N 450 luglio agosto 2013

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Sped. in Abb. Postale Legge 662/96 Art. 2 Comma 20/d Fondatore Alfonso Di Giovanna ANNO LV - Luglio-Agosto 2013 - N. 450 Mensile Socio-Economico-Culturale Il nuovo corso della politica sambucese... (segue a pag. 6) Dopo i recenti risultati eletto- rali che hanno portato alla vitto- ria “Sambuca prima di tutto”, una lista composita, nata da spinte non solo ideologiche, molte e le- gittime sono le attese dei sambu- cesi. Proviamo a riassumerle: poten- ziamento della raccolta differen- ziata e creazione dell’isola ecolo- gica con relativa tessera magne- tica; rivitalizzazione del Corso Umberto I, penalizzato dal trasfe- rimento degli esercizi commer- ciali in periferia e da un uso in- controllato dei parcheggi, risolu- zione del problema acqua, manu- tenzione delle strade, potenzia- mento delle attività che valoriz- zino il patrimonio culturale. I cit- tadini si aspettano una buona amministrazione che metta in cantiere idee e progetti e li rea- lizzi e che abbia come punti forza, oltre all’efficienza e alla tra- sparenza, la condivisione di scelte finalizzate al persegui- mento di un obiettivo comune. Solo un’amministrazione che mette da parte gli interessi parti- colari, per dare priorità a quelli generali, ha come contraltare una comunità capace di assu- mersi oneri e responsabilità. La rinascita di una città di- pende dal concorso di tutti: am- ministratori e cittadini. Ai primi si richiedono impegno, rigore e coerenza, agli altri, vigi- lanza, azione di supporto all’atti- vità amministrativa e potenzia- mento del senso civico. È troppo presto per esprimere giudizi sul nuovo corso della poli- tica sambucese, anche se i primi segni, tra cui la maggiore atten- zione al decoro della città e alle proposte culturali provenienti dal basso, fanno bene sperare, ma che, a distanza di tre mesi, non sia venuto fuori il nome del vicesin- daco, lascia perplessi, - non per- ché questi possa risolvere con la bacchetta magica i problemi della città – ma perché il ritardo fa pensare, non sappiamo se a ra- gione o a torto, a mancanza di Joevito Nuccio: un sogno in un fumetto Le tavole di Zagor in mostra a Casa Planeta (art. a pag. 7) “Che fine ha fatto Piazza Nino Giacone?” Notti di stiddi, notti di cunti (segue a pag. 3) Quello che Sam- buca si aspetta… Di Enzo SciaMè (segue a pag. 3 ) Sarà musica nuova? (art. a pag. 10) Sambuca su “La Vita in Diretta” I prodotti tipici locali presto su Rai Uno (articolo a pag. 12) Notte Bianca: Sambuca esprime se stessa” I talenti di una comunità (articolo a pag. 12) Di Licia carDiLLo L’arpa e i suonatori Perché la musica cambi davvero occorre che ciascun cittadino provi a… suonarla, quell'arpa. Occorre preservarla, far crescere tutt'intorno dei fiori nuovi. È l'arpa di tutti, dunque di ciascuno. Occorre che la nuova classe dirigente cominci a parlare ai cittadini sullo stato dell'arte, sui primi passi che intende muovere. Un lavoro di squadra che sia da esempio, da stimolo. Giorno dopo giorno. Il lavoro, l'acqua, i servizi, i rifiuti, la cultura, lo sport... non necessariamente in quest'ordine: Ieri ho visto, nel punto di Il 10 agosto, notte di stelle cadenti e di magia nel Quartiere Saraceno, ritornato a vivere, gra- zie all’iniziativa promossa dalla Al Signor Sindaco Ciaccio Leonardo - Comune di Sambuca di Sicilia. Caro, Sindaco, all’ingresso di molti comuni italiani si trova spesso un car- tello che dice “Comune denuclearizzato”. Si tratta di un’espressione priva di senso, perché non si vede e non si capisce come un comune possa decidere da solo di essere denuclearizzato! Indica solo un auspicio. Questo inutile cartello mi ha fatto sognare a un altro cartello posto all’ingresso dei nostri comuni: “Comune libero dalla mafia”. Se dipendesse da me non esiterei a piantarlo, ma mi rendo conto che per mille motivi di vario ordine resterà un sogno. E tuttavia mi farebbe piacere che tu queste mie poche righe le leg- gessi in una seduta di consiglio. Ti saluto con gli auguri più fraterni. Rosario Amodeo Comune denuclearizzato o libero dalla mafia? A chi l’ardua sentenza? Il “je accuse” della sorella Di MiMMa Franco (segue a pag. 8 ) Arte ed enogastronomia: Un binomio imprescindibile Un’ estate speciale Amministrazione comunale, Pro Loco, associazioni varie, comitati di festività religiose, proprietari di locali pubblici, gruppi di amici hanno fatto a gara nell’organizzazione di momenti di aggregazione e di relax. Mirando a promuovere il territorio e a diffondere la tradizione del bere bene, dal 5 luglio al 9 agosto, ogni venerdì, l’Associazione Strada del Vino Terre Sicane ha proposto la visione di film di successo abbinati alla degu- stazione di vini e prodotti enogastronomici del nostro territorio nella loca- ...in compagnia del Premio Nobel (segue a pag. 5) A distanza di quasi un mese ripenso a quella inconsueta vi- sita di Sciacca in compagnia dello scrittore Vargas Llosa e di uno sparuto gruppo di amici. Se è vero che ogni città è uno stato d’animo, esso dipende tanto dal- l’intermittenza di sentimenti provocata da chi ti accompagna Un paseo a Sciacca... Riceviamo e pubblichiamo

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ANNO LV luglio agosto 2013

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Fondatore Alfonso Di Giovanna

ANNO LV - Luglio-Agosto 2013 - N. 450 Mensile Socio-Economico-Culturale

Il nuovo corso della politica sambucese...

(segue a pag. 6)

Dopo i recenti risultati eletto-rali che hanno portato alla vitto-ria “Sambuca prima di tutto”, unalista composita, nata da spintenon solo ideologiche, molte e le-gittime sono le attese dei sambu-cesi.

Proviamo a riassumerle: poten-ziamento della raccolta differen-ziata e creazione dell’isola ecolo-gica con relativa tessera magne-tica; rivitalizzazione del CorsoUmberto I, penalizzato dal trasfe-rimento degli esercizi commer-ciali in periferia e da un uso in-controllato dei parcheggi, risolu-zione del problema acqua, manu-tenzione delle strade, potenzia-mento delle attività che valoriz-zino il patrimonio culturale. I cit-tadini si aspettano una buonaamministrazione che metta incantiere idee e progetti e li rea-lizzi e che abbia come puntiforza, oltre all’efficienza e alla tra-sparenza, la condivisione discelte finalizzate al persegui-mento di un obiettivo comune.

Solo un’amministrazione chemette da parte gli interessi parti-colari, per dare priorità a quelligenerali, ha come contraltareuna comunità capace di assu-mersi oneri e responsabilità.

La rinascita di una città di-pende dal concorso di tutti: am-ministratori e cittadini.

Ai primi si richiedono impegno,rigore e coerenza, agli altri, vigi-lanza, azione di supporto all’atti-vità amministrativa e potenzia-mento del senso civico.

È troppo presto per esprimeregiudizi sul nuovo corso della poli-tica sambucese, anche se i primisegni, tra cui la maggiore atten-zione al decoro della città e alleproposte culturali provenienti dalbasso, fanno bene sperare, mache, a distanza di tre mesi, non siavenuto fuori il nome del vicesin-daco, lascia perplessi, - non per-ché questi possa risolvere con labacchetta magica i problemidella città – ma perché il ritardofa pensare, non sappiamo se a ra-gione o a torto, a mancanza di

Joevito Nuccio:un sogno in un fumetto

Le tavole di Zagorin mostra a Casa

Planeta

(art. a pag. 7)

“Che fine ha fatto PiazzaNino Giacone?”

Notti di stiddi,notti di cunti

(segue a pag. 3)

Quello che Sam-buca si aspetta…

Di Enzo SciaMè

(segue a pag. 3 )

Sarà musica nuova?

(art. a pag. 10)

Sambuca su “La Vita in Diretta”

I prodotti tipici localipresto su Rai Uno

(articolo a pag. 12)

Notte Bianca:

Sambuca esprimese stessa”

I talenti di unacomunità

(articolo a pag. 12)

Di Licia carDiLLo

L’arpa e i suonatori

Perché la musica cambi davvero occorre che ciascun cittadino provia… suonarla, quell'arpa. Occorre preservarla, far crescere tutt'intorno deifiori nuovi. È l'arpa di tutti, dunque di ciascuno. Occorre che la nuovaclasse dirigente cominci a parlare ai cittadini sullo stato dell'arte, sui primipassi che intende muovere. Un lavoro di squadra che sia da esempio, dastimolo. Giorno dopo giorno. Il lavoro, l'acqua, i servizi, i rifiuti, la cultura,lo sport... non necessariamente in quest'ordine: Ieri ho visto, nel punto di

Il 10 agosto, notte di stellecadenti e di magia nel QuartiereSaraceno, ritornato a vivere, gra-zie all’iniziativa promossa dalla

Al Signor Sindaco Ciaccio Leonardo - Comune di Sambuca di Sicilia.Caro, Sindaco, all’ingresso di molti comuni italiani si trova spesso un car-

tello che dice “Comune denuclearizzato”. Si tratta di un’espressione priva disenso, perché non si vede e non si capisce come un comune possa decidereda solo di essere denuclearizzato! Indica solo un auspicio. Questo inutilecartello mi ha fatto sognare a un altro cartello posto all’ingresso dei nostricomuni: “Comune libero dalla mafia”. Se dipendesse da me non esiterei apiantarlo, ma mi rendo conto che per mille motivi di vario ordine resterà unsogno. E tuttavia mi farebbe piacere che tu queste mie poche righe le leg-gessi in una seduta di consiglio. Ti saluto con gli auguri più fraterni.

