MINISTERO DELL’ISTRUZIONE, DELL’UNIVERSITÀ E DELLA · garante del successo formativo degli...

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1 Prot. 2197/B32 Manfredonia, 19/10/2018 Al Collegio dei Docenti Al Consiglio d’istituto Al Personale ATA Ai genitori Agli Enti Territoriali locali Al sito istituzionale e, p.c. Al DSGA Loro Sedi OGGETTO: NUOVO ATTO D’INDIRIZZO DEL DIRIGENTE SCOLASTICO PER LA PREDISPOSIZIONE DEL PTOF, EX ART. 1 COMMA 14 LEGGE 107/2015, TRIENNIO 2019- 2022. Nota MIUR 17832 del 16/10/2018. La nostra vision «La fragilità interroga sempre l’educazione, per cui lavoriamo per il rispetto delle regole e della diversità, al servizio della persona, in una Comunità educante, dove tutti possano esprimere il proprio talento, mobilitando le risorse interne e del contesto, per realizzare una cittadinanza attiva, responsabile, sostenibile, capace di futuro per tutti». IL DIRIGENTE SCOLASTICO VISTO il DPR 297/1994, Testo Unico delle disposizioni legislative vigenti in materia di istruzione, relative alle scuole di ogni ordine e grado; VISTO la Legge 59/1997, «Delega al Governo per il conferimento di funzioni e compiti alle regioni ed enti locali, per la riforma della Pubblica Amministrazione e per la semplificazione amministrativa», che introduce l’autonomia scolastica e il profilo della dirigenza; VISTO il DPR 275/1999 che disciplina l’autonomia scolastica; VISTO il DPR 20 marzo 2009, n° 89, recante Revisione dell’assetto ordinamentale, organizzativo e didattico della Scuola dell’Infanzia e del Primo Ciclo di Istruzione ai sensi dell’art. 64, comma 4, del Decreto Legge 25/6/2008, n° 112, convertito, con modificazioni, dalla Legge 4 agosto 2009, n° 133; VISTO il CCNL Comparto Scuola 2018; VISTO l’art. 25 del D.Lgs. 30 marzo 2001, n°165 commi 1, 2, 3, recante «Norme generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche», che attribuisce al dirigente scolastico, quale garante del successo formativo degli alunni, autonomi poteri di direzione, di coordinamento e di valorizzazione delle risorse umane, per assicurare la qualità dei processi formativi, per l’esercizio della libertà di insegnamento, intesa anche come libertà di ricerca e innovazione metodologica e didattica e per l’attuazione del diritto all’appr endimento da parte degli alunni; VISTA la L. 170/2010, Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento (DSA) in ambito scolastico; VISTA la Direttiva del MIUR del 27/12/2012 riguardante gli alunni con BES; VISTE le Nuove Indicazioni Nazionali per il curricolo del 2012 e del 2018; VISTA la Legge 107/2015, del 13.7.2015 recante la “Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti ”; MINISTERO DELL’ISTRUZIONE, DELL’UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA Istituto Comprensivo “San Giovanni Bosco” 71043 M A N F R E D O N I A F G Via Cavolecchia, 4 CF: 92055050717 CM: FGIC872002 Tel.: 0884585923 Fax: 0884516827 Sito web:: www.icsangiovannibosco.gov.it E-mail: [email protected] - [email protected]

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Prot. 2197/B32 Manfredonia, 19/10/2018

Al Collegio dei Docenti

Al Consiglio d’istituto

Al Personale ATA

Ai genitori

Agli Enti Territoriali locali

Al sito istituzionale

e, p.c. Al DSGA

Loro Sedi

OGGETTO: NUOVO ATTO D’INDIRIZZO DEL DIRIGENTE SCOLASTICO PER LA PREDISPOSIZIONE DEL PTOF, EX ART. 1 COMMA 14 LEGGE 107/2015, TRIENNIO 2019-2022. Nota MIUR 17832 del 16/10/2018.

La nostra vision

«La fragilità interroga sempre l’educazione,

per cui lavoriamo per il rispetto delle regole e della diversità, al servizio della persona,

in una Comunità educante, dove tutti possano esprimere il proprio talento, mobilitando le risorse interne e del contesto,

per realizzare una cittadinanza attiva, responsabile, sostenibile, capace di futuro per tutti».

IL DIRIGENTE SCOLASTICO

VISTO il DPR 297/1994, Testo Unico delle disposizioni legislative vigenti in materia di istruzione, relative alle

scuole di ogni ordine e grado;

VISTO la Legge 59/1997, «Delega al Governo per il conferimento di funzioni e compiti alle regioni ed enti locali,

per la riforma della Pubblica Amministrazione e per la semplificazione amministrativa», che introduce

l’autonomia scolastica e il profilo della dirigenza;

VISTO il DPR 275/1999 che disciplina l’autonomia scolastica;

VISTO il DPR 20 marzo 2009, n° 89, recante Revisione dell’assetto ordinamentale, organizzativo e didattico della

Scuola dell’Infanzia e del Primo Ciclo di Istruzione ai sensi dell’art. 64, comma 4, del Decreto Legge

25/6/2008, n° 112, convertito, con modificazioni, dalla Legge 4 agosto 2009, n° 133;

VISTO il CCNL Comparto Scuola 2018;

VISTO l’art. 25 del D.Lgs. 30 marzo 2001, n°165 commi 1, 2, 3, recante «Norme generali sull'ordinamento del

lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche», che attribuisce al dirigente scolastico, quale

garante del successo formativo degli alunni, autonomi poteri di direzione, di coordinamento e di

valorizzazione delle risorse umane, per assicurare la qualità dei processi formativi, per l’esercizio della

libertà di insegnamento, intesa anche come libertà di ricerca e innovazione metodologica e didattica e per

l’attuazione del diritto all’apprendimento da parte degli alunni;

VISTA la L. 170/2010, Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento (DSA) in ambito scolastico;

VISTA la Direttiva del MIUR del 27/12/2012 riguardante gli alunni con BES;

VISTE le Nuove Indicazioni Nazionali per il curricolo del 2012 e del 2018;

VISTA la Legge 107/2015, del 13.7.2015 recante la “Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e

delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti”;

MINISTERO DELL’ISTRUZIONE, DELL’UNIVERSITÀ E DELLA

RICERCA

Ist i tuto Comprensivo “San Giovanni Bosco” 71043 M A N F R E D O N I A – F G

Via Cavolecchia, 4 – CF: 92055050717 – CM: FGIC872002

Tel.: 0884585923 Fax: 0884516827

Sito web:: www.icsangiovannibosco.gov.it

E-mail: [email protected] - [email protected]

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VISTO il comma 14 dell’art. 1 della Legge 13 luglio 2015, n.107 che attribuisce al dirigente scolastico il potere di

indirizzo al Collegio dei docenti per le attività della scuola;

VISTO il PTOF del triennio 2016-2019 elaborato dal collegio docenti e approvato dal C.d.I. con delibera n. 22 del

24.10.2017, aggiornato con delibera del CDD ;

TENUTO CONTO dei decreti attuativi della Legge 107/2015 (n° 60, 62, 63, 65, 66 del 13/4/2017);

PRESO ATTO che l’art.1 della predetta Legge 107/2015, ai commi 12-17, prevede che:

le istituzioni scolastiche predispongono, entro il mese di ottobre dell'anno scolastico precedente il triennio di

riferimento, il Piano Triennale dell’Offerta Formativa (PTOF);

il PTOF deve essere elaborato dal Collegio dei Docenti (CdD) sulla base degli indirizzi per le attività della

scuola e delle scelte di gestione e di amministrazione definiti dal dirigente scolastico;

il PTOF è approvato dal Consiglio d’Istituto (CDI);

VALUTATE prioritarie le criticità emerse dal Rapporto di Autovalutazione (RAV), nonché dagli esiti formativi

registrati dagli studenti negli anni scolastici precedenti;

TENUTO CONTO di quanto emerso dai rapporti attivati dal Dirigente Scolastico con tutto il personale interno alla

scuola e con le diverse realtà istituzionali, culturali, sociali ed economiche operanti sul territorio;

VISTI i risultati delle rilevazioni nazionali degli apprendimenti restituiti in termini di misurazione dei livelli della

scuola e delle classi in rapporto alla media nazionale e regionale e, limitatamente ai dati di scuola, a parità di

indice di background socio-economico e familiare;

TENUTO CONTO delle riflessioni emerse nelle occasioni di confronto sui dati di misurazione forniti dall’INVALSI;

delle esigenze condivise di innovazione delle pratiche di insegnamento verso modelli orientati allo sviluppo

di ambienti di apprendimento attivi, laboratoriali, cooperativi, orientati allo sviluppo di competenze di base,

disciplinari e trasversali; degli esiti progressivamente sempre più positivi ottenuti nelle classi che stanno

sperimentando modalità che pongono al centro dei processi l’alunno attivo, costruttore, ricercatore in

situazioni di problem solving di apprendimento strategico e metacognitivo;

CONSIDERATE le iniziative promosse per l’innovazione metodologico - didattica e per il miglioramento della qualità

dei processi di insegnamento e di apprendimento e delle sollecitazioni continue offerte sia in situazioni

collegiali formali (team, consigli di classe e collegio dei docenti nelle sue articolazioni), sia negli incontri

informali in ufficio e presso le sedi di servizio;

ATTESO CHE l’intera comunità professionale docente è coinvolta nei processi di riforma che stanno interessando la

scuola e nella contestualizzazione didattica delle ultime Indicazioni Nazionali per il curricolo 2018, che

orientano verso l’innovazione delle pratiche didattiche attraverso la valorizzazione di:

metodologie didattiche attive (operatività concreta e cognitiva), individualizzate (semplificazione,

riduzione, adeguamento dei contenuti per garantire i traguardi essenziali irrinunciabili) e personalizzate

(momenti laboratoriali diversificati che valorizzino stili e modalità affettive e cognitive individuali);

modalità di apprendimento per problem solving, ricerca, esplorazione e scoperta;

situazioni di apprendimento collaborativo (aiuto reciproco, apprendimento cooperativo e fra pari, classe

rovesciata …) e approcci meta cognitivi (modi di apprendere individuali, autovalutazione e miglioramento,

consapevolezza, autonomia di studio);

RITENUTO di dover richiamare i suggerimenti già forniti in diverse occasioni, coerentemente con quanto sollecitato a

livello nazionale, con le attese delle famiglie degli alunni, con le responsabilità di tutti (dirigente e docenti),

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nel comune intento di ricercare e sperimentare modalità e strategie efficaci per la realizzazione del successo

formativo di tutti gli alunni titolari di bisogni educativi comuni e talvolta speciali;

AL FINE di offrire suggerimenti e mediare modelli e garantire l’esercizio dell’autonomia didattica del Collegio dei

docenti e la libertà di insegnamento dei singoli docenti, intesa anche come libertà di ricerca e innovazione

metodologica e didattica e di contribuire alla piena realizzazione di diritti costituzionalmente riconosciuti

(libertà di insegnamento, diritto allo studio-successo formativo);

TENUTO CONTO dell’Atto d’Indirizzo del DS, prot. 2559/B32 del 15/9/2017 e prot. 1755/B32 del 14/9/2018;

CONSIDERATI le priorità e i traguardi individuati nel RAV 2018 – “ESITI degli STUDENTI” – la cui

descrizione risulta essere:

TENUTO CONTO degli obiettivi strategici nazionali e in particolare di quelli seguenti:

- assicurare la direzione unitaria dell’istituzione scolastica promuovendo la partecipazione e la collaborazione tra

le diverse componenti della comunità scolastica, con particolare riferimento alla realizzazione del PTOF;

- rafforzare l’autonomia didattica e organizzativa, di ricerca, sperimentazione e sviluppo dell’istituzione scolastica;

- promuovere la cultura e la pratica della valutazione come strumento di miglioramento della scuola, anche

attraverso la valorizzazione della professionalità dei docenti;

TENUTO CONTO degli obiettivi di contesto regionale e in particolare di quelli seguenti:

Realizzare iniziative di formazione, in rete e/o di Istituto, finalizzate alla innovazione dei processi organizzativi e

didattici. La formazione finalizzata allo sviluppo professionale del personale rappresenta, per la governance di una

istituzione scolastica, anche una leva strategica per il miglioramento continuo degli apprendimenti.

