mensile della comunità di Salò - Parrocchia di Salò ... · il Signore dica a Pietro: "Se non ti...

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mensile della comunità di Salò A NNO LXI - n. 6 Giugno 20 1 2

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comunitàdi Salò

ANNO LXI - n. 6 Giugno 2012

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2Anno LXI - n. 6 Giugno 2012 Anno LXI - n. 6 Giugno 2012

Vita di parrocchia a cura della Redazione

HANNO COLLABORATO ALLA REDAZIONE Andreis mons. Francesco Cavedaghi Daniela Ciato Giovanni Cobelli Renato Dondio Lamberto Gelmini don Angelo Giacomuzzi Giancarlo Lugli Nerina Madureri Luisa Manni Anna Marelli Bruno Monti Osvaldo Pollini Rosa Tomasoni don Pierluigi ALLA STAMPA Beretta Alfredo Vezzola Maurilio Elio Sant Nicola Rizza Augusto (Foto) Equipe Tipolitografia Lumini

NUMERI UTILI PER TELEFONARE:

Mons. Francesco Andreis (3480421999) Segreteria . tel. 521700 FAX Vicolo Campanile 2 . . . tel. 523294 Don Angelo Gelmini (3393945294) Largo D. Alighieri . tel. 43498 Don Pierluigi Tomasoni (3355212934) Via Gratarolo . tel. 40296 Chiesa di S. Bernardino Piazza S. Bernardino . . tel. 43449 Oratorio S. Filippo Neri Largo D. Alighieri . . tel. 43646 Scuola Cattolica “E. Medi” Via S. Jago 19 . . tel. 40039 Padri Cappuccini Barbarano . . . . tel. 20447 Caritas Zonale Via Canottieri 2 . . . tel. 520843 Cinema Cristal Largo D.Alighieri . . . tel. 521555

Incontro CPP del 26 Aprile 2012 Mons. Francesco apre la seduta con la recita della compieta e affida poi la conduzione della stessa al vicepresidente, Giu-seppe Criscuolo:

1) - Il verbale viene le�o ed approvato all’unanimità.

2) - Aggiornamento dei lavori delle commissioni :(Missioni) È segnalato uno svolgimento regolare del program-ma previsto: bancarelle, Via Crucis in Quaresima, percorso spirituale; è programmata la Veglia zonale di Pentecoste a Vil-la di Salò il 26.05.2012 sul tema: Famiglia - Lavoro e Festa in stre�a relazione con il programma del Family Meeting di MI. Si informa sulla somma pervenuta di € 10.000,00 finalizzata ad una associazione Onlus per una missione nel Burundi.(Caritas). Si rinvia alla pag.4 del Bolle�ino parrocchiale di aprile “Caritas e vita missionaria”, per l’a�ività della Caritas nel 2011.(Liturgia). Si segnalano regolarità della celebrazione euca-ristica mensile al Cimitero in suffragio dei defunti e pre-senza costante di animatori ai funerali in San Bernardino e in Duomo; regolarità di tu�e le celebrazioni e catechesi, orga-nizzazione e buona partecipazione al Triduo pasquale. Si fa un breve cenno (Mons. Francesco) al nuovo rito funebre, in modo particolare quanto riguarda quello previsto in caso di cremazione del defunto, in forma più ampia.(Giovani). Continuano i percorsi di catechesi previsti e si stanno predisponendo le a�ività estive (Famiglie). Alcune fa-miglie stanno preparandosi per l’incontro con Papa Benedet-to in occasione della celebrazione eucaristica del 3 giugno a Milano, con sviluppo del tema “Famiglia: Lavoro e festa”.

3) - Mons. Francesco informa il Consiglio sulla le�era del Vescovo a lui pervenuta che l’informa sull’invio di un nuo-vo presbitero collaboratore per la Chiesa di San Bernardino nella persona di Mons. Franco Bertoni, esorcista, già parroco di Montichiari. Subentra a Mons. Zane�i, del cui testamento spirituale, datato 13 aprile 1992, don Francesco dà le�ura al Consiglio. Informa altresì sul conferimento di Cresime ed Eu-carestia ai ragazzi dell’I.C. da parte di Mons. G.B. Morandini, già nunzio apostolico, la domenica di Pentecoste, 27 maggio e sulle giornate eucaristiche (da lunedì a giovedi 4 - 7 giugno p.v.) secondo lo schema di precedenti giornate eucaristiche).

4) - Si passa quindi ad esaminare le ultime tre schede di grup-po (VII, VIII, IX ) concernenti il Sinodo - i vari interventi han-no trovato la loro sintesi nella compilazione delle stesse se-condo quanto inviato alla segreteria sinodale, con copia agli a�i, alla quale si rinvia.

Tappe della vitaSono entrati a far parte della famiglia di Dio:

Bussei Edoardo Adriano di Matteo e di Nicolini RobertaDi Franco Alessandro di Agatino e di Benini SilviaMalpeli Francesca di Andrea e di Trivella RobertaPace Alen di Vittorio e di Lici EtlevaPace Denise di Vittorio e di Lici EtlevaSalvadori Luna di Roberto e di Grandini Simona

Si sono uniti nel matrimonio cristiano:

Bertoli Michele con Zorzan CaterinaReboldi Michele con Frattini Sara

Sono tornati alla casa del Padre:

Felter Elena, anni 72Rebusco Emilio, anni 73Bortolotti Angelo, anni 84Zanchetta Edoardo, anni 75Brambilla Elisa in Panzarini, anni 86Leonesio Gianfranco, anni 77

Il Gruppo dei Cresimati il 27 maggio 2012 con i sacerdoti e S. E. Mons. Giambattista Morandini

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Parola del Parroco a cura di Mons. Francesco Andreis

In copertina: San Paolino da Nola tra i santi Pietro e Giovanni Battista (Zenon Veronese – XVI sec.) Olio su tavola, cm. 200 x 158. I santi sono riconoscibili per i rispettivi simboli. L’opera riecheg-gia stili compositivi tardo quattrocenteschi. Il santo Vescovo è seduto in trono; ai lati un musco-loso San Giovanni Battista e San Pietro con i simboli della sua autorità. In lontananza sfuma un paesaggio verde – azzurro, con il veleggiare delle consuete nuvoletta. L’opera ci riporta, per i suoi cromatismi alla pittura veronese.

La Scrittura anticipa gli scandali che turbano la Chiesa e li denuncia a chia-re lettere. Nella Lettera agli Efesini

si parla di battaglia «contro gli spiriti che abitano anche le regioni celesti». Nelle epistole ai Corinzi Paolo fa riferi-mento a divisioni, incoerenze, infedeltà ed egoismi. «Sono atteggiamenti che dipendono anche dalla concezione che si ha di Dio». È un testo fondamentale e forse trascurato nelle sue implicazioni all’interno della comunità ecclesiale. Attraverso Cristo che si china sui di-scepoli il Padre si rivela come colui che serve. Accettare un Dio che si fa servo significa modificare ogni nostro comportamento e ogni no-stra relazione. Non è un caso che il Signore dica a Pietro: "Se non ti laverò, non avrai parte con me". L’economia traballante è da sa-nare più con i principi che con la «carta-moneta». Dobbiamo torna-re alla semplicità della vita e dei rapporti vicendevoli, dobbiamo tornare “bambini”. Se non divente-rete come bambini non entrerete nel regno dei cieli – aveva detto Gesù a coloro che lo seguivano e ascolta-vano. Anche a lui avevano posto i problemi: se pagare o no le tasse, se lasciare la propria moglie, se… Gesù ha risolto con l’amore vissuto e predicato da lui stesso e dai suoi apo-stoli, lasciandosi mettere in croce per tutti gli altri… Oggi chi è disposto a predicare e a morire così?Il terremoto dell’Emilia e Romagna sta mostrandoci la fragilità della nostra “materia”. Eravamo soliti vedere queste «catastrofi» solo per gli altri (Giappone, Indonesia, Tailandia…), ma oggi siamo noi, qui vicino a noi. Perché? Che fare? La soluzione è ancora la stessa: amore e Parola di Dio.Corruzione politica, sportiva, sociale

in ogni forma e per tutti. Ognuno di noi potrebbe essere coinvolto e condanna-to. Il rimedio? Ancora: amore e Parola di Dio.Il «fumo di Satana» – come si esprime-va il nostro Papa Paolo VI nel 1972– è entrato nella Chiesa. Pensavamo grave, oltre ogni dire, sapere che per la pedo-filia erano coinvolti sacerdoti e…anche vescovi, ma oggi non sappiamo nem-meno come esprimerci pensando che addirittura accanto al Papa sgorga il marciume. Nelle meditazioni per la Via Crucis del 2005 al Colosseo l’allora car-

dinale Joseph Ratzinger aveva parago-nato la Chiesa a «una barca che sta per affondare». È un’immagine forte che, però, talvolta manifesta la sua crudezza e realtà. Oc-corre tornare a seminare Cristo. E, per farlo, serve recuperare in modo radicale il legame con la Parola». Nella Verbum Domini Benedetto XVI ci ricorda come l’accoglienza della Parola non condu-ca fuori dalla storia. Tutto ciò implica anche una scelta di povertà sotto ogni punto di vista e un invito a non piega-re la Parola a logiche compromissorie.

Inoltre il Vangelo raccomanda più volte al parlare chiaro. Perciò la Chiesa è chia-mata a separare il grano dalla zizzania che insidia anche il suo campo.Le vicende che oggi «addolorano» il Papa erano state quasi anticipate da Benedetto XVI quando nella Messa di inizio pontificato aveva detto che «pa-scere vuol dire amare e amare vuol dire anche essere pronti a soffrire». Poi ave-va esortato: «Pregate per me perché non fugga per paura». La preghiera, impregnata di Parola di Dio e di Carità fraterna, è l’autentica

strada per essergli vicino. La sua sofferenza è quella della prova che deve trasformarsi in coraggio di chiarezza e tra-sparenza, come Benedetto XVI ha più volte dimostrato di fare di fronte ad altri gravi fatti che negli anni scorsi hanno scosso la comunità cristiana. Ed è an-che un’«esortazione alla veri-tà», sempre secondo le parole del Papa che nel 2010, durante gli auguri di Natale alla Curia romana, aveva accennato alla visione di sant’Ildegarda di Bingen di una Chiesa con il volto coperto di polvere. Governo e nazione in crisi,

regioni in ginocchio per le calamità, as-sociazionismo e divertimento, uomini di chiesa ed istituzioni ecclesiastiche… Tutti in crisi! Mettiamoci in ginocchio come Gesù ci ha insegnato e, con l’amo-re, rinascerà la speranza e il domani dei «cieli nuovi e terre nuove».La solennità della Pentecoste che abbia-mo appena celebrato ci rammenta che la Chiesa viene continuamente rinno-vata dallo Spirito con la certezza che le potenze degli inferi non prevarranno contro di essa e il male, che è già stato vinto da Cristo risorto, finirà!

Il diavolo e l’acqua santa: Terremoto ovunque

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Avvenimenti Diocesani a cura di Anna Manni da “La Voce del Popolo”

La Valle, il suo lavoro,la sua gente,la sua Banca.

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Ordinazioni sacerdotali 2012Siamo invitati ad accompagnare con la preghiera i no-velli sacerdoti che saranno consacrati dal nostro Ve-scovo in Cattedrale il 9 giugno:don Damiano Raza della parrocchia di S. Apollonio Vescovo – Pezzazedon Claudio Sarotti della Parrocchia di S. Maria Na-scente – Edolopadre Carlo Bianchini della Parrocchia SS. Faustino e Giovita - Darfo

TerremotoAnche per la Protezione civile bresciana sono ore di intenso lavoro. Il direttore Gianmaria Tognazzi rife-risce che sono in corso interventi nella provincia di Mantova nei comuni di Moglia e San Giacomo, allo scopo di assistere circa un migliaio di persone, in un clima che resta di viva preoccupazione. Sotto l’aspetto tecnico, le numerose scosse hanno compromesso abi-tazioni precedentemente dichiarate agibili. Il lavoro della Protezione civile consiste anche nel riverificare il patrimonio edilizio, provvedendo, laddove si rende necessario, alle opportune evacuazioni. Per chi voles-se fare una donazione di due euro alle zone colpite è attivo il numero 45500.

Ecumenismo: Copti a Brescia La Chiesa copta è tra le più numerose comunità cri-stiane del Medio Oriente e i fedeli residenti in Italia sono circa 100mila, rappresentati da due Vescovi, a Milano e a Roma.Anche a Brescia c’è una comunità, che si ritrova nel-la chiesa di San Marco. Di recente ha ricevuto la visi-ta del vescovo della diocesi di Luxor, mons. Joannes Zakaria, che è intervenuto sul tema “Essere cristiani nella primavera araba”.Un evento importante è accaduto nel silenzio presso-chè generale nella Chiesa copta: circa due mesi fa è mancato in Egitto il papa di questa Chiesa e patriarca di Alessandria, Amba Shenouda III, un personaggio di grande spessore umano e religioso, attento sia alla

causa dell’unità dei cristiani che a quella del dialogo interreligioso. Shenouda è stato il primo patriarca del-la Chiesa copta-ortodossa che, dopo 1500 anni di ten-sione e incomprensioni, si è incontrato con un Papa: nel 1973 firmò con Paolo VI la Dichiarazione comune di fede nell’incarnazione del Figlio di Dio, mentre nel 2000 accolse papa Giovanni Paolo II in visita. Shenou-da è stato apprezzato anche dai musulmani per la sua saggezza e il suo rigore morale: era per loro un inter-locutore serio e disponibile al dialogo.Siamo invitati a pregare perchè il messaggio di pace e di apertura al dialogo che era nel cuore di Shenouda non resti inascoltato.

Una vita per il Brasile È mancato don Luigi Plebani, fidei donum in Brasile dal 1980. Poche e incerte le notizie sulla dinamica del-la morte, avvenuta in modo violento. Si sa che aveva ricevuto delle minacce. Il sacerdote, originario di Ru-diano, avrebbe terminato il suo servizio nel Paese su-damericano nei prossimi mesi. I funerali si sono svolti, come da sua volontà, a Lagoa dos gatos, località della diocesi di Palmares, nello Stato di Pernambuco dove aveva prestato servizio.

