Mutilazioni genitali femminili

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1 DANIELA BACCARANI Matr 594143 Lingue marcati e culture dell’Asia Titolo della tesina: LE MUTILAZIONI GENITALI FEMMINILI ESAME: Cultura e letteratura araba II PROFESSORE : G.D. Benenati

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DANIELA BACCARANI

Matr 594143

Lingue marcati e culture dell’Asia

Titolo della tesina:

LE MUTILAZIONI

GENITALI FEMMINILI

ESAME:

Cultura e letteratura araba II

PROFESSORE :

G.D. Benenati

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Sommario

Le Mutilazioni Genitali Femminili ............................................................................................. 5

Numeri e geografia delle MGF ................................................................................................... 6

MGF: quando e come avvengono? ............................................................................................. 8

Cause e motivazioni.................................................................................................................... 9

Le conseguenze......................................................................................................................... 12

Conseguenze fisiche.............................................................................................................. 12

Conseguenze psicologiche .................................................................................................... 13

I diritti violati e le Legislazioni in atto ..................................................................................... 13

Legislazione in Italia................................................................................................................. 16

Sitografia................................................................................................................................... 19

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Le Mutilazioni Genitali Femminili

L’Organizzazione Mondiale per la Sanità (OMS, in inglese WHO) definisce le mutilazioni

genitali femminili (MGF) come “forme di rimozione parziale o totale dei genitali femminili

esterni o altre modificazioni indotte agli organi genitali femminili, effettuate per ragioni

culturali o altre ragioni non terapeutiche”.

Le MGF possono essere attuate in diverse forme che variano in base alla zona geografica e

all’etnia delle donne. L’OMS ha suddiviso le mutilazioni in quattro differenti tipi:

1. Clitoridectomia: consiste nella parziale o totale rimozione del clitoride e/o del

prepuzio

2. Escissione: è una procedura più invasiva che prevede la parziale o totale asportazione

del clitoride e delle piccole labbra. (in aggiunta può essere prevista anche

l’asportazione delle grandi labbra.)

3. Infibulazione: asportazione della clitoride, delle piccole labbra, di parte delle grandi

labbra vaginali con cauterizzazione, cui segue la cucitura della vulva, lasciando aperto

solo un foro per permettere la fuoriuscita dell'urina e del sangue mestruale (Wikipedia)

4. Altre procedure dannose agli organini genitali femminili che avvengono fuori

dall’ambito medico. Possono essere considerate tali alcune pratiche come piercing,

incisioni, allungamento del clitoride o delle labbra, abrasione del tessuto vaginale,

introduzione in vagina di sostanze corrosive o vegetali per causarne il restringimento.

Nell’immagine: I tipo, II tipo e III tipo di mutilazione

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Nella figura: percentuali e tipi di mutilazioni suddivisi per stato

Fonte: ”Female Genital Mutilation/Cutting: A statistical overview and exploration of the dynamics of

change”,

Numeri e geografia delle MGF L’OMS ha stimato che siano tra i 100 e i 140 milioni le donne di tutto il mondo sottoposte a

MGF e che ogni anno questo barbaro trattamento viene inflitto ad 8mila nuove ragazze.

La diffusione ed il tipo di pratiche è notevolmente diversificata: cambia di paese in paese, di

regione in regione, a seconda dell’etnia e delle culture locali.

La maggioranza delle MGF avvengono nel continente africano (dove 91,5 milioni di bambine

e ragazze hanno subito tali pratiche) ma anche in molti stati del Medioriente, in Indonesia, in

Malesia e in alcune zone dell’india avvengono procedure di mutilazione.

Se degli stati asiatici e mediorientali non è possibile avere dati certi a causa degli scarsi studi

in merito, per quanto riguarda il continente nero l’Unicef ha evidenziato che circa il 90% delle

mutilazioni compiute è di tipo escissorio (primo o secondo tipo) mentre il restante 10% delle

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donne sono sottoposte ad infibulazione. In Africa il fenomeno delle mutilazioni è così

distribuito:

in Egitto, Eritrea,

Gibuti, Guinea, Mali,

Sierra Leone e Somalia

e nel Nord del Sudan

quasi l’intera

popolazione femminile

è sottoposta a

mutilazioni

in Burkina Faso,

Etiopia, Gambia,

Mauritania le donne

sottoposte a mutilazioni

sono, se non la totalità,

la maggior parte

in Ciad, Costa d'Avorio, Guinea Bissau, Kenya e Liberia il tasso di donne mutilate

varia dal 30% al 40%

nel resto dei paesi africani tale percentuale varia dallo 0,6 al 28,2%.

