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Appendici Dizionario dei termini architettonici - Metallo METALLO Metallo: elemento chimico quasi sempre solido allo stato naturale, duttile, malleabile, buon conduttore del calore e dell'elettricità. E' presente in natura sotto forma di minerali composti da metalli, carbonio e ossigeno: -metallo nativo: si trova in natura non combinato con altri elementi. -metallo nobile: che si ossida difficilmente come l'argento, l'oro, il platino. -metallo leggero: avente basso peso specifico. -metallo pesante: avente elevato peso specifico. TIPI________________________________________________________________ alluminio: metallo di colore bianco argenteo, duttile, malleabile, buon conduttore del calore e dell'elettricità; si ottiene su scala industriale dalla bauxite, presente in natura come minerale. argento: elemento chimico, metallo bianco, duttile, malleabile, ottenuto per depurazione dei suoi minerali. mercurio: elemento chimico, unico metallo liquido a temperatura ambiente, presente in natura specialmente come solfuro, dal quale si ricava per desolforazione. oro: elemento chimico, metallo nobile giallo, duttile e malleabile, presente in natura specialmente allo stato nativo, usato in lega col rame. oro bianco: lega d'oro e palladio; oro fino: puro o quasi; oro rosso: contenente forti quantità di rame. palladio: elemento chimico, metallo nobile bianco-argenteo, che può occludere notevoli quantità d'idrogeno, usato in reazioni cataliche, per parti delicate di strumenti di precisione e in lega con l'oro. piombo: elemento chimico, metallo molle, di colore grigio, diffuso in natura specialmente come solfuro, dal quale viene ricavato. E' il più pesante ed il più tenero dei metalli comuni, poco duttile e tenace; è un cattivo conduttore di elettricità. platino: elemento chimico, metallo nobile bianco-argenteo, presente in natura allo stato nativo, molto duttile e malleabile. potassio: elemento chimico, metallo alcalino bianco-argenteo che reagisce violentemente con l'acqua formando idrossidi, molto diffuso in natura nei suoi composti. rame: elemento chimico, metallo, rosso chiaro, diffuso in natura sia allo stato nativo sia sotto forma di sali, dai quali si ricava. E' il primo metallo scoperto dall'uomo con caratteristiche di malleabilità e quindi con la possibilità di poter essere forgiato a freddo. E' duttile e flessibile per cui si può ottenere in fili e fogli sottilissimi, che appaiono in trasparenza di colore verde. stagno: elemento chimico, metallo bianco-argenteo, malleabile, ottenuto per riduzione dalla cassiterite, usato per comporre leghe, per saldature elettriche, per la produzione della latta, etc. zinco: elemento chimico, metallo di colore grigio, presente in natura sotto forma di minerale, dal quale si ottiene. E' usato come strato protettivo su altri metalli, per

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Appendici

Dizionario dei termini architettonici - Metallo

METALLO

Metallo: elemento chimico quasi sempre solido allo stato naturale, duttile, malleabile,

buon conduttore del calore e dell'elettricità. E' presente in natura sotto forma di

minerali composti da metalli, carbonio e ossigeno:

-metallo nativo: si trova in natura non combinato con altri elementi.

-metallo nobile: che si ossida difficilmente come l'argento, l'oro, il platino.

-metallo leggero: avente basso peso specifico.

-metallo pesante: avente elevato peso specifico.

TIPI________________________________________________________________

alluminio: metallo di colore bianco argenteo, duttile, malleabile, buon conduttore del

calore e dell'elettricità; si ottiene su scala industriale dalla bauxite, presente in

natura come minerale.

argento: elemento chimico, metallo bianco, duttile, malleabile, ottenuto per

depurazione dei suoi minerali.

mercurio: elemento chimico, unico metallo liquido a temperatura ambiente, presente

in natura specialmente come solfuro, dal quale si ricava per desolforazione.

oro: elemento chimico, metallo nobile giallo, duttile e malleabile, presente in natura

specialmente allo stato nativo, usato in lega col rame. oro bianco: lega d'oro e

palladio; oro fino: puro o quasi; oro rosso: contenente forti quantità di rame.

palladio: elemento chimico, metallo nobile bianco-argenteo, che può occludere

notevoli quantità d'idrogeno, usato in reazioni cataliche, per parti delicate di

strumenti di precisione e in lega con l'oro.

piombo: elemento chimico, metallo molle, di colore grigio, diffuso in natura

specialmente come solfuro, dal quale viene ricavato. E' il più pesante ed il più

tenero dei metalli comuni, poco duttile e tenace; è un cattivo conduttore di

elettricità.

platino: elemento chimico, metallo nobile bianco-argenteo, presente in natura allo

stato nativo, molto duttile e malleabile.

potassio: elemento chimico, metallo alcalino bianco-argenteo che reagisce

violentemente con l'acqua formando idrossidi, molto diffuso in natura nei suoi

composti.

rame: elemento chimico, metallo, rosso chiaro, diffuso in natura sia allo stato nativo

sia sotto forma di sali, dai quali si ricava. E' il primo metallo scoperto dall'uomo

con caratteristiche di malleabilità e quindi con la possibilità di poter essere

forgiato a freddo. E' duttile e flessibile per cui si può ottenere in fili e fogli

sottilissimi, che appaiono in trasparenza di colore verde.

stagno: elemento chimico, metallo bianco-argenteo, malleabile, ottenuto per riduzione

dalla cassiterite, usato per comporre leghe, per saldature elettriche, per la

produzione della latta, etc.

zinco: elemento chimico, metallo di colore grigio, presente in natura sotto forma di

minerale, dal quale si ottiene. E' usato come strato protettivo su altri metalli, per

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lamiere, per la preparazione dell'ottone. Si altera facilmente all'aria umida

formando uno strato protettivo di ossido e carbonato.

TECNICHE DI LAVORAZIONE_______________________________________

a sbalzo: composizione, artistica o artigianale, di figure e disegni in rilievo su una

faccia di una lamina di metallo o di altro materiale, eseguita incavando l'altra

faccia con il cesello e con il martello.

a stampo o estampage: tecnica di punzonatura per la quale viene utilizzato un

punzone inciso.

acidulato: trattamento con acido a cui è sottoposto lo smalto in fase di preparazione

per eliminare le impurezze prima dell'ultimo lavaggio.

aggraffato: unione di due bordi di lamiera, che si ottiene sovrapponendoli e

ripiegandoli doppiamente su se stessi. In alcuni casi questa tecnica di

assemblaggio può essere rinforzata mediante saldatura.

