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    E-book studenti frequentanti Metodologia e tecniche della ricerca sociale

    Corso di laurea in Comunicazione, Media e Pubblicit

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    Metodologia e Tecnica della Ricerca SocialeMetodologia e Tecnica della Ricerca SocialeMetodologia e Tecnica della Ricerca SocialeMetodologia e Tecnica della Ricerca Sociale

    (Primo Semestre)

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    INDICE

    Captiolo I.................................................................................4

    Il problema della conoscenza tra scienza e senso comune ......4

    1. Per iniziare .......................................................................................................... 42 I paradigmi delle scienze sociali .................................................................. 4

    2.1 Positivismo.................................................................................................... 62.2 Post-positivismo ......................................................................................... 72. 3 Interpretativismo...................................................................................... 8

    Capitolo II .............................................................................12

    Ricerca sociale e metodi. Gli approcci....................................12

    1. Qualitativo e quantitativo: due approcci a confronto....................... 121.1 Logica della ricerca: ............................................................................... 131.2Gli strumenti.............................................................................................. 131.3 Il Disegno di ricerca ................................................................................ 141.4 Analisi dei dati........................................................................................... 141.5 La Presentazione dei dati: .................................................................... 15

    2. Pro e contro dei due approcci .................................................................... 173. Approccio integrato (ricerche quali-quantitative).............................. 17

    Capitolo III ...........................................................................18

    Il disegno di ricerca nellambito degli studi di quantitativi ....18

    1. Concetti preliminari ....................................................................................... 182. I passi della ricerca........................................................................................ 19

    2. 1 Il processo di deduzione: dalla teoria alle ipotesi ..................... 192. 2 Loperativizzazione: dallipotesi alla rilevazione dei dati ........ 212. 3 Il processo di organizzazione dei dati: dalla rilevazioneallanalisi.............................................................................................................. 252.4. Il processo di interpretazione: dallanalisi dei dati ai risultati................................................................................................................................ 25

    2.5 Rilevazione, interpretazione e ritorno alle ipotesi ..................... 26

    3. Validit e attendibilit nella ricerca sociale ......................................... 27Capitolo IV ............................................................................34

    I metodi quantitativi nella ricerca sociale..............................34

    1. Le variabili nella ricerca sociale ................................................................ 342. Il questionario: caratteristiche e applicazioni pratiche .................... 36

    2.1 La costruzione del questionario.......................................................... 372.2. I metodi di somministrazione delle domande ............................. 382.3 La struttura del questionario ............................................................... 40

    3. Considerazioni conclusive sul questionario .......................................... 444. La tecnica delle scale .................................................................................... 45

    4.1 La scala cumulativa di Guttman......................................................... 48

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    4.2 La scala Likert ........................................................................................... 494.3 Il differenziale semantico...................................................................... 50

    5. La matrice: primi cenni ................................................................................ 52CAPITOLO V...........................................................................54

    Il campionamento .................................................................54

    1.Introduzione...................................................................................................... 542. Come si fa quindi a campionare? ...................................................... 563. Campionamento probabilistico .................................................................. 57

    3.1 Campionamento casuale semplice .................................................... 583.2 Campionamento sistematico o per criterio ................................ 593.3 Campionamento stratificato ............................................................ 593.4 Campionamento per stadi o a grappoli........................................... 60

    4. Rappresentativit del campione ............................................................... 61

    5. Campionamento non probabilistico ......................................................... 625.1 Campionamento accidentale ............................................................... 625.2 Campionamento a valanga .................................................................. 625.3 Campionamento per quote................................................................... 625.4 Campionamento di elementi rappresentativi................................ 635.5 Campionamento per saturazione ....................................................... 63

    CAPITOLO VI LANALISI DEI DATI......................................64

    LANALISI UNIVARIATA DEI DATI.........................................64

    1. Introduzione............................................................................................... 64

    2. Dalla raccolta dei questionari alla matrice dati ............................ 663. Libro codice e matrice dati ................................................................... 674. La distribuzione di frequenza .............................................................. 73

    GLI INDICI PRINCIPALI DELLANALISI MONOVARIATA ........76

    1. GLI INDICI DI TENDENZA CENTRALE .................................................... 761.1 La moda ................................................................................................... 761.2 La mediana............................................................................................. 771.3 La media .................................................................................................. 79

    2. La variabilit di una distribuzione ..................................................... 812.1 Variabili ordinali: differenza interquartile .............................................. 82

    2.2 Variabili cardinali...................................................................................... 832.3 Variabili nominali: lomogeneit..................................................... 89

    3. La concentrazione e il rapporto di Gini. .......................................... 934. Normalizzazione e standardizzazione .............................................. 95

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    CAPTIOLO I

    IL PROBLEMA DELLA CONOSCENZA TRA SCIENZA E SENSO COMUNE

    1. Per iniziare

    Per introdurre i temi relativi alla metodologia della ricerca sociale, occorre prima

    fare un passo indietro e interrogarsi su una questione ben precisa che riguarda il

    nostro modo di relazionarci al mondo e di conoscerlo. In modo particolare, la

    domanda da cui vogliamo partire : La conoscenza tutta della stessa natura o

    esistono varie forme di conoscenza che hanno nature/origini/pregnanze/statuti

    diversi?

    La domanda ovviamente retorica, in quanto sappiamo bene che ognuno di noiacquisisce conoscenze totalmente diverse, sia per ambiti (scientifica, umanistica,

    ecc.) che per provenienza (diretta o indiretta). In modo particolare, possiamo dire

    che la conoscenza che possediamo di ci che ci circonda ha statuti diversi che

    possiamo distinguere come segue:

    Conoscenza diretta: la conoscenza della quale abbiamo fatto esperienza con

    i nostri sensi;

    Conoscenza indiretta: la conoscenza acquisita da fonti esterne (persone,

    media) o anche studiata, quindi insegnataci da qualcuno; ma anche quellache abbiamo acquisito da piccoli attraverso il linguaggio (non ci chiediamo

    perch una certa parola significhi qualcosa: la apprendiamo e basta);

    Senso comune: esso corrisponde a ci che diamo per scontato, su cui non

    occorre interrogarsi perch fa parte invisibile dellambiente in cui cresciamo.

    Detto in altre parole, ci riferiamo a universi di significazione che dipendono

    dal contesto/ambiente;

    Religione: una forma di conoscenza che si fonda su verit indiscutibili, su

    una serie di credenze e dogmi sui quali non ci si interroga;

    Conoscenza scientifica: si basa sullempirismo, cio deriva essenzialmente

    dai sensi e dallesperienza, e viene acquisita attraverso una serie di metodi

    (come gli esperimenti) che vedremo in seguito.

    2 I paradigmi delle scienze sociali

    Qual la differenza tra la conoscenza scientifica e le altre? Possiamo dire che la

    conoscenza scientifica sia pi vera delle altre?

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    La risposta non semplice. Possiamo per certamente dire che la conoscenza

    scientifica dimostrabile e allo stesso tempo confutabile, e che, sostanzialmente,

    differisce dalle altre per il metodo utilizzato per acquisire conoscenza: il risultato

    lo stesso ma il metodo cambia, quindi, indirettamente, si asserisce che la verit acui si giunge tramite il metodo scientifico sia pi vera rispetto alle altre.

    Schema 1. Il problema della conoscenza

    tecniche

    Approcci/metodi

    Teorie

    Paradigmi

    Discipline

    Posizioni epistemologiche

    tecniche

    Approcci/metodi

    Teorie

    Paradigmi

    Discipline

    Posizioni epistemologiche

    Per contro per possiamo affermare che il mondo su cui la scienza pu oggi posare

    gli occhi non si limita ad una sequenza di fenomeni analizzabili e spiegabili, ma

    comprende anche tutta una serie di altri aspetti ed elementi che presentano livelli di

    complessit superiore, difficilmente interpretabili sulla base dei canoni offerti dal

    metodo scientifico: si pensi ad esempio alle istituzioni giuridiche come il

    matrimonio; ai sentimenti come lamore, per sua stessa natura irrazionale; alle idee

    e ai concetti. Da questa considerazione deriva che le forme della realt sono ben

    diverse dalle forme della conoscenza e sono quindi affrontabili in termini di

    paradigmi. Lo schema 1 pu aiutare a rendere in maniera sintetica la complessit

    del problema della Conoscenza.

    Il Metodo un modo di osservare la realt, un approccio che segue criteri ed il

    modo attraverso cui la ricerca si fa. La scienza affronta la realt attraverso filtri e

    essi possono influenzare il modo in cui la scienza stessa accede alla realt. Il

    paradigma qualcosa di pi ampio di una teoria: una visione del mondo, una

    finestra mentale, una griglia di lettura che precede lelaborazione teorica (Corbetta,

    2003).

    Pi semplicemente, con paradigma intendiamo linsieme di presupposizioni di

    fondo che si danno per vere, che precedono la riflessione pi specifica su certi temi,

    che sono condivise da una comunit scientifica e dalle quali si parte per ragionare e

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    creare una teoria. Un esempio pu essere offerto dagli assiomi nella geometria

    euclidea.

    Il Paradigma un grosso frame - o struttura cognitiva essenziale - attraverso cui la

    scienza da secoli ha osservato la realt. Le teorie sono spesso riconducibili aparadigmi. Il Paradigma fatto delle risposte di carattere filosofico, pre-scientifico,

    cerca di dare risposta a tre domande insolubili che sono:

    1. Domanda Ontologica (natura della realt),

    2. Domanda Epistemologica (rapporto tra osservatore e osservato)

    3. Domanda Metodologica (come si studia concretamente la realt)

    I tre paradigmi sono quello Positivista, Post-positivista e Interpretativista.

