:

attualità di un carisma

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Ogni intervento dei Vescovi ospiti è stato seguito da un momento musi-cale proposto dalla Corale della Co-munità Shalom, nella quale spiccava una nutrita presenza di giovani e ragazzi.

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Conferenza di S.Em. Card. Rylko

mati a rivivere il mistero di quel potente soffi o dello Spirito di cui la Comunità continua a vivere. Tutti voi che vi appartenete, siete testi-moni particolarmente qualifi cati della straordinaria abbondanza e diversità dei doni con i quali lo Spi-rito Santo continua ad arricchirvi e, tramite voi, continua ad arricchire la Chiesa. E la celebrazione del vostro trentennale è un’occasione privi-legiata per tornare a guardare con stupore alla meravigliosa diversità dei carismi che si palesa nell’unità della comunione ecclesiale. (…).

Qual è la natura profonda del rapporto tra istituzione e carisma nella Chiesa, un rapporto che nella storia ha conosciuto stagioni di-verse e a volte segnate da tensioni e crisi pericolose? (…) Il Concilio Vaticano II presenta la Chiesa come mistero di comunione e come icona della Santissima Trini-tà. Il disegno salvifi co del Padre dà origine alla missione del Figlio e trova la sua pienezza nell’eff usione dello Spirito. La Chiesa è quindi un popolo radunato dal Padre per mezzo del Figlio, nello Spirito San-to. In questo quadro trinitario, il Vaticano II ha posto in particolare evidenza il ruolo dello Spirito nella vita della Chiesa: Lo Spirito Santo guida la Chiesa verso la verità tutta intera (cfr. Gv 16,13), la unifi ca nella comunione e nel servizio, la costrui-

sce e la dirige mediante i diversi doni gerarchici e carismatici, la arricchi-sce dei suoi frutti (cfr. EF 4, 11-12; 1Cor 12,4; Gal 5,22)”1. Anzitutto va notato che per il Concilio – come prova questo testo magistrale -, sia la gerarchia sia i carismi scatu-riscono dalla medesima fonte che è lo Spirito Santo; anzi, la gerarchia altro non è che uno dei carismi. Tutta la Chiesa, quindi, è in realtà carismatica. (…).

Nel suo magistero e nella sua prassi pastorale il servo di Dio, Giovanni Paolo II, ha riservato un posto di rilievo alla dottrina conci-liare sulla dimensione carismatica della Chiesa. (…) Il servo di Dio ha sottolineato in vari modi che «lo sviluppo della comunità ecclesiale non dipende unicamente dall’istitu-zione dei ministeri e dei sacramenti, ma è promosso anche da impreve-dibili e liberi doni dello Spirito, che opera anche al di là di tutti i canali

1 CONCILIO ECUMEnico Vaticano II, Co-stituzione dogmatica sulla Chiesa Lumen Gentium, n. 4.

Istituzione e carisma nella Chiesa:

co-essenzialità

Sintesi della Conferenza*Papa Benedetto XVI all’Agorà dei giovani - Loreto 2007 – facendo riferimento al centro e alla perife-ria, ha detto: “…si parla spesso nella Chiesa di periferia e di centro, che sarebbe Roma, ma in realtà nella Chiesa non c’è periferia, perché dove c’è Cristo, lì c’è tutto il centro”. Nella Comunità Shalom c’è il Centro, c’è Cristo; non siete in periferia, siete nel cuore della Chiesa, che conta su di voi nei prossimi anni. (…).

Vorrei rifl ettere insieme a voi sul signifi cato della straordinaria fi o-ritura di movimenti ecclesiali nella Chiesa dei nostri tempi. Da un lato, per il bisogno che oggi si avverte di una seria rifl essione teologica e pastorale sulla natura e il ruolo di questi “doni” che lo Spirito Santo continua a elargire con abbondan-za. E, dall’altro, perché la “maturità ecclesiale” auspicata dal servo di Dio Giovanni Paolo II per i movi-menti e nuove comunità comporta da parte loro un approfondimento permanente della propria identità, esige che essi si pongano costan-temente la domanda: Chi siamo nella Chiesa e per la Chiesa? (…).

Ricordando in questi giorni le ori-gini di Shalom – l’indimenticabile Pentecoste del 1979 -, siamo chia-

*Per il testo integrale si veda l’inserto allegato Quaderni di Formazione, 1

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stabiliti. Per questa elargizione di grazie speciali si rende manifesto che il sacerdozio universale della comunità ecclesiale viene guidato dallo Spirito con una libertà sovra-na (“come a lui piace”, dice San Paolo: 1Cor 12,11), che spesso stupi-sce»2. La Chiesa ha bisogno in tutti i tempi della novità di questi doni profetici dello Spirito. Ma, aggiun-geva papa Wojtyla – delineando così un principio pedagogico pre-zioso sia per la vita dei movimenti ecclesiali e delle nuove comunità, sia per i loro stessi rapporti reci-proci - «nessuno può pretendere di ricevere tutti i carismi, né permet-tersi di invidiare i carismi degli altri. Il carisma di ciascuno deve essere rispettato e valorizzato per il bene del Corpo»3.

Momento decisivo nel riconosci-mento dei doni dello Spirito è la verifi ca della loro autenticità, un processo di discernimento dal quale nessun carisma può ritenersi esentato. Il Concilio dà in propo-sito una indicazione importante seppur generica: «Il giudizio sulla loro [dei carismi] genuinità e sul loro ordinato esercizio compete a chi nella Chiesa ha il compito di presiedere; essi non devono estin-guere lo Spirito, ma esaminare tutto per ritenere ciò che è buono» (cfr. 1Ts 5,12.19-21)4. Il processo di di-scernimento dei carismi è quindi compito specifi co dell’istituzione ecclesiale, alla quale spetta la pa-rola decisiva sulla loro autenticità. In caso contrario, e non è diffi cile immaginarlo, la Chiesa avrebbe corso il rischio di trasformarsi in un insieme ingovernabile di esaltati e in un coacervo di soggettivi-smi fuorvianti e pericolosi. Qui si evidenzia di nuovo il carattere circolare del rapporto istituzione/carisma, il legame organico esi-

2 GIOVANNI PAOLO II, Discorso dell’udien-za generale, “Insegnamenti” XV, 1 1992, pp. 1933-1934.

3 Ibidem.4 CONCILIO ECUMENICO VATICANO II, Costitu-

zione dogmatica sulla Chiesa Lumen Gentium, n. 12.

stente tra queste due componenti costitutive della Chiesa. (…).Come nasce un movimento ce lo spiega il servo di Dio Giovanni Paolo II nella Christifi deles laici: «Anche ai nostri tempi – egli scrive-va – non manca la fi oritura di diversi carismi tra i fedeli laici, uomini e donne. Sono dati alla persona sin-gola, ma possono anche essere con-divisi da altri e in tal modo vengono continuati nel tempo come una preziosa e viva eredità, che genera una particolare affi nità spirituale tra le persone»5. Gli elementi costitutivi

5 GIOVANNI PAOLO II, Esortazione apo-stolica Christifi deles laici, n. 24.

di un movimento ecclesiale sono quindi tre:a) Il carisma sorgivo, dono gratui-

to dello Spirito dato per il bene della missione della Chiesa, che si rivela fonte di una novità stupefacente;

b) La persona del fondatore al quale il carisma viene affi dato per essere poi condiviso da altri;

c) L’affi nità spirituale che la par-tecipazione allo stesso carisma genera tra le persone, facendo nascere un movimento. (…).

