Migliorare le relazioni educative con empatia e autostima

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MIGLIORARE LE RELAZIONI EDUCATIVE

CON L’EMPATIA E L’AUTOSTIMA

A cura di Marco Raffaelli

SperlongaMaggio 2010

edizioni anicia

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FIADELCorso di Aggiornamento per insegnanti della

Scuola dell’Infanzia

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“…rendersi conto che chi ha cura di te non sa vedere la tua

realtà, che non sa capire quello che senti, e che sta andando

avanti semplicemente di testa sua è il più terrificante dei

sentimenti.

Dal libro “L’io diviso” di Laing.

Chi lavora nelle relazioni educative e d’aiuto deve

possedere una buona competenza emotiva, deve

cioè essere in grado di riconoscere le proprie ed

altrui emozioni.

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L’empatia è intuizione del mondo interiore è capacità

di leggere fra le righe, di captare le spie emozionali, di

comprendere i sentimenti, di cogliere anche i segnali

non verbali indicatori di uno stato d’animo, espressi

con il tono di voce, i gesti, l'espressione del volto, e di

intuire quale valore rivesta un evento per l’altro, senza

lasciarsi guidare dai propri schemi di attribuzione di

significato e di giudizio

L’EMPATIA NELLE RELAZIONI

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L'empatia è l'abilità che consente alle persone di entrare in

sintonia con i propri e gli altrui stati d'animo.

Tale abilità si basa sull'autoconsapevolezza: quanto più si è

aperti verso le proprie emozioni, tanto più abili si è nel leggere i

sentimenti altrui.

La capacità empatica consente di capire come si sente un'altra

persona ed entra in gioco in moltissime situazioni, da quelle

tipiche della vita professionale a quelle della vita privata.

Il contrario dell’empatia è l'alessitimia: l'incapacità o

l'impossibilità di percepire le proprie e le altrui emozioni.

L’EMPATIA NELLE RELAZIONI

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L'EMPATIA è il modo attraverso cui si rimanda all'altro il suo

diritto ad esistere e ad essere con tutto quello che l'altro è.

Il sentirsi riconosciuto ed in diritto di essere, abbassa naturalmente

le difese, perché fa sentire di essere capiti, accettati, per questo

l’empatia è tale se è priva di giudizio e libera da pregiudizi e

preconcetti, anche di tipo culturale e/o scientifico

L’EMPATIA NELLE RELAZIONI

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E' possibile rintracciare il germe dell'empatia

sin dalla prima infanzia.

Si è visto che dal giorno stesso della nascita i neonati

sono turbati dal pianto di un altro bambino e addirittura i

bambini intorno all'anno d'età imitano la sofferenza altrui.

COME SI SVILUPPA L’EMPATIA

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Sembra che alla base dell'empatia ci siano i processi di

sintonizzazione-desintonizzazione che caratterizzano le prime fasi del

rapporto madre-figlio e che consentono al bambino di sentirsi compreso.

La prolungata assenza di sintonia emozionale tra genitori e figli

impone al bambino un costo enorme in termini emozionali .

COME SI SVILUPPA L’EMPATIA

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Quando un genitore non riesce a mostrare empatia con una particolare gamma di

emozioni del bambino - gioia, pianto, bisogno di essere cullato - questi comincia

ad evitare di esprimerle e forse anche di provarle. In questo modo

presumibilmente, numerose emozioni cominciano ad essere cancellate dal

repertorio delle relazioni intime soprattutto se, anche in seguito durante l'infanzia,

questi sentimenti continuano ad essere copertamente o apertamente scoraggiati

o non visti-riconosciuti.

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La funzione empatica è ciò che ci consente di osservare la

realtà psichica nostra e delle altre persone.

Kohut:

• Il bisogno di empatia perdura tutta la vita. E’ un bisogno

fondamentale, un nutrimento psicologico, generato dalla paura

di autoesclusione dal mondo

EMPATIA E RELAZIONI SODDISFACENTI

• L’empatia è essenziale per mantenere la salute mentale e la

presenza di fenomeni empatici tra madre e figlio è fondamentale per

lo sviluppo di un attaccamento sicuro nella prima infanzia

• L’ambiente empatico è condizione necessaria per conservare

la coesione del sé e l’autostima

(in ambito clinico è già di per sé un atto terapeutico, in quanto

rafforzante la coesione del sé e l’autostima).

