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PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2015 1

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n° 2 - SETTEMBRE 2015

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2 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2015

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S ettembre, insieme all'an-

no sociale, scolastico,

sportivo, lavorativo...

ricomincia per noi anche l'anno

parrocchiale. Quest'ultimo, pe-

rò, non è solo un periodo ciclico di impegni

ed eventi, è qualcosa di molto di più. Ha due

caratteristiche che lo rendono unico nel suo

genere. Prima di tutto è un periodo in cui più

degli eventi che vi si svolgono ha importan-

za il cammino che ognuno compie. Un cam-

mino interiore, spirituale, in cui si fanno dei

passi in avanti, si diventa più capaci di soli-

darietà, più umani, più simili a Cristo. Senza

questo cammino di ciascuno gli eventi par-

rocchiali diventerebbero delle vuote esterio-

rità. I primi cristiani, non a caso, chiamava-

no il cristianesimo con un nome molto bello:

“La Via”. Seconda caratteristica: questo

cammino personale è anche comunitario,

non si è soli, ma accanto ad altri fratelli e

sorelle, con i quali ci si sostiene a vicenda.

Per quanto mi riguarda sono certo che in

quest'anno faremo un bellissimo pezzo di

strada insieme e ognuno di noi sperimenterà

che cosa Dio è in grado di compiere nella

sua vita.

Per riuscire a realizzare meglio tutto questo

ho pensato a 9 punti da vivere. Voglio pro-

vare con tutti voi a metterli in pratica nel

corso di questo anno. Ripropongono sempli-

cemente l'eterno Abc del vangelo attualizza-

to alle caratteristiche della nostra parrocchia.

Li propongo a ogni membro della comunità

di San Francesco al Campo.

Padre Michele

9 punti per un anno di Padre Michele

1. Dà più importanza alle persone che alle cose da fare.

2. Quello che puoi fare tu, non attenderlo dagli altri.

3. Quello che desideri per te, desideralo per tutti. Fai qualcosa di concreto per chi non ha il

necessario per vivere dignitosamente.

4. Ama la borgata altrui come se fosse la tua.

5. Per chi è adulto: conosci e diventa amico di almeno un giovane. Per chi è giovane: co-

nosci e diventa amico di almeno un adulto.

6. Nelle tue preghiere ringrazia spesso Dio per il grande dono della nostra comunità par-

rocchiale, senza dimenticare di pregare per chi ti ha offeso, deluso o trattato ingiusta-

mente.

7. Cura il rapporto con una persona ammalata della nostra comunità e vai a trovarla spes-

so.

8. Quando ti trovi in disaccordo con le persone a te care, affronta soltanto il problema at-

tuale, senza tirare in ballo il passato. (È un principio del Dalai Lama ma va benissimo

anche per noi).

9. Non scoraggiarti mai quando ti sembra che qualcosa in parrocchia non vada bene, Dio

opera proprio attraverso le difficoltà. Inizia ad essere tu il cambiamento che vorresti ve-

dere nella comunità.

LA LETTERA DEL PARROCO

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Prendo lo spunto per queste

righe dal titolo del libro di Ari-

stide Fumagalli (Queriniana,

2014, € 12,00) che tratta del

matrimonio in questo tempo di

trapasso culturale. Ma non intendo parlare di

questo argomento. D’altra parte il titolo è

preso da San Paolo nella seconda lettera ai

cristiani di Corinto: “Noi però abbiamo que-

sto tesoro in vasi di creta, affinché appaia

che questa straordinaria potenza appartiene

a Dio, e non viene da noi” (2 Cor

4,7), dove viene messo in eviden-

za che la potenza di Dio opera

attraverso la nostra fragilità. Vor-

rei soffermarmi sulle due parole:

tesoro e creta.

Un tesoro è qualcosa - oggetto,

persona, denaro - di una importanza eccezio-

nale. Chi ha o trova un tesoro lo difende con

ogni cura e attenzione: cerca il modo più si-

curo perché non possa essere sottratto e mette

in atto ogni iniziativa per non perderlo di

vista. Significativa è a questo riguardo la fra-

se di Gesù: “Dov'è il tuo tesoro, lì è il tuo

cuore”. La creta al contrario è un elemento

molto fragile, anche se può essere un oggetto

molto bello e prezioso: basta un piccolo urto

e può andare in frantumi.

Il tesoro - sia un oggetto, un bene economico

o una persona - normalmente lo cerchiamo

fuori di noi, attraverso molti modi, mettendo

in gioco anche l’azzardo, causa di rovine per-

sonali e familiari.

Credo, però, che bisognerebbe invertire la

ricerca, perché il più bello e più grande teso-

ro siamo noi stessi. Se questo è vero, allora

diventa necessario entrare in noi stessi, sca-

vare nel nostro intimo con conti-

nuità e con il coraggio della verità,

per trovarlo.

Cosa scopriremo? Scopriremo tan-

te fragilità a cui dovremo dare un

nome ben preciso, anche se ci co-

sta ammetterlo e prenderne co-

scienza. Contemporaneamente riusciremo a

mettere in evidenza le nostre positività, i doni

e le capacità, senza esagerarle. Ecco: unendo

nella verità il positivo e il negativo che c’è in

noi avremo trovato il nostro tesoro più pre-

zioso, che sarà sempre frammisto alla fragile

creta; saremo noi stessi, senza infingimenti,

senza nasconderci o esaltarci. Saremo un te-

soro prezioso per noi e per gli altri.

Il tesoro e la creta di Padre Giacomo

SPUNTI DI RIFLESSIONE

Alla ricerca di noi stessi

il più bello e

più grande

tesoro siamo

noi stessi

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Chi vuole può indirizzare le proprie doman-de a: Parrocchia San Francesco d’Assisi, via Roma 101, 10070 San Francesco al Campo (TO), oppure inviarle all’indirizzo e-mail: bollettinosanfrancesco@ gmail.com. Parroci di corsa Nelle parrocchie di oggi i parroci vivono di corsa perché devono seguire tante faccende burocratiche, amministrative e organizzati-ve. Alla fine resta loro pochissimo tempo da dedicare alle persone. È giusto che avvenga questo? (Domanda posta da varie persone) No, non è giusto. Il primo compito di un parroco è proprio quello di dedicarsi alle persone, non alla burocrazia e agli affari vari. Però non si deve neppure cadere nell'i-dealismo dimenticando la dimensione con-creta della vita. Anche un padre di famiglia, oltre a dedicarsi ai suoi figli, deve occuparsi della casa, dell'affitto e di tante questioni burocratiche. È necessario trovare l'equili-brio tra questi due aspetti, è qui il difficile! Inoltre credo di aver capito questo: per un parroco anche i momenti “burocratici” pos-sono diventare occasioni per dedicarsi alle persone perché il geometra, il rappresen-tante, il commercialista e tutti quelli con i quali si entra in contatto sono prima di tutto persone. Ogni occasione è buona per testi-moniare il vangelo.

Meglio ieri? Essere cristiani oggi è più difficile di ieri? (Un adulto della parrocchia) Mah! Bisognerebbe chiederlo a una perso-na che avesse almeno 200 anni... Se devo dire la mia penso di no. Anche in passato era impegnativo essere cristiani. “Chi vuole venire dietro a me rinneghi se stesso”, dice-va Gesù. Questo non è mai stato facile per nessuno né 100, né 1000 anni fa. Alcuni pensano che oggi sia più difficile, ma dimen-ticano che noi abbiamo anche molti vantag-gi, per esempio la fede non è più imposta dalla tradizione ma liberamente scelta quin-di meno “pesante”, la Chiesa è più miseri-cordiosa, la vita cristiana è più comunitaria di prima. I corpi risuscitati La risurrezione è anche fisica o solo dell'ani-ma? (Una bambina)

Pensa a Gesù Risorto, non era una specie di fantasma, ma aveva un corpo, mangiava, cucinava il pesce per gli apostoli... Guardan-do a lui si capisce che la risurrezione è an-che fisica. Il suo corpo però era anche tra-sformato rispetto a prima: entrava a porte chiuse, scompariva all'improvviso... La ma-teria del nostro corpo resterà ma verrà libe-rata da tutti i suoi limiti. Quindi è importan-te dare valore al proprio corpo, usarlo con amore e curare quello di chi soffre.

Visita il sito web dalle nostra parrocchia: https://parrocchiasanfrancesco.wordpress.com

Troverai notizie e informazioni sulle nostre attività e tutti i numeri del bollettino parrocchiale.

LETTERE AL PARROCO

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Torino, 24 maggio 2015

Carissimo Padre Michele,

amici del Carmelo,

genitori della Scuola Materna

e carissimi amici di San Francesco al Campo,

vi scrivo per rispondere alle lettere e raccolte di firme che ho ricevuto, con la

richiesta di rivedere la dolorosa decisione di chiudere la comunità delle Suore che

sono tra voi.

