Molto Meyer Anno 3, N. 1 – 2015

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Il giornale di informazione scientifica dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Meyer di Firenze ISSN 2282-0337 Trimestrale – Poste Italiane s.p.a – Sped. abb. post. – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Aut. GIPA/C/RM/11/2013) – Fascicolo singolo € 10,00 Anno 3, N. 1 – 2015 Quando il cibo è salute

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Il giornale di informazione scientifica dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Meyer di Firenze

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Anno 3, N. 1 – 2015

Quando il cibo è salute

Molto MeyerIl giornale di informazione scientifica dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Meyer di FirenzeViale Pieraccini 2450139 FirenzeCentralinoT 055 56 621 – F 055 56 624 00Roberta RezoalliUfficio Stampa e GiornalismoCel. 335 68 60 677T 055 566 2302www.meyer.it

Anno 3 N. 1 - gennaio-marzo 2015Registrazione del Tribunale di Roma n. 181 del 12.04.2006Il Pensiero Scientifico EditoreVia San Giovanni Valdarno 800138 RomaT 06 862 82 335 – F 06 862 82 [email protected] responsabile:Giovanni Luca De FioreRedazione: Manuela BaronciniProgetto grafico:Antonella MionFoto:le foto raffigurano luoghi, pazienti e utenti dell’Ospedale Meyer. Si ringraziano Giulia Righi e il fotografo Dario Orlandi.Stampa:Arti Grafiche Tris, Roma – giugno 2015

Tutti i contenuti della rivista sono coperti da copyright Ospedale Meyer.

Abbonamenti 2015

Individuale 20,00 euroIstituti, enti, biblioteche 40,00 euroEstero 60,00 euroVolume singolo 10,00 euro

Ufficio AbbonamentiT 06 862 82 324

| ANNO 3, N.1 – 2015

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Nel sito www.meyer.it trovate l’edizione sfogliabile di Molto Meyer e i temi affrontati in questo numero. Oppure inquadrate il Quick Response code con il vostro smartphone e collegatevi direttamente a Meyer-online.

Visitate la pagina ufficiale della FondazioneOspedale Pediatrico Meyer,tramite www.meyer.it

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In questo numero3 EDITORIALE

Il Meyer, dove la ricerca diventa curaAlberto Zanobini

4 COME FARLO MEYERIl progetto NUTRA-TOSCAFRICAPaolo Lionetti

7 Supplementazione dietetica con vitamina A:promuovere la regressione delle malattie renali cronicheBenedetta Mazzinghi, Anna Peired, Paola Romagnani

10 Il latte di asina di razza Amiatina nella gestione del bambino con allergia alle proteine del latte vaccinoElio Novembre

13 GOVERNARE LA SALUTEI diritti dei bambini in ospedale “alla Meyer”Kathleen S. McGreevy

17 ALL’AVANGUARDIABiologico, filiera corta, km 0, tracciabilitàFina Belli, Sandra Colombo

18 SGUARDO SUL MONDOIl cibo è salute. Viaggio a Expo con il Centro Salute Globale del Meyer che porta la cooperazione toscana nel mondoMaria Josè Caldes

22 DIARIO DELLA BANCA DEL LATTE UMANOGiulia Righi

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Quando il cibo è salute

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EDITORIALE

EXPO 2015 non è solo la “vetrina” con cui l’Italia si

presenta al mondo su un tema a noi tutti molto caro,

“Nutrire il pianeta, Energia per la vita”, ma rappresenta

l’occasione per selezionare le migliori progettualità capaci di

fare davvero la differenza in termini di innovazione.

Innovazione, parola che in associazione con la

creatività – capacità di fare connessioni con cose che

già esistono, declinandole in modo nuovo per risolvere

quesiti –, consente di dare vita a progetti in grado di

cambiare la vita in meglio. Una filosofia che permea tutti i

progetti realizzati dall’Ospedale pediatrico Meyer che alla

rassegna internazionale di Milano si presenta sotto diverse

forme.

Quella della ricerca medico-scientifica, con tre

progetti di nutraceutica, neologismo che combina il

concetto di nutrizione e quello di farmaceutica. Si tratta

degli studi risultati vincitori del bando di Regione Toscana per

la produzione di alimenti che possono rappresentare una

valida terapia per i bambini affetti da malattie complesse.

I progetti rappresentano il punto di unione tra il mondo della

ricerca scientifica e quello della tradizione agroalimentare

toscana.

Quella dei diritti del bambino in ospedale che in

questa occasione presenta una ricetta un po’ speciale

che possa indurre il lettore a riflettere (anche con

leggerezza) sulla complessità di un ospedale

pediatrico, ricordando come i bambini e gli adolescenti

debbano sempre essere protagonisti attivi del loro processo di

cura, nel rispetto dei diritti tracciati da strumenti fondamentali

quale è ad esempio la convenzione ONU sui Diritti

dell’Infanzia e dell’adolescenza. Documenti che il Meyer ha

fatto propri, affinché rappresentino quei valori patrimonio

condiviso con tutti.

Quella della cooperazione sanitaria internazionale del

Centro Salute Globale di Regione Toscana che ha sede al

Meyer. Attraverso un viaggio in quattro tappe nel mondo

(Nicaragua, Palestina, Senegal e Burkina Faso) andiamo alla

scoperta delle attività che la Toscana svolge in quelle terre

solo apparentemente lontane.

Quella dell’Ospedale pediatrico Meyer che dalla linfa

delle sue profonde radici nella terra toscana trae forza e

idee per crescere nel segno dell’eccellenza, varando

progetti di alto profilo quali sono la nuova ristorazione che

coniuga la filiera corta con il biologico e la tracciabilità, per

un’alimentazione che sia fattore di crescita consapevole del

bambino e della sua famiglia, nel rispetto dei corretti stili di vita.

Quella della Fondazione Meyer, Onlus che lavora a

esclusivo supporto dell’ospedale pediatrico, che a

settembre porterà al Padiglione Italia l’esperienza del gioco

che da oltre 15 anni contraddistingue l’ospedale fiorentino.

Dal 1 al 6 settembre la Onlus che sostiene i progetti speciali

del pediatrico allestirà in uno spazio tutto suo laboratori

didattici con gli ingredienti tipici del Meyer. Parliamo della

musica, dei cani della pet therapy, delle animazioni che

caratterizzano l’attività con i piccoli pazienti. Titolo

emblematico sarà “Il Meyer: l’Ospedale dove anche il gioco

diventa cura”, proprio perché la dimensione ludica specifica

del bambino e dell’adolescente è considerata un patrimonio a

cui attingere per far sì che i mille progetti di gioco e di

accoglienza siano considerati come un vero e proprio

percorso di cura.

In questo numero speciale di Molto Meyer abbiamo scelto

di coinvolgere il lettore in questo viaggio che vogliamo

avvenga nel segno dell’innovazione e della sfida per un futuro

di salute che ogni giorno gli operatori del Meyer realizzano,

prendendosi cura dei bambini e degli adolescenti.

Alberto ZanobiniCommissario, AOU Meyer, Firenze

Il Meyer, dove la ricercadiventa cura

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NUTRA-TOSCAFRICA è un progetto di nutraceutica chevede la collaborazione dell’Ospedale Meyer, ilDipartimento di Neuroscienze, Area del Farmaco e

Salute del Bambino (NEUROFARBA) dell’Università di Firenze,l’Istituto di Biologia e Biotecnologia Agraria del CNR di Pisa,l’Azienda Agricola Agrisan specializzata in prodotti biologici,l’Unione dei Comuni della Garfagnana e l’Associazione per lacooperazione internazionale Madirò – medici per lo sviluppo.L’idea alla base del progetto è quella di mettere a confrontoalcuni alimenti della tradizione toscana con quelli dellatradizione africana e valutarne gli effetti benefici in particolaresul microbiota intestinale dei bambini, un ecosistemafondamentale per la salute umana. Il progetto, ponendo aconfronto le tradizioni alimentari di Toscana e Burkina Faso,

offre degli spunti su come trasferire le buone pratichenutraceutiche dall’una all’altra cultura.

Da tempo il Meyer, l’Università di Firenze e l’AssociazioneMadirò con il supporto della Regione Toscana sono al lavoro perun progetto di cooperazione internazionale in un’area rurale delBurkina Faso. Grazie a questo progetto gli specializzandi inPediatria trascorrono un periodo di lavoro volontario pressol’Ospedale St Camille di Nanoro. È qui che è stato portato avantiuno studio sul microbiota intestinale in bambini che vivono in

Paolo Lionetti

SODc Gastroenterologia e Nutrizione, AOU Meyer, [email protected]

Il progetto NUTRA-TOSCAFRICASviluppo di alimenti funzionali a partire dalla tradizione TOSCana e dell’AFRICA sub-sahariana: studio delle componenti NUTRAceutiche

COME FARLO MEYER

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villaggi rurali a confronto con bambinidell’area fiorentina. Le diete va da sé sonocompletamente diverse: una tipicamenteoccidentale, l’altra invece prevalentementevegetariana e ricca in fibra. Con metodicheavanzate di biologia molecolare è statostudiato il microbiota intestinale di questedue popolazioni. Lo studio ha evidenziato chela flora batterica dei bambini africani ècompletamente diversa da quelli dei bambinioccidentali. Ad esempio, si è osservato chenella flora batterica dei bambini delBurkina Faso sono presenti speciebatteriche capaci di degradare la fibra edestrarne energia e come conseguenzametabolica liberare acidi grassi a catenacorta che hanno un effetto benefico alivello della mucosa intestinale.

