Modulo 4A - ICASUD esperti tecnico... · 2013-11-26 · 248 Modulo 4A 4 LOGISTICA: DEFINIZIONI •...
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Coordinatore Scientifico: Prof. Rocco Giordano
Programmazione del ciclo logistico-integrato
Modulo 4A
247Programmazione del ciclo logistico–integrato
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La programmazionedel ciclo
logistico integrato
ARGOMENTO
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Progetto “Formazione di esperti tecnico-logistici”
Modulo 4AProgrammazione del ciclo logistico-integrato
Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti Comitato Centrale per l’Albo degli Autotrasportatori
Coordinatore Scientifico: Prof. Rocco Giordano
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248 Modulo 4A
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LOGISTICA: DEFINIZIONI
• “La logistica è l'efficiente trasferimento dei prodotti finiti, a partire dall'uscita delle linee di produzione fino al consumatore finale e, in certi casi, comprende il trasferimento delle materie prime dalle fonti di approvvigionamento all'ingresso delle linee di produzione. Queste attività comprendono il trasporto, il magazzinaggio, la movimentazione dei materiali, l'imballaggio di protezione, la gestione delle scorte, l'ubicazione dei fabbricati e dei depositi, la gestione degli ordini, le previsioni di marketing e l'assistenza alla clientela – - National Council of Phisical Distribution Management.
• “L’insieme delle attività organizzative, gestionali e strategiche che governano nell’azienda i flussi dei materiali dall’acquisto delle materie prime presso i fornitori fino alla consegna dei prodotti finiti ai clienti ed al servizio postvendita” - AILOG (Associazione Italiana di Logistica) .
• “La pianificazione, la realizzazione e il controllo della movimentazione e collocazione di persone e/o beni, e delle relative attività di supporto, all’interno di un sistema organizzato per la realizzazione di obiettivi specifici.” - Technical Commitee CEN/TC 273 “Logistic”, Comitèe Europèen de Normalization.
3
AGENDA
• Storia ed evoluzione della Logistica.
• La catena logistica integrata (Supply Chain Management) .
• Processi e componenti della catena logistica integrata.
• Definizione ed analisi del sistema logistico.
• Misurazione della performance logistiche.
• I costi della logistica.
• Aspetti tecnologici ed organizzativi.
• Gli Incoterms.
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249Programmazione del ciclo logistico–integrato
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AGENDA
• Storia ed evoluzione della Logistica.
• La catena logistica integrata (Supply Chain Management).
• Processi e componenti della catena logistica integrata.
• Definizione ed analisi del sistema logistico.
• Misurazione della performance logistiche.
• I costi della logistica.
• Aspetti tecnologici ed organizzativi.
• Gli Incoterms.
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COS’È LA LOGISTICA?
La logistica La logistica èè il processo trasversale di PIANIFICAZIONE, il processo trasversale di PIANIFICAZIONE,
ORGANIZZAZIONE e CONTROLLO delle attivitORGANIZZAZIONE e CONTROLLO delle attivitàà finalizzate a rendere finalizzate a rendere
disponibile:disponibile:
–– il PRODOTTO giustoil PRODOTTO giusto
–– nella QUANTITnella QUANTITÀÀ giustagiusta
–– nel LUOGO giustonel LUOGO giusto
–– al MOMENTO giustoal MOMENTO giusto
–– per il CLIENTE giustoper il CLIENTE giusto
–– al COSTO giustoal COSTO giusto
La logistica consente di incrementare il VALORE (utilità) del prodotto!La logistica consente di incrementare il VALORE (utilità) del prodotto!
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250 Modulo 4A
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LA LOGISTICA INTEGRATA
Qual è il vantaggio dell’integrazione?Qual è il vantaggio dell’integrazioneintegrazione?
ottimizzazione globale di tutta la catena, dal luogo di origine al luogo di consumo
La logistica non è più vista come semplice somma di atti-vità volte alla movimentazione, stoccaggio e trasporto dei materiali, ma come l’integrazione funzionale delle attivitàfisiche, gestionali e organizzative che governano il flusso fisico dei beni e delle necessarie informazioni dall’acqui-sizione delle materie prime fino alla consegna dei prodotti finiti ai clienti.
Costo logistico totale minimoCosto logistico totale minimo
Nuovo concetto di
Management
Nuovo Nuovo concetto di concetto di
ManagementManagement
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LA CATENA LOGISTICA INTEGRATA –SUPPLY CHAIN MANAGEMENT
“La Supply Chain Management abbraccia la pianificazione e la gestione di tutte le attività inerenti alle risorse e agli approvvigionamenti, alla conversione di esse e a tutte le attività di gestione logistica. Essa include anche, in maniera preponderante, la coordinazione e la collaborazione con i partner di canale,
che siano fornitori, intermediari, terzi fornitori di servizi o clienti. In sostanza, il supply chain management integra la gestione della fornitura e della domanda all’interno ed attraverso le imprese.
Il Supply Chain Management è una funzione integratrice con responsabilità primarie nel connettere le principali funzioni e processi aziendali all’interno ed attraverso le aziende in un modello di business coesivo e altamente performante. Esso include tutte le attività di gestione logistica di cui sopra cosi
come le operazioni di produzione portando all’integrazione dei processi e delle attività all’interno ed attraverso le funzioni di marketing, vendite, progettazione del prodotto, finanza ed IT.
(The Council of Supply Chain Management Professionals (CSCMP) - 2005) .
MATERIE MATERIE PRIMEPRIME
FORNITOREFORNITORE
PRODUTTOREPRODUTTORE
DISTRIBUTOREDISTRIBUTORERIVENDITORERIVENDITORECLIENTECLIENTE--
UTILIZZATOREUTILIZZATORE
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251Programmazione del ciclo logistico–integrato
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OBIETTIVI DELLA LOGISTICA
• Riduzione dei costi di acquisto (economie di scala) .
• Supporto alla produzione, miglioramento della produttività:
• riduzione rotture di stock;
• migliore utilizzazione (saturazione) degli impianti.
• Riduzione dei costi di trasporto, distribuzione, stoccaggio ed immobilizzazione scorte (oneri finanziari).
• Riduzione del capitale circolante.
Ottimizzare l’EFFICIENZAinterna aziendale
Ottimizzare l’EFFICIENZAEFFICIENZAinterna aziendale
• Rispetto tempi di consegna concordati (affidabilitaffidabilitàà) .
• Riduzione tempi di consegna al cliente (tempestivittempestivitàà) .
• Riduzione errori di evasione ordini.
• Miglioramento servizi assistenza post-vendita.
• Miglioramento rapporto qualità-prezzo del prodotto.
Ottimizzare l’EFFICACIA dell’azienda verso il mercatoOttimizzare l’EFFICACIA EFFICACIA
dell’azienda verso il mercato
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OBIETTIVI DELLA CATENA LOGISTICA INTEGRATA
• MISSIONE: contribuire alla creazione di valore per il cliente sostenendo il minimo costo totale.
• 2 obiettivi di ottimizzazione in contrasto tra loro:
Ottimizzare l’EFFICIENZA interna
aziendale
Ottimizzare l’EFFICIENZAEFFICIENZA interna
aziendaleTRADE TRADE -- OFFOFF Ottimizzare l’EFFICACIA
dell’azienda verso il mercatoOttimizzare l’EFFICACIA EFFICACIA
dell’azienda verso il mercato
Utilizzo ottimale delle risorse
Capacità di soddisfare le esigenze dei clienti (qualità,
tempi e costi)
Contenere i costi logistici totali !!Contenere i costi logistici totali !!
Garantire il livello di Servizio al cliente
!!
Garantire il livello di Servizio al cliente
!!
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252 Modulo 4A
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IL SISTEMA LOGISTICO INTEGRATO
Fornitore 1Fornitore 1
Fornitore 2Fornitore 2
Fornitore nFornitore n
Produttore 1Produttore 1
Produttore 2Produttore 2
Produttore nProduttore n
Distributore 1Distributore 1
Distributore 2Distributore 2
Distributore nDistributore n
Rivenditore 2Rivenditore 2
Rivenditore nRivenditore n
Rivenditore 1Rivenditore 1 Cliente 1Cliente 1
Cliente 2Cliente 2
Cliente nCliente n
Fornitore 1Fornitore 1
Fornitore 2Fornitore 2
Fornitore nFornitore n
Produttore 1Produttore 1
Produttore 2Produttore 2
Produttore nProduttore n
Distributore 1Distributore 1
Distributore 2Distributore 2
Distributore nDistributore n
Rivenditore 2Rivenditore 2
Rivenditore nRivenditore n
Rivenditore 1Rivenditore 1 Cliente 1Cliente 1
Cliente 2Cliente 2
Cliente nCliente n
Caso DELL (DELL (make to ordermake to order)) Caso L.L.BeanL.L.Bean
Fornitore 1Fornitore 1
Fornitore 2Fornitore 2
Fornitore nFornitore n
Produttore 1Produttore 1
Produttore 2Produttore 2
Produttore nProduttore n
Distributore 1Distributore 1
Distributore 2Distributore 2
Distributore nDistributore n
Rivenditore 2Rivenditore 2
Rivenditore nRivenditore n
Rivenditore 1Rivenditore 1 Cliente 1Cliente 1
Cliente 2Cliente 2
Cliente nCliente n
FLUSSO FISICO
FLUSSO INFORMATIVO E MONETARIO
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Quando il servizio al cliente Quando il servizio al cliente èè determinante?determinante?
• Settori dove il ciclo di vita del prodotto è breve;
• scarsa differenziazione tra prodotti � alta sostituibilità degli stessi da parte del consumatore;
• bassa fedeltà del cliente alla marca;
• quota di mercato medio bassa;
• mercato altamente concorrenziale.
IL SERVIZIO AL CLIENTE
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253Programmazione del ciclo logistico–integrato
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AGENDA
• Storia ed evoluzione della Logistica.
• La catena logistica integrata (Supply Chain Management).
• Processi e componenti della catena logistica integrata.
• Definizione ed analisi del sistema logistico.
• Misurazione della performance logistiche.
• I costi della logistica.
• Aspetti tecnologici ed organizzativi.
• Gli Incoterms.
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I PROCESSI DEL SISTEMALOGISTICO INTEGRATO
Logistica inversa
Logistica ricambi
Logistica ricambi
Logistica Approvvigionam.
Logistica Approvvigionam.
Logistica di produzione
Logistica di produzione
Logistica distributivaLogistica
distributiva
IN ENTRATA INTERNA IN USCITA
FornitoriFornitori ProduttoriProduttori Utilizzatori/Clienti
Utilizzatori/ClientiRivenditoriRivenditoriDistributoriDistributori
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254 Modulo 4A
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IL PROCESSO DI SUPPORTO ALLA PRODUZIONE
Logistica Approvvigionam.
Logistica di produzione
Logistica distributiva
In entrata Interna In uscita
Processo di pianificazione, programmazione e supporto delle attività
produttive.