TENUTO CONTO degli esiti INVALSI dell’a.s. 2017/2018 in riferimento alle classi 2e e 5e della Scuola Primaria;

VISTO l’ATTO di INDIRIZZO del MIUR con le priorità politiche per il 2017, che alla data odierna risulta essere

l’ultimo e le linee programmatiche del Miur dell’11 luglio 2018;

VISTO il “Piano per la formazione dei docenti- 2016/2019” adottato dal MIUR con DM 797 del 19/10/2016;

VISTO il PNSD pubblicato il 27 Ottobre 2015;

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VISTA la nuova Racc. UE 2018 per ripensare il curricolo per competenze, inserito nel PTOF, riprogettare i percorsi

educativi e didattici;

TENUTI in debita considerazione la Nota Miur 1143 del 17/5/2018 e il Documento sull’autonomia scolastica per il

successo formativo;

VISTA la Legge n. 71/2017 Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del

cyberbullismo e le Linee di orientamento per la prevenzione e il contrasto del cyberbullismo;

VISTE le Linee Guida Nazionali (art. 1 comma 16 L. 107/2015) Educare al rispetto;

EVIDENZIATO che, attraverso il PTOF, l’Istituzione Scolastica garantisce l’esercizio del diritto degli alunni al

successo formativo e alla migliore realizzazione di sé in relazione alle caratteristiche individuali, secondo principi di

equità e di pari opportunità;

VISTA la Nota MIUR 17832 del 16/10/2018: Il PTOF 2019/2022 e la Rendicontazione sociale (RS),

EMANA

I SEGUENTI INDIRIZZI PER LE ATTIVITA’ DELLA SCUOLA

E DETERMINA LE SEGUENTI SCELTE DI GESTIONE E DI AMMINISTRAZIONE PER LA

PREDISPOSIZIONE DEL PTOF 2019-2022.

Nei punti che seguono sono articolati gli indirizzi e le scelte definiti dal dirigente scolastico espressamente finalizzati

alla elaborazione del piano triennale dell’offerta formativa 2019-2022, in base al quale

INVITA

i docenti a riflettere su:

Finalità dell’Istituto

Il nostro primo compito è educare istruendo la persona, incrociando lo stile cognitivo di ogni alunno. Questa è la sfida.

Pertanto, la mission dell’IC SGB, quale comunità educante, è garantire a ogni alunno il successo educativo e

formativo, nonché il pieno sviluppo della persona attraverso l’educazione:

a una competenza umana e di cittadinanza sostenibile e consapevole, a un atteggiamento positivo sin

dall’infanzia, al rispetto delle regole della grammatica delle emozioni, alle corrette relazioni sociali, ai valori,

emotiva, affettiva, relazionale,

al rispetto e alla valorizzazione delle differenze, alla interdipendenza, alla cooperazione, al linguaggio

maschile e femminile anche contro la violenza simbolica,

contro il linguaggio dell’odio fondato sulla intolleranza, tutto interconnesso ai contenuti di tutte le discipline e

al lavoro dei docenti, orientato a un approccio inclusivo e sensibile alle differenze da valorizzare mediante il

PTOF, mediante criteri metodologici innovativi condivisi, percorsi individualizzati e personalizzati progettati

all’interno dei principi della Costituzione Italiana e della tradizione culturale europea, con il coinvolgimento

attivo degli studenti e delle famiglie.

Nell’Atto di Indirizzo trova fondamento il Piano dell’Offerta Formativa triennale quale percorso unitario, basato sui

seguenti VALORI, condivisi da tutti gli operatori scolastici: dirigente, docenti, personale amministrativo, collaboratori

scolastici e tutti coloro che a vario titolo assumono la responsabilità dell’azione educativa e dell’erogazione del servizio

scolastico; alunni; famiglie:

Uguaglianza, dignità e inclusione delle persone, senza distinzioni di sesso, cultura, religione, lingua, opinioni

politiche, condizioni fisiche, psicologiche, sociali ed economiche;

Cittadinanza, legalità, convivenza;

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Sostenibilità, Solidarietà; Benessere e intelligenza emotiva; Autonomia e indipendenza di giudizio;

Innovazione e Comunicazione; Educazione e apprendimento continui;

Trasparenza ed Efficienza; Partecipazione e Responsabilità; Senso di appartenenza alla comunità educante.

Valori che si concretizzano nell’assicurare e perseguire:

Il successo educativo e formativo di tutti gli alunni;

Il rispetto della libertà di scelta educativa delle famiglie;

La libertà d'insegnamento nel rispetto dell'autonoma personalità degli alunni;

L'accoglienza permanente, le pari opportunità, l'inclusione di tutti gli alunni; culture e prassi inclusive

finalizzate al successo formativo di tutti gli alunni, con particolare attenzione a quelli con disabilità, disturbi

specifici dell'apprendimento e in situazioni di svantaggio socioeconomico, linguistico e culturale;

La centralità delle persone che apprendono e la valorizzazione dei loro talenti e del loro protagonismo;

La promozione del benessere organizzativo e didattico, dei corretti stili di vita, della buona convivenza degli

alunni; la prevenzione del disagio scolastico, in particolare con riferimento ai fenomeni del bullismo e del

cyberbullismo;

Il consolidamento nei giovani alunni dei diritti di cittadinanza, del senso di appartenenza, della solidarietà e

della responsabilità; l’educazione all’ambiente, alla pace, alla collaborazione, all’inclusione;

Un clima positivo di relazione e di confronto; l’uso corretto, responsabile e critico della rete e dei social;

L’apprendimento attivo, significativo, innovativo; lo sviluppo delle competenze trasversali;

Il collegamento tra l'acquisizione delle competenze di cittadinanza e il concetto di cittadinanza globale,

legando lo sviluppo delle competenze alla piena comprensione delle sfide globali;

La gestione partecipata della scuola, per promuovere la corresponsabilità nei processi educativi di tutta la

comunità scolastica educante;

La costantemente rinnovata professionalità dei docenti quali professionisti promotori di educazione, di cultura

e di apprendimento;

Forme di innovazione metodologica e didattica attraverso l’integrazione della didattica laboratoriale e delle

nuove tecnologie nel curricolo;

La qualificazione dell’Istituto quale punto di riferimento educativo-culturale per il contesto territoriale, dove

si possano mettere in discussione i processi socioculturali in atto e progettare un futuro alternativo e

significativo.

Indicazioni metodologiche al Collegio

Pianificazione collegiale dell’Offerta Formativa Triennale, giunta alla scadenza triennale

A. Pianificare e aggiornare annualmente un’Offerta Formativa Triennale (PTOF) coerentemente con i traguardi di

apprendimento e di competenze attesi e fissati dalle Indicazioni Nazionali per il curricolo 2012 e 2018, dalle

Linee Guida vigenti, dai documenti europei, con le esigenze del contesto territoriale, con le istanze particolari

dell’utenza della scuola, sulla base delle nuove competenze chiave per l’apprendimento permanente adottate

con Raccomandazione del Consiglio dell’UE il 22 maggio del 2018;

B. Le priorità, i traguardi e gli obiettivi individuati dal rapporto di autovalutazione (RAV) e il conseguente piano

di miglioramento di cui all’art. 6, comma 1, del DPR 28.3.2013 n. 80 dovranno costituire parte integrante del

Piano, sulla base dei protocolli di valutazione e delle scadenze temporali previsti da Invalsi;

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C. Finalizzare le scelte educative, curricolari, extracurricolari e organizzative al contrasto della dispersione

scolastica, di ogni forma di discriminazione, al potenziamento dell’inclusione scolastica e del diritto al

successo formativo di tutti gli alunni; alla cura educativa e didattica speciale per gli alunni che manifestano

difficoltà negli apprendimenti legate a cause diverse (deficit, disturbi, svantaggio); all’alfabetizzazione e al

perfezionamento dell’italiano come lingua seconda attraverso corsi e laboratori per studenti di cittadinanza o di

lingua non italiana; alla individualizzazione e alla personalizzazione delle esperienze per il recupero delle

difficoltà, per il potenziamento delle eccellenze, per la valorizzazione del merito;

D. Orientare i percorsi formativi offerti nel PTOF al potenziamento delle competenze linguistiche, matematico-

logiche, scientifiche e digitali, allo sviluppo di competenze di cittadinanza attiva e democratica e di

comportamenti responsabili e sostenibili; al potenziamento delle competenze nei linguaggi non verbali

(musica, arte, educazione motoria, tecnologia);

E. Prevedere percorsi e azioni per valorizzare la scuola intesa come comunità educante, attiva, aperta al territorio

e in grado di sviluppare l’interazione con le famiglie e con la comunità locale;

Pianificazione educativo-didattica e innovazione delle pratiche d’aula

Al fine di garantire il successo educativo e formativo di tutti gli alunni è indispensabile individuare una pluralità di

metodologie didattiche da utilizzare nelle diverse fasi, le opportune strategie di semplificazione, riduzione,

adeguamento dei contenuti di apprendimento in presenza di alunni in difficoltà, nonché gli strumenti compensativi,

le misure dispensative e l’adeguamento della valutazione in presenza di situazioni di bisogno educativo speciale

rilevate (disabilità, disturbi di apprendimento, gravi difficoltà). Occorre progettare curricoli inclusivi per

personalizzare i percorsi, valorizzando le potenzialità di ogni studente e ponendo la valutazione come una

fondamentale leva di processo per innescare il cambiamento.

Infatti, una scuola più inclusiva è l'obiettivo-chiave delle politiche dell'istruzione europee, richiamando

necessariamente l'inclusione sociale, strettamente correlato al tema della formazione alla cittadinanza attiva che è

la partecipazione responsabile alla società civile, alla vita politica e di comunità di tutti gli individui in conformità a

condizioni che garantiscono il reciproco rispetto, la non violenza, la rimozione di ostacoli e di barriere (fisiche,

culturali, sociali), in accordo con la democrazia e i diritti umani, grazie ad una scuola su misura, quindi ad una

didattica su misura (Claparède). In questo contesto, sono di riferimento il D.Lgs. 13 aprile 2017, n. 66, ma anche i

principi ai quali si ispira il D.Lgs. 13 aprile 2017, n. 62, che ribadisce il senso formativo della valutazione degli

apprendimenti.

