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Mezzoeuro Mezzoeuro settimanale d’informazione regionale Paura del Marsili, dai fondali ai fondi... numero 3 - Anno 13 Sabato 18 Gennaio 2014 www. mezzoeuro.it www. mezzoeuro.it 0,50 + 0,50 Voce ai giovani euro 1,00 Voce ai giovani Competizione tra studenti per “La tua idea d’impresa”

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Sabato 18 gennaio 2014

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MezzoeuroMezzoeurosettimanale d’informazione regionale

Paura del Marsili, dai fondali ai fondi...

numero 3 - Anno 13Sabato 18 Gennaio 2014

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Voceai giovani

Competizione tra studentiper “La tua idea d’impresa”

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di Franco Crispini

Piuttosto, si crea un campo libero per cialtroni, per im-belli, per una ipocrisia che sa imbellettarsi, per penni-vendoli che infagottano di salamelecchi le loro “rifles-sioni politologiche”, per lustratori dei poteri; l’opinionepubblica rimane lasciata in pasto a tutti costoro, depri-vata di voci critiche fuori del coro. Quando tacciono ovengono cinicamente messi da parte tali disinteressatidispensatori di idee feconde per la vita civile, politica,culturale di una società, si perdono le rotte, si smarri-scono i sentieri dello sviluppo, si inaridisce la mentalitàcollettiva, si spengono gli slanci verso l’alto.La scena viene invasa da politicanti e petulanti predica-tori di parole vuote, i media strombazzano faziosità intutte le direzioni e fanno eco alle vicende più squallidedi un Paese dove la cattiva politica contagia tutti e tutto;l’opinione pubblica non ha chi la incalzi, la orienti, lasottragga alle influenze nefaste di quei mentitori proniai detentori del potere, incapaci di difendere la libertà ela dignità del pensiero. Se ci guardiamo attorno, consta-tiamo che buona parte della stampa quotidiana, gli or-gani televisivi (anche non di proprietà privata), i cosid-detti comitati di esperti dei partiti politici, escludono conscientifica sistematicità tutti quelli che non solo legati aqualche carro, non sono asserviti a trite e rituali temati-che cosiddette sociali, non fanno il verso ai “profondi”leader politici. È ben triste vedere silenziosi e appartatiuomini di forte tempra intellettuale e morale, e garruli epetulanti soggetti invece sporgersi in primo piano da si-parietti traboccanti di supponenze e stronzate, insulsag-gini, personaggi invadenti in veste di rinomati analizza-tori della politica o di sapienti moralisti, o di ammini-stratori della cosa pubblica casti e oculati: se si imponequesta genia è evidente che nei partiti, nella vita pubbli-ca, nelle istituzioni si fa il vuoto attorno a coloro che han-no qualcosa di serio da dire ma soprattutto hanno unagrande forza di resistenza agli allettamenti corruttivi chevengono da contesti degradati, da realtà stremate dal ser-vilismo.Quelli che sono fedeli a stessi, gelosi dei valori da cui silasciano guidare, e tuttavia disponibili a servire una sen-sibilità collettiva aperta a quei medesimi valori, non pos-sono che conservare la fiducia nella validità di uno stiledi vita e di scelte etiche, anche se si chiudono a cate-naccio di fronte ad essi ambienti umani, sociali e politi-ci, cui ripugnano i buoni esempi di fermezza e rigore in-tellettuale. D’altra parte non ci si può sorprendere chetendenze di questo genere abbiano finito per diveniresempre più dominanti: la esclusione, l’emarginazione,dei lavoratori del pensiero, dei produttori di idee, liberida ogni tipo di asservimento, dai luoghi da cui devonovenire spinte ad una responsabilità di cittadini critica-mente partecipi, ha sempre coinciso con i periodi nerinella storia della società.

La risposta non può che essere positiva ma non scontata:davvero si preferirebbe chi per avere il plauso abdica

alle proprie convinzioni? O chi mette in vendita la propriaindipendenza di giudizio? O chi si trincera dietro banalità

presentate, sui giornali, in apposite vetrinette, come ideealternative e trasgressive? O chi blandisce l’opinione

pubblica non smontando i suoi idoli e abbassandoopportunisticamente sempre i toni delle critiche? O chi va

solo alla ricerca di utili che i potenti soltanto possonoassicurare? Non è certo che a godere delle simpatie, ad avere

onori, ad occupare gli spazi dei giornali civettando trale pagine di essi, ad accaparrarsi posti di primo piano, siano

quelli che pizzicano, stridono, sono spigolosi e urticanti,hanno insomma caratteristiche intellettuali (anche umane)che li rendono disarmonici rispetto ad una cultura ufficiale

chiusa nei propri vizi, sospettosa molto spesso di ciò che nonrientra nei canoni del “politicamente corretto”.

Specialmente quando non hanno da esibire patacche, titolionorifici, tutti specchietti per le allodole (dietro e dentro

c’è il vuoto). Pur non mancando di riconoscimentivolutamente taciuti, quanti si trovano spiazzati riguardoad un clima di conformismo generalizzato, non possonoche tener duro rinunciando a tutti i favori che vengono

dagli adeguamenti acritici a tanti luoghi comuni,agli andazzi culturali e politici dominanti. E tuttavia,

non c’è motivo di lamentare una perdita di notorietà, di unavisibilità pubblica, di una presenza testimoniale:

non è di un simile velleitarismo che si tratta

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Vale ancora la penacoltivare

l’autonomia delle idee?

Vale ancora la penacoltivare

l’autonomia delle idee?

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Glielo avessero detto fino a dieci giorni fa non so-lo non ci avrebbe creduto nemmeno lui ma avreb-be chiamato i carabinieri per violazione delle am-bizioni altrui. Parliamo di Ciccio Sulla dalCrotonese, uno dei volti più consolidati del Pd dicasa nostra nonostante la giovane età (del partito,non certo la sua). Un passato da assessore, un pre-sente da navigante tra una corrente e l’altra, un fu-turo (lo spera lui e chi ha ideato il progetto) da se-gretario regionale del partito. “Suo malgrado”, chepoi se vogliamo è l’espressione usata anche daScajola quando s’è trovato una casa acquistata daaltri, Ciccio Sulla s’è ritrovato candidato alla se-greteria regionale del Pd a conclusione di un’i-perbole più o meno disperata ma non battuta inpartenza che vanno confezionando tutti quelli chenon sopportano la parlata fiorentina. E chi in lo-co la rappresenta. E così una cena che doveva es-sere “carbonara” a Lamezia s’è rivelata così fre-quentata da trasformarsi in banchetto e si sa poicome va a finire dalle nostre parti quando si man-gia e si beve fino a tardi.

Si finisce pure per dare i numeri. Uno di questiha colpito in testa proprio Ciccio Sulla che mai

del tutto convintamente lettiano si trova in virtùdi questo intestatario dell’ultima trovata di chi te-me (e rischia) l’estinzione. In perfetta scia conquanto sta accadendo a Roma gli ultimi e arroc-cati refoli bersaniani e dalemiani hanno deciso diconvergere proprio sul premier e gli uomini delpremier. E poco importa se in Parlamento questosignifica pregare per la lunga vita di Enrico Lettamentre localmente si deve registrare il clamoro-so abbraccio, per esempio, tra Mario Oliverio (acui sarebbe stato offerto un seggio per l’Europa)o Carlo Guccione nientemeno che con MarioMaiolo. Chi l’avrebbe mai detto.

In politica però ci sta tutto e ci sta sempree non finisce mai di stupire chi in realtà si stu-

pisce delle giravolte spaziali. Pur di spezzare ilfronte che al congresso nazionale dell’8 dicembreha sostenuto Matteo Renzi si è disposti a tutto epiuttosto che gettare in pista un ex comunista datrincea, o da riserva faunistica, i bersaniani diCalabria della prima ora decidono di investireCiccio Sulla del compito ingrato. È l’ultimo ten-tativo prima di arrendersi ai vincitori del momentoe non è neanche detto che sia perdente in parten-za ma alzi la mano chi se la sente di dire, anchein cuor suo e a voce spenta, che si tratta di una no-mination innovativa. Di un primo pelo della po-litica nostrana. Dentro il paniere della pretatticadi partito gli sconfitti del congresso nazionale pe-scano un “non vincente” per scagliarlo contro ivincenti. Qualcuno dirà che di meglio non c’erama potrebbe valere anche il contrario e cioè cheera difficile scegliere molto peggio. I numeri peròin politica pesano più che in banca e si vedrà qua-le sarà la conta, il filo da tessere è lungo. CiccioSulla del resto si conterà non per fare da compar-sa ma per creare problemi seri all’altra cordata.C’è persino chi si ostina a definirla altra bandama rischia di essere ingenerosa la metafora.

Quel che è certo è che sono sistematicamentefalliti tutti i tentativi di mediazione tra

le parti, di (finta) unità sintetica. È dal-l’alto, cioè dalla segreteria nazionale,che non tira alcun vento di unità. Siva allo scontro a tutti i livelli trachi ha vinto il congresso e chi loha perso. Tra chi lo ha vinto echi lo ha perso un po’ meno.Ma anche tra chi rinnova e chifa finta di farlo. Tra chi come

Renzi e per primo con la sua segreteria ha chia-mato solo quarantenni a lavoro e chi pesca nel mu-seo delle ceneri. È doppia la sfida, incrociata. Nonc’è più margine per il sottobanco furbesco tra leparti e valga per tutti la sortita di Enza BrunoBossio in direzione nazionale. Senza tatticismi(inutili del resto). E senza ambizioni di recupero

sul segretario (impensabili) ha sparato pro-prio contro Renzi quando ha preso la

parola. Apprezzabile in termini di co-raggio il suo gesto anche se non è da-to sapere di quanto è scesa la sua quo-tazione futuribile. Pare che Renzi ab-bia l’abitudine di annotare gli interven-ti di tutti in un blocchetto e poi trarne leconseguenze. In molti nel Pd non vor-

rebbero essere al posto della Bossio.Ma tant’è, ormai non si tratta più. Edè per questo che c’è il volto pacioc-cone di Ciccio Sulla a sfidareErnesto Magorno.

Già, Ernesto Magorno, il deputato renzianose ve n’è uno. Ha ostinatamente e senza solu-

zioni di continuità inseguito questa candidatura asegretario quasi a far sorgere il sospetto che inrealtà nasconda ben altre ambizioni. Ancora altreambizioni. Non c’è stato verso. Voleva far la cor-sa e la farà, a meno di stravolgimenti clamorosi.Non è una colpa in politica l’ostinazione o il car-rierismo. Può diventare un limite operò. Gli hafatto gioco fin qui l’aver trovato una segreteriarenziana ancora “fiduciaria” sul caso Calabria,vergine se così possiamo dire.

