METODOLOGIE DI PROFILAZIONE DINAMI A DEI PRELIEVI AI … · appendice 3 - il modello econometrico...

81
METODOLOGIE DI PROFILAZIONE DINAMICA DEI PRELIEVI AI SENSI DELLA DELIBERAZIONE 72/2018/R/GAS

Transcript of METODOLOGIE DI PROFILAZIONE DINAMI A DEI PRELIEVI AI … · appendice 3 - il modello econometrico...

  • METODOLOGIE DI PROFILAZIONE DINAMICA DEI PRELIEVI AI SENSI DELLA DELIBERAZIONE

    72/2018/R/GAS

  • I

    Indice

    1 OBIETTIVO DEL PROGETTO ....................................................................................................................... 1

    2 DESCRIZIONE DELLO STUDIO .................................................................................................................... 2

    3 LA STIMA DELLA REAZIONE DEI CONSUMI ALLE TEMPERATURE SU DATI AGGREGATI .............................. 3

    3.1 La suddivisione del territorio nazionale in fasce e regioni climatiche ..................................... 3

    3.2 La stima della reazione dei consumi gas alle temperature ..................................................... 4

    4 IL CAMPIONE DI PDR DOTATI DI SMART METER ....................................................................................... 9

    4.1 Le aziende coinvolte ................................................................................................................ 9

    4.2 I Dati richiesti ......................................................................................................................... 10

    4.3 La validazione del campione.................................................................................................. 12

    5 LA VALUTAZIONE DEI PROFILI DI PRELIEVO STANDARD.......................................................................... 15

    6 LA STIMA DEI COEFFICIENTI DI CORREZIONE CLIMATICA WKR ............................................................... 18

    6.1 La strategia di stima dei coefficienti Wkr .............................................................................. 18

    6.2 La stima della reazione dei consumi alle temperature ......................................................... 19

    6.3 La valutazione dell’attendibilità delle stime prodotte dal modello econometrico ............... 21

    6.4 Il calcolo dei coefficienti di correzione climatica Wkr ........................................................... 25

    6.5 L’applicazione dei Wkr ai profili standard ............................................................................. 28

    7 UNA PROPOSTA DI REVISIONE DELLA COMPONENTE C1% DEI PROFILI STANDARD ................................ 33

    7.1 Definizione di una componente c1% alterativa: ................................................................... 33

    7.2 Correzione dei profili standard tramite l’applicazione della c1% alternativa ....................... 36

    8 RISULTATI DELL’ANALISI SUI DATI CAMPIONARI: ................................................................................... 39

    9 FASE DI TEST DEL MODELLO DI STIMA DEL PARAMETRO WKR E DEI PROFILI DI PRELIEVO ..................... 41

    9.1 L’impatto a livello nazionale .................................................................................................. 42

  • II

    9.2 L’impatto per regione climatica............................................................................................. 46

    10 CONCLUSIONI DELLO STUDIO ................................................................................................................. 50

    10.1 10.1 Interventi in prima applicazione su profili di prelievo e Coefficiente Wkr .................... 50

    10.2 Ulteriori considerazioni in merito ai Profili di Prelievo ......................................................... 51

    10.3 Ulteriori considerazioni in merito al Wkr .............................................................................. 52

    APPENDICE 1 – LA SELEZIONE DEL MODELLO ECONOMETRICO .................................................... 54

    APPENDICE 2 - I DATI FORNITI DALLE AD ..................................................................................... 56

    2.1 I campioni forniti dalle AD ....................................................................................................... 56

    2.2 L’eliminazione delle osservazioni estreme .............................................................................. 57

    2.3 Le correlazioni tra i consumi del campione delle popolazioni cui sono confrontati ............... 57

    APPENDICE 3 - IL MODELLO ECONOMETRICO PER LA STIMA DELLA REAZIONE ALLE TEMPERATURE

    61

    3.1 La stima dei Wkr giornalieri ..................................................................................................... 63

    APPENDICE 4 – MAPE DEI WKR DISTINTI DISTINTI PER FASCIA CLIMATICA E REGIONE CLIMATICA 65

    APPENDICE 5 - IL MODELLO ECONOMETRICO PER LA STIMA DELLA COMPONENTE C1% ............... 67

    APPENDICE 6 - CURVE DEI CONSUMI MEDI GIORNALIERI DEL CAMPIONE CONFRONTATE CON

    PROFILI DI PRELIEVO STANDARD E RICOSTRUZIONE DELLE CURVE DEI PRELIEVI COMUNICATI IN

    SEDE DI SESSIONE DI BILANCIAMENTO ....................................................................................... 69

    APPENDICE 7 - FUNZIONI DI REAZIONE DEI CONSUMI ALLE TEMPERATURE TRA LE DIFFERENTI

    REGIONI CLIMATICHE ................................................................................................................. 73

    APPENDICE 8 - CONFRONTO TRA LE CURVE DEI CONSUMI MEDI REALI E STIMATI PER CIASCUNA

    REGIONE CLIMATICA .................................................................................................................. 76

  • 1

    1 Obiettivo del Progetto

    Lo studio ha realizzato un modello per la stima del coefficiente Wkr, come definito dal Testo

    Integrato delle disposizioni per la regolazione delle partite fisiche ed economiche del servizio di

    bilanciamento del Gas naturale (TISG) approvato dalla delibera ARERA 72/2018/R/gas, e ha

    verificato i profili di prelievo standard di cui all’articolo 5 del TISG per una loro eventuale

    revisione.

  • 2

    2 Descrizione dello studio

    La prima fase dello studio, mirata a definire le caratteristiche fondamentali dei modelli

    econometrici utilizzati nelle fasi successive dello studio è stata svolta tramite l’uso delle serie

    storiche di immissione di gas alle REMI registrate da SNAM. Le fasi successive, mirate alla

    valutazione dei profili di prelievo standard e alla stima puntuale dei coefficienti di correzione

    climatica Wkr, sono state condotte sulla base dei dati di prelievo giornaliero di gas naturale di

    un campione di PdR dotati di smart meters fornito dalle aziende di distribuzione (AD) coinvolte.

    Quest’analisi ha posto particolare attenzione ai PdR associati ad un profilo di prelievo con

    componente termica (categoria d’uso C1,C3,C5,T2).

    Lo studio ha compreso le seguenti fasi:

    I. Selezione del modello per la stima della reazione dei consumi al variare delle temperature

    II. raccolta, management e analisi dei dati forniti da ciascuna AD per la selezione di un

    campione valido

    III. valutazione della validità dei profili standard di prelievo

    IV. calcolo dei coefficienti giornalieri di correzione climatica Wkr

    V. valutazione della performance dei Wkr ai fini della correzione degli scostamenti tra

    immessi e prelievi calcolati tramite l’applicazione dei profili standard

    VI. valutazione della riduzione degli scostamenti associabili ai profili standard tramite la

    modifica delle componenti c% dei profili standard e l’applicazione dei coefficienti Wkr.

    VII. valutazione dell’applicazione dei coefficienti di correzione climatica Wkr e della modifica

    delle componenti dei profili standard tramite l’analisi quantitativa dell’impatto che queste

    modifiche hanno sullo scostamento tra immessi e dati reali e stimati comunicati in sede di

    sessione di bilanciamento utilizzando i dati aggregati di prelievo su tutto il territorio

    nazionale

  • 3

    3 La stima della reazione dei consumi alle temperature su dati

    aggregati

    Nella prima fase dello studio è stata condotta un’analisi della relazione tra consumi di gas e

    temperature in base ai dati aggregati di immissioni giornaliere alle REMI connesse alla rete di

    SNAM, che sono utilizzate come proxy dei consumi. Questo esercizio ha permesso di ottenere

    una robusta evidenza quantitativa del fatto che le relazioni che legano i consumi di gas al variare

    temperature locali sono specifiche per ciascuna regione climatica e che debbano, quindi, essere

    stimate separatamente. L’evidenza prodotta ha, inoltre, mostrato come un modello

    econometrico ad effetti fissi che permetta una reazione non costante dei consumi al variare

    delle temperature sia il più appropriato per misurare tali relazioni, in quanto mostra la maggior

    capacità esplicativa dell’andamento dei consumi.

    I risultati empirici ottenuti in questa fase iniziale dello studio sono stati utilizzati a supporto della

    procedura di stima della reazione dei consumi alle temperature e dei coefficienti di correzione

    climatica Wkr svolte nelle fasi successive dello studio tramite l’utilizzo dei dati campionari di PdR

    dotati di smart meters.

    3.1 La suddivisione del territorio nazionale in fasce e regioni climatiche

    Il territorio nazionale è suddiviso in 6 fasce climatiche omogenee in base al valore totale dei

    gradi giorno medi annuali. La definizione dei coefficienti climatici si è basata su una suddivisione

    alternativa del territorio, ovvero in 18 regioni climatiche, ciascuna delle quali associata ad una

    singola stazione meteorologica. Come mostrato in Figura 1, si osserva una rilevante

    sovrapposizione delle fasce e delle regioni: in ogni fascia sono comprese aree geografiche che

    riferiscono a più regioni climatiche ed in ogni regione sono comprese aree associate a fasce

    climatiche differenti. La rilevanza di queste differenze sarà discussa nel resto della

    presentazione, quando d’interesse.

  • 4

    3.2 La stima della reazione dei consumi gas alle temperature

    La relazione che lega i consumi di gas alle temperature non è nota ed è stata, quindi, stimata

    tramite un approccio econometrico. In questa fase, per ciascuna delle 18 regioni climatiche,

    ciascuna delle quali associata ad una stazione meteorologica, la stima della reazione dei consumi

    al variare delle temperature è stata svolta utilizzando i dati aggregati di immissioni giornaliere

    alle REMI collegati alla rete SNAM. I valori delle immissioni, utilizzate come proxy dei consumi,

    sono stati computate su base giornaliera per 2,876 REMI.

    Oltre ai dati di immissione, per ogni REMI è stata utilizzata l’informazione sulla provincia

    amministrativa di riferimento, la stazione meteorologica cui la REMI è associata e la fascia

    climatica. L’analisi è stata svolta considerando i soli periodi di accensione degli impianti di

    riscaldamento determinati per ogni fascia climatica a termini di legge nel periodo gennaio 2015

    – settembre 2018. Le temperature giornaliere sono state calcolate come HDD (Heating Degree

    Day), ovvero come la differenza positiva di 18 gradi centigradi e la temperatura media del giorno

    di riferimento.