Family 2012Si conclude a Milano il tre giugno il settimo incontro mondiale per le famiglie, che rappresenta un impor-tante momento di confronto per ribadire il valore del-la famiglia analizzandone vari aspetti. Il 31 maggio si è tenuta a Brescia una delle tappe dell’incontro, una Tavola Rotonda Internazionale con la partecipazione di alcuni convegnisti internazionali e delle rappresen-tanze locali. La giornata bresciana declinava il tema generale “Fa-miglia: il lavoro e la festa” in un’ottica specifica: “La santità familiare nell’esperienza del lavoro”. Il tessuto ecclesiale e sociale bresciano ha espresso nel passato grandi figure che tanto hanno operato per la promo-zione umana nella famiglia e nei luoghi di lavoro: S.Maria Crocifissa di Rosa, S.Arcangelo Tadini e il beato Giuseppe Tovini.

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La quarta del mese ... a cura di Oswald

La quarta domenica del mese di giugno, ricorda la solennità della Natività di san Giovan-

ni Battista. Noto che in Redazione esiste già una bella pagina, a cura dell’amico Giacomuzzi, che descrive bene questa festività. Quindi trala-scio le riflessioni sulle sacre Scrittu-re di domenica 24 giugno, per non incorrere in probabili ripetizioni. Mi concentro, invece, sulle sacre Scritture della Messa vesper-tina della vigilia che, pur es-sendo inerenti alla Natività di san Giovanni Battista, sono diverse dalle letture della do-menica.La solennità del Precursore del Signore, risale al IV secolo. A Roma, dal sec. VI, era pre-ceduta da un solenne digiuno e da una messa vigiliare (“ad fontes” del battistero late-ranense). Nel Medioevo era festeggiata con tre Messe. La nuova liturgia ha restituito alla celebrazione vigiliare il suo carattere festivo e vespe-rale. In questa Messa la figu-ra del Battista è resa in tutta la sua grandezza: il precursore del Messia, il profeta che indicò nel Cri-sto l’Agnello che espia i peccati del mondo, che lo battezzò nelle acque del Giordano e che infine suggellò la sua testimonianza con l’effusione del sangue… “Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli prepa-rerà la tua via” (Mt 11,9-10). Leggendo la prima lettura, tratta dal libro del profeta Geremia (1,4-10) scopro che già Geremia, prima del Battista, ha ricevuto la missione di essere il portavoce di Dio presso il popolo d’Israele per guidarlo verso la salvezza. Come ad Isaia era stata purificata la bocca, simbolo del mi-stero profetico, così anche a Gere-mia il Signore tocca la bocca, quasi consacrandola, perché sia adatta ad annunziare la Parola divina… “Pri-

ma di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto, prima che tu uscissi alla luce, ti ho consacrato; ti ho stabilito pro-feta delle nazioni”. Dunque, il giovane Geremia, debole ed incerto, viene chiamato al profetismo. Il racconto della vocazione, il cui schema teolo-gico richiama quello della vocazione di Mosè che disse a Dio: “Chi sono io per andare dal faraone e far uscire gli

Israeliti dall’Egitto?” (Es 3,11), descri-ve la chiamata profetica alla quale Geremia risponde obiettando la pro-pria incapacità ad essere persuasivo con la parola, data la sua giovane età: “Ahimè, Signore Dio! Ecco, io non so parlare, perché sono giovane”. Ma il Signore mi disse “Non dire: sono gio-vane”: Tu andrai da tutti coloro a cui ti manderò e dirai tutto quello che ti or-dinerò. Non aver paura di fronte a loro, perché io sono con te per proteggerti”. Quindi il Signore riconferma la voca-zione con una promessa di assisten-za verso il chiamato, specialmente quando costui troverà opposizione e rifiuto. La missione del profeta prevede parole di giudizio, ma an-che un annuncio di speranza: “Vedi, oggi ti do autorità sopra le nazioni e sopra i regni per sradicare e demolire, per distruggere e abbattere, per edifica-re e piantare”. Geremia è chiamato al servizio della Parola, vocazione che

segna l’identità della stessa persona. Tra Dio e il profeta c’è un profondo dialogo, che permette al chiamato di avanzare persino le proprie obie-zioni. Egli però, deve superare ogni paura contando sulla promessa del Signore e sapendo che Egli attua il proprio piano anche attraverso stru-menti deboli, umanamente inade-guati. Prima del Battista, Geremia è

stato l’esempio perfetto del pro-feta che guida verso la nuova al-leanza con la parola e con la vita. È la parola di Dio la protagonista ultima e decisiva che opera nella predicazione e nella vita di Gere-mia.Nella seconda lettura, ricavata dalla prima lettera di Pietro apo-stolo (1,8-12) si legge: “Su questa salvezza indagarono e scrutarono i profeti, che preannunciavano la gra-zia a voi destinata”. Se per il cri-stiano l’amore costituisce la sua personale liberazione di una vita vuota, esso si fonda doppiamen-te sull’azione salvifica di Dio in Cristo e sulla parola di Dio predi-cata nella Chiesa e accolta come un seme di vita. Il cristiano par-

tecipa al regno di Dio per la fede e il battesimo. Dal vangelo secondo Luca (1,5-17)… “Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso. Quando lo vide, Zaccaria si turbò e fu preso da timore. Ma l’angelo gli disse: Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Gio-vanni”. Da questo racconto si deduce che Dio vuole la nostra fede, basata sulla sua parola. Per aver mancato di fede, Zaccaria restò privo della parola fino al momento in cui vide realizzarsi quello che il Signore gli aveva fatto annunziare dall’angelo. La narrazione lucana presenta Gio-vanni Battista come il nuovo Samue-le che prepara il regno di Davide. Consacrato fin dalla nascita mira-colosa, egli è grande davanti a Dio, sacerdote-profeta, con la missione di introdurre il Messia-Re.

… e tu lo chiamerai Giovanni

Zaccaria, interpellato dai presenti, scrisse sulla tavoletta: «Giovanni è il suo nome».

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Abbiamo presentato da tempo le due iniziative portate avanti da “Caritas diocesana” chiamate

“Fondo briciole lucenti” e “Super-cent”.Con il Fondo abbiamo la possibilità di aiutare famiglie, con figli, in difficoltà, intervenendo a fondo perduto (senza restituzione) per spese urgenti e indi-lazionabili, quali: arretrati affitto, spese mediche, bol-lette utenze varie. Fino ad ora sono già stati elargiti 14.000 euro, la metà coper-ta dal fondo e il rimanente a carico della nostra Cari-tas zonale.Il Fondo è finanziato dal-la Diocesi ed è alimentato da offerte di enti e privati; l’iniziativa “Supercent” è una di quelle forme che aiutano il Fondo ad au-mentare di consistenza e permettono di continuare, anzi aumentare, gli inter-venti.La campagna di micro beneficenza “Supercent”, come ha ribadito il nostro vescovo Monari al Conve-gno diocesano delle Cari-tas parrocchiali (28 aprile 2012), rappresenta un’opportunità per le nostre comunità affinché possano pren-dere consapevolmente parte, anche a partire da piccoli segni, a un più ampio progetto di attenzione alle situazioni di difficoltà delle famiglie più colpite dalla crisi.Al fine di favorire la risposta di molti al-l’appello “aiutami ad aiutare le famiglie in difficoltà nel far fronte alle spese per casa, cibo, salute”, “Supercent” propone una nuova modalità di adesione: l’au-

torizzazione permanente di addebito (RID).Uno strumento che permette di far cre-scere l’apposito Fondo di micro benefi-cenza in modo semplice e comodo: basta compilare il modulo RID che può essere ritirato presso la nostra Caritas zonale in via Canottieri, è presente sul tavolo rivi-ste all’uscita di ogni chiesa o può esse-

re richiesto direttamente a un qualsiasi sportello bancario. Possono essere pochi spiccioli, semplici briciole (1, 2, 5 euro mensili), che però, mese dopo mese, diverranno un aiuto prezioso per chi è nel bisogno (l’operazione di addebito è gratuita).Arriva in questi giorni una buona noti-zia: dopo aver ottenuto il finanziamento dalla Commissione Europea di 90 milio-ni di euro nell’ambito del Programma continentale di aiuti alimentari agli in-

digenti, il Ministero delle Politiche Agri-cole, supportato da Agea, ha stabilito il piano di distribuzione che coinvolge numerosi enti caritativi come il nostro. Il responsabile dell’Agea, che è l’agenzia che distribuisce gli alimenti per conto della Commissione Europea, sottolinea gli obiettivi che si vogliono raggiungere: “Assicurare forniture quantitativamente

importanti per garantire un supporto adeguato du-rante tutto l’anno e l’inse-rimento di prodotti nuovi, per rendere il paniere di alimenti offerto più vario e garantire così un miglior equilibrio nutrizionale. Nel 2012 le strutture caritative potranno distribuire diret-tamente agli indigenti non solo i prodotti storicamen-te presenti nel programma (pasta, biscotti, riso, latte, formaggi, confetture ecc.) e prodotti specifici già introdotti lo scorso anno come biscotti per l’infanzia e l’olio di semi, ma anche legumi e la polpa di pomo-doro”.Come vedete, la nostra Ca-ritas è pienamente inserita nell’attività di aiuto a chi è

in difficoltà, sarebbe però molto impor-tante cercare di fare un passo ulteriore: ci sono persone, nuclei familiari che, per ri-trosia, non si rivolgono al nostro sportel-lo; dovrebbero allora mobilitarsi i nostri parrocchiani, disseminati sul territorio e già attenti in proprio alle necessità dei vicini di casa, di via, di rione, per esse-re le sentinelle, le antenne che ci fanno presente, con discrezione, situazioni dif-ficili. Gruppo Caritas zonale

Notizie dalla Caritas

Aderisci all’iniziativa “SUPERCENT”, con la quale puoi contribuire ad alimentare il Fondo Diocesano costituito per aiutare famiglie in difficoltà, che in questo particolare momento sono sempre più numerose.Ritira il modulo presso la nostra sede in Via Cano�ieri o presso il Banco Riviste in fondo alle Chiese o presso qualsiasi Banca.Potrai autorizzare la tua Banca ad addebitarti mensilmente, senza spese, una modica cifra (1, 2 o 5 euro) per il periodo che riterrai opportuno.Unendo tante piccole offerte creeremo un grande fondo, utile per farci superare questo momento di crisi.

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Santo del mese a cura di Luisa Madureri

Antonio Rosmini fu consacrato sa-cerdote in questa chiesa, il 21 aprile 1821: è la lapide posta sulla fac-

ciata della Chiesa della santissima Trini-tà, a Chioggia, una delle più belle chiese della “piccola Venezia”, costruita a metà del ‘500 dalla confraternita del SS.mo Crocifisso, a ridosso del canale Vena.Antonio Rosmini nasce a Rovereto il 24 marzo 1797, da nobile e ricca famiglia. La sua nascita – dice Rosmini – è felice e di questo rende sempre grazie a Dio, perché “Egli la fece coincidere con la vigi-lia della Beata Maria Vergine Annunzia-ta. Ragazzo profondamente cattolico e studioso, frequenta con grande profitto l’Imperiale Regio Ginnasio di Rovereto, città dell’impero d’Austria-Ungheria; si iscrive all’università di Padova, fra le più antiche e famose, per seguire gli studi giuridici e teologici. Divenuto sacerdote nel 1821, mostra una grande inclinazione per la filosofia. Uomo coltissimo, elegante, aristocrati-co, Rosmini, coltiva rapporti di amicizia e stima con personaggi di grande rilievo intellettuale, religioso, politico. Nel 1826 si trasferisce a Milano, con l’appoggio ammirato di papa Pio VII – qui diventa amico di Alessandro Manzoni, che di lui dice: “ E’ una delle sei o sette intelligen-ze che più onorano l’umanità”. Rosmini ha una grande intuizione: dare grande peso alla missione caritativa, la sua personale via verso la santità. Così, il 28 febbraio 1828 fonda l’Istituto della Carità, una congregazione con sede sul sacro Monte Calvario di Domodossola, composta da sacerdoti, chierici, laici, con voti semplici e perpetui, il cui obiet-tivo – come dice lo Statuto – è “l’esercizio della carità universale”. Nel 1832 fonda le Suore della Provvidenza, le “suore ros-miniane”: oggi sono circa 400 e svolgo-no attività di insegnamento e di guida spirituale in Italia ed all’estero: a queste nuove comunità religiose, Rosmini dedi-ca la sua vita. Scrive e pubblica molto; è del 1830 la prima importante opera: “Nuovo saggio sull’origine delle idee”: sono le fondamen-ta del suo programma filosofico – pro-gramma che lo pone – come afferma Papa Wojtyla, “tra i pensatori più recenti nei quali si realizza un fecondo incontro tra sapere filosofico e Parola di Dio”.“Il vero lume della mente” – scrive Rosmi-ni – è posto da Dio e permette all’uomo

di illuminare la realtà: è l’unico fonda-mento di ogni atto conoscitivo; così, la mente umana partecipa del divino, ma non si identifica con esso. Il codice eti-co di Rosmini è pertanto: “Segui nel tuo operare il lume della ragione” cioè l’idea di essere che è eterna, assoluta e che rivela all’uomo il bene come valore oggettivo. Nel 1832 Rosmini scrive la più dibattuta delle sue opere, “Delle cinque piaghe del-la Santa Chiesa”: è una lucida, puntuale, feroce denuncia della situazione della