    Schema 2. I metodi di ricerca sociale

    2.1 Positivismo

    Secondo il paradigma positivista la realt una realt dura, materiale, che ha uno

    statuto proprio (nel senso comune siamo tutti positivisti ingenui). La lettura della

    natura oggettiva: loggetto esiste e lo si pu studiare senza influenzarlo. Laconoscenza oggettiva, tipica del campo scientifico, consiste nel misurare (mediante

    un esperimento), quantificare (traducendo in variabili le cose che si studiano) e

    produrre leggi di causalit che spiegano il fenomeno (prospettiva empirista).

    Il paradigma positivista parte da una fiducia indiscussa nella possibilit di giungere

    ad una conoscenza certa della realt attraverso luso della scienza secondo una

    prospettiva empirista.

    Questione ontologica

    Si va sostanzialmente alla ricerca di leggi che possono spiegare la realt. Per ciche concerne la questione ontologica, il positivismo si basa su un realismo

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    ingenuo nella misura in cui considera la realt nel nostro caso la realt sociale

    come qualcosa di oggettivo e, in quanto tale, conoscibile nella sua reale essenza.

    Questione epistemologica

    Passando alla questione epistemologica, caratterizzato da una visione dualista eoggettivista, secondo la quale il ricercatore e il suo oggetto di studio sono

    considerati come due entit distinte. In questo modo si assume che lo studioso

    possa analizzare loggetto di studio senza influenzarlo o, a sua volta, esserne

    influenzato (Corbetta, 2003).

    Questione metodologica

    Infine, allinterrogativo relativo al metodo, il positivismo risponde adottando una

    ricerca sperimentale e manipolativa: lo studio si basa su un metodo

    prevalentemente induttivo, caratterizzato da unanalisi per variabili e dallimpiego ditecniche di ricerca quantitativa.

    Per ci che riguarda le scienze sociali, i positivisti credono di poter trasferire nel

    campo del sociale gli stessi apparati concettuali, tecniche di misurazione, strumenti

    di analisi e procedure che vengono usati per lo studio delle scienze naturali (cos

    facevano i pionieri della sociologia come Comte, Durkheim, ecc.).

    La realt, per un positivista, ha uno statuto proprio, indipendente dal soggetto che

    la pu studiare senza influenzarla, ottenendo una conoscenza certa e oggettiva fino

    ad arrivare a leggi di natura che spieghino il fenomeno.

    2.2 Post-positivismo

    Nel Novecento inizia ad affermarsi una visione per la quale la natura molto pi

    ambigua, non cos indipendente dai metodi di studio e non si pu ridurre

    totalmente a leggi matematiche.

    Questa relativizzazione viene espressa, ad esempio, dalla Teoria della Relativit di

    Einstein e dal Principio di Indeterminazione di Heisenberg, il quale afferma che non

    possibile sapere la posizione esatta dellelettrone perch esso si muove in nuvole

    di probabilit chiamate orbitali.

    Si mette quindi in discussione la possibilit di conoscere in modo meccanicistico la

    realt. Da qui laffermarsi di un secondo paradigma: quello post-positivista.

    Il post-positivismo parte dalla concezione per cui vero che esiste una conoscenza

    certa, ma impossibile raggiungerla; perci, in questo periodo abbiamo una

    concezione di verit intesa in maniera probabilistica. La realt esiste, la scienza la

    scopre ma non detto che ci riesca, le conoscenze potranno al massimo dire che

    siano probabili, una possibilit su mille che sia vera. Vi inoltre interdipendenza

    tra soggetto ed oggetto. Nel postpositivismo c fiducia nella scienza, ma non esistepi la certezza delle informazioni; si parla soltanto di probabilit. Detto in altre

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    parole, sul piano ontologico si passa dal realismo ingenuo al realismo critico. Ci

    implica che, pur esistendo una realt esterna alluomo, si pu arrivare ad una

    conoscenza probabilistica attraverso una continua messa in discussione delle ipotesi

    (analisi per variabili). Questo aspetto ha implicazioni anche sul pianoepistemologico, poich tra osservatore e oggetto osservato si presume vi sia un

    rapporto di interferenza e dipendenza.

    Dal punto di vista metodologico, la conoscenza viene raggiunta attraverso

    lintegrazione di pi metodi: oltre a quelli quantitativi propri del positivismo, il post-

    positivismo si apre anche alle tecniche qualitative. La metodologia, dunque, quella

    deduttiva.

    Uno dei Metodi utilizzati lo studio quantitativo misurabile della realt delle leggi

    che spiegano la realt. Spiegare vuol dire comprendere le leggi che regolano ledinamiche dei fenomeni studiati. Lo scopo della scienza la spiegazione delle leggi

    che si attengono ai fenomeni della realt.

    2. 3 Interpretativismo

    I due paradigmi finora descritti, Positivismo e Post-positivismo, osservano la realt

    facendo riferimento alle scienze esatte (naturali e fisiche); essi, cio, cercano di

    spigare la realt sociale attraverso variabili misurabili e quantificabili, cio, tramite

    un metodo scientifico e quantitativo.

    In opposizione a queste concezioni, si afferma un terzo paradigma:

    lInterpretativismo.

    Esponenti di questa corrente di pensiero (Dilthey, Weber, ecc) iniziano a porsi

    domande riguardanti la realt sociale - le istituzioni della societ (matrimonio,

    famiglia, ecc) che natura hanno? Hanno una realt propria? Sono astratte o

    concrete come gli oggetti della natura fisica? arrivando alla conclusione che le

    scienze umane e sociali differiscono profondamente da quelle fisiche e naturali e

    necessitano, di conseguenza, di un approccio diverso da quello scientifico

    positivista.

    Questione ontologica

    Questo paradigma sostiene il Costruttivismo, secondo cui la realt sociale una

    verit convenzionale, una realt costruita dagli uomini con i loro comportamenti

    quotidiani e le loro culture. Questa realt ha una natura propria che influenza

    lindividuo; infatti, nonostante sia un costrutto delluomo, egli la avverte come

    qualcosa di esterno e dotato di una sua oggettivit.

    Lesempio pi classico sotto questo punto di vista il senso comune a cui diversi

    studiosi hanno dato differenti definizioni.

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    i) Secondo Wittgenstein, il senso comune tutto ci su cui non c bisogno

    di chiedere.

    ii) Alcuni sociologi lo hanno definito come ci che offre delle conoscenze

    certe, dove per certe non si intende vere, ma ovvie:Esempio: se in un contesto occidentale chiedo a qualcuno Sei sposato?,

    ad una risposta affermativa non ha pi senso domandare cose come

    Quante mogli hai? Una? perch la risposta ovvia.

    Sono costrutti culturali che, se collocati in altri orizzonti di senso,

    cambiano significato:

    Esempio: Chiedere ad un occidentale se ha una moglie bizzarro, perch

    la risposta ovvia; le cose cambiano se la stessa domanda viene posta

    ad un mediorientale islamico che professa la poligamia.iii) Per Schultze, il senso comune il mondo dato per scontato, cio, tutto

    ci su cui le persone sospendono il dubbio.

    iv) Gheden distingue tra due livelli di realt:

    a. Primo piano: insieme delle conoscenze sociali sulle quali le persone

    devono prendere decisioni (es. Decidere come vestirsi);

    b. Sfondo: tutto ci su cui le persone sono esonerate dal decidere

    perch la cultura ha gi deciso per loro (es. Vestirsi).

    Se tutto entrasse a far parte di ci che Gheden definisce primo piano,

    bisognerebbe cominciare ad interrogarsi su ogni singola cosa e ci non nemmeno

    concepibile. Lo sfondo, invece, costituito da routine di pensiero che continuano ad

    evolvere nel tempo in seguito alle microazioni quotidiane delluomo. E proprio

    questa la realt di cui si occupano le scienze sociali; e la consapevolezza per routine

    di pensiero di fondamentale importante per lanalisi della realt.

    Questione epistemologica

    Il rapporto tra osservatore e oggetto osservato di implicazione reciproca; studiare

    la realt sociale significa, quasi sempre, modificarla. Losservatore implicato nei

    fenomeni che studia e, per questo motivo, i processi di analisi della realt ne

    vengono di conseguenza influenzati.

    Esempio1: Uno scienziato sociale comunista vedr la realt in rosso, cio, in base

    alle proprie convinzioni.

    Esempio 2: Se si effettua una ricerca sui rapporti di coppia, intervistando prima lui

    e poi lei, entrambe le parti sistematizzeranno la propria relazione ed possibile che

    la realt subisca delle modifiche.

    Secondo i positivisti, il questionario era una sorta di termometro neutro che

    riusciva a mappare i comportamenti attraverso uno scambio oggettivo. Gli

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    interpretativisti ritengono, invece, che non ci sia modo di porre le domande in

    maniera del tutto oggettiva.). Sul piano epistemologico, quindi, non deve esserci

    distacco tra osservatore e osservato.

    Questione metodologicaSecondo questo paradigma, la realt sociale non va spiegata, ma interpretata e

    compresa: le scienze sociali sono scienze comprensive. La questione metodologica

    viene affrontata attraverso un metodo induttivo basato sullimpiego di tecniche

    qualitative e soggettive (. Se analizziamo i fatti sociali constatiamo che essi sono

    determinati da relazioni umane (emergenze relazionali soggettive) che, proprio in

    quanto tali, non consentono di trovare la verit ultima, ma solo una delle possibili

    letture della realt. Linterpretativismo, perci, non si occupa di leggi, ma interpreta

    le intenzioni degli esseri umani e ci insegna a vedere il mondo con gli occhi delsoggetto che sta studiando, al fine di comprendere verit soggettive.