Rosario Amodeo

Comune denuclearizzato o libero dalla mafia?A chi l’ardua sentenza?

Il “je accuse” dellasorella

Di MiMMa Franco

(segue a pag. 8 )

Arte ed enogastronomia: Un binomio imprescindibile

Un’ estate speciale

Amministrazione comunale, Pro Loco, associazioni varie, comitati difestività religiose, proprietari di locali pubblici, gruppi di amici hanno fattoa gara nell’organizzazione di momenti di aggregazione e di relax.

Mirando a promuovere il territorio e a diffondere la tradizione del berebene, dal 5 luglio al 9 agosto, ogni venerdì, l’Associazione Strada del VinoTerre Sicane ha proposto la visione di film di successo abbinati alla degu-stazione di vini e prodotti enogastronomici del nostro territorio nella loca-

...in compagniadel Premio Nobel

(segue a pag. 5)

A distanza di quasi un meseripenso a quella inconsueta vi-sita di Sciacca in compagniadello scrittore Vargas Llosa e diuno sparuto gruppo di amici. Seè vero che ogni città è uno statod’animo, esso dipende tanto dal-l’intermittenza di sentimentiprovocata da chi ti accompagna

Un paseo a Sciacca...

Riceviamo e pubblichiamo

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gara che, ripeto, veniva aggiudicata all’unica ditta partecipante: la Gir-genti Acque. A questo punto l’EAS le ha consegnato le Reti Idriche dei Co-muni che gestiva, compresa la nostra, contro la volontà di tutti i Sindaciche ci siamo opposti con estrema determinazione senza sortire tuttavia,nessun effetto. Da allora la Girgenti Acque ha cominciato a gestire gli im-pianti. Siccome i Comuni non avevano consegnato detti impianti, sotto laspinta e le pressioni della Provincia e della Girgenti Acque, sono stati no-minati dalla Regione dei Commissari ad acta, che hanno proceduto allaconsegna forzata delle Reti Idriche. A Sambuca, in tempi diversi, sono ve-nuti tre Commissari. Nonostante le intimazioni, io non ho consegnatonulla. La Rete Idrica e l’Impianto di Depurazione del Comune di Sambucanon sono stati consegnati a nessuno e appartengono ancora al nostro Co-mune. In alcuni Comuni viciniori quali: Montevago, Sciacca, Caltabellotta,

Ribera ecc, contrariamente a quanto è avvenuto a Sambuca, i Sindaci protempore hanno consegnato le Reti Idriche ai commissari. Questa, inestrema sintesi la cronistoria della questione idrica a Sambuca. Coloro chesostengono che io ho consegnato le Reti Idriche alla Girgenti Acque o sonopoco informati o, peggio ancora, sono in estrema malafede e come tali sonodei vigliacchi e dei bugiardi che bisogna snidare ed indicare al pubblico di-sprezzo. Li sfido a dimostrare e rendere pubblico, nel più breve tempo possi-bile, il Verbale di Consegna degli impianti idrici di Sambuca alla Girgenti Ac-que che porti in calce la mia firma.

Recentemente, sono state recapitate ai Cittadini di Sambuca, da partedella Girgenti Acque, bollette salatissime, che hanno suscitato una fortis-sima protesta. L’importo delle bollette è stato gonfiato sino all’inverosi-mile in forza di un tariffario propinato dalla stessa Girgenti Acque, che èstato approvato da un Commissario, nominato dalla Regione, compia-cente e sicuramente colluso con la società che gestisce il servizio idrico.Noi Sindaci dei Comuni agrigentini abbiamo sempre rigettato, anche inmalo modo, il tariffario in questione. Come è noto, si sono verificati altriepisodi di illegalità. Alcuni funzionari della Girgenti Acque, carpendo laloro buona fede, hanno pressato molti cittadini a firmare dei contratti ascatola chiusa, nei quali venivano applicate le arbitrarie tariffe della so-cietà idrica, non solo, ma detti funzionari si sono introdotti nella ProprietàPrivata di alcuni Sambucesi per sostituire i contatori senza avvertire i pro-prietari. Per tali comportamenti molto anomali, sono stati denunciati daiCarabinieri e dai cittadini. Lo stato di cose che si è venuto a determinare

Anno LV Luglio-Agosto 2013

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Nel 1947 viene ultimata la reteidrica di Sambuca e nel 1948 vieneconsegnata dal Sindaco pro tem-pore all’EAS ( Ente Acquedotti Sici-liani ) per gestirne la manuten-zione e l’approvvigionamentoidrico. Nella nostra zona, tranneche per Menfi e S. Margherita,cheda sempre hanno gestito in pro-prio il servizio idrico, la stessa situa-zione di Sambuca si è registrata intanti altri Comuni della Sicilia. In se-guito alla costituzione degli ATOidrici Provinciali, è stata operata ladecisione, rivelatasi ben prestoscellerata, di affidare, mediante unBando, la gestione dell’acqua a so-cietà private. Sambuca, con altri 24Comuni della nostra Provincia, èstata sempre contraria a tale deci-sione, mettendo in atto tutte leforme civili di protesta:

1) politica: frequenti e pressanticontatti con i deputati di tutti i par-titi dell’ARS perché intervenisseroin modo concreto ed efficace sulGoverno Regionale per revocare ilbando;

2) legale: ricorso al TAR e al Con-siglio di Giustizia Amministrativa;

3) manifestazioni ad Agrigentoe a Palermo. Nel mio intervento, inrappresentanza di tutti i Comuni diAgrigento, ho espresso, a chiarelettere, il dissenso delle varie Am-ministrazioni Comunali nei con-fronti degli Ato idrici. A tal propo-sito, ricordo anche, con granderammarico, che pur avendo solleci-tato la partecipazione dei cittadinialla protesta di Palermo, mettendoa loro disposizione due pullman, almomento della partenza, eravamosoltanto in tre. Preso atto dell’incre-dibile situazione che attuava il bennoto detto “armiamoci e partite”,ho dovuto licenziare i pullman esiamo partiti con una macchina.

Nonostante ogni forma di op-posizione alla gestione privata delservizio idrico, in seguito al Bandopubblicato dalla Regione Sicilia, inprovincia di Agrigento, si aggiudi-cava la gara una sola ditta: la Gir-genti Acque. Sambuca e gli altri 24Comuni della Provincia si sono op-posti in maniera ferma e decisacontro tale aggiudicazione, cer-cando di bloccare la gara in que-stione. Alla vigilia di Natale 2009,un Commissario Regionale nomi-nato ad hoc, procedeva all’appro-vazione della graduatoria della

La situazione secondo i fatti descrittidall’ex sindaco dott. Martino Maggio

Gestione privata del servizio idrico a Sambuca

Riceviamo e pubblichiamo - Riceviamo e pubblichiamo - Riceviamo e pubblichiamo - Riceviamo e pubblichiamo - Riceviamo e pubbli-

presenta tutte le condizioni perchiedere la rescissione del cosid-detto contratto leonino, approvatocioè a tutto vantaggio della Gir-genti Acque, nei confronti dellaquale è in atto una inchiesta daparte della Procura della Repub-blica di Agrigento per decine di as-sunzioni che la società ha effet-tuato in questi ultimi anni per com-piacere politici e gruppi di potere etacitare ogni forma di protesta eprecludere così ogni possibilità diritorno alla gestione pubblica del-l’acqua. Da qui la necessità, per farfronte alle notevoli spese derivantidalle assunzioni, di aumentare ilcosto delle bollette.

Mi permetto di sottolineare edevidenziare, che il Sindaco in ca-rica, assieme alla Giunta Comunaleed al Civico Consesso, nella sua in-terezza, dispongono di tutte lecondizioni essenziali ed indispen-sabili per cacciare via la GirgentiAcque e gestire direttamente, conil personale del Comune e conspese molto contenute, l’eroga-zione dell’acqua e gli interventi dipiccola manutenzione sulla nostrarete idrica.

Mi preme sottolineare che, du-rante la mia sindacatura, la Girgentiaveva adottato le stesse tariffe del-l’EAS, aveva assicurato e mantenutol’erogazione dell’acqua, né aveva so-stituito arbitrariamente i contatori.Dati i recenti ed insostenibili au-menti delle bollette ed i comporta-menti anomali della Girgenti Ac-que che hanno superato ogni li-mite e hanno provocato le legit-time proteste popolari, se il miomandato si fosse prolungato anchedi un solo giorno, non avrei esitatoa prendere i provvedimenti che hoevidenziato e che mi auguro che inuovi amministratori prendano alpiù presto possibile.

È auspicabile altresì che un co-mitato cittadino, facendo valere adogni costo, il sacrosanto principiodella sovranità popolare calpestatoda una classe politica e dirigentesenza scrupoli, si faccia promotoree protagonista della riscossa con-tro la Girgenti Acque e affianchi l’o-perato della amministrazione co-munale fino a che l’acqua non ri-torni ad essere gestita dal nostroComune.

Martino Maggio,Sindaco pro tempore

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Basterebbe soltanto questodato per consacrare definitiva-mente la memoria di Paolo Messina(1923-2011): Paola Borboni, GianMaria Volonté e Carla Gravina alteatro Mercadante, anno di grazia1962, nei ruoli principali del dramma “Il muro di silenzio”, testo teatralescritto nel 1959 che per la prima volta in Italia portò sulle scene il temadella mafia e dell’omertà. Si trattò dell’evento teatrale dell’anno: pensateall’impatto sul pubblico di allora (la pièce era già stata rappresentata a Mi-lano e successivamente avrebbe toccato altri teatri italiani,come quelli di Trento e Bolzano, per approdare poi in al-cune città europee: Londra, Oslo, Praga). Critiche entusiasti-che pubblicate sulle pagine culturali dei maggiori quoti-diani di allora; i premi Lentini-Rosso di San Secondo e ilSaint Vincent; sua maestà Silvio D’Amico che, nel manualesul teatro del secondo Novecento, inserisce il nome di Mes-sina tra quelli dei maggiori rappresentanti della dramma-turgia di quegli anni, da De Filippo a Patroni Griffi a Fo. Vipare poco? In realtà fu tantissimo. Ma non bastò per Pa-lermo: che volse le spalle a Paolo Messina. Il suo drammainfatti non fu mai rappresentato: a pesare come un maci-gno pure il veto della Rai, che ritenne l’opera inadatta al suopubblico. Se tutto ciò non bastasse, la preannunciata pub-blicazione del “Muro del silenzio” nella collana del teatroitaliano Einaudi andò in fumo: la rimozione di Paolo Mes-sina, in vita, era già bella e servita. A nulla valse la resipi-scenza dell’azienda pubblica italiana che corse ai ripari nel1975 presentando l’opera, che però, nel frattempo, era spa-rita dalle scene e il cui testo risultava difficilmente reperibile, pubblicato asuo tempo su una rivista di teatro.

