Mercurio - Giugno / Setembre 2008

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tinuo e adesso in ancor più rapido mutamento. Il mondo sanitario più di ogni altro si trova ad affrontare novi- tà; se forse prima per esercitare la professione bastava essere laureati ed aver superato l’esame di Stato, ora è richiesta una preparazione maggiore. Quindi sin dall’univer- sità, si rende necessario auare un programma che prepari, insegni e formi quel professionista sempre meglio e sempre più padrone del farmaco, e nell’ambito della far- macia operatore d’incontro e di consiglio tra il medico e il pazien- te, in grado di poter rispondere a tuo ciò di cui il cliente ha biso- gno per la sua salute, dal semplice consiglio alla preparazione magi- strale, senza trascurare i servizi diagnostici, assistenziali anche nei rapporti con il Servizio Sanitario Nazionale. Il giornalino si esprime in 3 ru- briche: Università - per avere sempre notizie dall’Ateneo e dal mondo universitario; Scienza - indispensabile occhio vigile e aento a ciò che di più in- teressante viene studiato e scoper- to nei laboratori di tuo il mondo; Cultura - fondamentale nella formazione di un equilibrio intel- leuale, di riflessione critica e al senso di discernimento, essenziali nel metodo scientifico. Buona leura. Lorenzo Manca L ’idea di un giornale di Facoltà nasce dalla crescente necessità di noi studenti di dover comunica- re e informarsi sui fai che mag- giormente ci riguardano. Pensiamo che il giornale possa essere una finestra di conoscenza, di consapevolezza di fai, di pro- grammi e ci auguriamo un movi- mento di idee e di persone, che sap- piano tempestivamente soccorrere la nostra futura professione, prima che noi futuri laureati ci troviamo a lavorare vicino al banco frigo di qualche supermarket! Dobbiamo affrontare anche il problema che si genera tra l’essere un professioni- sta e un commerciante. Mercurio è il nome scelto: il dio greco mediatore tra l’uomo e gli dei, tra le forze degli inferi e quelle celesti, dio furbo, ritenuto perfino propiziatore della fortuna e della ricchezza. Il giornale è aperto alle idee di tui noi studenti di farmacia, e a tui coloro, corpo docente e non, che vogliano collaborare ad una migliore formazione universitaria e professionale. Ognuno di noi è necessario per la buona riuscita di questa impresa che ha importanti obieivi da raggiungere, chiedia- mo quindi a tui coloro che vo- gliono collaborare aivamente con Mercurio di meersi in contao con la Nostra Redazione all’indi- rizzo di posta eleronica: [email protected] (anche solo per l’invio di annun- N° 00 giugno-settembre 2008 Una finestra di consapevolezza Giornale della Facoltà di Farmacia di Genova Giornale della Facoltà di Farmacia di Genova ci, riguardanti l’università, come lo scambio appunti, che saranno pubblicati nella prossima uscita nella futura rubrica “Bacheca”. Siamo convinti sia giunto il mo- mento che anche la nostra Facoltà di Genova, come già altre prima di noi, debba affrontare il proble- ma dei cambiamenti avvenuti o in ao nel mondo del lavoro, predi- sponendo corsi adeguati, per non trovarsi impreparata davanti alle richieste della professione in con-

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tinuo e adesso in ancor più rapido mutamento.

Il mondo sanitario più di ogni altro si trova ad affrontare novi-tà; se forse prima per esercitare la professione bastava essere laureati ed aver superato l’esame di Stato, ora è richiesta una preparazione maggiore. Quindi sin dall’univer-sità, si rende necessario attuare un programma che prepari, insegni e formi quel professionista sempre meglio e sempre più padrone del farmaco, e nell’ambito della far-macia operatore d’incontro e di consiglio tra il medico e il pazien-te, in grado di poter rispondere a tutto ciò di cui il cliente ha biso-gno per la sua salute, dal semplice consiglio alla preparazione magi-strale, senza trascurare i servizi diagnostici, assistenziali anche nei rapporti con il Servizio Sanitario Nazionale.

Il giornalino si esprime in 3 ru-briche:

Università - per avere sempre notizie dall’Ateneo e dal mondo universitario;

Scienza - indispensabile occhio vigile e attento a ciò che di più in-teressante viene studiato e scoper-to nei laboratori di tutto il mondo;

Cultura - fondamentale nella formazione di un equilibrio intel-lettuale, di riflessione critica e al senso di discernimento, essenziali nel metodo scientifico.

Buona lettura.Lorenzo Manca

L’idea di un giornale di Facoltà nasce dalla crescente necessità

di noi studenti di dover comunica-re e informarsi sui fatti che mag-giormente ci riguardano.

Pensiamo che il giornale possa essere una finestra di conoscenza, di consapevolezza di fatti, di pro-grammi e ci auguriamo un movi-mento di idee e di persone, che sap-piano tempestivamente soccorrere la nostra futura professione, prima che noi futuri laureati ci troviamo a lavorare vicino al banco frigo di qualche supermarket! Dobbiamo affrontare anche il problema che si genera tra l’essere un professioni-sta e un commerciante.

Mercurio è il nome scelto: il dio greco mediatore tra l’uomo e gli dei, tra le forze degli inferi e quelle celesti, dio furbo, ritenuto perfino propiziatore della fortuna e della ricchezza.

Il giornale è aperto alle idee di tutti noi studenti di farmacia, e a tutti coloro, corpo docente e non, che vogliano collaborare ad una migliore formazione universitaria e professionale. Ognuno di noi è necessario per la buona riuscita di questa impresa che ha importanti obiettivi da raggiungere, chiedia-mo quindi a tutti coloro che vo-gliono collaborare attivamente con Mercurio di mettersi in contatto con la Nostra Redazione all’indi-rizzo di posta elettronica: [email protected] (anche solo per l’invio di annun-

N° 00 giugno-settembre 2008

Una finestra di consapevolezzaGiornale della Facoltà di Farmacia di GenovaGiornale della Facoltà di Farmacia di Genova

ci, riguardanti l’università, come lo scambio appunti, che saranno pubblicati nella prossima uscita nella futura rubrica “Bacheca”.

Siamo convinti sia giunto il mo-mento che anche la nostra Facoltà di Genova, come già altre prima di noi, debba affrontare il proble-ma dei cambiamenti avvenuti o in atto nel mondo del lavoro, predi-sponendo corsi adeguati, per non trovarsi impreparata davanti alle richieste della professione in con-

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MercurioNumero 002

LA REDAZIONE

Lorenzo Manca

Francesca Marsano

Giovanni Piaggio

Riccardo Giraudo

Elena Pozzo

Chiara Sabolla

Chiara Tardivelli

Laura Camandone

Pericle Nikas

Angelo Cho

Con la gentile partecipazione del Prof. Alessandro Rosina, docente di Demografia all’Università Cattolica di Milano.

Stampa Erga Via Biga 52 r - genova

UniversitàIntervista al neo eletto preside della nostra facoltà:

Alessandro Balbi

Quali sono le sue priorità, i suoi progetti per la Facoltà di Far-

macia, dall’1 novembre 2008?Lo sviluppo della Facoltà di Farmacia e la sua efficienza si misurerà dalla capacità di coniugare passato e pre-sente progettando un futuro che dovrà corrispondere ai bisogni della socie-tà e del mondo produttivo. Saranno quindi di fondamentale importanza i rapporti con gli Ordini Professionali della Liguria e del basso Piemonte, i contatti con le industrie Farmaceuti-che e con altre realtà connesse con il mondo del “farmaco”.Auspico una revisione delle modalità di erogare la didattica confrontando il nostro sviluppo dei corsi con quel-lo di alcune importanti scuole di far-macia Europee (tedesche, francesi ed inglesi), cosa che porterebbe senza dubbio ad avere studenti più prepara-ti sia alla professione del Farmacista che a quello del Chimico Farmaceu-tico nel mondo industriale.

Ritiene che gli insegnamenti tra loro siano integrati e risultino esse-re propedeutici l’uno all’altro?Mi impegnerò al coordinamento dei corsi e alla loro integrazione, liberan-do il docente dalla ripetizione di no-zioni già presenti in altre discipline, cercando di trovare modalità di inse-gnamento mirato e continuativo da un esame all’altro, dando allo studen-te gli strumenti migliori per facilitare l’apprendimento di nuove tecnolo-gie, nuovi farmaci, nuovi processi, sempre più aderenti e al passo con le esigenze del mondo del lavoro.Il contatto diretto con i problemi e gli obiettivi dell’industria farmaceutica permetterà inoltre di modernizzare i programmi della Facoltà nei settori specifici dell’industria farmaceutica (laurea in CTF).Per la laurea in Farmacia il coordi-namento con gli Ordini professionali

e il loro diretto coinvolgimento per-metterà di fornire quelle competenze necessarie al completamento della fi-gura professionale del Farmacista. Il Farmacista dovrà essere culturalmen-te preparato a svolgere un’attività pro-fessionale sempre più rivolta verso il farmaco e servizi avanzati come ad esempio quelli di diagnostica. Dovrà essere pronto e disponibile a rendere le farmacie un presidio polifunzio-nale del servizio sanitario nazionale. Proponendosi come “l’esperto del farmaco” e come tramite fra medico e paziente potrà far valere appieno tutta la sua professionalità mettendo a frutto la cultura acquisita da tutti gli insegnamenti presenti nel Corso di Laurea.