    Nel mondo, esistono solo due certezze trans-culturali: la Morte (una certezza

    esistenziale che alberga nel senso comune) e lOggettivit del mondo (la certezza

    che il mondo sia reale). In realt, per quanto riguarda la seconda certezza,

    possiamo dire di essere dei realisti ingenui perch, se ci pensiamo in maniera pi

    critica, difficile determinare anche i concetti pi semplici.

    Esempio: Cos la mamma? E una donna e, con probabilit, la persona che ci ha

    generati, ma queste sono le due uniche verit. Tutte le altre verit sul concetto

    mamma non sono oggettivabili, sono solo punti di vista individuali. Lessere

    mamma una relazione, cio, esiste solo nella relazione con noi: unemergenza

    relazionale.

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    Tabella 1. I paradigmi nella ricerca sociale a confronto

    Questione ontologica

    Positivismo Post-positivismo Interpretativismo

    Realismo Ingenuo realismo critico Costruttivismo

    relat comoscibile

    realt (sociale) consocibile

    solo in modo probabilistico

    il mondo conoscibile

    quello dei significati

    attribuiti dagli individui

    (relativismo

    individuale/culturale

    Questione epistemologica

    Positivismo Post-positivismo Interpretativismo

    dualismo/oggettivit

    Dualismo/oggettivit

    modificati Non dualismo

    risultati veri risultati probabilmente veri ricerca di significati

    spiegazione spiegazione comprensione

    leggi naturali immutabili leggi provvisorie rivedibili enunciati di possibilit

    Questione metodologica

    Positivismo Post-positivismo Interpretativismo

    sperimentale/manipolativa

    Sperimentale,

    manipolativa modificata

    Interazione empatica fra

    ricercatore e oggetto di

    studio

    osservazione osservazione

    Interazione

    studioso/studiato

    Prevalentemente induttiva

    Prevalentemente

    deduttiva. La conoscenza

    emerge dalla realtosservata

    Prevalentementeinduttiva

    tecniche

    quantitative(analisi per

    variabili)

    tecniche quantitative con

    apertura a quelle

    qualitative

    tecniche qualitative

    analisi per soggetti

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    CAPITOLO II

    RICERCA SOCIALE E METODI.GLI APPROCCI

    1. Qualitativo e quantitativo: due approcci a confronto

    Dalla corrente post-positivista e da quella interpretativista nascono le due grandi

    famiglie di metodi di ricerca sociale: dalla prima deriva la metodologia quantitativa,

    dalla seconda quella qualitativa. La tabella di seguito riassume le differenze tra

    questi due metodologie.

    Tab.2. Differenze sostanziali approccio quantitativo e approccio qualitativo

    QUANTITATIVA QUALITATIVA

    Domanda di fondo Realt sociale hard Realt sociale soft

    Logica della ricerca Natura trasformata in

    variabili

    Si colgono le diversit per

    arrivare allomogeneit

    Strumenti Questionario Intervista

    Disegno di ricerca Metodo standardizzato Metodo flessibile

    Analisi dei dati Ricerca matriciale Analisi interpretativa

    Presentazione dei dati Grafici Verbalizzazioni

    Campione Grandi numeri estrattisecondo criteri

    standardizzati

    Pochi casi scelti secondocriteri di buon senso

    Rappresentativit I dati valgono per tutti I dati non hanno la stessa

    valenza per tutti

    Grado di esattezza Molto precisi Non c certezza

    Metodo Per campionare Per saturazione

    Costo Basso Alto

    Proviamo a entrare maggiormente nel dettaglio, analizzando punto per punto. Nella

    prima casella della prima colonna di questo schema troviamo la domanda di fondo

    dell'impostazione paradigmatica, ovvero "Qual la natura dell'oggettostudiato?"

    QUANT La realt sociale ha una natura hard. Lo scopo della ricerca quello di

    ricondurre la natura hard in dati, di manipolarla e tradurla in dati, cio in

    qualcosa di concreto. L'uso dellaggettivo quantitativo deriva dal fatto

    che si ritiene di poter misurare la realt sociale attraverso i grandinumeri della statistica. Coloro che utilizzano questo metodo di ricerca

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    affermano che i fenomeni sociali possono essere valutati attraverso le

    relazioni di causa ed effetto.

    QUAL La realt sociale ha una natura soft, si interessa di relazioni, processi,percezioni, quindi non di dati. La realt sociale processuale.

    1.1 Logica della ricerca:

    La seconda differenza si trova nelle finalit.

    QUANT Trasforma i fenomeni sociali (fatti di dati) in variabili. La variabile , per

    definizione, la propriet operativizzata di un oggetto che pu assumere

    modalit differenti (es. altezza, data di nascita, sesso).

    QUAL Tale approccio ha lo scopo di interpretare la realt sociale, di coglierne i

    significati attraverso gli occhi di chi la vive e mette in atto determinati

    comportamenti. un metodo pi empatico rispetto all'approccio

    quantitativo: cerca di scavare pi a fondo nelle persone, perch si pone

    l'obiettivo di interpretare e capire i pregiudizi, gli stati affettivi, le emozioni

    che un essere umano pu provare. La realt sociale composta da

    individui e quindi la ricerca rivolta alla differenza tra gli individui (non

    sono presenti delle variabili fisse, ma per tutti). Coglie le diversit per

    arrivare allomogeneit. Si interessa alla specificit del singolo.

    1.2Gli strumenti

    Gli strumenti che utilizzano questi due approcci sono due: il format (approccio

    quantitativo) e l'intervista (approccio qualitativo).

    QUANT Usa dei format per misurare la realt, dei mezzi standardizzati (cio uguali

    per tutti) come il questionario, un mezzo di rilevazione che riflettel'oggettivit delle scienze positiviste (esattamente all'opposto del

    relativismo). I mezzi usati sono standardizzati proprio perch se non lo

    fossero non potrei misurare e confrontare i risultati ottenuti (come un

    termometro che per provare la febbre a diverse persone deve basarsi su

    valori fissi). Le risposte che si ottengono sono delle risposte

    standardizzate: esse sono pre-codificate e costringono i rispondenti a

    selezionare una delle opzioni possibili allinterno di un ristretto campo di

    scelta.

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    QUALNon usa mezzi standardizzati. Utilizza come mezzo principale lintervista con

    la persona, che coglie appieno ogni aspetto del soggetto intervistato.

    L'intervista non mira a raggiungere una verit statistica, come nel primo

    metodo, bens a ottenere del materiale narrativo mettendosi nei panni delsoggetto intervistato, al fine di poterlo interpretare al meglio. Il paradigma

    di fondo consiste nel capire la persona che hai di fronte. Le domande infatti

    non vengono poste in un modo standard e landamento dellintervista non

    strutturato rigidamente (se lo fosse la ricerca verrebbe male). Ovviamente

    i risultati di queste interviste sono soggettivi, ovvero dipendono

    dall'interprete che ha condotto l'intervista: perci, a partire dallo stesso

    materiale narrativo che viene ricavato si ottengono molteplici punti di vista.

    Oltre all'intervista il metodo qualitativo usa anche l'osservazionepartecipante, in cui l'interprete si immerge nel contesto che vuole studiare,

    cercando di inserirsi e di integrarsi nel gruppo / oggetto di studio.

    1.3 Il Disegno di ricerca

    Il disegno di ricerca il modo in cui si pensano e si organizzano le fasi della ricerca.

    QUANT Usa un metodo determinato e standardizzato. Si rispetta un progetto

    preciso deciso sin dallinizio. Per trovare la vera Verit (con la V maiuscola)

    necessario che il processo di ricerca segua delle regole. Sia il modello

    che gli strumenti devono essere fissi.

    QUAL Usa un metodo flessibile. Lo schema di fondo non fisso (anche se

    rispetta uno schema generale). Cambia infatti in base alle persone che

    abbiamo di fronte e quindi pu cambiare anche nel corso della stessa

    ricerca. Importante la Grounded Theory (teoria aggregata alla terra) che

    serve per studiare i fenomeni sociali complessi.

    1.4 Analisi dei dati

    Altro elemento differenziante i due approcci il modo di trattare il dato.

    QUANT Utilizza processi matematici e statistici (indici, indicatori, ). sintetico

    data la grande quantit di dati. Qui spunta laspetto positivista: la vera

    realt quella descritta dalla matematica. In ambito matematico, la media

    sar sempre la stessa sia per me che per un cinese che si trova ad

    analizzare gli stessi dati. I dati non sono interpretabili in modi diversi. La

    ricerca quantitativa viene anche definita matriciale perch con i risultati

    ottenuti, per mezzo della statistica, si costruiscono delle vere e propriematrici (cio un fogli a quadretti che descrivono casi per variabili).

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    QUALAl contrario di quella quantitativa, non utilizza dati. Infatti ha a che fare con

    i significanti, le narrazioni, ci detto e pensato, le verbalizzazioni e i racconti.

    Non dunque una ricerca matriciale perch non traduce i fatti in dati.Utilizza lanalisi interpretativista: non uso la statistica, ma leggo lintervista e

    ci devo entrare, interpreto, mi immedesimo nei panni degli altri. Cos posso

    individuare da dove vengono alcuni comportamenti della realt.

    1.5 La Presentazione dei dati:

    E ovvio che il diverso modo di analizzare i dati influisca anche sulle logiche di

    presentazione. Pi nello specifico:

    QUANT I dati sono presentati sotto forma di tabelle, grafici, torte, colonne . E

    una presentazione formalizzata.

    QUAL I dati raccolti sono presentati sotto forma di verbalizzazioni e frasi

    esemplari.

    [Ricerca quanti-qualitativa: a volte si pu usare una combinazione dei due

    metodi, in cui la parte qualitativa sempre la pi apprezzata perch pi sintetica ed

    evocativa]

    Campione: (gruppo, casi)

    QUANT Si basa su grandi numeri (di solito dagli 800 ai 1000 casi). Infatti pochi

    casi non sarebbero abbastanza rappresentativi delluniverso dal quale sono

    stati estratti. Le persone sono estratte secondo criteri standardizzati

    (metodo probabilistico).