Oggi, grazie alle amorevoli cure della scrittrice Licia Cardillo Di Prima,sodale dello scrittore e autrice di una lucidissima prefazione, vede la luceun volume che raccoglie i cinque drammi di Paolo Messina (sponsorizzatodal “Centro studi Giulio Pastore” di Agrigento, è stato presentato martedì aPalazzo Steri), con una postfazione di Piero Longo. Concentriamoci suiprimi tre: “Il muro di silenzio” appunto, che qualche anno fa era stato pub-blicato per iniziativa della Facoltà di Lettere sotto l’egida di Giovanni Ruf-fino e Salvatore Lo Bue, quest’ultimo vero e proprio sacerdote della memo-ria di Messina, assieme ad Aldo Gerbino; e poi “Il progetto” e “Le ricamatrici”.Una trilogia intensissima, che oggi dà perfettamente la misura della di-mensione profetica dell’autore, del suo essere un anticipatore scomodo espinosissimo. Basti pensare che Paolo Messina mette in scena il drammadella violenza mafiosa e dell’omertà quando ancora non era uscito “Ilgiorno della civetta” di Leonardo Sciascia. Stiamo parlando di un periodoche sembra lontanissimo, in cui Cosa nostra era un vero e proprio tabù:specie in letteratura. Messina, che di suo è raffinatissimo poeta e elegantesaggista, se ne infischia del politicamente scorretto, tira avanti per la sua

strada di drammaturgo raccon-tando la storia di una famiglia, ap-parentemente come tante nella Si-cilia di quegli anni, che però ungiorno fa esperienza della traco-tanza e della violenza mafiose.

Quando cioè viene fatto fuori il capostipite, solo perché non s’era piegatodinnanzi alle intimidazioni di un facinoroso che voleva a tutti i costi la terrache col suo sudore era stata strappata alla siccità. La moglie del malcapi-tato si mette il tappo in bocca, non vuol far capire nulla ai suoi figli. Nes-

suna denuncia, il fattaccio viene liquidato come un inci-dente. E però uno dei figli, Antonio, che studia legge e checrede nella giustizia, in realtà sa bene come stanno le cose.Non tollera la sudditanza della madre, vorrebbe fare i nomiai carabinieri (che però sovente, come dice uno dei perso-naggi a un certo punto, fanno finta di non sapere) per libe-rare la famiglia dal giogo mafioso. Nulla da fare: la madre,icona granitica, presenza ipnotica, non molla. “Se tutte lemadri parlassero – esclama Antonio – anziché tenersi loscialle stretto sulla bocca o gridare soltanto: Figlio, figlio, fi-glio!”.Ci scappa il secondo morto: questa volta è il turno di unodei figli. La tragedia precipita: la ribellione di Antonio si in-frange contro il muro di silenzio (espressione che poi sa-rebbe stata fagocitata dai giornalisti e dai politici) degli al-tri famigliari, che alla fine decidono di impugnare il fuciledel padre e farsi giustizia da soli. Nel “Progetto” (1964),Paolo Messina prende invece di mira il problema della spe-culazione edilizia e della mafia degli appalti: anche qui,

l’autore vede oltre, bucando la cortina di silenzio e di connivenze. Il tagliodell’opera è brechtiano, ma la preveggenza dell’autore mette a fuoco undramma più che contemporaneo: quello degli incidenti sul lavoro.

C’è un immenso edificio in costruzione, che viene su in barba ai dettamipiù elementari della scienza delle costruzioni e di gravità: a un certo punto,irrompe un corteo, nutrito di donne vestite di nero, che hanno perso i ma-riti in quel cantiere. Si parla a un certo punto di sabotaggio, di violazionedelle norme di sicurezza, di collusione con alcune imprese: insomma, Mes-sina aveva scoperchiato il calderone immondo degli imbrogli isolani e na-zionali. Il tutto, con un cipiglio da realismo lirico, come giustamente ha no-tato Piero Longo. Per non dire delle “Ricamatrici” (1968), dove l’autore af-fronta il tema spinosissimo della violenza sulle donne e dell’aborto, al ri-paro da certo femminismo isterico e urlato. Torreggia, nel dramma, la fi-gura di Vera, esemplare della donna anticonformistica come scrive LiciaCardillo nella prefazione, l’unica non sposata che aspetta un figlio, ma nonsa da chi: “E quando l’occasione è venuta… ebbene, non l’ho respinta: masolo per ottenere questo dono prezioso dalla vita. Non per l’amore di unuomo. Che non mi appartiene, lo so!”. Troppo moderno, Paolo Messina, peressere compreso e apprezzato: in una città, Palermo, sempre più distrattaed epidermica. Che continua a girargli le spalle.

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Un drammaturgo incompreso Paolo Messina e il suo Teatro

Di SaLvatorE FErLita

CENTRO STUDIGiulioPASTORE

Teatro(1959 - 2005)

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Paolo MessinaNOTA BIOGRAFICA

Paolo Messina (poeta, drammaturgo, saggista)è nato a Palermo il 2 gennaio 1923, ha com-piuto studi regolari (scienze politiche e gior-nalismo) e, al termine della seconda guerramondiale, nel 1945, ha iniziato una più con-sapevole esperienza letteraria (techne e poie-sis) anche in lingua siciliana nella linea d’in-teresse estetico che va da Baudelaire a Valéry,interesse confluito poi nel saggio L’essere dellapoesia pubblicato nel fascicolo di giugno 1990della rivista Nuovo Romanticismo. Critico ecorrispondente teatrale della rivista Il drammadi Torino, durante gli anni 60, conseguente-mente alla lunga esperienza sul campo, al per-corso artistico e alla riflessione teorica, ha for-mulato la sua concezione dell’Atto di teatro,saggio apparso anch’esso nel maggio 1984sulla rivista Nuovo Romanticismo. Non maitrascurata, la poesia è rimasta il suo più speci-fico interesse. È morto il 30 ottobre 2011.

Teatro

Paolo M

essina

... e di magiaPro Loco “L’Araba Fenicia” e sponsoriz-zata dal Comune e da diverse aziendesambucesi. In contemporanea, vari mo-menti d’intrattenimento. In Piazza BaldiCentelles, esibizione degli artisti delCirco di Ignazio Grande; al Belvedere,degustazione di prodotti enogastrono-mici sambucesi e sul sagrato dellaChiesa Madre “I Cunti” di Paola Caridi eSamantha Di Laura due donne, non delSud, ma che al Sud hanno scelto di vi-vere. Accovacciate su dei cuscini, da-vanti a un pubblico attento, hanno rie-vocato, con elegante levità, momenti si-gnificativi del loro soggiorno a Gerusa-lemme e a Damasco. Protagonista, laparola, capace di annullare spazio etempo, suscitare suggestioni e nostal-gie, riportare alle radici arabe e far me-ditare sul tempo, il tempo che parados-salmente si vive solo quando uno se ne dimentica, lasciandosi catturare daciò che lo abita: un profumo, un gesto, un suono, un colore, un sorriso. Iltempo che non si perde, non si spreca, non si rimpiange e non si aspetta,perché nell’attimo in cui arriva non c’è più. Un bel momento di riflessioneche ha rivelato il valore del qui e dell’ora, della relazione e dell’attenzione al-l’altro in una società che rincorre forsennatamente il tempo senza viverlo eabitarlo. L.C .

(segue da pag. 1 )

Notti di stiddi, notti di cunti...(segue da pag. 1 )

raccolta tra Adragna e Serrone, un cassonetto blu bruciato, presumo nonper auto-combustione, che metteva tristezza infinita. A casa avevo diffe-renziato la carta, la plastica, una lattina: in quel punto i rifiuti traboccavanodai cassonetti, terribilmente mischiati. Penso che occorra comunicare alpiù presto i punti di raccolta dislocati sul territorio e che in ogni punto siapossibile collocare i vari tipi di rifiuti, ben differenziati. Anche sull'acquaoccorre che i cittadini sappiano, con informazione capillare, ciò che finoraè stato fatto.

Facebook non basta. Occorrono bacheche in piazza, lungo il corso,perfino in ciascun quartiere. Per non avere comodi alibi, ciascun cittadinodeve essere informato. Deve sapere quale assessore si occupa di un deter-minato settore e come può, il cittadino, contattarlo e in quali orari.

Una musica nuova e coinvolgente non s’improvvisa.Occorre scrivere le note, saper usare uno strumento.E avere un'orchestra al completo, in armonia. Vogliosa di suonare per Sambuca.Prima di tutto.

Di Enzo SciaMè

Sarà musica nuova?L’arpa e i suonatori

Un punto sicuro della vostra città

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“Cucinare è sempre stato il mio hobby preferito, - dice Ludovica - così,sfruttando semplicemente le mie passioni, cucina e tecnologia, ho cercatodi darmi da fare per contri-buire in modo piacevole perquesta mia terra”. L’avventuraculinaria di Ludovica Pendolaè iniziata circa un anno fa,quando ha cominciato a col-laborare per il celebre sito dicucina, Giallo Zafferano, rea-lizzando un blog personale“Cucinoso” (http://blog.gial-lozafferano.it/cucinoso/) incui, puntualmente, inseriscele ricette da lei realizzate.

