METODO ANALITICO per lo STUDIO della …...con il c.d. “metodo grafico” per i calcestruzzi...
Transcript of METODO ANALITICO per lo STUDIO della …...con il c.d. “metodo grafico” per i calcestruzzi...
Antonino G. Pirrone (1)
METODO ANALITICO per lo STUDIO della COMPOSIZIONE
OTTIMALE di MIX di AGGREGATI SECONDO CURVE
PREDEFINITE di PROGETTO.
Parte prima : Trattazione generale
(1)
Ing. Antonino Pirrone - Ingegnere Civile – Consulente Libero Professionista
Sommario
Argomento della memoria è la trattazione analitica generale dello “studio granulometrico”
di generiche miscele di aggregati usati nei più svariati campi dell’Ingegneria Civile sia come costituenti
primari di opere idrauliche, stradali o edilizie, sia come elementi di materiali compositi (conglomerati)
Il “giusto dosaggio” della miscela di aggregati, ovverosia la determinazione delle aliquote di
partecipazione di più classi di materiali granulari per la composizione del mix di prestabilite
caratteristiche granulometriche, e cioè secondo una predefinita curva di riferimento di progetto, viene
attualmente eseguito con metodi empirici di tipo ricorsivo, metodi quindi che essendo basati su criteri
soggettivi, si limitano pertanto ad ottenere una soluzione ritenuta soddisfacente piuttosto che tendere
alla ricerca della curva “ottima” come soluzione oggettivamente migliore.
La memoria presenta e sviluppa un nuovo metodo, di tipo analitico, di generale applicabilità,
basato essenzialmente sulla ricerca della soluzione “ottima” con il criterio ingegneristico dei minimi
quadrati, che risolve rigorosamente il problema del proporziona mento delle miscele.
Il metodo risulta altamente flessibile e valido per miscele generiche di più classi di inerti di
cui sono disponibili i risultati delle analisi granulometriche effettuate con qualsiasi serie di vagli o
crivelli.
Dopo aver tracciato l’impostazione e definito i termini del problema, vengono esposti e
illustrate le premesse, i criteri e gli sviluppi analitici del metodo e , quindi, fornite le relative relazioni
risolventi che permettono di determinare in maniera univoca e precisa la soluzione ottimale cercata.
1 - premessa
Questa “memoria” è il risultato di alcune ricerche teorico-pratiche eseguite sui misti
granulari in un laboratorio prove (annesso al cantiere) durante l’esperienza lavorativa in uno staff
della Direzione Lavori in cantieri di costruzione di Impianti Idroelettrici di media e alta potenza.
Per comprendere bene com’nasce l’esigenza di trovare un metodo analitico che risolvesse in
maniera eccellente il problema del proporzionamento di miscele o mix di aggregati, occorre
premettere una breve introduzione sull’uso di tali materiali e sul c.d. “studio granulometrico” delle
stesse che di solito ne procede ( e a volte ne accompagna) la loro messa in opera.
Fra i materiali impiegati nella realizzazione di opere civili in genere, e in particolare delle
costruzioni idrauliche e stradali, e in maniera indiretta nelle costruzioni edilizie, notevole
importanza rilevano i cosiddetti “materiali granulari” o “aggregati di inerti”
Com’è ben noto, questi materiali, rappresentano in talune opere i costituenti primari; ciò
accade per esempio per le opere di sbarramento – dighe, traverse, e gli argini, in materiali sciolti
(in terra, in rockfill e miste), i rilevati stradali, i riempimenti negli spianamenti, ecc
In tali altre lavorazioni, di non minore rilievo e maggiormente diffuse come ad esempio
molti tipi di conglomerati cementizi e bituminosi, gli “aggregati di inerti granulari”, pur non
essendo elementi primari, rivestono ugualmente uguale importanza poiché ne costituiscono
l’ossatura resistente.
Qualunque sia la loro natura e provenienza (minerale o non, naturali, artificiali o riciclati: di
frantoio o fluviali, pietrisco, ghiaia, sabbie, filler, vermiculite, perlite, argilla espansa ecc.), essendo
utilizzati come componenti di materiali compositi (i conglomerati), le loro caratteristiche di
forma,qualità, meccaniche e soprattutto granulometriche influenzano in modo determinante i
parametri di consistenza, compattezza e lavorabilità dell’impasto fresco nonché (ad indurimento
concluso) quelli di densità, resistenza e durabilità degli stessi in opera.
si possono citare, ad esempio:
- Malte cementizie e betoncini di vari tipi;
- Calcestruzzi cementizi ordinari o speciali (alleggeriti, pesanti, rinforzati con fibre, anti-
incendio, impermeabili, per getti massivi, per pali o diaframmi, per struttre in c.a.p. per
sostegni in c.a.c. strutturali o non, di tipo ciclopico ecc. ), a struttura aperta e chiusa;
- Conglomerati bituminosi di tipo idraulico per rivestimenti impermeabili di bacini idrici o
di tipo stradale per pavimentazione viaria o di piste aeroportuali;
In alcuni casi, come in certe parti di opere o in lavorazioni secondarie, si utilizza il materiale direttamente
proveniente dall’impianto (previo lavaggio e una sommaria vagliatura, se necessario); si tratta in questo
caso del c.d “tout-venant” o misto naturale di cava.