Come intende affrontare la que-stione dei 4 poli didattici?La riunione dei Dipartimenti (DIC-TFA e DISCIFAR e della sezione di Farmacologia del DIMES) che oggi sono fisicamente dislocati nei poli di Sturla e San Martino è sempre stata nell’agenda dei Presidi che mi hanno preceduto e costituisce una priorità assoluta. Gli studenti troverebbero finalmente in un’ unica struttura tutti i servizi, le aule didattiche ed i labo-ratori organizzati senza vuoti tempo-rali.

Il suo programma per l’anno avvenire?Il perfezionamento dei servizi di orientamento, il potenziamento dell’A.I.S.F., il potenziamento del tutorato didattico e dei corsi di recu-pero, il reperimento di nuove sale di lettura e la creazione di un posto di ristoro nel cortile antistante il DISCI-FAR, nel polo di San Martino, costi-tuiscono obiettivi realizzabili già dal primo anno di Presidenza.Buon lavoro! Lorenzo Manca

[email protected]

Giornale della Facoltà di Farmacia di Genova

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Mercurio Numero 00 3

Matricola... una parola che più e più volte ci ha etichettato, e ad

oggi0 ci appartiene, nella quale nuo-vamente dobbiamo per forza di cose identificarci... E anche questa volta, da buoni e vo-lenterosi novelli, ci siamo piegati a quelle0prove celebrali ma non solo, che hanno reso questo primo seme-stre un misto portentoso di fatiche e risate insieme, e che più di tutto si sono rivelate “giudici” per quella idoneità che ci avrebbe consentito di procedere in questo lungo percorso quinquennale: la facoltà di farma-cia... Essere matricole significa trovarsi in una realtà0nuova, in una realtà dove non ci sono più confini nei quali ri-conoscersi e ai quali appartenere, non esiste più la scuola, ma esiste la facoltà, non esiste più l’aula, ma il dipartimento, non si parla più di quadrimestre, ma di semestre, non ci sono più i compiti in classe, ma gli esami, non c’è più la ricreazione, ma la pausa caffè, non c’è più la classe, ma ci sono tanti gruppi e tanti co-noscenti, non c’è più l’obbligo, ma la possibilità, non c’è più il dovere ma la buona volontà... E soprattutto quando si entra all’università, per la prima volta sarà più facile e ovvio in-

contrare persone che abitano in una città diversa dalla tua, in una regione diversa dalla tua, talvolta in uno stato diverso dal tuo, piuttosto che imbat-tersi nel proprio vicino di casa . Essere matricole nella facoltà di far-macia significa ciò e altre mille cose... La prima settimana devi imparare la collocazione delle lezioni, dalla se-conda settimana devi iniziare a indi-viduare le persone che ti circondano: futuri farmacisti, futuri informatori, futuri erboristi, futuri chimici, futu-ri medici, futuri biologi... Perché in quel di san martino si vedono sfilare migliaia di camici bianchi che an-dranno0ad occupare altrettante pro-fessioni diverse. Ma quel che rende davvero unico questo primo semestre è cioè a cui prima ho alluso con il termine “col-locazione”... a quanto pare per di-ventare farmacista si deve procedere a passi lunghi e ben distesi, ma non per modo di dire, qui se non si han davvero le gambe in spalla sarà ben difficile seguire le lezioni... La prima cosa che bisogna impara-re è sapersi “scapicollare” tra il Polo Alberti e il dipartimento di matema-tica, la seconda è saper pazientare un quarto d’ora alla fermata dell’autobus per raggiungere a tempo record la le-

zione di chimica, la terza è saper re-sistere un quarto d’ora “pressati come sardine” sul 45 che porta al diparti-mento di Sturla, la quarta è riuscire a pranzare nel minor tempo possibile senza trovarsi a fisica con il bocco-ne in gola, la quinta è fare ognuna queste cose tutti i giovedì e non solo, la sesta è perseverare in ognuna di queste “incombenze” anche quando l’inverno incalza, la settima è non arrabbiarsi quando il vento piega te e l’ombrello in salita Papigliano... l’ot-tava, ma non ultima per importanza, è che proprio in ognuna di queste cir-costanza ci si trova a fare le risate più clamorose con quelle nuove persone che improvvisamente sono diventa-te compagni e amici! E ora che tutte queste cose le imparate, posso dire, forse a clamor di popolo, che ne è valsa la pena... Ma non è finita qua, perché farmacia è molto di più... farmacia è studiare l’infinitamente piccolo, per capire l’infinitamente grande, è studiare l’atomo per capire la materia, è stu-diare il mitocondrio per capire la cel-lula, è studiare la cellula per capire l’organismo, è studiare la genetica per scoprire il l’umanità, è studiare il farmaco per sconfiggere il dolore.

Elena Gallia

Notizie da un bellissimo primo anno insieme

Ad ogni lezione si ha la sensazione che la teoria e la pratica siano infinitamente distanti tra loro, e il nozionismo e l’apprendimento mnemonico siano la strada obbligata per conseguire il superamento dell’esame. Potrebbe essere

d’aiuto la verifica sull’importanza delle nozioni che si devono apprendere, con accessi ai laboratori di ricerca in forma coordinata dal professore e continuativa per lo studente, che si è distinto nel suo impegno. Questa promozione consente agli studenti più meritevoli di “abbattere” un muro di carta a volte troppo spesso. La proposta rilancia la materia di studio dando allo studente l’opportunità di veder soddisfatta la sua curiosità nella verifica delle nozioni che gli tocca studiare. Il docente in quest’occasione può far conoscere anche gli strumenti più avanzati e tecnici che bisogna saper usare e che ne-cessitano una conoscenza della loro teoria. Questo è un modo di costruire qualcosa che va al di là della pagina di testo...qualcosa che davvero accresce e arricchisce la nostra formazione professionale dando soddisfazione all’intelligenza e facilitando l’apprendimento.

Mercurio

La proposta: “The Wall”

Università

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MercurioNumero 004

L’Associazione Italiana Studenti di Farmacia

L’Associazione Italiana Studenti di Farmacia nasce dall’idea di alcuni ragazzi italiani che hanno fatto

della necessità di vivere al meglio quell’arco di tempo contraddistinto dallo studio universitario. L’Aisf è un’as-sociazione nazionale che rappresenta la maggior forza studentesca di farmacia sul territorio; essa è finalizzata alla formazione degli studenti della Facoltà di Farmacia e dei giovani laureati in Farmacia, Chimica e Tecnologia Farmaceutiche e delle lauree non Specialistiche della Fa-coltà di Farmacia. L’associazione, infatti, perseguendo i suoi obiettivi permette agli studenti di vivere in maniera più attiva la facoltà nella quale sono iscritti e soprattutto di sviluppare doti e conoscenze che, altrimenti, dovreb-bero essere frutto di un’individuale intraprendenza. L’AISF, permette ai suoi iscritti di incrementare le proprie conoscenze organizzando giornate di studio e congressi, il più importante dei quali è il Congresso Nazionale che ogni dicembre chiude l’anno di lavoro e inaugura quel-lo nuovo, su temi inerenti la formazione professionale dei laureandi in farmacia; inoltre, essendo essa in con-tatto con enti pubblici e privati del settore farmaceutico, dà la possibilità di partecipare ad importanti eventi con condizioni d’accesso vantaggiose, com’è per esempio in occasione di Cosmofarma. L’Associazione, attiva sul territorio nazionale da più di 6 anni, anche se è ancora da considerare una giovane realtà, ha raggiunto notevoli traguardi.

L’ AISF promuove:• Contatti e scambi di informazioni tra gli studenti di

Farmacia italiani ed europei • Iniziativa tendenti al miglioramento professionale de-

gli associati • Campagne d’informazione scientifiche e culturali • Colloqui di orientamento professionale, facilitando

l’inserimento nel mondo lavorativo

• Seminari, conferenze, simposi e convegni scientifici • Visite ad industrie del settore farmaceutico Il socio della sede AISF ha dunque la possibilità di acce-dere a programmi di mobilità studentesca in Europa e nel mondo, di impegnarsi per il miglioramento della società in cui opera ma soprattutto vivere un’esperienza unica ed irripetibile di aggregazione e divertimento.

