Dove l'Angelo apparve ai pastori

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64 A Sua Immagine Itinerari LUOGHI DI GESÙ Dove l’Angelo apparve ai pastori Nel villaggio arabo-cristiano di Beit Sahour, alle porte di Betlemme, si conserva la memoria dell’annuncio agli umili pecorai chiamati per primi a vedere la luce del Bambin Gesù di Emanuela Compri Gloria in excelsis Deo Il santuario ha la forma di dodecagono e richiama la struttura di una tenda da campo “Q uesto vi chiedo: di essere pastori con ‘l’odore delle pecore’, pastori in mezzo al proprio gregge, e pescatori di uomi- ni”. Le prime parole pronunciate da Papa Francesco ai “pastori del gregge romano”, i sacerdoti della sua diocesi, hanno la stessa forza del vento di attesa che quella notte santa doveva soffiare potente tra i campi di Booz. Lì vi tro- varono riparo i pastori che scelsero le grotte scavate nella roccia per passare la notte. Nel blu della notte le luci della vicina Betlemme facevano a gara con le innumerevoli stelle del cielo. Solo il belato di qualche pecora rompeva il silenzio. Improvvisamente, una luce più potente del sole di mezzogiorno li accecò: allora un angelo del Signore si presentò e disse loro: “Non abbiate paura. Ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo. Oggi

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di Emanuela Compri in "A Sua Immagine", rubrica "Itinerari: Luoghi di Gesù" N°49 - 2013

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Itinerari LUOGHI DI GESÙ

Dove l’Angelo apparve

ai pastori Nel villaggio arabo-cristiano di Beit Sahour,

alle porte di Betlemme, si conserva la memoria dell’annuncio

agli umili pecorai chiamati per primi a vedere la luce del Bambin Gesù

di Emanuela Compri

Gloria in excelsis Deo Il santuario ha la forma di dodecagono e richiama la struttura di una tenda da campo

“Questo vi chiedo: di essere pastori con ‘l’odore delle pecore’, pastori in mezzo

al proprio gregge, e pescatori di uomi-ni”. Le prime parole pronunciate da Papa Francesco ai “pastori del gregge romano”, i sacerdoti della sua diocesi, hanno la stessa forza del vento di attesa che quella notte santa doveva soffiare potente tra i campi di Booz. Lì vi tro-varono riparo i pastori che scelsero le grotte scavate nella roccia per passare la notte. Nel blu della notte le luci della vicina Betlemme facevano a gara con le innumerevoli stelle del cielo. Solo il belato di qualche pecora rompeva il silenzio. Improvvisamente, una luce più potente del sole di mezzogiorno li accecò: allora un angelo del Signore si presentò e disse loro: “Non abbiate paura. Ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo. Oggi

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nella città di Davide è nato un salvatore che è il Cristo Signore” (Lc 2, 10-11).

La “casa di vigilanza”I fertili campi di Beit Sahour sono ri-tenuti il luogo dello svolgimento della scena natalizia raccontata da Luca. La tradizione era già fissata al tem-po della pellegrina Egeria che nel 384 visita una chiesa dedicata ai pastori. Oggi il villaggio si trova a circa tre chilometri dalla chiesa della Natività e rientra, con Beit Jalla, nel Governa-torato di Betlemme. Noto anche per la biblica storia di Rut e Booz, proge-nitori del re Davide, il luogo si trova in una fascia climatica di transizione tra il deserto e le terre più fertili: vigneti e ulivi, mandorli e fichi, campi di orzo e grano colorano la terra a seconda del-le stagioni. Il nome arabo della città ha un’origine antica che si fa risalire al tempo cananeo e significa “casa di vigilanza”. Oggi il villaggio è ancora uno dei pochi in Palestina a vantare una maggioranza di abitanti cristiani.

Il “campo” nelle diversetradizioni religioseNel cuore del villaggio compaiono ben tre siti che rivaleggiano per l’asse-gnazione del titolo di vero campo dei pastori: quello cattolico, curato dai francescani e visitato dalla maggior parte dei pellegrini occidentali, quel-lo ortodosso che dista 600 metri dal primo e che resta la meta principale dei pellegrini orientali e russi e per ul-

timo quello meno probabile dei pro-testanti, posto tra le mura del centro ricreativo Ymca, acronimo di Young men’s christian association (Associa-zione giovanile maschile cristiana). I primi due siti sono stati scavati negli anni passati e conservano le tracce di luoghi di antica cristianità: una chiesa per quello ortodosso e un monastero per quello cattolico, entrambi esisten-ti a partire dal IV-V secolo.

