Mosca teme un Iran militarmente forte - eastwest.eu filepresidente Dwight Eisenhower or dinò...

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Walter Cronkite mostra agli spettatori della Cbs un modellino dell’Explorer 1. Ufficialmente chiamato Satellite 1958 Alpha, fu il primo lanciato dagli Usa, il terzo mai lanciato dall’uomo. La sua messa in orbita avvenne nell’ambito del programma statunitense per l’anno geofisico internazionale 1957-1958. pria sicurezza. . Non a caso Seyyed Mah- moud-Reza Sajjadi, ambasciatore iraniano a Mosca, si è lamentato pubblicamente per il ral- lentamento della cooperazione nel settore spaziale. . Ma è un recente rapporto del Di- rectorate of Intelligence della Cia (Russia: Se- curity Concerns About Iran’s Space Program Growing, del 16 novembre 2010) a gettare nuo- va luce sulla vicenda. . di Fernando Orlandi 20 . east . europe and asia strategies numero 35 . aprile 2011 . 21 Mosca teme un Iran militarmente forte In silenzio anche l’Iran sta cercando di sviluppare una propria tecnologia per i lanci spaziali, de- stinata ad avere ricadute sulle capacità dei missili balistici intercontinentali. Funzionari e uomi- ni politici di Mosca minimizzano le capacità di Teheran. . In realtà nell’ultimo anno, al di là delle dichiarazioni pubbliche, la Russia ha iniziato a preoccuparsi per le implicazioni sulla pro- RUSSIA . 2 V erso la metà degli anni Cinquanta, in previsione dell’Anno geofisico internazionale (1 luglio 1957 - 31 dicembre 1958), gli Stati Uniti annunciarono la messa in orbita di un satellite. Washington – e con gli americani tutto il mondo – rimase sciooccata quando il 4 ottobre 1957 giunse la notizia dell’inaspettato lancio ef- fettuato con successo da Mosca: si trattava dello Sputnik, il primo satellite sovietico. Quell’evento innescò la corsa allo spazio delle due superpotenze, ma soprattutto diede il via a una pericolosa corsa agli armamenti. Il successo conseguito testimoniava che Mosca aveva compiuto un significativo balzo in avanti negli sviluppi tecnici e scien- tifici, che si traducevano in un vantaggio militare, nella possibilità che l’Unione Sovietica potesse lanciare missi- li balistici intercontinentali capaci di colpire il territorio degli Stati Uniti: la fortezza americana era così violata. Lo shock si tradusse in sgomento il successivo 3 no- vembre, quando i sovietici lanciarono un secondo Sput- nik, munito di un’ogiva più pesante e con a bordo Laika, una cagnetta destinata rapidamente a diventare una star. Il successo di Mosca fece da detonatore ad un’accesa controversia politica a Washington: per recuperare con- senso agli occhi dell’opinione pubblica spaventata, il presidente Dwight Eisenhower ordinò l’accelerazione alimentare la paura fra la popolazione e le richieste di nuovi stanziamenti finanziari da parte del Pentagono. In un’occasione Nikita Kruscev dichiarò pubblicamente che Mosca stava per produrre missili come salsicce. Suo figlio Sergei, che lavorava nel settore, gli chiese conto di questa affermazione. Racconterà molti anni dopo, nelle sue memorie, la risposta del padre: “Se è per questo non sforniamo neppure salsicce”. Si trattava di un bluff, che a Washington venne preso molto sul serio. Nel suo ultimo discorso sullo Stato dell’Unione il pre- sidente Barack Obama si è richiamato al periodo in cui gli Stati Uniti reagirono allo Sputnik e alla percezione del “gap missilistico”. Allora come oggi il Paese deve rea- gire, uscire dal torpore. Il Washington Times, quotidiano di destra legato ad ambienti del Pentagono e dell’intelli- gence, ha ironizzato: “Non risulta che al Qaeda abbia messo in orbita un satellite”. In realtà il discorso di Ba- rack Obama ci dice molto della frustrazione vissuta dal- del Progetto Vanguard, ordinando il lancio in anticipo del satellite. Fu un clamoroso fallimento in diretta tele- visiva, il 6 dicembre 1957. Il successo giunse con l’anno nuovo, il 31 gennaio, grazie al lancio dell’Explorer I. Nel giro di qualche mese sarebbe poi stata creata la National Aeronautics and Space Administration, la Nasa. Ma la corsa agli armamenti era scattata. La retorica pubblica del segretario generale del Partito comunista dell’Unione Sovietica sul gap missilistico contribuì ad V Il missile Hongqi-2 esposto al Museo militare di Pechino. La Cina ha annunciato che le spese militari per il 2011 saliranno del 12,7% rispetto allo scorso anno, tornando a numeri a due cifre capaci di allarmare la regione. Il portavoce parlamentare cinese Li Zhaoxing ha detto che l’aumento porterà il budget per la difesa per quest’anno a 601,1 miliardi di yuan (circa 91,5 miliardi di dollari) rispetto ai 532,1 miliardi di yuan del 2010. Il budget era salito del 7,5% nel 2010, dopo lunghi periodi di crescita a due cifre. CBS Photo Archive / Getty Images Afp / Getty Images / F. J. Brown