L’ AISF ha rapporti con gli ordini professionali e con i più importanti Enti del pianeta Farmacia: FOFI (Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani) FederFarma (Federazione Nazionale Unitaria dei Titolari di Farmacia Italiani) SIFO (Società Italiana dei Farmacisti Ospedalieri) FeNAGIFar (Federazione Nazionale Associazione Gio-vani Farmacisti) ADF (Associazione Distributori di Farmaci) e partecipa ai più importanti congressi Nazionali ed Inter-nazionali del settore farmaceutico.Tutte queste iniziative arricchiscono il curriculum for-mativo dei soci grazie ad attestati molti dei quali validi per l’attribuzione di CREDITI FORMATIVI UNIVER-SITARI e favoriscono il miglioramento professionale del futuro farmacista.

L’AISF a Genova offre ai propri soci la possibilità di usufruire di diversi vantaggi tra cui: un aula studio con 4 tavoli munita di postazioni informatiche con collegamen-to gratuito a internet e stampante, la possibilità di usufru-ire degli appunti migliori di tutte le discipline dei 5 anni di corso, sconti e molte altre agevolazioni.

L’AISF è tante altre cose, ma è difficile descriverle o par-larne... meglio viverle.

Matteo Salomone (socio AISF Genova)

Università

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Mercurio Numero 00 5

CHE COSA è L’EPSA?

Molti studenti non sanno che cosa sia l’EPSA: l’associazione studentesca eu-ropea di farmacia. Lo abbiamo chiesto alla presidentessa dell’EPSA:

A tutti gli studenti di Farmacia:La professione del farmacista è in con-tinua crescita e sviluppo, e noi come studenti siamo il futuro della farmacia in Europa.L’EPSA (European Pharmacy Students Association), l’associazione studen-tesca europea di farmacia, rappresen-ta oltre 120000 studenti in ventinove paesi europei. Il nostro obbiettivo è lo sviluppo degli interessi e delle opinio-ni degli studenti europei di farmacia e l’incoraggiamento del contatto e la co-operazione fra di loro.

L’EPSA organizza quattro eventi prin-cipali all’anno, di cui il più importante è il congresso annuale. L’assemblea autunnale, viene pianificata con la col-laborazione dell’ESCP (European So-ciety of Clinical Pharmacists), la socie-tà europea di farmacisti clinici. Inoltre, l’EPSA organizza anche dei congressi e dei ricevimenti estivi ogni anno.Oltre ad allestire vari eventi, duran-te l’anno l’EPSA si impegna in molte altre attività. Le sue strutture includo-no sette commissioni: risorse umane, scienze farmaceutiche, formazione del-la farmacia, salute pubblica, mobilità, informazione farmaceutica e sviluppo della professione. Gli studenti possono partecipare a queste commissioni, le quali raccolgono le informazioni per la preparazione di una “policy paper”, una linea di pensiero che verrà presen-tata all’unione europea, ai nostri colla-boratori e a tutte le facoltà europee di farmacia. Inoltre, queste commissioni

sviluppano anche progetti come, corsi di formazione, campagne umanitarie, progetti di scambio fra studenti noti come TWINs e progetti di mobilità individuale (IMP, Individual Mobility Project). Come presidente dell’EPSA, vorrei in-vitare calorosamente tutti gli studenti italiani di farmacia che vogliono con-tribuire all’EPSA e ai suoi progetti, dei quali sono sicura che l’Europa ha bisogno di conoscere. Spero di vedere molti di voi all’assemblea autunnale dell’EPSA a Dubrovnik, in Croazia tra il 20 e il 25 ottobre 2008.Potete trovare molte alter informazioni nel nostro sito www.epsa-online.org e iscrivervi al nostro forum a http://epsa-online.org/phpBB3/index.php

Marisabelle BonniciPresidente dell’EPSA 2008 – 2009

Traduzione a cura di Angelo Cho

Quando gli esami fanno pauraSe l’immagine che vedete qui ripor-

tata ricorda la vostra espressione prima di dare un esame... allora siete vittima di ansia da prestazione.

Mani che sudano, cuore che batte all’im-pazzata, nodo allo stomaco... sono tutti sintomi famigliari a chi deve affrontare un esame e cade in quella che è definita ansia da prestazione.L’ansia da esame è un tipo di ansia da pre-stazione che è abbastanza diffusa tra gli studenti: essa si manifesta generalmente con la formulazione di pensieri negativi e addirittura catastrofici riguardanti l’epilo-go della prova.Questi pensieri provocano l’autoconvin-zione di non essere in grado di superare l’esame, di essere bocciato, di rimediare solo una brutta figura.Il soggetto che presenta ansia da esame fa dipendere la sua autostima da un riconosci-

vengono anche valutate le sue capacità intellettive e di ragionamento, inoltre teme che la valutazione di quel dato esame cor-risponda al giudizio personale che il pro-fessore ha dello studente stesso.Si può inoltre dimostrare che tanto più l’esame è impegnativo e il docente esigen-te, tanto maggiori sono i sintomi da ansia, per cui possiamo dire che la difficoltà di un esame e l’ansia che esso provoca in colui che lo dovrà sostenere sono direttamente proporzionali.L’ansia compare prima dell’esame, solita-mente durante la preparazione e può pro-vocare veri e propri sintomi come inson-nia, nervosismo, irritabilità, difficoltà di concentrazione, portando a vere e proprie sintomatologie psicosomatiche. Ma ci sarà pure un modo per opporsi a que-sta terribile sensazione che tiene gli stu-denti in un limbo di ossessioni e paranoie? Come primo passo è utile ridimensionare

mento esterno, in questo caso un voto.Chi soffre d’ansia da esame sente che non vengono valutate solamente le proprie co-noscenze sulla materia in questione ma

Università

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MercurioNumero 006

l’importanza dell’esame (senza esagera-re...), poi è utile cercare di gestire i pro-pri pensieri, filtrandoli in un certo senso e considerando solo quelli positivi, quindi cercare di essere ottimisti (anche qui ov-viamente senza esagerare... di certo non funziona andare ad un esame completa-mente impreparato e convincersi che il professore si limiti a chiedere solamente il numero di matricola!).Può essere utile farsi un programma di studio e studiare con compagni di corso in modo da condividere le paure e cercare di darsi sostegno reciproco. È importante che il programma di studio comprenda dei momenti da dedicare ad attività piacevoli

che permettano di “staccare la spina” e di non pensare per un po’ alla prova: qualsia-si attività va bene purché gradita come ad esempio uscire con gli amici, praticare uno sport, o semplicemente rilassarsi. Molti studenti arrivano all’esame in uno stato psicofisico disastroso. La causa? Notti pas-sate sui libri, tonnellate di caffè bevute per restare svegli, alimentazione irregolare.È importante trattarsi come un atleta prima di una gara: le prestazioni intellettuali sono influenzate dallo stato psicofisico.Sapevi che...Gregory Samanez-Larkin, un ricercato-re della Stanford University (California, Usa), è riuscito a dimostrare che l’ansia e

la capacità di pianificare scelte economi-che sono correlate. Egli ha condotto un esperimento sulla cosiddetta “ansia anti-cipatoria”. Sottoponendo i suoi studenti a risonanza magnetica mentre eseguivano un gioco di società in cui era chiesto loro di si-mulare investimenti finanziari, lo studioso ha scoperto che i soggetti con livelli ele-vati di ansia anticipatoria, correlata all’at-tivazione dell’area del cervello chiamata “insula anteriore”, hanno migliori capacità nella previsione dei rischi connessi a scelte di investimento sbagliate.Per cui se l’ansia da esame proprio non passa si può sempre sfruttare... per fare i consulenti finanziari!!!

Francesca Marsano

Il “degiovanimento” italianoQuando in una popolazione aumenta il

peso delle nuove generazioni si par-la di “ringiovanimento”. Nel caso di un processo opposto, nel quale la consistenza delle nuove generazioni si riduce, si par-la di “invecchiamento”. Tale termine però porta a concentrare più l’attenzione sulla crescita della popolazione anziana e delle sue implicazioni, e meno invece sulla ri-duzione della popolazione giovanile. Il confronto tra Italia e Francia può essere illuminante in questo senso. La longevità nei due paesi è molto simile: del tutto com-parabili sono i livelli dell’aspettativa me-dia di vita. Analogo è anche l’ammontare della popolazione. La differenza sta tutta nella parte bassa della piramide delle età. Negli ultimi venticinque anni la fecondi-tà francese si è mantenuta attorno a valori poco inferiori ai due figli per donna, soglia che rappresenta il livello di equilibrio nel rapporto generazionale. Nello stesso pe-riodo l’Italia è diventata uno dei paesi con più cronica denatalità al mondo. La con-seguenza è che ora rispetto alla Francia contiamo oltre quattro milioni e mezzo di under 25 in meno, siamo inoltre quelli in Europa con peso più basso di tale fascia d’età sul totale della popolazione (gli unici scesi sotto quota 25%. Quello del declino demografico dei gio-vani è un fenomeno del tutto inedito e del quale il nostro paese è una della punte più avanzate. Un processo che, per analogia con quello della denatalità e per contrap-posizione a quello del ringiovanimento, potremmo chiamare “degiovanimento”. Il rischio è che al degiovanimento demogra-

