Montefeltro 2013-07/08

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PERIODICO DELLA DIOCESI DI S. MARINO-MONTEFELTRO - NUOVA SERIE - Anno LIX - N. 7 - LUGLIO-AGOSTO 2013 Poste Italiane s.p.a. - Sped. abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 - CN/FC - Direttore responsabile: Francesco Partisani contiene I.R. “A ndate e fate mie discepole tutte le genti (Mt 28,19). Così il Vangelo di san Matteo, ma l’evangelista Marco al cap. 16,15-17 aggiunge che chi crederà sarà sal- vo, ma chi non crederà sarà con- dannato. Da queste parole di Gesù, com- prendiamo come per i suoi discepo- li, annunciare il Vangelo non sia un optional o una scelta indifferente, ma sia una urgenza primaria, da cui dipende la salvezza degli uomini: e non solo la salvezza eterna (“Non è dato all’uomo altro nome nel quale è possibile salvarsi”), ma anche quella che riguarda la nostra vita quotidiana, cioè soltanto conoscendo Cristo, è possi- bile una piena realizzazione delle persone e della loro vita, per- ché è Cristo che rivela all’uomo il suo vero volto. Dunque, compito primario della Chiesa è annunciare il Van- gelo, perché è dall’ascolto della predicazione che nasce la fede (Rm 10,17) e la conoscenza di Gesù Cristo. Al punto tale che san Girolamo esclamava che l’ignoranza delle Scritture, è ignoranza di Cristo. Senza annunciare il Vangelo essa non adempie la sua missione per la quale il Signore Gesù l’ha voluta e l’ha inviata nel mondo. Una Chiesa chiusa in se stessa, autoreferenziale si ammala, come ci ha ricordato più volte il santo Padre in questi mesi. Solo una Chiesa che sappia rag- giungere le periferie non solo fisi- che, ma esistenziali dell’uomo d’og- gi, come ci ha detto ancora il Papa, per portarvi la Parola che salva, rende la Chiesa fedele alla volontà del Suo Signore. SENTIRE LA BELLEZZA E LA RESPONSABILITÀ DELL’ANNUNCIO L’apostolo Paolo dice nella pri- ma lettera ai Corinti (9,16): “Annunciare il Vangelo, non è per me un vanto, perché è una necessità che mi si impone; guai a me se non annuncio il Vangelo”. Occorrono dunque annunciatori e testimoni appassionati di Gesù Cristo. Già Paolo VI diceva che il mondo di oggi non ascolta più i maestri, se li ascolta è perché sono testimoni. Viviamo in un mondo in cui l’uomo è autorefe- renziale e le sue scelte sono dettate dal relativismo in tutti i cam- pi: scelgo ciò che mi piace, ciò che mi torna conto, ciò che mi in- teressa e quindi sono esclusi dall’orizzonte del mondo d’oggi, dei giovani in particolare parole come definitività, sacrificio, coe- MERCATINO CONCA - DOMENICA 16 GIUGNO 2013 GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ Omelia pronunciata da mons. Elio Ciccioni, amministratore diocesano in occasione della II edizione della GMG diocesana Auguriamo ai nostri lettori e alle loro famiglie una estate serena Arrivederci a settembre Continua a pag. 2

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Periodico della Diocesi di San Marino - Montefeltro Luglio e Agosto 2013

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PERIODICO DELLA DIOCESI DI S. MARINO-MONTEFELTRO - NUOVA SERIE - Anno LIX - N. 7 - LUGLIO-AGOSTO 2013Poste Italiane s.p.a. - Sped. abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 - CN/FC - Direttore responsabile: Francesco Partisani

contiene I.R.

“Andate e fate mie discepoletutte le genti (Mt 28,19).

Così il Vangelo di san Matteo, mal’evangelista Marco al cap. 16,15-17aggiunge che chi crederà sarà sal-vo, ma chi non crederà sarà con-dannato.

Da queste parole di Gesù, com-prendiamo come per i suoi discepo-li, annunciare il Vangelo non sia unoptional o una scelta indifferente,ma sia una urgenza primaria, da cuidipende la salvezza degli uomini: enon solo la salvezza eterna (“Non è dato all’uomo altro nomenel quale è possibile salvarsi”), ma anche quella che riguarda lanostra vita quotidiana, cioè soltanto conoscendo Cristo, è possi-bile una piena realizzazione delle persone e della loro vita, per-ché è Cristo che rivela all’uomo il suo vero volto.

Dunque, compito primario della Chiesa è annunciare il Van-gelo, perché è dall’ascolto della predicazione che nasce la fede(Rm 10,17) e la conoscenza di Gesù Cristo. Al punto tale che sanGirolamo esclamava che l’ignoranza delle Scritture, è ignoranzadi Cristo. Senza annunciare il Vangelo essa non adempie la suamissione per la quale il Signore Gesù l’ha voluta e l’ha inviatanel mondo. Una Chiesa chiusa in se stessa, autoreferenziale si

ammala, come ci ha ricordato piùvolte il santo Padre in questi mesi.Solo una Chiesa che sappia rag-giungere le periferie non solo fisi-che, ma esistenziali dell’uomo d’og-gi, come ci ha detto ancora il Papa,per portarvi la Parola che salva,rende la Chiesa fedele alla volontàdel Suo Signore.

SENTIRE LA BELLEZZAE LA RESPONSABILITÀDELL’ANNUNCIO

L’apostolo Paolo dice nella pri-ma lettera ai Corinti (9,16): “Annunciare il Vangelo, non è perme un vanto, perché è una necessità che mi si impone; guai a mese non annuncio il Vangelo”. Occorrono dunque annunciatori etestimoni appassionati di Gesù Cristo. Già Paolo VI diceva che ilmondo di oggi non ascolta più i maestri, se li ascolta è perchésono testimoni. Viviamo in un mondo in cui l’uomo è autorefe-renziale e le sue scelte sono dettate dal relativismo in tutti i cam-pi: scelgo ciò che mi piace, ciò che mi torna conto, ciò che mi in-teressa e quindi sono esclusi dall’orizzonte del mondo d’oggi, deigiovani in particolare parole come definitività, sacrificio, coe-

MERCATINO CONCA - DOMENICA 16 GIUGNO 2013

GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙOmelia pronunciata da mons. Elio Ciccioni, amministratore diocesano

in occasione della II edizione della GMG diocesana

Auguriamo ai nostri lettori e alle loro famiglieuna estate serena

Arrivederci a settembre

Continua a pag. 2

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2MONTEFELTRO DALLA PRIMA PAGINA

MONTEFELTROPERIODICO DELLA DIOCESI

DI SAN MARINO -MONTEFELTRONUOVA SERIE

Anno LIX - N. 7 - luglio-agosto 2013Poste Italiane s.p.a. - Sped. abb. post.

D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46)art. 1 comma 1 - CN/FC

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renza, dono di sé, senza le quali non èpossibile essere discepoli di Gesù Cristoche di queste scelte ne ha fatto lo scopodella sua vita. Non solo, ma oggi si tentadi eliminare altre parole quali famiglia,matrimonio, figli, fedeltà coniugale ma-schile e femminile, con i contenuti chestanno dietro a queste parole, per cui og-gi più che mai occorre fare conoscereCristo, perché l’uomo ritrovi se stesso.

E quindi oggi come sempre perché ilVangelo sia annunciato, occorre che visiano persone generose che ascoltano lasua chiamata, occorrono giovani che sia-no consapevoli che l’annuncio del Vange-lo non è solo gesto di buona volontà, maè elemento costitutivo del proprio Battesi-mo e quindi del proprio essere Cristiani.Solo da Dio, viene la salvezza.

L’apostolo Paolo afferma: “Chiunqueinvocherà il nome del Signore sarà salva-to”. Ora, come potranno invocarlo senzaaver prima creduto in lui? E come po-tranno credere, senza averne sentito par-lare? E come potranno sentirne parlaresenza uno che lo annunzi? E come lo an-nunzieranno, senza essere prima inviati?Come sta scritto: “Quanto son belli i pie-di di coloro che recano un lieto annunziodi bene!”.

CHE COSA OCCORREPER ANNUNCIARE IL VANGELO?� Occorre innanzitutto conoscere Gesù,

averlo incontrato, essere rimasti inintimità con Lui. Egli è il Figlio di

Dio che è venuto ad annunciarcil’amore del Padre, che per realizzareil progetto di salvezza di Dio non haesitato a dare la sua vita sulla Croce.Riconoscere in Gesù il Figlio di Dioperò, non è frutto della nostra intelli-genza o delle nostre speculazioni, maè suo dono. Per questo Gesù ha pro-messo e mandato lo Spirito Santo:quando lo Spirito di verità sarà disce-so su di voi, vi ricorderà tutto quelloche io vi ho insegnato e voi mi saretetestimoni fino agli estremi confini del-la terra.E quando gli Apostoli dovranno sce-gliere un sostituto di Giuda per ri-comporre il Collegio Apostolico, ilcriterio sarà: “Uno che abbia cono-sciuto Gesù, da quando ha iniziato ilsuo ministero, fino alla sua resurre-zione dai morti”.

� Occorrono quella libertà e quellasemplicità di cui i giovani in partico-lare sentono tutto il fascino.Gesù inviando i suoi discepoli per an-nunciare il Vangelo dà loro delle in-dicazioni: “Strada facendo, predica-te, dicendo che il regno dei cieli è vi-cino. Guarite gli infermi, risuscitate imorti, purificate i lebbrosi, scacciatei demòni. Gratuitamente avete ricevu-to, gratuitamente date. Non procura-tevi oro né argento né denaro nellevostre cinture, né sacca da viaggio,né due tuniche, né sandali, né basto-ne, perché chi lavora ha diritto al suonutrimento”. A significare che il di-scepolo che annuncia il Vangelo nondeve riporre la sua fiducia innient’altro, se non nell’efficacia dellaParola che annuncia.

� Occorre portare la propria Croce conGesù e amare e servire come ha fattoLui. Dice il S. Padre nel messaggio aigiovani della Domenica delle Palme:

“Voi non avete vergogna della suaCroce! Anzi, la abbracciate, perchéavete capito che è nel dono di sé,nell’uscire da se stessi, che si ha lavera gioia e che con l’amore di DioLui ha vinto il male. Voi portate laCroce pellegrina attraverso tutti icontinenti, per le strade del mondo!La portate rispondendo all’invito diGesù «Andate e fate discepoli tutti ipopoli» (cfr Mt 28,19), che è il temadella Giornata della Gioventù di que-st’anno. La portate per dire a tuttiche sulla croce Gesù ha abbattuto ilmuro dell’inimicizia, che separa gliuomini e i popoli, e ha portato la ri-conciliazione e la pace”.

Quando il Figlio dell’uomo tornerà,troverà ancora la fede sulla terra?

Non possiamo non farci anche noiquesta domanda che Gesù pone ai suoidiscepoli e che mette in gioco la nostraresponsabilità.

Dio ha avuto fiducia in noi, ci ha af-fidato l’annuncio e la costruzione del suoRegno; ora non è scontato che esso vadaavanti automaticamente. Esso cresceràsolo nella misura in cui troverà dei colla-boratori. Fra questi ci siamo anche noi.Se sapremo trasmettere il testimone dellafede, se ameremo il Signore Gesù e ri-marremo nel suo amore, se non avremoaltri interessi materiali da anteporre alVangelo, allora Gesù tornando troveràancora la fede. Per questo occorre la no-stra disponibilità. In questa giornata, du-rante questa Eucaristia preghiamo per-ché secondo le sue parole Gesù mandioperai alla sua messa e noi ripetiamo conle parole del canto: “Ho udito il Signorche diceva chi manderò? Ho detto al Si-gnore con gioia, se vuoi manda me”.

Altri servizi e foto sulla GMGalle pp. 8-9-10

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3MONTEFELTRO LA TERZA

Continua a pag. 4

L’articolo del credo che afferma la re-missione dei peccati tocca uno degliaspetti più importanti della nostra fede: ilperdono. Un giorno una ragazza ebrea in-terrogata da un seminarista cattolico sulsenso che poteva avere per lei l’ordina-zione sacerdotale di alcuni suoi coetanei,rispose: «Quello che mi sorprende sempredei cattolici è la certezza che hanno di es-sere perdonati. Avere qualcuno che – innome di Dio – ti perdona. Questa èl’unica cosa di cui, nella mia fede, sentola mancanza».

Con il termine remissione, però, laChiesa va anche oltre il perdono e vedia-mo perché.

Impariamo dall’esperienza quotidiana,fin da piccoli, che benché di molte cose sisia stati perdonati permane nel tempo laconseguenza della colpa. Se rompo unoggetto di valore, posso essere perdonatoper quella perdita, ma la perdita rimane.Ancora più gravemente se uccido unapersona o una creatura, posso essere per-donato dell’uccisione commessa, mal’assenza di chi abbiamo ucciso rimane.

La Chiesa, dunque, educa a capire co-me, nella grande misericordia di Dio cheCristo è venuto a rivelarci, non solo sia-mo perdonati dalle nostre colpe ma civiene anche rimessa la pena del nostropeccato. Le famose, e tanto discusse in-dulgenze, sono quei tesori di grazia che imeriti di Cristo e dei Santi ci hanno ac-quistato e che vanno a coprire anche lelacerazioni che i peccati degli uominiprovocano nella storia e nel compimentodel grande disegno del Padre sull’u-manità. Per questo, parlare di remissionedei peccati significa qualcosa di più cheparlare del perdono.

Ci sono tre opere che per la similitu-dine della postura dei personaggi coinvol-ti nell’opera, ci possono aiutare a com-prendere tutti gli stadi del perdono e,quindi, della remissione della colpa.

La prima opera è piccolissima ed èuna scultura (XII) situata nel portale set-tentrionale della Cattedrale di Chartres.Se guardiamo distrattamente l’opera, aprima vista, ci pare di riconoscere GesùCristo seduto, con il peccatore pentito che

“L’ARTE COME PREDICAZIONE EVANGELICA”Un fatto al mese

di Suor Maria Gloria Riva*

IL PERDONO

Caravaggio, Madonna di Loreto o dei pellegrini,Basilica di Sant’Agostino, Roma

lui l’idea forte di una figliolanza che perquanto fallimentare non si arresta mainemmeno di fronte al peccato. Adamo ap-pena nasce dalle mani di Dio è già sim-bolicamente perdonato.

