Musica classica, cultura per tutti. 23–24/2 · per Lui dovete essere pieni di vita, ... due...

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Stagione 2016 — 2017 Musica classica, cultura per tutti. Auditorium Rai, Torino 23–24/2 14 2017 Giovedì 20.30 – Venerdì 20.00 Direore Christian Arming Soprano Bernarda Bobro Soprano Karin Selva Mezzosoprano Anna Lucia Nardi Coro Maghini Maestro del coro Claudio Chiavazza Fanny Hensel Mendelssohn-Bartholdy Felix Mendelssohn-Bartholdy

Transcript of Musica classica, cultura per tutti. 23–24/2 · per Lui dovete essere pieni di vita, ... due...

Stagione 2016 — 2017

Musica classica,cultura per tutti.Auditorium Rai, Torino

23–24/214

2017Giovedì 20.30 – Venerdì 20.00

Direttore Christian ArmingSoprano Bernarda BobroSoprano Karin SelvaMezzosoprano Anna Lucia NardiCoro MaghiniMaestro del coro Claudio Chiavazza

Fanny Hensel Mendelssohn-BartholdyFelix Mendelssohn-Bartholdy

GIOVEDÌ 23 FEBBRAIO 2017 ore 20.30

VENERDÌ 24 FEBBRAIO 2017 ore 20.00

Direttore Christian ArmingSoprano Bernarda BobroSoprano Karin SelvaMezzosoprano Anna Lucia NardiCoro MaghiniMaestro del coro Claudio Chiavazza__________Fanny Hensel Mendelssohn-Bartholdy(1805-1847)Lobgesang “Meine Seele ist stille”cantata per soli, coro e orchestra (1831)

Introduzione PastoraleCoroRecitativoAriaCoro finale

Soliste: B. Bobro e A. L. Nardi durata: 16’ ca.

Prima esecuzione Rai a Torino_

Felix Mendelssohn-Bartholdy (1809-1847)“Verleih’ uns Frieden”(Da nobis pacem, Domine), antifona per coro e orchestra MWV A11 (1831)

durata: 6’ ca.

Prima esecuzione Rai a Torino_

Felix Mendelssohn-Bartholdy“Hör’ mein Bitten, Herr”, inno per soprano, coro e orchestra MWV B49 (1844/47)

Solista: B. Bobro

durata: 10’ ca.

Ultima esecuzione Rai a Torino: 6 novembre 1981, Coro di Torino della Rai, Fulvio Angius._____________________

14°

Il concertodi giovedì 23 febbraioè trasmessoin collegamento diretto su Radio 3, per il programma “Radio 3 Suite”.

Felix Mendelssohn-BartholdyEin Sommernachtstraum. Ouverture op. 21 e Musiche di scena op. 61 per soli, coro femminile e orchestra (da Shakespeare) (1826/42)

Ouverture. Allegro di moltoScherzo. Allegro vivaceLied con Coro. Allegro ma non troppoIntermezzo. Allegro appassionato – Allegro molto comodoNotturno. Andante tranquilloMarcia nuziale. Allegro vivaceDanza dei rustici. Allegro di moltoFinale. Allegro di molto

Soliste: B. Bobro e K. Selva

durata: 35’ ca.

Ultima esecuzione Rai a Torino:22 febbraio 2002, Rafael Frühbeck de Burgos,Laura Antonaz, Silvia Urtubia, Coro Maghini, Claudio Chiavazza.

Fanny Hensel Mendelssohn-BartholdyLobgesang “Meine Seele ist Stille”

Uguale destino ha unito sorella e fratello Mendelssohn: il dono di un grande talento, ma una vita breve, stroncata nello stesso anno e per lo stesso male (probabilmente ictus) che aveva col-pito altri membri della famiglia.Fanny ci ha lasciato un catalogo di 466 opere, delle quali però solo 32 furono pubblicate in vita. Era comunque molto presen-te nei salotti e nei fulcri della cultura non solo musicale: a Ber-lino incrementò e ravvivò le serie dei Concerti della Domenica, fondati dai genitori per favorire l’attività musicale di figli, che dal 1831 si interruppero solo con la morte della musicista nel 1847. Fanny e Felix assimilarono con entusiasmo gli insegna-menti di Carl Friedrich Zelter, improntati alla conoscenza della musica di Bach che maestro e allievi contribuirono a riscoprire e soprattutto a diffondere. Dopo una gravidanza travagliata di Fanny, nacque Felix Ludwig Sebastian – nomi non certo casua-li – che, dopo mesi di incerta sopravvivenza, raggiunse felice-mente il primo compleanno: ecco l’occasione per dedicare al piccolo e rivolgere a Dio un canto di lode e di ringraziamento, il Lobgesang appunto, su testi biblici. Fanny scelse il Salmo 62 per il coro iniziale; i versetti dal Vangelo di Giovanni 16, 21 e dal Canto dei Cantici 8, 6 per il Recitativo del contralto; i testi dell’Aria del soprano e del Coro finale sono invece di Johann Mentzer, teologo e poeta luterano.Fin dalle prime battute dell’Introduzione Pastorale è viva l’eco di analoghe pagine bachiane (L’Oratorio di Natale e la Pasto-rale per Organo in particolare), ma, lungi dall’apparire sterile imitatrice dello stile di Bach, la scrittura di Fanny è filtrata da una sensibilità tutta romantica e dall’anelito al soprannaturale, germinato forse dalla conversione al luteranesimo della fami-glia Mendelssohn. L’Aria del soprano O daß ich tausend Zungen hätte (O potes-si avere mille lingue) è considerata la pagina cardine di tutta la cantata e quella che meglio rispecchia lo stile e la poetica della musicista, che venera il grande Johann Sebastian delle cantate e degli oratori, ma che non reprime per questo la sua natura romantica reciprocamente stimolata dalla vicinanza e collaborazione fraterna con il poco più giovane Felix.