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La competenza empatica non è un’operazione di tipo

cognitivo e quindi non può essere acquisita mediante

un apprendimento teorico ma attraverso l’esperienza

formativa, professionale e di vita quotidiana.

EMPATIA E RELAZIONI SODDISFACENTI

Karl Jaspers operò una distinzione tra comprensione razionale

e comprensione empatica: essere empatici non è correlabile

alle proprie capacità intellettuali o a titoli accademici. L’esperto

dunque non è necessariamente una persona empatica.

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Edith Stein: “ l’empatia è l’atto paradossale attraverso cui

la realtà di un “altro”, di ciò che non siamo, non abbiamo

ancora vissuto o che non vivremo mai, e che ci sposta

altrove, nell’ignoto, diventa elemento dell’esperienza più

intima cioè quella del sentire insieme che produce

ampliamento ed espansione verso ciò che è oltre,

imprevisto”.

Edith Stein, filosofa, approfondisce la ricerca sull’empatia ponendosi in

antitesi al dualismo cartesiano. La ricerca filosofica contribuì alla sua

conversione dal credo ebraico al cattolicesimo fino alla scelta di entrare

nell’ordine delle Carmelitane col nome di Teresa Benedetta della Croce,

canonizzata nel 1998 da Papa Giovanni Paolo II. La Stein per le sue origini

ebraiche fu internata dai nazisti e morì ad Auschwitz

EMPATIA E RELAZIONI SODDISFACENTI

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L’empatia non è un concetto per i soli addetti ai lavori,

insegnanti, medici, filosofi o psicologi, ma riguarda l’umanità

intera. Quel noi sociale di Edit Stein e quel nutrimento

psicologico di Heinz Kohut senza i quali si va verso la

distruttività e disumanizzazione.

EMPATIA E RELAZIONI SODDISFACENTI

Empatia dunque come disposizione etica fondata su valori

di rispetto e dignità personale, in uno spirito di ciò che Karl

Jaspers chiamava corresponsabilità.

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Secondo Goleman (1995) l'empatia e l'autocontrollo

sono due competenze sociali che aiutano

l'individuo a costruirsi una vita relazionale ricca ed

emotivamente soddisfacente, la quale, è ormai noto,

influenza positivamente anche il benessere psico-fisico

della persona.

EMPATIA E RELAZIONI SODDISFACENTI

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L’EMPATIA IN UNA MAPPA

DELLE RELAZIONI,

DELLA CONSAPEVOLEZZA DI SE,

DELLE EMOZIONI,

DELL’AUTOSTIMA

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E’ un modello grafico di rappresentazione della consapevolezza di sé, riguardo le emozioni,

i comportamenti e le relazioni.

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Q1 - L’ area PUBBLICA (talvolta chiamata anche ARENA) contiene i fatti

e le emozioni che volutamente mostriamo, che mettiamo “in piazza” e di cui

parliamo in modo disinvolto. Può esprimere sia la nostra forza che le nostre

debolezze, quella parte di noi che scegliamo di condividere con gli altri.

Q1

Q3 Q4

Q2

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Q2 - L’ area NASCOSTA (o CIECA) è quella che contiene le cose che gli

altri osservano di noi e che ci sono ignote (gli adulti per i bambini). Si può

trattare di feedback positivi o negativi e comunque incide sul modo in cui

gli altri si relazionano a noi e anche sul livello della nostra disinvoltura in

determinate situazioni. In un clima di fiducia aiuta la crescita personale

e incide sull’autostima .

Q2

Q3

Q1

Q4

Q1 - L’ area PUBBLICA (talvolta chiamata anche ARENA) contiene i fatti e le emozioni che volutamente

mostriamo, che mettiamo “in piazza” e di cui parliamo in modo disinvolto. Può esprimere sia la nostra forza che

le nostre debolezze, ma è quella parte di noi che scegliamo di condividere con gli altri.

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Q3 - L’ area PRIVATA (o FACCIATA) contiene quegli aspetti che ben

conosciamo di noi stessi, ma che teniamo nascosti agli altri.

