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Stagione 2016 — 2017 Musica classica, cultura per tutti. Auditorium Rai, Torino 12–13/1 11 2017 Giovedì 20.30 – Venerdì 20.00 Direore James Conlon Soprano Anja Kampe Tenore Christian Elsner Basso Kwangchul Youn Salonen Wagner

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Stagione 2016 — 2017

Musica classica,cultura per tutti.Auditorium Rai, Torino

12–13/111

2017Giovedì 20.30 – Venerdì 20.00

Direttore James ConlonSoprano Anja KampeTenore Christian ElsnerBasso Kwangchul Youn SalonenWagner

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GIOVEDÌ 12 GENNAIO 2017 ore 20.30

VENERDÌ 13 GENNAIO 2017 ore 20.00

Direttore James ConlonSoprano Anja KampeTenore Christian ElsnerBasso Kwangchul Youn__________Esa-Pekka Salonen (1958)Nyx (2010)

(prima esecuzione italiana)

_______________

Richard Wagner (1813-1883)Die Walküre (1854/56)

Atto IPreludio e Scena prima. Siegmund, SieglindeScena seconda. Sieglinde, Hunding,

SiegmundScena terza. Siegmund solo, quindi Sieglinde

durata 64’ ca.

Ultima esecuzione Rai a Torino: 9 marzo 1997, Eliahu Inbal, Tina Kiberg, Stig Andersen, Hans Tschammer (nell’ambito dell’esecuzione integrale del Ring des Nibelungen)

11°

Il concertodi venerdì 13 gennaio è trasmesso in collegamento diretto su Radio 3 per il programma “Radio 3 Suite”.

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Esa-Pekka Salonen

Nyx segna il mio ritorno al genere sinfonico puro dall’anno di Helix (2005). Utilizza una grande orchestra e implica parti mol-to esposte per il primo clarinetto e per la sezione dei corni.Piuttosto che utilizzare il principio della variazione continua del materiale musicale, come ho adottato nella mia produzio-ne più recente, Nyx è strutturato in modo differente. I temi e le idee mantengono le loro caratteristiche lungo tutto il brano, mentre l’atmosfera che li circonda muta continuamente. Sem-plici sussurri crescono fino allo strepito; un’intima linea del pri-mo clarinetto si trasforma gradualmente in melodia di ampio e lento respiro affidata al totale degli archi al termine di tutto l’arco compositivo.Quando ho iniziato la composizione, ho sfidato me stesso, come non avevo mai fatto prima: scrivere un contrappunto complesso per quasi cento musicisti che suonano gli insiemi al massimo volume, senza perdere la chiarezza dei vari strati sonori e delle linee melodiche; qualcosa che Strauss e Mah-ler hanno gestito magistralmente. Insomma, non un compito facile, ma indubbiamente affascinante. Lascio giudicare agli ascoltatori se io abbia raggiunto o meno il mio scopo.Nyx (Notte) è un personaggio vago della mitologia greca. All’origine di ogni cosa c’è una grande massa oscura di mate-ria chiamata Caos, dalla quale proviene Gaia o Ge, la Terra, che dà vita (spontaneamente!) a Urano, il cielo stellato, e a Ponto, il mare. Nyx (nota talvolta anche come Nox) si pensa sia stata un’altra creatura di Gaia, insieme con Erebo. L’unione di Nyx e Erebo ha dato luogo a Phanes (Giorno).Un’altra versione narra che Crono (cioè il Tempo) esisteva fin dalle origini. Il Caos proveniva dal Tempo. Nyx era presente come una sorta di membrana avvolgente il Caos, che al suo centro aveva Phanes (Luce). Dall’unione di Nyx e Phanes nac-quero il Cielo e la Terra.In sostanza Nyx resta figura estremamente nebulosa; non ne possiamo definire l’essenza né la personalità. È proprio questa caratteristica che mi ha attratto per tanto tempo e mi ha porta-to alla decisione di intitolarle il mio nuovo lavoro per orchestra.Non ho cercato di descrivere musicalmente questa vaga divi-nità mitologica in un modo particolare. Tuttavia, il quasi conti-nuo guizzare e rapido mutare di ambiti sonori e di umori, così come alcuni sfuggenti caratteri di molte figurazioni musicali in effetti possono richiamare il soggetto.

Nyx (2010)

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Ho sempre molto apprezzato l’impareggiabile ampiezza dina-mica propria di una grande orchestra, ma Nyx sembra aver im-boccato una nuova direzione rispetto ai miei lavori precedenti: ci sono numerose figurazioni delicate e lievi, effetti di chiaro-scuro invece di dettagli immediatamente rivelati. Ritengo che ciò sia sintomatico del divenire anziani, così che ci accorgia-mo che non esistono verità uniche, che non c’è solo bianco o solo nero, ma ci sono un’infinità di sfumature.Nyx è una commissione congiunta di Radio France, Barbican Centre, Atlanta Synphony, Carnegie Hall e dell’Ente Radiote-levisivo Finlandese. La prima esecuzione assoluta ha avuto luogo a Parigi, al Théâtre du Châtelet, nel febbraio 2011, come concerto finale del Festival Présences. L’Orchestre Philharmo-nique de Radio France era diretta dal compositore.

Esa-Pekka Salonen(1 ottobre 2011)

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Richard Wagner (1813-1883)Die Walküre (1854/56)

da La mia vitaAlla fine di luglio [1854] ritornammo insieme a Zurigo, dov’io mi volsi subito alla composizione della Walkiria: ne abbozzai tutto il primo atto ancora entro il mese d’agosto. Poiché in que-sto periodo ero dura mente oppresso dalle ricordate difficoltà finanziarie, e d’altra parte agognavo alla massima tranquillità domestica per il mio lavoro, con sentii volentieri al desiderio di mia moglie di visitare i suoi parenti e conoscenti a Dresda e a Zwickau. In principio di settembre ella mi lasciò quindi per qualche tempo e m’informò ben presto del suo passaggio an-che a Weimar, dove fu gentilmente ospitata dalla prin cipessa Wittgenstein nel castello di Altenburg.

[...]

Frattanto io mi sprofandavo nel mio lavoro: il 26 settembre ter-minai di ricopiare in pulito la partitura dell’Oro del Reno, e nella tranquilla solitudine di casa mia feci la conoscenza d’un libro, il cui studio divenne per me della più grande importanza. Era Il mondo come volontà e rappresentazione di Arthur Schopenhauer.

[...]

Come sempre avverrà ad ogni persona appassionatamente in-teressata al sen so della vita umana, anch’io cercai prima di tut-to le conclusioni del sistema di Schopenhauer: me ne soddi-sfece completamente l’aspetto estetico e mi sorprese special-mente l’importanza attribuita alla musi ca; tuttavia mi spaventò, come accade ad ognuno che si trovi nel mio stato d’animo d’allora, la conclusione morale dell’opera, perché la morte del-la volontà, la totale rinuncia vi viene indicata come unica vera e definitiva liberazione dai vincoli della limitazione individuale, che appena a questo punto si può sentire distintamente, insuf-ficiente a comprendere e a concepir l’universo. Per chi dunque volesse trarre dalla filosofia una giustificazione superiore per un’agitazione politica e sociale in favore della cosiddetta «li-bertà individuale», non c’era qui nulla da fare: al contrario, vi si raccomanda unicamente il più completo abbandono d’ogni via di questo genere volta a soddisfare l’impulso della perso-nalità. Perciò anche a me, sulle prime, questo non andò per niente a genio; non credevo di poter rinunciare tanto presto alla cosiddetta «serenità» ellenica, che era il punto di vista dal

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quale avevo concepito la mia Opera d’arte dell’avvenire. E vera-mente fu Herwegh colui che con una parola decisiva mi mise in guar dia contro questa mia suscettibilità. Proprio questa co-scienza della nullità del mondo fenomenico – egli mi disse –, è quella che deter mina l’elemento tragico, ed ogni grande po-eta, anzi, ogni grand’uomo, deve averne, in fondo, una specie di consuetudine intuitiva. Ripensai al mio poema nibelungico, e riconobbi con stupore che quanto ora mi lasciava così per-plesso in teoria, nella mia personale concezione poe tica m’era da un pezzo familiare. Così compresi ora io stesso per la prima volta il mio Wotan e, molto impressionato, mi rifeci da capo ad uno studio più attento del libro di Schopenhauer.

[...]

Parallelamente a questo studio, proseguivo nella composizio-ne del la Walkiria; conducevo vita assai ritirata ed impiegavo le mie ore di svago unicamente in lunghe passeggiate nei dintor-ni. Come sem pre mi succede quando mi attardo a lungo nella composizione mu sicale, rinacque in me l’impulso della crea-zione poetica. Fu certamente in parte la seria disposizione d’a-nimo in cui m’aveva messo Scho penhauer, e che ora esigeva un’espressione estatica per i suoi tratti fondamentali, quella che m’ispirò la concezione d’un Tristano e Isotta.

[...]

Terminato il 30 dicembre l’abbozzo musicale di tutta la Walkiria, già nel gennaio 1855 ne cominciai l’istrumentazione. Ma m’in-terruppi subito per un lavoro occasionale, sorto dal fatto che avevo parlato con alcuni amici della mia Faust-ouverture, com-posta quindici anni prima a Parigi, ed era nato in loro il desiderio di sentirla. Ciò m’indusse a riprendere ancora una volta in atten-to esame questa composizione, che un tempo aveva segnato un’importante svolta nella mia conce zione musicale. Liszt l’ave-va eseguita a Weimar recentemente e me n’aveva scritto molte cose lusinghiere, pur esprimendo il desiderio che vi sviluppassi di proposito certi passi ch’erano appena accennati.

[...]

Durante il soggiorno di Londra la strumentazione della Walki-ria, che speravo di ter minare, progredì faticosamente d’un centinaio di pagine. Un grande intralcio mi veniva anche dal fatto che gli schizzi sui quali dovevo elaborare la strumenta-zione erano stati buttati giù sommariamente, non certo in pre-visione d’un’interruzione così lunga nel mio lavoro creativo. Spesso mi trovavo di fronte ai miei foglietti a matita come ad

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astrusi geroglifici che non ero più in grado di decifrare. – Allo-ra, in preda alla disperazione, mi buttavo alla lettura di Dante, cui mi accingevo seriamente per la prima volta, e il cui Inferno divenne per me una realtà indimenticabile grazie all’atmosfera londinese.

[...]