all'acqua forte: tecnica d'incisione parzialmente indiretta in quanto lo strumento

incide soltanto uno strato di vernice sovrapposto alla lastra, mentre l'incisione

vera e propria del metallo avviene grazie all'azione chimica di un acido diluito

(in genere l'acido nitrico detto anticamente "acqua-forte"). La superficie delle

lastre viene ricoperta con uno strato sottile ed uniforme di vernice trasparente

(una miscela a base di cera, bitume e mastice) che vi aderisce perfettamente e

viene annerita col fumo per fare risaltare meglio i tratti incisi. Il disegno viene

eseguito graffiando questo strato di vernice protettiva con uno strumento simile

ad un ago detto "punta": dove la vernice è stata asportata dalla punta, il metallo

rimane allo scoperto e può essere a sua volta intaccato e inciso dall'acido, mentre

le parti della lastra ancora coperte dalla vernice non vengono attaccate. In tale

modo l'acido riproduce nel rame il disegno tracciato sulla vernice. In genere la

lastra viene immersa in un bagno composto di una parte di acido nitrico e di

quattro parti di acqua. Ma l'applicazione del mordente può avvenire anche con il

pennello o con il tampone. "Acquaforte" è detta inoltre la lastra incisa dall'acido

e le copie ottenute su carta con il torchio calcografico.

assemblato: il complesso di operazioni necessarie per mettere insieme le varie parti,

precostituite, di un oggetto per ottenere il pezzo finito. L'unione dei pezzi o

lamine di metallo può avvenire per pressione, per assemblaggio meccanico, per

fusione o per saldatura.

brasato: tipo di saldatura realizzato con un metallo a basso punto di fusione, che non

coincide necessariamente con il metallo da saldare. Può essere: a) dolce, se

realizzata con una lega di stagno e piombo (è detta anche "stagnatura"); b) forte,

se realizzata con leghe di rame.

chaudronnage: tecnica per cui si lavora un disco di metallo con incudine e martello

fino ad ottenere, incurvandolo e riducendone la circonferenza, la forma di un

recipiente. Questa tecnica richiede frequenti ricotture del metallo.

ciselure: tecnica di punzonatura in cui una sola faccia del metallo viene lavorata.

ferro battuto: detto di ferro lavorato a caldo col martello dal forgiatore.

forgiato: lavorazione a caldo di un pezzo metallico ad opera del forgiatore.

fusione a cera persa: tecnica di lavorazione attraverso la quale si costruisce il modello

in cera, corredandolo di uno o più "canali di respiro" per l'uscita dell'aria e dei

prodotti gassosi, e lo si ingloba in un blocco di materiale refrattario. L'oggetto

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così ottenuto è cotto in un forno fino a che la cera fuoriesce completamente

lasciando libera la cavità che costituirà la forma. Il metallo fuso viene versato

attraverso il foro di colata e lasciato raffreddare, la forma viene spezzata e il

pezzo rifinito. Per oggetti di grandi dimensioni, per cui si renda necessario un

risparmio di metallo, si utilizza un blocco di terra refrattaria,

approssimativamente modellato secondo la forma voluta, su cui viene lavorata la

cera. Questa "anima di fusione" è fissata alla forma esterna con verghe di ferro

("perni di fusione") che ne evitano qualsiasi spostamento dopo la fusione della

cera. In casi particolari l'anima di fusione contiene un'armatura di rinforzo che

viene realizzata in ferro o in altri metalli duri.

inciso: tecnica di esecuzione di un disegno sulla superficie di un metallo per asporto di

materiale, che genera solchi. L'asporto può essere ottenuto chimicamente: per

azione di acidi, isolando con vernici le parti da rispettare (incisione all'acido o

all'acquaforte); meccanicamente: con strumenti chiamati "bulini".

incrostato: decorazione ottenuta incastrando (incrostando) e martellando a freddo un

metallo più tenero in appositi solchi a sottosquadro, formanti il disegno, ricavati

in un metallo più duro. Questo metodo prende il nome di damaschinatura se si

incrostano fili di metallo.

laminato: lavorazione a caldo o a freddo destinata a ridurre la sezione o anche a

modificare il profilo di materiali vari. In metallurgia, il processo consiste

nell'ottenere da un lingotto una lamina o un foglio di metallo ed avviene per

martellatura (o forgiatura) o tramite l'uso di un laminatoio.

lega: soluzione solida di un metallo con uno o più elementi chimici o altri metalli,

ottenuta specialmente per fusione, con proprietà diverse da quelle degli elementi

che la costituiscono.

--- acciaio: lega di ferro e carbonio con tenore di carbonio dallo 0,2% all'1,7%. E'

duttile e malleabile, resiste bene agli sforzi di compressione e di tensione.

--- acciaio inossidabile: lega ad alto tenore di nichel e cromo, resistente alla

corrosione.

--- bronzo: lega metallica di rame e stagno, in varie proporzioni, in cui possono

entrare piccole quantità di altri elementi:

-bronzo per statue: 90% rame + 8% stagno + 2% piombo (il piombo dà maggior

scorrevolezza alla lega)

-bronzo per campane: 75-80% rame + 20-25% stagno (lo stagno accentua il

suono).

--- ghisa: lega di ferro e carbonio (quest'ultimo in percentuale non inferiore all'1,7%).

E' fragile, non può resistere ad un notevole sforzo di trazione ma presenta il

vantaggio di poter essere facilmente fusa e colata in stampi.

--- ottone: lega contenente rame e zinco ed eventualmente, in quantità secondaria, altri

metalli che ne migliorano le proprietà meccaniche e la resistenza agli agenti

esterni.

--- similoro: lega di rame, zinco, stagno (84% di rame, 9% di zinco e 7% di stagno) ad

imitazione dell'oro.

martellato: consiste nel lavorare il metallo a colpi di martello a caldo oppure a freddo

con successive ricotture del metallo stesso. E' una tecnica molto comune che

serve a realizzare lamine (laminazione a martello) o oggetti in genere.

punzonato: tecnica basata sull'azione del punzone che, spinto con un maglio o un

martello contro una superficie metallica, lascia un'impronta.

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repoussé: tecnica di punzonatura in cui si agisce contemporaneamente sulle due facce

del metallo con due punzoni.

saldato: operazione diretta ad ottenere l'unione di pezzi omogenei o eterogenei

stabilendo la continuità del materiale sotto l'azione del calore senza aggiunta di

altri metalli (saldatura autogena) o con l'eventuale impiego di metalli d'apporto; è

così chiamato anche il punto in cui viene fatta la saldatura.

tornito: lavorazione al tornio. Il procedimento consiste nel lavorare il metallo sul

tornio con strumenti adatti ad asportare (bulino e scalpello) o a spostare (cesello)

materiale.

trafilato: operazione fondata sulla duttilità dei materiali, che consiste in una graduale

riduzione di sezione mediante successivi passaggi a freddo attraverso fori di

diametro decrescente. Durante la lavorazione il metallo si incrudisce e deve

perciò essere spesso ricotto.