Leggendo i Vostri scritti ho appreso il grande apprezzamento verso la presenza

delle Suore, prima di tutto per loro stesse (come presenza di consacrate) e poi per il

servizio che hanno svolto con tanto amore fra i bimbi, le famiglie e gli anziani e sento

di dire il mio grazie per il bene che avete loro voluto e che continuate ad avere.

Ho appreso la vostra sofferenza nell'accogliere la decisione della Congre-

gazione. Ho intuito il grande desiderio che vorrebbe far sparire le difficoltà, perché

questa decisione non si realizzasse.

Voi mi avete parlato con tanto cuore, tanta sincerità e con tanta riconoscenza, al-

trettanto voglio fare io, comunicandovi la mia e nostra sofferenza, il mio e il nostro

grazie.

La situazione che stiamo vivendo nella nostra Famiglia Religiosa non è solo

nostra, ma di tante Famiglie Religiose e di tante realtà ecclesiali.

È un momento molto delicato, perché le forze fisiche vengono meno per

l'età ormai avanzata di tante sorelle, spesso ammalate, che non possono più portare

Ce lo spiega la Superiora Generale delle

Suore Carmelitane

UN LUNGO CAMMINO INSIEME

Perché andiamo via

Congregazione

SUORE CARMELITANE di S. TERESA di TORINO Corso A. Picco, 104 - Tel. 011 81.90.401 - Fax 011/81.90.141

10131 TORINO

L a S u p e r i o r a G e n e r a l e

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il peso di un apostolato, e non ci sono nuove forze che possano prendere il loro

posto. Lasciare soltanto due Sorelle andrebbe contro il nostro carisma, che richiede

una vita comunitaria concreta, vissuta in comunità di almeno tre o quattro Suore.

Desidererei che quello che ho in cuore fosse accolto da voi, perché costa a me

e alla nostra Famiglia Religiosa privarvi di questa presenza che è tanto preziosa,

come voi stessi riconoscete.

Tutto questo, sono certa - come alcuni di voi hanno scritto e come ne sono

convinta - è guidato da una Provvidenza, che interpella la nostra fede e la nostra fi-

ducia nelle possibilità di Dio.

ci dice il Signore

Gesù (Gv. 14,1). E sono certa che se il Signore permette tutto questo, è segno della

fiducia che Lui ha nelle vostre possibilità perché, come laici impegnati, avete la ca-

pacità di assumere le responsabilità che le nostre Suore portavano avanti con tanto

cuore.

Forse è venuto il momento in cui il Signore vi chiede un “salto di qualità” come

cristiani impegnati a testimoniare la vostra fede e a portare avanti il cammino della

comunità cristiana.

La ricchezza di esperienze che la nostra Congregazione ha fatto con voi, sarà

sempre un faro che continuerà a illuminare il vostro e il nostro cammino, perché è

stato alimentato da un amore reciproco, fondato sulla Grazia del Signore.

Nuovamente accogliete la riconoscenza da parte mia e di ogni Sorella, unita alla

preghiera fiduciosa perché il Signore, che ci è Padre, illumini, fortifichi e tra-

sformi tutto con il suo Santo Spirito in “sorprese di grazie”.

Ci affidiamo anche alla Vergine Maria, che conosce i desideri e le attese del

nostro cuore, perché le possa presentare al suo Figlio e ci faccia dono di quella capa-

cità di fidarsi di Dio che ha dimostrato in tutte le stagioni della sua vita.

Con tanto affetto

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8 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2015

Care suore,

che triste questo momento, scrivere nero su

bianco un messaggio per voi rende più certa

la vostra partenza e mi costringe a fermarmi

e a chiedermi: e adesso? Cosa succederà?

Da quando ci avete comunicato la notizia è

stato un susseguirsi di emozioni contrastanti.

Da subito lo sgomento, l'incredulità che un

allontanamento così dovesse coinvolgere

proprio noi-voi. Poi l'intervento di alcuni

gruppi della parrocchia per cercare di cam-

biare le cose o almeno farvi sentire l'affetto

che tutto il paese nutre per voi.

Risultato? Ancora una volta solo la Fede ci

può aiutare ad accettare un taglio così netto

e deciso. E voi, pur nella sofferenza lo dimo-

strate e lo ripetete: la volontà di Dio al di

sopra di tutto.

Mi hanno proposto di scrivervi una lettera in

qualità di “mamma della scuola materna”,

ma la verità è che prima di conoscervi in

veste di maestre, io ho apprezzato la vostra

presenza in innumerevoli attività parrocchia-

li: nella catechesi, nell'assistenza agli anzia-

ni e agli ammalati, alle persone sole, alle

famiglie in difficoltà.

E se penso alla sfera più personale ho condi-

viso con voi momenti fondamentali per me:

primo fra tutti il matrimonio … ma vi ricor-

date?

Con te suor Jeannette la scelta dei canti con

l'ormai famoso Alleluia malgascio in tuo

onore, la ricerca di una bomboniera che non

cadesse nel banale.

Con te suor Maria Grazia le chiacchierate in

saletta, i confronti e il dispiacere della tua

assenza perché in visita ai tuoi parenti lonta-

ni. Poi sono nati i bambini e ancora una vol-

ta avete vissuto con me questa gioia e da

ormai 5 anni ho condiviso con voi i dubbi di

una mamma alle prese con l'educazione dei

figli. Grazie perché i vostri inviti a parteci-

pare periodicamente ad alcuni incontri for-

mativi, mi hanno dato la possibilità di rice-

vere consigli, stimoli e di confrontarmi con

le altre famiglie.

Grazie a nome dei bambini!

Per la vostra energia, la vostra capacità di

mettervi sempre in gioco. Grazie per le vo-

stre premure e attenzioni verso i bambini un

po' più timidi che immancabilmente avete

saputo prendere sotto il vostro velo protetti-

vo proprio come qualche vostra consorella

aveva fatto con me.

Voglio concludere con una frase che è ripor-

tata sul PIANO DELL'OFFERTA FORMA-

TIVA della scuola materna tratta da un in-

tervento di Papa Francesco: “...I bambini

sono un segno della tenerezza di Dio. Quan-

do i bambini sono accolti, amati, custoditi,

tutelati ... la società migliora, il mondo è più

umano.”

Voi e le altre care suore che vi hanno affian-

cato o preceduto, avete saputo fare tutto que-

sto, quindi avete reso migliore tutta la nostra

Comunità e anche tutti i bambini che avete

visto passare nel vostro e nostro asilo.

Vi auguro di continuare a vivere la vostra

vocazione nei luoghi dove il Signore adesso

vi ritiene indispensabili.

Vi verremo sicuramente a trovare!

Vi abbraccio con affetto.

Suore, vi vogliamo bene! di Elisabetta

UN LUNGO CAMMINO INSIEME

Il saluto di una mamma

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Da settembre sono in pensione le nostre care maestre: NERINA CHITTA-RO, LUCIANA MILANO, CLARA PIAZZA, ROSI TOGLIATTO.

Sono state per tutti noi un esempio di professionalità, impegno e passio-ne per l’insegnamento. Rivolgiamo loro il nostro grazie unitamente all’af-

fetto e alla riconoscenza di parecchie generazioni di genitori e allievi di San Francesco al Campo. Ringraziamo e salutiamo anche la Dirigente Scolastica RENATA CAMPINI, anch’essa neo pensionata.

Restiamo uniti nella preghiera

UN LUNGO CAMMINO INSIEME:

Il saluto delle insegnanti alle suore

Care suore, Per tanti anni abbiamo condiviso ogni giorno spazi, momenti gioiosi e preoccupazioni. La notizia del vostro trasferimento, seppur ventilata già da tempo, ci ha colte imprepara-te. La vostra presenza all ’interno della scuola è stata un punto di riferimento religioso per tutta la comunità e in particolare per i bambini che abbiamo educato e cresciuto insieme. Così come ci avete raccomandato cercheremo di continuare a trasmettere i valori di ispira-zione cristiana che abbiamo portato avanti in questi anni. Vi auguriamo tutto il bene per il futuro perché, anche se lontane, continuiate a vegliare su tutte noi con le vostre preghiere, consapevoli che noi faremo lo stesso per voi. Cogliamo l ’occasione per ringraziare anche tutte le suore della congregazione Carmelitana che hanno operato nella nostra scuola. Un sincero saluto Le insegnanti

SCUOLA PRIMARIA ITALO CALVINO:

In pensione quattro maestre “storiche” e la Preside

Grazie per la vostra dedizione!

