n. 4 - Novembre ... · mosinava alla porta della città di ... ma e interroga i morti con il gioco...

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PARROCCHIA di FARRA di FELTRE Telefono 0439 302502 Poste Italiane s.p.a. - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BL La Martinella Una lezione da San Martino C he in pieno inverno, un giovane soldato ta- gliasse con la spada la parte di lana del suo mantello di soldato, per riscaldare un povero intiriz- zito dal freddo un povero che ele- mosinava alla porta della città di Amiens, (era circa l’anno 335), è un fatto appurato. E che questo giovane soldato de- sideroso di diventare cristiano, si chiamasse Martino, lo sanno tutti. Ma forse non si domandano “perché” lo ha fatto. E non sanno che tutta la sua lunga vita è stata una missione di amore, un desiderio di comunicare ai pove- ri l’amore che Cristo aveva versato nel suo cuore. Non ci fu povero, o ignorante, vittima di imbrogli o di maghi, di falsi dei e del demonio, né pagano, né cristiano, che, incontrandolo, non ne fosse intimamente toccato e spesso guarito. Proprio nel momento in cui crol- lava l’impero che sembrava invin- cibile San Martino partecipava alla costruzione spirituale della sua ter- ra: la futura Europa. Noi cristiani del terzo millennio, non finiremo mai di studiare e di apprendere la lezione particolarissi- ma offerta da Dio, attraverso i santi che fanno la Chiesa. n PERFETTA LETIZIA Una lezione da San Francesco U n giorno il beato Francesco, presso Santa Maria [degli Angeli], chiamò fra- te Leone e gli disse: “Frate Leone, scrivi”. Questi rispo- se: “Eccomi, sono pronto”. “Scrivi disse - quale è la vera letizia”. “Viene un messo e dice che tut- ti i maestri di Parigi sono entrati nell’Ordine (francescano), scrivi: non è vera letizia. Cosi pure che sono entrati nell’Ordine tutti i pre- lati d’Oltr’Alpe, arcivescovi e ve- scovi, non solo, ma perfino il Re di Francia e il Re d’lnghilterra; scrivi: non è vera letizia. E se ti giunge an- cora notizia che i miei frati sono an- dati tra gli infedeli e li hanno con- vertiti tutti alla fede, oppure che io ho ricevuto da Dio tanta grazia da sanar gli infermi e da fare molti miracoli; ebbene io ti dico: in tut- te queste cose non è la vera letizia”. Frate Leone disse: “Ma quale è la vera letizia?”. Il beato Francesco continuò: “Ecco, io torno da Perugia e, a notte profonda, giungo qui, ed è un inver- no fangoso e così rigido che, all’e- stremità della tonaca, si formano dei ghiacciuoli d’acqua congelata, che mi percuotono continuamente le gambe fino a far uscire il sangue da siffatte ferite. E io tutto nel fan- go, nel freddo e nel ghiaccio, giungo alla porta e, dopo aver a lungo pic- chiato e chiamato, viene un frate e chiede: “Chi è?”. Io rispondo: “Fra- te Francesco”. E quegli dice: “Vatte- ne, non è ora decente questa, di an- dare in giro, non entrerai”. E poiché io insisto ancora, l’altro risponde: “Vattene, tu sei un semplice ed un idiota, qui non ci puoi venire or- mai; noi siamo tanti e tali che non abbiamo bisogno di te”. E io sem- pre resto davanti alla porta e dico: “Per amor di Dio, accoglietemi per questa notte”. E quegli risponde: “Non lo farò. Vattene al luogo dei Crociferi e chiedi là”. Ebbene, se io avrò avuto pazienza e non mi sarò conturbato, io ti dico che qui è la vera letizia. E se noi pur costretti dalla fame e dal freddo e dalla not- te più picchieremo e chiameremo e pregheremo per l’amore di Dio con grande pianto che ci apra e mettaci pure dentro, e quelli più scandolez- zato dirà: “Costoro sono gaglioffi, importuni, io li pagherò bene come sono degni; e uscirà fuori con uno bastone nocchieruto, e piglieracci per lo cappuccio e gitteracci in terra e involgeracci nella neve e batterac- n. 4 - Novembre/Dicembre 2018 - Gennaio 2019 www.parrocchiafarradifeltre.wordpress.com/ Fulvia Celli - Feltre - Chiesa di Farra LA FESTA DEI SANTI

Transcript of n. 4 - Novembre ... · mosinava alla porta della città di ... ma e interroga i morti con il gioco...

PARROCCHIA di FARRA di FELTRE ● Telefono 0439 302502Poste Italiane s.p.a. - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BL

La MartinellaUna lezione da San Martino

Che in pieno inverno, un giovane soldato ta-gliasse con la spada la parte di lana del suo mantello di soldato,

per riscaldare un povero intiriz-zito dal freddo un povero che ele-mosinava alla porta della città di Amiens, (era circa l’anno 335), è un fatto appurato.

E che questo giovane soldato de-sideroso di diventare cristiano, si chiamasse Martino, lo sanno tutti.

Ma forse non si domandano “perché” lo ha fatto.

E non sanno che tutta la sua lunga vita è stata una missione di amore, un desiderio di comunicare ai pove-ri l’amore che Cristo aveva versato nel suo cuore.

Non ci fu povero, o ignorante,

vittima di imbrogli o di maghi, di falsi dei e del demonio, né pagano, né cristiano, che, incontrandolo, non ne fosse intimamente toccato e spesso guarito.

Proprio nel momento in cui crol-lava l’impero che sembrava invin-

cibile San Martino partecipava alla costruzione spirituale della sua ter-ra: la futura Europa.

Noi cristiani del terzo millennio, non finiremo mai di studiare e di apprendere la lezione particolarissi-ma offerta da Dio, attraverso i santi che fanno la Chiesa. n

PERFETTA LETIZIA Una lezione da San Francesco

Un giorno il beato Francesco, presso Santa Maria [degli Angeli], chiamò fra-te Leone e gli disse:

“Frate Leone, scrivi”. Questi rispo-se: “Eccomi, sono pronto”. “Scrivi disse - quale è la vera letizia”.

“Viene un messo e dice che tut-ti i maestri di Parigi sono entrati nell’Ordine (francescano), scrivi: non è vera letizia. Cosi pure che sono entrati nell’Ordine tutti i pre-

lati d’Oltr’Alpe, arcivescovi e ve-scovi, non solo, ma perfino il Re di Francia e il Re d’lnghilterra; scrivi: non è vera letizia. E se ti giunge an-cora notizia che i miei frati sono an-dati tra gli infedeli e li hanno con-vertiti tutti alla fede, oppure che io ho ricevuto da Dio tanta grazia da sanar gli infermi e da fare molti miracoli; ebbene io ti dico: in tut-te queste cose non è la vera letizia”. Frate Leone disse: “Ma quale è la vera letizia?”.

Il beato Francesco continuò: “Ecco, io torno da Perugia e, a notte profonda, giungo qui, ed è un inver-no fangoso e così rigido che, all’e-stremità della tonaca, si formano dei ghiacciuoli d’acqua congelata, che mi percuotono continuamente le gambe fino a far uscire il sangue da siffatte ferite. E io tutto nel fan-go, nel freddo e nel ghiaccio, giungo alla porta e, dopo aver a lungo pic-chiato e chiamato, viene un frate e chiede: “Chi è?”. Io rispondo: “Fra-te Francesco”. E quegli dice: “Vatte-ne, non è ora decente questa, di an-dare in giro, non entrerai”. E poiché io insisto ancora, l’altro risponde: “Vattene, tu sei un semplice ed un idiota, qui non ci puoi venire or-mai; noi siamo tanti e tali che non abbiamo bisogno di te”. E io sem-pre resto davanti alla porta e dico: “Per amor di Dio, accoglietemi per questa notte”. E quegli risponde: “Non lo farò. Vattene al luogo dei Crociferi e chiedi là”. Ebbene, se io avrò avuto pazienza e non mi sarò conturbato, io ti dico che qui è la vera letizia. E se noi pur costretti dalla fame e dal freddo e dalla not-te più picchieremo e chiameremo e pregheremo per l’amore di Dio con grande pianto che ci apra e mettaci pure dentro, e quelli più scandolez-zato dirà: “Costoro sono gaglioffi, importuni, io li pagherò bene come sono degni; e uscirà fuori con uno bastone nocchieruto, e piglieracci per lo cappuccio e gitteracci in terra e involgeracci nella neve e batterac-

n. 4 - Novembre/Dicembre 2018 - Gennaio 2019 www.parrocchiafarradifeltre.wordpress.com/

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LA FEsTA DEI SANTI

ci a nodo con quello bastone: se noi tutte queste cose sosterremo pazien-temente e con allegrezza pensando le pene di Cristo Benedetto le quali dobbiamo sostenere per suo amo-re; o frate Lione, iscrivi che qui e in questo è perfetta letizia. E però odi la conclusione, frate Lione. Sopra tutte le grazie e doni dello Spirito Santo, le quali Cristo concede agli amici suoi, si è di vincere se me-desimo e volentieri per lo amore di Cristo sostenere pene, ingiurie e ob-brobri e disagi; poiché in tutti gli al-tri doni di Dio noi non ci possiamo gloriare, poiché non sono nostri, ma di Dio, onde dice l’Apostolo: “Che hai tu, che tu non abbi da Dio? E se tu lo hai avuto da lui, perché te ne glorii, come se tu l’avessi da te? Ma nella croce della tribolazione e dell’afflizione ci possiamo gloria-re, poiché dice l’Apostolo: “Io non mi voglio gloriare se non nella cro-ce del nostro Signore Gesù Cristo”. A laude di Gesù Cristo e del pove-rello Francesco. Amen! E qui è la vera virtù e la salvezza dell’anima”. n

