Minastirith 11/09

12
Anno I - Numero II Novembre 2009 - Organo a diffusione interna (c.i.p) Ass. Cult. FUROR - Via Stretto Cappuccini, 32 (Catanzaro) - info: [email protected]

description

Minastirith 11/09

Transcript of Minastirith 11/09

Page 1: Minastirith 11/09

Anno I - Numero II –Novembre 2009 - Organo a diffusione interna (c.i.p) Ass. Cult. FUROR - Via Stretto Cappuccini, 32 (Catanzaro) - info: [email protected]

Page 2: Minastirith 11/09

2

L’attività escursionistica ed il percorso spirituale All‘interno di una visione sana dell‘esistenza, che ponga cioè l‘elemento

sacro come punto di riferimento, è im-

portante circondarsi di attività che richia-mino simbolicamente l‘essenza stessa del proprio percorso. Una di queste attività è l‘escursionismo in montagna che va af-frontata come un insegnamento a morire. Ma a cosa dobbiamo imparare a morire?

Al nostro piccolo Io e alla nostra limita-tezza.

Escursionismo e formazione

(estratto del convegno del 16 Ottobre 2009 dal titolo “L’esperienza formativa della montagna”) L‘A.c. Furor nasce con il principale obiet-tivo della formazione umana; in una so-cietà civile, che sembra interessata ad

educare il cittadino esclusivamente a pa-gare le tasse e che si fa portatrice, al

massimo, di una piccola morale priva di fondamenti più alti - i valori laici, che

altro non sono se non dogmi artificiali per consentire un controllo delle masse - è

nostra intenzione fornire degli strumenti validi per il lavoro del singolo su di sé. Accanto allo sport ed all‘approfondimento culturale, curato attraverso i gruppi di studio, l‘attività escursionistica, vista la capacità di risvegliare istinti sani ma

spesso sopiti, rientra tra quelle attività di

base che rappresentano il banco di prova ed il momento in cui testare la propria visione del mondo.

Il sacrificio Il suo elemento fondante, il sacrificio, consente di smussare molti lati del pro-

prio carattere ed affinare l‘uso della vo-lontà che, nelle vita quotidiana, è essen-ziale per affrontare dignitosamente e

virilmente le prove che si incontrano Gli effetti positivi che l‘attività escursioni-stica porta con sé sono rappresentati, in primis, dal contatto con la natura che conduce a degli stati interiori di serenità

e pace i quali costituiscono delle ottime occasioni per valutare lati della propria

esistenza su cui lavorare e nuovi proposi-ti per migliorarla. Dunque momento di evasione dal caos ed allo stesso tempo di ritiro in sé stessi. La fatica fisica e le abilità che in

un‘escursione impegnativa si richiedono porta inevitabilmente l‘uomo a conoscere

i propri limiti e dunque, come in uno specchio, a guardare la sua vera natura e così conoscersi. Conoscere sé stessi, i propri limiti e le potenzialità, è premessa necessaria per ogni lavoro interiore e via di realizzazione. Per questo motivo il si-

lenzio è la conditio sine qua non per af-facciarsi nel modo migliore alla monta-

_______________ indirizzi dottrinari _______________

Page 3: Minastirith 11/09

3

gna. Lo stile

La condotta durante le uscite deve riflet-tere necessariamente questa tensione ed

è per questa ragione che l‘ideale è alter-nare a momenti di assoluto silenzio dei piccoli scambi di opinioni, maturate du-rante l‘esperienza, tra i partecipanti.

La natura

Anche nel rapporto con la natura si cerca, evitando derive panteistiche — cioè esagerate divinizzazioni dell‘ambiente — o senti-

mentali interessi per il semplice paesaggio, il ter-zo assente per eccellenza:

DIO. La natura infatti è l‘immagine più immediata

del sacro che si manifesta e, dunque, un libro sempre aperto per l‘uomo che ne sappia decifrare i segni.

La battaglia La montagna ci ricorda un‘altra importan-te regola del cammino Tradizionale, quel-la che la vita è una battaglia, un combat-timento continuo, che avvenga in una cella o in un campo, nel lavoro, nello stu-

dio, in un ospedale questo non conta per-

ché l‘importante è lottare affinché la par-te luminosa prevalga su quella oscura. In questa prospettiva il terreno d‘ascesa diventa un vero e proprio campo di bat-taglia per l‘escursionista, che si trova impegnato a fronteggiare le più disparate

ed impreviste difficoltà, dettate dall‘ambiente esterno e dalle sue condi-

zioni fisiche.

