Intervento di Mauro Pastori al Convegno del 4 dicembre di Punto Service
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La Nostra Voce - Giugno 2013
mensile di cultura e informazione cristianaGIUGNO
2013
S. FRANCESCA CABRINI - CODOGNO
ASSUNZIONE B.V. MARIA - TRIULZAPARROCCHIE
La Nostra Voce - Giugno 2013
LA NOSTRA VOCE
mensile di cultura e informazione cristiana
Direttore responsabile: Don Giorgio CROCE
ANNO 30 - N° 10 - GIUGNO 2013
registrato presso il Tribunale di Lodi in data 03/11/86 al N° 189
Pubblicato il 1-6-2013 - Tiratura copie N° 400
Sede redazione e stampa: PARROCCHIA SANTA FRANCESCA CABRINI
Viale Papa Giovanni XXIII n° 1 - 26845 CODOGNO (LO)
Sito web: www.cabrinitriulza.it
Posta elettronica: [email protected]
Sito web della Parrocchia S. Francesca Cabrini di Houston (Texas, USA): sfchoutx.org
La Nostra Voce - Giugno 2013Anno della Fede 1
1. L’invito che Paolo rivolge alla comunità diFilippi è preciso: restate nella gioia, restateallegri «Siate sempre lieti nel Signore, ve lo
ripeto: siate lieti! La vostra amabilità sia nota
a tutti. Il Signore è vicino!» (4,4-5).È la gioia cristiana, la gioia della cristianità laprima forma di evangelizzazione, è il modoche abbiamo per annunciare il Signore converità. Che tristezza vedere dei cristiani tristi!
2. La gioia cristiana nasce dalla consapevo-lezza di essere amati da Dio e di poter ama-re.La gioia è un elemento dominante nel vange-lo: dalla gioia di Maria che esulta nel Signoreinsieme a sua cugina Elisabetta, a quella deipastori che ricevono l’annuncio del Natale, aquella dei destinatari del vangelo di Gesù, chesignifica appunto “buona notizia”, alla gioia diGesù, che esulta per la logica del Padre cheriserva il Regno ai poveri e agli umili, a quelladei settantadue discepoli che tornano dopoavere annunciato la buona novella, alla gioiagrande delle donne che tornano dal sepolcrodopo la Risurrezione.Gesù ci invita a gioire perché i nostri nomisono scritti nei cieli, perché siamo conosciutie amati con tenerezza da Dio, che si occupadi noi come un padre ha cura di un figlio. In-contrare il Dio di Gesù suscita una gioia for-te, duratura, che cambia la vita di chi la rice-ve.Che sia frutto di una conversione improvvisao progressiva, la gioia cristiana nasce dallaconsapevolezza dell’esistenza di un Dio buo-no, che ci invita a partecipare alla salvezzadel mondo, a partire dalla nostra salvezza.
Sapersi amati, scoprirsi capaci di amare, sco-prire che la nostra storia ha un senso e un pro-getto e che la nostra personale storia si inse-risce, se lo vogliamo, in questo progetto, poneil fondamento di una gioia profonda, radica-ta, che pervade ogni giornata.
3. La gioia cristiana è un evento improvviso,intenso e di breve durata come rivelasant’Agostino che l’ha provata. Ma non è soloun’emozione, per quanto intensa e pregnante.Come nell’innamoramento, la gioia maturapassa da un sentimento a un atteggiamentoprofondo, che scaturisce dal comprendere cheDio è colui che si occupa di noi nella realtàquotidiana. Così, dalla gioia si passa, annodopo anno, di conversione in conversione, allapace del cuore: un sentimento questo, che èdono dello Spirito, che nutre la certezza chenulla ci potrà mai rapire dalla mano del Si-gnore e che nessuna tribolazione, o pericoloo spada ci potranno mai separare dall’amoredi Cristo.La gioia va nutrita: con la meditazione, la pre-ghiera, l’appartenenza a una comunità. Facen-doci aiutare da qualcuno con maggiore espe-rienza nella fede, possiamo compiere un di-scernimento che ci permette di capire quan-do la nostra aridità interiore è frutto di una pro-va o del nostro peccato, e affidarci al Signoreperché torni a essere lui il centro della nostraricerca.
4. Il vangelo ci insegna che la gioia profondaè frutto di un cammino anche esigente. In par-ticolare, il percorso spirituale degli apostolidopo la risurrezione diventa emblematico.Per incontrare il Signore risorto occorre ab-
La Nostra Voce - Giugno 2013Anno della Fede 2
bandonare il sepolcro, allontanarsi dalla tene-
bra e dal fallimento del nostro peccato. Non
c’è che un modo per superare il dolore: non
amarlo. Paradossalmente possiamo legarci
al dolore, che ci dona identità: è meglio una
sofferenza certa che una gioia ipotetica. Ab-
bandonare il dolore inutile, che deriva dal no-
stro modo distorto di vedere le cose o dal no-
stro peccato, è il modo più salubre per con-
vertirsi alla gioia. I cristiani, in questo mondo
in cui si confondono l’eccesso e il piacere con
la gioia, sono chiamati a portare la possibili-
tà di una gioia autentica, duratura, profonda,
che sa accorgersi della bellezza e del bene e
li sa assaporare e condividere.
Come scrive un rabbino: Dio ci chiederà conto
di ogni gioia che non avremo vissuto.
5. «Maestro, quanto è bello sentire, conosce-
re che tu conduci tutto e che tutto è nelle tue
mani, nel tuo Cuore».
«Voglio che, sempre sorridente, riceva tutto
dalla mia mano e guardi senza spavento le
croci che ci sono sul tuo cammino.
Voglio che, tranquilla e gioiosa, metta in me
la tua speranza; che l’ora triste e l’ora felice ti
trovino fedele al dovere.
Voglio che ti abbandoni nelle mie braccia
come un fanciullo; saprò ben tracciare la tua
strada e guidare il tuo passo esitante.
Infine, nei giorni della tristezza come nei gior-
ni della gioia, voglio vedere costantemente
il tuo labbro conservare un sorriso vincito-
re».
Don Pierfranco Chiadò
L’agire di Dio è modello dell’agire umano: Dio
nel “settimo giorno” si è riposato. Anche l’uo-
mo deve “riposare” per curare la vita fami-
gliare, culturale, sociale e religiosa, e per re-
cuperare se stesso dalla schiavitù del super la-
voro e dal culto del denaro.
La Chiesa è la comunità dei credenti. Come
ogni comunità la Chiesa si raduna davanti a Dio
nel giorno di festa per fare un’esperienza del
proprio profondo, per santificare il “Tempo”.
Santificare il tempo significa anche trovare un
rapporto con Dio attraverso il contatto con co-
loro che soffrono, con le persone care, con la
natura e con noi stessi.
Il coraggio di interrogarsi
• Mi ricordo di far entrare Dio nel “mio tem-
po”; per appagare il mio spirito e dare un
senso al mio vivere?
• Sono sicuro di santificare la festa unicamente
andando per un’ora in chiesa alla domenica?
• Durante i giorni di festa mi capita di spre-
care i! tempo a guardare “vivere” gli altri in
TV?
• Il giorno di festa è per me il giorno per lo
“sballo”, per l’evasione totale?
• La festa è per me un giorno da “santificare”
o da riempire con un secondo lavoro per gua-
dagnare di più?
• Sono mai andato a trovare un anziano o un
ammalato in giorno di festa?
• Ho mai fatto un po’ di volontariato in par-
rocchia in giorno di festa?
• Sono “schiavo del tempo” che solo agli “im-
pegni” della vita, senza trovare momenti di
rapporto con Dio?
• Per la mia passione dello sport, o per vince-
re la noia, trascuro le persone che mi sono care?
La Nostra Voce - Giugno 2013Papa Francesco 3
Le parole del Pontificato
di Papa Francesco
Oggi non è più tanto di moda. Ci si lamenta sempre troppo per lasciarespazio alla gioia: c’è la crisi, la recessione, sono tanti i motivi per non esse-
re felici. Ed invece, Papa Francesco ha scelto proprio la gioia come prima parola da proporrea chi vuole vivere in pienezza il cammino verso la Pasqua: “Non siate mai uomini e donne tristi:un cristiano non può mai esserlo! – ha affermato con quel suo dolce accento che già ci è diven-tato familiare –. Non lasciatevi prendere mai dallo scoraggiamento! La nostra non è una gioiache nasce dal possedere tante cose, ma nasce dall’aver incontrato una Persona: Gesù, che èin mezzo a noi; nasce dal sapere che con Lui non siamo mai soli, anche nei momenti difficili,anche quando il cammino della vita si scontra con problemi e ostacoli che sembranoinsormontabili, e ce ne sono tanti!”. In quanti cuori queste parole saranno risuonate come unbalsamo consolatore! Quante persone, là in piazza o a casa davanti alla tv, avranno sentitorivolte proprio a loro quelle parole che li hanno riempiti di nuova speranza, dando loro la forza diandare ancora avanti.
Nella Domenica delle PaIme si ricorda l’ingresso di Gesù a Gerusalemme,dove fu accolto come un re dalla folla festante, quella stessa folla che,
solo pochi giorni dopo, l’avrebbe fatto condannare a morte. È re, ma il suo trono è la croce.Sulla croce ha preso su di sé tutti i nostri peccati, che Papa Francesco ha riassunto così: “Amo-re al denaro, potere, corruzione, divisioni, crimini contro la vita umana e contro il creato! Eanche – ciascuno di noi lo sa e lo conosce – i nostri peccati personali: le mancanze di amore edi rispetto verso Dio, verso il prossimo e verso l’intera creazione”. Ma proprio morendo sullacroce, Gesù ci ha redenti. Dunque, noi, per essere veri cristiani dobbiamo imitarlo nel suoamore più grande: dare la vita per gli altri, riconoscere ed amare i dolori, prendere ogni giornola nostra croce con amore, mai con rassegnazione, perché, come ha ricordato Papa France-sco: “La croce di Cristo abbracciata con amore mai porta alla tristezza, ma alla gioia, alla gioiadi essere salvati e di fare un pochettino quello che ha fatto Lui quel giorno della sua morte”.