PER sAN MARTINO Le amiche di suor Luisa

Ogni anno, quando celebria-mo la festa di San Marti-no, nella nostra parrocchia

c’è festa grande perché è il nostro patrono e perché non possiamo dimenticare suor Luisa. In questo giorno suor Luisa era sempre molto attiva nel proporre il “suo” mercati-no dei lavori femminili. C’era sem-pre un anno di lavoro e collabora-zione allegra e intensa per poter re-alizzare tanti lavori. Ogni persona offriva la sua specialità lavorativa: chi ricamava, chi cuciva, chi sfer-ruzzava, chi assemblava i lavori…

Suor Luisa era il timone e ci coin-volgeva in modo speciale. Siamo rimaste poche, ma vogliamo ancora onorare la sua memoria che è sem-pre viva in noi con dei lavoretti.

Il “Gruppo Giovani” si è reso di-sponibile proprio per San Martino a proporli durante la giornata di festa e potremo così tutti assieme aiutare ancora un po’ il nostro “asi-lo don Bosco”.

Arrivederci a San Martino.Le amiche di suor Luisa

Dal 1° ottobre abbiamo il nuo-vo Consiglio Pastorale.

Dopo un cammino di prepara-zione durato 6 mesi, domenica 30 settembre si è formato, nella nostra parrocchia, il Consiglio Pastorale Parrocchiale secondo le indicazio-ni diocesane fornite dal Vescovo. È composto di 11 membri. Sette eletti, uno scelto dal Parroco e tre di diritto.

Una “strada” tracciata con mo-menti di preghiera, di discerni-mento e di incontri preparatori che hanno avuto una buona risposta da parte della comunità parrocchia-le sia negli incontri che nel giorno della scelta tra i candidati che si erano resi disponibili ed erano sta-ti segnalati dai parrocchiani come persone candidabili.

Il Consiglio Pastorale aiuta a fare della parrocchia una vera comunità, accettando, per quanto possibile, di unirsi al Parroco in una missione di unità e corresponsabilità nella vita e nelle dinamiche parrocchiali.

Un compito che non si prospet-ta facile, specialmente se si contasse soltanto sulle proprie forze… che richiede prima di tutto uno spirito di preghiera, di comunione fraterna e di servizio verso gli altri; cercando di “essere più che di apparire” agli occhi della comunità, camminando insieme ai fratelli e alle sorelle che formano la famiglia della parroc-chia, al passo coi tempi che viviamo. Un obiettivo non adatto a tut-ti, specialmente per chi cercas-se l’approvazione o la propria visibilità.

Le persone elette dalla co-munità devono invece esse-re in sintonia tra di loro, per quanto possibile, e formare una squadra senza divisioni interne per il bene della comu-nità. Fa piacere notare come

questo gruppo sia relativamen-te giovane (45 anni la media), e potrà portare un vento di fre-schezza all’interno della Chie-sa, aiutare a programmare al meglio la guida della comunità, in comunione con le altre par-rocchie e con la Diocesi. Tutti hanno accettato con umiltà e un po’ di preoccupazione que-sto servizio, sperando di poter essere all’altezza della fiducia riposta dai parrocchiani.

Ivan F.

I mEmbRI ELETTIL’elezione dei membri del Consi-

glio Pastorale parrocchiale ha avuto il seguente esito:

MEMBRI DI DIRITTO:DE MARTIN DON VIRGINIO Parroco e Presidente di dirittoFRANCIS SUOR CELINE Rappresentante delle ReligioseZANNIN PAOLA Rappresentante del Consiglio Affa-ri Economici della Parrocchia  MEMBRI ELETTI:COLLELLI IVANOCOSSALTER ANNA (segretario)FANTINEL IVANGRIS PAOLO (Vice-Presidente)GRISOT DANIELELARGO MONICAMALACARNE NICOLATURRIN EDOARDO

(L’ottavo, scelto dal parroco, è l’ottavo in ordine di voti ricevuti, ma questo elenco segue il criterio alfabetico).

 Il Consiglio Pastorale si è riuni-

to venerdì 19 ottobre alle ore 20.30 per scegliere il Vicepresidente (Pre-sidente è il parroco di diritto). Che rappresenterà il Consiglio Pastora-le presso la Forania e coordinerà le attività del Consiglio stesso. n

2 – La Martinella – n. 4 – 2018

IL CONSIGLIO PASTORALE È FATTO

La Martinella – n. 4 – 2018 – 3

MESE DI NOVEMBRE (Santa Messa vespertina ore 18) Mercoledì 31 ottobre CON-

FESSIONI: data la possibilità dell’indulgenza plenaria per i de-funti, un sacerdote sarà disponibile per le Confessioni dalle 15 alle 16.

Giovedì 1 – SOLENNITÀ DI TUTTI I SANTI S. Messe in par-rocchia ore 8; 10; 18.

Veglia in cimitero alle 15.Venerdì 2 – COMMEMORA-

ZIONE DEI FEDELI DEFUNTI Sante Messe ore 8; 18.

Santa Messa presieduta dal vescovo nel cimitero urbano alle 10:30

Domenica 11 – Solennità di San Martino Vescovo – S. Messa solenne ore 10. Pozzo di San Patri-zio.

Domenica 25 – Cristo Re; fine dell’anno liturgico.

sI POssONO EVOCARE I MORTI?No allo spiritismo.

Lo spiritismo è evocare i de-funti per interrogarli. Evoca-re cioè richiamarne la presen-

za, quasi sempre in forma non vi-sibile e non sensibile, allo scopo di fare delle domande per provocarne la risposta.

La Sacra Scrittura ci parla di An-geli, creati buoni. Ma ci parla di una parte di essi che, ribellandosi a Dio, sono diventati demoni, che in segui-to hanno ricevuto il nome colletti-vo di satana. Gli spiritisti parlano di spiriti-guida, di entità non meglio identificate. Alla prova dei fatti si è visto che sono solo Demoni, cioè satana, maestro nel camuffarsi. Ai nostri giorni una persona dotata di facoltà medianica (medium) chia-ma e interroga i morti con il gioco del bicchierino o della moneta (lo fanno anche dei ragazzi!), col regi-stratore e più spesso con la scrittura automatica.

Che cosa dire alle persone che si rivolgono allo spiritismo? Che cosa dire quelle persone che, affranti per l’improvvisa morte di una perso-na cara, si rifugiano nel presunto conforto dei messaggi che il morto invierebbe loro, tramite il registra-

Diario liturgico di novembreNOTA: Le intenzioni applicabili nelle Sante Messe sono legate al numero dei sacerdoti presenti, in quanto ogni sacerdote può applicare una intenzione per ogni Santa Messa celebrata o concelebrata.

tore, tramite messaggi vari o con la scrittura automatica? Qui dobbia-mo essere chiari: se si vuole stare nella verità e non andare dietro a inganni, dobbiamo seguire il Van-gelo. Se si vuole invece tentare il conforto piacevole dello spiritismo, il risultato può essere molto grave. E le vie storte sono tante.

ChIAREZZA E VERITÀChi segue la Parola di Dio ca-

pisce bene perché il Signore e la Chiesa proibiscono ogni forma di spiritismo. Ed è perentoria e mol-to pesante la condanna dello spiri-tismo fin dall’antico testamento: “Chi interroga i morti è in abominio con Dio” (Deuteronomio 18,12). Tale espressione biblica indica uno dei peccati più gravi che l’uomo possa compiere! Contro il primo comandamento: non avrai altro Dio e Lui solo adorerai! Chi ri-sponde, per davvero, nelle varie for-me di spiritismo? Vi possono essere trucchi e suggestione, ma anche in-terventi dei demoni, di satana.

Il Vangelo (Luca 16,19-31) dice che le anime dei defunti vanno o in Paradiso, o in Purgatorio, o all’In-ferno. La reincarnazione è una idea forse suggestiva ma per nulla corri-spondente a tutta la Rivelazione Cri-stiana, cioè alla Parola di Dio. Il Van-gelo ci dice che le anime in Paradiso possono ricevere le nostre preghiere ed intercedere per noi; che le anime del Purgatorio possono ricevere i nostri suffragi ed ottenere grazie. Ma tutto ciò avviene non direttamente, tra noi vivi e loro, ma attraverso Dio. E ancora, solo attraverso Dio i nostri cari defunti seguono le nostre attivi-tà, perché tra noi ed i defunti c’è un distacco insormontabile: il rapporto può esserci soltanto attraverso Dio. Il Signore può permettere che un de-funto si presenti ad un vivente, o che gli parli o che abbia comunque un

contatto diretto con lui, ma nessun altro può chiamare i defunti perché si presentino o si manifestino. I me-dium i maghi e gli operatori di arti esoteriche si mettono al di fuori del Popolo di Dio. Gli esempi che tro-viamo nella Bibbia e nella vita dei Santi (casi straordinari), sono avve-nuti sempre come libera iniziativa di Dio; mai come frutto di abilità o di espedienti umani. È come nel caso delle apparizioni; Bernadetta non ha fatto nulla per provocare l’appa-rizione della Vergine Immacolata nella grotta di Lourdes; i tre bambi-ni di Fatima non hanno fatto nulla che potesse ottenere le apparizione della Vergine alla Cova de Iria. I fatti si sono svolti per pura iniziativa di-vina.

