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Dipartimento di Informatica e Comunicazione Percezione e gestalt Daniele Marini

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Dipartimento di Informatica e Comunicazione

Percezione e gestalt

Daniele Marini

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La percezione

•  Alla base di ogni processo di comunicazione c‘è una serie di atti percettivi.

•  Il nostro sistema sensoriale riceve stimoli prodotti dal mondo reale, da altri soggetti con la propria voce, con i gesti, con le espressioni del volto

•  Tutti i sensi possono essere coinvolti: vista, tatto, olfatto, udito, gusto

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La percezione

•  Considerando la percezione intervengono problemi di particolare interesse: –  Il coinvolgimento dei differenti sensi è globale e simultaneo,

non c’è un unico senso coinvolto –  Lo stimolo sensoriale agisce in un contesto a sua volta

globale, come nell’esempio

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Percezione e illusione

•  Benchè sulla nostra retina la forma appaia ellittica, noi interpretiamo come circolare il piatto sul tavolo

•  Una persona che si avvicina a noi non ci appare più grande, benchè la sua proiezione retinica sia effettivamente ingrandita

•  Un foglio bianco ci appare bianco anche se illuminato da luce (poco) colorata

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Costanza percettiva

•  Poiché la percezione si svolge in un contesto materiale di cui abbiamo acquisito esperienza, emergono proprietà di costanza percettiva: –  Costanza di forma –  Costanza di grandezza –  Costanza di luminosità –  Costanza cromatica

•  Alcune di queste proprietà di costanza non sono basate sull’esperienza ma sullo stesso processo percettivo, in particolare la costanza cromatica, che garantisce che i colori ci appaiono costanti anche al variare delle condizioni di illuminazione (*)

(*) questo problema sarà oggetto di studio approfondito in altri corsi (grafica, multimedia, percezione)

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Ambiguità

•  Innumerevoli sono situazioni in cui ciò che percepiamo appare ambiguo in continua variazione

•  Il cubo di Necker modifica continuamente alternando il senso di orientamento degli spigoli frontali e posteriori

•  L’ambiguità è sempre presente, nel pensiero, nella lingua, nella sessualità, nell’etica, nella giustizia, nell’arte

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Ambiguità

Helmut Newton, 1975

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Ambiguità

•  Osservando figure ambigue il nostro cervello elabora gli stimoli visivi, non è quindi spettatore passivo ma attore del processo percettivo, continuamente teso a dare un senso alle cose

•  Questa capacità è certamente il prodotto della selezione naturale, risolvere le ambiguità cogliendo i fattori costanti è essenziale per vivere in un mondo in continuo cambiamento (di luci, ombre e di clima, di animali che si mimetizzano prede o predatori)

•  L’ambiguità riguarda anche il soggetto e la sua relazione col mondo e con altri soggetti

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Cindy Sherman (1978)

Studia la variabilità del sé impersonando diverse figure di donna (massaia, seduttrice, .. ), alla ricerca dei diversi sé che una persona può incarnare nel corso della vita

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Ambiguità e contesto

•  Alla risoluzione dell’ambiguità contribuisce il contesto in cui l’osservazione del mondo si svolge

•  Nel dare senso all’oggetto, il contesto modifica le nostre aspettative

L’orinatoio di Marcel Duchamp esposto nel Museo diviene

espressione artistica

(per non parlare della Merda d’Artista di Piero Manzoni ..)

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Vermeer: La ragazza con l’orecchino di perla

L'espressione sembra contraddittoria: innocente eppure vissuta, gioiosa ma allo stesso tempo spaventata, piena di attese ma anche di frustrazioni. Vermeer riesce a catturare il volto di una giovine giovane in preda a tante emozioni

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Vermeer: La ragazza con l’orecchino di perla

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Trattare ambiguità e globalità: la Gestalt

•  Definizione di Gestalt –  Propriamente forma. Nel linguaggio scientifico forma

struttura, configurazione percettiva degli oggetti reali(*) –  Un tutto organizzato che viene percepito più che come

somma delle sue parti (°)