ATTIVITÀATTIVITÀ Preparazione programma generale di produzione
Gestione scorte materiali in lavorazione ed immagazzinaggio
Movimentazione, trasporto e tempistica dei componenti
OBIETTIVO: Supportare le attività di produzione attraverso una corretta ed efficace gestione dei materiali in entrata e in uscita dei processi produttivi.
OBIETTIVO: Supportare le attività di produzione attraverso una corretta ed efficace gestione dei materiali in entrata e in uscita dei processi produttivi.
Gestione scorte prodotti finiti
Assemblaggio, imballaggio ed etichettatura
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IL PROCESSO DI APPROVVIGIONAMENTO
Logistica Approvvigionam.
Logistica di produzione
Logistica distributiva
In entrata Interna In uscita
Processo di acquisizione di prodotti e materiali presso fornitori esterni.
Immagazzinaggio e movimentazione
Controllo qualità
OBIETTIVO: Supportare le funzioni di produzione o di vendita attraverso acquisti tempestivi ed al costo totale più basso.
OBIETTIVO: Supportare le funzioni di produzione o di vendita attraverso acquisti tempestivi ed al costo totale più basso.
ATTIVITÀATTIVITÀ Pianificazione fabbisogni
Individuazione fornitori Contrattazione
Emissione e gestione ordini
Trasporto materiali in entrata
Ricezione e controllo merci
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255Programmazione del ciclo logistico–integrato
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LOGISTICA RICAMBI E LOGISTICA INVERSA
Gestione dei flussi di ritorno e dei rifiuti secondo tre direttive:
1. riduzione della produzione di rifiuti alla fonte;2. riutilizzo dei rifiuti/materiali di ritorno;3. smaltimento ecologicamente corretto dei rifiuti.
Logistica ricambi
Logistica ricambi
Logistica inversa (reverse logistics)
Gestione e governo dei flussi di materiali di ricambio (attività di post-vendita) .
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IL PROCESSO DI DISTRIBUZIONE FISICA
Logistica Approvvigionam.
Logistica di produzione
Logistica distributiva
In entrata Interna In uscita
Processo che assicura il servizio al cliente.
Ricezione ed evasione ordini
OBIETTIVO: contribuire alla generazione di reddito per l’azienda assicurando al cliente il servizio strategicamente ottimale al costo totale più basso.
OBIETTIVOOBIETTIVO: contribuire alla generazione di reddito per l’azienda assicurando al cliente il servizio strategicamente ottimale al costo totale più basso.
ATTIVITÀATTIVITATTIVITÀÀ
Gestione ed immagazzinaggio scorte
Movimentazione e trasporto merci in uscita
Collaborazione con Marketing (definizione
prezzi, supporto promozionale,livelli
di servizio, ecc)
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256 Modulo 4A
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AGENDA
• Storia ed evoluzione della Logistica.
• La catena logistica integrata (Supply Chain Management).
• Processi e componenti della catena logistica integrata.
• Definizione ed analisi del sistema logistico.
• Misurazione della performance logistiche.
• I costi della logistica.
• Aspetti tecnologici ed organizzativi.
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LE COMPONENTI DEL SISTEMA LOGISTICO
Per conseguire gli obiettivi operativi delle attività di approvvigionamento, supporto alla produzione e distribuzionefisica, ricambi e logistica inversa, è necessario il coordinamento integrato dei seguenti componenti:
Vantaggio competitivo!
ImpiantiImpianti
Previsione e Previsione e gestione ordinigestione ordini
ScorteScorteMagazziniMagazzini
Logistica Approvvigionam.
Logistica di produzione
Logistica distributiva
In entrata Interna In uscita
Logistica inversa
Logistica ricambi
TrasportiTrasporti
• Localizzazione• Numero• Dimensioni• Distribuzione geografica• ….
SISTEMA SISTEMA
INFORMATIVO
INFORMATIVO
• Informazioni corrette e tempestive
• Ordine sbagliato� costo senza vendita
• ……
• Assicurano l’utilità delle scorte in termini di luogo
• Costo • Velocità• Affidabilità• In proprio o in conto terzi• ……
• Politica di gestione• Obiettivo: livello di scorte +
basso per livello di servizio stabilito
• ……
• Numero• Layout• Mezzi di movimentazione• ……
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257Programmazione del ciclo logistico–integrato
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I LIVELLI DECISIONALI DELLA CATENA LOGISTICA 2/2• DISEGNO DELLA SUPPLY CHAIN: come strutturare la catena logistica, processi
che caratterizzano ogni stadio.
• Scelte di:• localizzazione;• capacità di produzione;• prodotti da produrre o immagazzinare nei vari depositi;• modalità di trasporto;• tipologia di sistemi operativi da utilizzare.
LIVELLO LIVELLO STRATEGICOSTRATEGICO
• Configurazione della supply chain fissa.• Previsioni per la domanda dell’anno futuro per i diversi mercati.• Decisioni su:
• quali mercati saranno riforniti da quali locazioni;• la subfornitura di produzione;• politiche di approvvigionamento delle scorte;• politiche da attuare in caso di stockout;• tempistica ed entità delle attività promozionali.
LIVELLO LIVELLO TATTICOTATTICO
LIVELLO LIVELLO OPERATIVOOPERATIVO
• Prendere decisioni in merito agli ordini individuali dei clienti.• Intervallo di tempo: settimane o giorni.• Configurazione della supply chain fissa e politiche di pianificazione definite.•• FASI:FASI:
1. allocazione ordini individuali a magazzino/ produzione;2. definizione date di evasione ordine;3. generazione della lista di prelievo a magazzino;4. allocazione dell’ordine ad un particolare modo di trasporto e spedizione;5. definizione schedule di consegna dei mezzi;6. generare ordini di approvvigionamento.
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I LIVELLI DECISIONALI DELLA CATENA LOGISTICA 1/2
3 stadi decisionali a seconda di:• frequenza della decisione;• intervallo di tempo sul quale la decisione ha effetto.
LIVELLO STRATEGICOLIVELLO STRATEGICO
LIVELLO TATTICOLIVELLO TATTICO
LIVELLO OPERATIVOLIVELLO OPERATIVO
INTE
RV
ALL
O D
I IN
TER
ESSE
INTE
RV
ALL
O D
I IN
TER
ESSE
FREQ
UEN
ZA D
ECIS
ION
ALE
FREQ
UEN
ZA D
ECIS
ION
ALE
Impianto
MagazzinoDepositoFornitore Cliente OBIETTIVO:OBIETTIVO:
supportare gli obiettivi strategici aziendali supportare gli obiettivi strategici aziendali relativamente alla supply chainrelativamente alla supply chain
LUNGO TERMINELUNGO TERMINE
MEDIO TERMINEMEDIO TERMINE
BREVE TERMINEBREVE TERMINE
OBIETTIVO: OBIETTIVO:
Decidere le politiche di pianificazione considerando lDecidere le politiche di pianificazione considerando l’’anno anno come arco temporale come arco temporale
OBIETTIVO: OBIETTIVO:
Implementare le politiche operative, riducendo Implementare le politiche operative, riducendo ll’’incertezza e ottimizzando le performance allincertezza e ottimizzando le performance all’’interno interno dei vincoli stabiliti dalla configurazione dei vincoli stabiliti dalla configurazione e dalle politiche di pianificazionee dalle politiche di pianificazione
22
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258 Modulo 4A
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PASSI CHIAVE NELLA SUPPLY CHAIN 1/2
Schedulazione del vettore• La spedizione richiede un’accelerazione?• Quale vettore verrà utilizzato?
Attività di consolidamento• La spedizione può essere consolidata?
Nessuna• La spedizione richiede un trasporto speciale?Pianificare il trasporto
4 - Pianificazione del trasporto
Nessuna• Specificare l’area per l’equipaggiamento
Stampare la documentazione• Specificare la documentazione
Richiesta dei materiali di packaging• Specificare il packaging e i requisiti di etichettatura
Processo di raccolta (picking) • Preparare i documenti di raccoltaPreparare l’ordine per la spedizione
3 - Pre-spedizione
Generare l’ordine• Dove è disponibile il materiale?• Quando sarà disponibile?• Quanto costa?
Identificare la sorgente per il bisogno
2 - Sorgente
Generare la richiesta di ordine• Quale materiale è richiesto?• Chi ne ha bisogno?• Quando è richiesto?• Dove è richiesto?
Identificare i bisogni1 - Necessità di identificazione
AzioneDomande /Passi da compiereScopoPassi della
Supply Chain
FONTE: University of Tennessee and the Defense Logistics Agency (Departments of Marketing and Logistics and Transportation)
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FORNITOREFORNITORE PRODUTTOREPRODUTTORE DISTRIBUTOREDISTRIBUTORE/DEPOSITO/DEPOSITO CLIENTECLIENTE
• Dove comprare?• Quanto comprare?• Quando comprare?
• Dove produrre?• Quanto produrre?• Quando produrre?
• Dove immagazzinare?• Quanto immagazzinare?• A chi distribuire?• Per quanto tempo
immagazzinare?
• Quali modalità di trasporto utilizzare?• Quanti mezzi in conto proprio/conto terzi?• Quando spedire la merce?• Quanta merce spedire?• Quali rotte scegliere?
• Quali mercati servire?• Quali tipologie di clienti servire?• Con quale livello di servizio?
IL LIVELLO STRATEGICO-TATTICO
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259Programmazione del ciclo logistico–integrato
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AGENDA
• Storia ed evoluzione della Logistica.
• La catena logistica integrata (Supply Chain Management) .
• Processi e componenti della catena logistica integrata.
• Definizione ed analisi del sistema logistico.
• Misurazione della performance logistiche.
• I costi della logistica.
• Aspetti tecnologici ed organizzativi.
• Gli Incoterms.
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AzioneDomande /Passi da compiereScopoPassi della
Supply Chain
Necessità di riconoscimento per il ritorno di rifiuti o prodotti obsoleti
• Chi ha utilizzato il materiale?• Per cosa è stato utilizzato?• Quando è stato utilizzato?• Dove è stato utilizzato?• Il materiale è stato attaccato a qualcos’altro?
Utilizzare il reporting e l’aggiornamento dei record
8 - Consumo (utilizzo)
Raccolta, confezionamento, ed istruzioni di consegna
• Quando il materiale è stato emesso?• A chi deve essere emesso il materiale?• Come è stato emesso il materiale?
Coordinare l’emissione dei prodotti
7 - Emissione
Nessuna• Cosa è stato fatto con la ricevuta?
Disposizione della ricevuta• Cosa dovrebbe essere fatto con la ricevuta?
Nessuna• Cosa viene ricevuto?• Quando viene ricevuto?
Gestire il processo di ricevimento
6 - Ricevimento
Nessuna• Quando è stata raccolta?• Quando ci si aspetta che arrivi?• Dov’è la spedizione ora?• Quando è stata consegnata la spedizione?• Chi ha ricevuto la spedizione?