In altri casi e più frequentemente il misto di cava deve essere integrato con aggiunta di uno o più classi
granulari (di solito filler, cemento o/e ghiaia) e in questo caso si tratta del c.d. “misto stabilizzato”
In altri casi ancora,e di norma per opere e lavorazioni di un certo rilievo, i materiali granulari di base
vengono preventivamente vagliati e suddivisi ( o anche forniti direttamente) in più classi di pezzatura e
quindi pre-miscelati in certe proporzioni o aliquote in modo da ottenere un misto artificiale o mix o
miscela di aggregati di pre-fissate caratteristiche che costituirà il materiale vero e proprio da mettere in
opera o utilizzare nelle lavorazioni previste.
Quando gli aggregati di base, di solito forniti in più classi di pezzatura, devono
preventivamente essere miscelati in un mix da stendere in opera, o da utilizzare per altre
lavorazioni,vengono di solito specificate ex ante in capitolato e in progetto, oppure per
disposizione della Direzione Lavori, le prescrizioni inerenti le principali caratteristiche
fisico-tecniche che si richiedono al mix stesso e, in primo luogo, il suo grado di
assortimento, vale a dire la sua composizione granulometrica.
Di norma, quest’ultima importante caratteristica risulta prestabilita attraverso
intervalli o fusi di accettabilità o per mezzo di specifiche curve teoriche o sperimentali, in
forma tabellare e grafica.
Tali prescrizioni, il cui rispetto, com’è noto, è sottoposto a continui ed accurati
controlli da parte della Direzione Lavori, si rendono necessarie per avere la certezza
(beninteso entro gli intervalli delle inevitabili incertezze stocastiche) di raggiungere in
opera o nei materiali compositi dei quali costituiscono lo scheletro (conglomerati) i valori
limiti delle grandezze poste a base dei calcoli progettuali (densità in sito, permeabilità,
resistenza.......etc).
I valori limiti dei parametri prescritti scaturiscono, com’è noto, oltre che da studi
teorici, anche da apposite prove e studi preliminari in laboratorio e in sito (stese e rilevati
sperimentali, impasti di saggio, etc... ) effettuati sui materiali reperibili in loco. Di questi
studi preliminare fa parte anche il c.d. “studio granulometrico” della miscela di aggregati.
Per opere di un certo impegno tale “studio granulometrico” viene effettuato già in
fase progettuale e può proseguire ancora con l’andamento dei lavori quando si verificano
variazioni o modifiche nel progetto, nelle condizioni del sito o nella fornitura dei materiali.
I questa fase esso conduce, come risultato, all’individuazione della curva granulometrica
di progetto o al fuso granulometrico di accettabilità.
In fase di realizzazione delle opere lo studio granulometrico della miscela assume un
significato e un fine concettualmente e operativamente molto diversi: assegnata, di fatti,
come dato la predetta curva di progetto, si procede ad eseguire in primo luogo le analisi
granulometriche di ciascuna classe di aggregati, riportandole in tabelle e grafici.
Quindi sulla base di queste e della curva di progetto, si procede al c.d.
proporzionamento della miscela ricercando l’ennupla di valori delle aliquote con cui
miscelare le diverse classi componenti, tali che la curva dell’aggregato-miscela così
ottenuta risulti, a secondo dei casi, o quanto più prossima alla curva di progetto o quanto
meno contenuta nella fascia centrale del fuso di accettabilità del materiale.
Attualmente tale proporzionamento, ad esclusione di quello per la miscela di inerti
con il c.d. “metodo grafico” per i calcestruzzi confezionati secondo la curva di Fuller,
viene eseguito per lo più con metodi pratici ed empirici, di tipo ricorsivo, sulla base di
una prima soluzione determinata con criteri soggettivi.
Nella presente memoria, il problema di individuare le aliquote più soddisfacenti, fino
ad oggi affrontato e risolto con metodologia che evidentemente è di tipo decisionale-
soggettiva viene tradotto in un problema di ottimizzazione-oggettivo e risolto con l’ormai
collaudato criterio ingegneristico dei minimi quadrati.
Il metodo che ne deriva elimina gli inconvenienti dell’approccio empirico per
soluzioni ricorsive e pertanto costituisce un utile strumento analitico, semplice e altamente
flessibile, in grado di esaminare e risolvere efficientemente situazioni generiche anche
complesse e altrimenti risolvibili solamente su base soggettiva, consentendo di determinare
in maniera univoca e precisa la soluzione “ottima” del problema.
Nel seguito, mantenendo un approccio prettamente tecnico-metodologico
s’illustreranno, anche per mezzo di esempi tratti dall’esperienza di cantiere, i punti più
significativi delle varie fasi della procedura:
- notazione e simbologia;
- definizioni dei dati e dei termini;
- impostazione e formulazione;
- sistema risolutivo;
- indici significativi;
- analisi di soluzioni particolari
- prassi operativa del metodo
Infine, nella “parte seconda” della memoria, verrà sviluppata e analizzata più specificamente
una’applicazione di particolare importanza del metodo analitico, volta allo studio di miscela di
aggregati nel confezionamento dei calcestruzzi cementizi, cercando di evidenziare ancora
l’approccio tecnico-procedurale nella metodologia in rapporto agli sviluppi analitico-matematici
della stessa
2 - notazione e simbologia
2.1 – notazione
Per l’impostazione e risoluzione del problema si è adottata la notazione matriciale,
ormai di diffusa conoscenza, ritenuta indubbiamente più chiara, semplice e compatta,
nonché più adatta per l’eventuale implementazione del metodo su elaboratori e “fogli
elettronici” (oggi disponibili anche su tablet e perfino sugli smartphon).