Chiesa Cattolica, lacerata al proprio interno dalla separazione del clero dal popolo nella liturgia, da una impro-pria preparazione dei sacerdoti, dalla mancanza di unità tra i vescovi, dalla eccessiva ricchezza della Chiesa. Egli vuole fortemente il “vescovo come mae-stro, pastore e soprattutto padre”, vuole aumentare la dimensione spirituale dei sacerdoti. Gli uomini, secondo Rosmini, non si aspettano dalla Chiesa soluzioni particolari, ma la presentazione di va-lori che li possano aiutare a trascorrere la vita in modo nobile e con maggiore sicurezza.Dice Papa Paolo VI alle suore rosminia-ne: «I libri di Antonio Rosmini sono pieni di pensiero, un pensiero profondo, originale, che spazia in tutti i campi: filosofico, mora-le, politico, sociale, soprannaturale, religio-so, ascetico; libri degni di essere conosciuti e divulgati: E’ stato anche un profeta: “Le cinque piaghe della Chiesa”. Lui, per esem-pio, previde la partecipazione liturgica del popolo…. Tutti i suoi pensieri indicano uno

spirito degno di essere conosciuto, imitato e invocato come protettore dal Cielo”.Rosmini, è anche politico, in un breve ma intenso periodo della sua vita. Nel 1848 il re di Sardegna, Carlo Alberto, gli affida una delicata missione diplomati-ca presso la Santa Sede. Segue così papa Pio IX a Gaeta dopo la proclamazione della Repubblica Romana, ma il suo è un cattolicesimo convintamente liberale e pertanto deve rinunciare all’incarico. Lo stesso papa Pio IX, parlando di Ro-smini, dice: ”Non solo è un buon cattoli-co, ma santo: Iddio si serve dei santi per far trionfare la verità”. C’è ancora uno scritto suo: “Massime di Perfezione Cristiana”, un’opera affascinante, che prende l’ani-ma, per la grazia, l’affetto filiale, l’amo-re che emana. Papa Giovanni XXIII, ne-gli ultimi anni della sua vita, medita le Massime nei suoi ritiri spirituali ed esse segnano la sua condotta, già così ama-bile e santa. Le Massime sono scritte da Rosmini per definire la regola spirituale del cammino verso la perfezione di tutti i cristiani.Recita la 1ª Massima: Desiderare uni-camente ed infinitamente di piacere a Dio, cioè di essere giusto. La 2ª Massi-ma: Orientare tutti i propri pensieri e le azioni all’incremento della gloria della Chiesa di Cristo. La 3ª Massima: Rima-nere in perfetta tranquillità circa tutto ciò che avviene per disposizione di Dio riguardo alla Chiesa di Cristo, lavoran-do per essa secondo la chiamata di Dio: La 4ª Massima: Abbandonare se stesso nella Provvidenza di Dio. La 5ª Massi-ma: Riconoscere intimamente il proprio nulla. La 6ª Massima: Disporre tutte le occupazioni della propria vita con spi-rito di intelligenza. Rosmini si ritira sul Lago Maggiore, a Stresa, dove continua, sino alla fine, a scrivere, a seguire le proprie fondazioni, a perfezionare il suo sistema di pensie-ro con opere come “Logica”, nel 1853 e “Psicologia” nel 1855.Muore a 58 anni, il 1° Luglio 1855.Il 1° Giugno 2007 papa Benedetto XVI autorizza la pubblicazione da parte del-la Congregazione per le Cause dei Santi del riconoscimento delle virtù eroiche di Rosmini. Il 18 Novembre 2007 nella diocesi di Novara si celebra la cerimo-nia di Beatificazione, dando lettura del decreto di Benedetto XVI che iscrive Ro-smini tra i Beati.

Beato Antonio Rosmini“Adorare, tacere, gioire”

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8Anno LXI - n. 6 Giugno 2012 Anno LXI - n. 6 Giugno 2012

Oratorio vita quotidiana a cura dell’Oratorio S. Filippo Neri

Questo che sta per concludersi è stato per me un anno catechistico un po’ particolare.A novembre i ragazzi che avevo preparato per la

cresima, frequentando già la prima superiore, dopo aver ricevuto il sacramento, sono stati invitati alla catechesi del-la domenica sera. A me è stato dato l’incarico di seguire i genitori della tappa Betlemme del nuovo modello di inizia-zione cristiana. L’ultimo dei cinque incontri in programma è avvenuto il 1 aprile dopo di che mi sono sentita una “qua-si“ disoccupata, afflitta da una strisciante insoddisfazione.Mi sono chiesta le ragioni di questa sensazione che assomi-gliava tanto ad una “fame”, come un vuoto allo stomaco e pensavo che se fosse perché mi mancavano quei ragazzi, che così tanto mi hanno fatto arrabbiare, disperare quasi, bè… sarei stata davvero una masochista e allora cosa mi stava succedendo?“L’amore si alimenta nel dare e si verifica nel ricevere e paradossalmente si alimenta nel ricevere e si verifica nel

dare”. Queste parole di Giuseppe Fusari che per caso ho letto a maggio su un numero della “voce del popolo”, mi hanno aiutato a capire che mi è mancata quell’occasione settimanale (spesso apparentemente andata a vuoto e quindi causa di frustrazione) di testimoniare la mia fede in Cristo, di dare, riversare, quell’amore, “sempre esagerato”, che ho ricevuto e che paradossalmente era diventata una fonte di nutrimento, una razione supplementare di amore, che mi è venuta a mancare.Finisco con le parole che il Papa ha rivolto all’assemblea dei vescovi per indire “l’anno della fede”: “Vegliate ed ope-rate perché la comunità cristiana sappia formare persone adulte nella fede perché hanno incontrato Gesù Cristo, che è diventato il riferimento fondamentale della loro vita; per-sone che lo conoscono perché lo amano e lo amano perché l’hanno conosciuto; persone capaci di offrire ragioni solide e credibili di vita”. Antonella

Disoccupata? Direi piuttosto: affamata

Domenica 13 Maggio i bambini, i genitori e i padrini dei gruppi S. Angela hanno partecipato

al pellegrinaggio zonale al Santuario della Madonna del Carmine a S. Felice. La giornata per colpa della pioggia ha subito un cambio di programma perciò, invece di partire a piedi dal Monastero della Visitazione, ci siamo trovati direttamente a S. Felice. Insieme alle altre parrocchie della zona pastorale abbiamo partecipato all’Eucarestia e attraverso il Vangelo abbiamo riflettuto sull’amore. “Dare la vita per i propri amici” è l’amore puro, con la A maiuscola e Gesù l’ha dimostrato vivendolo e consegnandolo

a noi come testamento; anche noi quindi siamo chiamati a fare lo stesso ogni giorno, a scuola, nel lavoro, in famiglia, nell’amicizia... Morire per l’altro, vivere un po’ di croce, significa avere un po’ di pazienza, di sopportazione per evitare scontri e inimicizie. Costa una parola non detta, un passo indietro, un perdono da dare, ma è questo l’amore che Gesù ci indica perché la nostra gioia sia piena. Dopo pranzo i bambini sono stati invitati a uno spettacolo messo in scena dal Teatro Telaio: “Il viaggiatore”. I bambini di Salò hanno subito riconosciuto Charlie, il protagonista della storia, che avevamo

già conosciuto all’Inde lo scorso anno. Charlie decide di chiudere il suo tempo in una valigia e di partire alla ricerca del posto perfetto dove poterlo trascorrere tutto, ma rimane deluso da ogni luogo in cui si trova. Dopo vari incontri Charlie torna a casa e ritrova la sua famiglia e i suoi amici di cui scopre il valore solo durante il suo viaggio e decide di trascorrere lì il tempo che gli rimane da vivere. Questa storia ci ha aiutati a capire che non esiste il posto perfetto ma se lo vogliamo e stiamo con le persone che ci amano, anche quando costa dei sacrifici, ogni situazione diventa perfetta.

Silvia

Gruppi S. Angela

Domenica 13 maggio 2012 i gruppi S. Caterina hanno vissuto il loro ritiro in oratorio insieme a catechisti ed animatori.

Durante la santa messa i bambini hanno raggiunto il tra-guardo prefissato all’inizio dell’anno: hanno fatto per la prima volta nella loro vita e con più coscienza il rinnovo delle promesse battesimali. È stato un momento molto bello durante il quale i bambini con i loro genitori hanno rafforzato il loro Sì a Cristo, insieme. Alla fine della messa i bambini hanno ricevuto un piccolo vangelo e atti degli apostoli da don Angelo.La giornata è proseguita in oratorio con un gioco preparato dagli animatori sulla base del tema della giornata, che era appunto il battesimo; il gioco è stato apprezzato dai bambi-

ni che si sono divertiti moltissimo a scoprire i quattro segni del battesimo.Dopo il gioco c’è subito stato il pranzo, che non è stato gu-stato da alcuni di loro poiché, essendo quel giorno la festa della mamma, molti avevano anche altri impegni, ma si sono in ogni modo sforzati di esserci il più possibile.Dopo pranzo c’è stato un momento di lavoro di gruppo in cui i catechisti hanno approfondito il tema del battesimo con l’ausilio di un libretto premurosamente preparato dai catechisti stessi. Mentre ciò accadeva i genitori affrontava-no il loro incontro con don Angelo.La giornata è terminata con una merenda ed una preghiera, tutti insieme. Paolo

Ritiro Gruppi S. Caterina

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9 Anno LXI - n. 6 Giugno 2012Anno LXI - n. 6 Giugno 2012

Oratorio vita quotidiana a cura dell’Oratorio S. Filippo Neri

L’anno nuovo è arrivato da tempo, con tutto il suo carico di impegni, ed è ora che arrivi anche il mo-mento atteso da tutti i giovani studenti: le sospira-

te vacanze estive. Le offerte di divertimento non si fanno attendere e, per quanto riguarda l’oratorio, il motore per la partenza dell’IN.D’E. è già stato avviato. Don Angelo in-treccia rapporti e relazioni a raffica, per essere certo della sincera disponibilità e capacità dei collaboratori, volontari, che via via lo affiancheranno nella riuscita di un’opera che mi permetto, simpaticamente, quasi definire d’arte. Il pro-gramma non si discosterà da quello degli anni precedenti, tranne i laboratori che, visto l’innovazione e il successo del-l’anno scorso, proseguiranno sull’onda: in ogni caso qual-cosa di nuovo sarà proposto, sia ai gruppi delle elementari che delle medie. Ricapitolando (oltre i laboratori in oratorio), si propone: solo per le classi quarte e quinte corsi di nuoto, tennis, scac-chi, uscite presso Equi-Park e Volontari del Garda (pratica antincendio e primo soccorso, e significato della scelta di un volontariato). Per i più piccoli: prima, seconda e terza elementare è prevista l’uscita presso i Volontari del Garda, e in programma l’attività presso l’Equi-Park dove, le varie classi, potranno scegliere l’approccio con il cane, e con l’asi-no, entrambi seguiti da un istruttore, acquisizione di no-zioni pratiche e teoriche per la coltivazione dell’orto. Per le medie saranno aggiunti (oltre quelli previsti l’anno scorso): un corso di pesca, guidati da un professionista, un corso di nuoto, e canoa; uscita presso la sede del Gruppo Volontari del Garda con varie attività pratiche. Unico laboratorio eli-minato, rispetto all’anno scorso, è il parco avventura. Non dovrebbero esserci variazioni a questo programma ma, nel caso, sarà comunicato all’inizio dell’IN.D’E.

IN. D’E. 2012La vacanza IN. D’E. 2012 si svolge dal 2 al 27 luglio 2012, dal lunedì al venerdì, dalle ore 9,00 alle ore 18,00. Le iscri-zioni si ricevono in segreteria dell’Oratorio dal lunedì a venerdì dalle ore 15,00 alle 18,00. Per informazioni: tel. 0365 43646. Quota di partecipazione in euro (indipendentemente dal-la frequenza): 4 settimane 3 settimane 2 settimane

1° figlio 190,00 160,00 130,00 2° figlio 150,00 130,00 110,00 3° figlio e oltre 120,00 110,00 90,00

Per i ragazzi delle famiglie che non partecipano al cam-mino di catechesi dell’oratorio, ma che hanno frequenta-to l’IN. D’E. negli scorsi anni, è richiesto un contributo supplettivo di euro 20,00 oltre la quota di partecipazio-ne. Per coloro che invece si affacciano per la prima volta all’esperienza dell’IN. D’E., le domande saranno accolte con riserva. La quota da versare per intero al momento dell’iscrizione, comprende: pranzo, merenda, materiale ludico e didattico, trasporti, piscina.Per i genitori dei partecipanti all’IN. D’E. è previsto un incontro in oratorio Lunedì 25 giugno 2012 alle ore 20,45.

Arriva l’IN.D’E.

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10Anno LXI - n. 6 Giugno 2012 Anno LXI - n. 6 Giugno 2012

Riflessione Nella sofferenza è nascosta, con un’intensità estrema,

la forza ascensionale del mondo. Il problema sta tutto nel liberarla, rendendola cosciente del suo significato

e del suo potere (P.Teilhard de Chardin, L’inno dell’univer-so). Queste parole per ricordarci continuamente che la sof-ferenza non è solo disperazione, solitudine, mancanza di re-spiro ma il passaggio, a volte obbligatorio, per il traguardo di una conoscenza. Circa venticinque anni fa ho incontrato Felicina Feltre, sorella di Don Carlo Feltre, sacerdote che molti ricorderanno, giovane, far parte della nostra comu-nità. Lei è affetta fin dalla nascita da un morbo inguaribile, che non le permetterà di usare le mani e le gambe. “Felicina, un nome, un programma di vita” è la pubblicazione di un diario, da parte del fratello Carlo, che Felicina ha tenuto per anni descrivendo le sue sensazioni, difficoltà, angosce, pa-nico, ma anche momenti di grande gioia condivisa con chi le stava accanto, con chi, con lei, non si è lasciato sopraffare da distanze, esteriormente incolmabili ed ha, anzi, tratto da lei la forza di guardare la propria sofferenza, forse, senza più recriminare.Un abbraccio, allora, fatto di ricordi mai cancellati, dove io stessa ho temprato la mia inquietudine, a questa donna for-te, coraggiosa, che mai ho sentito lamentarsi, ma solo ani-marsi di un grande sorriso nella relazione di ogni incontro, trasformandolo in una continua preghiera di sostegno e di ringraziamento a Dio, per sé e per coloro che l’hanno ac-compagnata. Daniela C.

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Un grazie di cuoreÈ davvero di cuore il grazie che voglio esprimere a tutti coloro che mi aiutano e collaborano agli articoli delle pagine riservate all’oratorio. Vi assicuro che la vostra disponibilità nell’accogliere il mio invito a descrivere vostre sensazioni, riconoscimenti e par-tecipazione da parte dei bambini e dei ragazzi all’insegnamento catechistico, domeniche trascorse in comunità, ma soprattutto la vostra semplicità nel non difendervi dietro la paura (per alcu-ni) di non saper scrivere o esprimere, dando così vita alla forza della spontaneità di cui tanto abbiamo bisogno, m’incoraggia a continuare a chiedere (nonostante i rifiuti) appoggio, sostegno e gratitudine a tutti voi: piccoli e grandi scrittori. Daniela C.

