n. 4 marzo aprile 2009
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Transcript of n. 4 marzo aprile 2009
1
aprile | maggio
BRANDGovoni Gioielli: l’universo prezioso
Total white e sgargianti cromatismi
GEMMOLOGIADiamanti: reazioni e turbolenze
dell’economia generale
TECNICO AMMINISTRATIVOCommercio elettronicoLe regole per iniziare l’attività
OROLOGISpeciale Basilea 2009
2
Se ci sarà un futuro nel commercio sarà sicuramente on line. Gli indicatori economi-
ci evidenziano che in tutti i settori il “dettaglio” vive una forte contrazione, tranne che
sul web. Anche se i volumi finanziari sono ancora contenuti, è sempre più in aumen-
to il numero di chi acquista comodamente da casa davanti al proprio pc.
Secondo Euromonitor International, centro di ricerche economiche specializzate, la
distribuzione e la vendita on line sta crescendo in maniera esponenziale, dello stesso
avviso è la rilevazione della Nielsen: gli accessi ai siti di commercio elettronico sono
aumentati in Italia, Germania, Regno Unito, Francia e Spagna. Secondo altre ricerche,
da qui ai prossimi cinque anni, a dispetto della recessione, il numero dei consumatori
on line raddoppierà, raggiungendo quota 16,5milioni e ciascuno di loro spenderà circa
900 euro all’anno generando un fatturato di circa 14,6 miliardi di euro: una cifra di
tutto rispetto che merita una forte attenzione da parte degli operatori.
In questo contesto che futuro può avere il negozio al dettaglio? È innegabile che vi
sia davvero bisogno di un salto di qualità e di umiltà da parte degli operatori di ammet-
tere che la concorrenza di internet esiste ed è imbattibile. Insomma “se non puoi bat-
terli unisciti a loro”. È necessario sfruttare i nuovi media per restare a galla o perlome-
no proporre qualcosa di nuovo.
E non dimentichiamo che l’unico negozio aperto 24 h. su 24, 365 giorni all’anno,
non è certamente quello sotto casa.
Il “dettaglio orafo” e il commercio elettronico
MuzzicoMuzzico Gioielli
Muzzico Gioielli | Il Tarì, mod. 045 Edificio Perla | Marcianise (CE) tel. 0823 513118 | www.muzzicogioielli.itprossima apertura Gem Gioielli | viaVetulonia, 24 | Roma tel. 06 7004852
advartem
isiacomunicazione.com
ph.tarìindustriale
brand
Pasquale Bruni. Un classico sorprendentemente modernoimpegnativa esplorazione del bello pag. 8
Verdi gioielli, un trionfo di bagliorila nuova collezione all’insegna del bianco e del rosa pag. 12
By Simonquarant’anni di storia tra tradizione e innovazione pag. 16
de Laurentiis, l’intramontabile argentogioielli dagli insospettabili poteri pag. 18
Total white e sgargianti cromatismil’universo prezioso della Govoni Gioielli pag. 20
I Gioielli del Sole, un trend di moda e raffinatezzala grande professionalità che porta al successo pag. 24
EvaNuevaluminosità da indossare tramature diverse nel gioco del lusso pag. 26
Demeglio, un personale spirito di cambiamentola pura geometria nell’alta gioielleria pag. 28
breaking news
Bracciali. Tanti, tantissimi, preziosi e divertentiIl gioiello che non conosce età pag. 31
brand
Bello infinite variazioni sul temaVendorafa Lombardi una evoluzione ricca di storia pag. 35
Fulvio Di Gennaro, il principe delle conchiglieDal 1969 è il punto di riferimento dei rivenditori di cammei pag. 39
Fiorella Italia. Gioiello come gioiello deve esserepossibili accostamenti apparentemente marginali pag. 42
Papito Lindo un solo nome per mille articoliIl punto di riferimento per chi crea gioielli pag. 44
Design minimaleper il nuovo showroom di Windiam pag. 47
A.M. GioielliLa natura, eterna ispiratrice la tenerezza nella collezione Suri pag. 48
Ottimismo e positivitàI fratelli Dinacci, protagonisti di un successo sempre in crescita pag. 50
referenze fotografiche:
si ringraziano tutti coloro che hanno gentilmentemesso a disposizione il materiale iconografico
L’Editore è a disposizione degli aventi dirittoper eventuali fonti iconografiche non individuate
FFrraatteellllii DDiinnaaccccii80133 Napoli (NA)Via Grande Orefici, 7ph. +39 081 5537024
81025 Marcianise (CE)Centro Orafo “Il Tarì”mod. 38, 39 - 168ph. +39 0823 827817
web www.fratellidinacci.it
GGoollddeenn AAggeennccyy ssrrllvia Generale Orsini, 40 80132 Napoli
Giovanni [email protected]
Maria Rosaria [email protected]
Martino BelmantoElisabetta BowinkelMarco CantarellaMario DidoneChiara Di MartinoAnna LepreFederica LongobardiPaolo MinieriMaria Rosaria PetitoSilvia PassalacquaAlberto ScaraniLucia Eleonora Venino
Luigi [email protected]
Artemisia Comunicazione srl
via Generale Orsini, 4080132 Napolitelefono 081 0782962fax 081 2471142 [email protected]
Centro Stampa Ink PrintPozzuoli (NA)
AAccttiioonn ssrrllc.so Umberto I, 7580138 Napolitelefono 081 19542410fax 081 19542404email: [email protected]
responsabile commerciale:Mila Gambardella ph. +39 346 [email protected]
bimestrale a distribuzione gratuita APRILE / MAGGIO 2009 / n. 3 Reg. Tribunale di Napolin. 77 del 01/10/2008
iscrizione al ROC n. 17658 del 10 ottobre 2008
Proprietà letteraria e artistica riservata. È vietata la riproduzione totale o parziale della pubblicazionesenza autorizzazione dell’editore. Manoscritti e foto, anche se non pubblicati, non saranno restituiti.Golden Agency srl garantisce la massima riservatezza delle informazioni custodite nel suo archivio. Gliindirizzi verranno utilizzati, oltre che per l’invio della rivista, anche per l’invio di proposte commer-ciali. Ai sensi della legge 675/96 è nel diritto degli interessati richiedere la cessazione dell’invio e/o l’ag-giornamento dei dati.Del contenuto degli articoli e degli annunci economici e pubblicitari sono legalmente responsabili isingoli autori.
Astucci Palumbo: la casa dei preziosiDa quasi venti anni al servizio dei gioiellieri pag. 54
design
Codici, pensieri, desideriartisti e designer si raccontano attraverso i gioielli pag. 55
Il linguaggio dell’arte nei gioiellicon la trentesima edizione di OroArezzo ritornano gli Artisti pag. 56
gemmologia
L’industria diamantifera nel mondoreazioni e turbolenze dell’economia generale pag. 58
Termodiffusione e riscaldamento due metodi a confronto per migliorare la colorazione delle gemme pag. 60
fiere
L’importanza dell’oro come bene di rifugioL’impegno costruttivo e mirato del neo-presidente di OroArezzo pag. 63
Baselworld 2009diario di viaggio di un operatore pag. 64
Baselworld. Duemila espositori e 93mila visitatori alla fiera svizzera punto di riferimento mondiale pag. 67
A Baselworld, Platinum Guild Internationalannuncia i vincitori del Platinum Design Awards pag. 68
orologi
Patek PhilippeCronografo Calendario Annuale pag. 69
breaking news
OrologiIl tempo è prezioso pag. 73
tecnico/amministrativo
Commercio elettronicole regole per iniziare l’attività pag. 76
Bilancemai dimenticare la verfica pag. 78
Sicurezza sul lavoro: come orientarsi pag. 81
Liquidazione IVA per cassapossibile fino a 200 mila euro annui pag. 84
“Noi, Voi, L’oro®” software gestionale per dettaglianti pag. 85
rubrica
Dai colori della Primavera alla calda atmosfera dell’estate! pag. 87
wwwwww..pprreezziioossaammaaggaazziinnee..ccoomm
Collezione Sissi
Pasquale Bruni
Gioielli che hanno la capacità di codificare l’incanto in forme e colori
9
morbide create da un artista che cesella
sogni di oro e di pietre, trascinanti deside-
ri di nuova freschezza scevra da ogni con-
dizionamento formale.
È una antologia assai eccentrica la crea-
tività di Bruni.
Le sue collezioni di anelli, bracciali, col-
lane ed orecchini sono deliziosamente
esuberanti: Tentazione rings e necklaces -
golosi pavé di diamanti e rubini, Ricami
rings - diamanti schiusi come in un prato
a primavera, Bon ton rings e necklaces -
impegnativa esplorazione del bellodi Maria Rosaria Petito
Sono lì, seducenti. Brillano sotto le luci
che cadono ad arte nelle eleganti vetrine.
Superano infinitamente il concetto di
bello questi gioielli che possiedono una
qualità rara: la classe.
Inevitabilmente magnetici sembrano
plasmati da mani che hanno la capacità di
codificare l’incanto in forme e colori che
risvegliano sopite emozioni.
Quanta grazia, quanto temperamento,
quanta eleganza in questi straordinari
oggetti che prendono lo sguardo. Forme
Collezione Promessa d’amore
un classico sorprendentemente moderno
PPaassqquuaallee BBrruunnii20121 Milano
Via della Spiga, 6/a numero verde ph. 800 003 684web www.pasqualebruni.com
onice e giada, soavi boccioli di un prezio-
so bouquet, Sissi - ossidiana e ameti-
sta, superbe regine di strutture
importanti, Penelope -
ametiste, quarzi e
topazi prede di
fitte evolu-
zioni in
fili d’oro e Promesse
d’amore rings - incar-
nazioni del sentimen-
to più puro suggellati
da un cuore in dia-
mante legato alla paro-
la amore.
Geometrie compositi-
ve per gioielli scultura di
un classico sorprendente-
mente moderno, meravi-
gliose creature emancipate
nello svelamento della più
sobria eleganza.
10
Collezione Ricami
La Storia di Verdi Gioielli inizia nella
terra aurea di Valenza trentotto anni fa e,
da quel momento, tradizione e innova-
zione sono le linee guida che caratterizza-
no la produzione dei “gioielli di fami-
glia”. L’azienda, fondata dal Patron
Giuseppe Verdi, perpetua oggi la sua
opera sotto la guida del figlio Marco e di
tanti collaboratori esperti, coinvolti sem-
pre in prima persona nell’ideazione, pro-
duzione e promozione del prodotto.
Il risultato è una gioielleria che non
disdegna la classicità, in piena sintonia
con l’evoluzione dello stile e delle ten-
denze, abilmente curata nei dettagli ed
impreziosita dall’estro delle designers
Giovanna Protti ed Elena Bonetti.
La nuova collezione di Verdi
Gioielli è un trionfo di bagliori
nelle gradazioni pure del bianco
e del rosa, che ha la massima
espressione nei bracciali, da sem-
pre gioiello simbolo dell’azienda
stessa. Vere e proprie spire di luce,
proposte nelle diverse tipologie di oro, a
fare da ornamento raffinato al braccio della
donna di questa primavera. La semplicità
delle linee e dei colori è la stessa che si ritro-
12
la nuova collezione all’insegna del bianco e del rosadi Giuliana Galasso
Verdi gioielli, un trionfo di bagliori
13
14
va negli orecchini, essenziali e raffinate
gocce di pietre preziose, tentazione irresi-
stibile per gli occhi e per le orecchie…
Gioielli ricercati ed esclusivi, capaci di
evocare emozioni e di unire il mondo
della materia con quello dell’anima fem-
minile.
Il 2009 è un anno importante per que-
sta azienda, che, già forte dei successi
ottenuti nell’ambito della gioielleria ita-
liana, mira a promuovere la propria pre-
senza nelle più importanti fiere di settore
e a potenziare il proprio ruolo nel merca-
to internazionale.
GG.. VVeerrddii && CC..15048 Valenza (AL)Via XXIX Aprile, 8
ph. +39 0131 927254fax +39 0131 924464
web www.verdigioielli.com
A poco meno di due anni dal suo lan-
cio, la formula franchising proposta da
BYS BY SIMON rappresenta oggi una
realtà di assoluto successo, con tredici
negozi monomarca già aperti in tutto il
territorio nazionale. Con un fatturato
in aumento e previsioni di crescita posi-
tive, il franchising si conferma una
soluzione vincente, anche nella non
facile situazione che attraversa attual-
mente il mondo del commercio.
L’opportunità di contenere il rischio,
così come di programmare gli investi-
menti senza rinunciare ad un’ottima
redditività degli stessi, grazie al ricono-
scimento di margini molto soddisfa-
centi, sono solo alcuni dei vantaggi
offerti all’affiliato BY SIMON. Fin dal
16
BySimonquarant’anni di storia tra tradizione e innovazione
di Silvia Passalacqua
momento della ricerca della location
ottimale, il franchisee può contare sul-
l’assistenza dell’azienda che prevede
anche la formazione del personale di
vendita così come un Help desk acces-
sibile via telefono o via Internet duran-
te gli orari di apertura del negozio.
Un sistema informatico di gestione del
punto vendita dall’utilizzo facile e intui-
tivo (anche da casa), la garanzia del-
l’esclusiva di zona ed il continuo rinno-
vamento delle collezioni di gioielli,
accessori, borse, orologi e oggetti d’arre-
do, secondo le ultime tendenze del mer-
cato, rappresentano ulteriori privilegi del
franchising BYS BY SIMON. Il pro-
gramma di riassortimento con consegne
settimanali, gestito automaticamente dal
sistema, rende possibili volumi di affari
molto interessanti grazie anche ad un
contratto flessibile, della durata di cin-
que anni eventualmente prolungabili,
che comprende l’utilizzo gratuito del
marchio e della copertura pubblicitaria.
Il tutto con la garanzia della collabo-
razione con un’azienda che, con quasi
40 anni di storia alle spalle, ha dimo-
strato di saper coniugare tradizione e
innovazione grazie alla valorizzazione
di metodi di produzione artigianale e
all’attenzione nella scelta di ottime
materie prime come argento, bronzo e
ottone, uniti ad uno sguardo globale
che l’ha resa una realtà che oggi esporta
i valori tipici del made in Italy in tutto
il m ondo.
17
BByy SSiimmoonn SSppAA81025 Marcianise (CE)
Zona Asi Sudph. +39 0823 513830fax +39 0823 514140web www.bysimon.it
La de Laurentiis1987, azienda leader nel
settore dell’argenteria presente al
Consorzio Oromare, è distributrice
esclusiva della linea Lunargenti®, una
gamma di articoli originali come ABIS-
SI, creazioni in argento massiccio che si
ispirano alle fresche profondità del mare
reinventando un lusso di raffinata fanta-
sia tutto sole ed estiva spensieratezza.
Deliziosi rami di corallo, stelle marine,
ippocampi, sculture versatili e capriccio-
se da esibire in ogni occasione.
Gioielli dalla contagiosa vivacità, senza
tempo, che esaltano la singolarità di chi
le indossa.
Ma Lunargenti è anche gioielli apotro-
paici, oggetti entrati nel cult del made in
Italy grazie alla fantasia partenopea che fa
di Napoli la patria della scaramanzia, la
fucina degli scongiuri e dei rimedi contro
la malasorte, perché il compito primario
dell’uomo non è la ricerca del bene ma
una incessante lotta al male. La supersti-
zione ha radici remote e profondissime e,
che ci si creda o no, l’importante è corre-
re ai ripari, proteggersi dal subdolo
malocchio, da quello sguardo invidioso e
malvagio generatore di sciagure.
Esorcizzare le paure, assoggettare il
destino o, quanto meno, modificare il
corso degli eventi è da sempre l’utopico
desiderio dell’umanità tutta. E allora,
de Laurentiis, l’intramontabile argento gioielli dagli insospettabili poteridi Maria Rosaria Petito
collezione Munaciello
collezione Portabene
19
mai senza. Mai senza un
Taurus, un Portabene, un
Monaciello.
Taurus. Il fallo taurino
in argento si fa prezioso ed
intrigante. È la forza nasco-
sta, lo scudo ideale contro ogni
malefico influsso, l’essenziale medicus
invidiae. Un amuleto propiziatorio tra i
più desiderati e più potenti che la tradizio-
ne pone al centro di quella cultura fallo-
centrica che con i suoi rituali si affaccia
prepotentemente in tutte le epoche.
Simbolo di potenza, passione e fecon-
dità è da opporre ad ogni potenziale
minaccia, con classe ed eleganza.
Portabene. Liberamente riprodotti
sugli originali “cimaruta”, amuleti del
tardo ‘900 utilizzati contro il malocchio,
sono gingilli propiziatori che racchiudo-
no quanto la tradizione e l’immaginazio-
ne hanno assurto a paladini della nostra
esistenza. Esemplari singolari e pregiati
che intrappolano nella nobiltà dell’ar-
gento infinite allegorie che spaziano dalle
credenze orientali alle nostrane parteno-
pee, come il Divinatore della luna crescen-
te che, sorreggendo l’astro d’argento per
bilanciarne i capricci, favorisce nuovi
amori e nuove imprese.