Un curricolo inclusivo è permeabile alle sollecitazioni provenienti dall’esterno, è accogliente, affettivamente

caldo e partecipativo. Privilegia un'organizzazione a ‘legame debole’ perché fa interagire più facilmente i membri

di un gruppo; facilita la discussione, la condivisione delle informazioni, l'espressione dei giudizi. Valorizza le doti

degli allievi, contamina e ibrida le loro culture, attiva l'attitudine alla ricerca delle mediazioni culturali ed

emotive, operando per il superamento dei conflitti. Un curricolo inclusivo privilegia la personalizzazione perché

valorizza le molteplici forme di differenziazione, cognitiva, comportamentale, culturale, che gli allievi portano in

dote a scuola.

Personalizzare i percorsi di insegnamento-apprendimento non significa parcellizzare gli interventi e

progettare percorsi differenti per ognuno degli alunni/studenti delle classi, quanto strutturare un curricolo

che possa essere percorso da ciascuno con modalità diversificate in relazione alle caratteristiche personali. Non

significa pensare alla classe come un’unica entità astratta, che ha un unico obiettivo da raggiungere con un’unica

strategia, ma come una realtà composita in cui mettere in atto molteplici strategie per sviluppare le potenzialità di

ciascuno. Il curricolo sia inclusivo affinché quello che è necessario per alcuni diventi utile per tutti.

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Relazione educativa e clima di classe/d’Istituto

Il clima di classe sia strettamente connesso alla qualità della gestione della classe, che non riguarda

prioritariamente il controllo della disciplina, ma comprenda tutto ciò che le docenti possono realizzare per

promuovere interesse e partecipazione e, soprattutto, il riconoscimento dell’altro come persona. In relazione

alla gestione delle classi si possono individuare diverse dimensioni di cui tener conto, in particolare la

comunicazione, la relazione educativa, l’organizzazione. Questi aspetti connotano un ambiente di apprendimento

inclusivo e dovrebbero diventare oggetto di specifiche riflessioni collegiali per essere considerati in modo esplicito

nella valutazione e nella programmazione

I risultati degli apprendimenti non siano disgiunti dall’aspetto sociale dello stare a scuola: stabilire buone relazioni

con gli insegnanti e i compagni, apprendere le regole sociali e di convivenza civile, imparare a condividere,

comunicare, collaborare, sviluppare una percezione positiva di sé. Anche la ricerca scientifica evidenzia che le

competenze sociali e civiche risultano essere il miglior predittore del successo formativo, scolastico e sociale.

La progettazione e la realizzazione di un curricolo inclusivo, pertanto, non possono essere svincolate dalla

promozione di un clima di classe inclusivo, che punta all’apprendimento e alla partecipazione sociale di tutti gli

alunni, corrispondendo adeguatamente a tutte le diversità individuali. Ciò è possibile solo attraverso la

realizzazione di processi che da un lato pongano attenzione alle prassi didattiche (curricoli rivolti allo sviluppo

di intelligenze multiple, apprendimento attivo e basato su problemi reali, integrazione delle tecnologie nel

curricolo, valutazione autentica e utilizzo di strumenti per l’autovalutazione), dall’altro alla promozione delle

relazioni sociali (modalità cooperative di apprendimento e di collaborazione informale tra gli alunni,

coinvolgimento attivo degli studenti nelle decisioni).

La relazione causa-effetto fra competenze disciplinari e competenze di cittadinanza

Le stesse Indicazioni Nazionali per il primo ciclo di istruzione, rilevano che “… l’obiettivo della scuola (...) è di

formare saldamente ogni persona sul piano cognitivo e culturale, affinché possa affrontare positivamente

l’incertezza e la mutevolezza degli scenari sociali e professionali, presenti e futuri. Le trasmissioni standardizzate e

normative delle conoscenze, che comunicano contenuti invariati pensati per individui medi, non sono più adeguate.

Sono questi gli assi portanti delle Indicazioni Nazionali per il curricolo del primo ciclo, anche in relazione al

recente documento 20181 che ne integra le proposte. L’idea comune di queste esperienze è quella di superare gli

steccati disciplinari per promuovere quelle conoscenze che determinano abilità cognitive funzionali alla

costruzione del metodo di studio e della motivazione all’apprendimento.

Una didattica orientativa si costruisce con una scuola che non sia percepita “come un ostacolo da superare, ma

come strumento per superare gli ostacoli (…) La didattica orientativa non pone direttamente la domanda: “Cosa

vuoi fare da grande?”, ma chiede agli alunni di porsi essi stessi domande più sensate e funzionali: “Cosa mi riesce

meglio? Su cosa mi impegno con meno fatica? Cosa mi appassiona di più?”. Alla scuola spetta garantire il luogo e

il tempo più giusti per trovare ciascuno le proprie risposte.

“Ogni persona ha diritto all’educazione attraverso l'istruzione e l’apprendimento permanente di qualità e

inclusivi, al fine di mantenere e acquisire competenze che consentono di partecipare pienamente alla società. Ogni

persona ha diritto a un'assistenza tempestiva e su misura per migliorare le sue prospettive di vita autonoma e

responsabile”.

Nella gestione della classe privilegiare modelli didattici e di apprendimento che coinvolgano direttamente e

attivamente gli alunni in situazioni in cui ciascuno possa avere la possibilità di soddisfare bisogni educativi comuni

a ogni alunno (di essere accettato e valorizzato, di autostima, di dimostrare la propria competenza, di auto

1 http://www.miur.gov.it/documents/20182/0/Indicazioni+nazionali+e+nuovi+scenari/3234ab16-1f1d-4f34-99a3-319d892a40f2

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realizzarsi, di appartenere al gruppo e di socializzare). Le principali azioni da porre in essere si sintetizzano nel:

richiamo dei prerequisiti, presentazione di stimoli per l’apprendimento attivo degli alunni, apprendimento

collaborativo, problem solving e ricerca, discussione guidata, gioco di ruolo, riflessione metacognitiva su processi e

strategie, tutoring, realizzazione progetto, transfer di conoscenze e abilità, compiti di realtà, flipped classroom ecc..

Nei casi di alunni in situazione di disabilità, disturbi di apprendimento o di altre gravi difficoltà, così come previsto

dai PEI o dai PDP, attuare strategie di semplificazione, riduzione, adeguamento dei contenuti di apprendimento,

con strumenti compensativi e misure dispensative condivise con il Consiglio di classe, famiglie e studenti.

Per il processo valutativo privilegiare modalità e criteri di valutazione formativa, illuminativa e orientativa, per

l’apprendimento, evitando il ricorso al voto numerico nella fase di apprendimento di un nuovo compito e

privilegiando il giudizio orientativo che confermi aspetti positivi della prova e, contestualmente, indichi aspetti da

rivedere con esercizi assegnati mirati. Tale modalità valutativa è da privilegiare per incoraggiare i nostri bambini a

proseguire con sicurezza e con la sensazione di essere capaci, di avere la possibilità di migliorare sempre, di avere

altre opportunità, grazie ad una costante azione di scaffolding cognitivo ed emotivo.

In presenza di risultati di apprendimento appena sufficienti e mediocri diffusi, ossia non circoscritti a un numero

molto esiguo di alunni in difficoltà (da seguire comunque con intervento individualizzato e al di là della presenza o

meno di certificazioni, diagnosi o individuazioni di BES) è bene riflettere sulle scelte didattiche operate che non

hanno prodotto i risultati attesi e cambiare strategie e modalità di gestione della classe e della relazione educativa.

A tale proposito si sottolinea che la qualità di un intervento didattico è riconducibile al suo valore aggiunto, ossia

progresso nell’apprendimento e nella partecipazione dell’alunno che si riesce a ottenere con l’intervento educativo

e didattico, nonostante e al netto delle variabili assegnate che lo caratterizzano.

Curare l’allestimento di ambienti di apprendimento ricchi di stimoli e di situazioni dinamiche che coinvolgano

direttamente e attivamente l’operatività dei bambini e dei ragazzi, che facilitino l’apprendimento collaborativo, la

ricerca, la progettazione e la costruzione della conoscenza, la scoperta e il piacere di apprendere insieme. Gli

ambienti fisici e la loro organizzazione (setting d’aula, materiali, esposizioni di lavori prodotti dagli alunni, mappe

concettuali, presentazioni, cartelloni, raccolte, angoli attrezzati…) sono significativi della vita della classe e dei

processi attivi che in essa si realizzano. Aule spoglie con banchi schierati frontalmente di fronte alla cattedra, oltre

a essere tristi esprimono chiaramente la tipologia di lezioni che vi si realizzano e lasciano immaginare le difficoltà

nel mantenere l’attenzione degli alunni, i cui tempi, sappiamo, sono ridotti e richiedono di variare codici, modalità

e situazioni di stimolo.

In presenza di comportamenti inadeguati e di disturbo, è necessario che le docenti rilevino tali comportamenti con

una certa frequenza e riflettano sulle modalità di gestione delle relazioni di classe, per rivederle e sperimentare

nuovi approcci, con il supporto costante e i suggerimenti del dirigente scolastico, ma anche delle colleghe che

hanno sperimentato strategie educative efficaci per arginare le problematiche segnalate. Ciò, in considerazione del

fatto che non sempre il ricorso all’autorità sortisce gli effetti sperati che, al contrario, molto spesso, si ottengono

con l’autorevolezza (robustezza di metodi e strategie), con l’entusiasmo professionale, con la passione per i

bambini e per i ragazzi e con il desiderio vivo di cura educativa per rimuovere quegli ostacoli che impediscono il

pieno sviluppo delle potenzialità individuali. A questo proposito si rammenta a tutti la necessità di concordare linee

educative, regole di comportamento e modalità organizzative della classe e d’Istituto unitarie e applicate

sistematicamente con coerenza e costanza.

Dopo la lezione riflettere sulle situazioni emerse e osservate, registrare le criticità su cui ritornare, rilevare punti di

forza da utilizzare e su cui far leva, cogliere le opportunità offerte dagli stessi alunni per rivedere modalità e scelte,

risorse metodologiche, umane, strumentali, esistenti e nuove, necessarie per migliorare i processi e i risultati.

Privilegiare mediatori aggiuntivi al codice verbale per supportare le azioni di insegnamento (presentazione

dell’obiettivo, richiamo e accertamento dei prerequisiti di conoscenza e abilità necessari per il nuovo

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apprendimento, presentazione del compito di apprendimento, esercitazioni di verifica, valutazione formativa) e le

attività di apprendimento (ricerca, produzione di mappe, schemi, progetti, documenti e prodotti multimediali,

presentazioni). In questa direzione vanno sicuramente privilegiate le nuove tecnologie, in particolare la LIM di cui

le aule sono dotate.

L’organizzazione degli spazi e dei tempi, “setting” per l’apprendimento (curricolo implicito) In una scuola inclusiva i tempi, gli spazi e l’organizzazione, assumono una dimensione strategica, di rilevanza

pedagogica, utile al successo formativo di tutti e di ciascuno.

Scuole, accoglienti e aperte alla comunità, dotate di ambienti flessibili e laboratoriali, che valorizzano aree all’aperto e

spazi comuni, innovative e tecnologiche, stimolano la collaborazione e favoriscono il benessere individuale e

organizzativo, il senso di appartenenza e l’inclusione di tutti, riducendo l’impatto delle “barriere”, non solo

architettoniche, ma anche organizzative (emotive, cognitive), presenti nell’ambiente scolastico, grazie alla

valorizzazione delle potenzialità e degli stili di apprendimento nonché della comunità professionale scolastica con lo

sviluppo del metodo cooperativo, nel rispetto della libertà di insegnamento, la collaborazione e la progettazione,

l’interazione con le famiglie e il territorio; predisponendo una “didattica per ambienti di apprendimento” funzionale

a una dimensione più attiva del processo di insegnamento-apprendimento.