Al giorno d’oggi, a causa dei flussi migratori verso Europa ed America, non è difficile

trovare donne infibulate nei paesi occidentali.

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MGF: quando e come avvengono? Secondo l’Unicef l’età in cui le bambine e le ragazze vengono sottoposte alle mutilazioni

varia sensibilmente in base al paese e all’etnia.

In generale possiamo affermare che la maggior parte delle operazioni avvengano tra il quarto

e il quattordicesimo anno di età anche se vi sono casi in cui le bambine sono “tagliate” dopo

pochi giorni dalla nascita, appena prima del matrimonio, all’inizio delle prima gravidanza o

addirittura dopo il parto.

I dati Unicef rivelano come in Egitto quasi la totalità delle operazioni avvenga su bambine tra

i 5 e i 14 anni di età mentre in Etiopia, Mali e Mauritania le bambine vengono sottoposte a

mutilazione prima del compimento del quinto anno, in Yemen addirittura entro le prime due

settimane di vita.

Unicef e Oms rivelano inoltre come l’età media si sia in alcuni ambienti abbassata: il

progressivo aumento delle leggi contro le MGF in alcuni casi ha suscitato l’effetto contrario

nei genitori delle bambine che, per eludere più facilmente i controlli, scelgono di eseguire le

procedure di mutilazione su figlie sempre più piccole.

Negli ambienti più poveri le mutilazioni sono compiute dalle donne del villaggio con mezzi

rudimentali come lame di rasoi, senza anestesia e senza alcun rispetto delle più basilari norme

igieniche. Il rischio di infezioni è altissimo: spesso le MGF sono praticate trattenendo la

ragazza sul terreno spoglio o insanguinato dalle precedenti mutilazioni, lo stesso rasoio può

essere utilizzato per più ragazze, raramente è previsto l’utilizzo di disinfettante.

Negli ultimi anni, grazi e alle campagne di informazione e alla crescita economica con

relativo aumento delle possibilità di accedere alla sanità, il numero di donne che si

sottopongono a “forme medicalizzate” di MGF è aumentato notevolmente. In questo caso le

mutilazioni vengono compiute da personale che abbiamo almeno un’istruzione medica di

base. In Egitto ormai il 94% delle MGF è medicalizzato, il 76% nello Yemen, il 65% in

Mauritania e poco meno del 50% in Costa D’Avorio e Kenya. (dati Unicef 2008)

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MGF compiute in Egitto da personale medico o da “tagliatrici senza conoscenze mediche”

Fonte: ”Female Genital Mutilation/Cutting: A statistical overview and exploration of the dynamics of

change”,

[L'Unicef e l'Oms sottolineano che questa evoluzione del fenomeno limita il dolore e alcune

conseguenze negative legate alla gestione delle complicazioni (emorragie, infezioni), ma non

cambia il fatto che le MGF siano una lesione dei diritti umani, né può ridurre la tensione verso

l'obiettivo di lungo termine, ossia l'eliminazione di questa pratica.]1

Cause e motivazioni Contrariamente a quanto spesso si crede, le MGF non sono un’ imposizione della religione

islamica. L’appartenenza religiosa non è un fattore determinante per la pratica delle MGF

poiché queste vengono inflitte sia a donne musulmane, sia a cristiane, ebree o animiste.

L’usanza di tagliare o mutilare gli organi genitali femminili era già presente nell’antico Egitto

(da cui il nome “infibulazione faraonica”) e da allora è stata tramandata di generazione in

generazione. Solo più tardi, a causa di una cattiva interpretazione dei testi religiosi, si è

“tagliato” in nome di Dio e della sua parola.