Parte del progetto di cooperazioneinternazionale è quello di produrrelocalmente farine arricchite per i bambinimalnutriti a partire dal miglio, cereale di basedell’alimentazione dell’Africa Occidentale.

Il progetto ha consentito anche di evidenziare che glialimenti fermentati costituiscono una componente moltoimportante della dieta delle popolazioni africane. In generecereali locali, quali mais, sorgo e miglio, vengono fermentatimediante processi spontanei a livello casalingo o in piccoleindustrie. La fermentazione è il metodo più antico dipreservazione degli alimenti che ne migliora la palatabilità,la digeribilità e il valore nutrizionale. Uno degli obiettivi deiricercatori di NUTRA-TOSCAFRICA è quello di valutare lacomposizione della dieta di popolazioni che vivono inambienti diversi oltre ai villaggi rurali: piccoli agglomeratiurbani, con particolare riferimento al consumo di cereali elegumi. Su questa base verranno selezionati cereali e legumilocali (varietà di miglio e fagioli Niebè) ed in particolare la

farina arricchita che viene utilizzata per la rialimentazione deibambini malnutriti. Di questi alimenti verrà effettuata un’analisicomposizionale con particolare riguardo a fibra e sostanzefitoattive. Dai prodotti di origine africana selezionatisvilupperemo nuovi alimenti fermentati che verrannocaratterizzati per le proprietà nutrizionali, funzionali enutraceutiche su modelli cellulari in vitro. Verrà effettuatoinoltre un campionamento di microrganismi a livelloambientale, sugli alimenti coltivati e sui prodotti localifermentati per individuare pool di microrganismi con capacitàdi fermentare alimenti, migliorandone le proprietà nutritive e ladigeribilità.

Lo studio delle tecniche di fermentazionetradizionali di cereali e legumi locali può contribuirea migliorare le proprietà nutrizionali di tali alimentiin quanto la fermentazione è in grado di favorireil rilascio negli alimenti di vitamine, minerali,antiossidanti, sostanze inibenti la crescita dipatogeni e di ridurre o prevenire la contaminazioneda funghi e quindi da micotossine. La carenza dinutrienti e il rischio di contaminazione da patogenicostituiscono infatti alcuni dei più gravi fattori chepredispongono alla malnutrizione nei paesi piùpoveri del mondo.

In Toscana invece da anni il CNR di Pisa ha messo inevidenza in vitro le caratteristiche nutraceutiche del LisosanG, un lisato di grano biologico prodotto in Maremmaottenuto da una particolare lavorazione di lisatura efermentazione con microorganismi di cruschello e germe di

Bambino che mangia il miglio.

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Dall’Africa sub-sahariana (Burkina Faso) metodi di macinazione della tradizione rurale e selezione di cereali e legumi locali.

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grano dall’elevato valore nutraceutico econ potenziale effetto prebiotico. IlLisosan G è stato ideato per restituirevitalità agli alimenti depauperati daiprocessi di raffinazione, elaborazione,precottura e conservazione e contieneuna consistente percentuale diantiossidanti, acidi grassipoliinsaturi ed oligoelementi chesvolgono un’azione protettiva daldanno ossidativo e inducono unpotenziamento del sistemaimmunitario.

Analogamente a quanto giàsperimentato con il Lisosan G il progettoprevede lo studio di nuovi alimentifermentati a partire da grani antichiancora coltivati in Toscana e legumi,quali la Fagiola, della Garfagnana. Diquesti alimenti verrà valutata lacomposizione in fibra e“phytochemicals“ (sostanze fitoattive)prima e dopo la fermentazione e neverranno testate le proprietàantiinfiammatorie e antiossidanti sumodelli cellulari in vitro. Le eventualiqualità terapeutiche di questi alimentiverranno quindi studiate in soggettipediatrici affetti da disturbi funzionaligastro-intestinali mediante una analisidietetica, una valutazione clinica

processi di elaborazione e raffinazionedel mondo industrializzato eglobalizzato. •

BIBLIOGRAFIA1. Frassinetti S, Della Croce CM, Caltavuturo

L, Longo V. Antimutagenic and antioxidantactivity of Lisosan G in Saccharomycescerevisiae. Food Chem 2012; 135: 2029-34.

2. La Marca M, Beffy P, Pugliese A, Longo V.Fermented wheat powder induces theantioxidant and detoxifying system in primaryrat hepatocytes. PLoS One 2013; 8: e83538.

3. De Filippo C, Cavalieri D, Di Paola M, et al.Impact of diet in shaping gut microbiotarevealed by a comparative study in childrenfrom Europe and rural Africa. Proc Natl AcadSci U S A. 2010; 107: 14691-6.

COME FARLO MEYER

La Toscana e i suoi prodottiagroalimentari: selezione di cereali e legumi della tradizione.

In basso: ricercatori del progetto NUTRA-TOSCAFRICA.

Il progetto prevede lo studio di nuovi alimenti fermentati a partire da grani antichiancora coltivati in Toscana e legumi, quali la Fagiola, della Garfagnana

sull’andamento dei sintomi prima edopo l’assunzione, uno studio deglieffetti sul sistema immunitario e sulleproprietà prebiotiche tramite analisimolecolare della composizione delmicrobiota fecale.

Infine la promozione di prodottifermentati a partire da cereali e legumidella Toscana e del Burkina Faso ha loscopo di recuperare la tradizioneagricola locale al fine di favorireun ritorno ai cosiddetti alimenti“antichi”, non selezionati e némodificati dall’uomo, ma conelevate proprietà nutraceuticherispetto ai prodotti ottenuti da

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Le malattie renalicroniche sono una delle princi-pali cause di morte, come sot-

tolineato dall’Organizzazione Mon-diale della Sanità; rappresentano unproblema globale di salute pubblica, sianei paesi sviluppati che in quelli in via disviluppo, ed affliggono l’8-16% della popolazione mondiale, ma la loro prevalenza aumenta fino a più del 30% nella popola-zione sopra i 64 anni1. La prognosi dei pazienti con insufficienzarenale cronica è sfavorevole, dal momento che i dati epidemio-logici hanno dimostrato che il tasso di morte globale aumenta aldecrescere della funzione renale1. La causa principale di morte inpazienti con insufficienza renale cronica sono le patologie car-diovascolari, indipendentemente dal fatto che ci sia progres-sione verso l’insufficienza renale terminale1. Le terapie renali so-stitutive (mantenimento in dialisi o trapianto renale) possonoprolungare l’esistenza dei pazienti affetti da insufficienza renaleterminale, tuttavia la loro qualità di vita è gravemente compro-messa e i costi complessivi della terapia hanno un grosso peso suibudget sanitari. Sebbene l’insufficienza renale cronica abbia inmolti casi un andamento progressivo, la regressione del danno

renale è possibileed è stata riportata anche nei casi

più gravi, suggerendo che nel rene sianopresenti meccanismi di riparazione.

RIGENERAZIONE RENALE:

QUALI STRATEGIE TERAPEUTICHE

Tuttavia, fino ad oggi non esistono strategie terapeuticheche consentano di promuovere la rigenerazione renale. Allo stato attuale un gran numero di prove ha dimostratol’esistenza di una popolazione di progenitori renali, identificatae caratterizzata dal nostro gruppo e successivamente da altrigruppi di ricerca, capace di generare nuovi podociti, celluletubulari e di riparare i tessuti renali danneggiati2. In particolare, studi effettuati nel nostro laboratorio sull’uomohanno condotto all’identificazione di una popolazione dicellule staminali/progenitori selettivamente localizzata al polourinario della capsula di Bowman (vedi figura)2. Questapopolazione è caratterizzata dall’espressione dei marcatoriCD24 e CD133 e dall’espressione di fattori di trascrizionecaratteristici delle cellule staminali multipotenti, quali Oct-4 eBmI-12. La scoperta dei progenitori CD24+CD133+ e la lorospecifica localizzazione al polo urinario della capsula diBowman del rene adulto, l’unica regione del nefrone incontinuità sia con le strutture tubulari che con i podocitiglomerulari, suggeriscono che tali cellule rappresentinoprogenitori comuni che, a partire dalla loro sede strategica,

Benedetta Mazzinghi, Anna Peired, Paola Romagnani

Nefrologia, AOU Meyer, Università di [email protected]

Supplementazione dietetica con vitamina A:promuovere la regressione delle malattie

renali croniche

COME FARLO MEYER

attualmente interpretati come laconseguenza di una non correttaregolazione nella segnalazione cellulareche normalmente interviene. Il processorigenerativo mediato dai progenitorirenali può, difatti, rivelarsi inefficiente oa causa di un’insufficiente rispostaproliferativa e differenziativa o a causadi una risposta proliferativa eccessiva edaberrante che dà luogo allo sviluppo dinuove lesioni. L’identificazione deifattori che perturbano o modulano lacrescita cellulare e la differenziazionedei progenitori renali risulta, quindi, diprimaria importanza al fine di attuareprocessi preventivi e trattamenti dellemalattie renali.

