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N° 3 SETTEMBRE - DICEMBRE 2013

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N° 3 SETTEMBRE - DICEMBRE 2013

La Fondazione è costituita in memoria di Domenico Chiesa, su iniziativa degli eredi Antonio, Italo e Maria.Domenico Chiesa, che nel 1951, oltre ad esserne promotore, aveva redatto la bozza di statuto del primo Panathlon club, e che nel 1960 è stato tra i fondatori del Panathlon International, aveva espresso in vita il desiderio, pur tecnica-mente non vincolante per gli eredi, di destinare una parte del suo patrimonio all'assegnazione periodica di premi ad opere artistiche ispirate allo sport, oltre che ad iniziative e pubblicazioni culturali finalizzate ai medesimi obiettivi del Panathlon.Nella costituzione della Fondazione, accanto al cospicuo contributo degli eredi Chiesa, va ricordata la generosa parte-cipazione dell'intero movimento panathletico attraverso moltissimi club e l'intervento personale di molti panathleti, riuscendo ad offrire alla Fondazione le condizioni necessarie per esordire nel mondo dell'arte visiva in modo presti-gioso ed eclatante: l'istituzione di un premio realizzato in collaborazione con uno degli organismi più rilevanti a livello mondiale, La Biennale di Venezia.

Lo spirito e gli ideali

Il Consiglio Centrale del Panathlon International, in data 24 settembre 2004,considerata la necessità d’incrementare il capitale della Fondazione ed onorarela memoria di uno dei soci fondatori del Panathlon ed ispiratore della stessa,nonché suo primo finanziatore, ha deliberato d’istituire il “Domenico ChiesaAward” da assegnare, su proposta dei singoli club e sulla base di appositoregolamento, ad uno o più panathleti o personalità non socie che hanno vissutolo spirito panathletico. In particolare, a coloro che si sono impegnati nell’affermazionedell’ideale sportivo e che abbiano apportato un contributo eccezionalmente significativo:

Domenico Chiesa Award

Alla comprensione e promozione dei valori del Panathlon e della Fondazioneattraverso strumenti culturali ispirati allo sport

Al concetto di amicizia fra tutti i panathleti e quanti operano nella vita sportiva,grazie anche alla assiduità e alla qualità della loro partecipazione alle attività

del Panathlon, per i soci, e per i non soci concetto di amicizia fra tutte le componentisportive, riconoscendo negli ideali panathletici un valore primario

nella formazione educativa dei giovani

Alla disponibilità al servizio, grazie all’attività prestata a favore del Clubed alla generosità verso il Club o il mondo dello sport

Italo Chiesa - Venezia 20/10/2004Martino Pizzetti - Parma 15/12/2004

Paolo Chiaruttini - Venezia 16/12/2004Bruno Battistella - Vittorio Veneto 27/05/2005

P.Luigi Ferdinandi - Latina 12/12/2005Gelasio Mariotti - Valdarno Inferiore 19/02/2006

Sergio Prando - Venezia 12/06/2006Yves Vanden Auweele - Brussel 30/11/2006

Massimo Zichi - Latina 11/12/2006Viscardo Brunelli - Como 13/12/2006

Giampaolo Dallara - Parma 15/12/2006Fabio Presca - Padova 03/03/2007

Giulio Giuliani - Brescia 19/06/2007Luciano Canavese - Crema 26/06/2007Avio Vailati Venturi - Crema 26/06/2007Sergio Fabrizi - La Malpensa 19/09/2007Cesare Vago - La Malpensa 19/09/2007

Amedeo Marelli - La Malpensa 19/09/2007 Fernando Petrone - Latina 10/12/2007

Vittorio Adorni - Parma 16/01/2008Dora De Biase - Foggia 18/04/2008

Albino Rossi - Pavia 12/06/2008Giuseppe Zambon - Venezia 18/12/2008

Maurizio Clerici - Latina 15/12/2008Silvio Valdameri - Crema 17/12/2008

Enrico Ravasi - Varese 21/04/2009Attilio Bravi - Bra 25/05/2009

Antonio Spallino - Como 30/05/2009Gaio Camporesi - Forlì 21/11/2009

Mons. Carlo Mazza - Parma 15/12/2009Mario Macalli - Crema 22/12/2009Livio Berruti - Vercelli 19/11/2010

Gianni Marchiol - Udine Nord Tiepolo 11/12/2010Mario Mangiarotti - Bergamo 16/12/2010

Mario Sogno - Biella 24/09/2011Mariuccia Vezzani Lombardini - Reggio Emilia 19/11/2011

Bernardino Morsani - Rieti 25/11/2011Roberto Ghiretti - Parma 15/12/2011

Fondazione Lanza - Udine Nord Tiepolo 1 17/12/2011Giuseppe Molteni - Varese 17/04/2012

Enrico Prandi - Modena 11/12/2012Sergio Allegrini - Udine Nord Tiepolo 17/12/2012

Don Davide Larice - Udine Nord Tiepolo 17/12/2012Piccolo Gruppo Evolution Polisp.Orgnano A.D.

- Udine Nord Tiepolo 17/12/2012Maurizio Monego - Venezia il 31/10/2013

Henrique Nicolini - Sao Paulo il 31/10/2013 Together Onlus - Nello Rega

- Udine Nord Tiepolo il 30/11/2013Enzo Cainero - Udine Nord Tiepolo il 30/11/2013

?Si fa presto a dire auguri. Meno facile è selezionare quelli giusti, in unmomento in cui non ci si può permetteremolto e non ci si può illudere su nulla. Noi cheviviamo l’atmosfera dello sport potremmoaugurare a chi lo ama un orizzonte sereno,sgombro dalle nubi del doping, dalle nebbie delle scommesse, dal peso plumbeo del Diodenaro come unità di misura dei valori in campo.

Potremmo augurare a tutti i bambini di incontrare genitori, maestri e dirigenti consapevoli che “giocare allo sport” è un diritto/dovere, non una graziosa concessione; non è un riempitivo per le ore del pomeriggio o della domenica e nemmeno il libro delle favole di chi sogna di scoprire in ogni bimbo il campione del secolo.

Potremmo augurare al calcio di perdere un po’ della sua arroganza e di liberarsi dell’immagine violenta che gli conferiscono tifosi non sportivi o sportivi falsamente tifosi. Ma potremmo anche augurare ai professionisti del calcio di tornare umani, agganciando la realtà in cui coltivano il proprio talento e accumulano le loro fortune. Cioè la gente comune che va allo stadio acquistando il biglietto con gli spiccioli rimasti per andare ad applaudire giocatori miliardari i quali, spesso, li ricambiano con uno spettacolo privo di etica e correttezza.

Potremmo augurare alle federazioni sportive di riuscire ad implementare i propri palmares senza dimenticare che la loro prima missione è contribuire a costruire una società migliore, favorendo l’educazione dei giovani allo sport come modello per la vita.

Potremmo augurare alla scuola di trovare finalmente un rapporto serio con lo sport non come semplice ora di ginnastica ma come materia fondamentale per lo sviluppo fisico ed intellettuale degli alunni.

Potremmo augurare al Brasile di riuscire a riemergere dalla doppia sbornia dei Mondiali di calcio 2014 e delle Olimpiadi del 2016 senza compromettere i destini di chi vive nelle favelas.

Potremmo augurare molte altre cose ma basta condensare tutto in un augurio globale al Panathlon affinché veda realizzate le sue idealità che illuminano orizzonti pieni di tutto ciò che si è detto sopra. La fantasia dei club con le loro iniziative e l’impegno dei dirigenti degli organi di diversi livelli lo meritano.Si è svolto in Ecuador il decimo Congresso Panamericano che ha confermato la passione per il Panathlon di tutti i soci degli otto distretti della zona “americana” .Si sono tenute a Rapallo riunioni del Comitato dei Presidenti di distretto e del Consiglio Internazionale per preparare i grandi eventi dell’anno prossimo.In maggio vi saranno il Congresso Internazionale e la cerimonia della consegna del Flambeau d’or. In autunno celebreremo il decennale della Carta di Gand.

Rapallo diventerà ancora di più la capitale del Panathlon.E il Panathlon sarà sempre più crogiolo di valori e di idee per alimentare il nostro sogno di inguaribili romantici di costruire un mondo migliore, partendo dallo sport.

Giacomo SantiniPresidente internazionale

Foto di copertina:A proposito di razzismo…Mai come nel 2013 sui campi di calcio si sono verificati episodi di razzismo. Dai cori di tifosi contro Mario Balotelli ed altri, colpevoli di avere la pelle nera, alle aggressioni in campo ad opera di giocatori miliardari i quali ritengono che nel loro stratosferico ingaggio sia compreso il diritto di dire negro di m... ad un avversario.Ma un razzismo peggiore colpisce milioni di bambini del terzo mondo ai quali è negato l’accesso ad uno sport vero come strumento di educazione psico-fisica e crescita civile.Contro questo “non sport” il Panathlon impegnerà tutte le sue forze.

quali auguri? 4•50 anni dopo il “rossovolante” di Maurizio Monego

6•Mercificazione e globalizzazione di Yves Vanden Auweele

8•L’educazione fisica nella scuola di Henrique Nicolini

10•Fare e non comunicare è come fare a metà di Giacomo Santini

14•La gente vuole vivere lo sport di Gerald Guskowski

16•Assemblea Generale 2014 e Rapallo Sport Festival

22•Distretto Italia e Special Olympics

23•Lo Sport un farmaco per i trapiantati? di Franco Cavaleri

24•Gli ultimi Don Chisciotte con una matita come lancia di Henrique Nicolini

26•F1 e calcio al cinema di Claudio Bertieri

28•Sentinelle sul territorio

29•Documento finale per il Consiglio Internazionale

30•Un percorso vita a L’Aquila di Marcello Marrocco

31•Addio a Rolly Marchi di Giacomo Santini

32•ICES di Paul de Broe

33•Lettere al Panathlon

34•Attività dei Club

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Attualità

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Il quartier generale dell’UNESCO ha aperto ancora una volta le sue aule per ospitare la cerimonia di consegna dei Premi Mondiali per il Fair Play. L’occasione questa volta era un po’ speciale. Ricorre infatti, in questo 2013, il 50° anniversario della fondazione del Comitato Inter-nazionale per il Fair Play. Il 5 Dicembre 1963 i rappresentanti di UNESCO (l’Or-ganizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura), AIPS (Association International de la Presse Sportive), ICSPE (International Committee for Sport and Phisical Education) e le quattro Federazioni Internazionali di Calcio, Lotta, Pallacanestro, Rugby, riu-niti al Cercle Interallié di Parigi costituirono il Comitato internazionale provvisorio per l’Organizzazione dei Trofei internazionali Pierre De Coubertin eleggendo il Bureau e affidandone la presidenza a Jean Borotra. La prima “uscita” di quel Comitato fu l’assegnazione del trofeo a Eugenio Monti, il rosso volante, che con il suo gesto permise a Tony Nash di aggiudicarsi l’alloro olimpico nel bob a due ai Giochi Invernali di Innsbruck 1964.

A ricordare i fatti salienti della storia, ma soprattutto il significato e il valore del Fair Play è stato l’attuale (dal 2000) Presidente del CIFP Jenő Kamuti, il quarto dopo il basco Jean Borotra, il tedesco Willi Daume e l’ivoria-no Louis Guirandou N’Diaye. La storia del CIFP, fatta di personaggi illustri e di persone che nello sport hanno saputo e sanno riconoscerne i valori, si intreccia con quella del Panathlon International a partire dagli Anni Settanta. Era il 1977 quando il Panathlon venne a cono-scenza della “Dichiarazione universale di Fair Play” che Jean Borotra aveva presentato come “Manifesto” alla

50 Anni dopo il “RossovolAnte”Consegnati a Parigi i Premi Fair Play 2013 ad atleti e dirigenti

maison de l’Unesco. Il Panathlon Club di Santiago (Cile), nato solo tre anni prima, fu il primo a cogliere ed enunciare (fine ottobre 1977) la piena concordanza tra i contenuti del Manifesto e le finalità del Panathlon, raccomandandone al Consiglio Centrale (Presidente Paolo Cappabianca) la pubblicazione nella Rivista uffi-ciale. Cosa che avvenne nel numero di gennaio 1978.

Un valore in pericoloNell’ampio dossier si legge il Manifesto nelle sue articolazioni: presentazione-premessa, l’analisi della nozione di Fair Play, un paragrafo sulle minacce gra-vanti sullo sport e sul fair play. Un ampio capitolo tratta sulle responsabilità dei partecipanti, dei genitori, degli educatori, delle organizzazioni sportive, di direttori tecnici e allenatori, di medici e assistenti, degli arbitri, dei poteri pubblici. Si parla anche della responsabilità dei giornalisti e di quella degli spettatori. Si presentano inoltre le azioni positive per una strategia di diffusione del Fair Play e si citano i grandi esempi del Fair Play. In appendice la storia e le opere del CIFP, per finire con i 15 articoli dello statuto. Uno statuto che sarebbe stato modificato nel 2006 con il determinante contributo di Antonio Spallino, divenuto nel frattempo Vice Presi-dente del CIFP. “Nel maggio 1978 il tema del Fair Play entra ufficialmente negli atti del Panathlon Interna-tional, in occasione della chiusura dell’Assemblea dei Presidenti dei 101 Club europei e americani riuniti a Napoli”, scrive Antonio Spallino nell’ultima delle tre edizioni che il P.I. ha pubblicato del Quaderno del Fair Play. Jean Presset e Antonio Spallino hanno saputo rappresentare autorevolmente nel tempo l’impegno panathletico in seno al CIFP e sono molti i loro contri-buti in tal senso. Da qualche anno chi scrive è entrato a far parte del Consiglio del CIFP ed ha fattivamente collaborato alla stesura del nuovo Manifesto (2011) ed ha prodotto la versione italiana del Manuale d’applicazione, nato dalla ricerca del prof. Albert Buisman (vedi nel sito del P.I. alla voce Attività / Documenti (FP) Fair Play).Recentemente un altro panathleta, molto impegnato sul terreno del Fair Play, Philippe Housiaux, Presidente del Club Wallonie-Bruxelles, è entrato a far parte del Consiglio CIFP e attua azioni molto importanti nel Belgio francofono.

simbolo di civiltàLa storia continua e cresce la necessità di adoperarsi per la diffusione del Fair Play e dell’educazione sportiva in generale. A sottolinearlo, nella circostanza della ceri

di Maurizio Monego

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monia di consegna dei Trofei mondiali, è stata Madame Katalin Bogyay, Presidente in carica della Conferenza Generale dell’UNESCO, che i panathleti presenti a Sira-cusa nel 2012 ricordano per il suo intervento all’ultimo Congresso Internazionale del P.I.Nel suo indirizzo di saluto la Presidente ha messo in evidenza l’importanza del Fair Play e dell’educazione sportiva come cardini della pacifica convivenza e della comprensione fra i popoli e le culture, ricordando il lavoro sinergico che l’Organizzazione svolge con le associazioni che operano in campo sportivo-culturale e l’impegno che negli ultimi anni l’UNESCO sta mettendo nella lotta al doping.I “laureati” di questa edizione (si riferisce all’anno 2012) sono di esemplare levatura per gesti, carriere e attività

di promozione. Jochen Wollmert, tedesco, medaglia d’oro nel Tennis tavolo ai Giochi Paralimpici di Londra ha ottenuto il Trofeo “Pierre de Coubertin” per aver fatto rettificare in due occasioni, in incontri diversi, le decisioni arbitrali a lui favorevoli. Il Trofeo “Willi Dau-me” per la promozione è andato al portoghese Carlos Gonçalves per l’attività ventennale svolta come fonda-tore e massimo dirigente del Movimento Europeo per il Fair Play. Sebastian Coe, a cui è andato il Trofeo “Jean Borotra”, ha commentato il filmato della sua carriera sportiva e raccontato della sua ultima sfida vinta: l’or-ganizzazione dei Giochi olimpici e Paralimpici di Lon-dra 2012. A consegnargli il premio sono stati Madame Bogyay e Philip Craven, Presidente CIP e membro del Consiglio CIFP.