Oltre ad avere una connotazione religiosa, l’essere mutilate può in alcune aree diventare

l’espressione del sentirsi membro (e venir riconosciuto come tale) di un gruppo. In regioni in

cui il sentimento nazionalista è quasi inesistente, le mutilazioni sono il simbolo di

appartenenza ad un’identità culturale- locale. È significativo come in molti stati le possibilità

1 http://www.unicef.it/doc/433/mutilazioni -genitali-ed-et-delle-bambine.htm

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che una bambina venga tagliata aumentino notevolmente quando anche la madre a sua volta è

stata sottoposta a MGF.

In figura: ragazze sottoposte a MGF con madri mutilate (viola scuro) e ragazze sottoposte a MGf con

madri non mutilate (viola chiaro)

Fonte: ”Female Genital Mutilation/Cutting: A statistical overview and exploration of the dynamics of

change”,

In altri casi il momento dell’operazione è vissuto come un rito di passaggio che permette

l’ingresso nel mondo degli adulti. Spesso l’operazione è accompagnata da feste, canti e balli,

oppure è seguita da una “lezione” in cui le donne adulte spiegano alle novizie come dovranno

comportarsi nella società e in famiglia.

Non dobbiamo dimenticare che spesso le mutilazioni avvengono in aree rurale, dove la

popolazione analfabeta continua a basare le tradizioni su credenze scientificamente infondate.

È proprio dall’ignoranza e dalla tradizioni centenarie che le MGF sono tutt’oggi giustificate.

In società in cui la donna non è nessuno se non “la moglie di un uomo” e in cui la verginità

femminile è un requisito fondamentale per diventare moglie e per mantenere intatto l’onore

famigliare, si crede che le mutilazioni abbiano lo scopo di:

impedire il desiderio sessuale femminile che può mettere a rischio la verginità e

l’onore delle famiglia

rendere la donna più obbediente e sottomessa all’uomo, impedire l’infedeltà coniugale

prevenire tendenze sessuali devianti come il lesbismo

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in alcune tribù si crede che il clitoride non tagliato cresca fino a diventare un pene:

l’escissione dell’organo è quindi indispensabile per rendere la donna femminile, docile

ed ubbidiente.

in altre tribù si crede invece che le MGF aumentino il piacere sessuale maschile. Può

accadere che una donna chieda di essere re-infibulata dopo il parto per poter

continuare ad assicurare piacere sessuale al marito ed evitare quindi che questo cerchi

nuove mogli con cui potersi soddisfare.

In altri casi le MGF sono giustificate dall’igiene e dal senso estetico:

Alcuni uomini credono che i genitali femminili siano sporchi ed emanino cattivo

odore se non opportunamente tagliati. In alcune società le donne non mutilate sono

additate come sporche e non è loro permesso entrare in contatto con cibi e bevande per

la comunità.

Nel nord della Sudan il comune senso estetico giudica una vagina infibulata, una

vagina più bella.

Altre credenze infine sono legate alla fertilità e alla nascita dei bambini:

In alcune tribù si crede che le MGF aumentino la fertilità femminile e assicurino una

maggiore salute al nascituro

Altre tribù credono che un clitoride non tagliato sia talmente pericoloso da poter

uccidere il bambino che durante il parto ne entri in contatto

Altre ancora credono ancora che una donna non sottoposta a MGF non sia in grado di

concepire

In generale si può affermare che nella maggior parte dei casi vi sia un forte legame tra MGF e

matrimonio, a tal punto da rendere la pratica delle mutilazione un requisito fondamentale per

ogni donna che voglia assicurarsi un futuro sociale ed economico tramite le nozze.

Negli ultimi tempi le campagne di sensibilizzazione e la maggiore istruzione nelle zone rurali

stanno portando una progressiva diminuzione delle mutilazioni poiché la popolazione inizia

ad ammettere la mancanza oggettivi benefici riscontrabili a seguito delle mutilazioni.

Nella seguente tabella sono indicati i benefici che, a parere di donne e ragazze, le MGF

comportano.

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Le conseguenze Abbiamo appena visto come il non sottoporsi a MGF sia in alcuni casi impossibile a causa

delle pressioni sociali e famigliari esercitate sulle ragazze. Vediamo ora le conseguenze

fisiche e psichiche di chi subisce le mutilazioni.

Conseguenze fisiche

Le incisioni e le asportazioni effettuate da persone non qualificate in aree spesso lontane a

centri medici possono comportare gravi emorragie, shock e addirittura morte.