“Cosa fare per questa miaterra? Mi sono posta questadomanda dopo aver parteci-pato alla presentazione del li-bro del procuratore Vella e altri due autori Mauro Baricca e Demetrio Pisanidal titolo “La forza del gruppo”. Il titolo mi ha colpito immediatamente, mal’ho dovuto leggere per trovarmi in completa e totale sintonia con tutte leloro idee: la funzione e la responsabilità del leader, l’apprezzare le capacitàe le qualità di tutti i membri del gruppo stesso, che spesso si possono rive-lare risolutive” – continua Ludovica. Il blog di Ludovica “Cucinoso” nascegrazie alla sinergia di altri collaboratori del sito Giallo Zafferano, come Mar-tina Spinaci, i gruppi tecnici che hanno guidato la creazione e la pubblica-zione del primo articolo, fino alla creazione del SEO, e la collaborazione conil progetto di Palermo, “Addio Pizzo”.

La collaborazione con il comitato anti racket, nasce quindi dalla volontàdella sambucese Ludovica Pendola, di creare un circuito virtuoso in colla-borazione con le aziende che aderiscono al comitato “pizzo free”; quelleaziende che hanno quindi deciso di far parte del consumo critico. Attual-mente le firme “contro il pizzo, cambia i consumi” sono circa 10435; mentrele aziende, i commercianti, imprenditori che si sono opposti pubblica-mente al racket delle estorsioni mafiose riguardano categorie di ogni ge-nere, dall’editoria, agli autosaloni, industrie alimentari, panifici, ferramenta,palestre, teatri e discoteche.

Al progetto hanno aderito anche altri 5 blogger siciliane sempre con unblog della piattaforma di Giallo Zafferano che sono state scelte per aderirea questo progetto.

“Quando ho contattato il comitato Addiopizzo, una delle responsabilidel progetto, Alessandra Perrone, è stata subito entusiasta della mia idea direalizzare le ricette utilizzando i prodotti tipici delle aziende che aderi-scono al comitato antiracket – afferma Ludovica Pendola – Mi hannomessa in contatto con l’azienda l”Antico Frantoio Vallone” che ha accoltocon grande entusiasmo la mia proposta. Una nuova avventura quindi, macon un valore aggiunto, una collaborazione con aziende che sostengonoun’economia virtuosa e libera”.

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PREPARAZIONEFatevi tagliare dal pescivendolo una bellafetta di pesce spada. Lavate il pesce, met-tetelo a scolare e praticate, aiutandovi conun coltello affilato, delle piccole incisioni in cui inserirete i filetti di aglio,pepe e sale. Disponete in una teglia che contenga a misura il pesce, e doveandrete a cuocerlo, la metà dei pomodori pelati o pomodorini se preferite,aggiungete le erbe aromatiche, salate, pepate, adagiate la ruota di pesceche ricoprirete, con altro pomodoro ed erbe aromatiche, salate, pepate efate riposare per 12 ore circa. Ponete in forno, irrorate con l’olio e cuocete atemperatura media per circa 30 minuti, a metà cottura aggiungete un bic-chiere di vino bianco e portate a termine la cottura. Servite caldo accompa-gnato da patate a forno. Un secondo di pesce di grande effetto e di sicurosuccesso, relativamente semplice a preparare, ed il cui il risultato è garantitosia dalla freschezza del pesce che dalla giusta cottura.

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Page 5: N 450 luglio agosto 2013

o che tu accompagni. Puoi sentirneil fascino, potenziato da sensazionipositive e cercare di comunicarlo oavvertire la noncuranza degli altri elasciarlo scemare. É difficile preve-dere cosa può succedere e qualisensazioni proverai. Non mi è mai capitato d’incontrare un premio Nobel equesto mi provoca molta curiosità ma, devo confessare, nessuna forma di ti-midezza.

L’appuntamento è dentro lachiesa di S. Margherita, mi hanno co-municato che lo scrittore desidera vi-sitare la città senza il fastidio di esserericonosciuto o peggio diventare og-getto di curiosità. Sono pronta e stra-namente anche rilassata, qualsiasinuovo incontro mi dico è un arricchi-mento, non occorre prepararsi, è im-portante entrare subito in comunica-zione con semplicità, è lo stimolo ini-ziale che conta, l’offerta immediata didialogo che può indurre una rispostapositiva. Mi presento con un “encan-tado”, «si dice così in spagnolo?»,chiedo, un chiaro sì è la risposta im-mediata, seguita da un sorriso, quellosì da incanto, unito ad uno sguardoespressivo che dev’essersi addolcitocon gli anni, ma che non riesce a mascherare la irresistibilità del macho la-tino, del tombeur de femmes.

Accenno a qualche breve notizia sulla storia della chiesa nella Sciaccatrecentesca, ma il suo sguardo è attratto dagli stucchi femminili, quasi si-rene, e dai floridi putti nudi, raro esempio della decorazione plastica pre-ba-rocca siciliana di Orazio Ferraro da Giuliana, forse perché, come sostiene ilmio amico studioso Giuseppe Antonio Marchese, queste decorazioni hannoqualche assonanza col barocco dell’America Latina. Non glielo dico, per nonfare sfoggio, ma è lo scrittore stesso a trovare le somiglianze e ad avvertirnela dimensione pagana piuttosto che cristiana. Usciamo presto sulla via In-cisa per ammirare il portale, il nome di Francesco Laurana forse non gli dicenulla, ma gl’influssi catalani sull’architettura siciliana, in particolare la scalacatalana del palazzo Perollo, quella sì. Subito dopo ci dirigiamo verso il pa-lazzo Steripinto, ci soffermiamo sul bugnato a punta di diamante, sulla fami-glia Noceto, banchieri, aromatari e alchimisti, il bugnato allontanava il ma-locchio; è il mio pezzo forte! Altro che influsso spagnolo come si è semprescritto, è puro Rinascimento italiano, anzi esempio precoce degli anni ’80del Quattrocento. Llosa sembra soddisfatto. Una volta in via Licata lo vedoimprovvisamente illuminarsi quando accenno alla locale comunità ebraica,al quartiere Cadda, alla Yeshivà, lo Studium o Università ebraica di Sciacca.Chiama la moglie perché ascolti, interloquisce, si entusiasma quando ac-cenno a Flavio Mitridate, a Pico della Mirandola che lui sembra conoscabene, alla cabbala, allo straordinario transito della mistica ebraica da Calta-bellotta e Sciacca, alla Firenze di Lorenzo il Magnifico! Straordinario! Annui-sce, riflette, è evidente che queste notizie lo suggestionano, accenna allacabbala spagnola, gli parlo di Abulafia che nel XIII secolo dalla Spagna

venne a Messina. Siamo entrambisoddisfatti, mi sembra, è avvenutocon molta semplicità lo scambio traculture e conoscenze. C’inoltriamonella piazza Angelo Scandaliato, ac-cenno orgogliosamente al prozio,

medaglia d’oro della I guerra mondiale. Abbracciamo con lo sguardo ilporto, il mare, la Sciacca araba con la sua falaise, il Caricatore, le grotte sca-

vate nella roccia calcarea, e le fosseper il grano, le casette di pescatori, ilmercato del pesce e i magazzini perle acciughe salate, le anchovas ripetelui. C’è caldo, una sosta al bar Scanda-glia, lo scrittore chiede quello stranopanino con la granita di limone, gliportano anche un cucchiaino di pla-stica, cerca di spezzare la brioche, condifficoltà, gli suggerisco che noi soli-tamente l’addentiamo con voluttà in-sieme alla granita o al gelato, apparesollevato. Sorride, mentre la moglie egli amici ridacchiano e farfugliano,ascoltando la telefonata del criticoletterario che lo accompagna, il qualesi diverte a telefonare agli amici perraccontare che Mario, visitando lacasa di Tomasi di Lampedusa a Pa-lermo, ha detto con spontaneità di

sentirsi un una specie di tomba di Tutankamon della letteratura.Questa storia ha fatto, a quanto pare, il giro dei giornali. L’accompagna-

trice di S. Margherita, Betty Scaglione, vuole mostrare allo scrittore la Ma-donna del Soccorso nella Chiesa Madre.Si avvicina timidamente Montal-bano, lo studioso ed esperto della storia del miracolo e del culto della Ma-donna, è preoccupato, intimidito, lo rassicuro, lo spingo avanti, vorrebbeche fossi io a parlarne, ma gli ribadisco che non sono una specialista dellamateria e non ho molta dimestichezza con i santi. Il suo racconto appassio-nato dura circa un quarto d’ora, Llosa appare interessato. La veloce visitadella città, si conclude dentro la bottega di un ceramista per un souvenir. Cisalutiamo con la stessa semplicità, un sorriso, un ringraziamento, un inco-raggiamento a continuare, gli regalo il mio libro, «Judaica Minora Sicula»

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Estemporanea di pittura a Gangi

6 Anno LV Luglio-Agosto 2013

Si è conclusa “in arte” la stagione estiva nel comune di Erice con un pro-gramma al sapore di letteratura, pittura e musica. “Erice eventi d’estate” è il ti-tolo del lunario di presentazioni di libri ed esibizioni musicali, arricchiti dallamostra “La donna e il mare” del pittore Enzo Maniscalco, iniziate il 7 Agostofino al 23, al Palazzo Sales di Erice per iniziativa dell’Assessore alla Cultura delComune, Laura Montanti.

Ventiquattro opere pittoriche dell’artista sambucese, Enzo Maniscalco,hanno fatto da cornice alla presentazione del libro “Ecuba” della scrittrice diPalermo, Clelia Lombardo.

“La donna e il mare, una lunga storia di relazioni metaforiche che neltempo ha servito il mito quanto il mondo della conoscenza, in genere, e del-l’arte. - ha affermato il professore Antonino Contiliano, di Marsala, in unostralcio della critica realizzata alle opere del pittore sambucese - La pittura diEnzo Maniscalco la ri-propone in endiade. Un’endiade che dice la distanza

della donna e la sua paradossale vicinanza: una prossimità che allontana. Af-ferrare la distanza del femminile e l’inquietudine sottesa che l’attraversa, qui,è uno scacco".