fico corrisponda anche un degiovanimento sociale, vale a dire una perdita generalizza-ta di peso e di importanza dei giovani.La teoria economica dice che se un bene diventa più raro tende a diventare di con-seguenza anche più prezioso, aumenta di valore e viene più ricercato. Stranamente ciò non accade in Italia per il bene “giova-ni”. I giovani italiani, rispetto ai coetanei europei, contano meno non solo dal punto di vista demografico, ma anche da quello sociale, economico e politico (1). Siamo infatti il paese che nel complesso risulta più squilibrato nei rapporti tra generazio-ni. C’è, in primis, lo squilibrio nei rapporti quantitativi, che corrisponde anche ad un più ridotto peso elettorale per le nuove generazioni. Ma esiste anche un deficit di presenza dei giovani nella classe dirigen-te. La maggiore gerontocrazia del mondo politico di cui soffre il nostro paese è inol-tre accentuata da barriere anagrafiche di ingresso nel Parlamento che difficilmente trovano paragoni negli altri paesi occiden-tali (2). L’occupazione giovanile under 25 è poi tra le più basse (la Spagna negli ul-timi dieci anni ci ha superati) e la disoc-cupazione tra le più elevate. Per chi poi trova lavoro, come dimostrano i dati Istat e della Banca d’Italia, i salari risultano par-ticolarmente bassi ed il divario con quelli dei cinquantenni si è ampliato. Sbilanciato a favore delle generazioni più vecchie è anche la spesa sociale. In tutti gli altri pa-esi dell’area euro le pensioni incidono per meno della metà della spesa per protezione sociale, noi invece superiamo il 60%. Se si scorporano le pensioni spendiamo un terzo

in meno per tutte le altre voci rispetto alla media europea. La questione pensionistica è un ulteriore elemento di iniquità nel rap-porto tra le generazioni: come è stato da molti sottolineato, le riforme previdenzia-li hanno addossato la gran parte dei costi dell’invecchiamento sulle nuove genera-zioni. E, dulcis in fundo, la più odiosa delle iniquità nei rapporti intergenerazionali: il debito pubblico. Nel 2007 l’indebitamen-to italiano è stato l’unico dell’area euro a trovarsi sopra il Pil, mentre in tutti gli altri grandi paesi europei non oltrepassa il 65%. Un debito formato dalle generazioni più vecchie per salvaguardare il proprio benes-sere e che ora brucia risorse che potrebbero essere destinate a rendere meno squilibrata la spesa per protezione sociale verso le ge-nerazioni più giovani. La spirale del “degiovanimento” penaliz-za lo sviluppo e la crescita. Per mantene-re competitivo il Paese, alla diminuzione quantitativa delle nuove generazioni si deve rispondere con un aumento qualita-tivo. La strada è semplice, si deve inver-tire completamente la rotta. Ovvero, fare quello che sinora non si è fatto: investire in formazione, in opportunità occupazionali e in protezione sociale. Ma poi, soprattut-to, premiare i migliori. L’Italia dei pros-simi decenni sarà meno peggio di quella presente solo se avremo figli mediamente più bravi dei padri e consentiremo ai più capaci di arrivare ai posti più importanti e prestigiosi.

Alessandro RosinaProfessore associato di Demografia

all’Università Cattolica S.C., Milano

Università

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Mercurio Numero 00 7

Il sistema università si aggiorna... noi?La farmacia sta cambiando e profonda-

mente. I motivi sono vari e collegati tra loro: riforma normativa, pressioni tecnolo-giche, nuovi atteggiamenti culturali. C’è chi parla addirittura di “rivoluzione coper-nicana del sistema”;sicuramente il quadro delle dinamiche e dei problemi è in piena evoluzione e solo chi avra’ gli strumenti e le conoscenze giuste per gestire il cambia-mento ed elaborare nuovi metodi di lavoro potrà farcela.Alcuni atenei stranieri hanno sviluppato nuovi corsi; i programmi dell’università di Atene propongono “Biofarmaceutica, “Ra-diochimica farmaceutica”, “Fitoterapia”, ”Omeopatia”, “Farmacoeconomia”, oltre ad una particolare distribuzione dei corsi (37 corsi obbligatori+11 a scelta). Com’è evidente, le nozioni acquisite in piani di studi comprendenti queste materie,portano il”neofarmacista”ad una preparazione su scala più ampia e ad una maggiore apertura verso “il nuovo”. L’Università della California, San Franci-sco, ha sviluppato maggiormente il ramo della ricerca, a scapito della preparazione dei futuri farmacisti; vi è una ricca e diver-sificata miscela di scienziati e medici che include esperti di bioingegneria, biologia chimica, proteomica, farmacogenetica, HIV/AIDS, gestione del dolore, malattie infettive e politica sanitaria. L’Ateneo di Londra, al contrario, mira

ad aumentare la preparazione dei farma-cisti neolaureati con corsi post-laurea: il“Diploma in farmacia pratica” si con-segue seguendo un corso part time il cui obiettivo principale è di dotare gli opera-tori delle competenze e conoscenze di cui hanno bisogno per fornire assistenza far-maceutica in una clinica. L’Italia, a causa della mancanza di fondi, resta indietro nella ricerca. Alcuni atenei però stanno iniziando a sviluppare nuove strategie per far fronte ai cambiamenti in corso: di fronte alla liberalizzazione dei farmaci, Università di Pisa ha lanciato un master di secondo livello con lo scopo di mettere il farmacista in grado di intervenire sul mercato con le giuste capacità critiche e manageriali, indispensabili per competere con le grandi multinazionali. Fondamen-tale è il miglioramento dell’approccio con i consumatori e, parallelamente, perché il cittadino continui ad identificare la farma-cia come punto di riferimento per la tutela della sua salute, egli deve riuscire ad au-mentare l’integrazione con il sistema sani-tario nazionale.L’Università di Bologna mira a sviluppare anche le capacità informatiche e linguisti-che dei suoi laureandi.L’Università di Genova ha sviluppato nuo-vi corsi a scelta molto particolari come “Banche dati di interesse farmaceutico”, “Fitodermatiti”, “Micologia medica”,

“Fondamenti di chimica nucleare”, “Far-macovigilanza”, “Fitovigilanza”, “Proteine ricombinanti di interesse terapeutico”, con lo scopo di preparare gli studenti alle nuo-ve tecnologie e ai nuovi campi di ricerca.Il neolaureato può seguire varie strade: può essere assunto all’interno di centri commerciali come “farmacista da banco”, in una farmacia, in una Azienda Sanita-ria Locale (ASL), puo’ restare all’interno dell’ambiente universitario come ricerca-tore, oppure puo’ dedicarsi a corsi e ma-ster post laurea. L’attività del farmacista a contatto diretto col pubblico è ben diversa dall’attività ospedaliera: il farmacista ospe-daliero deve rendere disponibili tutte le in-formazioni di competenza, atte a garantire la sicurezza ed appropriatezza d’impiego dei farmaci e ad effettuare le opportune va-lutazioni farmaco-economiche e farmaco-epidemiologiche; il farmacista “pubblico” deve essere in grado di fornire consigli, fare semplici diagnosi e curare la salute dell’individuo parallelamente al medico di fiducia del paziente.Guardare al fututo però non deve implicare la perdita dei vecchi principi: molte Uni-versità tengono in vita corsi sulla storia della farmacia e sulla evoluzione di questa nel corso dei secoli; la maggior parte delle conoscenze acquisite nel corso dei secoli sono ancora oggi pietre miliari nella ricer-ca e nell’attività dei farmaci.

Chiara Tardivelli e Pericle Nikas

Storia della nostra facoltàIntroduzionePrima che possiate iniziare a leggere l’ar-ticolo qui di seguito riportato, mi sento in dovere di ringraziare voi tutti e in particola-re Lorenzo per avermi dato la possibilità di aderire alla prima stesura di questo giorna-lino di facoltà.Una “piccola goccia nel mare” ecco come lo definirei, una goccia che spero possa ap-passionare e coinvolgere sempre di più gli studenti e gli illustrissimi professori alle te-matiche riguardanti: cultura, scienza e “sco-perte” (da noi trattate) e a passato, presente e futuro dell’università italiana e in partico-lare di quella genovese.In questo primo articolo a noi dedicato, ho pensato di occuparmi facendo qualche breve accenno, alla storia dell’Università italiana e a quella genovese, trattando in particolare

il susseguirsi di eventi che hanno portato alla fondazione del nostro dipartimento far-maceutico.Prima di poter continuare la stesura mi è sembrato doveroso proporre la definizione della parola “università”, infatti secondo l’enciclopedia il termine “Università” (dal latino universitas, -atis) è un’istituzione co-stituita da un gruppo di strutture scientifi-che finalizzate alla didattica e alla ricerca. Le università attribuiscono dei titoli acca-demici che si conseguono a séguito di corsi cui si accede dopo aver terminato gli studi secondari.Le università presenti in Italia sono all’in-circa un centinaio e sono presenti su tutto il territorio dalla valle d’Aosta alla Sicilia ma il primato di università più antica è spettato all’emerito ateneo bolognese che è in gra-

do di vantarne anche il primato nel mondo occidentale; infatti la sua fondazione risale al 1088, anno scelto convenzionalmente nell’Ottocento da un comitato di storici guidato da Giosue Carducci per festeggiar-ne l’ottocentesimo anniversario.Tra i molti centri accademici creatisi tra il 1088 e il 1924 sono sorti prima “scuole” di indirizzo farmaceutico che poi si sono evolute in istituti aventi un indirizzo uni-tario di Medicina e Farmacia con un Corso di Laurea in Farmacia di due anni, fino al distaccamento dell’indirizzo farmaceutico da quello medico dando così origine ad un vero e proprio indirizzo di studi indipen-dente.Il distaccamento avvenuto intorno ai primi anni del XIX sec. ha comportato la nascita della Facoltà di Farmacia con la possibilità