Seguendo la prassi comune, si indicheranno in grassetto le grandezze vettoriali
(minuscole) e matriciali (maiuscole) e in corsivo le grandezze scalari:
- matrici e vettori trasposti : lettere in grassetto con l’apice t;
- matrici inverse: lettere in grassetto con l’apice -1
2.2 - simbologia
n : numero delle classi di aggregati componenti la miscela ricercata;
m: numero dei vagli o setacci della serie adoperata per l’analisi granulometrica;
fi : passante dell’aggregato mix di progetto (o di riferimento) al vaglio i;
xk : aliquota frazionaria ( 0 O xk O 1 ) di partecipazione della generica classe k al
mix
3 - definizione dei termini e dei dati
I dati del problema sono costituiti essenzialmente dalla curva di riferimento di
progetto dell’aggregato miscela e dal numero e composizione granulometrica dei materiali
delle classi componenti, e cioè, in pratica, dai risultati delle analisi granulometriche
effettuate su ciascuna classe degli aggregati componenti.
Le quantità incognite, invece, sono rappresentate dalle aliquote di partecipazione
delle stesse classi concorrenti a formare l’aggregato-miscela, da determinare con i criteri
già accennati in premessa e dalle altre grandezze ad esse relazionate (curva granulometrica
del mix e indici significativi).
3.1 - matrice passanti
Siano n le classi di aggregati concorrenti (di solito n O5 ):
Indichiamo con pik il passante in frazione al generico vaglio i di diametro di della
generica classe k. (*)
Le varie quantità pik, ordinate per colonna secondo le classi e per riga secondo il numero
di vaglio, costituiscono una matrice P rettangolare di ordine m . n detta “matrice
passanti” delle classi:
p11 p12 ........ ... p1n
p21 p22 .............p2n
P = ............................... = [ pik ]m.n ( 1.1 )
................................
pm1 pm2 ........ ...pmn m.n
3.2 - curva di riferimento e suo vettore associato
Con il termine “curva di riferimento o di progetto” si intenderà la spezzata o la
curva che in un diagramma granulometrico rappresenta la composizione ideale o teorica
dell’aggregato di progetto.
Come già premesso, tale curva è di solito prestabilita per mezzo di prescrizioni
contenute nei documenti contrattuali o in norme da questi richiamate (capitolati tecnici,
fogli di condizioni, disposizioni della Direzione Lavori, normativa tecnica .. etc) in
forma grafica o tabellare di fuso di accettabilità (intervalli fra valori min.e max per
ciascun diametro) o con rinvio a curve teoriche di max addensamento (Fuller e altre).
Note: (*) Indicati con: Gk : peso del campione della classe generica k (k= 1,2..... n)
T0k: trattenuto in peso al fondello della classe k; Tik: trattenuto in peso al vaglio i della classe k (i=1,2 ......m)
Pik: passante in peso al vaglio i della classe k
pik: passante in frazione o passante al vaglio i della classe k di : diametro dei fori del vaglio i
D : =d1: diametro max dell’aggregato miscela e della serie di vagli;
qi : passante dell’aggregato miscela al vaglio i
si ipotizza di avere effettuato preliminarmente l’analisi granulometrica di tutte n le classi con una serie di m vagli a
fori circolari di diametri d, ordinati per semplicità in senso decrescente:
d1=Dmax = D > d2 > d3 > ..... dm
la vagliatura di un campione di peso Gk della generica classe k fornisce i trattenuti in peso agli m vagli:
T1k T2k T3k Tmk
e il trattenuto al fondello T0,k
. Com’è noto, i passanti in peso corrispondenti si ricavano con le relazioni:
Pik = Ti+1,k + Ti+2,k + ..... + Tm,k + T0,k
e i relativi passanti frazionari o passanti
pik = Pik / Gk (i = 1,2,...... m ; k = 1,2, ....... n)
Quando la composizione dell’aggregato di progetto è prestabilita per mezzo di un
fuso, come curva di riferimento si assumerà, ovviamente, la curva mediana interpolata fra
le due curve limiti del fuso stesso.
Il vettore “curva di riferimento” f = [ fi ]m , associato alla curva, ha come elementi i
passanti (frazionari) agli m vagli della serie dell’aggregato di progetto;
f = [ f1, f2, fm ]t
( 1.2 )
Nel caso di fuso di accettabilità gli m componenti del vettore si ricavano in
maniera semplice:
fi = ½ [ fmax,i + fmin,i ] ( i=1,2, .... m)
mentre, se per l’aggregato si fa riferimento a curve teoriche di massimo
addensamento del tipo
y = φ [ d ]
si discretizza la funzione y calcolandola in corrispondenza degli m diametri e si
assumono tali valori per elementi del vettore:
fi = yi = φ [ di ] (i= 1,2, ........ m )
La curva di riferimento ( o il relativo vettore associato) costituisce l’obiettivo del
problema; La miscela dovrà possedere una sua curva granulometrica per quanto possibile
più prossima a quella di riferimento.