Ma è attenzionata la regione e i suoi mille rivoli, molto attenzionata. Nulla passa e passerà inos-

servato. E nulla passa o passerà in cavalleria se lecose dovessero andare per il verso non dritto. Selo scenario nazionale non precipita vertiginosa-mente verso il voto politico anticipato o se nonaccadono altre cose straordinarie (possibili in que-sto fine settimana) a sfidare il progetto che sta die-tro Ciccio Sulla sarà proprio lui, Ernesto Magorno.Ma anche qui alzi la mano se c’è qualcuno cherintraccia in questa nomination un barlume di no-vità. Di pagina che si volta. Di vento fresco e nuo-vo che entra dalle finestre del partito. Ma tant’è.Dev’essere una sindrome contagiosa questa.Siccome però le squadre sono fatte ormai, e chigiocava a pallone sotto casa lo sa, palla al centroe il gioco prenda inizio. Con mille incognite sul-lo sfondo da tenere sott’occhio però. A comincia-re dai numeri, che pesano più che in banca. Agiu-dicare dallo scarso entusiasmo che si registra ne-gli ultimi giorni siamo sicuri che alle primarie re-gionali andrà a votare la stessa gente che ha vo-tato per le primarie nazionali? E se chi si candidain quota Renzi dovesse alla fine vincere prendendoperò meno voti di quanti ne ha preso Renzi stes-so il giorno dell’Immacolata come la mette-remo? Che segretario rischia di essere quel-lo che vince con una zampa sola, come un’a-natra ferita?Certo è che i segnali di disamore in giro nonmancano. Che ne è per esempio dei ren-ziani rampanti della prima ora, per lopiù giovani, che si erano avvicinati alpartito con tanto entusiasmo? Ci so-no ancora? Qualcuno li ha coinvoltie li sta coinvolgendo?Per intanto Ciccio Sulla controErnesto Magorno. La sfida, con tantiperché sul collo, può iniziare a menodi clamorosi sviluppi in questo finesettimana. E alzi due mani stavolta chiè pronto a giurare che era questo ilmeglio che il Pd poteva offrire per lamadre di tutte le sue sfide...

d.m.

Avviso ai navigantiAvviso ai naviganti

MezzoeuroMezzoeuro Sabato 18 Gennaio 2014 3Anche chi sa nuotare è a rischio

Col barometro versoil basso, in terminidi entusiasmo e credibilità,si va comunque verso unasfida tra Ernesto Magornoe Ciccio Sullaper la segreteria regionaledel Pd. Tra cene piùo meno carbonaree ostinazioni sembraquesto il quadro che si vaprofilando. Ma attenzioneOcchio ai numeriche verranno fuori senzacontare che la Calabriaè sempre molto"attenzionata" dal cerchiomagico di Firenze...

Ernesto Magorno e Ciccio SullaSotto, Enza Bruno bossio e Mario Oliverio

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Aveva iniziato la sua carriera in politica PeppeScopelliti scommettendo tutto o quasi sull’azze-ramento delle tecniche da politichese, quelle chenella formula e nel linguaggio da supercazzolaservono a perdere tempo senza compromettereniente. Per un po’ c’ha creduto di poterne fare ameno ma mai avrebbe immaginato che persinolui un giorno, anzi forse soprattutto lui, avrebbedovuto far ricorso ai “tavoli” fumosi, ai vertici persistemare poltrone, alle “mestruazioni” delle car-riere da posizionare col bilancino pur di non rom-pere il giocattolo del potere. Chi l’avrebbe maidetto che poi alla fine si sarebbe rivelato persinobrillante in questi giochi di prestigio che si basa-no sul niente, sul fumo negli occhi. Perché un da-to è certo se seguiamo gli sviluppi della contem-poraneità del centrodestra calabrese. Tutti si agi-tano, tutti scalpitano, tutti avanzano titoli di cre-dito e tutti si mostrano in grado di rimanerci ma-le potenzialmente ma solo lui resta al comandodelle operazioni (insieme a Franco Zoccali, ov-viamente): il governatore appunto.

La tecnica è semplice, è quella di sempre purecondita con perfidia inaspettata per uno diret-

to come lui. Scopelliti riceve, ascolta, prende no-ta, ha imparato a dire potenzialmente sì a tutti, simostra disponibile a incassare ogni manifestazionedi malessere anche riconoscendone delle oggetti-ve verità. Ma non muove foglia, non tocca nien-te del suo asse portante del potere. E così “sfila-no” in sequenza tavoli azzurri berlusconiani a ri-vendicare spazio e potere rispetto alla distribu-zione originaria (quando il centrodestra era tuttounito). Vogliono deleghe, peso specifico. Euro dagestire che poi significa clienti per il voto.Vicepresidenza più altri due assessorati, almenodue aziende sanitarie più qualche altro ente stru-mentale. In politica ci sta nel senso che oggi ForzaItalia è il primo gruppo in consiglio regionale ma“pesa” meno dell’Udc dei Trematerra family, si-gla ormai in via d’estinzione. O meno della stes-sa lista che porta il nome del presidente. La cosaquindi così non può andare, non sta nei numeriche sorreggono il potere e l’esperienza insegnache le anomalie non portano mai da nessuna par-te. Ma è a questo punto che Scopelliti usa tutta lasua arte acquisita nel perdere tempo, che poi è ilvero e unico suo obiettivo finale.

Da un lato punta a dividere nelle viscere il tenue fronte berlusconiano che s’è andato costituen-

do in Calabria, più per rincorsa di visibilità cheper altro. Dall’altro mira in prospettiva a metter-li letteralmente uno contro l’altro perché ha capi-to bene che “da quella parte” si sono promessetroppe poltrone, una per ognuno, e non ce n’è pertutti ovviamente. Il tutto, l’uno atteggiamento el’altro, ben dosati da una consapevolezza che an-cora rimane la favorita a Roma. Tra Nuovo cen-trodestra e Forza Italia i toni devono restare bas-si, questa la direttiva nazionale. Può accadere ditutto, in ogni momento. La situazione può ancheprecipitare con Alfano che esce dal governo ri-compattando quello schieramento che anche lo-calmente a quel punto deve presentarsi non col-lassato.

Abile nel gioco della lenta clessidra Scopelliti.Anche avvelenata. Non incontrava Pino Galati

da tempo immemorabile e lo fa pochi giorni do-po che la corona del “capo” Berlusconi ha decisodi affidarla a Jole Santelli. E Pino Galati natural-mente, che fino a qualche giorno prima avrebbefatto il difficile e il fiero, s’è reso disponibile (sal-vo poi smentire) a chiacchierare con il presiden-

te come ai vecchi tempi sul riassetto della giunta.Alla faccia di Jole naturalmente. Come dire cheForza Italia, una volta che sfumano le poltrone,può attendere. E questo è niente rispetto a quelloche può accadere se il clima si innervosisce deltutto. Scopelliti da un giorno all’altro potrebbechiedere a Santelli e a Ennio Morrone di tirarefuori i nomi da piazzare negli assessorati, nella sa-nità o nelle aziende strumentali. Sono pronto, po-trebbe dire il governatore. E hai detto niente. Unminuto dopo si aprirebbe l’intifada dentro gli az-zurri perché ad ognuno di loro, singolarmente pre-si, è stata promessa una poltrona importante. Ilgioco funziona finché si vive la fase dell’aspira-zione collettiva, l’adrenalina fa fare buone pre-stazioni. Quando invece arriva il momento dei no-mi, di chi ce la fa davvero, l’incantesimo si rom-pe. E si fa a cazzotti. Scopelliti questo lo sa benee sa anche meglio che né Santelli né Morroneaspettano con gioia quel momento. Gli esclusi cirimarrebbero assai male e di questi tempi tenereunito il gruppo senza motivazioni ascetiche nonè per niente facile.

Fortuna per tutti, Scopelliti e Santelli in primis,che l’ordine vero e proprio di rompere non è

arrivato né probabilmente arriverà mai. Gli ulti-mi rumori romani parlano di elezioni politiche chesi avvicinano e Alfano altro non può fare che tor-nare ad Arcore dal cancello di sicurezza. Per lui ilportone è sempre aperto ma non sappiamo se saràcosì per tutti gli altri sparsi in giro che hanno vol-tato le spalle al Cavaliere nel breve spazio di unamattina. Comunque sia non si rompe tra Nuovocentrodestra e Forza Italia. C’è bisogno di unitànelle candidature per le amministrative e proba-bilmente per le europee dove GianpaoloChiappetta, vero uomo di fiducia del governato-re in questa fase, si mostra disponibile all’avven-tura a patto che sia unito il fronte del centrodestra.Altrimenti sarebbe uno stillicidio, per tutti. Perchécon i muscoli da mostrare si può anche giocare inpalestra a braccio di ferro. Perdere non costa nien-te. Ma quando si fa sul serio meno avversari ci so-no in giro meglio è. È una legge della natura.

Il governatore Scopellitisi cimenta militarmentedentro il consulto a cui lochiama sistematicamenteForza Italia. Chiedono piùvisibilità e potere gli azzurriberlusconiani e lui,il presidente, li ascolta,non li rigetta. E si mostraaccogliente e disponibileanche se impegnitemporali non ne prendeLi tiene a brodo,come si suol direBen sapendo chese si rompe il giocattoloe si innervosisce il tavololui una mossa segretace l'ha...

Ve lo do ioil rimpasto...Ve lo do ioil rimpasto...

MezzoeuroMezzoeuroSabato 18 Gennaio 20144La pasta non basta

Gianpaolo Chiappetta, Ennio Morronee Jole SantelliIn primo piano, Peppe Scopelliti e Pino Galati

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L’avvicinarsi delle prossime consultazioni eletto-rali al comune di Rende, dopo la fase commissa-riale, appare incerta e confusa.

Il centrosinistra, che ha guidato il Comuneininterrottamente dal 1952 con il Pd punto di

forza, non risulta al momento né unito e né orga-nizzato per poter affrontare con tranquillità le pros-sime scadenze. All’interno del Pd sono in moltitra gli ex consiglieri che non rispondono più allechiamate di Sandro Principe leader indiscusso delPsi prima e del Pd oggi. Tra i giovani del Pd chefin’ora hanno catalizzato più consensi nella citta-dinanza gli occhi sono puntati su FrancescoMirabelli e Alessandro De Rango ritenuti i piùprobabili a guidare il nuovo corso della città delCampagnano forti di un grande consenso popo-lare registrato nelle ultime consultazioni. Una can-didatura di transizione che è anche al momento lapiù probabile, considerata la delicata fase politi-ca, dà molte possibilità a Nello Gallo ex assesso-re al Comune di Rende ed ex consulente dellaRegione Calabria. Senza contare, naturalmente,Raffaele De Rango ex sindaco di Rende e ex pre-sidente dell’allora Assindustria così come, e perultimo ma non “ultimo”, Giuseppe Gagliardi exassessore del Comune di Rende e dell’ammini-strazione provinciale che resta in campo con per-centuali di successo non elevatissime.

Mimmo Talarico, ex Idv che su Rende ha consensi importanti vuole essere protagonista e propo-

ne le primarie consapevole che ha diverse chan-ce di vincerle. Non è escluso il suo ingresso im-minente nel Pd, grazie anche alla sua vicinanza aGiuseppe Civati. Per i bene informati dovrebbeessere questione di giorni, se non di ore. Si vedrà.Il centrodestra, guidato dai soliti noti che fin quinon hanno minimamente subito l’incedere deltempo e delle vicissitudini nazionali, non è statoin grado fino ad oggi di impensierire la coalizio-ne di sinistra. I più cattivi hanno sempre sostenu-to che infondo il centrodestra a Rende s’è semprelimitato a perdere bene, con consapevolezza didover perdere e probabilmente neanche gratis.

Vedremo se andrà così anche stavolta ma è il buon-giorno che va rintracciato sin dal mattino.

La candidatura più probabile per il Nuovocentrodestra risulta quella di Rosario Mirabelli,

consigliere regionale in carica, tra i più visibili ein movimento negli ultimi tempi. In alternativa èpronto un altro dottore, Mario Rausa (assessoredella giunta Bernaudo alla quale i rendesi adde-bitano molti errori che hanno contribuito a porta-re all’attuale fase di commissariamento).

Per Forza Italia non trapelano indicazionidi candidature perché in ogni caso sono in po-

chi quelli che ad oggi scommettono su una divi-

sione frontale del centrodestra alle elezioni. Dettoin altri termini, e per sperare di impensierire ilPrincipato, Nuovo centrodestra e Forza Italia deb-bono viaggiare insieme a meno di cataclismi de-finitivi dell’ultima ora.