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10 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2015

Cari amici

Sanfrance-

schesi e cara

Comunità

cristiana

della Parrocchia di San Francesco d’Assisi

Siamo arrivati al giorno della nostra parten-

za da San Francesco al Campo, un giorno

che non volevamo arrivasse mai. Quante vol-

te sentire da voi queste tre semplici parole:

“le nostre suore!”, ci faceva sentire a casa,

in famiglia! Grazie del vostro grande e sin-

cero affetto! Oggi il Signore, che ci ha chia-

mato e ci ha portato fino a San Francesco al

Campo, ci chiama a seguirlo altrove. Sr. Ma-

ria Grazia continuerà a vivere con gioia e

disponibilità la sua missione in mezzo ai

bambini, in parrocchia e nella casa di riposo

estivo della nostra comunità di Civenna, in

provincia di Como. Sr. Marie Jeannette pro-

seguirà con tanta speranza e nuovo slancio il

suo cammino missionario nella comunità di

Mondovì, in provincia di Cuneo dove, oltre

alla sua nuova comunità, l’aspettano in Par-

rocchia con varie attività pastorali. Tanti di

voi pensavano che mai la nostra Congrega-

zione avrebbe lasciato San Francesco. Pur-

troppo la notizia, dopo la messa delle Palme

il 29 marzo 2015, ha capovolto questa cer-

tezza e ha deluso tutti noi. È stato davvero

un fulmine a ciel sereno, perché ci siamo

molto affezionati gli uni gli altri.

Dopo anni di esitazione da parte della no-

stra cara famiglia religiosa, è stato necessa-

rio decidere di chiudere definitivamente la

nostra piccola comunità di sole due suore a

S. Francesco al Campo. Parlando con la

Madre Generale abbiamo visto anche noi

che bisognava scegliere questa strada. Ci

dispiace molto perché sempre siamo state

affascinate dal vostro bel paese e dalle no-

stre diverse attività apostoliche: nella Scuola

dell’Infanzia, nella Parrocchia, pregare ogni

mese nella nostra bella cappellina con i due

gruppi di preghiera “amici del Carmelo”, la

gioia di visitare le persone sole, anziane o

ammalate, l’oratorio, l’aiuto, non solo mate-

riale, a tutte quelle persone che hanno avuto

bisogno di un conforto.

Così dinanzi a bisogni fondamentali della

nostra famiglia religiosa, con tanta soffe-

renza e tanto dispiacere, la Nostra Madre

Generale col suo Consiglio ha dovuto pren-

dere questa decisione, spostando anche

parecchie altre suore per sistemare le no-

stre 25 comunità in tutta Italia. Il vostro

affetto per la nostra Congregazione va fuori

misura, con le vostre 2000 firme, le lettere

private, il coraggio di incontrare, insieme al

Parroco, la Madre Generale a Torino, per

tenerci ancora tra voi. Siamo addirittura fi-

nite sui giornali! Certo, dopo novant’anni di

ininterrotta presenza e una lunga lista di suo-

re che sono passate in mezzo a voi, difficil-

mente riuscite ad accettare questa situazione.

In questi ultimi mesi ci avete fatto rivivere la

bontà e la generosità di tutte queste care

Vicini nella fede di suor Maria Grazia e di suor Jeannette

IL SALUTO DELLE NOSTRE SUORE:

Vi portiamo tutti nel nostro cuore

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sorelle, rievocando i loro nomi, le loro atti-

vità, e soprattutto la loro presenza che era

ogni giorno un riferimento per voi. E nelle

vostre richieste è stata messa fortemente in

rilievo questa forma di apostolato: la presen-

za. Mancheranno le suore a San France-

sco? Il Signore provvederà sicuramente.

Intanto preghiamo per le famiglie. Da loro

sono stati aiutati i figli o le figlie a capire e

discernere con “tanta libertà”, nel profondo

del loro cuore la chiamata del Signore, per

una oppure l’altra strada vocazionale.

Lo Spirito soffia dove vuole

E non si può andare contro lo Spirito di Dio.

Quando uno non se lo aspetta Lui soffia dove

e come vuole. A volte soffia persino troppo

forte, come nel nostro caso, ed è capace di

sradicare anche le fondamenta più salde, più

sicure. Ma tranquillizziamoci! Cerchiamo

solo di restare disponibili e aperti a questo

santo soffio divino, perché sicuramente ci

libererà dalle nostre paure, dalle nostre delu-

sioni. Dopo questi ultimi mesi a San France-

sco, tristi nel sentire le tante vostre buone

ragioni, vogliamo condividere con voi una

delle nostre preghiere, fatta davanti a Gesù

nel Tabernacolo della nostra cappellina, sce-

gliendo un’immagine biblica: L’INVERNO,

che ci è servita molto per testimoniare con

gioia la fede in Gesù Risorto che sempre

cammina con noi.

L’immagine dell’inverno

“Ecco, l’inverno è passato ... I fiori sono

apparsi nei campi, il tempo del canto è tor-

nato ... e le viti in fiore spandono profumo”.

Questa immagine è parola di Dio che si tro-

va nel libro dei Cantici dei Cantici 2, 11.

12a.13b. Diventato preghiera, questo piccolo

brano biblico ci ha rincuorato tanto, nonostan-

te la nostra grande sofferenza nel lasciarvi:

andiamo via da San Francesco, come Congre-

gazione di Suore Carmelitane, e non ci torne-

remo più! Signore, che dolore! E prima di an-

darsene davvero via, che lungo inverno!

Quella notizia che vi abbiamo comunicato

domenica 29 marzo ha provocato un malesse-

re generale per voi e per noi.

Impensabile lasciare i nostri cari bambini

della Scuola dell’infanzia. Ci mancherà l’in-

segnamento della vita semplice e sincera di

questi piccoli, che alimentava ogni giorno il

nostro rapporto di vita filiale con Dio, nostro

Padre. Ci mancheranno la loro semplicità e

la loro spontaneità, la loro curiosità di im-

parare, il loro sorriso tanto schietto che

tutti i giorni ci rasserenava. Ci mancheranno

perfino i loro capriccetti che aspettavano

solo un cuore che li capisse e un affetto che

li guidasse. Ci mancherà l’osservare ogni

giorno la loro crescita sia fisica sia spirituale

e il rallegrarci per ogni loro progresso! Tut-

to, per noi suore, era una scuola da parte di

questi piccoli e un motivo di pregare tante

volte anche per loro. Grazie a voi cari bam-

bini delle Scuola dell’Infanzia di Borgata

Madonna e Capoluogo, passati e presenti,

che siete stati con le nostre prime suore e

con noi due in questi anni! Dio vi protegga

tutti nel vostro cammino! Non dimentichia-

mo, insieme a voi, le care maestre e tutto il

personale della Scuola, che ci hanno soste-

nuto e hanno condiviso con noi queste bel-

lissime esperienze. Insieme abbiamo cerca-

to di mettere in pratica queste parole di Ma-

dre Maria degli Angeli, nostra Fondatrice:

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IL SALUTO DELLE NOSTRE SUORE:

Vi portiamo tutti nel nostro cuore

“Amate i bambini, trattateli bene e inse-

gnate loro il bene. Chissà che fra questi

piccoli non vi siano dei santi o reggitori

di popoli”?

Vogliamo anche ricordare, come ci insegna

Papa Francesco, le persone anziane, amma-

late, sole, con la loro voglia di essere com-

prese e di meritare affetto e compagnia. Ci

hanno trasmesso la loro saggezza, la loro

fede profonda e la loro ricca esperienza di

vita. I gruppi famiglia, che con tenacità hanno

sempre voluto essere testimoni dell’amore

fedele di Dio.

Poi i giovani della Parrocchia, l’Oratorio, il

futuro della Chiesa e della società, con la

loro voglia di fare e di sperimentare. Ci hanno

testimoniato come affrontare le scelte di vita,

con responsabilità, senza aver mai paura

della novità di Dio.

E portiamo nel cuore gli amici di casa, i due

gruppi di preghiera chiamati “amici del Car-

melo”, per la loro costanza mensile da più di

dieci anni nel pregare con noi, nella nostra

cappellina, sulle orme di S. Teresa. Poi c’è il

generoso piccolo gruppo delle donne, i due

gruppi dei ballerini, e tanta altra gente che ci

ha aiutato per le nostre tre missioni: Romania,

Centrafrica e Madagascar.

Ringraziamo le catechiste, per la fatica comu-

ne nel portare il Vangelo, le cantorie che so-

no sempre state disponibili anche per le no-

stre feste comunitarie, i gruppi degli anziani

che non ci dimenticavano mai. Ricordiamo

anche i sindaci succedutisi fino ad oggi, che

sempre ci hanno dato una mano come pote-

vano, e voi tutti che non abbiamo potuto qui

nominare. Vogliamo in ultimo ringraziare i

parroci passati e presenti di San Francesco al

Campo e in modo particolare Padre Michele,

P. Giacomo, P. Fabrizio e P. Paolo e la loro

comunità somasca.

Una nuova vita

Apparentemente l’inverno è un tempo di

morte, ma sotto questa sterilità che può appa-

rire definitiva si nasconde una grande rivita-

lizzazione. E’ il tempo in cui la vegetazione

lavora in profondità e le radici sono molto

attive. San Paolo aggiungerebbe: “Tutte le

cose cooperano al bene per coloro che ama-

no Dio” (Rm. 8,2).