Il Cerchio della fortuna, in argento fuso
ritorto, è custode del bene al cui interno
una allegoria, complessa e multipla, del
ciclo vitale contrasta i tranelli che insi-
diano l’esistenza umana a salvaguardia
delle energie positive. Simbolo di unione
e di prosperità, questo
prezioso portafortuna è un
tenace difensore della nostra
serenità. La Sfera incantata.
Chiavi, uccelli, lune crescenti,
cuori e pesci avviluppati in rami di ruta,
la pianta medicinale dai poteri magici.
Unico e bizzarro nel suo genere, la sfera
incantata, di fattura squisita e ricercata è
un gioiello artigianale di stile naif, di
buona sorte che, oggi come allora, si è
soliti donare alle gestanti per difendere la
donna nel periodo di maggiore fragilità.
Sono tutti catalizzatori di energie positive
capaci di annientare le influenze maligne,
inseparabili compagni d’avventura come
pure il Monaciello. Una strana mescolanza
di bene e di male, di cattiveria e di bontà,
un esserino dispettoso, furbo e curioso, spi-
rito vecchio-bambino amato e temuto dai
napoletani. A questa nottambula domesti-
ca creatura, protagonista indiscussa della
tradizione partenopea basta, p erò, manife-
stare devozione e affetto perché la sua gene-
rosità non conosca limiti; un naturale
scambio di benevolenza che porterà a chi la
incontra ‘na bona furtuna!
Tutti i gioielli sono realizzati in argento
massiccio secondo le antiche tecniche tra-
dizionali e rifiniti rigorosamente a mano.
ddee LLaauurreennttiiiiss 1188997781025 Marcianise (CE)
Centro OromareS.P. 22, km 1,750
ph. +39 0823 1642777fax +39 0823 1642778
web www.delaurentiis.eu
collezione Abissi
collezione Taurus
20
e sgargianti cromatismil’universo prezioso della Govoni Gioielli
di Federica Longonbardi
Total white
Confonde l’immensità di colori, di
forme e di volumi cui la Govoni dà vita.
Ogni gioiello un carattere, una perso-
nalità che segue altera il suo cammino
imprimendo indelebili tracce del suo
passaggio. Romantici, futuristici, auste-
ri, delicati, geometrici, solari, sensuali:
meravigliosa eleganza oltre l’immagina-
bile, per ogni donna, per ogni deside-
rio, per ogni occasione.
Intimorisce la purezza delle pietre, la
grandiosità delle linee, l’originalità sfre-
nata che scombina le righe dell’usuale.
Quattro collezioni in oro bianco, giallo
e rosa, quattro diversi universi distanti ma
accomunati dalla raffinatezza.
Perle e diamanti, echi sospesi di carillon
che si diffondono nella nobiltà di lumino-
se nuances, insolite e delicatissime.
Diamanti, alteri sovrani che sanno stare
al gioco in preziosi pavé, total white, dalle
forme sinuose.
Zaffiri, rubini, smeraldi, gocce preziose
che coesistono con i più aristocratici dia-
manti per svelare riflessi ineguagliabili.
Pietre naturali e diamanti, eclettica
21
classicità di un barocco
postmoderno, fresco e
brioso nei tagli e nei
contrasti.
C’è femminilità e
mistero in questi gioielli,
infinite combinazioni di
raffinata eleganza e di altissima qualità.
Mille possibili espressioni stilistiche di
materie indomabili che si fanno cera da
plasmare tra le mani degli artisti designers
che da circa un trentennio creano rarità per
la Govoni Gioielli, un’azienda sempre al
vertice del settore.
22
GGoovvoonnii GGiiooiieellllii44042 Cento (FE)Via Cavalieri, 13
ph. +39 051 903475fax +39 051 903041
web www.govonigioielli.it
D’Elia
D’EliaD’ E L I A
info: 0818811797 - [email protected]
F I E R A D I V I C E N Z A P A D I G L I O N E F S T A N D 2 3 0 3
Perle coltivate...eleganti, femminili e giovanili
sono la scelta per uno stile di vita di una donna
Una splendida collana di perle coltivate, elegante e versatile, puo’ accompagnare una donna
in ogni momento della vita...
I Gioielli del Sole, nato nel
1997, è un marchio italiano
riconosciuto per qualità e
creatività anche all’estero.
Presenti già al centro
orafo Il Tarì e ad
Oromare con showroom
per gli operatori del setto-
re, ha di recente inaugurato
al Centro Campania un punto ven-
dita al pubblico, il Trilogy (altre aperture
sono previste in altri centri commerciali),
comprovando una continua espansione a
conferma di quanto, anche in questo
periodo buio per l’intera economia mon-
diale, si possa remare controcorrente,
come pochissimi altri possono concedersi.
Saranno la comprovata esperienza, l’ar-
tigianalità, la passione o il
mix di queste non comuni
doti sempre presenti dagli
esordi, fatto è che I Gioielli
del Sole pensa ad un futuro
sempre più roseo e carico di
aspettative, progettando linee
nuove di sicuro successo, come le
altre che le hanno precedute. E Trilogy
ne è un esempio. Omonima dell’ultimo
esercizio commerciale, lancia il dernier cri
della gioielleria, anticipa le nuovissime
tendenze facendo suo il fashion più desi-
derabile. Eclisse, invece, ha un design con-
temporaneo, decisamente giovane, con
tratti geometrici che traspirano comun-
que l’irrinunciabile femminilità, propria
della filosofia aziendale. Gaetano Cardola,
24
I Gioielli del Sole, un trend di moda e raffinatezzala grande professionalità che porta al successodi Martino Belmanto
II GGiiooiieellllii ddeell SSoollee81025 Marcianise (CE)
Zona Asi Sudph. +39 0823 513244fax +39 0823 514888
web www.igioiellidelsole.com
Collezione Trilogy
25
l’artefice di questo meraviglioso universo,
continua ad esprimere l’eccellenza orafa
con un innato senso dell’eleganza attra-
verso la purezza del metallo più nobile
che si accosta al candore delle perle, ai
colori delle pietre preziose e purissime dai
tagli inconsueti, alle trasparenze inconta-
minate. C’è tradizione e innovazione ma
soprattutto classe, quella che fa muovere
ogni suo gioiello in un perimetro di per-
fezione e singolarità perché sono lumino-
se creazioni vistosamente pregiate, sem-
pre diverse, sempre importanti, colorate e
sorprendentemente abbaglianti, da indos-
sare con disinvoltura; un trend di moda e
raffinatezza difficile da eguagliare. Ogni
gioiello è una bella storia da ascoltare, un
lusso da pretendere.
Collezione Eclisse
26
Gioielli che stupiscono per le calde nuan-
ces, giochi di composizioni dove le pietre
pregiate, ammantate di trasparenze, come
grani di sabbia spinti dalla marea vanno a
posarsi in sorprendenti accostamenti cro-
matici. Quando poi cadono lente su can-
dide perle, si fanno orecchini e pendenti
fieri del loro essere ornamento. Linee clas-
siche e pulite, contrasti dilatati dalla lumi-
nosità si integrano nei sonanti volumi di
collane e bracciali. È pura mescolanza di
preziosità, lucente accrochage che nella
purezza rigenera antiche materie facendole
vivaci e nuove. Frizzanti classicità che scal-
dano il cuore e risvegliano i sensi, ricchissi-
me per forme e materiali; gioielli semplice-
mente irripetibili.
Tramature diverse entrano prepotente-
mente nel gioco del lusso per questi gioiel-
li che si spogliano di ogni retorica per vesti-
re il linguaggio dell’eccellenza.
Qui il colore ha una importanza comu-
luminosità da indossaretramature diverse nel gioco del lusso
di Martino Belmanto
EvaNueva
nicativa che nelle possibili ripetizioni si fa
musicalità visiva, t intinnio cristallino,
potenza di luce. Splendidi esemplari, sofi-
sticati ed indomabili, equilibrata scorrevo-
lezza che esprime le strabilianti tonalità
dell’universo.
Nella Heart collection, poi, la trentenna-
le esperienza dell’azienda sprigiona tutta la
sua maestria attraverso un cuore che sa par-
lare d’amore, di tenerezza, di spontaneità.
Uno stato d’animo da indossare.
27
EEvvaannuueevvaa80059 Torre del Greco (NA)Via Misericordia, 20 ph. +39 081 8491349fax +39 081 8491637web www.evanueva.itmail: [email protected]
le pietre pregiateammantate
di trasparenze, come grani di sabbia spinti dalla marea, vanno a posarsi in sorprendenti
accostamenti cromatici
28
Alta ingegneria e tecnologie d’avanguar-
dia, due universi che trovano consonanza
nelle creazioni Demeglio, dal 1922
un’azienda intenta a raggiungere una più
sensibile evoluzione estetica attraverso un
personale spirito
di cambiamento che rende omaggio alla
creatività. I suoi gioielli si fanno materia
viva, capace di movimento
continuo, inarre-
stabile, slegati dagli stereotipi della confor-
mità. Contorsionismi preziosi ed eccentri-
la pura geometria nell’alta gioielleriaun personale spirito di cambiamentoDemeglio
Collezione Jolly
ci, pura geometria del movimento che
accompagna la flessibilità del corpo.
Fluidità colma d’inventiva attraversa
le linee Anaconda, Jolly, Giotto, Gioconda
estremamente eleganti declinate in
forme sinuose per un singolare mimeti-
smo reptilis. Le forme si attorcigliano, si
tendono, si flettono tra audaci contrasti
di colori, pietre preziose e oro con una
singolare morbidezza che si ripropone
attraverso lo snodo di piccoli pavé di
diamanti alternati a zaffiri, o di minute
bague intersecate da zaffiri, corallo o
turchese.
Nature diverse accomunate da un dina-
mismo infrequente nel mondo della gio-
ielleria che si traduce in bracciali e anelli
dall’allure futurista.
Opere cedevoli, duttili, elastiche che la
Demeglio disegna e produce sia per
importanti firme del settore sia per il suo
show-room torinese.
Sono eccellenze per chi sa apprezzare la
diversità. (M.B.)
29
RRoobbeerrttoo DDeemmeegglliioo ssrrll10123 Torino (TO)
Via Fratelli Calandra, 18ph. +39 011 8121222fax +39 011 8124091
web www.robertodemeglio.it
Collezione Anaconda
Collezione Giotto
tanti, tantissimi, preziosi e divertentiIl gioiello che non conosce età
31
di Federica Longobardi
bracciali
Roberto CoinCollezione Me stesso
oro giallo e bianco con diamanti bianchiwwwwww..rroobbeerrttooccooiinn..ccoomm
Luca Caratioro rosa con diamanti bianchi
wwwwww..lluuccaaccaarraattii..iitt
Rovian gioielli by MondialCoralcollezione Geaoro bianco e rosa, corallo mediterraneo e diamantiwwwwww..mmoonnddiiaallccoorraall..iitt
La sacralità, la ricchezza, la magia, il pote-re, la bellezza. Sono tante e di più le ragio-ni che hanno spinto l’uomo ad ornarsi.Ragioni che hanno superato secoli emode per giungere a noi tuttora persuasi-ve e indubitabili. Monili come simboli, come linguaggisegnici inequivocabili di uno status sym-bol, di un rango o più semplicemente pre-giati ornamenti. Oggetti esclusivi riservati
ad una ristretta élite, prima, irrinunciabilicapricci per tantissimi, oggi. Come il brac-ciale, il leit motiv di ogni occasione.Circondato da un mondo di idee immen-samente ricco e vivace, questo gioiello nonconosce età, è il dono perfetto per infinitericorrenze, ogni occasione è giusta perregalarlo e per indossarlo. Snodato, rigido, a catena, di legno, osso opietra, etnico, in argento, oro, o platino,
inciso, incastonato, singolo o tanti e tantisovrapposti, a spirale, morbido, preziosis-simo, alla schiava al di sopra del gomito,complesso o semplice portafortuna comei cordoncini brasiliani multicromatici.Basta un gesto, un saluto o un più galan-te baciamano per metterlo in mostra condisinvolto charm.Scomparso nel medioevo si è impostonuovamente nel ’700 con il boite à por-
Antonini GioielliCollezione Barcellona New Mood
oro rosa, bianco e diamantiwwwwww..aannttoonniinnii..iitt
ZantomioCollezione Fantasiawwwwww..zzaannttoommiioo..ccoomm
LunargentiCollezione Abissiargento e setawwwwww..lluunnaarrggeennttii..iitt
FuococapriCollezione Strongwwwwww..ffuuooccooccaapprrii..ccoomm
Stile d’orooro bianco, diamanti e smeraldowwwwww..ssttiilleeddoorroo..ccoomm
Boccadamowwwwww..bbooccccaaddaammoo..ccoomm
trait, un nastro di velluto con cammeo incentro. Capelli intrecciati a sottilissimi filid’oro erano le promesse d’amore nell’epo-ca Vittoriana, superate poi dai più diver-tenti charms, i piccoli ciondoli scaramanti-ci di mille forme e colori, oggi nuovamen-te di gran moda, da appendere numerosis-simi al braccialetto a maglie. Oggi osare è la parola d’ordine. Le epochesi sovrappongono, le mode si confondo-
no, tutto è bello, tutto è folle, il fashion èstravagante. Dal classico all’etnico sono idettagli a fare la differenza. Si chiude conuna vite il Leve di Cartier, il Bangle46664-466 della Montblanc porta incisii numeri di cella e l’anno in cui Mandelafu imprigionato, un treno di D sono glianelli del Damianissima, resta intramon-tabile il Tennis costellato di diamanti, ilTiffany si diverte con i numeri romani,
essenziale e prezioso il Chiodo di Gucci...Le proposte si avvicendano infinite emeravigliose, per tutti i gusti e di valoridiversi, chic o effervescenti, con diaman-ti o strass, in oro o acciaio, con pietre pre-ziose o sintetiche per brillare in invernoquando fa capolino dal polsino del pull,ma soprattutto in estate quando le brac-cia tendono a scoprirsi, indifferentemen-te per uomini e donne.
33
Amléwwwwww..aammllee..iitt
VendorafaCollezione “Geometrica”oro giallo 18 kt. martellato e lucidoawwwwww..vveennddoorraaffaa..iitt
RaimaCollezione pietre dure wwwwww..rraaiimmaa..iitt
Sodini bijouxwwwwww..ssooddiinniibbiijjoouuxx
Alessandra Libonati JewelsStromboli: argento massiccio
e bronzo martellatowwwwww..lliibboonnaattiijjeewweellss..iitt
35
Vendorafa Lombardi una evoluzione ricca di storia
Collezione “Dune”bracciale rigido in oro giallo 18 kt. martellato con diamanti
Linee ondulate e creste lucide richiamano le dune del deserto.
di Maria Rosaria Petito
Bello infinite variazioni sul tema
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Naturalmente ed innegabilmente belli. I
gioielli Vendorafa Lombardi sono pro-
spettive architettoniche essenziali, pulite,
dai volumi corposi dove la materia trova
impiego con generosità.
Ogni creazione è il frutto di una ricerca
progettuale che si spinge oltre per appro-
dare in forme importanti e superbe, per-
fettamente adatte a segnare i canoni di
una nuova estetica, di una nuova possibi-
le espressività.
È una scrittura in una lingua ignota
spontaneamente sonora ed armoniosa.
Qui la sperimentazione stilistica è
audace, è una eleganza tangibile, ricca ed
impetuosa, che si manifesta attraverso
configurazioni straordinarie che avanza-
no vittoriose contro l’imperversante uni-
formità.
C’è dinamismo nelle spirali ingemmate
di diamanti, c’è movimento negli snodi
delle geometriche maglie, c’è agitazione
nelle spire dei lunghi satoires, c’è forza nei
bracciali severi eppure tanto femminili.
Lucido, sabbiato o martellato; giallo, rosa
o bianco che sia, qui l’oro si ammanta di
altro valore, di altro splendore, di antichi
saperi e di idee innovative. Arte e design
dal 1951 si incontrano e sovrappongono
nell’eccellenza, comune denominatore
delle cinque collezioni Geometrica, Dune,
Cerchi d’acqua, Eclissi e Twist.
VVeennddoorraaffaa LLoommbbaarrddii ssrrll15048 Valenza (AL) Via XX Settembre, 67ph. +39 0131 941102fax +39 0131 942393web www.vendorafa.it
Collezione “Cerchi d’acqua”spilla in oro giallo 18 kt. lucido con diamanti
Cerchi concentrici di oro lucido e diamanti si alternano in un movimento dinamico ed
infinito dove sembra non esserci un inizio né una fine.
Collezione “Eclissi”anello e orecchini in oro rosso 18 kt. martellato e diamanti brown su oro bianco 18 kt. lucido
La linea Eclissi richiama la forma circolare del Sole esi sviluppa attraverso l’uso e la sovrapposizione dimoduli concavi. I gioielli che ne nascono evidenzianouna composizione equilibrata ed armonica dell’orosapientemente lavorato a mano con la tecnica dellamartellatura e di parti incassate alla francese.