Nei moderati (area cattolica) è presentela candidatura di Eraldo Rizzuti, segretario del-

la Democrazia cristiana più volte impegnato co-me assessore per le sue riconosciute capacità pro-fessionali e amministrative. Non si esclude unacandidatura a sindaco di Andrea Cuzzocrea se-gretario del Centro democratico, sostenuto da dueliste e che fa capo a livello nazionale a BrunoTabacci dopo un passaggio temporaneo nelle gra-zie di Franco Bruno. Per l’Mpa ha già annuncia-to la sua candidatura Luca Pizzini ex assessoredella giunta Cavalcanti ma sembra anche pren-dere consensi la candidatura di Emilio Cozza (po-litico di lungo corso ed ex socialista).

I grillini, che in molti danno addirittura favoritinel territorio sede dell’Università della Calabria,

scaldano i motori per diventare protagonisti nel-la città più importante dell’area urbana affidan-dosi ad un candidato che sarà scelto tra gli attivi-sti. A tutt’oggi, però, è impossibile fare previsio-ni sul nome che spunterà fuori.

Certo è che oggi le carte in tavola sono stravolte,le stesse carte che in passato sono state sempre da-te dai socialisti oggi vagano da un versante al-l’altro come schegge impazzite, La macchina co-munale con il disavanzo è ferma, le tasse aumen-tano e i cittadini accusano apertamente dei mali edel degrado della città le ultime gestioni ammini-strative. A torto o a ragione il “popolo” manifestauna inedita rabbia sociale anche a Rende, l’exgioiello amministrativo del Cosentino e dellaCalabria intera. Chi l’avrebbe mai detto. Sono tan-te le cose che non vanno più giù e che preoccu-pano, a tutti i livelli. Per solito quando tira questovento è impossibile fare previsioni e chi pensa diavere i favori del pronostico in tasca spesso poinon si ritrova neanche la tasca...

Rendec’è unostrano ventoRendeC’è unostrano vento

MezzoeuroMezzoeuro Sabato 18 Gennaio 2014 5C’era una volta il “gioiello”

La città del Campagnanosi avvicina al votoamministrativo in un climaquasi surrealetra malcontento latentee incertezza politica diffusaQualche candidato lo sipuò ipotizzare, in unoschieramento e nell'altro(in attesa di quellodei grillini). Ma sonolontani i tempi dellecertezze del PrincipatoTutto può accadere...

Sandro Principe, Mimmo Talaricoe, qui accanto, Raffaele De Rango

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«Pronti via, si avvicinano le elezioni amministra-tive e come d’incanto, con manovre che ricorda-no un po’ la prima repubblica, si cominciano amaterializzare nuovi posti di lavoro e nuove pro-messe di assunzioni all’interno del Comune diMontalto Uffugo».La denuncia, a pochi giorni dall’apertura ufficia-le delle danze preelettorali a Montalto, è delMovimento Cinquestelle che naturalmente nonva per il sottile quando si tratta di entrare nell’e-misfero mediatico della comunicazione. Per “en-trare” bisogna rompere uno schema e delle con-suetudini e i grillini in questo non badano a spe-se.«La giunta Gravina è pronta - si legge in una no-ta dei pentastellati - dopo la graduatoria truffa perl’assegnazione degli incentivi alle persone chepercepiscono gli assegni di mobilità, a sfornaredal suo cilindro un altro atto che andrebbe a si-stemare, prima delle elezioni, altre persone al-l’interno dell’amministrazione: nuovi agenti dipolizia municipale e il nuovo comandante.Quest’ultimo già assunto qualche anno fa e dopoqualche mese, con un bando di selezioni internoillegittimo e contro ogni norma contrattuale, spo-stato a svolgere il ruolo di responsabile dell’uffi-cio tributi. Quali i motivi? Non vorremmo pen-sare altro!! Vogliamo sperare che queste nuoveassunzioni rientrino nei dettami legislativi e ri-spettino la norma sul turn-over obbligatorio al-l’interno degli enti locali soggetti al rispetto delpatto di stabilità, visto quello che questa ammini-strazione è riuscita a fare in materia di gestionedel personale ed emerso dalla verifica da parte delMef, che solo qualche giorno fa abbiamo portatoa conoscenza dell’opinione pubblica. Infatti, giu-sto in merito, sembrerebbe che l’amministrazio-ne stia per notificare al personale dipendente la ri-chiesta di restituzione delle somme erroneamen-te liquidate, con un enorme danno in un periododavvero difficile come questo; il tutto per i gra-vissimi errori amministrativi commessi dai re-sponsabili della gestione dell’ente su indirizzo del-l’amministrazione Gravina.Vogliamo, inoltre, da subito sgombrare ogni dub-bio sul fatto che il M5S sia contro le assunzioni,specialmente in questo periodo di crisi che sta at-

tanagliando il nostro paese, ma Il nostro interventovuole denunciare e portare all’attenzione dell’o-pinione pubblica le speculazioni elettorali che conquesta manovra si tentano di effettuare e come ta-le scelta, potrebbe, in un prossimo futuro esserecausa di un eventuale danno alle stesse personeche dovrebbero essere assunte.Già conosciamo quello che questa amministra-zione è in grado di fare, anche in barba a tutte lepiù elementari norme legislative e contrattuali, co-me, da ultimo, nel caso dell’assegnazione dei po-sti per l’assunzione temporanea per sei mesi dicirca 60 unità disoccupate e che attualmente so-no in mobilità in deroga.Pur consapevoli del fatto che è necessario averea disposizione più personale, non possiamo no-stro malgrado, però, non portare all’attenzione ditutti quali sono oggi le effettive condizioni del-l’ente.La giunta Gravina si appresta a lasciare un entesull’orlo del fallimento, preso atto che la massadebitoria a dicembre 2012 ammontava a soli 28milioni di euro, e il collegio dei revisori aveva in-vitato l’amministrazione a non effettuare ulterio-ri assunzioni di nuovi prestiti, che è stato pronta-mente disatteso.Con l’assunzione di nuovo personale, anche se inquesto momento si potrebbero alleviare le sorti diqualche nostro concittadino, le già deficitarie cas-se comunali potrebbero essere compromesse de-finitivamente, con grosse incognite sul futuro del-l’ente e dello stesso personale dipendente.Crediamo, infine, che a pochi mesi dalla scaden-za del mandato elettorale non sia politicamentecorretto e amministrativamente giusto procederead effettuare delle assunzioni, ma sappiamo an-che che le parole “politicamente corretto” e “giu-stizia” non hanno trovato spazio nel vocabolariodi questa amministrazione.Però, in un momento come questo, non possiamoe non vogliamo tacere per il bene dell’intera col-lettività e anche perché se tali assunzioni sono le-gittime possono e devono essere effettuate dopol’esito delle prossime consultazioni elettorali, evi-tando di far sorgere, in questo momento, forti dub-bi nella cittadinanza».

Si avvicina il votoamministrativo nel popolosocentro dell'area urbanadel Cosentino ed eccoimprovvisamentela moltiplicazionedelle promesse e dei postidi lavoro (e naturalmentedelle presunte clientele)La denuncia, manco a dirlo,è del movimentoCinquestelle

I “miracoli”di MontaltoI “miracoli”di Montalto

MezzoeuroMezzoeuroSabato 18 Gennaio 20146Il veleno prima delle urne

Ugo GravinaSopra, il centro di Montalto Uffugo

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Dopo la kermesse romana con “bella gente” del-l’imprenditoria, della politica e della comunica-zione è il tempo del libro a casa sua, nelle libre-rie. Che effetto le fa trovare Consuma meridio-nale ora ufficialmente in giro per l’Italia?Un bell’effetto, mi creda. Inebriante. Una sensa-zione forte, di uso civico delle energie. Del restoè questo il tempo dell’impegno massimo cheognuno di noi è chiamato a profondere, se ritie-ne, per la collettività.

È questo il tempo dice? E perché?Perché non ne vedo molti altri a disposizione.Niente è più come prima nella distribuzione com-plessiva e completa del benessere possibile, del-lo sviluppo, della società alle prese con i serviziminimi di sopravvivenza che le sono venuti a man-care. Negli ultimi quattro anni, e lo dico anche daimprenditore ogni giorno in prima linea, abbiamosubìto danni come se avessimo affrontato unaguerra. Senza bombe né generali in campo, mauna vera e propria guerra. Economica, finanzia-ria, di sopravvivenza. E le ferite sono sotto gli oc-chi di tutti

E al Sud da resuscitare con una mossa “di popolo”come si ci arriva?E la parte più debole e indifesa del Paese, paga ilprezzo più alto. Attenzione, più debole e indifesama anche quella che ha paradossalmente più car-te da giocarsi. In tutti i campi. E questa “ingiusti-zia” non può più essere alimentata. È arrivato iltempo e con ogni mezzo, compreso anche quelloeditoriale giusto per tornare al libro, delle inizia-tive forti. Della presa d’atto che il Sud deve tirar-si fuori da solo dai guai. Lo deve fare ogni gior-no, singolarmente. Con responsabilità e consape-volezza. Responsabilità dell’azione e consapevo-lezza delle proprie forze. Ora o mai più.

Perché ora o mai più? Non è sempre stato questol’andazzo? Perché non si può più sbagliare, non si può piùaspettare, non si può più delegare. Ognuno di nois’è reso chiaramente conto che non c’è più spa-zio per soluzioni salvifiche calate dall’alto o peg-gio ancora in lista d’attesa della politica politi-cante. Sulla quale, occorre dirlo, è meglio sten-dere un velo pietoso, rigorosamente bipartisan. Ilcittadino del Sud è chiamato per primo a innova-re se stesso attraverso una mutazione d’atteggia-mento. Non ha altra scelta del resto. Niente cap-pello in mano, non si piange più a “Roma”. Nonserve, non porta da nessuna parte e lo sappiamobene. Le risorse dallo Stato centrale non ci sonoper la ripresa della nostra terra, non bastano. Quellecomunitarie sono essenziali ma guai a immagi-nare che da sole possano tirarci fuori, le lungag-gini burocratiche non lo consentono. Il resto lo de-ve fare il Sud per il Sud. Il meridionale per il me-ridionale. Ogni giorno. Perché le potenzialità e leeccellenze non mancano di certo.

Si riferisce alle “stelle” del Sud che brillano suimercati internazionali? Quella è la stella cometa?Sono tutte col timbro del Mezzogiorno le princi-pali eccellenze italiane più conosciute al mondo.Le sembra un caso questo? Forzando potremmodire che il made in Italy è ancora in gran parte ilmade del Sud nel mondo. Non c’è niente da fare,quando una grande impresa del Mezzogiorno hala forza di sconfinare, di rompere le barriere e diportarsi all’attenzione del grande mercato inter-

nazionale ci sa fare di più. Si impone prima e me-glio. Ha più appeal. E più Sud c’è nel mondo piùItalia c’è nel mondo con tutto quello che questosignifica. Voglio dire che il Mezzogiorno è l’uni-ca grande occasione dell’intero Paese. La ripresadeve venire da qui, nell’interesse di tutti.

Deve ammettere però che a tavola andiamo fortementre sul resto...

Devo darle ragione ma solo in parte. Per svariateragioni anche naturalistiche e orografiche è quel-lo enogastronomico il settore che traina ma at-tenzione, c’è dell’altro che sta crescendo. Dallamoda alla componentistica d’arredamento ai ser-vizi, passando per i primi vagiti di alta tecnologia.Il Sud c’è nel mondo. Non è stratificato ma è ec-cellente laddove c’è.