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Walter Cronkite mostra agli spettatori della Cbs

un modellino dell’Explorer 1.

Ufficialmente chiamato Satellite 1958 Alpha,

fu il primo lanciato dagli Usa, il terzo mai lanciato dall’uomo.

La sua messa in orbita avvenne nell’ambito del programma

statunitense per l’anno geofisico internazionale 1957-1958.

pria sicurezza. . Non a caso Seyyed Mah-

moud-Reza Sajjadi, ambasciatore iraniano a

Mosca, si è lamentato pubblicamente per il ral-

lentamento della cooperazione nel settore

spaziale. . Ma è un recente rapporto del Di-

rectorate of Intelligence della Cia (Russia: Se-

curity Concerns About Iran’s Space Program

Growing,del 16 novembre 2010) a gettare nuo-

va luce sulla vicenda. . di Fernando Orlandi

20 . east . europe and asia strategies numero 35 . aprile 2011 . 21

Mosca teme un Iranmilitarmente forteIn silenzio anche l’Iran sta cercando di sviluppare una propria tecnologia per i lanci spaziali, de-

stinata ad avere ricadute sulle capacità dei missili balistici intercontinentali. Funzionari e uomi-

ni politici di Mosca minimizzano le capacità di Teheran. . In realtà nell’ultimo anno, al di là

delle dichiarazioni pubbliche, la Russia ha iniziato a preoccuparsi per le implicazioni sulla pro-

RUSSIA . 2

Verso la metà degli anni Cinquanta, in previsionedell’Anno geofisico internazionale (1 luglio 1957- 31 dicembre 1958), gli Stati Uniti annunciarono

la messa in orbita di un satellite. Washington – e con gliamericani tutto il mondo – rimase sciooccata quando il 4ottobre 1957 giunse la notizia dell’inaspettato lancio ef-fettuato con successo da Mosca: si trattava dello Sputnik,il primo satellite sovietico. Quell’evento innescò la corsaallo spazio delle due superpotenze, ma soprattutto diedeil via a una pericolosa corsa agli armamenti. Il successoconseguito testimoniava che Mosca aveva compiuto unsignificativo balzo in avanti negli sviluppi tecnici e scien-tifici, che si traducevano in un vantaggio militare, nellapossibilità che l’Unione Sovietica potesse lanciare missi-li balistici intercontinentali capaci di colpire il territoriodegli Stati Uniti: la fortezza americana era così violata.

Lo shock si tradusse in sgomento il successivo 3 no-vembre, quando i sovietici lanciarono un secondo Sput-nik, munito di un’ogiva più pesante e con a bordo Laika,una cagnetta destinata rapidamente a diventare una star.

Il successo di Mosca fece da detonatore ad un’accesacontroversia politica a Washington: per recuperare con-senso agli occhi dell’opinione pubblica spaventata, ilpresidente Dwight Eisenhower ordinò l’accelerazione

alimentare la paura fra la popolazione e le richieste dinuovi stanziamenti finanziari da parte del Pentagono. Inun’occasione Nikita Kruscev dichiarò pubblicamenteche Mosca stava per produrre missili come salsicce. Suofiglio Sergei, che lavorava nel settore, gli chiese conto diquesta affermazione. Racconterà molti anni dopo, nellesue memorie, la risposta del padre: “Se è per questo nonsforniamo neppure salsicce”. Si trattava di un bluff, chea Washington venne preso molto sul serio.