Sono stati quelli che lo hanno capito per primi, colpiti dalla novitàche portava con sé. E subito lo hanno amato, attratti dalla sua au-
tenticità. I giovani, infatti, come altri hanno ricordato in questi giorni, amano i testimoni, coloroche mettono in pratica quello che dicono. Ed, in occasione detta XXVIII Giornata Mondiale dellaGioventù, Papa Francesco ha trovato le parole giuste per entrare ancor di più nel loro cuore :“Voi avete una parte importante nella festa della fede! Voi ci portate la gioia della fede e ci diteche dobbiamo vivere la fede con un cuore giovane, sempre: un cuore giovane, anche a settan-ta, ottant’anni! Cuore giovane! Con Cristo il cuore non invecchia mai!”. E nell’invitarli all’incontrodi Rio de Janeiro del prossimo luglio, ha detto loro: “Preparatevi bene, soprattutto spiritualmen-te nelle vostre comunità, perché quell’incontro sia un segno di fede per il mondo intero. I giovanidevono dire al mondo: è buono seguire Gesù; è buono andare con Gesù; è buono il messaggiodi Gesù; è buono uscire da se stessi, alle periferie del mondo e dell’esistenza per portareGesù!”.
La Nostra Voce - Giugno 2013Papa Francesco 4
Pa ra f r asandoquel che soste-neva il filosofobavarese LudwigFeuerbach («Sia-mo quel chemang iamo») ,possiamo direanche che siamoquel che sognia-mo e quel chepreghiamo. Leg-gete questa pre-ghiera che PapaFrancesco scris-se una quindicina di anni fa quandoera vescovo di Buenos Aires. Ci sonoin nuce i valori che il Pontefice ci hagià svelato in questi primi giorni dipontificato: umiltà, semplicità, com-prensione, attenzione. E il silenzio,tanto caro ai gesuiti, della preghiera.
Una preghiera per ogni dito
1. Il pollice è il dito a te più vicino.Comincia quindi col pregare per coloroche ti sono più vicini. Sono le personedi cui ci ricordiamo più facilmente. Pre-gare per i nostri cari è "un dolce obbli-go".
2. Il dito successivo è l'indice. Pregaper coloro che insegnano, educano ecurano. Questa categoria comprendemaestri, professori, medici e sacerdo-ti. Hanno bisogno di sostegno e sag-gezza per indicare agli altri la giustadirezione. Ricordali sempre nelle tuepreghiere.
3. Il dito succes-sivo è il più alto.Ci ricorda i nostrigovernanti. Pre-ga per il presi-dente, i parla-mentari, gli im-prenditori e i di-rigenti. Sono lepersone che ge-stiscono il desti-no della nostrapatria e guidanol'opinione pub-blica... Hanno
bisogno della guida di Dio.
4. Il quarto dito è l'anulare. Lasceràmolti sorpresi, ma è questo il nostrodito più debole, come può confermarequalsiasi insegnante di pianoforte. Èlì per ricordarci di pregare per i più de-boli, per chi ha sfide da affrontare, peri malati. Hanno bisogno delle tue pre-ghiere di giorno e di notte. Le pre-ghiere per loro non saranno mai trop-pe. Ed è li per invitarci a pregare an-che per le coppie sposate.
5. E per ultimo arriva il nostro ditomignolo, il più piccolo di tutti, comepiccoli dobbiamo sentirci noi di frontea Dio e al prossimo. Come dice la Bib-bia, "gli ultimi saranno i primi". Il ditomignolo ti ricorda di pregare per testesso... Dopo che avrai pregato pertutti gli altri, sarà allora che potraicapire meglio quali sono le tue neces-sità guardandole dalla giusta prospet-tiva.
La Nostra Voce - Giugno 2013Rosario missionario 5
Mercoledì 22 maggio suor Maria Regi-na, suor Oddiese e suor Alemnesh, 3suore cabriniane missionarie in Etio-pia del 1999 accompagnate da suorElena, ci hanno guidato nella recitadel Santo Rosario secondo la chiavemissionaria; ogni decina, cioè, venivarecitata in una lingua diversa: in in-glese, in amarico e in oromo (due del-le 83 lingue ufficiali dell’Etiopia, men-tre i dialetti sono 200), in francese edin latino.La preghiera è certamente stata sug-gestiva, ma soprattutto si è trattatodi una vera meditazione sul fatto chetutti i popoli, a qualsiasi latitudine,economicamente progrediti o afflitti dafame e miseria hanno parole per pre-gare Maria. E Maria li ascolta e parlaai suoi figli nella loro lingua; come aBernadette nella grotta di Massabielleparlò nel dialetto della Bigorre (la re-gione di Lourdes), così in ogni villag-gio del mondo la Vergine parla ai cuoridei suoi fedeli con parole che tuttipossono comprendere.E’ il miracolo della Pentecoste, quan-do la gente di Gerusalemme, Parti,Elamiti, Gentili di Roma, Greci sentivapredicare gli Apostoli nelle loro rispet-tive lingue.La parola di Dio è parola di Amore el’Amore ha una sola lingua che tutticomprendono. Quella lingua che lesuore cabriniane hanno portato in Etio-pia fondando una missione che in soli14 anni ha già dato frutti straordinari:ci sono 18 giovani Etiopi che hanno
scelto di seguire l’esempio di MadreCabrini e presto professeranno i votiperpetui divenendo Suore Missionarie.La missione di Dubbo è da tempo“gemellata” con le nostre parrocchiedi Triulza e della Cabrini. Con impegnocostante e col riserbo che le sono abi-tuali, la signora Angela Pettinari rac-coglie da anni le offerte per le adozio-ni a distanza che contribuiscono allacrescita della missione.Suor Maria Regina è piacevolmentesorpresa per la rapidità con cui i variprogetti di sviluppo proposti nella mis-sione sono progrediti e cresciuti consuccesso. E’ orgogliosa di poter direche assiste circa 700 famiglie, con loscavo di 3 pozzi per l’acqua, con unascuola materna, di cui si occupa suorAlemnesh e alcuni laboratori in cui siinsegna una professione, come quellodi sartoria di cui è responsabile suorOddiese. Ma l’assistenza data ai po-veri non è elemosina; i pochi denariche permettono alle famiglie indigeneun vita un po’ più decorosa, sono lapaga di piccoli e simbolici lavori chevengono prestati nella missione.E’ un’importante scelta che vuol far cre-scere e responsabilizzare le personeche attraverso il lavoro, per quantomodesto e simbolico, acquisiscono ladignità di chi può dire di “mantenere”col suo lavoro la propria famiglia.La Missione è cresciuta talmente infretta, che il prossimo anno verrà aper-ta una nuova sede a pochi chilometridi distanza dalla casa madre. Suor
La Nostra Voce - Giugno 2013Rosario missionario 6
Maria Regina ha approfittato dell’oc-casione per invitarci, l’estate del pros-simo anno, a visitare la nuova Missio-ne.Suor Maria Regina, suor Oddiese e suorAlemnesh sono venute per ringraziaredell’aiuto che ricevono, ma siamo noia ringraziare loro dell’insegnamentoche ci hanno portato. I loro sorrisi, illoro entusiasmo, la sicurezza con cuiaffrontano i tanti problemidella Missione lasciano stu-pefatti. Sono perfettamen-te consapevoli delle difficol-tà che ogni giorno devonoaffrontare: una pattuglia didonne decise nel nome diCristo e di Madre Cabrini anon mollare se è in gioco ilbene delle popolazioni indi-gene. E non c’è malaria, o
iene che la notte popolano la forestacircostante, o società maschilista chepratica ancora riti tribali comel’infibulazione, che possano scorag-giarle.Bisogna dire che Cristo sceglie benele sue spose e suor Maria Regina, suorOddiese e suor Alemnesh ne sono unlampante esempio.
Cristiano Grassi
La Nostra Voce - Giugno 2013Vita di fede 7
Caro Matteo, non sono pochi i ragazzi che sipongono la tua domanda, che non vedonol’ora di finire il catechismo. Pensano che comela terza media termina superando gli esami ericevendo il diploma, così dovrebbe finire an-che il catechismo, una volta ricevuta la Cresi-ma: che senso ha continuare, dal momentoche lo scopo è stato raggiunto?
Un’idea da superare
Il catechismo però non è una scuola da fre-quentare per poi superare un esame. È unperiodo in cui si inizia, insieme ad altri com-pagni, a scoprire e vivere la grande avventu-ra della fede. Se tu, caro Matteo, guardi alcammino fatto, vedi che durante il catechismohai scoperto sempre un po’ meglio Gesù, chenon è un personaggio del passato come quelliche si studiano a scuola, ma è presente, ciparla, ci dimostra la sua fiducia chiamandocia far parte della grande famiglia della Chie-sa, a collaborare insieme con gli altri ragazzidel gruppo per rendere migliore questo mon-do.
Un’avventura da portare avanti
Il cammino fatto durante il catechismo è solol’inizio dell’avventura della tua fede persona-le: per questo viene chiamato «tempo diiniziazione». Ciò che ha avuto inizio non puòessere interrotto, ma deve continuare. La pian-
ta che ha messo radici, non si può lasciarlasenza acqua; ora deve crescere fino a esse-re capace di portare frutti maturi. Ecco per-ché dopo il tempo del catechismo che ti haportato alla Cresima, seguono ancora gli in-contri che non si chiameranno più catechismo.
La lezione delle scarpe
Da quand’eri bambino, man mano che cre-scevi, i tuoi genitori dovevano comprarti scar-pe più grandi. Se non l’avessero fatto, primao poi sarebbe venuto il giorno in cui non sare-sti più riuscito a metterle, perché ormai trop-po strette. Se poi ti avessero costretto a te-nerle, non avresti resistito più per il dolore e ipiedi avrebbero iniziato a deformarsi. Così èper il catechismo: arriva il momento in cui ilcatechismo che hai fatto finora deve esseresostituito con un altro tipo di catechismo, piùadatto alla tua età, capace di aiutarti nella cre-scita della tua fede.
Un’avventura da fare in gruppo
Dopo la Cresima sei invitato a entrare in ungruppo per alimentare e far maturare la tuafede. A volte questo cammino si fa con gliamici con cui si è fatta la Cresima, oppure sientra in altri gruppi di adolescenti e di giovanipresenti in parrocchia. L’importante – ritornoall’esempio delle scarpe – è non rimaneresenza scarpe proprio nel periodo in cui la stra-
A che età finisce il catechismo?
«Caro don, ho 15 anni e leggo le tue risposte sulla rivista di mia madre.Voglio farti anch’io una domanda: a che età finisce il catechismo? Perché ilnostro prete vuole che continuiamo a fare catechismo. Ma ti chiedo: lo fac-ciamo solo noi che viviamo in un paesino o lo fanno anche tutti i ragazzidella mia età? Mi trovo volentieri con gli altri, ma noi la Cresima l’abbia-mo già fatta...».