Contro l’individualismo Proprio la ―situazione estrema‖ rende necessario, oltre ad una concentrazione sempre elevata, uno spirito comunitario, la consapevolezza e l‘integrazione nel gruppo. La comune fatica unisce e su

questo principio si cerca di opporre

all‘individualismo imperante, rappresen-

tato dal materialistico raggiungimento della vetta come conquista personale, un

cammino comunitario, nella condivisone del problema del singolo. La formazione

infatti, laddove voglia suscitare un atteg-giamento realmente altruistico ed imper-sonale, deve passare, per forza di cose, dall‘eliminazione della contaminazione

moderna dell‘egoismo. Pro-

prio l‘egoismo infatti sfo-cia, nel campo escursioni-

stico nell‘esasperazione sportiva della prova che così perde il suo valore strumentale.

La meta è nel cammino In ultima analisi potremmo

riepilogare, in linea a quanto detto, i requisiti essenziali per affrontare la

montagna e dunque il pro-prio cammino interiore nel migliore dei modi, consa-pevoli del fatto che la vera

meta di ogni percorso è nel percorso stesso.

Autodominio e controllo. Cercare di non essere schiavi di nientem assumendo un atteggiamento di assoluta indipendenza dal mondo e, quindi, essere in grado di frenare sentimenti ed atteg-

giamenti negativi, come l‘ira e l‘individualismo.

Umiltà e presenza a sé stessi. Affrontare con gioia la sofferenza veden-dola come prova attraverso cui misurarsi

e pesare la propria fede.

Vedere l’ambiente esterno come un sim-

bolo e cercare il sacro in tutto ciò che ci

circonda.

Sfruttare i momenti di silenzio e lonta-nanza dal mondo per fare i conti con sé stessi e conoscere il Dio dormiente che è

in sé.

Per l’uomo che ama le vette la montagna è una dea riconoscente che non lascia

Page 4: Minastirith 11/09

Critica al razionalismo. L’antifede.

In nome di una scienza e di una filosofia definite razionali, i moderni pretendono di escludere qualsiasi Mistero dal loro mondo così come se lo raffigurano. Si può constatare come i più accaniti nega-

tori di ogni realtà sovrasensibile mostra-no una tendenza particolare ad invocare

la ragione ad ogni piè sospinto e a pro-clamarsi ―razionalisti‖. Il razionalismo in tutte le sue forme si definisce essenzialmente mediante la credenza nella supremazia della ragione,

proclamata come un vero e proprio ―dogma‖, e la conseguente negazione di tutto ciò che appartiene ad ordini supe-

riori, e che non può essere provato sulla propria pelle, visto coi propri occhi, ascol-tato con le proprie orecchie – anche se su

questo punto devesi sempre obiettare che, qualora si facesse un reale cammino spirituale, tutto l‘essere, anche dal punto di vista sensitivo, ne coglierebbe i segni. Ciò implica logicamente l‘esclusione di

ogni vera conoscenza metafisica.

La metafisica

Con il termine metafisica (dal greco me-ta=oltre e phisis=natura) si intende ciò

che si pone oltre l‘umano e il visibile, ol-

trepassando tutto ciò che è sottomesso all‘influenza dei sensi e condizionato dai vincoli di tempo e di spazio. Difatti, tra-mite i sensi possiamo percepire solo il mondo sensibile, caratterizzato da limita-zioni che ne costituiscono la natura. Al

contrario, il Sacro è tutto ciò che è messo

in relazione con l‘Essere anziché col Dive-nire, è il reale per eccellenza, potremmo dire il modello consegnatoci direttamente dal cielo da accettare ed osservare scru-polosamente. Dunque è essenziale per avere una visone spirituale e sacra della

vita, non essere schiavi dei propri sensi,

per riuscire a sentire il Sacro e per non cadere nella trappola dell‘agnosticismo (cioè negazione dell’esistenza della vera conoscenza, della Verità) che al giorno d‘oggi logora il pensiero popolare.

La croce

Per esemplificare questo concetto, pos-siamo riferirci al simbolismo della croce.