TECNICHE DI FINITURA____________________________________________

agemina: (da agiam - persiano) tipo di intarsio metallico (incrostatura)

particolarmente fine che consiste nell'inserimento a freddo di sottili lamine di

metallo pregiato, oro o argento, in un supporto di metallo non pregiato (rame,

bronzo, ferro, acciaio), scolpito a cesello e scalpello.

argentato: applicazione di uno strato di argento su un metallo meno nobile con la

stessa tecnica utilizzata per la doratura.

basse-taille: tecnica di smaltatura nella quale il disegno viene inciso e scolpito, con la

tecnica del basso rilievo, sul metallo con cesello o per stampaggio. Sulla lamina

si applica poi uno strato sottile di smalto trasparente che lascia vedere il disegno

sottostante; gli "alti" ed i "bassi" del rilievo creano un delicato gioco di

chiaroscuri in superficie. Dal basse-taille deriva l'applicazione parziale di smalti

translucidi su oggetti a tuttotondo, secondo un procedimento denominato "email

de ronde bosse".

bronzato: rivestimento di superfici metalliche con uno strato di bronzo.

brunito: levigatura e lucidatura di un pezzo metallico eseguita con un utensile

appositamente scelto (brunitoio).

cesellato: tecnica di lavorazione o decorazione eseguita con il cesello che, battuto con

un martello, lascia sulla lamina o sul metallo fuso da decorare una traccia

corrispondente alla foggia della sua punta, senza asportare il metallo ma solo

spostandolo.

champlevé: tecnica di smaltatura nella quale gli alveoli, formanti il disegno, sono

ricavati direttamente sulla lamina e non riportati come nel cloisonnè: gli alveoli

sono pertanto ottenuti con gli abituali processi di lavorazione del metallo

(incisione a bulino, con acido, a cesello, a stampaggio, talora per fusione). Il

champlevé si differenzia dal basse-taille: nel primo si usa uno smalto opaco, nel

secondo translucido; il primo ha incisione netta, il secondo ha fondo modellato

per ottenere effetti di chiaro-scuro.

cloisonné: tecnica che consiste nel riempimento di piccoli "alveoli" con lo smalto. Tali

cavità, leggermente emergenti rispetto al piano della lamina, sono delimitate da

sottili listelli di altezza molto ridotta (detti "cloisonnes") o da fili metallici (tipo

filigrana), fissati alla superficie medesima della lamina: lo smalto viene pertanto

ad aderire per fusione alle "pareti" degli alveoli ed al piano della lamina. Questa

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tecnica, come si vede, presenta notevoli affinità con procedimenti tipici

dell'oreficeria (ad esempio con l'agemina).

colorito: trattamento capace di modificare il colore superficiale caratteristico di un

metallo o di una lega, consistente nel sovrapporre al materiale metallico una

pellicola colorata di altra natura, oppure nello sciogliere qualche elemento

chimico nello spessore superficiale.

damaschinato: varietà superficiale di agemina; è un tipo di incrostatura dove, ad

essere incrostati, sono fili di metallo. La superficie del metallo (in genere ferro,

acciaio, più raramente rame od ottone) viene incisa con solchi sottili ad intervalli

regolari (vera damaschinatura) oppure resa ruvida con una lima (falsa

damaschinatura): nei solchi e nelle asperità così ottenute si martellano i fili o

fogli d'oro e d'argento. La damaschinatura venne impiegata nell'antichità quasi

esclusivamente per decorare le armi.

dorato: tecnica che serve per ottenere oggetti aventi l'apparenza d'oro. Il metodo più

antico è quello al mercurio, consistente nell'immergere gli oggetti in una

soluzione di oro e mercurio, detto "amalgama d'oro", e nel riscaldarli. Il mercurio

evapora lasciando sugli oggetti uno strato di oro che viene poi trattato per

ottenere una superficie liscia e brillante.

filigrana: tecnica che consiste nel saldare fili, semplici o perlati, cioè formati da una

successione di piccoli grani, sulla superficie liscia dell'oggetto. I fili d'oro (o

d'argento, perché tale tecnica è comune ai due metalli) vengono ottenuti con una

trafila o uno strumento di pari resistenza, i cui fori variano di forma e

dimensione secondo le necessità del lavoro.

granulazione: tecnica di decorazione consistente nell'attaccare piccole sfere d'oro

("grani") sulla superficie di un oggetto, sempre in oro puro, per formare un

motivo decorativo. Per saldare i grani si utilizza un sale di rame mescolato ad

una colla organica che mantiene la decorazione fissa sulla superficie fino al

momento della cottura.

levigato: processo che tende all'eliminazione di irregolarità o di asperità da una

superficie mediante una limitata asportazione di materiale.

lucidato: operazione diretta a conferire una appropriata lucentezza. In particolare è

l'operazione di rifinitura di pezzi metallici, intesa a conferire un aspetto lucido e

speculare.

niellato: tecnica di decorazione eseguita utilizzando il niello mescolato con gomma

sciolta in acqua ed inserito nei solchi, precedentemente incisi col bulino,

dell'oggetto da decorare. Lo si sottopone poi a temperatura di fusione del niello

(112 ° C) e dopo il raffreddamento si asportano le sbavature con l'utilizzo di

abrasivi.

placcato: sovrapposizione, per mezzo di saldatura, di un materiale metallico

(generalmente nobile) su un altro non pregiato.

scalpellato: tecnica di lavorazione del metallo che utilizza martello e scalpello per

asportare materiale.

smaltato: rivestimento delle superfici metalliche o ceramiche con uno strato di smalto

a scopo protettivo, impermeabilizzante o decorativo.

stagnato: applicazione di un fine strato di stagno su superfici di rame o delle sue

leghe, che avviene sia immergendo l'oggetto in un bagno di stagno puro, sia

scaldandolo dopo aver steso lo stagno sulla sua superficie e togliendo gli eccessi

dopo il raffreddamento.

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GLOSSARIO

acido nitrico: uno dei più importanti acidi

(HNO3)che si conoscono, ottenuto oggi

prevalentemente per ossidazione

dell'ammoniaca; si comporta come un'acido

forte e presenta notevoli proprietà ossidanti;

viene usato in moltissime industrie per la

produzione di esplosivi, fertilizzanti e

numerosi composti organici, coloranti e

farmaceutici. Attacca quasi tutti i metalli; il

suo nome commerciale è "acqua-forte".

acido: composto capace di reagire con una base

formando un sale e la cui soluzione acquosa ha

sapore acre.

bauxite: roccia sedimentaria costituita

essenzialmente da ossidi di alluminio idrati, di

colore giallo e rosso mattone; costituisce la

materia prima per l'estrazione dell'alluminio.

borace: borato idrato di sodio, bianco, solubile,

cristallino, usato nella fabbricazione di vetri e

smalti.

borato idrato di sodio: vedi borace.

carbonato: sale estere dell'acido carbonico.

carbone: sostanza solida, nera, costituita

principalmente di carbonio, prodotta per

riscaldamento, fuori del contatto con l'aria, di

sostanze organiche o vegetali.

carbonio: elemento chimico non metallo,

insapore, inodore, solubile solo nei metalli

fusi, diffuso in natura sia allo stato libero

come diamante e grafite, sia come composto.