Ora partimmo finalmente per Selisberg, senz’altra compagnia, per questa volta, che quella del nuovo pappagallo ch’io ave-vo rega lato l’anno prima a mia moglie per sostituire il buon Papo. Anche que sto, acquistato nel serraglio Kreuzberg, era una buona e intelligente bestiola, che però abbandonai com-pletamente a Minna; certo, lo tratt ai sempre affettuosamente, ma esso non mi divenne mai veramente amico. Per fortuna ci favorì un bel tempo costante nell’aria pura d’un soggiorno estivo che ci era divenuto caro. Oltre alle mie passeg giate so-litarie, impiegai tutte le ore d’ozio a copiare in pulito la parte già strumentata della Walkiria e ripresi ancora una volta la mia lett ura favorita, cioè mi rimisi a studiare Schopenhauer. Mi fece pia cere anche una bella lettera di Berlioz, con la quale egli mi spediva il suo nuovo libro Les soirées d’ orchestre, che mi diver-tì e mi in teressò, sebbene il gusto del grottesco, caratteristico dell’autore, mi sconcertasse anche qui non meno che nelle sue composizioni. Mi in contrai anche di nuovo col giovane Robert van Horstein, che si mo strò insinuante e intelligente. M’interessarono specialmente la pron tezza e la facilità con cui egli afferrava il pensiero di Schopenhauer. Mi comunicò che intendeva stabilirsi per qualche tempo a Zurigo, dove anche Karl Ritter aveva deciso di recarsi, per trascorrervi stabilmen-te l’inverno con la sua giovane sposa. – A metà d’agosto ritor-nammo anche noi a Zurigo, dove ora mi rimisi tranquillamente a completare la strumentazione della Walkiria, conservando le consuete relazioni coi miei antichi conoscenti. Da fuori mi giungeva notizia dei continui progressi che a poco a poco fa-ceva la diffusione del mio Tannhaüser sulle scene tedesche, cui ora cominciava ad accompagnarsi il Lohengrin, in partenza così malsicuro.

[...]

Una sera eravamo riuniti in piccola compagnia da Karl Ritter; mi venne in mente di leggere ad alta voce La brocca d’oro di Hoffmann, e non m’accorsi, così, che la camera si raffreddava a poco a poco. Ancora prima che avessi terminato la lett ura, tutti contemplavano con terrore il mio naso rosso e tumefatto, e dovetti trascinarmi a casa a curarmi il male che mi assaliva

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ogni volta più violento. – In questi periodi di malattia il poema del Tri stano si veniva sempre più maturando in me. Negli in-tervalli di salute lavoravo invece accanitamente alla partitura della Walkiria, di cui terminai finalmente anche la bella copia nel marzo di quell’anno 1856. Ma appunto queste sofferenze, unite agli sforzi del lavoro, m’avevano portato in uno stato di non comune eccitazione. Mi ricordo del pes simo umore con cui ricevetti i nostri amici Wesendonk, una sera ch’essi venne-ro a farmi una specie di visita gratulatoria per il compi mento della mia partitura. Mi espressi in quell’occasione così aspra-mente su questo modo d’interessarsi ai miei lavori, che i due poveri visitatori, costernati, se ne andarono al più presto, al colmo della sor presa, e dopo mi ci volle un sacco di difficili spiegazioni per aggiustare la faccenda; né ci sarei forse riusci-to senza l’accortezza diplomatica di mia moglie.

(dal programma di sala del 7 marzo 1997: estratti da RICHARD WAGNER. La mia vita, traduzione di Massimo Mila.Per gentile concessione dell’E.D.T. Edizioni di Torino)

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Die Walküre (La Valchiria)Sinossi dell’atto I

L’interno di una rustica abitazione. Wotan, per difendere gli dei dalla profezia di Alberich*, ha creato una stirpe di donne guer-riere, generando da Erda, Spirito della terra, le nove Valchirie, e una prole di eroi, generando da una mortale due gemelli: Sieg-mund e Sieglinde, della stirpe dei Wolfi. Ma un popolo avverso a questi, i Sippi, ha trucidato la madre dei gemelli e distrutto la sua casa: Sieglinde, rapita ancora bambina, è stata poi co-stretta a sposare Hunding, uno dei capi nemici.Abbandonato a se stesso e cresciuto forte e coraggioso, Siegmund – che ha aiutato una fanciulla della stirpe dei Sippi e avendo ucciso i suoi fratelli che la volevano sposare ad un uomo da lei non amato – ha avuto spezzati, nella lotta, scudo e spada; ed ecco che trova rifugio, ferito e spossato, nella ca-panna di Hunding, costruita attorno ad un robusto tronco di frassino. Sieglinde accoglie e cura lo sconosciuto, di cui ignora l’iden-tità e dal quale viene subito attratta irresistibilmente. Hunding, però, al suo ritorno, è colpito dalla grande somiglianza del gio-vane guerriero con la sua sposa e quando Siegmund narra le proprie vicende, capisce di chi si tratti e si svela come uno dei più acerrimi nemici dello straniero. Secondo le regole dell’o-spitalità, egli lascerà passare la notte, ma al mattino seguente Siegmund dovrà combattere con lui un duello mortale.Sieglinde, ormai presa d’amore per colui che non sa essere suo fratello, versa un narcotico nella pozione notturna del marito e indica a Siegmund l’elsa di una spada che un misterioso vian-dante – il quale era Wotan travestito – ha infisso, con tutta la forza, nel tronco del frassino il giorno delle nozze di Hunding, predicendo che solo un fortissimo eroe sarebbe riuscito ad estrarla dall’albero. Siegmund riesce nell’impresa con uno sfor-zo poderoso e nella splendida notte primaverile stringe a sé, appassionatamente, la donna che gli si abbandona inebriata.

*nel Rheingold (L’oro del Reno), Alberich, che si era impossessato dell’oro e aveva fatto forgiare l’anello magico, è costretto da Wotan a restituirlo; ma egli lancia una maledizione: chi non l’avrà vorrà averlo e chi l’avrà presto morirà.

(da Soggetti di opere liriche, scelti e riassunti ERI - Edizioni Rai, 1959/60)

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Richard Wagner

Die Walküre Erster Tag des“Rings des Nibelungen” in drei Aufzügen

ERSTER AUFZUG

Siegmund (Christian Elsner)Hunding (Kwangchul Youn)Sieglinde (Anja Kampe)

Das Innere eines Wohnrau-mes, um einen starken Eschen-stamm, als Mittelpunkt, gezim-merter Saal. Rechts im Hinter-grunde der Herd; dahinter der Speicher; im Hintergrunde die grosse Eingangstüre; links in der Tiefe führen Stufen zu einem inneren Gemache; daselbst im Vordergrunde ein Tisch, mit ei-ner breiten, an der Wand ange-zimmerten Bank dahinter, und hölzernen Schemeln davor. Die Bühne bleibt eine Zeitlang leer; aussen Sturm, im Begriffe sich gänzlich zu legen. - Sieg-mund öffnet von aussen die grosse Eingangstüre und tritt ein. Er hält den Riegel noch in der Hand und überblickt den Wohn-raum; er scheint von übermässi-ger Anstrengung erschöpft; sein Gewand und sein Aussehen zei-gen, dass er sich auf der Flucht befindet. Da er niemand gewahrt, schliesst er die Tür hinter sich, schreitet mit der äussersten An-strengung eines Todmüden auf den Herd zu und wirft sich dort auf eine Decke von Bärenfell nieder.

Richard Wagner

La Valchiria Prima giornata dell’“Anello del Nibelungo” in tre atti

Traduzione di Olimpio Cescatti*

ATTO PRIMO

SiegmundHundingSieglinde

L’interno d’una abitazione: una sala di legno intorno a un vigo-roso tronco di frassino, po sto al centro. A destra nel fondo il focolare; dietro, la dispen-sa; nel fondo la grande porta d’ingresso; a sinistra nel pro-fondo alcuni gra dini portano ad una stanza interna; dalla me desima parte sul proscenio un tavolo con, dietro, una lar-ga panca fissata alla parete e, davanti, sgabelli di legno. La scena resta vuo la per un poco; fuori, tempesta, sul pun-to di calmarsi completamente. - Siegmund apre dall’esterno la grande porta d’ingresso ed entra. Tiene ancora la mano sul chiavistello e guarda l’in-terno dell’abitazione; sembra esausto da estrema fatica; la sua veste e il suo aspetto mo-strano che sta fuggendo. Non ve dendo nessuno, si chiude la porta alle spalle, si muove con lo sforzo estremo di chi è alla fine delle forze verso il focolare e si getta so pra una coperta di pelle d’orso.

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ERSTE SZENE

Siegmund Wes Herd dies auch sei. hier muss ich rasten.

Er sinkt zurück und bleibt einige Zeit regungslos ausge-streckt. Sieglinde tritt aus der Tür des inneren Gemaches; sie glaubte ihren Mann heimge-kehrt; ihre ernste Miene zeigt sich dann verwundert, als sie einen Fremden am Herde aus-gestreckt sieht.

Sieglinde (noch im Hintergrunde) Ein fremder Mann? Ihn muss ich fragen. (Sie tritt ruhig einige Schritte näher.) Wer kam ins Haus, und liegt dort am Herd? (Da Siegmund sich nicht regt, tritt sie nooch etwas näher und betrachtet ihn.) Müde liegt er von Weges Müh’n. Schwanden die Sinne ihm? Wäre er siech? (Sie neigt sich zu ihm herab und lauscht.)Noch schwillt ihm der Atem, das Auge nur schloss er. -Mutig dünkt mich der Mann, sank er müd’ auch hin.

Siegmund (fährt jäh mit dem Haupt in die Höhe) Ein Quell! ein Quell!

Sieglinde Erquickung schaff’ ich. (Sie nimmt schnell ein Trink-horn und geht damit aus dem Haus. Sie kommt zurück und

SCENA PRIMA

Siegmund Di chiunque sia questo foco-lare, qui devo riposare.

Si lascia cadere all’indietro e per qualche tempo resta diste-so senza muoversi. Sieglinde en tra dalla porta della stanza interna; credeva fosse tornato il marito: il suo atteggiamento serio si mostra poi stupito, al-lorché ella vede sdraiato al fo-colare uno straniero. Sieglinde (ancora nel fondo) Un uomo straniero? Devo interrogarlo. (S’avvicina tranquilla d’alcuni passi.) Chi entrò in casa, e giace là presso il focolare? (Poiché Siegmund non si muo-ve, gli si accosta ancor più e lo osserva.) Giace stanco dalla fatica del cammino. Ha smarrito i sensi? Se fosse infermo? (Si china su di lui e ascolta.) II respiro gonfia ancora il suo pet-to, solo i suoi occhi son chiusi. -Coraggioso m’appare, anche se, stanco, è svenuto.

Siegmund (alza all’improvviso la testa) Una fonte! una fonte! Sieglinde Gli porgo ristoro. (Prende rapida un corno da bere ed esce di casa con quel-lo. Rientra

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reicht das gefüllte Trinkhorn Siegmund.) Labung biet’ ich dem lechzenden Gaumen: Wasser, wie du gewollt!