Gestire il trasporto5 - Trasporto
PASSI CHIAVE NELLA SUPPLY CHAIN 2/2
FONTE: University of Tennessee and the Defense Logistics Agency (Departments of Marketing and Logistics and Transportation)
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260 Modulo 4A
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I principali KPIs della logistica (1/3)
Magazzino
UTILIZZO UTILIZZO DEI VANIDEI VANI
UTILIZZO UTILIZZO DEI VOLUMIDEI VOLUMI
Volume occupato da scaffali
Volume disponibile
Volume occupato dall’unità di carico
Volume del vano
INDICE DI INDICE DI ROTAZIONEROTAZIONE
Quantità prelevata nel periodo
Scorta media nel periodo
Superficie utilizzata
Superficie destinata allo stoccaggioUTILIZZO UTILIZZO
DELLE DELLE SUPERFICISUPERFICI
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Come misurare?Come misurare?
• Con i KPIsKPIs-- Key Performance IndicatorsKey Performance Indicators: parametri che misurano l’efficacia (fare ciò che servefare ciò che serve) e l’efficienza (nel miglior modo possibilenel miglior modo possibile) dei processi
• 3 classi di indicatori:
MISURAZIONE DELLA PERFORMANCE LOGISTICHE
Perché misurare?• Controllare l’avanzamento dei processi;
• monitorare le prestazioni nei confronti di clienti e fornitori;
• misurare le prestazioni dei fornitori terzi;
• prendere decisioni corrette e razionali, i cui risultati siano misurabili.
PerchPerchéé misurare?misurare?• Controllare l’avanzamento dei processi;
• monitorare le prestazioni nei confronti di clienti e fornitori;
• misurare le prestazioni dei fornitori terzi;
• prendere decisioni corrette e razionali, i cui risultati siano misurabili. MIG
LIO
RA
MEN
TO
MIG
LIO
RA
MEN
TO
CO
NTI
NU
OC
ON
TIN
UO
DI EFFICIENZADI EFFICIENZA
Misurano i costi del processo e le risorse esso
impiega.
DI VOLUMEDI VOLUME
Misurano il carico di lavoro effettuato (es. # ordini evasi), le risorse disponibili o i vincoli
operativi (es. # addetti al magazzino).
DI EFFICACIADI EFFICACIA
Misurano gli aspetti qualitativi del processo
(livello di servizio).
“Solo quello che si misura può essere migliorato!”
28
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261Programmazione del ciclo logistico–integrato
30
I principali KPIs della logistica (3/3)
Livello di servizioLivello di servizio
FLESSIBILITFLESSIBILITÀÀALLE MODIFICHE ALLE MODIFICHE
DELLDELL’’ORDINEORDINE
Numero di modifiche ordine accettate
Numero di modifiche ordine richieste
Quantità ordini consegnati alla data richiesta
Quantità ordini pianificati in consegna
AFFIDABILITAFFIDABILITÀÀNELLE NELLE
CONSEGNECONSEGNE
QUALITQUALITÀÀ DI DI CONSEGNACONSEGNA
Data della fattura
Data di conferma dell’ordine
LEAD TIME DI LEAD TIME DI APPROVVIGIOAPPROVVIGIO
NAMENTONAMENTO
Data di emissione ordine
Data di arrivo della merce
Lato FORNITORE
o lato CLIENTE
Lato FORNITORE
o lato CLIENTE
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I principali KPIs della logistica (2/3)
Produzione
INDICE DI INDICE DI QUALITQUALITÀÀ
INDICE DI INDICE DI PERFORMANCEPERFORMANCE
LEAD TIME DI LEAD TIME DI PRODUZIONEPRODUZIONE
Momento di uscita prodotto
finito
Momento di ingresso materie
prime
DISPONIBILITDISPONIBILITÀÀMACCHINAMACCHINA Tempo utilizzato
Tempo utilizzato Perdite
Quantità prodotta
Tempo operativo
Tempo macchina *
Pezzi prodotti
Pezzi difettosiPezzi prodotti
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262 Modulo 4A
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AGENDA
• Storia ed evoluzione della Logistica.
• La catena logistica integrata (Supply Chain Management) .
• Processi e componenti della catena logistica integrata.
• Definizione ed analisi del sistema logistico.
• Misurazione della performance logistiche.
• I costi della logistica.
• Aspetti tecnologici ed organizzativi.
• Gli Incoterms.
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CLASSIFICAZIONE INDICATORI DI PERFORMANCE
SERVIZIO:SERVIZIO:affidabilità;flessibilità vs domanda;puntualità;informatizzazione.
QUALITQUALITÀÀ::livello di servizio;valore aggiunto;controllo.
COSTO:COSTO:progettazione;trasporti;stoccaggio;movimentazione;manodopera;economia di scala.
TEMPO:TEMPO:tempo di consegna;tempo di stoccaggio;lead time.
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263Programmazione del ciclo logistico–integrato
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TIPOLOGIE DI COSTI LOGISTICI 1/3
• È l’insieme di tutti i costi di trasporto tra le fabbriche, tra le unità produttive – gli eventuali magazzini – ed i punti vendita.
• Sono molto sensibili alle variazioni del livello di serviziosensibili alle variazioni del livello di servizio in quanto spesso attori principali.
• Principali variabili:
Km percorsi;Km percorsi;
mezzo di trasporto;mezzo di trasporto;
dimensione minima delldimensione minima dell’’ordine;ordine;
capacitcapacitàà di saturazione del mezzo;di saturazione del mezzo;
caratteristiche dellcaratteristiche dell’’unitunitàà di carico;di carico;
tipologia degli imballi.tipologia degli imballi.
COSTI DI TRASPORTOCOSTI DI TRASPORTOCOSTI DI TRASPORTO
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I COSTI DELLA LOGISTICA
IL SISTEMA LOGISTICO GENERA COSTI
ConoscereConoscere i propri costi logistici consente di:
gestire meglio la quotidianitàaziendale
condurre e non subire una trattativa di outsourcing con un operatore logistico
I costi logistici sono dispersi ed articolati in più funzioni aziendali
Difficoltànell’individuarli
È necessario ragionare in un ottica di riduzione del
costo logistico complessivo!
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264 Modulo 4A
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TIPOLOGIE DI COSTI LOGISTICI 3/3
• Rappresenta il valore dei materiali, componenti, materie prime eprodotti finiti divenuti obsoletiobsoleti
• Generati da:elevati valori delle scorte;elevati tempi di attraversamento.
COSTI DI WRITE OFFCOSTI DI WRITE OFFCOSTI DI WRITE OFF
ONERI FINANZIARIONERI FINANZIARIONERI FINANZIARI
• Parte più corposa dei costi logistici.• Rappresentano il costo del capitale immobilizzatocosto del capitale immobilizzato in scorte di materie prime, in
materiali in corso di lavorazione ed in scorte di prodotti finiti.• parametro importante nei progetti di logistica.
Attenzione: contrarre il valore delle scorte può voler dire incrementare i tempi di risposta del sistema, con un inevitabile scadimento del livello di servizio!!
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TIPOLOGIE DI COSTI LOGISTICI 2/3
• Dipendono da:
locazioni;leasing;servizi tecnici amministrativi;ammortamento infrastrutture;valore scorte.
• Dipendono da:
grado di utilizzo;evoluzione aziendale.
COSTI DI GESTIONE MAGAZZINICOSTI DI GESTIONE MAGAZZINICOSTI DI GESTIONE MAGAZZINI
COSTI DEL SISTEMA INFORMATICOCOSTI DEL SISTEMA INFORMATICOCOSTI DEL SISTEMA INFORMATICO
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265Programmazione del ciclo logistico–integrato
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COSTI PALESI E COSTI SOMMERSI
Legati al trasporto dei materiali dal fornitore all’azienda e dei prodotti finiti dall’azienda al cliente.
Quantificabili attivi in quanto erogano un servizio: creano valore aggiunto.
Danno luogo a ricavi se il servizio è riconosciuto dal mercato; in caso contrario a perdite.
COSTI PALESICOSTI PALESI
Difficilmente quantificabili in quanto comprendono tutti gli oneri derivanti da movimentazioni inutili sia nell’ambito produttivo che distributivo.
In genere sono insiti nelle cause che portano ad allungare i tempi del processo aziendale.
Spesso ignorati anche se erodono il profitto.
COSTI SOMMERSICOSTI SOMMERSI
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Costilogistici
CostiCostilogisticilogistici
Difficilequantificarli
Difficilequantificarli
SommersiSommersi
PalesiPalesi
QuantificabiliQuantificabili
Non aggiung.valore
Non aggiung.valore
PassiviPassivi
PassiviPassivi
AttiviAttivi
Aggiungonovalore
Aggiungonovalore
TrasportiImpresa clienti
TrasportiImpresa clienti
Moviment. StoccaggiSpostamenti
Moviment. StoccaggiSpostamenti
Layout irrazionale,Ritorni ecc.
Layout irrazionale,Ritorni ecc.
STRUTTURA DEI COSTI LOGISTICI
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266 Modulo 4A
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Layoutirrazionale
Layoutirrazionale Costi
logisticipassivi
Costilogisticipassivi
Assenza di comunicazioniAssenza di comunicazioni
Mancanza di intersettorialitàMancanza di intersettorialità
Area Approvvigionamenti
Area Approvvigionamenti
Area progettualeArea progettuale
Area ProduttivaArea Produttiva
Area DistributivaArea Distributiva
Progettazionecomplicata
Progettazionecomplicata
FornitoriinaffidabiliFornitori
inaffidabili
Imballi carentiTrasporti costosiImballi carenti
Trasporti costosi
Allungamento della tempistica
Allungamento della tempistica
COSTI LOGISTICI PASSIVI 1/3
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COSTI SOMMERSI
• Costi opportunità.• Deterioramento.• Obsolescenza.• Assicurazione.
Costi di Costi di mantenimento scortamantenimento scorta
• Mancata vendita.• Perdita cliente.• Penali.• Costi di backorder.• Slittamento incassi.• Perdita di immagine.
Costi di stockCosti di stock--outout
40
39
267Programmazione del ciclo logistico–integrato
42
COSTI LOGISTICI PASSIVI 3/3
AREA PRODUTTIVAAREA PRODUTTIVA
• Lay-out irrazionale: percorsi dispersivi con materiali che transitano piùvolte sullo stesso “ binario”.
• Carenza di attrezzature di movimentazione e sollevamento, sia in termini di quantità che di capacità.
• Distanze notevoli tra i reparti di produzione ed i magazzini delle materie prime.
• Distanze notevoli tra reparti coinvolti in costanti e continui interscambi di materiali.
Layoutirrazionale Costi
logisticipassivi
Assenza di comunicazioni
Mancanza di intersettorialità
Area Approvvigionamenti
Area progettuale
Area Produttiva
Area Distributiva
Progettazionecomplicata
Fornitoriinaffidabili
Imballi carentiTrasporti costosi
Allungamento della tempistica
Allungamento della tempistica
AREA DISTRIBUTIVAAREA DISTRIBUTIVALayoutirrazionale Costi
logisticipassivi
Assenza di comunicazioni
Mancanza di intersettorialità
Area Approvvigionamenti
Area progettuale
Area Produttiva
Area Distributiva
Progettazionecomplicata
Fornitoriinaffidabili
Imballi carentiTrasporti costosi
Allungamento della tempistica
Allungamento della tempistica • Unità di carico non adeguate.• Imballi carenti.• Caratteristiche dei mezzi impiegati nei trasporti inadeguate.• Reti distributive obsolete, eccessive.• Magazzini non sfruttati correttamente.
