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domenica 1 marzo 2015 Anno 5 n. 13 www.stadio5.it [email protected] COPIA OMAGGIO INTER FIORENTINA OBIETTIVO EUROPA Montella meglio di Manciniintervista esclusiva a Ignazio La Russa che Sfida Matteo Renzi Luigi Sada a pag. 6

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domenica 1 marzo 2015 Anno 5 n. 13 www.stadio5.it [email protected] COPIA OMAGGIO

I N T E R FIORENTINA

OBIETTIVO EUROPA“Montella meglio di Mancini”

intervista esclusiva a Ignazio La Russa che Sfida Matteo RenziLuigi Sada a pag. 6

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STADIO

Handanovic;Campagnaro, Ranocchia, Juan Jesus, D’Ambrosio;

Guarin, Medel, Brozovic;Shaqiri;

Icardi, Palacio

Neto;Richards, Savic, Gonzalo, Pasqual;

Kurtic, Badelj, Aquilani;Diamanti, Babacar, Salah

MEAZZA ORE 18.00

INTER(4-3-1-2)

FIORENTINA(4-3-3)

Arbitro: Davide Massa di Imperia

RobertoMancini

VincenzoMontella

Entrambe le sponde del Naviglio ridono per una favola durata una giornata. Numero 24 per gli aman-ti della statistica, il Milan batte il Cesena e l’Inter espugna Cagliari. Per i ne-razzurri è la terza vittoria consecutiva, mai succes-so con Walter Mazzarri. Ora la squadra di Rober-to Mancini deve affron-tare la Fiorentina, quinta forza del campionato, che domenica scorsa ha com-piuto un mezzo passo fal-so con il Torino. Avesse vinto, ora sarebbe quarta, davanti alla Lazio. Peccato veniale, ma l’occasione era ghiotta. Inter-Fiorentina è una di quelle partite che richiamano fausti periodi, in cui i pedatori si chiama-vano Amarildo, De Sisti, Chiarugi, prima ancora Cervato, Pecos Bill Virgi-li, Julinho, Montuori e gli allenatori Petisso Pesaola e Fulvio “Fuffo” Bernardi-ni. Erano le due squadre che nel giro di tredici anni

conquistarono due scudetti (1969 e 1956). Poi arriva-rono Antognoni e Batistu-ta, due campioni che Firen-ze non dimenticherà mai. Nei giorni nostri la Viola è una buona compagine, al-lenata molto saggiamente da Vincenzo Montella. Alle 18 di domenica il Meazza accoglierà Icardi e Guarin con grandi applausi, dopo la brutta pagina scritta a Reggio Emilia, subito dopo il fischio finale del match con il Sassuolo. Entrambi hanno preso per la mano i propri compagni e li stan-no portando a ridosso delle posizioni di profumo eu-ropeo. Il colombiano ritor-na dopo la fucilata che ha steso il Celtic. L’Inter non è ancora la squadra che il Mancio vuole (gli scozzesi

sono testimoni), ma le pro-ve generali sono sempre più intense. Gli arrivi di Shaquiri e Santon, la regia di Brozovic e la rinascita di Guarin hanno prodot-to questa trasformazione. Manca all’appello la difesa. Un passo alla volta, perché tanti insieme è probabile cadere. Pian piano il cer-chio si stringe. I centrali sono nell’occhio del ciclo-ne; questo reparto è il più delicato, soprattutto dopo la partenza di Samuel. Vi-dic sta deludendo, Ranoc-chia è alle prese con alcuni problemi fisici, Juan Jesus non convince, Andreolli è più vicino ai box che al campo, ora sarà la volta di Felipe. Ottimo difensore negli anni con l’Udinese, poi una sorta di gregario che non piacerà agli esteti. Intanto godiamoci lo spet-tacolo: l’Europa ne ha già regalato un pezzo. Questa, però, è un’altra storia.

Ho seguito con interesse la sfi-da di San Siro

di giovedì contro il Celtic e sinceramente la squadra nerazzurra mi sembra ab-bia fatto un passo indietro rispetto alle ultime pre-stazioni. Per avere ragione degli scozzesi c’è voluta il capolavoro di Guarin da trenta metri per abbattere il muro scozzese. Abbia-mo sudato freddo perché se il Celtic avesse segnato ora saremo qui a piangere come è accaduto in più di una circostanza nelle ulti-me stagioni. Buon per l’In-ter essere riuscita a centrare l’obiettivo. Sarà dura, anzi durissima, col Wolfsburg. I tedeschi, è bene ricordarlo, sono secondi in Bundesliga alle spalle di una squadra

LA FIORENTINA DIRÀ SE SIAMO TORNATI GRANDI come il Bayern Monaco che disputa un campiona-to da solo. Comunque, un piccolo vantaggio lo ab-biamo dal momento che la prima partita si gioca in Germania. Per quanto con-cerne il campionato quella odierna di San Siro è si-curamente la gara più im-portante. Se ce la facciamo a battere i viola si aprono parecchie possibilità di ri-entrare in gioco per i piani alti della classifica, soprat-tutto se il Toro, che ho vi-sto in formissima, riuscirà a superare il Napoli, che tra l’altro sta facendo sentire il fiato sul collo alla Roma. I giallorossi proveranno domani sera ad abbatte-re la Juventus per riaprire il discorso scudetto che sembra ormai chiuso con

i nove punti di vantaggio dei bianconeri sui giallo-rossi. Sicuramente sarà una partita da fuori o dentro, come si suol dire. La Roma dovrà interrompere la serie interminabile di pareggi se vuole far sentire ancora la sua voce in questo torneo. La squadra di Garcia ha giocato un ottima partita a Rotterdam col Feyenoord e se saprà ripetersi potrebbe anche battere la Vecchia Si-gnora. Un vero peccato per quanto sta succedendo al Parma, sia per gli emiliani che per il calcio italiano.

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partita

Massimo Cerana

L’Inter di giovedì in Europa League ha fatto il minimo sin-

dacabile, non sono am-messe giustificazioni per stanchezza europea e, se anche così fosse, la Fio-rentina arriva dalla stes-sa competizione e con un maggior investimento in termini di energia e gio-co. Rituffiamoci in cam-pionato sottolineando la conquista dell’annosa terza vittoria consecutiva, tra-guardo che ai nerazzurri non riusciva da illo tem-pore. Questa Inter inizia ad assimilare la mentalità di Mancini, qualcuno ancora particolarmente fuori for-ma: D’Ambrosio poco con-vincente e contro il Celtic ha rischiato di compromet-tere il passaggio del turno con quell’intervento non intervento, Hernanes dopo tanta assenza fatica ad en-trare in partita. Questa In-ter convince ancora poco ma gioca, inizia finalmente a concedere sempre meno,

TRE PUNTI PER L’EUROPA

Al peggio non c’è mai fine, recita un vecchio proverbio.

Mai detto è stato più vero ed attuale se rapportato alla situazione del Parma. Non abbiamo perso anche que-sta occasione per farci co-noscere, casomai ce ne fos-se stato bisogno. La partita non è stata disputata per ordine del prefetto perché gli stewards, cui non era stato corrisposto il dovuto, non hanno garantito la loro presenza. Le forze dell’ordi-ne non avrebbero potuto sostituirsi con la stessa effi-cacia agli addetti dell’ordi-ne? Mah!? . Quindi niente incontro e stadio chiuso. Da tempo i calciatori del Parma non percepiscono lo stipendio ma sembra che anche gli addetti ai la-vori, come il magazziniere, siano all’asciutto ed il loro salario non è certamente paragonabile a quello degli atleti professionisti. Cosa

NESSUN RISPETTO PER LA VECCHIA SIGNORAL’Inter si spera non viola di rabbiadeciderà la Federazione non è dato sapersi. Sono più che certo che qualsiasi decisione verrà presa lasce-rà parecchio scontento, ma un punto a questa situa-zione dovrà metterlo, poi-ché il campionato è ancora lungo e una parvenza di regolarità dovrà pur essere garantita. Quel che certo è che il nostro Belpaese, ahinoi da tempo, non atti-ra investitori esteri e Tohir sembra solo un’eccezione e non la regola come in altri paesi europei. Se i club più importanti inglesi e france-si sono in mano a sceicchi e petrolieri che non lesi-nano denaro, ci sarà pur

un motivo. E’ possibile, mi domando e dico, che alme-no uno sceicco, magari non ricchissimo, anche brutti-no, non gli venga l’uzzolo di acquisire una squadra di calcio della nostra peniso-la? Personalmente mi son dato una risposta. Provate anche voi a darvela. Quel che è certo è che ogni ac-cadimento sul nostro suolo si viene a sapere in qualsia-si parte del mondo tramite Internet che è più pettegolo della perpetua dei Promessi Sposi, e il nostro calcio non ha fatto una gran bella fi-gura. Provate anche a chie-dervi perché degli ubria-coni olandesi, a Roma, si

permettano di far quel che hanno fatto e se ne tornino a casa impuniti lasciando le nostre strapagate autorità a palleggiarsi la colpa e a noi il conto salato di pagare per i danni arrecati all’opera del Bernini, scultore secondo solo al Buonarroti. Perpe-tua Internet avrà informato dell’accaduto anche l’eschi-mese nel suo igloo e persi-no il guerriero masai, che cercava riposo, dopo una fruttuosa battuta di caccia, all’interno della sua capan-na. In questo caso non solo il nostro sport nazionale ma anche il belpaese è usci-to con le ossa rotte. E non ce n’era bisogno! Ma andia-

mo avanti perché incombe la sesta di campionato che ha in programma non so-lamente la sfida principe tra i primi della classe ma una serie di partite incerte ed avvincenti. L’Inter af-fronta la Fiorentina reduce dal pareggio interno con il Toro. I milanesi forti del-le tre vittorie consecutive vorranno fare poker. I viola usciranno da San Siro con i tre punti nel carniere. Il Palermo dovrà vederselo con l’Empoli e credo che difficilmente i toscani usci-ranno indenni dal Barbera. Il Sassuolo ospita la Lazio. Gli emiliani sono conva-lescenti e prenderanno un

punto così come i capito-lini che mi sono sembrati piuttosto molli e distratti nel precedente match con il Palermo. E veniamo all’in-contro clou del posticipo di lunedì. I giallorossi poco convincenti nelle ultime prestazioni meditano di prendersi la rivincita della cocente e molto discussa sconfitta dell’andata. Ce la faranno ma il campiona-to difficilmente si riaprirà. Se poi mi sarò sbagliato sull’esito dello scontro al vertice, per quanto riguar-da l’assegnazione dello scudetto in questione pos-siamo metterci una pie-tra tombale. Statemi bene.