IL RUOLO DELL’ACIDO

RETINOICO

Recentemente, uno studio condottonel nostro laboratorio ha dimostratoche l’acido retinoico potenzia larigenerazione renale inducendo ladifferenziazione dei progenitorirenali in podociti3. A seguito del

possono raggiungere sia strutturetubulari che glomerulari, sostituendocellule danneggiate in entrambe questesedi2. In particolare, studi condottinell’uomo e nel topo hanno dimostratoche queste cellule si distribuiscono lungola capsula di Bowman secondo unagerarchia fenotipica e funzionale egenerano nuovi podociti migrandoprogressivamente dal polo urinario alpolo vascolare, dove avviene la lorocompleta differenziazione a podocita2.Esse, inoltre, sono capaci in vivod’integrarsi nei glomeruli di topi affettida glomerulosclerosi, riducendone laproteinuria e migliorando il dannocronico renale; le stesse cellule mostranoanche la capacità di rigenerare lestrutture tubulari di differenti porzionidel nefrone e di ridurre il danno renalesia dal punto di vista morfologico chefunzionale in topi affetti da insufficienzarenale acuta2. I meccanismi che regolanola crescita, la sopravvivenza e ildifferenziamento dei progenitori renalinon sono ancora del tutto note. Come inmolti organi adulti, la risposta dellecellule staminali ad un insulto è infattistrettamente regolata, tanto che i processi patologici chedeterminano la deplezione del pool staminale o al contrario, una sua proliferazioneincontrollata sono

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danno, l’acido retinoico vienesintetizzato dai podociti danneggiati erilasciato nello spazio di Bowman dadove penetra all’interno dei progenitorirenali e promuove la lorodifferenziazione in nuovi podociti3.Tuttavia, se il paziente presentaproteinuria, l’albumina perduta dallabarriera di filtrazione e presente nellospazio di Bowman impedisce unarigenerazione podocitaria efficientesequestrando l’acido retinoico3. Conquesto meccanismo, la proteinuriaperpetua e peggiora il dannoglomerulare. Sulla base di questeevidenze, uno studio clinico di fase II èstato approvato negli Stati Uniti per l’usodi acido retinoico per il trattamento dipazienti con proteinuria grave che nonrispondono alle terapie disponibili.Tuttavia l’acido retinoico somministratoper periodi prolungati e ad alte dosipresenta effetti collaterali importanti, eper tale motivo non è proponibile permalattie croniche che richiedono untrattamento di lunga durata.

progenitori in podociti

progenitori renali

progenitori tubulari

Schema della localizzazione dei vari sottotipi di progenitori renali (modificato da Romagnani P, et al. Nat Rev Nephrol 2013).

COME FARLO MEYER

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ECCO “VITA”, L’OLIO DI OLIVA

CON VITAMINA A

Il progetto Nutraceutica “VITA”propone di verificare l’efficacia di unadieta supplementata con vitamina A,precursore dell’acido retinoico, per laterapia delle malattie renali croniche. Inparticolare proponiamo di dimostrareche, attraverso la modulazione della viadi segnalazione dell’acido retinoico, èpossibile promuovere la rigenerazionerenale da parte dei progenitori renali eindurre la regressione dell’insufficienzarenale dovuta all’invecchiamento inmodelli murini di invecchiamento renale.Sarà utilizzato un modello di topotransgenico, unico disponibile nel nostrolaboratorio, che consente di rintracciarela progenie di una cellula singola,denominato “lineage tracing”, che nelnostro caso verrà applicato ai progenitorirenali. Avvalendoci di questo stessoapproccio, proponiamo di dimostrareanche in modelli murini di dannoglomerulare cronico che la dieta convitamina A aumenta il processorigenerativo e porta alla regressionedel danno e ad un più velocerecupero della funzione renale. Infinein collaborazione con un’azienda Toscanaspecializzata in supplementi dietetici,proponiamo di sviluppare unasupplementazione in vitamina A sicura, abase di olio, che possa esseresomministrata ad un piccolo gruppo dipazienti affetti da insufficienza renalecronica con proteinuria che non hannorisposto ad alcuna terapia.

LO STUDIO FIRMATO MEYER

Tale studio è sicuro, perché le dosiutilizzate di vitamina A sono state stabilitein base alle linee guida internazionali(RDA: Recommended Daily Allowance odose giornaliera consigliata), quindi privedi effetti collaterali. Questo e consentiràdi valutare l’impatto di una dietaricca di vitamina A nel ridurre laprogressione della malattia renale,monitorata mediante misurazionedella proteinuria e del filtrato renaleper 2 anni. Tale modalità terapeutica

sarebbe a basso costo e utilizzabile inqualunque tipo di malattia renale cronicaproteinurica, a prescindere dalla causa,consentendo anche di: valorizzare icomponenti nutraceutici derivanti damaterie prime quali gli olii essenzialiutilizzando metodiche innovative dipreparazione; di valorizzare una nuovaformulazione di metodo disomministrazione di tali vitamine in unaversione che sia ottimale per le finalitàterapeutiche e commerciali nei pazienticon insufficienza renale cronica; dimettere a punto una strategia terapeuticainnovativa del danno renale che potrebbefavorire il benessere dei pazienti affetti damalattie renali croniche, ed il lorodevastante impatto medico e sociale,soprattutto negli anziani; di consentire losviluppo di nuovi alimenti funzionalianche in un’ottica di cooperazioneinternazionale e di supporto ai Paesi in viadi sviluppo, dove le malattie renalicroniche sono diffusissime ma le terapiesostitutive e ad alto costo non sonodisponibili.

Questo tipo di supplementodietetico sarebbe infatti facilmenteutilizzabile, a basso costo edottimale per le esigenze cliniche e lelimitate possibilità economiche di talipaesi. L’utilizzo quindi di un supplementoalla dieta basato su un olio arricchito conla vitamina A, capace d’indurre le cellule

staminali renali ad essere più attive eriparare meglio i tessuti danneggiati,potrebbe a lungo termine migliorare lasalute dei pazienti affetti da malattierenali croniche, riducendo la morbilità ela mortalità, e ridurre il costo della terapiarenale sostitutiva. In questo modo unodei prodotti italiani e toscani più tipici edimportanti e caposaldo della dietamediterranea, l’olio, può diventare unpiacevole veicolo di somministrazione diun farmaco, con il quale condire i cibi econtemporaneamente assumere unaterapia. •

BIBLIOGRAFIA1. Eckardt KU, Coresh J, Devuyst O, et al.

Evolving importance of kidney disease: fromsubspecialty to global health burden. Lancet2013; 382: 158-69.

2. Romagnani P, Lasagni L, Remuzzi G. Renalprogenitors: an evolutionary conserved strategyfor kidney regeneration. Nat Rev Nephrol 2013;9: 137-46.

3. Peired A, Angelotti ML, Ronconi E, et al.Proteinuria impairs podocyte regeneration bysequestering retinoic acid. J Am Soc Nephrol2013; 24: 1756-68.

COME FARLO MEYER

Elio Novembre

SOD Allergologia, AOU [email protected]

Il latte materno rappresenta l’alimentazione esclusiva oprevalente nei primi mesi di vita dei neonati, ma quandonon è possibile diviene essenziale ricercare un’adeguata

alternativa. Il latte vaccino (LV) è ampiamente utilizzato comesostituito del latte materno, ma alcuni bambini manifestanoallergia alle proteine del latte vaccino (APLV), una reazioneavversa mediata da un meccanismo immunologico1, che sipresenta solitamente con un esordio acuto (i sintomicompaiono pochi minuti dopol’ingestione del latte e in genereentro 1 h), caratterizzatoprincipalmente da manifestazionicutanee (eritema, prurito,orticaria e angioedema), maanche da sintomi respiratori(rinite, congiuntivite, tosse,asma), o gastrointestinali(dolore addominale,vomito, nausea, diarrea).In alcuni casi le reazionipossono essere moltogravi, fino allo shockanafilattico2.