41
AREA PROGETTUALEAREA PROGETTUALE
• Una vecchia massima “progetta semplice e tutto scorrerà come l’acqua”.
• Minore è il numero dei componenti, minore è il numero dei fornitori necessari, minore è il numero dei controlli, più rapido il processo produttivo, limitate le genesi dei costi passivi.
COSTI LOGISTICI PASSIVI 2/3
Layoutirrazionale Costi
logisticipassivi
Assenza di comunicazioni
Mancanza di intersettorialità
Area Approvvigionamenti
Area progettuale
Area Produttiva
Area Distributiva
Progettazionecomplicata
Fornitoriinaffidabili
Imballi carentiTrasporti costosi
Allungamento della tempistica
Allungamento della tempistica
AREA APPROVVIGIONAMENTIAREA APPROVVIGIONAMENTILayout
irrazionale Costilogisticipassivi
Assenza di comunicazioni
Mancanza di intersettorialità
Area Approvvigionamenti
Area progettuale
Area Produttiva
Area Distributiva
Progettazionecomplicata
Fornitoriinaffidabili
Imballi carentiTrasporti costosi
Allungamento della tempistica
Allungamento della tempistica
• La mancata ricerca di mercato sui fornitori comporta carenze nella valutazione tecnico-economica degli stessi.
• Un fornitore inaffidabile provoca rallentamenti e ritardi, i cui costi sono molto spesso ignorati in quanto di difficile quantificazione e contabilizzazione.
42
41
268 Modulo 4A
44
I COSTI DELLA LOGISTICA IN INGRESSO
•• Oneri finanziari del magazzino materie prime:Oneri finanziari del magazzino materie prime:
premio assicurativo + (valore della merce * tasso di investimento).
•• Trasporti:Trasporti:
costi dei trasporti della merce in ingresso, sia palesi sia nascosti (ad esempio quando il prezzo di un prodotto comprende anche i costi di trasferimento, nel qual caso ènecessario effettuare lo scorporo) .
•• Impianti:Impianti:
quota d’ammortamento degli immobili dedicati allo stoccaggio delle materie prime o l’ammontare delle locazioni dei magazzini, sommata all’ammortamento delle attrezzature di movimentazione.
•• Sistema informatico:Sistema informatico:
quota di ammortamento del sistema informatico hardware e software e del relativo canone di manutenzione.
•• Personale dedicato alla gestione del ciclo passivo della merce iPersonale dedicato alla gestione del ciclo passivo della merce in ingresson ingresso
dell’amministrazione, del magazzino, dell’ufficio acquisti.
43
FREQUENZA DEI CONTROLLI
• Deve essere rapportata alla velocità dei flussi:– per flussi veloci (ore o giorni) frequenza
molto elevata;– per flussi lenti (settimane o mesi)
frequenza standard.
• Nella logistica integrata (controllo dell’intero processo) ènecessario che la frequenza delle misurazioni parziali siano sincronizzate con i controlli complessivicontrolli complessivi.
44
43
269Programmazione del ciclo logistico–integrato
46
I COSTI DELLA LOGISTICA IN USCITA•• Oneri finanziari del magazzino prodotti finiti:Oneri finanziari del magazzino prodotti finiti:
al premio assicurativo viene sommato il valore dei prodotti finiti moltiplicato per il tasso di investimento definito dalla funzione finanziaria.
•• Trasporti:Trasporti:i costi delle spedizioni a carico dell’azienda;eventuali premi assicurativi della merce trasportata.
•• Attrezzature e impianti:Attrezzature e impianti:la quota d’ammortamento degli immobili dedicati allo stoccaggio dei prodotti finiti o l’ammontare delle locazioni dei magazzini,sommate all’ammortamento delle attrezzature di movimentazione;nell’ipotesi che il magazzino sia terziarizzato, si evidenzierà il costo del servizio di terziarizzazione.
•• Sistema informatico:Sistema informatico:quota dell’ammortamento del sistema informatico hardware e software e del relativo canone di manutenzione.
•• Personale dedicato alla gestione del ciclo attivo della merce inPersonale dedicato alla gestione del ciclo attivo della merce in uscita:uscita:del magazzino prodotti finiti;dell’ufficio spedizioni;dell’ufficio amministrativo che segue i rapporti con i clienti.
45
I COSTI DELLA LOGISTICA INTERNA
•• Oneri finanziari del materiale in corso di lavorazione:Oneri finanziari del materiale in corso di lavorazione:al premio assicurativo viene sommato il valore dei materiali moltiplicato per il tasso di investimento definito dalla funzione finanziaria.
•• Trasporti:Trasporti:i costi dei trasporti dei materiali in transito, sia interni che esterni (esempio da e verso i conto terzisti).
•• Impianti:Impianti:
la quota d’ammortamento delle attrezzature di movimentazione dedicate alla mobilità tra i reparti, sommata ai costi di manutenzione.
•• Sistema informatico:Sistema informatico:
quota dell’ammortamento del sistema informatico hardware e software e del relativo canone di manutenzione.
•• Personale:Personale:
addetti alla programmazione della produzione; addetti alla movimentazione interna tra i vari reparti produttivi da e verso i conto terzisti.
46
45
270 Modulo 4A
48
SINTOMI DI ELEVATI COSTI LOGISTICI (1/2)
• Errori nella assegnazione delle priorità con conseguenti ritardi nella produzione;• conoscenza imprecisa dell’esistenza, ubicazione, quantità, di tutti i materiali costituenti il
flusso fisico;• onerosità nella gestione del magazzino;• elevata presenza dei resi;• strutture di distribuzione onerose;• incoerenza tra il programmato e l’eseguito;• lead time lunghi;• mezzi di trasporto costosi e male utilizzati;• tempi di attesa lunghi per effettuare le operazioni di carico e scarico dei mezzi;• danni elevati dovuti alla movimentazione ed al trasporto.
47
SINTOMI DI ELEVATI COSTI LOGISTICI (1/2)
• Incremento del capitale di funzionamento;
• aumento del WIP;
• aumento della tempistica operativa;
• significativa presenza di materiali obsoleti nelle varie tipologie di scorte;
• deterioramento dei materiali per una errata gestione dei prodotti;
• necessità di usare le scorte come polmone per fronteggiare la stagionalità della domanda;
• lentezza o errori nel rifornimento dei materiali dai fornitori;
• troppi vincoli o criticità rispetto ai programmi;
• inefficienze dovute a difficoltà di coordinamento dei flussi fisici;
• difficile gestione delle modifiche tecniche.
48
47
271Programmazione del ciclo logistico–integrato
50
L’IMPORTANZA DELL’INFORMATION TECHNOLOGY NELLA LOGISTICA
• Le informazioniinformazioni sono essenziali per il successo della supply chain in quanto rappresentano la base a partire dalla quale i managers prendono le decisioni.decisioni..
•• LL’’Information Technology (IT)Information Technology (IT) consiste negli strumenti hardware e software che vengono utilizzati lungo tutta la catena logistica per raccogliere ed analizzare le informazioni.raccogliere ed analizzare le informazioni.
L’IT fornisce al Management le informazioni necessarie per prendere le decisioni giuste al momento giusto �
ABILITATORE DELL’INFORMAZIONE!!
LL’’IT fornisce al Management le informazioni necessarie per prenderIT fornisce al Management le informazioni necessarie per prendere le decisioni e le decisioni giuste al momento giusto giuste al momento giusto ��
ABILITATORE DELLABILITATORE DELL’’INFORMAZIONE!!INFORMAZIONE!!
InformazioniInformazioniInformazioni Visione globaleVisione globaleVisione globale Buone decisioniBuone decisioniBuone decisioni Successo!Successo!Successo!
Le informazioni devono essere complete, corrette e tempestive!Le informazioni devono essere complete, corrette e tempestive!
49
AGENDA
• Storia ed evoluzione della Logistica.
• La catena logistica integrata (Supply Chain Management) .
• Processi e componenti della catena logistica integrata.
• Definizione ed analisi del sistema logistico.
• Misurazione della performance logistiche.
• I costi della logistica.
• Aspetti tecnologici ed organizzativi.
• Gli Incoterms.
50
49
272 Modulo 4A
52
LA MAPPA DELL’IT- APPLICAZIONI SOFTWARE 1/3
StrategicoStrategico
OperativoOperativo
TatticoTattico
Attori della supply chainAttori della supply chain
FornitoreFornitore ProduttoreProduttore ClienteClienteDistributoreDistributore RivenditoreRivenditore
Live
llo d
ecisi
onal
eLi
vello
dec
ision
ale
Applicaz. Applicaz. approvv.approvv.
APSAPS
MESMES
SCMSCMPianificazione trasporti Pianificazione trasporti
e magazzinie magazzini
Esecuzione trasporti e Esecuzione trasporti e WMSWMS
CRM CRM /SFA/SFA
Pianific. Pianific. domandadomanda
• Elevate capacità analitiche.
• Risposte in tempo reale a problemi ed emergenze.
• Ambito locale � ottimizzazione locale (a differenza degli ERP) .
• Si basano su dati di sistemi legacy o ERP.
Fonte: libro “Supply Chain Management. Strategy,
Planning and Operation”
VANTAGGIVANTAGGIVANTAGGI SVANTAGGI
SVANTAGGSVANTAGGII
51
SISTEMI ERP- ENTERPRISE RESOURCE PLANNING
VANTAGGIVANTAGGIVANTAGGI SVANTAGGISVANTAGGISVANTAGGI
• Ampio ambito di applicazione � informazioni ad ampio raggio� decisioni migliori.
• Informazioni real time � no ritardi, discontinuità tra le parti della catena.
• Migliore utilizzo rispetto ai legacy delle altre tecnologie, es. Internet.
• Capacità analitiche deboli perché si focalizzano sui livelli operativi.
• Costosi.
• Di difficile implementazione/customizzazione.
StrategicoStrategico
OperativoOperativo
TatticoTattico
Attori della Attori della supplysupply chainchain
FornitoreFornitore ProduttoreProduttore ClienteClienteDistributoreDistributore RivenditoreRivenditore
Live
llo d
ecisi
onal
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vello
dec
ision
ale
StrategicoStrategico
OperativoOperativo
TatticoTattico
Attori della Attori della supplysupply chainchain
FornitoreFornitore ProduttoreProduttore ClienteClienteDistributoreDistributore RivenditoreRivenditore
StrategicoStrategico
OperativoOperativo
TatticoTattico
Attori della Attori della supplysupply chainchain
FornitoreFornitore ProduttoreProduttore ClienteClienteDistributoreDistributore RivenditoreRivenditore
Live
llo d
ecisi
onal
eLi
vello
dec
ision
ale
ERPERPERP potenzialeERP potenziale ERP potenzialeERP potenziale
Sistemi integrati Sistemi integrati di gestione di gestione aziendaleaziendale
Fonte: libro “Supply Chain Management. Strategy, Planning
and Operation”
52
51
273Programmazione del ciclo logistico–integrato
54
StrategicoStrategico
OperativoOperativo
TatticoTattico
Attori della Attori della supplysupply chainchain
FornitoreFornitore ProduttoreProduttore ClienteClienteDistributoreDistributore RivenditoreRivenditore
StrategicoStrategico
OperativoOperativo
TatticoTattico
Attori della Attori della supplysupply chainchain
FornitoreFornitore ProduttoreProduttore ClienteClienteDistributoreDistributore RivenditoreRivenditore
ApplicazApplicaz. . approvvapprovv..