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COROMeine Seele ist Stille zu Gott, der mir hilftLaDenn er ist meine Hoff-nung,mein Hort, meine Hilfe und mein Schutz,daß mich kein Fall stürzen wird, wie groß er ist.

RECITATIVOEin Weib, wenn sie geniere,so hat sie Traurigkeit,denn ihre Stunde ist gekommen,wenn sie aber das Kind ge-boren hat,denkt sie nicht mehr an die Angstum,der Freude willen,daß der Mensch,zu Welt geboren ist.

Der Herr, hat es ihr gegeben,denn Liebe ist stark wie der Todund Eifer ist fest wie die Hölle;ihre Glut ist feurig,und eine Flamme des Herrn.

ARIAO daß ich tausend Zungen hätteUnd einen tausend fachen Mund,mit allen Wesen um die Wet-te lobt ich dann Gott,aus Herzensgrund, lobt ich dann Gott O daß doch meine Stimmerschallte bis dahin,wo die Sonne steht;o daß mein Blut mit

La mia anima è quieta di fronte a Dio, che mi aiuta,poiché Egli è la mia speranza, il mio rifugio, il mio soccorso e la mia salvezza, così che non precipiterò in alcuna rovina, per quanto grande possa essere.

Una donna, quando partorisce,è così sofferente,come fosse giunta la sua ora,ma quando il bambino è nato,ella più non ricorda le trepidazionia cagione della gioia,poiché una creatura è venuta al mondo.

Il Signore, Egli le ha donato,poiché l’amore è forte come la mortee il fervore è immutabile come l’inferno;il suo ardore è di fuocoe fiamma del Signore.

O potessi avere mille linguee mille volte una bocca,con tutte le creature farei a gara nel lodare Dio,dal profondo del cuore loderei Dio.

O che la mia voce risuoni così lontano, così come lo è il sole;o che il mio sangue sgorghi

Freuden wallte,so lang es durch die Adern geht;o wär mein jeder Puls ein Dankund jeder Odem ein Gesang.

Ihr grünen Blätter in den Wäldern, bewegt und regt euch doch mit mir,ihr zarten Blumen auf den Feldernverherrlicht Gott durch eure Zier.

Für ihn müßt ihr, für ihn bele-bet sein.Ihr grünen Blätter in den Wäldern,ihr zarten Blumen auf den Feldern,für ihn müßt ihr belebet sein,auch stimmet freudig mit mir ein.

CORO FINALEIch will von Gottes Güte singen,so lange sich die Zunge regt;ich will ihm Freudenopfer bringen,so lange sich mein Herz bewegt;ja wenn der Mund wird kraft-los sein,so stimm ich noch mitSeufzen ein.

dalla gioia,come continuamente scorre nelle vene;allora sarebbero ogni battito un ringraziamentoe ogni respiro un canto.

Le sue foglie verdi nel bosco, si muovono e si agitano ma insieme con me,i suoi fiori delicati nei campiGlorificano Dio con il loro decoro.

Per Lui, per Lui dovete essere infervorati.voi sue foglie verdi nel bosco,voi fiori delicati nei campi,per Lui dovete essere pieni di vita,anche la mia voce si levi con gioia.

Io canterò della bontà di Dio,finché avrà vita la lingua;io Gli offrirò la mia gioia finché il mio cuore sarà in movimento;e quand’anche la bocca fosse senza vigore,allora la mia voce sarà ancora un sospiro.

Concedi benignamente a noi la pace Signore Dio,che sia per noi duratura!Poiché non c’è nessuno, che possacombattere per noise non Tu,nostro unico Dio.

Felix Mendelssohn-BartholdyVerleih’ uns Frieden, antifona per coro e orchestra

Composto a Roma nel 1831, questo klein Lied (piccolo canto), così lo definì lo stesso Mendelssohn, è un breve capolavoro corale e strumentale su testo luterano, leggermente variato ri-spetto a quello dell’originale Antiphona pro pace. Tuttavia qui non è presente la melodia gregoriana e la struttura è curiosa: l’invocazione è ripetuta tre volte, con intensificarsi crescente di voci e strumenti, come un’implorazione accorata, dapprima di uno o pochi fedeli e poi dell’umanità tutta. Sembra che il musicista avesse in mente un “canone con violoncello e con-trabbassi”, ma la versione conosciuta prevede, oltre il coro a quattro voci miste, un organico per nulla inconsueto: due flau-ti, due clarinetti, due fagotti e archi, con violoncelli divisi a due.Questa pagina, così concentrata e commovente, ebbe grande diffusione fin dai tempi della sua creazione. A testimonianza di ciò, Schumann scrisse sul n. 12 della sua Neue Zeitschrift für Musik: «Una composizione singolarmente bella, del cui effetto una semplice occhiata alla partitura non può dare che un’idea. Questo piccolo brano merita di essere famoso nel mondo, e lo diventerà; le Madonne di Murillo e di Raffaello non possono restare ignote a lungo»

Riproduciamo qui il doppio testo come appare in partitura: quello latino e quello di Lutero.

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Verleih’ uns Frieden gnädichlichHerr Gott, zu unsern Zeiten! Es ist doch ja kein Andrer nicht,der für uns könnte streiten,denn du, unser Gott alleine.

Da nobis pacem, Domine,da pacem perdurarenam nullus est qui valide pro nobis possit stare, quam tu, nostra spes et salus.

Felix Mendelssohn-Bartholdy

Mendelssohn concepì questo inno per soprano, coro misto e organo a Lipsia nel 1844 (ma la versione con orchestra è del 1847) in uno dei periodi più intensi della sua attività di compo-sitore e di animatore della vita musicale, un anno dopo il gran-de Salmo 98 a otto voci e orchestra, e nel mezzo della lunga gestazione dell’oratorio Elijah. Diversamente da Schubert, in Mendelssohn, nato da famiglia ebraica convertita al lutera-nesimo, la musica sacra nasce sempre da un nucleo di intima e commossa emozione, propria del neofita per il quale la fede significa al tempo stesso conquista ed emancipazione. Anche nelle poche pagine di quest’inno è possibile cogliere, nella loro reciproca complementarietà, le due componenti di fondo di tutta la musica sacra di Mendelssohn: da un lato l’influenza di Bach, assimilata assai meglio di molti contemporanei sia nei dati tecnici che nelle implicazioni spirituali; dall’altro il gesto soggettivo della melodia romantica nei suoi struggimenti e nella sua dolcezza espressiva. Da un lato, la densità vigorosa del corale luterano, che interviene laddove il testo suggerisce una visione collettiva e universale della fede; dall’altra, la libera espansione lirica per i momenti individuali della solitudine e dello smarrimento.