E allora il gesto quotidiano e responsabile di ognu-no di noi per cambiare le carte in tavola quale de-ve essere?Se ognuno di noi ogni giorno e a parità di leali evantaggiose condizioni di mercato privilegia inogni settore l’acquisto di prodotti di provenienzameridionale si spostano ogni anno, nel senso chenon prendono altre strade, almeno 15 miliardi dieuro. Una finanziaria in casa ci facciamo da soli.Una cifra enorme che può restare al Sud. Oggi lecose stanno andando in modo diverso purtroppo.La bilancia commerciale complessa delMezzogiorno è totalmente in perdita nel senso checompriamo la roba di altra provenienza geografi-ca non riuscendo peraltro a vendere al meglio lanostra. Le cose non possono più andare avanti co-sì. Con una mutazione quotidiana d’atteggiamentoil cittadino del Sud può mettere in campo una ve-ra e propria rivoluzione economica, finanziaria,sociale, civile. Non è contro nessuno il “consumameridionale”. È un’iniezione di orgoglio e di fi-ducia questo sì. E di euro...

Ma lei crede che questo possa valere anche per laCalabria?Certo che sì. Deve valere anche per laCalabria. Oggi la “foto” della regione è ag-ghiacciante in ogni suo settore ma è ridut-tivo, e deleterio, fermarsi qui. Tre dati. AMongiana, prima dell’Unità d’Italia, c’erala fabbrica più moderna e produttivad’Europa, anche con tecniche di socialitàsindacale inedite. Oggi la Calabria,dati alla mano, è la regione piùdepressa tra quelle in areaeuro per produzione e oc-cupazione. E nonostantequesto, terzo dato, ci so-no alcune eccellenzeaziendali in giro per ilmondo e alcune pro-fessionalità calabresinella grande buro-crazia internaziona-le che ci invidianotutti. Dal passato alfuturo, la forzadobbiamo pren-derla solo da qui.Da come erava-mo e da come potremmo essere in futuro.Cercando di cancellare questo presente amaro...

Consuma meridionale, messa così, ci pare di capi-re che non sé solo un libro allora... Cos’altro c’è incantiere?C’è un progetto, un’idea in movimento dietro tut-to questo. C’è un mondo che si muove, in ognicampo delle professioni e delle produzioni.Abbiamo l’ambizione di mettere in vetrina il me-glio del Sud che deve trascinare se stesso.Nell’immediato futuro, a proposito di “consumameridionale”, pensiamo anche a un grande por-tale che metta in rete e in tutto il mondo le eccel-lenze tra loro ma anche consumatori e produtto-ri. Senza barriere.

Ci saranno altri libri? Per solito non amo parlare delle cose che non so-no ancora. Ma debbo confessarle una notizia.Questo libro non resterà per molto da solo in li-breria...

d.m.

Non deleghiamo piùFacciamo da soli...Non deleghiamo piùFacciamo da soli...

MezzoeuroMezzoeuro Sabato 18 Gennaio 2014 7Mai come ora “carta canta”

Approda in libreriain questi giorni il librodell'imprenditoree presidente dellaassociazione Assud AndreaGuccione dal titoloesplicativo, “Consumameridionale”, peraltropresentato a dicembrea Roma con una grandekermesse. Un manifestoeconomico e sociale puredal retrogusto politico asaperlo assaporare, anchese mai nelle cento e piùpagine del volume è citatauna sola volta la parola«Non è più il tempodi aspettare, dobbiamoagire. La rivincita del Sude dei meridionali è in noistessi a cominciareda un gesto quotidianoe responsabile: acquistarequando possibile e in ognicampo prodotti e servizi diprovenienza conterraneaSi spostano 15 miliardidi euro almeno, nel sensoche restano quiNon so se mi spiego...»

AndreaGuccione

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di Oreste Parise

C’è voluto un complicato gioco diplomatico perdisinnescare la bomba di una nuova guerra glo-bale in Medio Oriente. La Siria è in fiamme, e sirischiava un nuovo intervento “umanitario”, cheavrebbe scatenato un putiferio proprio nel cuoredel Mediterraneo. Un lampo di genio ha consen-tito di evitare la catastrofe ricorrendo allo strata-gemma di togliere tutto il potenziale di armi chi-miche accumulate dal regime di Damasco per evi-tare un vero e proprio genocidio dei ribelli. L’usodi uno strumento di morte così devastante avevagenerato un diffuso sentimento di orrore in tuttal’opinione pubblica mondiale. Già in questo vi èuna buona dose di cinismo. Non si può accettareche vengano sterminati donne e bambini tutti inuna volta, ma se lo fanno un poco alla volta, so-no fatti loro. Si tratta di un affare interno dello sta-to siriano. Intanto, i riflessi del conflitto si fannosentire con i profughi che bussano alle nostre fron-tiere per sfuggire al loro destino di morte.Per il momento abbiamo evitato una catastrofesotto casa, affidando ai soliti americani, diventa-ti i gendarmi del mondo, il compito di depoten-ziare il regime siriano dal loro arsenale di armichimiche. I bravi americani si sono presi la brigadi andare in Siria, impacchettare questo caricoesplosivo, caricarlo su proprie navi e poi sono fat-ti loro come, dove e quando distruggerli. Nymby,nymby nessuno si vuole prendere la responsabi-lità di un minimo rischio.

Comprensibile che uno stato sovrano non abbiala possibilità, per garantire la sicurezza naziona-le, di assumere delle decisioni serie ed importan-ti? Questo è il risultato paradossale della culturaleghista che ci ha impacchettato per un ventennio,con ricadute nefaste sui partiti di tutto l’arco co-stituzionale. Ci siamo ritrovati con la famosa rifor-ma del Titolo V della Costituzione, con uno Statobarzelletta che consente, che deve consentire, aogni moscerino di pronunciarsi solennemente suquestioni che travalicano i loro limiti e le loro com-petenze. Perché solo uno stato forte è in grado digarantire realmente la sicurezza nazionale. Questipseudo staterelli in balìa dei vari Batman da avan-spettacolo sono solo in grado di creare disastri.Sono i principali responsabili del più imponentedebito pubblico del pianeta, in rapporto al reddi-to, della distruzione di un ammontare impressio-nante di spesa pubblica improduttiva, di un nu-mero esorbitante di episodi scandalosi sotto il pro-filo etico e morale. La conclusione logica è chedovrebbero essere i primi a sparire in un proget-to serio di riforma dello Stato.

Il caso delle armi chimiche siriane è emblematico di come siano degli organi irresponsabili, che

invece di favorire soluzioni logiche ed accettabi-li, parlano unicamente alla pancia della gente, ali-mentano paure e apprensioni, consci della loro ca-pacità di dare delle risposte rigorose. Chiunqueabbia un minimo di conoscenza della movimen-tazione dei principali porti del mondo, sa benissi-mo che in ogni momento sui loro moli attracca-no navi che trasportano materiale pericoloso, chesia infiammabile o esplosivo, o chimico, come nelcaso specifico. Lo stesso governo italiano ha diramato un comu-nicato in cui afferma che giornalmente nei porti

italiani vengono movimentate duemila tonnella-te di prodotti chimici pericolosi, un quantitativopari a quattro volte quello di cui si parla, senzache nessuno ha mai sollevato alcuna obiezione. Ilrifiuto di questa operazione è una manifesta di-chiarazione di impotenza e incapacità, nonché unastrumentalizzazione di un problema che ha unarisonanza internazionale per guadagnarsi il pro-prio quarto d’ora di notorietà mediatica.Semmai il problema è quello di adottare le solu-zioni tecniche di sicurezza che impediscano il ve-rificarsi di disastri. Gli americani che sono anda-ti a raccogliere le armi chimiche negli arsenali era-no perfettamente consapevoli dei rischi che cor-revano, ma altrettanto sicuri dei loro mezzi e del-le loro possibilità. E soprattutto della rigorosa ese-cuzione del lavoro da svolgere.A onor del vero, lo stesso spettacolo indecorosoè stato inscenato anche in Sardegna, con il presi-dente Cappellacci che gonfia il petto per aver al-lontanato da sé il pericolo e salvato l’onore deisardi.

Questo è il punto cruciale. La classe politica delnostro Paese ha completamente perso la fiduciadei propri cittadini, poiché in infinite occasioni siè dimostrato incapace di dare delle risposte rigo-rose e tecnicamente ineccepibile ai problemi cheha dovuto affrontare. Si può fare qualche esem-pio a caso, ma migliaia di altri se ne possono ag-giungere.Consideriamo Crotone il cui sottosuolo è stato av-velenato da una azienda pubblica, o l’Ilva diTaranto cui è stato consentito di operare in di-spregio di qualsiasi norma di sicurezza sanitaria

Meglio la coca...Meglio la coca...

MezzoeuroMezzoeuroSabato 18 Gennaio 20148La guerra nel porto di casa nostra

La nave americanaCape Ray vuole fare scalo aGioia Tauro per distruggereil suo carico di morte. Si èsubito scatenato il putiferiotra posizioni di comodo efinte battaglie ambientalisteSono in primis le istituzioni,la Regione in testa conil suo presidente, e i sindacidella Piana, a incitarei cittadini alla rivoltacreando il panico trala popolazione. A regnareè il caos, anche normativoe istituzionale. Non è datosapere cosa può realmenteaccadere anche perché nonè facile trovare una sintesitra le strumentalizzazioniL'unica certezza èil "convitato di pietra" chesta dietro il porto a cui,evidentemente, non èpiaciuto come "Roma" hain mente di gestire l'affairesiriano. È un "convitato"che per solito è di pocheparole e che preferisce altriaffari da quelle parti...

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dei cittadini, o di Bagnoli inquinata per un’altraazienda pubblica che ha lasciato dietro di se unpaesaggio lunare, o le navi dei rifiuti tossici nelTirreno, il disastro di Gela e così via.La perdita di credibilità della classe politica e di-rigente provoca una situazione di panico e di in-certezza, determina un senso di totale sfiducia del-la gente, che viene aizzata da comportamenti inac-cettabili delle stesse istituzioni che dovrebberocollaborare per trovare soluzioni accettabili e nonrifiutarsi semplicemente di affrontare il problema.

«Non vogliamo fare allarmismi inutili», dichiara Elisabetta Tripodi, sindaco di Rosarno, mentre

il suo comportamento dimostra esattamente quel-lo che dichiara di non voler fare. Qualcuno le do-vrebbe pur chiedere quante tonnellate di materia-li chimico pericoloso transita per il porto di Gioia,e se ritiene che il pericolo ordinario senza parti-colari misure di sicurezza sia minore di questaoperazione in cui in tanti si giocano la loro credi-bilità professionale sotto gli occhi del mondo.

«Perché a Gioia Tauro si è scelto di portarele armi chimiche e non il relitto della Costa

Concordia?» si chiede il sindaco di Gioia Tauro,Renato Bellofiore. È una domanda retorica la suacon una unica risposta logica: proprio il compor-tamento della politica locale determina un atteg-giamento di chiusura nei confronti della Calabria,poiché l’operazione Concordia presenta molte piùdifficoltà e un grado maggiore di pericolosità diquella che oggi rifiutano con tanto ardore.Nymby, nymby. Ma alla fine i disastri si materia-lizzano lo stesso, poiché se i problemi non si af-

frontano, comunque si materializzano in altro mo-do, sotto forma di miseria e di sottosviluppo.

Il porto di Gioia Tauro è un caso da manualedell’incapacità politica di gestire situazioni com-

plesse. Siamo di fronte alla più grande occasionedi sviluppo che si è presentata alla regione negliultimi decenni, e niente è stato fatto per valoriz-zare questo patrimonio, suscettibile di un grandesviluppo. Al contrario si è consentita una cresci-ta esponenziale dei concorrenti, dalla Tunisiaall’Egitto. Non si poteva certo impedire a questiPaesi di investire nelle portualità; ma una infra-strutturazione razionale del porto, con collega-menti aeroportuali, autostradali, ferroviari e unadotazione ottimale di servizi avrebbe scoraggiatola concorrenza e consentito la fidelizzazione del-la clientela.