Siegmund trinkt und reicht ihr das Horn zurück. Als er ihr mit dem Haupte Dankzuwinkt, haftet sein Blick mit steigender Teilnahme an ihren Mienen. Siegmund Kühlende Labung gab mir der Quell, des Müden Last machte er leicht: erfrischt ist der Mut, das Aug’ erfreut des Sehens selige Lust. Wer ist’s, der so mir es labt? Sieglinde Dies Haus und dies Weib sind Hundings Eigen; gastlich gönn’ er dir Rast: harre, bis heim er kehrt! Siegmund Waffenlos bin ich: dem wunden Gast wird dein Gatte nicht wehren. Sieglinde (mit besorgter Hast) Die Wunden weise mir schnell! Siegmund (schüttelt sich und springt leb-haft vom Lager zum Sitz auf) Gering sind sie, der Rede nicht wert; noch fügen des Leibes Glieder sich fest. Hätten halb so stark wie mein Arm Schild und Speer mir ge-halten, nimmer floh ich dem

e porge il corno col moa Siegmund.) Offro conforto all’arido palato: acqua, come hai voluto!

Siegmund beve e le restituisce il corno. Mentre accenna un ringraziamento col capo, il suo sguardo è fisso con parte-cipazione crescente sui tratti di lei.

Siegmund Rinfrescante conforto mi diede la fonte, che ha reso più lieve il peso dell’affaticato: l’animo è rinvigorito, l’occhio gode la beata voluttà della vista. Chi mi dà tale conforto?

Sieglinde Questa casa e questa donna appartengono a Hunding; egli t’offra ospitale riposo: aspetta ch’egli ritorni!

Siegmund Sono senz’armi: il tuo sposo non caccerà l’ospite ferito. Sieglinde (con fretta premurosa) Presto mostrami le ferite!

Siegmund(si scuote e con vivacità balza a sedere sul gia ciglio) Sono piccole, non merita parlarne; stanno ancora ben salde le membra nel corpo. Avessero resistito scudo e lancia, vigorosi la metà del mio braccio,

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Feind; doch zerschellten mir Speer und Schild. Der Feinde Meute hetzte mich müd’, Gewitterbrunst brach meinen Leib; doch schneller als ich der Meute schwand die Müdigkeit mir: sank auf die Lider mir Nacht, die Sonne lacht mir nun neu.

Sieglinde (geht nach dem Speicher, füllt ein Horn mit Met und reicht es Siegmund mit freundlicher Bewegtheit) Des seimigen Metes süssen Trank mög’st du mir nicht ver-schmähn. Siegmund Schmecktest du mir ihn zu? Sieglinde nippt am Horne und reicht es ihm wieder. Siegmund tut einen langen Zug, indem er den Blick mit wachsender Wär-me auf sie heftet. Er setzt so das Horn ab und lässt es langsam sinken, während der Ausdruck seiner Miene in starke Ergriffen-heit übergeht. Er seufzt tief auf und senkt den Blick düster zu Boden.

Siegmund (mit bebender Stimme)Einen Unseligen labtest du:Unheil wendeDer Wunsch von dir!(er bricht schnell auf, um fort-zugehen.)Gerastet hab’ ichund süss geruht:weiter wend’ich den Schritt.

mai sarei fuggito davanti al nemico; ma mi si fransero lancia e scudo. La muta dei nemici mi diede la caccia a sfinirmi, sfrenata tempesta spezzò il mio corpo; ma più rapida che non io alla muta, a me sparve la fatica: se scese sulle mie ciglia la notte, ora mi ride di nuovo il sole.

Sieglinde (va verso fa dispensa,riempie un cornodi idromele e lo porge a Siegmund con cordiale emozione) Non vorrai spregiare il dolce sorso del denso idromele.

Siegmund Me lo sorseggeresti tu?

Sieglinde sorseggia al corno e glielo porge di nuovo. Sieg-mund ne prende un gran sorso, figgendo lo sguardo su lei con crescente calo re. Allontana il corno e lo lascia cadere lenta-mente, mentre l’espressione dei suoi tratti si trasforma in forte commozione. Sospira profon-damente e abbassa lo sguardo cupo al suolo.

Siegmund (con voce tremante)Confortasti un infelice: l’augurio distolga da te l’infelicità! (Si accinge a uscire rapida-mente.) Ho sostato e soavemente riposato: volgo oltre il passo.

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(Er geht nach hinten.)

Sieglinde(lebhaft sich umwendend)Wer verfolgt dich, dass du schon fliehst?

Siegmund (von ihrem Rufe gefesselt, wen-det sich wieder; langsam und düster) Misswende folgt mir,wohin ich fliehe;Misswende naht mir,wo ich mich neige:dir Frau doch bleibe sie fern!Fort wend’ ich Fuss und Blick.(Er schreitet schnell bis zur Tür und hebt den Riegel.)

Sieglinde (in heftigem Selbstvergessen ihm nachrufend)So bleibe hier!Nicht bringst du Unheil dahin, wo Unheil im Hause wohnt!

Siegmund (bleibt tief erschüttert stehen; erforscht in Sieglindes Mienen;diese schlägt verschämt und traurig die Augen nieder. Langes Schweigen Siegmund kehrt zurück)Wehwalt hiess ich mich selbst:Hunding will ich erwarten.

Er lehnt sich an den Herd; sein Blick haftet mit ruhiger und ent-schlossener Teilnahme an Sieglin-de; diese hebt langsam das Auge wieder zu ihm auf.Beide blicken sich in langem Schweigen mit dem Ausdruck tiefster Ergriffenheit in die Augen.

(Va verso il fondo.) Sieglinde (volgendosi con vivacità) Chi ti perseguita che già fuggi via?

Siegmund (trattenuto dal suo grido, si volge ancora; len to e cupo) Disgrazia mi segue dovunque io fugga; disgrazia s’approssima dovunque io mi volga: ma da te, donna,resti lontana! Volgo via il passo e lo sguardo. (Cammina veloce fino alla por-ta e solleva il chiavistello.)

Sieglinde (sconvolta e dimentica di sé, richiamandolo)Oh, resta qui! Tu non porti sventura, se già regna sventura nella casa!

Siegmund (resta in piedi profondamente scosso; scruta nel volto di Sieglinde; questa abbassa gli occhi vergognosa e triste.Lungo silenzio. Siegmund ritorna) Io stesso mi chiamai Wehwalt: voglio attendere Hunding.

S’appoggia al focolare; il suo sguardo si fissa su Siglinde con sereno e deciso interesse; que-sta solleva lentamente gli occhi su di lui. Entrambi si guardano negli occhi in lungo si lenzio con l’espressione della più profon-

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Sieglinde fährt plötzlich auf, lauscht und hört Hunding, der sein Ross aussen zum Stall führt. Sie geht hastig zur Tür und öffnet.Hunding, gewaffnet mit Schild und Speer, tritt ein und hält un-ter der Türe, als er Siegmund gewahrt. Hunding wendet sich mit einem ernst fragenden Blick an Sieglinde.

ZWEITE SZENE

Sieglinde(dem Blicke Hundings entgeg-nend)Müd’ am HerdFand ich den Mann:Not führt’ihn ins Haus.

HundingDu labtest ihn?

SieglindeDen Gaumen letzt’ich ihm,gastlich sorgt’ich sein!

Siegmund(der ruhig und fest Hunding beobachtet)Dach und TrankDank’ich ihr:willst du dein Weib drum schelten?

Hunding Heilig ist mein Herd: heilig sei dir mein Haus! (Er legt seine Waffen ab und übergibt sie Sieglinde.) Hunding (zu Sieglinde) Rüst’uns Männern das Mahl! Sieglinde hängt die Waffen an

da emozione. Sieglinde trasale all’improvviso, ascolta e sen te Hunding, che fuori guida il ca-vallo alla stalla. Ella va rapida alla porta e apre; Hun ding, ar-mato di scudo e lancia, entra e si fer ma sulla porta scorgendo Siegmund. Hun ding si volge verso Sieglinde con uno sguar-do severo e interrogativo.

SCENA SECONDA

Sieglinde (incontrando lo sguardo di Hunding) Stanco presso il focolare trovai quest’uomo: necessità lo guidò nella casa.

Hunding Lo confortasti?

Sieglinde Gli rinfrescai il palato, m’occupai di lui qual ospite!

Siegmund (che sereno e calmo osserva Hunding)Tetto e bevanda io le devo: vuoi per questo rimproverar la tua donna?

Hunding Sacro è il mio focolare: sacra ti sia la mia casa! (Depone le armi e le consegna a Sieg linde.)

Hunding (a Sieglinde) Prepara a noi uomini la cena!

Sieglinde appende le armi ai

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Ästen des Eschenstammes auf, dann holt sie Speise und Trank aus dem Speicher und rüstet auf dem Tische das Nacht-mahl. - Umvillkürlich heftet sie wieder den Blick auf Siegmund. Hunding (misst scharf und verwundert Siegmunds Züge, die er mit denen seiner Frau vergleicht; für sich) Wie gleicht er dem Weibe! Der gleissende Wurm glänzt auch ihm aus dem Auge. (Er birgt sein Befremden und wendet sich wie unbefangen zu Siegmund) Weit her, traun! kamst du des Wegs; ein Ross nicht ritt, der Rast hier fand: welch schlimme Pfade schufen dir Pein?

Siegmund Durch Wald und Wiese, Heide und Hain, jagte mich Sturm und starke Not: nicht kenn’ ich den Weg, den ich kam. Wohin ich irrte, weiss ich noch minder: Kunde gewänn’ ich des gern.

Hunding (am Tische, und Siegmund den Sitz bietend) Des Dach dich deckt, des Haus dich hegt, Hunding heisst der Wirt; wendest von hier du nach West den Schritt, in Höfen reich hausen dort Sippen, die Hundings Ehre behüten:

rami del tronco del frassino, poi prende cibo e bevanda dalla dispensa e dispone sul tavolo la cena. - Invo lontariamente fissa di nuo-vo lo sguardo su Siegmund.

Hunding (confronta attento e stupito i lineamenti di Siegmund, e li paragona a quelli della sua sposa; fra sé) Come somiglia alla donna! Il drago rutilante splende anche dai suoi occhi. (Cela la sua sorpresa e si rivolge con disinvol tura a Siegmund.) Da lontano, in fede mia, giungesti nel tuo cammino; non montava un destriero chi trovò qui riposo: quali perfidi sentieri ti procurarono pena?

Siegmund Per foresta e prato, landa e boschetto, mi cacciaron la tempesta e il forte affanno: non so la via per cui giunsi. Ancor meno so dove giunsi errando: volentieri ne avrei notizia.