Il latte di asina di razza Amiatinanella gestione del bambino conallergia alle proteine del latte vaccino

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Fonte: Jirillo F, et al. 2014.

QUANDO IL BAMBINO

È ALLERGICO ALLE PROTEINE

DEL LATTE VACCINO

L’allergia alle proteine del lattevaccino è la più frequente fra tutte leallergie alimentari, si sviluppaprecocemente nella vita e interessaprevalentemente i paesi sviluppati3-5.

Circa l’80-90% dei bambini allergici allatte entro i 10-12 anni di vita sviluppauna tolleranza naturale, quindipraticamente guarisce, tuttavia la lorogestione è molto impegnativa sia per imedici che per le famiglie. È bene che ibambini allergici al latte vengano seguitiin modo multidisciplinare dal pediatra difamiglia, e da specialisti in allergologia. Ènecessario e fondamentale che sia ladiagnosi che il trattamento sianoappropriati.

La diagnosi di APLV si basa sulriscontro di una storia di manifestazioneclinica suggestiva confermata, o esclusaattraverso una valutazione allergologicacompleta, che comprenda sia testcutanei (prick test) che eventualmenteanche quelli ematici6.

Il trattamento più efficace per l’APLVè rappresentato dalla eliminazione dellatte vaccino e dei suoi derivati dalla

dieta. L’uso di latte di provenienza daaltri mammiferi (come la pecora, lacapra, ecc.) non è consigliabile perchéquesti latti sono molto simili al lattevaccino, e quindi provocano gli stessidisturbi7. Pertanto, quando possibile,continuare l’allattamento materno èl’opzione migliore. Tuttavia, quando illatte materno non è disponibile, siricorre di solito a latti di mucca trattaticol calore o chimicamente per renderliipoallergenici (idrolisati spinti di caseinao di sieroproteine bovine) oppure siricorre a latti vegetali, come quelli disoia o di riso. Tutti questi latti“sostitutivi” hanno alcuni svantaggi, fracui la scarsa palatabilità o il non idealeapporto nutrizionale.

PERCHÉ SI È OPTATO PER IL LATTE DI ASINAIl latte di mammiferi non bovini

(cavalla, asina, cammella), a differenzadel latte di ovini, ha dimostrato in varistudi di essere tollerato in una grandepercentuale di soggetti allergici alle PLV.In accordo con alcuni studi il latte dicavalla è tollerato nel 96%8 e quello diasina (LA) nell’82-96% di tutti i bambinicon APLV9,10. Dunque, con opportune

garanzie nutrizionali e igienico-sanitarie, illatte equino potrebbe rappresentareun’ottima alternativa al latte vaccino,grazie alla sua elevata somiglianza con illatte umano e alla sua ottima palatabilità.

Il LA ha, rispetto al latte di mucca, unprofilo nutrizionale più simile a quello dellatte umano (tabella); l’alto contenuto dilattosio ne aumenta la palatabilità estimola l’assorbimento del calcio a livellointestinale con effetti favorevoli sullamineralizzazione ossea. Ha inoltre unelevato contenuto di lisozima del qualesono state evidenziate le capacità diinattivare alcuni virus, l’attivitàimmunoregolatoria e quella antitumorale.Il limitato contenuto di lipidi può essereconsiderato un vantaggio nel casodell’anziano in cui uno scarso apporto digrassi animali è raccomandato, ma puòessere considerato un limite nei bambinipiccoli che necessitano di un adeguatoapporto anche di lipidi. Questo limite ècomunque facilmente superabile conopportune integrazioni nel latte di asinadei componenti nutrizionali carenti.

L’asino (Equus asinus, Linnaeus 1758),chiamato anche somaro o ciuco, è unmammifero quadrupede della famigliadegli equidi.

Similmente al cavallo, si tratta di unanimale addomesticato da millenni,utilizzato dall’uomo principalmente comeanimale da lavoro e come mezzo ditrasporto per cibo e merci, in particolareper carichi pesanti o traini. Ne esistononumerose razze e varietà diffuse in tutto ilmondo.

L’Amiatina è una razza di asino moltoantica, originaria del continente africano,evolutasi in Toscana, in particolare sulmonte Amiata. Attualmente vieneutilizzato nei tradizionali palii di cui è riccala tradizione toscana, come animale datrekking, come cavalcatura per i bambinied anche in onoterapia per il recupero ele terapie dei disabili.

IL PROGETTO DELL’OSPEDALE

PEDIATRICO MEYER

Recentemente, un progetto realizzatocon fondi del PSR 2007-2013 della

2-7,5%

82-96%96%

Popolazione infantile allergica

alle proteine del latte

tollerail latte

di cavallaTollerail latte d’asina

Tra i soggetti intolleranti alle proteine del latte

moltoMEYER | 1 – 201512

Regione Toscana ha permesso di creare ipresupposti per la produzione del lattedi asina nel complesso AgricoloForestale Regionale “Bandite diScarlino”.

Su queste basi l’AOU Meyer,l’Università di Pisa e l’IstitutoZooprofilattico Sperimentale delleRegioni Lazio e Toscana hannoelaborato il progetto “Il latte di asina dirazza Amiatina nella gestione delbambino con allergia alle proteine dellatte vaccino: aspetti innovativi, clinici,allergologici e nutrizionali” che hapartecipato al bando della RegioneToscana su “Progetti di ricerca nelsettore Nutraceutica”, risultandovincitore insieme ad altri 15 progetti.Nutraceutica è un termine utilizzato perconiugare la nutrizione con lafarmaceutica, con lo scopo diidentificare un settore specifico di ricercasu alimenti che mostrano ancheproprietà farmacologiche.

Questo progetto si propone divalutare l’efficacia dell’impiego del lattedi asina Amiatina nella dieta di bambiniaffetti da APLV, individuandone lecaratteristiche nutrizionali, nutraceutichee igienico-sanitarie. A tal fine il progettosi articola in più fasi, svolte in strettacollaborazione tra i differenti partner inun periodo di 18 mesi. In una primafase, il Dipartimento di ScienzeVeterinarie di Pisa effettuerà unavalutazione dei componenti del latte diasina Amiatina fornito dal complessoAgricolo Forestale Regionale “Bandite di

progetto è quello di creare una filiera,tutta regionale, in cui la salvaguardia delterritorio e di una specie animale siconiughi con la salvaguardia della salute;in questo caso dei bambini con allergiaal latte di mucca, ma potenzialmenteanche per altre categorie dipopolazione, come gli anziani. •

BIBLIOGRAFIA1. Fiocchi A, Brozek J, Schünemann H, et al.;

World Allergy Organization (WAO) SpecialCommittee on Food Allergy. World AllergyOrganization (WAO) Diagnosis and Rationalefor Action against Cow's Milk Allergy(DRACMA) Guidelines. Pediatr AllergyImmunol 2010; (Suppl 21): 1-125.

2. Martorell A, Plaza AM, Boné J, et al. Cow’smilk protein allergy. A multicenter study:clinical and epidemiological aspects. AllergolImmunopathol 2006; 34: 46-53.

3. Werfel A, Cooke SK, Sampson HA. Clinicalreactivity to beef in children allergic to cow’smilk. J Allergy Clin Immunol 1997; 99: 293-300.

4. Fernández Rivas M. Allergology Service,Hospital Clínico San Carlos, Madrid, Spain.Food Allergy in Alergológica 2005. J InvestigAllergol Clin Immunol 2009;1 9 (Suppl 2):37-44.

5. Martorell-Aragonés A, Echeverría-Zudaire L, etal.; Food allergy committee of SEICAP(Spanish Society of Pediatric Allergy, Asthmaand Clinical Immunology). Position document:IgE-mediated cow's milk allergy. AllergolImmunopathol (Madr) 2015; Mar 19.

6. Muraro A, Werfel T, Hoffmann-SommergruberK, et al.; EAACI Food Allergy and AnaphylaxisGuidelines Group. EAACI food allergy andanaphylaxis guidelines: diagnosis andmanagement of food allergy. Allergy 2014; 69:62-75.

7. Restani P, Beretta B, Fiocchi A, Ballabio C,Galli CL. Cross- reactivity between mammalianproteins. Mann Allergy Asthma Immunol2002; 89 (Suppl 1): 11-5.

8. Businco L, Giampietro PG, Lucenti P, et al.Allergenicity of mare’s milk in children withcow’s milk allergy. J Allergy Clin Inmunol2000; 105: 1031-4.

9. Monti G, Bertino E, Muratone MC, et al.Efficacy of donkey’s milk in treating highlyproblem- atic cow’s milk allergic children: an invivo and in vitro study. Pediatr AllergyImmunol 2007; 18: 258-64.

10.Tesse R, Paglialunga C, Braccio S, Armenio L.Adequacy and tolerance to ass’s milk in anItalian cohort of children with cow’s milkallergy. Ital J Pediatr 2009; 35: 19.