La verità che la cattedrale di Chartresci vuole insegnare è dunque quella chesta alla base della stabilità umana: se an-che pecchi, tu non sei il tuo peccato. C’èqualcosa di più grande posto in te fin dal-la Creazione che ti rende degno del per-dono del tuo creatore.

La seconda immagine ci fa fare unsalto di molti secoli (1606). Si tratta dellaMadonna di Loreto o dei pellegrini diCaravaggio. I pellegrini sono due illustricommittenti, nobili (il marchese ErmeteCavalletti e sua Madre), appartenenti a unmovimento denominato pauperismo bor-romaico che – raccogliendo gente dellanobilità – proponeva loro un ideale legatoalla sobrietà e all’umiltà nonostante i tan-ti mezzi a disposizione. Questi due nobili,madre e figlio, si fanno ritrarre da Cara-vaggio come due mendicanti che, chie-dendo perdono per i loro peccati consu-mano il gradino della porta di casa di Ma-ria. Quella casa di Nazareth che misterio-samente da secoli risiede a Loreto.

La Vergine come una dea greca, laThunselda, appare sulla porta e ostende ilFiglio. Lei è una Madre accoglie, ama,esorta a pentirsi, incoraggia a riprendereil cammino, ma è il Figlio che salva, cheperdona che purifica.

La Chiesa, per così dire, respira a duepolmoni (non solo oriente ed occidentecome siamo abituati a sentire, ma anche)con la dimensione mariana e quella pe-trina.

L’opera esprime compiutamente la di-mensione mariana del perdono. La SantaChiesa è una madre che accoglie, come laSanta Vergine e Madre Maria. Se è Dioche perdona è però la Chiesa che si fa ga-rante del perdono di Dio. Non a caso Ma-ria sta sulla soglia di una casa, una casasemplice e spoglia, non meno semplicedei due pellegrini che bussano alla porta,ma è pur sempre una casa dove lei e il Fi-glio dimorano, cioè la Chiesa.

pone con confidenza e amore il suo caposulle ginocchia del Salvatore.

In realtà, benché il personaggio sedu-to rimandi davvero in tutto al Signore Ge-sù, per via del nimbo crociato, della bar-ba bipartita e dello sguardo mite, si trattainvece di Dio Padre, il cui volto ci è statoreso manifesto solo da Gesù (chi vede mevede il Padre). Il portale settentrionale

della cattedrale, racconta infatti l’operadella creazione ma, anche, la cadutadell’uomo a causa del peccato.

Questa scultura rappresenta la crea-zione di Adamo. È molto particolare chela creazione del progenitore sia stata – di-ciamo così – fotografata in questo modo:Adamo in ginocchio con il capo sulle gi-nocchia del Creatore. Iconograficamenteè un fatto unico. Nel portale del duomo diModena – ad esempio – Adamo, nel mo-mento della creazione sta davanti a DioPadre, è colto in piedi, con tutta la dignitàdell’esser figlio. La cattedrale di Chartres,invece esprime una verità teologica moltoprofonda. Quando Dio crea Adamo giàaveva in mente l’Incarnazione del Suo Fi-glio Gesù. Già aveva in mente Cristo.Adamo nasce libero e perciò stesso pec-catore, quindi il Padre vuole imprimere in

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4MONTEFELTRO DALLA TERZA

* Monache dell’Adorazione EucaristicaPietrarubbia

Questo secondo passo ci fa compren-dere che il perdono ci viene sempre offer-to, ma che Dio stesso ha voluto dei me-diatori e la prima grande mediatrice delperdono di Dio, insieme con la Madonna,è proprio la Madre Chiesa. Oggi si tendea relativizzare l’intervento della Chiesa inmateria di peccato. Quasi che – poichéDio è buono e misericordioso (come ineffetti è) – non sia necessaria alcuna me-diazione e ci si possa sentire perdonatisolo con un atto sincero della coscienza.Certo l’atto sincero della coscienza èsommamente necessario al perdono, maoccorre – come direbbe Caravaggio –bussare alla porta di quella casa dove ri-siede la fonte certa del perdono.

La terza opera èdecisamente più eccle-siale. Si tratta di unparticolare contenutoin un Trittico, chiama-to Pala dei Sette Sa-cramenti di Rogiervan der Weyden(1445-1450). In que-sto Trittico accanto atutti i Sacramenti c’èanche, appunto, quellodella Confessione.

Sorprende che idue penitenti, cheguarda caso sono ingi-nocchiati davanti alSacerdote esattamentecome i nobili Caval-letti davanti alla Ma-donna, portano abitida pellegrini. L’uomo,in particolare, porta proprio il mantellodei pellegrini che si recano penitenzial-mente a Santiago. Quest’opera alludequindi, non solo alla confessione sacra-mentale che assicura il perdono divinodei peccati, ma anche a quelle praticheper mezzo delle quali la Madre Chiesa ri-mette le colpe, cioè le conseguenze dovu-te ai peccati commessi. Una di questepratiche era proprio il pellegrinaggio. Untempo fare voto di raggiungere a piediRoma o Santiago comportava il rischiodella vita e non erano rare le persone chefacevano testamento prima di mettersi inviaggio.

Il pellegrinaggio, come le visite in de-terminati santuari, come la visita nellechiese francescane nel giorno del perdonodi Assisi (che cade ogni 2 di agosto),comporta l’acquisto delle indulgenze persé o per i nostri defunti; indulgenze che,

appunto, rimettono le colpe togliendo an-che le conseguenze che in noi o nei nostricari hanno generato i peccati.

Una delle antiche formule con cui sicongedava il penitente nella confessioneera altamente significativa e insegnava aifedeli a leggere gli eventi della vita nellafede. Suonava così: “Tutto ciò che di be-ne farai e che di male dovrai sopportare tisia in aumento della grazia, in remissionedei peccati e in premio della vita eterna”.

Credo, dunque, nella remissione deipeccati, credo cioè che l’uomo non solopuò essere perdonato ma può essere rein-tegrato nella condizione originaria, quelladi Adamo che è uscito dalle mani di Diocon quella innocenza che era promessa disantità.

Continua da pag. 3

Rogier van der Weyden, Trittico dei Sette Sacramenti (part.),Koninklijk Museum voor Schone Kunsten Antwerpen, Anversa

Particolare di una sculturanella Cattedrale di Chartres (XII sec.)

FONDI TRE PER MILLE R.S.M. ANNO FINANZIARIO 2012Di seguito pubblichiamo la ripartizione dei fondi pervenuti a questa Diocesi e derivanti dal tre per mille de-voluto dai cittadini della Repubblica di San Marino alla Chiesa cattolica, attraverso la denuncia dei redditi.Ringraziamo ancora tutti coloro che con questo importante gesto hanno fatto giungere alla nostra Chiesa unfondamentale contributo. Queste cifre, frutto della scelta di tanti, sono impiegate per il sostegno alle attivitàpastorali, alla formazione, alla vita della Diocesi. Come ogni anno ne rendiamo noto l’utilizzo, non solo nelrispetto della trasparenza ma anche come segno di gratitudine.

Le somme derivanti dal tre per mille relative alla dichiarazione dei redditi 2009 a favore della Chiesa cattolica,

conferite a questa Diocesi nel giugno 2012 sono pari a E 171.533,98 distribuite così come segue:

SSoosstteeggnnoo aallllee aattttiivviittàà ddii ccuullttoo ee ppaassttoorraallee ee aall llee oorrddiinnaarriiee ssppeessee ddii ggeessttiioonnee ee mmaannuutteennzziioonnee ddeellllaa ccuurriiaa

ddiioocceessaannaa ee ddeeii cceennttrrii ppaassttoorraallii ddiioocceessaannii E 100.000,00

CCoonnsseerrvvaazziioonnee oo rreessttaauurroo ddii eeddiiffiiccii ddii ccuullttoo oo aallttrrii bbeennii ccuullttuurraallii eecccclleessiiaassttiiccii;; mmaannuutteennzziioonnee ssttrraaoorrddiinnaarriiaa

ddii ccaassee ccoolloonniicchhee ee//oo llooccaallii ddii mmiinniisstteerroo ppaassttoorraallee:: contributo per lavori e straordinarie manutenzioni alla Casadel Rettore della Basilica del Santo e alla Nunziatura apostolica E 171.533,98

TTOOTTAALLEE SSOOMMMMAA DDIISSTTRRIIBBUUIITTAA EE 117711..553333,,9988

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5MONTEFELTRO OTTO PER MILLE

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6MONTEFELTRO UNA NUOVA ENCICLICA

LA PRIMA ENCICLICA FIRMATA DA PAPA FRANCESCO

LUMEN FIDEILa fede illumina l’esistenza

“vero perché funziona”, oppure le verità del singolo valide soloper l’individuo e non a servizio del bene comune. Ciò comporta però il “grande oblio del mondo contempora-

neo” che – a vantaggio del relativismo e temendo il fanatismo –dimentica la domanda sulla verità, sull’origine di tutto, la do-manda su Dio. La Lumen fidei sottolinea, poi, il legame tra fede e amore, in-

teso come il grande amore di Dio che ci trasforma interiormentee ci dona occhi nuovi per vedere la realtà. A questo punto, il Pa-pa apre un’ampia riflessione sul “dialogo tra fede e ragione”. La fede non è intransigente, il credente non è arrogante. Al

contrario, la verità rende umili e porta alla convivenza e al ri-spetto dell’altro. Ne deriva che la fede porta al dialogo in tutti icampi.

Il terzo. Il terzo capitolo, “Vi trasmetto quello che ho ricevu-to”, è incentrato sull’importanza dell’evan gelizzazione: chi si èaperto all’amore di Dio, non può tenere questo dono per sé, scri-ve il Papa, ricordando la catena ininterrotta dei testimoni dellafede. Ciò comporta il legame tra fede e memoria perché l’amoredi Dio mantiene uniti tutti i tempi e ci rende contemporanei aGesù. Inoltre, diventa “impossibile credere da soli”, perché la fe-de apre l’io al “noi” ed avviene sempre “all’interno della comu-nione della Chiesa”. Per questo, “chi crede non è mai solo”. C’è“un mezzo speciale” con cui la fede può trasmettersi: i sacra-menti.

Il quarto. Il quarto capitolo, “Dio prepara per loro una città”,spiega il legame tra la fede e il bene comune. La fede, infatti,rende saldi i vincoli fra gli uomini e si pone al servizio concretodella giustizia, del diritto e della pace. Ecco perché essa non al-lontana dal mondo e non L’Enciclica si sofferma, poi, sugli ambiti illuminati dalla fe-

de: la famiglia fondata sul matrimonio, i giovani, i rapporti so-ciali, la natura, la sofferenza e la morte. All’uomo che soffre Dio offre la sua presenza che accompa-

gna, che apre un varco di luce nelle tenebre. In questo senso, lafede è congiunta alla speranza. Alla fine della “Lumen fidei”, ilPapa invita a guardare a Maria, “icona perfetta” della fede.

Lumen fidei (“La luce della fede”) è la prima Enciclica fir-mata da Papa Francesco. Suddivisa in quattro capitoli, piùun’introduzione e una conclusione, la lettera – spiega lo stessoPontefice – si aggiunge alle Encicliche di Benedetto XVI sullacarità e sulla speranza e assume il “prezioso lavoro” compiutodal Papa emerito, che aveva già “quasi completato” l’Enciclicasulla fede. A questa “prima stesura” Francesco ha aggiunto “ul-teriori contributi”.

L’introduzione. L’introduzione illustra le motivazioni postealla base del documento: innanzitutto, recuperare il carattere diluce proprio della fede, capace d’illuminare tutta l’e sistenzadell’uomo, di aiutarlo a distinguere il bene dal male, in particola-re in un’epoca, come quella moderna, in cui il credere si opponeal cercare e la fede è vista come un’illusione, un salto nel vuotoche impedisce la libertà dell’uomo. In secondo luogo, l’Enciclicavuole rinvigorire la percezione dell’ampiezza degli orizzonti chela fede apre per confessarla in unità e integrità. “Chi crede, vede”,scrive il Papa.

Il primo capitolo. Nel primo capitolo, il Pontefice si soffer-ma sulla figura di Gesù, mediatore che ci apre a una verità piùgrande di noi, manifestazione di quell’amore di Dio che è il fon-damento della fede. In quanto risorto, inoltre, Cristo è “testimo-ne affidabile”, “degno di fede”. Ma c’è “un aspetto decisivo”della fede in Gesù: “La partecipazione al suo modo di vedere”.Usando un’analogia, il Papa spiega che come nella vita quotidia-na ci affidiamo a “persone che conoscono le cose meglio di noi”– l’architetto, il farmacista, l’avvocato – così per la fede necessi-tiamo di qualcuno che sia affidabile ed esperto “nelle cose diDio” e Gesù è “colui che ci spiega Dio”. La fede, poi, “non è unfatto privato”, ma è destinata a diventare annuncio.

Il secondo. Nel secondo capitolo, “Se non crederete, noncomprenderete”, il Papa scrive: “La fede senza verità non salva.Resta una bella fiaba, la proiezione dei nostri desideri di feli-cità”. Ed oggi, data “la crisi di verità in cui viviamo”, è più chemai necessario richiamare questo legame, perché la cultura con-temporanea tende ad accettare solo la verità della tecnologia, ciòche l’uomo riesce a costruire e misurare con la scienza e che è

DA PADRE MARIO MATTEI RICEVIAMODA PADRE MARIO MATTEI RICEVIAMO

Preghiera da recitare con la mano aperta di papa Francesco

Il pollice è il dito più vicino a te, inizia a pregare per chi ti è più vicino. Sono le persone che più fa-cilmente tornano nei nostri ricordi. Pregare per le persone a noi più care è “un dolce obbligo”.Il dito seguente è l’indice. Prega per chi insegna, educa, medica, quindi per i professori, i maestri,infermieri, medici, sacerdoti. Questi hanno bisogno di sostegno e saggezza perché possano indicarela via giusta agli altri. Non dimenticarli mai nelle tue preghiere.Il dito seguente è il medio il più alto, ci fa ricordare i nostri governanti. Prega per il presidente, iparlamentari, imprenditori e amministratori. Sono loro che dirigono il destino della nostra patria eguidano l’opinione pubblica. Hanno bisogno della guida di Dio.Il quarto dito è l’anulare, nonostante possa sorprendere i più, è questo il dito più debole, qualun-que insegnante di pianoforte lo può confermare. Bisogna ricordarsi di pregare per i più deboli percoloro che hanno problemi da affrontare o che sono affaticati dalla malattia, non saranno mai troppe le preghiere per queste per-sone. Inoltre ci invita a pregare per la fedeltà al matrimonio.Per ultimo c’è il dito mignolo, il più piccolo delle nostre dita, piccolo come bisogna sentirsi di fronte a Dio e agli altri, e come dice ilvangelo “gli ultimi saranno i primi” il mignolo ci ricorda che dobbiamo pregare per noi stessi. Solo però quando avrai pregato per glialtri quattro gruppi, potrai vedere nella giusta ottica i tuoi bisogni e pregare meglio per te.