    L’approccio selezionato d’utilizzo di un modello econometrico presenta numerosi vantaggi

    rispetto a metodologie alternative (es. reti neurali) in quanto:

    garantisce al ricercatore il controllo della procedura e l’interpretabilità dei risultati delle

    stime

    LE 6 AREE CLIMATICHE LE 18 REGIONI CLIMATICHE

    Figura 1

  • 5

    permette di stimare la reazione dei consumi in base alle osservazioni effettive, al contrario

    di quanto previsto da approcci differenti che imporrebbero una relazione predeterminata

    permette di stimare la reazione dei consumi termici alle temperature, al netto dei altri

    elementi che possano incidere sui consumi stessi (es. dimensione dell’abitazione/edificio

    servito, stagionalità dei consumi nell’anno e infrasettimanali, numero di abitanti

    nell’abitazione/edificio, dimensione dell’impresa, ecc.)

    Si noti che lo scopo di questo esercizio è quello fornire un supporto empirico alla strategia di

    stima della reazione dei consumi al variare delle temperature e dei valori dei coefficienti di

    correzione climatica Wkr, demandati alle fasi successive dello studio e basati sui dati campionari

    di PdR dotati di smart meter. Le stime econometriche svolte in questa fase non sono, dunque,

    finalizzate alla stima puntuale delle funzioni di reazione dei consumi alle temperature. I modelli

    non sono, inoltre, concepiti come modelli di previsione dei consumi. L’analisi econometrica, in

    questa fase, è, invece, volta all’identificazione delle caratteristiche fondamentali che i modelli

    econometrici utilizzati nelle fasi successive dello studio dovranno presentare. Già in questa fase,

    la stima del legame tra consumi e temperature è svolta separatamente per regione climatica, in

    quanto questa è la dimensione secondo cui sono definiti i coefficienti di correzione climatica

    Wkr.

    Un modello econometrico consiste in un’equazione che lega i consumi alle temperature

    osservate del giorno in esame. L’equazione definisce i consumi come una funzione delle

    temperature e altri elementi, detti variabili di controllo. Per ciascuna delle regioni climatiche

    sono stimati due modelli econometrici distinti: un modello ai minimi quadrati (OLS) e uno a

    effetti fissi (FE). Si veda l’Appendice 1 per i dettagli di stima.

    L’identificazione del modello econometrico più appropriato si è basata sul confronto della

    capacità esplicativa dei modello in ragione dei valori dei MAPE (Mean Absolute Percentage Error)

    e dei adjR2 (Adjusted R2).

    Il primo indicatore misura l’errore previsionale medio del modello in termini percentuali. Per

    ogni osservazione il modello econometrico produce una stima cui è associato un errore

    (calcolato come la differenza rispetto ai volumi di immissioni effettive) che viene espresso in

    termini percentuali del valore delle immissioni effettive. Il Mean Absolute Percentage Error

    rappresenta la media algebrica di tali errori: minore è il valore di questo indice, migliore è la

    precisione delle stime.

  • 6

    L’adjR2 misura la capacità esplicativa del modello della variabilità delle immissioni. Valori più

    elevati di questo indice mostrano una maggior capacità esplicativa del modello.

    0%

    20%

    40%

    60%

    80%

    100%

    AdjR2 per regione climatica

    OLS FE

    0.0%1.0%2.0%3.0%4.0%5.0%6.0%7.0%8.0%

    MAPE per regione climatica

    OLS FE

    Figura 2

  • 7

    Come mostrato in Figura 2, il modello a effetti fissi commette errori previsionali sensibilmente

    inferiori rispetto al modello OLS in ogni regione climatica, il MAPE del modello FE è infatti molto

    ridotto rispetto a quello del modello OLS. L’adjR2 del modello FE è, inoltre, sempre superiore a

    quello del modello OLS: il modello a effetti fissi è più maggiormente predisposto a predire la

    variabilità delle immissioni.

    Il modello FE risulta, quindi, essere il più appropriato in quanto ha la maggior capacità esplicativa

    dell’andamento delle immissioni e commette errori di previsione inferiori rispetto al modello

    OLS, permettendo di stimare la reazione dei consumi al netto della stagionalità degli stessi e

    delle temperature e di tutte le caratteristiche fisse nel tempo che modificano i volumi.

    Le funzioni di reazione stimate separatamente per ciascuna regione climatica risultano, inoltre,

    diverse tra loro. La reazione dei consumi al variare dei HDD è specifica alla regione climatica di

    riferimento. Nell’esempio riportato in Figura 3, sono mostrati tre casi tipo delle funzioni di

    reazione stimate dal modello econometrico FE che determinano la variazione delle immissioni

    (in log) al variare delle temperature (in HDD), a parità di altre condizioni. Nella regione di Napoli,

    la reazione approssima una forma lineare. Un HDD in più ha lo stesso impatto sulle immissioni

    (in log) a prescindere dal livello dei HDD stessi. Al contrario, a Milano e Roma, la forma stima

    della funzione di reazione è concava, mostrando che al crescere dei HDD l’impatto marginale

    sulle immissioni (in log) si riduce.

    Figura 3

    -0.4

    -0.2

    0

    0.2

    0.4

    0.6

    0.8

    1

    1.2

    1.4

    1.6

    MILANO ROMA NAPOLIHDD

    log (imm)

  • 8

    Le evidenze ottenute in questa fase mostrano che: 1. il modello econometrico a effetti fissi è il più appropriato per stimare la funzione di

    reazione dei consumi al variare delle temperature

    2. il modello econometrico deve permettere che la funzione di reazione stimata risulti non

    lineare nel livello delle temperature

    3. le funzioni di reazione devono essere stimate separatamente per ciascuna delle 18

    regioni climatiche

    Questi risultati saranno utilizzati a supporto delle fasi successive dello studio, specificatamente

    per la definizione dei modelli econometrici per la stima della reazione dei consumi alle

    temperature e della componente c1% dei profili, presentate nelle sezioni 6.2 e 7.1.

  • 9

    4 Il campione di PdR dotati di smart meter

    4.1 Le aziende coinvolte

    Durante l’estate del 2018 è stata inoltrata richiesta formale alle principali AD per la raccolta e

    invio di dati di prelievo giornaliero di un campione di PdR dotato di smart meter.

    Le 3 AD coinvolte servono complessivamente circa il 50% dei PdR in tutte le fasce climatiche del

    territorio nazionale (si veda Figura 4).

    Figura 4

    -

    5

    10

    15

    20

    25

    ITALIA E D C B F

    Mili

    on

    i

    Numero di PdR serviti dalle AD

    AD COINVOLTE Altre AD

  • 10

    4.2 I Dati richiesti

    Per ciascuna delle 18 regioni climatiche e ciascuna delle AD, sono stati definiti 3 gruppi di PdR

    serviti (si veda Figura 5):

    1. la popolazione intera di PdR (con e senza smart meter)

    2. la popolazione totale di PdR con smart meter

    3. un campione randomico di PdR con smart meter

    La popolazione intera di PdR (con e senza smart meter)

    La popolazione totale di PdR con smart meter

    Campione randomico di PdR

    con smart meter

    A ciascuna AD è stato richiesto di selezionare in ogni regione climatica dove fosse attiva un

    randomico campione di PdR dotati di smart meter il cui numero corrispondesse al 1% della

    popolazione totale di PdR con smart meter nella regione o almeno 1,000 PdR.

    Per ogni PdR incluso nel campione sono stati richiesti i seguenti dati:

    ID, identificativo del PdR

    Codice ISTAT del comune d’appartenenza

    Codice REMI di riferimento

    Profilo di prelievo associato

    La serie storica dei prelievi giornalieri di gas (misurati in mc) nel periodo 1/10/2015 al

    30/06/2018.

    Figura 5

  • 11

    Inoltre, al fine di verificare la validità del campione per la stima dei coefficienti di correzione

    climatica e per la valutazione della validità dei profili standard, a ciascuna AD è stato richiesto di

    trasmettere i seguenti dati:

    il numero totale di PdR serviti distinti per regione climatica e profilo di prelievo

    il numero totale di PdR serviti con smart meter distinti per regione climatica e profilo di

    prelievo

    il numero totale di PdR serviti con smart meter inclusi nel campione distinti per regione

    climatica e profilo di prelievo

    la serie storica su base mensile (ottobre 2015-giugno 2018) dei volumi totali dei prelievi (in

    mc) di tutti i PdR dotati di smart meter distinti per regione climatica.

    L’insieme dei campioni forniti dalle AD permette di avere una popolazione che include PdR

    localizzati in ciascuna delle 18 regioni climatiche.

    La disponibilità delle informazioni di prelievo su due interi anni termici per un campione che

    copre tutte le 18 regioni climatiche hanno reso il dataset particolarmente adatto all’analisi

    quantitativa svolta per il presente studio: questo campione è, infatti, stato utilizzato per la stima

    delle reazioni dei consumi termici alle temperature finalizzata alla misura dei coefficienti Wkr. I

    campioni forniti dalle altre due AD sono stati utilizzati al fine di valutare l’adeguatezza dei profili

    di prelievo definiti dall’Autorità e per la quantificazione dell’effetto di correzione dei profili

    tramite l’applicazione dei Wkr giornalieri e la revisione della componente c1%.

    Al fine di selezionare un campione valido per la stima dei coefficienti Wkr e per la valutazione

    dei profili standard, a valle della consegna dei dati, per ciascun campione fornito dalle AD è stata

    effettuata un’analisi quantitativa delle serie storiche di prelievo giornaliero e si è proceduto

    all’eliminazione delle osservazioni estreme (si veda Appendice 2 per i dettagli della procedura).

    La Figura 6 mostra la distribuzione dei campioni prodotti dalle singole AD in termini di regione

    climatica di riferimento, area climatica di riferimento e categoria d’uso dei PdR inclusi nei

    campioni.