Scarlino”, con l’approfondimento deiparametri nutrizionali e nutraceutici aifini dell’utilizzo nell’alimentazioneumana. Contemporaneamente, l’IstitutoZooprofilattico Sperimentale delleRegioni Lazio e Toscana (sezione diFirenze) effettuerà la valutazione delrischio igienico-sanitario del LA.

Infine la Struttura Dipartimentale diAllergologia e l’Unità ProfessionaleDietetica dell’AOU Meyer di Firenze sioccuperanno della utilizzazione ottimaledel latte di asina nei soggetti conallergia al latte vaccino, formulandopiani nutrizionali adeguati ai fabbisognidei pazienti in relazione alla specificatolleranza e gradimento.

ARTICOLAZIONE DEL PROGETTO

A tal fine tutti i pazienti tra 0 e 18anni che giungono alla SOD diAllergologia dell’AOU Meyer nel periododi studio con sospetta APLV sarannovalutati attraverso una accurataanamnesi e la esecuzione dei testcutanei ed ematici per ladeterminazione di allergia al latte dimucca o di altre specie (tra cui anche illatte di asina) o ad altri alimenti.Saranno quindi identificati, in base airisultati dei test e tenendo conto dellepreferenze (sia dei bambini che dellefamiglie), i soggetti che potrannoutilizzare il LA come latte sostitutivo delLV nella loro alimentazione. Questibambini saranno poi seguiti nel tempoper controllare l’accrescimento e gliindici nutrizionali. Lo scopo finale del

COME FARLO MEYER

Tabella. Caratteristiche del latte umano, di asina e di mucca.

Lipidi Lisozima Calcio Proteine Lattosio

Latte Umano + + + + + + + + +

Latte Mucca + + + – + + + + + + + +

Latte Asina + + + + + + + + + + +

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Poco più di 25 anni sono passati dalla firma di duestrumenti giuridici per la difesa dei diritti dei bambini.Parliamo della Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti

dell’Infanzia e dell’Adolescenza, uno dei primi documenti suidiritti umani incentrati esclusivamente sui minori, e la Cartadell’European Association for Children in Hospital (EACH),che indica i diritti validi prima, durante e dopo il ricovero inospedale per tutti i bambini malati.

Documenti che da sempre ispirano l’azione dell’OspedalePediatrico Meyer a tutela dei diritti dei bambini ovunquevivano e si trovino: a casa, a scuola o in ospedale. Così in lineacon Expo 2015, l’Esposizione Universale che nello sloganNutrire il Pianeta, Energia per la Vita ha il suo tema centrale,il Meyer ha pensato di declinare i diritti dei bambini con iprincipi cardine della rassegna internazionale di Milano. Iltutto dando tocco toscano a una ricetta fondamentale perogni buon “libro di cucina” pediatrico. “I diritti dei bambini inospedale alla Meyer”, strategia efficace per promuovere idiritti dei piccoli pazienti dell’Ospedale Pediatrico di Firenze.

Kathleen S. McGreevy

Ricerca, Innovazione e Relazioni internazionali, AOU Meyer, [email protected]

GOVERNARE LA SALUTE

Ingredienti• Un ospedale pediatrico nato

dai desideri dei bambini.

• I piccoli pazienti la cui salute e benessere è la missione del nostro lavoro.

• Le loro famiglie.

• Un grande team di operatori che lavora in modo multidisciplinare e armonioso.

• Un cucchiaio colmo di ricerca e innovazione.

• L’assistenza sanitaria coniugata con un’accoglienza di elevata qualità.

• La salsa speciale Meyer, insaporita dal sostegno instancabiledella Fondazione Meyer.

I diritti dei bambini in ospedale “alla Meyer” Una ricetta per EXPO 2015

moltoMEYER | 1 – 201514

3.Mescolare con un team sanitario multidisciplinare

e armonioso.

Il team sanitario del Meyer è l’ingrediente che lega insiemetutti gli altri. Un grande gruppo di operatori che lavora in modomultidisciplinare. Professionisti che in armonia garantiscono leterapie più avanzate e la continuità delle cure, associandol’eccellenza clinica con elevate competenze professionali e unimpegno personale a dir poco eccezionale. I forti investimentinella formazione continua dei suoi operatori e l’aggiornamentoche favorisce la crescita della sua giovane generazione diprofessionisti garantiscono il futuro di questo preziosoingrediente.

4.Cospargere generosamente con la ricerca

e l’innovazione.

Ricerca e innovazione hanno un impatto significativo sullaqualità della cura del paziente. È il motivo per cui la ricettaMeyer include questi ingredienti speciali, anche se non sonoesplicitamente citati nella Carta EACH come diritti dei bambiniin ospedale. Il programma “Giovani Ricercatori”, che sostiene ifuturi leader nel campo pediatrico durante le prime fasi dellaloro carriera, è solo un esempio delle iniziative dedicate allapromozione di quest’area cruciale per il Meyer.

5.Marinare nell’assistenza sanitaria

di eccellenza.

Lavorare affinché l’assistenza sanitaria sia eccellente è undovere fondamentale per il Meyer, anche se neppure questoesplicitamente richiamato come un diritto fondamentale dallaCarta EACH.

Istruzioni

1. Preparare un contenitore adatto, abbastanza

grande per gestire qualsiasi esigenza, ma

“a misura di bambino” in modo che i piccoli pazienti

(e le loro famiglie) si sentano a proprio agio.

Esempio di un “contenitore” appropriato è l’OspedalePediatrico Meyer, struttura dotata di 250 letti di tutte lespecialità mediche e chirurgiche di ambito pediatrico.L’attenzione tutta particolare dedicata ai bambini e alle lorofamiglie si riflette nell’architettura del complesso ospedaliero,che ha prediletto l’uso di materiali caldi e naturali, come losono il legno chiaro, le grandi vetrate piene di luce e il caldolinoleum su cui camminare con le calze nella comodità dicamere accoglienti e confortevoli.

2.Aggiungere delicatamente il piccolo paziente

e la sua famiglia.

Riconoscendo la centralità del bambino e della suafamiglia in tutta l’attività assistenziale che l’ospedale eroga,il Meyer si affianca ai genitori nei momenti più difficili. E lofa non solo assicurando alle mamme e ai papà il diritto distare accanto al loro bambino, ma li incoraggia apartecipare attivamente alla loro cura. Con il sostegno dellaFondazione Meyer, la famiglia viene presa per mano neimomenti anche emotivamente più delicati e aiutata nellepiccole e grandi incombenze, come può essere trovarel’alloggio vicino all’ospedale.

Il team sanitario è l’ingrediente che lega tutti

gli altri

GOVERNARE LA SALUTE

moltoMEYER | 1 – 2015 15

6.Cuocere a 360 gradi.

Controllare regolarmente.

Il team Meyer lavora a 360 gradi per garantire che tutte leesigenze del bambino siano prese in considerazione. E lo fafavorendo le migliori condizioni per rispondere ai bisogni dinatura psicologica, emotiva e sociale dei bambini in tutte lediverse età e fasi di sviluppo, origini, background sociali eculturali. Per questo il Meyer è impegnato costantemente amonitorare e valutare le sue attività, così da miglioraretempestivamente la qualità delle cure in base alle esigenze deisuoi piccoli pazienti.

7.Spruzzare con la salsa

speciale Meyer.

Grazie al lavoro instancabile della Fondazione Meyerl’ospedale pediatrico Meyer affianca un elevato livello diassistenza sanitaria con attività speciali che permettono aibambini di continuare a giocare e imparare, oltre a vivere in

un ambiente confortevole, aiutandoli a mantenere unatteggiamento positivo anche in un momento difficile quale èquello del ricovero. Dalla ludoteca con le sue mille attività elaboratori, alle facce buffe dei clown-dottori, ai cani, verioperatori del servizio di pet therapy, sino ai musicisti in corsiache riempiono le sale d’attesa di melodie o insegnano asuonare con il magico “Armadio della musica”, e al gioiosoparco giochi “Giardino di Cice”, recentemente inaugurato: ilMeyer si avvale della dimensione del gioco e del sorriso peralleviare la paura e lo stress, e collabora con le scuole di tuttala Toscana e dell’Italia per assicurare il diritto all’istruzione deibambini e degli adolescenti in ospedale.

Attenzione, ascolto, tatto e comprensione

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NotaQuesta ricetta è molto delicata e richiede una particolare

cura e attenzione. Sia il bambino, sia i genitori devono esseretenuti adeguatamente informati ed inclusi in tutto il processodecisionale di un ospedale così complesso quale è il Meyer. Ilbambino è un protagonista attivo della cura e quindi deveessere trattato con attenzione, ascolto, tatto e comprensione,nel pieno rispetto della sua privacy. Il Meyer è pronto a fare ilmassimo per ridurre al minimo il suo dolore e disagio cosìcome è orientato affinché il piccolo paziente non vengasottoposto ad interventi non necessari.