APSAPS
MESMES
SCMSCM
Pianificazione Pianificazione trasporti e trasporti e magazzinimagazzini
Esecuzione trasporti Esecuzione trasporti e WMSe WMS
CRM CRM /SFA/SFA
PianificPianific. . domandadomanda
PREVISIONI DELLA DOMANDA:
• INPUT: dati storici e informazioni future;
• OUTPUT: modelli di previsione.
PREVISIONI DELLA DOMANDA:
• INPUT: dati storici e informazioni future;
• OUTPUT: modelli di previsione.
CUSTOMER RELATIONSHIP MANAGEMENT – SALES FORCE AUTOMATION:
• automatizza le relazioni cliente-venditore fornendo informazioni su prezzi e prodotti;
• in real time.
CUSTOMER RELATIONSHIP MANAGEMENT – SALES FORCE AUTOMATION:
• automatizza le relazioni cliente-venditore fornendo informazioni su prezzi e prodotti;
• in real time.
SUPPLY CHAIN MANAGEMENT:
• mix di applicazioni integrate tra loro;
• producono soluzioni di pianificazione e decisioni al livello strategico;
• dipendono da sistemi legacy o ERP per le informazioni necessarie alle analisi.
SUPPLY CHAIN MANAGEMENT:
• mix di applicazioni integrate tra loro;
• producono soluzioni di pianificazione e decisioni al livello livello strategico;strategico;
• dipendono da sistemi legacy o ERP per le informazioni necessarie alle analisi.
ESECUZ. TRASPORTI e WAREHOUSE MGMT SYSTEM:
• simile al MES;• rendono operativi i piani di trasporto e la
pianificazione dei magazzini.
ESECUZ. TRASPORTI e WAREHOUSE MGMT SYSTEM:
• simile al MES;• rendono operativi i piani di trasporto e la
pianificazione dei magazzini.
LA MAPPA DELL’IT- APPLICAZIONI SOFTWARE 3/3
53
StrategicoStrategico
OperativoOperativo
TatticoTattico
Attori della Attori della supplysupply chainchain
FornitoreFornitore ProduttoreProduttore ClienteClienteDistributoreDistributore RivenditoreRivenditore
StrategicoStrategico
OperativoOperativo
TatticoTattico
Attori della Attori della supplysupply chainchain
FornitoreFornitore ProduttoreProduttore ClienteClienteDistributoreDistributore RivenditoreRivenditore
ApplicazApplicaz. . approvvapprovv..
APSAPS
MESMES
SCMSCM
Pianificazione Pianificazione trasporti e trasporti e magazzinimagazzini
Esecuzione trasporti Esecuzione trasporti e WMSe WMS
CRM CRM /SFA/SFA
PianificPianific. . domandadomanda
APPLICAZ. PER APPROVVIGIONAM.:
• automatizza le relazioni fornitore – produttore;
• obiettivo: favorire e snellire il processo di approvigionamento;
• paragoni tra fornitori e tra componenti � da chi comprare e cosa comprare.
APPLICAZ. PER APPROVVIGIONAM.:
• automatizza le relazioni fornitore – produttore;
• obiettivo: favorire e snellire il processo di approvigionamento;
• paragoni tra fornitori e tra componenti � da chi comprare e cosa comprare.
ADVANCED PLANNING AND SCHEDULING:produce schedulazioni su cosa, dove, quando e come produrre tenendo conto di:
•disponibilità materiali;
•capacità impianti;
•altri obiettivi di business.
ADVANCED PLANNING AND SCHEDULING:produce schedulazioni su cosa, dove, quando e come produrre tenendo conto di:
•disponibilità materiali;
•capacità impianti;
•altri obiettivi di business.
PIANIFICAZIONE TRASPORTI:
• determina come, quando, dove e in che quantità i materiali devono essere trasportati;
• paragoni tra carriers, modalità, rotte e piani di carico.
GESTIONE MAGAZZINI:
input: previsioni, costi, margini e livelli di servizio;
output: politiche di inventario;
bilanciano costi di magazzino e di sotto-scorta.
PIANIFICAZIONE TRASPORTI:
• determina come, quando, dove e in che quantità i materiali devono essere trasportati;
• paragoni tra carriers, modalità, rotte e piani di carico.
GESTIONE MAGAZZINI:
input: previsioni, costi, margini e livelli di servizio;
output: politiche di inventario;
bilanciano costi di magazzino e di sotto-scorta.
MANUFACTURING EXECUTION SYSTEM:
• meno analitico di APS;
• produce schedule a breve termine;
• allocazione delle risorse.
MANUFACTURING EXECUTION SYSTEM:
• meno analitico di APS;
• produce schedule a breve termine;
• allocazione delle risorse.
LA MAPPA DELL’IT- APPLICAZIONI SOFTWARE 2/3
54
53
274 Modulo 4A
56
STRUMENTI ORGANIZZATIVI
DIAGRAMMA DI ISHIKAWA
(o a lisca di pesce)
DIAGRAMMA DI DIAGRAMMA DI ISHIKAWAISHIKAWA
(o a lisca di pesce)(o a lisca di pesce)
• Rappresenta tutte le relazioni causa – effetto alla base di un determinato fenomeno/problema.
• Risalendo alle cause, consente un’efficace risoluzione dei problemi.
PROBLEMAPROBLEMAPROBLEMA
CAUSE CAUSE PRIMARIEPRIMARIE
CAUSE CAUSE SECONDARIESECONDARIE
55
ASPETTI ORGANIZZATIVI 2/2
Quali sono le leve manageriali per raggiungere il coordinamento?Quali sono le leve manageriali per raggiungere il coordinamento?Quali sono le leve manageriali per raggiungere il coordinamento?
• Allineare obiettivi ed incentivi;
• migliorare l’accuratezza delle informazioni;
• migliorare le performance organizzative;
• disegnare strategie di prezzo per stabilizzare gli ordini;
• costruire partnership;
• favorire la fiducia tra i vari attori;
• dedicare risorse al coordinamento;
• focalizzarsi sugli aspetti comunicativi tra le parti;
• condividere equamente i benefici del coordinamento.
56
55
275Programmazione del ciclo logistico–integrato
58
INCOTERMS
INCOTERMS UNO STRUMENTO INDISPENSABILE
PER GLI OPERATORI IMPORT-EXPORT
57
AGENDA
• Storia ed evoluzione della Logistica.
• La catena logistica integrata (Supply Chain Management) .
• Processi e componenti della catena logistica integrata.
• Definizione ed analisi del sistema logistico.
• Misurazione della performance logistiche.
• I costi della logistica.
• Aspetti tecnologici ed organizzativi.
• Gli Incoterms.
58
57
276 Modulo 4A
60
INCOTERMS
• Gli Incoterms 2000 forniscono a quanti partecipano agli scambi internazionali, operatori industriali, bancari,dei trasporti, delle assicurazioni, professionisti e giuristi di impresa un utilissimo e moderno strumento di lavoro nel campo degli scambi internazionali di merci.
59
INCOTERMS
• Gli Incoterms, regole che definiscono gli obblighi delle parti in relazione ai termini di consegna delle merci, costituiscono il linguaggio corrente nel commercio internazionale e vengono ormai costantemente utilizzati in tutto il mondo.
60
59
277Programmazione del ciclo logistico–integrato
62
GLI INCOTERMS SONO COSTITUITI DA 13 TERMINI DI RESA, SUDDIVISI IN 4 GRUPPI:
1º gruppo E(EXW) massima obbligazione per il compratore.
2º gruppo F(FCA, FAS, FOB)
trasporto principale a carico del compratore.
3º gruppo C(CFR, CIF, CPT, CIP)
trasporto principale a carico del venditore, rischi a carico del compratore.
4º gruppo D(DAF, DES, DEQ, DDU,
DDP)
massima obbligazione per il venditore.
61
INCOTERMS
• INCOTERMS 2000.• 13 SIGLE CODIFICATE DA CCI E ECE/ONU:
EXW - FCA - FAS - FOB - CFR - CIF - CPT - CIP - DAF DES - DEQ - DDU – DDP.
62
61
278 Modulo 4A
64
INCOTERMS
• Definizioni utili • Pre-trasporto-Il primo trasporto di merci da parte del venditore nei locali per
il principale porto d'imbarco. Di solito in camion, per ferrovia o per vie navigabili interne.
• Main trasporto-Il primo trasporto di merci, in generale, per la parte più lunga del viaggio e, in generale, da un paese all'altro. Solito via mare nave o in aereo, ma può essere da camion o per ferrovia, come pure.
• On-trasporto-trasporto dal porto di arrivo nel paese di destinazione per l'acquirente locali. Di solito in camion, per ferrovia o per vie navigabili interne.
63
INCOTERMS
Gli Incoterms presentano, essenzialmente, i seguenti vantaggi:• l'uniformità (sono universalmente riconosciuti); • la precisione (si conoscono esattamente i costi ed i rischi a carico del venditore e del
compratore); • la concisione (una sola sigla precisa l'insieme delle modalità del trasporto); • la flessibilità (nel senso che le parti possono modificare la portata delle obbligazioni,
anche se talvolta si stravolge completamente la norma originaria).
64
63
279Programmazione del ciclo logistico–integrato
66
I rischi di perdita o di danni alla merce passano dal venditore al compratore al momento della consegna; se il compratore o il vettore o altro soggetto che agisce per suo conto, non prende in consegna la merce nel tempo e nel luogo convenuto o se il compratore non dà al venditore, in tempo utile, le istruzioni di cui questi abbisogna per provvedere alla con-segna, i rischi che la merce può correre a partire dalla data (o data ultima) prevista per la consegna ed ogni onere supplementare a carico della merce gravano sul compratore, a condizione, però, che la merce sia stata individuata quale merce oggetto del contratto.
Il venditore è tenuto ad assicurare la merce solo nei Termini CIF e CIP, secondo quanto prescritto in tali Termini; il venditore e compratore possono, ovviamente, pattuire una copertura più ampia di quella prevista nei predetti due Termini; possono anche provvedere, ciascuno per proprio conto, ad assicurare la merce per la tratta di rischio di rispettiva spettanza, qualunque sia l'Incoterm utilizzato.
65
Nella seguente tavola, in cui sono rappresentate schematicamente le condizioni di resa delle merci secondo i 13 Incoterms, la voce "spese" comprende sempre, salvo precisazione, le spe-se di trasporto.
L'EXW comporta il livello minimo, e il DDP il livello massimo, di obbligazioni per il venditore.