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Il riconoscimento di un movimen-to o di una comunità da parte della Chiesa è sigillo che viene ad autenticare la genuinità del suo carisma sorgivo e per quanti l’ac-colgono signifi ca garanzia e cer-tezza di camminare su una strada giusta e sicura. Ma questo ricono-scimento, più che come traguardo, va inteso come tappa dalla quale ripartire. Da questo atto uffi ciale della Chiesa che li conferma, i movimenti devono trarre forza per riaccogliere con gratitudine e senso di responsabilità il dono del proprio carisma. E devono trarre stimolo ad approfondire sempre

più la ricchezza spirituale del dono ricevuto, tornando costantemente alle fonti, cioè alla persona del fondatore e all’evento che ha dato loro origine. Nella vita di un mo-vimento, la memoria deve quindi avere un posto di rilievo, perché è essa che alimenta la fedeltà al ca-risma. Nessun fondatore pensa di esserlo all’inizio; nessun fondatore pensa mai di fondare qualcosa! Il carisma è un dono da accogliere ed è un motivo di stupore, prima che per chiunque altro, proprio per la persona alla quale è off erto. Inoltre, dato “per intero” fi n dalle origini (racchiude dentro di sé tutto il progetto dello Spirito), si rivela a noi – anche se fondatori – in tutta la sua ricchezza spirituale solo gradualmente e lungo una storia cadenzata da modi e ritmi scelti da lui, dal datore di “ogni dono perfetto”. La vita di tanti mo-vimenti ecclesiali dimostra come generazioni che si susseguono possano scoprire nei loro carismi originari contenuti sempre stupe-facentemente nuovi.Comunità Shalom, non pensia-te di sapere già tutto sul vostro carisma, perché il Signore usa la legge della gradualità: oggi state scoprendo delle cose che non vi immaginavate qualche anno fa e le generazioni future saranno meravigliate di scorgere qualcosa che voi, oggi, non avete ancora

conosciuto. Lo Spirito Santo vi riserva ancora molte scoperte e sorprese, perché il carisma è sem-pre in evoluzione. (…).

Giovanni Paolo II non cessava di ribadire in vari modi che i movi-menti sono un dono dello Spirito Santo e motivo di speranza per la Chiesa e per il mondo. E, a questo riguardo, non esitava a parlare addirittura di “co-essenzialità” tra dimensione istituzionale e di-mensione carismatica. Diceva nel lontano 1987: «Nella Chiesa, tanto l’aspetto istituzionale, quanto quel-lo carismatico, tanto la gerarchia quanto le associazioni e i movimenti di fedeli, sono coessenziali e con-corrono alla vita, al rinnovamento, alla santifi cazione, sia pure in modo diverso e tale che vi sia uno scambio, una comunione reciproci»6. (…).

Né esita a riprendere l’aggettivo “co-essenziali” il Santo Padre Bene-detto XVI, il quale spiega che «nel-la Chiesa anche le istituzioni essen-ziali sono carismatiche e dall’altra parte i carismi devono in un modo o nell’altro istituzionalizzarsi per avere coerenza e continuità»7. Che cosa signifi ca, allora, questo aggettivo? Vuol dire una decisa valorizzazio-ne della dimensione carismatica della Chiesa, piuttosto in ombra nella prassi preconciliare. (…).Il termine “co-essenziali” signifi ca che il rapporto tra queste due dimensioni non è un rapporto dialettico tra due parti in contrap-posizione tra loro, bensì un rap-porto organico, complementare, simbiotico. (…).Giovanni Paolo II ribadiva che «non c’è opposizione fra carisma e istitu-zione, perché è l’unico Spirito che con diversi carismi anima la Chiesa. I doni spirituali servono anche al-

6 GIOVANNI PAOLO II, Ai movimenti eccle-siali riuniti per il II Colloquio interna-zionale, “Insegnamenti” X, 1 (1987), p. 478.

7 Cfr. BENEDETTO XVI, Discorso ai parte-cipanti al pellegrinaggio di Comunio-ne e Liberazione in occasione de 25° anniversario del riconoscimento pon-tifi cio, “Insegnamenti” III 1 (2007), p. 558.

Conferenza di S.Em. Card. Rylko

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l’esercizio dei ministeri […]. In questo senso si può dire che la Chiesa è una comunità di carismi»8. E Benedetto XVI fa quasi eco a queste parole quando aff erma che «le Chiese locali e i movimenti ecclesiali non sono in contrasto fra loro, ma co-stituiscono una struttura viva della Chiesa»9.

Quale immagine di Chiesa emerge da questo quadro? È una Chiesa al tempo stesso contemplativa e missionaria, che cammina nella storia con lo sguardo fi sso sul vol-to di Cristo, sorgente inesauribile del suo ardore e del suo impeto missionario. È una Chiesa, alla quale i nostri tempi lanciano sfi de drammatiche e i cui fi gli cono chia-mati alla conversione del cuore permanente cioè abbandonare la logica umana del successo e del

8 GIOVANNI PAOLO II, Discorso all’udienza generale, cit., p. 1937.

9 BENEDETTO XVI, Incontro con i vesco-vi della Germania, “La traccia” 7/8 (luglio-agosto 2005), p. 345.

«fare per fare»10 per scegliere la logica dello Spirito, cioè la logica del «primato della grazia»11. È una Chiesa, infi ne, che vive un “nuovo avvento cristiano”, una «primavera dello Spirito»12. Mi piace allora concludere con le

10 GIOVANNI PAOLO II, Lettera apostolica Novo millennio ineunte, n 15.

11 Ibidem, n. 38.12 Ibidem, n. 46.

signifi cative parole di un teologo: «Non solo il presente […] ma anche, e forse ancora di più, il futuro si presenta come tempo del carisma, a ricordarci che in realtà il tempo della Chiesa è sempre tempo dello Spirito»13

13 L. SARTORI, “Carismi”, in G. BARBAGLIO-S. DIANICH (a cura di), Nuovo Dizionario di Teologia, Edizioni San Paolo, Cini-sello Balsamo (MI) 1988, pp. 107-108.

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36Interventi

dei Vescovi ospiti

Ricevete i saluti della dio-cesi di Ouesso in Congo.Noi siamo una delle dio-cesi della grande regione forestale del Congo, quel-

la che viene chiamata “polmone del mondo”.La nostra relazione con la Comu-nità Shalom è cominciata con suor Rita Panzarin e le sue consorelle Missionarie Francescane del Sa-cro Cuore. È stata prima di tutto un’esperienza spirituale tra Shalom e la missione della Congregazione di suor Rita che ha come carisma la preghiera, il ministero pastorale, l’attività educativa, l’assistenza ai più poveri: è questo quello che Shalom ha voluto realizzare con le suore della Missione di Sembè.Ma la più bella illustrazione con-creta di questa collaborazione è la costruzione del Centro Medico dedicato a don Domenico Pincelli. La preparazione, per arrivare fi no a questo punto, è stata lunga. Le suore sono arrivate a Sembè dal Camerun nel 1994 e subito si sono messe ad accudire i bisognosi che vivevano nelle baracche di legno.Dal 2007 Sembè dispone di un centro sanitario di alta qualità tecnologica, composto da: sala di