seppur non sufficiente, in difesa e quindi rischiare meno. Non basterà, però, tutto questo per fermare i Montella boys. La Fio-rentina oggi macina gio-co ottimizzando gli sforzi e raccogliendo sempre il massimo. Ha un possesso palla intelligente e costrut-tivo. Quest’Inter per avere la meglio sui gigliati deve sperare nel miglior Icardi che finalmente non gioca più solo per se stesso, at-teggiamento che costò l’al-lontanamento di Osvaldo per sua eccessiva e platea-le reazione, e nel ritrovato Guarin che esplode in ogni gara o quasi. Un guizzo di Shaqiri non guasterà e la squadra deve girare tutta in sincronia perfetta conce-dendo pochissimo o quasi agli avversari. I tre punti conquistati contro il Ca-gliari dicono che i neraz-zurri sono sulla strada della guarigione, non era facile vincere contro un avver-saria alla disperata ricerca di punti e che dà l’anima per portare a casa almeno un pareggio. Ottima prova quella di Cagliari, ma que-sta di oggi è altra cosa, la Fiorentina gioca bene ed è capace di sfruttare al mas-

Santon e Podolski-Palacio, Maurito Icardi sfrutterà il suo momento magico, magari sostenuto da Shaqi-

e compagni troppo spes-so inaffidabili. Montella risponderà, costretto a ri-nunciare ad elementi validi tra infortuni ed affaticati, con Babacar che dovrebbe sostituire Gomez. Fuori probabilmente anche Salah e Borja Valero. Alla tra-sferta del Meazza non par-teciperanno sicuramente Mati Fernandez e Basanta, la porta viola sarà difesa da Neto. Questa partita delineerà la zona europea in classifica, la Fiorentina avanti di 4 lunghezze vor-rà mettere il sigillo, dopo il mezzo passo falso col Torino, al quinto posto minacciato da Sampdoria e Genova che in caso di vittoria la raggiungerebbe-ro, e l’Inter che proverà a portarsi a -1 dal primo po-sto utile all’Europa League della prossima stagione.

ri, e Fredy Guarin il tra-scinatore di questa nuova Inter. Il tallone d’Achille resta la dicesa: Ranocchia

simo le defiance nerazzurre in difesa, reparto ancora da tarare. L’Inter deve vincere per proseguire la striscia positiva, già troppi punti lasciati per strada, e la Fio-rentina punta diretta ai tre punti per non allontanarsi troppo dalla zona Cham-pions. Alle 18.00 al Meazza lotta all’ultimo “sangue” tra due delle formazioni prota-goniste in Europa League. Mancini dovrebbe manda-re in campo, unico dubbio riguarderebbe Shaqiri-

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Marco Papetti

Luigi Rubino

Dopo tre vittorie con-secutive la voglia di champions è ritor-

nata preponderante ma clas-sifica alla mano siamo ancora lontani e il terzo posto è una mera chimera. E allora si ini-zia a pensare ad una alterna-tiva anche in base alle discus-sioni di questi giorni tra gli addetti ai lavori. E’ vero il cal-cio pane e salame degli anni ottanta non tornerà più con i

Il calcio di domani: un’ideapresidenti funamboli che co-spargevano di sale il terreno di gioco prima del match e che nascondevano un animo gentile dietro una aurea bur-bera; sarà difficile rivedere le esultanze spontanee dei gio-catori dopo un gol o la parata di un rigore. Oggi assistiamo a gesti studiati a tavolino, ri-provati nello spogliatoio e mostrati alle telecamere per il gusto di apparire. Siamo entrati nel calcio 2.0 dove il business domina la scena e la commercializzazione del prodotto calcio è la priorità assoluta. Prima il binomio di calcio spettacolo era un con-cetto abbinato ad un gioco spumeggiante mostrato da una squadra sul campo ora invece rimanda al concetto

di monetizzazione di ogni singolo aspetto. La partita è solo un parte dello spetta-colo con un ruolo destinato a diventare meno egemone a favore di tutto il contorno composto da show, diritti, immagini, brand, pubblicità, ristoranti, eventi. I nostalgi-ci si rassegnino a depositare le armi; d’altronde avrebbero imboccato le spade per dare battaglia ai mulini a vento e

francamente di questi tempi non ne sentiamo la necessi-tà. E allora se un nostalgico come me prova a immaginare un business lo fa con due pri-orità: vedere l’Inter nell’elitè del calcio mondiale e favorire una sorta di mutualità per i settori calcistici o sportivi con meno risorse. L’idea è quella di creare un torneo di qualifi-cazione alla fase a gruppi del-la Champions League aperta a tutte le formazioni che non hanno conquistato l’accesso direttamente sul campo. La partecipazione di ogni sin-gola squadra sarebbe subor-dinata al pagamento di un sostanzioso gettone d’ingres-so che sarebbe poi utilizzato dalle istituzioni per migliora-re il calcio dei settori giova-

nili o dei dilettanti favorendo ad esempio la costruzione di strutture moderne in grado di coinvolgere sempre più i giovani nella pratica di uno sport. Le squadre iscritte gio-cherebbero il torneo tra ago-sto e settembre, da vedere se

attraverso una suddivisione in gruppi o ad eliminazione diretta, e le vincente approde-rebbero alla prima fase della Champions League. Avrem-mo così una competizione aperta a formazioni vincenti sul campo e a formazioni con un blasone ricco di storia e tradizione con un seguito di tifosi numerosi, arricchendo così il calendario della mani-festazione con partite di gran-de e sicuro interesse. Questa idea peraltro non nuova nel panorama calcistico potrebbe far felici noi tifosi interisti e quelli di altre squadre di gran-de storia calcistica e convin-cere i presidenti dei team con meno tradizione ad investire su una competizione con un visibilità a livello mondiale.

Certamente non è la sfi-da clou della 25esima giornata di campio-

nato, Roma-Juventus del po-sticipo di lunedi all’Olimpico catalizzerà l’Italia calcistica, ma sull’onda spumeggiante delle qualificazioni conqui-state dalle due squadre nei sedicesimi di Europa League, Inter-Fiorentina è sicuramen-

AL MEAZZA IL PENSIERO È VIOLA

te il contorno da gustare nella sesta di ritorno per i numero-si supporter nerazzurri che, anche questa volta, come ac-caduto nel match di Europa League (circa 40 spettatori) saranno presenti numerosi

sugli spalti del Meazza per incitare a gran voce la bene-amata. Il successo contro gli scozzesi non è stato semplice anche se nel calcio non esi-ste partita facile. Per fortuna, a coronamento dell’accetta-bile prestazione dell’Inter, è arrivata la legnata di Fredy Guarin che ha completato magnificamente la lista qua-lificazione delle italiane agli ottavi di Europa League.Ora c’è lo scoglio viola da superare in campionato. Speriamo che la squadra più che un tran-

satlantico diventi presto una corazzata vincente su tutti i fronti, come nel desiderio di Thohir, Mancini e di tutti i suoi tifosi. Le ultime quattro vittorie, una recentemen-te in Europa League e tre in

campionato contro Palermo, Atalanta e Cagliari sono chia-ramente un grande segnale di ripresa. In campionato, i nerazzurri in classifica si sono riportati nella zona che conta, cioè in orbita europea. La Fiorentina dista avanti di pochi punti. Un eventuale al-tro pieno contro la Viola apri-rebbe prospettive di rilancio a breve e lungo corso, facendo finalmente sorridere il saggio e paziente Thohir che, con il passar del tempo, sembra più innamorarsi della sua creatu-ra adottata a tinte nerazzur-re, condividendo passione, sacrifici (quanti viaggi anda-ta e ritorno dall’Indonesia), sofferenza, vittorie e trionfi come la conquista del Torneo Viareggio della Primavera di Stefano Vecchi, triofi che di-ventano bellissimi quando ar-rivano in periodi difficili. Tor-nando all’impegno di oggi, la gara è sicuramente difficile. La squadra di Montella è in serie positiva da sette gior-nate. L’ultima sconfitta risale addirittura al giorno dell’Epi-fania (1-0 in trasferta contro il Parma). L’Inter dovrà stare molto attenta in difesa. Salah è molto veloce e Gomez è in piena forma. I viola, inoltre, non vincono al Meazza con-tro i nerazzurri da 13 anni.