Matteo
La Nostra Voce - Giugno 2013Vita di fede 8
da della fede si fa più difficile: rischieresti di
metterti in condizione di non poter più cam-
minare.
Anche il Papa continua
ad «andare al catechismo»
Ti parrà strano, ma anche il tuo catechista,
anche il Papa, continuano ad «andare al ca-
techismo»: ogni cristiano ha bisogno ogni
giorno di met-
tersi in rela-
zione con il
S i g n o r e ,
ascoltare ciò
che lui ci dice,
a i u t a n d o s i
con dei libri,
spesso insie-
me con gli al-
tri. Ogni matti-
na il Papa fa
la sua «medi-
tazione», cioè
legge e studia ciò che Gesù dice nel Vangelo
all’uomo di oggi e perciò anche a lui. Solo fa-
cendo così riesce a essere il nostro maestro
e a comunicarci la gioia di essere cristiani.
Caro Matteo, non aver paura di continuare ad
«andare a catechismo», cioè ad approfondi-
re la tua fede insieme con i tuoi amici. Sentiti
privilegiato che la tua parrocchia ti offra que-
sta possibilità. Vedrai più avanti che non hai
perso tempo,
anzi che sei
c r e s c i u t o
come Gesù in
sapienza e
grazia, per
prendere il tuo
posto da pro-
tagonista nel-
la Chiesa e
nella società.
Il tuo don
tratto da
“la Vela”
Il legno per attraversare il mareSant'Agostino, Commento al Vangelo di Giovanni (Gv 1, 6-14)
E' come se uno vedesse da lontano la patria, e ci fosse di mezzo il mare: egli vede dove
arrivare, ma non ha come arrivarvi. Così è di noi, che vogliamo giungere a quella stabi-
lità dove ciò che è, perché esso solo è sempre così com'è. E anche se già scorgiamo
la meta da raggiungere, tuttavia c'è di mezzo il mare di questo secolo. Ed è già qualco-
sa conoscere la meta, poiché molti neppure riescono a vedere dove debbono andare.
Ora, affinché avessimo anche il mezzo per andare, è venuto di là colui al quale noi si
voleva andare. E che ha fatto? Ci ha procurato il legno con cui attraversare il mare.
Nessuno, infatti, può attraversare il mare di questo secolo, se non è portato dalla croce
di Cristo.
Anche se uno ha gli occhi malati, può attaccarsi al legno della croce. E chi non riesce a
vedere da lontano la meta del suo cammino, non abbandoni la croce, e la croce lo
porterà.
La Nostra Voce - Giugno 2013Prima Comunione 9
Cari Erica e Paolo,
in maggio riceverete la
prima Comunione. Non
sarete mai “preparati”
abbastanza: sarà sem-
pre un dono grande in
mani povere. Dovete
imparare dal catechi-
smo, ma anche dalla
vita. Il Vangelo vi dice
che Gesù spezzò quel
Pane che poi distribuì
agli apostoli. Anche il piccolo Pane che voi
mangerete viene dal grande Pane che il cele-
brante consacra: viene poi diviso in tante parti
perché alla tavola di Gesù si è fratelli e quindi
il pane va condiviso.
Anche il prete fa la Comunione dopo aver spez-
zato quel Pane. Lo spezza perché Gesù viene a
noi solo se noi spezziamo la nostra vita con
gli altri.
Essere preparati a fare la Comunione vuol dire
essere decisi a condividere la vita con gli al-
tri. Noi mangiamo Gesù che dà la sua vita (la
spezza) per noi e noi con lui la spezzeremo
con gli altri. Il testo più antico che narra come
Gesù inventò l’Eucaristia, presenta una lettera
di S. Paolo che scrive ai Corinti. Presso que-
sti cristiani si celebrava la Cena del Signore:
man mano che arrivavano, mangiavano e beve-
vano. Ma alcuni si riempivano la pancia a di-
smisura, altri (i poveri) rimanevano con la
fame.
Passavano poi a celebrare quel Pane spezzato,
Lettera aperta per la Messa di Prima Comunione
Mangia l’Eucaristiae spezza la vita con i bisognosi
cioè la Messa, riceven-
do Gesù nella Comu-
nione. A questi cristia-
ni S. Paolo dice che
quella non è Comunio-
ne, anzi pare sia proprio
una falsità. Perché? Ri-
cevono Gesù nel segno
dei Pane e lo respingo-
no nel segno del fratel-
lo, il povero. Quasi un
Gesù contro un altro
Gesù, il Pane contro il povero.
Vista così la Comunione non è una bella ceri-
monia, ma è per la vita, è vita, vita cristiana. In
occasione della prima Comunione sono fuori
posto quei regali costosi, quei pranzi lussuosi
al ristorante, tanti sprechi e spese inutili, ecc.
Al di là delle buone intenzioni, sono cose che
fanno a pugni con la Cena del Signore. San
Paolo direbbe che la nostra Cena non è più la
Cena del Signore.
So che qualcuno della prima Comunione e
Cresima farà un’offerta per i poveri in Africa.
Bene. Però, attenzione a non sciupare poi in
regali o pranzi il bel gesto missionario. Anzi,
in questo caso sarebbe meglio non far cadere
dalla nostra tavola imbandita briciole sulla
mano del. povero africano. Come fareste a
chiamarlo “fratello”?
Ciao, Erica e Paolo. Grazie della vostra gioia,
che viene da dentro e non da “fuori”.
Don Olivo Dragoni
(Dal libro “Perché tu speri ancora?”)
La Nostra Voce - Giugno 2013Cresima 10
Anche questo è un grande giorno del Signore. Anche se l’emozione
non è identica a quella del giorno della prima Comunione, tuttavia
qualcosa si muove nel cuore di tutti. I genitori vedono che i loro
figli crescono, vedono che la via si apre davanti a loro, scorgono
anche alcuni problemi e difficoltà. Ogni crescita è sempre carica di
imprevisti e di preoccupazioni. Ma anche qui, nel giorno della Cresi-
ma, c’è il Signore che si dona.
Con l’invocazione dello Spirito e l’imposizione delle mani da parte
del sacerdote, il Signore stesso con la sua poten za entra nel cuo-
re dei nostri ragazzi per renderli forti contro il male, capaci di resi-
stere ad ogni tentazione. Questo sacramento è posto proprio al
momento giusto della vita dei nostri ragazzi. Crescendo hanno bisogno di un supplemento di for-
ze per compiere sempre il bene e allontanarsi dal male. Ricevendo e soprattutto vivendo questo
dono, diventeranno cristiani maturi.
La Cresima non è e non deve essere il sacramento dell’addio alla vita cristiana. Purtroppo molto
spesso ìnfatti con la Cresima inizia l’esodo dei ragazzi dall’oratorio, dalla catechesi, dai sacra-
menti e dalla stessa Messa domenicale. Se questo avviene, dobbiamo allora dire, come purtrop-
po vediamo ai nostri giorni, che è l’inizio di una vita all’insegna della superficialità, del vuoto,
ma anche con il pericolo di cadere nelle schiavitù della società del consumismo.
Ai genitori diciamo, con sincerità di cuore e con tutto l’amore che portiamo e che nutriamo per
i loro figli: che non basta che i vostri figli ricevano il sacramento della Cresima, è necessario
che vedano in voi la gioia di essere cristiani. Oggi infatti siamo tutti affamati di gioia e in modo
particolare lo è la nostra gioventù piccola e grande. E noi sappiamo che i testimoni della gioia
fanno sempre breccia nel cuore di tutti. La vita cristiana e gli impegni che questa esige, non siano
visti allora da voi come un peso, ma come la strada giusta da percorrere.
Cercate allora di essere davanti ai vostri figli contenti di essere cristiani. Dimostrateglielo con
il volto, con il cuore, con le parole e con tutta la vostra vita. Vedendovi così, felici di essere
cristiani, oggi forse non vi diranno nulla, ma già incominceranno a desiderare nel loro cuore di
essere come voi. E vi assicuro che domani lo saranno veramente e pienamente. Allora facciamo
festa, esultiamo, non impediamo che il cuore sussulti con qualche fremito di gioia, lasciamo
pure scendere qualche lacrima dagli occhi. Tutto è dono del Signore che sempre ci ama e che fa
tutto per la nostra felicità.
Vi auguro allora di sperimentare in queste circostanze che il nostro Dio è amore vero, è gioia
autentica, è felicità senza limiti.
A proposito del Sacramenti
I nostri ragazzi ricevonola Cresima
La Nostra Voce - Giugno 2013Carlo Maria Martini 11
Talora un ragazzo o una ragazza possono
essere spossati: hanno passato a scuola
molte ore tra un succedersi vorticoso di argo-
menti, di insegnanti, di metodi diversi; e poi i
pettegolezzi frastornanti e gli ultimi aggiorna-
menti sulle novità dei giochi elettronici; e poi,
finita la scuola, c’e la mamma o il nonno ad
attenderli per condurli a lezione di pianoforte,
di inglese, o di judo... e per fortuna che il den-
tista è in ferie!
Quando rientrano a casa non hanno più vo-
glia di niente, se non di buttarsi sul divano e
seguire le vicende assurde di qualche eroe
di telefilm dozzinali.
Nelle conversazioni intessute in attesa della
fine delle lezioni, le mamme amano vantare
le imprese dei loro figli “che hanno la profes-
soressa di madre-lingua e dice che impara-
no tanto in fretta” o “che dovrà andare chissà
dove sabato prossimo per le gare regionali
ed è quasi il migliore della squadra”. I genitori
si fanno belli di questi successi dei loro figli e
affrontano volentieri questo correre qua e là
per arrivare a tempo dappertutto. Certo pen-
sano: lo facciamo per i figli, che non manchi
loro niente.
In effetti può essere costruttivo impegnare del
tempo in studi e sport di cui la scuola non
può farsi carico e che sono effettivamente in-
teressanti. Tuttavia ho talora l’impressione che
manchi il senso della misura e questo affan-
narsi a rincorrere tutte le possibilità finisca per
essere un asservimento alle sollecitazioni
della moda, piuttosto che un servizio alla cre-
scita dei figli. S’incontrano poi di frequente
preti che non sanno più quando fissare l’in-
contro di catechesi, perché non c’è pomerig-
gio in cui i ragazzi siano liberi.