Nell'EXW, il venditore deve solo mettere la merce a disposizione del compratore nei propri locali o in altro punto convenuto.
Nel DDP, il venditore deve sdoganare la merce sia all'esportazione sia all'importazione nel Paese di destinazione e deve anche provvedere al suo trasporto sino al "luogo di destinazione convenuto" ove avviene la consegna, con conseguente trasferimento dei rischi; tale luogo può essere situato anche in un qualisiasi posto interno nel Paese di destinazione. Tutto ciò vale anche per il DDU, fatta eccezione, avviamente, per lo sdoganamento all'importazione, che è a carico dell'importatore.Anche nel CTP e nel CIP il "luogo di destinazione" (e nel CFR e nel CIF il "porto di destinazione") può trovarsi all'interno del Paese di destinazione; però, in questi ultimi quattro Termini la consegna avviene "alla partenza", rimettendo la merce al vettore (o primo vettore) e il venditore sopporta il costo (ma non il rischio) per il trasporto della merce a destinazione.
66
65
280 Modulo 4A
68
INCOTERMS
• VARIANTI - Gli "Incoterms 2000" non forniscono suggerimenti in merito alla formulazione specifica di varianti rispetto all'Incoterm utilizzato (così, ad es., se le parti vogliono modificare l'Incoterm FOB, aggiungendo lo stivaggio a bordo); essi, invece, raccomandano fortemente di esplicitare nel contratto di vendita il significato preciso di eventuali varianti (V., tra l'altro, introduzione, paragrafo 11, "varianti agli Incoterms"), specificando se le modifiche incidono sull'attribuzione delle spese o anche sul passaggio dei rischi.
67
TAVOLA SINOTTICO-COMPARATIVA DEGLI INCOTERMS 2000 A CURA DI CCI-ITALIA
T Indica l'bbligazione di stipulare il contratto di trasporto.T Indica la facoltà di stipulare il contratto di trasporto.A Indica l'obbligazione di stipulare il contratto di assicurazione.O Indica l'obbligazione di provvedere allo sdoganamento delle merci all'esportazione.
• Indica l'obbligazione di provvedere allo sdoganamento delle merci all'importazione
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281Programmazione del ciclo logistico–integrato
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Grazie per l’attenzione!
69
IN CONCLUSIONE…
La logistica non La logistica non èè pipiùù solo un costosolo un costo……
ma, al contrario, se intesa come un PROCESSO INTEGRATO, ma, al contrario, se intesa come un PROCESSO INTEGRATO,
rappresenta una fonte di rappresenta una fonte di vantaggio competitivo vantaggio competitivo
……non solo per lnon solo per l’’aziendaazienda…… ma anche ma anche per lper l’’intera filiera produttivaintera filiera produttiva!!!!
70
69
Coordinatore Scientifico: Prof. Rocco Giordano
Le politiche di filiera-agroalimentare, rifiuti industriali, farmaco, distribuzione urbana
delle merci: criticità e punti di forza
Modulo 4B
285Le politiche di filiera-agroalimentari
2
FILIERA AGROALIMENTARE
• La normativa di riferimento per la gestione di prodotti alimentari è il d.lgs 155/1997, per la parte residua, che prevede il c.d. “autocon-trollo HACCP”;
• per la gestione del trasporto, è inoltre neces-sario che i mezzi siano dotati di attestazione A.T.P. (l. 264/1977 e D.P.R. 404/1979).
1
Progetto “Formazione di esperti Tecnico-logistici”
Modulo 4BLe politiche di filiera - agroalimentare, rifiuti industriali,
farmaco, distribuzione urbana delle merci: criticità e punti di forza
Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti Comitato Centrale per l’Albo degli Autotrasportatori
Coordinatore Scientifico: Prof. Rocco Giordano
2
1
286 Modulo 4B
4
NORMATIVA H.A.C.C.P. 1. Ai fini del presente decreto si intende per: a) igiene dei prodotti alimentari, di seguito denominata “igiene”: tutte le misure
necessarie per garantire la sicurezza e la salubrità dei prodotti alimentari. Tali misure interessano tutte le fasi successive alla produzione primaria, (…), e preci-samente: la preparazione, la trasformazione, la fabbricazione, il confezionamento, il deposito, il trasporto, la distribuzione, la manipolazione, la vendita o la fornitura, compresa la som-ministrazione, al consumatore;
b) industria alimentare: ogni soggetto pubblico o privato, con o senza fini di lucro, che esercita una o più delle seguenti attività: la preparazione, la trasformazione, la fabbricazione, il confezionamento, il deposito, il trasporto, la distribuzione, la manipolazione, la vendita o la fornitura, compresa la som-ministrazione, di prodotti alimentari.
3
NORMATIVA H.A.C.C.P.
1. Il responsabile dell'industria deve garantire che la preparazione, la trasformazione, la fabbricazione, il confezionamento, il deposito, il trasporto, la distribuzione, la mani-polazione, la vendita o la fornitura, compresa la somministrazione, dei prodotti ali-mentari siano effettuati in modo igienico.
4
3
287Le politiche di filiera-agroalimentari
6
NORMATIVA H.A.C.C.P.
3. Il responsabile dell'industria alimentare che esercita attività di produzione, di trasporto, distribuzione, vendita e somministrazione diretta di prodotti alimentari al consumatore deve tenere a disposizione dell'autorità competente preposta al controllo, anche in assenza dei manuali di cui all'articolo 4, un documento conte-nente l'individuazione, da lui effettuata, delle fasi critiche di cui al comma 2 e delle procedure di controllo che intende adottare al riguardo, nonché le informazioni concernenti l'applicazione delle procedure di controllo e di sorveglianza dei punti critici e i relativi risultati.
5
NORMATIVA H.A.C.C.P. 2. Il responsabile della industria alimentare deve individuare nella propria attività
ogni fase che potrebbe rivelarsi critica per la sicurezza degli alimenti e deve garantire che siano individuate, applicate, mantenute ed aggiornate le adeguate procedure di sicurezza avvalendosi dei seguenti principi su cui è basato il sistema di analisi dei rischi e di controllo dei punti critici HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Points):
a) analisi dei potenziali rischi per gli alimenti; b) individuazione dei punti in cui possono verificarsi dei rischi per gli alimenti; c) decisioni da adottare riguardo ai punti critici individuati, cioè a quei punti che
possono nuocere alla sicurezza dei prodotti; d) individuazione ed applicazione di procedure di controllo e di sorveglianza dei
punti critici; e) riesame periodico, ed in occasione di variazioni di ogni processo e della tipologia
d'attività, dell'analisi dei rischi, dei punti critici e delle procedure di controllo e di sorveglianza.
6
5
288 Modulo 4B
8
CONTROLLO DELL’APPLICAZIONE DELLA DISCIPLINA H.A.C.C.P.
Viene svolto in base al D.Lgs 123/1993:•il controllo riguarda tutte le fasi della produzione, della fabbricazione, della lavo-razione, del magazzinaggio, del trasporto, della distribuzione, del commercio e del-l'imiportazione;•il controllo ha la finalità di assicurare la conformità dei prodotti alimentari alle disposizioni dirette a prevenire i rischi per la pubblica salute e a proteggere gli interessi dei consumatori.
7
NORMATIVA H.A.C.C.P.
Al fine di facilitare l'applicazione delle misure di cui all'articolo 3, possono essere predisposti manuali di corretta prassi igienica tenendo conto, ove necessario, del Codice internazionale di prassi raccomandato e dei principi generali di igiene del Codex Alimen-tarius.
(Indicazioni dettagliate circa l'elaborazione dei manuali sono state emanate dal Ministero della salute con la Circolare n. 21 del 28 luglio 1995 recante "disposizioni riguardanti le linee guida per l'elaborazione dei manuali di corretta prassi igienica in materia di derrate alimentari", e con la Circolare n. 26 gennaio 1998, n. 1 che aggiorna e modifica la Circolare n. 21/95): il “pacchetto igiene”contiene indicazioni circa l’adozione di “manuali comunitari” e fa salvi i manuali di corretta prassi igienica adottai in base alla normativa abrogata.
8
7
289Le politiche di filiera-agroalimentari
10
GLI STANDARD DEL SETTORE
Sono standard introdotti a livello europeo dalle catene della grande distribuzione per garantire la qualità del servizio di logistica e trasporto. Integrano le norme ISO 9000, ISO 22000 e HACCP.Si segnalano la BRC Global Standard Storage and Distribution, pubblicata dall’associazione dei retailer inglesi e e la IFS Logistics (associazioni di retailer tedeschi e francesi).
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CONTROLLO DELL’APPLICAZIONE DELLA DISCIPLINA H.A.C.C.P.
Il controllo di cui al comma 1 consiste in una o più delle seguenti operazioni: a) l'ispezione; b) il prelievo di campioni; c) l'analisi dei campioni prelevati; d) il controllo dell'igiene del personale; e) l'esame del materiale scritto e dei documenti di vario genere; f) l'esame dei sistemi di verifica eventualmente installati dall'impresa e dei relativi risultati.
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290 Modulo 4B
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SANZIONI
• Sono previste dall’art. 8 del D.lgs 155/1997 “salvo che il fatto costituisca più grave reato”.
• Le sanzioni penali sono previste dagli art. 515 “Frode nell'esercizio del commercio” e 516 “Vendita di sostanze alimentari non genuine come genuine” del codice penale.
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IL “PACCHETTO IGIENE”
Il regolamento 853/2004 stabilisce, in apposite tabelle, le temperature di conser-vazione e trasporto dei prodotti animali, il cui rispetto è da intendersi necessario per l’assolvimento degli obblighi di corretta gestione.
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291Le politiche di filiera-agroalimentari
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NORMATIVA A.T.P.
Regola le caratteristiche dei mezzi di trasporto utilizzati per derrate alimentari.I mezzi di trasporto devono possedere:- attestazione ATP, di competenza del Ministero dei Trasporti;- attestazione sanitaria, di competenza delle Provincie o delle Regioni.Sui veicoli è vietata la promiscuità di carico con merci che possano inquinare i prodotti
alimentari.
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NORME PER IL TRASPORTO
Il trasporto delle sostanze alimentari deve avvenire con mezzi di trasporto igienicamente idonei e tali da assicurare una corretta prassi igienica. Ciò in rela-zione al genere delle sostanze trasportate dagli agenti atmosferici o da altri fattori ambientali.
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292 Modulo 4B
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CLASSIFICAZIONE DEI MEZZI DI TRASPORTO
MEZZO DI TRASPORTO REFRIGERATO Un mezzo di trasporto isotermico è definito refrigerato se, con l’ausilio di una fonte di
freddo (ghiaccio naturale con o senza aggiunta di sale, piastre eutetiche, ghiaccio secco, gas liquidi con e senza regolazione dell’evaporazione, etc.) diversa da un impianto meccanico o ad “assorbimento”, consente, con una temperatura media esterna di +30°C, di abbassare la temperatura all’interno della carrozzeria vuota e di mantenerla:
• fino a 0°C per la classe A;• fino a – 10°C per la classe B;• fino a – 20°C e oltre per la classe C.