3.3 - curva miscela e suo vettore associato - vettore aliquote
Con il temine “curva miscela” si intenderà la spezzata che nel diagramma
granulometrico rappresenta la composizione dell’aggregato ottenuto miscelando le n classi
componenti secondo le aliquote x1, x2, …..xn -
Il vettore miscela, associato alla curva, avrà quindi per componenti gli m valori dei
passanti a ciascuno degli m vagli della serie dell’aggregato miscela stessa.
Indichiamo con “vettore aliquote “ x = [ xk ]n il vettore a n componenti:
x = [ x1, x2, xn ]t ( 1.3 )
che verrà indicato anche come “ vettore soluzioni” in quanto le sue n
componenti sono le soluzioni ricercate, cioè quelle che ottimizzano la curva miscela,
Il vettore miscela verrà, infine, indicato con q = [ qi ]m
q = [ q1, q2, qm ]t ( 1.4 )
4 - impostazione e formulazione
Il vettore miscela q, espresso dalla ( 4 ), di un generico aggregato di n classi di
materiali di cui è disponibile la matrice passanti P espressa dalla ( 1 ), proporzionato con la
n-upla di aliquote corrispondente al vettore x, espresso dalla ( 3 ) , puo essere formulato
come
q = P. x (1.5)
Difatti, il generico passante qi della miscela al generico vaglio i dovrà risultare la
combinazione lineare, con coefficienti uguali alle rispettive aliquote di dosaggio xk , degli
n passanti pik delle n classi componenti, e cioè:
qi = x1.pi1 + x2.pi2 + ........... + xn.pin (i =1,2 .... m)
in termini matriciale la suddetta relazione può essere letta come il prodotto di una
riga di matrice per un vettore colonna:
qi = pit . x da cui raggruppando si ha q = P . x
Indichiamo con = [ i ]m il vettore scostamenti, avente per elementi gli
scostamenti, in corrispondenza di ciascuno degli m vagli, fra la curva miscela e la curva di
riferimento, i = qi - fi
in termini vettoriali : = q - f (1.6)
Applicando il “metodo dei minimi quadrati”, si cercherà fra tutte le n-uple di
aliquote s, quella che fornisce una curva miscela che presenta gli scostamenti in valore
assoluto più piccoli rispetto alla curva di riferimento prefissata, ovvero un vettore aliquote
cui corrisponde il valore minimo di una grandezza funzione globale dei quadrati degli m
scostamenti;
consideriamo la grandezza scalare W, funzione di x
W = i
i
m2
1
(1.7 )
W = t . = [q - f]
t . [q - f] che per la precedente (1.5 ) diventa:
W [x] = [xt.P
t - f
t] . [P.x - f] e sviluppando:
W [x] = xt.P
t.P.x - x
t.P
t.f - f
t.P.x + f
t.f
Indichiamo con
A = Pt . P matrice quadrata di ordine n
c = P
t . f vettore di ordine n
operando le sostituzioni e osservando che xt.c = c
t.x la W diventa:
W [x] = xt.A.x - 2.c
t.x + f
t.f
La W[x} risulta una forma quadratica del vettore x e cioè una funzione continua e
derivabile; inoltre essa è definita positiva per costruzione (si annulla solo quando tutti gli
scostamenti sono nulli, cioè quando la curva miscela coincide punto per punto con la
curva di riferimento) ;
pertanto W(x) ammetterà un valore minimo in corrispondenza di un vettore
x = ( x1, x2, .... xn)t di aliquote
che si costituirà la soluzione del problema.
Per operare la ricerca di tale minimo occorre tenere conto che le variabili sono
vincolate dalla relazione
kk
n
x
1
= 1 cioè β(x) = k
k
n
x
1
- 1 = 0 ( 1.8 )
derivante dalla definizione stessa di aliquote di partecipazione;
si tratta in sostanza del classico problema della ricerca di minimo condizionato, da
risolvere con il metodo di Lagrange.
Se indichiamo con:
1 = ( 1, 1, 1 .......1 )t
il vettore unità di ordine n
1t = vettore riga unità
possiamo esprimere la relazione condizionante ( 1.8 ) nella forma vettoriale:
β(x) = 1t.x - 1 = 0 ( 1.9 )
Operando con il metodo di Lagrange, la ricerca del minino viene effettuata sulla
funzione vincolata
W (x, λ) = W(x) + λ.β(x)
essendo λ , scalare, un opportuno moltiplicatore;
W (x, λ) = xt.A.x - 2.c
t.x + f
t.f + λ.[1
t.x -1]
5 - sistema risolutivo
Se deriviamo la W [x, λ] rispetto al vettore x, tenendo presente che f è
indipendente da x , ed uguagliamo a zero, otteniamo:
2.A.x - 2.c + λ.1 = 0
e cioè, posto λ = 2.μ
A.x + μ.1 = c ( 1.10 )
Derivando ancora la W [x, λ] rispetto a λ ed uguagliando a zero si ha:
1t. x = 1 ( 1.11 )
Le due relazioni vettoriali ( 1.10 ) ed ( 1.11 ) costituiscono insieme un sistema di
n+1 equazioni nelle n incognite x1, x2, ..... xn e nell’incognita ausiliaria μ = λ /2 .