Collezione “Cerchi d’acqua”bracciale in oro rosso 18 kt. sabbiato e lucido con diamanti brown
Cerchi concentrici di oro sabbiato e lucido e diamanti brown si alternano in un movimentodinamico ed infinito dove sembra non esserci un inizio né una fine.
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La voce del mare, le urla di Nettuno, le
lusinghe di Venere: quante cose si pos-
sono ascoltare portando all’orecchio
una conchiglia. Sicuramente il grande
amore verso questa meraviglia del mare
ispirò Fulvio Di Gennaro quando, poco
più che trentenne, nel 1969 decise di
fondare la sua ditta, da quaranta anni
specializzata nell’importazione delle
conchiglie per la realizzazione dei cam-
mei che rendono Torre del Greco famo-
sa in tutto il mondo. L’idea è subito
chiara: realizzare prodotti in supporto
delle aziende che poi si occupano di
rivenderli agli utenti finali.
La ditta Di Gennaro scala presto le
classifiche e in soli quattro anni diventa
fra i più grandi importatori della “Cassis
Rufa”, un tipo di conchiglia che arriva
dall’Africa e permette di realizzare i cam-
mei. Un vero e proprio punto di riferi-
mento delle più grandi aziende torresi
per l’approvvigionamento delle conchi-
glie da incisione. Da sempre selezionate
al meglio per fornire un prodotto grezzo
ottimale.
“Abbiamo cominciato rifornendo
questo prodotto agli altri produttori -
spiega Sergio Di Gennaro, uno dei figli
di Fulvio - poi abbiamo pensato di
andare oltre incrementando la tipologia
dei prodotti offerti e restando nella
distribuzione”.
Dopo l’irruzione sul mercato la ditta
Di Gennaro è cresciuta passo dopo
passo. Intorno alla metà degli anni ’70 è
FFuullvviioo DDii GGeennnnaarroo SS..nn..cc..8800005599 TToorrrree DDeell GGrreeccoo ((NNAA))
VViiaa CCeeffaalloonniiaa,, 88 -- PP..OO.. BBOOXX 9911 pphh.. ++3399 008811 88881122665577ffaaxx ++3399 008811 88449911667799
Fulvio Di Gennaro, il principe delle conchiglieDDaall 11996699 èè iill ppuunnttoo ddii rriiffeerriimmeennttoo ddeeii rriivveennddiittoorrii ddii ccaammmmeeiidi Roberto Esse
Una grande voglia di guardare avanti senzaperdere di vista quello
che succede nel mondo:“Abbiamo una grandevoglia di proseguire
nel solco della nostra tradizione”
nato il laboratorio per la lavorazione del
corallo: “Da lì ci siamo specializzati
diventando un supporto per gli attuali
clienti. Restiamo nell’ambito del semila-
vorato o finito da montare, quello che
verrà montato dai grossisti con le varie
leghe sia d’oro che argento, sia nelle misu-
re standard che su misura”. I prodotti
offerti dalla ditta Di Gennaro hanno var-
cato i confini italiani ma lo spirito è rima-
sto sempre quello dell’azienda a condu-
zione familiare: “Siamo in quattro che
portiamo avanti la nostra azienda dal
1991. Oggi lavoriamo molto sia in
import che in export sui mercati statuni-
tensi e asiatici. Inoltre importiamo perle
australiane di fascia medio-alta. Da qual-
che anno abbiamo rivolto la nostra atten-
zione ad un prodotto in argento e corallo
o con l’aggiunta di ebano, il tutto ovvia-
mente è sempre rivolto ai grossisti”.
Una grande voglia di guardare avanti
senza perdere di vista quello che succede
nel mondo: “Abbiamo una grande voglia di
proseguire nel solco della nostra tradizione.
La grande crisi non ci scoraggia anche se
anche il nostro settore ne risente. Chi ha la
possibilità di offrire più prodotti è avvan-
taggiato rispetto a quelli che ne lavorano
uno soltanto. Noi rientriamo in questa ulti-
ma categoria e fortunatamente bilanciamo
le carenze. Ma come tutti abbiamo subito
un calo dell’attività lavorativa”.
Il futuro del settore non è roseo: “Adesso
esistono strutture scolastiche per formare i
ragazzi e avviarli verso questo lavoro, il pro-
blema però è che non c’è la possibilità da
parte delle aziende di assorbire i ragazzi che
si sono formati. In questo senso c’è una
regressione a scapito di quella che da sem-
pre è stata una tradizione a sostegno di una
delle attività del nostro luogo d’origine”.
Anche i grandi consorzi non allettano la
ditta: “C’è stato proposto di entrare sia in
Oromare che in altri consorzi. Ma in que-
sto momento sono strutture non ancora
adatte a noi. Essendo un’azienda familiare
legata a doppio filo con il territorio, dislo-
carla vuol dire togliere le radici e anche
tanti vecchi clienti. Per questo sono contra-
rio al trasferimento, perché è economia che
si toglie alla città di origine”. Lasciato alle
spalle l’anno nero, l’obiettivo finale del
2009: “Mantenere le quote di mercato in
una situazione poco felice e cercare di spin-
gere per acquisire nuova clientela, man-
chiamo un po’ nel centro Italia”.
I Gioielli del Sole srl
81025 Marcianise (Ce)Centro Orafo “Il Tarì”
showroom 226, 228
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www.igioiellidelsole.comProduzione e commercializzazione gioielleria e pietre preziose
Oro e pietre semipreziose si combinano
senza remore a materie inusuali inver-
tendo il prevedibile valore delle cose.
Possibili accostamenti apparentemente
marginali che sanno, invece, rendere il
gioiello espressivo più delle parole.
Sembra toccata dal divino la mano che
sa tradurre questi elementi in meraviglia
dove nuove bellezze affiorano in un per-
petuo svelarsi. Gioiello come gioiello
deve essere, dunque, incantevole, esclu-
sivo e fascinoso; raffinate performance
d’artista che sanno andare oltre la barrie-
ra dei clichè, che toccano note altissime.
La Fiorella Gioielli, che ha fatto della
profumatissima pomelia, fiore simbolo
della città di Palermo, il suo logo, è
un’azienda che sa guardare oltre, che sa
creare forme in continua evoluzione.
C’è la forza infinita della fantasia che
entra prepotentemente nelle sue due col-
lezioni, nelle sue due diverse espressioni
di una stessa eleganza, sia essa vistosa o
più delicatamente semplice.
Four seasons. Pietre macro e micro,
tanto colore e forme fantasiose per que-
sta labirintica protagonista del mistero
tutto mediterraneo, dallo spirito anticon-
42
Gioiello come gioiello deve esserepossibili accostamenti apparentemente marginali
FFiioorreellllaa IIttaalliiaa ssrrll90133 PalermoVia Roma, 325
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formista che snatura la madreperla, la pietra
lavica, il cammeo, il visone e, perché no, il
pitone per conferirgli una nuova identifica-
bile fisionomia.
Glamour. Lo stile più classico piacevol-
mente insidiato da inserti che lasciano spa-
zio a differenti interpretazioni, come il
lucentissimo onice nero che sposa il corallo
grezzo in accostamenti pregiati, a volte
imprevedibili a volte cadenzati da un ordine
più rigoroso. Pensare ad un gioiello impor-
tante, per la donna intraprendente che
vuole esprimere le mille sfaccettature del suo
carattere, adesso è possibile. (MRP)
44
PAPITO LINDO un solo nome per mille articoliIl punto di riferimento per chi crea gioielli
PPaappiittoo LLiinnddoo7733001111 AAlleezziioo ((LLEE))VViiaa MM.. AAllbbiinnaa,, 2233 pphh.. ++3399 00883333 228822445555wweebb wwwwww..ppaappiittoolliinnddoo..iitt
45
In oltre quindici anni di attività, la Papito
Lindo ha saputo conquistare una posizio-
ne privilegiata nell’importazione diretta di
ambra baltica e di pietre preziose, semipre-
ziose e dure da tutto il mondo seguendo
con attenzione le tendenze del mercato.
La successiva collaborazione con fabbri-
che italiane di gioielli, catename e semila-
vorati in argento le ha consentito di sod-
disfare le richieste di una già fidelizzata
fascia di mercato, oggi sempre più esigen-
te e selezionata, di negozianti e grossisti di
ogni livello in cerca di gioielli, lavorati e
semilavorati in argento, oggettistica in
pietra naturale, fili in pietre dure e da
incastonare, corallo italiano e pasta di tur-
chese quattro fiori.
Esperienza, passione e professionalità
sono gli elementi fondanti di questo
successo in continua espansione, succes-
so supportato anche dalla sincera colla-
borazione di un eccellente team, arric-
chito di recente dall’ausilio di una stori-
ca d’arte e di professionisti del montag-
gio di gioielli che ha portato alla realizza-
zione di una propria linea astucciata il
cui successo svetta veloce senza timore di
arrestarsi.
La natura si trasforma con arte alla
Papito Lindo perché nei suoi prodotti la
rifinitura è perfetta. Argento, pietre
naturali preziose e dure, perle, cristallo
di rocca, oro, agata bianca, acquamarina,
ambra baltica, onice... tutto è in primo
piano, tutti primi attori di una brillante
piece dove i colori, le forme e la lavora-
zione sono eccellenti perché da sempre
la Papito Lindo esercita una attenta sele-
zione secondo i più alti standard di con-
trollo qualità per i migliaia di prodotti
dalle infinite personalizzazioni ed investe
nelle più sofisticate tecnologie. (MB)
Windiam Italia:Centro Orafo “Il Tarì” mod. 156
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Uffici nel mondo:Thailandia, Sud Africa, Anversa, Hong Kong,
Londra, Bangkok, Russia, Congo
Fiere:Il Tarì in mostra,
Hong Kong International Jewellery Show, Londra, Inhorgenta
esclusivisti per l’Italia di diamanti taglio russo
È il bianco che domina, nel nuovo sho-
wroom Windiam al Tarì di Marcianise.
Dominano il bianco e la trasparenza; solo
ogni tanto un tocco di rosso qua e là. È il
nuovo spazio tutto italiano del Gruppo
che ha fatto della lavorazione e vendita
dei diamanti una scommessa, e l’ha vinta.
È all’insegna del design minimale e
moderno il nuovo spazio espositivo del
gruppo esclusivista Windiam per l’Italia,
inaugurato da poco al modulo 156 all’in-
terno del Consorzio guidato da Gianni
Carità: simbolo della semplicità che è
sinonimo di eleganza, che poi è ciò che i
diamanti rappresentano. Unico vezzo, i
dipinti personalizzati alle pareti, che rein-
terpretano icone moderne accostandole
alle pietre preziose più amate dalle
donne. Cristiano e Barbara Oppo, insie-
me al loro gruppo di lavoro, guardano
con soddisfazione al futuro, dopo questo
ulteriore passo compiuto per rafforzare il
marchio Windiam: 155 metri quadrati
in uno stile essenziale che rispecchia la
trasparenza della filosofia e dei prodotti
della società con sede principale in Belgio
ed uffici in sette paesi del mondo. La
novità 2009 è la cura di nuovi contatti
con i negozianti di tutta l’Italia: e non è
una risposta alla crisi, precisa Cristiano
Oppo, perché la recessione non li ha
investiti come invece è accaduto a molti.
«Bisogna avere la forza di aspettare»,
aggiunge, «perché questi periodi di diffi-
coltà diffusa hanno un risvolto positivo,
che è la selezione che impongono, sia tra
gli operatori sia tra i clienti. La qualità, in
tempi di crisi, serve a restare in piedi. E
noi siamo fiduciosi».
Hanno cominciato dieci anni fa, con
un unico ambiente al piano terra del Tarì,
che pure ha portato fortuna. «Anche il
piccolo è servito: è grazie ai passi gradua-
li che siamo arrivati fin qui», affermano i
fratelli Oppo, e “qui” è l’elegante e spazio-
so showroom di Windiam Italia.
47
Design minimaleper il nuovo showroom di Windiamdi Chiara Di Martino
WWiinnddiiaamm IIttaalliiaa81025 Marcianise (CE)
Centro Orafo “Il Tarì” mod. 156 ph. +39 0823513845 fax +39 0823513151
web www.windiam.net
Piccolo, agile, sguardo acuto, guardiano
attento a difesa del gruppo. È il Suricato,
e la sua, adesso, è tutta un’altra storia.
Questo tenero mammifero africano ha
attraversato terre e mari per giungere nel
mondo del lusso in esclusiva per la Nami
gioielli, che lo ha scelto per la sua straordi-
naria collezione SURI in cui si incontrano
con squisita armonia delicatezza e unicità,
per questa metafora del legame, quello
forte ed incondizionato.
Sono gioielli artigianali che mani esper-
te plasmano non eludendo alcuna fase di
lavorazione, dalla forgiatura alla finitura
piegando, lucidando, incastonando avva-
lendosi di quelle antiche tecniche tanto
complesse nella loro semplicità.
Sono gioie che raggiungono il cuore
per la grande sensibilità stilistica che li
identifica. Delicati e preziosi sempre
nelle svariate versioni: pendenti, singoli,
in coppia, acciambellati al dito o dritti ed
affusolati, in cerchio o come girotondo
che fascia il collo. Tante idee diverse per
la donna che ama piacere con classe, ed
un pizzico di brio. E non solo. I vivaci
gemelli accompagnano con stile l’abbi-
gliamento casual quanto quello classico
dell’uomo contemporaneo.
La natura si fa ispiratrice senza prece-
denti in questi gioielli davvero divertenti
e raffinati. Orecchini, anelli, gemelli,
bracciali e ciondoli, tutti in argento, oro e
brillanti. (FL)
la tenerezza nella collezione SuriLa natura, eterna ispiratrice
49
AA..MM.. GGiiooiieellllii ssrrll80122 Napoli Viale Gramsci, 17/bph. +39 393 2451315web www.namigioielli.it
50
La crisi c’è, ma dai fratelli Dinacci non si
avverte. File agli stand nelle fiere, folla
nei moduli 38, 39 e 168 del Tarì dove,
oltre agli uffici di vendita ai clienti,
dispongono di laboratori specializzati
unici nel loro genere e, da un mese,
anche una splendida sala riunioni attrez-
zata con ogni comfort. Flavio e Tiziana
Dinacci, fratelli che, alla terza generazio-
ne, portano avanti un marchio conosciu-
to in Italia, in Europa e negli Stati Uniti,
sono un punto di riferimento per mon-
tature e semilavorati ma anche per saggi
di metalli preziosi e recupero residui. La
famiglia Dinacci è partita proprio così:
con i saggi dei metalli agli inizi del ’900.
Giovanni Dinacci, fondatore dell’azien-
da, si distinse per serietà e trasparenza e
Ottimismo e positivitàI fratelli Dinacci, protagonisti di un successo sempre in crescitadi Chiara Di Martino
gradualmente, a partire dagli anni ’30,
allargò la propria attività a tutti gli altri
settori per cui oggi il suo nome è cono-
sciuto in tutto il mondo.
Ma le attività dei fratelli Dinacci non si
fermano al mondo del gioiello: Tiziana e
Flavio testimoniano il successo del loro
spirito sponsorizzando numerose iniziati-
ve nel sociale, come il costante sostegno
51
I fratelli Flavio e Tiziana Dinacci e lo staff, con Maria Mazza testimonial della prima edizione del concorso
Si rinnova per il secondo annoil concorso che mette inpalio 10 lingottid’oro 18 kt da 200 grammi
all’ospedale pediatrico Santobono
di Napoli e la pubblicazione del
libro “Smile for Africa” che ha
come obiettivo la raccolta
fondi a favore dell’asso-
ciazione Unafrica.
Ottimismo e positi-
vità per uno staff di 15
persone affiatate che,
quest’anno, ha deciso
di ripetere per la secon-
da volta il concorso a
premi destinato ai loro
migliori clienti: in palio 10
lingotti d’oro 18 kt da 200 grammi. Per
partecipare occorre acquistare, nel corso
del 2009, prodotti e servizi per un valo-
re imponibile minimo di 5mila euro (per
ogni totale di spesa pari a tale cifra corri-
sponde l’assegnazione di un tagliando,
che potrà essere estratto a sorte durante
una serata di gala). C’è tempo fino al 31
dicembre, quindi, per avere la possibilità
di aggiudicarsi uno dei premi.
L’iniziativa portata avanti da Tiziana e
Flavio Dinacci vuole essere un segno,
come a dire che chi lavora bene dalla crisi
uscirà ancora più forte.
52
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Papito Lindo via M. Albina, 23 73011 Alezio (LE) tel./fax 0833282455
anno a marzo si lavora di meno”.