Andrea Lanza(dagli archivi Rai)

“Hör’ mein Bitten, Herr”, inno per soprano, coro e orchestra

Hör’ mein Bitten, Herr,neige dich zu mirauf deines Kindes Stimmehabe Acht!Ich bin allein;wer wird mir Trösterund Helfer sein?lch irre ohne Pfadin dunkler Nacht!

Die Feinde sie droh’n,und heben ihr Haupt:“Wo ist nun der Retter,an den ihr geglaubt?”Sie lästern dich täglich,sie stellen uns nach,und halten die Frommenin Knechtschaft und Schmach!

Mich fasst des Todes Furchtbei ihrem Dräu’n!Sie sind unzählige,ich bin allein;mit meiner Kraft kann ichnicht widersteh’n;Herr, kämpfe du für mich,Gott, hör’mein Fleh’n!

O könnt’ ich fliegenwie Tauben dahin,weit hinweg vor dem Feindezu flieh’n!In die Wüste eilt’ ich dann fort,fände Ruhe am schattigen Ort.

Ascolta la mia preghiera, Signore,chinati a me,alla voce di un tuo figliopresta ascolto!Sono solo; da chi avròconsolazione e conforto?Vado errandosenza direzionein una notte di tenebre!

I nemici incombonoe alzano la testa:“Dov’è ora il Salvatorenel quale credevate?”A te ogni giorno imprecano,ci incalzano,e i giusti tengonoin schiavitù e infamia!

Paura di morte mi afferraalle loro minacce!Essi sono senza numeroed io son solo;con le mie forzenon posso resistere;Signore, combatti tu per me,Dio, ascolta la mia supplica!

O potessi prendere il volocome i colombi,per fuggir via lontanodinanzi ai nemici!Subito allora cercherei luoghi deserti,e pace troverei in un sito ombroso.

Felix Mendelssohn-BartholdySogno di una notte di mezza estate, ouverture op. 21 e musiche di scena op. 61 per soli, coro femminile e orchestra (da Shakespeare)

Se il pensiero dovesse correre immediato a un esempio del fiabesco in musica, subito verrebbe in mente un autore: Men-delssohn. Ad esso, poi, non si potrebbe che associare il nome di un altro gran romantico tedesco, Carl Maria von Weber, aven-do entrambi – l’uno con le musiche di scena per il Sogno di una notte di mezza estate (1842), l’altro con l’opera Oberon (1826) – attinto alla medesima pièce del poeta inglese. Ma se per We-ber la fonte shakespeariana venne filtrata dall’Oberon di Chri-stoph Martin Wieland, Mendelssohn cucì la musica proprio sulla commedia originale, nella traduzione di Ludwig Tieck, altro esponente di punta del movimento romantico tedesco. Tieck aveva assunto nel 1841 la carica di sovrintendente agli spettacoli teatrali presso la corte di Federico Guglielmo IV di Hohenzollern, re di Prussia, che si era anche assicurato Men-delssohn come direttore della Cappella Reale. Nacquero così una serie di musiche di scena per rappresentazioni private: l’Antigone di Sofocle nel 1841, poi Shakespeare, infine ancora Sofocle con l’Edipo a Colono e Racine con Atalia, entrambi nel 1845. Fu un periodo di attività febbrile per Mendelssohn, che non aveva voluto sciogliere i legami con l’amata Lipsia, dove, pur avendo lasciato la carica di Kapellmeister all’orchestra del Gewandhaus, compì nel 1843 un progetto a lungo accarezza-to: la fondazione di un Conservatorio del quale fu subito diret-tore. Le tensioni legate all’attività berlinese sommata a quella lipsiense, la fatica quotidiana del dover onorare gli incarichi a lui affidati in quanto musicista di fama e valore eccelsi, non impedirono tuttavia che alla reggia di Potsdam, fuori Berlino, accadesse il 18 ottobre 1843 un miracolo di perfezione e coe-renza: le musiche per il Sogno generavano un linguaggio e un timbro che, interpretando Shakespeare in chiave romantica, avrebbero da allora per sempre significato la fiaba, le fate, il bosco, la notte. La meraviglia, com’è noto, risedette in primis nell’assoluta omogeneità di stile con cui l’autore estrapolò ed elaborò i temi del capolavoro giovanile, l’Ouverture scritta a diciassette anni nel 1826, l’anno dell’Oberon di Weber. Fu quello il nucleo germinatore preposto al fortunato spettacolo Tieck-Mendelssohn, il nucleo nel quale gli stilemi del fiabesco in musica erano tutti contenuti.Dei quattro accordi che aprono l’opera si ricorderà volutamen-te Rimskij-Korsakov in Shéhérazade, quasi fossero davvero una formula magica che schiude un mondo extrasensoriale.

