N 38 2015 inter romaweb

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sabato 31 ottobre 2015 anno 5 numero 3 8 www.stadio5.it [email protected] COPIA OMAGGIO Sport & Spettacolo MATCH DECISICO Inter Roma Allungo o Sorpasso?

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sabato 31 ottobre 2015 anno 5 numero 3 8 www.stadio5.it [email protected] COPIA OMAGGIOSport & Spettacolo

match decisico

InterRoma

Allungo o Sorpasso?

sabato 31 ottobre 2015 Stadio5.it2

INTER (4-3-2-1)

Arbitro: Nicola Rizzoli di Bologna

STADIO

ROMA (4-3-3)

SzczesnyFlorenzi, Rudiger, Manolas, Digne;

Nainggolan, De Rossi, Pjanic;Salah, Dzeko, Gervinho

MEAZZA ORE 20.45

Inter

Allenatore Allenatore

Sandro Mazzola

HandanovicSanton, Miranda, Murillo, Jesus;

Guarin, Medel, Brozovic;Perisic, Jovetic;

Icardi

Roma

RobertoMancini

RudiGarcia

aUGURiamoci di VedeRe UNa GRaNde iNteRSarà determinante fare un colpo grosso con i giallorossi

Inter-Roma per la testa del-la classifica. Aprite gli oc-

chi, niente pizzicotti, è tutto vero. I nerazzurri sono reduci dal quinto 1-0 di questo cam-pionato (con Atalanta, Chie-vo, Verona, Milan e martedì scorso con il Bologna) e un 2-1 (con il Carpi), mentre i pareg-gi sono tre e una sconfitta. La Roma, invece, è una delle fa-vorite per la vittoria, in questo momento, forse, è la principale candidata al titolo. Di acqua sotto i ponti ne deve ancora passare, ma per il momento i giallorossi sono primi e dareb-bero un colpo quasi mortale con una vittoria alle velleità degli uomini di Mancini che, soprattutto col Bologna, sem-brano lì per caso. La difesa sta tenendo egregiamente; dicia-mo che Handanovic contro i felsinei si è fatto perdonare la bruttissima prestazione con la Fiorentina, mentre i veri pro-blemi sono in mezzo al cam-po e là davanti. Felipe Melo e Kondogbia non sembrano passare un buon momento, anche se il brasiliano, salterà il big-match dell’11ª giornata per squalifica, Brozovic invece sembra l’ultimo ad avere una posizione in campo ben defini-ta. Il croato tesse e cuce gioco tra le linee, ma è troppo poco. Icardi spesso è solo, Perisic non è un marziano e Jovetic deve fare i conti col suo fisico non propriamente da mandingo. Contro la Roma, Medel sosti-tuirà davanti alla difesa Felipe Melo, mentre bisogna capire se Ljajic e Jovetic potrebbero gio-care insieme, viste l’idiosicra-sia del gol di Palacio, diventa-to ormai un panchinaro fisso nel roster di Mancini. Vincere contro gli uomini di Garcia, cambierebbero in un amen le gerarchie del campionato, lanciando l’Inter di diritto nel novero dei principali conten-denti per il titolo. Non nascon-diamoci dietro un dito, l’Inter di Mancini non ha convinto ancora nel gioco; manovra troppo lenta, spessa prevedibi-le, leziosa e sterile che però le ha permesso di essere seconda in classifica. Meglio essere for-tunati che bravi, anche perché quando si perde non si capisce mai se i demeriti superano i meriti. Il pronostico è aperto a tutti i risultati, ma chi ha più da perdere è l’Inter. Dovesse perdere toglierebbe credibilità a un progetto che sembra stia prendendo quota. Ci vuole pa-zienza. Non troppa.

La nostra Inter, penso, che stasera dovrà sof-frire parecchio con la Roma, non tanto

per la tradizione favorevo-le dei giallorossi a San Siro quanto per la forza d’urto attuale di questa Roma che è diventata una macchina da gol. Ho seguito con attenzio-ne la partita dell’Olimpico dei giallorossi con l’Udìnese e sono rimasto stupito con quanta facilità questa squa-dra riesce ad andare a segno. Guardando la classifica la nostra difesa, in fatto di gol incassati, sembrerebbe dare garanzie, specialmente se dal tabellino tolgono i quattro gol subiti dalla Fiorentina. Ma la Roma, in attacco, come

Parola al Baffo

detto, fa veramente paura e i nostri ragazzi non dovranno commettere alcun errore se si vuole evitare il peggio. Perso-nalmente, è ovvio, mi auguro un controsorpasso in clas-

sifica, anche se poi il giorno successivo potremmo essere raggiunti dalla Fiorentina, impegnata col Frosinone, e dal Napoli in trasferta a Ge-nova. Sicuramente è un bel

aperitivo l’anticipo di Torino che ci metterà in poltrona prima di Inter-Roma col der-by della Mole. Pronosticando la vittoria del Sassuolo della scorsa settimana col Milan ho

ciccato però la squadra di Di Francesco con la Juve ha vin-to ed ho centrato il pronosti-co. Vedo nubi nere sui Gobbi se perderanno anche col To-rino, che contro il Genoa non avrebbe meritato di subire il 3-3 all’ultimo minuto. Un elo-gio, oltre al Sassuolo, ai miei amici dell’Atalanta veramente bravi nel battere la Lazio in rimonta. La squadra di Pioli col Milan avrà il dente avve-lenato e i cugini dovranno tenere conto della rabbia dei laziali, oltre al fattore campo che per ora non ha mai rega-lato un punto alle avversarie dei biancoazzurri.

3sabato 31 ottobre 2015 Stadio5.it

PartitasoRpasso o la coNsapeVolezza di NoN poteR

*

cla

ssif

ica

ma

rcatori

LA CLASSIFICA

21

61012

18

11 5

Éder Citadin Martins

8

21 1523

11

161721

1112

18

Gonzalo Higuain

8

15

Nikola Kalinic

6

Lorenzo Insigne

6

1 partita in più

11 5

Carlos Bacca

55

Il match di questa sera, salvo sorprese, ha poco da rac-contare fuori dalle righe. L’Inter arriva da una vitto-

ria scialba a spese di un Bologna che in campo, contro i nerazzur-ri appunto, sembrava il Barcel-lona degli anni dei triplete. La Roma, i risultati parlano da soli, arriva al Meazza consapevole di poter schiacciare qualsiasi sasso trovato lungo il percorso, e la squadra di Mancini, mi perdoni-no i tifosi interisti, può al mas-simo ricoprire il ruolo di umile nocciolina. Roberto Mancini di vittorie per 1-0 ne ha colleziona-to ben cinque su sei gare vinte, mettendo a segno in totale 10 gol contro i sette subiti (quattro dei quali dalla sola Fiorentina). Gar-cia presenta un biglietto da visita diverso: sette gare vinte con 25 reti realizzate e 12 subite, il mi-nimo scarto è stato di 2-1. La dif-ferenza è presto chiara. La Roma macina gioco rischiando molto e aumentando, però, proporzio-nalmente le probabilità di andare a segno mentre l’Inter con le idee poco chiare prova ad innescare qualche timida manovra presto abortita dall’avversario e, se in vantaggio, fa catenaccio a difesa dell’1-0 che, come contro il Pa-lermo, alla prima mischia nella propria area si scioglie come neve al sole. Una differenza reti