Università

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MercurioNumero 008

di poter conferire il “Diploma in Farmacia”. Il corso prevedeva la durata di quattro anni, tre anni di studi universitari e un anno di pratica professionale.Oltre a questo diploma nel XX sec. la Facol-tà di Farmacia evolutasi, iniziò a conferire la laurea in “Farmacia” dopo quattro anni di studi universitari e un anno di pratica pro-fessionale.Nel febbraio 1971, infine, il Decreto del Presidente della Repubblica n. 293 fondò un secondo corso di laurea nella Facoltà di Far-macia che prese il nome di “Chimica e Tec-nologia Farmaceutiche” in seguito furono inoltre creati 2 corsi triennali detti: “tecni-che erboristiche” e “informatore scientifico sul farmaco”.

Università di GenovaA Genova, le origini dell’Università sono da ricercare in ambito “clericale”infatti dal 1307 al 1773 l’istruzione superiore fu domi-nata dai padri gesuiti.Il loro controllo finì proprio nel 1773 con la soppressione della compagnia di Gesù e il passaggio del controllo sull’università in favore del Senato della Repubblica di Ge-nova con potere di nomina di professori e maestri.Nel 1777, un lascito consentì di fondare una cattedra e un gabinetto di chimica che venne affidata a Guglielmo Batt, il quale iniziò a lavorare per la costituzione di un orto bota-nico sulla collina alle spalle del Palazzo uni-versitario. Successivamente la deputazione ritenne di dover introdurre insegnamenti di tipo pratico- sperimentale.Con la costituzione dell’Impero francese, la Repubblica genovese venne assorbita, gli studi superiori furono suddivisi nelle scuole speciali di diritto, medicina, scienze fisiche e matematiche, scienze commerciali, lingua e letteratura, e farmacia.Nel 1862, la legge Matteucci attribuì a Ge-nova la qualifica di Università di secondo livello. Venne annessa al primo livello nel 1885 e, con l’entrata in vigore della legge Giovanni Gentile nel 1923, confermata defi-nitivamente come facoltà a tutti gli effetti.La Facoltà di farmacia a GenovaL’arte del farmacista nella nostra città ha davvero nascita molto lontana.Infatti già intorno al 1300 i cosiddetti “spe-ziali” sono dapprima presenti all’interno delle mura cittadine e in secondo luogo sono uniti in una sola corporazione coi droghieri e confettieri.L’arte degli speziali è sempre stata tenuta in molta considerazione nella nostra città.È proprio in questi anni che la figura del-

lo “speziale” inizia a delinearsi sempre di più,quindi si rende opportuno la creazione di norme in grado di autorizzare gli indi-vidui interessati all’esercizio della profes-sione.Si crea quindi un ordinamento in cui si tro-vano i dati relativi alla burocrazia riguar-dante il come diventare speziale e i “primi” elementi relativi all’arte farmaceutica.L’ordinamento in questione sostiene nei primi punti che l’arte deve essere insegna-ta soltanto ai nativi di Genova e delle tre provincie, che il candidato avente un’età compresa tra i 10 e i 20 anni si deve iscri-vere (dopo aver ottenuto il consenso dai Consoli e dai Consiglieri della Corpo-razione) in qualità di garzone presso un Maestro già matricolato impegnandosi a rimanervi per otto anni se di età inferio-re ai 14 anni e compiuto poi il periodo di tirocinio il candidato deve essere esami-nato dai Consoli, con il riconoscimento dell’idonetà attraverso un esame pratico che viene effettuato.Il tutto ha fine poi con il cosiddetto “Giu-ramento di obbedienza”,con cui il nuovospeziale può esercitare a suo piacimento la sua professione, purchè avvenga in una sede distante dieci case da quella del Mae-stro presso il quale è stato garzone.Nel 1518 si ha la fondazione della “log-gia farmaceutica”che porta a 12 anni l’età minima per essere ammessi ad apprendere l’arte con l’obbligo di permanenza di otto anni.Nel 1558 si ha l’indignazione di alcuni speziali per la vendita di infusi,pillole etc. all’interno di esercizi che non sono spezie-rie.Nel 1617 proprio nello stesso anno gli “speziali farmacisti” si costituiscono in un collegio che prende il nome di “Magnifi-ca Università”con l’emanazione di questo organo si vuole quindi sottolineare che il lavoro dello “speziale” è un lavoro esclu-sivamente rivolto alla preparazione del farmaco.Da ciò sono state poi proposte nuove mo-difiche all’ordinamento per ottenere l’abi-litazione all’esercizio della professione quindi,l’età reale diventa compresa tra i 14 e i 18 anni i giovani devono essere adepti della loggia,Il tirocinio deve avere una du-rata pari a sette anni ma,i figli dei maestri non hanno bisogno di prenderla, purchè facciano tirocinio nella farmacia paterna.Negli stessi anni i giovani farmacisti ini-ziano a sentire l’esigenza di approfondire gli studi di tipo chimico e quindi nel 1787 viene adottata una farmacopea per cui in

tutte le farmacie diventa uniforme la com-posizione e la qualità dei medicamenti.Negli stessi anni viene quindi fondata una scuola di chimica sotto il patrocinio del professor Batt, dove Mojon ottiene la cat-tedra di chimica farmaceutica.Nel 1788 si inizia a creare un vero lega-me tra la pratica eseguita in negozio e la teoria,infatti l’aspirante farmacista è obbli-gato a frequentare negli ultimi 4 anni del proprio settennio di pratica le lezioni uni-versitarie.Da qui in poi l’ateneo genovese inizia sem-pre di più a delineare il suo aspetto odierno.Dal 1800 ad oggi si è avuto un susseguir-si di audaci professori che con grinta sono stati in grado di trasmettere il loro amore per la chimica, in particolare di Chimica Farmaceutica:- il valido professor Moyon (ricordato tutt’oggi insieme ad altri professori di “alta” stima sulla lapide di marmo posta all’entra-ta, esattamente sopra la testa del “portiere di turno” del dipartimento di scienze farma-ceutiche).- Giovan Battista Canobbio (si divide l’in-segnamento di chimica generale da quello di farmaceutica).- Giovanni Nepomuceno Gardella succede a Canobbio, sotto la sua direzione il labo-ratorio di chimica farmaceutica assume carattere di maggiore specificità per l’inse-gnamento.- Professor Zuco. Con questo docente ha inizio quella che possiamo definire la fase moderna della chimica farmaceutica dell’Ateneo genovese. Il professor Zuco riorganizza il laboratorio ed istituisce un regolare corso.- Luigi Marino- Marco Betti (1923-1926)- Vincenzo Paolini- Luigi Colomba (1926-1927)- Guido Cusmano (dal 1932 - anche preside)- Professor GandiniFino agli odierni professori di chimica farmaceutica come il professor Francesco Bondavalli, il professore Balbi, la professo-ressa Luisa Mosti e il professore Ranise.La sede del dipartimento di chimica far-maceutica dal 1929 si trova presso una struttura sita nel quartiere di San Martino e insieme al dipartimento di Chimica e Tec-nologie Alimentari presente nel quartiere di Sturla fanno parte della facoltà di Farmacia di Genova.

Riccardo Giraudo

Università

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Mercurio Numero 00 9

Notizie dal CSB di Farmacia "P. Schenone"INFORMAZIONI GENERALI • Indirizzo: viale Benedetto XV, 3 (I piano) - C.A.P 16132• Telefono direzione: 010-3538375 • Telefono amministrazione: 010-3538337 • Telefono sala lettura/prestito: 010-3538327 • Fax: 010-3538358• E-mail: [email protected]• Posti in sala lettura: 45

Notizie dal CSB di Farmacia- Ampliamento orario per l’erogazione dei serviziGrazie alla collaborazione degli studenti ai sensi dell’art. 13 L. 390/91L’erogazione dei servizi fino al 15 luglio 2008 avverrà con il seguente orario:mattino. LU-VE dalle ore 9: alle ore 12:30pomeriggio LU-GIO dalle ore 14: alle ore 17:30

- Postazioni informaticheSono attive n. 7 postazioni informatiche (internet) tutorateSono in progress i lavori per 4 postazioni informatiche per l’utilizzo di computer personaliPer agosto 2008 è prevista l’attivazione wireless.