Il re Saul, invece, che aveva fatto evocare lo spirito di Samuele da una maga (1 Samuele 28, 7-19) fu punito con la sua morte e quella dei suoi figli.

I FRUTTI DELLO SPIRITISMO Il fatto che i messaggi che si rice-

vono nelle sedute spiritiche siano buoni, o sembrino tali, non è suf-ficiente a dirci se la provenienza è buona o cattiva. Satana è maestro nell’ingannare: dice nove verità (per farci abboccare) ed una bugia, che è così dannosa che annulla tutto il beneficio delle nove verità pre-cedenti. Nel Vangelo il demonio fa dire ad un ascoltatore, di Gesù: “Lo sappiamo chi tu sei: il Figlio di Dio” (Marco 3,11). Così pure una schiava che aveva uno spirito di di-vinazione (medium) diceva di san Paolo e Barnaba: “Questi uomini sono i servi del Dio Altissimo, che vi annunciano la via della salvezza” (Atti 16,17). Era un annuncio esat-to e sacrosanto. Eppure veniva dal demonio, tanto che sia Gesù che san Paolo ordinano loro di tacere. Perché? Perché la gente non facesse ricorso ad esse, diventando preda di

satana. Quanti, anche oggi, vengo-no ingannati da messaggi di spiriti, di anime defunte, o da risposte che si attribuiscono al Signore o anche ai Santi e a Maria, ricevute attraver-so la scrittura automatica, in trance, con sudorazioni o brividi di freddo e simili, o in altre forme spiritiche, solo perché dicono cose buone o perché le trovano di conforto!

Dio, la Madonna e le anime dei defunti quando Dio lo permette, si manifestano sempre con immedia-tezza, con semplicità e di loro libe-ra iniziativa, lasciando nel nostro cuore una grande pace e una gran-de gioia, e non nelle forme sospette che abbiamo appena indicato. n

UNA TESTIMONIANZAUna signora si era messa in con-

tatto con uno spirito che ha rite-nuto senz’altro buono, perché le diceva cose buone e le insegnava a pregare. Dopo qualche anno, quan-do questa signora era ormai legata a questo spirito, esso ha cominciato a dire cose cattive e poi a bestemmia-re… Ma ormai questa donna aveva assorbito influenze malefiche, che durano tuttora. È disturbata conti-nuamente da voci che non la lascia-no lavorare, che non le permettono di dormire. È bene che la gente sappia il guadagno che fa pren-dendo certe strade. n

LA RIsPOsTA DI MARIA SIMMA

Maria Simma godeva di una grazia particolare: quella di essere chiama-ta a volte da qualche anima purgante (del Purgatorio). All’intervistatore che le chiedeva la differenza tra la sua esperienza e quella di chi prati-ca lo spiritismo, dà questa risposta: “Quello che avviene nella pratica dello spiritismo è che gli spiritisti pensano di chiamare le anime dei defunti, ma, se si verifica una rispo-sta alla loro chiamata, SI TRATTA SOLO E SENZA ECCEZIONE DELLA RISPOSTA DI SATANA e di chi lo rappresenta. Quello che gli spiritisti fanno è molto, molto pe-ricoloso sia per loro stessi, sia per le persone che vanno da loro per essere aiutate. Si tratta di un’enorme quan-tità di bugie. NOI NON ABBIA-MO IL PERMESSO DI EVOCA-RE I MORTI! È severamente proi-bito! Satana imita e simula, regolar-

La Martinella – n. 4 – 2018 – 5

mente, quello che fa Dio, scimmiotta Dio e scimmiotta tutto ciò che Dio compie. Può imitare le voci delle ani-me ed il loro aspetto. Ma ripeto: qual-siasi sia la reazione, essa viene sempre dal demonio! Non dimenticate che satana può anche guarire, ma queste guarigioni sono solo momentanee” e aggiungeva: “Nel mio caso mai li ho chiamati, mai li chiamo e mai li chia-merò: Gesù ha permesso questa mia esperienza attraverso Sua Madre”.

(Maria Simma con Nicky Eltz - Fateci uscire da qui - Ed. Segno)

Diario liturgico di DicembreNOTA: Le intenzioni applicabili nelle Sante Messe sono legate al numero dei sacerdoti presenti, in quanto ogni sacerdote può applicare una intenzione per ogni Santa Messa celebrata o concelebrata.

Nel 1853, il 21 novembre, nel giorno della Presenta-zione di Maria al tempio,

nasceva la Congregazione France-scana della Presentazione di Maria. Da noi la festa del 21 novembre è ricordata come la Madonna del-la Salute. Noi daremo un risalto particolare il sabato 24 novembre, perché il 21 è un giorno lavorativo per tutti. Così anche la Comunità Parrocchiale, potrà unirsi più nu-merosa alla Messa di ringraziamen-to. Un grazie doveroso a Dio, che ce le ha mandate; un grazie unanime alla Congregazione che ci ha aiuta-to concretamente concedendoci la comunità religiosa a servizio della Parrocchia; e un grazie rinnovato alle nostre Suore. n

MESE DI DICEMBREDomenica 2 – prima domenica di Av-ventoVenerdì 7 – Primo venerdì del mese. Comunione a domicilio; Intenzione dell’Apostolato della Preghiera; Adora-zione alle 17,30; Confessioni.Sabato 8 – Immacolata Concezione di Maria.Domenica 9 – seconda domenica di Av-ventoDomenica 16 – terza domenica di Av-vento – inizio della Novena in preparazio-ne al Santo NataleDomenica 23 – quarta domenica di Av-ventoLunedì 24 – Confessioni dalle 15 alle 17.30Santa Messa della Natività, notte di Natale, ore 22Martedì 25 – Natale, Sante Messe in orario festivoMercoledì 26 – Santo Stefano martire, Sante Messe ore 8; 18Domenica 30 – Sacra famiglia di Naza-rethLunedì 31 – Santa Messa di ringrazia-mento con canto del Te Deum alle ore 18.

21 NOvEmbRE, FESTA DELLA CONGREGAZIONE DELLE NOSTRE SUORE

6 – La Martinella – n. 4 – 2018

TIENI ACCEsA LA FIAMMA

Tieni accesa la tua fiamma, basta poco per illumina-re una notte ovattata dal qualunquismo, dall’odio

e dalla paura.L’Ora è sempre più prossima, più

vicina. Ma il mondo continua la sua frenetica corsa all’avere, al godere, al potere.

È difficile fermarsi, guardare e cercare di capire il Mistero di oggi. Il Mistero del Dio con noi.

Il mistero del Padre che ci ama come una mamma che ci dona il suo bambino.

È difficile chinarsi ed accogliere questo bimbo, ma è lui il salto di qualità per la nostra vita.

È lui la chiave di volta del nostro essere.

È lui la risposta, se lo vogliamo, ad ogni nostro affanno e preoccu-pazione.

Ed è lui la causa della nostra Gioia.Lui ci chiede solo di fidarci di lui.Lui ci dice che sta arrivando.Lui ci chiede di tenere accesa la

nostra fiamma.

La fede è la scienza di un reale che ci oltrepassa e che ci concerne, un reale su cui ci ha informato Dio stesso. Questo reale si chiama la vita eterna.

(Madeleine Delbrel – Noi delle strade)

vIvIAmO UN MISTERO D’AMORE

Mio padre ha pianto quando

sono andato a salutarlo prima di partire. Mi rincresceva non passa-re a dargli un saluto e sono arrivato d’improvviso. Era solo in casa.

Voleva darmi da mangiare, ma non sapeva come fare. Ci siamo parlati brevemente; non ci diciamo mai molte parole.

Quando gli dissi “Allora ciao, fa’ buon Natale”, improvvise gli sono sbocciate le lacrime. È un padre che sperava forse di passare questo Natale con il figlio e lo vede andare lontano.

Neppure questa piccola gioia di vedere il figlio a Natale, neppure quest’anno...

E mi diceva: “Va’, non tardare, non pensarci...”

Come si può non pensare?Il mistero del figlio che si dona è

anche mistero di genitori che dona-no. Ho pensato al Padre che sta nei cieli e dona il Figlio nel mistero del Natale vicino.

C’è una grande differenza, è vero, ma perché Dio è infinitamente gran-de, non perché il dono dei genitori non sia una umana partecipazio ne al grande mistero.

Ora mi pare che la visione inte-riore sia più chiara.

Possiamo insieme benedire il Si-gnore per un mistero d’amore che viviamo e che appare di giorno in giorno più profondo, più grande, più sacro.