competeRe coN le GRaNdi e l’attacco. Felipe Melo, grande escluso per la squalifica rime-diata nel big match di martedì scorso, non sempre gira a dovere

di Palacio! Qualcuno ricorda ancora la sua esistenza in ne-razzurro? Torniamo al match di questa sera per non deprimerci. Mancini dovrebbe rispolvera-re il 4-3-1-2 con Perisic a dare manforte a Icardi e con ogni probabilità Jovetic (l’alternativa ricadrebbe sull’ex Ljajic, A cen-trocampo, vista l’assenza forzata di Felipe Melo, torna Medel, a protezione della difesa la cop-pia Miranda-Murillo, Brozovic interno sinistro contrapposto a Guarin a destra. Sulle fasce mo-netino tra Santon e Nagatomo mentre a sinistra dovrebbe esse-re confermato Juan Jesus. Garcia risponderà con il 4-3-3. Recupe-rato Florenzi in difesa che spedi-sce in panchina Maicon, coppia centrale Manolas-Rudiger. La notizia più rassicurante per il tecnico giallorosso è il rientro di Daniele De Rossi che, almeno si spera, non crei panico nell’a-rea dei padroni casa. Il Biscione contro la Lupa per l’allungo o per un sorpasso che porterebbe di diritto l’Inter in testa alla clas-sifica, quindi con poco gioco ma comunque capace, in attesa dei risultati di Fiorentina e Napoli.

che la dice lunga sulla diversa filosofia dei due tecnici, Garcia vince su Mancini con un con-vincente +15 mostrando grande dinamismo oltre ad una attenta regia con manovre che mostrano spesso sia capo che coda. E l’In-ter? Lenta, anzi lentissima, sen-za gioco, di manovre neppure a parlarne data la prevedibilità. Ora che la palla arriva ad Icardi, Daniele De Rossi fa in tempo a

salire al bar dello stadio, bersi un caffè e tornare in campo in tem-po utile per riprendere in mano il gioco di ritorno dei gialloros-si. Lasciamo stare i deprimenti numeri e torniamo al terreno di gioco del Meazza che questa sera prevede il tutto esaurito sugli spalti e ancora una volta qualche uomo sparso qua e là nell’area nerazzurra. Il tallone d’Achille del Mancio resta il centrocampo

a braccetto di Kondogbia, poche attenuanti anche per Brozovic. L’area avanzata vede un Icardi sempre più annoiato ad attende-re la palla magica per il tap-in a porta vuota, diversamente non è disposto a faticare, un Perisic che abbozza tentativi personali e uno Jovetic entrato in zona d’ombra dopo l’exploit delle prime due giornate e da cui, a quanto sem-bra, fa fatica ad uscire. Che dire

sabato 31 ottobre 2015 Stadio5.it4

Dodò

nerazzurra

Nemanja Vidic

Tempi ancora lunghi, invece, per Nemanja Vidic. Il difenso-

re serbo si è sottoposto ad un in-tervento chirurgico alla schiena e il rientro in campo non è previsto prima di gennaio. L’argomento Vi-dic è impegnativo e dolente per la società nerazzurra. Premesso che anche senza infortunio Mancini l’avrebbe impegnato poche volte, il problema vero è che il calciatore è “in malattia” strapagato e come se non bastasse, all’età di 34 anni, è già ampiamente fuori dal mercato. I soldi spesi per il serbo l’Inter non li recupererà più.

José Rodolfo Pires Ribeiro freme per rientrare a pieno regime, ma i tempi

per il recupero al cento per cento, dopo la lesione al menisco, meritano rispet-to. Il giovane terzino verdeoro lo scorso marzo si è sottoposto ad un intervento

chirurgico di meniscectomia mediale e revisione del legamento crociato del ginocchio sinistro. Ormai ha iniziato i primi passi in prima squadra, già due settimane fa e il rientro è garantito, se trova posto.

5sabato 31 ottobre 2015 Stadio5.it

Parliamone...

Luigi Rubino

L’Inter contro la Roma non può sbagliare e so-gna lo scherzetto nel-la notte di Halloween.

Distrazioni, gare opache, senza nerbo, come quella vista a Bo-logna nel primo tempo, non ci devono più essere. Ora c’è l’oc-casione per battere una grande, ricaricare le batterie e dare un senso ad una stagione in cui l’o-biettivo immediato, come sap-piamo, non è lo scudetto, ma un piazzamento Champions. Le due squadre vengono entrambe da due vittorie nelle gare infrasetti-manali. I giallorossi non hanno avuto difficoltà a superare l’Udi-nese con tre gol e si presentano al Meazza come leader del campio-nato e con un potenziale offen-sivo davvero devastante. Sono infatti ben 25 le reti realizzate dai giallorossi in campionato; un record non da sottovalutare dal momento che solo Bayern Mo-naco e Borussia Dortmund, ri-spettivamente con 33 e 29 centri, hanno fatto meglio della squadra di Garcia. L’Inter, però, presenta la migliore difesa del campio-nato con solo 7 gol subiti in 10 partite. Unica debacle casalinga dei nerazzurri (quattro reti in-cassate) contro la Fiorentina, un mese fa, alla sesta di campionato. Senza Felipe Melo squalificato,

iNteR, Notte da pRimato ma aNche di scheRzettiMancini perde un elemento pre-zioso in un settore vitale, dove la squadra di Garcia presenta un trio bene assortito, forse uno dei migliori del campionato, com-posto da De Rossi, Nainggolan e

attacco, unica nota stonata dei giallorossi è finora Edin Dzeko, non tanto per il suo rendimento, che in campo, con il suo pressing sui difensori avversari, appare sempre prezioso e utile, ma per

dopo uno stop dovuto ad infor-tunio, non ha più segnato è vero, ma si è sacrificato molto per la squadra, consentendo ad altri di andare in gol e alla sua squadra di essere in testa al campionato.

perfetto affiatamento tra i vari reparti che, con l’indispensabile innesto di giocatori di qualità, ha consentito a Garcia di trovare la giusta quadratura di una squadra che ora ha tutte le credenziali per

campo questa sera come avver-sario nella prima sfida contro i suoi ex compagni giallorossi e segnare addirittura un gol, par-tendo dalla panchina, ma anche dagli altri componenti del grup-

il bosniaco Pjanic; quest’ultimo sempre più leader, capace non solo di giocare di sciabola e fio-retto, ma anche dare un sostan-ziale contributo in zona gol. In

i gol che non arrivano. Unica rete dell’attaccante bosniaco se-gnato in campionato è quella del 30 agosto all’Olimpico contro la Juve. Da allora il calciatore,