Questo sigillo del mondo fantastico – un semplice giro accor-dale di mi maggiore, la tonalità cardine in queste musiche di scena – schiude la dimensione degli elfi e di Puck, con la corsa di crome lievissime e staccate ai violini e i pizzicati delle viole, un abile modo per creare l’atmosfera sfruttando l’introduzione di una canonica ouverture in forma-sonata poggiante su tre temi: quello in fortissimo a piena orchestra (che in tempo più largo ritorna nella coda), quello in piano ai clarinetti e ai violon-celli e dall’eco beethoveniana, infine quello rustico in tempo di bergamasca e col salto di nona minore discendente, il raglio di Bottom con testa d’asino. Questo è il serbatoio che l’autore sfrutta e ampiamente integra con pezzi nuovi lungo i cinque atti di Shakespeare, per complessivi tredici numeri formati da intermezzi, cori, marce e naturalmente melologhi, ovvero i bra-ni misti con recitazione alternata o sovrapposta alla musica, omessi in un’esecuzione da concerto. Nessuno, tuttavia, è concepito per il I atto cittadino, in cui ap-paiono la coppia ducale di Teseo e Ippolita – imminenti sposi – e le coppie dei giovani nobili ateniesi, innamorati e infelici per non poter coronare le reciproche aspirazioni. Mendelssohn iniziò a comporre dall’intermezzo fra I e II atto, ovvero al pas-saggio fra la città e il bosco, fra la dimensione umana e il regno della natura, il luogo sacro ai romantici. Lo Scherzo, in breve e agile forma-sonata, riprende infatti dall’Ouverture e affida alla leggerezza dei legni la musica degli elfi per l’alzarsi del sipa-rio su Puck e sulle fate: a loro volta questi fanno da preludio all’arrivo di Oberon e di Titania, re e regina delle fate, dei quali si apprende - lungo un melologo - il disaccordo. Titania sce-glierà di rimanere nel bosco e si addormenterà, porgendo così a Oberon l’occasione per una vendetta: grazie al succo di un fiore magico spremuto da Puck sulle ciglia durante il sonno, la fata s’innamorerà, al risveglio, della prima creatura che ve-drà: Bottom con la testa d’asino. Il Lied con coro è dunque una ninna-nanna delle fate per la propria regina, attorniata da due voci soliste che intonano ciascuna una strofa in la minore alla quale segue il ritornello in la maggiore. Si compie allora la ma-gia di Oberon su Titania, mentre le coppie dei giovani ateniesi s’inseguono e si perdono nel bosco: per il vagare affannato di Ermia, che ama riamata Lisandro senza l’assenso del padre al matrimonio, Mendelssohn scrive l’Intermezzo fra II e III atto, un Allegro appassionato in forma libera durante il quale la donna invano cerca il suo amato. Questa volta il sipario si rialza sugli artigiani, recatisi nel bosco per provare l’infelice storia di Pira-mo e Tisbe, la tragedia che presenteranno, con esiti grottesca-mente farseschi, in occasione delle nozze regali: li guida quel

Bottom che già sappiamo essere involontaria parte nel gioco magico degli scambi, al culmine in questo atto anche grazie alla confusione creata da Puck, il quale spargendo il succo su palpebre sbagliate ha ulteriormente complicato le relazioni tra Ermia, Lisandro, Elena e Demetrio. Alla fine del III atto, in cui Mendelssohn compose soltanto melologhi, sarà Oberon a decidere che, dopo il sonno nel quale tutti sono caduti sfi-niti, ognuno ritroverà il giusto amato, Ermia Lisandro ed Elena Demetrio: egli medesimo si riconcilierà con Titania. Dopo più attente mosse del folletto Puck, la musica in mi maggiore del Notturno scende a lenire ogni pena e ogni spossatezza: sulla profondità del sonno degli uomini si leva il suono romantico per eccellenza, quello del corno solo raddoppiato dai fagot-ti, per intonare uno dei più alti inni alla sacralità della natura e della notte: questa romanza senza parole, tripartita e con una breve coda, è davvero un luogo sacro del romanticismo fiabe-sco, qui scelto in funzione d’intermezzo fra III e 1V atto.Sciolte poi, lungo il 1V atto, le complicazioni fra tutte le cop-pie, giunge la volta delle nozze fra Teseo e Ippolita, per le quali Mendelssohn scrive la Marcia divenuta poi celeberrima. Col-locata a mo d’intermezzo tra il 1V e il V atto, essa trae forza e bellezza tematica, oltre che dal ritmo e dalla magnificenza strumentale, dalla ricchezza con cui è armonizzato l’inciso melodico di base, che approda alla tonica (qui do maggiore) soltanto sull’ultima delle sue quattro battute. La disposizione della musica secondo la forma del rondò, quindi con tre ri-petizioni del tema principale, consente a Mendelssohn di far alzare il sipario, con gran gesto scenico, sull’ultimo ritornello: da lì in avanti ha luogo la squinternata rappresentazione de-gli artigiani (il compositore vi inserisce una breve, parodistica marcia funebre), chiusa dalla Danza dei rustici, voluta già da Shakespeare in ritmo di bergamasca, una danza fatta di salti e giravolte. Usciti gli sposi reali e le nobili coppie con la ripresadella marcia nuziale, Mendelssohn si congeda con un finale di nuovo fatato, aperto e chiuso dalla formula magica dei quattro accordi: è una danza tripartita di spiriti e folletti accompagnata dal canto, il cui testo corale attinge da Shakespeare le parole di Oberon, mentre la fata solista canta quelle di Titania. Le battute finali riprendono l’aerea coda posta a chiudere l’Ouverture: tutto è compiuto, ogni intreccio è sciolto e ogni cerchio si chiude.

Giangiorgio Satragni(dagli archivi Rai)

Lied mit Chor

ERSTE ELFEBunte Schlangen, zweigezüngt,Igel, Molche, fort von hier!Daß ihr euren Gift nicht bringtIn der Königin Revier!

CHORNachtigall, mit MelodeiSing in unser Eiapopei!Eiapopeia! Eiapopei!Daß kein Spruch,Kein ZauberfluchDer holden Herrin schädlich sei.Nun gute Nacht mit Eiapopei!

ZWEITE ELFESchwarze Käfer, uns umgebtNicht mit Summen!Macht euch fort!Spinnen, die ihr künstlich webt,Webt an einem andern Ort!

ERSTE ELFEAlles gut, nun auf und fort!Einer halte Wache dort!

Finale

CHORBei des Feuers mattem Flimmern,Geister, Elfen, stellt euch ein!Tanzet in den bunten ZimmernManchen leichten Ringelreihn!Singt nach meiner Lieder Weise!Singet! hüpfet! Leise! leise!