Ognuno vive la propria vita quotidiana in modo monotono e lineare (vita quotidia-na che è rappresentata dalla retta oriz-zontale della croce); ma tutti a un certo

punto della propria vita, sono chiamati ad una scelta importante, che ci dà la possi-bilità di elevare il nostro Spirito o al con-trario, di degradarlo (bivio rappresentato dalla retta verticale della croce). Ma biso-gna essere attenti ed avere la sensibilità

di cogliere i segni che il fato ci vuol fare incontrare lungo il nostro cammino al fine

di far elevare il nostro spirito, prendendo

4

_______________ spunti storici _______________

Page 5: Minastirith 11/09

la scelta adeguata. Tali indizi però, non si vedono e non si sentono, ma al contrario

si percepiscono solo col cuore, per que-sto saranno completamente ignorati da

chi si dichiara razional-materialista.

Il razionalismo infatti ha per conseguen-za pratica l‘impiego esclusivo di tale ra-gione accecata, accecata per il fatto stes-so di essere isolata dall‘intelletto puro e

trascendente di cui essa non è altro che un riflesso. Una volta persa ogni comuni-

cazione effettiva con questo intelletto trascendente, che po-tremmo identificare con una facoltà dell‘anima divina, la ragione, facoltà dell‘anima sensitiva, non

ha altra possibilità che quella di tendere verso il basso, cioè verso il polo inferiore dell‘esistenza (rappresentato dall‘estremità inferiore della retta verticale), ed

immergersi sempre più nella materialità. Si perde così l‘idea stessa della Verità, e si arriva a ricer-care esclusivamente la maggior comodità per la propria comprensione sensoriale limitata, trovando del resto in ciò una

soddisfazione immediata, che porterà

però col tempo alla morte spirituale.

L‘uomo moderno, figlio del cancro razio-nalista, è divenuto impermeabile a qual-siasi influenza diversa da quella che cade sotto i suoi sensi; non solo le sue facoltà

di comprensione sono divenute sempre più limitate, ma ugualmente si è ristretto

il campo stesso della sua percezione. Quindi, essi non potranno mai ammette-re l‘esistenza di cose che non possono

più realmente né concepire né percepire. L‘uomo moderno capisce solo la vita ordi-

naria. Ma il razionalismo porta anche ad un al-

tro tipo di conseguenza, e sarebbe, il rigetto di ogni autorità spirituale, quest‘ultima essendo necessariamente di origine ―sopraumana‖. Analizzando que-sto dato di fatto, noteremo che non è un caso che la metastasi del cancro raziona-

lista sia esplosa proprio con una rivolu-

zione, quella francese, in cui tra l‘altro venne decretata la fine della fede del po-

polo verso il sovrano, che al di là della sua probabile incapacità, rappresentava il mandato divino,

un‘autorità proveniente dall‘alto.

Alla luce delle considera-zioni fatte, come preten-dere che un uomo figlio del pensiero moderno ra-zionalista creda e abbia

Fede in una religione, in un mito, in una divinità? E domanda ancora più ardua. Come spiegare

all‘uomo moderno che l‘unità fondamen-tale di tutte le tradizioni non si spiega se non in virtù di quel che v‘è in esse di so-

vraumano?

Non vi è soluzione a questo problema, perché sfortunatamente per chi è adepto della scienza razionalista, la quale oramai come un vero e proprio cancro si è insi-nuata anche nelle strutture religiose, la

risposta a queste domande non ha né una formula matematica che ne spiega i fattori determinanti, né è dimostrabile

empiricamente. La risposta a queste do-mande ha una radici antiche e affascina-ti, è il Mistero della Fede.

5

Page 6: Minastirith 11/09

LA CRISI

POLITICA

ITALIANA Il dibattito politico italiano, se così si può ancora defini-

re, è incentrato da un po‘

di anni - più o meno a partire dalla seconda repubblica - su due temi principali: corruzione e cronaca rosa. Le

grandi battaglie, gli scontri, a volte an-che estremi, intorno ai temi etici ed ai drammi sociali, hanno lasciato il posto ai pettegolezzi circa la vita sessuale, più o

meno ambigua, dei personaggi politici. Tale situazione, che riflette essenzial-mente una crisi cul-

turale ed identitaria, a destra e a sinistra, fa rimpiangere i ―bei

tempi‖ in cui si cre-deva nelle idee e si anteponeva tutto, persino la propria incolumità fisica, a

ciò che si considera-va giusto. Certo,

nella maggior parte dei casi - ci riferiamo ad esempio alle rivolte studentesche de-gli anni ‗60- ‗70 ed ai movimenti giovanili di quel periodo - l‘attaccamento ad un‘idea sfociava spesso in una violenza cieca o ―manovrata‖ dai centri di potere.