Quello che dovrebbe succederea Gioia Tauro è l’operazione di trasbordo dalla na-ve danese Ark Futura del suo micidiale carico di570 tonnellate di gas nervino e iprite alla nave sta-tunitense Cape Ray. Le misure di sicurezza adot-tate sono veramente imponenti, dalla scorta mili-tare fino ad una serie di accorgimenti tecnici perimpedire qualsiasi incidente. In tutta l’operazio-ne sono interessate navi norvegesi, cinesi e russe.Il governatore si è svegliato per denunciare il pe-ricolo della nave dei veleni, pur sapendo di potercontare su di un personale tecnico tra i più com-petenti del mondo in grado di garantire la loro stes-sa sicurezza e quella degli altri.

Quello che si omette di dire, è che che siriani,danesi e americani si sono dimostrati in grado

di affrontare il rischio e adottare le misure idoneeallo scopo. Questo significa che hanno le compe-tenze tecniche, le capacità organizzative e il per-sonale specializzato idoneo a queste operazionicomplesse. La nostra paura è un segno evidentedel degrado tecnico scientifico in cui siamo ca-duti, poiché mettiamo in mostra la nostra incapa-cità, l’incompetenza e l’approssimazione del no-stro sistema aeroportuale. L’arretramento tecno-logico e la mancanza di tecnologica mette il Paesein una condizione di oggettiva debolezza, per cuinon ci si deve lamentare per la delocalizzazionedelle imprese. In molti settori, compreso quelloaeroportuale, l’utilizzo della forza lavoro si è ri-dotto drasticamente e non costituisce più una com-ponente significativa dei costi. Una vicenda co-me questa che stiamo vivendo mette chiaramen-te in mostra le debolezze del nostro sistema e co-stituisce un formidabile spot pubblicitario nega-tivo, che potrà avere un diretto impatto sulla ope-ratività del porto.

Altrettanto incomprensibile appare la posizione delle autorità locali, sindaci e amministratori

che si preoccupano oggi di diventare protagoni-sti per un giorno, ma non hanno organizzato ini-ziative importanti per rilanciare l’attività portua-le. Sembra impossibile che un problema di poli-tica internazionale a cui l’Italia è tenuta a rispon-dere sulla base di trattati internazionali che ri-guardano la propria sicurezza sia nelle mani diamministratori locali, con il rischio di perdere qual-siasi credibilità internazionale.Quella di chiudere il porto ed impedirne l’attivitàappare francamente una boutade, un modo perscansare i problemi, poiché dalla salute di questodipende il loro presente e il loro futuro, poiché nonvi è niente all’orizzonte che possa sostituirlo.

Assisteremo nei prossimi giorni alla sceneggiata di un’armata Brancaleone sobillata dai tanti

Masaniello del territorio che tenteranno di imporredelle scelte irrazionali, dettate solo dall’emozio-ne e non da una attenta analisi di quello che è ne-cessario fare, e di fronte al quale uno stato mo-derno non può sottrarsi.Non risulta che sia mai stata concepita alcuna pro-testa per il fatto che il porto di Gioia Tauro sia loscalo più frequentato dai trafficanti di coca, consoddisfazione di tutti. I sindaci della Piana non sisono messi la fascia per pretendere che il portovenga liberato dalla malavita organizzata, ma chevenga impedita una operazione che altrove aspet-tano con ansia poiché è fonte di ricchezza.Può addirittura sorgere il sospetto che a sobillaregli animi siano stati gli esclusi dall’affaire che nonconsentono ad altri di poter operare nel porto sen-za il loro consenso. Fossero pure i gendarmi delmondo.Sarebbe stato molto più serio se i rappresentantidel territorio avessero incontrato i responsabili po-litici, i ministri Bonino e Lupi, e i responsabili tec-nici dell’operazione per concordare le misure ne-cessarie a permettere una esecuzione ordinata ein piena sicurezza queste armi di distruzione dimassa.«Mi stupisce che ci siano amministratori localiche vogliono chiudere quei porti in cui già ven-gono trattati materiali chimici: allora dovrebberochiuderli tutto l’anno», afferma Lupi. E non si puòche dargli ragione.Saranno molti i sindaci pronti a partecipare allakermesse organizzata per protestare contro la de-cisione del governo. E non sarà un bel giorno perla Calabria.

MezzoeuroMezzoeuro Sabato 18 Gennaio 2014 9La guerra nel porto di casa nostra

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Continuano alacremente i lavori alla nuova alaospedaliera dell’Irccs Neuromed di Pozzilli (Is).L’Istituto, da oltre 30 anni sinonimo di ricerca eservizi clinico-sanitari altamente qualificati nelsettore delle Neuroscienze, è al suo terzo step evo-lutivo all’insegna dell’avanguardia clinica e tec-nologica.Aridosso del plesso esistente, sta rapidamente na-scendo un nuovo edificio di quattro piani, su unasuperficie di circa 11.000 mq che favorirà un in-nalzamento qualitativo in termini di innovazionetecnologica e ricerca scientifica. Il progetto è in-fatti inserito nel più ampio contesto del contrattodi sviluppo “Hospital and Health services - Serviziavanzati di diagnostica e oncogenomica”, pre-sentato al Ministero dello Sviluppo economico ealle Regioni Molise e Campania in partenariatocon altre strutture cliniche presenti in Campania.

Diversi i centri ad alta specializzazione che dun-que troveranno presto più spazio nella nuova ala,tra cui un Centro per lo studio e la cura del piedediabetico e un Centro sul coma per lo studio deidisturbi cognitivi e della coscienza. Grazie al-l’ampliamento della struttura sarà anche possibi-le l’acquisizione di nuove attrezzature all’avan-guardia, che contribuiranno ulteriormente al la-voro d’integrazione tra attività assistenziali e diricerca; non solo, sempre nell’ottica di una mi-gliore assistenza al paziente e ai suoi familiari, sa-ranno migliorate le attività già esistenti tramite,ad esempio, l’ottimizzazione degli spazi relativial blocco operatorio, con la creazione di sale “ibri-de” innovative, e l’ampliamento delle palestre delreparto di riabilitazione.

La costruenda ala è stata progettata riservandogrande e particolare attenzione all’umanizzazio-ne degli spazi tramite la realizzazione di ambien-ti ampi ed articolati, aperti alla comunicazione,che facilitano i contatti, i percorsi e la permanen-za e creando, in definitiva, un ambiente conforte-vole ed accogliente, rassicurante e non ostile. Nonmancheranno aree attrezzate a verde, che contri-buiranno al benessere di pazienti e familiari.

Il nuovo intervento sarà, infine, dal punto di vistadei materiali utilizzati e degli impianti installati,rispettoso dei criteri ambientali e paesaggistici esi avvarrà di nuovi sistemi costruttivi in grado digarantire elevati standard in termini di isolamen-to acustico, termico, di eco biocompatibilità e diantisismicità.

MezzoeuroMezzoeuroSabato 18 Gennaio 201412Le eccellenze per sperare

Continua a crescerela nuova struttura NeuromedContinua a crescerela nuova struttura Neuromed

Con nuovi servizi,nuove attività di ricercae nuovi investimentisi aprono anchenuove opportunità di lavoro

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MezzoeuroMezzoeuro Sabato 18 Gennaio 2014 13Le eccellenze per sperare

In apertura di servizio, l’esterno della struttura Neuromed di PozzilliNelle altre immagini

le elaborazioni di come si presenterà a lavori ultimati

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Il vecchio e bravo vulcano Marsili giace da seco-li sui fondali tirrenici al largo del Golfo di Lameziae guarda sonnacchioso Palinuro sulla splendidariviera del Cilento. Un gigante buono, come tan-ti altre montagne sparsa tra gli appennini che sot-to il loro manto erboso nascondono verità lonta-ne, ricordi di lava e lapilli che si sono divertiti asputare dalle loro bocche di fuoco. Trattandosi delcomplesso vulcanico più imponente ed importanted’Europa, merita tutto il rispetto dovuto a un gi-gante molto riservato che si gode le meraviglienascoste negli splendidi fondali.

Ogni tanto lassù in superficie ci si ricorda di lui esi cerca di svegliarlo dal suo lungo sonno, perchédell’ultima volta che ha mostrato i segni della suastraordinaria potenza se ne sono perse le traccenella storia. Piuttosto che tentare di raccontare ilsuo influsso sulla regolazione della temperaturadegli abissi marini, della straordinaria flora checresce sui suoi pendii, dei pesci tropicali che si ag-girano tra le sue fiancate, il tema dominante è sem-pre la paura, il pericolo di una eruzione che po-trebbe provocare un rovinoso tsunami e tutte letragedie che si possono immaginare. Peccato cheIsaac Asimov, maestro indiscusso di fantascien-za, potrebbe raccontare con dovizia di particolarii grandi rivolgimenti che questo gigante del ma-re potrebbe provocare in un incerto futuro.

Secondo quanto circola tra gli austeri corridoidell’ateneo cosentino dove si ascoltano i mes-

saggi esoterici inviati dalle viscere della terra, viè altrettanta probabilità di assistere al tremendospettacolo del Marsili che scaglia i suoi lapilli achilometri di altezza nell’atmosfera, quanto di ve-dere prosciugati laghetti dei colli albani, un altrosito che deve la sua straordinaria bellezza alla suaorigine vulcanica. La differenza tra le due situa-zioni nasce dalla evidenza che nei colli albani,ogni attività vulcanica sembra cessata, per cui sipuò considerare che il vulcano sia spento. Sembraal contrario che il gigante buono del Tirreno ognitanto fa sentire qualche mugugno o fa salire di

qualche grado la temperatura dell’acqua con il suoalito. Ma nessuno sa con precisione sa se i bor-bottii che a volte si sentono nei fondali proven-gono proprio da lui o hanno altra causa.Va tenuta presente la lezione del vulcanoEyjafjallajökull, nella lontana Islanda, che ha pro-vocato una nuvola gigantesca di cenere e lapilli,da sotto un ghiacciaio. Un fenomeno che ha sor-preso tutti e spiazzato la comunità scientifica. Deveinsegnare che con questi mostri non si ha mai unasicurezza assoluta, e nessuno è in grado di preve-dere il loro comportamento nel futuro. L’uomonon è riuscito ancora neanche a carpirne qualchepiccolo segreto. Nonostante tutti gli sforzi, e lenumerose scienze che si sono occupate del feno-meno non si è riusciti a sviluppare un modello checonsenta di azzardare qualche previsione mini-mamente attendibile. Per colmare le deficienzescientifiche si è fatto persino ricorso alla chiro-manzia, alla numerologia, all’astrologia per cer-care di trarne qualche utile indicazione, ma sem-pre con risultati molto discutibili, per non dire di-sastrosamente non verificabili.

Le pratiche predittive nascondono spesso altremire e altri obiettivi: ottenere i cinque minuti

di notorietà, solleticare il proprio ego, o sollecita-re un pò di quattrini per qualche ricerca improba-bile. La capacità predittiva della variazione del co-lore delle trote nei laghi silani, o “il comporta-mento dei pesci di profondità prima del terremo-to”. Potrebbero essere alcuni spunti per ricercamolto sofisticate da sottoporre al Miur. L’importante è avere i fondi, tanto alla fine di so-fisticate investigazioni prive di qualsiasi utilitàpratica e scientifica se ne fanno tante. Come di-ceva Pierre De Coubertin, l’importante è parteci-pare... alla spartizione della torta. Le notizie diffuse su un presunto risveglio del gi-gante sono totalmente destituite di ogni fonda-mento logico e scientifico, poiché non si è regi-strato alcun fenomeno particolare che lasci pre-supporre un risveglio. Qualche solito borbottio,forse, ma nulla di più. La notizia è immediata-mente rimbalzata su giornali e televisione, pro-vocando qualche apprensione perché una even-tualità di questo tipo potrebbe provocare conse-guenze anche molto serie.