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7MONTEFELTRO FEDE E CULTURA

EEssttaattee iinn aarrcchhiivviioo ee bbiibblliiootteeccaaIINNIIZZIIAATTIIVVEE EE PPRROOPPOOSSTTEE PPEERR UUNN IINNTTEERREESSSSAANNTTEE AAPPPPRROOCCCCIIOO CCOONN LL’’AARRTTEE DDEELLLLAA CCEERRAAMMIICCAA EE DDEELL LLIIBBRROO AANNTTIICCOO

Mentre continua l’opera di catalogazione e organizzazionedell’ingente materiale posseduto, la biblioteca e l’archivio dio-cesani intendono interpretare in modo attivo e propositivo illoro compito di conservare e promuovere la cultura, ospitandoeventi e proponendo iniziative.Due le proposte per l’estate 2013.Dal 13 al 28 luglio, in concomitanza con la Mostra dell’An -

tiquariato, appuntamento ormai tradizionale per Pennabilli, conuna esposizione di ceramiche d’arte realizzate da Lidia Ma-si. In mostra personaggi tratti dalla commedia dell’arte e dalmondo delle fiabe. Ogni figura è proposta a cavallo. Lo stiledelle creazioni attinge ad un milieu culturale composito e siesprime attraverso uno splendore colorato, reso possibiledall’attenta cura del particolare, di cui sono un esempio le tex-ture sontuose di abiti e finimenti, ad imitazione di broccati,lampassi e corami, e dal ricorso ad una tavolozza ricca e lumi-nosa. Le statuette sono eseguite con terra bianca, a lastra, perquanto riguarda il cavallo, e a tutto tondo per il cavaliere. Unavolta asciutte vengono cotte, decorate, invetriate e cotte a se-condo fuoco. Il risultato è sorprendente: piccole sculture origi-nali, capaci di catturare l’occhio esperto e di intrigare, affasci-nando, anche il visitatore distratto. La mostra è arricchita, inomaggio all’ambiente religioso che la ospita, da un presepe,collocato all’interno del torrione delle trecentesche mura mala-testiane, che non mancherà di stupire per le sue particolari ca-ratteristiche. Inoltre, tutti i visitatori potranno mettersi alla pro-va misurandosi con le tecniche di decorazione della ceramica,attraverso un piccolo laboratorio attivo durante l’orario diapertura. L’artista, Lidia Masi, è nata a Cordoba in Argentina,insegna arte e immagine nella scuola secondaria di I grado diNovafeltria. Si occupa di restauro, nello specifico del restaurodella cornice dorata e dipinta e del mobile laccato e dipinto; didecorazioni di pareti a trompe-l’oeil e di decorazione del mo-bile. Da alcuni anni si dedica alla ceramica. Le sue opere sonostate esposte presso il Museo San Francesco a San Marino, e aRimini.L’ingresso è libero, la visita è possibile tutti i giorni dalle

16,30 alle 19, presso i locali della biblioteca diocesana, in Viadel Seminario a Pennabilli.L’altra iniziativa di cui archivio e biblioteca diocesani si fan-

no promotori, a partire dall’estate 2013, è un percorso guidato,Dall’incunabolo all’Ottocento: caratteristiche e peculiarità dellibro antico. La proposta ha un intento didattico e si rivolge atutti coloro che desiderino conoscere o approfondire la storiadel libro antico. Sarà possibile fruire di un affascinante excur-sus attraverso modalità di stampa, rilegatura e realizzazione dellibro attraverso i secoli. La dott.ssa Laura Giustozzi, cataloga-trice con esperienza decennale, archivista ed esperta di libri an-tichi, illustra e propone esempi concreti delle diverse tipologielibrarie, ne evidenzia le peculiarità, offrendo indicazioni neces-sarie per apprezzare e comprendere l’evoluzione storica del li-bro, inteso come unicum, insieme strettamente connesso di te-sto e manufatto, testimone di valori non solo culturali ma ancheeconomico-sociali. Per studiosi e specialisti il libro antico è un

abituale compagno di viaggio, ma per i non addetti ai lavoril’opportunità di entrare in contatto con questo prezioso testimo-ne del passato è abbastanza rara. Eppure le sue pagine sono pie-ne di fascino e di informazioni, anche curiose, che non si limi-tano ai contenuti per i quali all’origine era stato stampato, ma siarricchiscono nel tempo, per le notazioni di chi lo ha possedutoo ne è venuto in contatto, per i materiali con i quali è stato rea-lizzato, ecc. Attraverso un libro antico è possibile ascoltare lavoce sommessa di quella umanità che prima di noi ha vissuto,lavorato, studiato e che attraverso il libro torna a parlare e araccontare, superando secoli e luoghi. La proposta della biblio-teca diocesana, dunque, è un’opportunità offerta a tutti per av-vicinarsi al libro antico, quale strumento di formazione e di dia-logo con la storia e la cultura che ci hanno preceduti.Il percorso richiede circa un’ora, può essere prenotato per

piccoli gruppi, minimo cinque persone, o per gruppi anche piùconsistenti, massimo quindici partecipanti. Il biglietto costa 3 euro a persona ed è gratis per i bambini fino a 10 anni. Infor-mazioni ulteriori possono essere reperite nel sito della bibliote-ca, per le prenotazioni va contattato il numero: 3403646242.Nella speranza di rispondere in modo sempre più adeguato

alle attese e alle esigenze degli utenti, archivio e biblioteca fe-retrani augurano a tutti buona estate.

Antonella Buratta

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8MONTEFELTRO PRIMO PIANO

A Sua SantitàPapa EmeritoBenedetto XVICittà del Vaticano

Carissimo Papa Benedetto,

siamo i giovani della Diocesi di SanMarino-Montefeltro che il 19 giugno didue anni fa ha incontrato sulla piazza diPennabilli. Anche quest’anno ci siamo ri-trovati insieme e pensando a lei volevamoesprimerle ancora il nostro affetto e la no-stra gratitudine per quell’incontro cosìbello. A dire la verità già quella voltaavevamo notato la sua stanchezza, macerto non potevamo immaginare la rinun-cia al pontificato. Infatti siamo rimasticolpiti dal suo vivo desiderio di essere

cino come è rimasto vicino a tutta la Chie-sa. Ci è piaciuto tanto l’incontro tra lei ePapa Francesco, il modo in cui vi siete ac-colti e in cui avete pregato insieme, duefratelli in Cristo uniti nella fede per il be-ne della Chiesa. Noi giovani abbiamo bi-sogno di questi esempi che ci riempiono disperanza, ma difficilmente li vediamo tra icosiddetti grandi del mondo.Grazie ancora Papa Benedetto per esse-

re venuto nella nostra Diocesi, nella pic-cola Piazza di Pennabilli. Continueremo asentirla vicina e mentre lei pregherà pernoi, noi pregheremo per lei il Signore e lasua Santissima Madre, affinché la custo-discano in ogni bene. 16 giugno 2013

I Giovani della Diocesidi San Marino-Montefeltro

con noi, di raggiungere i nostri cuori conle sue parole e di accompagnarci con lasua preghiera. Oggi più che mai ne abbia-mo bisogno dal momento che siamopreoccupati per il nostro avvenire, difronte ad un futuro con poche prospettiveper noi giovani, non solo dal punto di vi-sta lavorativo, ma anche per ciò che ri-guarda i principi che sostengono una so-cietà quali la vita e la famiglia.Ma la domanda di vita che ci portiamo

dentro non può essere soffocata dallapaura di andare contro le logiche delmondo, anzi è proprio nella certezza cheCristo è con noi che dobbiamo trovareforza e speranza per impegnarci.È per questo che oggi ritrovandoci in-

sieme ricordiamo ancora con gioia la suapresenza in mezzo a noi, il suo sguardo ele sue parole. Siamo sicuri che lei ci è vi-

Care ragazze, cari ragazzi, è con piacere che accogliamo questa

edizione della giornata mondiale dellagioventù nel nostro piccolo comune, dasempre votato alla tradizione ed all’o -spitalità come tutta la Valle del Conca edil Montefeltro. In questo periodo difficile di tensioni

etiche e sociali, dove vi sono inquietudinee confusione sullo scopo stesso della vita,iniziative come queste offrono un’oppor -tunità per ricordare i valori essenziali del-la felicità. Servono la causa della pace e della so-

lidarietà delineando i tratti di un’umanitàche ci sembra lontana e che spesso nonconosce giustizia.

GMG DIOCESANA - DOMENICA 16 GIUGNO 2013

IL SALUTO DEL SINDACOIL SALUTO DEL SINDACODI MERCATINO CONCADI MERCATINO CONCA

religione, condizioni personali e sociali; ilripudio alla guerra all’art. 11 ed il dirittodi professare liberamente la propria federeligiosa contemplato all’art. 19, sonoelementi di grande convergenza. Fu proprio Mons. Negri, nel suo salu-

to ai Sindaci, a Pennabilli, a rimarcarel’in-violabilità della separazione fra la religione e la laicità dello stato e al con-tempo a chiedere di guardare dalla stessaparte. Concentriamoci dunque sulle cose che

ci uniscono e ci sorprenderemo di quantoqueste siano enormemente superiori. Vi saluto, vi ringrazio e se vorrete ci

vedremo il prossimo anno. Omar Lavanna

Vi invito ad essere portavoce dellacompassione per il debole, per il povero,portavoce di quei sentimenti che devonocaratterizzare la nostra società anche dalpunto di vista laico, di quei sentimentimagistralmente interpretati nella nostraCarta Costituzionale. Sono numerosi gli articoli che richia-

mano a valori condivisi sia dal mondo re-ligioso che da quello istituzionale, e sono,a mio avviso, i più importanti essendocompresi tra i principi fondamentali. All’art. 2 viene sancito il diritto invio-

labile dell’uomo, come singolo e nelleformazioni sociali, all’art. 3 viene sancitala pari dignità degli uomini senza distin-zione di sesso, razza, nazionalità, lingua,

LA LETTERA INVIATA DAI GIOVANI LA LETTERA INVIATA DAI GIOVANI DELLA GMG DIOCESANA A PAPA BENEDETTODELLA GMG DIOCESANA A PAPA BENEDETTOAlcuni giorni prima della GMG diocesana svoltasi a Mercatino Conca domenica 16 giugno scorso, i giovani, protagonisti di questa e altre “forti” iniziative in Diocesi hanno voluto scrivere al Papa Emerito Benedetto XVI per condividere con Lui, ancora una volta, la grande emozione e commozione suscitata dalla visita che il Santo Padre fece alla nostra Chiesa di San Marino-Montefeltro la memorabile domenica del 19 giugno 2011. Il Papa Emerito ha risposto tramite Mons. Peter Brian Wells, Assessore agli Affari Generalidella Segreteria di Stato, testimoniando il Suo ricordo per quella giornata. Pubblichiamo di seguito la lettera dei giovani e l’anastaticadella risposta della Segreteria di Stato.

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9MONTEFELTRO PRIMO PIANO

GMG DIOCESANA - DOMENICA 16 GIUGNO 2013

LA RISPOSTALA RISPOSTADEL PAPA EMERITODEL PAPA EMERITO

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10MONTEFELTRO PRIMO PIANO

Domenica 16 giugno, 120 giovani pro-venienti da tutta la Diocesi di San Mari-no-Montefeltro si sono ritrovati per cele-brare la loro Giornata Mondiale dellaGioventù Diocesana.Una data atipica che (nelle Diocesi ita-

liane si celebra la domenica delle Palme)ma importante, a ricordo dello straordina-rio evento di due anni fa nella piazza diPennabilli dove il Papa Benedetto XVIincontrava i giovani. Quei giovani chenon si sono dimenticati di Lui, della suapersona, del suo Magistero, del suo acco-rato e amorevole appello: “Cari amici, viinvito a prendere coscienza di questa sa-na e positiva inquietudine, a non averpaura di porvi le domande fondamentalisul senso e sul valore della vita.

Non fermatevi alle risposte parziali,immediate, certamente piu facili al mo-mento e piu comode, che possono darequalche momento di felicita, di esaltazio-ne, di ebbrezza, ma che non vi portanoalla vera gioia di vivere, quella che nasceda chi costruisce – come dice Gesu – nonsulla sabbia, ma sulla solida roccia. Im-parate allora a riflettere, a leggere inmodo non superficiale, ma in profonditala vostra esperienza umana: scoprirete,con meraviglia e con gioia, che il vostrocuore e una finestra aperta sull’infinito!”.(Benedetto XVI, Discorso ai giovani del-

simbolo dell’Anno della Fede. Un ultimogesto significativo, la lettera che verrà in-viata al Papa Emerito Benedetto XVI e fir-mata da tutti i giovani presenti, quale ri-cordo di ciò che avvenne due anni fa aSan Marino e poi a Pennabilli. Un mo-mento forte in una giornata soleggiata,voluto dall’équipe della pastorale giova-nile diocesana quale punto di incontro difine anno pastorale. Prossimo appunta-mento, dopo le meritate vacanze estive, laserata del 2 settembre prossimo, dove, inconcomitanza con le celebrazioni di SanMarino, i giovani della diocesi si rincon-treranno per dare inizio al nuovo anno pa-storale… chissà con il nuovo vescovodiocesano che tutti attendiamo!

Luca Foscoli

la diocesi, Piazza di Pennabilli, 19 giugno2011).Per riflettere e per non leggere in modo

superficiale la vita, quest’anno hanno fattotappa a Mercatino Conca, dove hanno in-contrato realtà giovanili provenienti dafuori diocesi (Gruppo Giovani dell’Ass.Comunità Papa Giovanni XXIII di Rimini,Nuovi Orizzonti di Riccione, Giovani eRiconciliazione di Reggio Emilia, Sheki-nah di Pesaro) e con loro hanno trovatonuovi stimoli per vivere la fede. La gior-nata ha proseguito con la S. Messa cele-brata da Mons. Elio Ciccioni Amministra-tore Diocesano, insieme a numerosi sacer-doti provenienti dalle varie parrocchie del-la diocesi, per finire con giochi e foto fi-nale a rappresentare la “Barca della Fede”,

GMG DIOCESANA - DOMENICA 16 GIUGNO 2013

DIOCESI CHIAMA GIOVANI...DIOCESI CHIAMA GIOVANI...GIOVANI RISPONDONO!GIOVANI RISPONDONO!