In una edizione, che per motivi organizzativi, non aveva radunato i vincitori dei diplomi d’onore, una eccezione è stata fatta per l’oro olimpico di Londra e recordam mondiale dei 200 rana, l’ungherese Dániel Gyrta che dopo la vittoria aveva annunciato che una copia della medaglia sarebbe andato a consegnarla personalmente alla famiglia del suo amico rivale nor-vegese Alexandre Dale Oen, morto in aprile per infarto. Cosa che è avvenuta con grande risalto nel corso di una cerimonia pubblica svoltasi in Norvegia.

lA medAgliAAl RivAle moRto

I diplomi d’onore sono stati affidati ai Consiglieri del CIFP per essere consegnati nelle mani dei premiati dei rispettivi Paesi. Maurizio Monego ha consegnato il diploma a Fabio De Giacco, calciatore candidato dal Club di Como, per aver segnalato all’arbitro di essere lui ad aver toccato il pallone con la mano e non il suo avversario e di non aver quindi diritto a ricevere un rigore a favore. Un secondo diploma sarà consegnato a Bassano del Grappa a Pietro Cappellari, allenatore di Atletica Leggera, per l’esemplare carriera di educatore, prima che di tecnico, ispirata al fair play.

“ARbitRo,sono stAto io!!

Nelle foto alcune fasi della premiazione con Lord Sebastian Coe, Sir Philip Craven, Erdogan Aripinar, Renata Soliani

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Cultura

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Molti dei problemi degli sport moderni possono essere ricondotti a livello economico. Tuttavia questi fattori economici non avrebbero potuto avere un tale impat-to se non fossero stati confrontati con fattori sportivi intrinseci e recettivi. La ricerca dell’eccellenza per ottenere buoni risultati e per vincere sono gli impulsi sportivi che producono l’autostima, l’onore, il prestigio e il potere che sono le motivazioni più importanti per coinvolgere nello sport tutti i partecipanti del settore sportivo. Queste motivazioni sono le forze motrici dietro a tutta la pratica sportiva, le ragioni per cui lo sport attrae la gente. Esse costituiscono le caratteristiche principa-li dello sport e devono essere considerate come gli elementi funzionali che possono produrre gli effetti positivi attribuiti allo sport se non indeboliti da cause sportive esterne.

egocentrismo nello sportÈ inerente allo sport porre al centro se stessi, dedicarsi agli interessi delle squadre, al fine di battere l’avversa-rio. Un gioco o una competizione perde la sua essenza quando una delle parti coinvolte rifiuta di vincere o di sconfiggere l’avversario. L’egocentrismo è consentito nello sport o è sempre più presupposto.Tuttavia l’egocentrismo nello sport non è l’individuali-smo a ruota libera. È legittimo solo nella misura in cui viene visualizzato all’interno di una struttura e di regole rigide che vengono stabilite di comune accordo. Queste ultime includono i confini spaziali e temporali e pertanto forniscono una dimensione etica. Durante il gioco garantiscono le condizioni di equità; proteggono contro gli infortuni e stabiliscono adeguate sanzioni per aver infranto le regole. Dopo la partita tutti i gioca-tori, vincitori e vinti ritornano alla vita normale.

Rispettare i limitiI problemi sorgono solo quando si attraversano questi confini. Questo è il caso in cui le strategie specifiche di gioco e le tattiche sono utilizzate senza tali restrizioni o al di fuori del contesto di gioco, vale a dire al di fuori del ter-reno di gioco, tra tifosi o dirigenti dei club partecipanti.

La dimensione etica dell’impegno sportivo e la sua funzione formativa

Questo è anche il caso in cui lo sport diventa lavoro e le organizzazioni sportive sono orientate al profitto, quando alti stipendi e bonus sono pagati agli atleti agli allenatori e ai dirigenti e flussi ingenti di denaro sono legati alla vittoria, battendo i record e quindi alla competizione in sé. Per controllare o almeno per ridurre l’incertezza della competizione e la relativa incertezza del loro reddito, atleti, allenatori e dirigenti sono pronti a usare tattiche di gioco al di fuori del contesto di gioco.Sia i filosofi che gli psicologi hanno riferito la evidenza logica ed empirica per un collegamento tra egocentri-smo sfrenato e il comportamento non etico. Gli atleti percepiscono i loro avversari come ostacoli semplici che devono essere superati per raggiungere il loro obiettivo.Questa percezione è credibile per fornire a loro una giustificazione per un comportamento non etico. Gli arbitri, gli allenatori, gli atleti possono essere corrotti, gli atleti sono messi sotto pressione per giocare in modo più aggressivo.

i l romeno Marlan Dragulescu al vol teggio du-rante i mondial i d i g innast ica a tokyo.(KaZUhiro noGi/aFp/Getty images)

di Yves Vanden Auweele*

meRcificAzionee globAlizzAzione

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Implicazioni etiche di acquisizione di potere, di onore, di prestigio e di autostima attraverso lo sport. Accanto agli sponsor e ai media che vogliono un ritorno in termini di pubblicità di prodotti o un aumento degli ascolti, anche altri attori hanno interesse per buoni risultati sportivi e per offrire grandi eventi sportivi, anche se in parte per altri motivi (potere, prestigio) più che per soldi.I politici sanno che, nonostante una crescente consa-pevolezza delle aberrazioni, lo sport attira ancora le masse. I politici non possono permettersi di trascurare i bisogni e le aspirazioni fondamentali delle persone ed investono considerevolmente nello sport.

peso eccessivo del tifoEssi si aspettano soprattutto come ritorno per i loro investimenti una buona impressione per i loro cittadini e un maggiore prestigio per il loro paese. Il lato squalli-do è che per quanto concerne l’offerta di mega eventi, alcune nazioni sono pronte a sacrifici di vasta portata, al fine sia di introdurre mega eventi sia di organizzarli. Essi sono disposti a impegnarsi in accordi privati con le Organizzazioni sportive globali. Essi sono anche dispo- sti a subire sacrifici finanziari (ad esempio, il servilismo del Sud Africa, Brasile, Russia), con le rigorose normati-ve e le aspettative sulla costruzione degli stadi, vantag-gi commerciali e sacrifici, in quanto sono interessati ai

diritti umani e dei bambini (vedi relazioni sulle dram-matiche circostanze del trasferimento di persone aPechino, Città del Capo, Rio de Janeiro). Un altro vinco-lo o minaccia per l’integrità dello sport è che in alcune nazioni che lottano per la costruzione della nazione, lo sforzo di unire tutte le parti della società si trasforma in una passione di estremo patriottismo per mostrare attraverso il numero di medaglie il proprio potere ai paesi vicini. I tifosi e i sostenitori in quanto consumatori di sport ora hanno più influenza di qualche decennio fa, non solo incoraggiano, tifano, condannano, chiamano nomi, chiedono la rimozione di giocatori, allenatori, arbitri, dirigenti ecc. Lo sport può essere descritto come un processo di auto-ingrandimento da cui un ‘io’ diventa un ‘noi’. Ciò significa che le azioni, i significati e i valori che gli sport stimolano sono comuni, tra cui la comprensione reciproca e il riconoscimento pubblico del carattere condiviso. Questo è il caso per gli stessi atleti, ma anche per gli spettatori, i tifosi e i sostenitori che esprimono le loro emozioni e passioni e che sono più che disposti a discutere tra di loro su ciò che hanno visto in campo. Si schierano a fianco delle loro stelle per condividere sia la gloria che i benefici del successo, ma anche nella frustrazione e nella delusione della sconfitta.

vantaggi legali e noLa passione dell'atleta di esplorare il suo fisico (Citius, altius, fortius) e i limiti mentali (elasticità, tenacità) corre parallela alla passione degli scienziati di esplorare e testare le frontiere tecnologiche e scientifiche. Il perseguimento del progresso, del miglioramento e dei record è sempre stata la forza trainante dietro la ricerca dei vantaggi legali come anche illegali nello sport.La tecnologia e la scienza cercano di migliorare le at-trezzature, l’abbigliamento, gli attrezzi (bicicletta, asta, tuta per il nuoto, ecc.), così come il corpo dell'atleta (alimentazione, farmaci, cabine di pressione, ecc.). Anche se queste innovazioni hanno portato innegabil-mente a uno sport più sano e corretto, c'è un incon-veniente di troppo. Per alcuni scienziati lo sport è un banco di prova ideale e gli atleti sono soggetti ricettivi per testare i dispositivi sperimentali e i prodotti (vedi le recenti rivelazioni di doping). Per concludere, tanto più gli attori esterni ed influenti hanno (auto) interesse (non solo denaro, ma anche il potere e la gloria) a vincere e a preparare bene gli atleti, tanto più i valori positivi come la lealtà, l’auto-controllo e il rispetto sono sotto pressione e tanto più il patriottismo, il prestigio, la durezza e la rivalità esagera-ta vengono alla ribalta.

*KU Leuven, BelgioPsicologo dello sport

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Tra una febbrile attività, in una fase di ampia occupa-zione e con l’agenda già programmata, ho completato gli 87 anni (nella prima settimana dell’aprile passato). Ho ricevuto molti auguri da parenti e amici, in forma di abbracci, e-mail, telefonate, ma nessuno mi ha com-mosso come il ricordo di un mio ex studente, C.K., da Israele.

In questi miei quasi nove decenni, ho raccolto bei ricordi dalla mia vita diversificata, essendo giornalista, professore di filosofia, insegnante di educazione fisica, scrittore ed organizzatore di eventi. Ho avvertito le emozioni per l’apertura di quattro Olimpiadi. Credo di aver avuto successo in tutti i segmenti a cui mi sono dedicato, perché ne ho sempre ricavato dei riconosci-menti. Una delle più grandi emozioni della mia vita, però, l’ho avuta quale insegnante di educazione fisica.

Negli anni ‘60, in Brasile, l’istruzione pubblica era infinitamente migliore di quella impartita nelle scuole private. Con l’esame di ammissione, gli studenti che uscivano dalla scuola primaria lottavano per ottenere un posto nelle principali scuole pubbliche. Era un vero e proprio esame di accesso, principalmente per con-quistare un posto alla “Fernão Dias di Pinheiros*”,

“Firmino de Proenca della Mooca*”, in “Anhanguera di Lapa*” o “Macedo Soares di Barra Funda*”.

Il giorno della prova di ammissione alla “Macedo Soares”, dove ero insegnante di educazione fisica, si è presentato per concorrere all’ingresso nella scuola il giovane C.K. Soffriva di idrocefalia, aveva una testa enorme, camminava male e saliva affaticato i venti scalini che separavano il cortile dall’aula degli esami. Dicevano che aveva scelto quell’istituto perché era stato discriminato nelle scuole ebraiche (era israeliano) dove aveva frequentato l’istruzione primaria.

Superò l’esame e, subito dopo, iniziò a frequentare le lezioni. In quel tempo gli studenti dovevano superare gli esami biometrici ed alcuni erano dispensati dalle lezioni di educazione fisica in virtù di certificati medici. Quando misurai il peso e l’altezza di C.K., gli altri stu-denti si aspettavano ovviamente che il ragazzo fosse dispensato.

Quando esaminai C. K. (nonostante a malapena restasse in piedi) dissi: “Non sarai dispensato e farai educazione fisica!” I colleghi, stupiti, furono testimoni di quell’atto inusuale.

l’edUcAzione fisicAnellA scUolA di Henrique Nicolini

*quartieri di San Paolo

Sport e Didattica

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Considerato uguale agli altri studenti, in breve C.K. fece i movimenti di ginnastica con le braccia, accompa-gnandoli con il corpo. Era felice di essere stato conside-rato normale, nonostante la diversità sorprendente del-la sua figura. Due mesi più tardi, marciava con il passo giusto con tutta la classe, un altro importante segno di integrazione.

Dopo due anni, anche se maldestro, partecipava come difensore al campionato di pallavolo interno alla scuola, un impegno dal quale nessuno studente era esonerato.C.K. è stato un buon allievo e ha completato il corso con buoni voti. Superò l’esame di ammissione alla Facoltà di Medicina di Sorocaba, dove si è poi laureato brillantemente.

Ho ricevuto prove di gratitudine da C.K. e dalla sua famiglia; sono forse le più grandi emozioni che ho provato tra le esperienze della mia vita. Alla cerimo-nia della laurea, tra i pochissimi inviti che C.K. aveva a disposizione per la famiglia e gli amici, due sono stati riservati a me e a mia moglie.

Nella festa della laurea, C.K. camminava con facilità, sorridente, pienamente integrato e felice. Fu anche corteggiato da alcune ragazze che vedevano in lui un futuro luminoso. Infatti diventò nefrologo e, subito dopo, seguendo la religione ebraica, andò in Israele,

portando con sé come moglie una bella infermiera brasiliana.

Circa dieci anni fa, ho incontrato un altro studente dell’Università di Macedo di quel tempo, anche lui ebreo, che mi disse: “Mia mamma è amica della mam-ma di C. K.. Lei dice che, anche oggi, prega ogni notte per voi in segno di ringraziamento per la trasformazio-ne di suo figlio!”

Nessun momento della mia vita è stato tanto incisivo come questo. Nessuno dei quattro Giochi Olimpici a cui ho partecipato o dei 30 São Silvestres (la marato-na di fine anno a San Paolo), cui ho contribuito come organizzatore, mi ha toccato a tal punto.

Quando ho ricevuto, ai primi di aprile, una chiamata da Israele per gli auguri di compleanno ho capito quale sia il significato dell’educazione fisica e dello sport per la vita umana.

Chiedo scusa al lettore per aver parlato di me. Sicura-mente non sono io l’oggetto di questa cronaca. Il tema centrale e fondamentale è infatti l’importanza dell’edu-cazione fisica quando è intesa seriamente nelle scuole del Brasile.