Pitture metafisiche quelle dell'artista sambucese, Enzo Maniscalco, in cuila donna, il mare e il tempo sembrano arrestarsi all’inerzia delle movenze deisoggetti ritratti. I colori si plasmano come forza di verità, mentre la sempli-cità delle espressioni e la complessità dell’insieme, pur nella povertà deglielementi ritratti, restituiscono allo spettatore la complessità della sua inter-pretazione. I paesaggi appaiono inclini alla realizzazione di palcoscenici dinatura, suggerendo la natura stessa che diviene inizio e fine di ogni espres-sione, mentre lo sfondo, dai colori tenui, si interrompe per le sfumature, ap-pena accennate, di qualcosa che dinamizza la scena. Si evidenzia il silenzio el’immobilità dell’aria, scoprendo in quella semplicità un intero mondo daanalizzare. Uno scenario antropologico, tragico ed enigmatico, in cui il tuttosi congiunge con l’eterno.

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Due le pittrici sambucesi, Francesca Maggio e Marcella Di Giovanna, chehanno partecipato all’ estemporanea di pittura organizzata nei giorni 27 e 28luglio presso il comune di Gangi.

Le loro opere, realizzate nel centro storico della città, sono state conse-gnate ed esposte al pubblico presso Palazzo Bongiorno in presenza del sin-daco, Giuseppe Ferrarello, del Presidente e del Direttore dell’IstituzioneGianbecchina , Rosanna Migliazzo. I quadri rimarranno di proprietà dell’Isti-tuzione Gianbecchina e andranno ad incrementare il patrimonio del Museod’arte contemporanea che l’Istituzione sta realizzando.

Numerosi i partecipanti, provenienti da ogni parte.Congratulazioni alle due artiste che portano alto il nome di Sambuca.

(segue da pag. 1)

decisionismo, incertezza o, peggio ancora, a divergenze all’interno dellamaggioranza, che attengono a interessi di parte.

La politica – non ci stanchiamo di ripeterlo - è l’arte della mediazione,non intesa come spartizione di poltrone rimaste vacanti, ma nel senso piùnobile del termine.

Chi amministra è stato scelto, non per rivendicare privilegi o esibire suc-cessi personali, ma per servire in modo discreto e disinteressato la comu-nità al fine di costruirne il futuro.

È questo che i cittadini si aspettano.

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7Anno LV Luglio-Agosto 2013

Il “je accuse” della sorellaChe fine ha fatto Piazza Nino Giacone?

Lo spunto di questa lettera mi è stato dato dal servizio su Radio MonteKronio realizzato dall’avvocato Ignazio Cucchiara su mio fratello, Nino Gia-cone, il cui testo fu poi pubblicato su di un blog e, successivamente, su laVoce di Sambuca, per iniziativa del suo direttore, Licia Cardillo. Della figura dimio fratello, Nino Giacone, ha già detto sinteticamente e con efficacia Igna-zio Cucchiara; e tutti i sambucesi della generazione passata - e in parte dellapresente - sanno bene chi è stato quest’uomo, schivo e cosa ha rappresen-tato nella costruzione d’una società più giusta e più libera. Ma le ragioni diquesta lettera alla Voce nascono dall’esigenza di fare chiarezza sulla que-stione contenuta sul servizio e nell’articolo, prima citati. Premesso che non èmai stato costume di mio fratello e della nostra famiglia chiedere riconosci-menti, o altro alla società e al nostro partito, allora PCI, voglio riferire i fatti le-gati alla promessa, mai mantenuta, fatta a noi dal sindaco Martino Maggio,di intestare l’attuale Piazza della Vittoria di Sambuca a mio fratello. Otto annidopo la sua scomparsa, durante la visita di lutto alla famiglia per la dipartitadell’amico Felice Vetrano, il dott. Maggio si avvicina a me, a mio fratello Ma-rio e, alla presenza di Nino Ferraro, ci fa partecipi del suo proposito di intito-lare Piazza della Vittoria allo “zio” Nino Giacone. La cosa ci lasciò sorpresi eperplessi, ma fummo rassicurati poiché, a detta del sindaco, non c ’eranopossibilità di opposizioni, dato che nella piazza non erano situate privateabitazioni. Allora proprio io risposi che tale riconoscimento ci commuovevae gratificava, anche perché su quella piazza, sotto il monumento del MiliteIgnoto, nella lista dei caduti,c’è il nome di un altro dei nostri fratelli, Pietro,morto a 20 anni sul fronte russo. Qualche tempo dopo, ci sono stati indicati idocumenti che dovevamo preparare da inviare al Prefetto. Intanto vi erastata una regolare delibera della Giunta comunale cui era seguita un’altradella Prefettura che riteneva cosa nobile premiare la memoria dei cittadinimeritevoli, ma tuttavia, per legge, dovevano decorrere 10 anni dalla morte.

Nonostante ciò, qualche tempo dopo, il sindaco, in un incontro casuale,ci comunicava che personalmente si sarebbe assunto la responsabilità di so-stituire l’esistente denominazione della piazza con una recante il nome dimio fratello. Ci sembrò una decisione così ardita che gli consigliammo di se-guire la legge, a sua e a nostra tutela. Sono seguiti anni di silenzio che mihanno spinto, negli ultimi quattro anni, a chiedere direttamente al signorSindaco notizie della delibera, considerato che i termini di legge erano statisuperati. In un primo tempo,egli mi rassicurava che il suo personale impe-gno era ancora vivo, mentre successivamente si profilavano fumose ragionidi opposizioni di “gente” del mio stesso partito. Tuttavia, nonostante questo,mi dava, ancora una volta, la sua parola che prima della fine del suo man-dato, l’ormai annosa promessa avrebbe avuto buon esito.

Sui fatti riferiti, evito qualsiasi commento. Voglio evidenziare che hoscritto questa lettera solo per fare chiarezza e ricordare che dignità e orgo-glio non sono negoziabili con allettanti promesse che non ci hanno mai con-vinti. Di contro io e la mia famiglia rivolgiamo la nostra gratitudine all’Avv.to-Cucchiara e al direttore Prof.ssa Licia Cardillo, per la loro sensibile coscienza-civica “merce” ormai veramente rara, in un modo di sole merci. Grazie.

Poesia, Letteratura e Musica si sono incontrate all’interno di alcunisplendidi cortili della Vetta di Erice, per dare vita, tra i colori delle ortensie el’antica pietra delle basole, a suggestive e magiche atmosfere d’ascolto. Il 2agosto, nel Cortile Tilotta, in Via Nunzio Nasi, alla presenza di un numerosopubblico e dell’ass. alla Cultura Laura Montanti, l’avv. Eugenio D’Angelo hapresentato il libro di Licia Cardillo e di Elvira Romeo “La poltrona di MariaCarolina e il gelo di mellone”. L’evento è stato allietato dal violino di MariaGiulia Calcara. Al termine ”Vino in versi” degustazione alle luci del tramonto.

Il 5 agosto, il libro è stato presentato dai giornalisti Mascia Maluta e Sal-vatore Gabriele al Castello Barbacane di Pantelleria, nell’ambito di un’astapromossa dal Lions Club dell’isola che ha raccolto dei fondi per ragazzi di-versamente abili.

Cortili in poesia a EriceContinua il tour de “La poltrona di Maria Carolina”

Anche quest’anno in Piazza Collegio, la sera di mercoledì, 7 agosto, laCasa di Riposo ha riproposto la festa dell’anziano in un’atmosfera carica ditenerezza, commozione e servizio. Forte si è avvertito il senso di apparte-nenza delle famiglie degli anziani ospitati, le quali hanno sempre parteci-pato a tutti i momenti ricreativi e commemorativi della struttura. Viverequesta festa è valorizzare questa realtà e soprattutto, come dice PapaFrancesco, comunicare con gli anziani, aiutarli a non sentirsi soli.

A condurre la festa, con semplicità e competenza, il prof. Enzo Sciamèche, pur vivendo e insegnando a Bergamo, ama il proprio paese e le pro-prie radici storico-culturali. Il presidente della Casa di Riposo, Gaspare Sta-bile, dopo il discorso di benvenuto ai presenti ha espresso il plauso per l’o-pera svolta e per l’impegno fattivo degli assistenti.

Ha affermato inoltre il valore di questa festa dell’anziano come espres-sione sociale di una realtà che è rivolta alle esigenze della comunità in col-

laborazione delle famiglie e soprattutto ha rivolto un invito ai giovani, ilfuturo del domani, a non dimenticare gli anziani che sono la nostra storia.È intervenuto poi il coordinatore sanitario, dott. Filippo Salvato, il quale haconfermato la sua disponibilità a intervenire tutte che le volte che le situa-zioni lo richiedano. Il Sindaco Leo Ciaccio, nel suo intervento, ha ribaditocome l’amministrazione comunale sia sensibile e attenta a questa realtàche conferisce a Sambuca l’immagine di una comunità aperta, viva e re-sponsabile ai problemi sociali e ha ricordato ai giovani che la realtà del-l’anziano costituisce una tappa inevitabile della nostra vita e che bisognaamare, rispettare e integrare gli anziani perché sono la nostra memoriastorica, un passato che si fa presente.

Lo stesso concetto è stato ribadito dalla professoressa Mariella Mulèche si è assunta l’impegno ad essere presente anche in altre circostanze.Presenti anche le associazioni di volontariato sambucesi AVULSS e UNI-TALSI. Sono state recitate e drammatizzate con abile cura e maestria al-cune scenette a carattere comico di vita vissuta, sotto forma di torneo. C’e-rano i Bianchi i Rossi e i Verdi, i colori della nostra bandiera, le scenetteerano :“Sambuca lu meglio paisi chi c’è” scritta dal professore Enzo Sciamè,“La lezione d’Inglese”, ”L’Uomo di fiducia”, “In cerca di un lavoro”, “La Com-media” del Gruppo Teatrale “La Scintilla” di Chiusa Sclafani.