In ogni caso, però, vi era fede nella poli-

tica e coscienza nei politicanti che il loro mestiere fosse una cosa seria, anche perché molti di quei signori seduti in par-lamento provenivano da esperienze belli-che e tanti rischiavano la vita per la loro bandiera, da ambo le parti; vi era insom-

ma un certo senso del dovere che, sep-pur annacquato da tutti i mali della mo-

derne democrazie, lasciava trasparire,

anche solo a macchie, una dignitosa con-

cezione del politico e le principali diffe-renze tra i partiti. Destra e sinistra: due facce della stessa medaglia Al contrario, guardando alla politica ita-liana di oggi, la sensazione che si ha è

quella di un vero e proprio livellamento delle idee. Non parliamo solo della ten-denza al ―centrismo‖, ma anche degli stili di vita, dei programmi e delle parole. La realtà di fatto è che tra destra e sinistra non vi è più una sensibile differenza. I

programmi alle ulti-me elezioni dei due

schieramenti rivali erano praticamente identici, per non parlare delle magi-che paroline utilizza-

te per sintetizzarli: libertà, democrazia

etc. Non una parola che definisse una

visione del mondo, una strategia vera per risolvere i problemi sociali, cancro dell‘Italia, della disoccupazione, della

criminalità, del trasporto pubblico, della sanità, delle abitazioni e del potere d‘acquisto. Nulla, solo parole, parole,

parole. Non ci stupisce comunque che si sia arrivati fino a questo punto poiché il sistema democratico è una farsa, una

marionetta che muore su sé stessa e riflette un vizio di forma della politica moderna, quello della distinzione tra de-stra e sinistra. Destra e sinistra sono infatti dei termini

nati nel Parlamento Inglese per designa-

6

Page 7: Minastirith 11/09

re rispettivamente la ubicazione fisica di due opposte fazioni: niente idee. Con il

tempo i due termini hanno iniziato ad identificarsi con un pensiero conservato-

re ed uno progressista; anche qui però, assistiamo alla designazione di due at-teggiamenti mentali di fronte alla vita che, comunque, riflettono una visione materialista di base;

questa visione nel primo caso (destra) si fregia di

ideali e valori, che i suoi rappresentanti difficil-mente mettono in prati-ca, con lo scopo di eser-citare potere sulle masse e consolidare la forza del

padrone attuale; nell‘altro (sinistra), at-traverso un interesse per le classi sociali più deboli, falso ed esclusivamente fina-lizzato a sfruttarne la forza ed il numero, mira a mettere il ―timone della baracca‖ nelle mani di un altro padrone.

Livellamento della gioventù Questa identità di fondo che si verifica ai vertici della politica si manifesta nel no-stro paese, per l‘appunto, nel prototipo del ragazzo medio. ―Un materialismo di fatto‖ - come atteggiamento dinanzi alla

vita - ostentato, a sinistra, con una pre-

sa di posizione - a priori - a favore di qualsiasi minoranza che reclami una li-bertà individuale di qualsiasi genere (sempre dalla parte di Caino) e camuffa-to, a destra, da valori che si nominano

solo per riempirsi la bocca. Al borghese da discoteca se ne oppone uno da festa reggae, il tutto nella condi-

visione del bacino di provenienza. Quello a cui assistiamo è una vera e propria omologazione dei costumi e degli stili di

vita che, anche nei casi estremi, al mas-simo sfocia in atti di violenza vandalica,

fine a sé stessa, o in una ricerca della propria identità in un modo di vestire

piuttosto che in un altro. Se non si riesce a capire che non è il modo di portare i jeans o i capelli a de-terminare la propria identità, non si può

opporre ad una classe

dirigente corrotta, me-diocre e tristemente

pervertita una contro-parte virtuosa. L’esempio D‘altronde come si può pretendere dal popolo e

dai giovani una tensione ed uno stile quando chi

dovrebbe rappresentare il paese non riesce ad esprimere un‘idea che funga da spartiacque, una visione del mondo che lasci trasparire una tensione verso l‘alto, un ideale così importante da meritare

una consapevole e totale dedizione, un

sogno reale per rendere la vita delle per-sone migliore? Comprendere i meccani-smi del sistema presente, individuarne la comune matrice ideologica non può che spingerci ad affermare, oggi più che mai, la forza di una visione del

mondo che non sia una banale

ideologia, ma una chiave di interpretazione e gestione della propria esistenza, come momento di prova e di lotta

interiore.