Come già accennato, spesso non si fa uso del disinfettante e gli stessi strumenti sono utilizzati

su più ragazze con un grande rischio di infezioni e trasmissioni di malattie come il tetano e

l’HIV.

Altre immediate conseguenze possono essere la difficoltà ad urinare (dovuta al dolore e

all’infiammazione delle ferite), danni ai tessuti causati durante le incisioni a causa dei rozzi

strumenti di taglio o delle mani non esperte dell’incisore. Inoltre durante l’operazione possono

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verificarsi fratture o dislocature delle ossa se la ragazza cerca di divincolarsi mentre altre

donne la tengono immobile.

Conseguenze fisiche a lungo termine includono invece ricorrenti infezioni dell’apparato

urinario, infertilità, ascessi, cisti, calcoli, fistole, problemi mestruali. Possono insorgere danni

all’apparato sessuale che comportano difficoltà e dolore all’atto sessuale e impossibilità di

raggiungimento dell’orgasmo.

“FGM removes the women’s sexual organ and leaves her reproductive organs intact.”

Nahid Toubia , attivista per i diritti umani sudanese

Studi scientifici compiuti a riguardo rivelano come le complicazioni durante il parto siano

notevolmente più frequenti nelle donne sottoposte a MGF ed in particolare ad infibulazione. Il

tipo di complicazione vara in base alla mutilazione e alle cicatrici, ovviamente la maggioranza

dei problemi si presenta durante il primo parto. Tra le difficoltà più comuni sono presenti la

necessità di parto cesareo in ambienti non idonei e forti emorragie post partum. I neotati

rischiano invece di nascere sottopeso e morire prematuramente.

Conseguenze psicologiche Poche ricerche a riguardo sono state compiute, i più comuni disturbi conosciuti comprendono

senso di ansia, paura, tristezza, perdita di fiducia in sé stesse e nella famiglia che ha costretto

il soggetto a sottoporsi a MGF.

I diritti violati e le Legislazioni in atto La pratica delle MGF è considerata in tutto il mondo una violazione dei diritti umani. In

particolare Amnesty International descrive l’atto di mutilare i genitali femminili come:

Violazione del diritto di integrità fisica e psichica

Violazione del diritto di conseguimento del miglior standard di salute possibile

Violazione del diritto di libertà da ogni forma di discriminazione verso il sesso

femminile

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Violazione del diritto di libertà da ogni forma di tortura , crudeltà o trattamento

inumano e degradante

Violazione del diritti dei bambini

Nei peggiori casi, Violazione del diritto alla vita.

Stando al sito governativo www.osservatoriopedofilia.gov.it , le MGF inoltre <<violano le

principali convenzioni internazionali relative ai diritti umani, ai diritti delle donne e ai diritti

del fanciullo. In particolare:

• Dichiarazione Universale dei diritti umani (1948): proclama il diritto di ogni essere umano

a vivere in condizioni tali da godere di buona salute e assistenza sanitaria e stabilisce il diritto

alla vita, alla libertà e alla sicurezza della persona;

• Convenzione per l’eliminazione di ogni forma di discriminazione contro le donne

(1981): condanna ogni discriminazione sulla base del sesso che pone la donna in una

condizione di inferiorità rispetto all’uomo;

• Carta africana dei diritti umani e dei popoli (1981): afferma che gli esseri umani sono

inviolabili e, all’art. 5, dichiara che ogni individuo ha il diritto al rispetto della dignità insita in

ogni essere umano e al riconoscimento dello status legale e proibisce ogni forma di

trattamento che viola tale dignità;

• Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia (1989): offre strumenti di prevenzione delle

mutilazioni genitali femminili e all’art. 24 stabilisce che gli Stati devono prendere tutte le

misure efficaci ed appropriate per abolire le pratiche tradizionali pregiudizievoli alla salute

del fanciullo; l’art. 37 afferma che nessun bambino deve essere sottoposto a tortura o a

trattamenti inumani e degradanti;

• Carta africana sui diritti e il benessere del fanciullo (1990): raccomanda agli Stati di

eliminare pratiche sociali e culturali pericolose che influenzano il benessere, la dignità, la

normale crescita e lo sviluppo del bambino;