Donare un sorrisorende felice il cuore.Arricchisce chi lo ricevesenza impoverire chi lo dona.Non dura che un istantema il suo ricordo rimane a lungo.Nessuno è così riccoda poterne fare a menoné così povero da non poterlo donare.Il sorriso crea gioia in famiglia

dà sostegno nel lavoroed è segno tangibile di amicizia.Un sorriso dona sollievo a chi è stancorinnova il coraggio nelle provee nella tristezza è medicina.E se poi incontri chi non te lo offresii generoso e porgigli il tuo:nessuno ha tanto bisogno di un sorrisocome colui che non sa darlo.

Donare un sorriso

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Oratorio vita quotidiana a cura dell’Oratorio S. Filippo Neri

Come ogni anno ecco il racconto di chi ha vissuto l’esperienza della “Festa di primavera” in prima persona, riportiamo l’articoletto proprio come è

stato scritto, senza cambiare nulla, anche se forse non tutti i passaggi sono chiari e se senza dubbio ci sarebbe molto altro da raccontare… Sabato 28 aprile ci siamo trovati al parcheggio a Cunettone e siamo partiti con il pullman per andare al campo primavera. Siamo arrivati in un oratorio, lì abbiamo trovato altri branchi: il Vobarno, il Brescia5 e il Manerbio. Ci siamo organizzati e sistemati nelle varie camerate. Nel pome-riggio abbiamo fatto conoscenza tra di noi e i capi. La mattina della domenica ci siamo divisi in squadre miste, ognuna delle quali aveva colori diversi; quella della mia sestiglia era il blu. Ogni squadra era composta da più se-stiglie, ognuna delle quali svolgeva varie prove. Al cer-chio di gioia ogni bambino poteva scegliere delle attività, per esempio canto, teatro, abilità, gioco e fiducia; per ogni attività veniva lasciato 10 e/o 15 minuti di tempo. Lunedì purtroppo era già l’ultimo giorno ed abbiamo preparato gli zaini e riordinato le stanze, dopo aver fatto

colazione. All’ora di pranzo abbiamo mangiato tutti in-sieme riuniti in un cerchio. Verso le 16 e 30 ci aspettava già fuori dall’oratorio il pullman. Abbiamo cantato tutti insieme la canzone e ci siamo salutati. Questo campo è stato divertente e mi è piaciuto molto. Pietro C.

Festa di primavera

Nella biografia di San Filippo Neri si racconta che un giorno ricevette la visita di un cardina-le con tutto il suo seguito; l’alto prelato era da

tempo desideroso di conoscere questo prete bizzarro di cui tutti parlavano. Soprattutto si chiedeva cosa ci trovavano di così affascinante e interessante alcuni giovani che preferivano la compagnia dell’umile prete chiamato “ Pippo Buono” abbandonando la sua coor-te con buona parte di privilegi assicurati. Ebbene l’incontro avvenne e senza troppa pompa! Il cardinale aveva da tempo con sé un cagnolino chia-mato “Capriccio” che abitualmente lo accompagnava,

anche quel giorno Capriccio c’era e da quel santo non volle più allontanarsi!!!! Anche i cani sanno riconosce-re i santi. Al cardinale incredulo non restò che dirsi tra sé: “Questo prete oltre agli uomini mi porta via anche i cani!!!”. Tutto nell’oratorio di san Filippo ruotava attorno alla Presenza. Innanzitutto a quella del Signore Gesù nel-l’eucarestia e nella confessione e poi alla presenza del santo che guidava i vari momenti. Erano i giovani di tutte le età e condizioni che andavano a lui attirati dal-la sua testimonianza o dall’invito di coloro che già gli erano affezionati. E per fare che cosa ? Leggere e com-mentare la Sacra Scrittura, il catechismo o le lettere dei missionari; pregare e cantare insieme; fare piccoli pellegrinaggi che diventavano anche occasione per gite e merende… e mai mancava l’invito a fare gesti di carità, il tutto sempre con tanta allegria e serenità . Insomma una vita con tutte le sue trame e pieghe vissuta alla Presenza di uno che ti ama, ti sostiene, ti incoraggia nel cammino.Leggendo il racconto delle testimonianze dei primi giovani filippini mi dicevo che non è poi cambiata molto la strada da compiere per fare oratorio: un’ami-cizia che attrae e cambia toccando tutta la vita. Che san Filippo Neri al quale dedicheremo l’IN.D’E pro-tegga il nostro cammino di oratorio. Don Angelo

Anche i cani riconoscono i santi

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12Anno LXI - n. 6 Giugno 2012 Anno LXI - n. 6 Giugno 2012

Vita di parrocchia a cura di Renato Cobelli

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Proprio mentre sto scribacchiando al-cuni pensieri a conclusione dell’anno scolastico, mi giunge un viatico inat-

teso e opportuno. È la lettera di ringrazia-mento di un ragazzo che sta concludendo il triennio delle Medie. Desidera lasciare a quanti lo “hanno accolto bambino e (lo) la-sciano ragazzo” un segno di riconoscenza e di apprezzamento. Afferma di essere ora in grado di non fermarsi “alla fredda no-zione, ma di spingersi oltre, a vedere con il cuore e non solo con la mente”: proprio come afferma il Piccolo Principe, secondo il quale “non si vede che col cuore, perchè l’essenziale è invisibile agli occhi”. Rivol-gendosi agli Insegnanti, li rincuora per “aver lavorato bene e (perchè) l’entusia-smo, la passione e la pazienza buttati, tra quei banchi non sono stati vani”.Penso alle gioie e alle fatiche dell’anno che sta per concludersi; alle delusioni prova-te di fronte a situazioni apparentemente senza sbocco; agli innumerevoli interventi di elogio, rimprovero, sollecitazione, inco-raggiamento adottati a ogni piè sospinto; alle ore felici, spesso aride, trascorse in aula o in attività collaterali; ai colloqui con i genitori; alle estenuanti riunioni collegia-li consumate per esaminare, vagliare, in-terpretare, inventare, riflettere, decidere.Quello dell’insegnante è, in effetti, il mestiere più bello del mondo (anche se spesso la società non è dello stesso pare-re). Si tratta di un’affermazione forte che stimola a riflessioni profonde nell’intento di trovare spazi nuovi e di dare voce a mo-tivazioni importanti per il docente della scuola d’oggi. Si tratta, infatti, di far cre-scere, accanto alle competenze professio-nali, abilità personali in grado di costruire con i ragazzi relazioni efficaci. Non basta dire: ”faccio l’insegnante”, contando più sull’attuazione dell’aspetto operativo e funzionalistico che sulla dimensione etica. Quest’ultima richiede scelte di senso e di significato educativo e vocazionale tali da modificare la connotazione della funzio-

ne educante: dal “faccio l’insegnante” al ”sono insegnante”.Alla dimensione vocazionale si accompa-gna la conoscenza del pensiero pedago-gico e metodologico che aiuta a tradurre le discipline in proposte apprenditive accessibili alla mente dello studente. È necessario aggiungere disponibilità alla riflessione e all’autoanalisi per monitorare i processi e modificare i percorsi in base ai

risultati raggiunti. È importante anche la tenuta psicologica. Essa aiuta l’insegnante a mantenere in equilibrio le relazioni in-terpersonali e a garantire la credibilità di fronte all’alunno.Noi adulti sappiamo davvero poco dei ragazzi di oggi: come vedono se stessi e il mondo, come giudicano i grandi e la società, le loro paure, le sofferenze, i de-sideri, i bisogni, i sentimenti. Ci accorgia-mo raramente di quanto sono intelligenti, autentici, maturi. Cadiamo spesso nel loro tranello, limitando la nostra attenzione su

fumo, droga, alcool, sesso e illudendoci in tal modo di conoscere i loro problemi. La realtà è diversa: solitudine, disorientamen-to, paura, mancanza di prospettive, noia, percezione del non senso, aridità nelle re-lazioni, apatia, scetticismo, sfiducia, senso dell’ipocrisia. Sono erbacce che infestano il terreno, ove cresce quell’insoddisfazione che viene poi precariamente e illusoria-mente deviata verso la trasgressione e le tante forme di autodistruzione.Quando entro in classe, soprattutto in quel-le iniziali delle superiori, ho sempre la per-cezione che gli occhi, i volti, la vitalità, la presenza dei ragazzi che ho davanti, siano indicativi di aspettative: nei miei confronti e verso gli adulti in generale. Oggettiva-mente è proprio così: sono l’insegnante e si aspettano che io trasmetta loro qualcosa, possibilmente di significativo e di bello. Un ragazzo è una promessa, un bisogno rispetto al quale l’adulto ha naturalmente una responsabilità. Tante volte mi sento in debito verso di loro. Sento che c’è qualcosa che è loro dovuto: una ragione, una pro-posta di vita, un’ipotesi d’impegno della loro esistenza.Per educare chi ci è affidato è necessario conoscerne la natura, accoglierne le debo-lezze, permettergli di vedere sempre nei nostri occhi il proprio lato simpatico. Edu-care è un modo di amare chi ci è in qual-che modo affidato; esso richiede non solo affetto, ma anche studio, perseveranza, riflessione. Sono convinto che oggi l’atto educativo consista nell’aiutare i ragazzi a prendere in mano la propria vita, a deci-dere cosa farne e con quale scala di valori affrontarla. Credo altresì che esso consista nel far loro apprendere come e cosa guar-dare: in maniera da intravedere il meglio di se stessi negli occhi di chi li ama. Probabil-mente, nessuno di questi pensieri servirà al caso concreto. Sono tuttavia convinto di questo: che solo la riflessione può tradursi in “amore in atto”, poichè l’amore umano non è solo affetto, ma è anche pensiero.

In attesa dell’ultima campanella

Pieter Bruegel il Vecchio“Piccola torre di babele” (1563)

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13 Anno LXI - n. 6 Giugno 2012Anno LXI - n. 6 Giugno 2012

Notizie utili a cura di Giovanni Ciato

Chi non ricorda il film a sfondo sociale di Charlie Chaplin Tem-pi moderni che, dopo l’avvento

della catena di montaggio e la ripeti-zione meccanica e prolungata nel tem-po degli stessi movimenti dell’operaio che vi lavorava, ha ispirato il film, dove Charlot per l'incalzante e nevro-tico ritmo di produzione raggiunse l’esaurimento nervoso. La catena di montaggio nacque nei primi dell'800 nei cantieri della mari-na militare britannica e nel 1906 que-sto sistema divenne una procedura standard, tanto che attorno al 1913 la famosa fabbrica di auto Ford di Chicago instal-lò linee di lavorazioni industriali semoventi ispirandosi al sistema dei convogliatori dei macelli.Con questo sistema si sfruttavano al massi-mo i principi di orga-nizzazione del lavoro, scomponendo le man-sioni degli addetti in movimenti e opera-zioni semplici, ma con una regolazione pre-definita dei tempi di lavorazione.La prima vettura pro-dotta attraverso la ca-tena di montaggio fu la “Oldsmobile Curved Dash”, cui seguirono molte critiche per i problemi psichici ed i disturbi motori che il tipo di lavo-razione provocava sugli operai. Que-sto sistema di lavoro avrebbe, almeno nelle intenzioni degli industriali di al-lora, dovuto consentire la sostituzione dell’uomo con la macchina e ottenere così la crescita della produzione con una forte riduzione dei costi.Rimane il fatto che il film di Charlie Chaplin resta una delle più belle te-stimonianze degli effetti stressanti ed alienanti della catena di montaggio, qualunque fosse stata l’idea iniziale di base sulla produzione in serie. Oggigiorno questi sistemi sono mi-gliori e meno stressanti, diciamo che vi è stata “un’evoluzione della spe-cie” e che la nuova generazione di questa automazione è rappresentata dai “robot” che svolgono le operazio-

ni maggiormente ripetitive e pericolo-se, riducendo così gli aspetti negativi dell’iniziale produzione in serie. Se la teoria di Charles Darwin sull'evo-luzione delle specie è stata una delle scoperte scientifiche che ha influito sulla concezione del mondo naturale, un altro scienziato, Lamarck, coniò l'espressione "discendenza con mo-dificazioni", legando così in un solo termine il concetto di evoluzione e di progresso.Oggi la catena di montaggio fa ormai parte della nostra vita ed è entrata nei comportamenti quotidiani perché

devi ottimizzare tutti i tempi, standar-dizzare i risultati, far coincidere gli appuntamenti, organizzare te stesso e gli altri: “la colazione, i bambini a scuola, il pranzo, il bucato, la spesa ecc.”, diventando programmatore e macchina al tempo stesso.Le macchine di oggi sono sempre più un insieme di tecnologie che fanno apparire la prima vettura prodotta da Ford come preistoria, simbolo degli albori di un progresso di cui si igno-ra ancora il futuro, dove efficienza energetica, transistor, microchip e altri strumenti sempre più sofisticati stan-no portando a rapide e dirompenti evoluzioni, o meglio, innovazioni tec-nologiche che possiamo per l’appunto definire come “discendenze con mo-dificazioni”.Una rapida sequenza di cambiamenti

nelle tecnologie di base sta scuotendo il mondo, come la corsa alla frequenza dei processori di inizio anni 2000 supe-rata dalle attuali architetture parallele e dalla densità di transistor per unità di area, con la potenza di minuscoli apparecchi che hanno ormai raggiun-to la soglia massima.Insomma trasformazioni che hanno una velocità di cambiamento altissi-ma, per cui è anche difficile mantenere il passo delle conoscenze. È ormai cer-to che la famosa evoluzione applicata alla catena di montaggio porterà ai robot di quarta generazione, alle così

dette case intelli-genti, quelle grazie alle quali non sarà più necessario fare nulla perché un computer apre le tapparelle, abbassa le tende, accende e spegne l’impianto di riscaldamento per avviare quello di raffrescamento, insomma un mon-do che già esiste ma che subirà un’ulte-riore evoluzione.Macchine compute-rizzate che prende-ranno le sembianze di domestici inglesi i quali rassetteran-no la casa, faranno

il bucato, ricorde-ranno le scadenze importanti e che riconosceranno le voci ed il proprio nome.Verrebbe da esclamare: ma che cam-biamenti !?Ma esistono anche dubbi etici e morali e molti altri sulla loro utilità, qualche altro sulla loro applicazione, qualche altro ancora sul fatto se li vedremo an-che noi o se li vedranno solo i nostri nipoti.Purtroppo è l’evoluzione della specie tecnologica, o meglio le “nuove di-scendenze con modificazioni appli-cate al progresso della catena di mon-taggio”, che porteranno sicuramente anche ad un’evoluzione cinematogra-fica del film di Charlie Chaplin adatta-ta alle patologie che queste nuove ap-plicazioni porteranno. Naturalmente non oso pensare quali.