Pianificazione dei campi di potenziamento e obiettivi formativi (comma 7, legge 107/2015)

1. Alfabetizzazione e perfezionamento dell'italiano come seconda lingua attraverso corsi e laboratori per studenti

di cittadinanza, o di lingua, non italiana, da organizzare anche in collaborazione con gli enti locali e il terzo

settore, con l'apporto delle comunità di origine, delle famiglie e dei mediatori culturali;

2. Prevenzione e contrasto della dispersione scolastica, di ogni forma di discriminazione e del bullismo, anche

informatico; potenziamento dell'inclusione scolastica e del diritto allo studio degli alunni con bisogni educativi

speciali attraverso percorsi individualizzati e personalizzati anche con il supporto e la collaborazione dei

servizi socio-sanitarie ed educativi del territorio e delle associazioni di settore;

3. Sviluppo delle competenze in materia di cittadinanza attiva e democratica attraverso la valorizzazione

dell'educazione interculturale e alla pace, il rispetto delle differenze e il dialogo tra le culture, il sostegno

dell'assunzione di responsabilità nonché della consapevolezza dei diritti e dei doveri e delle libertà

costituzionalmente garantite;

4. Valorizzazione e potenziamento delle competenze linguistiche, con particolare riferimento all'italiano nonché

alla lingua inglese e ad altre lingue dell'UE;

5. Sviluppo delle competenze digitali degli studenti, con particolare riguardo al pensiero computazionale,

all'utilizzo critico e consapevole dei social network e dei media nonché alla produzione;

6. Individuazione di percorsi e di sistemi funzionali alla premialità e alla valorizzazione delle eccellenze degli

studenti;

7. Sviluppo di comportamenti responsabili ispirati alla conoscenza e al rispetto della legalità, della sostenibilità

ambientale, dei beni paesaggistici, del patrimonio e delle attività culturali potenziamento delle competenze

nelle pratica e nelle cultura musicali, nell'arte e nella storia dell'arte;

8. Potenziamento delle discipline motorie e sviluppo di comportamenti ispirati ad uno stile di vita sano, con

particolare riferimento all'alimentazione, all'educazione fisica e allo sport.

Nell’esercizio delle sue funzioni, il Collegio dei docenti è invitato a sviluppare un processo permanente di

“socializzazione” dei problemi e delle competenze, al fine di costituirsi come comunità educante, in cui si dialoga e ci

si confronta, si costruiscono relazioni collaborative e produttive, si riflette sui successi e sulle criticità, intese come

campi di ricerca per trovare adeguate soluzioni, nell’ottica di un impegno costante, individuale e collettivo, che porti ad

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un miglioramento continuo.

In quest’ottica sarà privilegiata una leadership distribuita, per valorizzare e accrescere la professionalità dei singoli e dei

gruppi, che faccia leva su competenze, capacità, interessi, motivazioni attraverso la delega di compiti e il

riconoscimento di spazi di autonomia decisionale e di responsabilità, il cui presupposto è una visione del docente

ispirata all'art. 33 della Costituzione e della scuola come luogo, ambiente, comunità che educa e forma le nuove

generazioni.

I Collaboratori individuati dal Dirigente Scolastico, i Referenti di plesso, i Coordinatori di classe, di interclasse e di

intersezione, le Funzioni Strumentali costituiranno i nodi di raccordo tra l'ambito gestionale e l'ambito didattico in

coerenza con quanto stabilito dal PTOF e rilevato dal RAV e dal PdM.

Ai sensi dell’art. 3 del DPR 275/99, così come sostituito dall’art. 1 comma 14 della Legge 107/2015, ai fini

dell’aggiornamento del PTOF il Dirigente Scolastico formula i seguenti indirizzi per le attività della scuola e le scelte di

gestione e di amministrazione:

• L’aggiornamento del PTOF deve tener conto delle priorità, dei traguardi e degli obiettivi di processo

individuati nel RAV, per rispondere alle reali esigenze dell’utenza;

• l’Offerta Formativa deve articolarsi tenendo conto non solo della normativa e delle presenti indicazioni, ma

anche del patrimonio di esperienza e professionalità presente nell’Istituto.

Il presente atto è formulato tenendo in considerazione i seguenti ambiti di intervento:

1. Comunicazione interna ed esterna

2. Organizzazione della scuola

3. Valorizzazione delle professionalità

4. Autoanalisi e Autovalutazione.

COMUNICAZIONE INTERNA ED ESTERNA

Nell’ambito della comunicazione interna, le azioni dovranno essere finalizzate a una maggiore e migliore circolazione

delle notizie/informazioni tramite gli strumenti tecnologici e, soprattutto, tramite apposite sezioni del sito della

scuola.

Saranno incrementate le occasioni di incontro/confronto con il personale per creare una vera comunità educante

(CCNL scuola 2018) in cui ognuno possa operare responsabilmente e consapevolmente.

Per quanto riguarda la comunicazione esterna, dovranno essere attivate tutte le iniziative utili a creare una sinergia positiva

scuola – famiglia - territorio:

- Pubblicazione tempestiva delle comunicazioni/informazioni tramite il sito della scuola e i social network

- Pubblicazione modulistica sul sito della scuola

- Incontri periodici dei genitori (rappresentanti di classe) con il Dirigente Scolastico

- Incontri individuali tra docenti e genitori anche per gli alunni della Scuola dell’Infanzia

- Incontri di presentazione dell’Offerta Formativa per i genitori che devono scegliere la scuola per i loro figli

- Incontri con l’Amministrazione locale e con tutti gli Stakeholder per condividere strategie di intervento e per

programmare significative forme di collaborazione.

- Costituzione di reti con le altre realtà scolastiche sia per la didattica che per l’organizzazione della scuola.

- Protocolli d’Intesa e Convenzioni con Enti e Soggetti Esterni.

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ORGANIZZAZIONE DELLA SCUOLA

Per quanto riguarda l’organizzazione della scuola, gli interventi dovranno essere programmati tenendo in considerazione tre

aree distinte:

1. Organizzazione didattico-pedagogica

2. Organizzazione del personale

3. Organizzazione dei servizi amministrativi-gestionali.

1. Organizzazione didattico-pedagogica

Il curricolo verticale dovrà essere rivisto tenendo in considerazione i documenti ministeriali, le esigenze degli alunni

e le peculiarità del contesto in cui è inserita la scuola. Per tale motivo dovranno essere incrementate le occasioni di

incontro/confronto costruttivo con le risorse culturali del territorio, con l’intento di costruire un’autentica comunità

educante, il cui baricentro dovrà essere la persona di ognuno.

La Scuola dell’Infanzia risponderà alle esigenze delle famiglie con attività distribuite per 40 ore settimanali.

Particolare attenzione dovrà essere riservata all’accoglienza soprattutto dei bimbi più piccoli e alla continuità con la

Scuola Primaria. Nel prossimo triennio di riferimento l’esperienza del fare scuola sarà ripensata all’interno di

una nuova cornice culturale, promuovendo la capacità degli alunni di dare senso alle loro esperienze,

presidiando e valorizzando alle varie dimensioni dell’educazione e dell’apprendimento. Saranno progettate e

realizzate attività per gruppi omogenei, introducendo gradualmente l’uso di metodologie attive e laboratoriali,

per un apprendimento attivo e cooperativo.

Nella Scuola dell’Infanzia dovranno essere introdotte la lingua inglese e l’informatica.

Tutte le sezioni lavoreranno in parallelo, tenendo conto delle specifiche esigenze dei bambini e saranno garantiti

momenti di incontro/confronto tra il Personale in servizio nei diversi Plessi. Saranno realizzate tutte le iniziative utili a

valorizzare la dimensione educativa della Scuola dell’Infanzia, per agevolare l’inserimento dei bambini nei

successivi ordini scolastici e il loro successo formativo.

Per quanto riguarda la Scuola Primaria, dovrà essere garantita una equa distribuzione degli alunni elaborando criteri

di formazione delle classi tramite i quali, pur tenendo conto delle richieste dei genitori, si possa garantire

l’eterogeneità e l’equilibrio del numero tra maschi e femmine. Dovranno essere programmati e realizzati tutti gli

interventi utili migliorare la qualità degli apprendimenti e il clima relazionale:

- Accoglienza con particolare attenzione per gli alunni delle classi prime (Progetto Accoglienza)

- Programmazione delle attività e prove di verifica periodiche per classi parallele

- Interventi per favorire l’inserimento degli alunni disabili e/o con disagio (Progetto Inclusione e Progetto

Solidarietà)

- Interventi per favorire l’inserimento degli alunni stranieri e per permettere loro di acquisire velocemente

adeguate competenze linguistiche

- Interventi per favorire il passaggio degli alunni da un ordine di scuola all’altro (Progetto Continuità)

- Interventi per favorire il rispetto del Regolamento scolastico e delle regole di convivenza civile (Progetto

Legalità – Collaborazione con le Forze dell’Ordine - Collaborazione con Circoli e Associazioni culturali)

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- Uso costante di tecniche didattiche attive (attività laboratoriali, giochi di simulazione, cooperative learning,

problem solving…)

- Introduzione di puntuali forme di verifica/valutazione delle competenze dalle quali possa scaturire una

motivata certificazione delle competenze alla fine della Scuola Primaria, in coerenza con le indicazioni

ministeriali e, in particolare, con il Decreto MIUR n. 742/2017.

- Attività di recupero e consolidamento finalizzate principalmente a favorire risultati positivi in italiano,

matematica e inglese nelle prove standardizzate INVALSI (obiettivi: superare in tutte le prove e in tutte le

classi i livelli delle scuole con uguale contesto sociale, culturale ed economico; contenere il cheating; ridurre

la varianza tra le classi).

Compito della nostra scuola sarà educare la persona istruendo. La scuola deve essere il luogo dove si educa

all’umanità, a riconoscere la dignità di tutti, il luogo di incontro e di crescita di persone. Educare istruendo deve

significare tre cose:

Consegnare il patrimonio del passato perché non vada disperso, ma venga metabolizzato e messo a frutto;

Preparare al futuro;

Accompagnare il percorso di formazione personale.

Educare istruendo significa incrociare lo stile cognitivo dello studente. Questa è la sfida per una nuova cittadinanza e

un nuovo umanesimo.

Attività di preparazione alle nuove prove INVALSI di inglese

- Attività di potenziamento per valorizzare le eccellenze

- Potenziamento della lingua inglese in particolare nelle classi prime

- Introduzione della robotica nella sua valenza trasversale per abituare gli alunni a ragionare secondo la logica

del problem solving e per favorire il lavoro di gruppo

- Partecipazione a competizioni, gare e tornei

- Partecipazione ai Bandi PON 2014/20 e realizzazione dei Progetti già approvati

- Occasioni per coinvolgere i genitori sia nella progettazione/realizzazione delle attività sia in percorsi

formativi a loro rivolti.

Monitoraggio dei risultati degli alunni frequentanti la Scuola Primaria per avere dati utili a rivedere il curricolo

scolastico e a migliorare la progettazione delle attività.

Per agevolare le famiglie e fornire adeguate risposte alle esigenze degli studenti tramite l’arricchimento dell’offerta

formativa, la Scuola si impegnerà ad assicurare e/o promuovere i seguenti servizi:

- Servizio scuolabus in accordo con l’Ente locale.