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CLASSIFICAZIONE DEI MEZZIDI TRASPORTO
MEZZO DI TRASPORTO ISOTERMICO Un mezzo di trasporto si definisce isotermico quando la sua carrozzeria è costituita da pareti termoisolanti, incluse le porte, il pavimento ed il tetto, che consentono di limitare lo scambio di calore fra la superficie interna ed esterna della carrozzeria.
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293Le politiche di filiera-agroalimentari
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CLASSIFICAZIONE DEI MEZZIDI TRASPORTO
MEZZO DI TRASPORTO CALORIFERO Un mezzo di trasporto isotermico è definito calorifero se è dotato di un dispositivo di
riscaldamento.
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CLASSIFICAZIONE DEI MEZZI DI TRASPORTO
MEZZO DI TRASPORTO FRIGORIFERO Un mezzo di trasporto isotermico è definito frigorifero se è dotato di un impianto di
raffreddamento, che consente, con una temperatura media esterna di +30°C, di abbassare la temperatura all’interno della carrozzeria vuota e di mantenerla in seguito costantemente nel modo seguente:
classe A se dotato di dispositivo di raffreddamento tale che t1 (temperatura interna) può essere scelta tra +12°C e 0°C incluso;
classe B se dotato di dispositivo di raffreddamento tale che t1 (temperatura interna) può essere scelta tra +12°C e –10°C incluso;
classe C se dotato di dispositivo di raffreddamento tale che t1 (temperatura interna) può essere scelta tra +12°C e –20°C incluso.
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294 Modulo 4B
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TERMOREGISTRATORI
Dal 1. gennaio 2006 vi è l’obbligo dell’installazione di termoregistratori su veicoli di massa complessiva superiore ai 70 q.li.
Il tracciato del termoregistratore va conservato per un anno.
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CLASSIFICAZIONE DEI MEZZI DI TRASPORTO
• Il paragrafo 5 dell’appendice 1 dell’allegato 1 all’accordo A.T.P. prescrive espressamente:
“Sui mezzi di trasporto saranno applicate le sigle di rico-noscimento e le indicazioni conformemente alle dispo-sizioni dell’appendice 4 del presente allegato. Esse devono essere soppresse non appena il mezzo di tra-sporto cesserà di essere conforme alle norme fissate dal presente allegato”.
• L’appendice 4 dell’allegato 1 dell’accordo A.T.P. prevede che tutti i mezzi di trasporto speciali devono riportare la sigla di riconoscimento secondo l’accordo A.T.P. (es.: IN, IR, FNA, etc.) e sotto la sigla la data (mese ed anno) di scadenza dell’attestato A.T.P.
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295Le politiche di filiera-agroalimentari
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CARATTERISTICHE DETERMINANTISUI COSTI DELLA LOGISTICA
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DISPOSIZIONI PARTICOLARI
• Alimentari surgelati;• carne fresca;• prodotti della pesca;• prodotti freschi.
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296 Modulo 4B
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PRINCIPI GENERALI
Le attività di distribuzione dei prodotti farmaceutici sono soggette ad autorizzazione regionale secondo l’art. 100 del codice dei farmaci:
“distribuzione all'ingrosso di medicinali: qualsiasi attività consistente nel procurarsi, detenere, fornire o esportare medicinali, salvo la fornitura di medicinali al pubblico” (art. 1).
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FILIERA DEL FARMACO
La normativa di riferimento per la distribuzione di prodotti farmaceutici è oggi il d.lgs 219/2006: il titolo VI, art. 99 e ss, detta le regole per la distribuzione dei farmaci per uso umano.
Altre normative rilevanti:D.P.R. 309/1990, sulle sostanze stupefacenti e psicotrope;D.M. 6.7.1999, linee guida per la gestione dei farmaci per uso umano;D.M. 15.7.2004, c.d. tracciabilità del farmaco.
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297Le politiche di filiera-agroalimentari
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AUTORIZZAZIONE: REQUISITI
Art. 101 codice dei farmaci:• requisiti relativi ai locali ed alle attrezzature;• requisiti relativi al personale – Farmacista direttore tecnico;• procedure di gestione.
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AUTORIZZAZIONE REGIONALE
Cass. pen., sez. II 26-05-2005, n. 19880:“L'obbligo di osservare la disciplina prevista dal D.Lgs. 30 dicembre 1992 n. 538 sul
commercio dei medicinali per uso umano sussiste anche a carico del tras-portatore, atteso che l'onere di assicurare le condizioni di conservazione al fine di tutela della salute pubblica sussiste in tutte la fasi di distribuzione dei medicinali”.
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298 Modulo 4B
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D.Lgs 219/2006 art. 104
Il titolare dell’autorizzazione è tenuto a:h) rispondere ai principi e alle linee guida in materia di buona pratica di distribuzione
dei medicinali di cui al decreto del Ministro della sanità in data 6 luglio 1999.
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D.Lgs 219/2006 art. 104
Il titolare dell’autorizzazione è tenuto a:g) avvalersi, sia in fase di approvvigionamento, sia in fase di distribuzione dei
medicinali, di mezzi idonei a garantire la corretta conservazione degli stessi durante il trasporto, nell'osservanza delle norme tecniche eventualmente adottate dal Mini-stero della salute, assicurandone l'osservanza anche da parte di terzi.
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299Le politiche di filiera-agroalimentari
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D.M. 6.7.1999
4.4 I medicinali vanno trasportati in modo tale che: a) il loro documento di identificazione non vada smarrito; b) non contaminino o siano contaminati da altri prodotti o materiali; c) siano previste misure adeguate in caso di spargimento di prodotti o rottura dei conte-
nitori; d) siano al sicuro, cioè non sottoposti a calore diretto, freddo, luce, umidità o altre
condizioni sfavorevoli, né all'attacco di microrganismi o di insetti.
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D.M. 6.7.1999
2.3 Procedure scritte devono descrivere le diverse operazioni che possono avere influenza sulla qualità dei prodotti o sull'attività di distribuzione: ricevimento e controllo delle forniture, immagazzinamento, pulizia e manutenzione dei locali (incluso il controllo degli organismi nocivi), registrazione delle condizioni di im-magazzinamento, sicurezza delle scorte sul posto e delle consegne in transito, ritiro dalle scorte delle merci vendibili, registrazioni, prodotti restituiti, pianificazione dei ritiri e delle vendite dei prodotti prossimi alla scadenza. Tali procedure vanno approvate, firmate e datate dalla persona responsabile del sistema di qualità.
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300 Modulo 4B
32
D.M. 6.7.1999
• 4.6 Tutti i mezzi impiegati per il trasporto dei medicinali devono essere dotati, nel vano di trasporto, di impianti idonei a garantire una temperatura alla quale, in linea con le indicazioni europee sulle prove di stabilità, le caratteristiche dei prodotti non vengano alterate. Tali mezzi devono essere provvisti anche di adeguata coiben-tazione, fatti salvi casi eccezionali e documentati di trasporti in situazioni di urgen-za o di necessità, purché da essi non derivino rischi di deterioramento dei medici-nali.
• I medicinali per i quali è necessaria una temperatura di conservazione controllata, così come previsto dai decreti di autorizzazione all'immissione in commercio, vanno quindi trasportati con mezzi speciali e idonei, attraverso tutti i punti della catena distributiva.
• A tale scopo devono essere impiegati mezzi refrigerati o confezionamenti separati in colli idonei al mantenimento della temperatura in rapporto ai tempi di consegna.
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D.M. 6.7.1999
• 4.5 È vietato il trasporto promiscuo con prodotti che possano, in qualsiasi modo, rappresentare un pericolo per la sicurezza o per l'efficacia dei farmaci.
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301Le politiche di filiera-agroalimentari
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FARMACI CON PARTICOLARI REGOLAMENTAZIONI
• Sostanze stupefacenti o psicotrope (d.lgs 309/1990);• radiofarmaci (D.lgs 230/1995; D.M. 19.11.2003).
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D.M. 6.7.1999
• 8.1 Si applicano le sanzioni previste dall'art. 15, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 538, nell’ipotesi di violazione delle disposizioni recate dalle presenti linee direttrici.
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302 Modulo 4B
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decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152 modificato con decreto legislativo 16 gennaio 2008, n. 4Parte IV – Norme in materia di gestione dei rifiuti e di bonifica dei siti inquinati in attuazione di direttive comunitarie.
La gestione dei rifiuti costituisce attività di pubblico interesse ed è disciplinata al fine di assicurare un'elevata protezione dell'ambiente e controlli efficaci, tenendo conto della specificità dei rifiuti pericolosi.
FILIERA DEI RIFIUTI INDUSTRIALI
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SOSTANZE STUPEFACENTI O PSICOTROPE
1. La consegna di sostanze sottoposte a controllo, da parte degli enti o delle imprese autorizzati a commerciarle, deve essere fatta:
• …..• d) mediante agenzia di trasporto o corriere privato. In questo caso, ove si tratti di
sostanze stupefacenti o psicotrope indicate nelle tabelle I e II, sezione A, di cui all'articolo 14 e il cui quantitativo sia superiore ai cento grammi, il trasporto deve essere effettuato previa comunicazione, a cura del mittente, al più vicino ufficio di Polizia di Stato o comando dei carabinieri o della Guardia di finanza.
• La comunicazione, di cui al comma 1, lettera d), compilata in triplice copia, deve indicare il mittente ed il destinatario, il giorno in cui si effettua il trasporto, la natura e la quantità degli stupefacenti trasportati. Una delle copie è trattenuta dall'ufficio o comando predetti; la seconda è da questo inviata al corrispondente ufficio o comando della giurisdizione del destinatario, per la opportuna azione di vigilanza; la terza, timbrata e vistata dall'ufficio o comando di cui sopra, deve accompagnare la merce ed essere restituita dal destinatario al mittente.
36
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303Le politiche di filiera-agroalimentari
3838
LA GESTIONE DEI RIFIUTI
• d) Gestione: la raccolta, il trasporto, il recupero e lo smaltimento dei rifiuti, compreso il controllo di queste operazioni, nonché il controllo delle discariche dopo la chiusura;
• e) raccolta: l'operazione di prelievo, di cernita o di raggrup-pamento dei rifiuti per il loro trasporto;
• g) smaltimento: le operazioni previste nell'Allegato B alla parte quarta del de-creto legislativo.
3737
LA GESTIONE DEI RIFIUTI
• a) Rifiuto: qualsiasi sostanza od oggetto che rientra nelle categorie riportate nell'Allegato A alla parte quarta del decreto e di cui il detentore si disfi o abbia deciso o abbia l'obbligo di disfarsi;
• b) produttore: la persona la cui attività ha prodotto rifiuti (produttore iniziale) e la persona che ha effettuato operazioni di pretrattamento, di miscuglio o altre operazioni che hanno mutato la natura o la composizione di detti rifiuti;
• c) detentore: il produttore dei rifiuti o il soggetto che li detiene;
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304 Modulo 4B
4040
LA GESTIONE DEI RIFIUTI
• m) Deposito temporaneo: raggruppamento dei rifiuti effettuato, prima della rac-colta, nel luogo in cui sono prodotti ove rispetti le condizioni di cui all’articolo 183, comma 1, lettera m), non è soggetto ad alcun tipo di autorizzazione.