- Nuove acquisizionilibri di didattica e didattica avanzata del CSB di Farmacia a disposizione per consultazione e prestito, le copie sono presenti nel catalogo d’Ateneo (Aleph) consultabile via internet.

Titolo

Robbins e Cotran, le basi patologiche delle ma-lattieStructural identification of organic compounds with spectroscopic techniquesBiologia molecolare della cellulaPharmaceutical practiceMartin’s physical pharmacy and pharmaceutical sciencesIl manuale del fitopreparatoreBiologia cellulare e molecolareL’essenziale di biologia molecolare della cellulaGuida ragionata allo svolgimento di esercizi di chimica organicaFisiologia: molecole, cellule e sistemiManuale dell’erboristaManuale dell’erboristaAnalisi farmaceuticaElementi di chimica fisicaIstituzioni di patologia generalePatologia: fondamenti clinicopatologici in me-dicinaDesign of controlled release drug delivery sy-stemsBiologiaAdvanced organic chemistry(part A: structure and mechanism; part B: reac-tion and synthesis)

Autore

Kumar

Ning

AlbertsWinfield

Sinko

PelleKarp

Alberts

D’Auria

D’AngeloMorelliMorelli

WatsonAtkins

DianzaniRubin

Li

Solomon

Carey

Anno-Edizione

2006 - 7 ed.(in 2 volumi)

2005

2004 - 4 ed.2004 - 3 ed.

2006 - 5 ed.

19982008 – 3 ed.2005 – 2 ed.

2007

2006 (in 2 volumi)200520052003

2007 – 3 ed.2004 – 4 ed.

2006

2006

2006 – 4 ed.

2007 – 5 ed.

N. copie

1

1

11

1

21

1

3122111

1

1

1

2

Proposti da:

Pronzato

Lucchesini

Quarto

Caviglioli

Caviglioli

VazzanaQuarto

Quarto

PocciPalmeroVazzanaVazzanaBrunoCiraficiPronzato

Pronzato

Caviglioli

Quarto

Boido

Università#

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MercurioNumero 0010

Il questionario è indirizzato agli utenti della sala studio/consultazione/ prestito del CSB di Farmacia. Serve a raccogliere la valutazione complessiva sui servizi erogati.Il questionario è anonimo. La compilazione ci aiuterà a migliorare l’organizzazione dei servizi offerti.I questionari vanno consegnati al bancone dell’aula studio del Discifar.

Università degli Studi di GenovaCSB “P. Schenone”

Centro Servizi Bibliotecaridella Facoltà di Farmacia (CSB FAR)

V.le Benedetto XV, 3I –16132 Genova (Italy)

Tel.: (+ 39) 010 353. 8375Fax : (+ 39) 010 353.8358

mailto:[email protected]

1. FACOLTÀ ______________________________________________________

2. LAUREA (3 anni) ________________________________________________

3. LAURA SPECIALISTICA (2 anni) __________________________________

LAUREA SPECIALISTICA A CICLO UNICO (5 anni) _____________________

Studente qDottorando qStudente Erasmus q

SERVIZIO UTILIZZATO scarso insufficiente sufficiente buono ottimo

1 Sala studio (adeguatezza orario di apertura) 2 Consultazione 3 Prestito 4 Rinnovi e prenotazionio 5 Prestito interbibliotecario 6 Fornitura di Documenti 7 Servizio di Reference 8 Servizio fotocopie 9 Postazioni informatiche CSB 10 Postazioni informatiche PC propri 11 Richiesta “desiderata” dei libri 12 Pulizia e confort dei locali Giudizio complessivo

Suggerimenti: _______________________________________________________________________________

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Università#

Indica i 5 servizi ritenuti più importanti scrivendo il numero relativo.

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Mercurio Numero 00 11Scienza

Forse vi sembrerà assurdo che un corpo umano riprenda vita dal nulla come

quello di Frankestein... tuttavia, non vi do-vrà sembrare assurdo che in un laboratorio sia possibile in un futuro ricreare un cuore vivo e pronto per essere trapiantato.La possibilità di creare in laboratorio un cuore vero, pulsante, fatto di cellule che vivono, proprio come quelle presenti nel nostro organismo, oggi non è più solo una fantasia da film di fantascienza, ma è dav-vero possibile grazie all’equipe di Doris Taylor, direttrice del Center for Cardiova-sculary repair, dell’Università del Minne-sota.Il fattore che, fino a questo mo-mento, aveva fatto da sbarramento alla ricerca sulla rigenerazione del cuore era la sua struttura tridimen-sionale così tanto complessa.Dorys Taylor ebbe l’illuminazione tre anni fa quando ricordò che per trapiantare valvole suine nell’uo-mo in sostituzione di quelle difet-tose o danneggiate, era necessario, per evitare il rigetto, privarle della parte cellulare e conservarne la matrice extracellulare (processo definito decellulatizzazione). Così Doris Taylor pensò che con lo stesso principio si sarebbe potuto prelevare il cuore da un donatore di organi, togliere la componente cellulare e ricolonizzarlo con le cellule del ricevente.I Ricercatori dell’University of Minnesota hanno lavorato a questo progetto per tre anni: la prima sperimentazione è stata ese-guita su un cuore di ratto; in seguito al pro-cesso di decellularizzazione hanno notato che il cuore da rosso era diventato bianco e immobile, poi hanno prelevato delle cellu-le dal rivestimento delle arterie coronarie di ratti neonati e hanno immerso il cuore in un terreno di coltura.Il cuore è tuttavia un organo complesso e con un organizzazione straordinaria: le

cellule cardiache, o cellule pace maker sono un tipo di cellule che non lavorano autonomamente ma cooperano, addirittu-ra basta che i citoplasmi interni di queste cellule vengano in contatto perché esse si contraggano in modo armonico.I ricercatori hanno quindi stimolato elet-tricamente questi cuori e hanno fatto flu-ire sangue per 10 giorni al loro interno: 4 giorni dopo la semina delle cellule è com-parsa la prima contrazione e dopo 8 giorni i cuori erano in grado di pompare sangue. A questo punto i ricercatori dell’equipe di Doris Taylor hanno prelevato una sezione

di questo cuore “maturo” e sono rimasti strabiliati dal fatto che le cellule erano lì come erano prima e sembravano sapesse-ro comportarsi proprio come vere cellule cardiache. Le cellule si erano riorganiz-zate nella parete del cuore, quelle che do-vevano formare i vasi sanguigni si erano spostate dove c’erano i vasi e li avevano ritappezzati mentre quelle che dovevano formare il muscolo si erano disposte sulla parete del cuore.Questo è davvero sorprendente e dimo-stra quante informazioni fondamentali contiene la matrice extracellulare.

L’ultimo passo è stato quello di trapianta-re i cuori neo sintetizzati nell’addome di altri topi che non hanno affatto rigettato l’organo, anzi hanno ricreato un sistema di vasi sanguigni in grado di far riaffluire il sangue in questo cuore nuovo.Per il trapianto nell’uomo ci sono ancora diverse difficoltà: infatti per ripopolare gli organi è stato necessario iniettare 50-70 milioni di cellule ognuno, estratte da un centinaio di cuori e nell’uomo questo non sarebbe possibile e comunque sussistereb-be il problema del rigetto.Tuttavia Neal D. Epstein del Laboratoty

of Molecular Cardiology del Natio-nal Institute of Health di Bethesda (USA) ha dimostrato che il muscolo scheletrico di diversi animali adulti contiene tipi di cellule che possono essere trasformati in cardiociti. Sa-rebbe quindi teoricamente possibile prelevare le cellule dal muscolo del paziente, moltiplicarle e trasfor-marle in cardiociti da utilizzare per ricolonizzare l’organo senza peri-colo di rigetto.Questa importante innovazione potrebbe portare all’archiviazione dei trapianti, in effetti oggi la do-manda di cuori da trapiantare non trova risposte sufficienti: i cuori disponibili per trapianto sono cir-

ca un terzo di quelli richiesti e una volta trapiantati richiedono immunosoppressori per impedire che vengano rigettati mentre il cuore artificiale non richiederebbe la te-rapia immunosoppressivaI ricercatori ipotizzano che con lo stesso principio si possano creare anche altri orga-ni come il fegato, il pancreas e i polmoni: sarebbe quindi un grande passo nel campo della medicina che potrebbe cambiare le sor-ti di numerosi pazienti costretti ad aspettare anche diversi anni un trapianto.