  • 12

    [OMISSIS]

    Figura 6

    4.3 La validazione del campione

    Il campione ottenuto a seguito dell’eliminazione degli outliers (si veda Appendice 2 per i dettagli

    della procedura) è sottoposto a validazione, ovvero si è proceduto ad una valutazione della

    rappresentatività dei dati campionari per la popolazione intera dotata di smart meter e della

    popolazione misurata mensilmente e annualmente. L’approccio quantitativo si è basato sul

    confronto dei dati di prelievo registrati nel campione con quelli della popolazione dotata di

    smart meter e dell’intera popolazione non misurata giornalmente. Questo esercizio ha

    confermato che l’andamento infrannuale dei consumi del campione e la distribuzione dei volumi

    di prelievo su base geografica ben rispecchiano quelli delle corrispondenti popolazioni cui sono

    confrontate. L’evidenza mostra che il campione è valido: quanto emerge dall’analisi del

    campione può essere attribuito all’intera popolazione dotata di smart meter e ai consumatori

    misurati mensilmente e annualmente.1

    La misura quantitativa della rappresentatività si è basata sul calcolo della correlazione tra i

    volumi totali di prelievo dei PdR nel campione (ripulito delle osservazioni estreme) e i

    corrispondenti volumi totali di prelievo della popolazione intera smart meter e dei misurati

    mensili e annuali nel periodo ottobre 2016-giugno 2018. Per ciascuna AD i volumi totali di

    prelievo dei 3 gruppi di PdR sono stati calcolati su base mensile, distinti per categoria di prelievo

    e per regione climatica (ad esempio, i volumi di prelievo dei 3 gruppi di PdR serviti dall’AD 1 nella

    regione climatica di Torino nel dicembre 2016). I volumi totali di prelievo dei gruppi sono

    calcolati come segue:

    I volumi totali del campione sono stati calcolati aggregando i valori di prelievo giornaliero

    dei PdR inclusi nel campione

    I volumi totali di prelievo della popolazione dotata di smart meters sono stati comunicati

    dalle AD

    I volumi totali di prelievo dei PdR misurati mensilmente e annualmente sono stati calcolati

    utilizzando i valori di prelievo computati per le sessioni di bilanciamento e di aggiustamento

    1 L’AD 3 non ha fornito il valore dei prelievi totali mensili della popolazione dotata di smart meter distinta per regione climatica. Non è stato, quindi, possibile effettuare l’esercizio di validazione per questa AD. [OMISSIS]

  • 13

    in possesso di SNAM per il periodo ottobre 2016-dicembre 2017 e di bilanciamento per il

    periodo gennaio 2018-giugno 2018.

    La Figura 7 mostra le correlazioni tra i prelievi del campione dell’AD 1 e i corrispondenti prelievi

    dell’intera popolazione dotata di smart meter, e le correlazioni dei volumi di prelievo di

    quest’ultima e corrispondenti volumi dei consumi dei PdR misurati mensilmente e annualmente.

    Per definizione l’indice di correlazione è contenuto tra -1 e +1. Un valore della correlazione

    positivo e vicino a uno indica che a valori elevati dei volumi di prelievo di un gruppo

    corrispondono valori elevati dei volumi di prelievo del gruppo con cui è confrontato. Dato che il

    confronto avviene tra i volumi del campione con quelli della popolazione dotata di smart meter

    e tra questi e quelli della popolazione misurata mensilmente e annualmente (M&A) un valore

    delle correlazioni positivo e vicino a 1 indica che i valori elevati dei consumi totali del campione

    sono registrati nei mesi e nelle regioni climatiche dove anche i volumi del gruppo di confronto

    sono risultato elevati rispetto agli altri mesi e regioni climatiche2. In Appendice 2 sono riportati

    i grafici a dispersione che mostrano la distribuzione di consumi totali del campione delle

    popolazioni cui sono confrontati (popolazione totale SM e popolazione M&A).

    2 L’AD 1 non ha comunicato i volumi mensili dei prelievi totali della popolazione dotata di smart meter. Dunque, al fine di valutare la rappresentatività del campione sono calcolati come volumi totali di prelievo del campione i volumi calcolati aggregando i prelievi giornalieri dei PdR selezionati nel sottocampione (si veda Appendice 2 per la descrizione del sottocampione) e i prelievi totali mensili della popolazione smart meter sono misurati aggregando i prelievi giornalieri del campione originario fornito dall’AD 1, che fungono, così, da proxy dei consumi della popolazione totale dotata di smart meters.

  • 14

    Figura 7

    Le correlazioni tra i volumi mensili registrati nel campione e quelli della popolazione dotata di

    smart meter sono particolarmente elevate per tutte le categorie e per entrambe le AD. In

    particolare la correlazione dei volumi è superiore a 0.6 per le categorie C1 e C3, risulta

    leggermente inferiore per la categoria T2. Si può concludere, quindi, che, in particolare per le

    categorie C1 e C3, quanto emerge dall’analisi quantitativa dei dati campionari può essere

    considerato valido anche per la popolazione intera dotata di smart meter. La correlazione,

    leggermente inferiore ottenuta per la categoria T2 suggerisce prudenza nell’interpretazione dei

    risultati campionari, sebbene il campione risulti comunque rappresentativo della popolazione

    d’origine.

    Le correlazioni tra i volumi dell’intera popolazione con smart meter e i volumi di prelievo dei

    misurati mensili e annuali risultano particolarmente elevate per tutte le categorie ed entrambe

    le AD. Questa evidenza empirica mostra che l’andamento dei consumi della popolazione dotata

    di smart meter ben rappresenta quello della popolazione misurata mensilmente e annualmente.

    Si può dunque concludere che quanto risulta dall’analisi del campione può essere attribuito

    anche alla popolazione intera dotata di smart meter e alla popolazione misurata mensilmente e

    annualmente. Il campione può essere, quindi, detto valido.

  • 15

    5 La valutazione dei profili di prelievo standard

    La valutazione dei profili di prelievo standard è stata condotta adottando un approccio

    quantitativo. L’evidenza ottenuta mostra che, in generale, i profili standard riflettono

    l’andamento stagionale dei consumi. Nei periodi più freddi dell’anno sia i consumi riportati nel

    campione sia la curva definita dal profilo di prelievo registrano i valori più alti, mentre nei periodi

    più caldi raggiungono i minimi. Tuttavia, i profili standard non colgono la variabilità dei consumi

    effettivi commettendo, così, degli errori di previsione dei consumi. Gli scostamenti tra consumi

    effettivi e consumi previsti da profilo standard risultano significativi e, in alcuni casi, risultano

    strutturali. Queste evidenze mostrano che potrebbe essere opportuna una revisione di alcune

    curve di prelievo definite dai profili standard3.

    Per ogni gruppo di osservazioni identificato dal profilo di prelievo nel campione di ciascuna AD

    è stata ricostruita la curva dei consumi medi giornalieri nell’anno termico a partire i dati di

    consumo giornaliero del campione (da qui, ci si riferirà a questa curva come “profilo effettivo”).

    Questa rappresenta l’andamento “tipo” dei consumi effettivi ed è stata costruita come una

    media ponderata giornaliera dei consumi dei PdR nel campione associati al medesimo profilo. Il

    profilo effettivo è quindi confrontato al profilo di prelievo standard di riferimento.

    Per ogni profilo sono calcolati gli errori assoluti percentuali giornalieri, misurati come il rapporto

    del valore assoluto dello scostamento tra profilo effettivo e profilo standard dei prelievi sul

    valore del profilo effettivo stesso. Per ogni osservazione giornaliera viene misurato l’errore di

    previsioni in termini di errore percentuale assoluto.

    Sono, quindi, calcolati i valori mediani degli errori giornalieri in base a due diverse dimensioni:

    a) la Fascia climatica di riferimento

    b) il mese di riferimento

    Come mostrato in Figura 8, i valori mediani degli errori assoluti percentuali (Mean Absolute

    Percentage Errors, MAPE) sono maggiori nelle fasce climatiche più calde (la B e la C) e hanno una

    forte stagionalità: gli errori nei “mesi di spalla” (marzo, aprile, settembre ed ottobre) sono

    superiori a quelli registrati nel periodo invernale. Nei mesi fuori accensione i consumi, in

    3 Una proposta di revisione viene presentata nella sezione 7.

  • 16

    particolare dei PdR di categoria C1, dovrebbero essere quasi nulli. L’evidenza mostra che spesso

    questo, in media, non è vero e ciò causa elevati errori percentuali.

    Figura 8

    Oltre a questi risultati di natura quantitativa, emergono alcune evidenze d’impatto immediato,

    valutabili qualitativamente.

    Come mostrato in Figura 9 per il caso dei profili C1E1 e C1E3 i profili sovrastimano i valori di

    prelievo nei “mesi di spalla” primaverili (marzo e aprile). Inoltre, il profilo effettivo C1E1 risulta

    riportare consumi positivi anche nel periodo dell’anno di spegnimento degli impianti di

  • 18

    6 La stima dei coefficienti di correzione climatica Wkr

    6.1 La strategia di stima dei coefficienti Wkr

    I fattori di correzione climatica sono concepiti come il rapporto tra i consumi termici a condizioni

    climatiche effettive (previste o consuntive) e i consumi termici a condizioni climatiche di

    riferimento. Dato che i consumi termici sono principalmente determinati dalle temperature

    giornaliere, i Wkr sono stati stimati come rapporto dei consumi termici a temperature

    giornaliere effettive e consumi termici a temperature di riferimento.

    Il valore dei consumi termici a temperature di riferimento non può essere osservato nei dati e

    deve, quindi, essere stimato. Inoltre, la relazione tra consumi termici e temperature è ignota e

    deve, quindi, essere identificata. A tal fine, si è optato per l’adozione di un approccio di tipo

    econometrico analogo a quello presentato nella sezione 3. Una volta identificata la relazione che

    lega i consumi alle temperature, è possibile stimare il valore dei consumi previsti dal modello

    econometrico a temperature effettive e a temperature di riferimento, eventualmente diverse

    da quelle effettive.4.

    I Wkr giornalieri sono quindi misurati come:

    𝑊𝑘𝑟 =𝐶𝑜𝑛𝑠𝑢𝑚𝑖 𝑡𝑒𝑟𝑚𝑖𝑐𝑖 𝑠𝑡𝑖𝑚𝑎𝑡𝑖 𝑎 𝑡𝑒𝑚𝑝𝑒𝑟𝑎𝑡𝑢𝑟𝑎𝑟𝑒 𝑒𝑓𝑓𝑒𝑡𝑡𝑖𝑣𝑒𝑘𝑟

    𝐶𝑜𝑛𝑠𝑢𝑚𝑖 𝑡𝑒𝑟𝑚𝑖𝑐𝑖 𝑠𝑡𝑖𝑚𝑎𝑡𝑖 𝑎 𝑡𝑒𝑚𝑝𝑒𝑟𝑎𝑡𝑢𝑟𝑒 𝑑𝑖 𝑟𝑖𝑓𝑒𝑟𝑖𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜𝑘𝑟

    I Wkr risulteranno, quindi, pari a 1 quando i consumi termici stimati a temperature effettive

    risultino pari ai consumi termici stimati a temperature di riferimento, ovvero quando le

    temperature effettive coincidano con quelle di riferimento. Data la relazione negativa tra

    consumi e temperature, i Wkr assumeranno valori superiori a uno quando i consumi a

    temperature effettive risultino superiori di quelli a temperature di riferimento e inferiori a uno

    nel caso opposto.

    4 Le temperature di riferimento sono misurate come HDD medi registrati nel giorno-mese in esame (es. 10 dicembre) nel periodo 2008-2018.