Hunding (a tavola, e offrendo un sedile a Siegmund)Il tetto che ti copre, la casa che ti protegge, sono di Hunding, tuo ospite; se da qui tu volgi il passo a ovest in ricche corti vi dimoran le schiatte custodi dell’onoredi Hunding:

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gönnt mir Ehre mein Gast, wird sein Name nun mir ge-nannt.

Siegmund, der sich am Tisch niedergesetzt, blickt nachdenk-lich vor sich hin. Sieg!inde, die sich neben Hunding, Siegmund gegenüber, gesetzt, heftet ih-rAuge mit auffallender Teilnah-me und Spannung auf diesen. Hunding (der beide beobachtet) Trägst du Sorge, mir zu vertraun, der Frau hier gib doch Kunde: sieh, wie gierig sie dich frägt! Sieglinde (unbefangen und teilnahmvoll) Gast, wer du bist, wüsst’ ich gern.

Siegmund(blickt auf, sieht ihr in das Auge und beginnt ernst) Friedmund darf ich nicht heissen; Frohwalt möcht’ ich wohl sein: doch Wehwalt musst ich mich nennen. Wolfe, der war mein Vater; zu zwei kam ich zur Welt, eine Zwillingsschwester und ich. Früh schwanden mir Mutter und Maid. Die mich gebar, und die mit mir sie barg, kaum hab’ ich je sie gekannt. Wehrlich und stark war Wol-fe; der Feinde wuchsen ihm viel. Zum Jagen zog mit dem Jungen der Alte: Von Hetze und Harst einst kehrten wir heim:

mi farà onore il mio ospite, se ora mi sia rivelato il suo nome.

Siegmund, che si è accomo-dato a tavola, guarda pensoso davanti a sé. Sieglinde, che si è seduta accanto a Hunding, di fronte a Siegmund, fissa gli occhi su lui con particolare in-teresse ed emozione.

Hunding (che osserva entrambi) Se t’affanna confidarti a me, danne almeno notizia alla donna: vedi con che curiosi-tà te lo chiede!

Sieglinde (con naturalezza e vivo interesse) Ospite, volentieri saprei chi tu sia.

Siegmund (alza lo sguardo, la fissa negli occhi e inizia con gravirà) Friedmund non posso chia-marmi; Frohwalt ben lieto esser vorrei: ma Wehwalt devo nominarmi. Wolfe fu mio padre; in due venimmo alla luce, una sorella gemella ed io. Presto a me sparvero madre e bambina; ho conosciuto appena colei che mi partorì, e colei ch’ella con me custodì. Valoroso e forte era Wolfe: si fece molti nemici. Andò alla caccia col giovane il vecchio; un giorno tornarono a casa dalla battuta e dalla lotta:

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da lag das Wolfsnest leer. Zu Schutt gebrannt der prangende Saal, zum Stumpf der Eiche blühender Stamm; erschlagen der Mutter mutiger Leib, verschwunden in Gluten der Schwester Spur: uns schuf die herbe Not der Neidinge harte Schar. Geächtet floh der Alte mit mir; lange Jahre lebte der Junge mit Wolfe im wilden Wald: manche Jagd ward auf sie gemacht; doch mutig wehrte das Wolfspaar sich.

(zu Hunding gewandt)

Ein Wölfing kündet dir das, den als “Wölfing” mancher wohl kennt.

HundingWunder und wilde Märekündest du, kühner Gast,Wehwalt – der Wölfing!Mich dünkt, von dem wehrli-chen Paarvernahm ich dunkle Sage,kannt’ich auch Wolfeund Wölfing nicht.

Sieglinde Doch weiter künde, Fremder: wo weilt dein Vater jetzt?

SiegmundEin starkes Jagen auf uns stellten die Neidinge an: der Jäger viele fielen den Wölfen, in Flucht durch den Wald

era vuota la tana del lupo. Bruciata in cenere la splendida sala, ridotto a ceppo il fusto fiorente del frassino; abbattuto l’animoso corpo della madre, sparita nelle vampe la traccia della sorella: la selvaggia schiera dei Neidinge ci procurò aspra avversità. Proscritto fuggì con me il vecchio; lunghi anni visse il giovane con Wolfe nella selvaggia foresta: molte e molte cacce si scatenaron contro di loro; ma valorosamente si difese la coppia dei lupi. (rivolto a Hunding) Ti racconta questo un lupatto, che qualcuno come “Wölf-ing’’ ben conosce.

Hunding Meraviglie e feroce storia tu annunci, o ospite audace, Wehwalt – il lupatto! Mi sembra d’avere appreso oscura novella della valo-rosa coppia, anche se non conobbi né Wolfe né Wölfing.

Sieglinde Ma racconta ancora, stra-niero: dove vive adesso tuo padre?

Siegmund Una fiera caccia contro noi scatenarono i Neidinge: molti dei cacciatori caddero ai piedi dei lupi, in fuga per la foresta

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trieb sie das Wild. Wie Spreu zerstob uns der Feind. Doch ward ich vom Vater ver-sprengt; seine Spur verlor ich, je länger ich forschte: eines Wolfes Fell nur traf ich im Forst; leer lag das vor mir, den Vater fand ich nicht. Aus dem Wald trieb es mich fort; mich drängt’ es zu Män-nern und Frauen. Wie viel ich traf, wo ich sie fand, ob ich um Freund’, um Frauen warb, immer doch war ich geächtet: Unheil lag auf mir. Was Rechtes je ich riet, andern dünkte es arg, was schlimm immer mir schien, andre gaben ihm Gunst. In Fehde fiel ich, wo ich mich fand, Zorn traf mich, wohin ich zog; gehrt’ ich nach Wonne, weckt’ ich nur Weh’: drum musst’ ich mich Weh-walt nennen; des Wehes waltet’ ich nur. (Er sieht zu Sieglinde auf und gewahrt ihren teilnehmenden Blick.)

Hunding Die so leidig Los dir be-schied, nicht liebte dich die Norn’: froh nicht grüsst dich der Mann, dem fremd als Gast du nahst. Sieglinde Feige nur fürchten den, der waffenlos einsam fährt! Künde noch, Gast,

li sospinse la selvaggina. Come pula ci disperse il nemico. Ma io fui separato dal padre; perdetti la sua traccia per quanto a lungo la cercas-si: solo la pelle d’un lupo trovai nella boscaglia,che stava vuota davanti a me, e non trovai il padre.Sospinto via dalla foresta, accostai uomini e donne.Quanti ne incontrai, dovunque li rinvenni, se cercai un amico,o una donna,fui sempre proscritto:stava su me la disgrazia.Quel che pensavo giusto,ad altri parve malvagio;quel che mi pareva cattivo,ad altri piaceva.Fui in lotta ovunque mi trovai,la collera mi colpìovunque andai;se bramavo voluttà,destavo solo dolore:perciò dovetti chiamarmi Wehwalt; possedevo solo il dolore.

(Guarda verso Sieglinde e s’avvede del suo sguardo inte-ressato.)

Hunding Non ti amava la Norna che ti destinò sì dolorosa sorte: non ti saluta lieto l’uomo cui ravvicini ospite straniero.

Sieglinde Solo i vili temono chi viaggia disarmato e solitario! Racconta ancora, o

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wie du im Kampf zuletzt die Waffe verlorst!

Siegmund (immer lebhafter) Ein trauriges Kind rief mich zum Trutz: vermählen wollte der Magen Sippe dem Mann ohne Minne die Maid. Wider den Zwang zog ich zum Schutz, der Dränger Tross traf ich im Kampf: dem Sieger sank der Feind. Erschlagen lagen die Brüder: die Leichen umschlang da die Maid, den Grimm verjagt’ ihr der Gram. Mit wilder Tränen Flut betroff sie weinend die Wal: um des Mordes der eignen Brüdcr klagte die unsel’ge Braut. Der Erschlagnen Sippen stürmten daher; übermächtig ächzten nach Rache sie;rings um die Stätte ragten mir Feinde. Doch von der Walwich nicht die Maid; mit Schild und Speer schirmt’ ich sie lang’, bis Speer und Schild im Harst mir zerhaun. Wund und waffenlosstand ich - sterben sah ich die Maid: mich hetzte das wütende Heer - auf den Leichen lag sie tot.

(mit einem Blicke voll schmer-z1ichene Feuers auf Sieglinde)

straniero, come in battaglia alfine perdesti l’arma!

Siegmund (con sempre maggior vivacità) Una triste fanciulla mi chiamò in difesa: la schiatta dei parenti voleva sposare la fanciulla all’uomo non amato. Contro la violenza mi mossi a difesa, incontrai sul campo la schiera degli oppressori: il nemico soggiacqueal vincitore. Abbattuti giacevano i fratelli: la fanciulla abbracciò i cadaveri, la pena cacciò la sua collera. Con flutto di selvagge lacrime bagnò di pianto il campo: per l’uccisione dei suoi fratelli mosse accusa la sposa sventurata. Le schiatte degli uccisi fecero irruzione; con prepotenza anelavano a vendetta; tutt’intorno al luogo si levaron contro me nemici. Ma la fanciulla non s’allontanò dal campo; con scudo e lancia a lungo la protessi, fin che lancia e scudo mi s’infransero nella lotta. Ferito e inerme io stavo -vidi morire la fanciulla: mi diede la caccia la selvaggia schiera -ella giacque morta sui cadaveri.

(con uno sguardo pieno di doloroso fuoco a Sieglinde)

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Nun weisst du, fragende Frau, warum ich Friedmund nicht heisse!

Er steht auf und schreitet auf den Herd zu. Sieglinde blickt erbleichend und tief erschüttert zu Boden.

Hunding (erhebt sich, sehr finster) Ich weiss ein wildes Ge-schlecht, nicht heilig ist ihm, was andern hehr: verhasst ist es allen und mir. Zur Rache ward ich gerufen. Sühne zu nehmen für Sippenblut: zu spät kam ich, und kehre nun heim, des flücht’gen Frevlers Spur im eignen Haus zu erspähn. -Mein Haus hütet, Wölfing, dich heut’; für die Nacht nahm ich dich auf; mit starker Waffe doch wehre dich morgen: zum Kampfe kies’ ich den Tag: für Tote zahlst du mir Zoll. Sieglinde schreitet mir besorg-ter Gebärde zwischen die bei-den Männer vor. Hunding (barsch) Fort aus dem Saal! Säume hier nicht! Den Nachttrunkrüste mir drin und harre mein’ zur Ruh’. Sieglinde steht eine Weile unent-schieden und sinnend. Sie wen-det sich langsam und zögernden

Ora tu sai, donna che chiedi perché non mi chiamoFriedmund!

Si solleva e si dirige verso il focolare. Sieg linde guarda al suolo impallidendo e profon damente scossa.