7

Page 8: Minastirith 11/09

8

A.C. Furor: corso di kick boxing Da Martedì 17 Novembre si svolge rego-

larmente, presso la palestra della scuola Rodari di Catanzaro (di fronte la Chiesa di San Pio X), il corso di kick boxing ge-

stito dalla nostra associazione. Il corso è gratuito e finalizzato all‘apprendimento delle tecniche base della kick boxing ap-plicate all‘autodifesa. Per partecipare è

sufficiente una cifra simbolica mensile che vale come contributo associativo. Il

corso si inserisce nel quadro del progetto più ampio che, fin dalla nostra nascita, ci siamo preposti: la formazione della per-sona in un‘epoca in cui persino le basi intorno alle quali le civiltà sono state costruite stanno ormai cedendo di fronte

all‘avvento dell‘anti-civiltà moderna. La

perdita di qualsiasi valore normale e di qualsiasi prospettiva spirituale e metafi-sica - nel senso letterale di guardare

―oltre la natura‖, oltre la materia - ci ha spinto a voler creare un‘alternativa, una

patria ideale in cui respirare un‘aria di-versa. Per questo esistiamo e per questo

la nostra ha sempre inteso essere qual-cosa di più di un‘associazione, creata per raggiungere fini comuni. Noi, infatti, non abbiamo soltanto obiettivi in comune, abbiamo prima di tutto la necessità di condividere una visione, che non è fatta

di parole ma di valori vissuti quotidiana-

mente. Per cui ogni occasione utile a farlo è da noi ben accetta. Ma queste sono solo alcune considerazioni del no-stro nuovo progetto. A questo basilare concetto si aggiunge il fatto sostanziale che la kick boxing si inserisce in

un‘ottica in cui l‘azione diventa strumen-to di crescita. Così come in Oriente le arti marziali sono state usate come mez-zo per cercare la perfezione, perché non provare in Occidente a fare delle arti del combattimento qualcosa di più di un semplice passatempo? Noi crediamo e

proponiamo tutto questo, coscienti di

essere solo all‘inizio ma anche di non doverci in alcun modo preoccupare di competere con chi - anche tra di noi - pratica questo sport a livello agonistico, perché il nostro fine è, prima di tutto, quello di usare questo sport per tem-

prarci nello spirito, oltre che nel corpo, per imparare a guardare la vita dal pun-

to di vista del combattente, un punto di vista mai vile, mai arrendevole, mai pre-suntuoso, in breve, essenziale.

SOSTIENI FUROR, SOSTIENI L’IDEA! - Tessera socio: è gratuita e ti permette di partecipare alle nostre attività, inizia-tive e di disporre del materiale dell‘associazione.

- Tessera sostenitore: con un contributo militante mensile di 10 € riceverai il

nostro giornalino e materiale vario, tra cui eventuali nostre produzioni.

_______________ rubrica sportiva _______________

Page 9: Minastirith 11/09

MELTIN POT: UNA PESSIMA RICETTA

Un detenuto su tre nelle carceri italiane è straniero: su

65 mila persone ospitate nei penitenziari della penisola, 24

mila sono cittadini stranieri (il 37%). Sono i dati diffusi dal Sinda-

cato autonomo della polizia penitenziaria (Sappe) che chiede al

governo Berlusconi di «incrementare concretamente le espul-

sioni dei detenuti stranieri» per alleviare i gravi problemi di

sovraffollamento delle carceri. In alcuni Istituti la percentuale di presenza di detenuti

stranieri è davvero altissima: nella Casa Circondariale di Padova sono

l‘83%, al Don Soria di Alessandria il 72% come a Bre-

scia mentre nella sarda Is Arenas Arbus sono il 73%. E

buona parte dei penitenziari del Nord hanno una pre-

senza varia che oscilla tra il 60 ed il 70%. Per la sini-

stra la prova di un paese razzista, per le persone nor-

mali la prova di un sistema multiculturale che non può

funzionare. Non ci sarebbe bisogno di altre prove del

resto. Dovunque, il meltin pot ha fatto danni. Qualche

esempio? Beh, guardiamo all‘America coi suoi ghetti e

le sue gang, oppure alla Francia con le sue banlieue in

rivolta permanente: vi sembrano esempi accattivanti?