• Raccomandazione sull’uguaglianza dell’uomo e della donna nel matrimonio e nella

famiglia (1994): ad integrazione della Convenzione ONU per l’eliminazione di ogni forma di

discriminazione delle donne, ha riconosciuto il diritto alla donna di programmare il numero

dei figli;

• Protocollo alla Carta africana sui diritti umani e dei popoli sui diritti delle donne in

Africa (Protocollo di Maputo, 2003): impegna gli Stati ad assicurare il diritto delle donne alle

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salute, compresa la salute sessuale e riproduttiva;

• Dichiarazione di Ouagadougou (2008): chiede l’adozione di leggi nazionali che condannino

le mutilazioni dei genitali femminili e una loro armonizzazione a livello mondiale.>> 2

Nonostante queste pratiche siano diffuse in molti paesi africani, quasi tutti gli stati del

continente hanno adottato leggi che impediscono (almeno sulla carta) il propagarsi di questo

fenomeno. Le leggi, quasi tutte di recente applicazioni, variano molto nei contenuti: per

esempio in Mauritania è possibile effettuare le MGF a patto che le cittadine si rivolgano alle

strutture sanitarie riconosciute e

a personale qualificato; in

Tanzania le MGF osno illegali

solo se praticate su minori; in

Burkina Faso invece è punito

sia chi compie le mutilazioni sia

chi,al corrente di tale reato, non

esponga denuncia.

Nella figura: anno di emanazione

di leggi o deceti riguardanti le

MGF negli stati africani

Fonte: ”Female Genital

Mutilation/Cutting: A statistical

overview and exploration of the

dynamics of change”,

2 http://www.osservatoriopedofil ia.gov.it/dpo/it/mutilazioni_genitali_femminili.wp

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Legislazione in Italia Tutti i paesi occidentali concordano nel definire le MGF un atto barbaro che non rispetta i

diritti fondamentali dell’integrità della persona e della salute femminile.

A causa dell’immigrazione dai paesi africani e mediorientali verso l’occidente, oggi non è

raro trovare anche nelle nostre zone donne che hanno subito mutilazioni genitali. Il

Parlamento Europeo ha stimato che siano intorno alle 500mila le donne mutilate che vivono

in Europa; una ricerca realizzata dal Ministero della Pari Opportunità nel 2009 ha rivelato che,

sulle 110 mila donne presenti in Italia e provenienti da paesi in cui si praticano le MGF, circa

35mila hanno subito tali pratiche (dati Istat del 2008).

Le politiche attuate nell’Unione Europea per contrastare il diffondersi di questo fenomeno

variano a seconda dei paesi: alcuni hanno legiferato norme ad hoc mentre altri stati fanno

rientrare la pratica delle MGF tra i reati per lesioni, tentato omicidio o omicidio.

In Italia la legge di riferimento è la Legge 9 del gennaio 2006, n.7 di cui riporto gli articoli più

significativi

Art 1

1. In attuazione degli articoli 2, 3 e 32 della Costituzione e di quanto sancito dalla Dichiarazione […]

nella quarta Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sulle donne, la presente legge detta le misure

necessarie per prevenire, contrastare e reprimere le pratiche di mutilazione genitale femminile quali

violazioni dei diritti fondamentali all’integrità della persona e alla salute delle donne e delle bambine.

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Art3

1. Allo scopo di prevenire e contrastare le pratiche di cui all’articolo 583-bis del codice penale, il

Ministro per le pari opportunità, d’intesa con i Ministri della salute, dell’istruzione, dell’università e

della ricerca, del lavoro e delle politiche sociali, degli affari esteri e dell’interno e con la Conferenza

permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano,

predispone appositi programmi diretti a:

a) predisporre campagne informative rivolte agli immigrati dai Paesi in cui sono effettuate le

pratiche di cui all’articolo 583-bis del codice penale […] dirette a diffondere la conoscenza dei diritti

fondamentali della persona, in particolare delle donne e delle bambine, e del divieto vigente in Italia

delle pratiche di mutilazione genitale femminile;

b) promuovere iniziative di sensibilizzazione, con la partecipazione delle organizzazioni di

volontariato, delle organizzazioni no profit, delle strutture sanitarie, in particolare dei centri