accoglienza malati, sala di consulto e di laboratorio, blocco operatorio, sale per le radiografi e e le ecogra-fi e, deposito di farmaci, servizio di medicina generale, maternità. È capace di accogliere 40 persone in camere a due letti. Tutto questo nel pieno della foresta equatoriale!L’urgenza del Centro è ora quella di avere un medico chirurgo sta-bile; ci sono delle diffi coltà perché siamo lontani dalla capitale e le condizioni di vita a Sembè sono diffi cili ed esigenti.Nel giorno dell’inaugurazione era presente anche il Nunzio Apostoli-co che ha benedetto la struttura e ha defi nito questa costruzione un monumento di fede, di amore e di speranza. Abbiamo messo l’ospe-dale nelle mani di Dio, lo abbiamo affi dato alla Sua azione di grazia, affi nché compia grandi opere.Ricordiamo spesso alla popolazio-ne che il Centro è un impegno che esige la responsabilità di tutti. Una persona beneamata diceva: Oggi, come domani, bisognerà essere degni di questo centro medico.Vogliamo ringraziare tutti i bene-fattori e voi della Comunità Sha-lom, perché questo ospedale ci introduce nella mo-

dernità e la sua importanza sarà ancora più grande con la costru-zione della strada che partirà dal Camerun e giungerà fi no in Congo da parte della Comunità Economi-ca dell’Africa Centrale.Ringrazio la Comunità Shalom an-che per aver recentemente accolto l’appello che ho rivolto a nome della Conferenza Episcopale del Congo di fi nanziare la costruzione di una cisterna d’acqua piovana per il Seminario Propedeutico (pri-mo anno di iniziazione alla forma-zione sacerdotale) che dovrebbe essere aperto agli inizi del mese di ottobre di quest’anno. Per l’avvenire, auspico che la collaborazione con la Comunità continui soprattutto sul versante dell’accompagnamento spirituale, attorno al vostro carisma di ri-conciliazione e pace nella gioia. Il nostro paese, come molti altri, ha lungamente conosciuto confl itti. Siamo una terra di prima evan-gelizzazione, perché i credenti in Gesù non rappresentano nean-che un quarto della popolazione della nostra diocesi: la grande maggioranza delle persone vive ancora nelle credenze locali. È tanto il lavoro che ci aspetta, ma confi diamo nella vostra preghiera e nella vostra solidarietà sperando di poter sviluppare ancora con voi queste alleanze che abbiamo già iniziato grazie alle nostre suore. Ancora grazie per tutto!

mons. Yves Marie Monot

Vescovo di Ouesso (Congo-Brazzaville)

Interventi dei Vescovi ospiti

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Un saluto di pace e bene a tutti!Ho sempre creduto che il nostro Dio, il Dio dei cristiani, non è il

Dio delle cose diffi cili (siamo noi a dover fare le cose diffi cili): Lui è il Dio delle cose impossibili! Ciò che non è possibile per l’uomo è pos-sibile a Dio e non c’è confi ne per la nostra speranza. Ringrazio Dio che ha messo Shalom sulla mia stra-da, senza cercarla (non ho capito come, ma è successo proprio così!).Sono consapevole che la solidarie-tà è molto importante per un pae-se come la Colombia, ma prima c’è un’altra esperienza ancora più importante da fare: quella della fede. Non solo noi siamo solidali (ci sono tante associazioni che fan-no del bene), ma noi siamo solidali per la nostra fede; è la nostra fede che ci porta là dove c’è bisogno, ed è con la fede che possiamo off rire soluzioni ai problemi del-l’uomo di oggi. Il problema eco-nomico non è il più importante: le diffi coltà dell’uomo riguardano i beni, gli aff etti, il proprio io e fi n là deve arrivare il Vangelo. Se non

giungiamo fi no a questo punto, siamo solo a metà strada e non possiamo dire di essere cristiani. Questa è l’opera che Dio vuole fare in noi e con noi, la Sua opera. Dio non vuole agire senza di noi.Qual è oggi il più grande proble-ma? Credo sia la corruzione del-l’intelligenza (ce ne parla anche il profeta Isaia al capitolo 5). E la madre di tutte le corruzioni è que-sta: chiamare male il bene e bene il male. Solo avendo come punto di riferimento il Vangelo possia-mo capire esattamente dove c’è il bene e dove c’è il male: conoscere l’amore di Dio è proprio questo. Nella mia diocesi ci sono parecchie diffi coltà e quando sono stato nominato vescovo, cinque anni fa, con me erano cambiate tutte le autorità: il governatore, il sindaco, il capo della polizia… tutti.All’inizio del mio mandato ho cre-duto bene di fare un incontro per parlare dei problemi della nostra zona e tutte le persone che avevo convocato mi hanno messo davan-ti un sacco di diffi coltà. Io ero stato sottosegretario dell’Uffi cio per la Cultura a Roma per dieci anni e la nomina a vescovo mi aveva riportato nella mia città natale, Armenia. Conoscevo tutti i muri della mia città, ma non conoscevo la mentalità della mia gente. Così mi hanno parlato, ad esempio, della prostituzione dei bambini (io non pensavo fosse questa la realtà della mia città!). Dopo tanto parla-

Mons. Fabio Duque Jaramillo

Vescovo di Armenia, Quindìo (Colombia)

re, abbiamo deciso che ci sarem-mo ritrovati il venerdì seguente e che la polizia avrebbe fatto un controllo per vedere cosa succe-deva nei giorni che ci separavano da quell’appuntamento. Ebbene, erano stati portati alla Centrale di Polizia, in solo pochi giorni, 37 ragazzi e ragazze tra i 9 e i 13 anni. Ma il peggio doveva ancora venire! Infatti, quando sono stati chiamati i genitori di quei ragazzi, essi han-no detto che erano completamen-te d’accordo con ciò che facevano quei bambini.Allora il più grosso problema della mia città non è tanto la povertà, ma le conseguenze della nostra menta-lità. Credo sia essenziale cambiare mentalità e per questo ho chiesto a Shalom che non venisse in Arme-nia solo con la solidarietà, ma con l’annuncio del Vangelo soprattutto alle coppie (e, quindi, alle famiglie) e alla gioventù.Ciò che io cerco in Shalom non è solo la solidarietà: cerco una comunità che sia madre della so-lidarietà. Non è possibile annun-ziare il Vangelo senza la Parola di Dio, senza la liturgia, senza la vita comunitaria. Tutta la storia della Chiesa ci insegna che queste tre realtà devono andare insieme; senza tutto questo non è possibile alcun cambiamento di mentalità, cambiamento che deve partire prima di tutto dai sacerdoti. Un tale cambiamento ci fa credere nel Dio dell’impossibile!