Oggi il rischio è esattamente uguale a quellodi ieri. La conoscenza delle situazioni di peri-

colo che incombono sempre quando sono atten-zionati, ma anche quando li ignoriamo volonta-riamente o per un calcolo di convenienza econo-mica, ci deve indurre a un maggior rispetto dellanatura, a comportamenti più logici e razionali.Non si può costruire sulla battigia, ad esempio,perché basta un uragano particolarmente violen-to per spazzare via la nostra costruzione. Non c’èbisogno di aspettare lo tsunami per assistere a sce-ne di distruzione e di devastazione, basta moltomeno come hanno dimostrato i tanti episodi re-centi e remoti.Neanche la rincorsa dei fondi per la ricerca puògiustificare la creazione di un clima di paura e dimalessere tra la gente. Bisogna abituarsi a un mag-gior rispetto della scienza e del buon senso.

(OP)

Dai fondaliai fondiDai fondaliai fondi

MezzoeuroMezzoeuro Sabato 18 Gennaio 2014 15Disastri annunciati a gettoni

Il vecchio vulcano Marsiligiace da secoli sui fondalitirrenici al largo del Golfodi Lamezia. Ogni tantoci si ricorda di lui, e il tema dominante è semprela paura che neanchela voglia di racimolare soldiper qualche improbabilericerca può giustificare

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Esenzione delle imposte sui redditi (Irpef-Ires);esenzione dall’imposta regionale sulle attività pro-duttive (Irap); esenzione dall’imposta municipa-le propria (Imu); esonero dal versamento dei con-tributi sulle retribuzioni da lavoro dipendente;esenzione dai contributi previdenziali fissi arti-giani e commercianti per le nuove iniziative pro-duttive e considerevoli riduzioni per quelle giàesistenti. Dalla prossima Primavera 2014, conl’avvio del nuovo regime fiscale della Zona fran-ca urbana di Rossano, saranno queste le impor-tanti agevolazioni per quanti, aderendo alla mi-sura, investiranno nel perimetro del centro stori-co e in alcune aree dello Scalo per i prossimi die-ci anni. - Nei giorni scorsi, il ministero per loSviluppo economico ha emanato il bando attua-tivo d’intervento in favore delle micro e piccoleimprese localizzate nelle Zfu calabresi. ARossanosaranno destinati 7,2 milioni di euro.

Soddisfatto il sindaco Giuseppe Antoniotti. Si trat-ta - afferma - di un obiettivo che perseguiamo daanni e che si è riusciti a raggiungere grazie all’in-teressamento della Regione Calabria e all’azionepressante delle amministrazioni comunali inte-ressate. La speranza è che attraverso questo stru-mento si possa innescare una positiva reazione acatena che garantisca, in un momento così diffi-cile per l’economia, un volano per nuove idee im-prenditoriali, soprattutto dei giovani. Poi - ag-giunge Antoniotti - c’è l’altra grande sfida, il cen-tro storico, che diventa, di fatto, un territorio fa-vorevole agli investimenti delle imprese, attra-verso una serie di agevolazioni ed esenzioni sulfronte fiscale e dei contributi previdenziali. Ma la

Zona Franca Urbana - prosegue il sindaco - oltread essere uno strumento di fondamentale impor-tanza per attrarre investimenti su Rossano e nuo-ve iniziative imprenditoriali, sarà un’opportunitàper mantenere i posti di lavoro e le diverse attivitàche con fatica, negli ultimi anni, hanno difeso laloro esistenza nella città alta. Il mio invito è checi possa essere un’adesione di massa, con la spe-ranza che questo nuovo strumento possa dare unimportante input affinché questo lungo e duro pe-riodo di crisi possa essere messo finalmente allespalle.

L’amministrazione comunale - aggiunge l’asses-sore alle Attività produttive, Rodolfo Alfieri cheha seguito l’intero iter burocratico d’attuazionedelle zone franche - al fine di poter agevolare cit-

tadini e imprese, che ci auguriamo possano co-gliere a pieno l’utilità della misura garantita dal-la Zfu, intende strutturare un gruppo di lavoro chefornisca informazioni e assistenza, su diversi am-biti e aspetti, per la partecipazione al bando. Inquesto piano organizzativo meramente informa-tivo - conclude Alfieri - nelle prossime settimane,sarà costituita un’equipe di lavoro che coinvol-gerà tre settori comunali: l’ufficio Europa, l’uffi-cio Urbanistica e lo Sportello unico per le Attivitàproduttive. L’ufficio Europa fornirà informazionigenerali per la partecipazione al bando, l’ufficioUrbanistica si occuperà di tutti gli aspetti mera-mente tecnici, mentre il Suap curerà la parte bu-rocratica relativa ad autorizzazioni, nulla osta, ealla documentazione necessaria.

Le imprese ammissibili alle agevolazioni - fannosapere gli uffici comunali - devono svolgere lapropria attività all’interno del perimetro territo-riale indicato nel bando della Zona franca urbanadi Rossano disponendo, alla data di presentazio-ne dell’istanza (che può essere inviata esclusiva-mente in formato telematico dal 7 febbraio al 28aprile 2014 dal sistema “Agevolazioni Dgiai” htt-ps://agevolazionidgiai.invitalia.it), di un ufficio olocale destinato all’attività, regolarmente segna-lato alla Camera di commercio. L’importo com-plessivo delle agevolazioni richieste non può es-sere superiore al massimale previsto pari a 200mi-la euro. La procedura di adesione al bando - infor-mano ancora gli Uffici - non è a sportello e quin-di l’ordine temporale di presentazione delle istan-ze non determina alcun vantaggio né penalizza-zione nell’iter di trattamento delle stesse.

Il Ministero per lo Sviluppoeconomico ha emanatoil bando attuativod'intervento in favoredelle micro e piccoleimprese localizzatenelle Zfu calabresiIn arrivo per la città7,2 milioni di euro

La scommessadi RossanoLa scommessadi Rossano

MezzoeuroMezzoeuroSabato 18 Gennaio 201416Una speranza contro la crisi

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«Contribuire all’affermazione di un sistema im-prenditoriale innovativo, sostenibile ed aperto ver-so i mercati internazionali, partecipe del proces-so di sviluppo della società, capace di promuove-re la crescita economica, sociale, civile e cultura-le del territorio e dell’intero Paese».Questo l’obiettivo dichiarato dai presidenti delleAssociazioni industriali di Cosenza, Crotone,Reggio Calabria e Vibo Valentia che hanno datoavvio al processo di aggregazione tra le quattrorealtà associative.

«Accompagnati dai vertici di Confindustria chehanno valutato in maniera eccellente il progettoproposto - hanno affermato i rispettivi presidentiNatale Mazzuca, Michele Lucente, AndreaCuzzocrea ed Antonio Gentile -è stata posta, nonsolo simbolicamente, la prima pietra di UnindustriaCalabria, nuovo soggetto associativo e della rap-presentanza degli interessi delle imprese aderen-ti a Confindustria».

«Più servizi di sempre maggiore qualità, presidiocapillare del territorio con aumento della vicinanzaa favore delle aziende associate, più competenzeal servizio della rappresentanza per conferire mag-giore forza e capacità di interlocuzione nei con-fronti dei referenti istituzionali e dei diversi livel-li di governo». Saranno questi i primi vantaggitangibili per le imprese frutto «di un nuovo mo-dello organizzativo in grado di creare valore conla messa in rete dei servizi, omogenei ed univociper qualità e modalità di erogazione, la testimo-nianza di una autonoma, più presente ed efficaceazione di rappresentanza sui territori, il significa-tivo aumento del grado di rappresentatività com-plessivo, la rinnovata capacità di essere attrattiviper le imprese che necessitano di organizzazionicome Confindustria dallo sguardo lungo e positi-vo».

Presenti gli imprenditori che rivestono le princi-pali cariche associative e tutto il personale dipen-dente delle quattro associazioni, sono stati i pre-sidenti Cuzzocrea, Gentile, Lucente e Mazzucaad illustrare i punti di maggiore valenza politicadella riforma di Confindustria in atto e del pro-getto di aggregazione avviato; i direttori RosarioBranda, Francesca Cozzupoli, Anselmo Pungitoree Daniela Ruperti hanno affrontato gli aspetti tec-nici ed organizzativi.

Unanimi apprezzamenti, suggerimenti e stimoliad andare avanti in maniera celere è quanto èemerso dagli interventi degli imprenditori presenti

che hanno invitato i presidenti Mazzuca, Lucente,Cuzzocrea e Gentile ad alzare l’asticella del con-fronto rispetto alla classe politica soprattutto neiconfronti del Governo regionale. È stato eviden-ziato, infatti, come «l’utilizzo poco efficace deifondi comunitari abbia fatto perdere al sistemaeconomico calabrese la possibilità di una fase an-ticongiunturale durante la crisi, così come il bal-bettio che perdura rischia di far perdere la possi-bilità di aggancio con i segnali di ripresa che si re-gistrano».

Hanno denunciato il grave ritardo con cui il si-stema delle imprese deve fare i conti in tema diaccesso a forme di sostegno e finanziamenti pub-blici. È il caso, ad esempio, dei Pacchetti integra-ti di agevolazione del 2010, la cui graduatoria pub-blicata a gennaio 2013 non registra avanzamentinello stato di erogazione dei fondi, oppure dei fon-di di controgaranzia, per nulla utilizzati ed oggiin via di rimodulazione, ed ancora dei 320 milio-ni di euro previsti dai Pisl senza che sia stato spe-so ancora un euro, sebbene siano state firmate mol-teplici convenzioni con enti pubblici e sebbenesul fronte del turismo siano attesi i primi bandi peri privati oppure al Fondo Jeremie, per il quale ave-vano già evidenziato ai soggetti attuatori le enor-mi difficoltà nell’erogazione dei requisiti troppostretti per l’accesso all’istruttoria.

I presidenti Cuzzocrea, Gentile, Lucente eMazzuca hanno, infine, dichiarato che nei prossi-mi giorni si faranno carico di esplicitare le per-plessità registrate agli organismi competenti, avan-zando al contempo puntuali proposte.