ERSTE ELFEWirbelt mir rnit zarter KunstEine Not’ auf jedes Wort;Hand in Hand, mìt Feengunst,Singt und segnet diesen Ort!

CHORSingt und segnet diesen Ort!Nun genung!Fort im Sprung!Trefft mich in der Dämmerung!

Lied con coro

PRIMA FATAVoi serpi maculate, con lingua biforcuta,spinosi porcospini, vermi ciechi, via da qui!Non recate danno con il vostro velenoalla regina delle fate!

COROUsignolo, intona una melodia,cantaci la nostra ninna nanna!Ninna nanna! Ninna nanna!Nessun incantesimo,nessuna maledizionerechi danno alla diletta sovrana.Ora buona notte, con la ninna nanna.

SECONDA FATANeri scarabei, non circondatecicon il vostro ronzio!Rimanete lontani!Ragni, la vostra finta telatessete in un altro luogo!

PRIMA FATAOra andate, tutto è bene!Stia all’erta una sentinella!

Finale

COROCon lo scintillare fiacco del fuoco,spiriti, elfi, venite!Ballate nelle stanze coloratequalche leggero girotondo!Cantate la melodia delle mie canzoni!Cantate! Saltellate! Piano! Piano!

PRIMA FATAFatemi vorticare con dolce arteuna nota su ogni parola;mano nella mano, con la benevolenza da fata,cantate e benedite questo luogo!

COROCantate e benedite questo luogo!Adesso basta!Via di corsa!Ritrovatemi prima dell’ alba!

Christian ArmingNato a Vienna, ha studiato presso l’Università di Musica e delle Arti. Fino al 2002 è stato Direttore principale dell’Orchestra Filar-monica Janáček di Ostrava e, fino al 2004, dell’Orchestra Sin-fonica e del Teatro d’Opera di Lucerna dove ha diretto Carmen, Il Flauto magico, Bohème, Un ballo in maschera e L’Olandese Volante. La collaborazione con Seiji Ozawa lo ha portato a Tanglewood (Boston Symphony Orchestra) e a Tokyo (New Japan Philhar-monic) di cui è tuttora direttore principale. In tale veste numer-osissimi sono i concerti eseguiti, ma anche le nuove produzi-oni operistiche, tra cui: Leonore, Jeanne D’Arc, Salome, Lohen-grin, Il pipistrello.È stato ospite al Festival di Salisburgo, a Cincinnati per The Turn of the Screw di Britten, a Trieste per Il cavaliere della Rosa, a Strasburgo per Il principe Igor, a Verona per Salome e Elektra, a Francoforte per L’Olandese Volante, Don Giovanni e Jenůfa.Nel maggio del 2003, come direttore più giovane nella storia del Festival dopo Rafael Kubelik, ha inaugurato con la Filar-monica Ceca il Festival Primavera di Praga. Dal 2006 collabora con la Camerata Salzburg e con l’Orchestre National du Capi-tole de Toulouse.In Italia ha diretto a Palermo (Teatro Massimo), Trieste (Teatro Verdi), Verona (Teatro Filarmonico), Genova (Teatro Carlo Fe-lice), Parma (Orchestra Toscanini), Napoli (Teatro di San Car-lo), Venezia (La Fenice).Tra le molte collaborazioni con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, dopo la prima avvenuta nel 2005, si ricorda nel 2009 la Messa in mi bemolle maggiore di Schubert eseguita nel Duo-mo di Orvieto.È stato ospite di numerose orchestre quali: Deutsches Sym-phonie Orchester, Münchner Philharmoniker, Wiener Sym-phoniker, Staatskapelle di Dresda, Orchestra São Carlos di Lisbona, Orchestre delle Radio di Francoforte, di Stoccarda, di Lipsia e di Vienna.Dal 2011 ricopre la carica di direttore principale dell’ Orchestre Philharmonique Royal di Liegi.Con l’Orchestra Filarmonica Janaček ha inciso per Arte Nova e Rosa Classic, mentre con la New Japan Philharmonic ha regi-strato per Fontec e Fontec/Gramola.

Christian Arming Bernarda BobroNata in Slovenia, ha studiato canto a Maribor e all’Università di Musica di Graz. Nel 1999 ha debuttato allo Stadttheater Kla-genfurt come Susanna ne Le nozze di Figaro. È stata membro dell’ensemble della Volksoper di Vienna dal 2000 al 2005 in-terpretando con successo ruoli protagonisti.Nel 2003 ha debuttato al Festival di Bregenz in una nuova pro-duzione de La piccola volpe astuta di Janáček. Nel 2005 è stata acclamata come Norina nel Don Pasquale e ha debuttato in Die Fledermaus alla Staatsoper di Amburgo. Nel 2006 ha debuttato al Festival di Salisburgo come Fortuna ne Il Sogno di Scipione di Mozart diretto da Ticciati e in Italia al Teatro di San Carlo di Napoli. Altri debutti: nel 2008 come Juliette nel Romeo et Juliette di Gou-nod all’Opera North di Leeds e in Hänsel und Gretel al Festival di Glyndebourne, nel 2009 ne Le Nozze di Figaro al Théâtre de la Monnaie di Bruxelles, in Der Rosenkavalier di Strauss al Festival di Baden-Baden diretta da Thielemann e nell’Infernal Comedy con Malkovich al Festival di Peralada (Spagna).Nel 2009 ha debuttato con l’OSN Rai a Torino nell’Egmont di Beethoven diretto da Stefan Anton Reck, nel 2010 alla Neder-landse Opera come Marzelline nel Fidelio e a Vienna ne La Tra-viata ed è tornata al Festival di Baden-Baden in Elektra con Thie-lemann. Ha debuttato nel Sogno di Scipione per la direzione di Harnoncourt al Musikverein di Vienna.Ha collaborato ancora con Harnoncourt cantando nella Caeci-lienmesse di Haydn a Styriarte e nel 2012 è stata diretta per la prima volta da Claudio Abbado a Bologna nella Messa in mi be-molle maggiore di Schubert e ne La Traviata al Covent Garden di Londra, sosituendo Anna Netrebko.Per la stagione 2013/14 è tornata all’Opéra National di Parigi e al Festival di Bregenz; nel 2015 ha debuttato negli Stati Uniti all’O-pera di Seattle, al Nuovo Teatro Nazionale di Tokyo e al Grand Théâtre di Ginevra. Nel 2016 è stata Donna Anna nel Don Gio-vanni alla Staatsoper di Stoccarda e per la prima volta ha inter-pretato Lucia in Lucia di Lammermor all’Opera di Colonia.L’ultimo concerto con l’OSN Rai è stato ad aprile 2013 come soprano nell’Oratorio La Creazione di Haydn, diretta da Cri-stopher Hogwood.

