Melodia in...pagina a.s. 2010-2011 edizione n.3

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Melodia in paginaNumero 3 pagina 1 MAGGIO 2011 Numero 3 Il percorso che ha por- tato alla formazione del Regno d'Italia è iniziato dopo il Congresso di Vien- na del 1815, ma il regno è stato istituito dopo la fine della Seconda Guerra di Indipendenza e la spe- dizione dei Mille guidata da Giuseppe Garibaldi. Alla fine della Seconda Guerra di Indi- pendenza, infatti, il Regno di Sardegna comprendeva i territori attuali di Valle d'Aosta, Piemonte, Sardegna, Lombardia, Emilia-Romagna, Liguria e Toscana. Nel 1860 Garibaldi organizzava la spedizione dei Mille partendo da Quarto il 5 maggio 2° Istituto Comprensivo “Giuseppe Melodia” Si festeggiano i 150 anni dell‟Unità d‟Italia, proclamata ufficialmente il 17 Marzo 1861 quando Vittorio Emanuele II fu nominato Re d‟Italia “per grazia di Dio e volontà della Nazione”, e sbarcando a Marsala l'11 mag- gio. Ad agosto la Basilicata si univa al Regno d'Italia e, sempre ad ago- sto Giuseppe Ga- ribaldi attraver- sava lo stretto di Messina; la Puglia dichiarava decaduti i Borboni (insurrezione di Altamura), Garibaldi entrava a Napoli , ormai abbandonata dal re Francesco II di Borbone , il 7 set- tembre 1860. Nel mese di ottobre una serie di plebisciti stabilivano l'annessio- ne dei territori delle Due Sicilie al Re- Giorno venticinque gennaio, su idea della prof.ssa Giusi Rizza e anticipandola di due giorni, è stata celebrata nel Secondo Istituto Comprensivo‖Giuseppe Melodia ― la giornata della memoria. La giornata della memoria per non dimenticare, ma come possono i nostri ragazzi dimentica- re ciò che non conoscono? Ecco allora un itinerario didattico pluridisciplinare che,abbracciando la letteratura,la sto- ria,la musica,i testi,le immagini cinemato- grafiche e l‘ espressività corporea e artistica,li porta a conoscere una delle più immani tragedie della storia,ossia la shoah. Il termine,di derivazione ebrai- ca,sottintende una catastrofe improvvisa e inattesa;tuttavia, etimologia a parte,la guerre e atrocità,non è mai la storia dell‘uomo che vive in pace. Si trat- ta,dunque,di educare le future genera- I social networks MELODIA IN PAGINA 150° Anniversario dell’ Unità d’Italia 1861- 2011 Gli alunni della nostra scuola, quest‘anno, tra le tante attività del POF, hanno po- tuto scegliere l‘Avviamento alla pratica (Continua a pagina 12) gno Sabaudo. Nel 1861, con la prima con- vocazione del Parlamento Italiano, è sta- to così proclamato il Regno d'Italia, al quale mancavano ancora Veneto e Friuli, Roma, Trentino-Alto Adige e Venezia Giulia, territori che sarebbero entrati negli anni successivi. Lo Statuto Alberti- no, promulgato da Carlo Alberto di Sa- voia il 4 marzo 1848, viene esteso a tut- to il regno per definire le caratteristi- che della nuova monarchia costituzionale. Il Regno d'Italia nasceva, quindi, come ingrandimento del Regno di Sardegna. Si diffonde l'idea che una Italia unita a- vrebbe potuto rappresentare un elemen- to di stabilità per l'intero continente. G. Garofalo III A (Sec. I grado) zioni a un nuovo umanesimo che ponga l‘ uomo e la sua positività al centro di un universo di concordia e di fratellanza. Tra suoni, immagini e musiche, sono sta- te riviste le pagine di Primo Levi,la vita e il pensiero di Edith Stein,il Diario di Anna Frank, poesie e testimonianze dei deportati, e il tutto sintetizzato nell‘ opera pittorica del prof. Ciro Carbone. Tuttavia, il fil rouge che ha legato tutti i momenti dello spettacolo sono stati i versi di Jouce Lussus. I piedi dei bambi- ni morti non crescono,c‘è un paio di scar- pette a Buchenwald, quasi nove, perché i piedini dei bambini non consumano suole. La trama teatrale si è snodata attraver- so la drammaticità di questi versi e il punto culminante dello spettacolo è sta- to il balbetto curato dalla prof.ssa Gia- (Continua a pagina 2) Parlando di social networks siamo indot- ti a pensare a tante cose: divertimento, giochi, nuovi amici. Ma non è proprio così e l‘ho capito partecipando al progetto Minori on line Sicurezza e internetproposto dall‘associazione onlus Meter di Don Fortunato di Noto. Una psicologa ci ha spiegato che su internet ci sono molti casi di pedofilia e sottrazione di dati personali, carte di credito e accessi ille- gittimi ai conti correnti bancari. Facebo- ok è uno dei primi a non essere sicuro (Continua a pagina 5) GIOCHI SPORTIVI STUDENTESCHI Il giorno della memoria…per non dimenticare Squadra di pallavolo maschile