cassiterite: minerale di colore rossiccio o

nerastro costituito da biossido di stagno.

cementazione: indurimento superficiale di un

acciaio comune o speciale, che si ottiene

ponendo a contatto l'acciaio con sostanze

ricche di carbonio e portandolo quindi a

temperature altissime. Assorbendo carbonio la

superficie si indurisce mentre la parte interna

(anima) conserva la dovuta resistenza e

tenacità. Questa tecnica viene specialmente

usata per trasformare gli acciai extradolci e

dolci in acciai duri per utensili.

estrazione: qualsiasi operazione diretta ad

asportare o ricavare qualcosa nell'ambito di un

processo tecnico specifico. Nel caso dei

metalli, essi si ricavano da minerali (in genere

ossidi o carbonati) per riduzione. In alcuni

casi, per facilitare il processo, si rende

necessario aggiungere un altro metallo che

agisce come fondente formando un materiale

vetroso a basso punto di fusione che si separa

dal metallo alla temperatura di estrazione.

filo: corpo allungato e sottile, a sezione

cilindrica e costante (considerato in meccanica

perfettamente flessibile e inestensibile),

fabbricato e utilizzato in modi diversi.

foglia: sottile lamina metallica come quella

d'oro per doratura, oppure quella di stagno o

mercurio applicata dietro le luci degli specchi.

fondente: qualsiasi sostanza usata in metallurgia

e in fonderia per abbassare il punto di fusione

delle ganghe e delle scorie e renderle così più

fluide e quindi facilmente separabili dal

metallo.

forma: cavità capace di conservare l'impronta di

un modello, nella quale si versa, allo stato

liquido, il materiale richiesto per la

riproduzione. In metallurgia, la forma è

costruita sulla base di un modello di legno o di

metallo ed è realizzata in "terra da fonderia",

cioè in terra refrattaria capace di diventare

plastica allo stato umido e di conservare

l'aderenza anche dopo l'essiccamento.

frantumazione: riduzione in pezzi di

conveniente piccolezza di oggetti o materiali

durante il ciclo di lavorazione. In metallurgia,

si utilizza per la preparazione dello smalto che

viene ridotto in piccoli pezzi in un mortaio

con aggiunta di acqua e viene frantumato a

piccoli colpi di pestello o martello di legno.

fusione: passaggio di un corpo dallo stato solido

allo stato liquido. In metallurgia, è la tecnica

che consiste nel modellare un metallo allo

stato fuso costringendolo a solidificarsi entro

una cavità appositamente creata in un

materiale refrattario (vedi forma).

gomma: liquido denso e vischioso, generato

dalla metamorfosi di alcuni tessuti di certe

piante (sia come risposta a una ferita o per via

di infezione da microrganismi) che hanno in

comune la natura delle molecole che le

costituiscono: zuccheri e talvolta acidi uronici.

imbutitura: operazione basata sulla duttilità di

alcuni materiali metallici. Consiste nel

"forzare" a freddo, con uno strumento di

pressione, una lamina di metallo su una forma

di legno a imbuto che ruota su un tornio.

Serve a realizzare forme coniche in genere.

incrudimento: deformazione del reticolo

cristallino di un materiale metallico, provocata

da una lavorazione a freddo e accompagnata

da notevoli variazioni delle sue proprietà: si

elimina col trattamento termico della ricottura.

lamina: lastra di metallo od altro materiale di

spessore notevolmente sottile.

lastra: corpo solido e di limitato spessore, con

una certa estensione in superficie, per lo più di

forma rettangolare.

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lingotto: massello di metallo ottenuto per colata

entro apposita forma (lingottiera).

liquefazione: passaggio dallo stato aeriforme

allo stato liquido; può avvenire solo quando la

temperatura è inferiore alla temperatura critica

e la pressione superiore alla pressione critica

che dipendono dalla natura chimica

dell'elemento.

macinazione: operazione di triturazione,

polverizzazione, raffinazione di materiali

diversi mediante sfregamento o abrasione.

Nella preparazione dello smalto, è usata allo

scopo di trasformarlo in grani di grandezza il

più possibile uniforme.

malachite: carbonato borico di rame in

finissimi cristalli, spesso concrezionato, di un

bel colore verde a toni diversi, usato spesso

come pietra ornamentale.

metalloide: elemento chimico che, allo stato

elementare, presenta caratteri affini a quelli

dei metalli, mentre i suoi composti hanno

proprietà non metalliche.

minerale: denominazione dei corpi naturali di

origine prevalentemente inorganica,

fisicamente e chimicamente omogenei, che

sono parte integrante della crosta terrestre;

solidi nella quasi totalità, a temperatura

ordinaria e a pressione normale, e cristallini,

sono i costituenti delle rocce.

modellatura: la realizzazione di un oggetto in

conformità di uno schema, materiale o ideale,

di punti di riferimento.

niello: miscela di zolfo fuso che ingloba, in

proporzioni varie, solfuri di piombo, rame ed

argento, di colore nero, ridotta in polvere

dopo il raffreddamento, avente come

caratteristica una temperatura di fusione più

bassa dei metalli sui quali viene utilizzata.

ossido: in chimica inorganica, composto di un

metallo o di un metalloide (in questo secondo

caso si preferisce la denominazione

"anidride") con l'ossigeno.

pece: massa nera di varia consistenza e di

aspetto bituminoso, ottenuta come residuo

della distillazione del catrame.

ricottura: trattamento termico al quale si ricorre

durante le lavorazioni meccaniche per ridare al

metallo l'elasticità che ha perso incrudendosi

(vedi incrudimento). Il processo consiste nel

riscaldare il materiale ad una certa

temperatura, che è diversa da materiale a

materiale, e nel raffreddare. Il raffreddamento

può essere fatto lentamente, ad esempio

all'aria o in carbone dolce (ricottura vera e

propria), oppure rapidamente per immersione

in acqua o alcool (tempra negativa). Si

preferisce il raffreddamento rapido sia perché

l'operazione richiede meno tempo, sia perché

si ottiene un raddolcimento più pronunciato.

riducente: che opera una riduzione. In chimica,

è detto di elemento o atmosfera capace di

operare una riduzione.

riduzione: in chimica, qualsiasi reazione

chimica per la quale una o più sostanze

assumono elettroni ceduti da un altro

composto o elemento che prende il nome di

"riducente".

rinvenimento: trattamento termico degli acciai

a medio ed alto tenore di carbonio, che

consiste in un riscaldamento a circa 700°C e in

un successivo raffreddamento, allo scopo di

ridurre le tensioni provocate dalla tempra.

scoria: residuo di un processo di estrazione di

un metallo da un minerale o del processo di

rifusione o di affinazione di metalli o di leghe

metalliche.

silice vetrosa: ottenuta in laboratorio per

fusione di quarzo (cristallo di rocca), che, data

la sua elevatissima trasmittanza, serve per la

fabbricazione di lenti, prismi e altre

apparecchiature ottiche.

silice: ossido del silicio tetravalente (SIO2),

frequente allo stato libero in natura in diverse

forme cristalline, in forma microcristallina e in

forma amorfa.

smalto dipinto: nell'evoluzione dello smalto in

senso pittorico ebbero un ruolo determinante i

cosiddetti "smalti dipinti" che entrarono

nell'uso a partire dalla metà del XV secolo, in

particolare nell'Italia settentrionale

(Lombardia e Venezia) ed in Francia con

centro in Limoges. La tecnica (assimilabile

ormai molto di più alla pittura ad olio che non

al tradizionale uso degli smalti) procedeva

attraverso varie fasi: tracciati per mezzo di

incisione leggera i tratti del disegno su di una

lamina metallica (in prevalenza di rame) si

provvedeva a disporre i colori per mezzo di un

pennello. Questi erano di solito sostanze

vetrose con coloranti ridotti in polvere

impalpabile e disciolti in liquidi collosi.

