Modalità operative di intervento: il terapeuta in azione nella terapia della gestalt.

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Modalità operative di Modalità operative di intervento:intervento:Secondo la Terapia della Gestalt

alla base di un disagio psicologico vi è una "Gestalt" aperta, un'esperienza che la persona non ha potuto completare per adattarsi all'ambiente che evidentemente si è mostrato intollerante riguardo alla soddisfazione di un bisogno.

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Modalità operative di Modalità operative di intervento:intervento:

Scopo della Terapia della Gestalt è quello di aiutare la persona ad essere "responsabile", cioè capace di rispondere alle situazioni ambientali attuali sulla base delle esperienze presenti.

Il terapeuta, per raggiungere questo obiettivo, stimola il cliente a:

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Modalità operative di Modalità operative di intervento:intervento:

AUMENTARE LA SUA CONSAPEVOLEZZA, il suo essere attento, cioè, a ciò che sperimenta attraverso i suoi sensi e i suoi sentimenti e rivivendoli nel qui e ora.

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Modalità operative di Modalità operative di intervento:intervento:

"CHIUDERE LA GESTALT" rimasta aperta,

e cioè permettere alla persona di concludere nel qui e ora quell'esperienza arcaica che è all'origine del suo disturbo;

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Modalità operative di Modalità operative di intervento:intervento:

SPERIMENTARE NEL PRESENTE la possibilità di vivere fino in fondo,

cioè portare a termine quell'esperienza con modalità nuove, questa volta corrispondenti al bisogno attuale della persona.

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J. Simkin J. Simkin identifica alcuni punti che ritiene

fondamentali nel lavoro di un terapeuta della Gestalt; questi possono essere sintetizzati come segue:

USA SE STESSO NELLA RELAZIONE TERAPEUTICA: è egli stesso uno strumento di crescita nella misura in cui è consapevole di quello che sente e di quello che fa nel qui e ora.

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FA DA SPECCHIO, cioè offre al cliente un feed-back

di ciò che vede e sente nel setting terapeutico.

Questo è un modo attraverso cui il cliente può entrare in contatto con parti di sé prima sconosciute;

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sollecita la persona a PRESTARE A ATTENZIONE A QUELLO CHE FA O DICE, suggerendogli, per esempio, di parlare meno velocemente e di guardarsi o ascoltarsi mentre agisce;

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ascolta quello che la persona dice e RIFORMULA VERBALIZZANDO LE EMOZIONI CONNESSE;

questo dà il senso al cliente di essere ascoltato e compreso ed è un modo in cui può cogliere intimamente l'importanza dell'ascoltare ed essere in contatto con se stesso;

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CREA UN AMBIENTE SICURO nel setting terapeutico rispettando per esempio i tempi del cliente senza spingerlo a fare cose e senza anticiparlo nella sua crescita, rispettandolo cioè per quello che è, non per quello che fa.

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SUGGERISCE ESPERIMENTI, insegna al cliente cose che non ha imparato a fare o che non si permette di fare, e non che non è capace di fare;

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STIMOLA LA CREATIVITÀ' del cliente, essendo lui stesso creativo nel proporre esperimenti o suggerendogli di farne alcuni da lui inventati che gli consentano di mettere in atto quel comportamento che in genere non si permette di avere;

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• INSEGNA A RICONOSCERE I MODI CHE LA PERSONA USA PER BLOCCARSI dal contatto, prestando attenzione sia al suo linguaggio verbale sia a quello non verbale;

• per esempio una persona potrebbe parlare molto in fretta accelerando il ritmo delle parole ogni qualvolta esprime contenuti spiacevoli (e può essere un modo per distrarsi e non stare in contatto con i sentimenti),

• oppure può non guardare il terapeuta mentre gli parla (ed è un modo per eludere il contatto con lui);

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• PERMETTE ALLA PERSONA DI "MASTICARE" piuttosto che introiettare ingoiandoli i nuovi atteggiamenti o comportamenti appresi, cosicché possa inserirli gradualmente nella sua esperienza, assimilandoli nella propria personalità;

• per consentire questo processo il terapeuta stimola il cliente ad essere consapevole dei suoi cambiamenti e verifica l'inserimento di questi nel quadro globale della sua esperienza.

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“Regole di base" della Terapia della Gestalt

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"REGOLE DI BASE" "REGOLE DI BASE" DELLA DELLA TERAPIA DELLA GESTALTTERAPIA DELLA GESTALT

LA PERSONA HA LA CAPACITA’ DI A UTOREGOLARSl,

per cui tutto quello che il terapeuta fa o suggerisce in terapia è un invito proposto pei facilitare la consapevolezza, e non è un ordine che la persona "deve" eseguire

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OGNI RICHIESTA DI SPIEGAZIONE E' UN MODO DI ALLONTA NARSI DAL QUI E ORA:

il terapeuta incoraggia il cliente a fare affermazioni in prima persona circa quello che sta sperimentando in quel momento e blocca così ogni tentativo di metacomunicazione.