Nel suo ultimo discorso sullo Stato dell’Unione il pre-sidente Barack Obama si è richiamato al periodo in cuigli Stati Uniti reagirono allo Sputnik e alla percezionedel “gap missilistico”. Allora come oggi il Paese deve rea-gire, uscire dal torpore. Il Washington Times, quotidianodi destra legato ad ambienti del Pentagono e dell’intelli-gence, ha ironizzato: “Non risulta che al Qaeda abbiamesso in orbita un satellite”. In realtà il discorso di Ba-rack Obama ci dice molto della frustrazione vissuta dal-

del Progetto Vanguard, ordinando il lancio in anticipodel satellite. Fu un clamoroso fallimento in diretta tele-visiva, il 6 dicembre 1957. Il successo giunse con l’annonuovo, il 31 gennaio, grazie al lancio dell’Explorer I. Nelgiro di qualche mese sarebbe poi stata creata la NationalAeronautics and Space Administration, la Nasa.

Ma la corsa agli armamenti era scattata. La retoricapubblica del segretario generale del Partito comunistadell’Unione Sovietica sul gap missilistico contribuì ad

V

Il missile Hongqi-2 esposto al Museo militare di Pechino.

La Cina ha annunciato che le spese militari per il 2011 saliranno

del 12,7% rispetto allo scorso anno, tornando a numeri a due cifre

capaci di allarmare la regione. Il portavoce parlamentare cinese

Li Zhaoxing ha detto che l’aumento porterà il budget per la difesa

per quest’anno a 601,1 miliardi di yuan (circa 91,5 miliardi di dollari)

rispetto ai 532,1 miliardi di yuan del 2010. Il budget era salito

del 7,5% nel 2010, dopo lunghi periodi di crescita a due cifre.

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lamentato pubblicamente per il rallentamento della coo-perazione nel settore spaziale. Ma è un recente rapportodel Directorate of Intelligence della Cia (Russia: Securi-ty Concerns About Iran’s Space Program Growing, del 16novembre 2010) a gettare nuova luce sulla vicenda.

Un consistente numero di scienziati e militari russi,specialisti nel settore delle ricerche spaziali, ritiene chei recenti lanci missilistici dell’Iran siano una testimo-nianza dei progressi conseguiti sia nel settore dei propul-sori che per quanto concerne la tecnologia di separazio-ne dei vari stadi di un missile. Sono queste le valutazio-ni di autorevoli esperti, fra cui il colonnello generale Vik-tor Esin – già capo di Stato maggiore delle Forze missili-stiche strategiche russe e ora primo vicepresidente del-l’Accademia russa di sicurezza e difesa – e Viktor Mizin– vicecapo dell’Istituto di affari internazionali della pre-stigiosa università moscovita Mgimo, legata al ministe-ro degli Esteri. Secondo Igor Lisov la progettazione del

missile Safir-2, con il quale è stato messo in orbita il sa-tellite Omid, è particolarmente sofisticata, mentre perVladimir Evseev – del Centro sulla sicurezza internazio-nale, un organismo parte dell’Istituto dell’economiamondiale e delle relazioni internazionali dell’Accade-mia russa delle scienze – fin dal 2005 l’Iran sta lavoran-do a lanciatori a tre stadi (i primi due a propellente liqui-do, il terzo solido), capaci di raggiungere i 10mila km.