Karin SelvaNata a Bolzano, diplomata in violoncello e canto lirico, si è perfe-zionata con Carmen Vilalta, Helga Müller-Molinari, Barbara Schlick, Marius van Altena, Patrizia Vaccari e Bianca Maria Casoni. Fa parte del Coro Maghini come solista e membro stabile del Ghislieri Choir & Consort con cui ha partecipato ai più impor-tanti festival europei di Musica Antica (Ambronay, La Chai-se-Dieu, Pontoise, Sablé, Utrecht, Anversa, Bruxelles, Royau-mont, Bucarest, Torino, Milano, Brescia, Mantova); ha inoltre collaborato con diversi cori professionali: Athestis Chorus di Este, Ars Cantica Choir di Milano, Oberwalliser Vokalensemble di Brig (CH), Ricercare Ensemble (Mantova).Nel 2009 è stata invitata dal prestigioso gruppo spagnolo Ca-pella de Ministrers in occasione dei festival di musica antica di Valencia e Oslo. Ha collaborato con il Concerto Italiano di Rinaldo Alessandrini al Festival Resonanzen 2012 a Vienna, con l’ensemble Delitiae Musicae di Marco Longhini al Festival Monteverdi 2013 di Cremona, con l’Accademia Hermans e con la Venice Monteverdi Academy a Venezia nel 2014. Ha canta-to nei ruoli di Minerva, Amore e Melanto ne Il Ritorno di Ulisse in Patria di Monteverdi e di Melia nell’Apollo et Hyacinthus di Mozart al Carlo Felice di Genova. A Stresa ha debuttato come Prima Dama ne Il Flauto Magico di Mozart sotto la direzione di Gianandrea Noseda e la regia di Michele Placido. A Pavia e Como è stata Tamiri ne Il Re Pastore diretta da Bruno Dal Bon; sempre a Pavia ha debuttato il ruolo di Belinda in Dido and Aeneas di Purcell. Nel 2011 è stata Ester nell’opera da camera contemporanea Il gioco delle sorti di Gilberto Bosco proposto a Torino con l’Ensemble Fiarì. Nel 2013 ha esordito nella sta-gione dell�Unione Musicale, aprendo la sezione Atèlier Parigi e nel 2015, nell’ambito di un concerto del Coro Maghini, come personaggio principale per l’esecuzione del Pellegrinaggio della Rosa di Schumann. Ha preso parte alla registrazione del-la Cantate di Nikolaus Bruhns con l’ensemble di musica antica Harmonices Mundi di Bolzano di Claudio Astronio e del Vespro della Beata Vergine di Tarquinio Merula con l’Ensemble Euridi-ce di Torino. Ha inciso per Sony-Deutsche, Harmonia Mundi, Amadeus, Stradivarius, Philharmonia e Chandos.

Karin Selva Anna Lucia NardiNata in Alto Adige, ha studiato canto al Conservatorio Claudio Monteverdi di Bolzano con Luise Gallmetzer e Sabina von Wal-ther, perfezionandosi con Christa Ludwig, Brigitte Fassbaender, Gertrud Ottenthal e Kurt Widmer. Ha vinto il primo premio alla sesta edizione del Concorso inter-nazionale di Canto lirico e da camera di Biella ed è stata pre-miata al Concorso internazionale Opera Rinata di Vercelli e al Concorso di Merano. Ha cantato nel Messiah di Händel, nella Passione secondo Giovanni di Bach, nello Stabat Mater di Pergolesi e si è esibita nella prima esecuzione moderna della Messa in re maggiore di Pergolesi al Teatro Olimpico di Vicenza. Diretta dal maestro Gustav Kuhn, ha cantato la Petite Messe Solennelle di Rossini a Lucca, la Nona Sinfonia di Beethoven a Bolzano e al Festival tirolese di Erl e la Missa solemnis di Beethoven. Il suo debutto operistico è avvenuto al Teatro Comunale di Pia-cenza nel ruolo della prima Ancella nell´Elektra di Strauss. Se-guono varie recite in Italia e all’estero: Le nozze di Figaro, Così fan tutte e Il flauto magico di Mozart; La traviata, Rigoletto e Al-zira di Verdi; Parsifal, I maestri cantori di Norimberga e Tristano e Isotta di Wagner; Guglielmo Tell di Rossini; Salome di Strauss; La sposa sorteggiata di Smetana e Lulu di Berg. Dall’autunno 2013 fa parte dell’Accademia di Montegral di Gustav Kuhn. Nel 2015 ha interpretato il ruolo di Maddalena ne I maestri can-tori di Norimberga e quello di Rossweisse ne La Valchiria al Fe-stival di Erl e in una tournée in Cina diretta da Kuhn. Nell’autun-no 2016 ha debuttato al Teatro di San Carlo di Napoli nell’opera Der Zwerg (Il nano) di Alexander von Zemlinsky.