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di Luigi Rubino

La palla non è di car-tone e per calciarla come si deve ci vuole

forza, qualità e fantasia. Lo sa benissimo Fredy Guarin, il cui rapporto con l’Inter fino ad un anno fa sem-brava sul punto di conclu-dersi, poi sono arrivate le contestazioni dei tifosi che hanno posto il freno alla pazza cessione del colom-biano alla Juve in cambio di Vucinic e un sostanzioso conguaglio. Ora il giocato-

Guarin… è nato un leader

re, con Mancini, è ritornato leader come una volta lo era nel Porto, squadra con la quale il “Guaro” in tre anni e mezzo ha messo a segno 21 gol. E’ sua l’ultima perla (bomba imparabile dal limite dell’area contro il Celtic) che ha dato l’enne-sima gioia, questa volta in Europa League, alla squa-

dra nerazzurra, che può finalmente dire di aver ri-trovato un campione, utile soprattutto quando c’è da risolvere situazioni difficili, abbattere i fortini di avver-sari rocciosi come quelli britannici. L’inserimento in pianta stabile nel modu-lo studiato dal Mancio, è stato per il giocatore come una manna scesa dal cie-lo. Ne ha beneficiato tutta la squadra che dalla gara con il Palermo, si è pronta-mente ripresa dallo shock e brutte figure, come la gara con il Sassuolo, mettendo in mostra il miglior Gua-

rin: battagliero, onnipre-sente, efficace negli assist e in zona gol e pronto a dialogare con i compagni, soprattutto con il nuovo arrivato Shaqiri e Kova-cic, dando un sostanzioso aiuto a Maurito Icardi in zona gol, permettendo poi al bomber argentino di ag-guantare Tevez nella classi-

fica cannonieri con 14 reti. Il forte centrocampista co-lombiano ha poi ripagato la fiducia di Mancini la setti-mana dopo contro l’Atalan-ta a Bergamo, spingendo alla vittoria la sua squadra (1-4) dopo sette anni di di-giuno con una formidabi-le doppietta. Un successo, quello ottenuto contro i bergamaschi, che Fredy ri-corderà a lungo anche per-chè dedicata ai suoi figli e a tutti coloro che lo hanno sempre difeso e sostenuto nei momenti bui. Grazie al Mancio, Guarin (quattro gol nelle ultime cinque par-tite) è risorto ed insieme a lui è rinata la nuova Inter, una squadra che sembra essere rimasta sempre nel cuore di Fredy. In fondo, come dice la massima di un proverbio “l’amore non è bello, se non è litigarello”.

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La politica nel PALL NEIgnazio La Russaintervista esclusiva a in filo diretto con Matteo Renzi

Dove eravamo ri-masti? Forse col Patto del Nazare-

no siglato a Roma tempo fa dopo l’incontro segreto fra Berlusconi e Renzi. Di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia e si do-vrà ricominciare tutto dac-capo. Allora il ping pong sportivo Milan-Fiorentina con il Presidente del Con-siglio pronto, senza tradi-re Gomez e compagni, a sventolare la bandiera ros-

“L’INTER CON LA FIORENTINA VINCE ALL’ULTIMO SECONDO… parola di Ignazio”All’amico Matteo Renzi dico: Batti la Roma e ci vediamo in finale di Europa League

di

sonera pur di sigillare l’a-micizia con l’ex Cavaliere, dall’altra Berlusconi pronto a gridare forza Viola per far contento il Matteo gigliato. L’importante era saldare il patto ma intanto dopo la caduta del Nazareno ecco affacciarsi nuovamente la calata su Milano della Fio-rentina questa volta però per affrontare l’Inter di Mancini, altro ex di lusso, come Berlusconi e Renzi è chiamato un altro interi-sta doc, Ignazio La Russa a mettere a fuoco la sfida di San Siro. La Russa che, guarda caso, ama più Mon-tella di Mancini. L’ex Mini-stro della Difesa vedrebbe di buon occhio l’aeroplani-no alla guida della benama-ta. “Sarebbe il massimo per me -fa rimarcare La Russa- avere un tecnico così bravo alla guida dell’Inter. Ac-contentiamoci, comunque, di Mancini. Non è il mas-simo, però è senza dubbio un buon tecnico. Montella, prima col Catania poi con la Fiorentina ha messo in luce tutte le sue grandi qualità, tant’è che i viola si stanno comportando mol-to bene sia in campionato che in Europa”. Sulla sfida di San Siro c’è il tiro in-crociato col Presidente del Consiglio. “E’ bravo -sotto-linea La Russa- però penso che sappia far meglio col

con i quattrini”. Matteo Ren-zi da Roma manda un mes-saggio all’Ignazio nerazzurro: “L’Inter è forte, è in ripresa, però noi a San Siro conqui-steremo i tre punti. Avete vi-sto come ha giocato la Viola col Tottenham. Per questo ho parecchia fiducia in que-sta trasferta. La vittoria ci serve per non perdere terre-no nei confronti di Napoli e Roma. Accipicchia, peccato aver pareggiato la settima-na scorsa col Torino. Ma noi non molliamo”. Vi replica La Russa: “Noi sappiamo quan-to è brava la Fiorentina e vi dico che l’Inter la batterà segnando all’ultimo minuto. Un po’ come abbiamo fatto col Celtic”. L’onorevole neraz-zurro, è quasi inutile ripeter-lo, è di Montella mania. “Se mi chiedete quale giocatore toglierei dalla Fiorentina per non averlo contro nella gara del Meazza, io ribadisco che togliere Montella e non un giocatore. Sarò monotono ma ripeto che Montella è il numero uno della squa-dra viola”. Al Presidente del Consiglio Matteo Renzi non rimane che attendere l’ora x di oggi, dopo essere stato alla finestra a seguire la manife-stazione della Lega Nord di Matteo Salvini. Guarda un po’ un altro milanista come Ber-lusconi capace di far perdere il sonno al Matteo targato Fi-renze.

calcio, la sua squadra, lo ripeto, sta sciolinando un buon gioco. E’ partito Cua-drado ed è arrivato Salash. Io dico, pur con tutto il ri-spetto per Cuadrado, che la Fiorentina nel cambio ci ha guadagnato e non solo

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7domenica 1 marzo 2015

Prima e dopo la partita... Vino, birra e il gusto di un panino espresso

Marjlja Bisceglia

L’Ospite

El Torero a corteMario Gòmez GarcíaMario Gòmez

García, anche conosciuto come

El torero per le sue origini iberiche, è attuale attac-cante della Fiorentina e della Nazionale tedesca. Il calciatore di padre spagno-lo e madre tedesca, nato a Riedlingen il 10 luglio del 1985, è però cresciuto a Unlingen in Svezia. El torero è un attaccante fi-sicamente prestante, abile nel gioco aereo, dotato di un ottima tecnica e capace di calciare con entrambi i piedi. È inoltre in grado di sfruttare al massimo i cross

dei compagni e può rico-prire in vari ruoli la posi-zione di punta. Gòmez co-mincia la sua carriera nelle giovanili di SV Unlingen e FV Saulgau fino al 2001, quando passa allo Stoccar-da che lo utilizza nelle sue giovanili, in seguito inve-ce debutta in campionato nella squadra amatoria-le della Regionalliga e in Champions League contro

il Chelsea. Rimarrà nel-la Regionalliga anche la stagione successiva realiz-zando numerose reti, me-ritando l’inserimento nella prima squadra nel 2005-2006 e nel 2007 grazie alle sue prodezze in campo vince il titolo di calciatore tedesco dell’anno. Viene in seguito ceduto per 30 mi-lioni di euro al Bayern Mo-naco con il quale esordi-sce in Coppa di Germania contro il SpVgg Neckarelz, partita nella quale realizza

una doppietta, con la stes-sa malga segnerà anche un gol contro la Juve durante una partita di Champions League. Dopo 115 presen-ze e 75 gol con la maglia del Bayern passa alla Fiorenti-na nel 2013, firmando un contratto quadriennale per 4,5 milioni di euro a stagio-ne. Esordisce con la maglia viola nella gara di Europa League contro il Grasshop-

per vinta 2-1 mentre in campionato esordisce nella partita della prima giorna-ta vincendo contro il Ca-tania, mentre segna il suo primo gol durante la se-conda giornata di campio-nato mettendo a segno una doppietta contro il Genoa. In seguito sfortunatamente si infortuna al ginocchio destro lesionando parzial-mente il legamento e a cau-sa di ciò resta fuori dai gio-chi per quasi cinque mesi, concludendo la prima sta-gione alla Fiorentina con 15 presenze e 4 gol. Duran-te la seconda stagione ri-

sulta invece decisivo nell’e-sito di numerose partite, importante è infatti la sua doppietta in Coppa Italia contro la Roma, che por-ta la squadra in semifinale con la Juventus. Gomez ha inoltre partecipato a tutte le nazionali giovanili di calcio della Germania esordendo nella Nazionale maggiore nel 2007 contro la Svizzera segnando anche il suo pri-mo gol in nazionale. Grazie alle sue incredibili presta-zione viene convocato a Euro 2008 con una qualità di gioco non convincente e a Euro 2012 risultando questa volta capocannonie-re della competizione.