Secondo specialisti russi la tecnologia sviluppata dal-l’Iran nel campo dei vettori per veicoli spaziali sarebbesfruttata per sviluppare un sistema di missili balistici in-tercontinentali, capace di colpire obiettivi in tutto il Me-dio Oriente e nella stessa Russia. Minor consenso gliesperti russi lo hanno per quanto riguarda il tempo ne-

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prossimi vedremo quali saranno le ricadute non solo nel-l’industria civile, ma anche in quella militare.

on poco clamore anche l’Iran sta cercando di svi-luppare una propria tecnologia per i lanci spa-ziali, destinata ad avere effetti sulle capacità dei

missili balistici intercontinentali. Nelle loro dichiarazio-ni pubbliche funzionari e uomini politici di Mosca mi-nimizzano regolarmente le capacità di Teheran. In real-tà nell’ultimo anno, al di là delle dichiarazioni pubbli-che, la Russia ha iniziato a preoccuparsi per le implica-zioni sulla propria sicurezza. Non a caso Seyyed Mah-moud-Reza Sajjadi, ambasciatore iraniano a Mosca, si è

C

SOTTO Il presidente russo Dmitri Medvedev

e il suo omologo iraniano Mahmoud Ahmadinejad

durante un incontro a Baku lo scorso novembre.

A DESTRA Il presidente Barack Obama

durante il suo secondo Discorso sullo stato dell’Unione

lo scorso 25 gennaio.

SOTTO La prima pagina del quotidiano sovietico Pravda

del 6 ottobre del 1957 riporta il lancio dello Sputnik,

il primo satellite artificiale in orbita intorno alla Terra,

avvenuto il 4 ottobre. L’evento, inserito nella cornice

della Guerra fredda tra Usa e Urss, diede il via

a una competizione giocata anche nello spazio.

la sua amministrazione. Ed è indubbio che gli Stati Uni-ti stiano vivendo un momento di declino. Il rivale nellasfida globale non è più Mosca (la superpotenza sovieticaè implosa giusto un ventennio fa), bensì Pechino, neglianni Sessanta l’antagonista di Mosca nel movimento co-munista internazionale.

Oggi proprio la Cina, assieme all’India, compete conWashington nel settore missilistico e nella corsa allo spa-zio. A distanza di decenni dalla missione Apollo il pros-simo uomo a calpestare la Luna sarà certamente un astro-nauta cinese. Ma proprio come negli anni Cinquanta ilanci di missili civili sovietici preoccuparono Washin-gton per le implicazioni militari, oggi il Pentagono è de-cisamente in allerta. Il campanello d’allarme suonò nel2007 quando, nel corso di un’esercitazione, con un pre-ciso lancio missilistico, i cinesi abbatterono un loro vec-chio satellite artificiale. La Nasa soffre di un declino evi-dente nell’utilizzo dei vettori sovietici per la Stazionespaziale internazionale e gli Stati Uniti hanno perso ilprimato tecnologico in campo aerospaziale. I successimaggiori sembrano essere stati colti da Pechino e nei

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cessario a Teheran per sviluppare questi missili intercon-tinentali. Per Aleksandr Pikaev, scomparso di recente,ma già a capo del citato Centro sulla sicurezza interna-zionale dell’Istituto dell’economia mondiale e delle re-lazioni internazionali, è evidente che il vero obiettivodell’Iran è la costruzione di missili intercontinentali.

Per Viktor Mizin nei prossimi dieci anni il Paese saràin grado di disporre di un affidabile sistema di missili ba-listici capaci di raggiungere obiettivi a 3mila km e inizia-re i test di missili intercontinentali (capaci di raggiunge-re i 5mila km).

e queste sono le valutazioni degli specialisti –mette in evidenza il rapporto della Cia – funzio-nari governativi e uomini politici concordano in-

vece nello sminuire capacità e intenzioni dell’Iran. Adesempio, lo scorso marzo il ministro degli Esteri SergeiLavrov è stato categorico nel sostenere che Teheran nonpossiede alcun missile con capacità offensive a lungoraggio e che non sembra probabile che possa svilupparearmi di tale categoria in un futuro prevedibile.

Lo scorso anno la Russia ha approvato le nuove san-zioni sul programma nucleare dell’Iran adottate dal Con-siglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Allo stesso tem-po Mosca si è premurata di far sì che tali sanzioni non in-terferiscano con il programma di cooperazione con l’Irannel settore della tecnologia missilistica civile. Se queste

sono le dichiarazioni ufficiali, dietro la facciata sembra-no manifestarsi evidenti preoccupazioni. Ci si interrogasul fatto che l’assistenza prestata possa influire in modorilevante sulle capacità spaziali di Teheran, che verreb-bero a confliggere con un obiettivo importante di Mosca:prevenire la militarizzazione dello spazio.