Si è formato nel 1995 a seguito di una prima collaborazione con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, a cui sono seguite negli anni successivi numerose produzioni, tra le quali: la Mes-sa in si minore, le Passioni di Bach, il Requiem e la Messa KV 427 di Mozart, la Missa solemnis e la Nona sinfonia di Beethoven, le opere sinfonico-corali di Brahms, Peer Gynt di Grieg, La vida breve di Falla, Porgy and Bess di Gershwin, Der Rosenkavalier di Richard Strauss. Nel gennaio 2006, in occasione del Con-certo inaugurale del restaurato Auditorium “Arturo Toscanini” della Rai di Torino, ha preso parte all’esecuzione della Seconda Sinfonia di Mahler; nel marzo 2008, sempre a fianco dell’ OSN Rai, ha partecipato alla 47ª Semana de Musica Religiosa di Cuenca (Spagna) con l’esecuzione del War Requiem di Britten e della Messa da Requiem di Verdi. Nel mese di ottobre 2014 ha inaugurato la 70° Stagione dei Pomeriggi Musicali di Milano con l’esecuzione del Messiah di Haendel sotto la direzione di Ottavio Dantone. Nel campo della musica antica collabora sta-bilmente con l’Academia Montis Regalis diretta da Alessandro De Marchi con cui ha realizzato diversi progetti concertistici nell’ambito delle stagioni dell’Unione Musicale di Torino, della Società del Quartetto di Milano, di MiTo Settembre Musica; ha partecipato alla 50ª Settimana Internazionale di Musica Sa-cra di Monreale (Palermo) . Nell’estate 2011 è stato invitato al Festival MA di Brugges (Belgio) e dal 2011 al 2016 come coro residente all’Innsbrucker Festwochen der Alte Musik (Austria); nel 2016 ha preso parte al Festival Wratislavia Cantans di Wro-claw (Polonia) con un programma mozartiano. Accanto alla produzione per coro e orchestra il Coro Maghini ha affrontato buona parte del più importante repertorio per coro a cappella, dalle Sacrae Symphoniae di Giovanni Gabrieli ai Salmi a dop-pio coro di Mendelssohn, dall’integrale dei Mottetti di Bach alla musica corale romantica di Brahms, Liszt, al repertorio corale del XX secolo, con alcune prime esecuzioni assolute di musi-che corali contemporanee (Bertotto, Castagnoli, Camoletto, Margutti). Collaborano alla preparazione del coro il maestro assistente Elena Camoletto e il pianista Sergio Merletti.

Coro Maghini

Coro Maghini

Coro Maghini

Soprani Chiara Albanese, Manuela Bianciotto, Martina Bonomo, Elena Branciaroli, Cristina Camoletto, Barbara Crisponi, Paola Destefanis, Bettina Eickelberg, Miriam Gorgoglione, Nadia Kuprina, Alessandra Maniccia, Teresa Nesci,Silvia Prot, Karin Selva, Arianna Stornello, Isabelle Suberbielle.

Contralti Sabrina Appendino, Romina Battaglino, Barbara Brandi, Elisa Brizzolari, Maria Grazia Calcagno, Elena Camoletto, Veruska Capra, Isabella Di Pietro, Clara Giordano,Olena Kharachko, Sara Lacitignola, Eliana Laurenti, Federica Leombruni, Norina Liccardo, Maria Russo,Svetlana Skvortsova.

Tenori Enrico Armando, Giancarlo Cicero, Michele Concato, Stefano Gambarino, Massimo Lombardi, Corrado Margutti, Fabrizio Nasali, Phillip Peterson, Adriano Popolani,Roger Alecio Rieffel, Luca Santoro, Bekir Serbest.

Bassi Sergio Alcamo, Riccardo Bertalmio, Francesco Coppo, Cesare Costamagna, Sandro Gugliermetto,Ermanno Lo Gatto, Marco Milanesio, Dario Previato,Dario Ribechi, Davide Sacco.

Maestro del Coro Claudio Chiavazza.

Claudio ChiavazzaL’ampiezza del repertorio, dal Canto Gregoriano alla musica vocale contemporanea, le molte collaborazioni con i più im-portanti direttori e ensemble del panorama musicale interna-zionale, la pluriennale e multiforme attività fanno di Claudio Chiavazza una della figure più rappresentative della realtà corale italiana. La sua formazione musicale inizia al Conserva-torio di Torino, dove è attualmente docente, per completarsi presso l’Istituto Kodály di Kecskemét (Ungheria) sotto la guida di Peter Erdei. In qualità di direttore di coro ha tenuto concer-ti in Italia, Austria, Belgio, Ungheria, Francia, Svizzera, Grecia, Repubblica Ceca, ex Iugoslavia. È direttore del Coro Maghi-ni fin dalla sua costituzione e alterna all’intenso lavoro con tale formazione la conduzione di diversi ensemble musicali, la promozione di eventi corali e l�organizzazione di iniziative volte alla diffusione della cultura musicale e del canto corale. Ha collaborato con direttori quali Rafael Frühbeck de Burgos, Kirill Petrenko, Yuri Ahronovitch, Gerd Albrecht, Kristjan Järvi, Serge Baudo, Simon Preston, Jeffrey Tate, Juanjo Mena, Gia-nandrea Noseda, Wayne Marshall, Helmuth Rilling, Cristopher Hogwood, Robert King, Ivor Bolton, Juraj Valčuha, Ottavio Dantone, Alessandro De Marchi. Nell’ambito della musica an-tica ha diretto diversi complessi partecipando ad importanti festival quali MiTo-Settembre Musica, Tempus Paschale di To-rino, 50° Settimana Internazionale di Musica Sacra di Monrea-le, Armoniche Fantasie, Musica Recercata di Genova, Festival dei Saraceni, 5° Festival Musicale della Via Francigena, Les Ba-roquiales di Sospel, Musique Sacrée en Avignon, Innsbrucker Festwochen der Alten Musik. Oltre a importanti produzioni tra cui spiccano il Vespro della Beata Vergine di Monteverdi e Dido and Aeneas di Purcell, ha realizzato diversi progetti di ricerca in collaborazione con l’Istituto per i Beni Musicali in Piemonte, prime incisioni di musiche inedite di Giovan Battista Fergusio, Filippo Albini, Sigismondo D’India, Francesco Durante, Ales-sandro e Domenico Scarlatti per le case discografiche Opus 111, Stradivarius e Sarx Record.