    QUALSono necessari pochi casi. Possono bastare anche 20 persone o addirittura

    una sola famiglia. Le persone non sono estratte secondo metodi

    probabilistici, ma secondo alcuni criteri di buon senso non formalizzabile.

    Rappresentativit:

    QUANT Vale non solo sui casi svolti, ma anche in generale (cio tutta la

    popolazione da cui sono estratti). I dati infatti devono vale re per tutti.

    Sono giusti solo se conservano dei risultati generalizzabili.

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    QUALI dati non hanno la stessa valenza per tutti. Infatti tutti gli approcci non

    hanno lo stesso fine.

    Grado di esattezza:QUANT Possono essere molto precisi ed individuare lerrore percentuale

    (generalizzabilit statistica).

    QUALNon c modo di stabilire lerrore percentuale e quindi non c esattezza. I

    temi su cui ci si indaga sono grossomodo uguali per tutti: emozioni, modi di vedere

    la realt, atteggiamenti interiorizzati (generalizzabilit logica)

    Metodo:QUANT Per campionare

    QUAL Per saturazione: come e quante persone intervistare? Continuiamo ad

    intervistare persone finche un intervistato non ci dice nulla di nuovo rispetto

    a quello che stato gi detto (e intervistiamo ancora qualche caso per

    essere sicuri delle informazioni che abbiamo). Quindi non stabiliamo le

    persone da intervistare prima.

    Costo:

    QUANT Il costo varia dai 14 ai 20 euro a caso. Il costo dipende da: la lunghezza

    del questionario (quello standard composto da 30 domande e costa dai 4

    ai 10 euro); la difficolt dellargomento (se largomento pi diffuso sar

    pi semplice ricevere pi risposte alle domande. Sar pi facile intervistare

    delle casalinghe che i possessori di un certo modello di auto BMW appena

    uscita).

    QUALIl costo varia dai 600 ai 1000 euro a caso, ma se il costo cos alto e luso

    cos frequente, vuol dire che il metodo funziona.

    Questi due metodi prima erano divisi in due mondo completamente diversi. Ai giorni

    nostri tutto si liquefatto. Vengono anche usati insieme. Il loro utilizzo dipende

    dallobiettivo che ci si prefissati e dal budget a disposizione. Nel caso si facessero

    entrambe, si svolge prima la ricerca qualitativa e poi quella quantitativa.

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    2. Pro e contro dei due approcci

    1. quantitativo:

    la ricerca non troppo impegnativa in termini di costo e de denaro (PRO),

    certezze dellerrore probabilistico (PRO), Si ha la possibilit di indagare solamente fenomeni effettivamente

    quantificabili quindi soprattutto elementi superficiali, anche la rilevazione

    delle opinioni viene quantificata attraverso la tecnica delle scale (vedi

    capitolo IV) (CONTRO).

    2. qualitativo:

    molto oneroso: sono ricerche impegnative che necessitano di molto

    tempo e denaro (CONTRO),

    non danno risultati generalizzabili (CONTRO), sono ricerche soggette allinterpretazione,non si ottengono risultati uguali

    per tutti (CONTRO),

    Permettono di indagare aspetti altrimenti inesplorabili es. motivazioni-

    (PRO)

    Sono particolarmente utili nelle fasi esplorative di un progetto di ricerca

    (PRO)

    3. Approccio integrato (ricerche quali-quantitative)

    Fino agli anni 70 il metodo quantitativo godeva di un certo riconoscimento

    nellambito della ricerca sociale: i risultati degli studi di stampo quantitativo erano

    ritenuti pi significativi rispetto a quelli ottenuti da ricerche che si avvalevano del

    metodo qualitativo. Con il tempo, per, le visioni sono cambiate e soprattutto in

    determinati campi di ricerca ( ad esempio quello antropologico e psicosociale) sono

    stati largamente impiegati anche i metodi qualitativi. Ultimamente i due approcci si

    sono integrati luno con laltro: o meglio, si sceglie lapproccio pi adatto in base

    agli obiettivi che la ricerca si pone.

    La ricerca mista lideale quando non si conosce nulla del fenomeno che si intende

    studiare: si potr partire con un approccio qualitativo per ottenere le informazioni

    di base e, in seguito, utilizzare il metodo quantitativo per verificare su un maggiore

    di soggetti quanto emerso precedentemente.

    Usando questo approccio integrato si mettono insieme i due limiti (limpossibilit di

    generalizzare i risultati per la metodologia qualitativa; la difficolt di andare a fondo

    con i metodi quantitativi).

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    CAPITOLO III

    IL DISEGNO DI RICERCA NELLAMBITO DEGLI STUDI DI QUANTITATIVI

    1. Concetti preliminari

    Abbiamo detto che, nellambito della ricerca sociale, i metodi di ricerca sono di due

    tipi: quantitativo e qualitativo.

    Sebbene possano essere usati insieme in quanto validi entrambi, lapproccio di

    ognuno di essi strutturalmente diverso. Mentre quello di tipo qualitativo pi

    fluido e meno schematizzato, quello quantitativo al contrario molto formalizzato e

    possiede molte fasi e processi standard.

    Non vi alcuna regola scritta che dica che uno sia superiore allaltro ,infatti

    entrambi sono molto utili, e possono essere usati insieme. Quando si lavora con

    entrambi, per, la logica dice di partire dall approccio qualitativo,per poi integrarlo

    con quello quantitativo. Quello su cui concentreremo la nostra attenzione ,

    tuttavia, lapproccio quantitativo.

    Istintivamente il metodo quantitativo pu essere identificato nella figura di un

    cerchio, la quale sta a indicare quindi che possibile ricollegare la fine di un

    processo con le ipotesi che hanno guidato il disegno di ricerca, le quali sono

    fondamenta del metodo stesso.

    Effettivamente per anche possibile immaginarlo come una spirale, anzich come

    un cerchio, in quanto sebbene la fine riconduca allinizio della struttura, i risultati

    ottenuti porteranno a riosservare il momento iniziale da una prospettiva diversa e

    qualitativamente migliore.

    Schema 3. Le fasi della ricerca

    Ipotesi ricerca risultati confronto con le ipotesi

    Da dove si origina il processo che determina un progetto di ricerca?

    Esso muove da una curiosit, da un bisogno conoscitivo o desiderio che pu

    essere individuale, collettivo o organizzativo. Esso pu essere:

    Individuale (di uno studente, ricercatore, il Rettore di ununiversit)

    Collettivo (lo Stato, unassociazione o unazienda)

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    La curiosit che spinge un individuo a porsi delle domande deve avere allo stesso

    tempo determinate logiche, al fine di trasformarsi in una ricerca con una struttura

    precisa e formalizzata.

    2. I passi della ricerca

    La struttura dellapproccio di ricerca quantitativo costituita da 5 fasi legate tra loro

    da 5 processi, come proposto di seguito nello schema 4.

    Schema 4. il disegno di ricerca negli studi quantitativi

    Scelta del problemaFormulazione della teoria

    Definizione delle ipotesi

    deduzione

    Raccolta dati

    operativizzazione

    Trasformazione concetti in variabili

    Formulazione del disegno di ricerca

    Codifica e analisi risultati

    Risultati

    organizzazione dati(matrice dati)

    induzione(verifica teoria/ipotesi vera o falsa)

    Fasi Processi

    Scelta del problemaFormulazione della teoria

    Definizione delle ipotesi

    deduzione

    Raccolta dati

    operativizzazione

    Trasformazione concetti in variabili

    Formulazione del disegno di ricerca

    Codifica e analisi risultati

    Risultati

    organizzazione dati(matrice dati)

    induzione(verifica teoria/ipotesi vera o falsa)

    Fasi Processi

    2. 1 Il processo di deduzione: dalla teoria alle ipotesi

    Come gi detto, Il bisogno conoscitivo non sufficiente, in quanto necessaria una

    ricerca progettata.

    La Ricerca Progettata parte sempre da qualcosa di gi conosciuto, in quanto

    necessario un preliminare rapporto con la realt per poi poter fare domande su di

    essa. La ricerca quindi ha la funzione di riempire quegli spazi vuoti tra le

    conoscenze gi possedute, spazi che, una volta colmati producono altre domande

    dando innesto a un processo senza fine (spirale -> la conoscenza nuova non chiudemai le domande, ma ne apre di nuove).

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    Le ricerche quindi partono da conoscenze gi date, le cosiddette Teorie. Nel

    momento in cui ci facciamo domande su queste teorie e quindi sorgono dei dubbi,

    noi realizziamo delle Ipotesidalle quali possibile iniziare la nostra ricerca.

    Ipotesi: proposizione sulla realt che mette in relazione due o pi concetti.

    Esempio. la propensione a votare a sinistra pi presente nelle persone meno

    istruite.

    E una proposizione che mette in relazione il concetto di orientamento politico e il

    concetto di persone ignoranti (quando uno aumenta laltro diminuisce). Ma posso

    fare una ricerca limitandomi a questi concetti? No, perch unipotesi di per s non

    sufficiente in quanto deve essere operativizzabile.

    Obiettivo conoscitivo (generale): a differenza del bisogno conoscitivo formalizzato

    meglio e su di esso si effettuata un opera di ragionamento. E ancora troppo

    presto per iniziare una ricerca, infatti, dopo aver tradotto il bisogno conoscitivo in

    un obiettivo conoscitivo, bisogna a sua volta tradurlo in obiettivi conoscitivi

    specifici.

    Obiettivi conoscitivi specifici: corrispondono sostanzialmente alle domande con sui

    si far la ricerca su un determinato fenomeno, che poi verranno trasformate in

    variabili.