Talora (smalti appliquè) anziché dipingere

direttamente sulla lastra, si applicava una

"base" costituita da uno strato di smalto

bianco e si copriva in seguito tutta la

superficie dipinta con un sottile strato di

smalto traslucido. Seguiva quindi la cottura: lo

smalto translucido conferiva un carattere di

accentuata luminosità ai colori che aderivano,

per fusione, alla lamina.

smalto: composto di silicio (selce polverizzata e

sabbia) e di soda o di potassio che, mescolati

assieme, formano il vetro. Viene spesso

colorato con ossidi di metallo. Esistono due

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tipi di smalto: smalto trasparente, smalto

opaco.

soda: nome commerciale del carbonato di sodio

ottenuta industrialmente dal cloruro di sodio.

solfuro: sale dell'acido solfidrico.

solidificazione: passaggio di una sostanza dallo

stato liquido allo stato solido.

temperatura di estrazione: si intende la

temperatura alla quale i componenti del

minerale si dividono in metallo, scorie e gas.

temperatura o punto di solidificazione: la

temperatura alla quale avviene il passaggio di

un liquido, a pressione ordinaria, allo stato

solido.

tempra o tempera: trattamento termico di

metalli, leghe, vetro, diretto essenzialmente a

migliorarne le proprietà meccaniche di

resistenza e di flessione. Per il metallo, in

particolare, questa tecnica è finalizzata

all'indurimento dello stesso e si ottiene

riscaldandolo ad alte temperature e

raffreddandolo rapidamente. Questo processo

causa una modificazione della struttura

molecolare del metallo che lo rende sì più

duro ma anche meno elastico e quindi più

fragile.

terra da fonderia: materiale naturale ricavato

dal disfacimento di rocce di natura silicea con

granuli rivestiti di un sottile strato di sostanze

argillose, usato per la preparazione dei

modelli.

zolfo: elemento chimico, metalloide di colore

giallo, diffusissimo in natura sia nei suoi

composti sia allo stato elementare.

CARATTERISTICHE FISICHE________________________________________________________

allotropia: in chimica, le modificazioni che un

elemento o un composto può assumere in

conseguenza della diversa disposizione degli

atomi o della diversa grandezza molecolare,

alle quali corrispondono proprietà chimiche e

fisiche diverse.

corrosione acquosa: processo che ha luogo in

presenza di un elettrolito (acqua impura) che,

a temperatura normale, è molto più rapido del

processo di ossidazione. Gli ioni presenti in

soluzione hanno la tendenza a migrare per

depositarsi sul metallo che ha subito una

corrosione. Ciascun metallo ha una tendenza

particolare a ionizzarsi nell'acqua, per cui,

quando un metallo è associato ad un altro, per

esempio in una lega o in un oggetto composto,

è il metallo più predisposto a ionizzarsi in

soluzione che si corrode; in questo modo i

metalli più nobili sono protetti dalla

corrosione proprio dagli altri metalli.

durezza: la proprietà di un materiale di resistere

a una deformazione dovuta a contrazioni

esterne.

duttilità: la qualità di corpi o sostanze che si

possono piegare, allungare e ridurre in fili

senza rompersi.

fragilità: la tendenza di un metallo a rompersi

senza aver subito una deformazione

apprezzabile.

ionizzazione: la scissione di una molecola o di

un atomo neutro in due parti elettricamente

cariche, di cui una è di solito costituita da uno

o più elettroni.

malleabilità: la qualità dei corpi metallici

capaci di assumere forme diverse se sottoposti

a sollecitazioni di compressione, trazione o

urti, senza subire rotture, fessurazioni o

alterazioni strutturali nocive.

ossidazione: la combinazione, in condizioni

secche, di un metallo con ossigeno o altri gas

per formare dei composti sulla superficie dei

metalli che, essendo molto reattiva, favorisce

la formazione dei composti stessi. Questo

strato superficiale molto fine può in seguito

formare una barriera che, a bassa temperatura,

limita considerevolmente la reazione tra il

metallo ed i gas atmosferici.

resistenza: la proprietà di un metallo di

sopportare l'applicazione di una forza, ad

esempio di trazione, di contrazione o di

compressione.

tenacità: il grado di resistenza meccanica e

coesione presentato da certi materiali,

resistenza al disgregamento. Nelle prove di

trazione degli acciai, indica la resistenza alla

rottura misurata dal carico di rottura.

ATTREZZI_________________________________________________________________________

brunitoio: strumento per brunire o levigare le

superfici dello stucco o dell'oro ed anche di

altri metalli. E' formato da un manico di legno

e da una punta di metallo arrotondata; per la

doratura e per la lavorazione dello stucco ci si

Appendici

Dizionario dei termini architettonici - Metallo

serve preferibilmente di punte in pietra

d'agata o di denti di animali selvatici.

bulino: strumento sottile di acciaio, appuntato

ad unghia per intagliare oro, argento, rame,

etc..

cesello: specie di punzone d'acciaio o di legno

duro con la punta smussata figurata a rilievo,

in piano, in cavo, dovendo servire per piegare

la piastra, non per tagliarla propriamente: si

batte sul cesello con un piccolo martello e così

si rilevano nelle piastre i tratti del disegno.

codulo: parte della lama che è opposta alla

punta e che si impianta sull'impugnatura.

corindone: minerale, sesquiossido di

alluminio, trigonale, di colore vario con

lucentezza metallica. Ne esistono diverse

varietà, alcune delle quali usate come gemme;

tra le più pregiate sono il rubino, di colore

rosso, e lo zaffiro, di colore azzurro. Per la sua

durezza è usato anche come smeriglio.

crogiuolo: vasetto di terracotta o di metallo,

meno largo al fondo che all'apertura,

proporzionato a sostenere un fuoco violento,

nel quale si fondono i metalli o altre sostanze

che richiedono molto calore.