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11MONTEFELTRO CINQUANTESIMO

Sono passati esattamente 50 anni daquel lontano 29 giugno 1963 in cui DonPietro, accompagnato dal babbo Virgilioe dalla mamma Filomena, giunse a Mon-te Grimano. Nonostante la fama di Par-rocchia difficile che il suo predecessoregli aveva presentato, Don Pietro si inserìfin da subito nella vita della comunità.“Ogni prete è un dono speciale di Gesùsacerdote alla sua Chiesa”. La sua presen-za nelle Parrocchie è necessaria non soloper l’amministrazione dei sacramenti(Don Pietro in questi “primi” 50 anni habattezzato 230 bambini, ha unito in matri-monio 189 coppie, ha accompagnato alcimitero 280 defunti), ma anche perl’animazione pastorale delle comunità,per la predicazione del Vangelo. La Parrocchia di Monte Grimano è sta-

ta sempre punto di riferimento per la vitadel paese, caratterizzata dalla grande vi-vacità e dalle molteplici attività che si so-no svolte anche durante questo mezzo se-colo di storia. Per citarne solo alcune: neiprimi anni la redazione di un giornalinoche si chiamava “Il Grimanotto” e cheveniva stampato con il vecchio ciclostilea mano dai giovani di allora (che ora so-no genitori e anche nonni!), la preparazio-ne delle celebrazioni liturgiche e delle fe-ste religiose, l’organizzazione delle gite edei momenti conviviali di aggregazione,incontri di catechesi per giovani ed adul-ti, la passata esperienza di uno studio ra-diofonico che era parte integrante di Ra-dio Urbino Montefeltro. Il 19 settembre 2001 si è costituito il

Gruppo di Preghiera Padre Pio “Madon-nina di Soripe” che si riunisce l’ultimomercoledì di ogni mese, con grande parte-cipazione, per la recita del santo Rosarioe la celebrazione della S. Messa. Si con-vocano periodicamente il Consiglio am-ministrativo, pastorale e Caritas per deci-sioni da prendere insieme. Le funzioni li-turgiche sono allietate da un efficientissi-

mo coro, diretto dal giovane maestro Pao-lo Cancellieri. Don Pietro partecipa atti-vamente anche alla vita civile del nostropaese. In ogni manifestazione sostiene edelogia la Banda Cittadina. Ha sempre col-laborato con la Cooperativa delle Terme epoi con il compianto Dott. Carlo Bolliniche le ha rilanciate. Attualmente è anchevice-presidente della Pro Loco. “C’erauna volta quel pretino di Carpegna; c’èoggi questo Monsignore di Monte Grima-no, di Montelicciano, di S. Donato e...dell’otto per mille! (È infatti Presidentedell’Istituto Diocesano di SostentamentoClero di Pennabilli). Fate bene a fargli fe-sta. Fate bene a ringraziarlo. Lo merita,perché voi sapete, come me, che è burbe-ro, ma buono, sgrida, ma ama; incassa lebotte, perché fa un mestiere difficile; sepuò, aiuta...”. Da queste parole pronun-ciate dal Vescovo Rabitti in un’occasioneanaloga, cogliamo l’invito a ringraziareDon Pietro: per avere rispettato e amato

questo Paese (così come lo amava la suaadorata mamma); per avere scelto di vi-vere con noi, condividendo i momenti digioia e anche di dolore; per non avercimai fatto mancare la celebrazione dellaSanta Messa e l’ammini strazione dei Sa-cramenti; per l’attenzione scrupolosa cheha sempre dimostrato alla conservazionee alla ristrutturazione delle nostre Chiesee delle opere d’arte in esse conservate.Che il Signore continui ad illuminare ilsuo cammino, e gli dia la giusta forza peraffrontarlo sempre degnamente. Glielo augurano con tutto il cuore i

suoi parrocchiani. Monte Grimano, 29 giugno 1963 – 30 giu gno 2013

FESTA GRANDE A MONTE GRIMANOper il 50º di servizio parrocchiale di Don Pietro CorbellottiIl 30 giugno scorso la comunità di Monte Grimano ha festeggiato i 50 anni di servizio pastorale di Mons. Pietro Corbellotti. Erano presenti Il Nunzio Apostolico S.E. Adriano Bernardini e i Vescovi emeriti Mons. Luigi Negri e Mons. Paolo Rabitti. L’Amministratore diocesano Mons. Elio Ciccioni ha concelebrato la Santa Messa. Don Pietro ha ricevuto toccanti riconoscimenti con delle targhe ricordo dell’Amministrazione Comunale consegnata dal Sindaco Daniele D’Antonio, dell’Associazione Pro Loco e della locale Bandamusicale, presenti i rispettivi presidenti e la Società sportiva che con il proprio Presidente ha consegnato una maglia della divisa della locale squadra di calcio, con sopra scritto il nome di Don Pietro. Sono intervenuti, inoltre, Suor Maria Gloria Riva, il Dott. LucaPasquini, Assessore di Carpegna in rappresentanza del Sindaco, Gian Piero Piscaglia e Fausta Monaldi, quest’ultima autrice anche diuna bella poesia dedicata a Don Pietro, in rappresentanza della comunità locale.Al termine Don Pietro ha offerto una cena a circa 350 invitati, consumata nella palestra comunale di Monte Grimano, con torta finale etanta allegria.

IL RICORDO DEI PARROCCHIANI

A DON PIETRO………….

50 anni di storia sono tanti!

I ricordi s’affacciano incessanti.

Conserviamone il meglio,

dentro il cuore,

come dono di lode al Signore.

Dio benedica Lei, questo paese,

verso il quale è sempre stato

cortese,

condividendo usi e tradizioni,

momenti belli

e quelli meno buoni.

Grazie, Don Pietro!

Un caldo battimano

dai parrocchiani

di Monte Grimano,

con i più cari e sinceri auguri

di bene, anche per gli anni futuri.

(Alcuni brani tratti dalla poesia scritta da Fausta Monaldi e dedicata

al festeggiato, Don Pietro Corbellotti)

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12MONTEFELTRO CINQUANTESIMO

Il Nunzio Mons. Bernardini, nell’omeliadella celebrazione, ha fatto una riflessio-ne sulla figura del Pastore e sulla pecu-liarità del ministero sacerdotale in senoalla comunità cristiana.Eccone alcuni brani:

Ecco l’ideale che San Francesco mettedavanti al Pastore, al Sacerdote: esserenel mondo uno che amministra spirito evita! Spirito e vita non indicano qui duecose distinte, ma una sola: la vita secondolo Spirito, cioè la vita nuova, la vita cheviene dal Padre, che si è rivelata a noi inGesù Cristo e che è offerta come possibi-lità a tutti gli uomini, grazie allo SpiritoSanto che ci è stato donato. Chi sono allora i sacerdoti, i Pastori,

che amministrano “spirito e vita”? Sonoco loro: – che con la propria vita e testi-monianza sanno suscitare la fede; – cheannunciano in spirito e potenza che Gesùè il Signore, il Cristo risorto; – che spin-gono i fratelli ad entrare nel circuito dellavita nuova; – che sanno far “gustare e ve-dere quanto è buono il Signore”. In al treparole, sono coloro che riescono a far fa-re ai fratelli, che incontrano, un’e -sperienza reale e profonda di Dio. E quiuna parentesi per i miei fratelli nel sacer-dozio: non ci sono vocazioni? Ma siamoprima di tutto Pastori tali da far fare aifratelli che incontriamo un’e sperienzareale e profonda di Dio? Al punto tale dafar sorgere nei giovani l’ideale del sacer-dozio. Ancora una domanda: ha senso propor-

re oggi un ideale così spirituale del Pasto-re? Non significa questo alienarlo un po’dalla vita reale? Gli uomini sembrano de-siderosi di fare ben altre esperienze chequella di Dio! Questo è solo l’apparenza.In realtà, l’essere umano, nel profondo,chiede al Pastore qualcosa di diverso,chiede spirito e vita. Chiede una speranzache si spinga al di là di tutte le speranzeofferte dalla vita, dalla scienza, dalla tec-nica e dal denaro (…). Da ultimo e termino: ma ora che cosa

chiede ai fratelli ed a voi tutti il sacerdote,il Pastore? Non di essere compianto per lesue rinunce e per il suo modo di viveretanto diverso dagli altri. Spesso il mondovede solamente questo nel sacerdote. Unoche ha rinunciato a farsi una famiglia, amettere delle radici in questo mondo. Sen-za sapere che quello, a cui il Signore glichiede di rinunciare, è niente in confrontoa quello che gli promette! Si dice: “il cen-tuplo quaggiù” ed è vero! È sufficienteche il Pastore si sforzi un po’ per esserefedele alla propria chiamata e sperimenta-

re, poi, questo centuplo. La stessa umanitàdel Pastore non è diminuita dalle rinunceche compie, ma dilatata. Egli sente di po-ter essere un uomo pieno ed un uomo li-bero come nessun altro. Libero nondall’amore, ma nell’amore verso i fedeli etutti gli uomini di buona volontà. Il Pasto-re, il sacerdote non chiede dunque che ifedeli lo critichino, ma che si rallegrinocon Lui, che ringrazino Dio per lui, chepreghino per lui e lo sostengano con il lo-ro affetto. Di questo sì ha bisogno per nonsentirsi rifiutato e solo in un mondo sem-pre più chiuso ai valori spirituali.

In ogni caso voi offrite già questo aiu-to a Don Pietro. Continuate a farlo. Saràil più bel regalo in occasione del com-piersi dei 50 anni dello stare con voi (…).Un’ultima richiesta: una preghiera per

il Santo Padre... una preghiera per PapaFrancesco. Tutti sappiamo quanto sia difficile la

sua missione: quella di conservare nellacomunione e nell’unità, caratteristica fon-damentale della Chiesa Cattolica, tutti ibattezzati del mondo. In un’opera tantoimportante e difficile può essergli d’aiutosolamente la nostra preghiera.

L’OMELIA DEL NUNZIO MONS. BERNARDINI

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13MONTEFELTRO CINQUANTESIMO

Un momento di festa per la Comunitàdi Macerata Feltria e per la Diocesi tutta,di umana condivisione in un momentocosì importante per la vita sacerdotale delParroco Mons. Graziano Cesarini: il suogiubileo sacerdotale.Cinquant’anni di fedele presbiterato

sono per tutti noi e per la chiesa segno egrazia per aver vissuto con corrisponden-za e perseverante responsabilità il donoricevuto, un dono di grazia per quantihanno conosciuto e accompagnato DonGraziano.Alcune foto ci mostrano un Don Gra-

ziano giovanissimo il giorno che ha “can-tato la prima messa” nella chiesa di Mon-tebello il 29 giugno 1963, ordinato dalVescovo Antonio Bergamaschi.La sua vocazione ha affondato le radici

in famiglia, dove ha appreso i valori fon-danti: l’onestà, la giustizia, la laboriosità;fra le mura domestiche aveva respiratofede e preghiera, a scuola aveva mostratodoti d’intelligenza e impegno, così, dopola quinta elementare, accompagnato dalparroco Don Pietro Tosi (morto nel 1961)è entrato in seminario a Pennabilli (congrande rammarico della maestra). Cinqueore di scuola la mattina e quattro di stu-dio individuale ogni giorno, la conoscen-za del latino, poi il ginnasio con il greco.Una vita di sacrificio e di grande impe-gno. A Fano al seminario regionale i treanni di liceo classico, un anno di prope-deutica con l’introduzione alla teologia equattro anni di teologia a completare glistudi.Dopo l’ordinazione Don Graziano è ri-

masto circa un anno a prestare servizionella sua parrocchia di Montebello conDon Settimio Balacchi, a prendere confi-denza con la predicazione, il catechismo,le celebrazioni, la benedizione alle fami-glie, il dolore della morte... contempora-neamente faceva l’assistente a Pennabilliin Seminario.Il 29 agosto 1964 è stato mandato a

Perticara come aiuto di Don Pietro Cap-pella per quattro mesi. Poi il 18 dicembrel’allora Vicario Don Giardi, lo ha inviatoa Borgo Maggiore a sostituire i Salesianiche erano partiti venti giorni prima.L’arrivo rimarrà un ricordo indelebile

nella mente di Don Graziano: una serabuia di dicembre mentre in chiesa si tene-va la recita della novena di Natale. Grazie

Gea Gasperoni di Acquaviva, una giovanemusicista di talento battezzata da DonGraziano. Piacevoli serate di conforto reli-gioso anche le altre due che sono seguite:l’incontro di preghiera con riflessione diDon Mirco Cesarini (il caro nipote) conintermezzo musicale dei valenti chitarristiGiacomo Baldoni e Roberto Gargamelli e l’ultimo, con i pensieri di P. Renato e P. Pierluigi di Montefiorentino e i cantidel Coro parrocchiale di Macerata Feltria.Sabato 29, alle 11, una santa messa deisanti Pietro e Paolo e poi domenica 30 giu-gno alle ore 17, alla Pieve di San Cassia-no, l’evento tanto atteso e preparato: la S. Messa giubilare presieduta dall’ammini -stratore diocesano Mons. Elio Ciccioni econcelebrata da numerosi confratelli, coidiaconi, l’accolito, i ministranti…La messa è stata solenne e partecipata;

non è mancato un momento di commo-zione quando, per concludere, ha preso laparola Don Graziano: “Ringrazio il Si-gnore per il dono del Sacerdozio, non vo-glio dimenticare la mia parrocchia di ori-gine, Montebello. Gesù per andare a Ge-rusalemme indurì la sua faccia come pie-tra. Ho già detto che non ho lacrimatoneanche il giorno dell’ordinazione…quella volta sono riuscito a fare la facciacome pietra ma ero più giovane… Rin-grazio i due vescovi, Rabitti che è venutoa salutarmi e Negri che mi ha mandatoun messaggio, Don Elio Ciccioni… Ri-cordo il mio impegno nell’Azione cattoli-