(Fonte dati: corriere.it)

9

Il capitano Nathan Algren è un uomo alla deriva.

Le battaglie che un tempo ha combattuto ora ap-

paiono distanti e inutili. Il pragmatismo ha preso il

posto del coraggio, l'interesse personale prevale

sul sacrificio e il senso dell'onore non esiste più. In un mon-

do distante, un altro soldato vede andare in pezzi il suo

mondo. È Katsumoto, ultimo erede di una dinastia di guer-

rieri, i Samurai, che hanno consacrato la loro vita al servi-

zio dell'Imperatore e del paese. Le strade di questi due

combattenti si incontrano quando il giovane Imperatore del

Giappone, lusingato dagli interessi degli americani che vo-

gliono imporsi sul nuovo mercato, affida ad Algren il compito di istruire

un nuovo esercito di leva. Ma quando i consiglieri dell'Imperatore, su tutti l'arrivista e

spietato Ohmura, tentano di eliminare i Samurai per aprire la strada ad un governo

occidentalizzato ed aperto al commercio e all'inevitabile scambio di usi, costumi e

tradizioni, lo stesso Algren si ritrova inaspettatamente affascinato e influenzato dalla

forza delle loro convinzioni, che gli ricordano l'uomo che era un tempo. In una terra

sconosciuta, con la sua vita e la sua stessa anima sospesa ad un filo, il soldato ame-

ricano si trova al centro di una violenta ed epica lotta tra due epoche e due mondi,

guidato solo dal suo senso dell'onore. E proprio l‘Onore diventerà la sua vera patria.

Page 10: Minastirith 11/09

10

Nel 1927 RENE GUENON scrive ―LA CRISI DEL MONDO MODERNO‖ collocando la modernità (dal rinascimento in poi) nel punto più basso mai conosciuto della sto-ria, al quale avrebbe potuto far seguito solo la fine dei tempi. La prospettiva di Gue-non nell‘interpretare il presente si caratterizza per l‘uso della dottrina induista delle

quattro età, per la quale il presente si colloca in fondo a una discesa che inizia da altezze solari e quasi mitiche e sprofonda sempre più giù attraversando la storia che conosciamo. Il disegno dei cicli, che comprende tutta la storia conosciuta e non, è guidato da un idea perfettamente speculare a quella moderna di progresso ed è ca-

ratterizzato anch‘esso dalla continuità: un progresso nell‘allontanamento del princi-pio, nell‘imperfezione, nella disgregazione e nel male. Viene ribaltata la scala dei valori: la modernità non costituisce più l‘apice dei tempi. L‘intento dell‘opera è pro-

prio quello di reinterpretare il tempo presente alla luce dei principi tradizionali. Tutti i caratteri negativi e critici della civiltà moderna sono giustificati dal fatto che corri-spondono all‘ultima fase di un ciclo, alla fase conosciuta in India come ―l‘età oscu-ra‖, Kali Yuga. I titoli di merito della civiltà moderna dunque si rovesciano in difetti,

errori, travisamenti della verità. Ad esempio la scienza, della quale il mondo si gloria tanto, risulta solo un estremo impoverimento della sapienza, un resto, un residuo,

uno scarto. La tendenza a ridurre tutto al solo punto di vista quantitativo, cosi nella scienza come nell‘organizzazione sociale, traduce rigorosamente le condizioni della fase ciclica raggiunta dall‘umanità nei tempi moderni, tanto da poter essere definita ―Regno della Quantità‖. Il materialismo, la mancanza di principi alti, l‘affidarsi al sa-pere scientifico, l‘individualismo, un organizzazione sociale che dà spazio solo agli aspetti quantitativi della vita, l‘egualitarismo, la dottrina antinaturale della democra-

zia, il livellamento e la scomparsa dei migliori, l‘anonimato della massa, la scompar-

sa della religione, il razionalismo, il dominio dell‘economia, il carattere sempre più artificiale del mondo, il disinteresse per tutto ciò che fuoriesce dalla vita ordinaria, sono alcuni dei tanti difetti evidenziati nel testo.