Francesca Marsano

1.cuore morto prelevato da cadavere2.-3. Cuore decellularizzato4.5 Ricolonizzazione da parte delle cellule iniettate

Un cuore nuovo direttamente dal laboratorio

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MercurioNumero 0012

Novità sul cervello: scoperto il segreto del “gioco di squadra” fra donne

I ricercatori della Emory University di Atlanta, in Georgia, hanno indagato sulle cause che fanno scattare nel cervello

umano il meccanismo “del gioco di squadra”.Gli studiosi, esaminate 36 donne impiegate in un gioco di ruolo, hanno scoperto che nel cervello, almeno in quello femminile, l’esigenza della ricompensa fa scattare il mecca-nismo di collaborazione con gli altri.Durante un gioco ‘Il dilemma del prigioniero’ a cui sono sta-te sottoposte le donne, ogni partecipante poteva liberamente scegliere se collaborare con una partner o combatterla. An-che se in base alla logica del gioco, la scelta piu’ vantaggiosa sarebbe stata la seconda, la maggior parte delle giocatrici ha preferito allearsi e collaborare con le avversarie. Dalla riso-nanza magnetica, è risultato che nel cervello di chi sceglie il

gioco di squadra si attivano in modo significativo le regioni associate alla ricompensa. a cura della redazione

fonte: RAI NEWS 24 © 2007

Due ricercatori dell’Università di Firenze scoprono un enzima attivo senza struttura regolare

Il loro lavoro sulla struttura degli enzimi segnalato dalla prestigiosa rivista scientifica internazionale “Science”

La prestigiosa rivista scientifica interna-

zionale “Science” dedica una segnalazione, nel nu-mero di questa settimana, ad una ricerca firmata da un gruppo di ricewrcatori dell’Università di Firenze. Si tratta di uno studio con-dotto prevalentemente da due ricercatori trenten-ni Francesco Bemporad, dottore di ricerca, e Fabrizio Chi-ti, docente di Biochimica dell’ate-neo, in collegamento con un gruppo dell’Università di Cambridge, guida-to da Michele Vendruscolo: già pub-blicato sulla rivista EMBO Journal è ora ripreso da un commento nella ru-brica “Editor’s choice” di Science.Al centro dello studio, la scoperta

di un enzima in grado di “funzionare” anche se do-tato di una struttura non regolare: con questo risul-tato sarà possibile ora in-vestigare più nei dettagli il rapporto struttura-fun-zione degli enzimi e delle proteine in generale.“Gli enzimi sono ma-cromolecole complesse necessarie a determinati

processi biologici nel nostro organi-smo - spiega Fabrizio Chiti - Tutto il metabolismo del nostro organismo, per esempio, è affidato agli enzimi. Se noi consumiamo carboidrati, gras-si o proteine per ricavare energia uti-le per l’attività fisica e per processi biologici basali come la contrazione del muscolo cardiaco o il funziona-

mento del cervello è grazie agli en-zimi”.Un enzima è generalmente una pro-teina dotata di una struttura tridimen-sionale complessa, detta struttura na-tiva: per funzionare da catalizzatore biologico, ha bisogno di acquisire e mantenere quella determinata strut-tura. “La nostra ricerca - aggiunge Chiti - ha messo in evidenza una struttura tridimensionale di un enzima parzial-mente simile a quella nativa, in cui però la regione dell’enzima in grado di effettuare catalisi è strutturalmente disordinata: questo studio ha, perciò, implicazioni rilevanti per la com-prensione del processo di catalisi en-zimatica in condizioni fisiologiche”.

a cura della redazione

Scienza

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Mercurio Numero 00 13

Tè verde e tè nero pro-vengono dalla stessa

pianta: la camelia sinen-sis (famiglia delle thea-cee). La parte utilizzata è costituita dalle foglie, che nel tè nero dopo es-sere state raccolte, sono scaldate all’aria per un giorno, arrotolate e fat-te fermentare in luoghi umidi. Questo processo provoca però la perdita di gran parte dei principi attivi, i quali possono invece essere mantenuti nel tè verde, in quanto le stesse foglie, appena raccolte, vengono lavate a vapore e subito secca-te per impedirne la fermentazione.Nonostante in Occidente il tè nero sia più apprezzato per il sapore, quello di più elevata qualità è il tè verde, poiché contiene componenti attivi e saluta-ri, quali: polifenoli (epigallocatechina gallato, catechina, flavonoidi, tannini), caffeina, teobromina, teofillina, saponi-ne, minerali e vitamine (in bassa per-centuale).L’interesse degli oncologi e dei ri-cercatori per questa antica bevanda è

Benefici del tècresciuto a dismisura, consi-derando anche il “paradosso nipponico”: tra i giapponesi, infatti, pur essendo tra i più grandi fumatori al mondo, si è riscontrata una minore inci-denza di tumore al polmone.Inoltre come emerso da nu-merose ricerche, il tè verde può prevenire il tumore alla

mammella, all’esofago, alla prostata e il melanoma. Ad esempio la Divisio-ne di Epidemiologia Nutrizionale del Karolinska Institute di Stoccolma ha effettuato studi su 61057 donne, di età compresa tra i 40 e i 76 anni, dimostrando che il consumo abituale di tè diminuisce l’insorgenza di cancro alle ovaie.L’azione antiproliferativa, che blocca o rallenta la tra-sformazione delle cellule sane in tumori è dovuta al polifenolo EGCG.I polifenoli sono inoltre inibitori della perossidazione lipidica mitocondriale, combattendo così i radicali liberi, re-

sponsabili della degenerazione cellu-lare.Altri effetti benefici sono dati dai tanni-ni, che esercitano un’azione antinfiam-matoria e antibatterica nei confronti delle mucose gastrointestinali.Le catechine, invece, possono miglio-rare la flora batterica intestinale, au-mentare la velocità del metabolismo dei grassi e sono ipotensivi, poiché limita-no l’attività dell’enzima che catalizza la formazione dell’angiotensina 2.Altre sostanze chimiche contenute nel tè sono: le saponine, che si legano al

colesterolo per impedirgli di entrare nel flusso sangui-gno, riducendo la quantità di grassi; la caffeina, che contribuisce anch’essa a bruciare i grassi, è diureti-ca e stimolante del SNC, la teobromina e la teofillina. Queste ultime due possie-dono proprietà cardiotoni-che, spasmodiche e diureti-

che, ma la loro concentrazione nel tè è in genere modesta.

Elena Pozzo e Chiara Sabolla

Washington (Reuters) - Un com-puter è stato "addestrato" a

leggere nella mente di persone che pensano a parole specifiche sulla base di "fotografie" del loro cervello.Ad annunciarlo alcuni ricercatori in uno studio pubblicato sulla rivista Science, che sperano possa favorire una migliore comprensione di come e dove il cervello immagazzina le in-formazioni.Secondo Tom Mitchell del Machine Learning Department della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, che ha coordinato lo studio, la scoperta potrebbe portare a migliori cure per i disordini linguistici e le difficoltà di apprendimento."La domanda a cui stiamo cercando di rispondere è quella che ci facciamo

States, realizzato computer che legge nel pensieroda secoli: in che modo il cervello or-ganizza la conoscenza?", ha spiegato Mitchell in un'intervista telefonica.Il team di scienziati ha utilizzato la risonanza magnetica funzionale per fotografare il cervello in presa diret-ta.Innanzitutto il computer è stato "tara-to" sulla base delle risonanze di nove volontari che hanno pensato a 58 pa-role diverse."Abbiamo dato istruzioni alle perso-ne dicendo loro “Vi mostreremo del-le parole e quando le vedrete dovrete pensare alle loro proprietà”, ha spie-gato Mitchell. Il cervello dei volontari è stato fotografato mentre pensavano a ciascuna delle 58 parole, per creare una sorta di "media" dell'immagine per ogni parola. Tra due immagini

cerebrali legate ad una stessa parola esistono infatti piccole differenze da persona a persona.A questo punto è arrivato il vero e proprio esperimento.“Dopo aver scelto altre 58 parole, ab-biamo detto 'Ecco due nuove parole che (il computer) non ha visto, seda-no e aeroplano' ”. Abbiamo chiesto al computer di scegliere quale immagi-ne corrispondeva a quale parola, e lui ci è riuscito.Il passo successivo ora è studiare l'at-tività cerebrale generata dalle frasi."Se dico 'coniglio' o 'coniglio velo-ce' o 'coniglio tenero', sono concetti molti diversi", ha detto Mitchell.Vi terremo aggiornati su ulteriori svi-luppi.

a cura della redazionetratto da: Reuters 2008.