A me sembra che sia necessario ritrovare
un più saggio equilibrio e concedere ai ra-
gazzi il tempo di essere ragazzi: che abbiano
tempo di giocare senza la necessità di dimo-
strarsi campioni; che possano passeggiare in
un giardino e raccogliere foglie secche per il
gusto di esplorare l’autunno, senza essere
costretti a fare cataloghi per una ricerca sco-
lastica; che possano andare con il nonno a
raccogliere castagne e mentre riempiono il
loro sacchetto sentire qualche antica storia,
senza doverla registrare per un tema d’italia-
no.
L’esperienza della gratuità, le occasioni per
una tranquilla contemplazione della natura, gli
spazi per immaginare fiabe che non siano solo
la replica di telefilm, sono momenti preziosi.
Viene così favorite quell’equilibrio psicologi-
co, quei tempi di decantazione in cui le trop-
pe notizie e sollecitazioni sono ridimensiona-
te; si può pensare con calma e assimilare
meglio i valori che sono decisivi per le scelte
che contano.
Sono momenti di grazia in cui si imparano le
parole della riconoscenza e il cuore si dispo-
ne all’ascolto. Siano benedetti i genitori e gli
educatori che tanto hanno a cuore la libertà di
ragazzi e ragazze da introdurli all’arte difficile
dell’ammirazione, all’abitudine della ricono-
scenza, alla disposizione all’ascolto.
Nessuno si meraviglierà se io conto su ragazzi
e ragazze che hanno percorso questi itinera-
ri. Mi fanno sperare che domani molti di più
sapranno intendere la vita come vocazione.
Infatti il primo passo dell’obbedienza a una
chiamata è la gratitudine che riconosce e ac-
coglie le opere di Dio.
Ho invece molto timore che coloro che inse-
guono tutte le mode, accontentano tutti i ca-
pricci e sono attratti da ogni pubblicità finisca-
no per essere sazi fino alla noia e mentre han-
no tutto e potrebbero fare tutto si riducono a
non avere voglia di fare niente. Quante ener-
gie buttate via, e quante frustrazioni per i ge-
nitori!
Sono stanco morto!
Carlo Maria MartiniDa “Il futuro dei nostri figli”
La Nostra Voce - Giugno 201312S. Francesca Cabrini
Tra un’onda e l’altraViaggi di S. Francesca Saverio Cabrini
DA LONDRA
A NEW YORK
AGOSTO 1902
Alle mie figlie dilette alcuni appunti del viaggio
Oh! quanti bei manipoli
Che sparsi son nel campo,
Senza temer inciampo,
Con Dio raccoglierò.
Da Londra, dove ha appena sta-
bilito la fondazione di una casa,
Madre Cabrini si reca a Liverpool
e da qui, sull’Etruria, parte anco-
ra una volta diretta agli Stati Uniti, invitata
dal Vescovo di Denver a fondare in quella cit-
tà del Colorado una missione fra i nostri emi-
grati. Fu accolta come una benedizione dal Ve-
scovo, Mons. Matz, e dalla colonia italiana, e,
la scuola aperta presso la Parrocchia di
Palmer Avenue, fu subito invasa da un numero
sempre crescente di bimbi.
E’ qui che la Madre incomincia la missione
presso i minatori e scende nei pozzi come an-
gelo consolatore a portare un raggio di luce
fra tante tenebre a quelle povere anime, op-
presse da un lavoro faticoso, a quegli uomini
che vivono in continuo pericolo di rimanere
sepolti in quelle tombe in cui sono vissuti. Da
Denver torna a New York per dare una sede
più ampia al Columbus Hospital, che viene tra-
sferito alla 19a Strada in tre case della capaci-
tà di duecento letti.
Da New York passa a fondare un orfanotrofio
nello Stato di New Jersey, sulle rive del fiume
Passaic, e di qui a Chicago ove apre un Ospe-
dale nella zona detta Lincoln Park System, sul
lago Michigan.
Da Chicago, attraverso tutti gli Stati Uniti,
giunge a Seattle nello Stato di Washington sulla
costa del Pacifico e vi fonda un orfanotrofio a
Beacon Hill e una cappella per raccogliervi
gli Italiani, la quale fu aperta al culto il 2 feb-
braio 1904.
Non mi sgomenta il viaggio,
Non mi ferma la procella,
Sempre da buona ancella
L’ufficio mio farò.
A bordo dell’Etruria della «Cunard
Line», spingo veloce il mio pensie-
ro a tutte voi, figlie dilettissime che
siete oggetto di tanto mio confor-
to; e, sebbene stanca e spossata, mi metto a scri-
vervi le notizie da voi desiderate essendo sem-
pre il più grato piacere per me quando posso sod-
disfare alle vostre brame.
Il giorno 5 agosto io giungevo a Londra, dopo
aver visitata la Casa di Parigi, la quale, come
vaporino guidato da buon pilota, va spiegando le
sue vele e naviga prospera, in mezzo alla terribi-
le tempesta che agita in questo momento tutte le
Case religiose e le mette in grave costernazio-
ne. Non potrebbe essere diversamente, perchè il
bravo Pilota, il Pilota onnipotente, è il Cuor SS.
di Gesù di Montmartre, a cui affidai i nostri inte-
ressi della Francia, in un modo tutto speciale
perchè, dall’alto di quel felice monte che lo ono-
ra, guardi giù benigno allo stuolo di sue figlie e
le difenda dai marosi, che spumanti imperversa-
no e minacciano di distruggere tutto quanto sa di
religione, si può dire, tutto ciò che è animato dalla
carità di Dio. Finora è proprio un miracolo che
quella Casa sussista ancora perchè le Suore vici-
no a noi, e perfino le Suore della Carità, che sem-
bravano intangibili, furono cacciate dalle loro
scuole, nè poterono vincerla contro i nemici, seb-
bene il popolo si fosse levato in loro difesa, e si
fosse messo a custodire le loro case, giorno e
notte. Noi, come straniere, abbiamo pochi amici
in Francia, e anche quei pochi io non li ho prega-
ti di difenderci; ma tutta la confidenza l’ho posta
in quel caro ed amabile Sacro Cuore di
La Nostra Voce - Giugno 2013S. Francesca Cabrini 13
Montmartre, il quale in fine è destinato a salvare
tutta la Francia, ed a far sì che da tutta questa at-
tuale grande bufera sorga tanto di bene e di no-
vello fervore, che renda la Francia degna della
sua onorevole tradizione.
Il giorno 5 adunque, lasciata Parigi, andai per la
linea Calais-Dover a Londra. Era una giornata
splendida, ma più splendido fu il quadro che mi
si presentò alla vista, al nostro arrivo, mentre
declinava il sole. Uno spettacolo non mai veduto
rappresentava, scherzevolmente il cielo. Alcune
nubi, riccamente dorate, formavano un trono glo-
rioso, dal cui mezzo sorgeva una luce straordi-
naria, circondata da dodici lucentissime stelle,
le quali tutte mandavano raggi scintillanti: sem-
brava il Trono della Regina degli Angeli. Di poi
vedemmo la Madonna Santissima, con bel dia-
dema e col Bambino seduto sulle ginocchia, che
volgeva le braccia in atto di proteggerci. Quan-
tunque questo fosse uno scherzo di un bel tra-
monto d’Inghilterra, pure, succedendo nell’ora
del nostro arrivo ci arrecò grandissimo piacere,
e ci pareva di vedere in ciò la protezione specia-
le del Cielo sopra la fondazione di Londra. Le
mie due compagne, M. Flora e Rosaria, erano
entusiasmate da sì bello spettacolo. Alla stazio-
ne erano ad incontrarci le due Suore mandate
avanti a procurarci il posto, perchè, per le immi-
nenti feste della incoronazione del Re Edoardo
e della Regina Alessandra, era difficile trovare
da accomodarsi in quella grande metropoli, ove
c’era una grande concorrenza da tutto il mondo.
Difatti le due nostre buone Sorelle ci avevano
trovato alloggio presso le Suore Mantellate dei
Sette Dolori. Colà restammo due settimane, e
intanto io visitai l’Ecc.mo Vescovo Bourne di
Southwark, il quale, da buon amico dell’Istituto,
quale si mostra da qualche anno, da che l’abbia-
mo conosciuto, ci aperse subito la via, ed in bre-
ve potemmo trovare una casa, in posizione stu-
penda, sopra i colli di Londra dove c’è una par-
rocchia molto estesa, e nessuna Casa religiosa
ancora, per cui vi è un bel campo aperto per noi.
Scrissi immediatamente a Propaganda, per ave-
re il decreto richiesto per le fondazioni d’Inghil-
terra, e in brevissimi giorni lo avemmo, per cui
il giorno in cui si entrava nella casa destinata,
non mancava nulla per poter dire che la Casa era
eretta in piena regola. Insomma dal 5 al 23 tutto
si è fatto per la fondazione di Londra; e lasciate
nove Suore per la Missione e per il Collegio,
potei tosto, in compagnia di M. Flora e di M.
Albertina, imbarcarmi per gli Stati Uniti, dove,
appena giunta e salutate le Sorelle numerose di
New York, dovrò andarmene in fretta al Colo-
rado, poichè il buon Vescovo di Denver mi aspetta
per aprire una Casa colà a beneficio dei nostri
poveri emigrati italiani.
Il giorno 23 mattina era molto piovoso; ma in
ogni modo si doveva partire. Alle dieci circa ci
incamminammo verso la stazione per prendere
il treno di mezzogiorno e recarci a Liverpool.
«Quanto tempo, voi direte, per andare alla sta-
zione! Ma non vi farete più meraviglia, quando,
alcune di voi destinate a Londra, vedrete l’am-
piezza di quella grande metropoli. Quando poi
uno va in carrozza da un sito all’altro, se il viag-
gio è di un’ora, bisogna procurare di partire due
ore avanti, perchè coll’immenso via vai di gente
e di veicoli, non si sa mai quando si possa giun-
gere.