DON GRAZIANO CESARINI HA FESTEGGIATO I 50 ANNI DI SACERDOZIO

L’abbraccio di Macerata Feltria

all’accoglienza di un gruppo di ragazzidel Circolo giovanile fondato dai Salesia-ni, cominciò il cammino del giovane sa-cerdote insieme a loro; per un anno rima-se solo poi, a causa della troppo giovaneetà, come vice parroco di Don ArmandoEvangelisti prima e in seguito, dal 1972,di Don Sergio Severi fino al 1978. Il 3 di-cembre 1978 l’ingresso ad Acquaviva co-me Parroco a prendersi cura non solo del-le anime ma anche di canonica e chiesada risistemare. Il 1° agosto 1993, mentresi trovava a San Leo per la festa di SanLeone, la comunicazione da parte di DonSisto Severi di un cambiamento: la nomi-na a parroco e vicario foraneo di Macera-ta Feltria e il 24 ottobre la “presa di pos-sesso” della nuova sede; dopo qualchetempo la nomina a Monsignore. Quasiventi anni di servizio in un ministero cheè fatto di servizio. Anche a Macerata si ètrovato ad affrontare alcune ristrutturazio-ni importanti, quella della Pieve di SanCassiano, dell’Ostello di Grassano, quelladell’amata chiesa di San Michele Arcan-gelo dopo il crollo nell’agosto 2010; nelsett. 2012 l’inizio dei lavori e ora final-mente, la conclusione che si fa semprepiù vicina…Sono 50 anni che Don Graziano è sa-

cerdote e la comunità cristiana di Macera-ta lo ha voluto festeggiare degnamente.Un triduo di preparazione all’evento: inapertura l’intervento di Suor Maria GloriaRiva con una dotta trattazione teologicasul Sacerdozio e l’intermezzo musicale di Continua a pag. 14

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14MONTEFELTRO CINQUANTESIMO

ca, nell’Unitalsi, nei Catacumenali... Do-po 50 viene il desiderio di fare un bilan-cio, sono stati anni molto belli e questi ul-timi 20 a Macerata entusiasmanti ma an-che… drammatici e quindi non privi disofferenza, anche se non privi di collabo-razione… Ringrazio il Signore che mi hachiamato a lavorare nel suo campo e letante persone che ho incontrato e che mihanno aiutato. Non rinnego nulla del pas-sato, non mi piace guardare indietro e inogni caso tutto mi è servito per spendereil dono del Sacerdozio. Concludo espri-mendo un desiderio: che nascano vocazio-ni e buone famiglie e gruppi laicali orga-nizzati per il servizio al Vangelo e alle co-munità cristiane. Ringrazio i Ministri isti-tuiti della Parrocchia senza dimenticarequelle periferiche. Non dimentico i cap-pellani Don Maurizio, Don Emmanuel,Don Elder, Don Eugenio e Don Alessan-dro. Non dimentico Don Giorgio che miha passato il testimone e Don Edoardoche è nella Casa del Clero a Rimini…”. Ilricordo commosso dei fratelli e dei genito-ri scomparsi ha concluso la celebrazione.Nel piazzale della Pieve un gruppo di

bambini festanti lo attendeva per il lanciodi palloncini dorati con la scritta 50 e diuna piccola mongolfiera prima di incam-minarsi, lungo un percorso decorato di fe-stoni, verso il Chiosco del Lago dove erastato allestito un ricco buffet per tutti: par-rocchiani ed ex, familiari, amici e confra-telli… Stefano Belfortini a nome del l’in -tera comunità parrocchiale gli ha e spres soparole di riconoscenza e di gratitudine.Anche il Sindaco Luciano Arcangeli è in-tervenuto e ha partecipato all’an niversariorivolgendogli a nome di tutta la cittadinan-za un discorso di saluto e di ringraziamen-to per l’impegno profuso nella totale dedi-zione alla parrocchia. E poi la sorpresa piùbella: l’arrivo del Vescovo Luigi Negri. Lasua presenza ci ha dato la possibilità diascoltare ancora una volta le sue profondeparole di apprezzamento nei confronti ditutto il nostro clero diocesano. Grazie aGiuseppe e Maura Amadei che hanno resopossibile questo gradito incontro.A Don Graziano sono stati consegnati

doni e offerte per la chiesa di san Miche-le Arcangelo da parte della Comunità.Dalla partecipazione gioiosa e sentita a

questa ricorrenza si comprende quanto sisenta l’importanza della figura del sacer-dote, un mistero infinito racchiuso in unvaso di creta. C’è bisogno di testimonicredibili e accoglienti senza dimenticarele parole di Matteo 7,15: “Guardatevi daifalsi profeti che vengono a voi in veste dipecore ma dentro son lupi rapaci. Dai lo-ro frutti li riconoscerete”.

Iolanda Ferri

IL SALUTO DEL VICARIO PARROCCHIALE

Don Graziano, sacerdote, esempiodi perseveranza e di costanza

Domenica 30 giugno Mons. Graziano Cesarini ha celebrato e festeggiato, as-sieme alla sua comunità parrocchiale di Macerata Feltria, il cinquantesimo anni-versario della sua Ordinazione sacerdotale. La Liturgia Eucaristica è stata presie-duta dall’Amministratore diocesano Mons. Elio Ciccioni, il quale ha sottolineato,nel corso dell’omelia, l’importanza del ministero sacerdotale per la santificazionepersonale e del popolo, inoltre ha riportato alcuni tratti del ministero pastorale diDon Graziano.La chiesa era gremita di fedeli presenti alla celebrazione per ringraziare il Si-

gnore del dono del sacerdozio fatto a Don Graziano e di conseguenza alle comu-nità parrocchiali in cui ha svolto il suo Ministero. Infine alcuni ringraziamenti han-no espresso l’affetto e la stima delle persone nei confronti del loro parroco.Personalmente credo di dovere ringraziare Don Graziano per l’esempio di per-

severanza e di costanza che ha saputo dimostrare e tuttora dimostra nei momentidi difficoltà, a volte abbastanza consistenti che la vita presenta; inoltre lo ringrazioper avermi accolto sei anni fa a Macerata Feltria, dove arrivai come seminarista estudente del quarto anno di teologia e dove ora svolgo, il ministero pastorale co-me Vicario Parrochiale.Affidiamo alle nostre e vostre preghiere il Ministero di Don Graziano e di noi

sacerdoti, perché il compito delicato verso il gregge che Dio ci ha affidato siasempre nutrito da sentimenti di pietà, carità e amore fraterno e perché la grazia diDio ci sostenga nel momento della prova.

Don Alessandro Santini

PENNABILLISantuario della B.V. delle Grazie

15 agosto 2013

FESTA DELL’ASSUNZIONE DELLA VERGINE MARIA

Ore 11,15 Celebrazione della S. Messa

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15MONTEFELTRO CINQUANTESIMO

In questa celebrazione mi unisco per-sonalmente e a nome dei confratelli Con-celebranti, di tutto il Presbiterio dellaDiocesi, di questa Assemblea e di tutta laComunità Parrocchiale di Macerata Fel-tria ai sentimenti pieni di emozione cheriempiono il cuore di Mons. Cesarini.Penso che fra i tanti, due siano in par-

ticolare quelli che sono presenti in questaAssemblea liturgica e in maniera partico-lare nel cuore di Mons. Graziano la gioiae il ringraziamento. La gioia per i cin-quant’anni di Sacerdozio e di servizio fe-dele alla Chiesa, e il ringraziamento pergli innumerevoli benefici di cui il Signoreha riempito questa vita sacerdotale. Cin-quant’anni sembrano tanti, eppure passa-no come un soffio. Sembra ieri quandoDon Graziano il 29 giugno 1963 nellachiesa di Montebello, per l’imposizionedelle mani di S. Ecc.za Mons. Bergama-schi veniva ordinato Sacerdote. In realtà,in questi cinquant’anni, tante sono state leComunità servite, da Don Graziano (Per-ticara, poi Borgomaggiore, Acquaviva,Macerata Feltria) varie le esperienze dio-cesane guidate (l’Ustal-Unitalsi, l’A zioneCattolica Diocesana) tante le persone in-contrate e guidate verso la strada del Si-gnore. Vorrei qui ricordare due vocazioninate nella comunità Parrocchiale di Ac-quaviva. Don Mirco Cesarini, nipote diDon Graziano e Barbara Giardi, Carmeli-tana scalza nel convento di clausura diFerrara. Essi sono un po’ come le perleche ornano l’impegno apostolico di DonGraziano.Sono i segni di un lavoro e di una te-

stimonianza pienamente evangelica cheha permesso allo Spirito di fare sentire lasua Voce, ma sono anche il frutto di quel-la fecondità spirituale e sacerdotale, di cuiha molto parlato in questi giorni PapaFrancesco e che deve connotare la vita diogni Sacerdote. Infatti, il Sacerdote anchese in una maniera sua specifica, ha biso-gno di diffondere paternità, di avere unhumus, in cui affondare le sue radici spi-rituali, culturali, umane, perché possaprodurre i frutti del Regno di Dio.Certamente, per un Sacerdote, non è

facile fare un bilancio della propria vitadavanti al Signore, perché ci sono semprei conti da fare con la propria insufficien-za, con la propria inadeguatezza, ma no-nostante questa, cinquant’anni di sacerdo-zio riempiono di letizia il cuore.Per questo e tanto altro oggi Don Gra-

ziano dice grazie al Signore. Per i tantimomenti di intimità con il Signore Gesù,

L’omelia dell’Amministratore diocesano mons. Elio CiccioniMACERATA FELTRIA - DOMENICA 30 GIUGNO 2013

per i segni della sua innegabile protezionee presenza nella vita del Sacerdote, per idoni di natura e soprattutto di grazia dicui ha arricchito la sua vita.C’è nel Sacerdozio qualcosa di talmen-

te bello e grande, di così ricco e benefico,di così umano e al contempo incommen-surabile, che l’unico atteggiamento chescaturisce dal cuore è l’adorazione, il rin-graziamento. E noi oggi ci uniamo al Si-gnore per dire “Grazie” a Don Graziano.Ma oggi dobbiamo anche noi tutti e inparticolare questa Comunità Cristiana di

A Don Graziano:“Cari sacerdoti, vi raccomando la me-

raviglia! Vi raccomando lo stupore! Devoessere uno spirito sempre pronto ad esal-tarmi, a meravigliarmi, ad ammirare; equelle vecchie cose che, per tanti anni,ogni anno ho celebrato e conosciuto, midevono apparire nuove.Davvero che Gesù si fa bambino... che

Cristo è qui nato, ovvero che qui è croci-fisso, ovvero che è venuto lo Spirito San-to... Tutti questi misteri che passanonell’abitudine davanti a me, devono tor-

macerata deve dire un grazie oltre che alSignore a Don Cesarini, perché dei suoi50 anni di Sacerdozio 20 li ha trascorsi inmezzo a voi.Un grazie per la impareggiabile dedi-

zione data a questa comunità, e che è unacaratteristica dei nostri Sacerdoti, in parti-colare anziani. Una capacità di spendersiin ogni momento della vita per le animeche il Signore ha loro affidate. Non esi-stono vacanze, interessi personali, riposo,che possa essere anteposto alla fedeltà al-la propria comunità, nella condivisionedelle gioie e dei dolori dei propri fratelli,secondo l’espressione dell’Apostolo Pao-lo: “Portate gli uni i pesi degli altri”.Don Graziano ha vissuto così la sua

presenza a Macerata e lo stesso Mons.Negri gliene dà atto nel messaggio che gliha inviato per questa circostanza.Mi sia permesso a questo punto rivol-

gere due esortazioni. Una a Don Graziano e che riprendo da

un discorso di Paolo VI e una ai Parroc-chiani di Macerata Feltria.

nare pieni, pieni di questa immediatezzaal mio spirito che sussulta perché si trovadavanti a bellezze, a profondità, a gran-dezze, a miracoli, alla bontà del Signore!E tutto questo avviene nella celebrazioneliturgica, in particolare nella S. Messa.Il mistero del Sacerdote, la sua gran-

dezza, la sua forza, la sua fecondità, lasua pace, la sua speranza sono la Messa.Si direbbe che un’intuizione felice haispirato il linguaggio del nostro popolo afar sinonimi ‘dir Messa’ ed ‘essere Sacer-dote’: in realtà «ogni Sacerdote lo affer-ma Paolo – è assunto in mezzo alla gentee per la gente costituito appunto per offri-re il Sacrificio...»: come Cristo, del resto,il quale dal primo istante della unzionesacerdotale, ancora nel seno materno, ini-ziò l’offerta di se stesso, unico olocaustogradito alla Maestà del Padre. Possa DonGraziano sperimentare una rinnovata me-raviglia davanti a quanto come Presbiteroè chiamato a vivere e a compiere ognigiorno”.