  • 19

    6.2 La stima della reazione dei consumi alle temperature

    Al fine di calcolare il valore dei consumi termici a temperature di riferimento è necessario

    identificare la relazione che lega i consumi termici alle temperature. Ciò permette di stimare i

    consumi a temperature differenti da quelle effettive e di confrontare i volumi di prelievo a

    temperature diverse. Per ciascuna delle regioni climatiche si è quindi effettuata la stima, tramite

    modello econometrico, della reazione dei consumi alle temperature.

    Alla luce delle evidenze ottenute tramite l’uso dei dati aggregati d’immissione giornaliera alle

    REMI (sezione 3), il modello econometrico prescelto è un modello ad effetti fissi che permette

    una reazione non lineare dei consumi termici al variare delle temperature. L’equazione che lo

    definisce si compone in una reazione dei consumi dei singoli consumatori (i) in ogni regione

    climatica (r) in un dato giorno (k) alle temperature del giorno stesso (in HDD), a quelle del giorno

    precedente e di variabili di controllo. Queste ultime comprendono molteplici fattori che possono

    influenzare i livelli di consumo e essere connessi alle dinamiche delle temperature. L’inclusione

    di queste variabili permette di isolare l’effetto che le temperature del giorno e del giorno

    precedente hanno sui consumi. In particolare, vengono incluse le variabili di calendario, che

    catturano l’effetto di stagionalità infrasettimanale e infrannuale delle temperature e dei

    consumi. Si noti che il modello econometrico non è concepito come un modello di previsione

    della domanda, bensì è finalizzato all’identificazione della relazione dei consumi alle variazione

    delle temperature e alle loro deviazioni dalle medie di periodo. La funzione di reazione, stimata

    tramite il modello econometrico a effetti fissi e inclusivo di variabili di controllo della

    stagionalità, definisce come i consumi di un PdR “standard” rispondano al variare delle

    temperature del giorno e del giorno precedente in un periodo “standard” nell’arco dell’anno,

    ovvero al netto dell’effetto che le caratteristiche del consumatore hanno sui suoi consumi e della

    stagionalità dei consumi (legata a quella delle temperature: le stime permettono d’indentificare

    come, in media, i consumi termici dei consumatori mutino in ragione del cambiamento dei HDD,

    a parità di altre condizioni. Si veda l’Appendice 3 per la presentazione in dettagli delle specifiche

    tecniche del modello econometrico.5

    5 Come discusso nella sezione 4, per l’identificazione delle funzioni di reazione alle temperature e la stima dei consumi termici a temperature effettive e di riferimento è stato utilizzato il solo campione fornito dall’AD 1. Questo, infatti, è l’unico dei tre campioni forniti dalle AD che copra l’arco temporale di due anni termici e includa tutte le 18 regioni climatiche per le quali sono calcolati i Wkr. Queste due caratteristiche sono necessarie a garantire una stima accurata della stagionalità dei consumi e delle temperature, che permetta di isolare la reazione dei consumi alla variazione

  • 20

    L’equazione del modello econometrico è definita come segue:

    𝐶𝑜𝑛𝑠𝑢𝑚𝑖 𝑡𝑒𝑟𝑚𝑖𝑐𝑖𝑖𝑘𝑟 = 𝑓(𝐻𝐷𝐷𝑘𝑟) + 𝑓(𝐻𝐷𝐷(𝑘−1)𝑟) + 𝑣𝑎𝑟𝑖𝑎𝑏𝑖𝑙𝑖 𝑑𝑖 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑟𝑜𝑙𝑙𝑜 + 𝑒𝑟𝑟𝑜𝑟𝑒 𝑑𝑖 𝑝𝑟𝑒𝑣𝑖𝑠𝑖𝑜𝑛𝑒

    La stima del modello econometrico permette di calcolare i parametri della funzione di reazione

    dei consumi alle variazioni delle temperature del giorno (𝑓(𝐻𝐷𝐷𝑘𝑟), idenficando, così, la funzione

    stessa, al netto dell’effetto delle altre variabili e della stagionalità infrannuale dei consumi e delle

    temperature.

    La funzione di reazione alle temperature del giorno stesso è approssimata tramite un polinomio

    di grado elevato che permette di definire una funzione molto flessibile. La funzione di reazione

    non è, quindi, predeterminata, ma viene identificata tramite la stima econometrica dei

    parametri della funzione. La funzione stimata può, quindi, avere risultati come un polinomio di

    quarto grado o inferiore, potenzialmente risultando lineare. La specificazione polinomiale ha

    una caratteristica fondamentale: permette che l’impatto marginale della variazione dei gradi

    giorno dipenda dal livello stesso delle temperature, ovvero che l’aumento di un HDD quando i

    HDD sono ridotti possa essere differente da quello che l’aumento HDD può avere quando i HDD

    sono già elevati. La non linearità della reazione può, infatti, essere dovuta alla percezione che i

    consumatori hanno della diminuzione delle temperature, che varia in base al livello delle stesse,

    e alle caratteristiche tecniche degli impianti di riscaldamento, che possono consumare

    maggiormente nei momenti “di rampa”, quando vengono accesi o devono affrontare riduzioni

    improvvise e consistenti delle temperature.

    L’analisi condotta sui dati delle immissioni giornaliere ha mostrato come le funzioni di reazione

    dei consumi alle temperature varino tra le differenti regioni climatiche: questo risultato è

    confermato anche dalle stime condotte sui dati campionari dei consumi giornalieri dei singoli

    PdR. Come mostrato in Figura 10 per i casi esempio della regione climatica di Torino, Roma e

    Bari, le funzioni sono differenti nelle diverse regioni climatiche e generalmente non lineari

    rispetto al livello delle temperature. Nella regione climatica di Torino, la funzione mostra una

    forma convessa, al crescere dei HDD i consumi aumentano con maggiore intensità: più è alto il

    livello dei HDD, maggiore è l’impatto di un HDD in più sui consumi. Nella regione di Bari, l’effetto

    è maggiormente variabile e la funzione di reazione assume una forma sinuosa, simile ad una “S”.

    delle temperature del giorno in esame, e l’omogeneità delle caratteristiche del campione tra regioni climatiche. [OMISSIS].

  • 21

    L’impatto marginale dell’aumento dei HDD è elevato per valori ridotti dei HDD e per valori

    compresi tra 7 e 11, mentre la reazione è meno intensa fuori da questo intervallo. Nella regione

    di Roma, la funzione è solo marginalmente convessa e approssima la linearità: l’impatto sui

    consumi dovuto all’aumento di un HDD rimane pressoché stabile con l’aumentare dei HDD.

    Si veda l’Appendice 7 per la rappresentazione delle funzioni di reazione dei consumi alle

    temperature tra le differenti regioni climatiche.

    Figura 10

    6.3 La valutazione dell’attendibilità delle stime prodotte dal modello

    econometrico

    Il grado d’attendibilità dei modelli econometrici è valutato in ragione dell’errore commesso dal

    modello per la previsione dei consumi dei singoli PdR. La Figura 11 mostra come i singoli errori

    calcolati giornalmente come scarto tra consumi effettivi e consumi stimati dal modello

    econometrico per ciascun PdR (per un totale di circa 43 milioni di osservazioni) abbiano una

    distribuzione simmetrica e centrata intorno allo zero, che rappresenta la media degli stessi. In

    media, quindi, il modello econometrico nelle 18 stazioni non sottostima strutturalmente né

    sovrastima i consumi effettivi.

    0

    5

    10

    15

    20

    0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15

    TORINO - Reazione alle temperature

    0

    2

    4

    6

    8

    10

    12

    0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15

    ROMA - Reazione alle temperature

    0.0

    0.5

    1.0

    1.5

    2.0

    0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15

    BARI - Reazione alle temperature

  • 22

    Figura 11

    La valutazione positiva della performance del modello è confermata anche tramite il calcolo del

    valore mediano dei PE (Percentage Error) e degli APE (Absolute Percentage Error) per ciascuna

    regione climatica. In ogni regione climatica sono calcolati i valori medi di consumo stimati dal

    modello econometrico che vengono confrontati ai consumi medi effettivi nel campione. Come

    mostrato nella Figura 12 per il caso esempio della regione di Milano, sono create per ciascuna

    regione climatica due curve di consumo medio reali e stimati, misurati come volumi di gas (in

    mc) consumati giornalmente in media dai consumatori nella regione e sono calcolati gli errori

    percentuali assoluti su base giornaliera.

    Si veda l’Appendice 8 per la rappresentazione del confronto tra le curve dei consumi medi reali

    e stimati per ciascuna regione climatica.

    ERRORI DEL MODELLO

    mc

  • 23

    Figura 12

    In ogni giorno viene calcolata la differenza tra consumi reali e consumi stimati dal modello e

    rapportata ai consumi reali: questo rapporto misura l’errore percentuale giornaliero (PE,

    Percentage Error). Riesprimendo questo rapporto in valore assoluto si ottengono gli errori

    assoluti percentuali giornalieri (APE, Absolute Percentage Error). Al fine di valutare la rilevanza

    degli errori medi percentuali e assoluti percentuali, è calcolata la media ponderata dei PE e APE,

    utilizzando come pesi i volumi di consumo giornaliero: tale ponderazione dà maggiore peso agli

    scostamenti rilevabili quando i consumi sono elevati e minore quando questi sono ridotti.

    Come mostrato nella Figura 13, gli errori medi percentuali e gli errori assoluti medi percentuali

    sono piuttosto limitati. Quando si apporta la ponderazione basata sui livelli di consumo, i valori

    degli errori medi percentuali approssimano zero e quelli degli errori medi assoluti percentuali si

    riducono sensibilmente. Tale evidenza mostra che gli errori sono limitati e sono maggiori

    laddove i consumi medi giornalieri sono più contenuti, ovvero nei periodi in cui le temperature

    sono più elevate. Si può, quindi, concludere che i modelli econometrici hanno una buona

    capacità esplicativa dell’andamento dei consumi e ben colgono la reazione dei consumi stessi

    alle temperature. La stima dei consumi a temperature effettive e a temperature di riferimento

    alla base del calcolo dei coefficienti Wkr possono, quindi, essere considerate attendibili.