    Partendo dalle caratteristiche delle ipotesi, le ricerche possono essere distinte in:

    - ricerca descrittiva: nellambito della ricerca qualitativa, le ipotesi

    possono essere meno argomentate, in quanto gli studi di questo tipo si

    fanno proprio su dei fenomeni di cui si sa poco. Le ipotesi che emergono

    possono essere imprecise e molto generiche. Si tratta, dunque, di un tipo

    di ricerca che si limita a descrivere i fenomeni e non mette in relazione le

    variabili che influiscono su di esso. Possiamo dire, per, che anche le

    ricerche di tipo qualitativo partono da delle ipotesi: il ricercatore, in

    questo caso, sceglie la realt da approfondire poich ipotizza che ci sia

    utile per qualche scopo, ed in fondo anche lo scopo un ipotesi.

    - ricerca correlazionale: un secondo tipo di ricerca, questa volta di tipo

    quantitativo, parte dal presupposto che le ipotesi siano proposizioni sulla

    realt. Il termine stesso indica che questo tipo di ricerca si basa sullo

    studio di possibili correlazioni tra variabili. La ricerca, dunque, serve per

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    capire se due variabili si influenzano a vicenda, ma senza stabilire alcun

    nesso di casualit.

    - ricerca casuale: L'ultimo tipo di ricerca di tipo causale, in cui un

    fattore (x) influenza l'altro (y). Una ricerca causale cerca quindi lerelazioni di causa ed effetto tra le variabili. Le relazioni causali sono ad

    appannaggio delle scienze esatte, le quali vanno alla ricerca di leggi

    universali.

    In sintesi, possiamo dire che le ricerche descrittive individuano le variabili in cui si

    studia il fenomeno e che agiscono su di esso. In quelle correlazionali si studia il

    rapporto tra le due variabili e la loro influenza reciproca. Con quelle di tipo causale

    si va alla ricerca di nessi di causalit, appunto, tra le diverse variabili. Mentre le

    scienze sociali sono di tipo descrittivo o correlazionale, molto raramente usano untipo di ricerca causale.

    In ogni caso, possibile che emergano situazioni in cui sono presenti rapporti di

    correlazione e di causalit. Vi possono essere, per, anche casi in cui possibile

    riscontrare un correlazione tra due variabili, che per tra di loro non hanno alcuna

    relazione, essendo entrambe influenzate da una terza variabile, che si chiama

    interveniente, la quale spiega il loro cambiamento.

    2. 2 Loperativizzazione: dallipotesi alla rilevazione dei dati

    Il processo di operativizzazione consiste nel tradurre i concetti espressi nelle ipotesi

    in variabili, passare cio i concetti astratti a qualcosa di misurabile. (es. il concetto

    di religiosit).

    Per rendere un concetto misurabile necessario associarlo a qualche elemento di

    tipo:

    Cognitivo

    Comportamentale

    Atteggiamentale

    Quindi si individuano degli elementi di comportamento, cognizione e atteggiamento

    e si stabilisce il modo in cui queste cose vengono chieste allintervistato.

    Esempio 1. Ipotesi: gli adulti con pi benessere tendono a iscrivere i figli

    alluniversit.

    I concetti da cui devo partire sono:

    Benessere

    Iscrizioni alluniversit

    Ma in base a cosa definisco il benessere? Posso definirlo: In base al reddito (componente economica)

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    In base al fatto che forse anche i genitori hanno frequentato luniversit

    (componente culturale).

    Esempio2. Se volessi studiare la Religiosit devo necessariamente definirla inmaniera pi specifica e tradurla in qualcosa di osservabile, in una serie di

    comportamenti. La domanda che posso porre ai miei intervistati potrebbe dunque

    essere:quante volte vai a messa in un mese? Che diventer la mia unit di misura

    della religiosit. Questa operazione ha trasformato un concetto astratto in una

    variabile, la variabile religiosit, che espressa nella domanda quante volte vai a

    messa in un mese?

    In una ricerca di tipo quantitativo la domanda non lunico elemento necessario,

    infatti sono necessarie anche delle possibili risposte, dette Modalit, con le quali sid alle persone intervistate la possibilit di rispondere alla domanda.

    Nel nostro esempio la domanda potrebbe essere formulata come segue:

    quante volte vai a messa in un mese?

    Mai

    due volte

    tre volte

    Pi di tre

    ovvio che ricondurre la religiosit a questunica variabile sarebbe riduttivo: lo

    strumento di rilevazione di questa variabile (ovvero il numero delle volte in cui le

    persone si recano in chiesa) risulta quindi attendibile ma non valido. Al fine di

    eseguire bene la nostra ricerca dunque necessario ricercare altre propriet.

    fondamentale dunque la differenza tra:

    Variabili: ci che si vuole misurare.

    Modalit: le possibili risposte.

    Qual la differenza invece tra la domanda di ricerca e la domanda del questionario?

    La domanda di ricerca la domanda alle quali corrispondono le ipotesi, e sta al di

    sopra di tutto il processo di ricerca nel suo insieme. Dalla domanda di riferimento

    passo attraverso una teoria di riferimento a fare delle ipotesi. La teoria di

    riferimento nasce dalla curiosit, che traduco in una domanda di ricerca, mi

    documento e do delle ipotesi.

    Come evidente, alcuni concetti possono essere operativizzati e diventare subito

    variabili, altri invece hanno un processo pi lungo ed necessario passare per degli

    indicatori (vedi paragrafo successivo) che contengono i concetti che mi

    permettono di fare domande pi concrete, utili e complete.

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    La ricerca sociale estremamente complicata, poich la realt sociale talmente

    complessa che i fenomeni non hanno mai delle relazioni semplici, quindi facile che

    si studi il fenomeno semplificandolo e riconducendolo a poche variabile alla volta

    scartandone altre. Si tratta di una semplificazione necessaria che aiuta ad entrarenel merito di fatti sociali particolarmente complessi. Proprio perch la ricerca

    prende in considerazione pi variabili e la loro relazione con un particolare

    fenomeno essa viene definita anche multifattoriale.

    La chiave della ricerca quantitativa la deduzione che parte da delle teorie.

    Esistono due tipe di varabili:

    1) La variabile ascritta: appartiene ai soggetti e non possibile cambiarla

    (sesso, et)2) La variabile assunta: descrive le caratteristiche del soggetto in funzione

    di aspetti e dimensioni che sono culturalmente e socialmente riconosciuti.

    Per Ricapitolare. Il primo passaggio delloperativizzazione rappresentato dalla

    traduzione di un concetto astratto in un oggetto concreto, a qualcosa che

    posso effettivamente rilevare e osservare.

    Il secondo passaggio consiste nel darne una definizione operativa da cui, con un

    terzo passaggio, si passer alla definizione concreta della variabile e delle sue

    modalit ovvero gli stati operativizzati della variabile stessa.

    Esempio

    Vogliamo condurre una ricerca per studiare quanto il reddito familiare influenzi le

    scelte formative degli studenti (fra i giovani italiani).

    A questo punto devo arrivare da un obiettivo conoscitivo generale ad un obiettivo

    conoscitivo pi specifico. Ci sono delle ipotesi al di sotto dellobiettivo conoscitivo?

    S, ad esempio potrei ipotizzare che chi ha un reddito pi basso ha minori

    opportunit formative, etc...

    Dopo aver esplicitato le ipotesi si inizia ad operativizzare: bisogna individuare le

    variabili, in questo caso sono il reddito e le opportunit formative. Di queste

    variabili devo trovare le propriet. Per il reddito ad esempio potrei creare una scala

    con una serie di fasce di reddito chiedendo in quale si colloca il soggetto, e magari

    anche da quante persone composto il nucleo familiare. Per le opportunit

    formative potrei chiedere che tipo di carriera scolastica hanno avuto (ad esempio se

    hanno frequentato scuole pubbliche o private, se hanno fatto un master in Italia o

    allestero etc...).

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    Cos da un obiettivo conoscitivo generale si passa a vari obiettivi conoscitivi

    specifici, ovvero le singole domande con cui operativizzo le due variabili.

    Concetti, indicatori e indici

    Nelle scienze sociali esistono concetti che hanno un elevato grado di generalit, e si

    pongono lontani dallesperienza.

    Per poterli definire in modo empiricamente controllabile necessario darne una

    definizione operativa (tradurli in termini osservativi) tramite quelli che sono detti gli

    indicatori.

    Gli indicatori sono concetti pi semplici, traducibili in termini osservativi, che sono

    legati ai concetti generali da un rapporto di indicazione, o rappresentanza

    semantica.

    Gli indicatori sono quindi ancora dei concetti, ma pi facilmente operativizzabili.

    Tuttavia il rapporto tra concetto e indicatore parziale: da una parte un concetto

    generale non pu essere esaurito da un solo indicatore specifico, dallaltra un

    indicatore pu sovrapporsi solo

    parzialmente al concetto per il quale stato scelto, e dipendere per il resto da un

    altro concetto, anche profondamente diverso. Inoltre la scelta di un indicatore

    lasciata unicamente allarbitrio del ricercatore, il cui unico obbligo quello di

    argomentare la sua scelta, non di dimostrarne la correttezza.

    La rilevazione empirica di un concetto non direttamente osservabile passa

    attraverso quattro fasi:

    larticolazione del concetto in dimensioni (i diversi aspetti e significati del

    concetto, come fossero dei sotto-concetti);

    la scelta degli indicatori;

    la loro operativizzazione (con le definizioni operative),

    la formazione degli indici (complessivi). Lindice la sintesi globale della

    pluralit delle variabili che sono state prodotte dai diversi indicatori.

    Da un concetto molto generale, non solo astratto, ma anche complesso, per es.