90 ANNI! Sono tanti, vero, per seminare?

Sicuramente faremo tutti fatica, chi parte e

chi resta, ma la novità di Dio, portata dal

soffio del suo Spirito, ci consolerà.

Però non dobbiamo rimpiangere ciò che non

tornerà più, ma aprirci all’amore e al proget-

to di Dio Padre. Noi suore siamo convinte di

essere state solo dei piccoli strumenti, non

sempre efficaci, nella Vigna del Signore.

Con la sua potatura saprà far fiorire di più il

suo disegno amoroso a San Francesco!

Che bello!

Concludiamo chiedendo perdono a tutti voi

per i nostri errori umani, difetti e sbagli che

potevano controtestimoniare il Vangelo o

ferire la vostra sensibilità.

Andando in ospedale a trovare don Giuseppe

Bonetto abbiamo avuto la gioia di ricevere la

sua benedizione sacerdotale. La chiediamo

anche a voi tutti, affinché viviamo sempre con

gioia e fede la chiamata del Signore. E non

dimenticateci nelle vostre preghiere, come

sicuramente faremo per voi! Grazie a tutti!

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PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2015 13

NELLE PROSSIME SETTIMANE LE ELEZIONI:

Si rinnovano CPP e CPAE

Il Codice di Diritto Canonico (rif. canoni 536 e 537), dispone che nelle parrocchie sia pre-

vista la presenza di due “consigli”: il Consiglio Pastorale Parrocchiale (CPP) ed il Consi-

glio per gli Affari Economici (CPAE).

Il CPP dovrebbe essere un po’ il cuore della Parrocchia. E’ l'organismo ecclesiale nel quale

i sacerdoti, i religiosi e i laici prestano il loro aiuto nel promuovere l'attività pastorale della

comunità parrocchiale. Esso consente, garantisce e promuove la corresponsabilità dei mem-

bri della parrocchia, sotto la guida del Parroco che fa le veci del Vescovo. Manifesta la

ricchezza e la varietà dei carismi esistenti nella parrocchia e contribuisce allo sviluppo della

comunione e della missione, dimensioni essenziali della vita ecclesiale.

I compiti del Consiglio pastorale parrocchiale sono:

studiare e approfondire, in spirito di comunione, tutto quanto riguarda la vita della par-

rocchia nei suoi diversi aspetti: evangelizzazione e catechesi, liturgia, carità; formazione

e promozione dei vari settori della pastorale speciale; presenza cristiana nel territorio;

individuare le esigenze pastorali prioritarie in ascolto di quanto lo Spirito vuole dalla sua

Chiesa nella situazione concreta;

elaborare un programma pastorale annuale, a partire dal programma diocesano e dagli

orientamenti zonali, e valorizzando persone e strutture della comunità;

verificare con scadenze periodiche l'attuazione del programma.

Il Consiglio pastorale parrocchiale deve risultare immagine della comunità parrocchiale: in

esso pertanto sono chiamati a far parte i rappresentanti di tutte le componenti ecclesiali pre-

senti nella parrocchia.

I consiglieri debbono:

essere in comunione con la Chiesa;

essere capaci di comprendere i problemi della comunità;

essere disponibili all'ascolto ed al servizio;

sentirsi impegnati a costruire la comunità nella carità e nella varietà dei carismi.

Sono membri del Consiglio Pastorale Parrocchiale:

il Parroco e i sacerdoti addetti alla cura pastorale della parrocchia;

i rappresentanti delle comunità religiose presenti e operanti nel territorio parrocchiale;

i rappresentanti dei laici, eletti principalmente dalla comunità parrocchiale e in minor

misura nominati dal Parroco. segue a pag. 30 —>

Cos’è il Consiglio Pastorale Parrocchiale a cura della Redazione

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14 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2015

Anche quest'anno l'Oratorio ha organizzato

il campo estivo per i ragazzi delle medie, dal

24 agosto al 28 agosto, ad Usseglio. Non

c'erano solo ragazzi di San Francesco ma

anche ospiti di altre parrocchie tra cui San

Maurizio e San Carlo!

Il tema dei Supereroi ha guidato questi 5

giorni che abbiamo trascorso insieme ai ra-

gazzi! Con i loro punti forti hanno saputo far

capire loro come sia importante avere delle

qualità speciali e saperle mettere a disposi-

zione degli altri.

Le parti del corpo dei Supereroi ci hanno

aiutato a recuperare la nostra umanità e il

nostro essere unici pezzo per pezzo, parte

per parte, imparando a dare con le proprie

mani, a camminare per raggiungere gli

obiettivi, a guardare anche ciò che alla realtà

non si mostra, a usare la parola per guarire e

non per ferire, a usare il cuore per amare.

Ciò significa essere come Gesù, che ha scel-

to di essere uomo e non supereroe, di mo-

strarsi e di soffrire come un uomo, anche se

mettendosi al servizio degli altri e facendo

grandi cose a volte ci sembra un supereroe.

Oggi più che mai bisognerebbe avere il co-

raggio di essere umani, e di credere negli

altri, avere fiducia in loro scegliere di fidarsi

e non giudicare mai dalle prime apparenze,

questo è il messaggio che abbiamo cercato

di lanciare ai ragazzi.

Ecco cosa dicono Arianna e Marta della loro

esperienza di quest'anno: “Gli animatori ci

hanno trasmesso tanto amore per farci senti-

re a nostro agio in questo campo medie

2015, ci siamo divertiti tutti veramente tan-

to. Questo campo ci ha insegnato che l'ami-

cizia è un dono fantastico e che i nostri so-

gni dobbiamo tenerceli stretti e non dobbia-

mo permettere a nessuno di “farceli scoppia-

re” come se fossero dei palloncini tutti ugua-

li e che non valgono niente. La parte che ci

ha colpito di più è il cuore, dobbiamo sem-

pre ricordarci di amare il prossimo anche

quando magari non ci fa comodo perché sia-

mo in un momento di difficoltà! Questo ci

hanno insegnato i nostri SuperAnimatori.”

Un ringraziamento speciale va poi a Padre

Michele e a David e Paulo, studenti soma-

schi, che, con la loro presenza e con i loro

interventi hanno reso più vicino Gesù, il ve-

ro grande protagonista di ogni campo; alle

bravissime cuoche Laura e Paola e a Seba-

stian, animatore e cuoco, che ogni giorno ci

hanno deliziato con le loro preparazioni!

Vi auguriamo che la luce che noi animatori

abbiamo visto nei vostri occhi possa risplen-

dere a lungo e che l’entusiasmo e la voglia

di partecipare aumentino sempre di più, vi

ringraziamo per ciò che ci avete lasciato co-

me singoli e come gruppo e speriamo che sia

stata un'esperienza che vi abbia fatto cresce-

re e capire che non c'è niente di meglio che

essere Umani!

Gli animatori

Manuale di istruzioni su come essere

“esseri umani” di Annamaria, Katia, Cecilia, Maddalena, Sebastian, Fabio, Mirko

CAMPO MEDIE 2015: Super...ma...umani

Credi negli esseri umani?

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PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2015 15

CAMPO MEDIE AGOSTO 2015

Usseglio (TO)

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16 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2015

9 maggio 2015

23 maggio 2015

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PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2015 17

24 maggio 2015

10 maggio 2015

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18 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2015

IL

MUSICAL

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PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2015 19

I commenti degli attori

MUSICAL:

Al debutto “Sette spose per sette fratelli”

Non c'è soddisfazione più grande che

regalare un sorriso alle persone.

Luca

Sono entrata a far parte del gruppo sole e

luna circa tre anni fa e fin da subito mi

sono sentita accolta e integrata.

Ho conosciuto persone con cui ho creato

amicizie e legami importanti.

In questi anni ci siamo impegnati molto

affinché lo spettacolo risultasse piacevo-

le e divertente per il pubblico.

Alessandra

Sembrava un'impresa davvero impossi-

bile, ma il 4 luglio, una volta sul palco,

ce l'abbiamo fatta. Come si suol dire:

l'unione fa la forza infatti per riuscire in

questa impresa la nostra compagnia si è

ulteriormente unita. Tra stoffe, torte fin-

te, vecchie pentole, balli e canzoni ognu-

no ha portato il musical a casa propria e

un po’ di casa propria al musical. Tutto

quello che il pubblico ha visto è sempli-

cemente autentico e spontaneo: quello

che sappiamo fare meglio è metterci in

gioco cosi come siamo.

Andrea e Laura

UNA BREVE INTERRUZIONE DELLE PROVE GENERALI

PER LA FOTO DI GRUPPO

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20 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2015

TESTIMONIANZE

Felicita racconta ...