Dimensioni della porzioneLa porzione è monodose, personalizzata e fresca per ogni

bambino e la sua famiglia.

Da accompagnare conGli amici e i coetanei del bambino, lottando affinché

nessun bambino sia mai ricoverato nei reparti per gli adulti,favorendo la promozione della salute oltre al momento delricovero, nella vita di tutti i giorni, nella famiglia, nel contestosociale e nel gruppo amicale. Il Meyer si impegna a favorire ilcollegamento del piccolo paziente con il suo mondo esterno,aprendo le sue porte agli amici di tutte le età e ai parenti.

Come servireDa servire solo se il ricovero o la visita sono assolutamente

necessari, solo se la cura o l’esame non può essere fatto a

casa o in ambulatorio. Il tutto per ridurre al minimo lo stress ela paura che ogni ospedale, anche quello più bello, possonogenerare nel bambino.

Istruzioni per la conservazioneL‘obiettivo è quello di un menù sostenibile che sia in grado

di durare ancora più a lungo. Una sfida cruciale in questitempi di rapido cambiamento demografico e di fragile ripresaeconomica. La sostenibilità è un obiettivo importante che ilMeyer declina a tutto campo: dal riutilizzo dell’energia solare,come dimostrano i pannelli che nella Hall Serra convertono laluce zenitale in energia elettrica, ai famosi “cappelli dipinocchio” che portano la luce naturale in tutto l’ospedale, alparco secolare dove ogni pianta che vi vive o ogni animalettoche vi ha la casa possono crescere sicuri, sinoall’alimentazione che il Meyer si batte affinché sia biologica,sicura, a filiera corta e a chilometro zero.

Come diceva Mencio, filosofo cinese del 300 a.c., “il grande uomo è colui che non perde il suo cuore dibambino”. Questa “ricetta un po’ particolare” è stata scrittapensando a questo motto e ai bambini del Meyer. •

Ha collaborato Roberta Rezoalli, giornalista Ufficio Stampa AOU Meyer.

BIBLIOGRAFIA1. UN General Assembly, Convention on the Rights of the Child, 20

novembre 1989, United Nations, Treaty Series, vol. 1577, p. 3.2. The 10 Articles of the EACH Charter. (data di accesso 20 maggio 2015).

Preso da http://www.each-for-sick-children.org/each-charter/the-10-articles-of-the-each-charter.html

GOVERNARE LA SALUTE

La famiglia vienepresa per mano neimomenti più delicati

17

ALL’AVANGUARDIA

mele, pere, ortaggi e erbe officinali. La stessa attenzione è posta nella scelta deiprodotti di base che compongono il pastocome i pomodori pelati, prodotti a marchio“Hoster Food” che li sceglie direttamentesul campo ed effettua un accuratocontrollo dell’acidità e delle sue qualitàorganolettiche. Se queste proprietàconsentono l’immediata tracciabilità dialcuni prodotti, dall’altro ne certificano lavicinanza geografica, così come da filieracorta sono anche i prodotti acquistatidirettamente dai produttori locali, inbuona parte biologici, come l’olio, lacarne, il pollo e il coniglio. Un’attenzioneparticolare viene riservata anche al mondofuori dal noi: tè, camomilla, caramelle eorzo solubile provengono dal commercioequo e solidale. Per quanto riguardainfine il cibo non somministrato, ègarantita la lotta allo spreco attraverso lacollaborazione con il “Programma SitiCibo” della Fondazione BancoAlimentare. Alta qualità anche nellasomministrazione dei pasti, dove ètotalmente bandita la plastica e i bambinimangiano, come a casa, su piatti diporcellana. Perché come e cosa simangia è parte integrante della terapiae di stili di vita che danno salute. •

Fina Belli1, Sandra Colombo2

1. Responsabile dietetica pediatrica 2. Amministrazione AOU Meyer, [email protected]

Biologico, filiera corta, km 0, tracciabilitàAlta qualità nel vassoio dei bambini del Meyer

Biologico, filiera corta, chilometro 0,materie prime scelte in base allamaturazione e alla provenienza

certificata: in una parola qualità al serviziodei bambini, delle famiglie e anche deglioperatori del Meyer. L’Ospedale pediatricodi Firenze, da sempre impegnato nellapromozione dei corretti stili di vita, hadeciso di migliorare ulteriormente, nelsolco della qualità, la ristorazione dei suoipiccoli pazienti. E lo fa in un settore, il cibobiologico, su cui il Meyer era statopioniere già negli anni 2000, quandopartecipò a un progetto europeo,ottenendo contributi regionali dedicati, esoprattutto fu l’Ente protagonista dellarilevazione fatta dal Ministero della Salutenell’ambito di “Guadagnare Salute”.

Così il 1° giugno scorso l’Ospedalepediatrico fiorentino ha cambiato lagestione della ristorazione. E lo ha fattocon la massima attenzione alle proprietàdel cibo e alla loro somministrazione chein una struttura speciale quale è il Meyercostituiscono parte della cura. Massimaqualità, nel segno dell’etica e dellasostenibilità ambientale: sono i cardiniche hanno guidato la scelta della “HosterFood”, società fiorentina che dal 1983opera nella ristorazione collettiva toscanaed è attiva attualmente nelle province diFirenze, Prato, Arezzo, Pistoia e Siena. Così nel momento di massima attenzioneal tema dell’alimentazione, declinazioneassoluta di Expo 2015, l’ospedale deibambini di Firenze ha compiuto un altropasso importante nel servizio che si legaalla crescita e allo sviluppo psicofisico delbambino.

Quando l’Etica è a tavola. La nuova gara è stata predisposta secondo i criterietici e sostenibili suggeriti dalla ComunitàEuropea, accolti e fatti propri dal nostroMinistero dell’Ambiente, cheraccomandano di considerare tutto ilprocesso, quindi anche il buon usodell’energia elettrica, lo smaltimento deirifiuti o la redistribuzione dei cibi nonutilizzati. Tra le clausole di sostenibilitàambientale c’è, ad esempio, il divieto diusare la plastica e l’obbligo diimpiegare materiale monouso comeposate, salviette, ecc. in materialemater-bi compostabile ebiodegradabile al 100% e cartariciclata. Grande attenzione all’incentivoper il maggior consumo di prodottibiologici o a filiera corta. Obblighi a cui laditta si impegna garantendo in primis laqualità dei prodotti. Infatti da anni l’azienda privilegia l’approvvigionamentodei prodotti nel massimo rispettodella filiera corta e del Km 0. Sottoquesto profilo la ditta è avvantaggiatadall’essere proprietaria di un agrumeto inSicilia da cui fa arrivare direttamente arance Navel DOP, limoni e olive per olio, e di un terreno agricolo a Serpiolle, proprio vicino al Meyer, da cui arrivano

moltoMEYER | 1 – 2015

moltoMEYER | 1 – 201518

L’Esposizione Universale 2015, con il suo slogan“Nutrire il pianeta. Energia per la vita”, saràl’occasione per far conoscere al grande pubblico i

temi della salute globale: diritto all’accesso al cibo, dirittoall’acqua, educazione alimentare, lotta alla malnutrizione eobesità.

Accrescere il dibattito e aumentare la consapevolezza suideterminanti sociali della salute – tra i quali l’alimentazioneoccupa sicuramente un posto di rilievo – sono infatti tra leprincipali attività che svolge a livello nazionale einternazionale il Centro di Salute Globale, struttura diriferimento della Regione Toscana, che afferisceorganizzativamente all’AOU Meyer.

La correlazione tra cibo e salute assume sempre piùrilevanza di fronte all’aumento globale delle malattie nontrasmissibili, come diabete e ipertensione, legate anche agli

Maria Josè Caldes

Direttore Centro Salute Globale Regione Toscana e Leila Zoia, collaboratrice del [email protected]

stili di vita. La salute, nell’odierno scenario, è infatti uncomplesso elemento dove si intersecano fattori diversi, è unelemento chiave dello sviluppo umano e godere del piùelevato standard sanitario è un diritto umano fondamentale.La povertà è una delle cause principali che determinano lecattive condizioni di salute, in quanto le fasce piùsvantaggiate non dispongono di acqua pulita, servizi igienici,cibo di qualità, un lavoro dignitoso e l’accesso alleinformazioni, ai servizi sanitari e alla medicina .

Sono circa 805 milioni le persone ancora cronicamentesottoalimentate al mondo – denuncia la FAO – vale a direuna persona su nove soffre la fame. In massima parte, i 200milioni di bambini che nel mondo sono affetti da qualcheforma di malnutrizione hanno scompensi apparentementelievi (un peso e un’altezza inferiori rispetto alla mediadell’età) che però celano una pericolosa vulnerabilità: unbambino cronicamente malnutrito ha 9 volte più probabilitàdi morire prima dei 5 anni (fonti UNICEF).