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Bilanci e Prospettive nei Distretti Americani

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L’affermazione del titolo è ancora più attuale oggi nella società dell’informazione nella quale viviamo. Ogni nostra iniziativa, ogni momento della nostra giornata sono sottoposte al bombardamento dei sistemi di comunicazione che si affinano continuamente.“La comunicazione per la diffusione dei valori dello sport” è il tema affidatomi per aprire il congresso pana-mericano a Guayaquil.Anche il mondo dello sport è soggetto a questa regola per la trasmissione dei suoi valori di fondo e delle sue dinamiche.Le nuove tecnologie, soprattutto quelle elettroniche, consentono oggi di vivere le manifestazioni sportive con una penetrazione totale ed una rappresentazione capace di fare scendere nei dettagli tecnici più difficili anche lo sportivo seduto, quello che pratica lo sport più diffuso nel mondo: l’uso del telecomando. La televisione ci aiuta a vivere le competizioni di atleti-ca leggera con una partecipazione quasi fisica: accanto agli atleti, al momento della partenza, fianco a fianco durante le corse o i salti.Lo stesso vale per gli sport di squadra nei quali le te-lecamere vanno a cogliere ogni passaggio, ogni gesto sportivo o ogni errore con un realismo impressionante.Ci sono poi i giornali elettronici ed i networks che in tempo reale consentono anche al dilettante dell’infor-mazione di essere parte di questo sistema di comuni-cazione senza confini.Il settore dell’informazione più penalizzato è quello tradizionale della carta stampata che viene esclusa da ogni crisma di attualità perché anticipata dall’informa-zione elettronica e deve ridursi a commentare più che a raccontare, a fare interviste a ruote ferme e a dover andare a scavare nei dettagli in cerca di qualche cosa di nuovo.Questa rivoluzione tecnologica ha costretto anche il Pa-nathlon ad adeguarsi nel suo impegno di informare e formare i giovani, attraverso i sistemi di comunicazione.

“fARe e non comUnicAReè come fARe A metà”

La descrizione e l’esaltazione dei valori che il nostro movimento sostiene deve avvenire con le stesse mo-dalità con cui passa la comunicazione generale nella società, soprattutto tra i giovani.Questo impegno fa parte del mio programma di presidente internazionale del Panathlon fin dal primo giorno.Io sono un giornalista di professione ed ho lavorato per più di trent’anni come radio telecronista sportivo nella emittente italiana della RAI-TV.

Non potevo quindi non portare un contributo in que-sta direzione al nuovo corso che si apre nel Panathlon ad ogni cambio di presidenza.Ho subito implementato il sistema informativo del Consiglio Internazionale, mettendo nuovo personale al settore della comunicazione. Ho subito accentuato la spinta verso le nuove tecnologie puntando molto sulle news elettroniche e sulle e-mail quotidiane come strumento informativo e di scambio di esperienze tra tutti i livelli del Panathlon.Non abbiamo abbandonato l’impegno a favore del-la nostra tradizionale rivista stampata che esce ogni tre mesi con il contributo dei club di tutto il mondo. Questo strumento è sempre attuale, in particolare per i soci che non dispongo di strumentazioni elettroniche ma hanno diritto di essere tenuti al corrente della vita panathletica.

Il denaro non è un valoreLa comunicazione per il Panathlon ha un valore fon-damentale per poter esercitare il suo ruolo di indirizzo verso i giovani. Le fonti ufficiali di informazione bombardano i giovani con la rappresentazione dello sport attraverso caratteri discutibili. Basti pensare ai toni spesso violenti con cui viene rappresentato lo sport più popolare, il calcio. Oppure all’esaltazione del denaro come strumento di crescita

Introduzione del Presidente Giacomo Santini al X Congresso di Guayaquil

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“fARe e non comUnicAReè come fARe A metà”

e valorizzazione dell’impegno sportivo, al di sopra di qualsiasi valore morale.Il Panathlon deve correre ai ripari mettendo in linea la sua informazione per rimettere in ordine i valori fonda-mentali per l’educazione dei giovani attraverso l’attività sportiva corretta.Quindi rifiuto di ogni pratica disonesta come il mercato delle scommesse e l’uso di sostanze doping.Ci vogliono quindi strumenti tecnologici per essere competitivi sul mercato dell’informazione e ci voglio-no anche professionisti validi e preparati per essere all’altezza degli altri comunicatori di notizie distorte o di valori deformati.In un mondo dello sport in cui sembra prevalere il materialismo mercenario sull’impegno morale e disin-teressato occorre alzare i toni per essere ascoltati. Non è facile sostenere il nostro impegno per il fair play, la correttezza sportiva a tutti i costi, la lealtà nei rapporti con gli avversari, la generosità verso chi perde ed il rifiuto di ogni esaltazione verso chi vince.Se sapremo attrezzarci per comunicare tutto questo nello sport moderno, potremo mantenere il nostro ruolo di sentinelle dei valori fondamentali, indicato dai nostri fondatori e difeso in tutto il mondo panathletico da migliaia di soci.Noi vogliamo che lo sport sia la metafora della vita con la sua rappresentazione positiva anche dei momenti di competizione. Se i giovani impareranno a confrontarsi sui campi dello sport, saranno capaci poi di continuare a lottare lealmente anche nei momenti più difficili della vita.

Non ci interessano i campioniNon è nostro compito costruire o esaltare campioni. Il Panathlon intende essere il sostegno ed il riferimento per tutti i giovani. Il nostro traguardo non è la vittoria ma la gioia di poter aiutare tutti a partecipare con pari opportunità per la costruzione di una società migliore.Se riusciremo a educare delle generazioni di sportivi sani e onesti, sicuramente tra questi vi saranno anche i futuri dirigenti che aiuteranno altri giovani a raggiun-gere lo stesso risultato.Questi giovani sapranno trasferire i valori acquisiti nello sport, nella loro vita personale e nel loro futuro.Se non avremo costruito dei campioni, avremo formatodei cittadini onesti.Questa è una vittoria che vale più di un campionato del mondo.

Dr Juan Carlos Faidutti; Giacomo Santini;Sebastiao Correa; German Yepez.

DICHIARAZIONE DEL CONSIGLIO DEI PRESIDENTIDI DISTRETTI E CLUB D’AMERICA

I Presidenti di distretti e Club d’America, riuniti nel-la città di Guayaquil, Ecuador, il 20 settembre 2013, dichiarano di: 1. Esprimere la loro gratitudine a Juan Carlos Faidutti Estrada, Presidente del Distretto Ecuador, e alle Auto- rità ufficiali che lo hanno sostenuto, per le speciali at- tenzioni rivolte ai partecipanti di questo Consiglio;

2. Riconoscere l’attento impegno della Dichiarazione di Monterrey, rivolta all’obesità e allo stile di vita seden- tario, con lo scopo di programmare attività specifi- che che collaborino per la sua eliminazione, così come l‘impegno per gli sforzi di espansione;

3. Dare risalto alla proposta contenuta nel messaggio del Membro Onorario del P.I., Henrique Nicolini, indi- rizzata ai Panathleti d’America, esortandoci a lavorare seriamente per l’espansione istituzionale, un compito che si qualifica come “una questione di sopravvivenza”;

4. Riconoscere lo sforzo del P. I. per soddisfare le esi- genze dei panathleti di lingua spagnola stabilendo la pubblicazione della rivista in tale lingua nel sito web e aumentando la corrispondenza interna;

5. Applaudire i miglioramenti tecnici che si stanno introducendo nel sito web, ed insistere per la pub- blicazione della rivista grafica e stampata in lingua spagnola, chiedendo al P. I. un suo generoso impe- gno a farlo, in risposta ai lavori di espansione;

6. Congratularsi per la gradita presenza dei Rappresen- tanti dei Club di Asuncion, Buenos Aires, Santiago del Cile, Valparaíso che hanno contribuito con i loro pa- reri allo sviluppo del Consiglio, così come per l’onore- vole presenza delle più alte autorità del P. I. capeg- giate dal loro Presidente Giacomo Santini;

7. Riflettere sulla necessità di lavorare per una migliore organizzazione strutturale dei club in ogni Distretto, sempre che ciò sia necessario. 8. Cercare di promuovere, sotto la propria responsabi- lità, la pubblicazione tempestiva delle informazioni e delle azioni del Distretto e dei Club nel sito Panath- lon, preferibilmente con l’adozione di un referente per internet.

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Panathlon Temi Sociali

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Negli spazi congressuali del “Centro Incontri”, sede istituzionale della Regione Piemonte, si è svolto il Convegno delle Associazioni Lions, Rotary, Soroptimist, Zonta e Panathlon di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, organizzato dalla Commissione di Coordinamento Interassociazioni presieduta da Luigi Stefani.

L’attività si inserisce in un percorso comune, duraturo nel tempo, che le diverse entità hanno voluto condivi-dere sulla base della “Proclamazione” sottoscritta nel 1997 dai due Presidenti InternazionaliRotary e Lions (Giay e Soliva). In tale contesto, l’inizia-tiva, sorta nell’ambito del Centro Studi Lions 108Ia1, si è concretizzata con un “Protocollo di Partnership” (ap-provato dai Governatori e Presidenti protempore nel maggio 2000) seguito nell’anno successivo (7 novem-bre 2001) dal relativo “Regolamento di Applicazione”. In sostanza, erano state gettate le basi per svolgere sul territorio un evento comune annuale, avvalendosi della “Commissione di Coordinamento Interassociazioni” permanente, all’uopo istituita.

Il miraggio di una vita normaleCon la “Proclamazione di Partnership” nel 2011 e l’adesione al Protocollo di due Distretti Lions (108 Ia2 e Ia3) e dell’Area 3 di Panathlon nel 2012, il numero degli aderenti all’iniziativa ha raggiunto circa le 15.000 unità, coprendo di fatto le tre regioni amministrate. A buon diritto si può affermare che l’iniziativa è diventata un vero e proprio progetto, che sta suscitando grande in-teresse in aree contermini e pure a livello nazionale (se ne è parlato nel corso del recente Congresso nazionale Lions di Taormina). A conferma di ciò, va considerata l’adesione al Progetto dell’Area 4 di Panathlon Liguria con la firma all’Addendum 4 al protocollo d’Intesa da parte del Governatore Giorgio Costa.Sensibilizzare l’autorità pubblica sulle problematiche che sottendono il legame tra i giovani e la reale situa-zione socio-politico-economica è un tema non solo di piena attualità, ma di vitale importanza per il futuro del nostro Paese, poiché rivolge la propria attenzione al mondo dei giovani, una generazione travolta dalla crisi, che vede il lavoro, la casa e la stabilità come un miraggio.

il fUtURo dei giovAnitRA oppoRtUnità e foRtUnA

Le prospettive di sviluppo civile e sociale delle nuove generazioni

Il Centro Incontri Regione Piemonte si è rivelato piena-mente rispondente ad accogliere un nutrito pubblico interessato ad ascoltare i numerosi oratori, moderati dal Presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte, Prof. Alberto Sinigaglia, le cui sintesi delle relazioni saranno inserite negli Atti del Convegno di prossima pubblicazione.Introdotti da brevi indirizzi di saluto dei Governatori dei Distretti Rotary e Lions (Antonio Bobbio, Antonio Strumia e Nadia Biancato), dal Presidente Internaziona-le del Panathlon Giacomo Santini e dalla Presidente del Soroptimist Club Torino, Alessandra Fissore, nonché, a nome delle Forze Armate, del Generale Alessandro Montuori, i lavori del convegno sono stati aperti dal coordinatore Luigi Stefani, già Segretario Generale della Difesa.Quali relatori hanno partecipato il prof. Francesco Profumo, già Ministro della Pubblica Istruzione; il prof. Gianmaria Ajani, Rettore dell’Università di Torino; l’avv. Licia Mattioli, Presidente Unione Industriali di Torino; il prof. Claudio Forti, Docente dell’Istituto Alberghiero Colombatto di Torino e il dott. Marcello Maggio, in rap-presentanza della dott.ssa Giovanna Ventura, Segreta-ria Generale CISL Piemonte.Particolarmente significativi sono apparsi gli interventi di tre giovani, Carmela Gaito, Sylvie Martinet e Matteo Clava, che, con le loro concrete testimonianze, frutto della propria esperienza di vita, hanno bene evidenzia-to la precaria situazione generale del mondo giovanile, avanzando contestualmente consigli volti ad indivi-duare le azioni da intraprendere nello specifico settore.Dalle approfondite relazioni e dagli interventi sono emersi aspetti salienti circa la vastità del problema e le reali difficoltà per risolverlo in tempi brevi.

Vale più il capitale umanoE’ sostanzialmente ciò che è stato evidenziato a chiusu-ra del convegno da parte di Luigi Stefani che, nel sinte-tizzare i vari passaggi, ha ritenuto opportuno precisare che ogni intervento che si vorrà e/o potrà attuare per cercare di risolvere in qualche modo una situazione ne-gativa consolidatasi nel tempo, dovrà necessariamente tener presente che:

di Luigi Cinaglia

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• unasocietàcresceeprosperasoloseinvestesulle nuove generazioni; • ilcapitaleumanoèlapiùimportanterisorsadelle economie avanzate;

• èprioritarioriattivaremotivazioni,energieedintelli- genza dei giovani per metterli al servizio di un mo dello di sviluppo che li veda protagonisti e non sem- plici comparse;

• ilsistemascolasticoimpegnasolounapiccolaparte del PIL e, a volte, è male investito;

• iltassodiinvestimentiinattivitàdiricercaèmolto basso, circa il 50% in meno rispetto alla media europea.

Prima di chiudere il convegno, Stefani ha messo in luce che “anche noi, Associazioni di Servizio, non possiamo esimerci dal diventare parte attiva e propositiva. In realtà, tra i nostri Associati contiamo professionisti, imprenditori, formatori che potrebbero offrire la loro esperienza organizzando e gestendo corsi di formazio-ne a livello liceo/università, stages, consulenze per la stesura di budget plans, premi, finanziamenti dedicati ai giovani che presentano progetti innovativi. Tutto questo richiederebbe un impegno soprattutto a livello di tempo con costi ridotti, ma ci consentirebbe di intervenire attivamente sullo sviluppo e la crescita del nostro Paese.

E’ una idea da approfondire, valutare ed attuare, se fattibile, nel breve termine.”

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Intervista

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Lo sport come può essere incorporato in iniziative di cooperazione allo sviluppo, così da contribuire a ridurre i problemi sociali ed economici ?

Guskowski - Lo sport può contribuire al raggiungimen-to di diversi obiettivi di sviluppo.Per citarne solo alcuni:

- Lo sport può svolgere un ruolo importante nella for- mazione. Ragazze e ragazzi dovrebbero avere acces- so allo sport a scuola, in programmi di dopo-scuola, nonché a programmi di sport out-of-school. È op- portuno garantire che un programma sportivo sia di qualità e in grado di migliorare l’acquisizione di diverse abilità di esistenza. I governi dovrebbero assicurare la sostenibilità di questi programmi e essere consapevoli della ne- cessità di attuare programmi di qualità, il che signifi- ca affidarsi a allenatori e insegnanti qualificati.

- In secondo luogo, movimento e sport possono so- stenere la prevenzione delle malattie in virtù di stili di vita sani (escludendo pertanto in questo caso lo sport di alta prestazione). Lo sport può essere egual- mente utilizzato per perseguire obiettivi di sviluppo nel settore sanitario.