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Carissimi, vi ringrazio dal profondo del cuore per il bene che avete dimostrato durante que-st’anno a me e alla mia

diocesi; e vi porgo i migliori auguri e il mio grazie per avermi invitato.Lasciate che inizi con la storia della mia diocesi che si chiama Kum-bakonam (kumba signifi ca tempio e konam signifi ca angolo – quindi angolo dei templi, infatti, in ogni angolo ci sono templi indù). La mia diocesi ha 110 anni di vita, ma io sono vescovo solamente da un anno, sono un baby-vescovo.I problemi principali della mia dio-cesi sono: la povertà, l’ignoranza, la mancanza di salute, di ricono-scimento dei diritti umani, la man-canza di educazione e formazione, la scarsità di motivazione per i gio-vani. Ci sono molte istituzioni che si occupano dell’educazione dei bambini, ma con la scuola cattolica non possiamo dare suffi ciente edu-cazione per i poveri. Spesso si nota-no degli studenti brillanti che supe-rano gli esami della scuola media secondaria, ma non possono prose-guire gli studi a causa della povertà. Penso sia arrivato il momento per la diocesi di provvedere agli studi professionali dei poveri e costituire una comunità di educatori laici. Essi potrebbero fare da ponte tra la Chiesa e il governo e questo è ciò in cui la nostra diocesi crede. Sono convinto che il futuro del mondo non sarà nelle mani dei ric-chi, ma degli educatori dei giovani.Un giorno un ricco indiano venne in Italia, non sapeva leggere bene l’italiano, ma lo sapeva parlare un po’. Aveva fame, voleva mangiare qualcosa di solido ed entrò in un ristorante. Il cameriere gli diede il menù e lui segnò l’ultima cosa che vide senza capire cosa fosse. Il ca-

meriere disse che non era possibi-le dargli quello che aveva chiesto. L’uomo disse che aveva abbastan-za soldi per comprarla. Il cameriere rispose nuovamente di no e, dopo varie insistenze, sia da una parte che dall’altra, il cameriere gli disse che non poteva portargli quanto aveva chiesto, perché quello che il ricco aveva indicato era il nome del titolare del ristorante. Questa piccola storia sottolinea l’importanza dell’educazione: non c’è valore migliore dell’educazio-ne. Shalom ha portato l’educazio-ne nella mia diocesi costruendo scuole che servono come centri di conoscenza e di amore. Paolo VI diceva che tutte le istituzioni cat-toliche devono portare la cultura dell’amore.La Comunità Shalom porta l’amore anche costruendo cappelle e chie-se nelle nostre parrocchie in India, che qualcuno dice essere vuote, ma non è così.Grazie a Dio questo non è il caso della nostra diocesi: le nostre chie-se sono sempre piene di persone. Voglio concludere ringraziando Shalom per come ci ha aiutato nel-le nostre necessità di base. Questa bellissima famiglia si è fatta vicina per aiutare i poveri e per sostenere gli studenti meritevoli nel miglio-rare la loro cultura.A Dio voglio rivolgere questa preghiera per Shalom usando le parole di una vostra canzone: We’re travellers in this world, we can’t just sit and watch the things that happen all around like a movie on screen (Noi siamo viaggiatori in questo mondo, ma non possiamo sedere e guardare le cose che ac-cadono attorno come un fi lm sullo schermo).Dio possa continuare a sorridervi nelle vostre necessità e vi benedica

Mons. Francis AntonysamyVescovo di Kumbakonam, Tamil Nadu (India)

Vi sono molto grato per avermi invitato. Ho avuto l’occasione di venire fra voi qualche giorno fa e sono molto contento

anche di questo, perché ho potuto conoscere un grande numero di famiglie della comunità.Ho incontrato Shalom attraverso padre Sathya, mio e vostro grande amico, e posso dire che dal 2003 sono, in qualche modo, unito alla Comunità. L’Associazione ha contribuito concretamente alla costruzione di una scuola elemen-tare nella mia diocesi e sono qui per dirvi il mio grazie per quanto avete fatto. Sono davvero tante le necessità della mia terra, ma non è questo il momento di annunciarle.Ciò che ci unisce è in principal modo la relazione. Stando qui ho avuto modo di percepire la vita della Comunità Shalom che è un’organizzazione di persone a vari livelli: accanto alle persone adulte, ci sono molti giovani e anche bambini che sono l’anima futura di Shalom.Sono qui per augurarvi un futuro che prosegua sulla strada della carità, della condivisione con le altre persone, della gioia. Dio vi benedica!

Interventi dei Vescovi ospiti

Mons. Gabriel KujurVescovo di Daltonganj, Jharkhand (India)

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È un privilegio per me esse-re qui nella celebrazione del 30° Anniversario della Comunità Shalom; colgo l’occasione per ringraziare

Paolo ed Eliana che mi hanno dato l’opportunità di essere qui con voi. Sono orgoglioso della collabora-zione con Shalom, perché questa comunità è fondata sulla presenza di Dio, sulla preghiera, sull’evan-gelizzazione, tutto nel servizio ai poveri. Come indiano queste cose mi sono molto care.Sono il primo vescovo della dio-cesi di Chingleput, che è nata

Mons. Antonisamy NeethinathanVescovo di Chingleput, Tamil-Nadu (India)

solamente nel 2002 e conosco Shalom grazie a padre Sathya, mio e vostro caro amico. Grazie a voi sono state realizzate, nella mia zona, 30 casette per altrettante famiglie dalits (coloro che appar-tengono alla casta più bassa) che ora possono vivere con rispetto e dignità.Molti sono i problemi dell’India, ma la minaccia più grave è rap-presentata dal sistema delle caste, perché gli esseri umani si fanno Dio e non rispettano gli altri es-seri umani che, spesso, sono trat-tati come animali. Gesù, nel suo ministero, è andato verso i poveri e ha lavorato affi nché venissero liberati. Apprezzo il servizio della Comunità Shalom, perché mette in atto concretamente la stessa volontà di liberazione, per dare dignità umana a molte persone. Nella mia diocesi tutti pregano per voi e vi mandano i loro saluti e i loro ringraziamenti

Sono lieto di partecipare a questa celebrazione e rin-grazio la Comunità per la nostra collaborazione che sta durando da anni.

Ho conosciuto Shalom e il suo cari-sma di apertura al mondo, qualche anno fa a Fatima. Da allora è stato realizzato, nella città di Vitebsk in Bielorussia (dove sono Visitatore Apostolico da quindici anni) un Centro di Formazione chiamato Eirenaios (nome greco che signifi ca “pacifi co”, ma è stato attribuito an-che in ricordo di S.Ireneo, grande Padre della Chiesa ed educatore).In Bielorussia non possiamo avere scuole cattoliche, ma già da tempo cercavo una collaborazione per avviare un centro di educazione e formazione alla riconciliazione, al dialogo interculturale e alla pace. È stata ristrutturata e ampliata una vecchia casa dove, già da alcuni

anni, veniva svolto un lavoro di accoglienza, formazione e assi-stenza sociale. Eirenaios è, quindi, un centro di promozione e di for-mazione catechetica, ma anche di educazione ai leader, nello spirito del dialogo.Vitebsk è una cittadina a nord-est della Bielorussia e si trova in una zona culturale multilinguistica. La casa serve, quindi, a svariati usi: ha una cappella e sale per riunioni, ma off re l’opportunità anche di accoglienza a ragazzi di strada o universitari che non hanno una dimora.Si sta pensando ora alla realizza-zione di un uffi cio nella capitale Minsk che può essere importante per dei contatti ecumenici e per radunare delle persone impegnate nel lavoro sociale, sempre nello spirito ecumenico. Voi conoscete il responsabile del

Centro Eirenaios e parroco a Vi-tebsk, padre Dimitri, e sua moglie Inessa (che ha terminato il Master in Psicologia, grazie ad una borsa di studio di Shalom) e conoscete anche padre Alexander, che è responsabile di volontari che si occupano di anziani, handicap-pati mentali e fi sici. Vitebsk conta 300.000 abitanti, ma le strutture sociali sono scarse. Il gruppo di volontari nel sociale riceve una formazione teorico-pratica e fi -nalizzata a riscoprire il valore del Vangelo della pace.Questa mia testimonianza sotto-linea l’importanza degli incontri con Shalom

Archimandrita Sergius GajekVisitatore Apostolico ad nutum Sanctae Sedis per i greco-cattolici in Bielorussia

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La solenne Celebrazione Eucaristica di ringraziamento

Nel pomeriggio di do-menica 21 giugno, nel-la Chiesa parrocchiale di San Giuseppe di Riva del Garda, una solenne

Eucaristia ha chiuso la tre giorni di cerimonie per il 30° Anniversario di Fondazione della Comunità.Ha presieduto S.Em. il Cardinale Stanislaw Rylko, con la concelebra-zione di S.E. Mons. Luigi Bressan, Arcivescovo di Trento, e di tutti i vescovi ed i sacerdoti ospiti, oltre a molti sacerdoti della diocesi.Dell’omelia riportiamo il testo integrale nell’inserto allegato alla rivista.