a11.x1 + a12.x2 + ............. + a1n.xn + μ = c1
a21.x1 + a22.x2 + ............. + a2n.xn + μ = c2
................................................................. ( 1.12 )
an1.x1 + an2.x2 + ............. + ann.xn + μ = cn
x1 + x2 + ............. + xn = 1
La matrice A = Pt.P è quindi la matrice dei coefficienti del sistema (1.10);
essa risulta quadrata di ordine n e anche simmetrica poiché At = A; essa verrà indicata
come “ matrice ponderale “ ;
i suoi elementi ajh - denominati “ coefficienti ponderali “, sono dati in forma
scalare da:
ajh = i
m
1
pij.pih
Il vettore c = Pt.f di ordine n è invece il vettore [c1, c2, ... cn]
t dei termini noti
dello stesso sistema, i cui elementi sono dati, in forma scalare dalla :
cj = i
m
1
pij.fj
Il sistema (1.12) può scriversi in forma matriciale, riprendendo le due relazioni
vettoriali (1.10) e (1.11):
A 1 x c
. = (1.13)
1t 0 μ 1
La prima matrice dell’equazione vettoriale (13) è costituita dalla matrice ponderale
A orlata simmetricamente con il vettore unitario n-dimensionale 1 e con l’elemento posto
all’incrocio dell’ultima riga e dell’ultima colonna pari a zero; poniamo:
a11 a12 .......... a1n 1
a21 a22 .......... a2n 1
................................. .
................................. . = B matrice ponderale orlata
an1 an2 .......... ann 1
1 1 ......... 1 0 n+1,n+1
x1 c1
x2 c2
... ....
xn = z cn = g
μ n+1 1 n+1
Il sistema (13) può scriversi nell’usuale forma :
B . z = g (1.14)
Indicata con B-1
l’inversa della matrice ponderale orlata B il sistema risolvente è
dato da
z = B-1
. g (1.15)
Le prime n componenti del vettore z così determinato costituiscono la n-upla di
aliquote x cercate.
Le percentuali di miscelamento delle n classi per ottenere il mix aggregati richiesto
saranno pertanto:
- Per la classe 1 x1 . 100 ; per la classe 2 x2 . 100 …… per la classe n xn . 100
Calcolate le aliquote di partecipazione xi le componenti del vettore miscela q si
calcolano facilmente con la ( 1.5 ) q = P . x (ricordiamo che P è la matrice passanti
delle n classi degli aggregati componenti il mix)
6 - indici significativi
Una volta determinata la n-upla di aliquote x1, x2, ....... xn per mezzo del vettore
z = [ x1 , x2, ......... xn , μ ]t
con la relazione (1.5)
q = P . x
si ricostruisce il vettore miscela; è così possibile calcolare anche il vettore
scostamenti = [ 1 , 2, ....... m ]t con la relazione (1.6)
= q - f
Servendosi delle componenti di quest’ultimo vettore, si possono definire e calcolare
due indici:
med = indice di scastamento medio
σ = indice di assortimento delle classi
Per il calcolo di questi due parametri vengono presi in considerazione solo gli (m-1)
valori degli scostamenti 2,3,.....m in quanto risulta sempre 1 = 0
Infatti si ha, per definizione
per d = d1 = D = Dmax p1k =1 ( k = 1,2, n) da cui
q1 = 1 e inoltre f1 = 1
I due indici vengono pertanto definiti con le relazioni scalari seguenti:
med = scostamento assoluto medio ( 1.16 )
indice di assortimento ( 1.17 )
Quanto più piccoli sono i valori di questi due parametri, tanto più la curva miscela
risulta prossima alla curva di progetto. In particolare, se si interpretano gli (m-1)
scostamenti come errori residuali, allora l’indice di assortimento espresso dalla (17) può
essere considerato come una sorta di parametro di precisione associato alla curva miscela
ottenuta.
Eseguendo uno studio comparato con più partite di insiemi di classi di inerti, si
possono utilizzare i due indici per confrontare le diverse curve miscele.
La determinazione di questi due indici può inoltre risultare utile anche quando si
deve decidere la scelta di n classi componenti di inerti da estrarre da una partita di
N >n di classi disponibili; in questo caso vengono effettuati più studi granulometrici sulle diverse
combinazioni possibili estraibili dalla partita e per ognuna di esse vengono individuate le
corrispondenti curve miscele con relativi indici di assortimento; la combinazione ottima
risulterà, evidentemente, quella che presenta il valore più piccolo di tale indice.
7 - situazioni particolari
7.1 - soluzioni negative
In casi particolari, quando le diverse classi non sono bene assortite per lo scopo,
può accadere che il metodo analitico fornisca soluzioni anomale, cioè matematicamente
corrette ma tecnicamente incongruenti, dove, per esempio, una o più componenti del
vettore aliquote x risultano negative.
Difatti la ricerca del minimo della funzione (7) avviene nello spazio reale Rn
con
il solo vincolo che la somma di tutti i valori delle aliquote soluzioni sia pari all’unità;
pertanto, nel caso di infelice e del tutto inidoneo assortimento di una serie di classi di
inerti, l’ottimizzazione analitica insita nel metodo può condurre addirittura a una
sottrazione della classe granulometrica (o di più classi) risultante dannosa per la miscela
(la cui corrispondente aliquota risulterà x <0 ).