Per la vendita la tradizione è vin-
cente: “Per divulgare i nostri prodotti
produciamo un catalogo in 25 mila copie
inviato in tutta Italia. Siamo presenti
anche alle fiere Oro Capital a Roma
e Sicilia Oro a Taormina, dove abbia-
mo una rete di rappresentanti che gira
per l’isola. Siamo presenti anche su internet,
ma online non c’è molta richiesta, perché
sono poche le gioiellerie che hanno il com-
puter in negozio”. Uno sguardo ai prodotti:
“Ci sono astucci fatti in cartone e rivestiti in
carta, ad esempio telata o pelle per affinare il
prodotto. Alcuni sono in plastica rivestiti in
similpelle o finta alcantara. Non mancano gli
astucci in legno per oggetti più importanti.
Ci sono anche tutti i tipi di espositori da
vetrina”. Dall’astuccio, ai nastri e alle coccar-
de per infiocchettare il regalo tutto è presen-
te all’astuccificio Palumbo, l’azienda che da
quasi vent’anni raccoglie stima e fiducia di
venditori e clienti in tutta Italia.
Prima di riprendere il lavoro Alessio
Palumbo spiega il prodotto vincente del
2009: “Il periodo è buono per gli astucci in
cartoncino, di tipo economico. Molti di
questi prodotti li lavoriamo dopo averli
importati dalla Cina. Ma non ci dispiace
idearne di nuovi, cuciti su misura per le esi-
genze dei nostri clienti. È sempre difficile
abbinare i colori giusti e lo diventa ancor di
più quando si deve creare qualcosa degno
del valore dei gioielli che racchiude.
Chiediamo sempre a tutto lo staff un’opi-
nione. Le soluzioni più belle molto spesso
sono quelle trovate insieme”.
54
Da sempre i tesori più ricchi sono racchiusi
nei forzieri più belli. Ecco perché il fascino
degli astucci dei gioielli è rimasto immutato.
Scrigni, sacchetti, scatoline, nastri, tutto
contribuisce a rendere più emozionanti gli
interminabili secondi che passano in attesa
di svelare il contenuto.
Seguendo questa grande passione
Francesca e Giuseppe Palumbo hanno dato
vita, nel 1991, alla loro ditta, oggi ammira-
ta e ricercata dalla Sicilia al nord. È Alessio,
figlio della coppia nonché direttore delle
vendite, a raccontare i piccoli segreti del-
l’azienda. “Siamo quasi tutti dello stesso
nucleo familiare, anche se ci avvaliamo di
altri collaboratori. Io e mia moglie abbiamo
affiancato i miei genitori, fondatori della
ditta. Adesso siamo una decina, prova pale-
se dei passi compiuti”. Dalle produzioni
artigianali la gamma è stata poi ampliata a
favore di una commercializzazione più mas-
siccia. “I nostri clienti sono per lo più gioiel-
lieri e dettaglianti. Anche nel nostro settore,
come nel resto del mondo, c’è un po’ di crisi.
I periodi di punta sono da settembre a
dicembre e da aprile a giugno; da inizio
Astucci Palumbo: la casa dei preziosiDa venti anni al servizio dei gioiellieridi Roberto Esse
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Parlare di gioielli
non preziosi su una
rivista che è prezio-
sa anche nel titolo
può sembrare un
controsenso, eppu-
re accanto al gioiel-
lo realizzato secondo
canoni estetici e ricer-
che stilistiche impron-
tate sul modo comune di
vedere l’ornamento, c’è un
gioiello che nasce da esplora-
zioni volte alla ricerca di nuovi lin-
guaggi, in cui si rifiuta l’idea tradiziona-
le di preziosità.
Artisti e designer creano ornamenti che
rappresentano codici e desideri estetici
contemporanei, lontani dal senso caratteri-
stico del gioiello. Ognuno interpreta il
tema del gioiello in modo strettamente
personale. Chi porta il metallo alla meta-
morfosi, chi assaggia materiali inediti, chi
si apre alla sperimentazione formale, chi
riscopre i costumi del passato, chi immagi-
na mondi nuovi.
La materia diventa lo
spunto per sperimentare e
introdurre nuovi punti di
vista, assecondandone la natura
e seguendola nelle sue metamor-
fosi trovando la bellezza anche in
materiali poveri o comuni. È il
caso di Alessia Semeraro, che
riporta il legno alla sua
forma più bru-
tale, o di Christine J. Brandt, che ne segue
le venature per dar vita ad anelli sinuosi in
cui grappoli di pietre sembrano escrescen-
ze naturali. Per Peter Skubic, Gijs Bakker e
Emmy Van Leersum, acciaio o alluminio
sono l’espressione che nega l’idea di esclu-
sività costosa del gioiello prezioso e la sua
funzione di testimone dello status sociale.
La plastica esercita un fascino magnetico
su Peter Chang, che dai primi anni ’80
fonde l’estrema duttilità, la resistenza, la
leggerezza con uno spirito surreale ed
ironico che dà origine ad un avvi-
cendarsi di forme e colori ispira-
to alla natura.
Secondo Alba Cappellieri,
professore associato di
Design del Gioiello presso il
Politecnico di Milano, “Si
tratta di sperimentazioni con-
cettuali che insistono sull’adozione
di materie e tecniche nuove per
conoscere e introdurre varianti d’uso e
di consumo del gioiello”.
Ferro, acciaio, plastica, smalti, silicone,
vetro, tessuti, sassi, legno, “object trouvé”
sono gli strumenti con cui vengono tra-
smessi messaggi attraverso molteplici codi-
ci comunicativi. Oggetti che possono stu-
pire, incuriosire, affascinare, che esprimono
un sentire personale, legato alla visione del
mondo di chi li crea. Sono creazioni uniche
che attirano l’attenzione dei collezionisti
più che il grande pubblico, al quale nella
maggior parte dei casi passano inosservati.
55
Codici, pensieri, desideriartisti e designer si raccontano attraverso i gioielli
di Lucia Eleonora Venino
Bisogna percorrere in lungo e in largo i
circa 17000 metri quadrati del Centro
Congressi, farsi spazio tra gli 8000 e più
visitatori, lasciarsi incantare dalle vetrine
dei 600 espositori illuminate da una infi-
nità di luci e superare -come Ulisse il canto
delle sirene-, i numerosi idiomi in questa
moderna torre di Babele prima di giunge-
re in un angolo di ben altro impatto. Dove
la riflessione sorge spontanea. Ti lasci alle
spalle collier da favola, pietre preziose ine-
stimabili per ammirare il gioiello secondo
una diversa concezione, dove sempre
nuovi elementi, preziosi o effimeri che
siano, incantano al di là del valore intrin-
seco, come i ritagli di carta dai disegni
infantili che fanno da charms all’insolito
girocollo di Moschino per la Miriam
Preziosi. È qui la frangia più vivace della
mostra, a cavallo tra il Padiglione Vasari ed
il Redi. Una intera parete si fa eccentrico
caveau per ospitare la Collezione d’Arte
Orafa Contemporanea, oltre sessanta
opere di oltre sessanta artisti: Bruno
Martinazzi (Treemme), Arnaldo Pomodoro
(Uno A Erre), Ettore Sottsass (Uno A Erre),
Riccado Dalisi (Menci Erosa), Salvatore
Fiume (Uno Argento), Pietro Cascella
(Quadrifoglio), Dolce e Gabbana (Uno A
Erre), Vivienne Westwood (Garzi), Dario
Fo (Eurocatene) per citarne alcuni.
Connubi insoliti che raccontano l’arte
come una realtà espressivamente libera,
godibile sempre, anche tra un business e
l’altro. Perché l’artista altera la natura delle
cose servendosi liberamente della materia,
56
Il linguaggio dell’arte nei gioiellicon la trentesima edizione di OroArezzo ritornano gli Artistidi Maria Rosaria Petito
Alessandro Mendini e Today Arte Preziosi
Il creatore altera la natura delle coseservendosi liberamente della materia,la plasma, la rimodella, la svuota, lasovrappone conferendole un valoreancora ignoto al visitatore
57
la plasma, la rimodella, la svuota, la
sovrappone conferendole un valore anco-
ra ignoto al visitatore. È la trascrizione
della realtà, una perenne metamorfosi in
cui gli oggetti mostrano forme, colori e
volumi dalle interpretazioni fantastiche.
Un divertissement di piccole sculture
viste da un punto di vista privilegiato, da
una angolazione dove confluiscono
incontaminati talento, inventiva e auda-
cia. Perché l’arte è priva di compromessi,
a prescindere da ogni soggettivo giudizio.
Metafore, simboliche espressioni che
colpiscono lo spettatore invitandolo ad
entrare in un mondo diverso, incom-
prensibile, forse, ma ricco di sensazioni
senza soluzione di continuità.
La prima edizione di Oro d’Autore fu
curata da Lara-Vinca Masini, presso il
Museo Archeologico Nazionale “G.
Mecenate” di Arezzo. Era il 1988.
L’anno successivo si tenne presso la
Basilica Inferiore di San Francesco. Nel
’92 fu “Omaggio a Piero”: in occasione
delle celebrazioni pierfrancescane trenta-
sette artisti progettarono un gioiello da
dedicare a Piero della Francesca.
Nel ’93 ancora la Basilica Inferiore di
San Francesco, ma questa volta la rasse-
gna, intitolata “Oro d’Autore: Giappone
e USA”, assunse carattere internazionale
con la partecipazione di quattordici arti-
sti americani e dieci giapponesi.
Nel ’94 l’intera collezione, compren-
dente le precedenti quattro edizioni, fu
presentata al Makuhari Center di Tokyo.
Nel ’95 “Oro d’Autore” fu trasferita a
Las Vegas per il JCK Show e sempre nel
’95 fu allestita presso il Museo Nacional
de Bellas Artes di Buenos Aires, nell’am-
bito della VI Biennale Internazionale di
Architettura.
“Oro d’Autore: Un gioiello per il
Terzo Millennio”, si tenne nel 1998,
prima di divenire itinerante con le suc-
cessive edizioni in Brasile, ad Hong
Kong ed a Buenos Aires. Nel 2003 fu la
volta di “It Jewels - 30 stilisti per Oro
d’Autore”, presentata al Palazzo della
Ragione a Milano e trasferita, poi, ad
Arezzo, a Düsseldorf e ad Atene.
La rassegna Oro d’Autore - Out of the
opulent past - nel 2006 è arrivata a
Pechino insieme a gioielli etruschi a
testimoniare l’antica tradizione dell’ore-
ficeria Toscana. Nel 2007 è stata nuova-
mente dedicata a Piero della Francesca,
presso la Galleria Comunale di Arte
Contemporanea di Arezzo, con parteci-
pazioni da tutto il mondo: Aulenti,
Binfarè, Boontje, Campos Pons, Cibic,
Fo, Giovannoni, Kazoun, Kokocinski,
Lau, Leone, Pistoletto, Trini Castelli e
Zaremski.
L’edizione di quest’anno è stata affida-
ta a Daniel Virtuoso, Coordinatore del
Centro Promozioni e Servizi di Arezzo.
in senso orario: Salvatore Fiume e Unoargento,Nicola Carrino e G.O.A., Mario Ceroli e S.I.L.O.
58
La mappa dell’industria diamantifera e
delle gemme evidenzia un primo dato di
rilievo: la fase di turbolenza economica
generale provoca reazioni, diverse per
portata o intenti, ma fondamentalmente
uniformemente diffuse su scala plane-
taria. L’esplodere della crisi ha attivato
diversi tipi di conseguenze. Si sono messi
in moto le leve di difesa finanziaria e gli
anticorpi primari della chiusura dei rubi-
netti minerari. Meno produzione più
tenuta dei prezzi del grezzo. I grossi
ISOLE CAYMAN Le quotazioni appetibili deidiamanti dai 5 ai 10 carati hanno propiziato illancio di KPR Limited un nuovo fondo diinvestimento incentrato su gemme di talidimensioni (da D a G, da IF a VVS2). La fasedi mercato depressa rilancia un’opzione maidecollata, ma sempre latente: il diamantecome bene rifugio.
LONDRA De Beers annuncia la fine dell’epo-ca del suo esclusivo intervento promozionalesul diamante in generale. A seguito di sceltegià evidenti prima dell’attuale fase di turbo-lenza (e con una quota del commercio scesaal 40%) la DTC invoca un intervento checoinvolga tutti i grandi operatori mondiali deldiamante. Le proprie risorse saranno tutteriservate al marchio Forevermark.
NEW YORK STATE Vittoria della locale asso-ciazione dei gioiellieri dello stato di NewYork. Non verrà applicata nel 2009 unasovrattassa del 5% sugli orologi e la gioielleriacon valore superiore ai 20.000 US$.
CALIFORNIA (Stati Uniti) Tagli del 30% delpersonale del GIA. L’istituto di certificazionedei diamanti impiegava oltre 1100 dipenden-ti all’inizio dell’anno.
CANADA Solo nel 2006 si parlava di unnuovo Eldorado, le miniere di Diavik nel norddel paese. Oggi la crisi spegnerà le luci nelreparto estrattivo per due periodi di sei setti-mane ciascuno, con conseguente calo pro-duttivo e ridimensionamento della manod-opera. Non si rinuncia tuttavia agli investi-menti a lungo termine perché procederanno ilavori di costruzione di infrastrutture nel sotto-suolo e la manutenzione.
investitori delle economie più forti e
mature tirano i remi in barca, mentre out-
siders come l’India si proteggono dando
vita a una nuova politica di assistenza alle
centinaia di migliaia di tagliatori senza
lavoro. Nello scenario si acuiscono le
posizioni di dipendenza come quelle del
Botswana che ha nell’export diamantifero
la prima partita di entrate pregiate o di
Israele che vende molto negli Stati Uniti.
E nel frattempo De Beers inaugura una
nuova era della comunicazione.
L’industria diamantifera nel mondoreazioni e turbolenze dell’economia generaledi Paolo Minieri e Alberto Scarani
59INDIA Piano del governo centrale per ricol-locare l’eccesso della manodopera dell’indu-stria del diamante nel settore agricolo.Riaddestramento e riqualificazione di partedei lavoratori in eccesso che restano nelramo produttivo delle gemme. GJEPC, enteesportatore di diamanti, lancia un ineditoprogramma di sviluppo delle vendite sul ter-ritorio nazionale allo scopo dichiarato diemanciparsi dalla dipendenza delleesportazioni negli Stati Uniti.
RUSSIA Intervento statale per mezzo diGokhran, apposita agenzia di deposito dellematrie prime, mirato ad aiutare le impreseminerarie a non interrompere le operazioninella stagione di crisi. Alrosa, gigante dell’estra-zione, da fine gennaio cede materia prima soloa questo raccoglitore statale. Scopo: calmierarela caduta dei prezzi riducendo l’offerta.
BOTSWANA Autentico shock per il paesepiù dipendente del mondo dai diamanti.Riduzione delle produzioni delle principaliminiere diamantifere. Stop di De Beers alpiano di delocalizzazione a Gaborone (capi-tale del paese) delle attività (precedentementeprerogativa esclusiva della sede londinese) diclassificazione dei grezzi. Sfugge al rimiden-sionamento il Diamond TechnologyPark, investimento privato finalizzato alpotenziamento delle operazioni produttive.
R.S.A. (Repubblica Sudafricana) Il calo pro-duttivo dell’industria diamantifera si stavaconcretizzando già prima del drammaticoprimo trimestre del 2009 a causa della politi-ca di De Beers volta ad estendere l’estrazionein tutta l’Africa meridionale. I tagliatori localicomunque sono di fatto dimezzati, il grezzoestratto diminuirà rapidamente nel 2009.
TAILANDIA Il decremento mondiale del com-mercio si è andato combinando col recentebando statunitense all’import di gemme bir-mane (ampiamente commercializzate aBangkok). Interventi del Ministero delCommercio e di associazioni di categoria ten-tano di ridurre la portata dell’inconvenienteche mette in pericolo la quarta voce dell’ex-port nazionale (più di un milione di addettinel comparto delle gemme e dei gioielli perun export pari a oltre 8 miliardi di dollari).
CONGO De Beers, tra i più grandi estrattoridel paese annuncia una quasi totale chiusuradelle attività esplorative di diamanti. Un durocolpo per un’economia debole e poco diversi-ficata.
ISRAELE Lo sviluppo tecnologico sostieneun’industria del diamante in forte affanno, perla forte dipendenza da New York ( meno 57%l’export in valore nel 1° trimestre 2009, di cuiil 60% venduto a New York). Sarin, il più gran-de produttore di apparecchiature di servizioall’industria delle gemme annuncia il lancioimminente di un rivoluzionario scanner capa-ce di “mappare” le inclusioni nel diamantegrezzo senza ricorrere a pretagli.
GIAPPONE Bruciante riduzione delle impor-tazioni (-27,5%) in valore dei diamanti nel2009. Singolare il simultaneo lieve aumentodelle quantità immesse: la crisi nel paese delSol Levante porta a un declino della qualità?
BELGIO Economia europea ben diversificatae ben integrata, il Belgio pone l’accento suuna possibile ossigenazione finanziaria delsettore delle pietre preziose. Strumento scelto,la rinegoziazione delle linee di credito delleimprese con le banche, dopo che gli stockinvenduti e il grezzo valutato nella primaparte del 2008 a prezzi irrealisticamente altihanno determinato il restringimento dei ser-batoi dei prestiti.