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Ci sono voluti ben 88’ minuti giocati quasi tutti, a causa

dell’espulsione di Van Dijk, in undici contro dieci per vedere l’Inter vincere a San Siro. Il passaggio del turno era quasi in cassaforte, ma i tifosi si aspettavano tra le mura amiche la goleada della partita dell’andata. La pazienza dei sostenitori nerazzurri è stata ampia-mente ripagata dalla magia del colombiano, un bolide imparabile. Il passaggio del turno è comunque merita-

QUASI TUTTO LISCIO IN EL E ORA LA FIORENTINAAncora una magia di Guarin accompagna l’Inter agli ottavi

to. Una partita che ha visto il rientro di D’ambrosio dopo un mese di assenza e Hernanes, quest’ultimo particolarmente insoffe-rente alla tensione. Tanti i pericoli corsi dalla banda Mancini, al 7’ liscia D’am-brosio e Mackay Steven ne approfitta costringen-do Carrizo al miracolo; Santon rischia in area su Armstrong e Shaqiri ha pochi spazi di manovra, Brown e Biton l’hanno letteralmente imbrigliato. Icardi arriva su pochi pal-

loni, al 19’ non aggancia il cross basso di Santon e al 36’ arriva sul lancio lungo di Jesus ma viene atterrato da Van Dijk che rimedia il secondo giallo. Non po-che difficoltà a contenere le veloci ripartenze del Celtic ma si sa, la palla è rotonda e la cavalcata di Santon con palla al piede per almeno 40 metri ha premiato i ne-razzurri, passaggio a Gua-rin che segna un gol degno d’essere rivisto. San Siro esplode, si può festeggiare un meritato passaggio del

turno. Ora si gioca sul se-rio. L’Inter dovrà vedersela con l’ostico Wolfsburg, se-conda forza in Bundesliga che ha fatto vedere i sorci verdi al Bayern, primo in classifica, battendolo per 4-1. Una volta arrivati agli ottavi di finale tutte le par-tite sono difficili e diventa, quindi, inutile qualsivoglia calcolo strategico, vince chi meglio prepara la partita e, se aiutati da un pizzico di fortuna, con il vento a fa-vore.

EIN PLEIN DEL BEL PAESELA CAROVANA ITALIANA PROSEGUE IL CAMMINO

Marjlja BiscegliaTutto liscio al San Pao-lo per la gara di ritor-

no che si presentava come pura formalità. Napoli-Trabzonspor 1-0. Gli az-zurri hanno faticato poco segnando comunque un gol per accontentare i tifosi partenopei che hanno fatto registrare il tutto esaurito. De Guzman questa vol-ta non sbaglia il tap-in sul tiro respinto di Callejon. La vittoria in Turchia aveva già scritto il nome del Na-poli sul tabellone degli ot-tavi ma le formalità vanno comunque espletate. Beni-tez dovrà vedersela con il Dinamo Mosca, una nota stonata è la gara di andata in casa.

La Fiorentina continua a mietere vittime, due reti

Per Fiorentina e Roma è già derby europeoe puntato tutto sugli inse-rimenti di Gomez e Salah. Al 9’ della ripresa ci ha pensato prima Gomez di sinistro, servito da Badelj, a bucare la porta difesa da Lioris e poi l’egiziano Sa-lah chiude i giochi al 71’ rubando palla a Verton-ghen su lancio di Gomez. Gli ottavi per Fiorentina e

rifilate al Tottenham, una delle squadre favorite del torneo, fanno volare Mon-tella agli ottavi. Meritatissi-mo dopo il buon lavoro fat-to all’andata al White Hart Lane. Partita quasi perfetta al Franchi, la Fiorentina ha letteralmente neutralizzato Lamela, Chadli e Eriksen, gli avversari più temibili,

Roma sono subito derby d’Europa peccato, una delle due compagini italiane sarà costretta ad abbandonare il

trasferta con lo Zenit.

Il vero miracolo l’ha com-piuto la Roma. La partita

era tutta in salita, non tanto per il pareggio dell’Olimpi-co nella gara d’andata ma per il morale che sembrava sotto gli scarpini. Questa vittoria ed il meritato pas-saggio del turno ha carica-to a dovere i giallorossi che nel posticipo di lunedì po-tranno giocarsi la loro par-

cammino verso la finale. La gara d’andata si giocherà al Franchi.

Il Torino dei miracoli? No, come già detto il

Toro non sarebbe tale se non sfoderasse il meglio di sé nelle situazioni difficili. e’ risaputo, i granata non mollano mai. Tutto bene quel che finisce bene e la prima gara se la giocherà in

tita all’Olimpico consape-voli di non essere mai persi e giocare fino allo spasmo per l’obiettivo finale: bat-tere la Juventus. Se poi i giallorossi guadagnassero i quarti di finale, anche in campionato sarà altro spi-rito capitolino. Come già detto i giallorossi sfide-ranno l’undici di Vincenzo Montella.

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9domenica 1 marzo 2015 amarcordPer un decennio è stato la vera anima della Fiorenti-na, lui, il “Re Leone” Batigol Gabriel Omar Batistuta, la mitraglietta. Con 212 gol segnati con la maglia viola resta il marcatore nume-ro 1 dei gigliati, riuscendo anche a stabilire un nuovo record (11), prima appar-teneva a Ezio Pascutti, di gol in giornate consecutive nel campionato di Serie A. Il giovane Batistuta arriva in Italia proprio in forza alla Fiorentina, che lo paga 12 miliardi di lire, nel 1991 e gioca la sua prima partita al Delle Alpi contro la Juven-tus, il primo gol invece arri-va la settimana successiva contro il Genoa. Riesce a realizzare, l’anno successi-vo, tre doppiette nelle prime sette partite contro Lazio,

un dramma personale che gli ha fatto rischiare di non poter neppure camminare. Colpa anche delle infiltrazio-ni, negli anni di attività, che lo mettevano nelle condizio-ni di tornare subito in cam-po. Oggi Batistuta non rie-sce più a correre ma almeno riesce a camminare, seppur a fatica. Altro personaggio da Amarcord è sicuramente il centrocampista, dall’infati-cabile corsa e dallo spiccato senso del gol, Nicola Berti. Anche lui un decennio nel-la stessa squadra. E’ l’Inter la sua squadra del cuore, dove si è reso protagonista nella conquista dello scu-detto 1988-1989. Mediano molto amato dalla tifoseria interista e soprattutto, po-chi calciatori si esponevano così tanto, anti-milanista,

al 1988 segnando 8 gol in 80 presenze, nel 1988 e ci resta fino al 1998, 229 pre-senze e 29 gol. Instancabi-le, riusciva a correre, palla al piede, tutto il campo e per l’intera partita. Memo-rabile la corsa nella partita di Coppa Uefa (1988-1989) contro il Bayern Monaco che lo porta al gol. Purtroppo ha subito troppi infortuni in car-riera, limitandone le presen-ze. Ha partecipato anche a due Mondiali: 1990 e 1994 giocando da titolare la finale persa ai rigori contro il Bra-

sile. Roberto Galbiati, altro personaggio che ha militato in entrambe le squadre. De-butta in Serie A con la ma-glia dell’Inter, nella stagione 1974-1975, contro la Sam-pdoria. Con i colori neraz-zurri gioca due stagioni, con 18 presenze in campionato e 10 in Coppa Italia, e, dopo aver giocato con il Pescara in serie B, viene venduto alla Fiorentina dove gioca per quattro stagioni, col-lezionando 111 presenze. Passando da Torino, spon-da granata, torna a Firenze nella stagione 1986-87. “Il divin codino”, considerato uno dei migliori giocatori nella storia del calcio, Ro-berto Baggio. E’ ancora il primo degli italiani nella speciale classifica –migliori giocatori del XX secolo pub-blicata da World Soccer- e 16° in classifica generale.

glia viola totalizza 39 gol. Passando dalla Juventus, dal Milan e poi da Bologna (dove realizza il suo perso-nale record di gol segna-ti, 22 in 30 partite) arriva all’Inter giocando il campio-nato 1998-1999 e quello successivo, segnando 11 gol in 44 presenze. Altro ex di entrambe le squadre il portiere Sèbastien Frey,

Due note curiose: non è mai riuscito a vincere la classifi-ca marcatori e risulta anco-ra l’unico calciatore italiano ad aver segnato in tre diver-se edizioni dei Campionati

arrivato in Italia, cresciu-to nella squadra francese del Cannes, nell’estate del 1998 segnalato dal portie-rone Walter Zenga, allora osservatore per l’Inter. Nella squadra nerazzurra fa tutta la gavetta, prima terzo por-tiere, dietro Gianluca Pa-gliuca e Andrea Mazzantini e poi, dopo la cessione di Mazzantini al Perugia, viene promosso secondo portiere. Bisogna attendere il 21 mar-zo 1999 per il suo esordio in partita contro la Sampdoria a Genova subentrando a Pa-