3939
LA GESTIONE DEI RIFIUTI
• h) recupero: le operazioni previste nell'Allegato C alla parte quarta del decreto legislativo.
• i) luogo di produzione dei rifiuti: uno o più edifici o stabilimenti o siti infra-strutturali collegati tra loro all'interno di un'area delimitata in cui si svolgono le attività di produzione dalle quali sono originati i rifiuti;
• l) stoccaggio: le attività di smaltimento consistenti nelle operazioni di deposito preliminare (D15), nonché le attività di recupero consistenti nelle operazioni di messa in riserva (R13).
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305Le politiche di filiera-agroalimentari
4242
LA GESTIONE DEI RIFIUTI
• Sono pericolosi i rifiuti non domestici indicati espressamente come tali, con apposito asterisco, nell'elenco di cui all'Allegato D alla parte quarta del decreto legislativo (elenco europeo dei rifiuti)., sulla base degli Allegati G, H e I alla medesima parte quarta.
4141
LA GESTIONE DEI RIFIUTI
I rifiuti sono classificati: secondo l'origine:• rifiuti urbani;• rifiuti speciali.
Secondo le caratteristiche di pericolosità:• rifiuti pericolosi;• rifiuti non pericolosi.
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306 Modulo 4B
4444
LE AUTORIZZAZIONI AL TRASPORTO DEI RIFIUTI
D.Lgs. 152/06
Articolo 212Iscrizione all’Albo Nazionale Gestori Ambientali.
4343
LE AUTORIZZAZIONI AL TRASPORTO DEI RIFIUTI
D.Lgs. 152/06
Articoli 213-216Procedure semplificate per lo svolgimento delle attività di recupero dei rifiuti conformi alla norme tecniche nazionali:D.M. 5 febbraio 1998 - Recupero rifiuti non pericolosi.
D.M. 161/2003 - Recupero rifiuti pericolosi.
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307Le politiche di filiera-agroalimentari
4646
LE AUTORIZZAZIONI AL TRASPORTO DEI RIFIUTI
Articolo 212, D.Lgs. 152/06ISCRIZIONE = AUTORIZZAZIONE• le imprese che svolgono attività di raccolta e trasporto di rifiuti;• Commercianti e intermediari di rifiuti.
ISCRIZIONE = ABILITAZIONE• le imprese che gestiscono impianti di titolarità di terzi;• le imprese che gestiscono impianti mobili di smaltimento e recupero dei rifiuti;• le imprese che effettuano attività di bonifica dei siti;• le imprese che effettuano attività di bonifica dei beni contenenti amianto.
4545
LE AUTORIZZAZIONI AL TRASPORTO DEI RIFIUTI
L’Albo nazionale gestori ambientali www.albogestoririfiuti.it
• Comitato Nazionale, presso il Ministero dell’ambiente:funzioni di indirizzo e coordinamento, provvede sui ricorsi.
• Sezioni regionali e provinciali, presso le Camere di commercio dei capoluoghi di Regione e delle province autonome di Trento e Bolzanoprovvedono in materia di singole iscrizioni.
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308 Modulo 4B
4848
LE AUTORIZZAZIONI AL TRASPORTO DEI RIFIUTI
L’iscrizione all’Albo, con procedura ordinaria:• deve essere rinnovata ogni cinque anni;• è subordinata alle garanzie finanziarie secondo gli importi fissati dal
D.M.23 aprile 1999.Tali importi sono ridotti:
a) del cinquanta per cento per le imprese registrate ai sensi del regolamento (CE) n. 761/2001 del 19 marzo 2001 (EMAS);
b) del quaranta per cento nel caso di imprese in possesso di certificazione ambientale ai sensi della norma Uni En Iso 14001.(art.212, comma 7, D.Lgs 152/06).
4747
LE AUTORIZZAZIONI AL TRASPORTO DEI RIFIUTI
Obbligo d’iscrizione all’Albo
Articolo 212, comma 5, del D.Lgs. 152/06
Procedura ordinaria:• imprese che svolgono attività di raccolta e trasporto di rifiuti non pericolosi;• imprese che raccolgono e trasportano rifiuti pericolosi (esclusi i trasporti dei
rifiuti effettuati dal produttore degli stessi in quantità che non eccedano i trenta chilogrammi al giorno o trenta litro al giorno).
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309Le politiche di filiera-agroalimentari
5050
LE AUTORIZZAZIONI AL TRASPORTO DEI RIFIUTI
L’iscrizione semplificata:• deve essere rinnovata ogni cinque anni;
• non è sottoposta a garanzie finanziarie;
• le imprese iscritte all’Albo con procedura ordinaria sono esentate dall’obbligo dell’iscrizione semplificata se lo svolgimento dell’attività di raccolta e tras-porto dei rifiuti sottoposti a procedure semplificate non comporta variazioni della categoria, della classe e della tipologia di rifiuti per le quali tali imprese sono iscritte.
4949
LE AUTORIZZAZIONI AL TRASPORTO DEI RIFIUTI
Obbligo d’iscrizione all’Albo
Articolo 212, comma 18, del D.Lgs. 152/06
Procedura semplificata:• imprese che effettuano attività di raccolta e trasporto dei rifiuti sottoposti a
procedure semplificate ai sensi dell'articolo 216, ed effettivamente avviati al riciclaggio ed al recupero.
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310 Modulo 4B
5252
LE AUTORIZZAZIONI AL TRASPORTO DEI RIFIUTI
Classi d’iscrizione
Categoria 1:
a) superiore o uguale a 500.000 abitanti;
b) inferiore a 500.000 abitanti e superiore o uguale a 100.000 abitanti;
c) inferiore a 100.000 abitanti e superiore o uguale a 50.000 abitanti;
d) inferiore a 50.000 abitanti e superiore o uguale a 20.000 abitanti;
e) inferiore a 20.000 abitanti e superiore o uguale a 5.000 abitanti;
f) inferiore a 5.000 abitanti.
5151
LE AUTORIZZAZIONI AL TRASPORTO DEI RIFIUTI
Iscrizione con procedura semplificata:
• art.212, comma 5, D.Lgs 152/06: Iscrizione delle aziende speciali, dei consorzi e delle società di gestione dei servizi pubblici di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;
• per tali soggetti, il Comune o il Consorzio garantiscono il possesso dei requisiti di idoneità tecnica e di capacità finanziaria. L’iscrizione “semplificata” è efficace solo per le attività svolte nell’interesse del Comune o dei Consorzi.
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311Le politiche di filiera-agroalimentari
5454
I REQUISITI PER L’ISCRIZIONE ALL’ALBO NAZIONALE GESTORI AMBIENTALI
Delibera Comitato nazionale n.1 del 30 gennaio 2003 -criteri e requisiti per l’iscrizione nelle categorie dalla 1 alla 5, e relative classi:
• dotazioni minime di mezzi e personale;
• Importi e modalità per dimostrare la capacità finanziaria.
5353
LE AUTORIZZAZIONI AL TRASPORTO DEI RIFIUTI
Classi d’iscrizione
Categorie dalla 2 alla 5:
a) quantità annua complessivamente trasportata superiore o uguale a 200.000tonnellate;
b) quantità annua complessivamente trasportata superiore o uguale a 60.000 tonnellate e inferiore a 200.000 tonnellate;
c) quantità annua complessivamente trasportata superiore o uguale a 15.000 tonnellate e inferiore a 60.000 tonnellate;
d) quantità annua complessivamente trasportata superiore o uguale a 6.000 tonnellate e inferiore a 15.000 tonnellate;
e) quantità annua complessivamente trasportata superiore o uguale a 3.000 tonnellate e inferiore a 6.000 tonnellate;
f) quantità annua complessivamente trasportata inferiore a 3.000 tonnellate.
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312 Modulo 4B
5656
I REQUISITI PER L’ISCRIZIONE ALL’ALBO NAZIONALE GESTORI AMBIENTALI
Articolo 12 del D.M. 406/98: – il possesso del titolo autorizzativo al trasporto di cose (licenza al trasporto di
cose in conto proprio o autorizzazione al trasporto di cose in conto terzi), ove prescritto, nonché l’even-tuale documentazione relativa all’ADR;
– la disponibilità dei mezzi di trasporto ai sensi della legge 6 giugno 1974, n. 298, riguardante la disciplina sull’autotrasporto di cose, e del Dlgs 30 aprile 1992, n. 285 (Codice della strada).
5555
I REQUISITI PER L’ISCRIZIONE ALL’ALBO NAZIONALE GESTORI AMBIENTALI
Il trasporto dei rifiuti su strada, oltre ad essere soggetto alla normativa in materia di gestione dei rifiuti, deve rispondere anche alle norme riguardanti l’autotrasporto di cose (legge 298/74, codice della strada, norme relative al trasporto delle merci pericolose ecc.).
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313Le politiche di filiera-agroalimentari
5858
M.U.D.
Al fine di assicurare un quadro conoscitivo completo e costantemente aggiornato, anche ai fini della pianificazione delle attività di gestione dei rifiuti, è stato istituito il Catasto dei rifiuti che viene alimentato dai dati comunicati annualmente dalle imprese interessate con la denuncia MUD.
5757
I REQUISITI PER L’ISCRIZIONE ALL’ALBO NAZIONALE GESTORI AMBIENTALI
Inoltre, le imprese di trasporto devono presentare un’attestazione, a mezzo di perizia giurata, dell’idoneità dei mezzi di trasporto in relazione ai tipi di rifiuti da trasportare redatta da un ingegnere o da un chimico o da un medico igienista o da un biologo, iscritto all’ordine.
I contenuti della perizia sono stati stabiliti, ai sensi dell’articolo 6 del D.M.406/98, dal Comitato nazionale con deliberazione n.4 del 27 settembre 2000 (G.U.29 novembre 2000, n. 179).
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314 Modulo 4B
6060
I REGISTRI DI CARICO E SCARICO DEI RIFIUTI
Il registro di carico e scarico contiene le informazioni relative alla quantità e qualità dei rifiuti prodotti, trasportati, recuperati, smaltiti o intermediati e costituisce la base informativa per la compilazione della comunicazione annua-le dei rifiuti – MUD.
5959
M.U.D.
Soggetti obbligati:
• raccolta e trasporto di rifiuti (eccetto trasporto dei propri rifiuti);• i commercianti e gli intermediari di rifiuti senza detenzione;• chi svolge le operazioni di recupero e di smaltimento dei rifiuti;• i consorzi istituiti con le finalità di recuperare particolari tipologie di rifiuto;• CONAI per imballaggi immessi sul mercato, riutilizzati e rifiuti di imballaggio
riciclati e recuperati provenienti dal mercato nazionale (art. 220, c. 2);• produttori iniziali di rifiuti pericolosi e produttori iniziali di rifiuti non
pericolosi di cui all'articolo 184, comma 3, lettere c), d) e g).
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