Cercare di capire Gesù che si

fa uomo in un angolo del mondo, senza che la massa degli uomini se ne accorga. È la risposta di tanti uomini in movimento a questi atti d’amore; corrispondenza interiore con cuori lontani, incomunicabilità con cuori vicini.

Daniele in partenza per il Camerun

NATALENATALELo senti quel suono?Sono le campaneche annunciano l’eventodella nascitadel Bambino Gesù.Il Salvatore del mondo è venuto per rinnovarci il Suo amore,il Suo perdono.E tu, attratto da questa forza magica,ti senti diverso, più buono,vorresti abbracciare il mondo…Natale, un giorno che torna a viveredentro di tee ti suscita emozioni, gioia.Una forza magicache ti sussurra…ti fa sentire più vivo,più vero.E Natalein quell’istanterinasce dentro di te.

Ester Zuglian

verso NATALE

La Martinella – n. 4 – 2018 – 7

IN PREPARAZIONE AL NATALE

L’IMMACOLATA8 DICEMbRE

Festa dell’A.C. e di tutti i volon-tari che hanno detto Sì alla voce del cuore come Maria.

Ore 10: S. Messa solenne con ce-lebrazione di Battesimo.

L’INCONTRO MENSILE DI PREGhIERA CON MARIA

SABATO 15 dicembre: ore 20.30 – 22.30DOMENICA 16 dicembre: ore 15.30 – 20Si seguono le indicazioni di Ma-

ria che invita alla conversione indi-candone la strada:

Preghiera e digiuno, Confessione e Parola di Dio ascol-

tata e meditata, Eucarestia con preghiera di ado-

razione, guarigione e liberazione.

Vi sarà l’opportunità di trovare dei confessori a disposizione.

Presiede Padre Gianni Sgreva dei Padri Passionisti.

GUARIGIONE DALLA SLA A MEDJUGORJEavvenuta il 26 settembre scorsoRacconta don Giovanni Palmieri, cappellano all’Ospedale Cardarelli di Napoli, testimone diretto.

Carissimo Padre Livio, Le scrivo per testimoniare una

guarigione di cui sono stato te-stimone il 26 settembre scorso a Medjugorje. Il giovane Cristian di 37 anni, sposato con due figli pic-coli, affetto da SLA da cinque anni e da me personalmente conosciuto per essere stato operato nell’Ospe-dale di Napoli, di cui sono il cap-pellano nel 2011; paralizzato agli arti inferiori, e dovendo servirsi del respiratore di notte e alimentato grazie alla peg direttamente nel-lo stomaco, dopo una preghiera di Viçka nel corso della testimonianza da suor Kornelia e dopo un’adora-zione la notte del 25 quando si è sentito pieno di un’inesprimibile gioia al passaggio di una stella ca-dente che ha attraversato il cielo, ha voluto farsi accompagnare il giorno dopo in carrozzina ai piedi della Collina delle apparizioni. Lì, sen-tendosi interiormente chiamato, nei pressi della Croce blu si è alzato in piedi e ha mosso autonomamen-te i passi per salire appoggiandosi - non sorretto - a me, al suo parro-co, all’accompagnatore - cosa fisica-mente impossibile per le sue condi-zioni: è salito fino in cima insieme alla moglie e ai due bambini, e alla vista della statua della Madonna è scoppiato in lacrime. Per la strada più dolce dei misteri del Ro-sario siamo poi ridiscesi. Torna-to al suo paese di Piane Crati cammina, non usa più le car-rozzine, di not-te dorme senza il respiratore e tra un mese gli sarà tolta la peg. I medici dichiarano in-spiegabile que-sta condizione, non essendoci

al mondo casi di remissione del-la SLA. Il miracolo, se di questo si tratta, è unico nel suo genere. Cri-stian in una meravigliosa testimo-nianza di fede e di amore quando era ammalato dichiarava che pro-prio la malattia gli aveva fatto sco-prire il senso della vita - A gloria di Maria, Regina della pace.

Grazie a Lei, per la sua meravi-gliosa catechesi e il suo instancabile appello alla conversione, autentico interprete e testimone della presen-za di Maria in mezzo a noi che da Medjugorje irradia il suo amore e la sua luce

Don Giovanni Palmieri ricevuta via mail l’8 ottobre 2018

Auguri per un Nataledi Speranza,

di Gioia e di ...

Finché non si parla alto e chiaro, il mondo può

mantenere una ambiguità apparente. Ma dal

momento in cui la fede si rende manifesta, il mondo

cessa di essere ambiguo; il mondo che si nasconde,

si manifesta alla fede, per quello che vale.

(Madeleine Delbrel – Noi delle strade)

Direttore di redazione: Don Virginio De Martin, Parroco

Resp. ai sensi di legge Don Lorenzo Dell’AndreaIscrizione Tribunale di Belluno n. 14/2001

Stampa: Tipografia Piave S.r.l. (BL)Grafico: www.gerardocarnimeo.it

8 – La Martinella – n. 4 – 2018

LA bEFANAChi ha inventato questo nome?

Il termine “Befana” deriva dal greco “Epifania” che significa “farsi conoscere, manifestarsi” e ricorda il momento in cui i

Re Magi finalmente trovarono il Bambino che cercavano: il Messia.

Avvenne, pare, nella notte tra il 5 ed il 6 gennaio che i Re Magi fe-cero visita a Gesù per offrirgli oro, incenso e mirra.

E la Befana che cosa centra? Dicono che la Befana è una vec-

chia brutta e gobba, con il naso adunco e il mento aguzzo, vesti-ta di stracci e coperta di fuliggine, perché entra nelle case attraverso la cappa del camino.

Infatti la notte tra il 5 e il 6 gen-naio, mentre tutti dormono, infila doni e dolcetti nelle calze dei bambi-ni appese al caminetto. Ai bambini buoni lascia caramelle e dolcetti, a quelli cattivi lascia pezzi di carbone.

UNA LEGGENDA RACCONTA COSì:

Una sera di un inverno freddissi-mo, bussarono alla porticina della casa della Befana tre personaggi ele-gantemente vestiti: erano i Re Magi che, da molto lontano, si erano messi in cammino per rendere omaggio al Bambino Gesù. Le chiesero dov’era la strada per Betlemme e la vecchiet-ta indicò loro il cammino ma, nono-stante le loro insistenze lei non si unì a loro perché aveva troppe faccende da sbrigare. Dopo che i Re Magi se ne furono andati sentì che aveva sba-gliato a rifiutare il loro invito e de-cise di raggiungerli. Uscì a cercarli

ma non riusciva a trovarli. Così bus-sò ad ogni porta lasciando un dono ad ogni bambino nella speranza che uno di loro fosse Gesù. n

DatE Da RICORDaREMESE DI gENNaIO

Martedì 1 gennaio – MARIA LA MADRE DI DIO (fattosi car-ne) ORARIO FESTIVO

Giornata mondiale della PaceDomenica 6 gennaio – Epi-

fania, arrivo dei Re Magi e bene-dizione di tutti i bambini alla Santa Messa delle 10.

Giovedì 31 gennaio – FESTA DI SAN GIOVANNI BOSCO

Diario liturgico di gennaioNOTA: Le intenzioni applicabili nelle Sante Messe sono legate al numero dei sacerdoti presenti, in quanto ogni sacerdote può applicare una intenzione per ogni Santa Messa celebrata o concelebrata.

6 gENNAIO L’ARRIVO DEI MAGI

La Martinella – n. 4 – 2018 – 9

LA FEsTA DEgLI ALPINI DI FARRA Per sessant’anni di presenza solidale e collaborativa a Farra e a Feltre. Sempre uniti, al di là della diversità di età e delle esperienze individuali; pronti ovunque vi sia da aiutare.

Il momento più commovente della festa è stato la consegna del piastrino del soldato Felice Zanin, (considerato disperso

in Russia), ritrovata nella zona Po-povka, alla figlia Delfina.

Nella tarda mattinata del 9 set-tembre, nella chiesa di Farra, sono state molte le emozioni che hanno coinvolto i presenti durante la ceri-monia religiosa per il 60° anniversa-rio della nascita del Gruppo Alpini Farra.

«Vi ringrazio di cuore. Grazie Alpini, grazie». Queste sono le pa-role pronunciate, con la voce rotta dall’emozione, da Delfina Zanin dopo aver potuto riabbracciare suo padre, disperso in Russia, ricevendo dalle mani degli Alpini di Farra il piastrino militare, di riconoscimen-to, che egli aveva su di sé durante la Campagna di Russia, dalla quale non era mai più ritornato. Per una bambina di pochi anni che vede partire il padre e poi non ne saprà mai più nulla, quel piastrino ritro-vato ora, dopo 70 anni, riaccendeva improvvisamente, nel cuore e nella mente, il calore e l’amore pater-ni tanto desiderati e mai goduti. È stato un momento di grande emo-zione per tutti riascoltare in questa circostanza la lettura delle testimo-nianze scritte da due dei pochissimi superstiti della ritirata di Russia. Letture che hanno permesso di partecipare emotivamente e qua-si visivamente alla tragedia vissuta

dall’alpino Felice Zanin, con tutta l’armata in ritirata.