Roberto Galbiati

Gabriel Omar Batistuta

Nicola Berti Sèbastien Frey

Adrian Mutu

Roberto Baggio

Renato Cappellini

Gabriele Oriali

gliuca. Passando da Verona e Parma, arriva a Firenze il 24 giugno 2005 e ci resta fino al campionato 2010-2011. Anche Adrian Mutu passa da nerazzurro a viola. Nel 2000 viene tesserato dall’Inter e gioca 10 partite senza segnare, gli unici 2 gol li segna in Coppa Italia. A fine stagione viene cedu-to. Arriva alla Fiorentina nel campionato 2006-2007 e ci resta fino al 2011. Nell’a-gosto 2008 è multato dalla FIFA, per aver rotto il contrat-to con il Chelsea dopo che è risultato positivo alla cocai-na. Purtroppo non finiscono qui i suoi guai. Il 10 gennaio 2012, nei campioni preleva-ti dalla commissione antido-ping del C.O.N.I., riscontra-no la presenza di metaboliti della sibutramina e viene ancora sospeso per 9 mesi. Ancora un centrocampista, Renato Cappellini, cresciu-to calcisticamente nell’Inter esordendo a 19 anni in Se-rie A. Fatta eccezione per un campionato, passato in prestito al Genoa, resta ne-razzurro fino al 1968. Gioca per la “Grande Inter” che riuscì a perdere lo scudetto all’ultima giornata di cam-pionato e successivamente anche la Coppa dei Campio-ni. Nel 1974 indossa i colori della Fiorentina senza però giocare nessuna partita. Il Mediano campione del mondo, citato anche in una canzone di successo “una vita da mediano” di Luciano Ligabue, Gabriele Oriali, è stato un punto di riferimen-to per i nerazzurri. Piper, così fu soprannominato da Giovanni Brera, ha esordi-to giovanissimo nell’Inter, nella stagione 1970-1971, vincendo subito lo scudetto. Resta in nerazzurro fino al 1983, lo stesso anno viene ceduto ai viola e vi resta fino al 1987. Ma i grandi succes-si in nerazzurro Oriali li con-quista da dirigente dal 1999 al 2010: 5 scudetti, 3 coppe Italia, 3 Supercoppe italia-ne e 1 Champions League. Non sono mancati neppure i guai per Oriali, coinvolto nello scandalo dei passa-porti falsi legato alla pratica Recoba.

del mondo (1990, 1994 e 1998). Arriva alla Fiorentina nel campionato 1985-1986 ed è subito amore a prima vista, ci resterà fino al 18 maggio 1990. Con la ma-

Inter e Sampdoria. Nel gen-naio 2003 arriva all’Inter, in prestito dalla Roma, e vi re-sta solo fino a fine stagione segnando 2 gol con dodici presenze. Oggi Batigol vive

sono sue le parole “meglio sconfitti che milanisti”. Ar-riva all’Inter, che lo acqui-sta per 7,2 miliardi di lire, proprio dalla Fiorentina, dove ha giocato dal 1985

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domenica 1 marzo 2015 10

A pranzo con gli ExIl terzino di spinta Danilo

D’Ambrosio, che ha cono-sciuto la popolarità grazie alle stagioni giocate col Torino, parte da Firenze, quella Prima-vera, dove gioca con il fratello Dario per consacrarsi sotto la Mole ed approdare alla volta della Madonnina, quella con il manto nerazzurro. Con i Viola, arrivato nel 2005 rifiutando l’of-ferta del Chelsea, giocherà nel-la formazione Primavera fino al 2007, anno in cui entra a far parte anche della prima squa-dra. Dal 2008 al 2010, gennaio, fa esperienza nelle squadre di Serie minore e nel gennaio del-lo stesso anno arriva a Torino. Con i granata mette in mostra tutte le sue qualità guadagnan-dosi subito un posto da titolare. L’esordio con il Toro è in Serie B mostrandosi grande prota-gonista della rimonta granata. La stagione successiva si rive-la fallimentare per D’Ambro-sio al punto da essere messa in

Danilo D’Ambrosio

discussione la sua permanenza a Torino. L’arrivo del nuovo tec-nico Giampiero Ventura favori-sce il suo giusto inserimento in squadra ed il napoletano diven-ta uomo di punta contribuendo alla salvezza della squadra in Serie A. Il 30 gennaio 2014 pas-sa all’Inter con un contratto di quattro anni e 1.750.000 milioni di euro oltre alla comproprietà di Marco Benassi e Matteo Co-lombi. L’esordio in nerazzurro è contro la Juventus in sostituzio-ne di Jonathan. Il primo gol con la maglia dell’Inter arriva nella gara di andata dei playoff di Eu-ropa League contro lo Stjarnan, si ripete contro il Dnipro nella prima giornata della fase a gi-roni segnando la rete decisiva per la vittoria nerazzurra e se-gna ancora contro gli azeri del Qarabag, sempre in Europa Le-ague, il 2 ottobre successivo. In nerazzurro conta 22 presenze tra campionato e coppe.

El Pek, se preferite Il Pe-queño, prima di dirigere

la difesa dei gigliati ha in-dossato la casacca interista. Correva l’anno 2005 e preci-samente luglio, quando per 10 milioni di euro sveste la maglia bianconera dell’Udi-nese per quella nerazzurra. Una sola stagione all’Inter sufficiente, però, per vince-re la Supercoppa di Lega, la Coppa Italia e lo scudetto arrivato d’ufficio dopo i fatti di Calciopoli. Che dire… il ragazzo ha reso, oppure ha preso. In nerazzurro ha se-

David Marcelo Pizarro Cortés

gnato 3 reti in tre diverse competizioni: la prima rete arriva in campionato con-tro la Reggina, 4-0 il risul-tato finale; la seconda rete la mette a segno in Cham-pions League contro i Ran-gers Glasgow e la terza in Coppa Italia contro la sua ex Udinese. Tre gol, tre tro-fei. Alla Fiorentina arriva, fermandosi prima sei sta-gioni alla Roma dove tota-lizza nove reti in 148 pre-senze e al Manchester City con cui gioca solo 5 partite a reti inviolate, arriva il 9

agosto del 2012 firmando un con-tratto biennale per 750.000 euro a stagione. L’esordio in maglia viola lo fa in Coppa Italia contro il No-vara, 2.0 per la Viola, e il suo pri-mo gol con la nuova maglia arriva il 16 dicembre successivo nella partita derby di campionato vin-ta contro il Siena per 4-1, gol re-alizzato su calcio di rigore. L’anno successivo il suo gol regala alla sua squadra il pareggio contro il Mi-lan. La stagione successiva, 2013-2014, segna alla prima giornata di campionato il gol vittoria al Fran-chi contro il Catania (2-1). A fine stagione rinnovò con la Fiorenti-na per un altro anno. Ad oggi le reti messe a segno dal centrocam-pista cileno con la maglia viola sono ferme a quattro e le presenze salgono a 75. Buon pranzo con gli ex compagni nerazzurri.

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11domenica 1 marzo 2015

“ A volte si va allo stadio per

vedere tanti gol e a volte

non si va allo stadio perché

non c’è nessuna partita e

si rimane a casa magari a

leggere un libro. Ecco per-

ché ho scritto e disegnato

questo libro, per riempire

le giornate senza partite. E’

un libro da leggere, da bere,

che fa pensare. Leggendo-

lo diventa all’improvviso

acqua per l’Africa oppure

Icio de Romedis - Icio Onlus -

una scuola nella savana per

tanti bambini che così po-

tranno avere un futuro.  Se

mi dai 15 euro e il tuo indi-

rizzo prometto di spedirtelo

ma sopratutto prometto che

i tuoi 15 euro diventeranno

un avvenire per tante per-

sone in Africa. Te lo giu-

ro. Inoltre tu, fra il primo

e il secondo tempo di una

partita, avrai qualcosa di

importante da raccontare

www.musioka.it

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domenica 1 marzo 2015 12

Consiglia

giù al nord

Fiore Marro

Il calcio sta vivendo mo-menti davvero difficili, le furbate spalma de-

biti di lotitiana memoria, inventate tempo fa, per aggiustare situazioni eco-nomiche al limite dell’inde-cenza, pare che con la terri-bile recessione che stiamo vivendo in ogni dove, non tengono più, non sono più ammissibili. Le magagne e

ma soprattutto giunto al Napoli, perché riconosciu-ta come società solida dal gotha del calcio europeo. Europa che ci vede ora pro-iettati agli ottavi di finale e che per la verità, ha visto premiato l’intero pacchet-to delle squadre italiane in competizione. In questa tornata, c’è stata la tanto ambita “manita” che molti auspicavano. Un plauso su tutti al Torino che a Bilbao ha passato il turno, riscat-

Comunque vada il Napoli è già un successotando così anche la nostra sconfitta subita a opera dei baschi, in quel famoso, ma-ledetto spareggio di Cham-pions League.Proprio il Torino sarà il nostro pros-simo avversario di campio-nato, squadra in salute che vince da 5 partite consecu-tive tra Serie A e Europa League, sarà un osso duro da affrontare, una “prova del fuoco” importante. Un risultato positivo ci avvici-nerebbe comunque a una delle prime due(Juventus e Roma), così da potercela giocare fino alla fine, per un posto diretto in Cham-pions, viceversa si potreb-be incorrere in una sorta di vortice all’indietro, che ci vedrebbe risucchiati dal gruppo delle inseguitrici, se posso permettermi un termine ciclistico. Anche la pratica turca del Trabzon-spor è stata risolta con una vittoria, un grande bravo a Rafa Benitez e i ragazzi che hanno reso questa partita un tranquillo allenamento. La formazione in campo era composta da molte secon-de linea, Mesto, Henrique, Britos, Jorginho, Inler era-no in campo tutti assieme come non è capitato spesso quest’anno, c’era anche Ra-fael Cabral tornato titolare ancora per una volta, man-cavano solo gli infortunati Insigne e Zuniga e Michu, perfino il gol è stato segna-to da un non titolarissimo, tanto per completare l’ope-ra la rete del 1 a 0 definitivo l’ha marcata De Guzman . Questi ragazzi sono tutti da encomiare, perché pur non avendo molto minutaggio nelle gambe si impegnano comunque ogni qualvolta vengono chiamati all’ap-pello, come sta facendo il

capitano Gokhan Inler , nonostante il suo pessimo periodo di forma, che ha puntano proprio su questo tema, durante la sua inter-vista dal campo ai micro-foni Mediaset: “Una gara molto importante. Chi ha giocato meno ha dimostra-to il suo valore. Abbiamo ancora tre competizioni e ogni giocatore è impor-tante per arrivare fino in fondo”. Sul sorteggio: “Se vuoi andare fino in fondo si deve vincere con chiun-que”. Per quanto riguarda il poco impiego:”Io sono un professionista e do il 100% sempre. Quando il mister chiama io sono qua”. Un applauso a tutti.