A seguire la proiezione del video realizzato dall’arch. Ida Maggio dove,una dopo l’altra, scorrevano le immagini degli anziani accompagnati daglioperatori e dalle famiglie nella cornice della Casa di Riposo. La festa, comesempre, è stata arricchita da un ricco buffet freddo preparato dalle bravecuoche della Casa di Riposo. Musiche, canti e balli hanno completato finoa tarda sera questo momento di gioia di vivere e poesia.

Riproposta la festa dell’anzianoCasa Protetta

Di roSa trapani

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anche di cultura e di creatività”, come ha detto il presidente della Pro Loco.Inoltre diverse serate hanno visto ville private, bar di Adragna, Casa

Montalbano animati da gruppi musicali e da feste a tema, come la cubana,la spagnola, l’indiana, l’africana.

Messe, processioni, degustazioni, musiche, spettacoli sportivi, didanza e teatrali, giochi di artificio hanno impegnato i comitati delle festedella Madonna delle Nevi, di San Giuseppe del Serrone, di Maria Bambinaper la migliore riuscita della festa.

Per il quinto anno consecutivo La Nivina ha accolto tutti coloro che vo-

levano trascorrere delle serate all’insegna del buon cibo e del fare culturacon gioia. Il tema di quest’anno era “La Famiglia” e su questo tema si sonoesibiti il 3 agosto I Policandri, Gabriella Aloisio, Gaspare Montalbano,Pippo Scrò, in una suggestiva cornice naturale impreziosita dalla sceno-

tion delle cantine partner dell’As-sociazione, come Planeta, BaglioSan Vincenzo, Donnafugata, Can-tine Barbera, cantina Cellaro, Ho-tel Don Giovanni.

Anche la Pro Loco, “L’Araba Fe-nicia”, in collaborazione con l’Am-ministrazione Comunale, l’Assesso-rato Regionale del Turismo, delloSport e dello Spettacolo, ha orga-nizzato la rassegna cinematogra-fica “Cinemaincortile”, tutti i mar-tedì dal 30 luglio al 27 agosto, allascoperta dei cortili più suggestividi Sambuca.

Il 10 agosto, le cantine di FeudoArancio e Donnafugata hannoaperto le porte alla manifestazione“Calici di stelle”, organizzata dalMovimento Turismo del vino e,mentre parte di Sambucesi accom-pagnati dalle note della musicablues degustavano gli ottimi vinidelle aziende, altri affollavano i vi-coli saraceni, assistendo alle acro-bazie del circo contemporaneo,ascoltando i “cunti” e i racconti delMedio Oriente, tra musica e degu-stazione dei migliori vini della no-stra terra, evento organizzato dallaPro Loco in collaborazione conl’Amministrazione Comunale.

Il 12 agosto abbiamo assistitoalla prima edizione della NotteBianca della cultura, organizzataancora dalla Pro Loco in collabora-zione con l’Assessorato Regionaledel Turismo, il Comune di Sambucadi Sicilia, l’oratorio Don Bosco, l’A-vis, Radio Zabut, la Compagnia delCibo Sincero, La Pagina Riformista.

Laboratori d’arte, danze, collo-qui con scrittori, microfono apertoa quanti volevano parlare, recitare,cantare, intrattenimento musicale,scambio di libri, estemporanea difumetti, di Body Painting, esposi-zione di ceramica, di gioielli, realiz-zazione di un salotto con oggetti ri-ciclati, tombolone, musei aperti,torneo di bocce, mostra umori-stica, di “Grafica fluida”, di Cartolined’epoca, sono state alcune delle at-tività realizzate in “una notte spen-sierata e di puro divertimento ma

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A questo numero hanno collaborato:Rori Amodeo, Daniela Bonavia, Giuseppe Cacioppo, Licia Cardillo,

Paola Caridi, Antonella Munoz Di Giovanna, Salvatore Ferlita, Mar-

gherita Ingoglia, Mimma Franco, Nina Giacone Pippo Merlo, Gabriella

Nicolosi, Elvira Romeo, Angela Scandaliato, Enzo Sciamè, Antonio

Sparacino, Gori Sparacino, Rosa Trapani, Gaspare Taormina.

grafia di Pino Terracchio e dalleopere pittoriche del dottore Mat-teo Amodei.

Il 17 agosto sono ritornati sullascena del teatro di pietra i Polican-dri con il monologo Magda, testo eregia di Maurizio Vitale e la Sposazoppa; Margherita Vinci ha recitatoun monologo di Franca Valeri; lasottoscritta, Mimma Franco, ha in-terpretato il dramma di Andro-maca da Euripide; Mimmo Lo Re harecitato un suo monologo e PippoPuccio due poesie di SalvatoreMaurici sulla famiglie ancora nonriconosciute in Italia; ha chiuso laserata la musica di Paolo Sirolli ac-compagnato dal canto della figlia edalle percussioni di Baldo Caruso.

Le serate della Nivina si sonoconcluse il 7 settembre con ladanza di Italia Burgarella, l’intervi-sta di Ermelinda Palmieri a Mari-lena Monti sulla sua produzioneletteraria, la proiezione di video diAgata Catia Lo Coco sul paesaggiosiciliano e di Angela Di Bella sullevignette umoristiche di Pino Ter-racchio, con Rosetta Jacona, RitaBongiorno e Pippo Puccio chehanno recitato delle poesie e unbrano sulla famiglia tratto da “ Tar-dara” di Licia Cardillo, FrancescaMaggio con dei brani di Paola Cor-tellesi, Mimmo Triveri che ha reci-tato se stesso.

Esposte le opere di Jovito Nuc-cio, Pino Terracchio, Giuseppe Spa-tola, Francesca Leggio, MatteoAmodei.

Tanto è stato l’impegno per larealizzazione di tutti gli eventi eper alcuni anche economico, tantol’interesse degli organizzatori, manon sempre quello dei giovani che,se non direttamente coinvolti, an-ziché partecipare hanno preferito ilpub o evadere altrove.

Sicuramente un coordina-mento di tutte le serate, un pro-gramma stilato e pubblicizzato al-l’inizio dell’estate, avrebbe potutoevitare la sovrapposizione o la ripe-tizione di eventi e probabilmenteavrebbe favorito una più massicciapartecipazione.

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“Arte e forchette” si coniugano bene, specialmente all’aperto. Si tratta diuna mostra insolita, en plein air, che ha avuto luogo nella villa di Matteo eMariella Amodei in contrada Adragna. Insolito è, infatti, vedere pendere da-

gli alberi dei quadri, la cui vista si può godere passeggiando nei viali. Si trattadelle opere digitali del dottore Amodei e di quelle pittoriche della nuora Lo-redana Marchese. Se l’uno si compiace di vibranti composizioni astratte dallequali si levano armoniose sinfonie, l’altra, nei suoi paesaggi dalle linee geo-metriche, predilige la mitezza del colore. Due talenti complementari cheesprimono due diverse visioni della vita. Al termine, spazio al gusto e alleforchette!

“Arte e forchette”Una mostra en plein air nella Villa Amodei

Il 28 di settembre, Sylvie Clavel esporrà le sue opere nella Villa Aurea delParco Archelogico della Valle dei Templi di Agrigento. La mostra, promossadalla Sovrintendenza ai BB e AA seguirà la formula "Laboratorio porte aperte"in quanto l’artista sarà presente all'interno dei locali di esposizione, dedican-dosi all'annodamento della grande conchiglia ancora incompleta che al mo-mento è nell’atelier di Sambuca. Curatrice dell’evento la dott.ssa Rita Ferlisi,che, nella nota critica, tra l’altro, rileva: “Attraverso il nodo, simbolo millenarioe trasversale a tutte le culture, Sylvie Clavel crea figure archetipe care all’in-conscio collettivo, rese possibili dall’elaborata tecnica costruttiva dell’ “anno-dare”, dalla forte valenza concettuale, capace di intrecciare segni e simboli at-traversando con straordinaria potenza immaginifica il Mito tra Oriente e Occi-dente. Nel corso di un trentennio di attività artistica, Sylvie Clavel sviluppauna propria originale ricerca estetica basata sullo sviluppo di uno straordina-rio equilibrio tra manualità e ritualità, che conduce alla creazione di sorpren-denti sculture polimateriche le quali, attraverso il processo di annodamentodi fibre naturali e sintetiche, volgono il medium tessile verso l’esplorazione diun personalissimo universo mitico dai tratti animistici e primitivi. Il Nodo,presente in tutte le culture, da quella classica greca, a quella egizia, a quellaafricana, è legato alla dialettica del legame e della liberazione: dal nodo gor-diano che Alessandro Magno sceglie di annullare con un taglio netto dellaspada, ai rituali sciamanici e di magia che si diramano tra Oriente e Occi-dente, affondando le proprie radici anche nella cultura popolare siciliana, etrovando coerente riscontro in queste opere, che in maniera naturale, quasiper destino, trovano la loro casa nel cuore dell’antica Sambuca/Zabut che leospita.” A Sylvie, che ha scelto la nostra città, come laboratorio e spazio dellesue opere, La Voce augura il successo che merita.

Villa Aurea di Agrigento - Sylvie Clavel annoda il mito

Notizie in breveApericena di beneficenza

Il 1 settembre, alle ore 20, 00 presso “Casa Montalbano” in Contrada Ca-stellazzo ha avuto luogo una serata di beneficenza promossa dal Leo ClubSambuca Belice presieduto dal dott. Massimo Giacalone. Il ricavato sarà de-stinato all’acquisto di strumenti musicali per il progetto ORFF del “CentroSolidali con Te – Associazione Cana”.

Premi di LaureaIl 24 Giugno 2013, il dottor Massimo Giacalone, Medico Veterinario, ha

ricevuto dalle mani del magnifico Rettore dell’Università statale “Aldo Morodi Bari Prof. Corrado Petrocelli il premio del Sigillo in argento come migliorestudente della Facoltà di Medicina Veterinaria per l’Anno Accademico 2007-2008.