•  È una scuola di psicologia (psicologia della Gestalt o della forma) formatasi nella prima metà del ‘900 che tende a mettere in evidenza come i processi percettivi siano frutto di fattori molteplici ed interagenti

•  Criticata oggi per il suo valore poco esplicativo e molto descrittivo

(*) Vocabolario della lingua Italiana Treccani (°) Oxford Dictionary

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Gestalt e comunicazione

•  Recentemente i risultati di questa teoria si stanno integrando con gli approcci legati ai metodi delle neuroscienze, in quanto mettono in evidenza l’impossibilità di segmentare i processi percettivi e cognitivi.

•  Nel campo della comunicazione, in particolare la comunicazione visiva e il design, la Gestalt ha contribuito individuando principi e metodi largamente utilizzati.

•  Nello studio della percezione visiva con le moderne tecniche della fMRI immagini gestaltiche costituiscono stimoli che han permesso di comprendere meglio come vengono elaborate conoscenze complesse

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I principi della gestalt

Il triangolo di Gaetano Kanizsa (1913-1993):

principio di completamento

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Alcune figure gestaltiche

•  Rapporto figura/sfondo - mimetismo

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Preece J.et al., Human Computer Interaction, Prentice Hall, 1994

I principi gestaltici: Prossimità

elementi che sono vicini sono percepiti come parti di una unità

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Principi gestaltici: chiusura o completamento

l’area all’interno di una linea chiusa è percepito come una unità a se stante

una circonferenza il cui interno appare separato dal fondo, che viceversa è connesso topologicamente.

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Principi gestaltici: continuità

elementi che formano un allineamento sono percepiti come una unità

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Principi gestaltici: Similarità

elementi che appaiono simili sono percepiti come formanti una unità.

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Principi gestaltici: simmetria

regioni circondate da bordi simmetrici sono percepite come unità coerenti.

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Principi gestaltici - limiti

•  In molti casi possiamo trovare compresenti due principi percettivi gestaltici che appaiono in conflitto

•  a sinistra in basso il principio di continuità porta a cogliere una linea curva continua, mentre il principio di chiusura porterebbe a dare maggiore importanza alle tre forme indicate a destra

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Gestalt e conoscenza

•  Il principio secondo cui il tutto è maggiore della somma delle sue parti, che l’ambiente e il contesto nel quale ci troviamo immersi influiscono sui nostri processi cognitivi non è limitato alla sola percezione.

•  Anche nella comunicazione interpersonale o tra persone ed elaboratori contesto e globalità hanno influenza

•  Ad esempio aspettative o credenze possono modificare il significato di un messaggio (abbiamo già visto degli esempi)

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A cosa ci serve?

•  La conoscenza delle illusioni ottiche (*), la conoscenza della importanza della globalità dei fattori che intervengono in un processo di comunicazione aiuta sviluppare consapevolezza nel progettare e realizzare artefatti comunicativi

(*) un sito con begli esempi di illusioni ottiche: http://www.michaelbach.de/ot/index.html

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Ma cosa deve fare un comunicatore digitale?

•  La conoscenza delle illusioni ottiche, la conoscenza della importanza della globalità dei fattori che intervengono in un processo di comunicazione aiuta sviluppare consapevolezza nel progettare e realizzare artefatti comunicativi

•  Come meglio capiremo più avanti, nella comunicazione digitale sono presenti le persone ma anche le “macchine” attraverso cui comunichiamo.

•  Il ruolo del comunicatore digitale è quello di costituire un ponte tra le due figure, il CD è colui che mette in forma il processo comunicativo a partire dai soggetti umani

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Informatica e comunicatore digitale

•  Mettere in forma ovvero in-formare: È la stessa radice informatica!

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Riferimenti

•  Ludovica Lumer & Semir Zeki, La Bella e la Bestia: arte e neuroscienze, Laterza 2011

•  Wolfgang Köhler, La psicologia della Gestalt, Feltrinelli, 1961