L’incongruenza delle soluzioni può facilmente essere eliminata con semplici
considerazione che sono volte a riportare tutte le componenti x del vettore aliquote nel
dominio (teorico)
0 O xk O 1 ( k= 1, 2, ..... n ) (1.18)
Si supponga, allora, che il sistema risolvente (13) conduca ad una prima soluzione
x = [ x1 , x2 , ..... x a, ...... xn ]t dove per la classe a è xa <0
In corrispondenza della n-upla dei valori x1 , x2 , .... xa<0 .... xn la funzione W
degli scostamenti, definita dalla (7) del paragr. 4, assume il valore minimo teorico (o
analitico) Wmin;
ricordando che W è una forma quadratica definita positiva delle variabili x , si
deduce che al vettore x’
x’ = [ x’1 , x’2 , ..... x’ a,=0 ...... x’n ]t
soluzione ancora del sistema (13)
corrisponde un valore della funzione W0 > Wmin ma che risulta il più piccolo nel
campo espresso dalla relazione di congruenza (18), cioè il valore minimo tecnico.
Il altri termini, la soluzione “ottima e congruente” si raggiunge scartando la classe
“a” per la quale la prima soluzione ha fornito l’aliquota corrispondente negativa, e
reiterando il procedimento con le rimanenti n’=n-1 classi.
7.2 - percentuali assegnate
Non sempre, però, è tecnicamente possibile e conveniente eliminare del tutto una
classe di pezzatura, pur se risultante granulometricamente poco idonea a fornire
l’assortimento di progetto; in certe particolare situazioni, per esempio, la presenza nella
miscela finale di una prefissata classe in percentuale minima assegnata, viene imposta per
ottenere determinate caratteristiche nel materiale aggregato.
Nei calcestruzzi confezionati con inerti di cava, per esempio, si prevede un utilizzo
in percentuale minima di sabbia o pietrischetto di natura alluvionale, a grani tondeggianti,
per ottenere una sufficiente lavorabilità, o in altri casi una discreta attitudine ad essere
pompato.
In altri casi ancora, la presenza di una certa classe, come il c.d. “finissimo” o “filler”
è imposta in una determinata percentuale per ottenere aggregati che presentino una
permeabilità assegnata, oppure, come nel caso dei rilevati in rockfill delle dighe
costruite in zone a rischio sismico, per ottenere materiali c.d. “autocicatrizzanti”.
Indichiamo, allora, con il pedice “a” la classe di aliquota x*a = α pari al valore
minimo assegnato, per la quale il metodo ha fornito come prima soluzione
xa <0 o anche xa O α valore min. assegnato
Evidenziando i termini relativi alla classe “a” e con la posizione xa = α (valore min.
imposto), il sistema risolvente (1.13) può essere trasformato nel sistema
a11.x1 + a12.x2 + .......... 0.xa. ..... + a1n.xn + μ = c1 - a1a. α
a21.x1 + a22.x2 + .......... 0.xa........ + a2n.xn + μ = c2 - a2a. α
........................................................................................
0 x1 + 0. x2 + ........ 1 .xa ..... +. 0. xn + 0 = α
.........................................................................................
an1.x1 + an2.x2 + ...........0.xa ...... + ann.xn + μ = cn - ana . α
x1 + x2 + ......... 0.xa + ........ + xn = 1 - α
che in forma compatta può ancora essere ricondotto al sistema generale (1.13)
B* . z
* = g
*
Gli elementi della matrice ponderale orlata B* (ancora simmetrica ) e del vettore
termini noti g* dovranno allora essere modificati per alcuni indici, e cioè si dovrà porre:
b*aj = b
*ja = 0
( j = 1,2,....... n+1; j a )
g*j = gj - α.bja
b*aa = 1
g*a = α
mentre tutti gli altri elementi della matrice B* rimangono gli stessi di quelli della
matrice originaria B.
I primi n elementi di z* = [ x
*1 x
*2 ... x
*a= α .... x’n μ ]
t
soluzione del sistema z* = ( B*)-1
. g* forniscono le aliquote richieste.
8 – Prassi operativa del metodo
- In genere gli inerti, provenienti da impianti di frantumazione e vagliature di cave prossime
al cantiere o da apposite Ditte fornitrici esterne, vengono forniti suddivisi in un certo
numero n di classi di pezzature (di solito n 3 o 4,max 5; …. p.es. sabbia fine, sabbione,
ghiaietto, ghiaia); su ciascuna delle classi vengono eseguite presso un laboratorio di
cantiere (o esterno) diverse prove e determinazioni, fra le quali e principalmente, l’analisi
granulometrica tramite setacciatura ad una serie di m vagli o crivelli;
- Con i risultati delle singole analisi granulometriche delle n classi costituenti il mix si
costruisce la matrice passanti P
p11 p12 ........ ... p1n
p21 p22 .............p2n
P = ............................... = [ pik ]m.n ( 1 )
................................
pm1 pm2 ........ ...pmn m.n
dove pik è il passante in frazione (dell’unità) al generico vaglio i di diametro d i della generica
classe k, ed m il numero dei vagli ( o dei diametri considerati);
In pratica si tratta sostanzialmente di una tabella di n colonne ed m righe, dove in ciascuna
colonna, riferita ad una data classe, si riportano i valori dei passanti espressi in frazione di unità
( i laboratori forniscono i passanti in valori percentuali) corrispondenti, riga per riga, agli m
diametri dei vagli; questa tabella può essere oggi facilmente eseguita facendo uso di un
normale “foglio elettronico” di un PC.
Ovviamente la serie di vagli o di crivelli adoperata per la setacciatura dovrà essere la
medesima per ogni classe di inerte.