Tra i giallorossi, in effetti, hanno segnato un po’ tutti. Solo dal trio Salah, Pjanic e Gervinho sono arrivate 15 reti (5 centri a testa). Un segnale che la dice lunga sul

vincere lo scudetto. I nerazzurri comunque sembrano caricati a mille. La conferma arriva non solo dall’ex romanista Pjanic che, chissà cosa darebbe per essere in

po come Medel, Icardi e Jovetic e dai supporter nerazzurri che ancora una volta affolleranno numerosi gli spalti del Meazza, al grido di “bisogna vincere”.

sabato 31 ottobre 2015 Stadio5.it6

Maicon Douglas Sisenando, per i tifosi, soprattutto

quelli nerazzurri, è semplice-mente Maicon, quel Maicon che ha fatto parte dell’Inter perfetta della stagione 2009-2010, quella della banda “armata” del triplete. L’estate del 2006 la società neraz-zurra lo acquista dal Monaco per 6,8 milioni di euro, e se li gua-dagnerà tutti. L’esordio è contro la Roma in Supercoppa italiana il 26 agosto e due settimane più tardi e la volta della Serie A con-tro la fiorentina. Per la prima rete realizzata da Maicon bisogna attendere il 28 gennaio succes-sivo nell’incontro vinto per 2-0 contro la Sampdoria. Con l’Inter ha totalizzato, tra campionato e

coppe, 20 reti in 248 presenze ma soprattutto ha vinto ogni ti-tolo possibile: 3 Supercoppa ita-liana, 4 scudetti, 2 Coppa Italia, una Champions League e una Coppa del mondo per club. Nel 2012 l’Inter lo vende al Manche-ster City per 4 milioni di euro più 3,5 milioni di bonus ma l’anno successivo torna in Italia per indossare i colori giallorossi. Con la Roma degutta il 25 ago-sto nella prima gara di campio-nato contro il Livorno,gara vinta 2-0. Contro la Fiorentina, in di-cembre, mette a segno la prima rete in giallorosso e ad oggi con-ta 45 presenze nella società della capitale con 4 reti all’attivo.

Maicon Douglas Sisenando

Adem Ljajic

Adem Ljajić è un calciatore serbo di origini bosniache che esor-

disce da professionista col Partizan Belgrado. Il 15 gennaio 2010 arri-va in Italia, la città è Firenze. Con la Fiorentina giocherà le stagioni 2010-2013 segnando 15 reti in 78 presenze. Per la stagione 2013-2014 viene ufficializzato il trasferimento alla Roma per 11 milioni di euro più quattro di bonus. Con i gialloros-si totalizzerà 61 presenze e 14 reti. Il 31 agosto 2015, ultimo giorno di mercato, firma il trasferimento all’Inter con la formula del prestito oneroso per 1 milione e 750 mila euro con diritto di riscatto fissato a 11 milioni. Esordisce col numero 22 nella gara casalinga contro il Vero-na partendo dal primo minuto. Da allora è sceso in campo altre tre vol-te in queste prime dieci giornate di campionato. José Rodolfo Pires Ribeiro, per

tutti Dodò, parte dalle Favela, Bahia, in cerca di fortuna e l’ha trovata ma non senza qualche sfortuna legata agli infortuni. Dpo quattro presenze col Bahia si trasferisce a Salvador e con l’Esporre Clube Bahia gioca con maggiore continuità ed arriva il primo infortunio serio: rottura del legamento crociato anterio-re che lo obbligherà ad uno stop di oltre otto mesi. Nel luglio del 2012 si trasferisce alla Roma per un milione di euro per un con-tratto quinquennale. L’esordio in

Dodò capitale è bagnato dalla sconfit-ta in casa contro l’Udinese (2-3). Nelle due stagioni passate in giallorosso totalizzerà 35 pre-senze, comprese le coppe, sen-za segnare un gol, un po’ poco viste le aspettative della Lupa. Nel luglio 2014 passa all’Inter in prestito biennale ed esordisce nei play-off di Europa League se-gnando anche la sua prima rete in nerazzurri contro lo Stjaman. Anche in nerazzurro è persegui-tato dagli infortuni: il 25 marzo scorso ha subito un intervento di menisectomia mediale e revi-sione del legamento crociato del ginocchio sinistro. Anche que-sto infortunio ormai appartiene al passato, Dodò ha recuperato bene ed è pronto per tornare in prima squadra.

7sabato 31 ottobre 2015 Stadio5.it

Cugini

Giovanni Labanca

gli OspitiHa smesso di allattare i gemellini della Sto-ria, ormai cresciuti, e pensa ad altro, non

solo… lo fa in grande stavolta. E’ stato finora una sorta di gioco a nascondino, gioco con cui ha trascorso molto del suo tempo e che non poco ha fatto innervosi-re i suoi appassioni focosi tifosi: dentro e fuori la tana, con una sequenza senza pace. Ha tocca-to momenti esaltanti e, quando il frutto tanto desiato sembra-va si potesse cogliere rintanava lasciando ad altre il piacere di farlo e di assaporarlo. Una specie di frutto proibito, insomma, che per la verità, meritava di porta-re a casa, ma che le sfuggiva per mancanza di costanza e per mo-tivi a volte irritanti che la face-vano sprofondare nella più cupa disperazione, sua e della Società americana, più che mai stanca di aspettare altro tempo, con sperpero di denaro, per tornare grande. Lo ricordano bene an-che i tifosi dell’Inter, che da anni, quando la Roma scende a San Siro, hanno fatto buona scorta di carta igienica, come sembra pure stasera. Vuole azzannare e di brutto questa fiera dantesca che, raggiunta la cima, vede troppo lontana la Zebretta torinese, che ormai sa di patetico e di disfat-ta, per avere paura di portare a termine l’impresa tricolore, fi-

Lupa, tana liberanalmente questa stagione. Lo sa bene il Biscione nerazzurro, che malmesso com’è, nonostante i pochi punti che li separano, non sembra di impensierirla più di tanto, anche se le sorprese, come gli amici del calcio sanno, sono all’ordine del giorno. Rudi Gar-cia pensa al campionato, perché la Coppa sembra andata già in archivio, salvo miracoli di tutti i Santi. E forse non sbaglierebbe se pensasse concretamente a de-dicare tutte le sue energie e quel-le dei suoi soldati a mantenere la vetta a tutti i costi, anche se deve prestare grande attenzione a quel male che l’affligge nei momen-ti topici della stagione. “Stiamo giocando bene e dobbiamo di-mostrare a tutti di essere i più forti, non solo per il momento favorevole, ma fino a giugno. Lo so che non sarà semplice, ma non possiamo più rimandare alle calende greche un titolo che ci rilancerebbe nel cielo europeo e che darebbe altre certezze a tutto l’ambiente che, devo ammetterlo, ha tutte le ragioni per lamentar-si. Faremo una bella gara, come la Roma ha sempre fatto qui a Milano, da dove è ripartita anche con gli applausi del pubblico in-terista, vero segno di sportività”. Manca il Pupone, però, il terzo figlio che la Lupa ha cresciuto con lo stesso affetto dato ai due gemelli più famosi, anche se poi