Sarebbero queste le ragioni che stanno dietro alle usci-te pubbliche dell’ambasciatore Seyyed Mahmoud-RezaSajjadi: varie agenzie del governo russo non avrebberorispettato gli impegni pattuiti, mentre una serie di pro-getti congiunti sarebbero stati fermati a causa di non me-glio precisati “fattori nascosti”. Questo raffreddamentonella cooperazione si sarebbe riverberato anche nel set-

tore delle comunicazioni satellitari. Vladimir Evseev hascritto che con il lancio dei suoi satelliti ad uso duale(cioè sia civile che militare), “l’Iran stimola gli Stati Uni-ti a sviluppare e dispiegare un sistema d’arma antisatel-lite con basi sia a terra che nello spazio”. Questo fatto èinevitabilmente destinato a complicare la vicenda delTrattato sulla prevenzione della collocazione di arma-menti nello spazio, che Mosca e Pechino hanno propo-sto congiuntamente alla comunità internazionale.

Ma lo scenario maggiormente preoccupante, per quan-to non immediato, è quello che vede l’Iran disporre di ar-mamenti nucleari (a dispetto delle sanzioni delle Nazio-ni Unite il programma procede) e di missili balistici in-tercontinentali in grado di trasportare le ogive. Uno sce-nario che dovrebbe – come forse ora sta accadendo inmodo sotterraneo a Mosca – preoccupare anche la Rus-sia, perché ad essere minacciata potrebbe alla fine esse-re anche la sua stessa sicurezza. .

A SINISTRA La scatola

di un modellino dell’Apollo per ragazzi.

SOTTO Scienziati della Nasa alle prese

con la preparazione di un missile.Buy

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LA COOPERAZIONE SPAZIALERUSSO-IRANIANA

1998Russia e Iran firmano un accordo sul trasferimento di tecno-logia destinato a permettere la costruzione del satellite perle comunicazioni Mesbah.

Gli Stati Uniti impongono sanzioni economiche all’Agenziaspaziale russa Glavkosmos, accusata di violare il controllodelle esportazioni e di effettuare attività di proliferazione inrelazione al programma missilistico iraniano.1999A Washington, nel corso di una audizione al Sottocomitatoper lo spazio e l’aeronautica della Camera dei rappresentan-ti, si afferma che società russe stanno attivamente venden-do tecnologia spaziale all’Iran.2001La Russia e l’Iran firmano un contratto per la costruzione delsatellite per le telecomunicazioni Zohreh. L’accordo sarà can-cellato nel 2003 e poi stipulato nuovamente nel 2005. L’As-sociazione di produzione e ricerca di meccanica applicataReshetnev è la capofila russa nell’accordo.2005Dal cosmodromo di Plesetsk un lanciatore missilistico rus-

so Kosmos-3M mette in orbita Sinah-1, il primo satellite ira-niano. A costruire il satellite è stata l’Associazione di produ-zione russa Polet.2006Yurii Nosenko, vice capo di Roskosmos, informa che il lanciodel satellite per le telecomunicazioni Zohreh, previsto per il2007, sarà rinviato di due anni.2007A una conferenza stampa a Teheran il presidente russo Vla-dimir Putin afferma che «Iran e Russia stanno ora cooperan-do su un ampio spettro di questioni come lo spazio, l’indu-stria aeronautica e grandi progetti di infrastrutture».

La Russia sostiene le sanzioni economiche decise dal Consi-glio di sicurezza delle Nazioni Unite sul programma nuclea-re iraniano. Un decreto del presidente Putin impone restri-zioni sulle transazioni finanziarie con certe persone e socie-tà dell’Iran. Dall’elenco sono tuttavia escluse l’Associazioneaerospaziale iraniana e l’Agenzia spaziale iraniana e ciò per-mette la prosecuzione dell’assistenza di Mosca al program-ma spaziale di Teheran.2010Iran e Russia raggiungono un accordo sulla messa in orbitadi un satellite per le telecomunicazioni e di satelliti a senso-ri remoti utilizzando un vettore russo. .Ti

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