- Servizio di refezione scolastica in accordo con l’Ente locale per le sezioni dell’Infanzia.

Grande importanza sarà attribuita alla collaborazione con i servizi sociali del Comune e con i vari Enti locali.

2. Valorizzazione delle Professionalità

L’organizzazione del Personale dovrà essere finalizzata al miglioramento della qualità dei servizi offerti. Per i docenti

saranno tenute in grande considerazione le competenze specifiche e saranno promosse occasioni per arricchire la

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formazione del Personale.

Il Dirigente Scolastico sarà coadiuvato da uno staff (due Collaboratori del Dirigente Scolastico, 7 Funzioni

Strumentali, Responsabili di Plesso) con il quale saranno organizzati incontri periodici anche informali per un

puntuale controllo della situazione e una piena condivisione delle strategie di intervento.

Sarà incentivato l’uso laboratoriale dell’aula affinché vengano sempre più utilizzate pratiche didattiche attive per

rendere significativi gli apprendimenti degli allievi (CSSC).

Saranno individuate figure responsabili di particolari Progetti e/o Attività.

Gli incarichi saranno affidati per iscritto e l’insegnante individuato dovrà produrre puntuali resoconti delle attività

effettuate.

Per quanto riguarda il Personale ATA, il DSGA dovrà organizzare il servizio tenendo prioritariamente conto

delle esigenze della scuola.

I Collaboratori Scolastici effettueranno con puntualità tutti i compiti del loro profilo.

Periodicamente saranno effettuati incontri, anche informali, per verificare il funzionamento dell’organizzazione della

scuola ed effettuare eventuali modifiche.

Tutto il Personale, docente e ATA, sarà coinvolto nella formazione/informazione riguardante la sicurezza della scuola,

secondo quanto previsto dal D.Lgs. 81/2008.

L’organigramma della sicurezza sarà aggiornato affidando gli incarichi al Personale coerentemente con la specifica

formazione di ognuno.

4. Organizzazione dei servizi amministrativi-gestionali.

La gestione e amministrazione della scuola dovrà essere improntata ai criteri di efficienza, efficacia, economicità e

trasparenza. Il DSGA curerà la gestione dei servizi generali e amministrativi, secondo il puntuale rispetto della

normativa vigente.

L’attività negoziale, nel rispetto delle prerogative previste dai Regolamenti Europei, dalle Leggi, dal Codice dei

contratti pubblici e dai rispettivi Regolamenti, nonché dal Regolamento di contabilità (D.I. 44/2001 e 129/2018) sarà

sempre coerente con le scelte didattiche e sarà improntata al massimo della trasparenza.

Nell’organizzazione del Personale della Segreteria saranno distribuiti i compiti in base alle competenze e le

disposizioni saranno sempre puntuali.

La Segreteria dovrà agevolare gli utenti con il ricevimento di mattina ogni giorno e, almeno una volta alla settimana,

anche di pomeriggio. Dovrà avviarsi il processo di dematerializzazione tramite la gestione on line di tutti i

documenti, in coerenza con la normativa vigente. A tal fine sarà agevolata la partecipazione del Personale a specifici

corsi di formazione/aggiornamento.

AUTOANALISI E AUTOVALUTAZIONE

La scuola, deve sviluppare attitudine a effettuare forme di autoanalisi e autovalutazione, considerato che con la

Direttiva n. 11 del 18 settembre 2014 e con la CM n. 47 del 21 ottobre 2014 l’autovalutazione è diventata obbligatoria

al fine di individuare gli interventi per un reale Piano di Miglioramento per riuscire a focalizzare i punti di forza e i

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punti di debolezza con il coinvolgimento dei principali Stakeholder. Il Piano di Miglioramento dovrà essere inteso

come impegno da parte di tutta la comunità scolastica nella sua complessità (Personale della scuola, Genitori,

Amministrazione, Comunità locale, Associazioni).

Durante l’anno particolare attenzione dovrà essere effettuata al confronto/incontro con personale interno ed esterno per

raccogliere informazioni, dati, lamentele, suggerimenti.

Per agevolare i genitori e il Personale, i monitoraggi saranno effettuati prevalentemente utilizzando la rete internet con

credenziali di accesso. I dati ottenuti saranno elaboratori tramite specifici software per i monitoraggi.

L’autovalutazione dovrà essere sempre intesa come base per progettare e realizzare il miglioramento.

Riferimenti al RAV e al Piano di Miglioramento

L’elaborazione del PTOF deve tener conto delle priorità, dei traguardi e degli obiettivi di processo individuati nel

RAV, aggiornato nel mese di luglio 2018, per rispondere alle reali esigenze dell’utenza.

In particolare gli Obiettivi/Priorità sono:

PRIORITÀ E TRAGUARDI

ESITI DEGLI

STUDENTI

DESCRIZIONE DELLA PRIORITÀ DESCRIZIONE DEL TRAGUARDO

1. Risultati nelle prove

standardizzate

nazionali

Assicurare esiti più uniformi tra le classi della scuola primaria nelle prove standardizzate

nazionali.

La restituzione degli esiti delle prove

INVALSI non costituisce l'occasione di

riflessione all’interno dei gruppi d’interclasse.

Proseguire nella costruzione di prove strutturate d'Istituto iniziali e finali per classi

parallele in almeno tre discipline. Tale

riflessione andrebbe potenziata e andrebbero

approfonditi gli elementi per rimodulare,

dove necessario, la programmazione

curricolare.

2. Competenze chiave

europee

Realizzazione di percorsi progettuali integrati

per lo sviluppo delle competenze chiave di

cittadinanza. Rendere consapevoli di far parte

di una comunità territoriale organizzata a garanzia dei diritti delle persone.

Ampliare il proprio orizzonte territoriale,

nazionale e mondiale.

Alle priorità scelte corrispondono i seguenti obiettivi di processo

OBIETTIVI DI PROCESSO

AREA DI PROCESSO DESCRIZIONE DELL'OBIETTIVO DI PROCESSO

Curricolo, progettazione e

valutazione

Allargare la somministrazione di prove di livello per classi parallele, oltre ad

italiano e matematica, anche per altre discipline (inglese).

Proseguire nella costruzione di strumenti per la rilevazione sistematica delle

competenze di cittadinanza ai fini della loro certificazione. Potenziare percorsi progettuali nell'area dell’educazione alla cittadinanza per lo

sviluppo delle competenze chiave.

Ambiente di apprendimento

Potenziare l'utilizzo di strumenti digitali (TIC, tecnologie collaborative) a

supporto di procedimenti didattici innovativi.

Inclusione e differenziazione Migliorare il successo formativo degli alunni BES attraverso l’ottimizzazione

dell’uso del Piano Didattico Personalizzato.

Incrementare strumentazioni tecnologiche che favoriscono il pieno

raggiungimento di processi di inclusione.

Orientamento strategico e

organizzazione della scuola

Maggiore consapevolezza da parte del collegio sugli strumenti da adottare per il

monitoraggio di attività e risultati raggiunti nei vari progetti.

Integrazione con il territorio e

rapporti con le famiglie

Migliorare la partecipazione delle famiglie alle varie iniziative organizzate dalla

scuola.

L’Offerta Formativa deve articolarsi tenendo conto non solo della normativa e delle presenti indicazioni, ma

valorizzando anche il patrimonio di esperienza e professionalità che negli anni ha contribuito a costruire

l’immagine della scuola.

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Nel definire le attività per il recupero e il potenziamento del profitto, si terrà conto dei risultati delle rilevazioni

INVALSI relative all’anno scolastico precedente;

I progetti e le attività dovranno fare esplicito riferimento alle priorità, agli obiettivi di processo, al PTOF.

PRIORITÀ, TRAGUARDI E OBIETTIVI

Le priorità, i traguardi e gli obiettivi individuati dal rapporto di autovalutazione (RAV) e il conseguente piano di

miglioramento (PdM) di cui all’art.6, comma 1, del DPR 28.3.2013 n.80, costituiscono parte integrante del Piano. Per

conseguire gli obiettivi di miglioramento indicati nelle priorità sarà fondamentale attivare processi per lo

sviluppo/approfondimento delle competenze dei docenti e per l’innovazione didattica e metodologica.

Il Piano farà particolare riferimento ai seguenti commi dell’art.1 della Legge:

Comma 1 – (piena attuazione all'autonomia delle istituzioni scolastiche di cui all'articolo 21 della legge 15 marzo

1997, n. 59).

Affermare il ruolo centrale della scuola nella società della conoscenza e innalzare i livelli di istruzione e le

competenze delle studentesse e degli studenti, rispettandone i tempi e gli stili di apprendimento, per contrastare le

diseguaglianze socio-culturali e territoriali, per prevenire e recuperare l'abbandono e la dispersione scolastica, in

coerenza con il profilo educativo, culturale e professionale, per realizzare una scuola aperta, quale laboratorio

permanente di ricerca, sperimentazione e innovazione didattica, di partecipazione e di educazione alla cittadinanza

attiva, per garantire il diritto allo studio e le pari opportunità di successo formativo.

Porre l’apprendimento al centro della cultura organizzativa (learning organisation);

Considerare l’organizzazione scolastica come una comunità di pratiche, che condivide le conoscenze e le competenze

disponibili al suo interno, le sviluppa e implementa, rendendole patrimonio comune, utilizza l’errore come fattore di

problematicità per la ricerca di altre soluzioni;

Prevedere forme di documentazione, pubblicizzazione e valorizzazione delle buone pratiche messe in atto da singoli

o gruppi di docenti e dei prodotti/risultati degli alunni.

Comma 3 (le forme di flessibilità dell’autonomia didattica e organizzativa): in questo ambito si prevede:

il potenziamento dell’orario;

forme di flessibilità pomeridiana per le attività di potenziamento, con attività a classi aperte, per fasce di

livello, e ogni altra metodologia volta a favorire la ricerca e l’innovazione metodologico-didattica e il

successo formativo degli studenti;

la garanzia del successo formativo degli studenti tramite l’adozione, da parte delle docenti, di strategie

didattiche atte a valorizzare le competenze dei singoli studenti e a favorire l’inclusione di tutti nel rispetto dei

modi e dei tempi di studio di ogni alunno (con particolare attenzione agli studenti in situazione di disagio,

BES);

la realizzazione di una scuola aperta al territorio e alle richieste degli studenti, famiglie, docenti, garantendo

flessibilità, diversificazione, efficienza del servizio scolastico finalizzato al successo formativo;

il potenziamento dei saperi, delle conoscenze e delle competenze degli studenti;

lo studio di forme di flessibilità didattica e di autonomia organizzativa per la piena realizzazione del curricolo

della scuola e il raggiungimento degli obiettivi.

Comma 6 (fabbisogno di attrezzature e infrastrutture materiali): per ciò che concerne attrezzature e infrastrutture

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materiali il Piano deve prevedere progettualità e risorse per:

− il rinnovamento degli ambienti di apprendimento introducendo altre LIM

− la riqualificazione della Biblioteca d’Istituto, la promozione di iniziative di lettura (Concorsi, incontri con

autori…)

− il completamento e l’efficientamento della rete WLAN, con la connessione alla banda larga fibra, al fine di

qualificare e migliorare la didattica multimediale.

- Migliorare quantità e qualità delle dotazioni tecnologiche.