    "benessere", bisogna scendere nella scala di astrazione, semplificandolo e

    suddividendolo in altri concetti/indicatori - per es."benessere nella condizione

    economica" o " benessere ambientale", benessere culturale, etc.

    Cos facendo se ne riduce la complessit, selezionandone alcuni aspetti pi

    significativi, che sono legati al concetto di partenza da un rapporto di indicazione, in

    quanto ne sono indicatori!

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    quindi necessario individuare, nell'ambito degli indicatori che sono pi

    concreti/semplici e pi vicini alla realt, il modo di studiarle concretamente

    attraverso una ricerca facendo attenzione a chiarire bene la definizione operativa

    (contestualizzata, per fare in modo che tutta la comunit scientifica dei ricercatoricapisca come sono operativizzati). In tal modo si ottengono le variabili, ultimo

    gradino della scala di astrazione.

    Molto spesso le variabili che si usano a livello empirico derivano da un calcolo.

    Per es. per ottenere il reddito procapite necessario dividere l'ammontare

    complessivo dei redditi di un comune per la popolazione stessa di quel comune.

    La scelta del reddito procapite piuttosto che ad es. del reddito complessivo ci

    evidenzia la relativit della definizione operativa.

    Il passaggio dal concetto generale all'indicatore specifico sempre incompleto eparziale perch un processo di semplificazione comporta la perdita di una parte di

    informazione; ci ancora pi evidente con concetti molto complessi per i quali

    bisogna ricorrere a pi indicatori. Uno stesso concetto pu essere infatti ridotto ad

    indicatori diversi nell'ambito di indagini diverse e di contesti socio-culturali differenti

    (es. il benessere in Giappone non ha nulla a che fare con la dimensione economica).

    2. 3 Il processo di organizzazione dei dati: dalla rilevazione allanalisi

    Dopo aver stabilito di misurare un fenomeno con certe variabili necessario

    costruire lo strumento di rilevazione, che ci permette di misurare non solo quel

    singolo concetto ma tutte le variabili che ci consentono di fare la ricerca. (es.

    questionario, studio testi ecc).

    2.4. Il processo di interpretazione: dallanalisi dei dati ai risultati

    Una volta definito lo strumento di rilevazione necessario individuare un campione,

    cio lelemento rappresentativo della societ al quale verr sottoposto lo strumento

    di rilevazione (per esempio un questionario) durante la fase field (fase di lavoro

    sul campo).

    Successivamente i dati dovranno essere tradotti in qualcosa di studiabile e gestibile,

    e per ottenere ci vengono codificati introducendoli in una Matrice Dati, che implica

    una serie di passaggi che costituiscono la codifica. La matrice dati poi analizzabile

    attraverso gli strumenti di elaborazione offerti dalla statistica.

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    2.5 Rilevazione, interpretazione e ritorno alle ipotesi

    Una volta ottenuti i risultati della ricerca si arriva allultimo processo, quello

    dellinduzione, nel quale le conoscenze ottenute attraverso la ricerca vengono

    messe a confronto con le teorie da cui si era partiti inizialmente.Riassumendo: la ricerca scientifica un processo creativo di scoperta che si

    sviluppa secondo un itinerario prefissato e secondo procedure prestabilite che si

    sono consolidate allinterno della comunit scientifica.

    Esiste un percorso tipico della ricerca sociale che parte dalla teoria, attraversa le

    fasi si raccolta e analisi dei dati e ritorna alla teoria. La ricerca empirica deve essere

    pubblica, controllabile e ripetibile per poter essere definita scientifica.

    Come abbiamo visto, la prima fase quella della teoria, la seconda quella delle

    ipotesi, legate tra di loro attraverso il processo della deduzione.La teoria generale mentre lipotesi ne rappresenta unarticolazione specifica.

    Prima di definire lo strumento di rilevazione e il campione per la raccolta dei dati, si

    effettua un processo di operativizzazione di tutti i concetti inseriti nelle nostre

    ipotesi di ricerca, in modo da trasformarli in affermazioni empiricamente

    osservabili.

    Una volta individuate le variabili, ci si chiede quali stati possano assumere (le

    variabili variano!) e si costruiscono le domande e le modalit di risposta da inserire

    nello strumento.Nella ricerca quantitativa (la survey) lo strumento per raccogliere i dati il

    questionario.

    Il questionario viene somministrato (questa accezione ricorda molto limpianto

    positivista della ricerca!) ad un campione di ricerca (che vedremo come si

    costruisce).

    Una volta raccolti i questionari c tutta quella fase di analisi dei dati, preceduta

    dallorganizzazione e codifica dei dati rilevati. Di solito questa fase nella ricerca

    quantitativa consiste nella creazione di una matrice di dati.

    La fase successiva del disegno/processo di ricerca quella della rappresentazione

    dei risultati, a cui si arriva tramite un processo di interpretazione delle analisi

    statistiche condotte nella fase precedente.

    Infine il ricercatore ritorna alla teoria iniziale tramite un processo di induzione, che

    confronta i risultati ottenuti con la teoria precedente.

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    3. Validit e attendibilit nella ricerca sociale

    Quando si fa una ricerca sociale o scientifica, quello che la distingue da altre il

    METODO con cui essa viene svolta.Fare ricerca vuol dire misurare porzioni di realt

    per vedere se le ipotesi sono corrette oppure no. Le misurazioni devono essere ben

    condotte e usare criteri di scientificit ovvero devono risultare valide e attendibili.

    Ci che contraddistingue la conoscenza di tipo scientifico da altre che non

    troviamo verit assolute o affermazioni certe nelle valutazioni dei ricercatori in

    quanto essi sono consapevoli della possibilit di errore causate dai loro strumenti di

    valutazione. Questo atteggiamento prudente lo ritroviamo in due concetti, quello di

    VALIDIT e di ATTENDIBILIT.

    Per capire bene i concetti di validit e attendibilit bisogna sapere che ci che

    distingue un testo scientifico dagli altri lassumere un atteggiamento prudente in

    quanto si consapevoli dellerrore. Infatti, in nessun saggio di tipo scientifico

    troveremo una frase del tipo Diamo per certo che..., Non ci sono altre ipotesi

    plausibili..ecc..

    Es. Si presuppone che i neutrini viaggino a una velocit maggiore di quella della

    luce. Ma i risultati ottenuti sono validi e attendibili? Qual il nostro dubbio? Gli

    strumenti di misura hanno rilevato nel modo corretto? Se anche i fisici tengono

    conto della possibilit di errori anche nella ricerca sociale bisogna essereconsapevoli di tale rischio.

    Quindi in una ricerca sociale perch possiamo fare errori? Cosa ci porta a sbagliare?

    Si individuano due possibili elementi di errore in una rilevazione:

    Lo Strumento di Misura non mai perfettissimo (es. taratura non fatta

    benissimo e approssimazioni) tale da ridurre a zero lerrore.

    Il Soggetto Osservante compie errori di rilevazione e misurazione (es. errore

    nella lettura delle informazioni)

    Per quanto riguarda il secondo caso abbiamo 2 famiglie di errori:

    a) Sistematici errori che si ripetono ad ogni misurazione.

    Sono errori che nascono dallo strumento.

    Es. Se decido di misurare un campione di 1000 persone con un metro che ha

    4 mm in pi logico che ad ogni persona verranno aggiunti dei mm che non

    gli corrispondono. La distribuzione degli errori sar quindi di 4 mm ogni

    qualvolta si misuri una persona. In ampia scala, con 1000 persone, gli errori

    tenderanno a sommarsi con un surplus di mm pari a 4000.

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    b) Accidentali o casuali accadono per caso; a volte s, a volte no, ed

    proprio questa loro imprevedibilit a renderli i pi pericolosi .

    La Teoria degli Errori ci dice che gli errori si distribuiscono in maniera normale

    rispetto al fenomeno osservato ( curva Gaussiana). Ci significa che gli errori grossi

    accadono raramente, invece quelli piccoli sono molto pi frequenti. La sommatoria

    degli errori accidentali tende a 0 quindi sui grandi numeri si annulla. Infatti nella

    ricerca sociale i numeri accidentali non sono cosi gravi in quanto tendono ad

    annullarsi. Mentre, gli errori sistematici nascono dagli strumenti e la loro

    sommatoria porta a un risultato positivo equivalente alla loro stessa somma .

    Bisogna allora fare molta attenzione, questo genere di errore pu alterare

    completamente il risultato.

    Es. Prendo un campione di 1000 persone alle quali voglio misurare il peso o

    altezza: una volta fatta la somma, gli errori, in ampia scala, tenderanno a

    zero. Alla fine la media risulter giusta e gli errori propenderanno ad

    annullarsi.

    Da sottolineare che questo accade perch allorigine del errore c luomo.

    Il ricercatore ha due criteri di verifica per comprendere se lo strumento funzione in

    maniera adeguata:

    1) ATTENDIBILITSecondo questo concetto lo strumento coglie realmente variazioni a cui va

    incontro la variabile che sta studiando. Es. Decido di pesare due persone che

    hanno una differenza di peso di 2 Kg. La variabile quale sar? Il peso. Come

    capisco se la differenza di peso ottenuta dipende dalle due persone diverse o

    dalla bilancia? Questo introduce il problema di attendibilit.

    Allora se lo strumento non attendibile che tipo di errore possiamo trovare?

    - Un errore Casuale (pi probabile)

    2) VALIDIT

    la propriet dello strumento di misura di misurare davvero la variabile per

    cui stato costruito, e di farlo correttamente. Es. Costruendo una scala di

    atteggiamenti sugli extracomunitari, una volta che ottengo i risultati posso

    essere certa di aver misurato correttamente la variabile prestabilita o ne

    entrano altre in causa? Per esempio possibile che entri in gioco la variabile

    che misura il livello di introversione della persona.