E’ un pomeriggio d’estate,

decidiamo di fare due passi

tra le campagne del nostro

paese. Abitualmente ci diri-

giamo verso il cimitero, sa-

liamo alla borgata Perrero

e proseguiamo per strada Militare. Alle pri-

me case della borgata, incontriamo Felicita

(abbiamo così scoperto il suo vero nome:

l’abbiamo sempre chiamata Felicina) che ci

invita a casa sua per chiacchierare un po’.

Sapete bene quali sono gli argomenti nei di-

scorsi di noi anziani: si elencano gli acciac-

chi o ci si abbandona ai ricordi.

Felicita si è lasciata trasportare dalla memo-

ria…

Il 27 gennaio compirò 90 anni, se Dio vorrà!

Sono nata in questa borgata a pochi passi da

dove abito ora, ultima di dieci figli. Due miei

fratelli morirono piccoli prima che io nasces-

si; allora mia mamma prese a balia due bam-

bini di Torino: la femmina si chiamava Feli-

cita, così quando nacqui la mamma mi chia-

mò Felicita, come quella bimba.

La mia era una famiglia contadina ed io, fin

da piccola, mi rendevo utile facendo piccoli

lavori sia in casa sia in campagna, anche

quando iniziai ad andare a scuola. Ho fre-

quentato i primi quattro anni delle elementari

alle scuole di borgata madonna nella pluri-

classe e la quinta al capoluogo. Ero una sco-

lara diligente e tranquilla, ma durante la quin-

ta ebbi un castigo. Durante una spiegazione

la mia compagna di banco Pierina mi distur-

bava ed io spazientita le dissi: “Smettila, Pie-

ro Gazzotti”. L’insegnante, che sentì, mi

mandò fuori della porta, punita perché avevo

perso di rispetto a Piero Gazzotti, noto fede-

rale fascista, associando con ironia il suo no-

me a quello della mia compagna noiosa. Era-

vamo nel ’37, in pieno regime fascista!

Dopo le elementari mi sarebbe piaciuto poter

continuare gli studi, ma mia mamma mi spie-

gò che siccome non aveva potuto far studiare

gli altri figli, per non far torti, anch’io avrei

dovuto lasciare la scuola.

Nel 1935 persi il papà e nel ’40, quando ave-

vo quattordici anni, anche la mia mamma.

Negli ultimi giorni di vita della mamma, or-

mai grave, andai a chiamare don Rossetti, il

cappellano dell’Assunta, perché le portasse i

conforti religiosi. Mi disse: “Vengo di sicuro

da tua mamma anche se penso che lei non

abbia bisogno di me!” Don Rossetti è stato

cappellano della Madonna per circa 50 anni,

fino alla morte e per noi della borgata è stato

un vero pastore di anime e uomo di grande

umanità. Visitava le famiglie, specialmente a

quelle più nel bisogno, sempre a piedi, con in

tasca sigari per gli anziani e nocciole per i

bambini. Alla fine del mese di maggio, ai

bambini che avevano partecipato alla funzio-

ni, offriva dolcetti e vin santo.

Nel ’40 era scoppiata la guerra, io continuavo

a lavorare in campagna con i miei fratelli e

sorelle, ma la vita non era più la stessa: paura

per i bombardamenti e angosce per i nostri

giovani al fronte.

Di questo periodo ho un ricordo vivissimo di

un episodio drammatico. Era l’ultimo anno di

guerra e c’era molta siccità. Per racimolare

un po’ d’erba cresciuta fra il granoturco

(allora non si usava il diserbante), con mio

fratello eravamo andati in un campo, verso

strada Militare. Ad un tratto sentiamo in vici-

nanza una scarica di arma da fuoco, presto

seguita da altre. Mio fratello mi dice “Mettiti

giù e non muoverti!” Io mi appiattisco tra le

zolle e rimango immobile: appena in tempo,

perché poco lontano da me vedo passare dei

partigiani in corsa verso il torrente Fisca,

inseguiti da repubblichini. A carponi raggiun-

Ricordi dei miei “primi” 90 anni Intervista di Valeria e Rino

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PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2015 21

go la bici, e lì vedo passare due uomini che

ne sorreggono un terzo, ferito e sanguinante.

Molto impressionata e spaventata, ritorno

verso casa facendo un lungo giro, per paura

di un brutto incontro. Ero pallida come un

cencio, le mie sorella mi chiesero il perché ed

io raccontai l’accaduto. Il pomeriggio andai a

raccogliere dei fichi da un mio cugino in via

San Carlo e seppi che l’avevo scampata bel-

la! Vicino alla nostra borgata c’era stato uno

scontro a fuoco fra partigiani e repubblichini

e un nostro vicino di casa era stato ucciso e

un altro, quello che avevo visto io, grave-

mente ferito. Mio cugino aveva assistito

all’accaduto; passava di lì con il carro e l’a-

vevano costretto a caricare il giovane morto e

a trasportarlo. Lungo il percorso, il destino

volle che incrociassero la mamma dell’ucci-

so. La donna, con una forza d’animo eccezio-

nale, non diede segno di riconoscere il figlio,

corse a casa a distruggere i documenti che

potevano essere compromettenti e coinvolge-

re altre persone, in caso di perquisizione: suo

figlio era un capo partigiano.

Durante la notte, temendo rappresaglie, molti

giovani si erano allontanati da casa e nascosti

in una località boschiva nei dintorni di Riva-

rossa, ma erano senza mangiare e bere. Allo-

ra io e un’altra donna, il mattino seguente,

dopo aver riempito due borse ciascuna con i

viveri che eravamo riusciti a recuperare, in

bici, con rastrello e tridente in spalla per far

credere che andassimo nei campi e le borse

appese al manubrio, raggiungemmo il na-

scondiglio dei fuggitivi. Fu un viaggio vera-

mente sofferto, pieno di paura e di ansia, ma

per fortuna andò bene.

Un altro episodio della guerra è impresso

nella mia memoria. Un giorno si presentaro-

no a casa due soldati tedeschi. Credevamo

che volessero requisirci le mucche, invece le

mucche ed i carri se li erano già procurati, ma

servivano loro persone che conducessero i

carri per trasportare munizioni dalla batteria

Aosta fino al Centro. Affinché non andasse

mio fratello che data l’età rischiava di essere

reclutato, mi offrii io, anche se avevo tanta

paura e non sapevo se me la sarei cavata a

guidare il carro trainato da mucche che non

mi erano familiari, ma tutto andò liscio.

A vent’anni andai a lavorare in fabbrica da

“Parato” però continuavo ad aiutare nel lavo-

ro dei campi e della stalla i miei fratelli. La

domenica ed i giorni festivi sospendevamo

ogni attività per partecipare alle funzioni reli-

giose nella cappella della Madonna, chiesa

che continuo a frequentare tutt’ora. La festa

più sentita era l’Assunta il 15 agosto e San

Rocco il 16 (come lo è ancora adesso) presie-

duta da don Rossetti, poi da don Bonetto e

attualmente da padre Michele. Vi partecipano

tutti i borghigiani e molta gente del paese, sia

alla messa solenne sia alla processione.

A ventotto anni mi sono sposata e sono anda-

ta a vivere a san Carlo dove gestivo un nego-

zietto di alimentari. Dopo 13 anni io e mio

marito siamo tornati in borgata Perrero in

questa casa, dove vivo ora. Purtroppo da di-

ciotto anni sono vedova, ma mio marito lo

sento sempre vicino e ringrazio il Signore di

avermelo fatto incontrare: era una persona

eccezionale, mi ha sempre voluto bene e ri-

spettata. Della mia famiglia di origine sono la

sola rimasta in vita, tutti i miei fratelli e so-

relle sono morti, ma anche se mi mancano

non mi sento sola perché sono circondata

dalle attenzioni e dall’affetto dei miei nipoti e

pronipoti.

PROCESSIONE DELL’ASSUNTA agosto 1975

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22 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2015

AD APRILE CI HA LASCIATI

Arrivederci don Bonetto ...

Un grande amore per Maria di Noemi

Nel lontano luglio 1950, l’indimenticabile

Prevosto Don Pietro Allora sul bollettino

parrocchiale scriveva che al suo ingresso

nella “Chiesetta della Madonna” – all’inizio

di quello stesso mese – il nuovo cappellano

Don Giuseppe Bonetto si augurava di poter

spendere se stesso per il bene della popola-

zione della “sua” borgata e di tutto il paese

di San Francesco al Campo. Ricordi ancora

vivi nella memoria di chi quel giorno lo vis-

se in prima persona, come i piccoli elencati

in quello stesso articolo che diedero al cap-

pellano il benvenuto in rima.

Parlare di Don Bonetto e del suo ministero

durato ben sessantacinque anni è come riper-

correre le tappe di un capitolo di storia co-

munitaria suddiviso per decenni ed obiettivi.