La prima pietradi Unindustria CalabriaLa prima pietradi Unindustria Calabria

MezzoeuroMezzoeuro Sabato 18 Gennaio 2014 17Insieme verso il futuro

Importante sinergia trale Associazioni industrialidi Cosenza, Crotone,Reggio Calabriae Vibo Valentia. Per unsistema imprenditorialeattivo e aperto ai mercatiinternazionali,ma soprattuttoper promuovere la crescitaeconomica, sociale, civilee culturale del territorioe dell'intero Paese

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Premesso che:- la Regione Calabria ha emanato un bando di ga-ra denominato “Procedura aperta per l’affidamentodel servizio di progettazione preliminare e defi-nitiva per l’adeguamento e completamento del si-stema impiantistico regionale dei rifiuti per l’at-tuazione della delibera di Giunta regionale n° 49dell’11/02/2013. Cig 551387733E” in cui è com-presa, tra le altre, la progettazione dell’impiantotecnologico di recupero e riciclaggio del Comunedi Bisignano (Cs) con capacità di trattamento dicirca 180.000 t/anno di Rifiuti urbani;- in 180 g.g. dall’aggiudicazione, dovranno esse-re fornite progettazione preliminare e definitivaredatti nel rispetto del Titolo II del Dpr n. 207/2010e studio di impatto ambientale ai sensi del D.Lgs.152/2006 (che prevede Via (Valutazione di im-patto ambientale) e Aia (Autorizzazione integra-ta ambientale);- in relazione a quanto sta accadendo in Campania(vicenda Terra dei Fuochi), dove sono stati inter-rati da parte della criminalità organizzata rifiutispeciali ed urbani e sostanze fortemente inquinanticon conseguenze dannose alla salute dei cittadi-ni;- alla luce dei dati che comproverebbero che an-che in Calabria siano state utilizzate aree del ter-ritorio per interrare sostanze e rifiuti inquinanti;

Considerato, inoltre, che:- risulta necessario che la realizzazione dell’im-pianto di recupero e riciclaggio nel Comune diBisignano sia soggetta non solo al rilascio di Viae Aia, unitamente alle altre autorizzazioni che sirenderanno necessarie, ma preliminarmente, siasottoposta anche ad un approfondito monitorag-gio della qualità dell’aria, delle falde acquiferesotterranee, del sottosuolo e dei corpi idrici su-perficiali, per stabilire la presenza di eventuali so-

stanze chimiche e tossiche all’interno delle ma-trici ambientali (suolo, acqua ed atmosfera), ca-paci di causare patologie oncologiche e leucemi-che;- è necessario effettuare uno studio retrospettivoepidemiologico relativo alle incidenze tumoralisulla popolazione residente nell’area compresa trai comuni di Bisignano, Luzzi ed Acri, teso a ve-rificare l’eventuale aumento delle patologie on-cologiche, con particolare attenzione per tutte quel-le aree limitrofe a criticità ambientali presenti nelterritorio e a discariche dismesse da molti anni erealizzate, quindi, senza alcun criterio di control-lo ambientale;

Si chiede di sapere quali iniziative urgenti e necessarie si in-tendono intraprendere, anche attraverso il coin-volgimento dell’Azienda sanitaria provinciale diCosenza, dell’Università della Calabria edell’Arpacal, per avviare uno studio epidemiolo-gico sulle incidenze tumorali e un monitoraggiodell’acqua, del sottosuolo e dell’atmosfera per sta-bilire la presenza eventuale di sostanze chimichee tossiche, al fine di garantire l’incolumità e la sa-lute dei cittadini.

Carlo Guccione

Volete un’altra“Terra dei fuochi”?Volete un’altra“Terra dei fuochi”?

MezzoeuroMezzoeuro Sabato 18 Gennaio 2014 19A colpi di veleni

Il consigliere regionaledel Pd Carlo Guccioneinterroga il presidentedella giunta Scopellitia proposito del megaimpianto di compostaggiodei rifiuti che il Comunedi Bisignano vorrebbeimpiantare nella mediaValle del Crati a seguitodi un bando regionale «Quale sarà il vero impattoper la salute dei cittadini?Qualcuno è in possessodi uno studio in materia?»

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L’assessore regionale all’Agricoltura MicheleTrematerra - tramite un comunicato dell’ufficiostampa della Giunta - esprime soddisfazione perl’accordo raggiunto tra il ministero delle Politicheagricole e le Regioni sull’applicazione dellaPolitica agricola comune (Pac) 2014-2020, perquanto riguarda il secondo piastro, ossia la dota-zione finanziaria dei Programmi di sviluppo ru-rale (Psr) regionali della prossima programma-zione dei fondi comunitari. Alla riunione romana,alla presenza del capo del dipartimento dellePolitiche europee e internazionali e dello svilup-po surale Giuseppe Blasi, oltre all’assessoreTrematerra, hanno preso parte anche il dirigentegenerale del dipartimento Agricoltura, foreste eforestazione della Regione Calabria GiuseppeZimbalatti, l’autorità di gestione del Psr AlessandroZanfino e il dirigente del settore sviluppo ruraleGiovanni Aramini. La dotazione finanziaria delProgramma di sviluppo rurale della Calabria, ri-spetto al passato sessennio, è stata non solo con-fermata, ma addirittura implementata. In partico-lare per il periodo della prossima programmazio-ne, la Calabria, in posizione di spicco tra le regionia obiettivo convergenza, riceverà 1.103.562.000euro, a testimonianza della riconosciuta capacitàamministrativa che la Regione a ha dimostrato inquesti anni nella gestione dei fondi comunitari. Altermine dell’incontro Trematerra ha ribadito il suocompiacimento «perché il dipartimento regiona-le è riuscito nel suo intento di salvaguardare ilcomparto agricolo calabrese».«Nonostante la Calabria avrebbe meritato di più- ha affermato l’assessore - siamo comunque sod-disfatti dei risultati ottenuti, considerando che stia-mo attraversando un momento di forte crisi ge-nerale e che i fondi comunitari sono stati conces-si e suddivisi in maniera più ponderata rispetto alpassato. E’ stato determinante, ai fini dell’intesa,proprio il voto favorevole della Calabria, unicafra le ventuno regioni che ha esitato sulle condi-zioni dell’accordo. Pertanto, pur sapendo di me-ritare qualcosa in più - ha precisato l’esponentedella Giunta - abbiamo votato si all’accordo sul-la programmazione 2014-2020 inerente allo svi-luppo rurale, per senso di responsabilità nei con-fronti dei nostri agricoltori e di quelli di tutta Italiache, mai come adesso, hanno bisogno di certezzee punti fermi, nonché di rapidità ed efficienza bu-rocratica. Prima di dare il nostro assenso, però- hasottolineato Trematerra - abbiamo preteso dalMinistero le opportune garanzie per la nostra re-gione sul primo pilastro, ossia sugli aiuti diretti,altra partita importante che giocheremo a brevenei tavoli romani. Adesso - ha evidenziato anco-ra l’assessore regionale all’agricoltura - possiamoprocedere in maniera più spedita con le attivitàdella nuova programmazione e siamo certi cheriusciremo a valorizzare al meglio le potenzialitàche essa ci offre, sempre nell’ottica della qualitàdella spesa, della valorizzazione della progetta-zione di qualità e della limitazione degli sprechi». La Regione Calabria contribuirà, anche al finan-ziamento di quattro Piani operativi nazionali, ri-tenuti dallo stesso Trematerra «della massima ri-levanza perché avranno certamente importanti ri-cadute sul territorio calabrese, che riguardano ilpiano irriguo, la gestione del rischio, la biodiver-sità e la rete rurale nazionale. La Calabria - ha di-chiarato infine Trematerra -, d’accordo con le al-tre Regioni, ha chiesto al Governo e all’Europa diescludere dal calcolo delle spese che concorronoal patto di stabilità interno, la quota di cofinan-ziamento regionale per lo sviluppo rurale».

L'assessore regionaleall'Agricoltura MicheleTrematerra, è soddisfattoper l'accordo raggiunto trail ministero delle Politicheagricole e le Regioni sullaapplicazione della Politicaagricola comune (Pac)2014-2020, in meritoalla dotazione finanziariadei Programmi di svilupporurale (Psr) regionalidella prossimaprogrammazione dei fondicomunitari. La Calabria,in posizione di spiccotra le regioni a obiettivoconvergenza, riceverà1.103.562.000 euro

AgricolturaI fondi della salvezzaAgricolturaI fondi della salvezza

MezzoeuroMezzoeuroSabato 18 Gennaio 201420È tempo di raccolta

La Regione Calabria sta prendendo parte, e viresterà fino a domenica, 19 gennaio, alla fieraFerien-Messe di Vienna, kermesse internazio-nale per le vacanze, i viaggi e il tempo libero,che è leader per il turismo in Austria. Si tratta- informa una nota dell’ufficio stampa dellaGiunta - di una tappa fondamentale nella pro-mozione dell’offerta turistica calabrese nel ter-ritorio austriaco, in una manifestazione che ri-scontra la presenza di 750 espositori prove-nienti da oltre 70 paesi, 800 espositori da tut-to il mondo e richiama oltre 150.000 visitato-ri, con un programma speciale per gli addettidel settore ed eventi paralleli: il "ViennaAutoshow" e la "Cook & Look". Nello standdella Regione Calabria, di circa 40 mq, si èorientata un’attività di promozione turisticamirata al fine di riposizionare il territorio ca-labrese nei mercati internazionali. Il diparti-mento Turismo, rappresentato dal dirigente ge-nerale Pasquale Anastasi, è presente alla ker-messe per promuovere le destinazioni turisti-che calabresi con un’intensa e specifica pre-sentazione di nuove proposte di itinerari e pac-chetti turistici, la campagna di comunicazionee la linea strategia del Piano di sviluppo turi-stico sostenibile. "Il serrato confronto già avviato con i maggioritour operator internazionali - ha detto il presi-dente della Regione Scopelliti -, le più impor-tanti compagnie aeree e la partecipazione allefiere di settore, è la dimostrazione concreta delforte impegno che la Regione Calabria sta in-dirizzando verso un settore strategico comequello del turismo. Il dipartimento è fortementeimpegnato in questa direzione sostenuto dalleingenti risorse che il Governo regionale hamesso a disposizione. Di recente ci siamo re-cati in Austria in missione istituzionale, per av-viare delle iniziative per incrementare i flussituristici austriaci verso la Calabria, promuo-vendo la regione sul versante agroalimentaree sulla cultura attraverso la collaborazione conl’Ambasciata d’Italia a Vienna"."Il nostro Paese - ha affermato il dirigente ge-nerale Pasquale Anastasi - rimane la destina-zione più apprezzata dai turisti austriaci. Siamopresenti in questa importante fiera perche’l’Austria rappresenta uno dei principali paesiche scelgono la Calabria e abbiamo in pro-gramma una serie di incontri con tour opera-tor, agenti di viaggi e giornalisti, al fine di fa-vorire i contatti tra la domanda austriaca e l’of-ferta calabrese, per accrescere ulteriormente iflussi turistici da questo mercato".

TurismoDiciamola nostra

La Calabria alla Ferien-Messe

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di Giovanni Perri

Il rapporto sulla “Qualità della vita 2013”, con-ferma che Trento, Bolzano, Aosta, Belluno,SienaBelluno, Verona, Vicenza guidano la classi-fica della 15 ̂indagine promossa dallo studio pub-blicato da “Italia Oggi Sette-Università LaSapienza” di Roma, mentre le ultime della classefigurano Catania, Napoli, Trapani, Carbonia-Iglesias, Vibo Valentia, Enna e Crotone.Ciò è quanto emerge dall’analisi degli indicatorieconomici “affari e lavoro, ambiente, criminalità,disagio sociale, popolazione, servizi, tempo libe-ro, tenore di vita”, che offrono altrettante classifi-che parziali, utili ad evidenziare in generale l’an-damento della qualità della vita in ogni provinciaitaliana raffrontata con l’anno precedente.Lo studio offre la significativa percezione dei dif-ferenziali di sviluppo delle sfaccettate realtà, nel-l’ambito delle quali con l’analisi di ogni singoloindicatore o parametro, con successive semplifi-cazione, la qualità della vita è stata definita “Buona,accettabile, scarsa e insufficiente”. Esaminandodall’alto in basso le graduatorie parziali e quellafinale si ha un quadro dello stato di salute e di sof-ferenza delle diverse realtà territoriali rispetto al-l’anno precedente.

Dall’analisi della situazione del Paese emerge chele realtà territoriali del Nord mantengono sostan-zialmente le proprie performance, mentre quelledel centro Italia non invertono la tendenza versoi miglioramenti generalizzati, mentre quelle delmezzogiorno e delle Isole mostrano evidenti se-gni di gravi e acute sofferenze e di delusione, pernon palare dei cinque capoluoghi calabresi cheaffollano, ancora una volta, le retrovie della clas-sifica in esame.