Le semplici, ma calorose parole rivolte all’assemblea dall’Arcivesco-vo Bressan hanno denotato, an-cora una volta, come Egli segua il cammino della Comunità Shalom con attenzione e col cuore colmo di paterno compiacimento.

I cofondatori e Presidenti Paolo ed Eliana Maino hanno poi rivolto un saluto riconoscente a tutti, con profonda gratitudine per il calore, la spontaneità e l’aff etto, oltre che per l’incoraggiamento e lo stimolo per il futuro

La solenne Celebrazione Eucaristica di ringraziamento

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L’Arcivescovo di Trento S. E. Mons. Luigi Bressan: in alto con Eliana e Paolo Maino, cofondatori della Comunità Shalom;al centro con S.Em. il Cardinale Stanislaw Rylko e il Vescovo di Armenia S.E. Mons. Fabio Duque Jaramillo;in basso con alcuni membri della Comunità Shalom.

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«Rendete grazieal Signore,

il suo amoreè per sempre!»

(Sal 106)

1. La Comunità Shalom celebra oggi con grande gioia il trentesi-mo anniversario della sua fonda-zione. Una ricorrenza importante che viene a porre una pietra milia-re nella sua vita e che è al contem-po kairos, un tempo speciale, un tempo di grazia. Come non lodare il Signore per la Sua grandezza, per la Sua fedeltà, per il suo amore

verso di noi che non ha limiti! Egli non delude mai! Veramente “il Suo amore è per sempre”! Tutta la vostra storia ne è conferma e voi ne siete testimoni...Come vivere allora questa festa? In primo luogo, essa dovrebbe essere colta come occasione privilegiata per ripercorrere idealmente la storia della vostra Comunità, facendo me-moria con gratitudine degli eventi che l’hanno costruita, delle tappe che l’hanno segnata e, soprattutto, delle meraviglie che vi ha operato il Signore (cfr. Giovanni Paolo II, Novo millennio ineunte, n. 1).

Nella vita di una comunità, la memoria delle origini è fonda-mentale, imprescindibile, perché ne fa crescere e ne rinsalda il sen-so d’identità: chi siamo? Qual è la nostra vocazione nella Chiesa? Alle origini, il carisma fondativo di una comunità appare più chiaro, più trasparente, come l’acqua alla sorgente. Allora, torniamoci alle origini di Shalom, cioè a quella indimenticabile Pentecoste del 1979 (…). Il Signore cominciò a svelare il Suo disegno su di voi attraverso le persone dei fonda-tori: non tutto e non subito, ma

Omelia diS. Em. Card.

Stanisław Rylko

Omelia

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gradualmente, poco per volta… E voi, docili alla guida dello Spiri-to Santo, e accompagnati da un gruppo sempre più numeroso di amici, siete andati facendo importanti scoperte: la bellezza della Parola di Dio, la vita comu-nitaria come luogo indispensabile di crescita umana e cristiana, la centralità dell’Adorazione Eucari-stica, la missione che si fa comu-nicazione della Misericordia di Dio e solidarietà con i poveri. Si delineava in questo modo sempre più chiaramente il carisma sorgivo della Comunità, racchiuso nella parola “Shalom” e così descritto nel vostro Statuto: «Il carisma della Comunità Shalom è la pace vissuta come impegno e gioia nella solida-rietà con i poveri del mondo e nella ricerca di rapporti riconciliati nella propria quotidianità, stato di vita e professionalità» (art. 1). Quindi, tre parole chiave: pace, gioia e carità. “Pace soprattutto attraverso il perdono”, la gioia di chi “pensa bene” e la carità perché “tutto ci è stato dato e tutto va dato”... È un traguardo alto, esigente, per cristiani adulti, per uomini e don-ne di fede matura, coerenti. Non a caso, perciò, Shalom è così for-temente impegnata nell’opera di formazione dei propri membri.Fin dall’inizio la Comunità Shalom si è messa a servizio della missio-ne della Chiesa e la Chiesa – nella persona dell’allora arcivescovo di Trento, Sua Eccellenza Mons. Giovanni Maria Sartori –, dopo un adeguato discernimento, il 31 maggio 1997 le ha dato un rico-noscimento canonico uffi ciale. Quel riconoscimento, accolto con gioia e gratitudine e che è stato un importante sigillo dell’autenticità e genuinità del carisma sorgivo di Shalom, ha segnato un nuovo ini-

zio... Il piccolo granellino di senapa è cresciuto in fretta e con le sue iniziative di carità solidale ha supe-rato presto e coraggiosamente pri-ma i confi ni di Riva del Garda, poi quelli dell’arcidiocesi di Trento e infi ne quelli italiani... Quanti frutti avete generato in questi trent’an-ni! Grazie a voi, quante vite sono cambiate, quanti battezzati hanno incontrato Cristo e scoperto la bellezza di essere cristiani, quante famiglie rinnovate, quanta fantasia missionaria e quanto zelo missio-nario liberati in giovani e adulti, quante opere di solidarietà... Per tutti questi frutti noi oggi rendia-mo grazie al Signore. Per questi frutti oggi la Chiesa vi ringrazia.

2. Celebrare nella fede un anni-versario vuol dire anche vivere il

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presente con rinnovata passione. Che cosa signifi ca questo, nella vita di una comunità come la vo-stra? Il tempo della celebrazione, l’abbiamo detto, è kairos – tempo speciale, tempo di Dio. Shalom, allora, deve saper cogliere questo momento di grazia per rinvigorire l’ardore e lo slancio missionario che pone al servizio della Chiesa (…).Confi do, dunque, che la celebra-zione di questa importante ricor-renza sia per tutti voi occasione propizia per riscoprire le ricchezze del carisma sorgivo di Shalom e per riaccoglierlo con rinnovato stupore e senso di gratitudine. Esso è il vostro tesoro più prezioso, alimento della vostra vita persona-le e comunitaria, una straordinaria risorsa evangelizzatrice, una fonte inesauribile di quella “fantasia missionaria” di cui oggi la Chiesa ha tanto bisogno. Questa festa è un richiamo forte a viverlo con rin-novata fedeltà, perché il carisma non è una teoria, ma vita. Ed è un richiamo forte a viverlo nell’umile e generoso servizio della missione della Chiesa. San Paolo nella se-conda lettura che abbiamo ascol-

tato ci incoraggia così: «L’amore di Cristo ci spinge […] perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risuscita-to per loro […] se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate; ecco ne sono nate di nuove» (2Cor 5,14-17). Uno che è rinato in Cristo non può che grida-re con l’Apostolo delle genti: «Guai a me, se non predicassi il Vangelo» (1Cor 9,16).