Hunding (si solleva, molto cupo) Conosco una stirpeselvaggia, cui nulla è sacro di quel ch’è agli altri onorato: invisa è a tutti e a me. Fui chiamato a vendetta, a imporre espiazione per sangue parentale: giunsi troppo tardi, e ora torno a casa per scorgere la traccia del malvagio nella mia stessa casa. La mia dimora oggi, Wölfing, ti ospita; per la notte ti accolsi; con forte arma àrmati però domani; scelgo io il giorno per la battaglia: mi paghi tu il tributo per i morti. Sieglinde s’intromette fra i due uomini con se gni di preoccu-pazione.

Hunding (brusco) Via dalla sala! Non indugiare qui! Là dentro preparami la bevan-da notturna e aspettami per il riposo.

Sieglinde resta per un po’ in-decisa e pensosa. Si volge len-tamente e con passo esitante

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Schrittes nach dem Speicher. Dort hält sie wieder an und bleibt, in Sinnen verloren, mit halb abge-wandtem Gesicht stehen. Mit ru-higem Entschluss öffnet sie den Schrein, füllt ein Trinkhorn und schüttet aus einer Büchse Wür-ze hinein. Dann wendet sich das Auge auf Siegmund, um seinem Blicke zu begegnen, den dieser fortwährend auf sie heftet. Sie gewahrt Hundings Spähen und wendet sich sogleich zum Schlaf-gemach. Auf den Stufen kehrt sie sich noch einmal um, heftet das Auge sehnsuchtsvoll auf Sieg-mund und deutet mit dem Blicke andauernd und mit sprechender Bestimmtheit auf eine Stelle am Eschenstamme. Hunding fährt auf und treibt sie mit einer heftigen Gebärde zum Fortgehen an. Mit einem letzten Blick auf Siegmund geht sie in das Schlafgemach und schliesst hinter sich die Türe.

Hunding (nimmt seine Waffen vom Stamme herab)Mit Waffen wahrt sich der Mann. (im Abgehen sich zu Siegmund wendend) Dich Wölfing treffe ich mor-gen: mein Wort hörtest du - hüte dich wohl!

Er geht mir den Waffen in das Gemach; man hört ihn von innen den Riegel schliessen.

DRITTE SZENE

Siegmund allein. - Es ist vol lständig Nacht geworden; der Saal ist nur noch von einem schwachen Feuer im Herde erhellt. Siegmund lässt sich,

ver so la dispensa. Lì si ferma di nuovo e resta in piedi, presa dai suoi pensieri, col viso rivol-to a metà. Con serena decisio-ne apre lo scrigno, riempie un corno da bere e vi mesce della droga da un vasetto. Poi vol-ge l’occhio su Siegmund per incontrarne lo sguardo ch’e-gli tiene fisso di continuo su di lei. S’accorge dello scrutare di Hunding e s’avvia subito verso la stanza da letto. Sui gradini si volge ancora una volta, fis-sa l’occhio colmo di pas sione su Siegmund, e con lo sguardo accenna con insistenza e con esplicita precisione appunto sul tronco del frassino. Hunding trasa le e con un gesto violento la spinge a uscire. Con un ulti-mo sguardo su Siegmund ella en tra nella stanza da letto e chiude la porta die tro di sé.

Hunding (stacca le sue armi dal tronco) L’uomo si protegge con le armi. (nell’andarsene, rivolto a Sieg-mund) Te Wölfing, incontrerò domani; udisti la mia parola -guàrdati bene!

Con le armi va nella stanza; lo si sente dal l’interno chiudere il chiavistello.

SCENA TERZA

Siegmund solo. S’è fatta notte piena; la sala è ancora illuminata solo da un debole fuoco sul focolare. Siegmund si lascia andare sul giaci glio,

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nah beim Feuer, auf dem Lager nieder und brütet in grosser in-nerer Aufregung eine Zeitlang schweigend vor sich hin. Siegmund Ein Schwert verhiess mir der Vater, ich fänd’ es in höchster Not. Waffenlos fiel ich in Feindes Haus; seiner Rache Pfand, raste ich hier: ein Weib sah ich, wonnig und hehr: entzückend Bangen zehrt mein Herz. Zu der mich nun Sehnsucht zieht, die mit süssem Zauber mich sehrt, im Zwange hält sie der Mann, der mich Wehrlosen höhnt! Walse! Walse! Wo ist dein Schwert? Das starke Schwert, das im Sturm ich schwänge, bricht mir hervor aus der Brust, was wütend das Herz noch hegt?Das Feuer bricht zusammen; es fällt aus der aufsprühenden Glut plötzlich ein greller Schein auf die Stelle des Eschenstam-mes, welche Sieglindes Blick be-zeichnet hatte und an der man jetzt deutlich einen Schwertgriff haften sieht.

Was gleisst dort hell im Glimmerschein? Welch ein Strahl bricht aus der Esche Stamm? Des Blinden Auge leuchtet ein Blitz: lustig lacht da der Blick.

accanto al fuoco, e con grande turba mento interiore medita in silenzio per qualche tempo con lo sguardo fisso davanti a sé.

Siegmund Una spada il padre mi promise, l’avrei trovata nel supremo pericolo. Inerme caddi nella casa del nemico; pegno della sua vendetta, io qua riposo: vidi una donna, bella e nobile: struggimento amoroso consuma il mio cuore. Ora la passione mi spinge a colei che mi strugge con dolce incantesimo, la tiene in suo dominio l’uomo che irride a me inerme! Velse! Velse! Dov’è la tua spada? La forte spada, ch’io brandisconella tempesta, trae dal mio petto quel che il cuore furente an-cor racchiude?Il fuoco si va disfacendo; all’im-provviso dalla brace sfavillante prorompe una luce violenta ver-so il punto del tronco del frassi-no che lo sguardo di Sieglinde aveva indicato e dove adesso si scorge chiaramente infitta l’elsa d’una spada.

Che splende là in chiara tremolante luce? Che raggio emana dal tronco del frassino? Un lampo illumina l’occhio del cieco: ride lieto lo sguardo.

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Wie der Schein so hehr das Herz mir sengt! Ist es der Blick der blühenden Frau, den dort haftend sie hinter sich liess, als aus demSaal sie schied? Von hier an verglimmt das Herdfeuer allmählich.

Nächtiges Dunkel deckte mein Aug’; ihres Blickes Strahl streifte mich da: Wärme gewann ich und Tag. Selig schien mir der Sonne Licht; den Scheitel umgliss mir ihr wonniger Glanz -bis hinter Bergen sie sank. Ein neuer schwacher Auf-schein des Feuers.

Noch einmal, da sie schied, traf mich abends ihr Schein; selbst der alten Esche Stamm erglänzte in goldner Glut: da bleicht die Blüte, das Licht verlischt; nächtiges Dunkel deckt mir das Auge: tief in des Busens Berge glimmt nur noch licht-lose Glut. Das Feuer ist gänzlich verlo-schen: volle Nacht. - Das Sei-tengemach öffnet sich leise: Sieglinde, in weissem Gewan-de, tritt heraus und schreitet leise, doch rasch, auf den Herd zu. Sieglinde Schläfst du, Gast?

Che nobile luce avvampa il mio cuore! E lo sguardo della fiorente donna che lo lasciò dietro di sé, imprigionandolo là, quando ella s’allontanò dalla sala?

Da questo punto la fiamma del fo-colare va morendo a poco a poco.

Notturna tenebra copriva i miei occhi: il raggio del suo sguardo allora mi sfiorò: ne ricevetti calore e luce. Beata mi parve la luce del sole; mi circonfuse la fronte il suo voluttuoso splendore -finché tramontò dietro i monti.

Un nuovo debole bagliore del fuoco.

Una volta ancora, dacché si partì, il suo lucore mi colpì a sera; lo stesso fusto dell’an-tico frassino risplendette in dorato ardore: il fiore impallidisce, la luce si spegne; notturna tenebra mi copre gli occhi: profonda nell’albergo del petto arde an-cora una fiamma senza luce.

Il fuoco è tutto spento: piena notte. - La stanza laterale si apre pian piano: Sieglinde, in bian ca veste, ne esce, e in silen-zio, ma rapida, si dirige verso il focolare.

Sieglinde Dormi, ospite?

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Siegmund (freudig überrascht aufspringend) Wer schleicht daher?

Sieglinde (mit geheimnisvoller Hast) Ich bin’s: höre mich an! In tiefem Schlaf liegt Hun-ding; ich würzt’ ihm betäu-benden Trank: nütze die Nacht dir zum Heil! Siegmund (hitzig unterbrechend) Heil macht mich dein Nah’n!

Sieglinde Eine Waffe lass mich dir weisen:o wenn du sie gewännst!Den hehrsten Heldendürft’ ich dich heissen:dem Stärksten alleinward sie bestimmt.O merke wohl, was ich dir melde! Der Manner Sippesass hier im Saal,von Hunding zur Hochzeit geladen: er freite ein Weib,das ungefragtSchächer ihm schenktenzur Frau. Traurig sass ich,während sie tranken;ein Fremder trat da herein:ein Greis in grauem Gewand;tief hing ihm der Hut,der deckt’ ihm der Augen eines; doch des andren Strahl,Angst schuf er allen,traf die Männersein mächt’ges Dräu’n:mir alleinweckte das Auge

Siegmund (trasalendo lietamente sorpreso) Chi s’introduce là?

Sieglinde (con fretta piena di mistero) Son io: ascoltami! In sonno profondo giace Hun-ding; gli propinai soporifera bevanda: la notte serva alla tua salvezza!

Siegmund (interrompendo con ardore) Il tuo appressarti mi reca salvezza!