    -10

    0

    10

    20

    30

    40

    50

    60

    01

    /10

    /20

    16

    01

    /11

    /20

    16

    01

    /12

    /20

    16

    01

    /01

    /20

    17

    01

    /02

    /20

    17

    01

    /03

    /20

    17

    01

    /04

    /20

    17

    01

    /05

    /20

    17

    01

    /06

    /20

    17

    01

    /07

    /20

    17

    01

    /08

    /20

    17

    01

    /09

    /20

    17

    01

    /10

    /20

    17

    01

    /11

    /20

    17

    01

    /12

    /20

    17

    01

    /01

    /20

    18

    01

    /02

    /20

    18

    01

    /03

    /20

    18

    01

    /04

    /20

    18

    01

    /05

    /20

    18

    01

    /06

    /20

    18

    01

    /07

    /20

    18

    01

    /08

    /20

    18

    01

    /09

    /20

    18

    MILANO - Confronto tra consumi reali e consumi stimati

    CONSUMI REALI CONSUMI STIMATI

  • 24

    Figura 13

    0%

    2%

    4%

    6%

    8%

    RO

    MA

    MIL

    AN

    O

    PO

    TEN

    ZA

    TOR

    INO

    GEN

    OV

    A

    FIR

    ENZE

    NA

    PO

    LI

    BA

    RI

    CA

    TAN

    IA

    TRIE

    STE

    VEN

    EZIA

    REG

    GIO

    BO

    LZA

    NO

    PER

    UG

    IA

    BO

    LOG

    NA

    FALC

    ON

    AR

    A

    CA

    MP

    OB

    ASS

    O

    PES

    CA

    RA

    Errori medi percentuali

    -0.20%

    -0.15%

    -0.10%

    -0.05%

    0.00%

    RO

    MA

    MIL

    AN

    OP

    OTE

    NZA

    TOR

    INO

    GEN

    OV

    AFI

    REN

    ZEN

    AP

    OLI

    BA

    RI

    CA

    TAN

    IATR

    IEST

    EV

    ENEZ

    IAR

    EGG

    IOB

    OLZ

    AN

    OP

    ERU

    GIA

    BO

    LOG

    NA

    FALC

    ON

    AR

    AC

    AM

    PO

    BA

    SSO

    PES

    CA

    RA

    Errori medi percentuali ponderati

    0%5%

    10%15%20%25%30%

    PO

    TEN

    ZAM

    ILA

    NO

    RO

    MA

    CA

    MP

    OB

    ASS

    OP

    ERU

    GIA

    TOR

    INO

    NA

    PO

    LIFI

    REN

    ZEFA

    LCO

    NA

    RA

    REG

    GIO

    BO

    LZA

    NO

    BO

    LOG

    NA

    CA

    TAN

    IAB

    AR

    IV

    ENEZ

    IAG

    ENO

    VA

    PES

    CA

    RA

    TRIE

    STE

    Errori medi assoluti percentuali

    0%2%4%6%8%

    10%12%14%16%

    RO

    MA

    MIL

    AN

    O

    PO

    TEN

    ZATO

    RIN

    OG

    ENO

    VA

    FIR

    ENZE

    NA

    PO

    LI

    BA

    RI

    CA

    TAN

    IATR

    IEST

    EV

    ENEZ

    IA

    REG

    GIO

    BO

    LZA

    NO

    PER

    UG

    IA

    BO

    LOG

    NA

    FALC

    ON

    AR

    AC

    AM

    PO

    BA

    SSO

    PES

    CA

    RA

    Errori medi assoluti percentuali ponderati

  • 25

    6.4 Il calcolo dei coefficienti di correzione climatica Wkr

    Una volta accertata la validità delle stime della relazione che lega i consumi termici alle

    temperature e delle previsioni di consumo prodotte dal modello econometrico si possono

    stimare i coefficienti di correzione climatica come rapporto tra consumi stimati a temperature

    effettive e consumi stimati a temperature di riferimento. Dato che le stime econometriche

    evidenziano come in consumi varino in ragione delle temperature nel giorno-gas k, delle

    temperature del giorno precedente e abbiano una stagionalità infrasettimanale e mensile, i Wkr

    sono calcolati come segue:6

    𝑊𝑘𝑟 =𝐶𝑜𝑛𝑠𝑢𝑚𝑖 𝑡𝑒𝑟𝑚𝑖𝑐𝑖 𝑠𝑡𝑖𝑚𝑎𝑡𝑖 𝑎 𝑡𝑒𝑚𝑝𝑒𝑟𝑎𝑡𝑢𝑟𝑎𝑟𝑒 𝑒𝑓𝑓𝑒𝑡𝑡𝑖𝑣𝑒𝑘𝑟

    𝐶𝑜𝑛𝑠𝑢𝑚𝑖 𝑡𝑒𝑟𝑚𝑖𝑐𝑖 𝑠𝑡𝑖𝑚𝑎𝑡𝑖 𝑎 𝑡𝑒𝑚𝑝𝑒𝑟𝑎𝑡𝑢𝑟𝑒 𝑑𝑖 𝑟𝑖𝑓𝑒𝑟𝑖𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜𝑘𝑟

    I consumi termici stimati a temperature effettive sono calcolati applicando i parametri delle

    funzioni di reazione alle temperature effettive del giorno gas e alle temperature del giorno

    precedente. A questi viene aggiunta un valore di consumi giornalieri stimati dal modello che

    rappresenta la componente del prelievo dovuta alla stagionalità, che non risponde alla

    deviazione delle temperature giornaliere dal loro livello medio di periodo.

    I consumi termici stimati a temperature di riferimento sono calcolati applicando i parametri

    delle funzioni di reazione alle temperature di riferimento del giorno gas e alle temperature

    di riferimento del giorno precedente. A questi viene aggiunto il medesimo valore della

    componente di stagionalità dei consumi utilizzata per il calcolo del numeratore.

    Il numeratore, quindi, differisce dal denominatore in ragione del solo scostamento delle

    temperature del giorno e del giorno precedente dalle temperature di riferimento. L’impatto di

    questi scostamenti sul valore dei Wkr è determinato dalla forma delle funzioni di reazione

    stimate tramite approccio econometrico (si veda sezione precedente) e dalla rilevanza della

    componente stagionale dei consumi, che non reagisce alla deviazione delle temperature del

    giorno dalla propria media di periodo.

    Il valore puntuale dei coefficienti dipende da:

    6 In Appendice 3 è esplicitata la formula di calcolo dei consumi termici stimati a temperature effettive e a temperature di riferimento, basata sui risultati della stima del modello econometrico presentato nella prossima sezione.

  • 26

    1. La differenza tra temperature effettive e temperature di riferimento. A parità di altre

    condizioni, ovvero del volume di consumi che non rispondono alla deviazione delle

    temperature dalla media di periodo e dal livello delle temperature di riferimento, e in

    condizioni di temperature del giorno precedente pari a quelle di riferimento, una maggiore

    deviazione positiva (negativa) produce valori più elevati (ridotti) dei Wkr

    2. La differenza tra temperature effettive del giorno precedente e quelle di riferimento per il

    giorno stesso. A parità di altre condizioni, ovvero del volume di consumi che non rispondono

    alla deviazione delle temperature dalla media di periodo e dal livello delle temperature di

    riferimento, e in condizioni di temperature del giorno stesso pari a quelle di riferimento, una

    maggiore deviazione positiva (negativa) produce valori più elevati (ridotti) dei Wkr

    3. A parità di deviazioni delle temperature del giorno stesso o del giorno precedenti rispetto a

    quelle di riferimento, la stagionalità dei consumi. Maggiori questi risultano, minore è l’effetto

    delle temperature. Quando i consumi stagionali sono inferiori, l’effetto delle temperature

    risulta maggiore.

    Assumendo che i valori dei consumi che riflettono la stagionalità dei consumi in un dato giorno

    e mese per i consumatori in una regione climatica (es. al 10 maggio i consumi stagionali sono in

    media sempre pari a 3 mc) sia costante negli anni, è possibile calcolare i valori dei Wkr su base

    giornaliera anche fuori dal periodo utilizzato per le stime. Al fine di valutare il legame tra Wkr e

    le temperature, i coefficienti sono calcolati su base giornaliera nell’intero arco temporale

    ottobre 2008-ottobre 2018 per ciascuna delle regioni climatiche.

    La dispersione dei valori dei Wkr mostrata in Figura 14 mostra come i valori siano distribuiti in

    modo simmetrico intorno al valore di 1, che ne rappresenta la media e la mediana. Il valore

    massimo raggiunto nel periodo è pari a 37, il minimo è 0 e la deviazione standard (misura delle

    variabilità) è pari a 0.28.

  • 27

    Figura 14

    La Figura 15 mostra per l’esempio della regione di Torino nell’anno termico 2017-2018

    l’andamento dei valori del Wkr e del delta dei HDD, calcolato come differenza tra HDD effettivi

    e di riferimento. La relazione tra Wkr e delta HDD non è lineare in quanto, come detto, i valori

    del Wkr dipendono dalle temperature del giorno, ma anche da quelle del giorno precedente e

    dalla stagionalità dei consumi. Inoltre, come mostrato nella sezione precedente, la reazione al

    variare delle temperature giornaliere non è generalmente lineare. Tuttavia, la dinamica dei Wkr

    segue l’andamento dei differenziali di temperature nel giorno rispondendo alle deviazioni dei

    HDD del giorno da quelli di riferimento.

    Figura 15

    -8

    -6

    -4

    -2

    0

    2

    4

    6

    8

    10

    12

    ott-17 nov-17 dic-17 gen-18 feb-18 mar-18 apr-18 mag-18 giu-18 lug-18 ago-18 set-18

    0

    0.2

    0.4

    0.6

    0.8

    1

    1.2

    1.4

    1.6

    1.8

    2

    TORINO - Wkr giornalieri e Delta HDD

    Wkr Delta HDD

  • 28

    La Figura 16 riporta i valori delle correlazioni tra Wkr e delta HDD calcolati su base giornaliera

    nell’arco temporale ottobre 2008-settembre 2018. Il calcolo delle correlazioni permette di

    riassumere tramite una valutazione quantitativa l’intensità del legame tra i Wkr e i differenziali

    delle temperature, analizzato in precedenza per il caso di Torino secondo un approccio

    qualitativo.

    Le differenze tra i valori delle correlazioni sono dovuti alla diversità delle forme delle funzioni di

    reazione alle temperature stimate, specifiche per ogni regione. In tutte le regioni climatiche si

    registra una correlazione positiva e consistente tra i Wkr e le differenze tra i HDD effettivi e i

    HDD di riferimento: in ogni regione la dinamica dei valori dei Wkr riflette quella dei differenziali

    di temperature.

    Figura 16

    6.5 L’applicazione dei Wkr ai profili standard

    Una volta stimati i valori dei Wkr giornalieri è possibile valutare l’effetto che l’applicazione di

    questi coefficienti ai profili standard ha ai fini della correzione degli scostamenti tra immessi e

    consumi determinati dai profili standard. Emerge che l’applicazione ha in media un impatto

    positivo di riduzione dell’errore, ma che questo è contenuto in quanto l’applicazione dei

    coefficienti permette di deviare solo parzialmente dalla curva definita dal profilo.