La prima di queste tappe coincide con la

scelta pastorale che il giovane prete volle

privilegiare in quegli anni: l’attenzione per i

più piccoli. Non fu certo difficile incontrare

il favore dei superiori e del prevosto perché

il suo predecessore, Don Michele Rossetti,

aveva avviato il nuovo asilo nella Borgata

Madonna per consentire anche ai bimbi dei

territori adiacenti alla Cappella di poter rice-

vere un’adeguata formazione nei primi anni

dell’infanzia. Ed è così che presero forma,

con la nuova scuola, le prime recite, gli in-

contri di catechesi ed altre piccole espressio-

ni di partecipazione attiva dei fanciulli ai

momenti importanti della vita della comuni-

tà, come la presenza degli angioletti accanto

alle statue dell’Assunta e di San Rocco o la

presentazione dei bambini che avevano rice-

vuto la Prima Comunione durante la messa

domenicale successiva; oppure servizi più

impegnativi come quello dei chierichetti che

accompagnavano Don Bonetto nell’annuale

giro di benedizione delle famiglie.

Ma poi si sa, con la crescita cambiano anche

le esigenze ed il desiderio di divertirsi va di

pari passo con quello di realizzare qualche

piccolo sogno nel cassetto: grazie all’espe-

rienza che il neo-sacerdote aveva maturato a

Savigliano dove era stato vicecurato, con la

costituzione del “Villaggio R.I.G.” (Ragazzi

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PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2015 23

in Gamba), nacquero prima la

“Filodrammatica Promiscua” in concomitan-

za alla costruzione del salone-teatro annesso

all’asilo e l’ARDOR poi, con lo scopo di

dare alla gioventù locale la possibilità di

ritrovarsi insieme, considerata la dislocazio-

ne molto sparsa del territorio comunale. Don

Bonetto, che da sempre aveva avuto il calcio

nel sangue, si prodigò con ogni mezzo per

sensibilizzare e responsabilizzare i giocatori,

che poi allora erano anche dirigenti, ciascu-

no di se stesso con la propria mansione. Da

quel lontano 1958, i colori giallorossi

dell’Ardor e la volontà del suo Presidente

Onorario hanno vissuto in simbiosi, innamo-

rato com’era dello sport “fatto per bene”,

votato ad un fine educativo imprescindibile

anche ai giorni nostri: favorire l’aggregazio-

ne giovanile mantenendosi sani nel corpo e

nello spirito.

Ed infine l’obiettivo che viene per ultimo

solo perché sotteso a tutti gli altri, cioè l’a-

more filiale per la Madre di Dio. Sembra

quasi che ci sia un legame tra il “Sì” pronun-

ciato da Maria in giovanissima età e l’insi-

stenza di Don Bonetto nel trasmettere ai suoi

giovani l’alto valore del senso di responsabi-

lità, dai primi calci dati ad un pallone fino

alla scelta più radicale del matrimonio, affi-

dando di volta in volta il messaggio alle tan-

te coppie che ha accompagnato all’altare.

Don Bonetto e la Madonna, non soltanto a

voler ricordare il legame tra un prete e la sua

gente, quanto piuttosto la devozione mariana

che egli ha trasmesso ed incrementato du-

rante il suo apostolato. Sotto l’azzurro man-

to stellato con il quale si veste la statua du-

rante la festa dell’Assunta, nel corso degli

anni Don Bonetto ha riposto tutte le aspetta-

tive delle persone che si sono affidate alle

sue preghiere: dai piccoli della scuola mater-

na agli anziani ed ai malati che incontrava

al Fatebenefratelli di San Maurizio o durante

gli incontri del Centro Volontari della Soffe-

renza . Questo suo grande affetto per la Ma-

donna emergeva in particolar modo in due

periodi dell’anno: a maggio, con riflessioni

sulla vita di Maria che dispensava dopo la

recita del Rosario e ad agosto, durante le

omelie della Novena. Sì, perché alla festa

dell’Assunta ha sempre detto che bisognava

arrivarci ben preparati, sia mediante le pre-

ghiere, sia facendo bene le cose materiali, in

modo che quel giorno tutto concorresse

all’esaltazione della Beata Vergine Maria,

dai fiori al canto, dal servizio dei ministranti

alla priorata organizzata dalla Partita di San

Rocco. E guai a chi sottovalutava l’impegno

preso: con Don Bonetto era davvero un “Sì,

ci sono!” senza se e senza ma. Certamente

tra i suoi insegnamenti, anche quando inter-

vallati da forti rimproveri, ciò che ognuno di

noi porterà sempre con sé è l’attaccamento a

Maria che continuamente ci permette di av-

vicinarci a Dio nel profondo del nostro cuo-

re e di lodarlo in una “casa” a noi tutti molto

cara perché ci ha visto crescere e diventare

cristiani “adulti”; a volte anche inciampare

nelle battaglie della vita e soprattutto in quei

momenti ci ha fatto trovare per tanti lunghi

anni una persona pronta a tranquillizzarci

dicendoci semplicemente: “Non preoccupar-

ti, ci penserà la Madonna a sistemare tutto”.

Grazie Don Bonetto!

Alcuni dei suoi “non più” giovani

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24 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2015

Perché hai deciso di partecipare alla gior-

nata in cui è venuto il Papa a Torino?

Giorgia: Era un mio desider io da molto

tempo vedere il Papa dal vivo e quando ho

saputo che veniva a Torino ho approfittato

della disponibilità della parrocchia e ci sono

andata.

Filippo: Volevo essere “vicino” ad una

grande personalità che sta compiendo grandi

opere per l’apertura della Chiesa.

Ad: Desideravo avere un’altra occasione per

vederlo, ascoltarlo e viverlo. Avevo già avu-

to la fortuna di fare questa esperienza a Ro-

ma: sentire la sua voce, l’intensità delle Sue

parole e vedere il Suo sorriso, sono stati per

me momenti indimenticabili.

Cosa ti è piaciuto di più di quello che hai

sentito?

Giorgia: Quando ci ha spiegato che l’a-

more è fatto di cose concrete, non solo di

parole vuote, e che non basta dire “amo il

mio prossimo” senza fare atti di bontà. Ha

detto anche a noi ragazzi di essere “casti”.

Ho capito è che l’amore vero è anche il ri-

spetto delle persone, senza usarle e approfit-

tarsene e facendo sacrifici per chi si ama.

Filippo: Mi è piaciuta molto la par te in

cui incitava la gioventù ad essere viva per-

ché non ci devono essere pensionati a

vent’anni.

Ad: Le parole di Papa Francesco sono sem-

pre semplici e molto efficaci. Spesso dà del-

le parole chiave che aiutano a memorizzare

e a rendere il suo discorso accessibile a tutti,

credenti e non credenti. In particolare ricor-

do che quel giorno ha sottolineato più volte

queste tre parole chiave: VITA, AMORE E

AMICIZIA, che devono farci da faro sul

nostro cammino. Altro punto fondamentale

al centro del dialogo con i giovani è stato

l’amore concreto e casto, con la dura ammo-

nizione verso l’ipocrisia di chi si dice cri-

stiano ma risponde solo alla legge del dena-

ro che sembra governare il mondo. Riflet-

tendo su queste parole e sulla società di og-

gi, è facile constatare quanto la voce del Pa-

pa sia l’unica diversa nel mondo!

Cosa ha di speciale questo Papa per te?

Giorgia: Papa Francesco è un Papa molto

moderno e simpatico, socievole e disponibi-

le verso tutti.

Filippo: Questo Papa per me è speciale. Si

interessa di tutte le fasce di età e si interessa

a tutto ciò che accade nel mondo.

Ad: Ha una par ticolare ed unica capacità:

comunicare non solo con le parole, ma an-

che con il suo sorriso, con il suo volto, con il

suo modo di essere. Il Papa ha parlato da-

vanti a più di centocinquantamila persone,

eppure so che parlava a me direttamente.

Papa Francesco è un Papa “pop” nel senso di

popolare agli occhi di tutti i fedeli, ma molto

rigido nel confronto delle regole. Una carat-

teristica che rende “il Papa venuto dalla fine

del mondo” stimato dalla gente comune che

gioisce ed applaude quando al termine delle

omelie chiede umilmente “pregate per me”.

Dici grazie al Papa perché….

Giorgia: Ringrazio il Papa per le belle

parole e per gli “insegnamenti” che ci ha

Hai lasciato un segno tra noi Intervista a Giorgia e Filippo Martino e ad un adulto a cura di Erika e Cinzia

Impressioni a confronto di ragazzi e adulti

PAPA FRANCESCO A TORINO

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PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2015 25

dato. Ci ha fatto capire l’importanza delle

cose vere, quelle che contano di più come

l’amore, l’amicizia e la vita: “Vivere non

vivacchiare”. Per quanto riguarda l’amicizia

ha detto che “siamo piccoli tralci uniti alla

vite che è Gesù”. Con questo ci ha voluto

dire che Gesù è il nostro primo amico e che

quando riceveremo lo Spirito Santo attraver-

so la Cresima porteremo dei frutti: saremo

più coraggiosi, più pazienti ed umili.