i bilanci fatti con la scolo-rina sono storie che sem-bravano appartenere al passato, il calcio invece si riscopre povero, si avvista in mano a una marea di impostori,  le conseguenze di tutto ciò stanno metten-do in ginocchio tantissima gente, non certo i calciatori che giunti in categorie pro-fessionistiche, sono econo-micamente comunque ben tutelati. Il mio pensiero è rivolto alle difficoltà che stanno vivendo per esem-pio i dipendenti del Parma Calcio e la miriade di per-sone che lavorano attorno

alla società emiliana, quel famoso indotto che parte dal giardiniere e arriva al custode, agli impiegati, i magazzinieri, ai titolari dei bus messi a disposizione della società per gli spo-stamenti, alle aziende che forniscono attrezzatura, abbigliamento, tutti lavo-ratori che nessuno tutela e nessuno ha tutelato. Mi chiedo come si è arrivati a questo? Quante altre socie-tà sportive sono messe in questo stato? Speriamo che da dopo il flop Parma, la Figc prenda i dovuti accor-gimenti per evitare una si-

tuazione tragicomica come quella che stiamo vedendo accadere con alla squadra emiliana allenata da Ro-berto Donadoni. Questa debacle non la sta vivendo per fortuna il Napoli, che ha come patron una perso-na molto misurata, che non ama spendere con sempli-cità. Un presidente che usa la borsa con molta cautela, una figura poco propensa allo spreco e che proprio per questo motivo non ri-scontra tanta simpatia tra i tifosi azzurri che invece erroneamente hanno indi-viduo De La come uno che pensa solo agli investimen-ti cinematografici a scapito del Calcio Napoli. Bene-

detto sia invece questo suo atteggiamento da tirato, che ci proietta tra le po-chissime società sane, con le casse in attivo del calcio europeo. Una società che con oculatezza e parsimo-nia ha reso questa squadra un modello da imitare e che deve essere comunque van-to per tutti noi al di là del risultato. L’arrivo di Gab-biadini e Strinic ha gene-rato un grande entusiasmo, acquisti frutto appunto di una situazione economica in buone condizioni , uno l’ex della Samp acquisto con moneta cash, cosa che pochi possono permettersi , nel calcio italiano, l’altro il croato arrivato a costo zero

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13domenica 1 marzo 2015

E’ inutile dire che il match clou della 25° giornata è quello

dell’Olimpico fra Roma e Juventus. Per i gialloros-si, reduci dal passaggio del turno col Feynoord, è l’ultima spiaggia, vince-re o abbandonare i sogni di scudetto e, soprattutto, respingere l’assalto del Na-poli questa sera in campo a Torino contro i granata di Ventura su di giri per il suc-cesso di Bilbao con l’Athle-tic. La Roma giocando do-mani saprà già il risultato dell’undici di Benitez e di conseguenza, in caso di successo dei partenopei a Torino, farà bene a tenere

UTIMO ASSALTO DELLA ROMA ALLA JUVEPer i bianconeri a +9 va bene anche un pareggio

Nell’anticipo delude il Milan a Verona le antenne alzate per non trovarsi col fiato sul collo della squadra del Golfo.Una giornata interessante quella odierna dove tiene banco il match delle 18.00 fra Inter e Fiorentina. I ne-razzurri puntano al quarto successo consecutivo, suc-cesso che porterebbe l’un-dici di Mancini ad un solo punto dalla Viola attual-mente in quinta posizione, il Genoa dovrà rinunciare a scendere in campo per il forfait del Parma e i cugini della Sampdoria potreb-bero approfittarne se usci-ranno vittoriosi dalla sfida di Bergamo con l’Atalanta e allungare quindi in clas-

sifica del confronto diretto con il Grifone. Partite di-sperate, oltre quella di Ber-gamo per gli orobici, quella di Cesena con i romagnoli impegnati con l’Udinese e quella del Sant’Elia dove il Cagliari si gioca la salvezza col Verona. Il Palermo pro-va a rialzare la testa affron-

tando il frizzante Empoli mentre il Sassuolo riceverà la Lazio, tornata pimpante dopo la parentesi del leg-gero annebbiamento. Ieri sera intanto il Milan a Ve-rona contro il Chievo ha raccolto un deludente pa-reggio che l’allontana sem-pre più dalla zona Europa.

Ora il vento sembra cambiato davvero. La notizia trapela-

ta nelle ultime ore potrebbe presto concretizzarsi. Ber-lusconi non sarà più padre padrone del Milan. I soldi in tasca del presidente per rilanciare il glorioso club sono pochi. Denaro suffi-ciente per ripianare i de-biti della società rossonera molto probabilmente ar-riveranno dalla Libia. Una cordata di imprenditori di questo stato a trazione anteriore, la cui ricchezza principale è ricavata dal-

Berlusconi medita l’addio. Arrivano i libanesi?

Luigi Rubino

la vendita di petrolio e gas naturali, è pronta a rileva-re più del 50% delle quote societarie. La decisione di Berlusconi di cedere quote consistenti del club risa-lirebbero addirittura allo scorso ottobre. Il tempo delle vacche grasse anche per il generoso Berlusca sta finendo. La società non può andare avanti cosi. Il bilancio chiaramente in rosso non dà alcuna pos-sibilità di successo in uno sport come il calcio dove il denaro è fondamenta-le per coltivare successi a 360 gradi. Il passaggio del pacchetto di maggioranza ai nuovi magnati libane-si dovrebbe avvenire gra-dualmente. Il miliardo di euro, questa è la cifra che

permetterà di pianare i de-biti del “diavolo,”verrebbe incassata dalla società in tre anni: 300 milioni il pri-mo, 300 il secondo e 400 il terzo anno. Attualmente, i debiti del Milan con le banche ammontano a 256 milioni di euro. Consisten-te è il passivo accumulato che si aggira sui 60 milioni di euro. Il ruolo di Berlu-sconi, come quello del suo fido Galliani diventerebbe marginale all’interno della società e consentirebbe ai nuovi soci di maggioranza di entrare in punta di pie-di in Italia e in un mondo, quello del calcio, dove in Italia diventa sempre più difficile programmare, in-vestire con professionalità e responsabilità.

In Liga il Barcellona tor-na a ruggire, rifila tre gol in trasferta al Gra-

nada firmati da Rakitic, Suarez e Messi. Oggi al Ber-nabeu prova a replicargli il Real Madrid affrontando il Villareal, quest’ultimo all’attacco del quinto posto occupato dal Siviglia. Sivi-glia che dovrà incrociare le armi con l’Atletico Madrid, terza forza del campionato, col dente avvelenato per la sconfitta in Champions col Bayer Leverkusen. Atteso alla prova del nove l’Athle-tico Bilbao in casa del Eibar dopo la sconfitta in Europa League col Torino. Da se-guire con attenzione an-che il Valencia al Mestalla contro la Real Societad. Da registrare il poker del Rayo Vallecano siglato dal bom-ber Bueno, ad un passo dal record di cinque gol firmati da Bebeto. In Francia prove di sorpasso questa sera per il PSG dopo le clamorose sconfitte del Lione col Lille e del Marsiglia al Velodro-me col Caen. La squadra della Costa Azzurra in van-taggio di due gol incassa il sorpasso per opera di Toli-seo, Gueye e Lopes. Il PSG, per agguantare il pronosti-co dovrà però battere il Mo-naco al Louis II. Il Monaco è in gran spolvero e Ibra e compagni dovranno fare il miracolo. Questo pome-riggio altro piccolo derby fra Montpellier, con i ros-soneri della Costa Azzurra pronti al nuovo colpaccio.

DOPO IL KO CASALINGO IL BARCA RIALZA LA TESTAPronto a rispondergli oggi il Real Madrid. In Ligue 1 ko del Marsiglia

In Bundesliga sempre tra-volgente il Bayern Monaco. La squadra di Guardio-la travolge con un poker il Colonia e il Wolfsburg precipita a -11 con la spe-ranza di vedere ridotto lo svantaggio se riuscirà a battere questo pomeriggio a Brema il Verder. Quarto successo consecutivo inve-ce per il Dortmund di Klo-op, avversario della Juven-tus in Champions. Coltro lo Shalke04 di Di Matteo la gara si decide nel finale con la tripletta siglata da Aubameyang, Mkhitaryan e Reus, messa a segno nel giro di 8 minuti. Torna alla vittoria l’Hertz Berlino che

batte all’Olympia Stadium l’Augusta. In Inghilterra il Chelsea riposa per la fina-le di Fa Cup col Tottenham e oggi il City di Pellegrini potrebbe approfittarne se batterà il Liverpool, at-tualmente al sesto posto in classifica. Di scena anche l’Arsenal contro l’Everton mentre lo United grazie alla doppietta di Rooney supera il Sunderland. Perde ancora il Southampton ab-battuto dal West Bromwich a segno con Berahino.