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OGNI COSA IO DICA O FACCIA E' PARTE DI ME:

la persona cioè è responsabile di tutto quello che dice o fa

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NO AL PETTEGOLEZZO, al parlare cioè di un'altra

persona, sia presente sia essa assente, usando la terza persona singolare, cioè non rivolgendosi a lei direttamente.

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LE DOMANDE SONO UN MODO PER EVITARE L'INTERAZIONE

IL TERAPEUTA E' CENTRATO SUL "CHE COSA” E SUL “COME” DI OGNI COMPORTAMANTO E NON SUL “PERCHE’.

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IL TERAPEUTA NON INTERPRETA

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La Terapia della Gestalt si serve di "tecniche" specifiche che sono di aiuto al cliente per diventare consapevole di sé.

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Il terapeuta presta attenzione al linguaggio non verbale.

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Il terapeuta stimola la sperimentazione. Un modo per stimolare il cliente alla consapevolezza è quello di suggerirgli il completamento della frase "Io sono consapevole di...".

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Il terapeuta suggerisce al cliente di "stare con" le sue emozioni, i suoi sentimenti o le sensazioni che prova, di lasciarsi sentire, cioè, quello che sente e di mantenerne la consapevolezza.

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Il terapeuta suggerisce al cliente di fare l'esperienza di ripetere più volte una frase, un gesto o un comportamento allo scopo di aiutarlo ad esplorare sul senso che questi hanno per la persona;

in questo modo il cliente espande il campo della propria consapevolezza.

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Il terapeuta suggerisce al cliente di "esagerare", cioè di enfatizzare una sensazione fisica o un comportamento fino al punto in cui non emerge la posizione opposta, cioè l'altra polarità.

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"REGOLE DI BASE" "REGOLE DI BASE" DELLA DELLA TERAPIA DELLA GESTALTTERAPIA DELLA GESTALT• La tecnica del "dialogo" è quella più specifica

nella Terapia della Gestalt.• Essa comporta l'identificazione della persona con

più aspetti di sé in tempi diversi e la proiezione di essi all'esterno cosicché si rende possibile la loro osservazione come fossero oggetti esterni a sé.

• Una volta individuata ciascuna "parte", che corrisponde ad una polarità, la persona è invitata a "diventare" quella parte, ad essere cioè quella polarità in modo da fare contatto con essa e da esplorarla.

• Lo stesso procedimento si applica poi all'altra polarità cosicché la persona diviene consapevole di ognuna di esse e delle loro differenze; in questo modo diventa capace di prestare loro ascolto in momenti diversi.

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La tecnica del dialogo, dunque, è un aiuto per fare contatto con le polarità e questo è un primo passo per la loro integrazione.

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Il "dialogo" può effettuarsi anche tra la persona e un "oggetto", sia esso astratto sia concreto, che la persona sente particolarmente emergente dal "campo" (è figura sullo sfondo).

Il procedimento è analogo: anche in questo caso la persona si identifica con l'oggetto in cui proietta parti di sé

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Attraverso il "dialogo" e il "gioco delle sedie" si rende possibile non solo la consapevolezza di due poli diversi, quanto si crea una situazione in cui è possibile il cambiamento, attuabile solo nel qui ed ora;

inoltre in questo modo si scoraggia il "pettegolezzo" e si incrementa l'uso del parlare direttamente.

Tutte queste modalità sono utili per stimolare il contatto con se stessi e il proprio mondo esperenziale.

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Il terapeuta fa uso della fantasia. L'uso della fantasia nella terapia

della Gestalt si fonda sull'utilizzazione dei processi di identificazione e di proiezione.

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Il terapeuta presta attenzione al linguaggio verbale.

Per questo l'osservazione del linguaggio usato dalla persona è un'indicazione di come è strutturata al livello profondo.

Il terapeuta attraverso il suggerimento di modifiche da attuare nel linguaggio stimola la consapevolezza e invita al cambiamento.

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• Non posso". • Quando il cliente usa questa frase il

terapeuta suggerisce di sostituirla con "Non voglio" e di fare attenzione alla risonanza emotiva in seguito al differente modo di esprimersi.

• Molto spesso il cliente, facendo questa esperienza, fa contatto con la difficoltà a prendere la responsabilità di quello che vuole.

• Il cliente diviene consapevole che si deresponsabilizza e fa l'esperienza di autoaffermarsi dicendo "non voglio".

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"Una parte di me". Un altro modo per non assumersi la

responsabilità di se stessi è quello di delegarla ad una parte di sé. Il terapeuta suggerisce di cambiare "una parte di me" in "Io...";

alle generalizzazioni del tipo "la gente dice", "tutti pensano" il terapeuta invita a sostituire "io dico", "io penso".

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• "Ma". • Quando la persona esprime due

affermazioni del tipo "io voglio correre, ma sono stanco", il terapeuta suggerisce di cambiare il "ma" in "e", poiché entrambe le affermazioni sono vere contemporaneamente e corrispondono alla richiesta che viene da due parti distinte di sé. Cambiando il "ma" in "e" la persona è sollecitata a riconoscere entrambe le verità presenti allo stesso tempo nella propria esperienza.

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