- Facendo riferimento alla curva granulometrica di Capitolato (o alla curva mediana del fuso di
Capitolato) che il Mix in progetto dovrà rispettare si costruisce il vettore “curva di
riferimento”:
f = [ f1, f2, fm ]t
- si calcolano i coefficienti ponderali della matrice A (matrice ponderale) e i termini noti
del vettore c con le relazioni viste:
A = P
t . P matrice quadrata di ordine n
c = Pt . f vettore (dei termini noti) di ordine n
- si costruiscono la matrice ponderale orlata B e il vettore termini noti orlato g
A 1 c
B = g =
1t 0 1
- si calcola l’inversa della matrice ponderale orlata B-1
- Le aliquote x di miscelamento cercate risulteranno, quindi, le prime n componenti del
vettore soluzione z (vettore x orlato) espresso dalla relazione (1.15) della parte prima
z = B-1. g dove z = ( x1, x2, … xn, μ )t e μ una variabile ausiliaria
Come gi visto nei precedenti paragrafi, le percentuali di miscelamento delle n classi
per ottenere il mix aggregati richiesto saranno pertanto:
- Per la classe 1 x1 . 100 ; per la classe 2 x2 . 100 …… per la classe n xn . 100
- Infine, si ricostruisce, on le aliquote x prima ottenute, tramite la relazione (1.5) q = P. x il
vettore del mix di aggregati in progetto.
9 – Un esempio di applicazione concreta del metodo analitico
A conclusione della memoria e a titolo esemplificativo si riporta in appendice in
forma tabellare e grafica uno degli studi granulometrici tratti dai numerosi studi effettuati
presso il “laboratorio prove” di cantiere con l’applicazione della metodologia illustrata, sui
diversi mix granulometrici durante la costruzione di molte delle opere civili di un certo
impegno, costruite nei recenti anni ’80 per la realizzazione di un grande Impianto idroelettrico.
Nell’esempio riportato il metodo è stato sviluppato con passi di calcolo manuale
elaborando i dati di base raccolti nelle tabelle n. 1.1 e n. 1.2 e i risultati delle analisi
granulometriche riassunti nella tab. n. 1.3; le successive tabelle n. 1.4 e n. 1.5 riportano i
calcoli dei coefficienti ponderali e dei termini noti del sistema risolutivo effettuati con le due
relazioni scalari: ajh = i
m
1
pij.pih cj = i
m
1
pij.fj
nonché le determinazioni finali del problema, compreso i due indici significativi.
Lo studio è quindi sinteticamente e graficamente rappresentato nel diagramma della figura in
appendice, nel quale risultano tracciate:
- le curve granulometriche delle 4 classi componenti;
- il fuso di capitolato;
- la curva di riferimento di progetto;
- la curva dell’aggregato miscela ottenuta;
Le percentuali di miscelamento delle 4 classi sono risultate:
- Per la cl. 1 ( pietrisco 32/8 mm ) x1= 0.401 …… 40.1 %
- Per la cl. 2 ( pietrischetto 16/2 mm ) x2= 0.318 …… 31.8 %
- Per la cl. 3 ( sabbia 5/2 mm ) x3= 0.237 …… 23.7 %
- Per la cl. 4 ( filler ) x4= 0.044 …… 4.4 %
Come si vede nella figura la curva del mix ottenuta con il metodo analitico descritto è, non solo
perfettamente contenuta dentro il fuso delle prescrizioni di Capitolato ma anche molto
prossima alla curva mediana del fuso stesso, curva quest’ultima che è stata assunta come curva
di riferimento o di progetto.
Lo scostamento assoluto medio fra le due curve è risultato inferiore all’ 1%.
10 – Conclusioni
In conclusione si può affermare che la procedura analitica risulta del tutto generale e
aspecifica, sia in termini di tipo e numero delle classi componenti la miscela, sia con
riferimento alle modalità operative di vagliatura e classamento dei materiali (tipo, numero
e serie dei vagli o crivelli ) e sia ancora in rapporto alle caratteristiche e alle finalità
costruttive dell’aggregato miscela (tipo e forma della curva granulometrica di riferimento
progettuale).
11 – bibliografia
- Per la parte di calcolo matriciale: TEORIA ed APPLICAZIONI delle MATRICI di Frank
Ayres Jr. – collana SCHAUM - Edizione
MIX AGGREGATI PER ______________________ Cantiere di : _______________
Tab. n° 1: fuso granulometrico di capitolato
vaglio fuso curva rif.
n° d (mm) perc. min perc. max perc. med f
1 31.50 100.0 100.0 100.0 1.000
2 22.40 72.0 100.0 92.0 0.920 Tab. n° 2: inerti disponibili
3 16.00 52.0 88.0 70.0 0.700
4 11.20 38.5 66.5 52.5 0.525 classe 1: pietrisco 31.5/8 mm
5 8.00 32.0 52.0 42.0 0.420 classe 2: pietrischetto 16.0/2 mm
6 4.75 22.0 37.0 29.5 0.295 classe 3: sabbia 4.75/0 mm
7 2.00 13.0 23.0 18.0 0.180 classe 4: filler
8 0.71 8.0 14.0 11.0 0.110
9 0.25 4.0 8.0 6.0 0.060
10 0.090 2.0 6.0 4.0 0.040
11 0.074 1.8 5.0 3.4 0.034
tab. n° 3 analisi granulometrica degli inerti - trattenuti e passanti ai vagli
vaglio trattenuti parz. in peso trattenuti totali in peso passanti in peso passanti in frazione/tot.