Continua a pag. 16

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16MONTEFELTRO CINQUANTESIMO

Ai Parrocchiani di Macerata vorrei di-re: «Mantenete viva la consapevolezzache la presenza del Sacerdote non è un di-ritto, ma un dono e proprio per questo vainvocato, accolto, sostenuto. Va invocatonella preghiera, secondo l’invito di Gesù:“La messe è molta, ma gli operai sono po-chi. Pregate il padrone della messe perchémandi operai alla sua messe”. Ogni esi-stenza sacerdotale inizia con la misteriosachiamata del Signore “Seguitemi, vi faròpescatori di uomini” (Mc 1, 17): è l’invitoche Cristo rivolse un giorno ai primi di-scepoli incontrati sulla riva del mare diGalilea. Questo stesso messaggio fu diret-to nel corso di duemila anni di storia a uo-mini di ogni condizione sociale, chiamatia continuare l’opera del Salvatore. È que-sto l’invito che un giorno il Signore fecerisuonare anche al cuore di Don Grazianoinvitandolo a seguirlo dicendogli: “Vieni,seguimi. Farò di te un lavoratore nella vi-gna del Signore”. È l’invito che risuonaancora oggi, ma che tanti ragazzi e giova-ni, non più aiutati da un contesto socio re-ligioso e troppo spesso neppure dalle lorofamiglie riescono ad accogliere. Eppurenel suo strato profondo, ogni vocazionesacerdotale è un grande mistero, è un do-no che supera infinitamente l’uomo.Ognuno di noi sacerdoti lo sperimentachiaramente in tutta la sua vita.Occorre che questa comunità si interro-

ghi su quale disponibilità, su questa vici-nanza al proprio Sacerdote. Ci sono mo-menti difficili per tutti anche umanamen-te; la prima cosa che si deve fare per ilSacerdote pregare, ma poi occorre ancheun po’ di vicinanza, di sostegno, di com-prensione Occorre sostenere i Sacerdoti, non solo

perché ce ne sono pochi, ma proprio perla dignità immensa del Ministero che ilSignore ha loro affidato, e per la consape-volezza che anche loro sono fragili, debo-li, e portano un tesoro preziosissimo invasi di creta.Il sacerdozio infatti è non semplice-

mente “ufficio”, ma sacramento: Dio siserve di un povero uomo al fine di essere,attraverso lui, presente per gli uomini e diagire in loro favore. Questa audacia diDio, che ad esseri umani affida se stesso;che, pur conoscendo le nostre debolezze,ritiene degli uomini capaci di agire e diessere presenti in vece sua – questa auda-cia di Dio è la cosa veramente grande chesi nasconde nella parola “sacerdozio”.Il predecessore di Benedetto XVI, il

beato Giovanni Paolo II ha definito il sa-cerdote un uomo che vive fuori tempo.Sono convinto che il sacerdote non deveavere alcun timore di essere “fuori tem-po”, perché l’“oggi” umano di ogni sacer-

dote, è inserito nell’“oggi” del Cristo Re-dentore. Il più grande compito per ognisacerdote e in ogni tempo è ritrovare digiorno in giorno questo suo “oggi” sacer-dotale nell’“oggi” di Cristo, in quel -l’“oggi” del quale parla la Lettera agliEbrei. Questo “oggi” di Cristo è immersoin tutta la storia – nel passato e nel futurodel mondo, di ogni uomo e di ogni sacer-dote. “Gesù Cristo è lo stesso ieri e oggi esempre” (Eb 13. Quindi, se siamo immer-si con il nostro umano, sacerdotale «oggi»nell’“oggi” di Gesù Cristo, non esiste ilpericolo che si diventi di “ieri”, arretrati...Cristo è la misura di tutti i tempi.Questo uomo che vive fuori tempo è

un uomo di Cristo. Se si analizzano le at-

tese che l’uomo contemporaneo ha neiconfronti del sacerdote, si vedrà che, nelfondo, c’è in lui una sola, grande attesa:egli ha sete di Cristo. Il resto – ciò cheserve sul piano economico, sociale, politi-co – lo può chiedere a tanti altri. Al sa-cerdote chiede di essere aiutato a incon-trare Cristo. Cari Parrocchiani di Macera-ta, sappiate guardare così i vostri sacerdo-ti. Soltanto apprezzando i doni di Dio sipuò sperare che Egli ce ne conceda anco-ra». A Don Graziano ancora auguri, perché

possa per lunghi anni esercitare il sacroMinistero, a servizio dei fratelli fino algiorno del l’incontro beato nella casa delPadre.

SSUORUOR LEA PIGNATTALEA PIGNATTAdiocesana di Borgo Maggiore in Messicodiocesana di Borgo Maggiore in Messico«VORREI GRIDARE AI LETTORI DEL MONTEFELTRO, MA ANCHE A TUTTI COLORO

CHE LEGGERANNO QUESTE MIE PAROLE: “FACCIAMO DEL VANGELO E DI GESÙ CRISTO IL PUNTO DI RIFERIMENTO DELLA NOSTRA VITA”»

Lunedì 18 giugno 2013 ho incontratoSuor Lea a San Marino, per un breveperiodo di riposo nella casa della Ma-dre a Borgo Maggiore.

D. Suor Lea racconti ai lettori delgiornale “Il Montefeltro” la sua operamissionaria in Messico.R. Sono in Missione in Messico da 35anni. Sono cittadina sammarinese e ap-partengo all’Istituto Suore Maestre Piedell’Addolorata. Sono stata inviata dalmio Istituto missionaria in Messico conaltre due mie consorelle nel 1978. Lanostra missione era (e continua ancora)di accogliere bambini orfani e abban-donati, dare loro la formazione scolastica e la formazione cristiana. In altre parole svolgereil compito di papà e mamma. In questi 35 anni abbiamo accolto oltre un migliaio di bam-bini, che ora sono cresciuti, hanno formato una loro famiglia e hanno un lavoro che li ren-de autonomi.

D. Suor Lea, dopo 35 anni di missione, siete ancora voi tre Suore a portare avanti una mis-sione così grande e importante?R. La nostra preoccupazione è stata, subito nei primi anni, quella di formare ragazze allanostra vita religiosa. Grazie a Dio, posso dire che in questi anni sono entrate tante ragazzenel nostro Istituto. Abbiamo aperto una casa di formazione vocazionale e attualmente ab-biamo 40 Suore messicane. Alcune di loro svolgono svolgono la nostra stessa missione, al-tre sono in Italia (ad esempio la Madre superiora della Casa di riposo per anziani a Carpe-gna è messicana), altre in missione in Africa. È una grande gioia vedere la chiamata di Ge-sù e la generosa risposta di tante giovani.

D. Suor Lea, rientrando in Italia e a San Marino, dopo 35 anni di missione in Messico, co-sa prova e cosa vorrebbe dire ai lettori del Montefeltro?R. Mi ha colpito la crisi economica, soprattutto la mancanza di lavoro per tanti giovani,ma ancora di più sono rimasta impressionata della mancanza di fede e di valori fonda-mentali in tanta gente e la difficoltà nella quale vengono a trovarsi tante famiglie. Mi pian-ge il cuore vedere tanti genitori che si separano, nonostante la grande e profonda sofferen-za dei figli. Vorrei gridare ai lettori del Montefeltro, ma anche a tutti coloro che leggeran-no queste mie parole: “Facciamo del Vangelo e di Gesù Cristo il punto di riferimento del-la nostra vita, la base sicura per avere chiara la meta verso la quale siamo destinati e… lanostra vita, questa vita che viviamo giorno dopo giorno, sarà piena di gioia e di pace”. Ca-ri amici tutti, vi ricordo sempre nelle mie preghiere, anche voi pregate per me e per la miamissione. Vi ringrazio Suor Lea.

Suor Lea Pignatta Martin Casillas 276 – Ladron de Guevara S.H.44650 GUADALAJARA IALISCO – MEXICO e-mail: [email protected]

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17MONTEFELTRO ANNIVERSARI

Festa grande domenica 5 maggio a Mi-ratoio di Pennabilli. L’intera comunità siè stretta attorno al suo parroco, che pro-prio il mese scorso ha raggiunto lo stori-co traguardo di 35 anni consecutivi diservizio pastorale alla piccola parrocchiadi Sant’Agostino in Miratoio.Un vero e proprio primato, a quanto di-

cono gli archivi parrocchiali, infatti mainessuno aveva “resistito” così tanto.In una Chiesa gremita di fedeli, Don

Orazio ha preso la parola e, in un climadi visibile emozione ha ripercorso alcunidei momenti più significativi della suapresenza iniziata in un lontano maggio1978.Nelle parole rivolte alla sua gente, il

Sacerdote si è premurato di rifuggire dal-le celebrazioni da primato, preferendo fa-re memoria, con infinita gratitudine, diun’esperienza bellissima, che lo ha elettoa punto di riferimento religioso e socialedelle comunità di Miratoio e Ca’ Roma-no.Finita la Liturgia eucaristica, i festeg-

giamenti sono proseguiti nella casa par-rocchiale, dove una nutrita rappresentanzadi volontari ha allestito il pranzo, con tan-to di torta finale, preparata da un giovanedel posto.Tutti hanno voluto esprimere gratitudi-

ne e stima al parroco e lo hanno fatto neimodi più disparati: davanti all’altare ibambini del catechismo hanno posto ungrande cartello con su scritto: “GRAZIEDON”. I ragazzi e le giovani coppie hanno

scelto il web, e per tutta la giornata han-no tempestato la sua bacheca face book difoto e messaggi, mentre i sentimenti con-divisi da tutta la comunità, sono statiespressi in una breve lettera letta in chie-sa, che di seguito pubblichiamo.“Sapete tutti che io non amo le cele-

brazioni, ma se questa festa è servita acreare questa atmosfera di allegria e ami-cizia, allora sono contento di aver accetta-to di festeggiare la mia lunga presenza sa-cerdotale in mezzo a voi”. Queste le parole di Don Orazio a con-

clusione della Festa.

Francesco e Susanna

35 ANNI A MIRATOIO E CA’ ROMANO

Le due comunità hanno festeggiato il loro parrocoDon Orazio Paolucci

La parrocchia di Domagnano ringrazia per i 40 anni di sacerdozio

di Don GIUSEPPE IANNUZZINel dicembre 1989 arrivò Don Pino Iannuzzi a Domagnano, parrocchia prova-

ta dai tanti lutti dei sacerdoti che si erano succeduti: la perdita dolorosa e moltosentita di Don Elviro, Don Piero, padre Marco, Don Mario… Sofferenze e lacera-zioni in una parrocchia piena di buona volontà e di disponibilità in particolar mo-do da parte dei “giovani di Don Elviro” e in seguito di Don Piero. Le santità diquesti sacerdoti raggiunte non solo attraverso l’apostolato e il servizio alla comu-nità, ma sorrette dalle sofferenze e dal dolore della malattia pensiamo siano stateanche la garanzia e la spinta per il nostro Don Pino ad accettare una eredità cosìdifficile e l’abbiano reso forte e saldo nella fede di fronte a tante avversità (dice-rie, superstizioni, diffidenze ed anche la malattia).Dopo l’intervento al cuore con cinque by pass, superato ogni riferimento al fat-

to che “a Domagnano il prete non dura più di 10 anni” e affrontando anche impo-sizioni dolorose ha continuato altri 13 anni (in totale 23) di condivisione con laComunità celebrando Sacramenti, funerali, impegnandosi nella catechesi, nei ser-vizi liturgici per le solennità; ci ha fatto dono del suo bel canto, della sua presen-za costante a Loreto con gli ammalati. Sempre vicino nella buona e nella cattivasorte ai suoi parrocchiani che ora festanti lo circondano di affetto e gratitudine inquesta bellissima ricorrenza di 40 anni di sacerdozio e augurano serenità, feconditàdi apostolato e tanta salute per guidare il suo gregge nell’obbedienza e nella sotto-missione, nell’umiltà e nel servizio alla Chiesa come e quando il Signore vorrà.Grazie Don Pino per non averci fatto mai mancare la Celebrazione eucaristica,

per esserti affezionato a questa gente e averla sopportata e servita anche assiemeai tuoi familiari per tutto questo tempo, per averci insegnato e raccomandato il S. Rosario ogni sera, l’Angelus e le risposte corali alle preghiere anche se conqualche strigliata. Il Signore e Maria che ti ha accompagnato e alle cui feste sono legate le date

più importanti della tua vita, come questa che ricordiamo oggi, ti aiutino, sorreg-gano e ricompensino sempre. Ad multos annos!!!!!! I tuoi parrocchiani

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18MONTEFELTRO APPUNTAMENTI

PROGRAMMAOre 9,30 Arrivi

10,00 Preghiera iniziale – Relazione di GIULIA PAOLA e ATTILIO DANESE

Docenti universitari, Co-Direttori della rivista “prospettiva persona”Presidenti dell’Associazione Beltrame-Quattrocchi

– Inizio attività dei bambini13,00 Pranzo14,00 Festa insieme15,00 Santa Messa16.00 Merenda

Note organizzative* Pranzo: verrà preparato il primo per tutti i partecipanti;

il secondo è al sacco.* Merenda: verranno condivisi i dolci e le bevande portati

da ogni famiglia.* Bambini: sono previste attività di animazione per tutta la

mattinata.* Quote di partecipazione: iscrizione: € 5,00 per ogni famiglia

pasti: adulti € 4,00 - bambini € 3,00.* Iscrizioni: per esigenze organizzative si prega vivamente

di segnalare la propria adesione (non impegnativa)entro il 15 settembre.

Per informazioni e iscrizioni:

tel. 0541 921543 (Nicoletta) – 0541 921345 (Sara)www.coppieincammino.it

L’invito è rivolto a tutte le famiglie della Diocesi: passate parola...

LA FAMIGLIAalla prova della fede quotidiana

DIOCESI DI SAN MARINO-MONTEFELTROUFFICIO DIOCESANO PER LA PASTORALE CON LA FAMIGLIA

Domenica 22 settembre 2013NOVAFELTRIA

Teatro “Montefeltro”

QUESTUE IMPERATE Primo semestre 2013

Pubblichiamo la situazione dellequestue pervenute in Curia e damandare ai vari enti.Ci era stato richiesto di essere piùtempestivi nella spedizione delleofferte raccolte, senza aspettare lafine dell’anno: non ci siamo anco-ra riusciti. Infatti varie parrocchiedi San Marino e del Montefeltro,non hanno consegnato le offerte.Di quelle pervenute vi diamo il re-soconto.Infine precisiamo che le Parroc-chie probabilmente danno tante al-tre offerte in Carità, il cui ammon-tare non è compreso in questo re-soconto. Queste sono le sommepervenute in Curia per quelle rac-colte obbligatorie a favore di quel-le istituzioni che la Chiesa indicacome opere da sostenere da tutti icristiani.