Sieglinde Lascia ch’io ti mostri un’arma: oh se tu la conquistassi! Dovrei chiamarti il più nobile eroe: solo al più forte fu destinata. Oh bada a quel che t’annuncio! La schiatta degli uomini sedeva nella sala, invitata a nozze da Hunding: egli sposava una donna che, non consultata, ladroni gli donarono in moglie. Triste io sedevo mentre bevevano; uno straniero entrò: un vecchio in grigia veste; teneva calcato il cappello che gli copriva un solo occhio: ma il raggio dell’altro diede a tutti angoscia, la sua possente minaccia colpì gli uomini: solo in me l’occhio destò dolce anelante ambascia, insieme a lacrime e conforto. Guardò verso me

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süss sehnenden Harm,Tränen und Trost zugleich.Auf mich blickt’ erund blitzte auf jene,als ein Schwert in Händen er schwang; das stiess er nunin der Esche Stamm,bis zum Heft haftet’ es drin:dem sollte der Stahl gezie-men, der aus dem Stamm’ es zög’. Der Männer alle,so kühn sie sich mühten, die Wehr sich keiner gewann; Gaste kamen und Gäste gingen, die stärksten zogen am Stahl - keinen Zoll entwich er dem Stamm: dort haftet schwei-gend das Schwert. - Da wusst’ ich, wer der war, der mich Gramvolle gegrüsst; ich weiss auch, wem allein im Stamm das Schwert er bestimmt. O fänd’ ich ihn heut’ und hier, den Freund; käm’ er aus Fremden zur ärmsten Frau: was je ich gelitten in grimmigem Leid, was je mich geschmerzt in Schande und Schmach, - süsseste Rache sühnte dann alles! Erjagt hätt’ ich, was je ich verlor, was je ich beweint, wär’ mir gewonnen, fänd’ ich den heiligen Freund, umfing’ den Helden mein Arm! Siegmund (mit Glut Sieglinde umfassend) Dich selige Frau hält nun der Freund,

ma contro quelli lampeggiò, brandendo fra le mani una spada; poi la infisse nel tronco del frassino, fino all’elsa vi restò prigionie-ra: il ferro sarebbe toccato a chi la traesse dal tronco.Di tutti gli uomini, per quanto arditi s’affaticas-sero, nessuno si conquistò l’arma; ospiti vennero e ospiti partirono, i più forti trassero al ferro -nemmeno d’un pollice si staccò dal tronco: là sta fitta e silente la spada. Allora seppi chi era colui che me infeliceaveva salutato; so anche a chi soltanto era destinata la spada nel tronco. Oh lo trovassi io oggi e qui, l’amico; s’egli giungesse da terra straniera alla miserrima donna: quel che ho sofferto fra atroce dolore, quel che m’ha torturato in vergogna e ignominia, la più dolce vendetta tutto allora espierebbe! Avrei ripreso quel che perdetti, quel che ho pianto sarebbe riconquistato, s’io trovassi il santo amico, se il mio braccio cingesse l’eroe!

Siegmund (abbracciando Sieglinde con fuoco) Te, soave donna,

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dem Waffe und Weibbestimmt! Heiss in der Brust brennt mir der Eid, der mich dir Edlen vermählt. Was je ich ersehnt, ersah ich in dir; in dir fand ich, was je mir gefehlt! Littest du Schmach, und schmerzte mich Leid; war ich geächtet. und warst du entehrt: freudige Rache ruft nun den Frohen! Auf lach’ ich in heiliger Lust, -halt’ ich dich Hehreumfangen, fühl’ ich dein schlagendes Herz! Die grosse Türe springt auf.

Sieglinde (fährt erschrocken zusammen und reisst sich los) Ha, wer ging? Wer kam herein? Die Tür bleibt weit geöffnet: aus-sen herrliche Frühlingsnacht; der Vollmond leuchtet herein und wirft sein helles Licht auf das Paar, das so sich plötzlich in voller Deutlichkeit wahrnehmen kann.

Siegmund (in leiser Entzückung) Keiner ging -doch einer kam:siehe, der Lenz lacht in den Saal! Siegmund zieht Sieglinde mit sanfter Gewalt zu sich auf das Lager, so dass sie neben ihm

ora tiene l’amico, destinato all’armae alla donna! Ardente nel petto mi brucia il giuramento, che m’ha congiunto a te, eletta. Quel che ho bramato, io scorsi in te; in te trovai quel che mi è mancato! Se tu sopportasti onta, me tormentò il dolore; s’io fui proscritto, tu fosti disonorata: lieta vendetta ora chiama me, beato! Io ne ridoin santa letizia, s’io tengo te, eletta, fra le braccia, sento il tuo cuore palpitante!

Si spalanca la grande porta.

Sieglinde (spaventata trasalisce e si scioglie) Ah, chi uscì? Chi entrò qua dentro? La porta resta spalancata: fuori, meravigliosa notte di primave-ra; la luna piena illumina la sala e getta la sua chiara luce sulla coppia, che all’improvviso può così rivelarsi in piena chiarezza.

Siegmund (in sommesso rapimento) Nessuno uscì -ma qualcuno entrò:vedi, la primavera ride entro la sala!

Siegmund con tenera violenza trae Sieglinde accanto a sé sul giaci-glio, così che ella viene trovarsi se-

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zu sitzen kommt. - Wachsende Helligkeit des Mondscheines.

Winterstürme wichen dem Wonnemond, - in mildem Lichtc leuchtet der Lenz: -auf lauen Lüften lind und lieblich, Wunder webender sich wiegt; durch Wald und Auen weht sein Atem, weit geöffnet lacht sein Aug’: aus sel’ger Vöglein Sange süss er tönt, holde Düfte haucht er aus: seinem warmen Blut entblü-hen wonnige Blumen, Keim und Spross entspringt seiner Kraft. Mit zarter Waffen Zier bezwingt er die Welt; Winter und Sturm wichen der starken Wehr: - wohl musste den tapfern Streichen die strenge Türe auch weichen, die trotzig und starruns trennte von ihm. Zu seiner Schwester schwang er sich her;die Liebe lockte den Lenz: in unsrem Busen barg sie sich tief; nun lacht sie selig dem Licht. Die bräutliche Schwester befreite der Bruder; zertrümmert liegt, was je sie getrennt; jauchzend grüsst sich das junge Paar: vereint sind Liebe und Lenz!

duta presso di lui. - Crescente lumi-nosità del chiaro di luna.

Le bufere invernali vennero meno alla voluttuosa luna, in blanda luce splende la primavera; su tiepide aurette miti e amabili, ordendo meraviglie si culla; per boschi e prati soffia il suo respiro, spalancato ride il suo occhio: nel canto di beati uccelletti dolce risuona, soavi olezzi esala: dal suo caldo sangue sboc-ciano fiori voluttuosi, germe e virgulto nascon dalla sua forza. Con la grazia di tenere armi costringe il mondo; inverno e bufera vennero meno all’impeto possente: ai valorosi colpi ben dovette cedere anche la porta severa, che superba e rigida ci separava da lei. Al fratello suo si slanciò incontro; l’amore sedusse la primavera: nel profondo nel nostro petto si nascose; ora ride beato alla luce. La sorella liberò lo sposo fratello; abbattuto giace quel che li aveva separati; giubilando si saluta la giovane coppia: riuniti sono amoree primavera!

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Sieglinde Du bist der Lenz, nach dem ich verlangte in frostigen Winters Frist. Dich grüsste mein Herz mit heiligem Grau’n, als dein Blick zuerst mir er-blühte.Fremdes nur sah ich von je, freundlos war mir das Nahe; als hätt’ ich nie es gekannt, war, was immer mir kam. Doch dich kannt’ ich deutlich und klar: als mein Auge dich sah, warst du mein Eigen; was im Busen ich barg, was ich bin, hell wie der Tag taucht’ es mir auf, wie tönender Schallschlug’s an mein Ohr, als in frostig öder Fremde zuerst ich den Freund ersah. (Sie hängt sich entzückt an seinen Hals undblickt ihm nahe ins Gesicht.)

Siegmund (mit Hingerissenheit) O süsseste Wonne! Seligstes Weib!

Sieglinde (dicht an seinen Augen) O lass in Nähe zu dir mich neigen, dass hell ich schaue den hehren Schein, der dir aus Aug’ und Antlitz bricht und so süss die Sinne mir zwingt.

Siegmund Im Lenzesmond leuchtest du hell;

Sieglinde Tu sei la primavera, cui anelavo nel tempo del gelato inverno. Ti salutò il mio cuore con santo brivido, quando il tuo sguardo per pri-mo mi ferì. Da allora vidi solo un mondo straniero, il vicino non m’era amico; come s’io non l’avessi mai conosciuto era quel che incontro mi veniva. Ma io conobbi te con luminosa chiarezza: appena il mio occhio ti vide, tu fosti mia proprietà; quel che celavo nel petto, quel ch’io sono, luminoso come il giorno crebbe in me, come echeg-giante suono risuonò al mio orecchio quando in solitario gelido esilio io scorsi la prima volta l’amico. (In estasi s’appende al suo collo e da presso lo guarda nel volto.)

Siegmund (con rapimento) Oh dolcissima voluttà! Beatissima donna!

Sieglinde (con gli occhi fissi su di lui) Oh lascia che vicina verso te mi pieghi, sì che chiaro io scorga l’eletto splendore che dai tuoi occhi e dal volto emana e sì dolce mi costringe i sensi.

Siegmund Nella luna di primavera tu chiara riluci;

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hehr umwebt dich das Wellenhaar: was mich berückt, errat’ ich nun leicht -denn wonnig weidet mein Blick. Sieglinde (schlägt ihm die Locken von der Stirn zurück und betrachtet ihn staunend) Wie dir die Stirn so offen steht, der Adern Geäst in den Schläfen sich schlingt! Mir zagt es vor der Wonne, die mich entzückt! - Ein Wun-der will mich gemahnen: den heut’ zuerst ich erschaut, mein Auge sah dich schon!

Siegmund Ein Minnetraum gemahnt auch mich: in heissem Sehnen sah ich dich schon!

Sieglinde Im Bach erblickt’ ich mein eigen Bild - und jetzt gewahr’ ich es wie-der: wie einst dem Teich es enttaucht, bietest mein Bild mir nun du!

Siegmund Du bist das Bild, das ich in mir barg.

Sieglinde (den Blick schnell abwendend) O still! lass mich der Stimme lauschen: mich dünkt, ihren Klang hört’ ich als Kind -(aufgeregt) doch nein! ich hörte sie neulich, als meiner Stimme

nobilmente ti cingono gli ondulati capelli: quel che m’inebria, ora facilmente indovino -di voluttà si pasce il mio sguardo.

Sieglinde (gli toglie i riccioli dalla fronte e lo contempla stupita) Come a te la fronte sta aperta, e la trama delle vene s’intesse alle tempie! Fremo dalla voluttà che mi rapisce! Un miracolo me lo ricorda: il mio occhio già vide te che oggi scòrsi la prima volta!

Siegmund Anche un sogno amoroso me lo ricorda: in ardente brama io già ti vidi!

Sieglinde Nel ruscello io vidi la mia immagine e ora di nuovo la scorgo: come un giorno emerse dallo stagno, ora tu m’offri la mia immagine!

Siegmund Tu sei l’immagine che nascondevo in me.

Sieglinde (distogliendo rapida lo sguardo) Oh taci! lasciami ascoltare la voce: mi sembra ch’io intesi il suo suono da bambina (eccitata) ma no! adesso l’ho intesa

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Schall mir widerhallte der Wald.

Siegmund O lieblichste Laute, denen ich lausche! Sieglinde (ihm wieder in die Augen spä-hend) Deines Auges Glut erglänzte mir scbon: so blickte der Greis grüssend auf mich, als der Traurigen Trost er gab. An dem Blick erkannt’ ihn sein Kind -schon wollt’ ich beim Namen ihn nennen! (Sie hält inne, und fährt dann leise fort.) Wehwalt heisst du fürwahr?