IL SOLDATO FELICE ZANINUna vita trascorsa in guerra la

sua. La voce del primo cittadino è carica di emozione nel leggere il suo amaro curriculum militare. “Ora possiamo dire che l’alpino Zanin Felice, dopo 75 anni, è ritornato a casa”.

“Era un soldato di leva nato nel 1914, che aveva ottenuto il con-gedo illimitato nel 1934. È stato richiamato alle armi con il 7° Reg-gimento Alpini Battaglione Feltre e nel gennaio del 1936 partecipa alle operazioni di guerra in Eritrea. Nel 1937 ritorna in Italia dove ot-tiene ancora il congedo illimitato, ma viene richiamato il 2 settembre 1939 e nel giugno del 1940 viene mandato alla frontiera alpina occi-dentale (Francia) col Battaglione Alpini Val Cismon. Nel 1941 è sul fronte greco – albanese da cui torna nel 1942. Il 15 agosto 1942 parte per il fronte orientale della Russia e viene dichiarato disperso nella zona di Popovka il 21 gennaio del 1943”.

LA COMMEMORAZIONE A quelle del sindaco si aggiun-

gono le parole del vicepresidente della sezione Ana di Feltre, Carlo Balestra: “la campagna di Russia ha lasciato un segno indelebile nelle famiglie, un dramma forte sentito dalla gente. Spero che per Delfina il piastrino del papà sia ora di vera consolazione”.

Non sono mancati poi gli Ono-ri ai Caduti, nei tre monumenti di

Farra. La cerimonia per

i 60 anni del Grup-po Alpini Farra, che ha come capo-gruppo Paolo Gris, era stata aperta il sabato sera 8 set-tembre da una sera-

ta di canti, musiche e racconti alpi-ni. Una serata culturalmente molto coinvolgente, sottolineata dai canti degli Alpini in guerra. Ed è prose-guita nella giornata di domenica 9 settembre con la S. Messa officiata dal parroco don Virginio De Mar-tin che ha salutato il gruppo delle penne nere ringraziandole a nome di tutta la Comunità e della scuola Materna “Don Bosco” e dei Gruppi giovanili parrocchiali. “Un grup-po che sa che cosa è, e che pratica la solidarietà efficacemente e senza clamore”.

La parte ufficiale è stata chiusa poi dal passaggio di un aereo con il tricolore e non poteva mancare il rancio alpino al termine della parte ufficiale.

Daniele Mammani (su il Gazzettino) e d. V.

UN TESORO ChE NON SI COMPERA

Se cerco quelli tra i miei ricordi che mi hanno

lasciato un sapore durevole; se faccio un bilancio delle ore che contarono, ritrovo

infallibilmente ciò che nessuna ricchezza sarebbe valsa a procurarmi. Non si compera l’amicizia di un compagno vincolato per sempre a noi dalle prove

vissute insieme.

(da “Terres des hommes” – A. de Saint Exupery)

La consegna del piastrino del papà disperso in Russia, a Delfina Zanin.

Francesco Gorza è premiato per il miglior logo del 60°.

Il coro “Solo voci” con il maestro Pio Sagrillo (primo a destra).

10 – La Martinella – n. 4 – 2018

PEDONA CON NOI 2018 :UN SUCCESSO

Per il secondo anno, si è svolta a Farra di Feltre, in data saba-to 22 Settembre, la Pedona

con noi. Alle 15:30 si sono aperte le iscrizioni, poi alle 16 SFCS (squa-dra feltrina cinofila soccorso) ha in-trattenuto, soprattutto i più piccoli, con una dimostrazione con i cani, che hanno svolto numerosi esercizi. Poi alle 17 pronti, partenza, via! Al termine, spettacolo con gli sbandie-ratori di Santo Stefano, Pasta Par-ty, musica, con il Coro delle Vecie Voci e premiazione dei bambini che erano riusciti a contare le gocce lun-go il percorso. La manifestazione è andata a gonfie vele, registrando, ri-spetto allo scorso anno, un aumento delle iscrizioni del 30%, arrivando a quota 180. Gli organizzatori, io, Niccolò Boscarin, Matteo Soppel-sa e Mirko Dalle Mulle ringraziano personalmente tutti quelli che, par-tecipando o collaborando, hanno creduto e continuano a credere in noi, dandoci forza e spronandoci a continuare, nonostante le diffi-coltà. Grazie! Al termine della manifestazione gli organizzato-ri hanno potuto devolvere 400 euro a NOI CON VOI e 150 euro all’AIDO. Nicolò

IN PROgRAmmALA GITA DEI PRESEPI

Venerdì 28 dicembre, o nei primi giorni di gennaio, è in programma la ormai tradizio-

nale gita dei presepi che avrà, quest’anno, come meta principa-le, (ma non unica) la visita al presepio di Camposampiero. Perché? Racconta-no i biografi: “Poco prima di morire An-tonio ottenne di ri-tirarsi in preghiera a Camposampiero, vicino a Padova, nel luogo che il signore del luogo, il conte Tiso, aveva affidato ai francescani… Una

sera, il conte si reca nella stanzetta dell’amico Frate Antonio, quando, dall’uscio socchiuso, vede sprigio-narsi un intenso splendore. Temen-do un incendio, spinge la porta e resta immobile davanti alla scena prodigiosa: Antonio stringe fra le braccia Gesù Bambino.

Quando si riscuote dall’estasi e vede Tiso commosso, il Santo lo prega di non parlare con nessuno dell’apparizione celeste. Solo dopo la morte del Santo il conte raccon-terà quello che aveva visto.n

POSTA ARRIVATABuongiorno Don Virginio, … volevo chiederle se era possibi-

le annunciare la nascita e il batte-simo di Simone con una foto sulla Martinella, che leggiamo sempre. Grazie infinite. Sono Davide figlio di Lucianella e Giuliano Bolzan Via Paolina 8/A.

Detto e fatto. Ecco la foto di SI-MONE BOLZAN figlio di Davide Bolzan (di Farra di Feltre) e Cristi-na Fiabane (di San Gregorio Nelle Alpi), battezzato il 26 agosto 2018 a San Gregorio Nelle Alpi. n

sE ERI bAmbINO ... Come hai fatto a sopravvivere negli anni ’40, ’50, ’60?

1.- Quando eravamo bambini, se qualche volta andavamo in auto, non avevamo cintura di sicurezza e neppure l’airbag.

2.- Viaggiare nella parte poste-riore di un furgone aperto era una passeggiata interessante e speciale e ancor oggi ne serbiamo il ricordo.

3.- Le nostre culle erano dipinte con vivacissimi colori e con vernici a base di piombo.

4.- Non c’erano chiusure di sicu-rezza nelle scatole dei medicinali, sui bagni e nelle porte.

5.- Quelle poche volte che anda-vamo in bicicletta non portavamo il casco.

6.- Bevevamo l’acqua dal tubo del giardino, invece che dalla botti-glia di acqua minerale.

7.- Trascorrevamo ore ed ore co-struendoci carrettini a rotelle ed i fortunati che in paese (o in città) avevano strade in discesa, si lancia-vano e, a metà corsa, si ricordavano di non avere i freni. Dopo vari scon-tri contro i cespugli, imparammo a risolvere il problema. Sì, i nostri scontri erano contro i cespugli e non contro le auto...!

8.- Uscivamo a giocare con l’u-nico obbligo di rientrare prima del tramonto. Non esistevano, allora, i cellulari, cosicché nessuno pote-va rintracciarci...! Era impensabile! 9.- La scuola durava fino alla mezza, poi andavamo a casa per il pranzo con tutta la famiglia. Sì, anche con il papà.

10.- Ci tagliavamo, ci rompeva-mo un osso, perdevamo un dente e nessuno faceva una denuncia per questi incidenti, sì, perché la colpa non era di nessuno, ma solo di noi

stessi.11.- Mangiavamo pochi biscot-

ti, ma pane e olio con sale, pane e burro, perfino polenta e marmel-lata, quando non c’era pane. Be-vevamo bibite zuccherate e non avevamo mai problemi di sovrap-peso, perché stavamo sempre in giro a giocare...!

12.- Condividevamo una bibi-ta in quattro, bevendo dalla me-desima bottiglia e nessuno mori-va per questo.

13.- Non c’erano, allora, i “vi-

CRONACA E APPUNTAMENTI

La Martinella – n. 4 – 2018 – 11

deogiochi”, i cellulari personali, il computer; avevamo però molti amici.

14.- Uscivamo, salivamo sulla bi-cicletta o camminavamo fino a casa di un amico, dove non c’era ancora il campanello, entravamo ugual-mente senza bussare. E lui era lì che ci aspettava e uscivamo a giocare as-sieme.

15.- Si, uscivamo fuori nel mon-do crudele! Senza un guardiano che ci vigilasse...! Come abbiamo fatto? Facevamo giochi usando dei basto-ni (come mazze) e palline da tennis; si formavano squadre per giocare una partita. Non tutti venivano scelti per giocare e quelli che veni-vano scartati non andavano dallo psicologo per il trauma subìto!

16.- Alcuni studenti non erano brillanti come altri e quando per-devano un anno lo ripetevano. Nes-suno andava dallo psicologo, dallo psico-pedagogo e per i problemi di attenzione, semplicemente si pren-deva qualche scapaccione e si ripe-teva l’anno.