Alle dodici salimmo in treno, il quale prese una
corsa velocissima, e, quasi volando fra campi e
città giunse, s’enza mai fermarsi, alle quattro a
Liverpool; scendemmo sulla piattaforma che
metteva al vapore Etruria, il quale, pochi minuti
dopo, dava volta sopra se stesso, e movendosi,
prima lentamente, di poi un po’ più forte, fece
rotta verso l’Irlanda; dove la mattina dopo giun-
geva alla città di Cork, dove si fermò solo una
mezz’ora per prendere i passeggeri, le verdure e
la frutta, e poi proseguì immediatamente, e in
poche ore ci trovammo in alto mare. Le mie due
compagne stavano molto bene; ma dopo la cola-
zione del 24 cominciarono a star male di stoma-
co, e in breve tempo dovettero scendere in cabi-
na e per tutta la giornata ne ebbero col mal di
mare. Cominciò da prima M. Flora, la quale cre-
deva di morire davvero, poi la seguì M. Albertina.
Le mandai sul letto tutte e due e non vi fu verso
La Nostra Voce - Giugno 2013S. Francesca Cabrini 14
di farle alzar più; solo stamane verso le undici si
levarono, e pare che già comincino ad impadro-
nirsi del mare.
25. Oggi le due buone Sorelline, persuase che il
mare era buono, si sforzarono di alzarsi, e venu-
te all’aria aperta, sopra coperta, si sentirono me-
glio. Il mare invero non è cattivo, ma è un pochino
arruffato, e produce un rullio ed un beccheggio
che dà noia davvero, specialmente a chi non è
abituato ed a chi non gode del mare a guisa dei
pesci, come me. Io sto meglio quando c’è un po’
di movimento, e pare che la burrasca mi metta
un po’ più di appetito. Dio sia sempre benedetto
che dà proprio la lana secondo le stagioni. Mi ha
fatta Missionaria, e, nella bontà del suo divin
Cuore, mi ha voluto consegnare le lontane Mis-
sioni; ed ecco che, sebbene priva di salute, mi fa
però la grazia così bella di star molto bene in
mare.
Ma intanto io mi trasporto in ispirito vicino a
voi, rallegrandomi assai nel vedervi raccolte nei
Santi spirituali Esercizi. «Condurrò la mia dilet-
ta in loco deserto ossia in solitudine ed ivi le
parlerò al cuore». Beate voi, o figliuole carissi-
me, che ora udite la voce del Diletto vostro che
sempre più vi fa apprezzare la sublimità dello sta-
to religioso, a cui per pura bontà del Signore sie-
te state chiamate! Oh! sì, la Missionaria del S.
Cuore di Gesù porta in sè l’impronta di Dio e
dimostra a tutti che la sua elezione a tale stato
perfetto, viene dalla grazia e non dalla natura. In
lei rifulge a chiara luce il carattere soprannatu-
rale, di cui è stata insignita dal suo amantissimo
Sposo. Sì, o figliuole, il vostro carattere è so-
prannaturale per la elezione ad uno stato supe-
riore alla natura; per la vocazione ad una vita di
perfezione, per la sua destinazione ad una vita di
sacrificio ed all’esercizio eroico delle opere di
carità, e pel suo fine, che è la gloria di Dio, il
solo gusto di Dio, la sua divina volontà, la dilata-
zione del regno di Gesù Cristo; sicchè la tessera
luminosa e gloriosa della Missionaria del S. Cuo-
re è sempre e dovunque: «Tutto alla maggior glo-
ria del Cuor SS. di Gesù», e nelle difficoltà:
«Omnia possum in Eo qui me confortat». Ap-
prezzate dunque sempre più il dono preziosissi-
mo che Dio vi ha fatto chiamandovi alla Religio-
ne. Egli solo, il Signore, elegge, chiama e desti-
na le sue creature allo stato nobile, all’alta digni-
tà di divenire sue Spose; sì, il solo Iddio, per sua
divina bontà, elegge per la sua gloria una debole
e fragile creatura. No, non è la natura che può
presumere doni di grazia e soprannaturali, ma è
la bontà, la benignità del Signore, che innalza la
natura ad una vita celeste; non è la natura che si
rende superiore alle sue forze, ma è la grazia di-
vina che si piega e si abbassa alle miserie umane;
ed in tal modo, mentre si manifesta l’autorità as-
soluta di Dio sopra di noi, si appalesa ancora la
sua infinita misericordia e bontà nell’elevare noi,
povere creature umane, al consorzio divino. Oh
sì, figliuole care, è la sola degnazione ineffabile
di Dio che corrobora la nostra fragile creta, che
la purifica, la santifica e la rende idonea ad esse-
re strumento prezioso nella Casa religiosa e nel-
la sua Chiesa, prima militante e poi trionfante.
Alla fine del ritiro avrete la bella fortuna di fare
la rinnovazione dei voti. Questa rinnovazione è
una nuova protesta della sincera e generosa of-
ferta che di noi stesse facemmo al caro e cele-
ste nostro divino Sposo, ed è come una compia-
cenza di esserci dedicate e consacrate a Lui. Rin-
novare i voti è come rinnovare la Professione,
cioè è un offrire al Signore nuovi frutti del me-
desimo albero, è far bruciare sul medesimo alta-
re del nostro cuore nuovi grani d’incenso, in odo-
re di soavità al suo Cuore divino. Colla
rinnovazione ci confermiamo nel bene, ci infer-
voriamo nella pietà e nella divozione, ci rendia-
mo come più spedite nel disimpegno dei nostri
doveri, ci stringiamo più fortemente coll’ama-
bilissimo nostro Gesù, amiamo con più tenerez-
za il nostro Istituto a cui siamo chiamate, e ci
sentiamo spronate a mostrarci sue vere figlie,
come quelle che onorar devono la propria Ma-
dre. La rinnovazione richiama alla mente gli im-
mensi benefici ricevuti, e ci arricchisce ogni
volta di nuove grazie, di nuovi meriti e di nuove
benedizioni. Colla rinnovazione dei voti si can-
cellano in noi i difetti, tutte le negligenze, tutte
La Nostra Voce - Giugno 2013S. Francesca Cabrini 15
le omissioni e tutte le altre imperfezioni com-
messe, sia contro i voti, che contro le sante Re-
gole. Anzi, non solo cancella e distrugge in noi
le macchie, ma corrobora gli atti di tutte le virtù.
Oh! quali immensi benefici ci procura la
rinnovazione dei voti! Facciamola dunque con
grande fervore di spirito, perchè è per noi come
una pioggia celeste che discende sopra i nostri
cuori, lavandoli, purificandoli, corroborandoli,
facendo in noi crescere tutte le virtù. Ogni volta
che rinnovate i voti, è come se faceste allora la
santa Professione, rinnovando ripetutamente la
gloria di Dio ed il vostro merito. Le opere che
riguardano immediatamente Dio non divengono
mai vecchie, ma sempre rivestono il carattere
della novità; esse sono sempre nuove, sempre
verdeggianti, sempre olezzanti, e l’amantissimo
nostro Signore, nella sua infinita bontà, le rimira
sempre con la medesima compiacenza, come la
prima volta che si eseguirono. Nell’opera Egli
considera la nostra volontà, sempre ferma, sem-
pre costante, sempre perseverante in servirlo fe-
delmente sino alla morte, appunto come promet-
temmo nel giorno della santa Professione. Tutti
gli atti adunque, esterni o interni, che noi faccia-
mo nel rettificare e confermare i nostri voti, il
buon Gesù, tanto amante delle anime nostre, li
ritiene come altrettante novelle Professioni.
Come Dio castiga e punisce ogni pensiero ed
azione cattiva od omissione, così approva e pre-
mia ogni atto buono, interno od esterno, che noi
facciamo. Quanto dunque, o figlie carissime, ci
deve questo animare a rinnovare di frequente l’at-
to della nostra totale consacrazione a Dio, e al-
meno ogni volta che facciamo la santa Comu-
nione!
Quanto giova il ricordare la prima nostra Pro-
fessione, fatta dopo due anni di Noviziato! Ve lo
rammentate? Che bel giorno fu mai quello! Era
proprio il giorno del Signore «Haec est dies
quam fecit Dominus: exultemus et laetemur in
ea». Allora provammo quanto è bello e glorioso
consacrarsi al Signore, a quel caro Gesù che da
tanto tempo ci aveva prevenute. Gustammo le
dolcezze ineffabili della vita religiosa; l’anima
nostra venne riempita di carismi e ricevette un
nuovo battesimo, tutto di fuoco divino. Il gaudio
dello Spirito Santo, che già in abbondanza ci ave-
va letificate nel bel giorno della Confermazione,
copiosamente si diffuse a riempir di celeste gau-
dio il nostro cuore. In quel solenne e indimenti-
cabile giorno bevemmo a larghi sorsi alle fonti
perenni delle Piaghe SS. del Divin Redentore; si
abbassarono i cieli e si avvicinarono alla terra; il
divino Agnello, nella estrema amabilità del suo
Divin Cuore, esultò di gioia nel celebrar con noi
le mistiche nozze. Rammentate sempre, o figlie
carissime, che il nostro sposalizio con Gesù fu
opera dello Spirito Santo; Egli ci strinse col caro
nostro Gesù nell’atto che emettemmo i nostri
voti religiosi. Fu allora che ci sentimmo elevate
ad una nuova potenza di conoscenza e di amore
pel caro Gesù; i libri della Sapienza incarnata si
dischiusero agli occhi nostri intellettuali, ed in-
tendemmo allora nuove verità, nuove dottrine ri-
guardanti la nostra vocazione religiosa, la nostra
missione e la nostra predestinazione alla gloria,
mediante l’osservanza dei voti religiosi. Ponem-
mo allora i piedi nella terra di promissione; la
divina grazia ci aprì i suoi tesori, ed avemmo dal
nostro dilettissimo Sposo piena facoltà di arric-
chircene a nostro piacere. Rigenerate in quel dì
santo e benedetto a vita novella, come da un’on-
da celeste, fummo dalla divina grazia purificate,
santificate, riformate, rendendoci come novelle
creature, immagini viventi del sommo nostro Cre-
atore; fummo insomma in quel memorabile gior-
no come segnate dal dito di Dio come eredità e
proprietà tutta e per sempre sua. Oh! giorno gran-
de! giorno ineffabile! Cantemus Domino! Ma
quali meriti avevamo noi per entrare nella Casa
di Dio? O piuttosto, quanti demeriti non milita-
vano contro di noi per esserne giustamente esclu-
se? Eppure il buon Gesù non guardò alla nostra
indegnità, ma solo alla sua infinita bontà. Egli ci
voleva davvero bene e ci fece del bene introdu-
cendoci nella sua santa Casa, rendendoci parte-
cipi di tutti i suoi tesori.