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domenica 1 marzo 2015 14

arte &fotografia

Marby

Benvenuto delle truppe americane a Monreale 23 luglio 1943

Anziana signora tra le rovine di Agrigento 1943 7- 18 luglio

Soldato americano in perlustrazione nei dintorni di Troina 4-5 agosto 1943

Soldati americani a Troina nei pressi della cattedrale di Maria SantissimaAssunta dopo il 6 agosto del 1943

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oli

1943

Photograph by Robert Capa © International Center of Photography/Magnum . Collection of the Hungarian National Museum

Venti di guerra anche se lontani tempera-ti solo dalla visione

televisiva. Sappiamo ben poco di quel che succede sulle sponde del Mediter-raneo, ma si sa, le guerre mietono morti e migliaia di disperati in navigazione verso paesi apparentemen-te più stabili. Ed è di guer-ra che trattiamo in questa mostra, quella più nota a tutti, la Seconda Guerra Mondiale documentata, dal 1943 al 1944, attraverso foto di Robert Capa, uno dei più noti fotoreporter, ungherese di nascita e sta-tunitense di adozione. La mostra è curata da Beatrix Lengyel, promossa dal Mi-nistero delle Risorse Uma-ne d’Ungheria e dal Conso-lato generale di Ungheria a Milano, in collaborazione con la Fondazione Fratelli Alinari, per la storia della fotografia e il patrocinio del Comune di Milano. In mostra settantotto fotogra-

IL FRONTE RACCONTATO DA CAPALa Guerra secondo il noto fotoreporter allo Spazio Oberdan

Spazio Oberdan Milano30 gennaio fino al 26 Aprile 2015

Orari dalle 10.00 alle 19.30

info 02774063.02www.cittametropolitana.mi.it/cultura

fie in bianco e nero che do-cumentano il periodo della grande guerra tra il 1943 e il 1944 in Italia durante le operazioni di sbarco in Si-cilia e l’inseguimento dei nazisti in fuga lungo la pe-nisola. Gli scatti documen-tano le diverse fasi della cosiddetta “liberazione” d’Italia, mostrandone l’u-manità dolente e partecipe, la resistenza partigiana, il volto antieroico del con-flitto con i soldati statuni-tensi e marocchini colti in attimi di vita quotidiana, quelli tedeschi – prigionie-

ri, caduti – spogliati dalla dimensione marziale. L’oc-chio di Capa alterna scat-ti del paesaggio italiano a quello di uomini in fuga che incontra lungo la peni-sola. Il militare che sorride beffardo mentre lo sciuscià (ossia lo shoe-shine) gli lu-stra gli scarponi, lo sguardo complice della coppia sullo sfondo, il corteo che segue le camionette che traspor-tano i soldati applaudendo-li e festeggiandoli, i bambi-ni che si assiepano curiosi per ascoltarne i racconti. Immagini che sembrano

voler raccontare una pos-sibile quotidianità anche se sofferta e poco prevedi-bile. La guerra è comunque sempre presente. Nelle ma-cerie lasciate dalle bombe, nella confusione dei volti, nella diffusa povertà, dalle smorfie di dolore dei feriti, dai volti immoti dei caduti, dall’ospedale militare im-provvisato in una chiesa. Le fotografie illustrano le montagne vicino a Cassi-no, teatro di scontri cruen-ti. Mostra la popolazione in fuga, l’attesa che precede l’attacco, le rovine dietro di sé. Protagonisti di questa serie di scatti sono i milita-ri, come il generale di bri-gata Theodore Roosvelt jr (figlio del XXVI Presidente degli Stati Uniti), il gene-rale Alphonse Juin, a capo della spedizione francese (poi passato alla storia per aver autorizzato i crimi-ni di guerra commessi dai gourmier, ovvero i soldati di nazionalità marocchi-na inquadrati nell’esercito francese), le autiste dell’am-bulanza che ingannano l’at-tesa lavorando a maglia. Poi l’arrivo a Napoli dopo

le Quattro Giornate di re-sistenza  partigiana che ha scacciato i tedeschi. Rac-conta l’orrore delle ultime stragi realizzate dal nemi-co in fuga, come la bomba a orologeria piazzata alla Posta Centrale che causa cento morti. La resistenza vincente e amara; il difficile ritorno alla normalità con le lunghe file per avere l’ac-qua. Ogni scatto racchiude in sé una storia, guarda al soggetto con empatia e, pur nella ricerca tecnica, evidente nella composi-zione dell’inquadratura e, nello studio della luce rive-la l’umanità del fotografo, da sempre chiamato – per il suo ruolo di testimone “dietro la macchina” – a non intervenire, ma non a essere indifferente rispet-to a ciò che ritrae. Robert Capa, al secolo Endre Fri-edman, si interessa alla fotografia fin da giovanis-simo. Nato in Ungheria nel 1913 da una famiglia della borghesia ebrea en-tra a far parte di un colto circolo culturale che lo in-troduce alla rivista Mun-ka (Lavoro). Nel 1931 si trasferisce a Berlino, dove studia scienze politiche e giornalismo, ma ben pre-sto – grazie all’Agenzia Fo-tografica Dephot, cui viene presentato da Eva Besnyo – comincia a dedicarsi al fo-toreportage. In seguito alla nomina di Hitler a Can-celliere del Reich, lascia la Germania e approda a Pa-rigi, dove incontra diversi colleghi fotografi, come il connazionale Andrè Kertsz, David Seymour  e Henri Cartier-Bresson, e viene presentato a Lucien Vogel, redattore capo della rivista VU. Dopo Berlino, va in Spagna per documen-tare nel 1936 la resistenza spagnola. I suoi scatti sono pubblicati da tutte le più importanti riviste illustrate dell’epoca e sono utilizzati anche in alcuni opuscoli

di propaganda per la causa della Repubblica Spagnola. Entra in contatto con arti-sti impegnati nella causa repubblicana come Ernest Hemingway. Nel 1939 fo-tografa gli ultimi giorni della guerra civile spagnola ed i profughi spagnoli nel campo di accoglienza di Argèles-sur-Mer e prepa-ra un reportage fotografi-co del Tour de France per Match. Alla morte di suo padre decide di trasferirsi a New York, dove, in quan-to cittadino ungherese, ha continui problemi di pas-saporto e di visto, che – se-condo le sue memorie – de-cide di risolvere sposando una cittadina statunitense. In seguito vive per sei mesi in Messico, dove realizza scatti relativi alle elezioni presidenziali e agli ultimi giorni di Trotzkij dopo l’at-tentato. Tra il 1941 e il 1945 il suo obiettivo è puntato sulla Seconda Guerra Mon-diale: dalla distruzione di Londra ai reportage sugli sforzi bellici, dallo sbarco degli Alleati a Salerno ed in Normandia alla libera-zione di Parigi. Con il suo obiettivo attraversa l’Euro-pa centrale sconvolta dal conflitto: le Ardenne, Lip-sia, Norimberga e Berlino. Tornato a Parigi, conosce Ingrid Bergman, con cui intreccia una relazione che durerà due anni. Nel 1946 diventa cittadino america-no, trascorre diversi mesi a Hollywood, si avvicina alla regia e lavora sulle sue memorie di guerra, da cui avrebbe voluto trarre una sceneggiatura. In Turchia collabora alla realizzazio-ne di un cortometraggio per la serie di cinegiorna-li The March of Time. Nel 1947 dà luce a Leggermen-te Fuori Fuoco, riceve dal governo degli Stati Uniti la Medaglia della Libertà

per i suoi meriti bellici e fonda l’agenzia fotografi-ca indipendente Magnum insieme agli amici e colle-ghi Henri Cartier-Bresson, David Seymour e Geor-ge Rodgers. Quella stessa estate, viaggia con John Steinbeck in Unione Sovie-tica, dall’esperienza nasce il libro Diario Russo, pubbli-cato l’anno seguente. Fino al 1953 (anno in cui, a cau-sa del clima di sospetto ge-nerato dal Maccartismo, gli revocano temporaneamen-te il passaporto statuni-tense) viaggia senza sosta, documentando la procla-mazione dello stato d’Isra-ele, il conseguente conflitto arabo-israeliano ed i suoi profughi, attraversando Polonia, Cecoslovacchia e Ungheria, accompagnato dal giornalista Theodore H. White, facendo lunghe soste a Parigi per occupar-si della gestione della Ma-gnum. Nell’aprile del 1954, su invito dell’editore Maini-chi, arriva in Giappone per realizzare delle fotografie destinate al lancio di una nuova rivista, ma un incari-co commissionato da Life, lo spinge ad abbandonare il progetto. All’inizio di mag-gio raggiunge Hanoi, dove prepara un reportage sull’e-scalation della Guerra d’In-docina, quindi va in Laos, dove fotografa dei soldati francesi feriti, reduci dalla battaglia di Dien Bien Phu. Tornato a Hanoi si unisce a un convoglio francese in viaggio verso il delta del Fiume Rosso. Il 25 maggio 1954, durante una sosta si allontana dal convoglio e rimane ucciso dall’esplo-sione di una mina. Viene provvisoriamente sepolto a Hanoi e poi riportato ne-gli Stati Uniti. Le sue spo-glie riposano nel cimitero della comunità quacchera di Amawalk, a New York.