Comma 7 (obiettivi formativi prioritari):

OBIETTIVI PRIORITARI indicati nel c. 7 legge 107 INDIRIZZO DELLA SCUOLA

Valorizzazione e potenziamento delle competenze

linguistiche, matematico logiche e scientifiche

Sviluppare la didattica per competenze e la pratica di

prove comuni annuali per competenze; incrementare la

prassi di somministrazione di prove per competenze

d’area disciplinare;

Potenziamento delle competenze nella pratica nella

cultura musicale, nell’arte e nella storia dell’arte, nelle

tecniche e nei media di produzione e di diffusione delle

immagini e dei suoni, anche mediante il coinvolgimento

dei musei e egli altri istituti pubblici e privati operanti in

tali settori

Arricchire l’offerta formativa extrascolastica con

esperienze legate alla dimensione artistica (musica, arte);

- incentivare le opportunità di formazione in ambito

espressivo (teatro, musica, arte...) - rafforzare la

cooperazione con Musei, Conservatori e altre istituzioni

nel settore dei beni culturali e arti ….

Sviluppo delle competenze in materia di cittadinanza

attiva e democratica attraverso la valorizzazione

dell’educazione interculturale e alla pace, il rispetto delle

differenze e il dialogo tra le culture, il sostegno

dell’assunzione di responsabilità nonché della solidarietà

e della cura dei beni comuni e della consapevolezza dei

diritti e dei doveri ….

Declinare i contenuti disciplinari del curricolo

all’obiettivo della formazione del cittadino, del rispetto

della legalità e della democrazia; stabilire con chiarezza

ruoli e responsabilità degli studenti volti all’acquisizione

di un’etica della responsabilità/autonomia e di spirito di

collaborazione; valorizzare pratiche democratiche che

favoriscano la cura e un’autonoma gestione dello spazio

scuola (servizio d’ordine, didattica alternativa, utilizzo

pomeridiano degli spazi per pratiche peer to peer, incontri

culturali, ecc.); promuovere la cultura dell’inclusione

contro ogni discriminazione; favorire concrete esperienze

di solidarietà e di incontro con l’altro (volontariato,

incontri su temi sociali e attualità); mantenere la

collaborazione con le autorità preposte al rispetto della

legalità (Carabinieri, Polizia, Vigili, Volontariato, ecc.).

Sviluppo di comportamenti responsabili ispirati alla

conoscenza della sostenibilità ambientale, dei beni

paesaggistici, del patrimonio e delle attività culturali ….

Attivare percorsi tesi ad educare alla valorizzazione del

territorio; Promuovere una coscienza "ecologica" nei

confronti dell'ambiente "antropizzato"; Promuovere la

conoscenza delle vicende storico-archeologiche del

territorio; Promuovere il desiderio della tutela,

salvaguardia e divulgazione della memoria storica del

territorio di appartenenza; Promuovere comportamenti

ecosostenibili ….

Potenziamento delle discipline motorie e sviluppo di

comportamenti ispirati a uno stile di vita sano, con

particolare riferimento all'alimentazione, all'educazione

motoria …

Promuovere le attività sportive, anche attraverso la

partecipazione a tornei e gare esterne (Centro Sportivo

Scolastico); favorire le iniziative volte al benessere psico-

fisico e alla formazione di primo soccorso; Consolidare

l’abitudine al movimento nell’ambito di uno stile di vita

attivo e salutare, come elemento di prevenzione delle

condizioni di rischio in età adulta.

Sviluppo delle competenze digitali degli studenti, con Guidare gli studenti ad un uso critico delle TIC;

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particolare riguardo al pensiero computazionale,

all’utilizzo critico e consapevole dei social network …

incrementare l’uso di LIM e degli strumenti informatici

nella pratica didattica quotidiana ….

Potenziamento delle metodologie laboratoriali …. Favorire in tutte le discipline una metodologia didattica

attiva, attraverso l’uso dell’aula come laboratorio …

Potenziamento dell’inclusione scolastica e del diritto allo

studio degli alunni con bisogni educativi speciali

attraverso percorsi individualizzati e personalizzati anche

con il supporto e la collaborazione dei servizi socio-

sanitari ed educativi del territorio e delle associazioni di

settore …

Promuovere il benessere e la centralità degli studenti;

Sviluppare l’intelligenza emotiva; Creare, all’interno

dell’Istituto, una rete di ascolto per intercettare situazioni

di disagio e individuare strategie d’intervento; Attivare

concrete azioni di prevenzione al disagio e di

promozione dell’“agio” anche attraverso attività di

tutoring e di accoglienza; Assicurare servizi per

l’accoglienza degli studenti, promuovendo il “senso di

appartenenza” all’Istituto, il rispetto delle regole stabilite

e la comunicazione tra alunni-docenti-genitori; Valutare

qualitativamente e quantitativamente i dati

dell’insuccesso formativo, relativamente agli alunni in

uscita, anche negli anni successivi; Elaborare il PAI di

Istituto e monitorarne l’efficacia.

Valorizzazione della scuola intesa come comunità

educante, attiva, aperta al territorio e in grado di

sviluppare e aumentare l’interazione con le famiglie e con

la comunità locale …..

Intensificare i rapporti con gli ex-alunni, ampliando le

occasioni di collaborazione; Promuovere accordi di rete e

partenariati con altre scuole e soggetti pubblici, profit e

no profit, ricerca del territorio ….

Comma 16: il collegio deve assicurare la programmazione di Attività Alternative all’IRC, volte “all’approfondimento

di quelle parti dei programmi più strettamente attinenti ai valori della vita e della convivenza civile” (CM 129/86). La

citata nota del 7/3/2011 chiarisce che l'AAIRC deve costituire un servizio strutturale e obbligatorio. Le attività proposte

dovranno riguardare attività didattiche, formative di studio (di tematiche ambientali, sociali, storiche e attuali) in gruppo

o attività individuali (di recupero/potenziamento di attività curricolari, in riferimento ai bisogni dei singoli alunni), da

svolgersi con l'assistenza di docenti appositamente incaricati e all'interno dei locali della scuola;

OBIETTIVI

Rafforzare i processi di costruzione del curricolo per competenze;

Implementare una valutazione autentica e per l’apprendimento;

Ridurre la varianza all’interno delle classi e tra le classi;

Sostenere lo sviluppo professionale del personale attraverso l’elaborazione di un adeguato Piano di

Formazione, di attività di supporto nell’ambito dell’utilizzo delle tecnologie informatiche, dell’adeguamento

delle strategie di insegnamento e di gestione delle classi ai cambiamenti sia normativi che sociali in atto;

Strutturare i processi di insegnamento-apprendimento in modo che essi rispondano esattamente alle Nuove

Indicazioni Nazionali (2012 e 2018) e ai Traguardi di competenza, al fine di garantire a ciascun alunno

l’acquisizione di competenze e il successo formativo;

Condividere gli atti normativi interni, le regole e i comportamenti funzionali alla garanzia della sicurezza di

ognuno e al rispetto della privacy;

Curare i processi di comunicazione organizzativa interna ed esterna, avvalendosi dei nuovi strumenti digitali e

nel rispetto del Codice dell’Amministrazione Digitale;

Migliorare il sistema di comunicazione, socializzazione e condivisione tra il personale, gli alunni e le famiglie

relativamente agli obiettivi perseguiti e ai risultati conseguiti;

Promuovere la condivisione delle regole di convivenza e di esercizio dei rispettivi ruoli all’interno

dell’istituzione;

Generalizzare l’uso delle tecnologie digitali tra il personale e migliorarne la competenza;

Sostenere formazione ed autoaggiornamento per la diffusione dell’innovazione metodologico-didattica;

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Valorizzare le eccellenze, anche attraverso la partecipazione a gare e concorsi in ambito regionale, nazionale o

europeo;

Implementare i processi di dematerializzazione e trasparenza amministrativa.

DIRETTIVE

Approfondire la conoscenza dei nuovi decreti attuativi della L. 107/2015 per una corretta applicazione delle

nuove norme e per sfruttarne appieno le possibilità offerte, nell’ottica di rendere migliore il servizio offerto

all’utenza e delle nuove Racc. UE 2018 sulle competenze base;

Superare la dimensione trasmissiva dell’insegnamento e modificare l’impianto metodologico, potenziando la

didattica laboratoriale e per competenze, anche attraverso l’ottimizzazione dell’uso delle dotazioni esistenti, in

modo da contribuire fattivamente, mediante l’azione didattica, allo sviluppo delle competenze chiave di

cittadinanza europea;

Operare per la reale personalizzazione dei curricoli, sia in termini di supporto agli alunni in difficoltà sia nelle

direzioni dello sviluppo delle potenzialità, delle attitudini e della valorizzazione delle eccellenze;

Finalizzare la programmazione educativa e le attività scolastiche allo sviluppo unitario e verticale del curricolo

d’istituto, in una prospettiva di continuità infanzia/primaria/secondaria di primo grado;

Promuovere una didattica inclusiva che tenga conto degli alunni con bisogni educativi speciali, degli alunni

diversamente abili, degli alunni con disturbi specifici di apprendimento;

Implementare la verifica dei risultati a distanza come strumento di revisione, correzione, miglioramento

dell’offerta formativa e del curricolo;

Generalizzare l’uso delle tecnologie digitali tra il personale e migliorarne la competenza;

Integrare la progettazione dei percorsi formativi e migliorare la qualità delle dotazioni tecnologiche con il PON-

FSE e FESR;

Implementare i processi di dematerializzazione e la trasparenza amministrativa;

Prevedere percorsi e azioni (reti, accordi, progetti), per valorizzare la scuola intesa come comunità attiva, aperta

al territorio e in grado di sviluppare l’interazione con le famiglie e con la comunità locale;

Promuovere la condivisione delle regole di convivenza e di esercizio dei rispettivi ruoli all’interno dell’istituzione

scolastica;

Operare in modo trasparente, nella massima chiarezza, correttezza e imparzialità;

Promuovere la cultura dell’autovalutazione dell’operato della scuola per migliorarne continuamente l’azione

educativo-didattica.

Al PTOF 2019-2022 si dovranno aggiungere i seguenti aggiornamenti e/o integrazioni:

il RAV aggiornato e relativo PDM;

le attività progettuali previste dal Collegio dei docenti;

eventuali protocolli, accordi di rete e nuove forme di collaborazione con il territorio;

il piano di formazione;

il PAI annuale;

il fabbisogno di strumentazione e materiale didattico;

il fabbisogno delle risorse umane (organico dell’autonomia) che permetta di realizzare gli obiettivi del PTOF;

elaborazione di un progetto di istruzione domiciliare (I.D.);

ogni altro documento che definisca l'identità e la progettualità dell'Istituto.

L’aggiornamento del Piano dovrà essere predisposto a cura delle Funzioni Strumentali per il PTOF con la

collaborazione delle altre figure di sistema per essere portato all’esame del Collegio antecedentemente alle iscrizioni.

Consapevole dell’impegno che i nuovi adempimenti comportano per il Collegio Docenti e dello zelo con cui il

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personale docente assolve normalmente ai propri doveri, il Dirigente Scolastico ringrazia per la competente

collaborazione e auspica che il lavoro di ognuno possa contribuire al miglioramento complessivo della qualità

dell’Offerta Formativa della scuola intesa come Comunità educante.

Il PTOF dovrà essere predisposto dalle docenti dell’area Funzione strumentale a tal scopo costituita per essere

successivamente portato all’esame del collegio dei Docenti e approvato dal Consiglio d’Istituto.