diamante: minerale da carbonio puro

cristallizzato nel sistema monometrico; ha

durezza 10 secondo la scala di Mohs e colore

molto variabile. A causa della sua tipica

lucentezza, dovuta all'elevatissimo indice di

rifrazione, è molto ricercato come gemma. La

varietà opaca è utilizzata per scopi industriali.

fornace: opera in muratura destinata alla cottura

dei materiali da costruzione.

forno: impianto per la cottura, fusione o altro

trattamento termico di materiali vari.

incudine: attrezzo d'appoggio del fucinatore,

costituito da un blocco di acciaio

superiormente piano e munito di due

prolungamenti laterali, uno piramidale (lingua)

e uno conico (corno), poggiante su un ceppo

di legno (toppo).

laminatoio: macchina costituita da una coppia

di cilindri di uguale diametro, lisci o sagomati,

ad assi paralleli, rotanti in senso opposto,

attraverso i quali un corpo plastico assume, a

caldo o a freddo, la forma di fogli, lamine,

barre, di determinate sezioni e dimensioni.

lingottiera: recipiente in cui si versa un metallo

in fusione per farvelo raffreddare.

maglio: macchina metallurgica costituita

essenzialmente da una mazza battente (a due

teste), usata per la forgiatura e lo stampaggio

di pezzi metallici.

martello: strumento di ferro, con manico

comunemente di legno, che serve a battere.

mortaio: vaso basso, tondo, di pietra, metallo,

legno o vetro, usato per pestarvi cose da

ridurre in frantumi, in polvere o in poltiglia.

pestello: strumento con il quale si pesta nel

mortaio.

pinza: arnese costituito da due branche

d'acciaio unite a cerniera, utilizzato per

afferrare e stringere pezzi metallici.

pomice: roccia eruttiva effusiva,

prevalentemente o totalmente vetrosa, ricca di

vacui e pertanto leggera, ruvida al tatto sulle

superfici di frattura; nel linguaggio comune è

detta "pietra pomice". Finemente macinata si

usa come abrasivo per la pulitura di marmi,

metalli, stoviglie.

punzone: asticciola o blocchetto in acciaio duro

con una estremità profilata o incisa, a lettera,

numero o sigla, che serve per marcare metalli.

rivetto: nelle costruzioni metalliche, elemento

di giunzione simile ad un chiodo, forato nel

mezzo e a forma di occhiello.

smeriglio: minerale, varietà granulare di

corindone, di colore nero, che, ridotta in

polvere, viene usata come abrasivo.

spazzola: arnese per operazioni di pulitura e

lucidatura, di solito costituito da un supporto

di legno od altri materiali, cui sono fissati peli

animali o vegetali, fili metallici o di materia

plastica oppure setole di cotone.

tornio: macchina operatrice per la lavorazione a

freddo di pezzi metallici, con asportazione di

trucioli, caratterizzata dal moto rotatorio

impresso al pezzo in lavorazione e dal moto

traslatorio impresso all'utensile.

trafila: organo della trafilatrice, di cui

comunemente è sinonimo, detto anche

"filiera".

trafilatrice: macchina per eseguire operazioni

di trafilatura, di esteso impiego nella

lavorazione di materiali diversi (specialmente

metalli, materie plastiche e gomme).

vite: organo meccanico di collegamento,

costituito da un gambo cilindrico o conico sul

quale è inciso un solco elicoidale, il cui risalto

(detto "filetto" o "verme") va a impegnarsi tra

i risalti di un solco analogo (preesistente o

generato dalla sua stessa rotazione); l'estremità

libera del gambo è provvista di un ringrosso

(testa) per lo più opportunamente sagomato

(per la manovra mediante chiave) o anche

fornito di taglio (per la manovra mediante

cacciavite).

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ARGENTO (d.ssa Cometto) ----------------------------------------------------------- Metallo nobile (non reattivo), di colore bianco, luminoso, battericida, l’argento è di tutti gli elementi il miglior conduttore di calore e di elettricità. Il suo punto di fusione è 960°C. Le sue principali caratteristiche sono la duttilità e la malleabilità, ovvero: la capacità di lasciarsi plasticamente allungare alla trazione e plasticamente deformare mediante compressione, senza rompersi.

-------------------------------------------------------------------------------------------------- Per le sueproprietà, l’argento ha avuto un importante ruolo sia nella storia delle arti decorative, che nell’evoluzione della moderna scienza e tecnologia. L’argento puro, essendo troppo tenero per essere utilizzato nella creazione di manufatti, viene associato al rame in una percentuale, di regola, inferiore al 10%, creando così una lega binaria che lo rende più forte e durevole. Allo stesso tempo però si vengono a creare degli svantaggi, uno dei quali è che il rame, al contrario dell’argento, ossidandosi all’aria, è il responsabile del caratteristico imbrunimento dei lavorati d’argento. Essendo chimicamente inerte, si trova in natura sotto forma di metallo nativo e per questo motivo è stato conosciuto e utilizzato fin dai tempi più remoti. L’argento nativo sovente contiene anche tracce di altri metalli come oro, platino, antimonio, bismuto, per cui è possibile trovare tracce di questi elementi negli antichi lavori d’argento, in quanto i rudimentali metodi di raffinazione del passato, non erano stati in grado di separarli. Occorre dire però che la presenza di queste impurezze nell’analisi di una lega è molto importante in quanto, non solo permette di risalire indicativamente all’arco di tempo di preparazione e quindi di costruzione dell’oggetto, ma ne garantisce soprattutto l’autenticità.

TECNICHE DI LAVORAZIONE Processi meccanici di prima trasformazione per la produzione degli sbozzati e dei semilavorati d’argento. Argento a fusione: tecnica di deformazione indiretta attraverso la solidificazione del metallo liquefatto in stampi adeguati. I due principali tipi di fusione sono: la fusione in terra e la fusione a cera persa. Nel primo caso occorre innanzi tutto elaborare un modello in legno o metallo riproducente l’oggetto che si vuole ottenere in argento. Questo viene poi alloggiato, per circa metà del suo spessore, in un contenitore metallico precedentemente riempito di terra refrattaria ben pressata e su di esso, se ne appoggia un altro uguale che imprigiona definitivamente il modello. Rimuovendolo, avremo in terra la forma dell’oggetto divisa in due metà. Sull’impronta del volume vengono poi scavati dei canali di adduzione del metallo liquido e altri minori di sfiato per l’aria e i gas. A questo punto, viene versato il metallo fuso che, una volta solidificato, assumerà una forma del tutto identica al modello iniziale. La forma in staffa, può essere utilizzata una volta sola, in quanto va spezzata per recuperare il lavorato. E’ importante sottolineare che il modello deve essere leggermente più grande dell’oggetto che si deve creare, per sopperire al fenomeno del ritiro durante il raffreddamento. Per quanto riguarda invece la fusione a cera persa, si parte da un modello positivo in