i libri di storia scolastica non lo menzionano, cosa che non hanno fatto, invece, quelli della letteratura calcistica. Lo spetta-colo lo mostrava principalmente

il Francesco di borgata che, da autentico campione, ha sempre ricevuto tributi di ammirazione nel catino scaligero. “Bei ricordi. Giocare a San Siro è stato per me

sempre una bella gioia e sentirsi apprezzato dai tifosi avversari è stata la soddisfazione più gran-de. Peccato, quel gol di Zanetti allo scadere della partita che ci

ha scucito lo scudetto che ave-vamo quasi del tutto appunta-to sulle maglie. Era una grande Roma, quella, la stessa che spe-ro di vedere stasera, anche se è poco confortante, vederla dalla panchina. Non si sa mai, nella vita. Il mister potrebbe avere una coraggiosa intuizioni e gettarmi nell’agone della battaglia, per-ché battaglia sarà, per la posta in palio troppo importante per en-trambe le squadre”. Madonnina e San Pietro stanno a guardare senza lasciare trapelare nessun segno di partigianeria, ma già sanno, ovviamente, che non ci sarà tregua pallonara tra la Lupa ed il Biscione. San Siro, intanto, ha approntato per bene lo scena-rio per una sfida che tutti spera-no possa essere degna del blaso-ne delle due squadre. Noi pure.

Lazio-Milan chiuderà la domenica calcistica ma non l’undicesima gior-nata che si concluderà,

campionato sempre più spezzati-no, lunedì con gli incontri Chievo-Sampdoria e Palermo-Empoli.

domaNi l’olimpico ospiteRà i RossoNeRi

doppia sfida sUll’asse milaNo-Roma

dopo l’aNticipo del meazza che

ospita i GialloRossi

sbagliare e si affiderà, quasi in toto, al 4-3-3 che ha avuto la meglio sul Chievo Verona. Cambio obbligato a causa dell’infortunio rimediato da Ignazio Abate, come terzino de-stro vedremo Mattia De Sciglio. Tra i pali confermata la fiducia al beby portiere Gianluigi Donnarumma, Diego Lopez si starà mangiando il fegato. In difesa indovinata la cop-

Si prospetta un bel match quel-lo dell’Olimpico dove il Milan è chiamato a confermare di aver superato il difficile inizio di que-sta stagione e la Lazio, reduce dal-la beffarda sconfitta di mercoledì scorso contro l’Atalanta, chiamata al pronto riscatto per restare in scia al groppone di testa. Occhio Milan, i biancocelesti all’Olimpi-co non hanno mai perso in que-sta stagione. Rossoneri, dunque, alla ricerca di conferme dal punto di vista del risultato, due vittorie consecutive ricaricano il morale a dovere. Ma attenzione, l’undici di Stefano Pioli non si presenta mai quale vittima sacrificale e ven-derà cara la pelle, anzi le piume. Sinisa Mihajlovic sa che non può

pia centrale Alex-Romagnoli e Luca Antonelli a sinistra. A centrocampo confermati Riccardo Montolivo a dettare i tempi, Juraj Kucka e An-drea Bertolacci. Confermato anche il tridente d’attacco Alessio Cerci, Car-los Bacca e Giacomo Bonaventura. Ancora fuori rosa Menez e soprat-tutto Mario Balotelli mentre in pan-china si farà rivedere M’Baye Niang. La Lazio si schiererà con lo stesso modulo, assenti Stefan De Vrij, Mar-co Polo e Keita, Matri a disposizione e pronto a dare il personale contri-buto se chiamato in causa da Pioli. In campo vedremo sicuramente Lu-cas Biglia, Antonio Candreva, Felipe Anderson, Miroslav Klose, Marchet-ti, Basta, Mauricio, Gentiletti, Radu e Onazi.

sabato 31 ottobre 2015 Stadio5.it8

Giovanni Labanca

Vita di CLUB Succede anche a Brughe-rio, bella cittadina alle porte di Milano, dove la popolazione è mobilitata

anche in opere di bene e raccolta fondi da destinare ai più biso-gnosi. L’Inter Club Black & Blue-Legend, come avviene ormai da anni, organizza un proprio ga-zebo nerazzurro che diventa un punto di riferimento per i soci che vi possono ritirare tessera e sciarpa e per molti altri tifosi nerazzurri brugheresi che han-no l’opportunità per iscriversi al club, come per esempio Marco

Paesi che vai, Feste patronali che trovi

Magni, Assessore al Commer-cio di Brugherio, grande tifoso nerazzurro. Nell’occasione, per festeggiare i cinque anni di vita del club, è stato anche presentato in anteprima assoluta il nuovo striscione che sarà esposto sugli spalti di San Siro già da stasera. La grafica dello striscione è stata scelta tra sei diverse opzioni, con un sondaggio online tra i soci e tra i fan sulla nostra pagina fa-cebook. Hanno risposto in mol-tissimi ed il risultato è quello che vedete nella foto pubblicata.

Bussero non è solo una delle fermate della linea verde della metropoli-tana milanese, ma è an-

che un bel centro urbano, metà agricolo e metà moderno, ma sempre fedele alle antiche tra-dizioni padane. Vi opera anche un attivissimo Inter Club, che, ben inserito nel felice contesto sociale del comune, non manca mai di partecipare ad eventi, da cui possano trarre benefici gli abitanti tutti. In occasione della festa del comune di Bussero, che si è tenuta domenica 11 Ottobre, ha organizzato, infatti, un gaze-bo per promuovere le attività che il sodalizio, presieduto da Enzo Muscarelli, organizza da cin-quant’anni sul territorio. Tanti i

INTER CLUB BUSSERO

soci intervenuti e tanti gli appas-sionati nerazzurri che lo hanno visitato e che, grazie a questo ga-zebo, hanno potuto conoscere le esperienze che Fc Internazionale

e il Centro Coordinamento Inter Club organizzano per i propri associati, di carattere sportivo e sociale, perché, fanno giusta-mente notare gli amici di Busse-

ro, il tifo e lo sport sono anche segni di sana convivenza civile. Ad maiora.

9sabato 31 ottobre 2015 Stadio5.it

INTER CLUB Ospiti a San SiroIl Centro Coordinamen-

to organizza, ad ogni partita casalinga, un

programma speciale per gli Inter Club. Per questi, l’e-vento rappresenta una festa molto apprezzata, perché hanno la possibilità di vive-re, all’interno di San Siro, le emozioni stesse che provano i giocatori. A fine partita

Inter-Juventus, rappresen-tanti degli Inter Club della Sicilia e della Sardegna, nel cuore dello stadio, hanno preso parte ad un entusia-smante Meet & Greet, che, spiegato in parole povere, vuol dire un incontro molto ravvicinato con personag-gi famosi. In questo nostro caso specifico, si è trattato

di essere faccia a faccia con Felipe Melo, che, di buon grado, si è intrattenuto con i tifosi giunti da tanto lon-tano e ai quali si è volentie-ri concesso per foto ricordo e firme di autografi. Anche così, si avvicina la tifoseria alla squadra che ha sempre tanto bisogno del loro affet-tuoso apporto di tifo.