C’è ancora una certa confusione, ahimé,
anche tra gli operatori del settore quando si
parla di materiale termotrattato. In partico-
lare, viene spesso confuso il riscaldamento
con la termodiffusione. Per quanto
entrambi siano metodi artificiali migliora-
tivi del colore la differenza è notevole,
soprattutto dal punto di vista del prodotto.
In sostanza, mediante termodiffusione si
trattano gemme praticamente incolori e di
scarsissimo valore apportando, in condizio-
ni di alta temperatura, elementi a loro
esterni. Nel riscaldamento semplice, inve-
ce, il materiale di partenza possiede già gli
elementi cromofori, quelli cioè che appor-
tano il colore alla gemma, e null’altro viene
aggiunto. Lasciando la trattazione del
metodo per riscaldamento ad un prossimo
intervento, ci concentreremo sulla termo-
diffusione superficiale dei corindoni.
Sebbene venga ormai considerato un trat-
tamento storicamente consolidato, recenti
sviluppi nell’ambito di possibili varianti
applicate ad altre gemme, oltre che al
corindone, lo hanno riportato all’attenzio-
ne della comunità gemmologica. Un
corindone “puro” è completamente incolo-
re, la presenza sotto forma di impurità di
titanio e ferro consentirà alla gemma, gra-
zie all’assorbimento selettivo della luce, di
esibire una colorazione blu. Sottoponendo
corindoni incolori già tagliati a riscalda-
mento in presenza di ossidi di titanio e ferro
si otterranno una serie di interscambi a
livello atomico con l’alluminio in direzioni
casuali, con il risultato che gli elementi cro-
mofori si diffonderanno verso l’interno
delle gemme. A causa della rilevante massa
atomica degli elementi cromofori, tuttavia
il processo è piuttosto lento e necessita che
alte temperature (1800°C-1900°C) venga-
no mantenute per tempi piuttosto prolun-
gati (24 ore e più). In alcuni casi può essere
preferibile utilizzare temperature più basse
(800 °C) per avere un minore impatto del
calore sulle inclusioni. Ma per ottenere un
risultato soddisfacente i tempi dovranno
essere notevolmente più lunghi (fino a 600
ore). Nella norma la diffusione del colore
raggiunge profondità minime (da 0.01 a
0.30 mm) per cui, una volta terminato il
trattamento bisognerà rilucidare attenta-
mente la pietra in modo da non asportare
il sottilissimo strato superficiale.
Ovviamente sostituendo il cromo al tita-
nio e ferro si possono ottenere anche corin-
doni varietà rubino, anche se peraltro i
risultati raggiunti non sono stati particolar-
mente soddisfacenti per problematiche ine-
renti alla diffusione del cromo. Nel caso del
rubino termodiffuso come conseguenza
dell’usuale omogeneità del colore nel mate-
riale di partenza, l’identificazione del tratta-
mento è piuttosto semplice. Diversamente,
uno zaffiro, di solito, presenta zonature o
centri di colore più o meno accentuati. La
tecnica di osservazione in immersione in un
liquido, avente indice di rifrazione simile a
quello della gemma da analizzare (ioduro di
metilene), consentirà di evidenziare mag-
giormente la distribuzione del colore all’in-
terno delle gemme (vedi foto 1, 2, 3). Lo
zaffiro termodiffuso esibirà una tinta uni-
forme con concentrazioni di colore in cor-
rispondenza degli spigoli, della cintura (foto
4) e, a volte, faccette di colore più o meno
intenso che denotano una scarsa attenzione
nella rilucidatura.
*Consigliere Federazione Orafi Campania**Gemmologo IGI di Anversa
60
Termodiffusione e riscaldamento due metodi a confronto per migliorare la colorazione delle gemme di Paolo Minieri* e Alberto Scarani**
1
to in modo intensivo materiale quasi incolo-re o caratterizzato da marcate zonature, discarsa o scarsissima qualità, proveniente del-l’area di Kanchanaburi (nord della Tailandia).Lo zaffiro termodiffuso è dunque un tipo dipietra che abbraccia tipologie e, di conse-guenza, gamme e prezzi diversi: partendo daun materiale estrememente economico sigiunge a un costo finale decisamente piùbasso rispetto a gemme esclusivamente riscal-date di pari aspetto. Ma occorre attenzionecomunque. Il trattamento, se eseguito a rego-la d’arte, è impegnativo e costoso, inoltre ilgrezzo utilizzato genera pietre rivendibili soloin una modesta percentuale (circa il 40%).Oggi lo zaffiro termodiffuso è offerto stabil-mente nei mercati di taglio e viene ampia-mente utilizzato in India, nel sud-est asiatico(Cina e Corea, poco in Giappone). Le quali-tà più brillanti (che nelle dimensioni oltre i 3carati possono superare i 200 € per carato)trovano impiego anche in Europa e segnata-mente in Italia, mercato sensibile alla perfettacalibratura e all’uniformità del colore, caratte-ristiche non sempre ottenibili nell’ambitodegli zaffiri non trattati per termodiffusione.Infine un avvertimento: anche un corindonesintetico può essere termodiffuso ma il suovalore rimarrà esiguo.
61
Chi ha oggi più di quarant’anni ricorderà, apartire dalla seconda metà degli anni Ottanta,e poi più insistentemente negli anni Novanta,un’insolita offerta di zaffiri blu particolarmentevivaci. Facevano la loro apparizione in queglianni gli zaffiri termodiffusi che, a dire il vero,furono ad arte spavaldamente infiltrati nelmercato come zaffiri naturali trattati per soloriscaldamento. Era il lontano 1949 quando laLinde pose un primo brevetto sulla tecnica,originariamente ideata come metodo per ilmiglioramento del colore nei corindoni aste-riati. Nuovi brevetti furono poi registrati nel1975 dalla Union Carbide (Linde)Corporation ed in seguito acquistati dallaAstrid Corp., collegata alla compagnia svizzeraGolay Buchel. Il grande successo internaziona-le arrivò anche questa volta per merito dei tai-landesi che avviarono operazioni di trattamen-to su vasta scala agli inizi degli anni Novanta.Tale escalation produttiva prese slancio con laabbondante disponibilità di materia primaproveniente dallo Sri-Lanka, il corindone bian-co grigio conosciuto come geuda, attraverso ilcui riscaldamento si poteva ottenere un decisomiglioramento dello zaffiro. Allorché tale pro-cedura non sortiva i risultati sperati si ricorrevaall’ancora di salvataggio della termodiffusione.Successivamente si è potuto mettere a profit-
Zaffiri termodiffusi, sul mercato dagli anni Ottanta
2 3 4
5 6 7 8 9
1, 2. Frattura da risanamento affiorante in uno zaffi-ro termodiffuso. Durante il trattamento gli ossi-di sono penetrati all’interno della pietra gene-rando una concentrazione del colore intornoalla frattura. 30X, a ds, campo scuro, sn, camposcuro e luce trasmessa.
3. Zaffiri Termodiffusi e non, immersione in iodu-ro di metilene, luce trasmessa, 10X
4. Particolare 30X (foto 6) campo scuro/luce tra-smessa.
5. Sezione sottile di uno zaffiro termodiffuso.Notare la concentrazione del colore nello stratosuperficiale. 20X, Immersione, luce trasmessa.
6. Zaffiro termodiffuso provenienzaKanchanaburi. La presenza di fratture da risa-namento affioranti ha provocato la diffusionedegli ossidi anche all’interno della pietra gene-rando inusuali concentrazioni di colore. Danotare le faccette più chiare del padiglione corri-spondenti ai lati più corti. 10X, Immersione,luce trasmessa.
7. Comparazione visiva tra uno zaffiro termo-diffuso (a) e uno semplicemente riscaldato (b).Evidente nel termodiffuso la distribuzioneomogenea superficiale del colore e la sua con-centrazione sugli spigoli. 10X, immersione,luce trasmessa.
8. Le stesse gemme come appaiono in condizioni diilluminazione diretta.
9. “Effetto arlecchino” sul padiglione di questo zaf-firo termodiffuso. La scarsa attenzione nellalucidatura ha portato all’ asportazione di spesso-ri non omogenei di colorazione sulle faccette.
È il neo-eletto presidente del Centro pro-
mozioni e servizi, società organizzatrice
di OroArezzo, ma non sembra un pesce
fuor d’acqua. Giovanni Tricca, presiden-
te della Camera di
Commercio areti-
na dallo scorso
luglio, si è calato
appieno nel ruolo
per cui è stato
designato. E ha le
idee chiare su come procedere, anche se
il momento storico non è dei più favo-
revoli.
PPrreessiiddeennttee,, qquuaallii ssoonnoo ii ssuuooii pprrooggeettttii??
«È necessario muoversi in fretta per
superare la disaffezione della clientela
verso alcuni prodotti e far comprendere a
tutti l’importanza dell’oro come “bene
rifugio”. E poi credo che da soli non si
possa andare molto lontano, perciò tutti
i miei sforzi sono volti a coordinarmi con
altri che ricoprono il mio stesso ruolo in
altre filiere. Il primo obiettivo è certa-
mente armonizzare il calendario delle
fiere, che restano uno strumento di asso-
luta necessità».
NNoonn aa ccaassoo,, aa cchhiiuussuurraa ddii OOrroo AArreezzzzoo,, hhaa
ssiiggllaattoo uunn aaccccoorrddoo ccoonn ii pprreessiiddeennttii ddii
FFiieerraa ddii VViicceennzzaa,, DDiinnoo MMeennaarriinn,, ee ddii
VVaalleennzzaa EExxppoo EEvveennttss,, FFrraanncceessccoo BBaarrbbeerriiss..
«Abbiamo raccolto tutti con entusia-
smo l’idea di Assicor (l’associazione delle
Camere di Commercio per lo sviluppo
dell’oreficeria, ndr) di portare avanti il
progetto di un marchio comune, il
“Gioiello Italiano”, che sia garanzia di
tracciabilità e soprattutto di qualità.
Potrà tornarci utile soprattutto per la
promozione all’estero. Probabilmente già
dalla Fiera di Las Vegas ci presenteremo
uniti con un modulo unitario».
AAllll’’iinnccoonnttrroo cchhee hhaa ppoorrttaattoo aallllaa ffiirrmmaa ddeell
pprroottooccoolllloo ddii iinntteessaa eerraa pprreesseennttee aanncchhee
NNiiccoollaa CCuurrttoo,, pprreessiiddeennttee ddeellllaa
FFeeddeerrddeettttaagglliiaannttii.. QQuuaallee ppuuòò eesssseerree iill ssuuoo
rruuoolloo iinn qquueessttoo ppaannoorraammaa ccoonnggiiuunnttoo??
«Il mercato sta cambiando, la filiera si
sta “accorciando”. C’è un interesse diret-
to dei dettaglianti e in questo hanno
fatto scuola le aziende che si sono propo-
ste sul mercato con prodotti in acciaio. Il
Paese, comunque, deve approfittare di
questa crisi per darsi delle regole: questa
congiuntura economico - finanziaria
negativa ha, come altro lato della meda-
glia, di mettere in risalto quanto siamo in
ritardo su molti fronti».
IIll ttrreenntteennnnaallee ddii OOrrooAArreezzzzoo hhaa rraaccccoollttoo
bbuuoonnii rriissuullttaattii.. NNeell qquuoottiiddiiaannoo,, iinnvveeccee,,
ccoossaa ccoonnttaa ddii ffaarree??
«Bisogna lavorare sul fattore culturale:
Arezzo deve porsi verso l’esterno come
città dell’oro. Il distretto orafo è forte, ma
non è riuscito a calarsi nel tessuto cittadi-
no. Sarebbe significativo riuscire a porta-
re nel centro botteghe artigiane. Stiamo
lavorando anche per aprire il Museo
dell’Oro e per dare vita a corsi di forma-
zione che possano qualificare professio-
nalmente le nuove generazioni».
LLaa pprroovviinncciiaa ddii AArreezzzzoo ee llaa TToossccaannaa iinn
ggeenneerraallee ssoonnoo nnoottee aanncchhee ppeerr llaa mmooddaa..
NNeessssuunn pprrooggeettttoo ccoommuunnee??
«Ha colto nel segno: abbiamo fatto la
stessa riflessione e, infatti, si sta finalmen-
te pensando ad una Scuola di design
moda-gioielli. È assurdo che due settori
così vicini, sia dal punto di vista geogra-
fico che dal punto di vista merceologico,
non abbiano mai marciato di pari passo.
Con le difficoltà del momento qualcosa
si è risvegliato, perciò sono fiducioso in
tal senso: il bisogno aguzza l’ingegno».
63
L’importanza dell’oro come bene di rifugioL’impegno costruttivo e mirato del neo-presidente di OroArezzo
di Chiara Di Martino
Basilea mi accoglie con un cielo carico
di nubi minacciose, pioverà per tutto il
weekend. Il vantaggio d’aver visitato la
fiera per cinque anni sta nel poter azzar-
dare una statistica comparativa discreta-
mente attendibile. La prima conferma
sulle previsioni negative viene dal par-
cheggio, quasi vuoto alle 9 e trenta.
Pagato il primo tributo alla kermesse (20
franchi svizzeri, il doppio dello scorso
anno) m’incammino sotto la pioggia.
Hall of Universe, secondo dazio, 60
franchi per l’ingresso (anche questo rad-
doppiato, strana politica in tempi di crisi).
Rapido giro prima di prendere la navetta
che mi porterà alla Messeplatz, il cuore del-
l’evento. Il numero degli stand di grossisti
indiani di diamanti e colore è dimezzato e
l’accesso ad alcuni corridoi periferici è
interdetto da candide tende che nascondo-
no alla vista alcuni moduli vuoti. Mi
immergo nel padiglione 3: qui tradizional-
mente si trova la maggioranza degli stand
più qualificati per la vendita di diamanti e
colore. Secondo una consolidata tradizio-
ne, dal piano terra a salire si susseguono
stand via via meno prestigiosi: uno stand
medio, 20-30 mq, può costare anche
300mila euro e non mi stupisco di notare
alcune assenze. Solerti operatori orientali in
gessato si sfidano nel tentativo di attirare la
mia attenzione. Ravi Lunia, direttore di
una compagnia tailandese specializzata in
rubini, mi fornisce un primo input: ciò che
vedo rientra quasi esclusivamente nella
merce qualitativamente più elevata, a sentir
lui ricercata per investimento. Al primo
piano sembra esserci maggior movimento,
qui gli stand sono relativamente più picco-
li e noto una insolita quantità di zaffiri di
notevole dimensione e qualità tanto che, a
breve, tutto ciò che è blu e al di sotto dei
quindici carati mi lascia assolutamente
indifferente. Tutte le vetrine sembrano uni-
formarsi al medesimo standard: distinzione
precisa tra pietre riscaldate e non. Heated e
unheated, in tutte le varianti più o meno
corrette (heded, heted etc), sono le locu-
zioni più usate negli scambi. Al di sopra di
poche centinaia di euro il certificato è pra-
ticamente di serie, parole d’ordine:
Disclosure & confidence.
Nareshant Sharma, venditore di corin-
doni e smeraldi conosciuto nelle preceden-
ti edizioni, mi accoglie con un sorriso
radioso e conferma le mie impressioni: «Il
cliente tipo oggi si orienta verso materiale
qualitativamente migliore, magari sacrifi-
cando le dimensioni. Il problema sta piutto-
sto, da parte dei grossisti, nel riassortimento di
determinate tipologie». Da sempre nel padi-
glione 3 trovano ospitalità gli stand dei
laboratori gemmologici e al primo livello,
in un angolo seminascosto, com’è tradizio-
ne, SSEF e Gubelin sono un punto di rife-
rimento per gli operatori che desiderano
una certificazione autorevole e veloce
(entrambi forniscono un servizio express)
sulle pietre di maggior pregio. Scambio
64
Baselworld diario di viaggio di un operatoredi Alberto Scarani*
due parole con il dottor Krzemnicki, vice-
direttore, a cui richiedo una nota post fiera
che ricevo una volta tornato in patria:
«Certamente non siamo al livello dello scor-
so anno ma i risultati sono andati ben oltre
le nostre più rosee aspettative. In particola-
re, oltre ad un considerevole numero di
gemme di altissima qualità, ci sono state
sottoposte una rilevante quantità di perle
naturali, anche in fili; i nostri clienti ci
confermano che, in momenti di relativa
prudenza negli acquisti, il certificato di un
laboratorio rinomato è ormai una discri-
minante imprescindibile».
Ai livelli superiori la desolazione sarà
costante per tutto il weekend. Un vero
peccato, il secondo piano è una vera chic-
ca anche perché splendidamente arredato,
il terzo e ultimo, che ospita accessori per
l’orologeria e varie, sembra avere nello
stand di Rubin & son, storico fornitore di
utensileria ed editoria gemmologia, l’unico
punto d’interesse per i visitatori che si spin-
gono fin quassù.