- In molti paesi i giovani abbandonano la scuola senza alcuna reale prospettiva occupazionale. Questi gio- vani costituiscono un gruppo che può essere facilmente attratto da criminalità, violenza, abuso di droghe. Costituiscono di fatto un rischio per la società. È necessario dunque coinvolgere i giovani nello sport e offrire loro attività significative. Possono così imparare un mestiere e guadagnare il rispetto della società, lavorando, per esempio, come allenatori dei bambini più piccoli e affidando loro delle responsa- bilità.

- Non va dimenticato che lo sport è parte della società civile. Il supporto di strutture sportive è per conse- guenza un sostegno allo sviluppo di una società più forte. Questo fatto, a sua volta, è parte di programmi di buona governance nella cooperazione allo svilup- po.

- Finora solo pochi esempi di grandi eventi sportivi hanno raggiunto la sostenibilità, al di là dell’hosting della manifestazione stessa. Sostenibilità verde, so- ciale, politica economica sono temi della coopera- zione allo sviluppo.

Come può essere utilizzato lo sport in particolare nel-le aree di crisi? E quali competenze sono necessarie per lavorare in ambienti post-disastro?

Guskowski - Lo sport può creare uno spazio neutro per incontri in aree di crisi e sconvolte da sommosse politiche. E ‘ in grado di sollecitare il superamento delle differenze sociali, culturali, religiose. Lo sport è importante in questi settori per distrarre le persone, in particolare i bambini, da esperienze negative, per fornire loro un pezzo di “ normalità”, per aiutarli a superare traumi e fornire nuove prospettive. Nelle aree di crisi sono necessari esperti nel campo della gestio-ne della stessa e nella costruzione della pace. Nello stesso tempo, sono necessarie altre figure consapevoli dell’impatto eccezionale che può venire dallo sport e dall’attività fisica per bambini e giovani adulti. L’ obiet-tivo è quello di collegare questi due temi in un unico progetto per migliorare al massimo il lavoro in contesti post-disastro.

Come può lo sport contribuire ai processi di empo-werment?

Guskowski - Stabilito che le persone hanno il diritto di partecipare allo sport, l’obiettivo è di fornire tale accesso a tutti. In particolare esso dovrebbe essere attuato a favore delle donne, dei bambini svantaggiati, delle persone con disabilità. Lo sport può quindi dare a tali persone la possibilità di imparare e diventare parte della società. Questo fatto, a sua volta, permette l’em-powerment, che può portare al successo in altri settori della vita.

Qual è la situazione attuale del movimento “Lo Sport per lo Sviluppo e la Pace”? Come pensi che si svilup-perà? Quali sono i suoi limiti e le potenzialità?

Intervista a Gerald Guskowski esponente del GIZ (Gesellschaft für Internationale Zusammenarbeit) in Sud Africa nel quadro del "Programma di Sviluppo per i Giovani attraverso il Calcio ", iniziativa che utilizza questo sport come stru-mento per superare le discriminazioni, migliorare la salute, combattere le malattie, promuovere la parità di genere, schierarsi contro la violenza e a favore della sostenibilità ambientale.

Tutti i giovani hanno diritto al loro sviluppo psicofisicoanche nelle periferie più povere del mondo

lA gente vUole viveRe lo spoRt

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Guskowski - Da un lato, vi è ancora una mancanza di metodologia: qual è lo sport scolastico di buona qua-lità? Come possiamo sfruttare al massimo gli incontri sportivi per la prevenzione della violenza o lo sviluppo della pace? Come possiamo fornire sport per le ragazze di una società fortemente religiosa? Come possiamo sostenere lo sviluppo delle strutture della società civile nello sport (andando perciò oltre le federazioni nazio-nali)? Dobbiamo poi evitare gli stereotipi: lo sport non è buono di per sé. Un allenatore non qualificato può fa-vorire lo sviluppo di valori negativi. Dobbiamo dunque identificare i fattori positivi e sostenerli. A questo pun-to, la ricerca scientifica acquista un ruolo importante.

Perché le agenzie internazionali di sviluppo devono includere programmi sportivi? Come dovrebbero essere attuati e come deve configurarsi la collabora-zione tra i governi, le ONG e i singoli protagonisti?

Guskowski - Dobbiamo sostenere i programmi sportivi perché possono essere usati per raggiungere obiettivi di sviluppo. La varietà di attori nel campo dello sport offre molteplici opportunità: la cooperazione allo svi-

luppo può collaborare con federazioni, club sportivi, le ONG, il settore privato e, ultimo ma non meno impor-tante, i governi, così da poter attivare, con soluzioni innovative, programmi di sviluppo con una moltitudi-ne di soggetti interessati. A sua volta, la cooperazione allo sviluppo può usare la propria presenza a livello mondiale per sostenere il settore dello sport, fornen-do le sue reti e i canali di comunicazione per l’efficace attuazione dei programmi, in particolare per quanto riguarda la loro sostenibilità.

Quale deve essere il ruolo degli attori accademici in questo contesto? Quanto sono importanti la ricerca e l'istruzione ?

Guskowski - Gli accademici possono analizzare l'im-patto dei programmi e utilizzare i risultati per miglio-rarne la qualità. Per questo motivo il loro contributo è necessario, oltreché per evidenziare nuove prospettive e provvedere allo sviluppo di metodologie efficaci per implementare i programmi di sviluppo dello sport.

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PAnAThlon InTernATIonAl

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Il Consiglio Internazionale ha deliberato che la pros-sima seduta dell’ Assemblea Generale, con relative attività congressuali, si svolgerà nel mese di maggio 2014 presso la Città di Rapallo, Sede Internazionale del nostro Sodalizio.È con immenso piacere ed orgoglio che tutto lo Staff della Segreteria Generale si è messo in moto per pia-nificare giornate ricolme di cultura, di conviviale e di turismo esclusivo. Si è quindi concentrato nel compor-re un set di manifestazioni, convegni, cerimonie, e cene di gala ricche di fascino ed emozioni !Per fare tutto ciò era necessario dare un risvolto inter-nazionale di pregio sotto tutti gli aspetti ed ecco che la Segreteria Generale, in sinergia con la Presidenza ed il Consiglio Internazionale, ha sfornato un calendario di manifestazioni lungo ben una settimana.La composizione finale, infatti, delle manifestazioni panathletiche viene arricchita da eventi sportivi e con-gressuali sempre con un taglio nazionale ed internazio-nale, segno che il Panathlon International ha una sua validità organizzativa sempre maggiore, un rispetto sociale ancora più accreditato, ed una potenzialità in-credibilmente elevata sotto molteplici aspetti culturali oltre che organizzativi.

Il programma dedicato ai Soci, quindi, si compone di due attività congressuali: un Convegno organizzato dal Panathlon Club di Rapallo avente quale tema “Sport e alimentazione, binomio indispensabile per la salute del futuro” e il Congresso Internazionale avente quale tema “Is the Olympic flame still burning?”. Il gruppo di Relatori di entrambi questi importanti momenti di sim-posio è di elevato spessore culturale; si tratta, infatti, di specialisti di settore, accademici, e personalità inter-nazionali di pregio. Vi invito a visionare tutti i dettagli all’interno del form allegato.Al fine di completare le giornate di riunione panathle-tiche, si svolgeranno le Assemblee Straordinaria ed Ordinaria durante le quali il Presidente ed i diversi dirigenti associativi potranno debitamente relazionare circa l’evoluzione dell’Ente, i Soci potranno discutere eventuali istanze, e si porteranno in approvazione alcune modifiche statutarie volte sempre alla migliore upgrade e modernità delle carte istituzionali. Il Consiglio Internazionale ha deciso inoltre di celebrare sempre in questo momento associativo il nostro massi-mo riconoscimento, vale a dire il “Flambeau d’Or” che, come sicuramente avrete letto nei nostri molteplici

comunicati stampa, è stato insignito a tre personalità internazionali di grande respiro mediatico e culturale: Sir Philip Craven, organizzatore delle Paralimpiadi a Londra 2012 per i grandi eventi; il Prof. Norbert Mül-ler - Presidente del Comitato Internazionale Pierre de Coubertin per la cultura, e Susan L. Bissel - UNICEF “associate director, chief, child protection programs” per la promozione. Terminiamo i momenti che si svolgeranno all’interno del Centro Congressi, ricordando che vi sarà anche l’occasione ufficiale per la firma definitiva del Protocol-lo d’Intesa tra Panathlon International e la Federazione Internazionale Ju-Jitsu alla presenza dei rispettivi Pre-sidenti Internazionali Santini e Panagiotis. Il Panathlon International diverrà quindi l’unico partner culturale di questa Federazione internazionale.

Vi invito infine a curiosare ed assaporare anche i mo-menti più “sociali” e cioè i momenti culinari studiati ap-positamente affinché siano un unicum indimenticabile: abbiamo pensato di dare il benvenuto serale a tutti gli ospiti panathleti presso una location prestigiosa quale il Circolo Golf e Tennis di Rapallo, organizzando un concerto di due Maestri pianisti di fama internazionale. La particolarità della serata è l’abbinamento classico-jazz delle loro musiche e sicuramente un affascinante impatto scenico all’interno della location prevista per la serata musicale e conviviale; non vi sveliamo altri retroscena, solleticando la vostra curiosità! La seconda serata, invece, è stata prevista “indietro nel tempo” os-sia presso la precedente Sede Internazionale; allestire-mo quindi una piacevole cucina tipica ligure all’interno di Villa Porticciolo, recentemente resa operativa anche quale ristorante di qualità, ed alcune sorprese di tra-dizione ligure in collaborazione con i locali Sestieri di Rapallo.Dulcis in fundo la cena di gala: l’Acquario Internaziona-le di Genova sarà la cornice di questa magica ed unica manifestazione riservata in esclusiva ai nostri parteci-panti. Dopo aver passeggiato per le vasche meraviglio-se di questo incredibile mondo marino internazionale, assaporerete un aperitivo a bordo vasca dentro al mondo tropicale; approderete poi nella nuovissima ed enorme sala dei cetacei ove un gigantesco oblò sarà il vostro habitat serale all’interno del quale verrà servito il cenone.Insomma….impossibile mancare!

Assemblea Generale24e25maggio2014

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Perché i nostri prestigiosi eventi saranno inseriti in una grande manifestazione denominata «RAPALLO SPORT FESTI-VAL» organizzata dal Comune di Rapallo in stretta collaborazione con la Segreteria Generale del Panathlon Interna-tional.L’evento è composto da differenti sezioni operative: › SPORT VILLAGE di circa 3000 mq. suddiviso in 5 aree principali, › 4 CONGRESSI NAZIONALI, › 1 CONGRESSO INTERNAZIONALE PANATHLON INTERNATIONAL, › CERIMONIA CONFERIMENTO PREMI “FLAMBEAU D’OR P.I.”, › 46° ASSEMBLEA GENERALE dei CLUB PANATHLON INTERNATIONAL.

Le sopracitate iniziative compongono una settimana di eventi sportivi e congressuali, e raggiungeranno migliaia di utenti del circuito sportivo internazionale e panathletico, ed assicureranno centinaia di presenze alberghiere nella Città di Rapallo. Siamo certi nel poter asserire sin da ora che sono manifestazioni a caratte-re internazionale e di notevole interesse culturale e turistico ricettivo, che potrebbero diventare un “uni-cum” grazie alla concomitanza organizzativa di singole sessioni le quali rendono intensa e ricolma di emozioni tutta la settimana del periodo anzi indicato.Per tutti i dettagli vi invito a visitare il sito web www.rapallosportfestival.it all’interno del quale troverete tutte le specifiche.

Inutile affermare che tutte le nostre manifestazioni por-teranno ad un inestimabile numero di accrediti media e di partecipanti istituzionali provenienti da tutto il Mondo sportivo, culturale e politico.

La Città di Rapallo, nostra Sede Internazionale, è stata anche selezionata quale segno del radicamento con la terra ligure e ringraziamento verso l’Amministrazio-ne Comunale per l’apporto nell’aver consegnato in locazione la nuova Sede, degna del nostro prestigioso Sodalizio internazionale.

Le ultime curiosità le dedichiamo agli accompagnatori dei Congressisti: è previsto un programma turistico con visita guidata alla città di Genova e al suo superbo patrimonio artistico , una particolare gita alle Cinque Terre, l’escursione al Santuario di Nostra Signora di Montallegro, ed alcuni incontri con le realtà artigianali internazionali della zona quali ad esempio le Seterie Cordani di Zoagli e le cave di ardesia in Val Fontana-buona. Sono programmati anche corsi di cucina ligure per avvicinare i partecipanti alle nostre tradizioni culi-narie, e corsi “elementari” di lingua italiana.

Gli aspetti di comunicazione verranno coordinati e garantiti dal nostro Ufficio Stampa internazionale, dalla pubblicazione in tempo reale sul sito internet dedicato alla manifestazione www.rapallosportfestival.it e sul nostro sito web www.panathlon.net oltre che sui nostri social network (facebook-twitter-youtube); si prevede inoltre una massiccia presenza in Città di media e supporter giornalistici. Tutti testimonieranno ed indicheranno tutte le azioni previste ai fini della divulgazione su stampa/radio/tv con le relative confe-renze stampa quotidiane.

Dal punto di vista dell’ospitalità abbiamo incaricato una Agenzia turistica locale che per tale occasione ha opzionato già 10 Hotels ed allertato buona parte delle strutture ricettive di Rapallo per l’intero periodo e farà da supporto per tutti coloro che volessero partecipare anche agli eventi sportivi pratici. Saranno infatti previ-sti pacchetti turistici ad hoc in sinergia con le diverse realtà associative territoriali.

Saranno 7 giorni di attività con Panathlon International, per conoscere il mondo dello sport, dell'ideale sporti-vo, dei suoi valori morali e culturali, quale strumento di formazione ed elevazione della persona e di solidarietà tra gli uomini. Si respirerà aria di Fair Play, vi saranno momenti dedicati alla cultura sportiva immergendosi completamente nel mondo dello sport vero e dei sani valori panathletici.

Non mi resta che darvi l’appuntamento a Rapallo, fiducioso di accogliervi in tanti e soprattutto conscio che le tante manifestazioni previste saranno un ottimo volano per continuare a far crescere il nostro meravi-glioso movimento internazionale !

Sp rt FestivalRapallo

Molti si chiederanno: perché allora si dice una settimana di eventi?

www.rapallosportfestival.it19-25 • 05 • 2014Save the date

Leo BozzoSegretario Generale

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ISCrIzIonI

A) entro il 31/12/2013 60,00 € B) entro il 28/02/2014 75,00 € C) entro il 15/03/2014 90,00 €

- La quota di iscrizione comprende: - Materiale congressuale- Materiale assembleare- Gadget- Trasferimenti da e per gli Hotel convenzionati- N.4 coffee break- Ingresso ai Musei della Città di Rapallo- N.1 ticket andata e ritorno Funivia Rapallo-Montallegro - Visita alle Seterie di Zoagli - N.1 pass no-limits per attività sportive al village del Rapallo Sport Festival.