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    Solitamente se uno strumento valido anche attendibile perch nella

    definizione di validit anche inclusa quella di attendibilit. Ma non mai

    vero il contrario. Quindi posso avere uno strumento attendibile ma che non

    valido.

    Allora se lo strumento non valido che tipo di errore introduco?

    -Un errore Sistematico

    Lo strumento utilizzato nella ricerca sociale in modo da permettere di avere risultati

    scientifici, per risultare efficace deve essere valido e attendibile.

    Nella formalizzazione scientifica delle scienze sociali le rilevazioni dei datidevono

    essere:

    - valide: una rilevazione/misurazione valida quando misura davveroil fenomeno che si propone di studiare e lo fa in modo corretto (ad

    esempio, il metro misura la lunghezza). Con tale asserzione si

    sostiene che il concetto di validit comprenda quello di attendibilit;

    non per mai vero il contrario. La relazione tra lo strumento di

    misura e la variabile diretta e quindi facile da riconoscere. Nelle

    scienze sociali invece, la relazione tra i due non cos semplice.

    Facciamo un esempio: per misurare il gradimento di una pubblicit quali

    sono le variabili che un ricercatore di mercato dovrebbe considerare? Si

    tratta, fra le altre cose, di visibilit, gradimento, persuasivit ecc. Il

    ricercatore deve quindi sottoporre la pubblicit ad un campione di

    pubblico e misurare la decodifica per capire se il prodotto piaciuto.

    Nelle scienze sociali gli strumenti utilizzati per misurare la realt vanno

    costruiti ogni volta (si pensi al questionario) e, una volta costruiti,

    bisogna verificarne la validit. In sostanza la validit la capacit di uno

    strumento di misurare la variabile per cui stato costruito. Se uno

    strumento risponde ai criteri di validit risponde anche a quelli di

    attendibilit. Se valido anche attendibile, ma non viceversa

    - attendibili: una misurazione attendibile se, dopo averne stabilito

    la validit, riesce a cogliere le variazioni reali che si generano nel

    fenomeno osservato. Prendiamo come esempio la bilancia: valida

    per misurare il peso? Ovviamente s. attendibile? Lo se non

    presenta problemi di carattere tecnico che non permettono una

    corretta misurazione del peso.

    Per la ricerca sociale lattendibilit pi importante della validit.

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    Come abbiamo visto nellesempio della bilancia, se lo strumento non presenta uno

    dei due criteri (validit e attendibilit) le misurazioni sono soggette ad errori. Il

    fatto che qualsiasi misurazione comporti una percentuale di errore una delle

    basilari leggi della fisica. Ogni misura prevede due componenti: la verit delfenomeno e lerrore dello strumento di rilevazione. Di seguito vedremo le tecniche e

    i metodi di valutazione della validit e attendibilit applicati alla ricerca sociale (e di

    mercato).

    Valutazione della validit.

    La validit risulta pi complessa per il ricercatore perch di difficile identificazione.

    Gli errori di validit introducono variabili non controllate nella ricerca. Lerrore non immediatamente colto.

    Es. Valutiamo gli atteggiamenti nei confronti degli extracomunitari basandoci

    sullorientamento politico. Le Ipotesi ci dicono che chi di destra pi chiuso nei

    confronti dello straniero. Le variabili in esame saranno allora

    i)Atteggiamento verso lo straniero (misurato attraverso scala Likert);

    ii)Orientamento di voto.

    Se lo strumento non valido allora c la possibilit che si introducano nuove

    variabili quali ad esempio il grado di introversione. Quindi nel trarre le nostre

    conclusioni crediamo di aver considerato tutte le variabili possibili ma in realt ne

    entrano in gioco altre. Faccio quindi la ricerca considerando solo due variabili ma in

    verit ne trovo tre senza accorgermene. Uno strumento non valido introduce una

    variabile della quale il ricercatore non consapevole. Questo rende la ricerca non

    valida.

    Esistono quattro metodi per verificare la validit di uno strumento:

    Validit a vista: intuitiva e pu essere considerata come una sorta

    di livello zero di validit. Se ad esempio volessimo misurare

    latteggiamento delle persone riguardo ad un particolare fenomeno,

    potremmo sottoporre alla comunit scientifica lo strumento utilizzato,

    affidandole il compito di valutarlo.La valutazione della validit a vista

    dovuta alla critica della comunit scientifica.

    Validit per criterio (o per confronto): per metterla in atto sono

    previsti diversi modi pratici. Vi sono due famiglie appartenenti a questo

    secondo metodo:

    Io devo avere un criterio di riferimento con cui confrontarmi, cio un metodo di

    paragone. Per esempio: se voglio misurare gli atteggiamenti delle persone nei

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    confronti degli extracomunitari, un criterio di confronto pu essere uno strumento

    gi usato (se esiste io confronto quello nuovo con quello vecchio)

    La validit viene stabilita confrontando lo strumento utilizzato con altri strumenti

    simili. Se per esempio dobbiamo validare un metro, lo mettiamo a confronto con unaltro metro che gi stato definito valido.

    Validit per capacit discriminante (o per gruppi noti): si ha

    quando si in grado di discriminare soggetti diversi di cui si conoscono

    gi le posizioni e le opinioni rispetto alla particolare propriet che si

    intende rilevare. Ad esempio, se intendiamo fare una ricerca sulle

    posizioni di un particolare partito politico, per validare lo strumento si

    pu fare un test con persone di cui si conosce gi lorientamento, in

    modo da verificare se il nostro strumento misura correttamente lapropriet che intendiamo studiare.

    Esempio: Questionario scala Likert per misurare latteggiamento nei confronti degli

    extracomunitari : somministro il questionario a 50 leghisti e 50 persone che

    lavorano in centri di accoglienza. Il risultato sar pi che prevedibile e quindi posso

    vedere se la scala in questione funziona.

    Validit di costrutto: con quest'espressione si fa riferimento alla

    rispondenza di un indicatore alle attese teoriche in termini di relazioni

    con altre variabili (Corbetta, 2003, p. 62). Tale metodo si basa dunquesulla formulazioni di ipotesi e sul riferimento ad altri indicatori la cui

    validit gi nota. Non loperazione che compio a dirmi se lo

    strumento valido ma i risultati complessivi della ricerca. Nel monento in

    cui costruisco lo strumento ho gi formulato le ipotesi avendo delle

    aspettative. Se alla fine ottengo risultati coerenti con le ipotesi = i

    risultati sono interpretabili lo strumento che ho utilizzato valido.

    Lanalisi dell attendibilitPer quanto riguarda lattendibilit, invece, le logiche utilizzate per la sua verifica

    sono le seguenti:

    Split half: lo strumento di misurazione viene diviso in due o pi parti. Se ad

    esempio prendo uno strumento costituito da 10 domande e lo divido in due

    strumenti da 5 domande luno, lo strumento sar attendibile nel caso in cui

    le risposte date al primo siano simili a quelle date al secondo. Questa logica

    per, pi che misurare lattendibilit misura la coerenza allinterno dello

    strumento.

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    Delle forme doppie ( o parallele): lo strumento viene sdoppiato in due

    strumenti di rilevazione che siano simili: ad esempio, ritornando allesempio

    di prima, si costruiscono due strumenti da 10 domande luno. Dopodich,

    entrambi vengono sottoposti allo stesso campione di soggetti. Le due formiuguali dello stesso strumento, quindi, possono essere somministrate :

    A due gruppi di persone equivalenti (per esempio: prendo la classe e la

    divido in due e ad una parte do uno strumento e allaltra laltro

    strumento, confrontando poi i risultati. Se i risultati ottenuti saranno

    uguali dal punto di vista statistico, vuol dire che lo strumento

    ATTENDIBILE.

    Allo stesso gruppo di persone

    Se le risposte sono simili lo strumento attendibile. Il concetto di attendibilitha a che fare, nella trattazione metodologica, con il concetto di coerenza,

    ovvero fornire dati coerenti cosi che se un fenomeno cambia la misura cambia di

    conseguenza. Quindi possiamo dire che se i risultati ottenuti sono coerenti fra

    loro allora lo strumento attendibile. (Coerenza = Riduzione del concetto di

    attendibilit)

    Quali sono i pro e i contro di queste due logiche? Perch posso dividere in due la

    classe oppure riproporre il mio strumento due volte alla stessa?

    Se sottoponiamo lo stesso gruppo allo stesso tipo di ricerca molto probabile che

    otter risultati diversi in quanto il gruppo di riferimento conosce gia le domande

    poste ed gia preparato a quello che lo attende. Questo lo pu quindi portare a un

    cambiamento nelle risposte. Lo stesso vale se facciamo la ricerca su due gruppi

    diversi ma comunque simili: le persone non saranno le stesse e i risultati possono

    cosi variare.

    Es. Ho un blocco di marmo da 10 Kg. Devo misurare attendibilit di una bilancia.

    Posso:

    -misurare il blocco pi volte e vedere se i risultati sono coerenti constatando cosi il

    corretto funzionamento della bilancia in questione.

    -porlo su due bilance diverse cosi che, se i risultati sono i medesimi, allora la

    misurazione attendibile in quanto misuro sempre la stessa cosa.

    Tornando al Metodo delle forme parallele, Somministrare uno strumento due volte

    alla stessa classe dar sempre lo stesso risultato?

    No risulta pi difficile in quanto le persone sono meno stabili e non possiamo esere

    sicuri quanto del blocco di marmo che avr sempre e comunque lo stesso peso. Le

    persone conoscendo gia le domande possono cambiare il tipo di risposta.

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    Invece se divido la classe in due? Le due met saranno uguali ed esattamente

    confrontabili?

    Anche se sono equivalenti non saranno uguali, non ne avremo mai la certezza.