La ripresa del campiona-to coincide anche con le attività del Centro Co-ordinamento e dei suoi

collaboratori, a cominciare con il raduno tra tutti i vari coordi-natori regionali degli Inter Club.Si è svolta domenica 18 ottobre, infatti, la riunione dei Coordi-natori Inter Club che si è tenuta, prima della partita con la Juven-tus, nella sala stampa di San Siro, per un importante momento di confronto, fare il punto sulla stagione passata e per condivide-re lo sviluppo e la crescita della famiglia Inter Club, per il futuro immediato.Oltre ai rappresentanti di tutte le regioni italiane e delle province lombarde, erano presenti Da-vid Garth - Venue Commercial Director - e il team del Centro Coordinamento Inter Club, con il segretario Nicola Ranieri ed i funzionari Valerio Bressani, Alessandro Lana e Andrea Vi-glieno.

cooRdiNatoRii N t e R c l U BLugaresi; Friuli Venezia Giulia, Marco Zuliani; Lazio, Mauro Ba-silico; Liguria, Claudio Restelli; Lombardia (mi,mb), Giovan-ni Giuffrida; Lombardia (bg), Rosella Cremonesi; Lombardia (bs), Adamo Ghidini; Lombardia (cr,lo), Ettore Bettinelli; Lom-bardia (lc), Roberto Colnaghi; Lombardia (mn), Chiara Cobel-li; Lombardia (co), Enrico Bello; Lombardia (PV), Enzo Rubino;

Lombardia (so), Daniela Nani; Lombardia (va), Patrizio Alfieri; Marche, Mario Montesi; Molise, Francesco Lanotte; Piemonte, Vincenzo Novembre; Puglia, Giovanni Pezzuto; Sardegna, Gavino Giordo; Sicilia, France-sco Scuderi; Toscana, Fernando Fanci; Trentino Alto Adige, Da-niela Casagrande; Umbria, Carlo Castori; Veneto, Andrea Rizzi.

Tanti sono stati gli argomen-ti toccati e condivisi, grazie ai feedback dei rappresentanti sul territorio del mondo Inter Club, che uniti alle tante novità crea-te dal Centro Coordinamento, puntano a migliorare sempre di più i rapporti con i soci iscritti, quasi 110mila, e valorizzarne le

capacità di organizzazione e tifo visto che sono proprio loro, con la passione che li contraddistin-gue e li anima, il vero motore ca-pace di portare i colori nerazzur-ri ovunque nel mondo e sempre più in alto.Ecco i coordinatori nazionali, ai quali Stadio5 augura un magni-

fico lavoro, per il loro impegno in nome della Beneamata.Abruzzo, Alfredo Amante; Ba-silicata, Ludovico Iannotti; Ca-labria, Giandomenico Amodeo; Campania, Adriana de Leva; Emilia Romagna (pc, pr, re, mo, bo, fe), Antonio Arata; Emi-lia Romagna (ra,fc,rn), Oreste

Giovanni Labancadi

sabato 31 ottobre 2015 Stadio5.it10

Campionato

Giù alNord

Si comincia col derby della Mole, oggi alle 18.00, con una Juventus dal dente avvelenato per la scon-fitta infrasettimanale col Sassuo-lo. Il Toro, però, non è da meno considerando il 3-3 incassato in pieno recupero dal Genoa. Per la Vecchia Signora si parla di ulti-ma spiaggia, dal momento che il divario con le prime in classifi-ca, dopo il passo falso di Reggio Emilia, è diventato molto preoc-cupante. Dodici punti neanche

INTER A CACCIA DEL NUOVO SORPASSOQuesta sera i ragazzi di Mancini provano ad abbattere la Lupa

il più pessimista dei tifosi bian-coneri lo avrebbe immaginato e di conseguenza per Buffon e compagni diventa determinante la vittoria col Torino. A San Siro l’Inter, rilanciata dal successo col Bologna, prova il controsorpas-so di una Roma che sta regalan-do sogni meravigliosi ai propri sostenitori. L’undici di Garcia è una autentica macchina da gol e l’Inter dovrà fare parecchia attenzione per non cadere sot-

to i colpi di Pjianic e compagni. Mancini, inutile nasconderlo, è molto preoccupato anche se la difesa nerazzurra dopo il poker incassato dalla Fiorentina sem-bra aver riordinato le idee. Nel gruppone di testa, insieme all’In-ter ci sono Fiorentina e Napoli, la prima è impegnata domani a mezzogiorno con lo scatenato Frosinone vincitore all’ultimo minuto col Carpi quattro giorni fa, il secondo all’assalto di Ma-

rassi per portare altro fieno in cascina col Genoa dopo il 2-0 del San Paolo col Palermo. Occhio alle due ex piccole del campiona-to, ora diventate grandi, Sassuolo e Atalanta. I bergamaschi sfide-ranno al Dall’Ara il Bologna di Roberto Donadoni, subentrato ad Elio Rossi mentre la squadra di Di Francesco, reduce dalla clamorosa vittoria con la Juven-tus, affronterà al Friuli l’Udinese. Prova del nove nella serata di

domani per il Milan all’Olimpi-co contro una Lazio frastornata dal capitombolo di Bergamo con l’Atalanta. E’ la prova del nove per i rossoneri che dovrà chia-rire a fondo la forza di questa squadra partita col piede storto rispetto alle aspettative di pre-

campionato. Chiude il cartellone dell’undicesima giornata la gara del Bentegodi fra il Chievo e la Sampdoria mentre l’Empoli, re-duce dal pareggio con i blucer-chiati sarà a Palermo per tentare un altro piccolo sprint.

Non è possibile che un momento così esaltante venga ro-vinato dalle idiozie

di Insigne e Mertens. Il loro comportamento da stolti ha guastato una serata che ci ha visto vincere per la quinta vol-ta consecutiva, con un classico due a zero, contro un Palermo coraggioso, tonico che non si è mai arreso. Spero che la società prenda subito provvedimenti nei confronti di questi signo-ri: non si rompe il giocattolo per le manie di protagonismo di due deficienti. Le squadre si chiamano così proprio perché si tratta di collettivi, quindi se a qualcuno di questi stupidi, non sta bene la situazione, fos-si in De Laurentis, li cederei

s a R R i f a m a N G i a R e d U e B a B à a i c U G i N i s i c i l i a N i , ta N t o p e R G R a d i R eimmediatamente; come ha detto Gonzalo Higuian: ”Siamo tutti importanti ma nessu-no indispensabile”. Non è ammissibile che si possa rompere il momento magico per l’indi-vidualismo e per l’ottusità di due fessi. Al di là di ciò, bisogna ammettere che, analizzan-do l’incontro, la partita non ha avuto storia: il Palermo non ha tirato in porta e non è ri-uscito a imbastire un’azione decente per me-rito del metodo e della voglia di vincere del gruppo partenopeo che si è reso ancora una volta favoloso, escludendo, le due penose sce-me di cui parlavo, quelle imbastite da Insigne quando è stato sostituito e da Mertens dopo la sua rete. Sono cinque vittorie di seguito, un filotto entusiasmante! La cosa, tra le tante, da sottolineare è che non stiamo incassando gol, dunque, in pratica, mai subiamo un avver-sario. E’ davvero una fase storica del Calcio Napoli! Il Pipita ha realizzato un gol dei suoi, la sua famosa “Cagliosa”, stavolta non terra-aria ma Terra-Terra; il povero Sorrentino ha potuto solo raccogliere la palla, una volta en-trata in porta. Eppure i troppi pali, le troppe reti sprecate hanno fatto presagire cattivi mo-menti, tipo il pareggio della Sampdoria, ma