Al piano seminterrato, il reparto utensili
e macchine probabilmente più ricco tra le
fiere del settore: mai avevo visto così tanta
gente aggirarsi con interesse in questa
sezione. Software CAD dedicati alla pro-
gettazione di gioielleria e macchine proto-
tipatrici la fanno da padrone e i prezzi
cominciano ad avvicinarsi al ragionevole,
di qui a poco tempo anche un piccolo
laboratorio potrà dotarsene e sarà il colpo
di grazia definitivo per gran parte del patri-
monio artigianale orafo che ci ha sempre
contraddistinto nel mondo. Strano posto
per incontrare un grossista di diamanti
danese ma, tant’é, Finn Sixtus Thomsen
mi saluta quasi sguaiatamente dal fondo
del corridoio. Così lontano dallo stereotipo
del compassato uomo del Nord Europa,
Finn è più simile al napoletano verace e
spontaneo e va subito al punto: «Nel mio
paese sono riusciti a limitare i danni nel
periodo natalizio ma dopo quasi tutti hanno
evitato di riassortire i magazzini e per noi il
risultato nel primo trimestre è stato semi disa-
stroso, direi una perdita secca del 30-40%».
Per dire una cosa del genere con il sorriso
sulle labbra ci vuole un gran carattere,
penso tra me, ma ho di fronte uno degli
uomini più ottimisti che conosca, e forse
anche lui pensa di intravedere uno spira-
glio di luce.
Affronto il padiglione 2, il più fashion
per la gioielleria. Dovrebbe essere uno di
momenti di maggior affluenza ma la sen-
sazione che qualcosa non vada per il verso
giusto mi segue anche qui, nel tempio
delle firme. I nuovi trend parlano di colo-
re: l’oro bianco perde terreno a vantaggio
del giallo e del rosa in accoppiata con le
65
pietre di colore più disparate e nuovi mate-
riali. Al primo piano altra sorpresa: Rosario
Autore, proprietario dell’omonima com-
pagnia, mi introduce sorridente nel suo
stand: «Non vorrei dirlo troppo forte ma
abbiamo riscontrato un deciso incremento
degli ordinativi». Alla sua terza partecipa-
zione fieristica sembra anch’egli stupito del
risultato. Alessio Boschi, il designer della
sua linea, principalmente pezzi unici con
perle south sea, mi accompagna lungo le
vetrine: «Siamo alla continua ricerca di
nuovi materiali e tecniche in abbinamento
con le pietre più diverse e ovviamente con le
nostre splendide perle». Anche qui noto
l’utilizzo di slices di diamante incluso che
mi avevano colpito nel padiglione 2.
Approfittando del collegamento coperto
mi immergo nella Hall of dreams, orolo-
geria, punta di diamante della fiera.
C’è maggior movimento ma la fiera è
aperta al pubblico e qui si concentrano i
più scenografici stand di tutta la superfi-
cie. Rolex, Vacheron & Constantin, Tag
Heuer, Omega sono solo alcuni dei brand
che investono annualmente cifre stellari
per allestire spazi multilivello comparabi-
li ad un villino bifamiliare. Si nota subito
la differenza tra un operatore ed un visi-
tatore meramente interessato a fare incet-
ta di cataloghi e gadgets (pendrive bran-
dizzate il must di quest’anno). Qualche
assenza importante (Fossil, per citarne
una), nel complesso l’affluenza “qualifica-
ta” pure qui sembra minore anche se
effetti ottici tipo l’imbuto all’ingresso
potrebbero trarre in inganno.
Il giorno successivo non osservo cam-
biamenti significativi nel flusso di visita-
tori. Al padiglione 3 mi aspetta Roland
Loriè, presidente dell’IGI di Anversa,
attualmente il laboratorio gemmologico
indipendente più grande del mondo.
Sembra meno preoccupato dell’ultima
volta che ci siamo sentiti: «Nell’ultimo
mese abbiamo notato una timida inversio-
ne di tendenza, le previsioni drammatiche
di tre mesi fa sono state confermate per for-
tuna solo in parte e stiamo guardando con
un discreto, seppur tenue ottimismo al futu-
ro più prossimo». Anche a lui chiedo una
nota che ricevo un paio di giorni dopo e
che sembra ricalcare nei contenuti quello
dell’SSEF. Per par condicio mi metto alla
ricerca dello stand HRD, storico concor-
rente dell’IGI in quel di Anversa ma,
dopo una breve occhiata allo spazio a
loro riservato da anni mi accorgo che
anche qui la crisi ha menato qualche fen-
dente se, da una posizione strategica con-
solidata, hanno dovuto migrare in uno
spazio seminascosto e ben più risicato.
Niente gadgets, l’unica addetta al desk è
perennemente occupata e devo rinuncia-
re a sentire l’altra campana. Un’ultima
occhiata al padiglione 6 (gioielleria Hong
Kong e dintorni e grossisti di pietre
indiani) nella speranza di cogliere un’at-
mosfera diversa ma niente, sembra che
quest’edizione abbia riservato un’amara
sorpresa soprattutto da queste parti.
Torno verso il parcheggio (a piedi, gli
anni scorsi le navette fermavano anche lì),
vorrei fare il punto ma mi ritrovo con
informazioni controverse. La crisi c’è e i
segnali marcatamente positivi sono spora-
dici. In Italia vengo in possesso di cifre
ufficiali: gli espositori sono scesi da 2087
a 1952 (-12%), i visitatori da 106.800 a
93.900. Sembrerebbero accettabili, il pro-
blema è che non sono riferibili al volume
degli affari trattati. Questa fiera è ormai
considerata la più importante del vecchio
continente; esserci, a prescindere se per
fare business o no, a certi livelli è indi-
spensabile per cui, facendo mia una con-
siderazione di numerosi espositori, presu-
mo che gli operatori abbiano comunque
visitato la fiera con una bassa percentuale
di defezioni, il problema sta nel numero e
volume degli ordini che, nel caso dei dia-
manti, sembra essere stato drammatica-
mente contenuto. Anche a riguardo del
numero degli espositori la cifra secca deve
essere valutata con attenzione. Parlando
di orologi, nonostante la mancata parteci-
pazione da parte di diversi importanti
marchi, la Hall of dreams ha registrato
addirittura un aumento degli espositori e
ciò comporta una maggiore perdita per-
centuale per gli altri padiglioni. Il docu-
mento ufficiale (evitando accuratamente
comparazioni con il passato) è smaccata-
mente ottimista. Io, da visitatore, ritengo
che tutto si sia svolto più o meno come
previsto. Non resta che darsi da fare tutti
perché le cose migliorino.
**Gemmologo IGI di Anversa
Quasi duemila espositori provenienti
da 45 paesi: Baselworld, la fiera svizze-
ra degli orologi e dei gioielli, continua
ad essere un punto di riferimento per gli
operatori di tutto il mondo. La punta di
diamante europea che, malgrado la
crisi ed il calo di ordini in termini di
volume, ha visto sbarcare nella cittadi-
na al confine tra Svizzera, Francia e
Germania, oltre 93mila visitatori. Una
superficie espositiva di 160mila metri
quadrati per otto giorni di rassegna: la
gran parte degli espositori ha riscontra-
to un lieve miglioramento rispetto alle
previsioni. Il leit motiv della rassegna,
infatti, è stato, quasi per tutti: “Affari in
calo rispetto agli anni precedenti, ma di
gran lunga superiori alle aspettative”.
«Abbiamo potuto presentare le nostre
novità ai buyer internazionali e siamo
veramente contenti dell’andamento del
Salone che ancora una volta è riuscito a
diffondere il suo fascino», ha affermato
François Thiébaud, presidente del
Comitato degli Espositori svizzeri.
Il 68,1% dei visitatori proviene dall’estero
(dato in aumento rispetto allo scorso
anno). Per loro, il primo obiettivo dichia-
rato è la visione globale del mercato,
seguita dal networking, la cura del clien-
te, i nuovi contatti, le informazioni circa le
novità e le innovazioni.
67
Baselworld. 2000 espositori e 93.000 visitatorialla fiera svizzera punto di riferimento mondialedi Chiara Di Martino
68
L’edizione 2009 di Baselworld, salone
Mondiale dell’Orologeria e Gioielleria di
Basilea, ha fatto da palcoscenico al
“Platinum Design Awards”, evento pro-
mosso da Platinum Guild International.
Tre i premi assegnati da una giuria com-
posta da giornalisti internazionali, che
sono stati assegnati all’italiano Picchiotti,
al giapponese Kuwayama e al tedesco
Krieger. Una gara che ha messo in campo
l’arte ideata da designer internazionali e
la duttilità e la purezza del platino.
Per la sezione “bridal jewellery”, il pro-
duttore italiano Picchiotti si è aggiudica-
to il primo posto con un importante soli-
tario in platino abbinato a diamanti
brown, gialli e bianchi dello loro Unique
Bridal Collection.
Nella categoria ispirata al tema della
Natura ha vinto il produttore giappone-
se Kuwayama con la collezione “Spider”
che ha interpretato con maestria il
ragno con la sua ragnatela attraverso la
creazione in platino di anello, bracciale
e collana.
Il premio per la categoria dedicata alla
gioielleria in platino da uomo è stato
assegnato al pendente in platino a forma
di spada con diamanti bianchi e fancy
prodotto dal tedesco Hans D. Krieger.
“The Basel Platinum Design Awards”
promosso dalla PGI è un nuovo proget-
to che ha voluto far conoscere il metallo
più puro, più raro, versatile, ed eterno
ed accrescere il desiderio di acquisto
della gioielleria in platino. (CDM)
Dall’alto in senso orario: I vincitori del premio e le crea-zioni di Kuwayama, Hans D. Krieger e Picchiotti
A Baselworld, Platinum Guild Internationalannuncia i vincitori del Platinum Design Awards
Patek Philippe, una manifattura che da
170 anni si è sempre distinta per lo spiri-
to di innovazione, una storia iniziata con
Antoine Norbert de Patek nel 1839 uni-
tosi a Jean Adrien Philippe nel 1844, due
geni che decisero di realizzare i segnatem-
po più esclusivi al mondo, da allora la
maison svizzera si è distinta con oltre 70
brevetti e un gran numero di orologi,
alcuni dei quali vere pietre miliari della
storia orologiera, inoltre da circa 6 anni
la Patek ha iniziato lo studio sull’applica-
zione del silicio per la costruzione di
componenti per i movimenti dando vita
al “Patek Philippe Advanced Research”
che dal 2005 ha esordito con la ruota di
scappamento (per scappamento ad anco-
ra) in Silinvar, seguita nel 2006 dalla spi-
rale Spiromax, e per ultimo presentato
nel 2008 il Pulsomax nuovo scappamen-
to dalle inusuali geometrie (la nuova
ancora in Silinvar non presenta le classi-
che palette in rubino).
Presentato nel 2006 in occasione del
salone mondiale dell’orologeria di
Basilea, il Cronografo Calendario
Annuale referenza 5960 P è un orologio
veramente rivoluzionario che unisce al
nuovo Cronografo automatico di mani-
fattura calibro CH 28- 520 IRM QA
69
Patek Philippe Cronografo Calendario Annualedi Mario Didone
24H, il movimento brevettato nel 1996
del Calendario Annuale dando vita a
qualcosa molto particolare nel suo gene-
re, una complicazione veramente unica
giunta a coronamento di ben 5 anni di
studi e progetti da parte dei maestri oro-
logiai, che ha fatto sicuramente la felicità
dei numerosi appassionati della marca e
soprattutto ha arricchito il mondo del-
l’orologeria dell’alto di gamma.
Il cronografo dotato di ruota a colonne
è con funzione flyback, con la possibilità
di utilizzare (grazie all’innovativa costru-
zione del movimento), la grande lancet-
ta centrale sia come contatore dei secon-
di cronografaci sia come lancetta dei
secondi al centro.
Ricordo che il calendario annuale è un
meccanismo che ha la necessità di essere
regolato solo una volta l’anno nel mese di
febbraio, mentre per i mesi di 30 e 31 si
resetta automaticamente.
Agli occhi degli esperti e cultori della
materia, non sfugge il nuovo quadrante
con il grande contatore unico a ore 6 che
indica insieme i minuti - per mezzo della
lancetta rossa - con 2 scale concentriche
0 - 30 in rosso e 30 - 60 in blu, e il con-
tatore delle ore - per mezzo della lancet-
ta blu -.
Veniamo al movimento composto da
456 parti (302 per il movimento e 154
per il calendario) riserva di marcia 55
ore, massa oscillante in oro 21 carati,
bilanciere Gyromax 4 bracci 4 masselli,
28.800 alternanze ora spirale Breguet,
spessore mm 768 diametro mm 33, insi-
gnito ovviamente del Punzone di
Ginevra.
La cassa è in platino, con diametro di
mm 40,50 e spessore di mm 13,55, il
vetro è di zaffiro con trattamento antiri-
flesso, il fondo anch’esso in vetro zaffiro
così da lasciare una completa visione del
movimento, la cosa un po’ “vezzosa” è il
diamante incastonato alle ore 6.
Sui lati della cassa si trovano da una
parte i correttori di giorno, data, e mese,
mentre su quello opposto la corona e i
due pulsanti del cronografo.
Il quadrante vero segno distintivo di
questo orologio è su due toni antracite e
argento gli indici in oro bianco, le lancet-
te delle ore e minuti sono a foglia in oro
bianco, con trattamento luminescente
superluminova, il resto delle lancette
ovvero del cronografo, del contatore delle
ore e minuti e della riserva di carica stile
“baton” in acciaio con trattamento sab-
biato e rodiato.
Le indicazioni che appaiono sul super-
bo quadrante sono: attraverso le tre fine-
strelle - giorno, mese e data - la riserva di
carica a ore 12, l’indicazione giorno -
notte attraverso la piccola finestrella
tonda per mezzo di un disco colorato dal
bianco al blu all’interno del grande con-
tatore del cronografo, oltre alle classiche
ore minuti e secondi.
Completa questo bel capolavoro il cin-
turino in alligatore a grandi squame mar-
rone con fermaglio deployante in platino.
Il CronografoCalendario Annuale èun orologio veramenterivoluzionario che uni-sce al nuovo cronografoautomatico il movimen-to brevettato nel 1996del Calendario Annualedando vita a qualcosamolto particolare nel
suo genere, una compli-cazione veramente unicagiunta a coronamentodi ben 5 anni di studi eprogetti da parte deimaestri orologiai
70
72
73
AARRMMIINN bbyy AARRMMIINN SSTTRROOMMMMooddeelllloo WWaatteerrMovimento meccanico a carica manuale, indi-cazioni decentrate e data retrograda - elementiprincipali della linea - su un quadrante dispo-nibile in bianco e blu scuro. Cassa in titaniolucido con vetro zaffiro e fondello antiriflesso;diametro da 43,60 millimetri. Cinturino inalligatore naturale blu con fibbia in titanio. wwwwww..aarrmmiinnssttrroomm..cchh
RROODDAANNIIAAAABB11 sseerriieess Orologio al quarzo total black per la societàsvizzera fondata nel 1930, Swiss Chic collectionispirata allo sport. Cassa in acciaio da 44 mm equadrante a tre cronografi e datario con cintu-rino in acciaio nero (disponibile anche in pellee con impunture e piccoli elementi in arancio).wwwwww..rrooddaanniiaa..ccoomm
HHAAUUSSMMAANNNN MMAAGGNNUUMM AAUUTTOOMMAATTIICCSSaaiinntt HHoonnoorrééMovimento automatico, lancette e corona inacciaio. Quadrante scheletrato nero e discocentrale della data con finestrella al 6. Vetrozaffiro con sei viti e fondello trasparente.Cinturino in pelle nera, fibbia pieghevole.Impermeabile fino a 50 metri. wwwwww..ssaaiinntt--hhoonnoorree--ppaarriiss..ccoomm
In principio, l’ombra proiettata da un paletto conficcato nel terreno indicava iltempo. Era la meridiana, poi sostituita della clessidra con i suoi miliardi di gra-nelli. Enorme, grandissimo, il segnatempo si innalzò sui campanili con unacomplessa meccanica per poi ridiscendere e rimpicciolirsi per entrare nelle case,stare sui tavoli, prima, ed alle pareti, successivamente. Le lancette incomincia-rono a girare senza sosta scandite dal cucù o dall’oscillazione del pendolo.L’esigenza di disporre di horologiummobili e più pratici portò alla versione tasca-bile. Fu Patek Philippe a realizzare il primo modello da polso, esclusivamente perdonne, agli uomini ci pensò Cartier. Nel 1928 il funzionamento divenne al quar-zo. Seiko inventò quelli a batteria. Il movi-mento automatico è da attribuire allaRolex. Il display LCD a cristalli liquidiarrivò in seguito. Oggi, di tempo ne èpassato, e tanto. È divenuto un acces-sorio di bellezza, uno status symboldalla forte valenza artistica. Le case
produttrici sono innumerevoli e le offer-te vastissime. All’esatta misurazione deltempo si accompagnano diverse funzioni:cronografo, altimetro, temperatura, fusiorai, fasi lunari, datario, tachimetro. Sonosempre più sofisticati e belli, colorati, pre-ziosi, alla moda, unici e di lusso. Sono gio-ielli di precisione e di bellezza, di alta orologe-ria e creatività. Gioielli irresistibili.