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15domenica 1 marzo 2015

RiccardoSada

musica

Un pulsante per due: è la novità della nuova stagione di “The Voi-

ce of Italy”, il programma che premia la “Voce”, al ritorno in prima serata lo scorso 25 febbraio su Rai2. Accanto ai coach dello scorso anno J-Ax, Noemi e Piero Pelù, la terza edizione vede infatti il debut-to della “poltrona doppia” di Roby e Francesco Facchinet-ti, che dovranno comportarsi come un unico coach e deci-dere di comune accordo se premere l’unico pulsante che

News da Toolroom e da Mark Knight per la preci-sione che con “Ironing Man” / “Feel Good” ap-proda su Beatport con un’esclusiva. Il proprietario

della Toolroom, etichetta storica nel settore della house, consegna il suo primo EP del 2015 annunciando il suo in-tento musicale di voler scalare ogni chart globale. Fresco della recente campagna #RESET, Mark Knight (nella foto) imposta la direzione musicale dell’etichetta sull’onda del-la house music più pura, accessibile e di qualità. “Ironing Man” è una traccia che vanta un groove potente mentre “Feel Good Now” è più adatta per gli underground. Info su http://www.j-e.com

Da Toolroom su Just Entertainment

Holi torna a Milano e diventa un’esperienza fluo

Sabato 7 marzo 2015 Holi, il festival dei colori per antonoma-

sia, torna a Milano. Dopo il grande successo dell’edi-zione outdoor dello scorso luglio, Holi si palesa nel suo format indoor, sotto forma di Holi Fluo Expe-

rience. Alla discoteca Li-melight la magia dei colori flou è pronta a far divertire il pubblico presente grazie al contrasto che si crea tra le polveri colorate e le luci wood, ed il conseguente effetto cangiante e fosfo-rescente. In consolle ospi-

ti speciali Dzeko & Torres (nella foto), duo canadese che oscilla tra la House e l’EDM e che vantano colla-borazioni con artisti quali Chuckie, Steve Aoki, Erick Morillo e soprattutto con la label Musical Freedom di Tiësto, l’iconico dj olan-

dese recentissimo vinci-tore dei Grammy Awards, gli Oscar della Musica. A fianco di Dzeko & Torres, Ema Stokholma, già pro-tagonista dell’edizione esti-va di Holi e Frankie Gada, direttamente da Radio Stu-diopiù. Presentatrice uffi-ciale dell’evento, Andrea Delogu, con il compito fondamentale di scandire il conto alla rovescia che sca-tenerà a più riprese il lancio dei colori fluo. Holi Dance Festival è organizzato da Unconventional Events, Music Priority e Milano Promotion, le stesse strut-ture che sovraintendono a The Zombie Walk, Mon-sterland Halloween Festi-val In The Circus e La Festa Della Musica, quest’ultima prevista da giovedì 18 a domenica 21 giugno 2015, sempre a Milano. Al Lime-light Milano di Via Castel-barco 11 (ingresso dai 15 ai 35 euro). Info su http://www.holidancefestival.it

“The Voice Of Italy” torna e le ugole sono premiateTorna l’evento televisivo che premia la “Voce”. Insieme ai tre vocal coach J-Ax, Noemi e Piero Pelù debutta una nuo-va “poltrona doppia”: quella di Roby e Francesco Facchinetti. Conducono Federico Russo e Valentina Correani

hanno a disposizione per sce-gliere, soltanto ascoltando la voce, i talenti che comporran-no la propria squadra. Alla conduzione del programma – realizzato da Rai2 in collabo-razione con Talpa Italia negli studi del Centro di Produzio-

ne Tv Rai in via Mecenate a Milano – confermati Federico Russo e Valentina Correani.In tutto, quattordici appunta-menti con la grande musica italiana e internazionale, con cover di brani leggendari e hit del momento suonate live: un percorso che si svilupperà in quattro fasi. Prima di tutto, la formazione dei diversi team nelle cinque Blind Audition all’interno delle quali novità di quest’anno sono le cosid-dette “Blind/Audition Blind”, audizioni in cui il cantan-te non sarà visibile in alcun modo, neppure al pubblico. Si passerà poi alla “scrematura” con le due Battle, i duelli tra i componenti della stessa squa-dra. Confermata in questa fase l’opzione Steal: il cantante

eliminato da un coach potrà essere recuperato da un altro e inserito nella sua squadra. Seguirà la fase dei due Knock Out e, infine, si entrerà nella parte finale dello show con i cinque Live, che decreteran-

no il vincitore della terza edi-zione che si aggiudicherà un contratto con la casa disco-grafica Universal Music.Le Quattro Fasi di “The Voi-ce Of Italy”“Blind Audition”: il cantante in gara entra in scena e inizia a cantare, con i coach seduti di spalle, senza possibilità di vederlo. I coach ascoltano e se uno di loro sceglie il can-tante schiaccia il pulsante I want you e la sedia si gira. Se nessuno dei coach fa girare la poltrona, il cantante lascia il programma. Se più coach, in-vece, decidono di girarsi, sarà il cantante in gara a scegliere a chi affidarsi.“Battle”: ogni coach fa ese-guire da due diversi artisti della propria squadra la stessa canzone in un vero e proprio “duello”. Al termine il coach sceglierà chi passerà il turno, ma anche quest’anno ci sarà l’opzione “Steal”, grazie alla quale il cantante eliminato da un coach potrà essere recu-perato da un altro e inserito nella propria squadra. Ogni coach, però, potrà sfruttare questa possibilità solo due volte nel corso di tutta la fase.“Knockout”: è lo step che precede la fase finale e vede due concorrenti della stessa

squadra sfidarsi su due brani diversi. Al termine del con-fronto, il coach eliminerà un partecipante che questa volta non avrà più possibilità di es-sere ripescato.“Live Show”: i finalisti di ogni squadra si esibiscono singo-

larmente, con il proprio co-ach e con gli ospiti. Ogni co-ach valuterà i propri cantanti, ma al loro voto si unirà quel-

lo del pubblico da casa, fino all’ultima puntata, nella quale

le sorti delle Voci in gara ver-ranno decretate unicamente dai telespettatori. www.thevoiceofitaly.rai.it

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domenica 1 marzo 2015 16

La lista delle presunte fidanzate di Andrea Montolivi si allunga che, ufficialmente è single ma in realtà avreb-

be una situazione sentimentale ambigua. In molti infatti

sostengono una possibile storia tra l’attore e Fanny Ne-

guesha entrambi naufraghi sull’isola dei Famosi, sembra

però che lontano dall’isola ci siano numerose presunte

ragazze, come la show girl Elena Morali e l’attrice Valeria

Nardilli. Sui profili dell’attrice nei vari social network ci

sarebbero infatti numerose foto che ritraggono i due felici

e spensierati, ci si chiede quindi se si tratti di una relazio-

ne ormai finita o se l’attore abbia deciso di diventare un

Casanova.

La storia d’amore tra Ric-cardo Scamarcio e Va-leria Golino dura ormai da dieci anni e la coppia

sembrerebbe essere pronta al livello successivo, il ma-trimonio. La prova delle imminenti nozze è la loro pubblicazione, avvenuta nell’albo pretorio del co-mune di Andria, luogo in cui l’attore risiede da anni. Il luogo e la data in cui ver-rà celebrato il matrimonio

sono però ancora un mi-stero che forse non verrà mai svelato, considerato il loro desiderio di avere delle

nozze intime. La differenza di età tra i due attori è note-vole, lui ha infatti solo tren-tasei anni mentre lei ne ha cinquanta, ma questo non è mai stato un problema per la coppia, che ora desi-dera quindi coronare il loro amore.

Anna Tatangelo, reduce dal Festival di Sanremo, ha or-ganizzato al suo compagno, Gigi D’Alessio, una magnifi-ca festa a sorpresa per i suoi quarantotto anni. La cantan-te in seguito ha scritto sui social che questo compleanno non poteva pesare inosservato e che quindi aveva scelto di organizzare una magnifica festa invitando numerosi vip come Mara Venier, Ciro Ferrara, Paolo Bonolis, Federico Moccia e altri amici della coppia. I due innamorati im-mortalati in una foto davanti alla grande torta preparata per il compleanno, sembrano sempre più sereni e felici, pronti a smentire qualsiasi voce che screditi la loro rela-zione.

Valerio Scanu, ex concor-rente del talent show “Ami-ci”, condotto da Maria De Filippi, partecipa quest’an-no a “L’isola dei Famosi”, durante il quale uno dei naufraghi dichiarerà la sua omosessualità. In molti cre-dono che il concorrente in questione sia proprio Vale-rio. Il padre del cantante ha dichiarato al settimanale “Chi”, di non credere che il figlio sia omosessuale, ma di non avere problemi se lo

fosse. Lui e la madre infatti, genitori sempre più orgo-gliosi, avrebbero affermato: “Quando dai alla luce un figlio, metti in conto tut-to, siamo nel 2015“, sono pronti quindi a sostenerlo in qualsiasi scelta. Sembra-no invece meno convinti della sua partecipazione al programma, affermando che preferirebbero veder-lo all’Ariston che naufrago su un isola, essendo lui un cantante.

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Barbara D’Urso non smette mai di far parlare di sé, le vengono infatti pun-tualmente attribuiti flirt e presunti nuovi amori e lei continua a ribadire di es-sere single, la sua ultima smentita è stata pubblicata dalla rivista “Oggi”. La no-tizia del suo fidanzamen-to con il manager Mauro Porcini sembra essere falsa, nonostante il loro presun-to avvistamento insieme a

New York, Mauro sarebbe infatti un semplice ami-co. La regina di regina di Canale 5 ammette però di desiderare un uomo che la ami, che sia protettivo, che sappia tenerle testa e soprattutto che non sappia chi è Barbara D’Urso. La voglia di innamorarsi, es-sere positivi ed essere supe-riori alle numerose critiche sembra quindi fondamen-tale per la conduttrice.

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Registrazione del Tribunale di Milano: n° 446 del 3 agosto 2011

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