Q3Q4

Q1 Q2

Q1 - L’ area PUBBLICA (talvolta chiamata anche ARENA) contiene i fatti e le emozioni che volutamente

mostriamo, che mettiamo “in piazza” e di cui parliamo in modo disinvolto. Può esprimere sia la nostra forza che

le nostre debolezze, ma è quella parte di noi che scegliamo di condividere con gli altri.

Q2 - L’ area NASCOSTA (o CIECA) è quella che contiene le cose che gli altri osservano di noi e che ci sono

ignote (gli adulti per i bambini). Si può trattare di feedback positivi o negativi e comunque incide sul modo in cui

gli altri si relazionano a noi e anche sul livello della nostra disinvoltura in determinate situazioni. In un clima di

fiducia aiuta la crescita personale e incide sull’autostima

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Q4 - L’ area IGNOTA contiene quegli aspetti totalmente sconosciuti, a noi

stessi e agli altri perché è sepolta nel subconscio che si rivela solo in

particolari situazioni di stress emozionali.

Q4Q3

Q1 Q2

Q1 - L’ area PUBBLICA (talvolta chiamata anche ARENA) contiene i fatti e le emozioni che volutamente

mostriamo, che mettiamo “in piazza” e di cui parliamo in modo disinvolto. Può esprimere sia la nostra forza che

le nostre debolezze, ma è quella parte di noi che scegliamo di condividere con gli altri.

Q2 - L’ area NASCOSTA (o CIECA) è quella che contiene le cose che gli altri osservano di noi e che ci sono

ignote (gli adulti per i bambini). Si può trattare di feedback positivi o negativi e comunque incide sul modo in cui

gli altri si relazionano a noi e anche sul livello della nostra disinvoltura in determinate situazioni. In un clima di

fiducia aiuta la crescita personale e incide sull’autostima

Q3 - L’ area PRIVATA (o FACCIATA) contiene quegli aspetti che ben conosciamo di noi stessi, ma che teniamo

nascosti agli altri.

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Q1 - L’ area PUBBLICA (talvolta chiamata anche ARENA) contiene i fatti

e le emozioni che volutamente mostriamo, che mettiamo “in piazza” e di

cui parliamo in modo disinvolto. Può esprimere sia la nostra forza che le

nostre debolezze, ma è quella parte di noi che scegliamo di condividere

con gli altri.

Q2 - L’ area NASCOSTA (o CIECA) è quella che contiene le cose che gli

altri osservano di noi e che ci sono ignote (gli adulti per i bambini). Si può

trattare di feedback positivi o negativi e comunque incide sul modo in cui

gli altri si relazionano a noi e anche sul livello della nostra disinvoltura in

determinate situazioni. In un clima di fiducia aiuta la crescita personale e

incide sull’autostima

Q3 - L’ area PRIVATA (o FACCIATA) contiene quegli aspetti che ben

conosciamo di noi stessi, ma che teniamo nascosti agli altri.

Q4 - L’ area IGNOTA contiene quegli aspetti totalmente sconosciuti, a noi

stessi e agli altri perché è sepolta nel subconscio che si rivela solo in

particolari situazioni di stress emozionali.

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Le interazioni fra le quattro aree determinano i tipi di rapporti

che si possono creare all’interno di un gruppo o di un team, di

una coppia o anche i conflitti interiori: socializzazione aperta e

quindi interscambio di informazioni, confidenze/sfoghi, empatia.

Man mano che cresce l’affiatamento del team, della coppia o la

self confidence (la fiducia in se stessi) si tenderà a spostare la

maggior parte degli argomenti nell’area pubblica e la

comunicazione interpersonale diverrà più fluida

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Se dovessimo farne una rappresentazione grafica avremmo una

finestrona pubblica, e le altre a decrescere conseguentemente.

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La comunicazione empatica è alla base della scuola come

comunità educante fatta da “soggetti in relazione”.

Il processo educativo è un processo empatico:

è azione consapevole di sé fra soggetti intenzionalmente

coinvolti in una relazione significativa.

La personalità si esprime nel rapporto tra sé e gli altri.

L’autostima è consapevolezza di se:

delle proprie competenze educative espresse e inespresse,

note a sé e/o agli altri.

Lo sviluppo e il consolidamento dell’autostima è frutto

della comprensione empatica:

accettazione, riconoscimento e rispetto dell’altro,

bambino e/o adulto.

CONCLUSIONE

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