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cera, corredato da una serie di canali di respiro per l’uscita dell’aria e dei gas. Questo viene inglobato in una staffa metallica contenente un impasto semiliquido di materiale refrattario che dovrà poi solidificare. Il tutto viene sottoposto ad un graduale riscaldamento fino a quando non si avrà lo scioglimento completo della cera che lascerà uno spazio vuoto, ovvero, il modello negativo. A questo punto verrà versato, attraverso un canale di colata, il metallo fuso che, raffreddandosi, si solidificherà assumendo la forma dell’oggetto desiderato. Il materiale refrattario verrà spezzato e il semilavorato rifinito. argento in lamina: la laminazione è una tecnica di lavorazione, a caldo o a freddo, che consiste nel ridurre per deformazione plastica, la sezione o anche il profilo del metallo al fine di ottenere lamine di spessore progressivamente inferiore. Una volta trasformato il lingotto in lamina, si può procedere alla creazione del manufatto. Questo processo può avvenire per martellatura (forgiatura), oppure attraverso l’uso di macchinari detti laminatoi. argento martellato: tecnica che consiste nel sagomare il metallo a colpi di martello, a freddo o a caldo, al fine di ottenere forme semplici, poco profonde, senza giunzioni, come piatti e vassoi. Oggi l’imbuttitura manuale è stata sostituita dall’imbutitura al tornio. Il punto di partenza consiste nel ritagliare da una lamina d’argento un disco detto “sviluppo”, che l’argentiere martellerà ripetutamente contro un incudine, fino ad ottenere la forma desiderata. L’operazione di modellamento può essere effettuata sia dall’interno che dall’esterno. Imbutire dall’esterno vuol dire martellare il disco di metallo contro l’incudine facendo si che la parte rivolta verso l’attrezzo, diventi la parte interna dell’oggetto. Imbutire dall’interno significa invece martellare lo sviluppo su di una cavità ricavata da un blocco di legno (tasso) o su di un sacchetto di sabbia, in modo che le sequenze circolari della battitura, ovvero i corsi di martellatura che dal margine vanno verso il centro, rimangano impressi sulla parte interna dell’oggetto. Gli oggetti più fondi come le brocche, vengono invece lavorate su un “tasso” a superficie convessa La lavorazione a martello presenta però un inconveniente, in quanto determina a lungo andare, un indebolimento della struttura interna del metallo, responsabile di rotture irreparabili se l’argentiere esperto non si ferma nel momento in cui avverte che il suo semilavorato è diventato duro, pone cioé una resistenza meccanica che rende impossibile eventuali deformazioni plastiche. L’oggetto si è “incrudito, è diventato estremamente fragile, occorre ricuocerlo per ristabilire l’equilibrio interno del metallo, la sua naturale elasticità, per poi proseguire nella lavorazione. argento punzonato: un manufatto d’argento, si dice punzonato, quando ha impressi sulla superficie metallica particolari contrassegni detti marchi che attestano il rispetto della legge nella la costruzione dell’oggetto. I principali marchi che possiamo trovare sono: - il marchio che garantisce il titolo o bontà dell’argento stabilito dalla legge, ovvero il rapporto in millesimi tra lo specifico contenuto di argento fino e il contenuto globale

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di ogni metallo presente in lega - il marchio dell’Ufficio di Assaggio, ovvero della città in cui si è verificato il titolo che indica contemporaneamente il luogo di provenienza dell’oggetto - il marchio dell’argentiere, ossia la firma dell’artefice. argento stampato: tecnica utilizzata sia per i processi di finitura, che per la deformazione plastica di un massello attraverso un’unica operazione meccanica. Di gran lunga antecedente al XIII secolo, questa tecnica anticamente veniva eseguita esclusivamente a mano e serviva per la produzione di piccole parti ornamentali come scatole, manici di coltelli, o anche fascette da applicare sulle basi e sui coperchi delle coppe. Solo nel Settecento, quando si riescono ad ottenere lastre d’argento più sottili, acciaio più duro per gli stampi e l’energia idraulica inizia a muovere le macchine, è possibile la meccanizzazione dello stampaggio a freddo. Stampi simili a quelli odierni si impiegano verso la fine del XVIII secolo e lo stampaggio su vasta scala si afferma con la rivoluzione industriale. Questa lavorazione consiste nel battere ripetutamente la lastra di metallo con un maglio meccanico, la cui testa convessa combacia perfettamente con la forma dello stampo concavo. Lo stesso disegno può essere ripetuto più volte e talvolta la superficie dello stampo viene cromata, così da ottenere l’oggetto perfettamente lucido. Una altro metodo per foggiare il metallo più sottile, prevede l’uso di una pressa a vite che viene fatta ruotare ripetutamente al fine di schiacciare la mazza battente sull’argento.

TECNICHE DI FINITURA Processi meccanici di seconda trasformazione per la finitura degli oggetti d’argento. argento brunito: con questo termine vengono comunemente indicate due operazioni che hanno risultati del tutto opposti. La prima consiste nel trattare chimicamente l’oggetto in modo da lasciare sulla superficie uno strato di ossido o solfuro metallico le cui tonalità di colore, andando dal grigio al nero, non solo rendono profondamente chiaroscurata la superficie metallica dell’argento, ma contribuiscono a dargli un aspetto vissuto. Questo trattamento, ha una funzione protettiva nei confronti degli agenti solforanti e ossidanti Nel secondo caso, invece, ci si riferisce ad una operazione meccanica di lucidatura, ottenuta mediante lo sfregamento della superficie dell’oggetto con un utensile detto brinitoio, costituito da una testa liscia, dura, arrotondata, di acciaio, agata o ematite, sagomata in modo da adattarsi perfettamente all’oggetto da lucidare. Questa operazione, rende il manufatto estremamente riflettente. argento bulinato: tecnica decorativa atta a creare sulla superficie del metallo motivi ornamentali con l’ausilio del “bulino”, un attrezzo formato da una punta metallica tagliente, con manico emisferico di legno. Esercitando con la mano una leggera pressione sul bulino poggiato sull’oggetto da decorare, si ottengono linee di diversa sottigliezza e profondità, che permettono di ottenere interessanti effetti chiaroscurali. Con questa tecnica, durante il lavoro si