Le cinque province calabresi ancora una volta affol-lano il gruppo di coda dei primati negativi dellagraduatoria per un insieme di concause che van-no dalla questioni ambientali, al tempo libero, agliaffari e lavoro, al tenore di vita ed alla situazionedi crisi generale che attraversa il Paese. In questoquadro poco esaltante è necessario individuare ri-cette risolutive, non solo per la realtà della città diCrotone che scivola all’ultimo posto della gra-duatoria finale.C’è bisogno di un’accelerazione della spesa pub-blica e interventi sul credito a beneficio di chi ge-nera reddito, ricchezza, posti di lavoro, beni di

consumo e qualità ambientali, diversamente, l’u-niverso produttivo non sarà in grado di sostenereun quadro socio-economico migliore rispetto al-l’attuale, per modernizzare la Calabria, renderlacompetitiva e più vivibile, sostenendo crescita,sviluppo, produzioni di eccellente qualità, econo-mia e capacità di attrarre investimenti, mantenendosempre un occhio attento all’ambiente e al pae-saggio.Raggiungere tali obiettivi è possibile, alla condi-zione che tra i diversi attori dello sviluppo socio-economico ci sia la disponibilità piena e respon-sabile, che vi sia l’impegno di tutti, professionisti(agronomi, architetti, ingegneri, geologi ecc,), ope-ratori economici, mondo variegato del volonta-riato e di quanti altri costituiscono il tessuto so-ciale e produttivo, idoneo e disponibile per svi-luppare attività materiali e immateriali, profes-sionali, imprenditoriali, produttive, approfittandoanche della presenza qualificata e qualificante dirobuste strutture universitarie.Per quanto concerne l’ambiente ad esempio, oc-correrebbe realizzare iniziative progettuali mira-te ad un ordinato sviluppo della qualità del vive-re a livello comunale e comprensoriali con poli-tiche urbanistiche innovative per la gestione e ma-nutenzione del verde urbano e non solo.Dalla lettura e dall’analisi dei dati della nuovarealtà agricola nazionale emerge, pertanto, una si-tuazione complessivamente con luci ed ombre,tanto da consigliare ai diversi operatori del setto-re ed ai pubblici poteri, di invertire la tendenze ne-gative ed attuare urgenti interventi correttivi damettere a disposizione del settore primario al fi-ne di accrescere la competitività delle aziende agri-cole e forestali.Dove si è operato bene e con maggiore raziona-lità d attenzione sulle problematiche sociali ed

economiche, pur con tante luci ed ombre e note-voli difficoltà sul fronte delle politiche industria-li ed occupazionali, soprattutto a svantaggio del-le forze giovanili, i risultati positivi non manca-no, tant’è vero che a Trento, Bolzano ed Aosta,Cuneo e Belluno città circondate da montagne bel-lissime, da realtà sostenibili e a naturalità diffusai risultati positivi non mancano, anche se neces-sitano ulteriori miglioramenti.

La Calabria può risalire la graduatoria della qua-lità della vita, sfruttando in modo virtuoso gli aiu-ti finanziari della prossima programmazione deifondi dell’Ue 2014-2020, per tutelare, salvaguar-dare e valorizzare le risorse naturalistiche, ar-cheologiche, agricole, ambientali e paesaggisti-che esistenti nel nostro territorio.Voltare pagina è possibile anche e soprattutto gra-zie alla disponibilità e sensibilità partecipativa del-le popolazioni calabresi per affrontare ed avviarea soluzione le questioni che affliggono l’intera so-cietà ed in primis i problemi della disoccupazio-ne, del diffuso disagio sociale e dello sviluppo so-cio-economico in generale.Sempre per restare ancorati alle politiche am-bientali, vanno fronteggiate le diverse criticità nonrisolte, quali la riduzione dei consumi energetici,l’installazione diffusa dei pannelli fotovoltaici, ri-duzione dei costi energetici, riuso e riqualifica-zione dei manufatti già esistenti, uso razionale delconsumo dei suoli, politiche ambientali non sem-pre virtuose, “corridoi ecologici” fluviali nei gre-ti dei corsi d’acqua per la tutela e salvaguardia del-la biodiversità ed infine la riqualificazione dei cen-tri storici nell’ambito di politiche innovative in-centrate sulla cosiddetta “rigenerazione urbana”.

[email protected]

Maglia neracucita addossoMaglia neracucita addosso

MezzoeuroMezzoeuro Sabato 18 Gennaio 2014 21Altro che verde speranza

Rapporto qualità della vita. Tra le nostre, ultimedella classe sono Vibo Valentia e Crotone

Parametro Catanzaro Cosenza Crotone Reggio C. Vibo V.

Anno 2013 2012 Diff. 2013 2012 Diff. 2013 2012 Diff. 2013 2012 Diff. 2013 2012 Diff.

Affari e lavoro 108 95 +13 103 85 + 8 110 102 + 8 97 90 + 7 109 100 + 9Ambiente 87 83 + 4 38 80 - 42 62 103 - 41 36 87 - 51 89 98 - 10Criminalità 45 58 - 13 51 36 +15 24 10 + 14 45 58 - 13 87 57 + 30Disagio sociale 15 11 + 4 52 5 + 47 85 12 +73 7 6 + 1 26 3 + 23Popolazione 34 34 - 61 49 +12 4 3 + 1 29 17 +12 37 40 - 3Servizi finanz. 85 48 - 37 83 45 + 38 95 81 + 14 104 89 + 15 90 76 +14Sistema salute 30 30 + 2 76 34 +42 102 93 + 9 87 51 + 36 54 53 + 1Tempo libero 79 85 - 6 87 97 - 10 110 102 + 8 88 81 + 7 107 87 + 20Tenore di vita 86 92 - 6 105 97 + 8 98 98 - 108 78 + 30 103 87 +16

Classifica finale 89 87 + 2 102 75 +27 110 101 +9 93 76 + 17 108 98 +10

Tabella generale delle cinque province calabresi con dati riferiti alle annualità 2012 - 2013 e relative differenze

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Il Governo ha bocciato il provvedimento rivoltoa sostenere il trasporto pubblico locale in Calabria.La notizia è stata resa nota dal presidente dellaRegione, Giuseppe Scopelliti, e dall’assessore re-gionale ai Trasporti, Luigi Fedele, nel corso di unaconferenza stampa che si è svolta a Catanzaro.L’accordo che era stato raggiunto in precedenzaprevedeva l’utilizzo dei fondi Fas per affrontare itanti problemi del settore, compresa la situazionedebitoria. Scopelliti ha evidenziato che «in questimesi la Regione ha lavorato ad un provvedimen-to per mettere in sicurezza il sistema del traspor-to pubblico locale in Calabria. Oggi ci aspettava-mo l’approvazione e, invece, dobbiamo registra-re una sorta di ostruzionismo che non aiuta né noi,né le aziende e né il cittadino calabrese».«Si rischia il tracollo delle aziende e il caos nelservizio - ha spiegato il governatore - e noi di tut-to abbiamo bisogno tranne che di questo. Per quan-to ci riguarda, va chiarito che non abbiamo chie-sto risorse al Governo. Al contrario, i fondi sonodi competenza Fas e, contrariamente a quanto ac-caduto ad altre Regioni, non c’era necessità di ave-re finanziamenti aggiuntivi».Scopelliti ha, quindi, annunciato che incontrerà ilministro Lupi: «L’appello che lancio è che su que-sta vicenda quanti fanno parte della coalizione digoverno si facciano sentire perché chi deve go-vernare lo faccia tutelando gli interessi della no-stra gente. Devo ringraziare il ministro Lupi e diquesta vicenda ho già interessato i parlamentaridel Nuovo centrodestra calabrese».

Non andiamoda nessuna parte

Non andiamoda nessuna parte

MezzoeuroMezzoeuro Sabato 18 Gennaio 2014 23La strada è sbarrata

Il Governo bocciail provvedimento rivoltoa sostenere il trasportopubblico locale in Calabria

La vicepresidente della Regione Antonella Stasi ha espresso soddisfazione per la presentazione inConsiglio dei ministri, da parte del ministro Lupi, del nuovo piano nazionale per gli aeroporti cheprevede l’inserimento dello scalo di Lamezia Terme nel gruppo degli aeroporti strategici e degli sca-li di Reggio e Crotone tra quelli di interesse nazionale.«È da oltre un anno - ha detto la vicepresidente Stasi - che sul tavolo del ministero delle Infrastrutturee dei Trasporti si alternano documenti che tentano di trovare una mediazione rispetto a quello chedovrà essere il tanto atteso piano nazionale degli aeroporti. Lo scorso mese di maggio è stata istitui-ta una cabina di regia all’interno della quale la Regione è riuscita a conquistarsi una postazione. Inquesti mesi - ha aggiunto la vicepresidente - è stato portato avanti un importante lavoro tecnico e dimediazione politica grazie al ruolo nazionale sempre più forte del presidente Scopelliti che ha per-messo di definire principi all’interno di linee guida in materia di trasporto aereo, nell’ambito di unavisione strategica nazionale. In queste settimane siamo rimasti in attesa di un documento finale daparte del Mit e il ministro ha precisato che il documento finale sarà sottoposto all’attenzione delleRegioni dopo un passaggio in Consiglio dei ministri».«Il Piano - ha sottolineato inoltre la vicepresidente Stasi - identifica due grandi gruppi di aeroporti:strategici (11) e di interesse nazionale (26). Tra gli aeroporti strategici la Regione Calabria è riuscitaad ottenere l’inserimento dell’aeroporto di Lamezia Terme insieme con Milano Malpensa, Venezia,Bologna, Roma Fiumicino, Napoli, Bari, Catania, Palermo, Cagliari e Pisa/Firenze a condizione chetra gli stessi si realizzi la piena integrazione societaria e industriale. Tra i 26 aeroporti di interesse na-zionale anche Reggio Calabria e Crotone insieme a Milano Linate, Torino, Bergamo, Genova, Brescia,Cuneo, Verona, Treviso, Trieste, Rimini, Parma, Ancona, Roma Ciampino, Perugia, Pescara, Salerno,Brindisi, Taranto, Comiso, Trapani, Pantelleria, Lampedusa, Olbia, Alghero. Gli aeroporti di interesse nazionale sono stati individuati sulla base delle seguenti due imprescindi-

bili condizioni, che l’aeroporto fosse in grado di ricoprire un ruolo ben definito e una riconoscibilevocazione all’interno del bacino di appartenenza e che l’aeroporto fosse in grado di dimostrare il rag-giungimento, entro un triennio, dell’equilibrio economico-finanziario da dimostrare mediante un pia-no industriale che dovrà essere presentato entro tre mesi dall’approvazione del piano nazionale». «In merito al tema dell’aereonautica generale, il piano prevede che tutte le strutture aeroportuali, noninserite nell’elenco degli aeroporti nazionali dovranno essere trasferite alle Regioni, sulla base di op-portune iniziative a sostegno di questo trasferimento. È stata premiato dunque - ha concluso la vicepresidente Antonella Stasi - il lavoro, l’attenzione ed ilcoraggio di portare avanti e difendere delle infrastrutture direi “vitali” per una regione come la Calabria.Adesso bisogna proseguire su questa strada e rafforzare il risultato attraverso un piano che consentadi rilanciare gli scali e portarli a diventare il vero motore di sviluppo del territorio calabrese. Su que-sto il presidente Scopelliti e tutti noi come Giunta abbiamo dimostrato di avere le idee chiare».

Presentinel Piano nazionale

per gli aeroporti

Calabrianell’alto dei cieli

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