A cura di
Suor Giuseppina De Leo
La Nostra Voce - Giugno 2013Sacro Cuore 16
Attorno alla cappella di Maria Bambi-
na, nella nostra chiesa di S. Fereolo,
qualcuno ha messo dei cuori d’argen-
to. Al collo o al bracciale di qualche
donna splendono cuori d’oro o di pie-
tre preziose. Sulla corteccia delle pian-
te o sull’intonaco del muro di un san-
tuario, qualcuno ha inciso un cuore con
due iniziali e magari una data. Ho vi-
sto composizioni floreali e torte a
forma di cuore. Difficile trovare una
canzone d’amore senza che si parli di
cuore (e non è solo questione di rima).
Vuoi fare l’elogio di una persona? E’
sufficiente dire che è una persona di
cuore. Vuoi esprimere i miracoli della chirur-
gia? Riferisci di certi trapianti di cuore. Vuoi
rilevare l’amarezza di una esperienza? Basta
che tu dica di trovarti con il cuore a pezzi.
Nessuna meraviglia che si parli anche del cuo-
re di Dio, tanto più che Gesù si è fatto uomo e
un cuore l’ha avuto in senso vero e proprio,
come l’“abbiamo noi. Nella nostra religione
cristiana c’è una particolare attenzione al Cuo-
re di Gesù come di un aspetto che non è mar-
ginale nel vangelo; perché la misericordia di
Gesù non è una pennellata di sentimentalismo,
ma è la caratteristica più impressionante in un
Messia che è venuto per salvare gli uomini e
non per condannarli. Gesù ha preteso di pre-
sentarsi come modello ai discepoli con una
affermazione sconcertante: imparate da me
che sono mite ed umile di cuore! Nessun invi-
to ad uno stile di debolezza, di sdolcinatura, di
nichilismo, ma il coraggio di cambiare il cuo-
re di pietra in un cuore di carne, la sfida a cre-
dere che la bontà vince su ogni forma di vio-
lenza, di sopraffazione e di arroganza, la con-
vinzione che la parte selvatica di questo mon-
do, che sembra una giungla, diventerà umana
se andrà dove la porta il cuore.
E’ per questo che Gesù ci ha assicurato che
dov’è il nostro tesoro, lì sarà anche il nostro
cuore. E’ per questo che il primo comanda-
mento è stato espresso così: ama il Signore
Dio tuo con tutto il tuo cuore. E per questo
che il Papa non si stanca mai di ripetere, spe-
cialmente ai giovani: aprite, anzi spalancate
il vostro cuore a Cristo!
Don Virginio Andena
Da “Riflessioni”
La Nostra Voce - Giugno 2013Grest 2013 17
Se apro il vocabolario di lingua ingle-se, mi accorgo che everybody porta consé due significati. Tutto attaccato.(everybody) ognuno; staccato (everybody) significa ogni corpo, cioè tutti.Un titolo indicativo per il Grest 2013che ci invita a riflettere sul nostro cor-po ma anche sulla comunità che for-miamo quando siamo tutti insierne...una comunità che rimanda alla Chie-sa. La Chiesa è “ognuno” di noi cheinsierne forma un solo corpo nel Corpodi Cristo.Ed ecco da qui nasce il tema che saràsviluppato settimana per settimana:
Il corpo luogo di relazioni
I ragazzi rischiano di vivere relazioni“intermediate” da sms, skype,facebook, per evitare frustrazioni etenere la situazione sotto controllo,per non coinvolgersi troppo e decideredi volta in volta quando mettersi ingioco e quando trattenersi. Il Grest ciaiuterà a trovare il gusto di una vita“in diretta”, dell’avere amici veri e nonsolo virtuali, dello stare “fisicamente”con gli altri.
Il corpo contenitore di identità
I ragazzi vivono in un mondo dove l’ap-parire viene prima dell’essere, la for-ma prima della sostanza e hanno adisposizione un’infinità di strumenticon i quali possono adattare la loro
identità. Il Grest ci aiuterà a esserecontenti di quello che siamo e di comesiamo e a smettere di giudicare se-condo le apparenze.
Il corpo come mezzodi comunicazione
I ragazzi vivono una comunicazionefrettolosa e rumorosa. C’è una pover-tà del significato della gestualità edella comunicazione non verbale. C’ècarenza di attenzione di concentrazio-ne. Il Grest ci aiuterà a sperimentarele infinite possibilità del nostro corpo:la ricchezza dei gesti, della voce, del-le posizioni e l’importanza di saper con-trollare il nostro corpo per valorizzarloin tutto il suo potenziale espressivo.
Il corpo come strumentoper agire sulla realtà
I ragazzi trovano molte cose fatte, nonsanno come funzionano, come nasco-no, perché se qualcosa non funzionapiù la getta e la si cambia. Non hannopiù manualità e hanno sempre menooccasione di fare fatica. Il Grest ci aiu-terà a provare il gusto del fare, delfaticare insieme per costruire un mon-do più bello.
• Le iscrizioni al Grest 2013 sono aper-te. In oratorio sono disponibili i mo-duli con il calendario e le noteorganizzative.
La Nostra Voce - Giugno 2013La vera Bibbia 18
La Bibbia, Parola di Dio scritta, affidata alla
Chiesa, insieme alla Tradizione degli apostoli
e della Chiesa primitiva. Per distinguerla si
guardi nelle prime pagine la scritta
“Imprimatur” (si stampi) con la firma dei Ve-
scovo che l’ha controllata. Gesù affidò agli
apostoli e ai loro successori, i Vescovi, l’au-
torità infallibile di interpretare la sua Parola.
La nostra Bibbia non è quella dei Testimoni di
Geova. La Chiesa cattolica da duemila anni
venera la Bibbia e gelosamente la protegge
come Parola di Dio dalle manipolazioni, di per-
sone incompetenti e settarie. I Testimoni di
Geova usano una traduzione dall’inglese del
1961, stampata in USA e in italiano nel 1967.
E’ ben differente dalle versioni cattoliche e
dalla versione interconfessionale dei cattoli-
ci e protestanti insieme. Essi staccano le frasi
fuori dal contesto per far dire loro ciò che vo-
gliono, tolgono dalla Bibbia alcuni libri:
Giuditta, Sapienza, Tobia, Ecclesiastico,
Baruch, 1° e 2° libro dei Maccabei perché più
recenti degli altri.
I geovisti non sono una religione ma una setta,
non solo anticattolica ma anticristiana. Quin-
di non si possono chiamare cristiani. Il fonda-
tore è un commerciante americano Carlo Taze
Russel nato nel 1852 che morì nel 1916 dopo
aver fallito la predizione della fine del mondo
nel 1914.
I più gravi errori dottrinali di questa setta sono:
negano la SS.Trinità (un Dio solo in tre Perso-
ne uguali e distinte); negano che Gesù Cristo
è Dio; che l’anima è immortale; prendono alla
lettera i numeri
biblici che invece
hanno solo un va-
lore simbolico
per cui non pos-
sono dire quando
sarà la fine dei
mondo; affer-
mano che dopo
la morte tutto
finisce, senza nessun giudizio; parlano di un
gruppetto di 144.000 eletti che si salveranno
mentre Gesù ha detto che Dio vuole salvare
tutti quelli che accoglieranno la sua Parola; il
commercio, la Religione e la Politica sono
chiamate dai Testimoni di Geova “l’empia
trinità di Satana”.
I Testimoni di Geova vogliono strapparci la no-
stra fede cristiana e cattolica, il dono più pre-
zioso che abbiamo ricevuto dal Signore, attra-
verso i nostri genitori. Pur con il rispetto che
si deve ad ogni persona, dobbiamo essere de-
cisi a rifiutare la loro Bibbia, i loro periodici,
ad esempio “La Torre di guardia” e “Svegliate-
vi!”, gli inviti alla loro sala del Regno.
Approfittiamo invece per approfondire la no-
stra fede, partecipando alla catechesi, ai grup-
pi di ascolto della Parola di Dio nelle case,
leggendo la nostra Bibbia con la guida dei no-
stri pastori, leggendo pubblicazioni e giornali
che completano la nostra formazione cristia-
na. I dubbi si superano cercando la vera luce
della nostra fede cattolica, e non con falsi
maestri.
Bibbia e Testimoni di Geova
La nostra Bibbia non è quelladei Testimoni di Geova
La Nostra Voce - Giugno 20138 per mille 19
Continua nelle nostre Parrocchie il ritiro e la spedizione
delle schede dei modelli CUD per scegliere l’otto e cinque per mille
Con il tuo modello CUD
puoi fare molto, per tanti
Anche se non devi presentare la dichiarazione dei redditi, puoi partecipare alla scelta
dell’8 per mille con la scheda allegata al tuo modello CUD.
I pensionati sprovvisti del CUD 2013 possono trovare l’apposito modulo in Parrocchia e
rivolgendosi agli incaricati sig.a Rita Ventura e sig. Angelo Dadda avranno l’assistenza
per compilarlo e provvederanno loro a consegnarlo nelle opportune sedi.
Sul medesimo foglio si può destinare anche il 5 per mille a qualche associazione bene-
merita.
E’ facile, è importante e non ti costa nulla in più, ed è un diritto di tutti i cittadini contri-
buenti.
Con la firma sulla scheda del modello CUD, il tuo aiuto arriverà dove c’è più bisogno.
Firmare per destinare l’8 per mille alla Chiesa Cattolica è una possibilità in più per so-
stenere la missione della Chiesa.
In questi anni, grazie al contributo dell’8 per mille, la Chiesa Cattolica ha realizzato
migliaia di progetti di carità in Italia e nel Terzo Mondo.
GRAZIE per la tua firma, il tuo aiuto arriverà dove c’è più bisogno d’aiuto.
NELL’IMMINENZA DI UN ESAME
Nel nome del Padre e del Figlio
e dello Spirito Santo. Amen.
Benedici o Signore questo nostro cibo.
Fa’ che esso sostenga nella fatica quotidiana
specialmente coloro che si preparano
agli esami e dona loro di affrontarli
con animo sereno e fiducioso.
Per Cristo tuo Figlio e nostro Signore.
Amen.
Preghiere brevi per la cena Carlo Maria Martini
La Nostra Voce - Giugno 2013Riflessione 20
Ricordare e pensare non sempre sono attività salutari. Dei pensieri non ci si libera mai in modo definitivo
specie per quelli che sono fissati nella corteccia cerebrale con dei chiodi.