Si richiede formalmente prenotazione ristorativacon trattamento di menu fisso, con quotazioni

per persona ad evento:

1) Welcome Dinner “Concerto e Cena”Circolo Golf & Tennis Rapallo

22/05/2013 - 60,00 €2) Buffet lunch

ristoranti convenzionati23/05/2013 - 30,00 €

3) Cena tipica ligure con spettacolo Villa Porticciolo

23/05/2013 - 30,00 € 4) Buffet lunch

ristoranti convenzionati24/05/2013 - 30,00 €

5) Cena di gala Acquario Internazionale di Genova

24/05/2013 - 90,00 € 6) Buffet lunch

ristoranti convenzionati25/05/2013 - 30,00 €

Caratteristiche e sistemazioni presso gli Hotels convenzionati PanathIon International, in trat-tamento bed & breakfast, con quotazioni per

persona al giorno:

prenotazioneAlbeRgHieRA

prenotazionecAteRing

N.B. I PREZZI SI INTENDONO PER PERSONA, AL GIORNO, IVA COMPRESA

N.B. I PREZZI SI INTENDONO PER PERSONA, AL GIORNO, IVA COMPRESA N.B. I PREZZI SI INTENDONO PER PERSONA, AL GIORNO, IVA COMPRESA

N.B. I PREZZI SI INTENDONO PER PERSONA, AL GIORNO, IVA COMPRESA

entro il 15/03/2014 50,00 € a persona

La quota di iscrizione comprende:

Materiale congressuale, Gadget, Coffee break n.1 ticket andata e ritorno

Funivia Rapallo-Montallegron.1 pass no-limits per attività sportive

al village del Rapallo Sport Festival

1) HOTEL LUSSOCamera Doppia 100,00 € Camera Dus 200,00 €

5) HOTEL Cat. TuristicaCamera Doppia 40,00 €Camera Singola 80,00 €

4) HOTEL Cat. Turisitca Sup.Camera Doppia 50,00 €Camera Singola 90,00 €

3) HOTEL 1a CAT.Camera Doppia 60,00 €Camera Singola 95,00 €

2) HOTEL 1a Cat.Sup. Camera Doppia 70,00 €Camera Singola 100,00 €

iscrizione sololAvoRi

congRessUAli

iscrizionemAnifestAzione

www.panathlon.net 19

programmaAccompAgnAtoRi

Trattamento di menu fisso ove previsto, trasferimenti, con quotazioni per persona ad attività:

gitA tURisticA AllA scopeRtAdellA cittAdinA di poRtofino

23/05/2013 (battello incluso) - 20,00 €

gitA tURisticA AllA scopeRtAdellA città di genovA

(bus incluso) 23/05/2013 - 30,00 €

gitA tURisticA con gUidAAlle 5 teRRe

(Battello e bus incluso, pranzo libero)24/05/2013 - 65,00 €

coRso di cUcinA(con pranzo, bevande escluse)

su prenotazione 70,00 €

giornata alla spA(include uso piscina interna riscaldata,

bagno turco, sauna e uso palestra)su prenotazione 30,00 €

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rAPAllo SPorT feSTIvAl

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Il Panathlon International, insieme al Comune di Rapallo organizza dal 19 al 25 maggio 2014 una settimana di eventi sportivi (esibizio-ni, dimostrazioni, tornei, gare ) e congressuali all’interno della quale si svolgerà il 19° Congresso Internazionale del Panathlon Internatio-nal dal titolo “Is the Olympic flame still burning?” e la 46° Assemblea Generale dei Club.

• Congress Centre congresso nazionale i.R.c. - In funzione di un protocollo di intesa internazionale sottoscritto dal Panathlon Inter- national con l’ ”Italian Resuscitation Council” -Centro di Formazione New Life al fine di predisporre e realizzare corsi di formazione in ambito sanitario quali defibrillazione precoce e rianimazione di base, il 21 e 22 maggio si svolgerà il Congresso Nazionale dell’unico Ente italiano autorizzato all’emanazione delle linee guida ed alla organizzazione di corsi certificati in ambito rianimatorio sul territorio italiano. E’ prevista la partecipazione di circa 300 partecipanti provenienti da tutta Italia.

convegno nazionale “confesercenti” sul tema “Lo Sport come motore di sviluppo” L’obiettivo è di fare proposte che abbiamo come riferimento lo sport non soltanto come momento agonistico, ma come elemento di sviluppo sociale ed economico. Molte città basano la loro attività su eventi sportivi e intorno a essi costruiscono un indotto economico estremamente interessante, oltre al ruolo sociale dello sport, come mo- mento aggregativo e di sviluppo educativo, fondamentale nella crescita e nel mantenimento della salute di giovani e meno giovani. Fondamentale è considerare lo sport come uno dei settori chiave da incentivare per lo sviluppo del territorio.

congresso nazionale “panathlon club Rapallo” sul tema “Sport e alimentazione: binomio per la salute del futuro.” Il Panathlon Club di Rapallo organizzerà un congresso nazionale invitando Relatori di portata italiana. La tematica è di moderna attualità in quanto fa connubio tra gli aggiornamenti scientifici in materia di salute spor- tiva e le importanti relazioni con gli aspetti nutrizionali-alimentari. Vi saranno relatori accademici di fama nazionale e soprattutto verranno coinvolte almeno due Università nazionali al fine di accreditare l’evento quale percorso di Educazione Continua in Medicina (ECM). Referente organizzativo e scientifico è il dott. Lorenzo Marugo, medico sportivo della Federazione Italiana Nuoto e relatore nazionale in molteplici Convegni e Congressi di ampio respiro scientifico. La risonanza di tale evento sarà nazionale ed avrà una spiccata partecipazione interregionale. Si prevedono 200 partecipanti accreditati, oltre ad una importante partecipazione territoriale grazie alla collabo- razione con un importante istituto scolastico rapallese. Infine si garantiscono oltre 100 unità presenti grazie all’ini- zio del periodo di presenza in Rapallo da parte dei soci Panathlon International i quali parteciperanno all’Assemblea Generale del 24/25 maggio.

19° congresso internazionale “panathlon international”: “Is the Olympic flame still burning?” Speacker primario del Congresso sarà Jacques Rogge, past presidente del Comitato Olimpico Internazionale, af- fiancato da altre illustri personalità del medesimo calibro internazionale quali Bruno Grandi, Joseph Maguire e Elaine Cook. La cura degli aspetti scientifici è predisposta dalla Commissione Scientifico-Culturale del P.I. All’interno degli invitati spiccano i nomi dell’attuale Presidente del Comitato Olimpico Internazionale Thomas Bach, del nuovo Presidente Sportaccord Marius L. Vizer, di Ambasciatori e Presidenti internazionali, e dei Referenti di Uni- cef, Onu, Unesco. I numeri dei partecipanti sfioreranno le 350 unità; all’interno di questo numero saranno presenti almeno 150 Soci del Panathlon International provenienti da 5 continenti.

cong

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tre

monumentoC.Colomdo aula didattica

punto medico

HeadquartersPanathlon

International

salastampa

La manifestazione Rapallo Sport Festival, si suddivide in tre differenti sezioni operative:

Sp rt FestivalRapallo

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• Panathlon International Events flambeau d’or Fiore all’occhiello della manifestazione sarà la cerimonia di premiazione dei “Flambeau d’Or”: prestigiosi riconosci- menti che il Panathlon International assegna ogni quattro anni ad illustri personaggi all’interno di differenti ambiti sportivi. I premiati scelti dal Consiglio Internazionale saranno Sir Philip Craven, organizzatore delle Paralimpiadi a Londra 2012 per i grandi eventi, il Prof. Norbert Müller - Presidente del Comitato Internazionale Pierre de Coubertin per la cultura, e Susan L. Bissel - UNICEF “associate director, chief, child protection programs” per la promozione. Sarà infine anche l`occasione ufficiale per la firma del Protocollo d’Intesa tra Panathlon International e la JJIF alla presenza dei rispettivi Presidenti Internazionali Santini e Panagiotis. Il Panathlon International diverrà quindi l’unico partner culturale di questa Federazione internazionale.

Assemblea generale p.i. Si tratta dell’assise associativa per eccellenza durante la quale vengono discusse le relazioni dei vertici del Panath- lon International, si esaminano le proposte di modifica statutaria e vengono approvati rendiconti annuali.

Per gli accompagnatori dei Congressisti inoltre è previsto un nutrito programma turistico con visita guidata alla città di Genova e al suo superbo patrimonio artistico , gita alle Cinque Terre, escursione a Montallegro e incontro con le re-altà artigianali della zona come le Seterie di Zoagli e le cave di ardesia in Val Fontanabuona. Sono programmati anche corsi di cucina ligure per avvicinare i partecipanti alle nostre tradizioni culinarie, e corsi “elementari” di lingua italiana.

• Sport VillageIl villaggio sportivo verrà suddiviso in 5 grandi aree di competizione: › AREA BASKET Verrà allestito un campo da basket regolamentare 20x15 su materiale gommoso idoneo alla pratica regolamenta- re in esterna di questo sport; su questo parquet outdoor squadre giovanili e non di carattere nazionale si sfideran- no in un torneo autorizzato dalla Federazione Italiana Pallacanestro, regolarmente diretto da Arbitri della F.I.P. › AREA CALCIO-PALLAVOLO Verrà allestito un campo da <calcio a 5> regolamentare, materiale sintetico simil-campetto erboso, all’interno del quale si svolgeranno le finali del “Genoa Values Cup”. Torneo Internazionale organizzato dal Genoa Cricket and Football Club. La cubatura numerica dell’evento è di oltre 500 partecipanti oltre accompagnatori e parenti-amici. › AREA FITNESS In tale area verrà allestito un palco 6x8 mt. di fronte al quale vi sarà libera espressione di movimento: sessioni dedicate e gestite da Istruttori Nazionali per promuovere il wellness verso i cittadini e nelle scuole. Le lezioni saranno tenute da Master Instructor Nazionali afferenti ed iscritti alle seguenti Federazioni: Federazione Nazionale Ginnastica, Federazione Danza e Danza Sportiva, CSEN. Durante tutta la settimana si alterneranno lezioni e mastersession delle diverse discipline, oltre ad alcuni partico- lari eventi coinvolgenti direttamente gli iscritti federali nazionali oppure le scolaresche del Nord Italia. Ci riferiamo in particolare alle diverse discipline fitness, ad una manifestazione di danza sportiva con oltre 300 partecipanti de nominata “Olympic Day”, e ad alcune lezioni di spinning in calendario presso le diverse organizzazioni territoriali. › AREA COMBAT La sezione dedicata agli Sport da Combattimento, include le arti marziali e le discipline di difesa personale. Lo scopo è quello di promuovere le discipline sul territorio mediante un variegato programma di eventi che si succederanno per tutta la settimana e che consentiranno di mettere in vetrina gli sport federali. › AREA MARE In collaborazione con il Moonlight Sub Diving Center Rapallo verranno organizzate delle prove subacquee ed immersioni guidate per tutta la settimana con istruttori PSAI. Inoltre si è richiesta ad ESA, la presenza e partecipazione, dell’Astronauta Paolo Nespoli, in quanto Subacqueo Titolare Brevetto Advanced. E’ previsto inoltre un concorso nazionale fotografico subacqueo che prevede la partecipazione di almeno 50 su bacquei professionisti provenienti da tutta Italia.

Trattasi di manifestazioni a carattere internazionale e di notevole interesse culturale e turistico ricettivo, che potreb-bero diventare un “unicum” grazie alla concomitanza organizzativa di singole sessioni le quali renderanno intensa e ricca di emozioni tutta la settimana all’insegna del Panathlon International.

Ulteriori informazioni possono essere consultate nel sito web www.rapallosportfestival.it all’interno del quale sono riportate tutte le specifiche dell’evento.

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Nel quadro dell’accordo siglato dai due Presidenti Panathlon-Distretto Italia, Federico Ghio, e Special Olympics Italia, Maurizio Romiti, durante la riunione dei Governatori di Area è stata prospettata la opportunita’ di diffonderlo e calarlo sul territorio insieme ad una proposta per la realizzazione di iniziative immediate e concrete:

- Scambio di presenze dei rappresentanti delle due organizzazioni nei primi eventi direttivi nazionali (sabato 19 ottobre il rappresentante del Panathlon Nazionale e Delegato dal Panathlon Int. sara’ all’Acquacetosa all’apertu- ra del Meeting dei direttori regionali e provinciali Special Olympics)

- Contatto immediato sul territorio tra Presidente Club Panathlon e Direttore Regionale/Provinciale Special Olympics

- Scambio di presenze a livello dei primi organismi direttivi regionali/provinciali di entrambe le organizzazioni per una ufficializzazione a livello locale del rapporto e una programmazione - informazione delle iniziative da mettere comu- nemente in atto. - Una Conviviale nell’anno da dedicarsi all’argomento Special Olympics avendo come relatori Atleti, Familiari, Dirigenti e Tecnici Special Olympics

- Ammissione di Dirigenti/Tecnici/Atleti provenienti da Special Olympics in qualita’ di Soci nei Club Panathlon

- Collaborazione dei Soci Panathlon nell’organizzazione di eventi Special Olympics sul territorio (Giochi Regionali, Gio- chi Nazionali, European Football Week, European Basketball Week). I Soci Panathlon potrebbero mettere a disposizione la loro notevole esperienza, le proprie conoscenze ed eventuali mezzi ed attrezzature.

- Coinvolgimento del Distretto Italia in eventi internazionali. In primo luogo, in considerazione che i prossimi Giochi Europei Special Olympics si svolgeranno ad Anversa, ove opera un Club Panathlon, si metteranno in moto iniziative di coinvolgimento e partecipazione del suddetto Club.

- Verranno prese in esame idee e proposte che perverranno dai Club Panathlon e dai Team Special Olympics, una volta diffusa la conoscenza della Convenzione.

distretto italia e special olympics

Proposte attuative presentate dal Vicepresidente di Special Olympics Italia alla riunione del Distretto Italia, svoltosi a Roma domenica 13 ottobre 2013, in

dipendenza del Protocollo di Convenzione siglato dai Presidenti diPanathlon-Distretto Italia e Special Olympics Italia.

DISTRETTO ITALIA

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Testimonianza

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LO SPORT UN FARMACO PER I TRAPIANTATI?La straordinaria esperienza di un panathleta davvero speciale

di Franco Cavaleri*

* Socio Panathlon Club Varese

Dapprima ti tocca di lottare per la tua vita, poiun trapianto e ti capita all’improvviso di doveree volere “gareggiare” per una nuova esistenzadegna, anche per il rispetto che devi allasfortunata e generosa persona che tu non conoscie che ha compiuto un grandissimo gesto di disinteres-sata donazione di se stesso. Un trapianto e torni a vive-re, meglio ancora se mentre recuperi le forze ti accom-pagni correttamente alla pratica sportiva e comunque all’attività motoria in genere. Meglio ancora se lo fai con regole, perché l’attività fisica offre benefici precisi, quasi quanto le medicine che ti accompagneranno per tutta la vita, perché così si possono ridurre i fattori di rischio.Anche nello sport praticato dalle persone trapianta-te io credo che vi siano ampi spazi di riflessione e di intervento educativo e culturale da parte del mondo panathletico.Una considerazione preliminare: ciò è quanto noi vogliamo, quando auspichiamo il rafforzamento della pratica sportiva, quale elemento di recupero e di coinvolgimento, di sostegno all’autostima nelle persone svantaggiate. Quando ci arrivi, non importa più il chiamarsi handicappato o diverso, piuttosto che disabile o diversamente abile, o tutto quello che vuoi: sei te stesso. Nel mondo vario dello svantaggio ho compreso che vi è un’altra categoria, forse “border line”, quella della malattia, quando ti schiaffa in faccia improvvisamente un “out! sei fuori!”.