Durante la stessa cerimonia il dott. Giacalone è stato dichiarato vincitoredel premio di laurea Unicredit “A. Sarzana” per l’A.A. 2007-2008.

ScaccomattoIl 21 agosto in un locale luminoso e accogliente ha inaugurato un nuovo

negozio di articoli da regalo “Scaccomatto” di Loredana Cacioppo, sulla viaBerlinguer. All’interno è possibile scegliere fra una vasta gamma di articolida regalo per la persona e per la casa. Sono in vendita composizioni di pal-loncini ad elio e addobbi per ogni tipo di ricorrenza. Confetti e bomboniere,ed infine giocattoli. A Loredana la redazione de La Voce augura buon lavoro.

Paola Caridi al Festival di MantovaLa diciassettesima edizione del Festival della Letteratura di Mantova -

che ha avuto luogo dal 4 all’8 settembre, tra i tanti ospiti, ha registrato lapresenza della nostra concittadina Paola Caridi, autrice di ”Gerusalemmesenza Dio” - Ritratto di una città crudele, terzo libro edito con Feltrinelli. “ Untitolo che potrebbe apparire provocatorio, – scrive l’autrice – ma che ha loscopo di alzare un velo e guardare la città e i suoi abitanti ... gli stessi uominie donne in cui – per la visione cristiana – Dio si è incarnato e si è fattouomo...”

A Mantova, Paola Caridi e la scrittrice egiziana Ahdaf Soueif, hanno con-versato su Cairo e su Gerusalemme, città che hanno amato di un amore sof-ferto e di cui hanno scritto.

Page 10: N 450 luglio agosto 2013

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Cari amici e paesani, innanzitutto mi presento, anche perché molti gio-vani non erano ancora nati essendo io emigrato da Sambuca nel 1974. Michiamo Nino Sparacino e attualmente vivo in Toscana ma mi sento al centoper cento "SAMMUCARU". Quando sono andato via da Sambuca, non l'hofatto perché non c'era lavoro, anzi, l'occupazione era al 100% grazie alla rico-struzione post terremoto e anche all'impegno del Sindaco prima e Senatoredopo Giuseppe Montalbano. L'ho fatto perché il lavoro che svolgevo, il ma-novale edile, per me era come un abito stretto o largo che non mi stava beneaddosso. Praticamente non mi piaceva. Quando sono partito, ho provatogioia e felicità per il nuovo lavoro che mi apprestavo a svolgere, ma anchenostalgia e dolore per essermi allontanato dai miei familiari, dagli amici,dalle tradizioni, (le scampagnate con gli amici, la festa della Madonna,) ecc...Ho lasciato un Paese, vivace, brillante, gioioso, economicamente si stavabene. Sambuca era il miglior Paese nel comprensorio agrigentino. Da qual-che anno, quando torno al mio Paese nativo, lo trovo sempre più cambiatorispetto all'anno precedente, purtroppo sempre peggio. I giovani lascianoSambuca, non come ho fatto io, perché non gradivo fare un tipo di lavoro,ma perché proprio manca il lavoro. Eppure, a mio avviso Sambuca ha molterisorse da poter sfruttare, mi riferisco all'agricoltura e al turismo in primis. Michiedo come fanno i nostri rappresentanti politici locali a non vedere le mol-teplici risorse che il nostro territorio offre e non saperle sfruttare, almeno percontenere l'emigrazione. In questi giorni mi trovo a Sambuca ed essendo pe-riodo di campagna elettorale per le amministrative, ho capito perché, il mioPaese si è ridotto come una vecchia canzone di "José Feliciano" dal titolo"CHE SARÀ". A chi ha dimestichezza con internet suggerisco di andare suwww.youtube.it e ascoltarla. Per chi non sa usare il computer di seguito ri-porto parte del testo: "Paese mio che stai sulla collina. Disteso come un vec-chio addormentato; la noia, l'abbandono il niente .... La tua malattia. Paesemio ti lascio io vado via. Gli amici miei son quasi tutti via?... E gli altri parti-ranno dopo me. ecc..." Amici SAMMUCARI, voi vi state chiedendo: "MA CHI-STU CHI VOLI" ? Vi rispondo subito, vorrei vedere la mia SAMMUCA, comequando la lasciai nel 1974. E se un sammucaro deve andare via dal suoPaese, lo deve fare di sua spontanea volontà, non perché costretto a cercarelavoro altrove. Cari paesani, mi avvio alla conclusione dandovi un suggeri-mento, in questi giorni che mi trovo a Sambuca, parlando con alcuni amici opaesani, ho avuto modo di esternare cosa penso dei partiti politici, ossia, chehanno portato l'Italia in rovina, quindi per me sono già morti. Credo, invece,ai cittadini che si organizzano e si mettono in gioco e insieme programmanoe gestiscono il proprio futuro e quello dei propri figli e nipoti. Ma natural-mente, come è giusto che sia in democrazia, non tutti la pensiamo allostesso modo, quindi caro paesano, soprattutto tu che sei giovane, alle pros-sime elezioni comunali, vota pure per chi ti pare, ma pretendi che tu possaeffettuare il controllo su gli atti amministrativi, E' UN TUO DIRITTO, come èun tuo diritto proporre PETIZIONI nell'interesse dei cittadini, del territorioecc... e PRETENDERE che vengano DISCUSSE e APPROVATE. In sostanza tu,SAMMUCARU, devi essere fiato sul collo degli amministratori, perché ricor-dati, loro sono pagati con le tue tasse e quindi sono i tuoi dipendenti. So-prattutto rifiuta dì votare chi ti promette qualcosa, perché, ammesso che telo dia, ti dà uno e ne frega dieci. Un saluto affettuoso da un Sammucaro che,come te spera nella rinascita di Sambuca.

Antonio Sparacino

• Riceviamo e pubblichiamo - Riceviamo e pubblichiamo •

10 Anno LV Luglio-Agosto 2013

Cari sammucari vi scrivo...Una lettera datata, ma che fa riflettere

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di Erino Safina

Sambuca su “La Vita in Diretta”

I prodotti tipici locali presto su Rai UnoIl 23 agosto, grazie all’interessamento di una nostra concittadina che

vive da anni a Roma, Silvana Campisi, è stato registrato un servizio giorna-listico sulle bellezze artistiche e archeologiche e sui prodotti tipici del no-stro territorio, che verrà presto trasmesso su Rai Uno in seno alla trasmis-sione pomeridiana “La vita in diretta”, nella rubrica giornalistica condottada Camilla Nata, che si occupa dei prodotti enogastronomici d’Italia. Inmattinata, sono giunti a Sambuca due operatori che, in collaborazione conla Sig.ra Campisi hanno registrato l’intero servizio. Ad una prima panora-mica introduttiva del territorio illustrata dalla Prof.ssa Licia Cardillo DiPrima e dal sindaco Leo Ciaccio, ha avuto seguito una carrellata di signifi-cativi interventi di alcuni giovani imprenditori Sambucesi. Sono interve-nuti: Melchiorre Mangiaracina, che ha presentato la “Vastedda del Belice”,Davide Di Prima la produzione vinicola della azienda di famiglia, GuntherDi Giovanna la Cantina Di Giovanna e Nino Ballerini la produzione della “lu-maca del Belice”. Sono state presentate numerose ricette culinarie tipichedel nostro territorio dall’Ins. Maria Teresa Oddo, che con maestria e sponta-neità ha presentato pasta fatta in casa e condita con “cipudduzza e puma-doru” ovvero “cu l’amuri di Diu” e le melanzane alla “tabacchiera”. Infine,Marcella Ciaccio ha presentato la ricetta delle “Cassatedde” con ripieno dimarmellata di melanzane. Il servizio è stato registrato nel cortile del Pa-lazzo Panitteri e al Quartiere saraceno dove è stata intervistata CostanzaAmodeo. È stato presentato anche il Museo archeologico, da poco inaugu-rato. La sottoscritta ha avuto l’onore di illustrare brevemente alcuni tra i re-perti archeologici più significativi presenti nelle sale espositive, ossia i vasiattici a figure rosse, provenienti dalla necropoli, databili al V e IV sec. a. C. Lapanoramica sugli aspetti di interesse storico-artistici di Sambuca si è con-clusa con una visita ai Vicoli Saraceni e al Belvedere. La Sig. ra Campisi, havoluto dare il proprio personale contributo nella diffusione della cono-scenza della nostra bella cittadina in grado di offrire al curioso visitatore ot-timo cibo, vino di qualità e luoghi incantevoli e ricchi di storia da visitare,con un gesto ricco di affetto per la nostra Sambuca. Al momento dellastampa non abbiamo avuto aggiornamenti sulla data in cui il servizio verràmesso in onda, ma ci è stato anticipato che avverrà nel mese di settembre.

Antonella Munoz Di Giovanna

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GIOVANNI BOCCADIFUOCO, UNA FIGURA STORICADopo una lunga malattia è mancato il16/08/2013 Giovanni Boccadifuoco, una figurastorica che per tanti anni ha rivestito ruoli fon-damentali all’interno della Federazione ItalianaSci Nautico (attuale Federazione Italiana SciNautico e Wakeboard).Giovanni Boccadifuoco, palermitano, classe1931, è stato un uomo dello sport: calciatoredel Vittoria Calcio tra il 1940 e 1945, arbitro diBasket (serie B), e precursore dello sci nautico inSicilia.Per la Federazione Sci Nautico è stato a lungo ilPresidente del Sea Club Mondello di Palermo,Presidente del Comitato Regionale Siciliano dal 1976 e successivamente fueletto Consigliere federale dal 1981 al 1996.Boccadifuoco è stato uno dei primi Giudici di gara della FISW , ha organiz-zato numerose competizioni internazionali nella sua Regione, presso il ba-cino artificiale Lago Arancio, tra queste: i Campionati Europei Giovani nel1981, il 1° Trofeo Mondiale Veterani nel 1983 e il Triangolare Italia-Francia-In-ghilterra nel 1984, il Criterium dei Paesi del Mediterraneo nell’85, e tante al-tre gare che hanno riscosso grande successo di pubblico e numerosa parte-cipazione di atleti.E’ stato inoltre il fautore di un importante progetto che prevedeva l’aperturadi un Centro Tecnico federale di sci nautico nel Lago Arancio.Non soltanto la Sicilia, ma tutta la nostra nazione deve essere riconoscente aGiovanni Boccadifuoco per la passione con cui ha promosso e diffuso lo scinautico, soprattutto tra i giovani.La foto che accompagna questo ricordo è tratta del notiziario della FISN del1983 e si riferisce all’organizzazione del 1° Trofeo Mondiale Veterani organiz-zato al Lago Arancio presso Sambuca di Sicilia, sua seconda “casa”. Il Presidente della Federazione Italiana Sci Nautico e Wakeboard, MicheleDell’Olio, i Consiglieri federali, il Segretario Generale Alessandro Vanoi etutta la Segreteria partecipano con affetto al cordoglio della Famiglia Bocca-difuoco per la scomparsa di Giovanni.