Santuario francescanoDedicato al Gloria in excelsis Deo, il canto del Gloria da parte degli angeli apparsi ai pastori nella notte di Nata-

le per annunciare la nascita di Gesù, è in una zona del villaggio chiamata Siyar el-Ghanam, ovvero “luogo per tenere le pecore”. Un’ampia proprie-tà racchiude tra le sue mura le anti-che grotte usate dai pastori e i resti di un monastero bizantino. Il moderno santuario, costruito negli anni Cin-quanta con le donazioni provenienti dal Canada, è progettato dall’archi-tetto italiano Antonio Barluzzi. Nel-la sua forma richiama le tende delle tribù nomadi beduine, le stesse che ancora oggi vivono di pastorizia nel deserto. All’interno, sotto una cupola forellata di luce, i dipinti dei tre piccoli altari portano l’attenzione sui pasto-ri: l’annuncio dato loro dall’angelo, l’omaggio al Bambino Gesù e la cele-brazione della nascita del Messia. Sul retro, oltrepassata la fontana del Buon Pastore, all’interno di alcune grotte si celebra la liturgia propria del luogo, quella che ricorda l’annuncio ai pastori: una, in particolare, con il tetto annerito dalla fuliggine, rievoca lo stile essenzia-le con cui conducevano la loro esisten-za. Oggi in quella grotta, ogni giorno, si eleva il canto natalizio del Gloria in excelsis Deo. Gli scavi effettuati dal

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La proprietà della Custodia – Oltre al santuario, comprende antiche

grotte e i resti di un monastero bizantino

Gli interni

I raggi del sole,

che penetrano

dalla cupola

in vetrocemento,

richiamano la

luce divina della

notte santa

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francescano Virgilio Corbo negli anni Cinquanta hanno mostrato che le grotte erano usate al tempo di Erode il Grande. Inoltre, nel parco sono visi-tabili i resti di frantoi antichissimi che lasciano pensare all’esistenza di una piccola comunità agricola all’epoca di Gesù. Successivamente, in età bi-zantina l’area è stata abitata da mo-naci che vi hanno costruito un vasto monastero, a cui risalgono la maggior parte delle rovine tutt’oggi visitabili.

Sito greco-ortodossoIl capo dei pastori ortodosso si tro-va a Kanisat al-Ruwat, letteralmente “chiesa dei pastori”. Le rovine di al-

Ruwat sono state scavate nel 1972 da Vassilios Tzaferis e includono una grotta utilizzata come chiesa del quar-to secolo, di cui sopravvive ancora la volta a botte. Una rampa di 21 gradi-ni porta alla chiesa inferiore che pre-senta tre absidi con tracce di affreschi e di mosaici. Il pavimento compren-de croci e quindi la sua fattura deve precedere l’anno 427, quando queste sono state bandite per evitare che ve-nissero calpestate. Sopra questa chiesa è stata costruita una cappella bizantina, a sua volta sostituita da una chiesa più grande, poi distrutta nel 614. Tra il VII e il X secolo, infine, è sorto un mona-

stero. Un nuovo edificio di grandi dimensioni è stato costruito nel 1955 e presenta anch’esso affreschi di tradi-zione bizantina con la raffigurazione dell’annuncio dell’angelo. Il percor-so di visita permette di scendere alla chiesa inferiore, che è stata restaurata, e ai resti archeologici della chiesa bi-zantina e del monastero. La tipologia dei ritrovamenti archeologici rendo-no più attendibile la coincidenza di questo luogo con quello descritto dai pellegrini antichi a discapito del sito francescano.

Libro di RutA Beit Sahour è ambientata anche la storia di uno dei libri più brevi dell’An-tico Testamento, quello di Rut. Lei, donna moabita, non di stirpe ebraica, una volta rimasta vedova resta fedele alla suocera Naomi e la segue sulla strada del ritorno verso Betlemme. Qui incontra Booz, ricco uomo ebreo, men-tre spigola dietro i mietitori dei suoi campi. Booz prende in sposa Rut, e dalla loro unione nasce Oved che sarà il padre di Jesse. Jesse genera Davide, dalla cui stirpe, secondo la profezia di Michea, sarebbe nato il Messia. Pro-fezia che nelle genealogie narrate, nel Nuovo Testamento, dagli evangelisti Luca e Matteo si compie con la nascita di Gesù a Betlemme.

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Itinerari LUOGHI DI GESÙ

Ogni anno, nel pomeriggio del 25 dicembre, i frati francescani s’incamminano da Betlemme verso la vicina cittadina di Beit Sahour per compiere la tradizionale pellegrinazione al campo dei pastori. Ricalcando il

tragitto percorso dai pastori nella notte santa, i frati fanno una prima tappa all’antica grotta dei pastori ortodossa, dove recitano le litanie dei santi, seguite dalla lettura del Vangelo in arabo e in latino. Successivamente si dirigono alla grotta

dei francescani dove intonanoil canto del Gloriain excelsis Deo.Per gli otto giornia seguire, da questo luogo salgono le preghiere dei fedeli che si trasformano nel coro degliangeli che cullanoil bambino custodito nella mangiatoia.

Pellegrinazione di Natale

La grotta – Le cavità, un tempo abitazioni dei pastori, sono state ripulite

e trasformate in cappelle caratteristiche dai francescani

Gli scavi – L’area è stata abitata

da monaci che hanno costruito un

monastero a cui risalgono la maggior

parte delle rovine tutt’oggi visitabili