Trapiantati e agonistiAnche per i malati gravi va operata una strategia affinché comprendano che possono essere capaci di trovare nella pratica sportiva la propria occasione di riscatto. A questo tema è assolutamente impossibile accostarsi restando sulle generali. Anche qui ben differenti sono le situazioni e altrettanto diversificate devono essere le soluzioni.A un trapianto si giunge o per un evento traumatico improvviso oppure come estremo tentativo salvifico in persone stremate da anni di malattia. Nello stesso tempo lo sport che sostiene il recupero post intervento ha effetti differenti a seconda che la persona fosse in precedenza uno sportivo, se non un agonista, rispetto a chi non era abituato per i più vari motivi all’attività motoria.Nella prima categoria non si devono spendere molte parole per gli atleti, che tornano rapidamente in gioco, basti citare il recente caso della pallavolista azzurra Sara Anzanello trapiantata d’urgenza per una

grave forma di epatite. Ben più interessante evariopinto è il mondo degli agonisti nonprofessionali, per i quali esiste tutto un mondo diopportunità per gareggiare. Si va dal classico appuntamento sugli sci in Valtellina, agli incontri di calcio e di pallavolo, al ciclismo che si evidenzia per interessanti accoppiate movimento/turismo, ma con caratteri di reale attività sportiva. Il coronamento è dato dai campionati italiani multidisci-plinari (quest’anno circa 200 in gara a Grosseto) e dai biennali Word Transplant Games, giusto quest’estate tenutisi a Durban in Sudafrica e giunti alla diciannove-sima edizione. I trenta italiani in gara in queste particolari olimpiadi si sono fatti onore, con quindici medaglie (7 bronzi, 7 argenti e un oro di Roberto Cantoni nel nuoto).Allora tutto bene? Non proprio, c’è ancora molto da fare, grazie alle nostre strutture sanitarie.

Il ruolo della medicina dello sportEsiste un’ampia pagina di medicina dello sport, con particolari protocolli di ricerca tesi a dare beneficio a tutti coloro che o per abitudine o per condizioni fisiche non accederebbero spontaneamente allo sport. Se ne è parlato di recente a Varese con un convegno dell’o-spedale di Circolo dal titolo ben significativo: “dopo il trapianto... lo sport. La vita ricomincia a pieno ritmo” alla presenza di oltre 130 fra fisioterapisti, infermieri, medici e studenti di scienze motorie delle università dell’Insubria e della Cattolica. Il messaggio è confor-tante. Infatti è ben avviato un protocollo sperimentale con tutti i crismi della scientificità per sostenere con attività motoria in palestra il recupero funzionale dei trapiantati, nato nelle strutture pubbliche del. Veneto e dell’Emilia Romagna e che si sta lentamente estenden-do a parecchie altre regioni.Impossibile entrare nei dettagli, basti ricordare che dall’ospedale di Varese hanno parlato Michele Bertoni, direttore S.C. Riabilitazione Neuromotoria, Paolo Grossi, direttore Dipartimento Trapianti e professore ordinario di Malattie Infettive e Tropicali dell’Insubria, Daniela Maretti, coordinatore al Prelievo d’organi e tessuti della Provincia di Varese e Carlo Guardascione, presi-dente dell’Associazione Medici Sportivi Varesini. Sono entrati nel dettaglio dei protocolli di ricerca Giovanni Mosconi, direttore U.O. Nefrologia e Dialisi, Ospedale G.B. Morgagni e L. Pierantoni di Forlì, Giulio Sergio Roi, direttore Centro Studi Isokinetic di Bologna e Valentina Totti, Scienze e Tecniche dell’Attività Motoria Preventi-va e Adattata, F.I.T.O.T. Fondazione per l’incremento dei trapianti d’organo e di tessuti di Padova.

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P.I. fondazione Domenico Chiesa

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A volte, quando valutiamo le finalità e la grandiosità della filosofia del panathletismo che è lotta per il Fair Play, per l’etica nello sport e l’amicizia fra gli sportivi di tutto il mondo, noi ci sentiamo un po’ come dei Don Chisciotte davanti alla dimensione della sfida che deve essere affrontata. Ci sentiamo come chi scagli una piccola lancia contro i mulini rappresentati dai profon-di problemi attuali dello sport come la corruzione, la discriminazione razziale, la slealtà nelle competizioni e il disprezzo totale per la memoria sportiva.

Un movimento come il nostro nato qui, a Venezia, una bandiera innalzata da Mario Viali e Domenico Chiesa, corrisponde ad una delle poche voci che si levano contro i fatti deprimenti menzionati e che accadono quotidianamente e sono rilevati dai mezzi di comuni-cazione di tutto il mondo.Poco importa l’enorme dimensione della lotta da affrontare di fronte alle possibilità dell’attuale struttura del Panathlon International.

Dobbiamo comportarci come il colibrì che desiderava combattere un incendio della foresta lanciando contro le fiamme la goccia d’acqua che portava nel suo becco. Agli altri che si meravigliavano del suo atteggiamento, rispondeva: “sto facendo la mia parte!”La premiazione del Concorso Internazionale di Arte Grafica, che si sta celebrando in questo momento è molto più importante di ciò che potrebbe sembrare a prima vista. Contro l’inutilità di affrontare una lotta diretta verso i potenti che guardano unicamente al denaro nello sport, che si rifiutano di lavorare a favore delle questioni sociali insite nell’attività fisica, noi in-

dirizziamo il nostro sforzo ai giovani. Organizziamo un concorso nel quale, a lato dell’obiettivo specificamente artistico, cerchiamo di incentivare il messaggio etico e i valori sociali inerenti allo sport.

È attraverso le nuove generazioni che possiamo miglio-rare il comportamento etico negli stadi e inserire fra le abitudini delle persone la pratica del Fair Play, collocan-do lo sport nella scala di valori della società.L’esistenza di concorsi come questo con grande significato educativo e sociale si deve alla Fondazione Domenico Chiesa che ha tradotto il panathletismo e l’idealismo sportivo di Domenico Chiesa, che legò la sua intera vita a questa città di Venezia. Egli ci racconta-va che aveva il suo studio vicino al palazzo patriarcale e frequentemente lui e il Patriarca si salutavano con un “ciao” attraverso le rispettive finestre. Quel suo amico divenne Papa e morì un mese dopo la sua elezione al soglio pontificio. Domenico frequentava una cantina, un ”bacaro”, dalle parti di Rialto, dove portava gli amici, fra cui l’autore di queste note, e raccontava storie della sua vita.

Chiesa fu un grande amico del panathletismo brasi-liano. Nel 1956 guidò una delegazione di dirigenti del Panathlon International per presiedere alla cerimonia di fondazione del Distretto Brasile.Durante quasi 30 anni di convivenza nelle riunioni internazionali si consolidò una grande amicizia con la mia persona. Ci sedevamo vicini nelle conviviali dei club delle città dove ci recavamo ed egli era il mio cicerone tutte le volte che mia moglie ed io visitavamo Venezia.

In nome di quell’amicizia, lunedì scorso, in compagnia di Maurizio Monego e di Giuseppe Zambon, vice pre-sidente del Club di Venezia, ho deposto un mazzo di fiori sulla sua tomba ad Asiago. Una vera amicizia non termina con la morte.Questa è anche la ragione del mio speciale affetto per Silvia Tizian e Marina Chiesa, che fanno parte della Commissione di valutazione di questo Concorso di Arte Grafica, che ho l’onore di presiedere fin dalla sua costituzione.La solennità di oggi è anche frutto del patrimonio di Domenico Chiesa. Egli ha investito parte dei suoi guadagni derivati da molti anni di professione di com-mercialista a Venezia, nella Fondazione che porta il suo nome e che patrocina questo evento. Questa Fondazio-ne è diretta con sapienza e capacità da Enrico Prandi, past-presidente del Panathlon International e ha come Segretario il competentissimo Sergio Allegrini.

Gli ultimi Don Chisciotte

UnA mAtitA come lAnciAPremiazione a Venezia per il 10° Concorso Grafico Internazionale

di Henrique Nicolini*

Il Presidente Nicolini e la Signora Lilian in visita alla mostra del concorso

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A lui dobbiamo l’idoneità della valutazione dei lavori presentati.

Non può restare fuori da questa lista di ringraziamenti il nome del giornalista Giacomo Santini, Presidente del Panathlon International, che sempre approva e inco-raggia iniziative come quella di oggi. Il successo della città di Como in questo concorso si deve anche all’impegno di Renata Soliani e Maurizio Monego che, per il club di Como, fungono, in questo campo, come punto di riferimento e regìa. Oltre al suc-cesso qualitativo, Como si è distinta anche per quello quantitativo: oltre il 25 % delle opere in concorso provenivano da quella città. I tre premi e quello speciale dedicato alla memoria di

Siropietro Quaroni, già Segretario Generale del Pa-nathlon International che con passione promoveva l’impegno nelle scuole e con le scuole, testimoniano della obiettività della giuria, che non conosceva la pro- venienza delle opere e sanciscono la qualità dei lavori premiati e dell’impegno degli insegnanti che hanno seguito le ragazze che li hanno elaborati.L’internazionalità del concorso è stata valorizzata dalla partecipazione di lavori provenienti dall’Italia, dal Bel-gio, dalla Svizzera e dal Brasile.È molto importante nella festa di oggi ammirare ciò che hanno realizzato i vincitori - le vincitrici, in questo caso, visto che sono tutte ragazze.È alla loro generazione che affidiamo i nostri ideali.

*Presidente della Giuria

La Cerimonia di premiazione

1° premio Alessandra VASTA

ISIS Setificio “Paolo Carcano” - Como

3° premio Tatiana VALSANGIACOMO

Liceo Artistico “Michelangelo” - Como

2° premio Elisa BORGHI

ISIS Setificio “Paolo Carcano” - Como

Premio Speciale alla memoriadi Siropietro Quaroni

Sara DI STEFANOISIS Setificio “Paolo Carcano” - Como

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lo sport sul grande schermo

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Anche se la sua storia fa risalire le lontane origini del cinema a certi incontri di pugilato “ricostruiti” negli ambienti di un mitico studio americano, il pionieristico “black mary”, ove sul finire dell’ottocento venivano girate le primissime “filme”, è un fatto che i suoi incon-tri con argomenti di genere sportivo non sono poi risultati così frequenti come l’indiscutibile popolarità delle diverse discipline atletiche suggerirebbe ad un osservatore.È un fatto che il tempo trascorso, le mode, i costumi, hanno radicalmente trasformato sia il cinema, sia lo sport. Quelle “filme”, come allora venivano chiamati i brevissimi brani di pellicola della durata di qualche minuto, si sono andate infatti traducendo in sontuosi spettacoli di massimo effetto emotivo, elargiti a colori, con suoni e rumori stereofonici, tecnologicamente avanzatissimi, e sempre più di frequente provvisti della terza dimensione. Né da meno si è comportato l’avve-nimento ludico, pur’esso ormai segnato in genere dalla grandiosità degli eventi, abbigliati da tutta una serie di richiami e supporti ritenuti ormai istituzionali.È dunque abbastanza naturale che quando capita che sport e cinema s’incontrino l’uno chieda all’altro - e vi-ceversa - il massimo dell’efficienza, non soltanto intesa sotto il profilo della qualità rappresentativa, bensì di una proposta narrativa esclusa a schemi drammaturgici già codificati. Spunti, dunque, e temi per quanto pos-sibile originali, in grado pertanto di attrarre un pubbli-co che, sommerso com’è all’attuale da una incessante cascata di immagini, stenta parecchio ad intercettare occasioni diverse dal solito, dall’abituale convivenza con gli schermi divenuti ormai casalinghi.

A questa piatta consuetudine trattenitiva hanno evi-dentemente inteso opporsi i responsabili di Rush, film di produzione statunitense, che sceglie di trasferire in sequenze un ambiente per altro più volte frequentato dal cinema, quello dei gran premi automobilistici. Lo fa infatti proponendo una chiave che rifugge totalmente

dalle abusate storie sentimental-agonistiche del debuttante pilota che nel finalino consolatorio del rac-conto si impone sui colleghi. Di scena, in questo caso, sono invece due autentici protagonisti della storia del motorismo sportivo, i quali per una decina d’anni hanno accentrato su di loro la passione della folla tifosa e l’interesse della stampa: l’austriaco Niki Lauda e il britannico James Hunt.

La psiche oltre i motoriIl tema centrale, sotteso alle diverse competizioni, ai circuiti sparsi per i quattro angoli della terra, ai pit-stop e alle ripartenze, non è dunque quello “competitivo”, della gara vinta o perduta. Il motivo su cui il regista Ron Howard ed i suoi soggettisti e sceneggiatori hanno im-postato il racconto riguarda piuttosto la netta contrap-posizione che distanzia psicologicamente i due piloti. Ossia i loro comportamenti, le rispettive scelte di vita, il diverso modo nell’affrontare pericoli e paure,

f1 e cAlcio Al cinemADue film di recente produzione scelgono di ricostruire un famoso

duello tra piloti e di denunciare i malanni del calciodi Claudio Bertieri

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il guardare al proprio domani. In altri termini, l’accet-tare - come afferma più volte Lauda - il venti per cento di rischio e non oltre, condizione non affatto condivisa dalla impulsività e dalla sfrenata esistenza di Hunt.In questo senso, non s’incontrano in Rush gli abituali buoni e cattivi, e tanto meno è concesso spazio alla proverbialità del “donne e motori”, con quel che ne segue di regola.

I due non sono né amici, né nemici, esprimono piutto-sto due personalità egualmente sicure di sé, che si con-trappongono con scelte motivate: Lauda raziocinante, tecnicamente preparato, scientifico nello studio dei percorsi di gara, senz’altro consapevole del business legato alle competizioni ma deciso nel non condivider-ne gli eccessi; Hunt, al contrario, per naturale disposi-zione assertore dello spirito libero degli anni settanta, indisciplinato e sciupafemmine, con un che tuttavia di infantile nel continuo giocare con il destino.