L’evoluzione della specie tecnologica

Esemplare di Oldsmobile Curved Dash - tratto da internet

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14Anno LXI - n. 6 Giugno 2012 Anno LXI - n. 6 Giugno 2012

Scuola paritaria cattolica a cura della Scuola “E. Medi”

Il nostro Istituto è solito premiare gli studenti che più si sono im-pegnati durante l’anno scolastico

e quest'anno i presidi e la direttrice hanno organizzato per gli alunni più meritevoli un’uscita didattica ad Ar-quà Petrarca e alla città di Chioggia. Siamo fiere di aver potuto partecipare a quest’occasione così speciale e unica perché è stato un onore per noi essere state scelte tra tutti gli studenti della nostra scuola e aver visto così premiato il nostro impegno costante. Oltre che un enorme privilegio e uno stimolo a migliorare sempre il nostro rendimen-to scolastico, questa uscita didattica è stata anche un’opportunità per visitare luoghi nuovi e specialmente conoscere in modo alternativo e piacevole la vita di Francesco Petrarca, visitando il pae-se a lui dedicato: Arquà Petrarca, luogo in cui il poeta ha trascorso gli ultimi anni della sua esistenza. È stato par-ticolarmente emozionante poter pas-seggiare nei luoghi dove aveva abitato questo illustre esponente della nostra letteratura medievale, pensando che in quelle stanze aveva composto alcune delle sue opere. È valsa la pena, inoltre, visitare la bellissima città di Chioggia, con i suoi canali e le caratteristiche abi-

tazioni di stile veneziano che si affacciano su di essi e particolarmente interes-sante è stata la visita alla Pinacoteca della santissima Trinità, dove sono esposti splendidi quadri e affreschi. È stata un’esperienza indi-menticabile, unica e soprat-tutto diversa da un’ordina-ria lezione scolastica, sia per gli argomenti affrontati che per i bei momenti che abbia-mo passato insieme. Tanto gli insegnanti quanto le guide si sono complimentati per il nostro comporta-mento esemplare. Abbiamo trascorso insieme una giornata piacevolissima e... meritata! Marzia e Chiara

Il futuro è adessoDecidere quale scuola frequentare? Al-cune volte gli studenti di terza media arrivano al giorno dell’iscrizione e, di fronte al modulo da compilare, final-mente decidono, utilizzando magari strumenti non consueti (il consiglio di un lontano cugino, o l’oroscopo I

Ching). Perché non pensarci prima? Ad esempio alla fine della seconda media, giusto alle porte della pausa estiva, così da poter riflettere e pon-derare attentamente la deci-sione? Questa la finalità del progetto di orientamento “Il futuro è adesso”, organizza-to dall’Istituto Enrico Medi di Salò, con la collaborazione dell’Ufficio Scolastico Provin-ciale di Brescia, già promo-tore delle iniziative di orien-tamento dedicate alle classi

terze, realizzate con l’ASAB. Hanno partecipato all’iniziativa gli Istituti superiori del territorio: Liceo classico Arici di Brescia, Liceo Bagatta e Isti-tuto di Istruzione Superiore Bazoli di Desenzano, Istituto Alberghiero Ca-terina de’ Medici di Gardone, Istituto Tecnico Battisti, Liceo Fermi e Liceo Medi di Salò, Centro di Formazione Professionale Zanardelli di Villanuova, Istituto Tecnico Industriale Cerebotani di Lonato. I ragazzi delle classi secon-de medie dell’ambito Garda-Valsabbia, dopo la conferenza di apertura del Di-rigente Scolastico prof. Alfredo Bono-mi, che ha illustrato con chiarezza ed efficacia il panorama scolastico seguito alla Riforma Gelmini, hanno incontra-to i docenti delle varie scuole superiori nelle rispettive aule, in piccoli gruppi, organizzati in funzione delle richieste avanzate dagli studenti stessi. Le scuo-le hanno così potuto esporre l’offerta formativa, ascoltare le domande delle famiglie, e preparare i ragazzi all’inizio di questo percorso di scelta. Grazie alla collaborazione dei dirigenti scolastici e dei docenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado, l’iniziativa, che ha visto coinvolte oltre duecento fami-glie, ha potuto realizzarsi e svolgersi nel migliore dei modi.

L'impegno che premia

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15 Anno LXI - n. 6 Giugno 2012Anno LXI - n. 6 Giugno 2012

Notizie sociali a cura della FNP-CISL di Salò

Domanda: una volta calcolata l’IMU come faccio, in pra-tica, a pagarla?

Risposta: per quanto riguarda gli acconti di giugno e settembre (se si usano le 3 rate, consentite per la casa di abitazione) l’unica modalità di pagamento è l’utilizzo del modello F24 (nuovo o anche vecchio) che si può ritirare e pagare presso ogni sportello bancario e postale. La leg-

ge prevede la possibilità di utilizzare il bollettino posta-le appositamente predisposto a decorrere dal l dicembre 2012. Sul mod. F24 - nella “Sezione IMU (o ICI) e altri tributi locali” - il contribuente dovrà indicare in modo di-stinto la parte dell’imposta dovuta al Comune da quella dello Stato utilizzando i codici (per tipologia di immobile imponibile e per ente destinatario del gettito) che ripor-tiamo di seguito:

Tipologia Immobili Codice IMU: quota Comune Codice IMU: quota Stato

Abitazione principale 3912 -Fabbricati rurali ad uso strumentale 3913 -Terreni 3914 3915Aree fabbricabili 3916 3917Altri fabbricati 3918 3919Interessi da accertamento 3923 -Sanzioni da accertamento 3924 -

•• L’imposta (a Salò con aliquota 4 per mille in 2 o 3 rate) relativa all’abitazione principale e relative per-tinenze - categoria C2 (soffitte, cantine, magazzini), C6 (box auto) e C7 (tettoie e posti auto) - nella misura massima di n° 1 per ogni categoria, dovrà essere versa-ta interamente al Comune utilizzando il relativo codice tributo (3912). Il codice del Comune di Salò è H717.•• Invece quella per terreni, aree fabbricabili e altri fabbricati (seconde case, uffici, negozi, fabbricati D, pertinenze non agevolate), va suddivisa a metà tra Co-mune e Stato, riportando sul modello F24 i relativi im-porti con il codice tributo appropriato e solo in 2 rate. La quota statale è sempre la metà dell’aliquota di base (3,8 per mille su 7,6 per mille) e resta fissa anche nel caso in cui l’amministrazione comunale dovesse deliberare (entro il 30 settembre 2012) aliquote inferiori o superiori al 7,6 per mille (a Salò è stata elevata al 9,8 per mille). Occorrerà pertanto prestare la massima attenzione al pa-gamento dell’IMU a saldo in dicembre poichè la quota statale dovrà essere comunque del 3,8 per mille.Per i fabbricati rurali ad uso strumentale è prevista, per Salò, l’esenzione in quanto comune montano così come dovrebbe essere confermata l’esenzione per i terreni agricoli (in merito si attende un Decreto Ministeriale). Gli immobili concessi in uso gratuito a parenti non sono più equiparati ad abitazione principale. Invece il Comune di Salò ha considerato abitazione principale l’unità immobiliare posseduta a titolo di pro-prietà o di usufrutto da anziani o disabili che risiedono in permanenza in istituti di ricovero, a condizione che la stessa non risulti locata. In caso di comproprietà si utilizza un modello per ogni interessato. Le pertinenze, con l’abitazione principale, vanno inserite nello stesso rigo con codice 3912. Le somme vanno arrotondate, per ogni rigo, all’euro. Gli immobili dello stesso comune con lo stesso codice tributo (per es. seconda casa, ulteriore box, negozio) vanno in un rigo con cod. 3918 (quota comunale) e in un altro con il 3919 (quota statale).In caso di difficoltà rivolgersi ai CAAF o ai Comuni che svolgono il servizio “compilazione IMU”. Ricercando in INTERNET si possono trovare programmi gratuiti per il conteggio e la compilazione del mod. F24/IMU.

Domanda: sono un lavoratore dipendente ed ho 56 anni di età e 40 anni di contributi. E vero che, per andare in pensione, devo aspettare di aver compiuto almeno 66 anni?

Risposta: no, Lei può andare in pensione con la “pen-sione anticipata” non appena raggiunge le anzianità contributive che riportiamo di seguito:

• dal 1° gennaio 2012 al 31 dicembre 2012 uomini 42 anni e 1 mese; donne 41 anni e 1 mese

• dal 1° gennaio 2013 al 31 dicembre 2013 uomini 42 anni e 5 mesi; donne 41 anni e 5 mesi

•dal 1° gennaio 2014 al 31 dicembre 2015 uomini 42 anni e 6 mesi; donne 41 anni e 6 mesi

• dal 1° gennaio 2016 uomini 42 anni e 6 mesi; donne 41 anni e 6 mesi.

Occorre anche il “contestuale perfezionamento del re-quisito di 35 anni di contribuzione utile per il diritto alla pensione di anzianità disciplinata dalla previgente nor-mativa”. Riteniamo, però, che tale limitazione prevista dall’INPS sia da ritenere ingiustificata. Inoltre, sono stati introdotti dei disincentivi per chi chiede la pensione an-ticipata prima dei 62 anni. Infatti, sulla quota del tratta-mento pensionistico relativa alle anzianità contributive maturate antecedentemente al 1° gennaio 2012 è appli-cata una riduzione di 1 punto percentuale per ogni anno di anticipo nell’accesso al pensionamento rispetto all’età di 62 anni; tale riduzione è elevata a 2 punti percentuali per ogni anno ulteriore di anticipo rispetto a due anni (ovvero rispetto ai 60 anni di età). Però la riduzione non si applica a chi matura il previsto requisito di anzianità contributiva entro il 31 dicembre 2017, se tale anzianità contributiva deriva esclusivamente da prestazione effet-tiva di lavoro, inclusi i periodi di astensione per mater-nità, per servizio militare, per infortunio, per malattia e di cassa integrazione guadagni.Come si può arguire, la materia è piuttosto complicata e Lei farà bene a rivolgersi a un Patronato Sindacale per definire con esattezza la propria posizione.

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16Anno LXI - n. 6 Giugno 2012 Anno LXI - n. 6 Giugno 2012

Cinema teatro Cristal a cura di Lamberto Dondio

HUNGER GAMES (I giochi della fame): È solo fantascienza?

A mio avviso vi sono due filoni fondamentali nei film di fantascien-za: quelli che trattano di come può evolvere la società arrivando fino al controllo totale dell’individuo in ogni momento della sua vita e gli “altri”, per esclusione. Tra gli altri possiamo classificare quelli che descrivono invasioni di alieni (e peraltro è stata questa l’origine dei film di fantascienza) o di mondi fantastici e simili.Appartengono, ad esempio, a questo filone i vari “Alien” “Signore degli Anelli” “Star Wars”e simili. Alla categoria dei film che tratta-no del controllo sociale totale possiamo attribuire il mitico “Metro-polis” di Fritz Lang, “1984” tratto dal romanzo di George Orwell, “Minority Report” “Blade Runner” e altri.La differenza fondamentale fra i due filoni è che le tematiche trat-tate dagli “altri” film di fantascienza ben difficilmente si potranno concretamente realizzare; è difficile configurare un mondo quale quello di “Star Wars” o del “Signore degli Anelli”non ricorrendo alla sola fantasia. Le tematiche sul controllo sociale totale sono al contrario proprie di un mondo che in futuro, partendo dalle pre-messe attuali, potrebbero anche realizzarsi.Si pensi alla possibilità di essere rintracciati ovunque qualora si tenga in tasca un telefonino anche spento; è una realtà di oggi che fortunatamente è rimessa al libero arbitrio di ognuno di noi. Basta lasciare il telefonino a casa e nessuno ti rintraccia. Ma se uno Stato che volesse realizzare il controllo totale sulla persona ti obbligasse a portare (come si porta un distintivo) un microchip e tenerlo at-tivo in ogni momento del giorno e della notte ecco che si realizze-rebbe quello scenario descritto da George Orwell negli anni 50 nel suo romanzo 1984 in cui ognuno era sempre rintracciabile (peraltro anche in video) e seguibile ovunque.Questa lunga introduzione per parlare di “HUNGER GAMES” il film del regista Gary Ross apparso di recente sullo schermo del Cristal che appartiene al filone dei film sul controllo sociale totale.Ci presenta un mondo diviso in due classi: coloro che dominano e coloro che sono dominati. I primi hanno tutto mentre i secondi non hanno quasi di che sfamarsi. Ecco che ogni anno vengono banditi i giochi; i dodici distretti in cui è diviso il territorio forniranno due giocatori. Il gioco consiste nell’ammazzarsi a vicenda; colui che alla fine resterà in vita sarà proclamato vincitore e avrà gloria e naturalmente premi in viveri. Siamo fortunatamente lontani dagli schemi in cui viviamo poiché la legge di Dio dice di non ammazzare e il codice penale degli uo-mini condanna l’omicidio. Ciò che però prefigura il film, al di fuori del gioco in cui ci si am-mazza a vicenda, è una società in cui la scarsezza del cibo tocca la grande maggioranza dei cittadini mentre pochi godono dei privi-legi ottenuti sfruttando gli altri. È di certo una società che va com-battuta e certamente il film serve per illustrare un mondo che ci impegnamo a non vedere realizzato. Lamberto Dondio

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Martedì 12 giugnoL’umana specie si nutre di imperfezioni,

ovviamente quelle altrui.

Cosa piove dal cielo?di Sebastian Borensztein

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Martedì 19 giugnoTeheran 1958. Il celebre musicista Nasser Ali Khan

è tormentato dai ricordi di un vecchio amore. Quando poi la moglie gli distrugge il violino …

Pollo alle prugnedi Marjane Satrapi

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Martedì 26 giugnoEsordio alla regia della Morante, il film strizza l’occhioalle logorroiche commedie di Allen, Rohmer e Resnais,

mettendo in scena situazioni leggere ed eleganti.