Siegmund Nicht heiss’ ich so, seit du mich liebst: nun walt’ ich der hehrsten Wonnen!

Sieglinde Und Friedmund darfst du froh dich nicht nennen?

Siegmund Nenne mich du, wie du liebst, dass ich heisse: den Namen nehm’ ich von dir!

Sieglinde Doch nanntest du Wolfe den Vater? Siegmund Ein Wolf war er feigenFüchsen ! Doch dem so stolz strahlte

mentre la foresta risuonava l’eco della mia voce.

Siegmund Oh amorosissimo suono cui presto ascolto!

Sieglinde (spiandolo di nuovo negli occhi) La vampa del tuo occhio già mi balenò: così il vecchio guardava a me salutandomi, quando diede conforto alla misera. Allo sguardo sua figlia lo riconobbe già volevo chiamarlo per nome! (S’interrompe, e poi prosegue sommessa.)Ti chiami davvero Wehwalt?

Siegmund Non mi chiamo così da quando tu m’ami: ora possiedo la piùalta voluttà!

Sieglinde E Friedmund non puoi lieto chiamarti?

Siegmund Chiamami tu come vuoi ch’io mi nomini: prendo il nome da te!

Sieglinde Pure tu chiamavi Wolfe il padre?

Siegmund Egli era un lupo per levolpi vili! Ma colui al quale sì superbo

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das Auge, wie, Herrliche, hehr dir es strahlt, der war: - Wälse genannt. Sieglinde (ausser sich) War Wälse dein Vater, und bist du ein Wälsung, stiess er für dich sein Schwert in den Stamm -so lass mich dich heissen, wie ich dich liebe: Siegmund -so nenn’ ich dich! Siegmund(springt auf den Stamm zu und fasst den Schwertgriff) Siegmund heiss’ ich und Siegmund bin ich! Bezeug’ es dies Schwert, das zaglos ich halte! Wälse verhiess mir, in höchster Not fänd’ ich es einst: ich fass’ es nun! Heiligster Minne höchste Not, sehnender Liebe sehrende Not brennt mir bell in der Brust, drängt zu Tat und Tod: Notung! Notung! -so nenn’ ich dies Schwert -Notung! Notung! neidlicher Stahl! Zeig’ deiner Schärfe schnei-denden Zahn: heraus aus der Scheide zu mir! -(Er zieht mit einem gewaltigen Zuck das Schwert aus dem Stamme und zeigt es der vonStaunen und Entzücken erfass-ten Sieglinde.)

Siegmund, den Wälsung, siehst du, Weib!

raggiava l’occhio, come, o donna, a te nobile raggia, era chiamato - Velse.

Sieglinde (fuori di sé) Se Velse fu tuo padre, e se tu sei un Velsungo, per te egli infisse la sua spada nel tronco -dunque lascia ch’io ti chiami come ti amo: Siegmund -così ti nomino!

Siegmund (balza verso il tronco e afferra l’elsa della spada) Siegmund mi chiamo e Siegmund io sono! Lo provi questa spada che tengo senza tremare! Velse mi promise che in necessità suprema un giorno l’avrei trovata: ora io la tengo! Ansia suprema di santissimo amore, ansia consumante di bramoso ardore mi brucia luminosa nel petto, mi spinge all’azione e alla morte: Notung! Notung!così chiamo questa spada Notung! Notung! invidiabile lama! Mostra il filo tagliente della tua affilata lama: fuori dalla guaina, a me! (Con sforza possente estrae la spada dal tron co e la mostra a Sieglinde colma di stupore ed entusiasmo.)

Siegmund, il Velsungo, tu vedi, o donna!

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Als Brautgabe bringt er dies Schwert: so freit er sich die seligste Frau; dem Feindeshaus entführt er dich so. Fern von hier folge mir nun, fort in des Lenzes lachendes Haus: dort schützt dich Notung, das Schwert, wenn Siegmund dir liebend erlag! (Er hat sie umfasst, um sie mit sich fortzuziehen.)

Sieglinde (reisst sich in höchster Trun-kenheit von ihm los und stellt sich ihm gegenüber) Bist du Siegmund, den ich hier sehe -Sieglinde bin ich, die dich ersehnt: die eigne Schwester gewannst du zu eins mit dem Schwert!

Siegmund Braut und Schwester bist du dem Bruder -so blühe denn Wälsun-gen-Blut!

Er zieht sie mit wütender Glut an sich; sie sinkt mit einem Schrei an seine Brust. -Der Vorhang fällt schnell.

Qual dono nuziale egli porta questa spada: così egli sposa la più beata donna; così egli ti rapisce alla dimora nemica. Lontano da qui ora seguimi, verso la ridente dimora della primavera: là ti protegge Notung, la spada, quando Siegmunds’abbandona al tuo amore!(L’ha abbracciata per trasci-narla via con sé.)

Sieglinde (al sommo dell’ebbrezza si scioglie da lui e gli si pone davanti) Se tu sei Siegmund che qui vedo io sono Sieglinde che t’ha bramato: la tua sorellaconquistasti insieme alla spada!

Siegmund Sposa e sorella tu sei al fratello -fiorisca allora il sangue dei Velsunghi!

Con furente ardore la trae a sé; ella con un grido cade sul suo petto. - Cala rapidamente il sipario.

* Per gentile concessione del Teatro alla Scala di Milano© Garzanti Editore s.p.a., 1992

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James ConlonÈ Direttore principale dell’OSN Rai a partire dall’ottobre 2016.

È Direttore musicale dell’Opera di Los Angeles e del Cincinnati May Festival, il più antico Festival corale degli Stati Uniti. È stato Direttore musicale del Ravinia Festival, sede estiva della Chicago Symphony Orchestra (2005-2015), Direttore principale dell’Opéra de Paris (1995-2004), Direttore generale musicale della Città di Colonia, dove era a capo della Gürzenich-Orchester e dell’Opera di Colonia (1989-2002) e Direttore musicale della Filarmonica di Rotterdam (1983- 1991). Dal suo debutto, avvenuto nel 1976, ha diretto più di 280 recite al Metropolitan di New York, tra cui nel 2014 Lady Macbeth del distretto di Mtsensk di Šostakovič. Ha diretto alla Scala di Milano, alla Royal Opera House di Londra, alla Lyric Opera di Chicago, al Maggio Musicale Fiorentino, all’O-pera di Roma (nell’estate 2015 vi ha interpretato La dama di Pic-che di Čajkovskij), al Teatro Real di Madrid, al Teatro Mariinskij di San Pietroburgo e alla Staatsoper di Vienna. All’Opera di Los An-geles, dopo la sua nomina, ha diretto oltre 48 produzioni e qua-si 300 recite, tra le quali si segnala la prima esecuzione del Ring des Nibelungen di Wagner nel 2010. Oltre a divulgare il lavoro di compositori oscurati dal regime nazista, ha lavorato alla creazione della Fondazione OREL, della serie Recovered Voices dell’Opera di Los Angeles e dell’iniziativa “Ziering-Conlon” alla Colburn School. Ha insegnato nelle scuole della New World Symphony, del Ravinia Festival, dell’Aspen Music Festival, del Tanglewood Music Center e alla Juilliard School di New York. Ha inciso per Emi, Sony Clas-sical, Erato, Capriccio e Telarc. La Decca gli ha dedicato un DVD e la PBS statunitense lo ha voluto come protagonista di numerose trasmissioni televisive. Nel 2009 ha vinto due Grammy Awards. Nel 2002 è stato insignito, per mano dell’allora Presidente della Repubblica Francese Jacques Chirac, della Légion d’Honneur. Tra i recenti e futuri impegni: Chovanščina di Musorgskij alla Wiener Sta-atsoper e Luisa Miller di Verdi al Teatro Real di Madrid, concerti sul podio di Deutsche Sinfonie-Orchester Berlin, Orchestre National de France, Filarmonica Nazionale Russa, Chicago e San Francisco Sym-phony. Ha diretto il Concerto di Capodanno 2016 alla Fenice di Ve-nezia, trasmesso in diretta su Rai 1. Nel giugno 2016 ha inaugurato il Festival di Spoleto con Le nozze di Figaro, secondo titolo della tri-logia Mozart/Da Ponte che sta eseguendo al Festival della cittadina umbra nel corso di tre anni.

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Anja KampeIl successo internazionale di Anja Kampe inizia nel 2003 quando interpreta Sieglinde in Die Walküre di Wagner alla Wa-shington National Opera, al fianco di Placido Domingo (Sieg-mund). Da allora il soprano tedesco è stata ospite dei mag-giori teatri di tutto il mondo: nel ruolo di Sieglinde ha cantato alla Los Angeles Opera, alla San Francisco Opera, al Festival di Bayreuth, alla Bayerische Staatsoper di Monaco, alla Staatso-per di Berlino, al Festival di Budapest, ai BBC Proms, al Théâtre des Champs Elysées di Parigi e al Gran Teatre del Liceu di Bar-cellona, solo per citarne alcuni.Anja Kampe è famosa anche per la sua sofisticata interpre-tazione di Senta in Der Fliegende Holländer, un ruolo che ha cantato alla Royal Opera Covent Garden, alla Bayerische Staatsoper, al Théâtre Royal de la Monnaie di Bruxelles, al New National Theatre di Tokyo, alla Deutsche Oper am Rhein, alla Staatsoper di Amburgo e al Teatro Real di Madrid, così come a Vienna, Zurigo e Milano.Nel 2006 ha debuttato come Fidelio/Leonore al Glyndebourne Festival Opera ed è stata invitata ad interpretare questo ruolo a Zurigo, Los Angeles, Vienna e Monaco di Baviera, nonché al Teatro alla Scala di Milano.Il suo repertorio comprende anche Arianna, Isolde, Kundry, Tosca, Giorgetta, Carlotta, Jenůfa, Elsa e Odabella. Nel giu-gno 2016 interpreta per la prima volta Tove in Gurre-Lieder di Schönberg diretta da Ingo Metzmacher al KunstFestSpiele Herrenhausen, riprendendo questo ruolo con grande succes-so al Festival Internazionale di Edimburgo 2016.Ha inoltre interpretato l’Olocausto di Brunilde da Götter- dämmerung, diretta da Philippe Jordan nei concerti all’Opéra Bastille di Parigi e al Musikverein di Vienna. Nel mese di no-vembre 2016 ha debuttato come Katerina Ismailova in Lady Macbeth del Distretto di Mtsensk alla Bayerische Staatsoper di Monaco, direttore Kirill Petrenko. In aprile 2017 interpreterà Brünnhilde in Die Walküre al Festival di Pasqua di Salisburgo diretta da Christian Thielemann.