    Per quantificare l’effetto dell’applicazione dei Wkr si è proceduto al calcolo degli errori

    giornalieri compiuti dai profili standard e dai profili standard corretti tramite Wkr utilizzando i

    dati campionari. In modo analogo a quanto fatto per la valutazione dei profili, i PdR nel campione

    0.00.10.20.30.40.50.60.70.80.91.0

    TRIE

    STE

    PESC

    ARA

    BOLO

    GN

    A

    VEN

    EZIA

    BARI

    FALC

    ON

    ARA

    BOLZ

    ANO

    NAP

    OLI

    GEN

    OVA

    TORI

    NO

    CAM

    POBA

    SSO

    FIRE

    NZE

    PERU

    GIA

    REG

    GIO

    CATA

    NIA

    MIL

    ANO

    ROM

    A

    POTE

    NZA

    Correlazione tra Wkr e differenza dei HDD

  • 29

    sono stati clusterizzati in base all’AD di riferimento, al proprio profilo e alla regione climatica in

    cui sono localizzati. Per ognuno di questi gruppi è stata ricostruita la curva dei consumi medi

    giornalieri nell’anno termico a partire i dati di consumo giornaliero del campione (“profilo

    effettivo”). Questa curva è, poi, stata confrontata a quella definita dal profilo standard cui i PdR

    sono associati tramite profilo. 7

    Sono, quindi, stati calcolati i valori mediani degli errori assoluti in base alla Fascia climatica, alla

    regione climatica e al mese. In media l’applicazione dei Wkr corregge positivamente il profilo,

    limitando l’errore. Tuttavia, la correzione è limitata e variabile tra regioni climatiche e periodi

    dell’anno.

    Il Wkr, applicato al profilo standard, permette di modificare le previsioni di consumo, anche se

    in modo parziale. Come discusso, l’evidenza empirica ottenuta tramite la stima del modello

    econometrico mostra che una parte dei consumi risponde alle deviazioni delle temperature

    giornaliere dalle medie di periodo. Inoltre, l’applicazione dello scalare Wkr, infatti, fa sì che la

    previsione si discosti dal profilo, ma che rimanga ad esso legato: i coefficienti Wkr permettono

    di deviare giornalmente dalla curva definita dai profili, ma la previsione rimane strutturalmente

    legata a quella del profilo.

    La Figura 17 mostra gli errori mediani calcolati utilizzando il campione fornito dall’AD 1 distinti

    per Fascia climatica e regione climatica di riferimento mentre la Figura 18 mostra, in aggregato,

    la dinamica dei valori mediani calcolati su base mensile. Seppur limitate, le correzioni sono più

    pronunciate nelle zone fredde, dove le variazioni di temperature hanno un impatto maggiore

    sui consumi e nei periodi di spalla, in particolare ad aprile, quando le temperature e i consumi

    sono meno stabili. In Appendice 4 sono riportati i valori mediani degli errori calcolati per le tre

    AD e distinti per Fascia climatica e regione climatica di riferimento.

    Come si può notare da quanto riportato in Figura 17, le correzioni sono marginali nella Fascia

    climatica B, dove il Wkr non incide sull’errore. In questa fascia molto calda, è presumibile la

    domanda di gas per riscaldamento sia poco sensibile alle temperature. Al contrario nella Fascia

    F il Wkr riduce sempre gli scostamenti associabili ai profili standard. Anche nelle Fasce C, D ed E

    il Wkr, in media, corregge l’errore. Emerge, però, come in alcune regioni climatiche l’effetto di

    7 A differenza di quanto fatto per la valutazione dei profili, i PdR sono raggruppati in base al proprio profilo e alla regione climatica dove sono localizzati. È quindi possibile, ad esempio, ottenere due curve distinte per i profili C3E1 per i PdR nella regione di Torino e di Milano. Questa seconda dimensione è stata aggiunta in ragione del fatto che i Wkr sono definiti e applicati per regione climatica.

  • 30

    correzione non si verifichi. Nelle regioni di Bari, Potenza l’applicazione del Wkr aumenta l’errore

    nella fascia D ed E. Tuttavia, questi ampliamenti degli scostamenti non sono registrati utilizzando

    il campione dell’AD 2 in queste zone (si veda Appendice 4). L’assenza di correzione degli errori

    in questi particolari casi risulta, quindi, non strutturale. Il Wkr non corregge, invece, l’errore del

    profilo nelle regioni di Venezia e Trieste, ma amplia l’errore. Questa evidenza si scontra con il

    risultato di correlazione tra i Wkr e la differenza tra le temperature effettive e quelle di

    riferimento. Tuttavia, in queste regioni la correlazione è particolarmente alta e mostra una

    strutturale relazione tra i coefficienti e le temperature: a temperature più rigide corrispondano

    Wkr più elevati e a temperature più miti corrispondano Wkr ridotti. La mancata correzione

    dell’errore del profilo è possibilmente dovuta alla limitatezza dell’arco temporale del campione.

    La stretta relazione, quantificata per il periodo 2008-2018, che lega i Wkr ai differenziali di

    temperature fa supporre che questo errore non sia strutturale, ma casuale, in quanto valutata

    su un orizzonte di soli due anni termici.

    Il Wkr, in media, risulta valido per la correzione degli scostamenti associabili ai profili standard,

    ma l’efficacia è ridotta nelle regioni climatiche più vaste, quali ad esempio Bari e Potenza. È

    presumibile che nelle diverse aree geografiche associate alla medesima stazione meteorologica

    le abitudini di consumo e la reazione alle temperature sia differente. L’applicazione di un singolo

    coefficiente di correzione Wkr non riesce in questi casi a correggere efficacemente gli errori dei

    profili dei PdR localizzati in queste aree.

  • 31

    Figura 17

    AD 1 – FASCIA F - MAPE per Regione Climatica

  • 33

    7 Una proposta di revisione della componente c1% dei profili

    standard

    7.1 Definizione di una componente c1% alterativa:

    Come discusso nella sezione precedente, la correzione dei profili standard tramite l’applicazione

    dei Wkr giornalieri permette di ridurre gli scostamenti associabili ai profili standard, ma l’impatto

    sulla riduzione degli errori è contenuto. Inoltre, il confronto delle curve di consumo effettivo e

    quelle definite dai profili standard, discusso nella sezione 5, ha mostrato che alcuni profili

    appaiono rilevare degli errori strutturali di stima o sovrastima dei prelievi in determinati

    momenti dell’anno. Si è, quindi, proceduto alla stima di una componente c1% dei profili

    alternativa a quella standard. La stima di questa nuova componente, basata su un approccio

    econometrico, produce una nuova curva dei consumi, che limita gli errori dei profili standard, in

    particolare nei mesi di spalla primaverili.

    La procedura di calcolo delle componenti c1% si è basata sulla stima di un modello econometrico

    analogo a quello utilizzato per il calcolo della reazione dei consumi alle temperature. Utilizzando

    i dati di consumo dei soli PdR di categoria C1 contenuti nel campione dell’AD 1, è stato stimato

    l’andamento dei consumi nel tempo e la reazione alle temperature. La scelta di utilizzare i soli

    PdR con categoria C1 è finalizzata a facilitare l’identificazione più nitida possibile dell’andamento

    dei consumi di gas naturale per la sola funzione di riscaldamento. Per queste tipologie di

    consumatori, infatti, il profilo coincide con la sola componente c1%: i consumi totali sono,

    quindi, utilizzati come misura dei consumi termici. Al contrario, per le altre tipologie di

    consumatori, i consumi termici non sono noti, e dovrebbero quindi essere misurati tramite

    l’applicazione dei coefficienti 𝜷, come fatto per la stima della reazione dei consumi alle

    temperature presentata nella sezione 6.2. Si veda l’Appendice 5 per i dettagli tecnici della

    procedura di stima.

    Il modello econometrico, stimato separatamente per ciascuna fascia climatica, è definito dalla

    seguente equazione:

    𝐶𝑜𝑛𝑠𝑢𝑚𝑖 𝑡𝑒𝑟𝑚𝑖𝑐𝑖𝑖𝑘𝑟 = 𝑓(𝐻𝐷𝐷𝑘𝑟) + 𝑓(𝐻𝐷𝐷(𝑘−1)𝑟) + 𝑣𝑎𝑟𝑖𝑎𝑏𝑖𝑙𝑖𝑑𝑖 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑟𝑜𝑙𝑙𝑜 + 𝜀𝑖𝑘𝑟

  • 34

    Le funzione di reazione alle temperature del giorno gas e del giorno precedente sono state

    approssimate tramite polinomi, come fatto per il modello presentato nella sezione 6.2.

    Le variabili di controllo includono gli elementi di stagionalità dei consumi infrasettimanale,

    mensile e del periodo di accensione/spegnimento. Dato che vi sono più regioni climatiche

    all’interno di ogni fascia, le stagionalità mensili e del periodo accensione/spegnimento sono

    state declinate per regione climatica inclusa nella fascia climatica.

    Una volta stimate le reazioni alle temperature, è stato possibile stimare l’andamento medio dei

    consumatori tipo nell’anno in condizioni di temperature di riferimento. Questi sono stati stimati

    applicando i coefficienti delle funzioni di reazione alle temperature ai valori dei HDD di

    riferimento. A questa componente è stata aggiunta la componente di stagionalità.8

    Come mostrato nella Figura 19, le nuove componenti c1% delineano una curva dei consumi

    distinta da quelle definite dalle componenti c1% ad oggi definiti. La curva stimata tramite il

    modello econometrico conferma, in generale, l’andamento stagionale dei consumi ad oggi

    definiti, tuttavia mostra delle differenze. Nella Fascia E si delinea uno scostamento rilevante tra

    le curve nei mesi di marzo e aprile. In questi mesi di spalla primaverili, la componente c1%

    alternativa è risultata inferiore a quella delineata dal profilo standard, mentre nei mesi di pieno

    inverno la curva è al di sopra di quella definita dall’Autorità. Quindi, nei mesi invernali i consumi

    a temperature di riferimenti stimati dal c1% alternativo prevedono maggiori volumi di quelli

    definiti dalla c1% originaria, mentre prevede consumi inferiori nei mesi di spalla primaverili.

    Un risultato simile emerge per il mese di aprile nella Fascia D. Nei mesi centrali dell’inverno,

    invece, le curve si sovrappongono. Nelle fasce più calde (B, C, D) il picco dei consumi previsto dal

    c1% alternativo risulta a febbraio, contrariamente a quanto previsto dal profilo che la posizione

    a gennaio. Questa differenza è presumibilmente da imputare al differente arco temporale sul

    quale i profili sono stati stimati.

    8 Al fine di soddisfare i vincoli legati del periodo di accensione/spegnimento, il coefficiente c1% stimato è stato posto

    pari a quello definito nei profili standard nel periodo fuori accensione, mentre non è stato sottoposto a vincoli nel

    periodo di accensione, è poi stato riponderato affinché la sommatoria dei consumi nell’anno termico pareggiasse 100.