Sottonutrizione cronica e malnutrizione da micronutrienticoesistono con il grave problema dell’obesità, delsovrappeso e delle malattie correlate, il 30% della

Il cibo è saluteViaggio a Expo con il Centro Salute

Globale del Meyer che porta la cooperazione toscana

nel mondo

SGUARDO SUL MONDO a cura di Centro Salute Globale

moltoMEYER | 1 – 2015 19

popolazione di cui il 62% nei paesi in via di sviluppo,secondo dati dello studio Global Burden of Disease (2013)pubblicato sul Lancet. Il fenomeno riguarda il 22% dellebambine e il 24% dei maschi nei paesi industrializzati e circail 13% dei due sessi nei paesi in via di sviluppo.

Nel 2015, anno europeo per lo sviluppo, le Nazioni Unitelanceranno il nuovo disegno strategico per l’agenda post2015 con l’approvazione degli Obiettivi di SviluppoSostenibile, che andranno a riorientare gli sforziinternazionali. I nuovi obiettivi hanno di fronte uno scenarionon troppo roseo ma che ci chiama a riflettere al fine dievitare gli errori commessi in passato e proporre strategieinnovative verso un futuro più equo e sostenibile. Uno diquesti obiettivi è interamente dedicato al temadell’alimentazione, che è esattamente il motore di EXPO2015.

Laboratori esperienziali, sperimentazioni gastronomiche,musicali e sensoriali, filmati audio-video; così il Centro diSalute Globale presenterà la cooperazione sanitariainternazionale della Regione Toscana a Fuori Expo 2015 dal3 all’11 agosto a Milano (vedi pp. 20-21).

Da anni la cooperazione sanitaria toscana, attraverso ilsostegno a iniziative implementate dalle Aziende Sanitarie,dagli Enti Locali e dai soggetti del terzo settore ha costituitouna vera e propria rete, uno spazio di condivisione e disviluppo di progettualità in un’ottica multidisciplinare eintersettoriale, il cui obiettivo è quello di contribuire a crearemodelli di sviluppo sostenibili e replicabili al fine di garantireil diritto alla salute. •

LINKOGRAFIA UTILE• www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(14)61682-

2/fulltext (published online 17.12.2014) (accesso verificato il 22.05.2015).

• www.fao.org/news/story/it/item/243920/icode/ (16.09.2014) (accesso verificato il 22.05.2015).

• www.unicef.it/doc/268/nutrizione-un-diritto-da-conquistare.htm (accesso verificato il 22.05.2015).

• www.repubblica.it/salute/alimentazione/2014/05/29/news/lancet_il_30_della_popolazione_obesa_anche_nei_paesi_emergenti-87601628/ (accesso verificato il 22.05.2015).

• www.fao.org/3/a-i4030e.pdf (accesso verificato il 22.05.2015).

moltoMEYER | 1 – 201520

Molte sono le ricercheepidemiologiche condotte in questoterritorio, ma nessuna ancora è stata ingrado di accertare la presenza e il pesoeffettivo di vari fattori dicontaminazione dell’acqua sulladiffusione dell’IRC. IL progetto della RT,il cui soggetto attuatore è l’ASL diLivorno, in partenariato con leUniversità di León e di Elche (Spagna),sta approfondendo gli aspetti dellaricerca e contemporaneamente starealizzando alcune attività quali:

• la predisposizione di un pianod’intervento a livello municipale perridurre tutti i fattori di contaminazionedell’acqua per il consumo umano;

• il rafforzamento delle istituzioni localiin termini di attrezzature ecompetenze per la gestione dellarisorsa acqua e la prevenzione dellepatologie correlate;

• il miglioramento dell’accessibilitàall’acqua e a servizi igienico-sanitariadeguati, promuovendo l’uso correttotra la popolazione. •

donne che hanno difficoltà adaccedere alle cure sono il 60%. Maanche gli aspetti culturali pesano: il17% delle donne non ha il“permesso” per andare a curarsi.La situazione è aggravata damutilazioni genitali, matrimoniprecoci, molteplici gravidanzeravvicinate, aborti clandestini.

Il progetto prevede svariateattività che comprendono lacostruzione e l’equipaggiamentodel reparto di maternità e laristrutturazione della farmaciadell’Ospedale regionale di Thies, illavoro di integrazione tra medicinaoccidentale e guaritori tradizionalinell’area di Louga, la promozionedella primary health care nellaComunità di Touba. •

Senegal

Burkina

� NicaraguaIl viaggio multisensoriale partirà dalcontinente americano, precisamente dalNicaragua. Si tratta del paese piùpovero dell’America Latina dopo Haiti.In termini di PIL pro-capite si trova al

130º posto a livellomondiale (BM, 2010),mentre per quanto figural’indice di sviluppo umanofigura al 132º posto(UNDP 2014). In questopaese l’insufficienzarenale cronica (IRC)rappresenta una graveemergenza sanitaria contassi di incidenza eprevalenza che nei

Dipartimenti di León e Chinandega –dove viene attuato il progetto – sonoancora più alti. Le cause possono esseremolteplici e tra queste hannocertamente un ruolo predominante lacontaminazione, la scarsità o il cattivouso dell’acqua per il consumo umano.

� SenegalL’ultima tappa del viaggio sarà ilSenegal, dove la cooperazionesanitaria toscana è impegnata daanni in varie iniziative che hannocome obiettivo il rafforzamentodel sistema sanitario pubblicosenegalese, in particolare inambito materno-infantile. IlSenegal è classificato tra i PaesiMeno Avanzati (PMA) e nelRapporto Mondiale sullo SviluppoUmano occupa il 163° posto su187. La mortalità infantile è di 65su 1000 nati vivi. Tra le cause piùcomuni malaria e polmonite. Lamortalità materna è di 370 su100mila nati vivi, più del triplodell’Obiettivo del Millennio per il2015. Esiste un grave problema diaccessibilità delle prestazioni: le

� Burkina FasoCi sposteremo poi in Burkina Faso, più concretamentenell’ospedale di Nanoro, villaggio situato a 100 kmdalla capitale Ouagadougou.

La sfavorevole situazione geografica, l’estremapovertà del suolo, le avverse condizioni climatiche el’eccessiva crescita demografica fanno del Burkina Fasouno dei paesi più poveri del mondo con un indice disviluppo umano che lo colloca al 181° posto (UNDP2014). L’elevato tasso di natalità (43,59‰) è in granparte dovuto al consistente tasso di mortalità infantile(81,4‰) che induce le famiglie ad incrementare ilnumero di figli per aumentare la forza lavoro. Il grandenumero di nascite determina un’eccessiva pressione

Nicaragua

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moltoMEYER | 1 – 2015 21

crescita ridotta (stunting) tra i bambini minori di 5 anni neiTOP è incrementato dal 7,2% nel 1996 al 10,2% nel 2006.Questa crescita ridotta nell’infanzia è un indicatore dellamalnutrizione cronica ed è associata a una maggiore mortalitàe ad un aumentato carico di malattie, compresi uncompromesso sviluppo cognitivo ed un decadimento delleperformance scolastiche.

Il progetto che verrà presentato durante la giornata vedeimpegnati gli operatori sanitari palestinesi ed israelianidell’Associazione Physicians for Human Rights, attori chepossono giocare un ruolo importante come cittadini attivi che si impegnano per un futuro migliore di pace, dialogo ecollaborazione. •

demografica su un territorio già povero di risorse e rendel’approvvigionamento di cibo il problema cruciale per lamaggior parte della popolazione. Questo, aggravatodall’effettiva mancanza di adeguate risorse alimentari per lesfavorevoli condizioni climatiche e la scarsità di acqua, rende lamalnutrizione una delle prime concause della mortalitàinfantile.

Il progetto prevede vari ambiti di intervento, in particolarela gestione del reparto di pediatria dove vengono ricoveratianche i bambini con malnutrizione grave che non presentano

comorbilità; i malnutriti lievi/moderati senza comorbilità sonoseguiti invece in regime ambulatoriale presso l’ambulatorio delCREN (Centro di Recupero ed Educazione Nutrizionale). La fasciadi età più colpita va dai 6 mesi ai 5 anni. L’attività clinica inpediatria viene portata avanti da infermieri dedicati, affiancati daimedici espatriati (senior e specialisti in formazione).

Un’altra importante componente del progetto èl’empowerment delle donne, cui viene insegnata la correttapreparazione di farine arricchite partendo da ingredienti locali(miglio, mais, soia, arachidi, zucchero e sale iodato) che hannol’obiettivo di combattere la malnutrizione e creare una piccolafonte di reddito attraverso la vendita delle stesse presso lacomunità. •

Palestina

Faso

� PalestinaLa seconda tappa del viaggio sarà la Palestina, un contestosociale particolarmente complesso e una delle costanti storichedella cooperazione nella nostra Regione, sia a livello istituzionaleche a livello di associazionismo ed Enti Locali, in particolarenell’ambito della capacity building e del diritto alla salute.