anche quelli sono stati sfatati definitivamente. Volendo sot-tolineare con un giudizio quel-li che, di solito, non giocano come titolari, se non in Euro-pa, diciamo: bene Vald Chiri-ches, bene El Kaddouri, bene ma con discontinuità Mertens, sufficiente David Lopez. C’è da dire che Maurizio Sarri ha dav-vero fatto miracoli, ha trasfor-mato la mentalità dei calciatori convertendoli da ballerine di can can a gladiatori ferocissimi e ha ricostruito molti calcia-tori che sembravano vecchie ciabatte o acquisti sbagliati; già solo per questo andrebbe ringraziato da qui alla fine del campionato, per avere rimesso in sesto il capitale sociale.  Di Higuian ho già detto, ma anche altri si sono davvero tramuta-ti, come ad esempio Jorginho che da calciatore fumoso, sotto Benitez, pare ora la reincarna-zione di Paulo Roberto Falcao. Da sottolineare la crescita tat-tica e fisica davvero elevata di Raul Albiol, che fino a qualche settimana fa era considerato una specie di bidone iberico e la voglia di tornare a giocare di Josè Maia Callejon che era

scomparsa. Bene, ancora, a tut-to il reparto difensivo. Un gra-zie ai tifosi che hanno sentito l’obbligo e avuto la sensibilità di ricordare, dando il loro so-stegno, con un magnifico stri-scione, la tragedia del Sannio alluvionato. Domenica ci tocca la trasferta in Liguria, contro i nostri amici genoani, tifoserie gemellate dalla notte dei tem-pi. La partita sarà un’altra fi-nale. L’intensità del gioco degli uomini di Giampiero Gaspe-rini è l’arma migliore del club genovese, specie tra le mura amiche, dove non viene con-cesso quasi nulla agli avversari. In campo ritroveremo, come avversari, Blerim c Džemaili e Goran Pandev,  due ex che hanno fatto bene in Campa-nia, sotto la conduzione di Valter Mazzarri. I due uomini certamente giocheranno con il dente avvelenato, visto il trat-tamento in uscita che hanno ricevuto da parte del Napoli. Voliamo bassi, siamo ad appe-na un quarto di stagione, non è successo ancora niente, tranne per il fatto di vedere la Juventus li in fondo. Come è bello veder-la annegare!

11sabato 31 ottobre 2015 Stadio5.it

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sabato 31 ottobre 2015 Stadio5.it12

buco NERO

Luigi Sada

finestra sul mondo e dintorni

Lo scoop creato in labo-ratorio è l’ultima moda di alcuni giornali no-strani, veri specialisti

nel lanciare il sasso nello stagno o piazzare un bel condizionale o un punto interrogativo alla fine del titolo e, zac, si è al riparo da denunce e conseguenti guai giudiziari. E’ un bel vizietto a cui i giornali ricorrono spesso e volentieri, per perentori or-dini di scuderia che si possono far risalire a partiti politici o a variegati personaggi del mondo della finanza, il tutto per annien-tare scomodi concorrenti. Esem-pi del genere ne abbiamo letto e ne leggiamo ogni giorno, tanto che il lettore non si scandalizza più di tanto malcostume da ti-pografia. Il limite a questa nuova moda, che si pretende debba es-sere classificata libertà di stam-pa, è stato superato la settimana scorsa dal QN, Quotidiano Na-zionale, che ha sparato con ter-rificanti bordate la notizia esclu-sivissima che dava il Papa per spacciato, perché colpito da un

seRietà di stampa Vo’ ceRcaNdo ch’è sì RaRa

Giovanni Labanca

Attualità

tumore al cervello che, tanto per essere più precisi e rassicuranti, ha definito “benigno”. Sappiamo tutto il gran putiferio che ne è se-guito e come lo stesso organo di stampa non abbia insistito più di tanto perché non in possesso di nessuna cartella clinica ufficiale, ma, miseramente solo di alcune foto di una presunta visita di un luminare della medicina e chi-rurgia giapponese in Vaticano. Cribbio, si saranno detti in re-

forza essere ammalato e di quella brutta malattia. Non sappiamo quante copie in più abbia ven-duto nei due giorni di “battage”, ma è evidente che la figuraccia rimediata è stata tale da attirare una pesante maledizione sulle rotative infedeli da meritarsi, dritto dritto, un caldo posticino all’inferno. A parte gli strascichi ed ammesso, per assurdo, che realmente il paziente, in tutti i sensi, Francesco avesse davve-

orbi. Anche in questo caso, la deontologia professionale di una categoria che si pone ad di sopra di ogni regola, avrebbe suggerito una maggiore cautela nel darne la notizia. Alcuni lo fanno, tanti altri invece no, sempre in nome della tanta decantata libertà di stampa che equivale, in Italia soprattutto, a sputtanare chiun-que si voglia, magari solo estra-polando qualche frase da inter-cettazioni telefoniche che, lungi da essere tenute ben chiuse nei cassetti delle Procure, vengono

in un lampo passate da infedeli e prezzolati cancellieri a giornali amici, a discapito stesso del buon corso della giustizia. Ne abbiamo fin troppo piene le tasche di que-sti casi che hanno trasformato i giornali in bollettini di guerra infarciti solo di puro scandali-smo, peggio degli squallidi roto-calchi per femminucce assetate di morbosi pettegolezzi. Il caso in questione, quello del Papa, sembra ormai chiuso, ma non abbiamo letto né di scuse né di ritrattazioni, tanto poi il tem-

po cancella tutto. E la libertà di stampa sarebbe stata tutta qui? Lasciamo perdere, per favore, perché dovremmo scomodare fi-losofi e pensatori di ogni tempo per far capire che libertà, intesa come volete, deve sempre coinci-dere, inequivocabilmente, anche con un’altra bella parola di cui si è persa traccia nel tempo: serie-tà. Dio salvi il Papa e, giacché c’è, perdoni anche tanti giornalisti, che non sempre sanno quello che fanno, o meglio quello che scrivono.

dazione, se sotto il Cupolone ci va un simile personaggio, lo avrà fatto solo perché qualcuno, là sotto, nella sacre stanze, ha avu-to un bisogno immediato di una visita specialistica per tumore al cervello. Il Papa, in poche paro-le, per la proprietà transitiva di scolaresca memoria, deve, per

ro avuto quel malefico morbo e trattandosi anche di una persona qualunque, come noi, tanto per intenderci, sarebbe stato tanto saggio, infrangerne la sacra pri-vacy? Avrebbe avuto senso solo se l’Ufficio Stampa della Santa Sede avesse diramato il classi-co comunicato ad usum urbe et