Di tutt’altra stoffa risulta la personalità del protagonista di un film di nazionalità italiana, parimente interessato al mondo dello sport e diretto da un regista esordiente nel lungometraggio, Paolo Zucca. Si tratta di L’arbitro, uno spaccato calcistico ambientato in Sardegna, che riunisce assieme due vicende che viaggiano in paralle-lo: quella accesamente conflittuale di due compagini di dilettanti che si scontrano ogni volta quasi all’arma

bianca su campi polverosi, e quella invece privata di un direttore di gara che aspira ad essere designato per un incarico professionale di massimo prestigio internazio-nale.

Se la parte riservata alle dispute strapaesane tra le due squadrette rivali gioca parecchio sulle tonalità di una comicità talvolta surreale, che in più situazioni - oltremodo caricaturando atteggiamenti e conflitti - si tramuta in grottesche accensioni, quella destinata alle vicende del personaggio in giacchetta nera e fischietto mostra ben altre intenzioni. Sotto l’apparente consue-tudine di rapporti esistenti tra le varie figure interes-sate alla carriera dell’arbitro, s’intrasente infatti una nervatura fortemente critica nei confronti dell’apparato burocratico di potere a cui spettano le decisioni circa delicati incarichi.

Un film-denunciaÈ dunque chiaro che il film non scansa affatto - sep-pure nei termini non violentemente aggressivi di cui s’è scritto - di proporsi quale specchio di denuncia, ovviamente ridotto al ritratto e alle aspirazioni di un individuo ambizioso ma abbastanza ingenuo, di quelle ben più gravi connivenze, irregolarità e condannevoli scambi di favori che alimentano ormai troppo spesso, con casi nazionali ed internazionali, l’informazione quotidiana.

Per quanto riguarda il cinema italiano, era dai giorni lontani di l’ultimo minuto (1987) di pupi avati che la macchina da presa non aveva trovato occasione per av-vicinare lo sport favorito dai connazionali. Un silenzio indubbiamente prolungato in eccesso, ancor più se si tiene conto di quanto avvenuto nel frattempo con le diverse calciopoli, per cui rallegra che un regista giova-ne abbia scelto di affrontare una materia che senz’altro abbisognerebbe, al contrario, di accosti maggiormente raccorciati nel tempo.

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Attività istituzionale

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Si è riunto a Rapallo il Comitato dei Presidenti dei distretti del Panathlon International per esaminare e dibattere i temi più attuali che interessano in questo momento la nostra associazione.I lavori sono stati presieduti dal Presidente Interna-zionale Giacomo Santini, assistito dal vice presidente Sebastiao Correa de Carvalho, dal Past President Enrico Prandi, dal Tesoriere René Hefti e dal Segretario Gene-rale Leo Bozzo.L’imporanza dell’evento è documentata dalla parteci-pazione massiccia dei Presidenti o Delegati di distretto, tutti presenti tranne l’Ecuador il cui Presidente Car-los Faidutti è stato bloccato da problemi di famiglia. Lo stato di salute del suo distretto, del resto, è stato messo in evidenza recentemente con l’organizzazione del Congresso Panamericano che ha avuto un ottimo successo.A Rapallo sono emersi alcuni problemi comuni a tutti i distretti ed altri particolari. Tra quelli comuni figu-rano le difficoltà nel reperimento di nuovi soci e nel trattenere gli attuali, messi alla prova anche dalla crisi economica. Un altro problema comune è la difficoltà nell’ottenere la puntualità da parte dei club nei paga-menti delle quote.Molto apprezzati sono stati i contributi dei due consi-glieri internazionali Ennio Chiavolini e Mario D’Atri sulle politiche di espansione e di formazione nel Panathlon. Sulle loro proposte si è sviluppato un dibattito molto interessante e costruttivo.

Il Comitato si è espresso anche su temi come la Rivista , i PCU, alcune modifiche al regolamento dei club junior e allo Statuto, attualmente all’esame del Consiglio Internazionale al quale spetta la competenza di deci-dere sulle proposte da portare al prossimo congresso mondiale di Rapallo, nel maggio dell’anno prossimo. Nei due documenti allegati troverete i dettagli delle conslusioni raggiunte dal Comitato e la tabella dei presenti.

I rappresentanti dei distretti a confronto con il comitato di presidenza

HEINZ RECLAAustria con associato il Club di Monaco-Germania

WILIAM SAAD A.Brasile

PAUL DE STANDAERTBelgio Delegato di Vic De Donder

ANDRÉ FERRENFrancia

JOSÉ P. SÁNCHEZ G.Messico

FEDERICO GHIOItalia

CARLOS A. QUIROGA G.Perù

JEAN-PIERRE LARGODistretto Sovranazionale

PIERRE ZAPPELLISvizzera con associato

il Club di Fürstentum Liechtenstein

OSCAR SCHIAFFARINOUruguay con associati

i Club di Asunción Paraguay-Santiago del Chile

Il ruolo dei DistrettiSENTINELLE SUL TERRITORIO

Riunito a Rapallo il Comitato dei Presidenti

i distRetti RAppResentAti

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Il Comitato dei Presidenti dei Distretti, riunitosi a Rapallo (Genova - Italia) il 18 e 19 ottobre 2013, preso atto della par-tecipazione quasi completa con la sola assenza del Presidente del Distretto Ecuador, propone quanto segue:

• prendendoattocheiPCUorganizzanoprevalentementeattivitàsportiva,ilComitatosuggeriscechesvilup- pino anche le più ampie attività culturali ed in sinergia con i Club viciniori, previste dall’ordinamento dei normali Club in accordo con gli obiettivi del PI;

• suprecisarichiestadelTesoriereInternazionaleinriferimentoall’OsservatorioInternazionaleilComitato desidera che il budget previsto per tale funzione all’interno del bilancio preventivo del 2014 sia impiegato per attività di espansione, delegazione e rappresentanza, ivi compresa parzialmente l’attività sovranaziona- le;

• inmeritoallarealizzazionedellaRivista ilComitatodesideraesprimeresoddisfazioneper l’attualeassetto della Comunicazione a livello internazionale, prende atto della richiesta del Distretto Perù di poter stampa- re la Rivista in lingua spagnola, ribadisce che la quantità di 3 numeri annuali è sufficiente alle esigenze dell’Associazione e assume la proposta del Distretto Italia di inserire all’interno del Rapporto mensile la casella di verifica della pubblicazione dell’evento citato e a maggioranza ritiene che ad oggi non vi siano le condizioni per aumentare la stampa della pubblicazione ufficiale;

• ilComitatoapprovalapropostadelConsigliereInternazionaleD’Atricheritieneimportanteproseguirenella For mazione dei futuri Dirigenti e propone che possano essere organizzati eventi distrettuali atti a finalizza- re tale progetto;

• ilComitato ribadisce l’importanzadiproseguiree ramificare l’Espansione Internazionale, suggerendoalla Segreteria Generale la realizzazione di materiali informatici, quali Video, PPT, CD, DVD;

• inmeritoallaquestionepostadalComitatodiPresidenzacircal’operativitàdelPastPresident, ilComitato assume una posizione paritaria nel mantenimento del diritto di voto. In questo caso suggerisce che la dura- ta del diritto di voto sia limitata ai primi due anni;

• inmeritoalvincolostatutariocheprevede lanominadelPastPresidentaPresidentedelDistrettoSovra- nazionale, il Comitato all’unanimità suggerisce di cancellare tale obbligo;

• ilComitatoamaggioranzarinnovalavaliditàdisoliquattroannidelmandatoPresidenziale;

• ilComitatoassunta la relazionedelPresidentedelCGSGraziosi inmeritoal lavorodi stesuradelRegola- mento dei PJ a maggioranza condivide la proposta di definire i Club Junior quali organizzazioni esterne pro- pedeutiche alla futura esperienza di giovani associati soggetti esclusivamente ai propri Club Padrini; la loro esistenza si propone sia solo in dipendenza dei Club Padrini, senza organizzazione territoriale, con diritto di proposta ed intervento alle Assemblee del Club Padrino, ma senza diritto di voto, salvo diverse indicazioni del Distretto di competenza;

• ilComitatoringraziailClubdiRapalloperlaottimapanathleticaaccoglienzadelClubperlaserataorganiz- zata al Circolo Golf e Tennis di Rapallo.

Documento finale per il Consiglio Internazionale

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Costruttori di sport

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All’inizio di ottobre ha avuto luogo a Villa Sant’Angelo, presso l’Aquila, l’inaugurazione del percorso-vita realiz-zato attorno al nuovo centro sportivo, con il contributo del Panathlon International.Si è così concluso il lavoro del Comitato Solidarietà pro- Abruzzo, voluto dal Panathlon International nella riunione del Consiglio Internazionale di Lucca nel 2009 a pochi giorni dal grave sisma che ha colpito l’Abruzzo.Tale donazione, dedicata al comprensorio della pro-vincia dell’Aquila duramente colpita , fa seguito alle precedenti, effettuate a favore dei giovani della città.Il percorso è inserito nell’area sportiva polivalente che comprende un campo di calcetto, una palestra con parete artificiale per l’arrampicata sportiva tra le più belle in Italia, un campo in erba naturale per il calcio ed il rugby con annessa club-house ampia e confortevole. Le attrezzature, studiate da esperti del settore, sono ideali per la fruizione da parte di atleti, giovani, adulti e anziani, con strutture che consentono un giusto com-promesso tra divertimento e cura della salute.Tale percorso è situato in uno stupendo ambiente na-turale nei pressi delle grotte di Stiffe , punto di passag-gio della pista ciclabile del comprensorio dei comuni di Villa Sant’Angelo - Sant’Eusanio Forconese - Fossa - San Demetrio Né Vestini.

L’iniziativa ha inteso fornire un forte segnale di solida-rietà verso le persone che abitano a Villa Sant’Angelo, centro di soli 400 abitanti tra i quali si sono contate ben 17 vittime e la quasi totalità dei sopravissuti è rimasta senza casa. Dopo Onna è il paese più colpito.Durante la cerimonia il sindaco di Villa Sant’Angelo,

Pierluigi Biondi, facendo gli onori di casa ha ringra- ziato tutti coloro che hanno concorso alla raccolta di fondi ed ha posto in risalto l’intervento del Panathlon International, attraverso gli esponenti locali dei club Agro Romano e dell’associazione “Aniene 80 Ciao”, che hanno permesso alla struttura polivalente di dotarsi di una importante attrezzatura come “il percorso vita”.

Essa consentirà ai cittadini , agli sportivi di tenersi in forma e alla squadra Gran Sasso di rugby, neo promos-sa in serie A, di allenarsi regolarmente, unendo anche l’opzione per il percorso vita come attività integrativa.Nel prendere la parola il Presidente del Comitato solidarietà P.I. e Consigliere Internazionale Marcello Marrocco ha portato il saluto del Presidente Internazio-nale Giacomo Santini, del Consiglio Internazionale e dei Club benefattori. Marrocco poi ha consegnato ufficialmente al Sindaco della cittadina il pannello sul quale sono riportate tutte le informazioni sull’iniziativa: la storia del Panathlon, le carte panathletiche, i componenti del comitato solida-rietà P.I. e i club e soci sostenitori.Essi sono: Agro Romano, Avezzano, Bressanone, Bo-logna, Cittadella, Clitunno Spoleto, Cremona, Latina, Macerata, Perugia, Reggio Calabria, Teramo, Terni, Valle Camonica, Valdarno Superiore, Viterbo, Distretto Italia. Si sono aggiunte spontaneamente le famiglie pa-nathletiche Roberto Ruggeri e Silvana Cuzzotti di Ivrea, Marcello e Maria Teresa Marrocco, Giuseppe Notaro di Valdarno Superiore, Nunzio Chillemi di Latina e l’Asso-ciazione Aniene 80 Ciao.Sulle stesso pannello sono evidenziati gli interventi precedentemente realizzati in aiuto alle aree colpite come beni di prima necessità e donazione di sangue ed iniziative a favore dei giovani, vale a dire: - sostegno ad oltre 200 studenti universitari fuori sede della zona rossa de L’Aquila - borse di studio agli studenti delle scuole superiori de l’Aquila - corsi di attività ludico-motoria ai bambini delle scuole materne ed elementari del Comprensorio Villa Sant’Angelo - San Demetrio Né Vestini - Sant’Eusanio, in sinergia con l’Associazione Aniene 80 Ciao.Questo pannello è stato istallato, a perenne memoria, all’inizio del percorso vita all’interno del centro poliva-lente.Ricordiamo con piacere il primo incontro dei Club Ju-nior a Collemaggio - L’Aquila - e successivamente nelle tendopoli delle cittadine della provincia (Fossa, Onna, Villa Sant’Angelo, San Demetrio Né Vestini, Sant’Eu-

Un peRcoRso vitA A l’AqUilAIl Panathlon testimonial di una iniziativa di solidarietà.

di Marcello Marrocco*

www.panathlon.net 31

Rolly Marchi era un poeta non solo perché scriveva po-esie. O perché scriveva libri con il cuore di un fanciullo, anche a ottant’anni. Con quel suo cappello da cow boy, avuto in dono da Walt Disney, è stato interprete della professione gior-nalistica nello sport con la dolcezza e l’incanto di un instancabile esploratore del mondo e degli uomini.Era il cow boy delle nevi perché inaugurò quel suo grande cappello sul monte Bondone di Trento dove inventò il trofeo Topolino di sci, con il patrocinio del famoso giornale per ragazzi. Seppe creare una rete di sci club giovanili capaci di alimentare per decenni la sua manifestazione. Da quelle gare e dalla spettacolare sfilata di centinaia di minisciatori per le strade di Trento e piazza Duomo uscirono campioni come Gustav Tho-eni, Pierino Gros, Ingemar Stenmark, Pirmin Zurbrig-gen, Marc Girardelli, Cristian Ghedina, Claudia Giordani, Isolde Kostner, Alberto Tomba, Deborah Compagno-ni……..Alle diverse generazioni di campioni Rolly Marchi sep-pe trasmettere un approccio gioioso con le fatiche e le speranze dello sport, anche attraverso una coreografia colorata alle gare e una serie di trasmissioni TV portate a termine con la collaborazione del suo grande amico Mike Bongiorno.Collaborò con diversi giornali ma non si legò mai a lungo con nessuno. Per vivere aveva una sua attività nel mondo delle assicurazioni che gli consentiva di frequentare in libertà le sale stampa dei principali avvenimenti negli sport che amava: lo sci in particolare e le Olimpiadi in generale.