INFANZIA MISSIONARIA€ 2.414,55

PRO EMIGRANTI € 1.595,30PRO LEBBROSI € 4.104,08UNIVERSITÀ CATTOLICA

€ 1.417,09LUOGHI SANTI € 1.511,26QUARESIMA MISSIONARIA

€ 10.165,91OBOLO DI SAN PIETRO

€ 4.393,91

TOTALE PRIMO SEMESTRE€ 25.602,10

DALLA CURIA

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19MONTEFELTRO RECENSIONI

QUASI AMICI:UN’AMICIZIA“SENZA PIETÀ”

“E esattamente questo quello che voglio,nessuna pietà. Spesso mi passa il telefo-no, sai perché? Perché si dimentica”.Quasi amici, un film scritto e direttoda Olivier Nakache e Eric Toledano, ilcui titolo originale è Intochables, narrala storia di Philippe (Francois Cluzet),un uomo che a causa di un incidentecon il parapendio è paralizzato dalcollo ai piedi, quindi costretto a tra-scorre la sua vita su una sedia a rotel-le, accompagnato perennemente nellavita da un aiutante personale. Così un giorno durante i colloqui con ipossibili aiutanti Philippe incontraDriss (Omar Sy), un ragazzo senega-lese appena uscito dal carcere checerca soltanto di ottenere una firmaper avere il sussidio di disoccupazio-ne. Sarà proprio da questo incontroche Philippe deciderà di mettere allaprova Driss assumendolo e dandogli

AL CINEMA AL CINEMA AL CINEMA AL CINEMA AL CINEMA

quindi tante responsabilità a cui farfronte.Inizialmente Driss si mostrerà moltoimpacciato ma in breve tempo riusciràad instaurare un rapporto non solo dilavoro ma anche di amicizia con il te-traplegico Philippe e questo proprioperché Driss non prova pietà per lui,anzi spesso si dimentica dei suoi pro-blemi trattandolo come se non neavesse.Il rapporto tra queste due personeall’apparenza molto diverse tra lorodarà vita ad una relazione unica edavvero speciale tra due persone chetroveranno davvero molto in comune.Così il duo formato dai due registiOlivier Nakache e Eric Toledano,traendo ispirazione da un documenta-rio che ritraeva la storia realmente ac-caduta di quest’uomo tetraplegico, so-no riusciti a conquistare il record disecondo film francese più visto di sem-pre, tant’è che Abdel, l’alter ego diPhilippe e la prima persona che ha vi-sto il film, aveva accettato il fatto chevenisse fatto un film sulla propria sto-

ria solo a condizione che fosseun’opera divertente e non una storiadrammatica. Quest’opera, che appun-to può essere in qualche modo consi-derata una commedia, riesce a tratta-re anche alcuni dei rapporti più deli-cati che la società contemporanea staaffrontando, come il difficile rapportotra un padre e un figlio adolescente,tra un uomo di colore e uno bianco,tra una persona ricca e una povera etra una persona paraplegica e un uo-mo senza problemi fisici.Questo film, che può essere davveroconsiderato un’opera, ci rivela unagrande verità, ovvero che non dobbia-mo provare pietà nei confronti dellepersone diversamente abili, o megliodobbiamo cercare di donare loro tuttii servizi di cui necessitano, ma trattan-doli con pietà non facciamo altro chemettere in continua evidenza un latodi queste persone che loro tentano intutti i modi di disinteressarsene pro-prio perché vorrebbero essere trattatecome persone normali quali sono.

Melissa Nanni

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20MONTEFELTRO APPUNTAMENTO CON LA SCIENZA

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21MONTEFELTRO APPUNTAMENTO CON LA SCIENZA

PPrrooggeettttoo:: LLAA MMAATTEEMMAATTIICCAA AANNTTIICCAASSUU CCDD RROOMM

Mateureka, il Museo del Calcolo di

Pennabilli, è ormai punto di riferi-

mento per ricercatori, studiosi, inse-

gnanti e studenti (tesi di laurea) che

hanno necessità di consultare le ope-

re originali dei matematici dei secoli

passati presenti nella biblioteca del

Museo.

La biblioteca di Mateureka disponeattualmente di 3.500 volumi signifi-

cativi e rari di matematica (oltre cen-

tocinquanta del 1500 e del 1600);una softwareteca di 16 Terabyte

(16.000 miliardi di informazioni);

una emeroteca con migliaia di riviste

italiane e straniere; una sala audiovi-

sivi con oltre 500 filmati scientifici e

6.800 Cd rom e Dvd con programmi

didattici che coprono le discipline

scientifiche di ogni ordine di scuole.

Quando viene chiesto in visione un

testo antico, nella maggioranza dei

casi sarebbe più che sufficiente con-

segnare allo studioso una copia elet-

tronica, anche stampabile, e salva-

guardare così l’integrità dell’ori -

ginale antico.

Ciò vale particolarmente per gli anti-

chi volumi di matematica che veni-

vano stampati in bassissime tirature,

a volte solo qualche decina, e perciò

i pochi originali rimasti sono ancora

di più da salvaguardare.

Uno dei maggiori problemi nell’in -

segnamento e nella ricerca in Storia della Matematica con-

siste nella difficoltà di accedere alle opere originali dei ma-

tematici dei secoli passati. Ben pochi autori, in genere solo

i più importanti, hanno avuto edizioni moderne; per la

maggior parte occorre rivolgersi direttamente alle edizioni

antiche, presenti solo in poche biblioteche.

Questa situazione è particolarmente

gravosa nei centri privi di bibliote-

che importanti, dove anche la stesura

di una tesi di laurea è ritardata dai

tempi a volte lunghissimi per procu-

rarsi fotocopie o microfilms delle

opere necessarie, ma sussiste anche

nei centri maggiori, dove in ogni ca-

so l’accesso ai volumi antichi è sot-

toposto a controlli e limitazioni.

Per ovviare almeno in parte a questi

inconvenienti e permettere una mag-

giore diffusione della cultura storico-

matematica, il Museo intende river-sare su CD rom, in collaborazioneanche con altre biblioteche pubbli-

che e private, una serie di testi rile-

vanti per la storia della matematica.

Ogni CD può contenere circa 5.000

pagine (corrispondenti a 15-20 volu-

mi). I testi, in formato Multi-Tiff e

Pdf, possono essere letti direttamente

sul computer o stampati. La qualità

delle immagini consente un’agevole

lettura anche dei testi più complessi

e non perfettamente conservati.

Il progetto la matematica antica suCD rom consentirà a Mateureka di of-

frire un servizio qualificato ai numero-

si ricercatori e studiosi, anche stranieri,

e di qualificarsi come una delle più

fornite e prestigiose biblioteche spe-cializzate a livello nazionale e, in pro-spettiva, con la possibilità di mettereon line tutto il materiale quando la

banda larga di Internet sarà una realtà accessibile ai più. Un

progetto impegnativo per la mole di lavoro e per le at-

trezzature impiegate che qualificherebbe ulteriormente

Mateureka, che sta diventando sempre più motore prima-

rio di creazione e di diffusione della cultura nel nostro

territorio.

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22MONTEFELTRO DALLA CARITAS

Domenica 19 maggio 2013, nell’am -bito dell’VIII Convegno Diocesano delleCaritas parrocchiali tenutosi a Novafel-tria, è stato presentato il Dossier 2012, ilrapporto dove vengono presentati, analiz-zati i dati sulle povertà, raccolti nei Cen-tri di Ascolto (CdA) dislocati sul territo-rio e raffrontati con quelli del 2010 e2011. La pubblicazione del Dossier è unmomento importante per la Caritas dioce-sana. È il momento per far sentire la vocedi molti che altrimenti non avrebbero op-portunità di farsi conoscere. È pure il mo-mento per condividere con tutti i credentie con la società intera la povertà e il disa-gio che si sono visti ed ascoltati, soffer-mandosi sul peso della sofferenza esull’urgenza di affrontare i problemi sen-za esitazione.Per gli oltre novanta volontari è un’oc -

casione preziosa per “rivedere/incontrare”il volto di tutte le persone che hanno bus-sato alla loro porta e per gli “estranei”un’opportunità per venire a conoscenzadella situazione territoriale.È uno strumento molto utile perché of-

fre alla comunità ecclesiale e alla popola-zione un aggiornamento sulla quantità, lecaratteristiche e l’evoluzione del disagiosociale e sui servizi presenti sul territorio,allo scopo di far scaturire strategie di aiu-to o percorsi di accompagnamento per fa-vorire l’inserimento e l’integrazione dellepersone/famiglie in difficoltà che si sonorivolte alla Caritas diocesana e agli altriCdA.I dati raccolti rappresentano storie e

volti di persone che hanno trovato nellaCaritas un luogo accogliente per l’ascoltodella loro dignità calpestata. Le oltre 900persone che si sono sedute di fronte aivolontari hanno parlato di sé, delle pro-prie paure e delle loro speranze, dei pro-pri figli e dei propri nonni, di una casacon l‘affitto troppo alto, di uno sfratto im-minente, di un licenziamento più o menoimprovviso. Si è instaurato un rapporto, ènata un’amicizia. E tutto questo trascendela semplice e pur necessaria erogazioneeconomica, significa dire al fratello: “Tusei per me importante, i tuoi problemi micoinvolgono, abbi fiducia, guarda il futu-ro con speranza perché non sei solo”. È laragione d’essere dell’azione della Caritas:apertura alla persona, accoglienza, ascol-to; in una parola: prossimità.La raccolta dei dati avviene attraverso

la scheda OsPO3 appositamente predispo-sta e comune a tutti i CdA. La schedacomprende una parte anagrafica e unaparte sulle condizioni sociali dell’utente,

� ascolto di 935 persone (444 nei 7CdA diocesani e 491 nel Vicariato di SanMarino);distribuzione di circa 4000 pacchi vi-

veri; di oltre 274 quintali di derrate ali-mentari provenienti dal banco alimentare(AGEA e aziende);

� acquisto, a completamento dei pro-dotti AGEA, di viveri per circa 20.000euro;

� sostegno a 38 progetti presentati daiCdA alla Caritas diocesana, per un impor-to complessivo di 48.661 euro.

B. Analisi aggregata dei dati di 7 CdA diocesaniLe persone che nel 2012 si sono rivol-

te a sette CdA diocesani sono state 444(1,6% in più rispetto alle 437 del 2011 eil 30,97% in più rispetto ai 339 del 2010).Sommando gli utenti ascoltati conl’eventuale coniuge/convivente e i figlicoabitanti si raggiunge un totale di 1.534persone, tre in meno di quelle del 2011,ma 105 in più di quelle del 2010. Non po-co, considerando che il territorio di riferi-mento è abitato da circa 36 mila persone(non sono conteggiati i circa 32.000 abi-tanti nella Repubblica di San Marino).Vediamone le principali caratteristiche.

1. Paese di origine e cittadinanzaI cittadini non italiani continuano a

rappresentare l’utenza maggiore delle no-stre Caritas: il 79,50% e di questi circa il70% proviene da paesi extra comunitari.Le diverse nazionalità sono complessiva-mente 30. Il Marocco rimane la nazionemaggiormente rappresentata (34,91%);seguono la Nigeria (13,74%, con un in-cremento del 3,90% rispetto al 2011 e del6,66% rispetto al 2010), la Macedonia(6,31) e il Senegal (4,95%). Risulta quasiraddoppiata la presenza degli albanesi(3,38%). È il continente africano ad avereattrazione per il nostro Paese, il 57% de-gli intervistati, sia per questioni di vici-nanza, ma soprattutto per motivi econo-mici e politici; dall’analisi si deduce chesono i Paesi meno democratici o con de-mocrazia debole, il 72%, ad alimentaremaggiormente l’immigrazione verso iPaesi cosiddetti “ricchi” che sono anchedemocratici. Tale considerazione vale an-che per quelli che provengono dall’EstEuropeo, il 20%.

2. Permesso di soggiornoL’89,19% degli stranieri extracomunita-

ri per i quali è richiesto il permesso di

dedicata alla rilevazione delle condizionidi disagio attraverso opportuni indicatori.In particolare si indagano i bisogni cheidentificano la povertà e i disagi ma -nifestati dall’utente e rilevati dai volontariche effettuano l’ascolto. Questi bisognicoinvolgono sia la sfera materiale(mancanza di beni, problemi economici odi sussistenza) sia la sfera socio- re la -zionale e psicologica (mancanza direlazioni, problematiche familiari, pro -blemi di salute…). In aggiunta ai bisognisi rilevano anche le richieste formulatedalle persone transitate, nonché gliinterventi in loro favore.Il Dossier 2012 contiene la Prefazione

dell’Amministratore diocesano, Mons.Elio Ciccioni, l’Introduzione del Direttoredella Caritas diocesana, la Sintesi dei pro-getti attivati e dei servizi offerti, l’Analisiaggregata dei dati di 7 CdA, il Tabulatodei Singoli CdA, i Dati della Caritas delVicariato di San Marino e Alcune consi-derazioni finali.I dati della Caritas Vicariale di San

Marino sono riportati e analizzati a parteperché, essendo il centro frequentato pre-valentemente da persone provenienti dazone limitrofe per l’acquisto di oggetti,mobili ad un prezzo minimamente rap-portabile con le proprie possibilità econo-miche e per la scelta di indumenti, di cuiil magazzino è particolarmente fornito,inficerebbero la lettura della realtà dioce-sana. Nel Dossier, al fine di risalire aduna lettura il più oggettiva possibile dellarealtà sammarinese, si analizzano alcuneinformazioni ricavate dai dati relativi soloai cittadini sammarinesi e ai residenti inRepubblica.Ecco in sintesi i contenuti più signifi-

cativi del Dossier.A. Progetti attivati e servizi offerti:

� apertura della Caritas Interparroc-chiale di Piandimeleto, Lunano, Belfortee Frontino;

� attivazione del CdA nella CaritasVicariale di San Marino;

� promozione dell’educazione allamondialità nelle Scuole Medie della Dio-cesi;

� potenziamento della raccolta e di-stribuzione del mobilio nella Caritas Vi-cariale di San Marino;

� attivazione del progetto “Un antici-po di fiducia” a sostegno delle famiglie edei singoli individui;

� avvio della ristrutturazione delle Ca-se di Prima Accoglienza a Secchiano e aPennabilli;

VIII CONVEGNO DIOCESANO DELLE CARITAS PARROCCHIALI

CARITÀ È CARITÀ È ACCOGLIENZA E PROSSIMITÀ ACCOGLIENZA E PROSSIMITÀ

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23MONTEFELTRO DALLA CARITAS

soggiorno risulta in regola. Solo l’1,58%ne è privo. Questi dati smentiscono i luo-ghi comuni secondo cui la maggioranza diimmigrati sarebbe irregolarmente presentein Italia.

3. Classe di etàLe classi d’età in cui è maggiormente

presente la povertà sono quelle centrali,dai 25 ai 54 anni; rappresentano comples-sivamente il 79,28% delle persone incon-trate. Diminuiscono i giovani (quelli cioèche vanno dai 19 ai 24 anni) e forse ciò èspiegato dal fatto che la crisi, colpendo ilavoratori meno qualificati, ha spinto per-sone giovani, prive di legami (e carichifamiliari) solidi sul territorio a cambiarecittà, cercando altrove maggiore fortuna.

4. Stato civile Il 69,14% degli utenti è coniugato; è

evidente che le famiglie, più di tutti, stan-no pagando le conseguenze della crisi. Èaltresì vero che in un periodo di emergen-za economica come quello attuale la fa-miglia ha permesso in molti casi di attuti-re il contraccolpo materiale e psicologicodi chi si è trovato improvvisamente senzalavoro. Tutto invece diventa più difficilequando non si vive una relazione di cop-pia stabile o perché celibi/nubili (14,42%)o perché separati/divorziati (8,11%) operché vedovi (3,38) o perché soli(9,46%); è aumentato il numero di celi-bi/nubili di quasi il 6% rispetto al 2010 etriplicato quello dei vedovi.