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Petronilla un nome che suscitafascino e curiosità. Ma non solo.Grazie al suo intervento, ognigiorno prendeva vita un microco-smo, un sistema che era un altromodo di fare “commercio”. E con leiquello di Peppino Cottone (1910-

1986) che accanto alla sua fedelis-sima asina - una delle tre chel’hanno accompagnato nel suo sin-golare lavoro - percorreva con variemercanzie tutto il paese. Un tra-gitto sempre uguale a se stesso.

Al suono della trombetta, Petro-nilla si fermava lungo le strade,mentre la gente si portava vicino aquell’originale negozio ambulante.A dorso dell’asina c’era ogni cosa:stoffe impilate l’una sull’altra.

L’imbarazzo della scelta: cotonetipo “Australia” o “America” ottimoper confezionare camicie; teli pertovagliato, rigidamente a quadri; e

poi ancora tela grezza per cerate ovelluto acquistato dalle donne delpaese per confezionare il classicocompleto fatto da pantaloni, giaccae gilet molto in uso tra i contadinidi Zabut.

Ad affare fatto, don Peppino

tornava a suonare la trombetta ePetronilla ripigliava il percorso. DonPeppino “chiude”, si fa per dire, ilsuo “negozio” agli inizi degli anniOttanta con oltre quarant’anni dionorata carriera.

L’asina Petronilla torna nella suastalla di Cortile Cordari. Per i giorniche restano in “carica” al vecchioproprietario, Petronilla riceve ognimattina le stesse cure “perché Pe-tronilla - tiene a sottolineare LuciaCottone che qui ringraziamo peraverci messo a disposizione la foto -era una di famiglia”.

L’asina PetronillaLa foto del mese

Di giuSEppE cacioppo

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"Ogni ameri-cano con un po'di sangue nellevene è da sem-pre disposto ascommettere ilsuo ultimo spic-ciolo su un so-gno". Così soste-neva nel 1931 Ja-mes TruslowAdams, quandopubblicò un libroche per la primavolta parlava del"sogno ameri-cano”. Il protago-nista di questoarticolo è di san-gue siculo, sambucese per la precisione, ma con l’America ha molto a chefare, a partire dal nome, ricevuto proprio in America dove è nato nel 1970da una famiglia di emigranti sambucesi che lo ha poi riportato a Sambucaall’età di dieci mesi. Ma dell’America gli è rimasta la singolare voglia di met-tersi in gioco e di investire sulle proprie capacità e, soprattutto, quella capa-cità unica di coltivare i sogni. Stiamo parlando di Joevito Nuccio, un bam-bino che nel 1978 leggendo come tanti altri suoi coetanei di allora i fumettidella casa editrice Bonelli, conosce il personaggio di Zagor e se ne inna-mora. Poco strano, si direbbe, se pensiamo a quanti altri bambini possa es-sere accaduto con tanti supereroi, senonché alla folgorazione infantile siaggiunge un sogno, quello di diventare un disegnatore di fumetti, ma nondi qualsiasi fumetto, ma proprio di Zagor. E se l’età e gli studi in architetturasembrano allontanarlo da suo obiettivo, ancorato ad esso continua a te-nerlo saldamente la passione per le avventure del suo eroe preferito, maiabbandonata. Nel 2002 invia le prime tavole in cui disegna il suo Zagor all’e-ditore ma il curatore della collana Moreno Burattini lo sollecita a perfezio-narsi. Joevito non molla e continua tenacemente a lavorare fin quando nel2005 Sergio Bonelli lo chiama tra i quindici disegnatori di Zagor, l’unico sici-liano. In cinque anni sono stati pubblicati tre albi disegnati da Joevito, per untotale di 246 tavole, “un lavoro lungo e faticoso- mi racconta - fatto esclusi-vamente a mano, come da tradizione Bonelli, e seguendo l’esempio delprimo disegnatore di Zagor Gallieno Ferri, dalla cui mano nacque il perso-naggio nel 1961”. Dal 12 al 18 luglio alcune di queste tavole originali di Zagorsono state esposte a Menfi, presso Casa Planeta, dove un nutrito pubblico dicuriosi e appassionati ha potuto ammirare per la prima volta dei lavori diquesto tipo e conoscere l’eroe di Darkwood.

E gli occhi del mio interlocutore brillano come quelli di un bambino rie-vocando il suo eroe, un personaggio positivo, che insegna a lottare contro leangherie e i prepotenti, a conoscere il mondo, la storia e la geografia deipaesi in cui si dipanano le sue avventure, facendosi portavoce di valori qualil’integrazione culturale e la tolleranza. “Il successo del personaggio, chedopo Tex è il supereroe italiano più longevo, nonché la pubblicazione che haconosciuto di meno la crisi del settore editoriale, è proprio la qualità del per-sonaggio - mi racconta Joevito - e la mistione in un unico fumetto di vari ge-neri narrativi, dal giallo, all’horror passando dal western e dalla fantascienza”.Progetti futuri? Il completamento, previsto per il prossimo anno, delle tavolea cui sta lavorando dal 2010 e la realizzazione, magari a Sambuca, di una mo-stra. Intanto sono già 40 mila i lettori che ogni mese leggendo Zagor hannoconosciuto la firma di Joevito Nuccio, un siciliano nato a Chicago che, rima-nendo nella propria Sambuca, con tenacia, lavoro e determinazione ha coro-nato il sogno di un bambino di otto anni che amava tanto i fumetti.

Alfonso Di Giovanna, Fondatore - Licia Cardillo, Direttore Responsabile - Giuseppe Cacioppo, Capo Redattore

Gori Sparacino, Direttore Amministrativo Direzione, Redazione e Amministrazione Via Teatro C.le Ingoglia, 15 - lavoce-

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“Ci siamo impegnati molto con gli altri organizzatori e le associazionicoinvolte per allestire una Notte Bianca con dei contenuti un po' diversi, al-l'insegna della cultura e della creatività. La nostra più grande soddisfazione èstata quella di vedere la piazza principale della nostra città e il corso invasi dacittadini, emigrati e gente dai paesi vicini che hanno passato, in tranquillità erelax, una notte spensierata di puro divertimento” ha affermato CalogeroGuzzardo, presidente della Pro Loco L’Araba Fenicia all’indomani della serataNotte Bianca della Cultura svoltasi il 13 agosto scorso.

La serata, effettivamente, ha avuto un gran successo. Ma la cosa forse piùappagante era il fatto che la maggior parte della gente lì presente, in unmodo o nell’altro, ha partecipato attivamente all’organizzazione dell’evento.“Sambuca che esprime se stessa” era infatti il “sottotitolo ispiratore e genera-tore” dell’iniziativa. E davvero Sambuca ha dimostrato di avere tanti artisti,tante idee creative, tante belle iniziative associazionistiche e di volontariatoche non possono non essere considerate risorse preziose del nostro paese.

Alla serata, organizzata dalla Pro Loco in collaborazione con il Comune di

Sambuca, hanno partecipato: il Grest e il Gom con i loro balli e un gazebo diprodotti artigianali in esposizione, il gruppo musicale Aisamu Acustic Band,la nuova Radio Zabut, Vito Maggio che ha curato la mostra di vari autori “Hu-mor in cartolina”, Giuseppe Cacioppo con le sue “Cartoline d’epoca”, FrancoAlloro con la mostra fotografica “Grafica fluida”, l’associazione Cibo Sincerocon l’esposizione e l’estrazione di prodotti tipici, l’Avis, la Pagina Riformista.Ma non è tutto: Margherita Ingoglia e Angelo Pendola hanno presentato iloro libri ”colloquiando” amichevolmente con Enzo Sciamè, uno degli instan-cabili organizzatori dell’evento. A seguire un momento di Microfono Aperto,l’iniziativa che permetteva ai cittadini di esprimersi liberamente al microfonorecitando poesie o leggendo brani propri e non. Nel frattempo la varietàdello spettacolo non si esauriva solo in piazza: lungo il corso si poteva ammi-rare l’estemporanea di pittura e body painting, realizzata da Lorenzo Mani-scalco, Marika Sacco, Francesca Friscia e Chiara Di Prima, la realizzazione diun Salotto con oggetti riciclati a cura di Antonio Di Prima, le esposizioni diartigiani di gioielli in pasta di sale, in rame e in stoffa, dimostrazioni di artedigitale e di arte “siciliana”… E poi ancora i musei aperti, il campo di boccenel piazzale interno alla Camera del Lavoro ripristinato da poco e messo a di-sposizione di chi volesse fare un partita, il gazebo dello “scambio dei libri”…Diciamo che all’appello non mancava nessuno: arte, musica, poesia, lettera-tura, danza. Insomma, una Serata della Cultura locale ma di grande soddisfa-zione. Ci auguriamo che il prossimo anno l’iniziativa possa continuare a darciancora grandi emozioni e divertimento.

G.N.

Notte Bianca: “Sambuca esprime se stessa”I talenti di una comunità