Brutte notizie per quanto concerne l’I-sis. Secondo Mosca i Jihadisti del califfato

sono in possesso delle tecno-logie per produrre armi di di-struzione di massa, cioè quelle chimiche. Lo ha detto all’agen-zia Tass il capo dipartimento per la non proliferazione delle armi del ministero degli esteri russo Ulianov. In effetti sembra si siano registrati molti casi di uso di armi chimiche in Siria e in Irak da parte dell’Isis. I cac-cia russi continuano a martel-lare le postazioni dell’Isis ma Ulianov si è detto molto preoc-cupato anche perché l’esercito siriano, quello regolare di As-sad, è ancora in fase di costru-zione e lontano dall’impiego concreto militare. Ulianov ha aggiunto che il governo siriano ha completato, comunque, l’e-liminazione delle proprie armi chimiche, in modo da chiudere ogni polemica con l’Europa e soprattutto con gli USA, dove Obama ha fatto rimarcare più

peRicolo atomico peR l’eURopa, secoNdo moscaL’ISIS sembra stia per produrre armi chimiche

volte l’assenza di iniziative da parte del governo di Damasco per questo problema. “Sono state portate fuori dalla Siria le armi di distruzione di massa -ha detto il portavoce di Assad- è rimasto solo l’1% da distrug-gere”. Intanto ha del clamoroso la scoperta di un altro militare israeliano nelle file dall’Isis. Lo ha comunicato una fonte mi-litare irachena. A Gerusalem-me sono tutti sconcertati per questa notizia, che però verrà verificata a fondo nei prossimi giorni.

13sabato 31 ottobre 2015 Stadio5.it

Nasce sui Monti Lat-tari il Provolone del Monaco. Il formag-gio con la lacrima

particolarmente apprezzato dai palati più fini che dona lustro alla produzione lattiero-casearia della provincia di Napoli. LA TRADIZIONE Le origini del nome Provolone del Monaco sono ancora incerte, tanto che ancora oggi per la sua interpre-tazione si ricorre alla tradizione orale che ha tramandato nume-rose leggende legate al modo di chiamare questo formaggio. C’è la storia del casaro sopranno-minato il Monaco che, in alcuni periodi dell’anno, portava ottimi provoloni. E c’è la versione che fa riferimento alla similitudine tra le bisacce utilizzate un tempo dai commercianti di prodotti caseari con quelle indossate dai frati di questua per la raccolta delle of-ferte. Ed, infine, c’è la leggenda del frate casaro che, innamo-ratosi di una vedova, si spogliò delle sue vesti per vivere il suo sentimento. L’interpretazione più accreditata resta, comunque, quella che associa il riferimento al monaco al pastrano con cap-puccio, simile a quello dei mo-naci appunto, con il quale si co-privano i pastori che scendevano dai Monti Lattari per imbarcarsi alla volta di Napoli. Quel che è certo è che l’autentico Provolone

‘O provolone do monacoSuoni eSapori

Suoni e sapori del Mediterraneo

n o n s o l o c a l c i o

del Monaco è quello prodotto ad Arola, frazione del comune di Vico Equense, secondo una ricetta tramandata per secoli di generazione in generazione, sin da quando, nel XVIII secolo, al-cune famiglie di pastori del Vo-mero si trasferirono sui Monti Lattari a causa del processo di urbanizzazione. Proprio tra i verdi pascoli della zona di Vico Equense, e di Arola in partico-lare, si specializzarono nella la-vorazione di questo particolare tipo di caciocavallo.LA DENOMINAZIONE Dal 2010 il Provolone del Monaco è commercializzato con la pre-stigiosa certificazione DOP. Per potersi fregiare di tale marchio, ogni singolo formaggio deve rispondere a rigorosi requisiti legati alla forma, alle caratteri-stiche organolettiche e alla zona di produzione. In particolare, ognuno di essi deve stagiona-re per almeno sei mesi, avere la forma di un melone allungato o di una pera senza testina di peso compreso tra i 2,5 e gli 8 chilo-grammi, ed essere prodotto in uno dei 13 comuni della provin-cia di Napoli indicati nel Disci-plinare.LE CARATTERISTICHE Si trat-ta di un formaggio stagionato a pasta filata e semidura ottenuto da latte vaccino crudo. E’ carat-terizzato dal particolare metodo di stagionatura che prevede la sospensione delle forme legate a coppie con appositi legacci in ambienti freschi, areati e al ripa-ro dalla luce del sole. La super-ficie di ogni provolone è solcata

dalle insenature nelle quali pas-sa il cordino di rafia con il qua-le vengono appesi e che creano sulla forma una suddivisione in minimo sei spicchi. La cro-sta, dura e liscia, è leggermente screpolata e racchiude una pa-sta dura e di colore giallo crema caratterizzata dalla cosiddetta “lacrima” che si può individua-re, nelle forme più stagionate, nelle lievi occhiature ad occhio di pernice che le punteggiano. Si distingue per il sapore dolce e aromatico che tende a divenire sempre più deciso e piccante con il protrarsi della stagionatura che non deve essere inferiore ai sei mesi. Al termine del periodo di maturazione le forme dovranno mantenere un peso che rispetti le disposizioni del Disciplinare. Una volta tagliato, deve essere conservato in frigorifero sino ad un massimo di 90 giorni. LA PRODUZIONE E’ questo un formaggio a produzione limitata che si attesta sulle 40 tonnella-te l’anno. La metà di esse viene lavorata sul territorio di Vico Equense e quello di Arola, più pregiato, viene spesso venduto su prenotazione. IL TERRITORIO Vico Equense, comune di origine del Provolo-ne del Monaco, è una località di grande fascino che rappresenta un ottimo punto di partenza per visitare una zona della regione estremamente ricca di attrattive. A cominciare dalla caratteristica chiesa della Santissima Annun-ziata, abbarbicata su un costone roccioso a strapiombo sul mare, presenta una facciata in stile ba-

rocco che cela, invece, un inter-no in stile gotico, rarissimo lun-go la Costiera Amalfitana. Molto suggestivi anche il santuario di Santa Maria del Toro, e quello di San Michele Arcangelo sul Mon-te Faito, costruito nei pressi del luogo in cui l’arcangelo Michele apparve ai santi eremiti Catello e Antonino. Oltre a luoghi religiosi di grande valore storico ed arti-stico, Vico Equense vanta anche un imponente castello medieva-le, quello di Giusso, oggi adibito a location per cerimonie, mee-ting e mostre d’arte. Ma il paese è anche una località di interesse archeologico. Durante la costru-zione di alcuni palazzi negli anni sessanta e settanta, infatti, è stata rinvenuta una necropoli che ha fornito una enorme quantità di testimonianze e reperti esposti presso il museo Antiquarium Silio Italico. Da non perdere le rilassanti Terme dello Scrajo e le spiagge punteggiate dalle tor-ri di vedetta. Sulla spiaggia del Pezzolo, invece, sono adagiati i ruderi di un’antica villa romana