n° cl. 1 cl. 2 cl. 3 cl. 4 cl. 1 cl. 2 cl. 3 cl. 4 cl. 1 cl. 2 cl. 3 cl. 4 cl. 1 cl. 2 cl. 3 cl. 4
1 0 0 0 0 0 0 0 0 5000 4000 2000 1000 1 1 1 1
2 905 0 0 0 905 0 0 9 4095 4000 2000 1000 0.819 1 1 1
3 2655 0 0 0 3560 0 0 0 1440 4000 2000 1000 0.288 1 1 1
4 1360 1168 0 0 4920 1168 0 0 80 2832 2000 1000 0.016 0.708 1 1
5 55 1252 0 0 4975 2420 0 0 25 1580 2000 1000 0.005 0.395 1 1
6 25 1184 10 0 5000 3604 10 0 0 396 1990 1000 0 0.099 0.995 1
7 0 324 906 0 5000 3928 916 0 0 72 1084 1000 0 0.018 0.542 1
8 0 68 636 0 5000 3996 1552 0 0 4 448 1000 0 0 0.224 1
9 0 4 282 0 5000 4000 1834 0 0 0 166 1000 0 0 0.083 1
10 0 0 130 54 5000 4000 1964 54 0 0 36 946 0 0 0.018 0.946
11 0 0 36 84 5000 4000 2000 148 0 0 0 862 0 0 0 0.862
fondo 0 0 0 862 1000
P.Tot. 5000 4000 2000 1000
MIX AGGREGATI PER ______________________ Cantiere di : _______________
tab. n° 4: Calcolo dei coefficienti ponderali
vaglio passanti in frazione / totale Coefficienti 1ª riga Coefficienti 2ª riga Coeff. 3ª riga Coeff. 4ª
riga
n° p1 p2 p3 p4 p12 p1 . p2 p1 . p3 p1 . p4 p2
2 p2 . p3 p2 . p4 p32 p3 . p4 p4
2
1 1.000 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1
2 0.819 1 1 1 0.6708 0.8190 0.8190 0.8190 1 1 1 1 1 1
3 0.288 1 1 1 0.0829 0.2880 0.2880 0.2880 1 1 1 1 1 1
4 0.016 0.708 1 1 0.0003 0.0113 0.0160 0.0160 0.5013 0.7080 0.7080 1 1 1
5 0.005 0.395 1 1 - 0.0020 0.0050 0.0050 0.1560 0.3950 0.3950 1 1 1
6 0 0.099 0.995 1 - - - - 0.0098 0.0985 0.0990 0.9900 0.9950 1
7 0 0.018 0.542 1 - - - - 0.0003 0.0098 0.0180 0.2938 0.5420 1
8 0 0 0.224 1 - - - - - 0.0002 0.0010 0.0502 0.2240 1
9 0 0 0.083 1 - - - - - - - 0.0069 0.0830 1
10 0 0 0.018 0.946 - - - - - - - 0.0003 0.0170 0.8949
11 0 0 0 0.862 - - - - - - - 0.7431
1.7540 2.2103 2.2180 2.1280 3.6674 4.2115 4.2210 6.3412 6.8610 10.6380
a a11 a12 a13 a14 a22 a23 a24 a33 a34 a44
tab. n° 5: Calcolo termini noti - passanti miscela e scostamenti
vaglio
passanti in frazione / totale termini noti c calcolo passante curva miscela pass. valori
assol.
n° p1 p2 p3 p4 f p1
. f p2 . f p3 . f p4 . f x1 . p1 x2 . p2 x3 . p3 x4 . p4 q
1 1.000 1 1 1 1.000 1 1 1 1 0.401 0.318 0.237 0.044 1.000 0
2 0.819 1 1 1 0.920 0.7535 0.9200 0.9200 0.9200 0.328 0.318 0.237 0.044 0.927 0.007
3 .0288 1 1 1 0.700 0.2016 0.7000 0.7000 0.7000 0.115 0.318 0.237 0.044 0.714 0.014
4 0.016 0.708 1 1 0.525 0.0084 0.3717 0.5250 0.5250 0.006 0.225 0.237 0.044 0.512 0.013
5 0.005 0.395 1 1 0.420 0.0021 0.1659 0.4200 0.4200 0.002 0.126 0.237 0.044 0.409 0.011
6 0 0.099 0.995 1 0.295 - 0.0292 0.2935 0.2950 - 0.031 0.236 0.044 0.311 0.016
7 0 0.018 0.542 1 0.180 - 0.0032 0.0976 0.1800 - 0.006 0.128 0.044 0.178 0.002
8 0 0 0.224 1 0.110 - 0.0001 0.0246 0.1100 - - 0.053 0.044 0.097 0.013
9 0 0 0.083 1 0.060 - - 0.0050 0.0600 - - 0.020 0.044 0.064 0.004
10 0 0 0.018 0.946 0.040 - - 0.0007 0.0378 - - 0.004 0.042 0.044 0.004
11 0 0 0 0.862 0.034 - - - 0.0293 - - - 0.038 0.038 0.004
1.9656 3.1902 3.9864 4.2771 x1
0.401
x2
0.318
x3
0.237
x4
0.044 0.092
c c1 c2 c3 c4 m 0.009
0.010