(Dal materiale di don Vittorio)

CONSIDERAZIONI DI uN LETTORE

A questo articolo, desidero ag-giungere una mia considerazione personale: io appartengo a quel ge-nere di persone che sono riuscite a sopravvivere, infatti durante la mia infanzia (in piena seconda guerra mondiale), non c’erano lussi e noi ragazzini eravamo costretti ad adat-tarci a quella situazione. Molti let-tori della mia età, trascorsero la loro infanzia come me. Adesso la vita è molto cambiata e noi anziani ci tro-viamo ad essere nuovamente disa-dattati. Facebook, Internet, e altri

vocaboli ultramo-derni… Come si fa a capire tutto? Le persone giovani o di mezza età non pretendano che i “veci” compren-dano tutto. E ne-anche ci interessa capire tutto.

I giovani dico-no che noi anziani siamo saggi. A mio modesto avviso, però, se abbiamo delle esperienze in più, non neces-

sariamente siamo più saggi. Dire che i vecchi siano saggi è un grande errore. Noi vecchi non siamo saggi per l’età. Noi vecchi stiamo solo più attenti. n

bUON CUORE La comunità ringrazia le tante

persone che vengono incontro alle necessità della chiesa, delle opere par-rocchiali e della Scuola dell’Infan-zia, oltre che dei poveri. Ci scusiamo se vi fosse qualche dimenticanza.

La moglie in memoria del marito Sacchet Alfeo; Marchet Saverio e Renza in occa-sione del loro 40 °anni-versario di matrimonio; i nonni Francesco e Nara in occasione del Battesi-mo di Ellie Fotia; la figlia in occasione del funera-le di Ganz Norma; i figli in occasione del funerale di Micheli Pia; famiglia De Paris; i fratelli in me-moria di Sanson Renata; i familiari in memoria di Dal Zotto Luigi; i parenti in occasione del funera-le di Rech Guido; Caron Giuseppina; Boz Carme-la; famiglia Spada – Pe-goraro; Sirena Elsa in memoria del marito Curtolo Silvano; Ventolini Luciana; Umberto e Liliana Golli in occasione del 61° anniversario di matrimonio; i partecipanti alla s. Messa del 14 settembre nella festa dell’Esaltazione della Santa Croce; vari NN. n

LA FESTA DELL’EsALTAZIONE DELLA SANTA CROCE

All’inizio di settembre, il Comi-tato promotore che da sempre si prende cura del Capitello alla Fu-sina, si è riunito per organizzare il tradizionale appuntamento per la festa dell’Esaltazione della Santa Croce del 14 settembre 2018.

Nell’occasione sono stati con-cordati i vari compiti di ciascuno ed il mattino di venerdì 14, quanti avevano dato la loro disponibilità si sono messi all’opera per prepara-re il luogo dell’evento, mentre altri provvedevano al rinfresco, altri an-cora si occupavano dei particolari utili per rendere bello l’incontro.

Alle ore 20, in un clima raccolto molte persone hanno assistito alla S. Messa celebrata dal parroco don Virginio, accompagnata dai canti del Coro parrocchiale.

Inoltre, a rendere la serata piace-vole e a far sì che molti si siano fer-mati al successivo rinfresco e scam-biare qualche parola senza fretta, hanno contribuito il clima gradevo-le ed il cielo stellato.

Le offerte raccolte durante la S. Messa e quelle pervenute successi-

vamente, per un totale di Euro 200, sono state consegnate al parroco e destinate, come concordato dal Comitato promotore, per il deco-ro della nostra chiesa parrocchiale, particolarmente per fiori e tovaglie altari. Un grazie agli Alpini di Far-ra che hanno messo a disposizione un loro tendone e a quanti hanno contribuito a portare avanti l’ini-ziativa, consolidando questa bella tradizione. n

12 – La Martinella – n. 4 – 2018

DA PARTE DELLE MAESTREÈ LA NOsTRA sECONDA CAsAUn nuovo anno scolastico è cominciato e in questo momento di accoglienza e inserimento c’ è sempre grande entusiasmo per il nuovo percorso da intraprendere, ma ci sono anche dubbi e quesiti.

Il mestiere dell’insegnante non è mai stato semplice e di questi tempi lo è ancor meno.

La burocrazia è sempre tanta e complicata, le risorse spesso non sono sufficienti; ma poi ci sono loro, i bambini ed è da loro che bi-sogna partire e ripartire. Nei loro occhi c’è tutto il senso del mestie-re d’insegnante e di educatore. La nostra scuola, collabora con la fa-miglia, per la formazione integrale ed armonica della personalità dei bambini dai 2 ai 5/6 anni di età per aiutarli a crescere responsabili e partecipi alla vita della comunità.

Il bambino è “pienamente per-sona”, impegnato in un processo di continua interazione con i compa-gni, gli adulti e l’ambiente in cui vive.

La nostra scuola mira a traguar-di di sviluppo in ordine all’identi-tà personale, all’autonomia e alle competenze dei bambini.

Questa scuola per me rappresenta il luogo dove la mia persona ha occa-sione quotidiana di esaltazione e di rivalutazione; questa scuola è diven-

tata la mia seconda casa… e, si sa, in casa ci sono le perso-ne più care che amiamo, per cui dire che questa è la mia seconda casa è come dire: che tutto qui per me è familiare.

Un pensiero particolare e sincero alle mie colleghe-maestre che ho la fortuna di avere accanto a me ogni giorno; testimoni di quella passione che tiene in piedi la scuola. Abbiamo instaurato un rapporto di amicizia, fi-

ducia e collaborazione, guidate da tanta “umiltà” e amore sincero per il proprio lavoro. Lavoriamo a fianco a fianco, ci confrontiamo sempre in sintonia, rispetto reciproco e il più delle volte divertite, perché tutte noi “AMIAMO” questo lavoro.

Un grazie a tutti i genitori dei bambini che credono in noi e che siamo felici di accompagnare in questo delicato compito educativo per una sana ed equilibrata crescita dei loro piccoli ma grandi “tesori”.

Resta l’attesa di un nuovo anno, resta la convinzione che sono fortu-nata a fare il lavoro dell’insegnante.

Auguro a tutti di vivere un anno speciale e vi ringrazio per l’atten-zione.

“Quando è il cuore a fare da gui-da, il risultato può essere uno solo: un ottimo risultato”.

La coordinatrice didattica Beatrice Tedeschi

bENVENUTI NELLA NOsTRA sCuOLA

Il 26 Settembre abbiamo dato il VIA al Progetto Accoglienza.

Una scuola che ha la cultura dell’accoglienza è una scuola in cui si sta bene, dove i bambini arrivano e frequentano con piacere; nella quale le insegnanti lavorano in pie-na serenità permettendo alle fami-glie di affidarsi con fiducia.

Una scuola che accoglie è una scuola in cui si creano legami veri, duraturi e dove si cresce tutti insie-me, piccoli e grandi.

gLI ANgELI CusTODI e LA FESTA DEI NONNI

Martedì 2 ottobre presso la chiesa di Farra si è celebrata la Santa Messa degli Angeli Custodi e festeggiati i nonni, anch’essi veri Angeli che cu-stodiscono i nipotini e danno una mano ai figli impegnati nelle atti-vità lavorative, sempre disponibili, saggi, affettuosi e amorevoli.

“Se i nonni non ci fossero biso-gnerebbe inventarli”.

IL TEMA DELL’ANNO sCOLAsTICO 2018 – 2019

NELLA VECChIA FATTORIACON DINO IL CONTADINO

NEwS DALLA sCuOLA DELL’INFANZIA

La Martinella – n. 4 – 2018 – 13

CALENDARIO DELLE INIZIATIvE E DEgLI APPuNTAmENTI Nella nostra scuola accadono tante cose: eccone alcune per i mesi di novembre, dicembre e gennaio.

CASTAGNATA e SAN MARTINOSabato 10.11.18 ore 14.30

COLLOQUI INDIVIDUALIPer i genitori dei bambini Raggi

(4 anni) ed Orsetti (5 anni) delle 3 Sez.

Gennaio 2019 – data da destinarsi

SERATA ADDObbO ALbE-RO DI NATALE con i genitori

Giovedì 19.11.18 ore 20.30

RECITA DI NATALE – AU-DIRORIUM CANOSSIANE

Martedì 18.12.18 ore 19.00

FESTA DON bOSCO S. MESSA Giovedì 31.01.19 ore 18.00

**Le insegnanti si rendo-no comunque disponibili ad incontrare i genitori su RI-CHIESTA, il primo MER-COLEDì del mese, PREVIO ACCORDO.

L’uomo ha inventato la scuola e la scrittura, per progredire. Il Signore ha fondato la famiglia l’edu-

cazione dei figli.

La famiglia cristiana è il frutto di un Sacramento che ha le qualità per trasmettere una vita buona e santa.

Il Sacramento del Matrimonio è santo, come l’Ostia santa. Porta il sigillo della presenza di Dio. Come hanno fatto i ladri a Siena quando hanno buttato nel cestino le Ostie consacrate, così oggi, buttando il Matrimonio consacrato, si rischia di gettare via un Sacramento, una grazia che ha in sé una forza divina.