CONCLUSIONI ……

FONDAMENTI COMUNI E PRIORITÀ DELL’AGIRE EDUCATIVO E DIDATTICO

Entrando nei territori dell’azione educativa e formativa, è opportuno cercare delle consonanze tra progettazione

dell’azione educativa e dell’intervento didattico, individuando alcuni fondamenti comuni dell’agire educativo e

didattico, quindi, del processo valutativo:

1. L’adozione di una visione pedagogica orientata verso il riconoscimento, la cura educativa e la valorizzazione

di tutte le diverse risorse umane, per promuovere e assicurare a tutti gli alunni/cittadini pari opportunità; 2. La sollecitazione e la diffusione a scuola di processi cooperativi per vivere, stare e studiare bene insieme;

3. La presa di posizione a favore di una visione attiva e costruttiva della mente e del corpo dei bambini per

favorirne la maturazione piena e consapevole della loro persona;

4. L’orientamento verso una concezione costruttivista della conoscenza e dell’azione didattica che richieda

l’attivismo degli studenti (da mente piena a mente ben fatta);

5. L’importanza da attribuire alla cura della relazionalità tra tutti i soggetti perché concorre a determinare

processi di efficace accoglienza e l’efficacia degli approcci metodologici. Anzi, è essa stessa scelta

metodologica e didattica di fondo.

Priorità dell’agire educativo

Una visione dell’educazione come cura verso l’altro.

Priorità dell’agire didattico

Valorizzazione della relazionalità come scelta didattica basilare fondata sulla centralità della persona, con la

conseguente attivazione di processi di insegnamento/apprendimento adeguati alle differenti intelligenze e

potenzialità degli studenti.

Educare è, innanzitutto, riconoscere l’altro (riconoscimento umano, civile, sociale, culturale) e prendersi cura.

Riconoscere l’altro significa:

Consapevolezza e valorizzazione della diversità umana (finalità primaria);

Sperimentare l’altro come occasione continuo di incontro;

Interazione e integrazione personale, relazionale, interculturale e intraculturale;

Riconoscere nell’altro una persona che ha bisogno di aiuto a diversi livelli: cognitivo, emotivo, relazionale,

comportamentale;

Promuovere a scuola situazioni educative di cura come preoccupazione per l’altro, attenzione partecipata,

voglia di stare vicino per aiutarlo e sostenerlo nella crescita e nello sviluppo globale.

Tutto questo porta a una didattica e a una valutazione su misura, attraverso l’individualizzazione e personalizzazione

dell’azione educativa.

Sia chiaro: non crediamo in una scuola che livella e porta tutti allo stesso traguardo, ma a una scuola che ha come

ragione sociale quella di dare a tutti la possibilità di raddoppiare i propri talenti: diritto degli alunni, dovere della

scuola. Infatti, non si può, né si deve diventare uguali, anzi si può e si deve restare diversi, differenti, unici, perché la

scuola deve investire sul capitale umano, anzi sulla persona umana.

A questo proposito, ricordiamo la parabola dei talenti. Essa ci insegna a non avere pura, a non fare paura, a operare una sapiente gestione dei beni. Il servo che ha ricevuto un solo talento ha agito in modo autoreferenziale e ha scelto di non

correre dei rischi, perché investire è sempre rischioso. Riportando questa parabola sul terreno della scuola, si può

sottolineare che investire e scommettere in ciascun alunno comporta un rischio che, però, è anche un’opportunità.

Individualizzare (scolaro) e personalizzare (persona) richiede tempo e fatica, con esiti positivi non scontati, almeno nel

breve periodo. Da qui la considerazione, molto diffusa nella scuola e non solo, che è meglio fare un trattamento uguale

per tutti, fare il proprio dovere svolgendo i programmi, piuttosto che correre il rischio di investire in ciascuno dei nostri

alunni, riconoscendo e premiando i più bravi e talentuosi, anche se ciò comporta una elevata selettività, con evidenti

diseguaglianze.

Invece, bisogna costruire ambienti di apprendimento capaci di futuro per tutti, per far sì che ogni alunno trovi la strada

per il personale investimento nei propri talenti (attitudini, capacità, sogni, aspettative, bisogni). Un ambiente di

apprendimento concepito come una palestra, un laboratorio dove l’insegnante tutor, allenatore, guida, educatore è presente, segue, cura, consiglia gli attrezzi da utilizzare e gli esercizi da fare. In un ambiente così pensato e agito, tutti

gli allievi si sentono nel posto giusto, non manifestano disagio perché si sentono parte del gioco dell’apprendere e

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questo crea autentica inclusione, perché tutti trovano la propria collocazione come cittadino e come essere umano.

In questa prospettiva fare una didattica su misura e praticare una valutazione autentica, per l’apprendimento è l’unico

sentiero per esercitare il diritto/dovere di raddoppiare i talenti consegnati. Per approdare su questi orizzonti pedagogici bisogna rottamare vecchie consuetudini, come ad esempio l’unità didattica,

sostituendola con unità di apprendimento, perché l’UD sarebbe espressione del primato dei saperi disciplinari, distante

dalla centralità della persona; l’UdA, invece, sposterebbe la cura ideativa e attuativa dalle discipline alle persone.

Comunque, individualizzazione e personalizzazione non sono concetti e atteggiamenti operativi in contrapposizione, ma

realtà da tenere in compresenza:

L’individualizzazione afferisce all’istruzione tramite le partiche dei saperi disciplinari;

La personalizzazione, invece, allarga l’attenzione alla totalità della persona.

Senza la prima la seconda non è fondata, senza la seconda la prima è parziale; tutte e due esprimono la tensione ideale

a essere cittadino formato, attivo, collaborativo e responsabile.

Cruciale per individualizzare e personalizzare l’apprendimento è la cosiddetta zona di sviluppo prossimale (ZSP) ideata

da Vygotsky. Infatti, è possibile distinguere diverse zone di sviluppo: una zona di sviluppo attuale che comprende ciò che uno studente è in grado di fare in autonomia oggi; una ZSP (potenziale) che comprende ciò che lo studente è in

grado di fare insieme agli altri; una zona di sviluppo distale, che comprende ciò che lo studente non è in grado di fare

neanche con l’aiuto degli altri.

Pertanto, l’azione didattica e la valutazione possono essere efficaci se riconoscono prima e puntano poi, per ogni

alunno, alla sua ZSP.

La parola chiave per riuscirci oscilla tra emozioni e relazione. È attraverso la cura della relazione con ogni singolo

studente che si può supportare tutti rispetto alle loro ZSP. Ciò implica anche la gestione della dimensione emotiva che

l’insegnante e lo studente vivono all’interno di questa relazione. Nessun apprendimento avviene al difuori delle

emozioni e della relazione (Galimberti). Vi è un sistema relazionale che condiziona fortemente l’esperienza di

apprendimento: relazione insegnante e studente, tra gli studenti, tra genitori e studenti, tra insegnanti e genitori, degli

insegnanti tra di loro.

L'educazione e l'istruzione sono diritti/doveri fondamentali dell'uomo e presupposti indispensabili per la realizzazione

personale di ciascuno. Essi rappresentano lo strumento prioritario per superare l'ineguaglianza sostanziale e assicurare

l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione. È evidente che in questo periodo storico,

colmo di criticità, contraddizioni, ma anche di grandi opportunità, convivono enormi differenze culturali, sociali ed

economiche per ciò che concerne le possibilità di benessere e di qualità della vita. In tale contesto il sistema educativo e di istruzione rappresenta "(...) il fulcro dello sviluppo della persona e della comunità educante; il suo compito è quello

di consentire a ciascuno di sviluppare pienamente il proprio talento e di realizzare le proprie potenzialità per la

crescita come persona e come cittadino".

La scuola deve saper prendersi cura delle persone, essendo un laboratorio permanente di ricerca educativa e didattica

in un percorso di miglioramento continuo.

La valutazione ha e deve avere un carattere relazionale, promozionale, formativo/educativo e orientativo, quindi,

autentica, in quanto sostiene lo sviluppo di tutti gli alunni, concorre ad adeguarne il percorso didattico e sostiene i

processi di autovalutazione degli alunni medesimi.

La valutazione degli apprendimenti degli alunni deve essere un elemento pedagogico fondamentale per seguire i

progressi dell’alunno rispetto agli obiettivi e ai fini da raggiungere durante la sua permanenza a scuola. Il presente

documento definisce gli specifici parametri e indicatori in base ai quali determinare, in modo trasparente ed univoco, la

valutazione del rendimento e del comportamento di tutti alunni, compresi quelli stranieri, quelli con disabilità e quelli

con DSA, dall’acquisizione e trasmissione dei contenuti disciplinari, alla capacità di trasformare in azione i contenuti

acquisiti e di interagire e tradurre le conoscenze e le abilità in specifiche competenze.

In questo scenario culturale e pedagogico, la valutazione deve incidere notevolmente sulla formazione della persona

perché ha un valore formativo ed educativo, riguarda il processo ed è oggetto di riflessione per i docenti. Valutare è un

compito strategico, ma delicato attraverso il quale si rilevano il raggiungimento degli obiettivi e gli specifici progressi

personali. La valutazione, condivisa con l’alunno, diviene, così, uno strumento che gli permette di diventare

protagonista del proprio percorso di apprendimento; comunicata ai genitori, fa si che possano partecipare al progetto

educativo e didattico del proprio figlio. La valutazione deve tener conto dei criteri di equità e trasparenza, ma anche di punti di partenza diversi, di un diverso impegno profuso per raggiungere un traguardo. Per tale ragione si è ritenuto

opportuno distinguere la valutazione delle verifiche (scritte, orali, pratiche) svolte durante l’anno, dalla valutazione

quadrimestrale intermedia e finale.

La redazione del Piano per l’inclusione (strumento previsto dal Decreto Legislativo n. 66/2017), la realizzazione e la

valutazione, deve essere un’assunzione collegiale di responsabilità da parte dell’intera comunità scolastica sulle

modalità educative e i metodi di insegnamento adottati nella scuola per garantire l’apprendimento di tutti gli alunni.

Il presupposto di una scuola inclusiva risiede in una piena accezione della funzione docente che superi

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definitivamente la sola trasmissione di nozioni e si connoti come mediatore per comprendere e ricostruire le

conoscenze e sviluppare le competenze.

Non esiste un solo modello di scuola efficace, ma esistono le numerose esperienze, i differenti percorsi, le molte

proposte di scuole e, soprattutto, di reti di scuole che praticano alcune, molte o diverse scelte e opportunità. Perché tutto

ciò sia utile e consenta esiti di apprendimento adeguati per tutti e per ciascuno, le scelte devono diventare strutturali,

consapevoli e sistemiche, così come la formazione deve essere strutturale, permanente e consapevole, nell’ottica del

miglioramento continuo per una scuola di qualità e di servizio alla persona.

Il PTOF del prossimo triennio dovrà essere marcatamente “inclusivo” (D.Lgs. 66/2017), per cui “l’inclusione è

garanzia per l’attuazione del diritto alle pari opportunità e per il successo formativo di tutti”, evitando i rischi di

categorizzare gli alunni con svantaggi e di “parcellizzare gli interventi e progettare percorsi differenti per ognuno degli

alunni delle classi”. L’inclusione non è, quindi, affare di pochi, “quanto pensare alla classe, come una realtà composita

in cui mettere in atto molteplici modalità metodologiche di insegnamento-apprendimento”, senza porre etichette su

determinati alunni.

Quindi, porre attenzione alla costruzione di un curricolo inclusivo e per competenze, perché la didattica che deve essere

speculare al raggiungimento degli obiettivi inclusivi dichiarati nel curricolo.