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Christian ElsnerNato a Friburgo, è uno dei tenori tedeschi più versatili. Ha stu-diato canto con Martin Gründler, Dietrich Fischer-Dieskau e Neil Semer e ha vinto numerosi concorsi internazionali.È stato ospite nei più importanti teatri e sale da concerto come la Philharmonie di Berlino, la Carnegie Hall di New York, il Tea-tro alla Scala di Milano e la Suntory Hall di Tokyo. Ha collabo-rato con molti direttori quali Herbert Blomstedt, Manfred Ho-neck, Marek Janowski, Mariss Jansons, Kent Nagano, Yannick Nézet-Séguin, Semyon Bychkov e Sir Simon Rattle.In ambito operistico si è affermato come tenore eroico nei ruo-li di Siegmund e Parsifal al Deutsches Nationaltheater di Wei-mar, Staatstheater di Kassel, Semperoper di Dresda, Staatso-per di Vienna e Teatro Real di Madrid.Accompagnato da Gerold Huber e Burkhard Kehring, Chri-stian Elsner ha tenuto numerosi recital ed è stato invitato alla Schubertiade di Feldkirch.Tra le sue registrazioni si annoverano Lieder di Schubert e di Schumann, Das Lied von der Erde di Mahler, nonché Das Rhein-gold (Loge) e Parsifal (Parsifal) di Wagner.Ha inoltre scritto il libro per bambini Lennie und der Ring des Nibelungen e dal 2006 ha insegnato canto alla Hochschule für Musik di Würzburg.Tra gli impegni recenti si ricordano Parsifal nel ruolo protagoni-sta, al Teatro Real di Madrid con Semyon Bychkov; Il Libro dei Sette Sigilli di Franz Schmidt a Vienna con Manfred Honeck e i Wiener Philharmoniker; Nona Sinfonia di Beethoven a Lipsia con l’Orche-stra del Gewandhaus di Lipsia e Herbert Blomstedt e con i Ber-liner Philharmoniker e Sir Simon Rattle a Berlino, Vienna, New York, Taipei e Tokyo.I progetti per la stagione 2016/17 comprendono Das Lied von der Erde di Mahler con i Berliner Philharmoniker, il Requiem di Mozart con la Filarmonica di Rotterdam, Hänsel und Gretel di Humperdinck con Rundfunk Sinfonieorchester Berlin, la Mis-sa Solemnis di Beethoven con Hessischer Rundfunk (HR) Sym-phonie Orchester.

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Kwangchul YounNato in Corea, dove ha studiato, dal 1993 al 2004 è stato membro della Berliner Staatsoper, interpretando numerosi ruoli primari.Negli ultimi anni ha cantato nei più importanti teatri internazio-nali: Opera di Stato di Vienna (Faust, Zauberflöte, Parsifal, Don Carlo, Tannhäuser), Berliner Staatsoper (Simon Boccanegra, Lohengrin, Rheingold, Eugen Onegin, Tannhäuser), Teatro alla Scala (Rheingold, Don Giovanni, il Trovatore, Fidelio), Metropo-litan Opera (Lucia di Lammermoor, Les Troyens, Maria Stuarda), Bayerischen Staatsoper di Monaco (Parsifal, Der fliegende Hol-länder, Tristan und Isolde, il Trovatore), Semperoper di Dresda (Simon Boccanegra, Lohengrin), Royal Opera House Covent Garden di Londra (Lohengrin, Lucia di Lammermoor), Gran Tea-tre del Liceu di Barcellona (Tristan und Isolde), Opéra National de Paris (La Forza del Destino, Luisa Miller, Aida), Opera di Fran-coforte (Don Carlos), Lyric Opera di Chicago (Parsifal) e Tea-tro Regio di Torino (Tannhäuser, Parsifal). È stato ospite anche in molti festival come il Festival di Bayreuth (Tristan, Parsifal, Die Walküre, Der fliegende Holländer), il Festival di Salisburgo, il Festival di Pasqua di Salisburgo, il Dresdner Musikfestspie-le, il Festival di Ludwigsburg, il Ravinia Festival, il Klangbogen Vienna e il Beethovenfest Bonn.Accanto ai suoi impegni operistici Kwangchul Youn svolge an-che un’intensa attività concertistica. Ha collaborato con Berli-ner Philharmoniker, Wiener Symphoniker, Rundfunk Sinfonie-orchester di Berlino, Accademia Nazionale di Santa Cecilia, VARA Radio di Amsterdam, Fondazione Gulbenkian di Lisbo-na, Orquestra Simfònica de Barcelona, Orchestre Philharmo-nique de Monte-Carlo, Orchestra del Teatro alla Scala di Mila-no, WDR Sinfonieorchester Köln, NHK Symphony Orchestra di Tokyo e BBC Proms.Kwangchul Youn può essere ascoltato anche nelle seguen-ti registrazioni: Die Meistersinger von Nürnberg al Festival di Bayreuth diretto Daniel Barenboim (Teldec), Croesus con René Jacobs (Harmonia Mundi), Fidelio (Teldec), Le nozze di Figaro, Così fan tutte, Don Giovanni e Tiefland diretto da Bertrand de Billy (Arte Nova), Daphne con la WDR Sinfonieorchester Köln e Semyon Bychkov (Decca, nominato per un Grammy come mi-gliore produzione operistica del 2006).

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Partecipano al concertoViolini primi*Roberto Ranfaldi (di spalla)°Marco Lamberti°Giuseppe LercaraConstantin BeschieruLorenzo BrufattoIrene CardoPatricia GreerValerio IaccioMartina MazzonSara Pastine Fulvia PetruzzelliFrancesco PunturoMatteo RuffoElisa SchackLynn WesterbergDemian Baraldi

Violini secondi*Paolo GioloEnrichetta MartellonoValentina BussoRoberto D’AuriaMichal ĎurišCarmine EvangelistaJeffrey FabisiakRodolfo GirelliPaolo LambardiFrancesco MancusoMarcello MiramontiFrancesco SannaCarola ZosiGiorgia Burdizzo

Viole*Ula UlijonaMatilde Scarponi Geri BrownGiovanni Matteo BrascioluMassimo De FranceschiFederico Maria FabbrisRiccardo FregugliaAlberto GioloAgostino MattioniMargherita SarchiniClara Trullén-SáezLizabeta Soppi

Violoncelli*Massimo MacrìMarco Dell’AcquaGiacomo Berutti

Stefano BlancEduardo dell’OglioPietro Di SommaMichelangiolo MafucciCarlo PezzatiStefano PezziFabio Storino

Contrabbassi*Cesare MaghenzaniAntonello LabancaAlessandro BelliLuigi DefontePamela MassaFrancesco PlatoniVirgilio SarroVincenzo Venneri

Flauti*Alberto BarlettaLuigi ArciuliPaolo Fratini

OttaviniFiorella Andriani Paolo Fratini

Oboi*Carlo RomanoSandro MastrangeliFranco TangariTeresa Vicentini

Corno ingleseTeresa Vicentini

Clarinetti*Enrico Maria BaroniFranco Da RoncoGraziano Mancini

Clarinetto piccoloFranco Da Ronco

Clarinetto bassoSalvatore Passalacqua

Fagotti*Elvio Di MartinoCristian CrevenaMichele Danzi

ControfagottoBruno Giudice

Corni*Stefano AprileMarco PanellaRosario PruitiLivio Ramasso

Tube wagneriane*Ettore BongiovanniValerio MainiEmilio MencoboniMarco Tosello

Trombe*Marco BraitoErcole CerettaDaniele Greco D’Alceo

Tromba bassaDevid Ceste

Tromboni*Diego Di MarioRoss Lyness

Tromboni bassiGianfranco MarchesiAntonello Mazzucco

TubaMatteo Magli

Timpani*Claudio Romano

PercussioniAlberto OcchienaEmiliano RossiSebastiano Girotto

Arpe*Margherita BassaniDonata Mattei

Pianoforte e Celeste*Andrea Rebaudengo

*Prime parti °Concertini

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Ascoltare, conoscere, incontrare, ricevere inviti per concerti fuori abbona-mento, scoprire pezzi d’archivio, seguire le tournée dell’Orchestra, avere sconti e facilitazioni. In una parola, diventare AMICI.

Il prossimo appuntamento

MERCOLEDÌ 25 GENNAIO 2017 - Ore 18.00Sala Coro dell’Auditorium Rai, piazza Rossaro - Torino

Conferenza di Giorgio Pestelli

Pëtr Il’ič Čajkovskij e il Concerto n. 1 op. 23 per pianoforte e orchestra

Questo concerto fu composto tra il novembre 1874 e il febbraio 1875 e fu eseguito per la prima volta a Boston nello stesso anno con Hans von Bülow al pianoforte. È uno dei concerti pianistici più eseguiti in tutto il mondo, celebre per la sua grandezza monumentale ed è il più noto dei tre composti da Čajkovskij.Giorgio Pestelli ci guiderà all’interno di quest’opera e da qui a cogliere alcuni aspetti dell’insieme dell’opera del grande compositore russo.Seguirà un incontro con la pianista Beatrice Rana.

a cura di Stefano Vitale

CONVENZIONE OSN RAI – VITTORIO PARKTutti gli abbonati, i possessori di Carnet e gli acquirenti dei singoli Concerti per la Sta-gione Sinfonica OSN Rai 2016-2017 che utilizzeranno il VITTORIO PARK di PIAZZA VITTORIO VENETO nelle serate previste dal cartellone, vidimando il biglietto di sosta nell’apposita macchinetta installata nel foyer dell’Auditorium Toscanini, avranno diritto allo sconto del 25% sulla tariffa oraria ordinaria.

Per informazioni rivolgersi al personale di sala o in biglietteria

Le varie convenzioni sono consultabili sul sito www.osn.rai.it alla sezione “riduzioni”.

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BIGLIETTERIA via Rossini – 011.8104653/4961 [email protected] - www.osn.rai.it

12°GIOVEDÌ 19 GENNAIO 2017 ORE 20.30 - Turno rossoVENERDÌ 20 GENNAIO 2017 ORE 20.00 - Turno blu

Direttore Karl-Heinz SteffensPianoforte Herbert Schuch

Ludwig van Beethoven Concerto n. 3 in do minore op. 37 per pianoforte e orchestra

Anton Bruckner Sinfonia n. 7 in mi maggiore

instagram.com/orchestrasinfonicarai @OrchestraRai www.facebook.com/osnrai

SINGOLO CONCERTO Poltrona numerata: da 30,00 € a 15,00 € (ridotto giovani)

INGRESSO Posto non assegnato: da 20,00 € a 9,00 € (ridotto giovani)