Rideva delle nostre angosce di consegnare in fretta e furia l’intervista alla radio o alla televisione, oppure gli articoli al fax o alla telescrivente. Lui si è sempre preso tutto il tempo per riflettere e distillare le emozioni.Il suo habitat era la montagna, a piedi, con gli sci, come atleta, giornalista, organizzatore, fotografo, scalatore con i suoi amici Cesare Maestri, Dino Buzzati, Riccardo Cassin, Walter Bonatti e Mauro Corona.Ebbe una grande notorietà quando, per primo, intuì la formula delle sponsorizzazioni sulle maglie dei corri-dori professionisti degli anni cinquanta. Nel ciclismo ebbe anche una breve esperienza come corridore, chiusa a causa di una serio incidente e come direttore tecnico di una squadra.Fu esonerato perché insisteva per fare firmare ai corri-dori una clausola antidoping che molti non accettava-no.Poi preferì dedicarsi alla fotografia e alla letteratura. Sfornò molti libri di grande suggestione su mondiali ed olimpiadi e su riflessioni profonde sui valori della vita, come “Il silenzio delle cicale”, “Le mani dure”, “E ancora la neve” , “Se non ci fosse l’amore”.Nato a Lavis(Trento) all’anagrafe si chiamava Rolando che diventò Rolly in arte quando approdò a Milano, la sua città di adozione. Ogni anno tornava ripetutamen-te a Trento e a Lavis, prima per trovare la madre, vissu-ta a lungo come lui e poi per rivedere le montagne ed i molti amici che ora lo piangono e lo raccontano.E’ morto a 92 anni, spesi davvero bene.

sanio) alla presenza del Club L’Aquila del Governato-re Caterina Melonio. Il Presidente Santini ha visitato l’impianto manifestando vivo compiacimento per la sua realizzazione e per l’operato del comitato del PI. Egli era accompagnato da Caterina Melonio, Marcello Marrocco, dal governatore dell’area Lazio e Abruzzo, Pier Luigi Palmieri e dal governatore dell’Umbria Pietro Pallini. Apprezzamenti sono pervenuti dai componenti del comitato, da vari governatori, da molti club Panathlon, da singoli soci, dal Segretario Generale Leo Bozzo dal past-presidente del Distretto Italia e componente del comitato Michele Di Martino.

Addio A Rolly mARcHicow boy Antidoping

di Giacomo Santini

*Consigliere Internazionale

3 - 2013

pa n at h l o n i n t e r n at i o n a l32

ICES è una piattaforma per tutti coloro che sono interessati nel campo dell’etica nello sport e dell’educazione fisica. Si tratta di un’associazione indipendente che riunisce esperti del mondo dell’etica nello sport e dell’educazione fisica, raccoglie le loro conoscenze e le diffonde ad un pubblico più vasto.

Il centro si propone di stimolare la consapevolezza etica nel mondo dello sport, sulla base di un chiaro motto: lo sport è un campo adatto per lavorare con valori e norme. Nello sport possiamo stabilire risultati positivi, solo se lo pren-diamo in considerazione e siamo disposti a lavorare su di esso. ICES vuole sottolineare questi risultati positivi, senza ignorare gli elementi negativi.

ices e panathlon internationalICES è un’iniziativa di diversi membri del Panathlon International, Bond Voor Lichamelijke Opvoeding e delle univer-sità fiamminghe che offrono lauree in educazione fisica. Il Prof. Dr. Marc Maes - Membro del Panathlon di Bruxelles e Professore all’Università di Gand - è stato il fondatore, principale ispiratore e primo Presidente del centro fino alla sua scomparsa il 14 agosto 2010. È stato firmato un Patto (14 novembre 2009, Roma) da Enrico Prandi (Panathlon Interna-tional), Eric De Boever (Panathlon Bruxelles) e Marc Maes (ICES). Kristine De Martelaer - Professoressa presso l’Univer-sità Vrije di Bruxelles – agisce in qualità di attuale Presidente di ICES.

pRogetti in coRso (1) Etica nello sport (2012-2014) ICES sta attualmente coordinando un progetto che si occupa di autorità politiche dello sport e del mondo spor- tivo con esperienza nel campo dell’etica nello sport, comprese le questioni riguardanti l’integrità, l’abuso sessuale e la violenza. ICES agisce come organo centrale per supportare una vasta gamma di parti interessate nel mondo dello sport.

(2) Sport senza confini (2013-2014) Nel 2012, i Ministri fiamminghi responsabili per lo Sport, le Politiche Giovanili, l’Istruzione e il Welfare hanno firmato una dichiarazione di impegno sulla protezione dell’integrità fisica e sessuale dei bambini. In questo con testo, sono stati sviluppati tre strumenti: •Unquadrodiriferimentosullaintegritàsessualeefisica,compostodadiversistrumentialivellipoliticidistinti, con un’attenzione particolare per le organizzazioni sportive professionali; •Unopuscoloconleprincipaliazionidiquestoquadrodiriferimentotradottoininiziativefacilmenteaccessibili per le (più piccole) società sportive; •Bandieradellosport:unostrumentodidatticoperaiutarelepartiinteressateallosportnellavalutazionedel comportamento sessuale che coinvolge i bambini.

(3) Nessun diritto, nessuna gloria! (2013) Con la Coppa del Mondo FIFA (2014) e le Olimpiadi (2016), molti eventi sono in procinto di accadere in Brasile nel campo dello sport. Il presente progetto si impadronisce di questo unico ‘doppio’ evento per sensibilizzare i giova- ni fiamminghi riguardo alle violazioni dei diritti dei bambini connesse a quei mega eventi sportivi.

(4) Un kit di strumenti per affrontare l’omosessualità nel calcio (2013) L’obiettivo è di sensibilizzare i soggetti interessati al calcio e di fornire buone pratiche come fonte di ispirazione per l’azione.

(5) Salvaguardia Sport giovanile (2014-2015) ICES coordina un’Azione Preparatoria nel campo dello sport, finanziata dall’UE. Siccome i giovani atleti d’élite hanno una maggiore probabilità di cadere preda di minacce di integrità (sia fisiche che morali), nel contesto di tale questione, l’obiettivo principale del progetto è quello di aumentare la consapevolezza ed estendere il con- cetto di responsabilizzazione e di ambiente etico nello sport. ICES e dieci partner europei (tra cui Panathlon Inter- national) si incontreranno quattro volte in tutta Europa per raggiungere tale obiettivo.

centro internazionale etica per lo sport

*Consigliere Internazionale

etica ed educazione

di Paul de Broe*

Sono Francesco Patron, padre di Stefano, vincitore del 41° concorso studente-atleta categoria maschi-scuola me-dia.

Volevo ringraziarvi di cuore per la gioia che avete dato a Stefano, alla sua famiglia e ai suoi amici.Importante é stata anche la soddisfazione data agli insegnanti di scuola e ai tecnici e dirigenti della Spes.

Direi che se Stefano ha saputo sfruttare i suoi talenti é merito di tutte queste persone che lo stanno accompagnando nella sua crescita.Grande merito, poi, sono certo sia da attribuire a Istituzioni come la vostra che con grande sforzo e impegno pro-muovono lo sport nei suoi aspetti più nobili. Ho notato, infatti, che nello spirito del Panathlon non ci si sofferma in maniera particolare al risultato sportivo, ma si da enfasi e risalto soprattuttoall’aspetto sociale e morale degli eventi sportivi, soffermandosi sulle persone e sulle loro storie personali.

Ho avuto modo di apprezzare la profonda passione che vi spinge nella vostra impresa, di certo non facile, che riten-go di grandissimo valore sociale,particolarmente di questi tempi nei quali, spesso, assistiamo a fatti di corruzione, doping e altro in ambito sportivo.

Continuate così nella vostra opera, e lo sport sarà più pulito, solidale e ancor più appassionante.

Un grazie di cuore.

Il grazie di un padre

www.panathlon.net

lettere al Panathlon

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Leggendo l’articolo del gen. Ennio Chiavolini, apparso sul n.2/2013 della Rivista del Panathlon International e riguardante l’espansione del nostro Movimento,a prima vista sono rimasto profondamente amareggiato nel veder riportati, nella Tabella e nel commento, nu-meri che proiettano un’ombra nera sul Panathlon, sia a livello internazionale sia a livello locale.

Ma poi ho pensato che non ha scientificamente alcun significato il confrontare grandezze fra loro disomoge-nee, raffrontando il Panathlon con “Service Clubs” che nulla hanno a che fare con la cultura e l’etica sportiva, costituenti il nostro DNA secondo il CIO, e che , per di più, hanno radici storiche, struttura organizzativa e relazionale con la società circostante, mezzi finanziari, profondamente diversi dal Panathlon stesso che è, sottolineo, esclusivamente sportivo, aperto a tutte le persone interessate, di qualunque età e condizione sociale. Ciò detto, osservo ancora, positivamente, che a fianco di un ristretto numero di soci, ruotano molti sportivi (panathleti simpatizzanti) che intervengono a determinati Convegni, manifestazioni, Incontri tema-

tici non necessariamente conviviali, da noi organizzati, nonché migliaia di giovani studenti ai quali ci rivolgia-mo mediante Progetti, Premi ed Eventi speciali (uno per tutti “1 ora per i disabili”, di mia diretta conoscenza).A questo punto, ritengo doveroso occuparci dell’espan-sione quantitativa del Panathlon anche in vista dell’ov-vio ricambio generazionale, senza peraltro trascurare l’aspetto qualitativo, non meno importante, anzi, che comunque va trattato in altro ambito. Allo scopo, oso suggerire che i nostri Organi istituzionali, prima di diffondere urbi et orbi, dati fuorvianti, nocivi per l’immagine del Movimento, sia a livello promozionale che istituzionale, trattino il problema al loro interno, onde individuarne le cause e formulare proposte, in un Programma di espansione a breve-medio termine, alla luce dei tempi odierni e confrontandoci con realtà proprie del mondo sportivo.

Con il sincero augurio di buon lavoro,razionale e positivo!

*Referente Cultura sportiva Area 1 Past President Panathlon Padova

- opinioni a confronto -

non bAstA dARe i nUmeRi,il nostRo dnA è diveRso

di Renato Zanovello*

3 - 2013

pa n at h l o n i n t e r n at i o n a l

Attività dei Club

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nel segno di veRdi il 50° di ARezzoIl Club aretino ha festeggiato il Cinquantesimo anniver-sario della sua fondazione con una significativa ceri-monia svoltasi nella Sala dei Grandi del Palazzo della Provincia di Arezzo.Hanno onorato con la loro presenza la cerimonia il Presidente Internazionale Giacomo Santini, il Past President Enrico Prandi, il Governatore dell’Area 6 Rinaldo Giovannini, il Presidente del Coni Provinciale Giorgio Cerbai, il Fondatore del Club Ivo Misesti, oltre ad una nutrita rappresentanza dei Club dell’Area 6 e delle Autorità del Comune e della Provincia di Arezzo. Assente il Presidente del Distretto Italia Federico Ghio per impegni sicuramente più importanti.

Dopo i saluti di benvenuto da parte del Presidente del Club Piero Ferruzzi e la presentazione degli ospiti, il Presidente Giacomo Santini con un intervento alta-mente qualificato, ha posto in evidenza il significato vero e profondo di un anniversario che vuole consegna alla Storia cinquanta anni dedicati allo Sport attraverso

il lavoro e il sacrificio di uomini che hanno donato al Panathlon le loro migliori risorse culturali per contri-buire alla crescita e all’affermazione degli ideali che animano il nostro movimento teso alla conquista di maggiori consensi e di una più ampia e qualificata par-tecipazione allo sviluppo fisico e culturale delle nuove generazioni.

Aveva preceduto l’intervento del Presidente Santini il Presidente onorario del Club, Carlo Alberto Magi, che aveva svolto una relazione sui “50 anni di presenza al Panathlon sul tessuto sportivo cittadino” nel corso della quale sono stati ricordati i principali eventi che si sono succeduti nel corso dei cinquanta anni e i panathleti che sono stati alla guida di società sportive e di orga-nizzazioni strettamente attinenti allo sport.Il tutto con la sapiente “regia” di Assuero Pieraccini.

Ha concluso i festeggiamenti una conviviale che ha accolto molti ospiti e che ha offerto un “coraggioso” accostamento con il ricordo di Giuseppe Verdi in occa-sione del duecentesimo anniversario della nascita.

gemellAggio A Remi tRA nApoli e pAviASi è svolta a Pavia, nella splendida cornice agrituristica della “Tenuta Limido” della frazione Zerbolò, la cerimo-nia di Gemellaggio tra il Panathlon Club Napoli e il club di Pavia.“L’equipaggio” dei napoletani con 13 panathleti e familiari, capitanati dal presidente Poly e M. Laura San-guineti e dal past president Giovanni Del Forno e sig.ra Cristina Mauro era composto da:Aldo Balassi, Salvatore Bavaro, Mimmo e Silvana Di Martino, Titti Frascolla, Giannandrea Lombardo di Cumia, Lino ed Edda Merola, Fatima Muoio, Filippo e Teresa Napolitano, Alfredo e Tina Pagano, Ciro Triunfo, Giosuè e Clara Vitagliano, Cesare Bruschini e signora, Renato e Adele Mele, Giovanna Maurelli e Cecilia San-guineti e consorte. Era inoltre presente il governatore dell’Area 11 (Campania) e v.presidente del Distretto Italia Antonio Gambacorta e sig.ra Angela.La folta rappresentanza napoletana ha fatto si che si respirasse l’aria salmastra della baia di Napoli anche in considerazione del fatto che garbato anfitrione della serata è stato il presidente del Club ospite Angelo Porcaro, napoletano insediandosi sulle rive del Ticino all’inizio degli anni ’70 e qui ha trasferito a studenti e sportivi il suo infinito amore per lo studio e lo sport, in particolare il canottaggio, che lo ha visto protagonista negli anni ’60 con i colori giallorossi quando in tandemnegli anni ’60 con i colori giallorossi quando in tandem con Cesare Bruschini ha fatto incetta di titoli nazionali.La serata è stata, a dir poco, indimenticabile per gli interventi dei presidenti dei due club protagonistidel gemellaggio e cioè Sanguineti (Napoli) e Porcaro (Pavia), dei due governatori delle regioni Campania e Lombardia Antonio Gambacorta ed il vulcanico Lo-

renzo Branzoni, nonché del presidente del Panathlon International Giacomo Santini.Ma i grandi protagonisti della serata sono stati il “duo giustizia” Franco Roberti e Armando D’Alterio rispetti-vamente procuratore nazionale antimafia e procurato-re di Campobasso, entrambi campioni di canottaggio in gioventù.Roberti e D’Alterio si sono confermati due eccellentissi-mi affabulatori coivolgendo con un intervento combi-nato non solo i panathleti e loro ospiti alla cerimonia del “Gemellaggio” ma anche le centinaia di studenti e professori intervenuti il giorno dopo nell’Aula Magna dell’Università con una ‘lectio magistralis’ davvero degna di tale definizione.A suggellare ancora meglio lo spirito di intenti e pas-sioni di questo Gemellaggio i due procuratori dopo gli applausi e i ringraziamenti ricevuti all’Università si sono recati lì accanto, sul Ticino a vogare con i canottieri-agonisti pavesi.

Filippo Napolitano

I rappresentanti dei due Club con il Presidente Santini i governatori Gambacorta e Branzoni e i Magistrati Roberti e D’Alterio

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Anno LI - Numero 3 Settembre-Dicembre 2013Stampato nel Dicembre 2013direttore responsabile: Claudio Bertierieditore: Panathlon Internationaldirettore editoriale: Giacomo Santini, Presidente P.I.coordinamento: Emanuela Chiappetraduzioni: Alice Agostacchio, Dagmar Kaiserdirezione e redazione: Via Aurelia Ponente 1, Villa Queirolo16035 Rapallo (ITALIA) - Tel. 0185 65295 - Fax 0185 230513

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