Cilieginedi Laura Morante

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17 Anno LXI - n. 6 Giugno 2012Anno LXI - n. 6 Giugno 2012

Capire la Liturgia a cura di Rosa Pollini

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La comunità cristiana è chiama-ta a pregare in continuazione e nella celebrazione delle lodi

e del vespro esprime la volontà di estendere per tutto l’arco della giorna-ta il desiderio di comunione con Dio. L’ora media si colloca come momento ulteriore per una più profonda presa di coscienza di tale vocazione e come stimolo ad un approfondimento della vita divina mediante l’orazione. “Se-condo una tradizione antichissima i cristiani erano soliti pregare per devo-zione privata in diversi momenti nel corso della giornata, anche durante il lavoro, per imitare la Chiesa apostoli-ca. Questa tradizione si è espressa in modi diversi e, con l’andar del tempo, si è concretata in celebrazioni liturgi-che” (PNLO74). L’apparire delle ore di terza, sesta e nona della vita comunitaria cristiana ne era l’espressione (PNLO73). Oggi la chiesa ha fissato un’ora sola, chia-mandola appunto media (PNLO78) lasciando alla libera scelta degli oranti il pregare anche le altre due ore mino-ri (PNLO76.81). Il simbolismo della luce. La comu-nità cristiana è sollecitata dal simbo-lismo naturale a leggere la propria vicenda storica in termini di salvezza e anche nella celebrazione dell’ora media tale elemento viene posto in luce con le conseguenze che derivano per l’operatività dei battezzati. L’inno dell’ora sesta così canta: Glorioso e potente, Signore,/che alterni i ritmi del tempo,/irradi di luce il mattino/e accendi di fuochi il meriggio. Con l’inno dell’ora nona così proclamiamo la nostra comunione orante con il di-

vino: Signore, forza degli esseri,/Dio immutabile, eterno,/tu segni i ritmi del mondo: i giorni, i secoli, il tem-po. Tale contemplazione pone l’uomo nell’immenso mistero della creazione come i testi biblici, che ci offrono pas-si tratti dal profeta Amos, si ricordano nelle letture del giovedì della prima settimana. La dimensione cristologica. Il simbo-lismo della liturgia delle ore vive del mistero di Cristo e tale centralità ci è offerta dal secondo inno dell’ora di sesta In questa ora sul Golgota,/vero agnello pasquale,/Cristo paga il ri-scatto,/per la nostra salvezza. Soprat-tutto il venerdì ci rimanda al mistero di Cristo nell’oblazione della croce. Le orazioni di terza, di sesta e di nona ci richiamano ad una profonda contem-plazione del Cristo condannato alla croce, che viene ad essa inchiodato e che in essa diventa misericordia per i poveri, significati dal “ladrone penti-to”. Così prega la chiesa all’Ora nona del giovedì: “Ascolta, o Dio, le nostre preghiere, e donaci di imitare la pas-sione del tuo figlio per portare con serena fortezza la nostra croce quo-tidiana”.La visione ecclesiologica. L’evento della Pentecoste ha determinato la vita della comunità cristiana e gli inni ci aiutano ad entrare nella storia del-la comunità apostolica per goderne la stessa esuberanza rigeneratrice ed apostolica. Così cantiamo nel secondo inno all’ora terza: “Venga su di noi, Signore,/il dono dello Spirito,/che in quest’ora discese/sulla chiesa na-scente./Si rinnovi il prodigio/di quel-la Pentecoste,/che rivelò alle genti/la

luce del tuo Regno”. Così prega la chiesa nell’ora nona : “O Dio che ci chiami a celebrare la tua lode nell’ora stessa in cui gli apostoli salivano al tempio, accogli la nostra preghiera nel nome del tuo Figlio e dona la tua salvezza a coloro che la invocano”. Noi siamo chiamati a camminare nel tempo vivendo l’alleanza pentecosta-le in cui godiamo la fedeltà divina e ad operare nella coscienza della mol-teplicità dei doni che lo Spirito distri-buisce a tutti i battezzati in vista dello sviluppo al mistero dell’unità. Sostenuti e guidati dall’azione dello Spirito possiamo godere della centra-lità del mistero di Cristo nella nostra quotidianità. Per celebrare la signoria del Padre nella nostra vita. La cele-brazione dell’ora media si colloca al-l’interno di un cammino orante che dovrebbe caratterizzare la vita dei cristiani nel loro itinerario verso la grande liturgia della Gerusalemme celeste. L’uso della salmodia complementa-re che offre i salmi “graduali” (salmi 119-127) per le altre due ore rafforza ulteriormente questa visione ascen-sionale della comunità cristiana. Il contatto orante con la Parola li ri-genera nella scelta della fede, li rende più liberi nella docilità allo Spirito per costruire sempre più la loro vita come una grande glorificazione al Padre. “O Dio onnipotente ed eterno, in cui non è oscurità né tenebre, fa risplen-dere su di noi la tua luce perché il-luminati dalla tua parola, camminia-mo verso di te con cuore generoso e fedele”(Orazione all’ora sesta del gio-vedì della prima settimana).

Ora media

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18Anno LXI - n. 6 Giugno 2012 Anno LXI - n. 6 Giugno 2012

Musica e Canto a cura di Lamberto Dondio

dal grande librodella natura

acqua minerale

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RAGNO

Il Monastero della Visitazione compie trecento anni (1712 - 2012); infatti in data 20 dicembre 1712 nasceva a Salò il

Monastero dopo, dicono i cultori di storia locale, una gestazione durata più di un secolo.Allo scopo di celebrare questo trecentesi-mo è stato ideato un ciclo di manifesta-zioni davvero imponente promosso per iniziativa dell’Ateneo di Salò, del Comu-ne di Salò, dell’A.S.A.R. delle Parrocchie di Salò, Villa di Salò e Campoverde, della Zona Pastorale XVI – S. Ercolano e dal Gruppo Archivisti Comune di Salò. Va sottolineato inoltre, per comprendere l’im-portanza dell’evento, che esso ha avuto il patrocinio e il supporto della Provincia di Brescia, del Gal Garda Valsabbia, della Comuinità del Garda e della Comunità Montana Parco Alto Garda Bresciano. In questo quadro che prevede conferenze a tema, convegni, mostre e presentazioni di pubblicazioni non poteva non trovare de-gna collocazione l’aspetto musicale. Detto aspetto non è certo fuori luogo; nei con-venti la vita dei religiosi e delle religiose è accompagnata dai canti liturgici che ma-gnificano il Creatore e per questo essi co-stituiscono luoghi privilegiati che creano concentrazione e spiritualità, fattori dai quali la musica trae linfa e spunti.La serata di mercoledì 30 maggio alle ore 20,45 nella Chiesa di Visitazione (in Fos-sa) ha costituito il primo appuntamento per i programmi musicali. L’Ensemble “Luca Marenzio” diretto da Luca Morassutti, curato dagli allievi del Conservatorio di Musica di Brescia ha presentato un concerto composto da musiche di Vivaldi, Marcello e Corelli. La parte musicale è stata intessuta dal-la lettura dei pensieri delle monache di clausura del Monastero della Visitazione. Abbiamo ascoltato tre grandi compositori italiani che vissero a cavallo tra il seicento

ed il settecento, peraltro abbastanza vicini come anno di nascita e di decesso.Antonio Vivaldi nasce a Venezia nel 1678 e muore a Vienna nel 1741; Benedetto Marcello nasce a Venezia nel 1686 e muo-re a Brescia nel 1739; infine Arcangelo Co-relli vede i natali a Fusignano (Ravenna) il 1653 e muore a Roma nel 1713. Essi ap-

partengono quindi a una stessa epoca in cui veniva potenziato al massimo l’estro creativo del compositore ed il violino pri-meggiava come strumento da concerto.Il secondo evento musicale avrà luogo Domenica 1 Luglio alle ore 20,45 nel Chio-stro Convento Padri Somaschi (Ex Colle-gio Civico) in Via Brunati. Protagonista della serata sarà il Coro di Voci Femminili “Donneincanto” diretto dal Maestro Al-fredo Scalari.Abbiamo già avuto occasione di assistere a loro rappresentazioni e l’effetto sul pub-blico è sempre stato davvero notevole per il patrimonio vocale di cui dispongono

e di come viene presentato anche facen-do leva su una efficace rappresentazione scenica. Il tema che intendono trattare è “Frammenti di Donne” ovvero come il programma anticipa: “Momenti di storie al femminile per raccontare un’unica sto-ria….. LA VITA fra musica e parole.”Viene davvero da pensare, leggendo la sintesi programmatica, alla vita delle suore che vivono nel Monastero della Vi-sitazione, ora ubicato non più nel centro storico ma in collina, che spendono la loro vita in preghiera e in contemplazione e danno la forza a coloro che vivono fuori dal monastero in quanto sanno che fra le mura del convento ci sono delle religiose che pregano per loro e per tutti noi. È in-dubbiamente questa la forza degli Ordini di Clausura.Infine il terzo evento. Esso verrà svolto nella Domenica 21 Ottobre alle ore 20,45 presso la Chiesa della Visitazione nella forma di Concerto d’organo. Il Maestro Gerardo Chimini ne curerà la direzione non mancando però di mettersi al ma-nuale dell’organo per eseguire alcuni bra-ni. L’aspetto musicale verrà integrato con lettura di testi su fatti accaduti nel 1797 in Riviera.Ma veniamo agli autori che verranno ese-guiti nella serata.Sappiamo che il Maestro Chimini oltre ai grandi classici coltiva un particolare spi-rito di ricerca nei confronti degli autori gardesani, sempre pronto ad esaminare spartiti che a volte spuntano nelle case di qualche cittadino del Garda. Il program-ma della serata prevede musiche di autori gardesani e non del secolo XVIII e vengo-no proposti Turrini, Bettoni e Bonchiodi.Siamo quindi in presenza di una grande occasione che viene offerta alla cittadi-nanza per onorare il trecentesimo del Mo-nastero, ispirati dalla musica che ci invita a riflettere sui veri valori della vita.

Nel Trecentesimo del Monastero della Visitazione il contributo della musica

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19 Anno LXI - n. 6 Giugno 2012Anno LXI - n. 6 Giugno 2012

Accade a Salò e dintorni

Filiale di Salò - Località Rive

Filiale di Salò - Piazza Vittorio Emanuele

Ecco le lavagne interattive multimedialiAlla scuola secondaria “D’Annunzio” si è realizzato l’in-novativo progetto «Inter@zioni: trasformare l’ambiente di apprendimento». Le classi prime e seconde (17 in tutto, poi seguiranno le terze e, infi ne, anche le scuole di Gardone e Toscolano) sono state dotate di un kit con lavagna interattiva multimediale (LIM), computer e proiettore a parete. Si tratta di sistemi multimediali (ipertesti e ipermedia) che raffor-zano un atteggiamento mentale aperto, dinamico e capace di essere attento a situazioni di problem solving, piuttosto che a una semplice trasmissione di nozioni e saperi. L’in-vestimento ammonta a 40mila euro, in parte coperto da un bando della Fondazione della Comunità Bresciana al quale si sono aggiunti un contributo straordinario del Comune di Salò, contributi attinti dal Diritto allo studio dei tre comuni di Salò, Gardone Riviera e Toscolano Maderno e un cospicuo fi nanziamento da parte di sponsor privati.

Un nuovo mezzo per i servizi socialiUn Fiat Doblò appositamente attrezzato per il trasporto di portatori d’handicap è da qualche giorno nelle disponibilità dell’uffi cio Servizi sociali del comune. Sostituisce il vecchio mezzo in dotazione all’uffi cio, giunto a fi ne servizio. Lo ha consegnato all’assessore Bernardo Berardinelli il dott. Gio-vanni Botti, presidente dall’Associazione italiana chirurghi plastici estetici (Aicpe) e titolare di Villa Bella Clinic, centro salodiano specializzato in chirurgia plastica e medicina este-tica. Il mezzo è stato acquistato con i proventi del corso di chirurgia estetica dell’invecchiamento facciale che, la scorsa primavera, ha richiamato a Salò maghi del lifting giunti da tutto il mondo.

Tutta la città a portata di smartphoneLe offerte del giorno, gli sconti praticati dai commercianti, le disponibilità per il pernottamento e prossimamente anche le informazioni utili al turista: indicazioni sulle aree di sosta, sui luoghi della balneazione, sugli orari di autobus e bat-telli e molto altro. Tutto questo comodamente in un palmo di mano. È quanto promette «Salò Easymob», piattaforma

accessibile via web mobile che geolocalizza negozi, hotel, offerte e servizi di Salò e Gardone Riviera. L’iniziativa è promossa dai consorzi Salò In e Carg con il patrocinio del Comune. Il sistema, realizzato dall’agenzia new media In-deed di Brescia, permette a chiunque disponga di un telefo-no smartphone di conoscere il proprio «intorno geografi co» in modo divertente e innovativo. Per ora si può accedere alle proposte commerciali, ma l’obiettivo è infatti quello di potenziare il progetto per farne un sistema globale di infor-mazione turistica.

Alla canottieri il Collare d'oro del ConiLa foto ricordo l’hanno voluta fare nel medesimo luogo in cui era stata scattata quella del 1974, all’ingresso della sede romana del Coni. Allora i vertici della Società Canottieri Gar-da di Salò erano a Roma per ricevere la Stella d'oro al Merito Sportivo, oggi vi si sono recati per la consegna del Collare d'oro al Merito Sportivo. Il Collare, conferito direttamente dal Presidente del Consiglio Mario Monti e dal Presidente del Coni Gianni Petrucci, è la massima onorifi cenza nel cam-po dello sport italiano ed è conferito dal Comitato olimpico nazionale italiano alle società sportive con un'anzianità di costituzione di almeno cento anni (la Canottieri, primo so-dalizio sportivo del lago di Garda, fu istituita il 10 agosto del 1891) e già in possesso della Stella d'oro al Merito Sportivo.

Trasloco in vista per la Via Lucis«La Via Lucis non è stata affatto dimenticata». Tiene a preci-sarlo il sindaco Barbara Botti dopo la denuncia dello stato di degrado in cui giacciono, in balia dei vandali, le 14 santelle che danno vita al percorso artistico e devozionale che dalla strada Gardesana si dirama verso le frazioni di San Barto-lomeo e Serniga. «Lo spostamento delle opere nel centro storico - precisa il sindaco - in un luogo meno soggetto al rischio di atti vandalici rispetto a via Panoramica, è al vaglio dell’Amministrazione comunale almeno da un paio anni». La nuova collocazione è in fase di studio: l’ipotesi via Fan-toni è stata bocciata dalla Soprintendenza, che ha suggerito il lungolago. In municipio, dopo le prime perplessità, ci si è concentrati sulla porzione di lungolago che corre a ridosso dell’antico Duomo. L’uffi cio tecnico sta valutando la fattibi-lità dell’operazione.