mentre, nei pressi del confine con Castellammare di Stabia, è possibile ammirare il suggestivo banco di Santa Croce, una secca di profondità compresa tra i 9 e i 60 metri sulla quale dimorano numerose specie animali e vege-tali, tra cui il corallo rosso. Ar-rampicandosi sui Monti Lattari, invece, la frazione di Arola, che ha dato i natali al Provolone del Monaco, offre magnifici punti panoramici dai quali osservare le bellezze della Costiera Amal-fitana, sulla Penisola Sorrentina e sul Golfo di Napoli. In questa zona è possibile intraprendere numerosi itinerari escursionisti-ci grazie ai quali esplorare luo-ghi caratteristici ed affascinanti come la frazione di Santa Maria a Castello o le vette più alte dei Monti Lattari, tra cui il monte Comune, il Faito e Sant’Angelo. LA CULTURA Sebbene ven-ga prodotto in diversi comuni della provincia di Napoli, l’au-tentico Provolone del Monaco è quello confezionato ad Arola, la frazione di Vico Equense dove

il formaggio ebbe origine. Qui, ogni anno, si tiene un’interessan-te sagra della durata di 3 giorni dedicata ad un altro formaggio locale, il Riavulillo, ma duran-te la quale è possibile non solo gustare il vero Provolone del Monaco e e un’ottima porchet-ta, ma anche scoprire i prodotti dell’artigianato locale con un al-legro sottofondo musicale creato dai gruppi che si esibiscono sul sagarto della chiesa di Sant’An-tonio. IN CUCINA Consumato soprat-tutto come formaggio da tavola, è spesso apprezzato dai palati più raffinati. Può arricchire di-verse preparazioni gastronomi-che ma il classico abbinamento con il pane casereccio ne esalta al meglio le caratteristiche aro-matiche e gustative. Si sposa con vini rossi molto corposi e invec-chiati come, ad esempio, il Mon-tevetrano. Il tipo invecchiato sei mesi può essere accompagnato gradevolmente anche con vini locali come il Gragnano o il Let-tere della Penisola Sorrentina.

sabato 31 ottobre 2015 Stadio5.it14

15sabato 31 ottobre 2015 Stadio5.it

RiccardoSada

Musica DANCE, SHOUT TURN AROUND

Joe T Vannelli is back!

Nei giorni scorsi è

stato infatti presenta-

to in anteprima mondiale il

video del suo nuovo singolo

“Dance Shout Turn Around”,

featuring Helen & Terry,

che vantano nomination ai

GRAMMY® come artiste e la

vittoria ai GRAMMY® mede-

simi in qualità di produttrici e

songswriter. Il disco concorre

ai Grammy Awards medesi-

IL NUOVO DISCO E IL NUOVO VIDEO DI JOE T VANNELLImi, in programma il prossimo

febbraio a Los Angeles. E pro-

prio in questi giorni il video

è disponibile su Youtube e su

tutti i canali musicali. “Dance

Shout Turn Around” è il pri-

mo singolo del nuovo album

di Jtv, la cui uscita è prevista

per la primavera 2016. Nel

frattempo Jtv prosegue con

il suo programma radiofoni-

co Slave To The Rhythm, in

onda tutti i sabato sera dalle 7

alle 8 su radio m2o, la più im-

portante radio dance italiana

e trasmesso in versione ingle-

se in tutto il mondo. Questa

estate STTR ha raggiunto il

prestigioso traguardo delle

500 puntate, così come nelle

scorse settimane le puntate

della versione italiana hanno

superato quota 200. Il tut-

to all’insegna del più celebre

motto vannelliano, “House

Forever”.

Il sesto album degli Ai-rway, la cui uscita è pro-grammata per ottobre 2015, si chiamerà “Al-

dilà”. Il titolo vuole riflettere l’atmosfera e le scelte artisti-che presenti nel disco: rock alternative caratterizzato da atmosfere malinconiche e

sesto alBUm deGli aiRway: aldilà“Aldilà”, con una lunga gestazione mai sperimentata dalla band (più di un anno di scrittura sospendendo l’attività live per concentrarsi appieno sulla composizione) rappresenta la volontà degli Airway di andare “oltre” in tutti i sensi e trasci-nare con sé l’ascoltatore.

sognanti, sperimentazione di nuove sonorità “lontane” grazie all’inserimento di stru-menti mai utilizzati prima dalla band (tabla, armonium e flauto bansuri provenien-ti direttamente dall’India e portatori di una grande forza suggestiva) ed una particolare

attenzione ai testi: le liriche spesso ermetiche sono forma-te da istantanee di momenti, volendo sottolineare l’esigen-za di una ricerca interiore che porta spesso a guardare “oltre” ciò che è visibile agli occhi; il tema della morte ritorna in diverse canzoni con connota-

zioni sempre differenti poiché “di questo tema oggi sembra siano tutti spaventati a parla-re, quando invece basterebbe sensibilizzare un po’ di più le persone sul più grande mistero con cui dobbiamo confrontarci ogni giorno per dare un signi-ficato più forte ed importante alla vita che viviamo quotidia-namente “.La produzione si è divisa tra Sandro Franchin (noto per aver lavorato con artisti come Japan, Simply Red, Vin-

nie Colaiuta e molti altri), il giovane e talentuoso Paolo Bertoncello del Putrefashion Studio di Lendinara (RO) e Maurizio Baggio dello stori-co Hate Studio di Rosà (VI) a cui la band si affida da sem-pre per i suoi lavori. “Alidlà” annovera poi collaborazioni artistiche con Nicola Manzan (Bologna Violenta, Il Teatro degli Orrori, Baustelle) agli archi su “Cactus” e sulla title track “Aldilà” e Ricky Bizzar-ro (cantautore, poeta veneto e

leader della storica rock band Radiofiera) autore di “Bril-lo più di te”, scritta da Ricky appositamente per gli Airway ed arrangiata dalla band stes-sa. “La malinconia ha una connotazione totalmente di-versa dalla tristezza; questo disco è malinconico, è come quando sorridi appena, ri-cordandoti di qualcosa ormai passato e che, probabilmente, ritroverai in un altro luogo ed in un altro tempo”.

EditoreEdizioni SBMVia Domodossola, 21 MilanoTel/fax 02.36563906Sito internetwww.stadio5.it

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Collaboratori: [email protected] Andrea Anelli, Bianca Ara, Marjlja Bisceglia, Severa Bisceglia, Alessandra Caronni, Debora Cheli, Aldo Colombo, Lara Comi, Luca De Franco, Giovanni Labanca, Marby, Fiore Marro, Sandro Mazzola, Toni Morandi, Christopher Nasso, Enzo Occhiuto, Marco Papetti, Paolo Pirovano, Daniel Rizzo, Luigi Rubino, Luigi Sada, Riccardo Sada, Pino Sardiello, Laura Tangari, Emanuele Tremacere, Daniela Veronese, Gustavo Vitali, Federico Zanon.

Registrazione del Tribunale di Milano: n° 446 del 3 agosto 2011