So, e forse lo sai anche tu, e in ogni caso l’hai vissuto sulla tua pelle, cara moglie, che la parte migliore
della nostra vita è passata. Veloce come un battito di ciglia ci ha sfiorati e subito abbandonati. Tra le mani
non c’è rimasto nulla, e ora, presi e persi nel nostro lento rimaneggiare con le briciole di quel trascorso
troppo breve e mai dimenticato, sappiamo pure che della nostra storia, il lieto fine, non sarà mai scritto.
Adesso, volendo lanciare un’ultima occhiata alla nostra condizione, vedo solo due infelici che negli ultimi
vent’anni hanno racimolato un progressivo accumulo di perdita.
La vita non regala nulla, recita un proverbio datato. Ma a noi, oltre a non averci mai spedito pacchi
omaggio, ci ha tolto l’indispensabile. Al contrario di ciò che noi due facciamo, la natura, per definizione,
fa quello che deve fare: vive. Di giornate tranquille in cui potevo abbassare la guardia e riscaldarmi
dentro, ho solo sbiaditi ricordi, e la consapevolezza mi rende discreto, paziente, taciturno. Il presente,
passando di illusione in illusione per poi disilludermi del tutto, non sono più tornato a viverlo.
Dalla finestra un po’ piccola che impedisce ai “curiosi” di vedere ciò che succede all’interno, provo a
sbirciare oltre la trasparenza per vedere un poco di mondo che sta dall’altra parte. E le immagini che a
fatica catalogo, sono archiviate da neuroni sempre più neutri e incolori come l’acqua limacciosa di certi
canali che bisogna guadare con attenzione per vedere se si muove o ristagna. Al riparo tra le pareti di
casa nostra ma soverchiati dall’accumulo in insicurezza simile a quella di un individuo che soffre di
vertigini ed è costretto a camminare sul ciglio di un precipizio, “viviamo” come su di un’isola protetta
senza mescolarsi con l’ambiente esterno. Tirandoci indietro, nella maggior parte dei casi, ai problemi di
un mondo in cui manca il necessario ma abbonda del superfluo.
Dalla figura che osservo attraversare la strada, mi sembra di riconoscerti e subito vedo quello che
avremmo potuto essere e non siamo stati. E qui, un moto di ribellione improvvisa esercita pressioni
difficili da contenere, in prevalenza rivolte al fato e al modo in cui aveva sepolto il nostro avvenire. I
confronti, è risaputo, sono gratuiti, ma servono per controllare a quale punto tra due estremi ci si trova.
A volte è la notte, altre sono appena prima dell’alba, ma comunque nella fase di transizione dalla veglia
al sonno in cui non è facile distinguere il sogno dalla realtà (stato ipnagogico) che, cancro – morte, una
frase senza verbo, senza nesso, senza aggettivi; due parole tremendamente unite nella mia coscienza,
due parole in attesa che il tempo e la scienza arrivino a rompere il legame che le unisce, nonostante
siano trascorsi ventisette anni, mi fa ancora sobbalzare e rabbrividire.
Segnato dalle stimmate della sfortuna e per niente pronto ad accettare il proprio destino fino in fondo,
un’aggiuntiva discesa del quoziente intellettivo che lo specialista archivierebbe in maniera sbrigativa
stilando la diagnosi di una patologia in cui, la senilità precoce e il mancato rinnovo con cellule cerebrali
efficienti, completano un quadro clinico che convincerebbe chiunque. E forse, è per proprio questi motivi
che mi dimentico delle cose meno importanti perché ciò che non si ama si deposita sulla superficie e, da
lì, evapora in fretta infilando al suo posto un senso di colpa paragonabile a quello che Adamo ed Eva
provarono dopo il morso al frutto proibito.
Bassano (Nino) Fusari
Instabilità neurologica
La Nostra Voce - Giugno 2013Gita 21
25 Aprile 2013 ore 7.30: partenza da Codogno
Parrocchia Santa Cabrini alla volta di Arezano.
Obiettivo: visitare la quattordicesima Edizio-
ne della Mostra di opere d’arte e composizio-
ni floreali, sita nel Parco Negretto Cambiaso
e la Celebrazione liturgica al Santuario del
Bambin Gesù di Praga.
Un pullman di quaranta persone, uno spaccato
di tutte le età, bambini, genitori, persone adul-
te, anziani che hanno trascorso insieme una
giornata all’insegna di previsioni atmosferiche
non buone, con tutta l’intenzione di cogliere
il meglio delle varie situazioni che si sarebbe-
ro presentate. Il Mar Ligure e il Parco ci han-
no accolto nella loro statuaria semplicità, con
una massa d’acqua azzurra e alberi secolari
immersi nel verde. La mostra dei fiori nella
serra monumentale accostata ad ogni singolo
quadro colpiva su-
bito, e la maestria
dei fiorai e le tele
di Aurelio Cami-
nati testimoniava
come la natura e la
bellezza di un qua-
dro potessero in-
sieme combinare
una armonia insita
in ognuno di noi, la
quale a volte non si
mostra perché im-
mersi in una vita
troppo frenetica,
dettata da falsi bi-
sogni ed ideali che
oscura tutto il bel-
Visita
ad Arenzano
La Nostra Voce - Giugno 2013Gita 22
lo che abbiamo in noi ed intorno a noi. Non
c’è un dipinto migliore di un’altra opera, è l’in-
sieme di tutte le opere dell’uomo, sono pre-
senti anche mostre di quadri e sculture di vari
artisti, che obbligano le persone visitanti a fer-
marsi e riscoprirsi.
Il momento conviviale è stato un allegro vo-
ciare di persone riunite attorno a tavoli prepa-
rati in anticipo, grazie all’organizzazione sem-
pre attenta e precisa della Sig.ra Fiorella.
Grazie a Don Giorgio siamo stati preparati tutti
ad un altro momento determinante della gior-
nata: la visita al Santuario del Gesù Bambino
di Praga. Non ero mai stata lì, non sapevo nien-
te della storia della statua del Bambino e della
nascita della
devozione dei
Padri Carme-
litani Scalzi:
p u r t r o p p o
non è altro
che la foto-
grafia sempre
attuale di
momenti tra-
gici che han-
no potuto es-
sere superati
grazie alla
fede cieca di
uomini con-
sacrati. No-
nostante pri-
vazioni e tri-
b o l a z i o n i
hanno saputo
superare sé
stessi, hanno
pregato agito
e testimonia-
to il grande
amore che il
Dio Bambino
nutre per ogni creatura vivente con tutti i suoi
limiti.
Il momento storico è stato quello di Martin
Lutero a Wittemberg arrivato a completa rot-
tura con il Papa, le lotte fratricide seguite, che
avevano portato uomini di una stessa nazione
a combattersi a ferro e fuoco, distruggere mo-
nasteri, fortezze e città e sfregiare statue
paramenti e libri liturgici. Poteva sembrare ad
una prima analisi poco approfondita la notte
dei tempi, l’oscurantismo della storia, invece
è stata la nascita della devozione sempre più
condivisa della fede e dell’amore verso la
statuetta del Bambino Gesù. E’ stata l’unica a
rimanere indenne alla distruzione scellerata di
persone che non potevano essere
chiamate più tali, perché in preda a
odio, vendetta e cattiveria. Questo at-
teggiamento non ha mai portato a so-
luzioni di problemi immensi ma ge-
nerato altro rancore e vendetta.
La visita all’orto botanico dei frati
Carmelitani, al presepio in ceramica
e la visita guidata all’edificio Santua-
rio spiegata da Don Giorgio, è stata
culminata poi con la celebrazione li-
turgica, la quale ha reso unica questa
giornata.
Sarà ricordata come momento di ri-
flessione e stacco dai
problemi di ogni
giorno ed immissio-
ne di una nuova vita-
lità alla nostra fede
sempre più fiacca,
debole e decon-
centrata. Il silenzio
non è paura ma la via
che ci permette di
entrare in sintonia
con l’immensità del-
l’amore di Dio.
Luisa Sommariva
La Nostra Voce - Giugno 2013
Parroco tel. 430244 - tel. 33949
24
Parrocchia
S. FRANCESCA CABRINI
BATTESIMI:
Nella solennità della S.S. Trinità sono rinati dall'acqua e dallo Spirito Santo i piccoli
:
LINDA GRIONI
EDOARDO TRIVELLATO
ai papà ed alle mamme gli auguri cordiali e sentiti da parte della Comunità Parrocchiale.
5 MAGGIO 2013 - PRIMA COMUNIONE
Nella Chiesa Parrocchiale di Triulza, per la prima volta hanno incontrato Gesù Pane di Vita, i
nostri Bambini/e:
1 - Riccardo Caserini
2 - Davide Concoreggi
3 - Leonardo Milardi
4 - Giovanni Christian Spadaro
5 - Andrea Zabaglio
6 - Elena Balzarelli
7 - Sofia Bravi
8 - Angelica Oleotti
9 - Elide Scalvenzi
10 - Rebeka Sulkja
11 - Martina Verani
A loro l'augurio di sentire sempre il bisogno di incontrare Gesù alla Mensa del Suo Corpo e del
Suo Sangue, perchè li aiuti nel loro cammino di crescita.
Note di Vita Parrocchiale
La Nostra Voce - Giugno 201325
11 MAGGIO 2013
SACRAMENTO DELLA S. UNZIONE
Nel giorno solenne dell'Ascensione di N.S. Gesù Cristo, alcuni nostri fratelli e sorelle, hanno
ricevuto il dono della Santa Unzione, per alleviare le loro malattie e sofferenze fisiche e trovare
in Cristo la forza di sapersi unire a Lui.
1 - Luigia ANELLI in Londi anni 78
2 - Pasqualina (Lina) BASSINI ved. Bruschi anni 88
3 - Dina BELTRAMI ved. Adami anni 81
4 - Luigi BERNARDELLI anni 87
5 - Anna BAZARIN in Bernardelli anni 77
6 - Maria BETTI ved. Visigalli anni 82
7 - Franca BURINI ved. Pellegrini anni 79
8 - Giovanni CONFORTINI anni 78
9 - Gianna SOLDATI in Confortini anni 76
10 - Rosanna FERRARI ved. Rossi anni 80
11 - Giuseppina GALLONI ved. Fugazza anni 75
12 - Giuseppina GROSSI ved. Resta anni 86
13 - Angela OMINI ved. Pettinari anni 76
14 - Franca PETTINARI ved. Bergonzoni anni 75
15 - Carmela REALE anni 90
16 - Giovannina ROSSI ved. Podini anni 78
17 - Annunciata TUSSI ved. Badiini anni 83
18 - Giuseppe VENTURA anni 86
19 - Rita BERTOLI in Ventura anni 76
AMMINISTRATO IN CASA
20 - Enrico MONTANARI anni 86
21 - Bruna BRUSCHI in Montanari anni 84
A questi nostri fratelli e sorelle l'augurio di corrispondere al dono ricevuto con una vita serena e
piena di fede.