3. In questo giorno, infi ne, dobbia-mo guardare al futuro con rinno-vata speranza (…).Nella vita le prove sono inevitabili. Spesso ci colgono di sorpresa e ne siamo spaventati, come gli apo-stoli. Ebbene, oggi Gesù ci off re l’arma sicura per aff rontarle: la fede! Una fede che è affi damento totale della nostra vita al Signore, porsi nelle sue mani: perché Egli è potente, è fedele, ci ama. (…) Costruiamo, dunque, il nostro futuro sulla roccia che è Cristo, non sulle nostre certezze umane. Chi costruisce sul fondamento di Cristo può guardare al futuro con sincerità, anche se è in mezzo alla

tempesta. Ed è questo il nostro au-gurio alla Comunità Shalom di Riva Del Garda per il suo trentesimo di anniversario: che sappia fondare proprio così il suo presente e il suo futuro. Siate sempre profeti di speranza, della “grande speranza” che non delude mai!

Omelia

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45Saluti dal mondo

Dalle Filippine“Dio abbia pietà di noi e ci be-

nedica, su di noi faccia splen-dere il suo volto; perché si conosca sulla terra la tua via, fra tutte le genti la tua salvezza.“

19 Giugno 200930° Anniversario SHALOMCarissimi Paolo ed Eliana, è arrivato il grande giorno. Vi sono e vi siamo stati vicini durante que-sto mese di preparazione con la preghiera di ringraziamento e lode al Signore per le meraviglie opera-te in tutti questi anni.Shalom: sogno di Dio per l’umani-tà, un sogno eterno che ha trovato dimora trent’anni fa nel vostro cuore ed in quello di don Domeni-co Pincelli per poi nascere in tanti fratelli. Shalom, un sogno che si è concretizzato trent’anni fa come piccolo seme ed è ora una grande pianta dai frutti abbondanti che proclama la misericordia e tene-rezza di Dio e l’impegno di costrui-re il suo regno di giustizia e pace. In questi giorni, i cuori di tutti co-loro che hanno la gioia di celebra-re con voi saranno colmi di gioia e gratitudine nel contemplare le grandi opere realizzate. La terra ha dato il suo frutto, ci benedica Dio il nostro Dio… Quanto è doveroso cantare questa lode. Oggi vorrei potermi inginocchiare accanto a voi davanti al Signore per ringraziarlo per la forza della fede, il coraggio della profezia, la sapienza del discernimento e la

carità con cui ha costruito il vostro cammino.Non potendo off rirvi altro, ho cercato di donare dei tempi di preghiera e adorazione per voi ed è proprio in questi momenti che ho potuto contemplare anche le fatiche e soff erenze sperimen-tate in questo cammino. Non so comprenderle o individuarle con chiarezza, ma il Signore mi ha fatto pensare alla preziosità del vostro dono alla Chiesa e ai fratelli, dono reso prezioso dall’accettazione totale della sua volontà anche nelle rinunce, nell’abbandono, nei distacchi e nelle incomprensioni. Tutto questo vi ha resi strumenti preziosi, annunciatori e testimoni, animatori e formatori. Grazie! Non posso qui elencare tutti i frutti di bene che sono giunti fra noi in tut-ti questi anni, portando speranza, dignità, vita, fraternità e giustizia. Le opere costruite per migliorare

Saluti dal mondola vita dei più poveri testimoniano la forza della solidarietà; le ferite sanate cantano la potenza della carità cristiana; la vostra missiona-rietà proclama il credo nella pre-senza di Dio in ogni creatura.Oggi voi iniziate i festeggiamenti, oggi festa del Sacro Cuore e gior-no dedicato alla santifi cazione dei sacerdoti, anche noi abbiamo voluto unirci a voi con un segno che marchi questa data e abbiamo scelto di dedicare la sala di stu-dio delle giovani aspiranti a don Domenico Pincelli, che con voi ha intuito il piano di Dio per Shalom. Le giovani che si stanno prepa-rando alla missione provengono da quattro paesi asiatici: Filippine, Myanmar, Indonesia e Vietnam. Molte di loro devono la loro pre-senza qui proprio alla Shalom ed hanno accolto con gioia di avere ora come speciale protettore don Domenico. Questo semplice gesto vuole essere segno di gratitudine e comunione con quanti oggi in lingue diverse cantano a Dio la gratitudine del cuore.Grazie, Paolo ed Eliana, per aver acceso luci sul mio cammino e per continuare ad alimentarle con la vostra amicizia, fi ducia e soprattut-to con la vostra preghiera. Vorrei tanto essere lì per abbrac-ciarvi. Vi aspettiamo…

Suor Rosanna Favero e Comunità

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Dal KenyaCongratulazioni alla Comunità.

Possa Dio custodire la Comu-nità ed allargare i suoi confi ni: questa è la nostra preghiera. Felice Anniversario alla Comunità Sha-lom e a tutti i suoi membri. Che Dio possa donare ancora maggio-re sapienza ai fondatori!Rendo onore alla Comunità per la sua volontà di condivisione con i poveri. Questa è una delle cose che ho visto in voi e ho imparato da voi.

Seline Oyundida Nairobi

Dalle FilippineShalom!

Colgo quest’occasione per esprimere la mia sincera gratitudine per l’aiuto che avete dato, specialmente ai più poveri fra i poveri, agli emargi-nati e alla popolazione indigena.Per mezzo dell’aiuto della Vostra Associazione e l’instancabile lavoro del-le Suore Missionarie Ancelle del Divino Sacramento, ogni anno migliaia di famiglie ricevono materiale e aiuto fi nanziario per lo studio dei loro fi gli. Le attività apostoliche promosse con il Vostro aiuto dalle suore spin-gono i benefi ciari a crescere come persone e come comunità cristiana, aiutandoli ad acquisire una più chiara comprensione della loro responsa-bilità verso la vita, la famiglia e la società. Oltre a vedere il benefi cio derivante dalla Vostra solidarietà, vedo anche l’arricchimento che la Vostra testimonianza di vita e le Vostre scelte stan-no portando alla Chiesa universale. Possa Dio continuare a benedire tutti i membri dell’Associazione Comunità Shalom. Rinnovando la mia gratitudine, vi assicuro la mia preghiera in questa occasione così speciale.

Mons. Antonio Palang, Vescovo di San Josè

Dall’IndiaCongratulazioni alla Comunità

Shalom per i suoi trent’anni di servizio nel mondo.Noi, Ancelle di Maria, assieme alla gente dei villaggi di Ukkadai, vi facciamo i nostri auguri. Speciali preghiere saranno off erte per voi oggi. Che Dio vi benedica.

Suor AlangaramUkkadai

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Dall’ItaliaCarissimi Paolo e Eliana, e membri tutti dell’Associazione Comunità

Shalom di Riva del Garda, Shalom! È con profonda gioia che mi unisco a voi nello spirito per proclamare le meraviglie che ogni giorno il nostro Signore Gesù Cristo continua ad operare in mezzo ai Suoi fi gli.E fi gli di Dio voi lo siete in maniera speciale, perché a Sua immagine vi siete impegnati a prendervi cura dei più poveri di questo mondo. In questa speciale circostanza del 30° Anniversario di Fondazione della vostra Comunità, è doveroso, dunque, porre sul monte la luce del vostro ministero, che sempre più mostra al mondo il volto misericordioso del Padre.Shalom! È il saluto e l’augurio che vi invio con tutto il mio cuore.Ancora Shalom è l’augurio che rivolgo pure a tutti i fratelli che, sparsi nel mondo, incontrano le viscere di misericordia del Padre attraverso di voi.Incantato di ciò che il Signore opera attraverso di voi, vi saluto fraterna-mente.