    Indicatore (detto anche coefficiente alfa): misura tutte le correlazionitra le singole domande (item) e il totale di una scala di atteggiamento. Dal

    punto di vista statistico, si controllano le singole domande e si stabilisce

    quali sono quelle inutili. Cerca di valutare la coerenza dello strumento, cio

    quanto ciascun item (domanda= coerente con lo strumento (ad esempio la

    scala di atteggiamento). Attraverso questo indicatore viene quindi verificata

    la coerenza interna.

    Questa analisi dellattendibilit serve a capire quanto ogni elemento dello strumento

    (Item) sia coerente con lo strumento stesso. Quanto ciascun item coerente con lostrumento? Si misura la CORRELAZIONE tra i punteggi ottenuti sul singolo item e il

    punteggio ottenuto sullintera scala. Questa correlazione appunto definita

    coefficiente alfa. (Per correlazione: si intende una relazione tra due variabili casuali

    tale che a ciascun valore della prima variabile corrisponda con una certa regolarit

    un valore della seconda.)

    Al variare del punteggio complessivo anche litem deve cambiare nello stesso modo

    altrimenti pu significare che qualcosa non funziona. Se non cambia allora forse

    quellitem non correlato

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    Capitolo IV

    I metodi quantitativi nella ricerca sociale

    1. Le variabili nella ricerca sociale

    Il passaggio fondamentale delloperativizzazione la definizione della variabile.

    Le variabili possono essere di diversi tipi, e vi possono essere diversi modi per

    classificarle.

    Una prima differenziazione tra variabili dipendenti e variabili indipendenti. Tali

    definizioni dipendono dal tipo di influenza che una variabile esercita sulle altre.

    In modo particolare la variabile dipendente la variabile la cui variazione dipende

    da unaltra variabile. Il suo modificarsi in relazione alle variazioni di unaltra

    variabile, che per lappunto definita variabile indipendente.

    Unaltra classificazione delle variabili dipende invece dal tipo di operazioni

    statistiche a cui posso sottoporle. Conoscere la variabile che si ha di fronte ,

    dunque, essenziale per usare bene la statistica, in quanto su certe variabili la si pu

    applicare mentre su altre no.

    In questo caso possiamo distinguere le variabili categoriali da quelle di tipo

    numerico.

    Le variabili categoriali contengono due sottogruppi:le variabili di tipo categoriale nominale: sono variabili che assumono stati discreti

    non ordinabili. Queste variabili riconducono a dei fenomeni osservati dentro certe

    categorie, ed esprimono stati del mondo descrivibili e raggruppati in esse ( un

    esempio di variabile di questo tipo pu essere lo stato civile).Con le variabili

    categoriali non si pu fare nessun tipo di operazione matematica, solo classificazioni

    ed possibile stabilire relazioni di uguaglianza e differenza

    Esempio: Lo Stato civile una variabile di tipo categoriale nominale,ovvero i

    concetti possono solo essere elencati,non c nessun criterio di ordinamento.

    STATO CIVILE (variabile)

    (modalit )

    Celibe

    Sposato

    Divorziato

    Vedovo

    Convivente

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    le variabili di tipo categoriale ordinale: sono quelle che assumono stati discreti

    ordinabili. Un esempio pu essere offerto dalle varie posizioni previste nel percorso

    per una carriera accademica: esiste la figura del borsista di ricerca, poi quella

    dellassegnista, poi quella del ricercatore e infine quella del professore. Dunqueloperazione possibile lordinamento. Questi tipi di variabili possono essere

    strutturati attraverso un ordine gerarchico universalmente riconosciuto.

    Esempio: Il titolo di studio una variabile di tipo categoriale ordinale,lordinamento

    si fa con lintensit con cui la variabile si esprime.

    TITOLO DI STUDIO

    Nessun titolo di studio

    Licenza elementare

    Licenza media Diploma

    Laurea

    Altro_____________

    Le variabili di tipo numerico contengono:

    le variabile di tipo discreto :Contano fenomeni multipli dellunit. Non ammesso

    l uso della virgola. Quello che si fa contare i casi e numerarli con un numero

    intero. Si passa da una unit a quella successiva.

    Esempio: Numero di figli:

    nessuno

    1

    2

    3

    4

    Pi di 4

    le variabili di tipo continuo: Tra una unit e laltra sono presenti infiniti numeri. Ad

    esempio il reddito una variabile a rapporti (o continua) perch non sono unit

    separate ma possono anche essere numeri con la virgola:

    Esempio: Indicare il reddito lordo annuo

    I quattro tipi di variabili definite in precedenza possono essere collocate in una

    SCALA GERARCHICA, che la seguente:

    1. VARIABILI NUMERICHE CONTINUE

    2. VARIABILI NUMERICHE DISCRETE

    3. VARIABILI CATEGORIALI ORDINALI

    4. VARIABILI CATEGORIALI NOMINALI

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    Il criterio con cui le variabili vengono collocate nella scala sopra citata il seguente:

    quelle che stanno sui gradini pi alti contengono pi informazioni di quelle che

    stanno nei gradini pi bassi. Di conseguenza vale la seguente propriet: possibiletrasformare una variabile superiore in una inferiore, ma non viceversa; ci

    dovuto al fatto che le variabili superiori contengono un numero maggiore di

    informazioni rispetto a quelle inferiori. Va anche detto che unaltra propriet

    importante delle variabili superiori quella di poter essere manipolate in maniera

    pi profonda.

    Tabella 3. Schema sintetico sulle variabili e le loro caratteristiche

    Tipo divariabile

    Operativizzazione

    Stati dellapropriet

    Operazionipossibili

    Caratteristichedei valori

    esempio

    Nominale Classificazi

    one

    Discreti non

    ordinabili

    Confronto:

    uguaglianza

    /differenza

    Mere etichette profession

    e

    Ordinale Ordinamen

    to

    Discreti

    ordinabili

    Ordinamento

    (>

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    Uno strumento per essere valido e attendibile, secondo l'approccio quantitativista,

    deve avere una struttura standardizzata, ovvero deve portare a risposte coerenti e

    che possano essere poste in reazione tra di loro.

    Esempio: il questionario dovrebbe costituire uno strumento valido ed attendibilecome fosse un termometro che, essendo tarato sempre alla stessa maniera, rileva

    delle differenze di temperatura che sono quelle effettive allinterno della realt

    osservata.

    2.1 La costruzione del questionario

    Esistono tre principali tipologie di domande per il questionario:

    domande chiuse o totalmente strutturate: il ricercatore presenta

    all'intervistato una domanda formalizzata in modo che siano previste una

    serie di possibili risposte.

    Esempio: SESSO-> M F

    domande mezze chiuse o semistrutturate: in questo caso le domande

    sono chiuse e standardizzate, mentre le risposte sono libere e a discrezione

    degli intervistati.

    Esempio: Quali materie preferisci studiare? Risposta chiusa o libera

    domande aperte o non strutturate: n le domande n le risposte sono

    strutturate (questa tipologia di domande appartiene pi all'ambito della

    ricerca qualitativa).

    E possibile ancora individuare alcune AREE TEMATICHE ricorrenti, secondo le quali

    si strutturano diverse MACROTIPOLOGIE di DOMANDE. In particolare, si possono si

    possono suddividere domande:

    di carattere INFORMATIVO, necessarie a raccogliere informazioni di base,

    di carattere socio-demografico sull'intervistato, permettendo cos di

    individuare le caratteristiche, le variabili che verificano la sua appartenenza

    al campione preso in esame.

    Esempio. Se voglio intervistare degli uomini dai 30 ai 50 anni, domandare

    let dellintervistato consente di capire se davvero parte del campione di

    riferimento

    D'OPINIONE, necessarie a entrare nel merito della ricerca. Queste

    domande sondando il pensiero dell'intervistato su determinate questioni ,

    mettendo il ricercatore in condizione di estrapolare opinioni, pareri e

    atteggiamenti non direttamente OSSERVABILI (si veda in particolare il

    paragrafo sulle Scale di atteggiamento).

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    sui COMPORTAMENTI, rilevano abitudini, comportamenti modi di agire,

    sulla base delle risposte date dell'intervistato al questionario. Rilevano quindi

    status TEORICAMENTE OSSERVABILI.

    Esempio. Nell'ambito di una ricerca sui consumi culturali dei giovani sidomanda al campione intervistato:

    Quante volte al mese vai al cinema?

    |_| almeno una volta alla settimana;

    |_| almeno una volta al mese;

    |_| meno di una volta al mese;

    |_| non vado mai.

    Ti mai capitato di andare al cinema da solo nellultimo anno?|_| s; |_| no

    2.2. I metodi di somministrazione delle domande

    Esistono modalit differenti per somministrare un questionario. Proviamo ad

    elencare le principali.

    Auto-somministrazione:

    Il questionario viene consegnato agli intervistati o lasciato a disposizione degli

    stessi. Spesso si usa questo metodo per le indagini di customer satisfaction: in

    questi casi il questionario viene distribuito agli utenti (di hotel, pubbliche

    amministrazioni, etc.) o reso disponibile in appositi spazi.

    Pro

    Metodo di somministrazione molto semplice e senza nessun costo di gestione

    nellinvio e raccolta.

    Contro

    1. Mancata chiarezza nelle modalit di compilazione a cui pu corrispondere un

    maggior numero di errori commesso dal soggetto;

    2. Inerzia collettiva o scarsa volont dei soggetti a compilare autonomamente i

    questionari, bassi tassi di risposta e campione eterogeneo e non rappresentativo.

    Inviato per posta:

    Il questionario viene spedito in una busta che ne contiene una seconda necessaria a

    rimandare indietro il questionario compilato.

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    Pro

    1.La massima riservatezza ottenibil