Note di Vita Parrocchiale
La Nostra Voce - Giugno 2013
DAL 10 GIUGNO AL 31 LUGLIO
PRIMA PARTE DEL GREST 2013"EVERYBODY"
UN CORPO MI HAI PREPARATO
Eccoci di nuovo all’appuntamento con il Grest Parrocchiale.
La prima parte avrà inizio Lunedì 10 giugno e avrà termine Mercoledi 31 Luglio.
Si svolgerà dal Lunedì al Venerdì con i seguenti orari:
9.00-12.00 / 14.00-17.00
Per coloro che lo desiderano sarà effettuato il servizio mensa.
Per i genitori che lavorano è previsto il servizio di accoglienza dei loro figli sin dalle ore 7.30.
ISCRIZIONI: da Domenica 2 Giugno in poi con l'apposito modulo da ritirare presso l'Oratorio.
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19 MAGGIO 2013 - PRIMA CONFESSIONEHanno celebrato per la prima volta la Festa del Perdono i nostri fanciulli/e:
1- Daniele Bernardelli
2 - Luca Bertolotti
3 - Tommaso Giavaldi
4 - Jolanda Ioana Benchea
5 - Alessia Campanile
6 - Martina Collini
7 - Giada Gioè
8 - Benedetta Ferri
A loro l'augurio di continuare a fare l'esperienza del Perdono e della Misericordia del Signore,
per essere segno di amore e di pace in mezzo ai fratelli.
9 - Lidia Fiazza
10 - Marta Fogliazza
11 - Benedetta Fregoni
12 - Sara Marchesi
13 - Marika Marchio
14 - Chiara Omini
15 - Chiara Piccinelli
16 - Agnese Stringhetti
Note di Vita Parrocchiale
La Nostra Voce - Giugno 2013
E' TERMINATA
LA BENEDIZIONE DELLE FAMIGLIE
Ho iniziato, come da ventun'anni a questa parte, a visitare le famiglie delle nostre due Parroc-
chie il 2 Febbraio e dopo quattro mesi ho terminato. Cosa dire al termine di questa esperienza
impegnativa, ma esaltante? Prima di tutto GRAZIE!
Mi avete accolto tutti con gioia, attenzione, premurosi e generosi. Avete dimostrato come vi è
cara la figura del Sacerdote, avete chiesto una preghiera, un consiglio, un ricordo. Anch'io ho
ricevuto tanto da voi.
Ho visto la dedizione dei genitori, le fatiche, le preoccupazioni; ho visto famiglie liete di esserlo,
contente nonostante le naturali difficoltà della vita. Ho visto la premura verso gli anziani, i malati,
alcuni attenti ai vicini di casa, altri premurosi verso amici stranieri spaesati e in difficoltà per la
mancanza di lavoro.
Le famiglie o nuclei benedetti sono stati circa settecento, inoltre un centinaio di fabbriche nel
nostro Polo Industriale.
Ora manteniamo quel tessuto umano necessario per una vita buona e felice, tutti preoccupati di
dare il nostro contributo per la realizzazione del bene comune.
27Note di Vita Parrocchiale
La Nostra Voce - Giugno 2013
OFFERTE MESE DI MAGGIO
Per la Chiesa:N.N. €. 10,00 - Battesimi: €. 50,00, €. 30,00, €. 200,00 - Ad onore Madonna: N.N. €.10,00 - N.N. €. 10,00 - N.N. €. 120,00 - Ad onore S. Cabrini: N.N. €. 10,00 - N.N. €.5,00 - N.N. €. 120,00
Lampada SS. Sacramento:Anna €. 10,00N.N. €. 10,00N.N. €. 20,00
Incaricati Vie:Papa Giovanni, De Gasperi, €. 19,00Kennedy €. 40,00Scala O (Cappelletti) €. 6,00Scala N (Marzi M.) €. 6,00Scala T (N.N.) €. 6,00Scala T (N.N.) €. 6,00Scale U-V (N.N.) €. 21,00Scala N (Marzi C.) €. 6,00Passerini (Medaglia) €. 20,00
Varie:Giornale "La Nostra Voce" €. 7,50Bambini Prima Confessione €. 90,00Offerta Comunicati €. 355,00Vendita miele €. 37,00Unzione degli Infermi €. 369,00Festa della Mamma (Vendita torte) €. 411,00M.T.A. F.lli Falchetti €. 1.000,00
Cassa Ufficio Defunti: €. 24,00
Fiori per Altare: Gruppo donne €. 125,00
Lampada Don Ennio:Marignani €. 5,00
28Note di Vita Parrocchiale
La Nostra Voce - Giugno 2013Sante Messe 29
SANTE MESSE DI GIUGNO
1 Sb Ore 9:00 - def.ti Rino SBARSI e Alessandro CAPPELLETTI
17:30 - def.ta Paola GANELLI
2 DO Ore 8:00 - Pro Populo
11:00 - def.to Sac. Don Ennio RIZZARDI
3 Ln def.ti cg. Maria e Attilio TOGNON
4 Mt def.to Paolo AGRILLO
5 Mc def.t Giuseppe BRUSCHI
6 Gv UFFICIO PER TUTTI I DEFUNTI DELLA PARROCCHIA
7 Vn PRIMO VENERDI’ DEL MESE
Ore 16:00 - Esposizione
17:00 - Canto del Vespero
17:15 - Benedizione Eucaristica
17:30 - def.ta Giuseppina DOLCINI
8 Sb def.ti Santino CATTANEO e genitori e cg. Silvia e Pietro
9 DO Ore 8:00 - def.ti fam. CIBRA - STOPPINI ed Elvira e Fernando
11:00 - Pro Populo
10 Ln def.ti cg. Giuseppe e Antonia ZAMMATI
11 Mt def.te sorelle BASTIA
12 Mc Ore 9:30 - def.ta Lucia BOSSI
13 Gv def.ti fam. SERGIO
14 Vn def.te Antonia e Antonietta VERRILLO
15 Sb def.ti fam.e ANSELMI - CAMPAGNOLI
16 DO Ore 8:00 - def.ti Carlo e familiari
11:00 - def.ta Angelina TAGLIABUE
17 Ln def.to Livio FERRO
18 Mt Per intenzione
19 Mc Ore 9:30 - def.to Primo ADAMI
20 Gv def.to Luigi
21 Vn def.to Luigi RANCATI
22 Sb def.to Agostino
La Nostra Voce - Giugno 2013Sante Messe 30
SANTE MESSE DI LUGLIO
1 Ln def.to Corrado CIRFEDA
2 Mt def.ta Maria
3 Mc Ore 9:30 - def.ti Riccardo e genitori
4 Gv UFFICIO PER TUTTI I DEFUNTI DELLA PARROCCHIA
5 Vn PRIMO VENERDI’ DEL MESE
Ore 16:00 - Adorazione Eucaristica
17:00 - Canto del Vespero e Benedizione Eucaristica
17:30 - def.to Giuseppe BRUSCHI
6 Sb def.to Santino CATTANEO
23 DO Ore 8:00 - def.ti cg. Maria e Attilio GALLIGIONI
11:00 - Pro Populo
24 Ln def.to Gianni BIGNAMI
25 Mt def.ti fam. BRACCI - NATALI
26 Mc Ore 9:30 - def.ti fam. SUSANI - COMIZZOLI
27 Gv def.ta Laura ed Adalberto e fam.e ZANABONI - ALBERTARIO
28 Vn def.ti cg. Giuseppina e Giuseppe LINZAGHI
29 Sb def.ti Maria e Antonio ROSSI e figlio
30 DO Ore 8:00 - def.ti Angelo, Nino e Franco PEDRINI
11:00 - def.to Tonino TAGLIAFERRI
La Nostra Voce - Giugno 2013
Casa Parrocchiale - Custode tel. 33949
- Triulza 31
Parrocchia
ASSUNZIONE B.V.MARIA
DAL 10 GIUGNO AL 31 LUGLIO
PRIMA PARTE DEL GREST 2013VEDI NOTE CABRINI
GIORNATE EUCARISTICHE IN PREPARAZIONE
SOLENNITA' DEL SACRO CUORE DI GESU'
Martedi 4 - ore 20.30 - S. Messa Solenne Giornate Eucaristiche
Mercoledi 5 - ore 20.00 - Esposizione - Adorazione Eucaristica
ore 21.00 - Solenni Vesperi - Benedizione
Giovedi 6 - ore 20.00 - Esposizione - Adorazione Eucaristica
ore 21.00 - Solenni Vesperi - Benedizione
Venerdi 7 - ore 20.30 - S. Messa Solenne Sacro Cuore di Gesù
Processione per le Vie: Molinetto e Cascina Molinetto
Benedizione
Note di Vita Parrocchiale
La Nostra Voce - Giugno 2013
OFFERTE MESE DI MAGGIO
Iniziative "Festa della Mamma":Dolci €. 105,00
Benedizione case: €. 1.004,00
Per i fiori:Gruppo Donne €. 40,00
32Note di Vita Parrocchiale
La Nostra Voce - Giugno 2013Sante Messe - Triulza 33
SANTE MESSE DI GIUGNO
SANTE MESSE DI LUGLIO
2 DO Ore 9:30 - def.to Gaetano e familiari
4 Mt Ore 20:30 - def.ti fam. DOSIO
7 Vn Ore 20:30 - def.ti Domenica e Vincenzo FOLETTI
9 DO Ore 9:30 - def.ti cg. SCHIAVENATO
12 Mc Ore 20:30 - def.ti cg. Luisa e Giovanni CHIODA
16 DO Ore 9:30 - Pro Populo
19 Mc Ore 20:30 - def.ti Luigi TANSINI e fam. CREMASCHI
23 DO Ore 9:30 - def.ti Maria, Giorgio e Paola
26 Mc Ore 20:30 - def.ti Vincenzo, Luigi, Maria
30 DO Ore 9:30 - Pro Populo
3 Mc Ore 20:30 - def.ti Gaetano GRAZIOLI e familiari
7 DO Ore 9:30 - Pro Populo