Oreste PesareDirettore International Catholic Carismatic Renewal Services

Dal KenyaCari fratelli e sorelle in Cristo,

Vi ringraziamo molto per la vostra meravigliosa comunità. È una comunità donata da Dio, che continuerà a portare cambiamenti nelle vite delle persone attraver-so l’evangelizzazione e l’aiuto ai meno fortunati. Possa Dio benedire Paolo, Eliana e tutti coloro che lavorano e sono vicini a loro.Vi inviamo tutto il nostro aff etto.Auguri

Kenya UVIP Society

Dall’IndiaCaro Paolo Maino e membri di

Shalom,le nostre congratulazioni di cuore per il 30° di Fondazione della Co-munità Shalom!Apprezziamo sinceramente il buon lavoro che portate avanti per il benessere di coloro che soff rono a causa di problemi alla vista ed in particolare per il vostro aiuto nella prevenzione alla cecità e ad altre disabilità di bambini appartenenti alle classi sociali più deboli.Preghiamo sempre il Signore On-nipotente che continui a benedirvi e che vi raff orzi nell’altruismo e nel servizio che fate a favore dei pove-ri e degli emarginati. Confi diamo nelle vostre preghiere, per poter essere di mutuo aiuto gli uni per gli altri nel portare avanti la missione affi dataci dal nostro Signore Gesù Cristo.Con amore e ricordo nelle nostre preghiere

Suor Dominic Mary e staff di Satya Jothy

Saluti dal mondo

Dall’ItaliaCarissimi Paolo ed Eliana,

ho appreso con immensa gioia delle Celebrazioni del prossimo 21 giugno nella ricorrenza della Fondazione della Comunità Shalom di Riva del Garda. Non voglio perdere l’occasione per assicurarVi il mio aff etto e la mia preghiera.Questo anniversario sarà indubbiamente un’opportunità per ripercorrere il lungo periodo in cui la Comunità Shalom ha raccolto, con costanza, ab-bondanti frutti spirituali. Infatti, la Vostra Comunità ha dato magnifi che prove di ardente apostolato compiendo con diligenza numerosi servizi ecclesiali, prodigandosi incessantemente sia nel promuovere il rinnova-mento carismatico, sia nel dare impulso alla salvezza in Cristo, con opere e parole. Per questi motivi si è guadagnata la benevolenza e la stima di tutti.A buon diritto, dunque, dopo tanti anni di fedeltà al carisma che il Signore vi ha affi dato, il Vostro cuore è colmo di gioia. Allo stesso tempo supplichiamo Iddio, affi nché con il soccorso materno della Santa Vergine Maria, Vi arricchisca di giorno in giorno di doni celesti e Vi protegga per il bene delle anime e l’utilità della Chiesa.Con l’augurio di un pieno succes-so all’iniziativa, a cui sarò unito spiritualmente, rinnovo anche il pegno della mia amicizia, che desi-dero sempre più elargirVi anche a nome della Catholic Fraternity.Con stima ed ammirazione.

Matteo CalisiPresidente della Catholic Fraternity

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Dal VaticanoEgregio Presidente,

La ringrazio per il Suo invito ad assistere al Meeting Internazionale in occasione del trentesimo anniversario di fondazione dell’Associazione Co-munità Shalom di Riva del Garda.Mi spiace comunicarLe di non poter partecipare all’evento.Lei sa molto bene quanto avrei tenuto ad essere con voi, anche in ricordo dei giorni in cui mi avete ospitato nel 2005 e della sincera amicizia che ci unisce in Cristo. Vi auguro che il Signore vi colmi delle Sue benedizioni e possiate, in questa Santa Pasqua, sperimentare nuovamente la Sua vittoria sulla morte.Voglia trasmettere, da parte mia, un cordiale saluto a Sua moglie e a tutti i fratelli della Comunità Shalom.A presto, in Cristo

Mons. Segundo Tejado Muñozoffi ciale del Pontifi cio Consiglio “Cor Unum”

Dalla FranciaCarissimi amici della Comunità Shalom

Carissimi Paolo ed ElianaCi avete fatto arrivare, già qualche settimana fa, l’invito alla celebrazione del vostro anniversario: 30 anni, complimenti!Il vostro programma, di qualità molto alta, rifl ette perfettamente ciò che si respira di voi avvicinandovi: vita spirituale intensa, rifl essione profonda, investimento internazionale al servizio dei poveri nel nome del Vangelo, qualità umane.Ci sarebbe veramente piaciuto potervi raggiungere, per celebrare con voi questo grande evento e rendere grazie al Signore per tutte le grazie di cui vi ha già riempito e affi darvi al Suo Santo Spirito affi nché continui a guidarvi.Purtroppo non potremo essere presenti e ciò ci rattrista, perché avrem-mo voluto trasmettervi anche il nostro aff etto fraterno e la nostra comu-nione di cuore attraverso la nostra presenza fi sica.Possa questa lettera farvi percepire quanto gioiamo con voi per l’azione del Signore nella vostra comunità e, attraverso la vostra comunità, nel mondo.Nella certezza di rivederci in autunno, in occasione dell’incontro europeo della Catholic Fraternity a Paray le Monial, vi assicuriamo la nostra unio-ne nella preghiera e nella nostra comune volontà di seguire Cristo.

Gerard Testard e François PagetComunità Fondacio

Da Georgia, Armenia ed AzerbaijanCarissimi,

grazie dell’augurio pasquale, che vi ricambio con particolare vigore in occasione del 30° anniversario della fondazione di “Shalom”.La gente qui non ha dimenticato il gran bene da Voi ricevuto, ed io Ve ne sono particolarmente riconoscente, in unione di preghiera.Con stima e aff etto

Mons. Claudio GugerottiNunzio Apostolico

in Georgia, Armenia e Azerbaijan

Saluti dal mondo

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49Saluti dal mondo

Dalla BoliviaCarissimi Pablo, Eliana e tutta la Comunità Shalom, Paz y Bien!

“Ustende son sal de la tierra… Ustende son luz del mundo… Que la gen-te vea sus buenas obras y delìn gloria… al Padre”.Dalla lontana Bolivia, mi aff retto anch’io ad esprimere a te Paolo, a te Eliana e a tutta la Comunità: Buon Compleanno! Lo faccio con molto aff etto e riconoscenza. Mi unisco a voi per elevare al Padre un sincero e forte ringraziamento. Senza di lui non ci sarebbe compleanno né Shalom.: “Muchas gracias, Padre!”. Anche se da lontano, ho potuto accompagnare spiritualmente la nascita e crescita della vostra Comunità… e posso testimoniare che sì, es obra de Dios. Allora: allegria, ringraziamento, nuovo entusiasmo, cantare, condividere!Un abbraccio sincero e fraterno a voi e a tutti. Feliz Cumpleanos!

padre Ferruccio Modenamissionario a Cochabamba

Dall’ItaliaCaro Paolo,

desidero con la presente ringraziare te e tutta la tua asso-ciazione per il gentile e gradito invito in occasione del Vostro 30° Anniversario di Fondazione: un traguardo ambito, che ti ha visto assieme alla Tua Famiglia, grande promotore, in tutte quelle inizia-tive importanti che avete e state portando avanti in molte parti del mondo, in quel mondo molto spesso dimenticato.Purtroppo in quei giorni non ci sarò, ma vi sarò vicino con il cuore, pensando al grande evento che avete programmato in occasione di questo avvenimento.Tanti cari e fraterni auguri