I dati della letteratura evidenziano la critica situazione in cui sitrova il sistema sanitario palestinese: la mortalità infantile è seivolte superiore a quella di Israele mentre la mortalità maternaè nove volte più alta. È elemento di ulteriore preoccupazione ildato che evidenzia come la diminuzione della mortalità infantilesia stata progressiva e continua tra il 1967 ed il 1987 per poiarrestarsi nel periodo 2000-2006, a dimostrazione di un arrestodel miglioramento delle condizioni globali di salute. Il tasso di

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DIARIO DELLA BANCA DEL LATTE UMANO

accompagnano durante la scalata dellecurve di accrescimento.

Poi ci sono i bambini con difetticongeniti del metabolismo, che hannobisogno di un’alimentazione ipoproteica:per loro il latte materno è, con buonaapprossimazione, insostituibile. E poiancora ci sono i bambini coninsufficienza renale e quelli concardiopatie, che non possonopermettersi di spendere troppe energieper nutrirsi e che per questo hannobisogno di un’alimentazione nonimpegnativa: cosa meglio del latte dimamma, digeribile come nient’altro?

Questo latte fa davvero la differenza, ese per i bambini sani rappresenta ilnutrimento ideale, per quelli con bisognidi salute speciali si fa terapeutico.

Lo sanno quelle professioniste cheassicurano il mio funzionamento ognigiorno. Del resto, occuparsi di questosacro alimento fa parte della storia delMeyer: ve lo garantisco, perché comincioad avere i miei anni e ho davanti agliocchi una foto in bianco e nero che ritraeil “Centro mobile raccolta latte materno”con Firenze sullo sfondo.

Lo avrete inteso: ho il cuore tenero, aconti fatti sono una balia. E allorafiguratevi come mi si gonfia il cuorequando succede – e succede! – che tornia trovarmi uno dei “miei” bambini.Accade che, con l’aria indagatrice, simetta a cercare la sua foto appesa traquelle dei piccoli che ho svezzato. Ecco:quando la trova, il suo sorriso di bambinocresciuto è la miglior conquista che unaBanca del Latte possa desiderare. •

Quarant’anni e non sentirli.

Giulia Righi

Ufficio Stampa, AOU [email protected]

Esisto, per la precisione, daquarantaquattro anni. Da quella volta incui il Meyer era l’ospedalino e iocambiavo spesso stanza, senza ancoraavere una sede precisa.

Ora è tutto diverso. I numeri mi hannofatta grande e sono un punto diraccolta del latte materno, dal 2010capofila della rete regionale toscanadelle banche come me (Re.BLUD).

Per dire: in questo mezzo secolo hoaiutato più di 16.500 bambini, con oltre80mila litri di latte transitati al miointerno, grazie a quasi 12mila mamme.

Ma se volete, a questi numeripossiamo anche dare una forma: quelladi una damigiana. E allora provate afigurarvene mille e seicento in filaindiana: roba da fare invidia a uncaseificio.

Questa sono io, in grande formagrazie alla professionalità dei mieioperatori e alla generosità delle mammeche mi alimentano.

A suon di damigiane, ogni giorno, sicompie la mia missione: sostenerel’alimentazione dei bambini. Di quelliricoverati al Meyer, innanzitutto. È perloro che quotidianamente Daniela sale sulpulmino griffato “Raccolta LatteMaterno” e inizia il suo giro di raccolta dimamma in mamma, per mezza regionebuona, tornando alla base carica comeun fattore.

Una volta depositato, il ricco bottinoinizia il suo protettissimo percorso.Innanzitutto è congelato, per garantirnela conservazione ottimale. Poi glioperatori della Banca, in un ambiente

sterile e che ha la temperatura di unigloo, lo scongelano e ne valutano lecaratteristiche organolettiche. Fattoquesto, si passa a una fase curiosa.Viene infatti costituito il cosiddetto pool.Non di esperti, ma di mamme: viene,cioè, mescolato il latte di 3-4 donne percrearne uno omogeneo e ottenere lamigliore miscela possibile.

È da questa alchimia che nasce unancestrale cocktail di vita, che poi verràfiltrato e pastorizzato, e infineimbottigliato in contenitori da 200millilitri dal tappo blu. Voilà: prossimafermata il frigo, se il latte verrà utilizzatoin giornata, oppure freezer se il consumonon è immediato.

Perdonatemi, sono pignola, hol’ossessione del dettaglio. E allorafermatevi a pensare un attimo che la filiera del latte di mamma, alMeyer, viene addirittura garantitada un software. Cose che succedono,e mica solo al supermercato: ho uncomputer che, incrociando leetichette delle donatrici dei varipool, garantisce la tracciabilità delprodotto finito.

(Ah, ça va sans dire: a monte di tuttoquesto, la sicurezza del latte donatoviene vagliata dai Centri Trasfusionali conlo stesso rigore impiegato per ledonazioni di sangue).

E adesso la parte più bella: icontenitori dal tappo blu sono pronti peri loro piccoli bevitori.

Per i nati prematuri della TerapiaIntensiva Neonatale, innanzitutto:loro si accontentano anche di duemillilitri di latte ripetuti per otto volte algiorno. Quei bambini sono miniature equelle gocce nobili allenano il lorosistema gastrointestinale e li

Oppure sì: sentirli tutti, goccia a goccia, uno dopo l’altro.

Sentire che era il 1971 quando mi hanno inventata e che ora invece

è il 2015 e macino numeri prossimi a quelli di uno stabilimento.

Piacere, sono la Banca del Latte Umano Donato del Meyer.

moltoMEYER | 1 – 201522

COME RAGGIUNGERCI A FIRENZE

Automobile• Dall’Autostrada A1 uscire a Firenze Nord-Peretola

e seguire le indicazioni per l’Ospedale Meyer.• Eventualmente impostare sul navigatore:

Via Pieraccini 24, Firenze. ParcheggioUtilizzare il parcheggio di Firenze Parcheggi Pieraccini-Monnatessa, con entrata su Viale Pieraccini 24, a destra rispetto all’ingresso principaledell’Ospedale Meyer (tariffa giornaliera di € 3).Treno / Bus• Dalla Stazione Ferroviaria Santa Maria Novella

prendere il bus numero 14 C (tempo di percorrenza 20 minuti circa). • Dalla Stazione Ferroviaria di Rifredi prendere il bus della linea R

(tempo di percorrenza 10 minuti circa). • Da Piazza Dalmazia in Firenze c’è la linea R ed il bus numero 43. • Dalla Stazione Ferroviaria Santa Maria Novella ci sono numerose

corse di treni che raggiungono direttamente la stazione di Rifredi dove prendere la linea R.

Taxi• I taxi della rete urbana fiorentina sono prenotabili

al numero telefonico 055 4242 - 055 4390. • Il ritorno può essere prenotato presso i punti informazioni

nell’ospedale.

Aereo• L’aeroporto di Firenze Amerigo Vespucci, situato nella zona

di Peretola, dista circa 5 km dal centro ed è ben collegato con taxi, navette ed autobus.– Taxi dall’aeroporto verso il centro di Firenze: circa 15-20 €.– Shuttle Bus dall’aeroporto alla Stazione Ferroviaria

di Santa Maria Novella: 3,00-4,00 € a persona.• Per raggiungere l’AOU Meyer è consigliato il taxi

(circa 8 minuti).• Voli diretti da Cagliari, Catania, Roma Fiumicino.

• L’aeroporto di Pisa Galileo Galilei, con il terminal ferroviario vicino all’aerostazione (meno di 40 metri collegati da un passaggio pedonale coperto).

• Linee ferroviarie dirette collegano tutti i giorni l’aeroporto diPisa con la stazione di Pisa Centrale e con la città di Firenze.Per raggiungere l’AOU Meyer si consiglia di scendere allaStazione di Firenze Rifredi, e da qui, prendere il bus R.

• Voli diretti da Alghero, Bari, Brindisi, Cagliari, Catania, Lamezia Terme, Palermo, Roma Fiumicino, Trapani.

• Azienda Ospedaliero Universitaria Meyer Viale Pieraccini 24 50139 Firenze

• Fondazione dell’Ospedale Pediatrico Meyer ONLUSViale Pieraccini 24 50139 Firenze(Prima palazzina davanti al parcheggio)

COME CONTATTARCITELEFONICAMENTEE VIA MAIL

CentralinoTel. 055 566 21 / Fax 055 566 2400

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CUP (Centro Unico Prenotazione Meyer)Tel. 055 566 2900 (dal lunedì al venerdì dalle ore 8.00 alle ore 16.00)

Università di FirenzeDipartimento di Scienze per la Salute della Donna e del BambinoTel. 055 43 47 10

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