  • 35

    0

    0.2

    0.4

    0.6

    0.8

    1

    1.2

    10 10 10 11 11 12 12 1 1 2 2 3 3 4 4 5 5 6 6 7 7 8 8 9 9

    c1%

    Fascia B - Componenti c1%

    c1% da Profilo Standard

    c1% alternativo

    0

    0.1

    0.2

    0.3

    0.4

    0.5

    0.6

    0.7

    0.8

    0.9

    1

    10 10 10 11 11 12 12 1 1 2 2 3 3 4 4 5 5 6 6 7 7 8 8 9 9

    c1%

    Fascia C - Componenti c1%

    c1% da Profilo Standard

    c1% alternativo

    0

    0.1

    0.2

    0.3

    0.4

    0.5

    0.6

    0.7

    0.8

    0.9

    10 10 10 11 11 12 12 1 1 2 2 3 3 4 4 5 5 6 6 7 7 8 8 9 9

    c1%

    Fascia D - Componenti c1%

    c1% da Profilo Standard

    c1% alternativo

  • 36

    Figura 19

    7.2 Correzione dei profili standard tramite l’applicazione della c1% alternativa

    Al fine di valutare l’impatto sugli errori commessi dai profili di prelievo standard tramite la

    sostituzione della componente c1% definita dai profili standard con quella alternativa

    presentata nella sezione precedente, si è proceduto alla stima dei valori mediani degli errori

    percentuali. Sono stati, inoltre, stimati gli errori assoluti percentuali ottenuti tramite la

    correzione della componente c1% e l’applicazione dei Wkr. Questi sono stati poi confrontati agli

    errori commessi dai profili standard e dai profili standard corretti tramite l’applicazione dei Wkr.

    Come mostrato in Figura 20, la correzione dei profili tramite la sostituzione delle componenti

    c1% alternative a quelle definite dall’Autorità produce una generalizzata riduzione dell’errore.

    Questo risultato è valido per tutte le Fasce climatiche, ad eccezione della Fascia F. In questa la

    correzione penalizza l’accuratezza della previsione dei consumi. Nelle altre fasce la riduzione dei

    consumi previsti nei mesi di spalla e l’incremento degli stessi nei mesi centrali dell’inverno riduce

    0

    0.1

    0.2

    0.3

    0.4

    0.5

    0.6

    0.7

    0.8

    10 10 10 11 11 12 12 1 1 2 2 3 3 4 4 5 5 6 6 7 7 8 8 9 9

    c1%

    Fascia E - Componenti c1%

    c1% da Profilo Standard

    c1% alternativo

    0

    0.1

    0.2

    0.3

    0.4

    0.5

    0.6

    0.7

    0.8

    10 10 10 11 11 12 12 1 1 2 2 3 3 4 4 5 5 6 6 7 7 8 8 9 9

    c1%

    Fascia F - Componenti c1%

    c1% da Profilo Standard

    c1% alternativo

  • 39

    8 Risultati dell’analisi sui dati campionari:

    Lo studio condotto tramite l’uso di dati campionari di consumi giornalieri di PdR dotati di smart

    meters mostra una robusta evidenza quantitativa del fatto che parte dei consumi termici

    risponda effettivamente alle temperature del giorno e alle loro deviazioni dalle medie di

    periodo.

    I coefficienti di correzione climatica Wkr, calcolati come rapporto tra i consumi stimati a

    temperature effettive e i consumi stimati a temperature di riferimento, riducono in media gli

    scostamenti associabili al metodo di load profile tra il 7% e lo 0%. In alcuni casi specifici,

    l’applicazione dei Wkr ha un effetto marginalmente peggiorativo della precisione delle previsioni

    di consumo. La riduzione degli scostamenti associabili ai profili standard è meno rilevante nelle

    fasce climatiche più calde, dove i consumi di gas sono meno sensibili alle temperature e queste

    variano meno. La riduzione dell’errore è generalmente limitata in ragione del fatto che

    l’applicazione dei Wkr ai profili di prelievo standard permette solo scostamenti parziali dalle

    curve di consumi previsti dai profili stessi.

    La valutazione quantitativa della validità dei profili standard ha evidenziato come questi colgono

    la stagionalità dei consumi nei periodi di pieno inverno, ma non possono coglierne la variabilità

    giornaliera. Inoltre, in particolare nella fascia D ed E, i profili commetto errori strutturali di

    sovrastima dei consumi nei mesi di marzo e aprile. Infine, l’analisi dei dati ha mostrato che gli

    andamenti dei consumi effettivi non mostrano alcune delle caratteristiche previste dal tipo di

    profilo standard. Questa disparità potrebbe derivare da un’erronea assegnazione della categoria

    di profilo standard ai PdR: in media, ad esempio, i PdR con categoria d’uso C1 del campione

    analizzato – categoria a cui viene assegnato un profilo che non prevede consumi nel periodo

    estivo - mostrano invece prelievi positivi nei periodi di spegnimento degli impianti di

    riscaldamento; un altro esempio è l’andamento dei consumi dei PdR a cui è associato un profilo

    industriale (T2) che mostrano caratteristiche di variabilità infrasettimanale diverse da quelle

    definite nei profili (es. non si vede dai dati il completo azzeramento nei fine settimana dei

    consumi dei PdR con categoria d’uso T2 di classe 2 o 3).

    L’applicazione dei coefficienti Wkr non riesce a correggere gli errori strutturali legati alla forma

    delle curve di consumo definite dai profili di prelievo. È, quindi, stata definita una possibile

    revisione della componente c1% dei profili finalizzata alla correzione degli errori strutturali dei

  • 40

    profili standard con componente termica. Tramite approccio econometrico sono state stimate

    curve di consumo termico (c1%) alternative a quelle attualmente in uso. L’applicazione dei c1%

    alternativi corregge gli errori in tutte le fasce climatiche, ad eccezione della fascia F. La

    correzione è maggiormente rilevante nelle fasce D e E, in particolare nei mesi primaverili.

    La modifica della componente c1% dei profili e la contestuale applicazione dei coefficienti Wkr

    permettono di ottenere la maggiore riduzione degli errori, in termini di errori con valori che

    variano tra il 4% e il 14%

    I risultati ottenuti tramite l’analisi dei dati campionari mostrano, quindi, che l’applicazione dei

    coefficienti Wkr ha un impatto contenuto sulla riduzione degli errori dei profili, ma che la

    correzione di alcune componenti dei profili, in primis della componente c1%, può permettere

    una riduzione degli errori più significativa. Questi risultati, tuttavia, sono limitati alla sola analisi

    degli errori mediani associati alle previsioni di consumo in due soli anni termici del periodo

    d’analisi per il solo campione. L’utilizzo di questa misura d’errore e l’applicazione ai soli dati

    campionari di PdR dotati di smart meter può essere considerata conservativa per la misura degli

    effetti che questi possono avere sulla riduzione dei scostamenti registrati tra le immissioni

    giornaliere effettive e i prelievi profilati tramite l’applicazione dei profili standard ai PdR

    sottostanti .

    Si è, quindi, proceduto a verificare, tramite analisi quantitativa, l’impatto dell’applicazione dei

    coefficienti di correzione climatica Wkr e della modifica delle componenti dei profili standard ai

    dati (reali e stimati) comunicati in sede di Sessione di Bilanciamento e valutando gli scostamenti

    rispetto agli immessi per un periodo più esteso. Nella sezione successiva sono presentati i

    risultati di questa analisi.

  • 41

    9 Fase di test del modello di stima del parametro Wkr e dei

    profili di prelievo

    La metodologia sviluppata per la stima dei coefficienti climatici permette di calcolarne il valore

    anche al di fuori del periodo d’osservazione del campione (AT 2016-2017, 2017-2018).

    Al fine di valutare/testare l’effetto migliorativo che l’applicazione dei Wkr e la revisione dei

    profili proposta hanno sulla precisione delle previsioni di prelievo atteso, è stata sviluppata

    un’analisi quantitativa dell’impatto di queste soluzioni sui valori dei differenziali di volumi

    immessi giornalmente alle REMI e i volumi profilati tramite l’utilizzo dei profili. L’analisi è stata

    condotta sul periodo 1/10/2014-31/12/2018. Dato che questo orizzonte temporale è più ampio

    di quello di campionamento, in base al quale è stata sviluppata la stima dei Wkr, l’esercizio ha

    permesso di valutare la validità delle stime dei Wkr e della revisione dei profili per periodi diversi

    da quello del campione. L’evidenza quantitativa ottenuta sarà a base delle decisioni

    d’applicazione dei coefficienti Wkr e di modifica dei profili al fine di ridurre lo scostamento tra

    immessi e dati reali e stimati comunicati in sede di sessione di bilanciamento nei periodi futuri.

    Dall’analisi emerge che, in media, l’applicazione dei Wkr ha un impatto positivo in termini di

    riduzione dello scostamento tra immessi e dati reali e stimati comunicati in sede di sessione di

    bilanciamento su base nazionale e in ogni regione climatica. La modifica dei profili di prelievo

    riduce i differenziali in alcune regioni climatiche, in particolare nelle regioni climatiche che

    includono zone geografiche nelle fasce D ed E. Nelle regioni climatiche più calde, la revisione

    dei profili ha, in alcuni casi, un effetto negativo per la riduzione dello scostamento tra immessi

    e dati reali e stimati comunicati in sede di sessione di bilanciamento. La scelta dell’adozione della

    revisione dei profili proposta e dell’applicazione dei Wkr dovrebbero, quindi, essere specifiche

    per regione climatica.9

    9 Resta fermo che lo scostamento tra immessi e dati reali e stimati comunicati in sede di sessione di bilanciamento, in generale è dipendente anche da fattori ulteriori rispetto all’errore di profilatura oggetto del presente studio, che esulano dalla trattazione e pertanto non sono considerati nell’ambito del progetto.