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sollevano sottili trucioli di metallo che vengono successivamente asportati e, proprio per questo motivo, contrariamente a quanto avviene nella cesellatura, sul rovescio del manufatto non rimangono controimpronti. argento cesellato: tecnica di decorazione eseguita col cesello, piccolo scalpello metallico senza taglio, dalla punta arrotondata, che battuto con un martello sul fronte dell’oggetto, impronta il metallo delineando un motivo decorativo senza rilievo. Il cesello è particolarmente indicato per precisare le forme intervenendo sui contorni, segnare gli spigoli netti, evidenziare e definire la decorazione. La caratteristica di questo utensile è quella di dare vita ad un disegno con contorni dolci, morbidi, soprattutto quando la cesellatura è poco profonda. Molto spesso, soprattutto nel Seicento, con l’ausilio di piccoli ceselli detti opacizzatori, si abbinava alla decorazione un fondo puntinato, che rendeva la superficie ruvida, opaca, a buccia d’arancia. Con questo tipo di decorazione, non abbiamo asportazione di materiale e se l’oggetto è stato appoggiato su di un supporto morbido come ad esempio un letto di pece, è possibile vedere sul retro i controimpronti. argento dorato: tecnica che consiste nel depositare uno strato d’oro sul manufatto al fine di impreziosirlo o per aumentarne la resistenza alla corrosione, come nel caso della parte interna delle saliere e di altri oggetti d’uso domestico. L’oggetto dorato prende il nome di “vermeil” e le sue diverse tonalità di giallo, dipendono dall’aggiunta dei metalli che vanno a costituire la lega dell’oro utilizzato. Il rame ad esempio, è il responsabile di una luminosità tendente al rosso, il nichel provoca una luminosità più verso il bianco. Anticamente si eseguiva la doratura detta “a fuoco” o “al mercurio” che consisteva nello stendere una malgama d’oro e mercurio sull’oggetto da dorare. Il lavorato veniva poi riscaldato, in questo modo il mercurio sublimava e rimaneva solo l’oro. L’operazione veniva ripetuta più volte, fino ad ottenere lo spessore desiderato. I vapori di mercurio erano però altamente tossici e questo procedimento venne accantonato quando si scoprì il sistema della placcatura elettrolitica. Oggi la doratura a fuoco è utilizzata solo per il restauro delle dorature di opere d’arte o di preziose suppellettili sacre. argento filigranato: tecnica decorativa conosciuta fin dall’antichità, praticata sia per scopi pratici che decorativi. Attraverso l’utilizzo di sottili fili d’argento intrecciati in una forma prestabilita che normalmente è a voluta, a spirale o così da creare figure geometriche e floreali, si realizzano preziosi e delicati manufatti. I fili d’argento possono servire anche come elemento di rinforzo quando vengono applicati nei punti di contatto con le saldature di brocche, recipienti, vassoi, oppure essere utilizzati come semplice motivo ornamentale. Molto spesso si crea attraverso l’intreccio, una sorta di reticolato traforato autonomo e indipendente che viene poi inserito a camicia sulla struttura dell’oggetto. In questo caso si parla di “filigrana a giorno”. Questi fili si ottengono attraverso la riduzione del metallo mediante l’ausilio di una

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trafila o filiera, lastra inventata nel Quattrocento costituita da una serie di fori di diametro decrescente con sezione che può essere circolare, triangolare, quadrata, nei quali le barre d’argento vengono tirate, fino a quando non si ottiene lo spessore desiderato. argento inciso: tecnica atta a creare sulla superficie dell’oggetto delle decorazioni mistilinee scavate nel metallo sia per asportazione di truciolo che per attacco acido. Oltre all’incisione manuale fatta servendosi del bulino, esiste quella meccanizzata al pantografo. L’incisione al pantografo è facilmente riconoscibile in quanto le decorazioni sono quelle a linee continue e ripetitive, seguendo disegni predeterminati (zigrinature, damaschinature…). Nell’incisione per attacco acido, la superficie degli oggetti da decorare viene rivestita con uno strato di materiale acido-resistente e su di essa viene tracciato con uno stilo la raffigurazione desiderata, al fine di portare a nudo nel metallo sottostante, i tratti da scavare con l’acido nitrico. Una volta terminato l’attacco chimico che ha dissolto il metallo prezioso nei punti stabiliti, si asporta lo strato protettivo e la decorazione è realizzata. argento sbalzato: tecnica di deformazione plastica senza asportazione di truciolo, finalizzata a produrre una raffigurazione con effetto tridimensionale sul fronte di una lastra di metallo dallo spessore di almeno 6/10 di mm. La decorazione avviene mediante la modellazione in negativo, ovvero l’oggetto è lavorato dal rovescio. Se si tratta di sbalzare oggetti piani come vassoi, occorre mettere l’oggetto su di un supporto di legno o pece per poi battere con un martelletto su un punzone dalla testa arrotondata premuto contro il metallo, in modo da spingere in fuori le forme. Se necessario, si rivolta la lamina e si fanno rientrare le parti troppo sporgenti. Quando invece l’oggetto è stretto e profondo, per esempio una brocca, occorre lavorarla “a distanza”, con un lungo attrezzo dalla testa arrotondata rivolta verso l’alto. Questo viene stretto in una morsa e l’argentiere vi appoggia sopra l’oggetto che poi martella in corrispondenza della testa di ferro, muovendolo all’occorrenza, in modo che il disegno tracciato dal rovescio, risulti in rilievo sulla superficie esterna. Durante la decorazione a sbalzo, occorre fare molta attenzione in quanto l’operazione di martellatura altera l’equilibrio interno del materiale con una conseguente resistenza meccanica alla deformazione e, al fine di evitare rotture irreparabili, ci si deve fermare a ricuocere l'oggetto per ristabilire la sua naturale elasticità, senza peraltro produrre cambiamenti sulle forma già ottenute. Esiste anche una imitazione del vero sbalzo, usata per semplificare il lavoro. In questo caso, il rilievo non viene effettuato direttamente sull’oggetto, ma da quest’ultimo si ritagliano delle parti di lastra che vengono sbalzate a parte e poi risaldate all’oggetto di partenza. argento stampigliato: tecnica decorativa simile a quella dello sbalzo, finalizzata quindi a produrre una raffigurazione con effetto tridimensionale sul fronte dell’oggetto. L’effetto si ottiene battendo una lamina su una matrice generalmente di piombo, moderatamente cedevole, sulla quale è stato predisposto il motivo decorativo a

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rilievo. argento traforato: tecnica di intaglio e ritaglio di una lastra al fine di creare effetti di vuoto e di pieno secondo un tracciato ornamentale. Nell’antichità la traforatura più semplice, consisteva nel praticare una serie di fori sulla superficie del pezzo, naturalmente, questo metodo veniva utilizzato per decorare oggetti minuti. Solo nella seconda metà del Settecento viene introdotto l’uso del seghetto, chiamato “archetto da sega” , costituito da una sottilissima lama dentellata montata su di un telaio. L’argentiere fora con martello e punzone il metallo, poi introduce nel foro la lamina del seghetto, lo unisce al telaio, e procede nel lavoro di traforo. Questa operazione di intaglio di una lastra, al fine di creare effetti pieni e di vuoto secondo un tracciato ornamentale, viene detto “a giorno”. Ne esiste anche un altro tipo detto ”incamiciato” che consiste nel trattare una lastra come nel caso del traforo a giorno, per poi inserirla sull’oggetto, così da ottenere l’effetto di un merletto su fondo liscio. Infine, dopo il 1870, viene introdotta la traforatura multipla simultanea, tecnica meccanizzata con l’ausilio di presse automatiche.

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