_______________ angolo librario _______________

Page 11: Minastirith 11/09

Ecco cos'è ―Mater et Domina‖: un prezioso contributo del professor Mario Polia donatoci per comprendere, attraverso un preciso per-corso storico, l'universo femminile e il suo mistero. Il racconto-documentario si intreccia sul filo di esperienze di ―vita vissuta‖ e studi meticolosi effettuati in giro per il mondo. Sin dall'inizio è chia-ro il messaggio che noi tutte dobbiamo comprendere affondo: non esiste competizione tra uomo e donna ma ―complementarietà tra elementi‖. Mater et domina è, soprattutto, andare in giro per il mondo ponendosi il ricorrente quesito ―chi è migliore, l'uomo o la donna?‖, per trovare la risposta nelle semplici parole di un vecchio saggio che nella quiete di un tramonto peruviano, paragonando l'uomo ad un estremità della pila e la donna all'estremità opposta, ci ―illumina‖ sul come i due universi inneschino, solo ed esclusiva-mente se complementari, quel meccanismo che è la "luce" della vita.

Ed ecco che ha inizio il viaggio: partiamo, incuriosite dai miti greci e romani dove incontriamo ―metis‖ la dea che incarna l'ordine cosmico, colei che, trasportata dalla cosmogonia al campo terreno, rappresenta la capacità di sapersi contenere e autogestire. Il mito narra dell'amore sbocciato tra Poros, (momento in cui l'idea divina s'incarna nel mondo) figlio di Metis, ed una comune mortale; così da farci scoprire come l'amore possa nascere solo alla presenza di due componenti: una divina e un‘altra terrena. Continuiamo l'immersione incontrando Platone che, sapientemente, ci mostra come la donna sia effettivamente ―ponte‖, ovvero la via per tornare ad Essere, ―la‖ strada verso il ricordo

della dignità dimenticata. Su questa scia attraversiamo l'Europa intera e, nel nostro viaggio incontriamo presto: Venere-Afrodite, un unico mistero percepito attraverso due aspetti contrapposti, un‘Afrodite Urania, spirituale, dedita all'amore platonico ed una Pandemia, popolare, comune e lussuriosa; questa è quindi Venere, l'amore che tiene unite le stelle, la forza generatrice che fa sì che le cose possano esistere. Il mosaico continua a prendere forma, tanti piccoli tasselli da condividere che prendono posto. Ancora la Grecia antica, con la sua Sibilla che accoglie in sè il divino e regge le sorti del suo popolo, non vi è guerra combattuta, non vi è nemico affrontato che la Sibilla non voglia. E se pensiamo al presente, tutto questo percorso non può che farci riflettere sul plagio che le nuove generazioni subiscono nell‘essere educate a pensare ad un unico modello di donna, quello femminista e superficiale a cui siamo abituati. Ma dobbiamo essere consapevoli di ben altri principi, per i quali c‘è un motivo preciso - che sta nella natura e nel mistero divino - na-turalmente all‘Uomo spetta la Via dell‘Azione, alla Donna la Via della Dedizione. Non vi è un ordine prioritario, ma una costan- te ricerca di equilibrio e comprensione. Un uomo che può contare sulla dedizione della propria donna è più forte, una donna che ha al proprio fianco un uomo a cui essere dedita contribuisce ma- terialmente e spiritualmente alla sua forza.

11

Spazio curato dal gruppo femminile dell’associazione

Page 12: Minastirith 11/09

IL SEGNO DEI TEMPI…

APPUNTAMENTI

Tutti i martedì e giovedì,

(ore 19.15) presso la Scuola Rodari ed i sabati presso

il Parco della Biodiversità (ore 15.30), corso gratuito di

Kickboxing per i tesserati.

ROTTE

DI NAVIGAZIONE

Per la tua informazione quotidiana e per la tua

formazione:

www.azionetradizionale.com

www.effedieffe.com

Leone Paratibie-piede € 40 *

Saint-Paulien I leoni morti € 20 *

Rutilio Sermonti La fandonia evoluzionista € 5 *

* Prezzo indicativo. Necessario contributo associativo.