Filippo: Grazie Papa Francesco perché

sei la persona giusta, la persona adatta a

quest’epoca piena di innovazioni e cambia-

menti soprattutto per noi giovani.

Ad: Lo r ingrazio perché con le Sue parole

e la Sua testimonianza ci mostra quanto è

grande Gesù e quanto ci ama. Ho un po’ la

sensazione che qualunque cosa dica, scriva o

faccia, profumi un po’ di Vangelo, un profu-

mo capace di abbracciare davvero tutti, cri-

stiani e non.

Il Papa ha chiesto ai giovani di essere casti,

è una richiesta molto forte?

Ad: Il Papa ai giovani ha detto: “Andate

controcorrente, siate casti”. Sicuramente

andare controcorrente non è facile, la castità

è una virtù “difficile” da vivere, ma come

dice Papa Francesco è la prova di un amore

genuino che sa darti la vita e che non usa

l’altro come semplice strumento di piacere.

Parole ancora una volta forti , dirette ed im-

popolari nella nostra società, ma che fanno

riflettere e cambiare le priorità della vita di

ciascuno di noi.

C'è una grande sfiducia nella vita, la violen-

za che vediamo ogni giorno, la mancanza di

lavoro, la droga … Sono tutti messaggi ne-

gativi, ma il Papa ci incoraggia. Cosa ne

pensi?

Ad: Le parole semplici, ma potenti di Pa-

pa Francesco interpellano davvero tutti e

l’accoglienza che ha ricevuto nella nostra

città, gioiosa, festosa, oceanica, è l’ennesima

conferma che il suo messaggio scuote le co-

scienze. Sul tema del lavoro, della centralità

della persona, ha richiamato concetti a cui

nessuno può sottrarsi, soprattutto chi svolge

un impegno pubblico sia esso credente o non

credente.

Le tre parole chiave del discorso del Papa

sono state: AMORE-VITA-AMICIZIA. Tre

parole che si incrociano e una spiega l'altra.

Una frase rivolta dal Papa ai giovani è la

sua esortazione a “Vivere, non vivacchia-

re!” Cosa ne pensi?

Il Papa ha detto ai giovani di “vivere e non

vivacchiare”, citando Pier Giorgio Frassati.

Penso sia un’esortazione importante, un’i-

niezione di ottimismo che non deve mai

mancare, soprattutto in questo momento dif-

ficile di crisi e incertezze. Se si sta fermi non

si vive la vita!

Il Papa ci chiama a dire no ad un'economia

di scarto, all'idolatria del denaro, alla cor-

ruzione... ci invita a seguire l'esempio di

Don Bosco che ha fatto tanto per i giovani.

Pensi sia facile nella società odierna?

Ad: Il Papa ha sottolineato più volte che il

lavoro non è necessario solo per l’economia,

ma per la persona umana, per la sua dignità,

per questo dice no all’idolatria del denaro,

dice no a chi si arricchisce senza curarsi dei

tanti che si impoveriscono. Per questo ci

esorta ad essere coraggiosi e creativi. Nella

società di oggi è molto difficile, ma il Papa

ci indica la strada: non essere ingenui, ma

andare contro a chi nelle pubblicità ci fa ve-

dere diamanti e poi … ci vende vetro!

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26 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2015

Un film di Philippe de Chauveron. Con C.

Clavier, C. Lauby, A. Abittan, F. Chau, M.

Sadoun.

Genere: Commedia – Francia – durata 97'-

Febbraio 2015.

Trama:

Claude e Marie Verneuil sono una coppia

borghese, cattolica e gollista. Genitori di

quattro figlie, tre delle quali coniugate ri-

spettivamente con un ebreo, un arabo e un

asiatico, vivono nella loro bella proprietà in

provincia e pregano Dio di maritare la

quarta con un cristiano. La loro preghiera

viene esaudita. Euforici all'idea di celebrare

finalmente un matrimonio cattolico, ignora-

no che Charles, il futuro marito della figlia

minore, ha origini ivoriane. Tra provoca-

zioni, alterchi e vivaci scambi di vedute,

l'amore avrà naturalmente la meglio.

Nel 1967 in America usciva il film

di Stanley Kramer, Indovina chi

viene a cena?, una storia d'amore 'in

bianco e nero' (ma a colori) che sce-

glieva il registro della commedia

per parlare di un conflitto in quegli

anni tutt'altro che risibile: l'incrocio

sessuale delle razze. Se il padre

( Spencer Tracy) doveva lottare con

la propria coscienza e col medico

nero (Sidney Poitier), che chiedeva

consenso e benedizione per sposare

la sua Joanna, monsieur Verneuil ha

deposto le armi e accettato di buon

grado i matrimoni delle sue figlie

con l'altro, con gli altri. Il razzismo

ordinario che sta alla base del suc-

cesso della commedia multietnica di

Philippe de Chauveron. Non sposate

le mie figlie esibisce cliché e tabù e

sviluppa l'opinione rimarcata dal

personaggio di David Benichou, secondo

cui siamo tutti in fondo un po' razzisti.

Grande successo della stagione cinemato-

grafica francese appena trascorsa, Non spo-

sate le mie figlie ha raccolto applauso e

consenso anche fuori dai confini nazionali.

Lontano dalla temperata ironia di Indovina

chi viene a cena?, Non sposate le mie figlie

condivide generi a cui le due commedie

assicurano un normale statuto sociale e pro-

fessionale, ieri nel segno di un avvenuto

integrazionismo kennedyano, oggi in quello

dell'immigration choisie (l'immigrazione

selettiva e discriminatoria). Non sposate le

mie figlie alleggerisce con la risata l'inquie-

tudine e le contraddizioni che agitano la

società, 'celebrando' col matrimonio un sen-

timento di disagio condiviso.

Non sposate le mie figlie

a cura di Carlo

IL FILM

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PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2015 27

Letti per voi a cura di Barbara

Una spiritualità guidata dall'umiltà non porta una persona ad

abbassarsi. Chi scende nella propria realtà, nel buio della sua

ombra, chi viene in contatto con la sua umanità e “terrenità”,

sale a Dio. Paolo, in quanto fariseo, era il tipico rappresentante

di una spiritualità dall'alto. Ma sulla via di Damasco precipita a

terra... . I farisei non si accorgono che il perno di tutto lo zelo,

che dispiegano nell'osservare i precetti, non è Dio, ma se stessi.

Nel comportamento e nell'annuncio di Gesù incontriamo una

spiritualità dal basso. Gesù si rivolge di proposito ai pubblicani

e peccatori perché si accorge che essi sono aperti all'amore di Dio.

SPIRITUALITA' DAL BASSO di Anselm Grün, dottore in teologia e monaco

benedettino. Meinrad Dufner, artista e guida spirituale dell'Abbazia di Munsterschwar-

zach. Edizione Queriniana. € 9,00.

Si dona indipendentemente dalla risposta. Qui è l'amore, non il

calcolo: “io do perché tu dia ad altri”. La prima possibilità di

dono è la parola, credere negli altri. Il dono della vita, non è il

sacrificarsi, ma affermare la libertà, la giustizia, la speranza, la

condivisione, la solidarietà. Il male nasce nell'intimo e diventa

aggressività, violenza, odio, dominio. La sofferenza, la tristez-

za, l'indignazione e la collera, sono le conseguenze dell'offesa.

Per noi uomini non è facile coniugare giustizia e perdono. Il

perdono fa bene innanzitutto alla vittima, che esce da se stessa,

conosce la pace e la libertà. Ciascuno è debitore di ciascuno, e

questo richiede che io tolga la solitudine alla sofferenza dell'al-

tro, mettendomi accanto a lui, per combattere con lui contro il

male. DONO E PERDONO

di Enzo Bianchi. Edizione Einaudi -

Vele. € 10,00

La cosa peggiore non è cadere, bensì non rialzarsi e giacere

nella polvere. Soltanto chi desiste è sconfitto. Tutti gli altri

possono dirsi vittoriosi. Non conoscere la sconfitta né assapo-

rare la vittoria. Chi non conosce se stesso, spesso si ritrova in

una sensazione di vuoto. Eppure il vuoto non esiste. Non ten-

tare d'essere utile, sforzati d'essere te stesso..., trasformare il

grano in pane attraverso il lavoro, l'uva in vino attraverso l'im-

pegno e la pazienza, e la morte in vita attraverso la resurrezio-

ne dei sogni... IL MANOSCRITTO RITROVA-

TO AD ACCRA di Paulo Coelho. Edizione Bompiani. €

16,00

L’ANGOLO DEL LETTORE

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28 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2015

DAI REGISTRI PARROCCHIALI

CHIARIGLIONE Alfredo con. Alice Maria, DELLACÁ Bruna, LU-

NARDI Antonio con. Tarsa Liliana, FORTUNA Marcello con. Pan-

chiella Cecilia, VALENZANO Carolina ved. Della Toffola Elio, Don

BONETTO Giuseppe, RAGLIA Margherita ved. Raglia Fiorentino,

BOSETTI Domenica con. Giacchetti Giuseppe, GRIGLIONE Ber-

nardo con. Camerlo Vittorina, PEROGLIO Maria Catterina con.