Scienza

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MercurioNumero 0014

Quanto conosciamo veramente dei farmaci di cui facciamo uso

comunemente? Siamo invasi da mes-saggi pubblicitari di farmaci, pillole colorate di tutte le forme e le dimen-sioni... ma quanto veramente sappia-mo di ciò che noi consideriamo inve-ce conosciuto?I farmaci in commercio sono elencati dall’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità): attualmente sono 316 le formulazioni di farmaci attivi contro le principali patologie.È importante sapere che questi farmaci sono stati opportunamente classifi-cati: dal 16 gennaio 2003 sono state individuate nel Prontuario Terapeutico Nazionale tre fasce di farmaci:fascia Afascia Hfascia CLa fascia A comprende i farmaci necessari per la cura delle malattie croni-che e sono rimborsati dal Servizio Sanitario Nazio-nale (anche se le singole regioni possono introdurre il paga-mento del ticket).I farmaci della fascia H sono di uso ospedaliero e non possono essere venduti in farmacia, mentre i farmaci della fascia C sono a completo carico del cittadino, e non sono considerati indispensabili.Premesso questo è importante sape-re che le informazioni sui farmaci si trovano anche on - line, ma fate attenzione, poiché non tutti i siti ri-portano informazioni corrette, potete ben intuire che la mala -informazione su internet, in generale, è all’ordine del giorno (non bisogna stupirsi se qualcuno consiglia le anfetamine per

dormire tranquilli!!).Per questo motivo proponiamo una serie di siti che sono riconosciuti come sicuri e che dispensano infor-mazioni utili: alcuni sono utili so-prattutto per noi studenti, altri rivolti ad un pubblico più ampio.Segnaliamo il sito dell’Aifa dove è presente una guida all’uso dei farma-ci. http://www.guidausofarmaci.itÈ prevalentemente un sito indirizza-to agli operatori sanitari, tuttavia se

si hanno buone conoscenze in campo medico-biologico è possibile trovare interessanti informazioni.Il sito presenta delle vere e proprie schede che raccolgono i medicinali a seconda del sito d’azione e delle patologie che curano, per ogni com-ponente del farmaco sono inoltre in-dicate le indicazioni terapeutiche, le controindicazioni, le interazioni con altre molecole nonché la posologia.Se prima di acquistare un farmaco avete bisogno di leggere il foglietto illustrativo oppure se semplicemen-te l’avete smarrito (non è poi così strano... con tutte le confezioni di medicinali che in media si hanno in

casa... può anche succedere!) potete ritrovarlo on-line a questo sito: www.salus.it/farmacopea/index.aspIn questo sito è possibile ricercare le caratteristiche del farmaco scrivendo nei campi di ricerca il principio atti-vo, il nome commerciale o il gruppo terapeutico.Altro sito che merita la nostra atten-zione è: http://www.epicentro.iss.it;sito che tratta argomenti quali la sa-lute e la prevenzione: proponiamo

in particolar modo di vi-sitare la zona dedicata al “progetto cuore” per la prevenzione delle malat-tie cardiovascolari e la sezione degli argomenti di salute che propone un interessante articolo sugli screening oncologici con-sigliati.Consigliamo inoltre di vi-sitare il sito: www.farma-covigilanza.orgUn sito ben organizzato e di facile consultazione, in esso sono presenti sezioni dedicate alla farmacovigi-lanza, alla fitovigilanza e

alla cosmetovigilanza che contengo-no interessanti informazioni e notizie in merito alle terapie farmacologiche alle applicazioni cliniche dei farma-ci, alle interazioni dei farmaci e alle nuove prospettive terapiche.Sono inoltre presenti anche altre se-zioni che possono essere interessanti come quella riguardante la safety nei trial clinici, la sezione dedicata alla pediatria, quella riguardante le in-tolleranze alimentari, e quella sulle reazione cutanee causate dai farmaci (sconsiglio le immagini di quest’ulti-ma sezione a chi è facilmente impres-sionabile...).

Francesca Marsano

In questo mondo... di farmaciQuando la rete parla chiaro

Scienza

Page 15: Mercurio - Giugno / Setembre 2008

Mercurio Numero 00 15

L’angolo del libroa cura di Giovanni Piaggio

Il deserto dei tartari - Dino BuzzatiGrande classico, ‘’ Il deserto dei Tartari ‘’, pur essendo ormai piuttosto datato, rimane uno di quei libri assolutamente da leggere, la tematica sempre attuale dello scorrere iperterrito del tempo e della ricerca di un motivo per vivere, il fascino dell’ambientazione e la prosa perfetta di Buzzati lasciano sempre il segno e incollano il lettore alle pagine.È la storia di Giovanni Drogo, un militare che per fare carriera decide di fare servizio al confine, in una fortezza affacciata sul deserto dei Tartari, fantomatici nemici sempre in procinto di inizia-re una guerra, ma è anche la storia di un uomo che pian piano si accorge di spendere la sua vita nell’attesa, di perderla irrimediabilmente dimenticando il presente.Bello, romantico, coinvolgente e scritto in un italiano perfetto. Da leggere.

Il vecchio che leggeva Romanzi d’Amore - Luis SepulvedaAmbientazione fantastica, nella giungla nel mezzo di un ipotetico sud

America, in un passato umido, caldo, tropicale, popolato di persone strane e romantiche.‘’ Il vecchio che leggeva romanzi d’amore ‘’ di Sepulveda esprime tutti i più caratteristici motivi della narrativa sudamericana e riesce a far sognare il lettore, a immedesimarlo in una lotta per la sopravvivenza, nella ricerca della libertà e sé stessi nella natura, nella difesa della propria solitu-dine.Scritto in modo impersonale, ha una prosa moderna, scorrevole e disimpegnata e garantisce sicu-

ramente qualche ora di svago e fantasticherie.

Le uova fatali - Michail BulgakovUno scienziato che scopre un raggio dalle qualità straordinarie, una mi-steriosa moria di polli, un misterioso funzionario di partito che vuole ri-mediarvi e un errore fatale, questi gli ingredienti con cui Bulgakof confeziona un capolavoro della letteratura satirica.Attingendo da diversi generi letterari Bulgakof costruisce una vera e propria antiutopia e lancia un monito sempre tremendamente attuale: la scienza può rilevarsi un’arma incontrollabile e micidiale se al servizio di una società arretrata dal punto di vista civile ed etico. Attuale, scorrevole, curioso e divertente.

Nelle terre estreme - (Into the wild) Krakaver JonDa una storia realmente accaduta, l’avventura di Chris McCandless Ale-

xander Supertramp lungo le infinite statali americane, in autostop dal caldo torrido del sud al gelo dell’Alaska.Un sognatore senza mezzi termini, radicale, alla ricerca della libertà assoluta e deciso ad andare fino in fondo, vivendo d’espedienti, si lancia in un viaggio utopico rincorrendo ed enunciando i suoi ideali fino alla fine.Anche se forse un po’ troppo apologetico, è un libro piacevole e ricco di spunti che rimette insieme

pezzettino dopo pezzettino con testimonianze, tracce e documenti, la corsa irrefrenabile verso la libertà di un adolescente.

Nero di luna - MArco VichiUn libro coinvolgente, mi è piaciuto, incuriosisce e intriga. Molto piace-vole, lo stile di Vichi, semplice, forse a tratti un po’ troppo, ma che, scorrecvolissimo, proietta di pagina in pagina sempre più curioso di sapere come andrà a finire. Molto bello anche lo svolgersi stesso della trama dove, continui misteri si intrecciano e fanno fantasticare, ma risolvendosi poi sempre in fatti semplici e logici, sembrano quasi dire: “dove hai la testa?”. L’autore ti sbatte in faccia la realtà sgretolando le supposizioni fantastiche tue e del suo protago-nista, la trama va sempre dove non vorresti e, lasciandoti sempre fuori strada, sembra ripetere: “la storia è mia”.

CUltUra

Forse non tutti sanno che il nostro tecnico di Sturla LUIGI MASSA fa teatro dialettale nella Compagnia teatrale S.Fruttuoso e che siamo tutti invitati al suo spettacolo “I Sciantilin” che si terrà il 17 Luglio Pzza di Bogliasco; 23 Luglio Pala quinto (ex tiro al piccione).

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MercurioNumero 0016 Focus sul personaggio

Ecco a voiquel famoso “becco”

di BUnSEn!

ROBERT WILhELM

l’uomo del numero alla base della Chimica

Moderna: avogadro l’uomo dalla testa a quadro!

AMEDEO

Chimico irlandese dalla costante tempra.

BoYlE

ROBERT

CRUCIFARMA4 6

18

252321

10

28

46

4239

61 62 63

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50

696765

73

ORIZZONTALI2. Compendio che descrive il regno vegetale - 21. Ha la capacità di contrarsi - 28. Lo si chiede quando ci si trova in difficoltà - 39. Capo d’ab-bigliamento tipico di chi frequenta i laboratori - 46. Iniziali di Iodio Bromo e Cloro - 50. Espres-sione che indica incertezza - 61. Iene senza la prima e - 65. Prefisso che precede logia o chi-mica - 71. Iniziali di elettrofilo e molecola - 73. Componente muscolare cardiaca

VERTICALI4. Contenitore da laboratorio - 6. Iniziali di ra-dio cobalto cromo - 10. È famoso quello impo-verito - 18. Negazione - 21. Sinonimo di cumu-lo - 23. Lo sono le addizioni - 25. Organi della vista - 42. Via... senza v - 62. Punti scuri sulla pelle - 63. Senza... si legge solo globina - 69.

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