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20Anno LXI - n. 6 Giugno 2012 Anno LXI - n. 6 Giugno 2012

I documenti della Chiesa a cura di don Pierluigi Tomasoni

Il Papa, celebrando la Santa Mes-sa nella solennità della Santissima Trinità, ha concluso il VII Incontro

Mondiale delle Famiglie svoltosi nella città di Milano. Alla celebrazione, che ha visto la presenza di un milione di persone provenienti da tutto il mondo, ha partecipato anche un gruppo della nostra Zona Pastorale comprese anche alcune famiglie salodiane.È stata un’esperienza significativa: la grande famiglia della Chiesa sostiene con la sua sapienza e la sua forza le no-stre famiglie!Benedetto XVI è stato accolto con gioia, calore ed entusiasmo, e la sua parola è stata accolta con at-tenzione.Il Papa ha riletto alla luce del Mistero della Trinità il compi-to della grande famiglia della Chiesa: «La solennità liturgica della Santissima Trinità ci spinge all’impegno di vivere la comunio-ne con Dio e tra noi sul modello di quella trinitaria. Ci è affidato il compito di edificare comunità ecclesiali che siano sempre più famiglia, capaci di riflettere la bellezza della Trinità e di evan-gelizzare non solo con la parola, ma direi per “irradiazione”, con la forza dell’amore vissuto».Benedetto XVI ha riaffermato il fondamento della famiglia che la Chiesa custodisce fedele alla Ri-velazione: «Chiamata ad essere immagine del Dio Unico in Tre Persone non è solo la Chiesa, ma anche la famiglia, fondata sul matrimonio tra l’uomo e la donna. L’amore è ciò che fa della persona umana l’autentica immagine della Trinità, immagine di Dio. Cari sposi, nel vivere il matrimonio voi non vi donate qualche cosa o qualche atti-vità, ma la vita intera. E il vostro amore è fecondo innanzitutto per voi stessi, perché desiderate e realizzate il bene l’uno dell’al-tro, sperimentando la gioia del ricevere e del dare. È fecondo poi nella procreazione, generosa e responsabile, dei figli, nella cura premurosa per essi e nell’educazione attenta e sapiente. È fecondo infine per la società, perché il vissuto familiare è la prima e inso-stituibile scuola delle virtù sociali, come il rispetto delle persone, la gratuità, la fiducia, la responsabilità, la solidarietà, la coopera-zione».Il Santo Padre ha invitato le famiglie presenti a guardare a Gesù di Nazaret:

«Il progetto di Dio sulla coppia umana tro-va la sua pienezza in Gesù Cristo, che ha elevato il matrimonio a Sacramento. Cari sposi Cristo vi fa partecipare al suo amore sponsale, rendendovi segno del suo amore per la Chiesa: un amore fedele e totale. Se sapete accogliere questo dono, rinnovando ogni giorno, con fede, il vostro “sì”, con la forza che viene dalla grazia del Sacramento, anche la vostra famiglia vivrà dell’amore di Dio, sul modello della Santa Famiglia di Nazaret ». Incoraggianti le parole pronunciate sul-la testimonianza cristiana della fami-glia: «Davanti a voi avete la testimonianza

di tante famiglie, che indicano le vie per crescere nell’amore: mantenere un costan-te rapporto con Dio e partecipare alla vita ecclesiale, coltivare il dialogo, rispettare il punto di vista dell’altro, essere pronti al servizio, essere pazienti con i difetti altrui, saper perdonare e chiedere perdono, su-perare con intelligenza e umiltà gli even-tuali conflitti, concordare gli orientamenti educativi, essere aperti alle altre famiglie, attenti ai poveri, responsabili nella società civile. Sono tutti elementi che costruiscono la famiglia»Un pensiero particolare il Papa lo ha ri-volto a tutti coloro che sono segnati da esperienze dolorose di fallimento e di separazione: «Una parola vorrei dedicar-la anche ai fedeli che, pur condividendo gli insegnamenti della Chiesa sulla famiglia, sono segnati da esperienze dolorose di falli-mento e di separazione. Sappiate che il Papa e la Chiesa vi sostengono nella vostra fatica. Vi incoraggio a rimanere uniti alle vostre comunità, mentre auspico che le diocesi rea-

lizzino adeguate iniziative di accoglienza e vicinanza». Parole che fanno eco a quanto Bene-detto XVI aveva detto la sera prima nel momento della veglia che vale la pena riportare: «Il problema dei divorziati ri-sposati è una delle grandi sofferenze della Chiesa di oggi. Molto importante sarebbe, naturalmente, la prevenzione, cioè appro-fondire fin dall’inizio l’innamoramento in una decisione profonda, maturata; inoltre, l’accompagnamento durante il matrimo-nio, affinché le famiglie non siano mai sole ma siano realmente accompagnate nel loro cammino. Quanto a queste persone, dob-

biamo dire che la Chiesa le ama, ma esse devono ve-dere e sentire questo amo-re. Mi sembra un grande compito di una parrocchia, di una comunità cattolica, di fare realmente il possi-bile perché esse sentano di essere amate, accettate, che non sono “fuori” anche se non possono ricevere l’as-soluzione e l’Eucaristia: devono vedere che anche così vivono pienamente nella Chiesa. Forse, se non è possibile l’assoluzione nella Confessione, tuttavia un contatto permanente con un sacerdote, con una guida dell’anima, è molto

importante perché possano vedere che sono accompagnati, guidati. Poi è anche molto importante che sentano che l’Eucaristia è vera e partecipata se realmente entrano in comunione con il Corpo di Cristo. Anche senza la ricezione “corporale” del Sacra-mento, possiamo essere spiritualmente uniti a Cristo nel suo Corpo. E far capire questo è importante. Che realmente trovino la possi-bilità di vivere una vita di fede, con la Parola di Dio, con la comunione della Chiesa e pos-sano vedere che la loro sofferenza è un dono per la Chiesa, perché servono così a tutti anche per difendere la stabilità dell’amore, del Matrimonio; e che questa sofferenza non è solo un tormento fisico e psichico, ma è an-che un soffrire nella comunità della Chiesa per i grandi valori della nostra fede. Penso che la loro sofferenza, se realmente interior-mente accettata, sia un dono per la Chiesa. Devono saperlo, che proprio così servono la Chiesa, sono nel cuore della Chiesa. Grazie per il vostro impegno».

Grazie, Papa Benedetto

Grazie Papa Benedetto!

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21 Anno LXI - n. 6 Giugno 2012Anno LXI - n. 6 Giugno 2012

Alla sera del terzo giorno a cura di Bruno Marelli

Troppo spesso oggi la gente finisce per parlare di soldi. L’argomento, comunque lo rivolti, è che ce ne

sono pochi in giro e ora cominciano a mancare anche nelle tasche di chi que-sto problema l’ha sempre visto da lon-tano. Per questo mi sono fatto coraggio ed ho deciso di usare questa pagina per un argomento abbastanza difficile. Per-donatemi se lo affronterò a mio modo, ovvero per come le mie modeste capa-cità mi permettono. A me sembra che il problema sia abbastanza chiaro a tutti, molto meno si sa invece sulle cause che lo hanno generato ed ancor meno mi sembra ci sia chiarezza sulle soluzioni che si dovrebbero adottare in una simile situazione. Dobbiamo dire che la gente non ha un’idea chiara su cosa in realtà sono quei pezzi di carta che passano veloci nel nostro portafoglio. Un tempo sulle nostre vecchie lirette c’era scritto “Banca d’Italia”; oggi sull’Euro compaiono delle sigle tra le quali riconosciamo subito la BCE, la potente e lontana Banca Cen-trale Europea. Ma quanti sanno che la BCE è per la quasi totalità di proprietà di aziende private? Non c’è uno Stato dietro a quella banca. Vi sembrerà una cosa assurda ma le cose stanno così, no-nostante il nome della Banca Centrale Europea faccia pensare ad una istituzio-ne pubblica.Un sospetto vi poteva venire quando la BCE ha deciso di aiutare l’economia dell’Europa distribuendo euro alle ban-che. In un momento di crisi il sistema bancario si permette di incamerare circa 1.000 miliardi di euro al tasso dell’1%, per utilizzarli per la quasi totalità per acquistare titoli su cui gli Stati pagano interessi tra il 5 e il 6%. Una vera Banca Centrale, controllata dagli Stati Europei, avrebbe dato quei soldi direttamente agli Stati membri, con un bel risparmio per tutti, perché quegli interessi alla fine li paghiamo noi.Si capisce quindi che il sistema moneta-rio, per come è concepito, è una spirale; il denaro serve per comprare Titoli di Stato, che però sono gravati da interes-si, per pagare i quali è emesso nuovo denaro e così continuando. È chiaro che questo meccanismo costituisce un vicolo cieco. L’unico modo per uscirne sarebbe quello di avere nel bilancio del-lo Stato degli “avanzi primari” (le entrate che superano le uscite) abbastanza per

pagare il “costo del debito” (gli interessi appunto). Oggi è evidente a tutti che è una cosa realisticamente fuori della por-tata degli attuali governi, anche quelli tecnici, pure quando fanno finta di non saperlo. Ma c’è un altro aspetto che non va taciu-to: non è plausibile che per ripianare un debito contratto con dei privati si debba passare attraverso politiche pubbliche, che tra l’altro comportano notevoli sa-crifici da parte dei cittadini, visto che un avanzo passa obbligatoriamente per un aumento delle tasse ed un taglio delle spese dello Stato.Il problema è che il nostro sistema eco-nomico si basa sulla presunzione di una

crescita quantitativa perpetua, che è una cosa al di fuori della realtà. Questo spie-ga perché ogni tanto il sistema moneta-rio va in crisi. Vi cito un aneddoto. Se Giuseppe avesse investito un centesimo di euro al tempo della nascita di Gesù e la banca gli avesse garantito un interes-se diciamo del 5%, alla fine del secolo scorso, al valore dell’oro dell’epoca, il centesimo avrebbe guadagnato interessi pari a 140 miliardi di sfere d’oro, ognu-na del peso del nostro pianeta. Questo per spiegare che il continuo accumulo di interessi non può essere applicato alla realtà. Quindi l’interesse, come lo cono-sciamo, non può funzionare nel lungo termine come mezzo per garantire la circolazione monetaria.Ma noi abbiamo invece bisogno che la moneta circoli; è come il sangue in un corpo, è semplicemente essenziale. Se manca l’organismo muore.La moneta è un mezzo di scambio con il quale si possono scambiare merci e

servizi. Ma non è solo questo. La mo-neta produce un continuo passaggio di ricchezza da quelli che devono lavorare per vivere a quelli che ricevono una ren-dita poiché possono prestare moneta. E badate bene: gli interessi sul denaro noi non li paghiamo solo quando chiediamo un prestito; nel prezzo di ogni cosa che compriamo c’è una quota del costo del denaro che è servito a produrla e ven-derla. In Germania è stato calcolato che circa il 40% di tutti i nostri soldi se ne va per pagare gli interessi. Pensate quan-to saremmo più ricchi se questo costo scomparisse: questo significa anche che l’illusione di avere ognuno di noi degli interessi sui risparmi è ingannevole ad una visione ravvicinata. Il sistema co-mincia ad essere vantaggioso solo per chi ha un gruzzolo di almeno 500.000 euro. Sempre in Germania hanno calco-lato che l’80% della popolazione paga in interessi il doppio di quanto riceve e solo il 10% riceve tutto quello che gli altri ci rimettono. Da noi credo che la situazione sia anche peggiore.Ma cosa possiamo fare noi, direte voi, che siamo vittime impotenti di queste grandi leggi economiche? Nessuno ha la bacchetta magica, ovvio; eppure tra le tante proposte più o meno assurde, ce n’è una che mi sentirei di suggerire. Potremmo cominciare a stamparci una nostra moneta. Non sarebbe neppure una novità; in giro per il mondo ci sono già numerosi esempi da seguire. Inten-diamoci subito: nessuno pensi ad una moneta locale, vietata dal nostro codice civile e dal buonsenso. Piuttosto una moneta che passa sotto il nome di valuta complementare, da usare a livello locale a fianco dell’Euro. Per farla semplice, qualcosa di simile a quando si usavano i mini assegni per sopperire alla carenza di spiccioli. Il presupposto è che ci sia-no persone disposte ad usarle, attività ed aziende che li accettino come forma di pagamento, magari con un piccolo sconto per invogliarne l’uso. Anche il Comune potrebbe accettarlo per alcuni pagamenti, come la tassa rifiuti, le mul-te, le mense scolastiche o altro ancora. La valuta locale ha due grandi vantag-gi: mantiene la ricchezza prodotta sul territorio e incentiva i consumi locali restituendoci un po’ di liquidità, di cui abbiamo bisogno per ripartire. Poi non produce interessi, perché non si può de-positare in nessuna banca.