riconosciuti di eccellenza dall’Organizzazione mondiale della sanità, e con le comunità di immigrati

provenienti dai Paesi dove sono praticate le mutilazioni genitali femminili per sviluppare

l’integrazione socio-culturale nel rispetto dei diritti fondamentali della persona, in particolare delle

donne e delle bambine;

c) organizzare corsi di informazione per le donne infibulate in stato di gravidanza, finalizzati ad

una corretta preparazione al parto;

d) promuovere appositi programmi di aggiornamento per gli insegnanti delle scuole dell’obbligo,

anche avvalendosi di figure di riconosciuta esperienza nel campo della mediazione culturale, per

aiutarli a prevenire le mutilazioni genitali femminili, con il coinvolgimento dei genitori delle bambine e

dei bambini immigrati, e per diffondere in classe la conoscenza dei diritti delle donne e delle bambine;

e) promuovere presso le strutture sanitarie e i servizi sociali il monitoraggio dei casi pregressi già

noti e rilevati localmente.

Art4

1. Il Ministro della salute […] emana, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente

legge, linee guida destinate alle figure professionali sanitarie nonchè ad altre figure professionali che

operano con le comunità di immigrati provenienti da Paesi dove sono effettuate le pratiche di cui

all’articolo 583-bis del codice penale per realizzare un’attività di prevenzione, assistenza e

riabilitazione delle donne e delle bambine già sottoposte a tali pratiche.

Art5

1. È istituito […] un numero verde finalizzato a ricevere segnalazioni da parte di chiunque venga a

conoscenza della effettuazione, sul territorio italiano, delle pratiche di cui all’articolo 583-bis del

codice penale, nonchè a fornire informazioni sulle organizzazioni di volontariato e sulle strutture

sanitarie che operano presso le comunità di immigrati provenienti da Paesi dove sono effettuate tali

pratiche.

Art 6

1. Dopo l’articolo 583 del codice penale sono inseriti i seguenti:

«Art. 583-bis. - (Pratiche di mutilazione degli organi genitali femminili). – Chiunque, in assenza di

esigenze terapeutiche, cagiona una mutilazione degli organi genitali femminili è punito con la

reclusione da quattro a dodici anni.[…]

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Chiunque, in assenza di esigenze terapeutiche, provoca, al fine di menomare le funzioni sessuali,

lesioni agli organi genitali femminili diverse da quelle indicate al primo comma, da cui derivi una

malattia nel corpo o nella mente, è punito con la reclusione da tre a sette anni. La pena è diminuita

fino a due terzi se la lesione è di lieve entità.

La pena è aumentata di un terzo quando le pratiche di cui al primo e al secondo comma sono

commesse a danno di un minore ovvero se il fatto è commesso per fini di lucro.

Le disposizioni del presente articolo si applicano altresì quando il fatto è commesso all’estero da

cittadino italiano o da straniero residente in Italia, ovvero in danno di cittadino italiano o di straniero

residente in Italia. In tal caso, il colpevole è punito a richiesta del Ministro della giustizia.

Art. 583-ter. – (Pena accessoria). – La condanna contro l’esercente una professione sanitaria per

taluno dei delitti previsti dall’articolo 583-bis importa la pena accessoria dell’interdizione dalla

professione da tre a dieci anni. Della sentenza di condanna è data comunicazione all’Ordine dei

medici chirurghi e degli odontoiatri».

Fonte: http://www.camera.it/parlam/leggi/06007l.htm

Inoltre la legge n.172 del 1 ottobre 2012 (con cui l’Italia ha ratificato la Convenzione di

Lanzarote sulla protezione dei minori contro lo sfruttamento e l’abuso sessuale) aggiunge la

possibilità di condanna alla rinuncia forzata delle podestà genitoriale nel caso fossero proprio

i genitori a costringere la figlia a sottoporsi a MGF.

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Sitografia

http://it.wikipedia.org

http://www.amnesty.it

http://www.camera.it/parlam/leggi/06007l.htm

http://www.endfgm.eu

http://www.hrw.org

http://www.osservatoriopedofilia.gov.it

http://www.pariopportunita.gov.it/

http://www.studiperlapace.it/

http://www.unicef.it

http://www.unicef.org/media/files/FGCM_Lo_res.pdf