È necessario costruire un muro di protezione attorno alle famiglie per proteggerle e salvarle. La mate-ria prima e principale, per questo muro di difesa, è la preghiera. E la preghiera più facile e a portata di tutti è il Rosario. Maria invita a ri-tornare alla preghiera e al Rosario. E poi da lì si riscopre tutto il cam-mino da fare.

Una famiglia cristiana che non prega insieme ogni sera è una cosa che non si può comprendere. I ge-nitori educano i loro figli prima di tutto con la loro vita santa e se pre-gano, sanno sempre come educarli.

È dovere preciso dei genitori educare i figli alla preghiera. Come

m a m m a

tu non puoi dire: “io posso educare mio figlio con la scuola e la cultura”. Il progresso scientifico è importan-te, ma è rapidissimo e spesso cam-bia, è instabile e contraddice facil-mente le cose che sembravano sicu-re. Non si riuscirà ad educare i figli solo con la cultura e la scienza. Il primo posto, nell’educazione, spet-ta alla fede. All’amore verso Gesù e alla preghiera. Questi sono valori che restano sempre, non invecchia-no e non muteranno mai.

Il nostro popolo slavo ha soppor-tato 400 anni di dominazione turca e 50 anni di comunismo ateo, non perché aveva i libri, né grazie alla scuola, e neppure perché aveva i sa-cerdoti, ma perché nelle famiglie si è sempre pregato.

Prima di sposarsi i nostri fidanza-ti vanno a comprare un crocifisso e insieme lo portano al parroco che lo benedice e lo pone sull’altare. Durante la celebrazione del Sacra-mento del Matrimonio il sacerdote dice agli sposi: “mettete le vostre mani sulla croce” … Infine baciano la croce. Il segno fondamentale del Matrimonio non sono gli anelli, ma la croce.

Noi insegniamo ai nostri giovani che si sposano, che non hanno tro-vato la più bella ragazza del mondo, hanno trovato solo la loro croce.

Il luogo dove la pongono diventa l’angolo della preghiera familiare, dove la famiglia cristiana appoggia il suo matrimonio per viverlo.

Fin da piccoli ci viene insegnato a baciare la croce. Un marito, per la-sciare la moglie o viceversa, dovreb-be lasciare la propria croce. Ma se si lascia la croce, che cosa rimane? Nulla.

(P. Jozo)

La Madonna dice: che la preghiera fatta col cuore è gioia, perché nella preghiera il Signore “si siede accanto a noi”.

LA FAMIGLIA E IL SACRAMENTO DEL MATRIMONIO

14 – La Martinella – n. 4 – 2018

MEDITAZIONE“Chi è il mio prossimo?” chiese lo scriba a Gesù

(Lc 10,29). E Gesù portò tre esempi, nel racconto del Buon Samaritano. Poi girò la stessa domanda allo scri-ba: “Dimmi tu quale di questi tre è stato prossimo per colui che è incappato nei ladroni”. Gli esempi citati da Gesù erano quelli di un sacerdote e di un levita che non si fermarono davanti all’uomo che non era in gra-do di rialzarsi; mentre uno straniero, un samaritano di passaggio, si fermò e prestò soccorso.

Se chiedessero a noi chi è il nostro prossimo, i più di noi risponderemmo che il prossimo è la persona a noi vicina. Ma la risposta di Gesù allo scriba, che gli chie-deva chi fosse il prossimo, non dice: «Il tuo prossimo è chi è vicino a te», perché ciò è evidente. Egli apre inve-ce, nuove prospettive molto meno evidenti. Gesù rac-conta di un prete e un levìta che non si erano fermati.

PERChé NON SI ERANO FERMATI? Forse erano gente occupata. Avevano un appunta-

mento. Dovevano trovarsi puntuali alle loro riunioni, importanti per loro, come lo sono per noi. Siamo tutti gente molto occupata. Siamo sempre di corsa e rien-triamo a casa per preparare in fretta il pasto per quelli che stanno arrivando. Raramente troviamo il tempo per l’essenziale. Talmente siamo occupati a fare proget-ti, a organizzare, che quando incontriamo un uomo, in difficoltà, magari steso a terra, non abbiamo tempo. E non ci fermiamo.

Noi, gente occupata, dobbiamo chiederci se il no-stro lavorare senza posa non sia una fuga. Forse abbia-mo paura: paura che la nostra programmazione venga sconvolta dall’inatteso, da quello che è fuori program-ma, dimenticando che proprio attraverso l’inatteso, spesso, Dio si manifesta e ci parla.

PERChé NON SI ERANO FERMATI?

Certe volte non fermarsi è realistico e naturale, è giusto. Abbiamo dei doveri precisi, i nostri figli e forse una salu-te fragile e siamo obbligati a dire di no. I nostri mezzi non lo permettono. Ma dobbiamo prestare attenzione a quale genere di difesa innalziamo con questa reazione naturale. Difendiamo chi? Difendiamo che cosa? Viviamo dentro una civiltà prefabbricata con mo-delli tipici di prima colazione, di case individuali, di vetture personali, di vacanze intocca-bili, di quello che occorre per

ottenere la considerazione dei vicini. E i ragazzi sono orientati verso una forma di vita che mira al successo. Per la maggior parte dei genitori è un successo raggiun-gere una buona sistemazione che permetta una vita co-moda, sposarsi, e vivere secondo i criteri dei più ricchi. Se ci guardiamo veramente dentro, forse scopriremo di essere radicati nei valori della nostra società più che nei valori del Vangelo. E condividiamo più spontane-amente con un occidentale, che con un asiatico o un africano, il che significa che siamo più attaccati al no-stro stile di vita occidentale che alla cultura delle be-atitudini. Innalziamo barriere per difendere la nostra maniera di vivere non quella del Vangelo. Ciò non è dettato dallo Spirito.

PERChé NON SI SONO FERMATI?Perché l’uomo ferito, l’uomo bisognoso è una

minaccia. Se ci fermassimo, che cosa ci succederà? Il sacerdote e il levita se lo sono certamente chiesto, e perciò hanno tirato diritto. Il Samaritano invece si era chiesto che cosa poteva succedere al ferito, se non si fosse fermato.

Ma ci sono modi diversi di fermarsi. Alcuni si ferma-no e guardano. È tutto.

Altri si fermano, guardano, e si mettono a predicare! Ad un alco-lizzato si dice che deve smettere di bere, che fa male alla salute, che si compromette l’esistenza sua e de-gli altri ecc. Ma l’alcolizzato non ha bisogno di sentirselo ripetere, ha vomitato tutto il giorno! Non ha bisogno che qualcuno gli spie-ghi la legge, la conosce. Ciò che desidera è trovare qualcuno che gli dia la forza di non farlo più, la sete di vivere. Non è perché voi dite ad uno di non rubare che non lo farà. Egli ha bisogno di forza. Egli ha bi-sogno di sentirsi legato a qualcu-no che gli dia la vita e il coraggio, la pace, che lo aiuteranno a non rubare più, a non drogarsi più, a non bere più, a non cadere nella depressione. Non stiamo vicino alla gente per dire ciò di cui ha bi-sogno. Spesso al povero si dicono

Madeleine riconosce l’assoluta necessità di opere

pubbliche, di organizzazione sociale, sanitaria; lo dice, ma aggiunge subito che occorre di più: “Queste disposizioni

lottano autenticamente contro la sofferenza e

l’alleggeriscono. Ma non sostituiranno mai la bontà.

L’uomo, nella organizzazione sociale, diventa il n. 99 della

categoria Z, aiutato dal paragrafo A del testo n. 7”.

LE mANI ChE sALvANO sONO LE MANI DI DIO

tante cose, ma senza conoscere i suoi veri bisogni. Coloro che non si aprono a tutti coloro che sono pic-

coli e sofferenti, perderanno molto presto il senso della preghiera. Se nel loro cuore non c’è l’amore di Dio. Non pregheranno più. E non riusciranno più ad amare.

Il cristiano, discepolo di Gesù, ha una profonda sete di comunicare alla persona ferita non solo una spe-ranza umana, ma molto di più. Ciò che può fare un cristiano con il suo amore vero, è risvegliare nel cuore della persona ferita questa certezza e questo desiderio di amore e di pace. Con la sua stessa vicinanza, silen-ziosa e compassionevole, il discepolo di Gesù diventa una presenza di Gesù.

Questa è la lezione, di San Martino e di tutti i Santi, che non ha tempo e non ha confini.

(spunti tratti da una meditazione di Jean Vanier – fondatore de l’Arche)

NOI CON VOILe prospettive mutano in base alle nuove emergenze

e alle disponibilità dei volontari. Sabato 13 ottobre vi è stata la riunione di tutti co-

loro che hanno permesso lo sviluppo della Mensa cit-tadina e la relazione molto dettagliata ed esemplare, preparata da Noi con Voi è stata particolarmente uti-le per comprenderne il valore materiale e spirituale dell’iniziativa. Avendone parlato altre volte, non la pubblichiamo ma essa è a disposizione di tutti presso Noi con Voi.

Il tipo di ospitalità offerta in appartamenti, venen-do meno la possibilità di offrire un adeguato accom-pagnamento, avrà un termine. E si valuteranno altre forme di aiuto.