Per rinnovare il PTOF e renderlo vera identità della nostra scuola occorre considerare quanto segue:

1) la lingua. Bisogna far capire ciò che si legge, perché i Il PTOF non è un documento interno, non è una nota

per addetti ai lavori. Un buon PTOF si legge e si fa leggere perché è utile;

2) la lunghezza. Un PTOF non è un trattato di pedagogia. È una carta di identità. È chiamato a fissare il profilo di

una istituzione scolastica in modo tale che possa essere compreso e comparato. Un buon PTOF è essenziale;

3) l’attinenza con la realtà. Un PTOF (ma anche il RAV) descrive ciò che una istituzione scolastica fa, non

quello che si aspetta che “gli altri” (i genitori, i docenti, il Miur…) vorrebbero leggere che facesse. Un buon

PTOF è onesto e si basa sui dati reali;

4) il presente. Un buon PTOF parla di ciò che si è fatto e si fa, che è alla base e dà credibilità a ciò che si

progetta di fare. Non usa quello che chiamo il “futuro ipotetico” (“se avremo, faremo; se ci daranno,

faremo”), ma il “presente categorico” (“ho questo, dunque, scelgo di fare questo”);

5) l’identità. Un buon PTOF è “identitario”. Compie delle scelte (di indirizzo, di priorità, di allocazione delle risorse) e le motiva.

Il PTOF dovrà essere chiaro, essenziale, onesto, strumento per la realizzazione dell’autonomia didattica e organizzativa e ciò implica un adeguato ripensamento della scuola, della tradizionale modalità della didattica, del fare

lezione, del processo di insegnamento-apprendimento e del processo valutativo nella vita d’aula , nella costruzione di

ambienti di apprendimento innovativi e motivanti, capaci di coinvolgere gli alunni, nel prendersi cura della loro

educazione attraverso la relazione pedagogica, una didattica per competenze e una nuova alleanza educativa con i

genitori, aprendo la scuola al territorio, per costruire una vera comunità educante.

PER UNA DIDATTICA INCLUSIVA

Per incrementare i livelli di inclusione in classe e migliorare le condizioni di apprendimento di tutti gli alunni.

Strategie e risorse per una didattica inclusiva, chiave del successo formativo per tutti

Differenziare le proposte didattiche

Sostenere sempre la motivazione ad apprendere (primo compito del docente)

Incoraggiare l'apprendimento collaborativo: cooperative learning, il tutoring (apprendimento tra pari) e la

didattica laboratoriale (non serve il laboratorio come luogo fisico) che favoriscono la centralità del

bambino/ragazzo e la costruzione di un clima inclusivo

Promuovere lo sviluppo delle competenze (didattica per competenze) per motivare e promuovere la

consapevolezza del proprio modo di apprendere

Stringere una coinvolgente alleanza educativa con la famiglia e attingere, di comune accordo, alle risorse

presenti sul territorio

Formazione continua dei docenti

Documentare le attività svolte, le strategie messe in campo e le buone prassi realizzate, così da creare una rete

di scambio e condivisione delle informazioni

Formare le classi in modo equieterogeneo tenendo conto di tutte le caratteristiche di apprendimento e

relazionali degli alunni

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Promuovere il confronto e l’empatia come atteggiamenti fondanti della crescita personale e umana di ogni

soggetto della comunità scolastica

Azione formativa individualizzata (pone obiettivi comuni per tutti i componenti del gruppo-classe, ma

adattando le metodologie in funzione delle caratteristiche individuali dei discenti, con l’obiettivo di assicurare

a tutti il conseguimento delle competenze fondamentali del curricolo…). La didattica individualizzata

consiste nelle attività di recupero individuale che può svolgere l’alunno per potenziare determinate abilità o per

acquisire specifiche competenze.

Azione didattica personalizzata (dare a ciascun alunno l’opportunità di sviluppare al meglio le proprie

potenzialità e può porsi obiettivi diversi per ciascun discente, essendo strettamente legata a quella specifica ed

unica persona dello studente a cui ci rivolgiamo). La didattica personalizzata, anche sulla base di quanto

indicato nella Legge 53/2003 e nel Decreto legislativo 59/2004, calibra l’offerta didattica e le modalità

relazionali, sulla specificità e unicità a livello personale dei bisogni educativi che caratterizzano gli alunni della

classe, considerando le differenze individuali; si può favorire, così, la partecipazione e l’accrescimento dei

punti di forza di ciascun alunno, lo sviluppo consapevole delle sue preferenze e del suo talento. Nel rispetto

degli obiettivi generali e specifici di apprendimento, la didattica personalizzata si sostanzia attraverso

l’impiego di una varietà di metodologie e strategie didattiche tali da promuovere le potenzialità e il successo

formativo in ogni alunno: l’uso dei mediatori didattici (schemi, mappe concettuali, etc.), l’attenzione agli stili

di apprendimento, la calibrazione degli interventi sulla base dei livelli raggiunti, nell’ottica di promuovere un

apprendimento significativo.

Per alunni “lenti”: predisporre verifiche brevi, su singoli obiettivi; semplificare gli esercizi; consentire tempi

più lunghi o ridurre il numero degli esercizi nello stesso tempo.

Per alunni che manifestano difficoltà di concentrazione: fornire schemi/mappe/diagrammi prima della

spiegazione (aiuteremo la mente a selezionare, categorizzare, ricordare, applicare quanto recepito durante la

spiegazione); evidenziare concetti fondamentali/parole chiave sul libro; spiegare utilizzando immagini;

utilizzare materiali strutturati e non (figure geometriche, listelli, regoli…); fornire la procedura scandita per

punti nell’assegnare il lavoro.

Quindi, gestire in modo efficace gli strumenti compensativi e le misure dispensative per incrementare

l’apprendimento.

Favorire un apprendimento significativo (Ausubel e Novak), cioè CSSC (Castoldi).

La risorsa compagni di classe: I compagni di classe sono la risorsa più preziosa per attivare processi

inclusivi. Fin dal primo giorno è necessario incentivare e lavorare su collaborazione, cooperazione e clima

di classe. In particolare sono da valorizzare le strategie di lavoro collaborativo in coppia o in piccoli gruppi.

L’apprendimento non è mai un processo solitario, ma è profondamente influenzato dalle relazioni, dagli

stimoli e dai contesti tra pari.

L’adattamento come strategia inclusiva: Per valorizzare le differenze individuali è necessario adattare i propri stili di comunicazione, le forme di lezione e gli spazi di apprendimento, variando i materiali

rispetto ai diversi livelli di abilità e ai diversi stili cognitivi presenti in classe.

Processi cognitivi e stili di apprendimento: Una didattica realmente inclusiva deve valorizzare i Processi

cognitivi come attenzione, memorizzazione, pianificazione e problem solving, i diversi stili cognitivi

presenti in classe e le diverse forme di intelligenza che consentono l’elaborazione delle informazioni e

la costruzione dell’apprendimento.

Metacognizione e metodo di studio: Sviluppare consapevolezza in ogni alunno rispetto ai propri processi

cognitivi; Sviluppare strategie di autoregolazione e mediazione cognitiva e emotiva, per strutturare

un metodo di studio personalizzato e efficace.

Emozioni e variabili psicologiche nell’apprendimento: Le emozioni giocano un ruolo fondamentale

nell’apprendimento e nella partecipazione. È centrale sviluppare una positiva immagine di sé e quindi buoni

livelli di autostima e autoefficacia e un positivo stile di attribuzione interno. La motivazione ad apprendere è

fortemente influenzata da questi fattori, così come dalle emozioni relative all’appartenenza al gruppo di

pari e al gruppo classe. L’educazione al riconoscimento e alle gestione delle proprie emozioni e della

propria sfera affettiva è indispensabile per sviluppare consapevolezza del proprio sé.

Valutazione per l’apprendimento: In una prospettiva inclusiva la valutazione deve essere

sempre formativa/educativa, finalizzata al miglioramento dei processi di apprendimento e insegnamento. È

poi necessario personalizzare le forme di verifica nella formulazione delle richieste e nelle forme di

elaborazione da parte dell’alunno.

La valutazione deve sviluppare processi metacognitivi nell’alunno e, pertanto, il feedback deve essere

continuo, formativo e motivante e non punitivo o censorio.

L’obiettivo delle didattica inclusiva è far raggiungere a tutti gli alunni il massimo grado possibile di apprendimento e

partecipazione sociale, valorizzando tutte le differenze presenti nel gruppo classe.

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Infatti, le differenze sono alla base dell’azione didattica inclusiva e, come tali, non riguardano soltanto le differenze

degli alunni, ma anche quelle negli stili di insegnamento dei docenti. Come gli alunni non imparano tutti nello stesso

modo, così gli insegnanti non insegnano con lo stesso stile. Nella prospettiva della didattica inclusiva, le differenze non

vengono solo accolte, ma anche stimolate, valorizzate, utilizzate nelle attività quotidiane per lavorare insieme e

crescere come singoli e come gruppo.

L’Inclusione è un processo che deve affermare e mettere ciascun alunno al centro dell’azione educativa affinché si

senta parte integrante del contesto scolastico, sociale e culturale assicurando a tutti e a ciascuno il diritto allo studio e al

successo scolastico e formativo.

Una scuola inclusiva è una scuola che si deve muovere sul binario del miglioramento organizzativo perché nessun

alunno sia sentito come non appartenente, non pensato e, quindi, non accolto.

In estrema sintesi il PTOF deve fare riferimento ai seguenti obiettivi:

Educare la persona istruendo;

Collocare al centro della relazione pedagogica l’attenzione e la cura per la sfera affettiva, emotiva, per

motivare e preparare il terreno fertile per l’apprendimento;

Realizzare una scuola aperta, quale laboratorio permanente di ricerca, sperimentazione e innovazione didattica,

di partecipazione e di educazione alla cittadinanza sostenibile e responsabile;

Valorizzare le potenzialità e i ritmi di apprendimento con lo sviluppo del metodo cooperativo;

Potenziare l’inclusione attraverso una didattica personalizzata e una cultura valutativa autentica, per

l’apprendimento, con allargamento dello sguardo valutativo, orientato alla competenza in tutte le sue

dimensioni e in una prospettiva trifocale (soggettiva, intersoggettiva, oggettiva);

Passare dalla centralità dell’insegnamento (teaching centered) alla centralità dell’apprendimento (learning

centered) con attenzione allo studente, protagonista attivo, ripensando la scuola come servizio alla persona;

Passare da una didattica trasmissiva ad una didattica attiva, costruttivistica (insegnamento ponte,

apprendimento CSSC, valutazione autentica);

Ridurre in modo significativo il cheating nelle prove INVALSI;

Curare la propria formazione continua come ambiente di apprendimento;

Quindi, migliorare i processi, cioè le pratiche educative, didattiche e l’ambiente organizzativo per

l’apprendimento e migliorare gli esiti, al servizio della mission educativa della scuola.

In conclusione, la nostra azione, dirigenziale e docente, intesa come servizio, deve avere come costante e significativo

riferimento questa frase che racchiude una visione e un progetto di vita:

«Quello che facciamo per noi muore con noi, ma quello che facciamo per gli altri rimane per sempre».

IL DIRIGENTE SCOLASTICO

Filippo Quitadamo Firma autografa sostituita a mezzo stampa

ai sensi dell’art. 3, comma 2, del D.Lgs.39/1993