5. Condizione professionaleUno dei problemi più gravi resta la di-

soccupazione (54,05%); pur registrandouna stabilità con il 2011 (53,09), risultamolto marcata la differenza con il 2010(39,82%), con un incremento di oltre il14,%; al contempo sono diminuite di qua-si due punti in percentuale le persone oc-cupate (25,90% di contro al 27,23% del2011). Le restanti categorie sono minori-tarie; le casalinghe (l’11,94%) e i pensio-nati (il 2,25%) contano insieme agli inva-lidi il 14,64%. Minori ore di lavoro, cassaintegrazione, occupazioni saltuarie e lavo-ro irregolare (molti hanno dichiarato dilavorare in nero) rendono estremamentedifficile coprire le necessità, anche piùelementari, del quotidiano. Gli stipendisono troppo bassi rispetto ai prezzi diconsumo; il 30% delle persone registratedichiara di percepire un reddito inferiorea 600 euro mensili.

6. IstruzioneIl titolo di studio prevalente è la Licen-

za di Scuola Media Inferiore (39,64%). Il14,86% degli utenti non ha proseguito glistudi oltre la Licenza Elementare, mentreil 3,15% è privo di titolo di studio e il3,60% addirittura analfabeta. È aumentatoil numero di coloro che sono provvisti diun Diploma Professionale (11,72%) eLaurea (4,05%). Dalle informazioni per-

venuteci dai CdA risultano di più le fem-mine che non hanno accesso all’i stru -zione rispetto ai maschi, ma, per le fem-mine che studiano, si riscontrano percen-tuali più elevate nei titoli di studio supe-riori o universitari. Le quote di diplomatee laureate sono maggiori rispetto a quelledei maschi. I gradi di istruzione più bassisi riscontrano per gli africani che presen-tano percentuali rilevanti di individui chenon hanno ricevuto alcun tipo di istruzio-ne. Le percentuali di diplomati e laureatisono invece maggiori per chi provienedall’Europa dell’Est.

7. Possesso di abitazioneIl 75,40% delle persone incontrate abi-

ta in una casa in affitto; il 68,92% vive inaffitto da privati, il 3,56% usufruisce diuna casa dall’Ente Pubblico. Solol’1,67% possiede un alloggio, ma ancheper costoro la situazione non è semprecosì rosea: faticano a coprire i costi ordi-nari di gestione dello stesso, su cui grava-no spese condominiali ed utenze partico-larmente pesanti.

C. Caritas del Vicariato di San Marino1. Paese di origine e cittadinanzaDei 491 utenti che nel corso del 2012

si sono rivolti alla Caritas, solo 64 hannoa che fare con la Repubblica: 24, il37,50% sono cittadini sammarinesi resi-denti, 37, il 57,11%, risultano solo resi-denti. Sommando questi 64 conl’eventuale coniuge/convivente e i figlicoabitanti si raggiunge un totale di 160persone. Tra le nazioni straniere la Roma-nia occupa il primo posto (20,30%), se-guita dall’Ucraina (15,62%). Il genereprevalente è quello femminile: sono perlo più badanti che chiedono un sostegnoper il vestiario.

2. Classe di etàLa classe di età più rappresentata è

quella centrale dei 35-44enni che pesa percirca il 26,56% del totale, seguita dalleclassi adiacenti dei 45-54enni (20,31%) edei 25-34enni (14,06%). Per quanto ri-guarda i cittadini sammarinesi, la distri-buzione della percentuale si concentramaggiormente nelle fasce dai 35 ai 54 an-ni che conta complessivamente per il41,16%. Marcata, 12,50%, la presenzagiovanile. Il peso degli anziani over 65supera di poco l’8%.

3. Stato civileIl 45,31% risulta coniugato: i separati e

divorziati pesano complessivamente per il20,31% del totale, mentre i vedovi, per lopiù anziani, per il 6,25%; significativa lapresenza di celibi/nubili, il 15,63%. Di-saggregando i dati sulla base della cittadi-nanza, le percentuali cambiano in manie-ra interessante.. La percentuale dei coniu-gati è drasticamente più bassa per i sam-

marinesi (25% di contro al 57,5% dei re-sidenti) a vantaggio della quota dei sepa-rati o divorziati (33,34% di contro al12,5%). La quota dei sammarinesi separa-ti o divorziati è di quasi 21 punti percen-tuale più elevata rispetto ai restanti resi-denti. Queste informazioni lasciano intui-re che le motivazioni per cui i sammari-nesi si rivolgono alla Caritas fanno capo aproblemi di natura familiare e personalepiù frequentemente di quanto avvenga pergli altri.Il 70% di utenti vive in famiglia o con

conoscenti e di questi il 48,44% in un nu-cleo di 2-3 persone. Significativa è la per-centuale di coloro che vivono da soli: il29,17% dei sammarinesi e il 27,5% deiresidenti.

4. Condizione professionaleSono ventotto le persone disoccupate,

pari al 43,75% e fra queste, cinque sam-marinesi. Il 40,63% risulta occupato, maè evidente che il problema del lavoro ri-mane il più grave, perché, anche quandoc’è, il reddito non è sufficiente per soste-nere le spese economiche della famiglia edell’individuo, soprattutto se si tratta diuna sottoccupazione e la maggior partedelle persone sammarinesi incontrate hadichiarato di svolgere un lavoro social-mente utile, ma di percepire una remune-razione inferiore alle 600 euro mensili.

5. IstruzioneIl titolo di studio prevalente è la Licen-

za di Scuola Media Inferiore (29,69%), dioltre un punto percentuale più alta rispet-to a coloro che possiedono un DiplomaProfessionale (28,12%). Disaggregandosulla base della cittadinanza, le percentua-li cambiano in maniera interessante: lapercentuale di Diplomati è drasticamentepiù bassa per i sammarinesi (12% controil 30% dei residenti) a vantaggio dellaquota di coloro che possiedono la Licenzadi Scuola Media (45% contro il 20% deisammarinesi). Analizzando i dati relativial sesso e al Paese di origine, deduciamoche le donne residenti che si rivolgono alCdA provengono maggiormente (42%)dall’Europa dell’Est ed hanno un grado dicultura medio alto. La loro professionalitàè legata principalmente al lavoro di cura eassistenza domiciliare. Ciò ovviamentenon sta ad indicare che il titolo di studiodei sammarinesi sia in generale più bassodei residenti, ma che il grado di istruzio-ne degli utenti sammarinesi che si rivol-gono alla Caritas è piuttosto basso.

6. Possesso di abitazioneUn’alta percentuale di persone (45,30%)

abita in una casa in affitto e solo il 9,38%vive in una casa di proprietà. La presenzadelle badanti è testimoniata dalla voce“casa in comodato” (14,06%).

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ALCUNE CONSIDERAZIONI FINALI

1. Il problema dell’immigrazione di-venta sempre più scottante e induce apensare a delle politiche sociali e a delleriflessioni culturali. Non si tratta soltantodi fare fronte ad un problema reale, av-viando iniziative che favoriscano l’in -serimento e l’integrazione nel territorio(apprendimento della lingua italiana, do-poscuola, laboratori, corsi pre-parto…),quanto piuttosto di imbastire strumenti diriflessione in grado di pensare l’incontrocon ciò che è differente da noi. Tutto ciòal fine di evitare la “soluzione paranoica”e la “soluzione moralistica”.La soluzione paranoica, partendo dal -

l’assunto che ciò che è diverso incute ti-more e mina la tranquillità della propriavita, taglia alla radice ogni possibile in-contro con l’altro.La soluzione moralistica sostiene che

bisogna incontrare e dialogare con la di-versità perché è giusto farlo, perché nonesistono culture migliori e peggiori, masoltanto culture diverse e lo scambio nonpuò che apportare miglioramenti e inno-vazione da entrambe le parti. Dà perscontato ogni incontro, evitando di con-frontarsi realmente con la sua diversità.Entrambe queste posizioni finiscono

per approdare a dimensioni pseudo-cultu-rali, dal momento che evitano di fare iconti con la vera e propria questione:l’incontro reale ed enigmatico con ciò cheè diverso da noi, con l’altro in quanto dif-ferente. Siamo chiamati a superare questedicotomie e ad elaborare progetti volti afavorire il dibattito sull’intercultura, evi-tando di trasformarlo in un problema tra ildentro e il fuori, tra chi si schiera contro oa favore. È importante superare steccati ecomprendere che l’incontro con qualcunoche si pone ai nostri occhi come apparte-nente a un’altra cultura diventa un arric-chimento, una risorsa, perché ci porta ine-vitabilmente a misurarci con il livello diappartenenza alla nostra cultura d’origine.

2. È aumentato dell’1,6% il numero dicoloro che si sono rivolti alla Caritas e il20,04% risulta costituito da italiani; sonopersone di tutte le età, ma si registra unaforte concentrazione nella fascia 25-54anni (79,28%), con un incremento, rispet-to al 2011, dell’1,27% dei 45-54enni. Affiora una situazione sociale dram-

matica. Se le problematiche emergentisono le stesse degli anni scorsi (problemaabitativo con sfratti in corso, perdita dellavoro e insufficienza del reddito) decisa-mente diversa è la gravità con cui si sonoevidenziate. In particolar modo ci si è tro-vati di fronte a numerose situazioni fami-liari nelle quali gli ammortizzatori socialiprevisti per la perdita del lavoro si sonoesauriti o non si sono ancora attivati. Ilrendiconto economico lo attesta. La Cari-tas diocesana ha fornito contributi econo-mici per un ammontare di circa 125.000

euro, molti a fondo perduto e in parte re-sponsabilizzando le persone, chiedendoloro una restituzione. Li ha elargiti in ba-se a dei progetti presentati dai vari CdA.La somma così ingente si spiega sia per ilprotrarsi della crisi, sia per le limitate ri-sorse dell’Ente Pubblico. In aggiunta ha istituito, a partire dal

mese di luglio, un fondo, denominato“Un anticipo di fiducia”, per famiglie epersone che si trovano in difficoltà; unanticipo di fiducia di ridotta entità, finoad massimo di 2.000 euro, da restituire inpiccole rate, senza alcun onere, concorda-te in base alle possibilità economiche deirichiedenti. Le finalità cui assolve sononumerose: affrontare le spese legate allapropria abitazione (mutui, affitti scaduti,bollette in arretrato, mensilità anticipateper contratti di locazione etc.); fare frontea spese mediche improvvise o particolar-mente onerose; migliorare la propria for-mazione o quella della propria famiglia;affrontare improvvise emergenze finan-ziarie. Fino alla fine di dicembre hannofatto ricorso al fondo 35 famiglie per unimporto di 42.000 euro.

3. I problemi riscontrati maggiormentesono quelli di povertà e occupazione; ivalori sono così elevati da rendere talvol-ta superflua l’indagine di queste due voci.Si può generalizzare affermando che laquasi totalità di chi si rivolge alla Caritasè afflitto da problemi di povertà o di as-senza di lavoro, che tra l’altro rappresen-tano due facce della stessa medaglia. La“graduatoria” dei bisogni, sul totale deglistessi, vede appunto come primo bisognoespresso quello relativo alla povertà/problemi economici (63%) seguito daquello dell’occupazione/lavoro. Il terzobisogno è quello relativo al mantenimen-to della abitazione. Questo problema èevidentemente collegato con quelli di oc-cupazione e povertà, talvolta essendonel’effetto più evidente, talvolta essendoneuna causa. Seguono i problemi familiari equelli di salute.

4. Aspetti positivi e criticità

a) Aspetti positivi:� presa di coscienza dell’importanza

dei CdA quale strumento conoscitivo, pa-storale e relazionale;

� consapevolezza dell’importanza edella necessità di una formazione “tecni-ca” e spirituale;

� disponibilità di alcuni giovani amettersi in gioco, a “sporcarsi le mani”nella conduzione ed animazione di inizia-tive volte a creare la cultura della solida-rietà. Ne è la conferma il progetto “Famedi pane” realizzato in alcune classi delleScuole Medie Inferiori della Diocesi. Cin-que giovani, grazie alla collaborazionedegli insegnanti di religione, hanno af-frontato la tematica della povertà e dellafame e attraverso simulazioni, testimo-

nianze, filmati hanno portato i ragazzi ariflettere sui diritti umani, sul diritto al ci-bo, a cogliere le interconnessioni tra il no-stro quotidiano e quanto accade nel mon-do, a comprendere cioè che tutto ciò cheaccade nel mondo ci tocca personalmente,anche se accade in un altro continente, eogni piccolo passo in avanti parte da noi,dalla nostra piccola azione quotidiana.

b) Criticità:� inadeguatezza delle risorse logisti-

che;� scarsità delle risorse umane: nontutti i CdA sono in grado di svolgereattività stabili di ascolto a causa delnumero limitato degli operatori edella loro età. Inoltre l’al ternanza deivolontari nel l’a scol to delle stessepersone ne impedisce la conoscenzaapprofondita;

�mancanza di ricambio generazionale;�poco coinvolgimento della comunità

cristiana: a volte accade che la co-munità deleghi completamente alCdA i suoi compiti; invece è di fon-damentale importanza che tutti i cri-stiani vengano a conoscenza dellarealtà che incontrano e si attivino perdare risposte ai poveri, testimonian-do l’a more che Dio ha verso gli uo-mini. La presenza e la sensibilità delparroco giocano un ruolo importanteper formare e animare la comunità,perché metta la carità al centro dellatestimonianza cristiana;

�carenza di comunicazione e collabo-razione con le istituzioni pubbliche eprivate;

�difficoltà a razionalizzare l’assi -stenza: tali difficoltà, anche se si ri-badisce continuamente che bisognarispettare il principio di equità e del-la territorialità nell’erogazione deiservizi, sono determinate anche dallaconvinzione di alcuni volontari chebisogna fornire indistintamente unaiuto a tutti e che la raccolta dei datimediante la compilazione delle sche-de OsPO3 è solo un aggravio di la-voro, una pratica “burocratica” cheappare agli utenti una “schedatura”poco rispettosa della privacy;

� scarsa conoscenza della povertà: idati raccolti non sempre vengono co-municati alla collettività e, se questoavviene, talvolta diventa più elemen-to di curiosità che motivo per avvia-re una seria ed approfondita rifles-sione sulla povertà. Uno degli impe-gni dell’Osservatorio delle Povertà(OPR) sarà, dunque, quello di sensi-bilizzare i cittadini nei confronti del-la povertà e di diffondere fra la gen-te comune una conoscenza maggioredel fenomeno, dei bisogni, del disa-gio e dell’emar ginazione sociale.

diac. Giovanni CeccoliDirettore della Caritas Diocesana