Martinetto Giovanni, RAIMONDI Olindo con. Tasso Rita, GIAC-

CHETTI Giuseppe ved. Bosetti Domenica, ALBERTI Mirca con.

Debastiani Loris, PORASSO Teresa ved. Gallo Giovanni Battista,

REGALDO Matilde ved. Coriasco Lorenzo, GOBBO Giuseppe

con. Aimo Maria, SAMMARTANO Benedetta con. Cialona Vito,

MARTINETTO Vanni con. Colombatto Giovanna, PERRERO Giu-

seppe con. Ferrero Orsola, BAIMA POMA Caterina ved. Tresso

Ferdinando, MARCHINO Antonio, DEMARIA Battista ved. Micono

Giovanna, BELLA Nicodemo con. Gargiulo Immacolata

Aprile: CAPPUGI Diego, RESTAINO Chiara, MARTINETTO LOPEZ Noa

Maggio: BELLUCCI Beatrice, BONICATTO Laura, CENTRONE

Angelica, FASANO Riccardo, GANZAROLI Leonardo,

AGOSTINO Simone Antonino, Andrea

Giugno: TAURINO Alessandro, TAURINO Luca, CASTALDO

Alessio, RASCHILLÁ Gabriele, MORLINO Sara,

REGALDO Giulia, MISTO Viola, BORGOGNO Elisa

Luglio: DIAFERIA Marco, GOMBA Giosuè, PUGLIESE Beatrice

Agosto: CASARIN Riccardo

20 giugno: ORIGLIASSO Paolo e VERNETTO Veronica

27 giugno: MAZZONE Giuseppe e ALTIERI Stefania

4 luglio: PELLEGRINI Fabio e MOLLO Valeria

25 luglio: MERCURIO Luciano e FILOMENO Gloria

5 settembre: FOLLIS Riccardo e PERETTI Chiara

6 settembre: MORETTI Salvatore e CONTI Alessia

RINATI DALL’ACQUA E DALLO SPIRITO SANTO

SPOSI IN CRISTO E NELLA CHIESA

ATTENDONO LA RESURREZIONE

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PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2015 29

Parrocchia San Francesco

d’Assisi Via Roma, 101

10070 San Francesco al

Campo tel. 011 9278342

In cammino verso la comunità

Periodico d’in-formazione del-la Comunità parrocchiale di San Francesco al Campo

settembre 2015

Sempre aperti a nuove collabo-razioni, vi invi-tiamo a scrivere commenti, sug-gerimenti, arti-coli, domande a:

bollettinosan-francesco@ gmail.com

STAMPATO IN PROPRIO IN NU-MERO LIMITATO DI COPIE

Il bollettino è distribuito gratuitamente a tutte le fa-miglie della Parrocchia.

SANTE MESSE feriale sabato e prefestivo

festivo

PARROCCHIA 17.00 ora solare * 18.00 ora legale *

18.00 8.30 - 11.00

CAPPELLA dell’Assunta 8.00 1° venerdì del mese 9.45

S. MAURIZIO Canavese 8.30 18.00 8.00-9.30-11.00

MALANGHERO 18.00 10.30, 18.00

ogni venerdì del mese S. Messa nella cappella delle Suore Carmelitane (Scuola dell’Infanzia)

in occasione di funerali non c’è la S. Messa feriale in Parrocchia

CONFESSIONI (in chiesa)

sabato dalle 16.30 alle 17.30

ADORAZIONE il giovedì, mezz’ora prima della S. Messa

GRUPPO di PREGHIERA

ogni secondo giovedì del mese alle 20.30 nella

cappella delle Suore Carmelitane (Scuola dell’In-

fanzia)

GRUPPO di PREGHIERA “AMICI DEL CARMELO”

ogni seconda domenica del mese alle ore 15.00

nella cappella delle Suore Carmelitane

PER AMMALATI

chiamare a qualunque ora ai numeri:

011 9278342 340 3939294

339 41 31 309 377 17 32 456

UFFICIO PARROCCHIALE (per intenzioni Sante Messe e certificati)

Segreteria Parrocchiale: lunedì, mercoledì, sabato 9.00 - 12.00 Padre Michele (parroco): colloqui e confessioni martedì 9.00 - 12.00 per battesimi, matrimoni … sabato 9.00 - 12.00 E’ possibile prendere appuntamento con il parroco

anche in altri orari, telefonare al n° 011 9278342 Padre Giacomo: giovedì e venerdì 9.00 - 12.00

CARITAS colloqui mercoledì 9.00 - 12.00 distribuzione mensile viveri sabato 10.30 - 12.00

Sacramento del BATTESIMO

La seconda domenica di ogni mese.

Prenotarsi in ufficio parrocchiale per gli incontri prebattesimali

Sacramento del MATRIMONIO

Incontri 2015

Prenotarsi almeno sei mesi prima in ufficio parrocchiale

GLI ORARI DELLA COMUNITA’

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30 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2015

NELLE PROSSIME SETTIMANE LE ELEZIONII:

Si rinnovano CPP e CPAE

UN GRAZIE SINCERO

Desidero esprimere un grazie molto sentito a tutti coloro che, attraverso of-ferte personali e iniziative varie finalizzate allo scopo, stanno aiutando la par-

rocchia a restituire il finanziamento bancario ottenuto nel 2011 per pagare i lavori di ampliamento della scuola parrocchiale dell'infanzia sita in Borgata

Madonna.

Quest'anno la parrocchia ha rinegoziato il finanziamento ottenendo da parte

di Banca Prossima condizioni leggermente migliori rispetto al passato, per cui dal finanziamento precedente di circa 18.000 € all'anno siamo passati a circa

15.000 € annui. La restituzione durerà ancora per 7 anni, con una rata mensi-le di 1.245,01 €. Nonostante questo miglioramento la cifra mensile risulta

ugualmente molto impegnativa per la nostra parrocchia, per cui ringrazio an-ticipatamente di cuore chi continuerà a sostenerci in questo sforzo.

P. Michele

A breve le elezioni a cura della Redazione

Nella nostra diocesi di Torino CPP e CPAE tali organismi hanno iniziato ad essere presenti

a partire dal 1986, quando l’allora arcivescovo Anastasio Ballestrero ne promulgò gli statuti

ed i regolamenti.

Nella nostra parrocchia il CPP è presente ormai da quasi trent’anni (la prima elezione av-

venne il 2 marzo 1986 durante un ritiro all’asilo, essendo parroco don Osvaldo Maddaleno).

Nei prossimi mesi è previsto il rinnovo di questi due organismi, pertanto si svolgeranno le

elezioni del CPP (i componenti del CPAE sono invece nominati dal parroco).

Le elezioni si svolgeranno nel seguente modo:

Rappresentanti dei gruppi parrocchiali

I Gruppi parrocchiali si riuniscono ed eleggono i propri rappresentanti.

Altri rappresentanti della comunità parrocchiale

Domenica 27 settembre, i parrocchiani che abbiano compiuto i sedici anni, al termine

delle Messe festive, potranno designare fino a tre persone ritenute adatte ad essere candidate

per l’elezione nel CPP, scrivendone il nome su una scheda. Le persone che avranno ricevuto

il maggior numero di preferenze e che saranno disponibili ad accettare l’incarico saranno

inserite in una lista di candidati che sarà esposta nelle bacheche parrocchiali.

Domenica 18 ottobre con le stesse modalità sopra indicate si procederà all’elezione dei

rappresentanti, tracciando una croce vicino ai nomi prescelti. Risulteranno eletti i cinque

candidati che avranno ottenuto più voti.

Lo Statuto ed il Regolamento del Consiglio Pastorale Parrocchiale sono consultabili sul sito

Internet della Parrocchia.

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PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2015 31

di Reby

Trova le 9 differenze tra i due castelli di sabbia

CONCORSO

Questa foto è stata scattata qui a San

Francesco. Cos’è e dove si trova?

Inviateci la risposta all’indirizzo:

[email protected]

Per partecipare bisogna avere al mas-

simo 12 anni.

Tra chi manderà la risposta giusta sarà

estratto un premio speciale!

Nell’ultimo concorso ha risposto corretta-mente Samuel: bravissimo!

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PER I PIU’ PICCOLI

GIOCHIAMO UN PO’

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32 PARROCCHIA SAN FRANCESCO AL CAMPO - SETTEMBRE 2015

“La mia missione è dire a

tutti che Dio è buono” Madre Maria degli Angeli

Fondatrice Suore Carmelitane Santa Teresa di Torino

Copertina a cura di Patrizia Pegoraro