Claudio Chiavazza

Partecipano al concerto

Violini primi*Alessandro Milani (di spalla)°Marco LambertiAntonio BassiConstantin BeschieruLorenzo BrufattoIrene CardoAldo CicchiniPatricia GreerValerio IaccioMartina MazzonEnxhi NiniSara PastineFrancesco PunturoMatteo RuffoElisa SchackLynn Westerberg

Violini secondiI*Roberto RighettiValentina BussoEnrichetta MartellonoPietro BernardinRoberto D’AuriaMichal ĎurišCarmine EvangelistaJeffrey FabisiakRodolfo GirelliPaolo LambardiAlessandro MancusoMarcello MiramontiIsabella TarchettiCarola Zosi

Viole*Ula UlijonaGeri Brown Matilde ScarponiGiovanni Matteo BrascioluGiorgia Cervini

Federico Maria FabbrisRiccardo FregugliaAlberto GioloAgostino MattioniDavide OrtalliMargherita SarchiniClara Trullén-Sáez

Violoncelli*Pierpaolo TosoMarco Dell’AcquaErmanno FrancoGiacomo BeruttiStefano BlancPietro Di SommaMichelangiolo MafucciCarlo PezzatiStefano PezziFabio Storino.

Contrabbassi*Cesare MaghenzaniSilvio AlbesianoAntonello LabancaAlessandro BelliLuigi DefontePamela MassaVirgilio SarroVincenzo Venneri

Flauti*Dante MilozziLuigi Arciuli

Oboi*Carlo RomanoFranco Tangari

Clarinetti*Enrico Maria BaroniGraziano Mancini

Fagotti*Elvio Di MartinoCristian Crevena

Corni*Ettore BongiovanniPaolo Valeriani

Trombe*Marco BraitoDaniele Greco D’AlceoRoberto Rivellini

Tromboni*Diego Di MarioDevid Ceste

Trombone bassoAntonello Mazzucco

TubaMatteo Magli

Timpani*Claudio Romano

PercussioniCarmelo Giuliano Gullotto

*prime parti ° concertini

Alessandro Milani suona un violino “Francesco Gobetti” del 1711, messo generosamente a disposizione dalla FondazionePro Canale di Milano

— FUORI ABBONAMENTO

28/02Martedì 20.30 Concerto di Carnevale

Direttore Ryan McAdams Violino David Garrett

Musiche di Johann Strauss, Vittorio Monti, Niccolò Paganini, Georges Bizet, Leonard Bernstein, Johannes Brahms, Alberto Ginastera, Jacques Offenbach

Il concerto è registrato dalla radio e dalla televisione e an-drà in onda prossimamente su Radio 3 e Rai 5

CONVENZIONE OSN RAI – VITTORIO PARKTutti gli abbonati, i possessori di Carnet e gli acquirenti dei singoli Concerti per la Sta-gione Sinfonica OSN Rai 2016-2017 che utilizzeranno il VITTORIO PARK di PIAZZA VITTORIO VENETO nelle serate previste dal cartellone, vidimando il biglietto di sosta nell’apposita macchinetta installata nel foyer dell’Auditorium Toscanini, avranno diritto allo sconto del 25% sulla tariffa oraria ordinaria.

Per informazioni rivolgersi al personale di sala o in biglietteria

Le varie convenzioni sono consultabili sul sito www.osn.rai.it alla sezione “riduzioni”.

Ascoltare, conoscere, incontrare, ricevere inviti per concerti fuori abbona-mento, scoprire pezzi d’archivio, seguire le tournée dell’Orchestra, avere sconti e facilitazioni. In una parola, diventare AMICI.

Il prossimo appuntamento

LUNEDÌ 27 FEBBRAIO 2017 - Ore 18.30Fondazione “Fulvio Croce” - Via Santa Maria 1 - Torino

Poesia e musica

PRESENTAZIONE DEL LIBRO

Stefano Vitale - La saggezza degli ubriachiEdizioni La Vita Felice, Milano

Intervengono CHIARA FENOGLIO, critica letteraria, insegnante e saggista e ALFREDO RIENZI, poeta e saggista

Sulla via percorsa dal poeta, impegnativa e sincera fino alla nudità, ognu-no può ritrovare anche una propria orma, e rileggerla con occhi rinno-vati, attraversando lo spazio di una forma di poesia civile che tratta temi contemporanei come le migrazioni, la guerra, il terrorismo proiettandoli in una dimensione, quella del conflitto, che ci appartiene drammatica-mente. Qui il tempo è essenziale: quello della saggezza e dell’ebrezza, ma anche quello musicale della parola e quello variante e sospeso della musica, che segnano una via d’uscita.

Partecipa il pianista CLAUDIO VOGHERA con pagine di Brahms, Berio e Debussy

BIGLIETTERIA via Rossini – 011.8104653/4961 [email protected] - www.osn.rai.it

15°GIOVEDÌ 2 MARZO 2017 ORE 20.30 - Turno rossoVENERDÌ 3 MARZO 2017 ORE 20.00 - Turno blu

Direttore Ryan McAdamsViolino David Garrett

Wolfgang Amadeus Mozart Don Giovanni KV 527. Ouverture Pëtr Il’ič Čajkovskij Concerto in re maggiore op. 35 per violino e orchestra Igor Stravinskij Sinfonia in tre movimenti Maurice Ravel Boléro

instagram.com/orchestrasinfonicarai @OrchestraRai www.facebook.com/osnrai

SINGOLO CONCERTO Poltrona numerata: da 30,00 € a 15,00 € (ridotto giovani)

INGRESSO Posto non assegnato: da 20,00 € a 9,00 € (ridotto giovani)

LE DOMENICHEDELL’AUDITORIUM 2017 Il concerto previsto DOMENICA 19 MARZOè stato posticipato a DOMENICA 2 APRILE.In programma la Gran Partita per 13 fiati KV 361 di Mozart.