Il tempo è prezioso
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CCAAPPEE CCOODD TTOONNNNEEAAUU -- HHeerrmmèèssVersione nuova e più arrotondata del classicoCape Cod di Hermès. Modello piccolo in accia-io, quadrante bianco, cinturino doppio giro invitello liscio stoppa. Cassa in acciaio e vetro zaf-firo antiriflesso. Movimento al quarzo, lancettedi ore e minuti (nel modello grande anchesecondi e data). Impermeabile fino a 30 metri. wwwwww..hheerrmmeess..ccoomm
SStt AAnnddrreewwss LLiinnkkss SSttrrookkee PPllaayy 11775599JJAAEERRMMAANNNN && SSTTUUBBIIEdizione limitata, 72 esemplari, ispirata alcelebre torneo di golf, sport di cui richiama icolori. Il modello ST3, dal movimento auto-matico, presenta un quadrante che richiamagli elementi fondamentali del golf (numero dibuche, punteggio etc). Linea elegante per unquadrante chiaro, con lancette ore, minuti esecondi in acciaio. wwwwww..jjaaeerrmmaannnn--ssttuueebbii..ccoomm
KKIIEENNZZLLEE CCOOLLOORR SSoonnnneennggeellbb -- KKIIEENNZZLLEE Orologio con radio comando, cassa in acciaioe vetro zaffiro. Quadrante nero con numeriarabi bianchi ed indici luminosi rossi. Ore eminuti color acciaio, secondi indicati con lan-cetta di colore rosso. Cassa da 42 mm: adestra, il datario. Cinturino a doppio colore:esterno nero, interno giallo sole. La collezioneKienzle Color di Kienzle prevede 5 diversiaccostamenti di colore. wwwwww..kkiieennzzllee..iitt
OORRIIOONN HHeerrrrnnhhuutt NNoommooss GGllaasshhüütttteeOrologio automatico (fino a 20 ore) dallasemplicità essenziale ed elegante. Vetro zaffiroa cupola, quadrante da 35 mm zincato grigiocon lancette e numeri placcati in oro. Il grigioè infatti il colore dominante dell’intera lineaprodotta a 20 anni dalla caduta del muro diBerlino. Cinturino nero in Horween ShellCordovanwwwwww..ggllaasshhuueettttee..ccoommGGrraannttoouurr DDaattee -- TTUUDDOORR
Ultimissima novità in casa Tudor, quest’oro-logio sportivo fa parte di una linea che la casasvizzera ha prodotto in partnership conPorsche Motorsport. Movimento meccanicoa carica automatica, cassa in acciaio da 41mm, quadrante nero. Numeri in acciaio sullacorona d’acciaio laccata in nero, nel quadran-te datario a ore 3. Cinturino in cuoio nerocon microperforazioni. wwwwww..ttuuddoorrwwaattcchh..ccoomm
IINNSSTTRRUUMMEENNTTIINNOO SStteeeell && DDiiaammoonnddss -- ddee GGRRIISSOOGGOONNOO Orologio al quarzo, cassa in acciaio lucido privadi incastonature e vetro zaffiro. Quadrante neroopaco con le classiche volute ornamentali di deGrisogono e doppio fuso orario: la parte infe-riore del primo fuso orario presenta un’incasto-natura di 19 diamanti a taglio brillante sulle ore6. Cinturino in galuchat (zigrino) nero fissatoalla cassa da attacchi mobili. wwwwww..ddeeggrriissooggoonnoo..ccoomm
DDaatteejjuusstt IIII RRoolleessoorr -- RROOLLEEXXLinea classica prodotta 60 anni fa e rivisitataoggi alla luce delle nuove tecnologie. La cassain Rolesor bianco (disponibile anche in orogiallo) si presenta in una nuova versione da 41mm. Con una lunetta zigrinata in oro bianco,è impermeabile fino a 100 metri. Quadrantee indici bianchi. Il movimento automatico,certificato Cosc, ha un’autonomia di 48 ore. wwwwww..rroolleexx..ccoomm
LLeeoonnaarrddoo -- SSTTEEFFFFEENNMovimento automatico per questo orologiodal quadrante bianco diametro 45 mm,spessore 15,5 mm, corona placcata in ororosa e lancette profilate in oro rosa, cosìcome le linee identificative delle ore. Cassain acciaio Samurai, composta di sette partiavvitate insieme, e vetro zaffiro anti-riflesso.Cinturino nero in pelle lucertola. wwwwww..sstteeffffeenn..bbee
66TTIIMMEEZZOONNEE MMYYSSTTIICC LLYYOONNIICCEELLIINNKKMovimento meccanico rettangolare con 6fusi orari. Sei diversi quadranti nei quali sonoriportati gli orari di diverse città (tra LosAngeles, New York, Londra, Tokio, Mosca,Ginevra, Honk Kong e Parigi). Una figuraleonina di diamanti fa da sfondo ai sei qua-dranti, il cui colore sfuma dal lilla verso l’az-zurro. Cinturino nero. wwwwww..iicceelliinnkkttvv..ccoomm
HHEELLLLOO KKIITTTTYY -- TTWWCC ((TToowwssoonn WWaattcchh CCoommppaannyy))Orologio al quarzo, cassa in acciaio con coro-na di strass. Lancette di ora, minuti e secondiin acciaio. Orario a 12 h in colore rosa e deco-razione di Hello Kitty centrata con indicazio-ne sulla destra, in colore rosa. Cinturino inpelle di colore rosa.wwwwww..ttwwccwwaattcchheess..ccoomm
75
Molti dettaglianti orafi si sono dotati di
un proprio sito internet perlopiù a scopo
di promozione della propria azienda, per
veicolare con una “vetrina” accessibile in
tutto il mondo l’immagine ed i prodotti
in vendita.
Ora, proprio l’accessibilità universale
del sito web può diventare un’opportuni-
tà per incrementare le vendite: proiettare
il proprio negozio sulla “Rete” vuol dire
aprirsi ad un mercato potenzialmente
infinito, formato da tutti i consumatori
che navigano in Internet.
Cosa occorre fare dunque per utilizzare
il proprio sito per la vendita diretta al
pubblico, cioè per iniziare un’attività di
commercio elettronico?
Esistono soluzioni informatiche avan-
zate per la gestione degli ordini, fornite da
società specializzate, e sistemi di paga-
mento tracciabili e sicuri (Paypal, etc.);
non ci soffermeremo su questi punti,
bensì sugli aspetti amministrativi e legali
del commercio elettronico, che talvolta
vengono trascurati da chi avvia quest’atti-
vità, col rischio di ritrovarsi poi involonta-
riamente in difetto rispetto alle necessarie
autorizzazioni od agli obblighi di traspa-
renza verso i consumatori.
Ecco in sintesi le norme e gli adempi-
menti principali.
LLee nnoorrmmee:: art. 18 del Decreto legislativo
114/98 (che detta la normativa generale
per le attività commerciali) riguardante la
“vendita per corrispondenza, televisione o
altri sistemi di comunicazione”; circolare
del Ministero dell’Industria n. 3487/C del
1 giugno 2000, contenente l’interpreta-
zione da applicare alle vendite effettuate
tramite commercio elettronico.
AAuuttoorriizzzzaazziioonnee aammmmiinniissttrraattiivvaa :: comuni-
cazione al Comune nel quale si trova la
sede legale dell’attività utilizzando l’appo-
sito modello COM 6 BIS, reperibile pres-
so i Comuni o le Associazioni di categoria;
trascorsi 30 giorni dal ricevimento della
comunicazione da parte del Comune,
sarà possibile iniziare l’attività (meccani-
smo del silenzio-assenso).
SSee hhoo ggiiàà uunn’’aattttiivviittàà ddii ccoommmmeerrcciioo aall
ddeettttaagglliioo iinn sseeddee ffiissssaa,, ddeevvoo eeffffeettttuuaarree llaa
ccoommuunniiccaazziioonnee?? Sì; l’attività di commer-
cio elettronico può essere effettuata dalla
medesima Ditta/Società che conduce l’at-
tività di commercio al dettaglio, ma
occorre comunque la comunicazione,
come se si aprisse un nuovo negozio.
SSaannzziioonnii:: da 2582 a 15493 Euro per la
mancata comunicazione al Comune.
CCoommmmeerrcciioo ccoonn ooppeerraattoorrii pprrooffeessssiioonnaallii::
pper effettuare il commercio all’ingrosso, o
comunque destinato solo ad operatori
professionali, non occorre la comunica-
zione al Comune, ma solo l’iscrizione al
Registro Imprese ed il possesso dei requi-
siti morali previsti dalla disciplina del
commercio. L’operatore che intende ven-
dere sia al dettaglio che all’ingrosso può
utilizzare il medesimo sito, ma deve desti-
Commercio elettronicole regole per iniziare l’attivitàdi Marco Cantarella*
nare aree distinte del sito per l’attività al
dettaglio ed all’ingrosso, in modo che il
potenziale acquirente possa distinguere
chiaramente le zone del sito destinate alle
due tipologie di vendita.
RReeggoollee ggeenneerraallii ppeerr llee vveennddiittee aa ddiissttaannzzaa
aall ccoonnssuummaattoorree ffiinnaallee:: Informazioni per il
consumatore: nella presentazione dell’of-
ferta devono essere fornite al consumato-
re informazioni chiare e comprensibili
sull’identità del fornitore (di cui vanno
indicati: ragione sociale, domicilio o sede
legale, telefono, fax e indirizzo di posta
elettronica, numero di partita Iva e di
iscrizione al Registro imprese) e sulle
caratteristiche essenziali del bene, sul
prezzo e sulle spese di consegna, sulle
modalità di pagamento e sul diritto di
recesso (questa disposizione viene spesso
soddisfatta, nella prassi corrente, con l’in-
serimento, nella pagina web nella quale
l’acquirente conferma l’ordinazione, di
un link che invia ad una pagina conte-
nente di nuovo le condizioni contrattuali
e le garanzie per i consumatori). Prima o
al momento dell’esecuzione del contratto,
le informazioni di cui sopra vanno con-
fermate per iscritto; in questa fase il con-
sumatore ha diritto di ottenere informa-
zioni sulle condizioni e le modalità del
diritto di recesso, nonché sulle garanzie
commerciali esistenti ed i connessi servizi
di assistenza. Successivamente all’inoltro
dell’ordine da parte del consumatore, il
venditore deve, per via telematica, inviare
al consumatore ricevuta dell’ordine con-
tenente un riepilogo delle condizioni
contrattuali, le informazioni essenziali sul
bene acquistato, sul prezzo, sui mezzi di
pagamento, sul recesso, sui costi di conse-
gna e gli eventuali tributi applicabili.
Modalità di esercizio del diritto di recesso,
spese e rimborsi: l’acquirente può esercita-
re il diritto di recesso a mezzo raccoman-
data A.R entro 10 giorni dal ricevimento
dei beni o dalla conclusione del contratto
(in caso di fornitura di servizi), o a parti-
re dalla data di adempimento degli obbli-
ghi informativi di cui al punto 1 da parte
del fornitore, se successivo. Il termine sale
a tre mesi, se il fornitore non ha adempiu-
to agli obblighi informativi. Le sole spese
dovute per l’esercizio del diritto di recesso
sono quelle di restituzione del bene, che
va riconsegnato nei tempi previsti dal
contratto, non inferiori a 10 giorni lavo-
rativi dalla consegna del bene. Il fornitore
è tenuto a rimborsare le somme versate
dal consumatore come corrispettivo del
bene entro 30 giorni.
Esecuzione del contratto: il contratto
concluso va eseguito entro 30 giorni dal
giorno successivo a quello in cui il consu-
matore ha trasmesso l’ordinazione.
Informazioni commerciali: le comunica-
zioni commerciali devono contenere una
informativa che chiarisca in modo inequi-
vocabile la natura commerciale della
comunicazione e che indichi inoltre la
ditta o società che effettua la comunicazio-
ne, le condizioni offerte laddove si tratti di
una proposta promozionale e le condizio-
ni di partecipazione, laddove si promuova
un concorso a premi; le comunicazioni
commerciali non sollecitate devono conte-
nere l’indicazione che il destinatario può
opporsi al loro ricevimento in futuro.
CCoonnttrraattttii:: sul sito hhttttpp::////wwwwww..uunniioonn--
ccaammeerree..iitt//ccllaauussoollee__ccoonnttrraattttii// è possibile
reperire un contratto tipo per la vendita
di beni di consumo on-line, elaborato da
Unioncamere. Tale modello viene incon-
tro all’esigenza di sottoporre ai potenziali
acquirenti un modello contrattuale chia-
ro e tale da garantire entrambe le parti.
LLiicceennzzaa ddii PPuubbbblliiccaa SSiiccuurreezzzzaa:: è necessa-
ria per chiunque voglia vendere oggetti
preziosi via Internet. I commercianti di
oggetti preziosi già in possesso della licen-
za di P.S. non devono richiedere una
nuova licenza, qualora esercitino l’attività
di commercio elettronico con la medesi-
ma ragione sociale con la quale svolgono
la normale attività commerciale.
Coloro che effettuano la sola interme-
diazione, senza inserirsi nell’attività di
commercializzazione, (ad es. coloro che
raccolgono le ordinazioni via Internet per
poi mettere in contatto i clienti con le
ditte fornitrici degli oggetti preziosi) non
devono munirsi della licenza di P.S. ex art.
127 TULPS (commercio e fabbricazione
oggetti preziosi) ma di quella ex art. 115
TULPS (agenti di affari e mediatori).
(Circ. Min. Interno n. 559/C 10908-
12020 del 24.05.2000).
* Direttore Federazione Orafi Campani
77
potranno essere utilizzate e dovranno
essere sottoposte a nuova verificazione
dopo che siano state riparate.
- AAllttrrii oobbbblliigghhii:: lla verificazione deve inol-
tre essere richiesta dall’esercente ogni
qualvolta vi siano riparazioni o modifiche
agli strumenti che comportano la rimo-
zione della targhetta apposta in sede di
verifica.
- OObbbblliigghhii ggeenneerraallii ddeeggllii eesseerrcceennttii:: gli
esercenti sono tenuti:
- a garantire il corretto funzionamento
degli strumenti di pesatura, conservan-
do tutta la relativa documentazione;
- a mantenere integra la targhetta di
verificazione periodica ed ogni altro
sigillo presente sullo strumento;
- a non utilizzare strumenti non con-
formi, o comunque difettosi. (MC)
Capita a volte che gli operatori commer-
ciali, presi dai mille impegni aziendali, si
dimentichino di sottoporre alla verifica
obbligatoria le bilance presenti in negozio.
Si tratta invece di un obbligo tuttora pre-
sente nel nostro ordinamento; la legge
infatti stabilisce che ttuuttttii ggllii ssttrruummeennttii ddii
ppeessaattuurraa uuttiilliizzzzaattii nneellll’’aattttiivviittàà ccoommmmeerr--
cciiaallee ddeevvoonnoo eesssseerree ssoottttooppoossttii aa vveerriiffiiccaa--
zziioonnee ppeerriiooddiiccaa..
L’obbligo vale per tutte le tipologie di
imprese e di strumenti; quindi, nel caso
degli orafi, esso vale tanto per le bilance
utilizzate per pesare gli oggetti in metallo
quanto per quelle di precisione destinate
alla pesatura delle pietre preziose.
Vediamo in sintesi i punti principali della
normativa:
- VVeerriiffiiccaa bbiillaannccee nnuuoovvee:: entro 60 giorni
dalla loro prima utilizzazione;
- VVeerriiffiicchhee ssuucccceessssiivvee:: ogni tre anni dalla
data dell’ultima verifica.
- DDoovvee:: La verifica è eseguita a cura della
CCaammeerraa ddii CCoommmmeerrcciioo -- UUffffiicciioo
MMeettrriiccoo, alla quale si dovrà rivolgere
l’istanza per la verifica. La verifica può
essere eseguita presso la Camera di
Commercio (in questo caso l’esercente
dovrà portare le bilance presso gli uffici
della Camera) oppure presso l’esercizio
del richiedente (in tal caso il richiedente
dovrà effettuare un versamento a fronte
della visita domiciliare, a beneficio della
Camera di Commercio. La verifica può
essere eseguita ance da laboratori accredi-
tati dalle Camere di Commercio.
- EEssiittoo ddeellllaa vveerriiffiiccaa:: se l’esito è positivo, il
personale della Camera di Commercio
applicherà sulla bilancia una targhetta
autoadesiva e non rimuovibile, indicante
la scadenza della verificazione periodica.