Se sono finiti i soldi potremmo stamparli

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Invito alla lettura a cura di Nerina Lugli

L’Europa senza la Gre-cia, prospettiva dram-maticamente forte in

queste difficili giornate. Si tratta infatti del nostro pre-sente, del nostro passato, di quello che siamo grazie ai Greci, alla loro storia, alla loro cultura testimoniata nei musei del mondo. Infatti ba-sta sfogliare un dizionario: da dove vengono, se non dalla Grecia, parole come mito, teatro, politica, demo-crazia, apoteosi, psichiatria, diagnosi, telefono, terapia, parrocchia… Anche se non lo sappiamo e non ci pensiamo, l’eredità linguistica delle nostre gior-nate è solo una delle tante che contrassegnano da secoli il nostro vivere quotidiano. La stessa parola che ci con-nota globalmente Europa non esisterebbe se non ci fos-se stata la Grecia di Omero, Eschilo… ad affidare questo nome alla ragazza rapita da Zeus.La prof. Cantarella si impegna quo-tidianamente ad offrire tutte le argo-mentazioni culturali ad hoc, essendo una qualificata docente dell’università di Milano. Di lei conservo da tempo un libro assai prezioso dal titolo “Ita-ca” (ed. Feltrinelli) ricco di argomen-tazioni culturali sull’argomento e, riprendendolo in mano, apprezzo an-cora una volta l’affettuosa dedica di un amico-lettore orgoglioso di aver avuto, negli anni della giovinezza, accesso al-l’affascinante, indimenticabile cultura greca, grazie a quella terribile forza di leggere, che ci accomuna. Infatti, nulla più di un libro ci fa consapevoli di ap-partenere ad una comune umanità il-luminata e tormentata dalle medesime speranze e tribolazioni.Certamente non tutti i libri hanno la stessa vitalità: la grande maggioranza delle testimonianze dell’umanità è de-stinata all’estinzione, ma quei pochi che sopravvivono diventano eterni. “Oggi, diceva lo studioso Giorgio Manganelli (Rep. Maggio 2000) leggiamo Omero, leggiamo Leopardi; tra mille anni, se vi saranno uomini sulla terra, leggeranno Omero e Leopardi”.In questo nostro tempo si conosce una profonda evoluzione nel campo: mol-

ti infatti, nelle nostre contrade, sono “analfabeti che sanno leggere”; si tratta di una grande moltitudine di persone che ignorano il piacere e l’arricchimen-to derivanti dalla lettura. Inoltre è in corso una rivoluzione tota-le che porta da una parte ad eliminare testimonianze preziose del passato e contemporaneamente a ripubblicare classici, che una volta erano riservati a pochi e che vengono offerti a prezzi molto accessibili. Certamente è in un atto il nuovo Credo della tecnologia, alla quale vengono giustamente allena-te le nuove generazioni tra entusiasmo e qualche riserva. Si tratta di un’auten-tica rivoluzione in grado di risolvere “miracolosamente” i problemi di tutti.La lettura, però, deve conservare il suo valore dignitario, soprattutto in questi nostri giorni difficili in cui “I cristiani, come tutti gli uomini sono chiamati ad accogliere la diversità e ad assumere la complessità del vivere; l’altro, infat-ti, non è l’inferno ma la sola salvezza e la nostra personale occasione di co-munione” (E. Bianchi: Cristiani nella società – Rizzoli). Di questa Ineffabile fraternità (Sorella Maria di Campello o Primo Mazzolari – ed. Kikaion) par-la quotidianamente il priore di Bose

– Enzo Bianchi che, oltre ad avere “inventato” una sin-golare comunità monastica, presiede molti incontri ra-diofonici e televisivi (Tori-no, Vicenza,…) imperniati sull’approfondimento dello studio della Bibbia. Grande sostenitore di una Etica con-divisa (Ed. Einaudi), parte dalla profonda convinzione che “per credenti e non cre-denti è comunque possibile la via dell’approfondimento spirituale, l’arricchimento della vita interiore che porta a rapporti ispirati al bene tra gli uomini tutti”.Nel suo ultimo libro “Ogni cosa alla sua stagione (Ei-naudi) imbastisce con pro-fonda partecipazione un viaggio interiore ponendosi una domanda essenziale: “che ne è dei miei giorni?”. All’inizio di questa pubblica confessione davanti ai lettori, un triplice imperativo “Fuge,

Tace, Quiesce”. Si tratta di una rimem-branza continuamente arricchita dalla meditazione, un cammino di vita arric-chito di riflessioni, di meditazioni sulla semplice quotidianità del suo persona-le cammino nel tempo, con gli incontri significativi nel trascorrere dei giorni e delle stagioni che passano suscitando riflessioni personali. Ne scaturisce, pagina dopo pagina, un’autobiografia austera e lineare im-perniata sui rapporti, gli incontri, in famiglia e fuori, che marcano le nostre giornate dalla fanciullezza alla matu-rità, nella varietà degli incontri, delle stagioni, delle celebrazioni. L’autore esprime riconoscenza per gli incontri anche umilissimi che hanno arricchito ed aiutato ad imparare a vi-vere nell’amicizia e nella fraternità no-nostante….”. Aggiornando l’autobio-grafia, si sente protagonista dell’ultima stagione: Senesco (invecchio) – Dichiara di aver accettato la vecchiaia senza sentimenti di nostalgia e di rassegna-zione; di averla pensata come una “diminutio”, cioè una spoliazione da molte cose che ha permesso di aderire all’umile realtà del quotidiano, di con-tinuare ad accettare di amare gli altri, di ricevere amore da loro, anche se il loro numero si assottiglia…”.

Ineffabile fraternitàChiuso tra le pareti del mondo come da un ara-besco di duro silenzio, la tua mano ogni mattina apriva le finestre e tu guardavi l’universo che piange. Alda Merini: «Padre mio» (Frassinelli). a Giovanni Paolo II

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Altre note... a cura di Giancarlo Giacomuzzi

La chiesa celebra il 24 giugno di ogni anno la figura di San Gio-vanni Battista e l’evangelista

Luca, che rimane la fonte primaria per conoscere il suo ministero, inizia così il suo racconto… Nell’anno decimo quinto dell’impero di Tiberio, governando Ponzio Pilato in Giudea, sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa…. . Con un certo calcolo, per altro abba-stanza veritiero, possiamo far risalire il periodo agli anni 28/29 dopo la na-scita di Gesù del quale Giovan-ni, con un termine forse troppo moderno, può essere definito il battistrada, il precursore, in quanto anticipa alle genti la sua venuta. Le due figure, le cui ma-dri erano legate da un ramo di parentela, appaiono parallele fin dalla loro nascita annuncia-ta per entrambe dall’arcangelo Gabriele. Prima egli appare a Zacharia, marito dell’anziana Elisabetta, mentre officiava all’altare del-l’incenso nel tempio di Gerusa-lemme, poi appare a Maria in Galilea, nella Palestina setten-trionale, nella piccola e umile casa di Nazareth, una giovane fanciulla di 14/15 anni, età nella quale, a quei tempi, la ragazza poteva essere promessa sposa. Anche i nomi dei nascituri saranno scelti dal-l’angelo, in controtendenza con le con-suetudini del tempo che prediligeva di dare al figlio maschio un nome con chiaro riferimento alla famiglia e, altro dato da non dimenticare, in entrambi i casi l’annuncio genera stupore e tur-bamento perchè Elisabetta …era avan-zata negli anni e Maria …non conosceva uomo. Il racconto ci dice anche che Maria va a far visita ad Elisabetta mentre que-sta era al sesto mese di gravidanza e si fermò da lei sino al parto. Circa sei mesi dunque dividevano le nascite dei loro rispettivi figli e il medesimo tempo dividerà Giovanni e Gesù nel-l’inizio del loro ministero. Dopo la loro nascita l’evangelista non segue più i due ragazzi che sono lasciati a vivere la loro giovinezza: l’uno abite-rà … nei deserti fino al giorno della sua manifestazione dinnanzi ad Israele, da intendersi per deserti quella aspra regione a Sud-Est di Gerusalemme

chiamata deserto della Giudea, l’altro a Nazareth intento ad aiutare il padre falegname; si congeda da noi dicendo che entrambi ...crescevano e s’afforzava-no di spirito. Giovanni trascorso quasi un trentennio in penombra, nella soli-tudine di una vita castigata ed austera che riceveva nutrimento da ...locuste e miele selvatico, sarà chiamato da Dio al suo compito… e la parola di Dio fu rivolta a Giovanni nel deserto e venne in ogni paese interno al Giordano a predicare

il battesimo di penitenza per la remissione dei peccati (Lc. 3-3). Egli si presenta alle genti come aveva vissuto …rivestito di pelli di cammel-lo con una cinghia di cuoio attraverso i fianchi (Mr. 1- 6), non ha altro e la sua forza è la parola che, fustigando i co-stumi richiama l’uomo alla penitenza e all’espiazione e annuncia la venuta dell’imminente Messia …io vi battezzo nell’acqua (da qui l’etimologia di Batti-sta), ma sta per venire uno che è più po-tente di me, al quale io non sono degno di sciogliere il legaccio dei suoi sandali, Lui vi battezzerà con lo Spirito Santo. Quando ciò accadrà, dopo soli forse sei mesi, si capisce che il compito di Giovanni è terminato, egli dovrà riti-rarsi e lasciare il posto. Qualche con-siderazione la possiamo anche trarre dalla ricorrenza della festa di Giovan-ni Battista fissata a sei mesi esatti dal Natale, due giornate nelle quali cado-no rispettivamente il solstizio d’esta-te, quando il sole, appena superato il punto solstiziale più alto, inizia a

scendere, sinonimo di morire e il sol-stizio d’inverno quando il sole inizia a risalire alto nel cielo. Nel vangelo di Giovanni l’Evangeli-sta viene appunto riportata la frase di Giovanni Battista …non sono io il Cristo, ma fui mandato innanzi a lui….egli ora deve crescere ed io diminuire (3, 25-30). E Giovanni andrà così incontro al suo martirio, morirà di spada dopo mesi di prigionia nelle carceri del Re Erode Antipa (figlio di quell’Erode

il Grande della strage degli innocenti) che, pur titubante perché sentiva per lui molto ri-spetto sapendo che era un uomo giusto e santo ed anzi lo difendeva e lo ascoltava volentieri, cederà ai capricci della nipote Salomè (figlia di quella Erodiade nemica giurata del Battista). Questa, su istigazione della madre che voleva disfarsi dell’austero e inflessibile censore, nei festeggiamenti indetti per il genetliaco del Re, quando i fumi del vino e della lussuria ave-vano già annebbiato i

cervelli, si abbandonò ad una danza sfrenata, lasciva e provocante fino ad ottenerne in cambio, come premio, la testa di colui che Gesù aveva chiama-to…più che profeta, a nessuno inferiore fra i nati di donna.Come chiusura musicale voglio ricor-dare che Richard Strauss (1864/1949), da non confondersi con la famiglia Strauss dei Valzer, annovera, fra le sue opere teatrali più famose, una Salomè tratta da un dramma di Oscar Wilde e concepita in un solo atto, ma di gran-de fascino, dove, non già alle voci ma all’orchestra è affidata la parte prin-cipale nel sostenere i motivi di base (leitmotiv) dell’Opera, continuazione indipendente dello stile del dramma musicale wagneriano. Il punto cul-minante la conosciuta “Danza dei sette veli”, un brillante quadro sonoro che quasi ti ipnotizza la cui orchestrazio-ne è magistrale e dimostra la assoluta padronanza dei mezzi musicali del-l’autore che al momento della stesura dell’opera aveva quarant’anni.

San Giovanni il Battista

Caravaggio - Martirio di Giovanni Battista

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Informazioni utiliSS. MESSE

DUOMO

• Prefestiva: ore 18.30 • Festive: ore 9.30 11.00 - 18.30• Feriale: ore 18.30

S. BENEDETTO - Muro

• Festive: ore 7.30

S. BERNARDINO

• Festive: ore 9.00 - 17.00 • Feriale: ore 9.00

S. GIUSEPPE

• Festive: ore 10.00• Feriale: ore 17.30(esclusi: giovedì e sabato)

Chiesa VISITAZIONE• Solo feriale: ore 7.15 (escluso sabato)

RENZANO

• Solo sabato: ore 18.00

CAPPUCCINI BARBARANO

• Festive: ore 10.00 -17.00• Feriale: ore 17.00

MONASTERO

• Festive e feriali: ore 8.00

Dir. Responsabile - Antonio Fappani con decreto del Tribunale - Autorizzazione del Tribunale di Brescia n. 6/74 dell’8 - 3 - 1974- Pubblicità: Segreteria Parrocchiale - tel. (0365) 521700 Fax. (0365) 523294- Fotocomposizione del 5/6/2012 nella Canonica di Salò - Stampa: Tipolitografia Editrice LUMINI - Travagliato (BS)- Si può trovare il bollettino anche sul sito internet: www.parrocchiadisalo.it

IL DUOMO - n. 6 Giugno 2012

Anno LXI - abb. annuo Euro 11,00 - una copia Euro 1,05 - abb. sped. postale Euro 30,00

GIUGNOLunedì 4 GIORNATE EUCARISTICHE S. Bernardino ore 9,00: Lodi e S. Messa S. Giuseppe: 16.30 Esposizione - 18.30 S. Messa

Martedì 5 GIORNATE EUCARISTICHE S. Giovanni: 16.30 Esposizione - 18.30 S. Messa

Mercoledì 6 GIORNATE EUCARISTICHE Visitazione: 16.30 Esposizione - 18.30 S. Messa Giovedì 7 GIORNATE EUCARISTICHE S. Bernardino: 16.30 Esposizione - 20.30 S. Messa Processione da S. Bernardino al Duomo

Martedì 12 ore 16,00 S. Messa al Cimitero

Mercoledì 13 ore 20,30 in canonica: incontro Gruppi animatori della Liturgia (4)

Giovedì 14 ore 20,30 in canonica: incontro del C.P.A.E. (3)

dal 18 al 23 giugno - Vacanze ad ANDALO per ragazzi

Domenica 24 GIORNATA PER LA CARITÀ DEL PAPA ore 18,30 in Duomo Rito ammissione al battesimo del 12 agosto

dal 25 al 30 giugno - Settimana di preparazione degli animatori dell’IN.D’E.

LUGLIOLunedì 2 Inizio IN.D’E. dal 2 luglio al 27 luglioLunedì 2 Triduo dei morti:Martedì 3 SS. Messe ore 7,30 e 20,30 al cimiteroMercoledì 4 (sospese le Messe delle ore 7,15 - 18,30)

Venerdì 6 Primo venerdì del mese in mattinata SS. Comunioni agli ammalati

Domenica 8 Pellegrinaggio dei “Fasanei” alla Madonna del Carmine in Viale Landi

Lunedì 16 ore 20,30 Chiesa del Carmine S. Messa cantata dalla corale - poi concerto e convivio nel giardino della canonica

Giovedì 19 ore 20,30 al Santuario di San Felice con le altre Parrocchie della zona

dal 26 luglio al 2 agosto - Pellegrinaggio Parrocchiale in Terra Santa

Sabato 28 ore 18,00 S. Messa in onore dei SS. Nazario e Celso a Renzano

AGOSTOVenerdì 3 Primo venerdì del mese in mattinata SS. Comunioni agli ammalati

Domenica 12 ore 9,30 Battesimi comunitari

Giovedì 16 ore 9,00 S. Messa al Lazzaretto

Domenica 19 ore 12,00 S. Messa a Serniga per S. Bernardo abate

Venerdì 24 ore 18,30 S. Messa a S. Bartolomeo per S. Bartolomeo apostolo

Mercoledì 29 ore 20,30 in canonica redazione de “Il Duomo”

Venerdì 31 ore 20,30 in canonica: incontro genitori dei battezzandi del 28 ottobre

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