Pietro FabbriSegretario Provinciale

di Cittadinanzattiva del Trentino Onlus

Dalla ColombiaCarissimi Paolo ed Eliana,

desidero felicitarmi con voi per l’impegno e la forza con cui avete seguito il Signore: non è facile in mezzo a tante distrazioni. Oggi celebro la Messa per voi.Ringrazio Dio per avervi conosciuto. Non avevo mai incontrato persone che si interessassero davvero a me e pregassero per me e per la mia san-tifi cazione. Vi ricordo sempre e prego perché il Signore vi confermi nella vocazione di seminatori di pace.Il Signore e la Vergine vi accompagnino sempre. Grazie di essere miei genitori adottivi.

padre Carlos Arturo RiosAssistente spirituale della Comunidad Shalom Colombia

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Dall’UgandaEro con voi durante la celebra-

zione dei 30 anni perché mi sento parte della Comunità Sha-lom.Grazie alla Comunità Shalom la mia storia è cambiata: non sarò mai più lo stesso. Non ho parole per esprimere la gioia e la pace che è nel mio cuore ogni volta che penso a Voi. Come sarebbe la mia vita senza di voi?Dio vi benedica. Vi voglio bene

John BoscoComunità Yesu Ahurire di Mbarara

Dalle FilippineCarissimi,

siamo e diamo quello che vi-viamo e tutto è grazia. È stato un dono per me rifl ettere sul ruolo che avete avuto sulla mia vita e sulla nostra missione qui. La vostra presenza fi n dall’inizio è stata non solo signifi cativa, ma direi determi-nante. Ho realizzato che abbiamo molte cose in comune, ma ciò che mi ha dato gioia è constatare an-cora una volta quanto sia grande il nostro Dio e quanto meravigliose siano le Sue opere, e voi siete una di queste. Siete nel mio cuore e nella mia preghiera. Un abbraccio

Suor Rosanna Favero

Il pranzo di domenica 21 giugno, prepa-rato ed allestito con cura dai Volontari della Protezione Civile (Nu.Vol.A.), sem-pre pronti a dare supporto alle nostre iniziative comunitarie, si è svolto presso i Padri Verbiti di Varone di Riva del Garda, in gioiosa convivialità.

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Le attività di solidarietà promosse dalla Le attività di solidarietà promosse dalla Comunità Shalom sono gestite dallaComunità Shalom sono gestite dallaAssociazione Shalom Associazione Shalom Solidarietà Internazionale - OnlusSolidarietà Internazionale - OnlusViale Trento, 100 - 38066 Riva del Garda (TN) - ItalyViale Trento, 100 - 38066 Riva del Garda (TN) - ItalyTel. +39.0464.555767 - Fax +39.0464.562969Tel. +39.0464.555767 - Fax [email protected]@shalom-i.it

2 Editoriale Nella Chiesa a servizio del Vangelo della PaceNella Chiesa a servizio del Vangelo della Pace

3 Carissimo... Generàti alla vera vita Generàti alla vera vita

4 Storia della Comunità Shalom Trent’anni sulla via della pace Trent’anni sulla via della pace

8 Trentesimo anniversario di fondazione 8 In memoria di don Domenico PincelliIn memoria di don Domenico Pincelli10 Testimonianza sul Centro Medico dedicato alla Testimonianza sul Centro Medico dedicato alla memoria di don Domenico Pincelli memoria di don Domenico Pincelli12 Un libro per ricordare il nostro co-fondatoreUn libro per ricordare il nostro co-fondatore16 Incontro in MunicipioIncontro in Municipio18 Testimonianze degli OspitiTestimonianze degli Ospiti24 Clero e laici: uniti per la paceClero e laici: uniti per la pace26 Convegno InternazionaleConvegno Internazionale32 Conferenza di S.Em. Card. RylkoConferenza di S.Em. Card. Rylko36 Interventi dei Vescovi ospitiInterventi dei Vescovi ospiti40 La solenne Celebrazione Eucaristica La solenne Celebrazione Eucaristica di ringraziamento di ringraziamento42 Omelia di S.Em. Card. RylkoOmelia di S.Em. Card. Rylko45 Saluti dal mondoSaluti dal mondo

La Comunità Shalom è un’Associazione Privata di Fedeli Laici della La Comunità Shalom è un’Associazione Privata di Fedeli Laici della Chiesa Cattolica e membro della Fraternità Cattolica delle Associazioni Chiesa Cattolica e membro della Fraternità Cattolica delle Associazioni e Comunità Carismatiche di Alleanza di Diritto Pontifi cioe Comunità Carismatiche di Alleanza di Diritto Pontifi cio

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Solidarietà Internazionale - ONLUS

SOMMARIOSOMMARIO

SULLA VIA DELLA PACESULLA VIA DELLA PACETrimestrale di in-formazioneTrimestrale di in-formazioneAnno IV - n. 3Anno IV - n. 3luglio-settembre 2009luglio-settembre 2009

Registrazione n. 263 presso ilRegistrazione n. 263 presso ilTribunale di Rovereto (TN) Tribunale di Rovereto (TN) (19.01.2006)(19.01.2006)

Direttore responsabileDirettore responsabilePaolo MainoPaolo Maino

Direttore di redazioneDirettore di redazioneRuggero ZanonRuggero Zanon

Equipe di redazioneEquipe di redazionePaola AngerettiPaola AngerettiStefania Dal PontStefania Dal PontGregorio VivaldelliGregorio Vivaldelli

EditoreEditoreAssociazione ShalomAssociazione ShalomSolidarietà Internazionale - OnlusSolidarietà Internazionale - Onlus

Direzione e amministrazioneDirezione e amministrazioneViale Trento, 100Viale Trento, 10038066 Riva del Garda (Trento) Italy38066 Riva del Garda (Trento) [email protected]@comunitashalom.orgwww.shalom-i.itwww.shalom-i.itTel. e fax +39.0464.555767Tel. e fax +39.0464.555767

Grafi ca e stampa:Grafi ca e stampa:Antolini Tipografi a - Tione (TN)Antolini Tipografi a - Tione (TN)

Finito di stampareFinito di stamparenel mese di agosto 2009 nel mese di agosto 2009

In copertina:In copertina:il Cardinale Stanislaw Rylko, il Cardinale Stanislaw Rylko, l’Arcivescovo di Trento Luigi Bressan, l’Arcivescovo di Trento Luigi Bressan, i Vescovi e i Sacerdoti ospiti con i Vescovi e i Sacerdoti ospiti con Eliana e Paolo Maino al termine della Eliana e Paolo Maino al termine della solenne Celebrazione Eucaristica di solenne Celebrazione Eucaristica di domenica 21 giugno.domenica 21 giugno.

Page 52: N.15 Sulla via della pace 2009

Un libro per ricordare

don Domenico

Don Domenico, uomo della misericordia di Dioa cura di Eliana e Paolo MainoPagine 120

“Da lui mi sono sentita accolta, amata in Gesù. Ho sperimentato la misericordia e mai mi sono sentita giudicata.Mi correggeva, incoraggiava, esortava da vero padre amoroso; mai si è dimostrato duro, impaziente. Il suo ascolto era attento e profondo.Era come un papà che ha cura dei suoi fi gli e vuole il loro bene.Come San Domenico, o parlava con Dio o parlava di Dio”

(Emma)