Se l’esito è negativo, lo strumento non
potrà essere utilizzato per l’attività com-
merciale; contro il responso negativo si
può proporre ricorso gerarchico al
Segretario Generale della Camera di
Commercio. Se il personale camerale
dispone l’aggiustamento delle bilance,
esse potranno essere detenute dall’eser-
cente in attesa delle riparazioni, ma non
78
Bilancemai dimenticare la verifica
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Il 16 maggio entrerà definitivamente in
vigore, salvo ulteriori proroghe, il Decreto
Legislativo 81/2008, che ha sostituito il
decreto 626/94 sulla sicurezza e la salute
sui luoghi di lavoro.
Questa scadenza ha suscitato molta pre-
occupazione tra le imprese, alimentata da
voci allarmistiche circa nuovi e complessi
adempimenti da attuare.
In realtà, il Decreto 81/2008 ha con-
fermato gli obblighi della 626, ai quali
ci si doveva già adeguare da tempo,
introducendo solo alcune novità su
punti specifici.
Comunque, la scadenza del 16 maggio
può essere l’occasione per fare un check-
up sulla sicurezza in azienda e verificare se
si è in regola con tutti gli obblighi di legge.
Vediamo quindi i punti della norma-
tiva più interessanti per le aziende com-
merciali, con le novità introdotte al D.
81/08, il quale si applica a tutte le
imprese ove vi sono, oltre al titolare, col-
laboratori con qualsiasi tipologia con-
trattuale. Quindi, tutti gli obblighi si
applicano integralmente anche alle
aziende con uno o due dipendenti.
VVaalluuttaazziioonnee ddeeii rriisscchhii:: Il datore di
lavoro deve effettuare la valutazione dei
rischi presenti in azienda ed individuare
le misure di prevenzione e protezione
dai rischi. Tale compito non è delegabi-
le; anche se svolto da un tecnico di fidu-
cia, il datore di lavoro ne porta comun-
que la responsabilità.
DDooccuummeennttoo ddii vvaalluuttaazziioonnee ddeeii rriisscchhii::
contiene tutte le indicazioni relative ai cri-
teri adottati per individuare i rischi, alle
misure di prevenzione ed alla loro attuazio-
ne. Secondo la precedente norma, le azien-
de con meno di dieci dipendenti erano
esonerate dalla redazione del documento,
sostituito da un’autocertificazione atte-
stante l’avvenuta valutazione dei rischi.
Ora il documento è obbligatorio per tutti,
ma le aziende con meno di 10 dipendenti
possono autocertificare la valutazione fino
all’uscita del decreto ministeriale con le
istruzioni per la redazione semplificata del
documento. L’autocertificazione dovrà
contenere i seguenti dati: generalità del-
l’azienda e del datore di lavoro, attività
svolta, nominativo del responsabile del
servizio di prevenzione, dichiarazione del-
l’avvenuta valutazione dei rischi e dell’in-
dividuazione delle misure preventive e di
sicurezza.
Il Decr. 81/2008 ha previsto che il
documento deve avere ddaattaa cceerrttaa
(annullo postale, registrazione pubblica,
etc.). Inoltre, esso va integrato con altre
valutazioni di rischi (rischio stress, pre-
senza di stranieri non parlanti italiano,
etc) introdotte dal decreto. Entrambi
questi adempimenti vanno realizzati
entro il 16 maggio.
Sicurezza sul lavoro: come orientarsiddii MMaarrccoo CCaannttaarreellllaa**
SSeerrvviizziioo PPrreevveennzziioonnee ee pprrootteezziioonnee:: Il
datore di lavoro ha l’obbligo di istituire il
servizio di prevenzione e protezione e desi-
gnarne il responsabile e gli addetti. Il
responsabile, che può essere lo stesso
datore, deve frequentare un corso di for-
mazione di 16 ore. Per chi lo ha già fatto,
il decr. 81/2008 prevede un aggiorna-
mento di 4 ore.
Il servizio collabora con il datore di
lavoro nell’individuazione e nella valuta-
zione dei rischi e delle misure di preven-
zione e protezione da attuare; provvede
inoltre all’informazione ed alla formazio-
ne dei lavoratori sui rischi ed organizza la
riunione periodica (obbligatoria solo
nelle aziende con più di 15 dipendenti,
con cadenza annuale) con i lavoratori
sulla prevenzione e protezione.
Il datore di lavoro che svolga diretta-
mente tali compiti dovrà inviare agli
organi di vigilanza comunicazione del-
l’avvenuta valutazione dei rischi e della
redazione del documento o dell’autocer-
tificazione, unitamente ad una dichiara-
zione attestante la capacità di svolgimen-
to di tali compiti e l’attestazione di fre-
quenza del corso di formazione.
RRaapppprreesseennttaannttee ddeeii llaavvoorraattoorrii ppeerr llaa
ssiiccuurreezzzzaa:: Il rappresentante è scelto dai
lavoratori riuniti in assemblea e della sua
elezione deve essere redatto un verbale
sintetico, da conservarsi unitamente agli
altri documenti riguardanti la sicurezza
aziendale. Il rappresentante dei lavorato-
ri per la sicurezza dovrà essere consulta-
to dal datore di lavoro in occasione della
valutazione dei rischi, della designazione
del responsabile e degli addetti del servi-
zio di prevenzione e riguardo alla forma-
zione dei lavoratori. Egli può segnalare
al datore di lavoro eventuali situazioni di
rischio, anche per conto dei lavoratori e
verifica l’applicazione elle misure di sicu-
rezza. Il rappresentante dei lavoratori ha
diritto a ricevere, a cura del datore di
lavoro, una apposita formazione in
materia di salute e sicurezza, della dura-
ta minima di 32 ore, e un aggiornamen-
to periodico di 4 ore. L’attestazione di
tale formazione deve essere conservata in
azienda. AAtttteennzziioonnee:: iill DDeeccrr.. 8811//22000088
hhaa ssttaabbiilliittoo cchhee iill nnoommiinnaattiivvoo ddeell rraapp--
pprreesseennttaannttee vvaa ccoommuunniiccaattoo aallll’’IINNAAIILL
eennttrroo iill 1166 mmaaggggiioo pp..vv..
IInnffoorrmmaazziioonnee ddeeii llaavvoorraattoorrii :: Il dato-
re di lavoro ha inoltre l’obbligo di
informare i lavoratori sui rischi e sulle
misure di prevenzione, sulle procedure
da adottare in caso di pericolo e sui
rischi connessi alle proprie specifiche
mansioni.
OObbbblliigghhii ddeeii llaavvoorraattoorrii:: osservare le
disposizioni impartite dal datore di lavo-
ro in materia di sicurezza ed utilizzare
correttamente le attrezzature ed i dispo-
sitivi di protezione forniti dal datore di
lavoro, non utilizzare attrezzature o svol-
gere qualsiasi incarico se non autorizzati,
non effettuare operazioni che possano
mettere in pericolo altri lavoratori, coo-
perare con il datore di lavoro al mante-
nimento delle condizioni di sicurezza.
PPrriimmoo ssooccccoorrssoo:: occorre tenere a
disposizione una dotazione minima di
materiale per il primo soccorso o, nelle
aziende con 5 o più dipendenti, una cas-
setta di pronto soccorso. È obbligatorio
avere almeno un addetto al primo soc-
corso (datore o lavoratore) che abbia fre-
quentato un corso di 8 ore.
SSeerrvviizziioo aannttiinncceennddiioo:: almeno 1 addet-
to che abbia frequentato l’apposito corso
di formazione (4 ore per le attività a
basso rischio, come i negozi). Almeno 1
estintore ogni 100 mq. di superficie
MMeeddiiccoo ccoommppeetteennttee: è previsto solo per
le attività con obbligo della sorveglianza
sanitaria. Nel caso dei laboratori orafi, tale
obbligo è previsto per le lavorazioni che
utilizzino, per operazioni di lucidatura, sal-
datura, fusione, etc., sostanze potenzial-
mente dannose quali cadmio, arsenico,
mercurio, resine, solventi etc. Le attività
commerciali in genere sono escluse dal-
l’obbligo della sorveglianza sanitaria e non
sono pertanto tenute alla nomina del
medico competente. Si tenga però presen-
te che gli addetti alla movimentazione di
carichi superiori a 30 Kg. e gli operatori al
videoterminale (esclusi i registratori di
cassa) che utilizzano l’attrezzatura, in
modo sistematico ed abituale, per almeno
20 ore settimanali, dedotte le pause di 15
minuti ogni 2 ore previste dalla legge,
devono obbligatoriamente essere sottopo-
sti a sorveglianza sanitaria.
* Direttore Federazione Orafi Campani
82
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Diventa operativa una delle novità più
interessanti previste dalla manovra finan-
ziaria per il 2009. La liquidazione dell’Iva
per cassa è realtà a tutti gli effetti grazie alla
pubblicazione in Gazzetta Ufficiale di un
decreto del Ministero dell’Economia e
delle Finanze con il quale si dà attuazione
all’art. 7 del decreto legislativo n.
185/2008. La norma prevedeva che, rivo-
luzionando l’assetto vigente, alcuni sogget-
ti Iva potessero differire in determinate cir-
costanze il pagamento dell’imposta fino al
momento dell’incasso. La facoltà era con-
cessa peraltro solo a soggetti il cui volume
d’affari risultasse contenuto e aveva effica-
cia temporale limitata al periodo 2009-
2011. L’intento era di venire incontro ai
problemi di liquidità di operatori di picco-
la dimensione che, in un ciclo di pesante
recessione, si sarebbero trovati a dover di
fatto anticipare oneri fiscali per ricavi non
ancora percepiti. L’operatività della inno-
vazione fiscale, tuttavia, è stata espressa-
mente condizionata a una preventiva auto-
rizzazione comunitaria e, appunto, a un
decreto attuativo.
La prima precondizione, pur essendo
non necessaria secondo il parere di
Assonime, è stata già acquisita. Con la
pubblicazione del decreto, la liquidazione
dell’Iva per cassa, oltre a ‘superare l’ultimo
ostacolo’, trova anche una configurazione
più precisa. Innanzitutto, da percorso spe-
rimentale, diventa novità non più tempo-
ranea, essendo venuta meno, in sede di
regolamentazione, la scadenza del 2011.
Altro elemento fondamentale è il limite
definito per il volume d’affari entro il quale
poter esercitare la facoltà di rinviare il paga-
mento. Il tetto è stato fissato in 200 mila
euro annui e si computa sulla base del giro
d’affari realizzato nell’anno solare prece-
dente. La possibilità di liquidazione Iva a
incasso avvenuto si applica fino e non oltre
l’importo indicato. Per poter esercitare la
facoltà, le relative fatture devono riportare
espressamente l’annotazione che l’imposta
inerente quella specifica cessione di bene o
prestazione di servizio è a esigibilità differi-
ta. Tale vincolo si rende necessario per
informare il destinatario che, a sua volta, il
diritto a detrarre l’imposta a lui caricata è
esercitabile soltanto dopo il pagamento
concreto della fattura.
La liquidazione per cassa dell’Iva è pos-
sibile soltanto allorché la cessione del
bene o la prestazione del servizio siano
effettuate nei confronti di soggetti che
agiscano nell’esercizio di imprese, arti e
professioni. Non si effettua, dunque,
allorché destinatario della fattura sia un
privato o anche un soggetto Iva il cui
acquisto sia motivato da un fine privato
e non dall’esercizio d’impresa.
* Commercialista
Liquidazione IVA per cassapossibile fino a 200 mila euro annuidi Anna Lepre*
Per ulteriori informazioni è possibile contattare la segreteria diFederdettaglianti ai numeri 06 4404105 - 06 44251229oppure all’indirizzo e-mail [email protected], oppu-re la Tech s.r.l. ai numeri: 010 8358451 e 010 8354649, ovisitando il sito www.techsrl.com, scrivere a TECH S.r.l.Lungo Bisagno Dalmazia, 71/10 16141 - Genova (GE)oppure inviare una e-mail all’indirizzo [email protected]
85
“Noi, Voi, L’oro®” è il software che per-
mette ai dettaglianti di uniformare i dati di
gestione delle proprie attività, rendendo
più semplice l’informatizzazione a livello
locale e nazionale, ed è l’oggetto di una
convenzione stipulata il 28 febbraio dalla
Federdettaglianti presieduta da Nicola
Curto con la società TECH S.r.l., che ha
sviluppato l’applicazione. L’accordo ha
come obiettivo quello di favorire l’integra-
zione delle informazioni di gestione azien-
dale consentendo agli associati di acquista-
re il software ad un prezzo molto più basso
rispetto a quello di mercato (in alcune for-
mule ridotto fino alla metà).
Il programma “Noi, Voi, L’oro®” ha
l’immediato vantaggio di ridurre il tempo
impiegato nel monitorare e gestire il
magazzino, nel tenere la contabilità e la
gestione reddituale, senza tener conto degli
enormi benefici legati alla maggiore facilità
con cui possono essere adottate le decisioni
fondamentali per la vita di una azienda
orafa al dettaglio. L’utilità del software, tra
l’altro, sta anche nella possibilità di imple-
mentare ulteriori funzionalità man mano
che si presentano nuove esigenze: ultima in
ordine di tempo, la possibilità - resa effetti-
va agli inizi di aprile - di inserire la colloca-
zione degli articoli all’interno del negozio,
estremamente utile ai fini assicurativi.
Molti associati hanno già in uso il soft-
ware da diverso tempo e proprio la loro
soddisfazione ha spinto Nicola Curto a
dare il via alla collaborazione con la società
produttrice. L’esigenza della convenzione è
nata a seguito di un’analisi compiuta dalla
Federazione che ha evidenziato la difficol-
tà di ricavare, dalle singole gestioni azien-
dali, dati ufficiali ed attendibili a livello
nazionale sull’andamento del settore e, poi,
nella fase successiva, quella di individuare
soluzioni alle problematiche di volta in
volta emerse. «Il mondo dell’informatica è
una Torre di Babele - ha dichiarato
Massimo Cicala, vicepresidente nazionale
Federdettaglianti e presidente per la regio-
ne Liguria - ma il senso di una Federazione
è anche quello di uniformare il “linguag-
gio” di un settore. Ci auguriamo che que-
sto software - che io, da gioielliere, utilizzo
già da anni - si diffonda e ci permetta di
recuperare il gap informatico creatosi nel-
l’ultimo decennio tra i dettaglianti e gli
altri livelli della filiera».
In base alla convenzione, ogni azienda
ha la possibilità di scegliere la soluzione che
maggiormente si adatta alle proprie esigen-
ze, potendo optare per la formula “Light”,
che prevede la possibilità di utilizzare il
software con la licenza d’uso NVL® com-
pleto, e comprende il pacchetto di installa-
zione, il video corso, il tour interattivo e la
guida in linea. In tal caso, con una somma
aggiuntiva, è possibile accostare all’acqui-
sto del programma anche un contratto di
assistenza di 12 mesi, sempre ad un prezzo
particolarmente vantaggioso.
Un’altra formula consente l’acquisto,
oltre che del software e di tutte le appli-
cazioni collegate, anche di una serie di
periferiche quali la stampante per eti-
chette a codici a barre, il lettore barcode,
il rotolo da 3000 Etichette 25x20 mm ed
il nastro inchiostrato ribbon resin
110x74Mt. In questo pacchetto è inclu-
so un anno di assistenza e di aggiorna-
menti. Infine, è possibile anche acquista-
re un pacchetto completo che include,
oltre al software e alle periferiche, anche
un personal computer.
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Dai toni primaverili si va incontro alle
calde nuance estive. Gli aranci dei tra-
monti cocenti, i verdi e gli azzurri delle
acque cristalline, il giallo abbagliante del
sole, è su questi che incentreremo la
nuova scenografia, carica di una felice
atmosfera vacanziera.
Fondamentali la sabbia, le conchiglie e
le stelle marine, gli ingredienti giusti a cui
abbinare le nuove collezioni di gioielli.
Ma anche piccoli galleggianti di sughero,
pezzi di reti e, perché no, l’umile pomice
che meglio di ogni altro elemento sa ren-
dere una tale ambientazione.
Innanzitutto una spolverata di sabbia,
per sognare lunghe spiagge assolate e
nastri, di altezze diverse, di colore blu
oltremare per fare da sfondo ricordando
il lieve movimento delle acque. Un
lungo filo di perle bianche, invece, simu-
lerà la schiuma delle onde che vanno a
rompersi sulla battigia. Conchiglie, di
varie fogge e dimensioni, sparse qua e là
saranno originali scrigni dove posizio-
neremo bracciali a maglia morbida, lun-
ghe collane e anelli, magari in turchese.
I galleggianti potranno essere attraversa-
ti da sottili catene in oro o argento.
Piccoli tronchi, rami in legno essicca-
to e preziosi rami di corallo rosso dai
quali far pendere importanti orecchini,
renderanno più realistica la nostra sce-
nografia arricchita da discreti drappeggi
di vecchie reti.
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DDaaii ccoolloorrii ddeellllaa PPrriimmaavveerraa alla calda atmosfera dell’estate!Conchiglie come scrigni
vetrina
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