Nell’Organizzazione di Volontariato si sono attivati dei giovani per la distribuzione degli aiuti alimentari e per altre iniziative benefiche.

L’attività svolta sembra talvolta fuori dagli schemi del pensare comune. Effettivamente vediamo e con-statiamo che ogni persona se messa in grado di convi-vere, apporta più benefici che oneri sociali. Per questo l’obiettivo di Noi con Voi è quello di accogliere, com-prendere, aiutare e accompagnare con pazienza, fino al miglior risultato possibile.

Tutto però non è risolvibile da soli. Occorre la sinergia di tutti e l’aiuto della Grazia di Dio. n

INOLTRE: DONAZIONI PER LORIS Loris è un bambino di Feltre in cura per una gra-

ve malattia. Ne hanno parlato i giornali. Una bella gara di solidarietà si è innescata per venire in aiuto alla famiglia in difficoltà economiche. Loris è uno dei quattro figli. E abbisogna di ricoveri e terapie presso l’ospedale di Padova. Noi con Voi si è pre-stata, su richiesta, di fare da tramite con la famiglia per coloro che desideravano aiutarla. Il resoconto dettagliato di quanto è stato consegnato a Noi con Voi per la sua famiglia, con i nomi e le somme degli offerenti e l’uso che tramite Noi con Voi per conto della famiglia stessa, è consultabile presso il sig. Pa-olo Cipolat, tesoriere di Noi con Voi. Il totale delle

somme ricevute e versate è stato di € 8.040 (ottomila e quaranta). Noi con Voi ringrazia per la fiducia e av-verte che considera concluso, da parte sua, questo ser-vizio. La famiglia di Loris, estremamente riconoscente, chiede di ringraziare tutti gli offerenti. n

E ANCORA:Devono essere ricordate e ringraziate in particolare le PERSONE che sostengono con generi alimentari la

Mensa e il banco alimentare parrocchiale. In particolare La VIPA, La SERENISSIMA, La

SCUOLA DI RSAI-SEREN, che forniscono giornal-mente pasti per la Mensa. Ad essi, periodicamente, si aggiungono LATTE BUSCHE e il panificio PANE E FELICITà.

Si ringrazia anche la famiglia BONSEMBIANTE avv. Girolamo per il dono di 70 quintali di legna da mettere a disposizione di chi ne ha bisogno per l’inverno; e il Si-gnor ROMANIN Federico che ha provveduto a tagliar-la, raccoglierla e trasportarla.

E tutti COLORO che operano con Noi con Voi; essi hanno permesso di ospitare oltre una ventina di perso-ne, italiani e stranieri, in difficoltà, dando modo di ri-progettare il loro futuro. Li ringraziamo per l’aiuto sia economico, sia di tempo e di professionalità offerto a tali persone.

Va riconosciuto il servizio alla mensa “Il pane quo-tidiano” che I VOLONTARI hanno donato e donano gratuitamente. Le ore dedicate a questo servizio ammon-tano al 30 settembre a 7887. Ad essi si aggiungono due Associazioni in particolare: la TILT e la CROCE ROS-SA che ha iniziato la sua collaborazione da qualche mese.

In modo speciale va riconosciuto l’apporto insostitu-ibile dei VOLONTARI della SCUOLA MATERNA (sia nel lavoro di ufficio, sia nell’assistenza, sia nei corsi aggiuntivi, proposti ai bambini).

E guai a dimenticare i CATECHISTI, che aiutano i genitori a trasmettere la fede e accompagnano la forma-zione della coscienza di tutti i bambini e ragazzi della no-stra Comunità.

... Impossibile nominare tutti quelli che collaborano. Ma per questa volta ringraziamo esplicitamente quelli sopra citati. n

La Martinella – n. 4 – 2018 – 15

PERChÉ uN SINODO “DEI” GIOVANI È ImPORTANTE?Mercoledì 3 ottobre si è aperto il Sinodo dei rappresentanti dei Vescovi del mondo con i giovani.

ANTEFATTI REMOTI

I giovani non hanno conosciuto il Concilio Vaticano II (1962-1965), non hanno vissuto il ’68 con la sua coda furiosa di con-

quiste e di pseudo-conquiste. Non sanno che l’esplosione delle conte-stazioni del 1968 erano la conclu-sione naturale di un lungo periodo, durato tre secoli, di razionalismo, illuminismo, materialismo e sfociato nell’anarchismo. Si concludeva un’e-poca romantica che pretendeva di trasformare e di costruire il mondo perfetto, un’epoca di ideologie appa-rentemente contrapposte, ma gene-rate dalla stessa matrice che si posso-no riassumere in queste poche righe: Gli uomini non hanno bisogno di Dio, la scienza è in grado di risolvere tutto, la buona politica cambierà gli uomini, facendoli diventare buoni; perché è la società e l’ambiente in cui vivono che ci rendono buoni o cat-tivi. Dio non è necessario e la fede è un optional individuale provviso-rio, fino a quando cesserà di morte naturale. Ma l’ostacolo principale è la Chiesa cattolica, che deve esse-re combattuta (è ancora l’obiettivo della Massoneria). Denominatore comune dunque: l’ateismo. Non c’è Dio.

Caro Papa, dove trovo la fede?Paolo VI (morto nel 1978) negli

anni successivi al Concilio avvertiva: “Rischiamo di non saper più offrire Cristo al mondo in modo sufficiente”.

I fumi e i veleni scoppiati e river-sati dal 1968, chiaramente mescolati alle insopprimibili ed eterne aspira-zioni di pace, di giustizia e di liber-tà, si stanno ora svaporando, rapida-mente. Le nuove generazioni nasco-no in un millennio che non esprime più sicurezze e non condivide spesso gli ideali dei genitori. Per molta parte della gioventù questa ricerca avviene fuori dalla Chiesa. “Caro Papa, dove trovo la fede?” è una delle domande arrivate sui social nel giugno scorso ad Avvenire. Moltissimi non sanno che strada prendere e cercano mae-stri e profeti. Scriveva Abraham He-schel: “Non c’è nascita in cui Dio e l’uomo non siano insieme coinvolti”. E i Giovani di Taizé hanno scritto su un grande lenzuolo: “Lo spazio tra Dio e l’uomo o si riduce o restiamo soli”. Questo è il grido che chiede di poter affidare la vita non a qualcosa ma a Qualcuno.

E la Chiesa, in questo Sinodo, in-detto non per i giovani ma con i gio-vani, si impegna a cercare la risposta per diminuire le distanze e ristabilire la corrente con Dio. La Chiesa deve testimoniare quello che sperimenta

quotidianamente e che Gesù aveva detto: “Chi segue me non cammina nelle tenebre, ma avrà la luce della vita”. (Gv 8) n

bATTESIMIVIVOLI GABRIELE, figlio di

Salvatore e Maria Lucchese, nato a Feltre il 23 marzo 2018, è stato bat-tezzato il 23 settembre nella nostra chiesa parrocchiale.

VETTORETTO ISABEL, figlia di Nicola e Proga Eliverta, nata a Feltre il 20 dicembre 2017, ha ricevuto il sacramento del Battesimo domenica 23 settembre nella nostra chiesa par-rocchiale.

DE BONI LEONARDO, di Nico-la e Marsida Ahmeti abitanti in via Fusaro; nato a Feltre il 15 novembre 2017, ha ricevuto il sacramento del Battesimo domenica 14 ottobre nel-la nostra chiesa parrocchiale.

AGNOLETTO LEONARDO, fi-glio di Enrico e Manuela Baroni, abitanti in via Fusaro; nato a Feltre il 20 dicembre 2017, ha ricevuto il sacramento del Battesimo domenica 14 ottobre nella nostra chiesa par-rocchiale. n

MATRIMONICELLI SIMONE e COLMANET

DANIELA si sono uniti nel sacra-mento del matrimonio sabato 1 set-tembre nella chiesa parrocchiale di Tomo.

ANGARAN MAURIZIO e COS-SALTER VALENTINA si sono uniti nel sacramento del matrimonio sa-bato 6 ottobre nella parrocchia del Duomo a Feltre. n

SANSON RENATA, ve-dova di Bressan Mario e residente in via delle Fosse. Nata a Belluno il 29 genna-io 1928 è deceduta il giorno 13 agosto. Ha vissuto gli ul-timi anni in casa con il fra-tello. Lascia nel dolore il fi-

glio e i fratelli, oltre che i fa-miliari tutti. I funerali sono stati celebrati nella mattina-ta del 14 agosto nella nostra chiesa parrocchiale.

RECH GUIDO, non spo-sato e residente in via Ocri.

Nato in Valle di Seren il 24 maggio 1954 è deceduto il 2 settembre nella casa di riposo Soteria di Seren del Grappa. Ha partecipato alla santa Messa in parroc-chia fin quando gli è stato possibile, oltre che ad aver prestato il proprio servizio di barelliere per 20 anni a servizio dei malati nella vi-sita al santuario mariano di Lourdes. Le esequie son sta-te celebrate, con una buona partecipazione di popolo, il giorno 4 settembre nella nostra chiesa parrocchiale.

UNA PREGHIERA DI SUFFRAGIO