  • 42

    9.1 L’impatto a livello nazionale

    Una prima quantificazione della riduzione degli scostamenti associabili ai profili standard dei

    volumi di consumo è svolta su base nazionale. Per ogni giorno-k nel periodo 1/10/2014-

    31/12/2018 sono stati calcolati gli scostamenti tra immessi e dati reali e stimati comunicati in

    sede di sessione di bilanciamento profilati e aggregati su base giornaliera secondo la seguente

    formula:

    𝑆𝑐𝑜𝑠𝑡𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜𝑘 = ∑𝑟∑𝑅𝐸𝑀𝐼,𝑟𝐼𝑁𝑘𝑟 − ∑𝑟∑𝑅𝐸𝑀𝐼,𝑟∑𝑃𝑅𝑂𝐹(𝑃𝑘𝑟)

    Gli scostamenti rappresentano, quindi, il differenziale giornaliero delle immissioni aggregate per

    l’intero territorio nazionale in un dato giorno e i prelievi previsti per il giorno stesso. I valori di

    immissione e di prelievo giornalieri sono, quindi, sommati tra tutte le regioni.10

    Al fine di valutare l’impatto dell’applicazione dei Wkr e delle correzioni dei profili, i prelievi

    previsti (Pkr) sono stati calcolati secondo 4 metodi alternativi:

    1. l’utilizzo dei profili di prelievo standard (con Wkr sempre pari a 1)

    2. l’utilizzo dei profili di prelievo standard cui sono stati applicati i Wkr stimati nella sezione 5

    3. l’utilizzo di profili di prelievo rivisti, ovvero cui sono stati apportate le seguenti modifiche:

    a. alla componente c1% definita dall’Autorità è stata sostituita, per tutte le fasce

    climatiche ad eccezione della fascia F, la componente stimata nella sezione 6

    b. la componente c2% è stata modificata, riducendo il valore definito dall’Autorità del 42%

    nel periodo 15 maggio-30 settembre, e riscalando i coefficienti fuori di questo periodo

    affinché la sommatoria nell’AT pareggiasse 10011

    4. l’utilizzo di profili di prelievo modificati (come al punto 3) cui sono stati applicati i Wkr stimati

    Gli scostamenti assumono valori positivi quando le immissioni sono superiori ai prelievi previsti

    dai profili, e negativi nel caso opposto. Al fine di confrontare i volumi totali degli errori commessi

    dai profili calcolati secondo i 4 metodi, sono stati misurati i valori assoluti degli scostamenti su

    base giornaliera. Ciò permette di valutarne l’andamento dello scarto totale all’interno del

    periodo d’analisi e calcolare lo scarto totale come la somma dei differenziali. La sommatoria dei

    10 I volumi di prelievo previsto sono aggregati tra tutti i profili sottostanti una specifica REMI, a prescindere dalla frequenza delle rilevazioni, e tra tutti gli UdB attivi nella fascia. 11 Stima risultato dell’analisi dei dati di misura con frequenza di lettura mensile comunicati dalle AD in sede di sessione di bilanciamento e aggiustamento.

  • 43

    valori assoluti fa sì che gli scarti positivi si sommino a quelli negativi e che non si compensino

    con essi.

    La Figure 22, 23 e 24 mostrano l’andamento giornaliero degli scarti (in valore assoluto) che

    risultano dall’applicazione dei profili standard e da ciascuna delle correzioni proposte. Figura 22

    confronta l’andamento degli scarti associati ai profili standard con quelli associati ai profili

    standard cui sono applicati i Wkr; Figura 23 confronta gli scarti dei profili standard con quelli dei

    profili modificati valutarne l’andamento dello scarto totale all’interno del periodo d’analisi;

    Figura 24 confronta gli scarti dei profili standard con quelli dei profili modificati cui sono applicati

    i coefficienti Wkr. Come si vede in Figura 22, l’applicazione dei Wkr permette di ridurre gli

    scostamenti associabili ai profili standard dovuti all’andamento delle temperature, riducendo gli

    scarti giornalieri e in particolare gli errori estremi. La modifica dei profili permette, invece, di

    ridurre gli errori strutturali dovuti all’uso dei profili standard, in particolare nei mesi di spalla

    primaverili (si veda Figura 23). Infine, la Figura 24 mostra come la modifica dei profili e

    l’applicazione dei coefficienti Wkr permettano di combinare le due correzioni riducendo gli

    scostamenti nei mesi di spalla e gli degli scostamenti associabili ai profili standard legati

    all’andamento delle temperature.

    Figura 22

  • 44

    Figura 23

    Figura 24

  • 45

    Nel periodo considerato, l’uso dei profili standard ha prodotto su base nazionale una

    percentuale degli scostamenti assoluti tra immissioni e prelievi previsti rispetto alle immissioni

    pari a poco più del 11,5 %. L’applicazione dei Wkr riduce questo scarto a circa il 10,12 % e la

    modifica dei profili permette di ottenere un risultato analogo (10,27%). La riduzione maggiore è

    ottenuta tramite la modifica dei profili e l’applicazione dei Wkr. In questo caso la percentuale è

    pari al 8,21%, ovvero pari al 70% dello scarto risultante dall’uso dei profili standard.

    Gli scostamenti giornalieri in valore assoluto sono, poi, stati sommati in base all’anno termico

    di riferimento (AT). Ciò ha permesso di verificare che gli effetti della modifica dei profili e

    dell’applicazione dei Wkr discussi sopra siano strutturali e non siano limitati ad un periodo

    specifico.

    Come mostrato in Figura 25, le correzioni dei profili tramite modifica delle componenti e

    applicazione di Wkr apportano in ogni AT un miglioramento in termini di riduzione degli

    scostamenti tra immessi e la sommatoria dei dati reali e stimati comunicati in sede di sessione

    di bilanciamento. In ciascun AT, le riduzioni degli errori hanno una dimensione analoga. Fa

    eccezione l’AT 2018-2019, ma ciò è dovuto al fatto che per questo AT sono stati utilizzati i

    valori degli scostamenti per i soli primi tre mesi dell’anno termico (ottobre-dicembre 2018). In

    ogni AT la riduzione maggiore del valore totale degli scarti è ottenuta tramite la modifica dei

    profili combinata all’applicazione dei coefficienti Wkr.

    Figura 25 – L’anno riportato in Figura indica l’Anno Termico oggetto di analisi (es. 2014 AT 2014-2015)

  • 46

    9.2 L’impatto per regione climatica

    L’evidenza ottenuta tramite il calcolo dei differenziali giornalieri su base nazionale presentata

    nella sezione precedente ha mostrato che l’applicazione dei coefficienti Wkr ai profili modificati

    nelle componenti c1% e c2% permette di ottenere la maggiore riduzione degli scarti.

    Tuttavia, come mostrato nelle sezioni 5 e 6, gli effetti delle correzioni sono eterogenei e variano

    tra regione climatica e fascia climatica. Si è, quindi, proceduto a quantificare la riduzione degli

    scarti in ciascuna regione climatica.

    L’analisi specifica per regione climatica permette, infatti, di valutare quale delle tre correzioni

    dei profili (modifica delle componenti c1% e c2%, applicazione dei Wkr o entrambe) sia la

    soluzione più efficace per la riduzione degli scarti.

    In modo analogo a quanto fatto su base nazionale, sono stati calcolati scostamenti per ogni

    regione climatica (aggregati su base giornaliera secondo la seguente formula:

    𝑆𝑐𝑜𝑠𝑡𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜𝑘𝑟 = ∑𝑅𝐸𝑀𝐼,𝑟𝐼𝑁𝑘𝑟 − ∑𝑅𝐸𝑀𝐼,𝑟∑𝑃𝑅𝑂𝐹(𝑃𝑘𝑟)

    Gli scostamenti rappresentano, quindi, il differenziale delle immissioni regione climatica e i

    prelievi previsti aggregati per ciascuna regione climatica su base giornaliera.

    Al fine di valutare l’impatto dell’applicazione dei Wkr e delle modifiche dei profili, i prelievi

    previsti (Pkr) sono stati calcolati secondo i 4 metodi utilizzati nella sezione precedente.

    Gli scostamenti sono, poi, calcolati in valore assoluto e aggregati per regione climatica nell’intero

    periodo 1/10/2014-31/12/2018. La sommatoria degli scostamenti in valore assoluto fa sì che i

    valori dei differenziali giornalieri negativi non compensino quelli positivi: la sommatoria così

    calcolata permette di misurare il volume totali degli scostamenti nel periodo.

    Si noti che la sommatoria su base nazionale degli scostamenti totali calcolati in valore assoluto

    per ciascuna regione è superiore alla sommatoria degli scostamenti nazionali, analizzati nella

    sezione precedente. Dato che gli scostamenti regionali sono utilizzati in valore assoluto, i valori

    positivi riscontrati in una regione non compensano quelli negativi ottenuti in una regione

    differente nel medesimo giorno. Al contrario, il metodo di calcolo degli scostamenti su base

    nazionale usato nella sezione precedente permetteva questa compensazione.

    La Figura 26 riporta i pesi percuentuali degli scostamenti regionali aggregati su base nazionale

    nel periodo rispetto al valore delle immissioni: gli scostamenti più elevati risultano

  • 47

    dall’applicazione dei soli profili standard. Questi ammontano a circa il 15,5%. L’applicazione dei

    coefficienti Wkr ai profili standard riduce del 1,2% il peso percentuale . La sostituzione dei profili

    standard con quelli corretti ottiene un risultato simile, riducendo ulteriormente gli errori (circa

    l’1%). La riduzione maggiore è ottenuta tramite la combinazione della revisione dei profili e

    l’applicazione dei coefficienti Wkr, che permetti di ridurre il peso percentuale di oltre il 2,5%,

    ovvero riduce gli scostamenti del 27%.

    Figura 26

    In percentuale gli scostamenti assoluti regionali con Profili Standard rispetto agli immessi

    appaiono distributi come mostrato in Figura 27; tuttavia, in valore assoluto gli scostamenti

    regionali con Profili Standard sono più elevati nelle regioni climatiche più fredde e popolate,

    quali quelle di Milano, Venezia, Torino e Bologna, che includono gran parte delle aree

    geografiche nella fascia climatica E e che rappresentano oltre il 60% della sommatoria dei dati

    reali e stimati comunicati in sede di sessione di bilanciamento.

  • 48

    Figura 27

    È stato, quindi, calcolato l’impatto che l’adozione dei profili rivisti e l’applicazione dei Wkr ai

    profili standard e modificati hanno in ciascuna regione climatica.

    La Figura 28 mostra la riduzione degli scostamenti ottenuti adottando una delle tre modifiche

    rispetto alla semplice applicazione dei profili di prelievo standard. Nella regione di Milano si

    registra il miglioramento più rilevante in termini assoluti: l’applicazione dei profili rivisti e dei

    coefficienti Wkr permette di ridurre il peso percentuale degli scostamenti di quasi il 3,4%

    rispetto alla sola applicazione dei profili di prelievo standard. Sempre in termini assoluti seguono

    la regione di Venezia, dove i pesi percentuali dei differenziali sono ridotti di circa il 4,5% e Torino,

    dove si registra una riduzione del 4%. Queste regioni includono prevalentemente aree

    geografiche nella fascia E. Come descritto nella sezione 6, questa è la fascia in cui la revisione

    della componente c1% risulta più sostanziale, apportando una riduzione dei volumi di prelievo

    atteso nei mesi di marzo e aprile.

    Nei casi di Bo