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Giornalino d'Istituto maggio 2011 edizione n. 3

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Melodia in pagina—Numero 3 pagina 1

MAGGIO 2011

Numero 3

Il percorso che ha por-tato alla formazione del Regno d'Italia è iniziato dopo il Congresso di Vien-na del 1815, ma il regno è stato istituito dopo la fine della Seconda Guerra di Indipendenza e la spe-dizione dei Mille guidata da Giuseppe Garibaldi. Alla fine della Seconda Guerra di Indi-pendenza, infatti, il Regno di Sardegna comprendeva i territori attuali di Valle d'Aosta, Piemonte, Sardegna, Lombardia, Emilia-Romagna, Liguria e Toscana. Nel 1860 Garibaldi organizzava la spedizione dei Mille partendo da Quarto il 5 maggio

2° Istituto

Comprensivo

“Giuseppe Melodia”

Si festeggiano i 150 anni dell‟Unità d‟Italia, proclamata ufficialmente il 17 Marzo 1861 quando Vittorio Emanuele II fu nominato Re d‟Italia “per grazia di Dio e volontà della Nazione”,

e sbarcando a Marsala l'11 mag-gio. Ad agosto la Basilicata si univa al Regno d'Italia e, sempre ad ago-sto Giuseppe Ga-ribaldi attraver-sava lo stretto di Messina; la Puglia

dichiarava decaduti i Borboni (insurrezione di Altamura), Garibaldi entrava a Napoli , ormai abbandonata dal re Francesco II di Borbone , il 7 set-tembre 1860. Nel mese di ottobre una serie di plebisciti stabilivano l'annessio-ne dei territori delle Due Sicilie al Re-

Giorno venticinque gennaio, su idea della prof.ssa Giusi Rizza e anticipandola di due giorni, è stata celebrata nel Secondo Istituto Comprensivo‖Giuseppe Melodia ― la giornata della memoria. La giornata della memoria per non dimenticare, ma come possono i nostri ragazzi dimentica-re ciò che non conoscono? Ecco allora un itinerario didattico pluridisciplinare che,abbracciando la letteratura,la sto-ria,la musica,i testi,le immagini cinemato-grafiche e l‘ espressività corporea e artistica,li porta a conoscere una delle più immani tragedie della storia,ossia la shoah. Il termine,di derivazione ebrai-ca,sottintende una catastrofe improvvisa e inattesa;tuttavia, etimologia a parte,la guerre e atrocità,non è mai la storia dell‘uomo che vive in pace. Si trat-ta,dunque,di educare le future genera-

I social networks

MELODIA IN PAGINA

150° Anniversario dell’ Unità d’Italia

1861- 2011

Gli alunni della nostra scuola, quest‘anno,

tra le tante attività del POF, hanno po-

tuto scegliere l‘Avviamento alla pratica

(Continua a pagina 12)

gno Sabaudo. Nel 1861, con la prima con-vocazione del Parlamento Italiano, è sta-to così proclamato il Regno d'Italia, al quale mancavano ancora Veneto e Friuli, Roma, Trentino-Alto Adige e Venezia Giulia, territori che sarebbero entrati negli anni successivi. Lo Statuto Alberti-no, promulgato da Carlo Alberto di Sa-voia il 4 marzo 1848, viene esteso a tut-to il regno per definire le caratteristi-che della nuova monarchia costituzionale. Il Regno d'Italia nasceva, quindi, come ingrandimento del Regno di Sardegna. Si diffonde l'idea che una Italia unita a-vrebbe potuto rappresentare un elemen-to di stabilità per l'intero continente.

G. Garofalo III A –(Sec. I grado)

zioni a un nuovo umanesimo che ponga l‘ uomo e la sua positività al centro di un universo di concordia e di fratellanza. Tra suoni, immagini e musiche, sono sta-te riviste le pagine di Primo Levi,la vita e il pensiero di Edith Stein,il Diario di Anna Frank, poesie e testimonianze dei deportati, e il tutto sintetizzato nell‘ opera pittorica del prof. Ciro Carbone. Tuttavia, il fil rouge che ha legato tutti i momenti dello spettacolo sono stati i versi di Jouce Lussus. I piedi dei bambi-ni morti non crescono,c‘è un paio di scar-pette a Buchenwald, quasi nove, perché i piedini dei bambini non consumano suole. La trama teatrale si è snodata attraver-so la drammaticità di questi versi e il punto culminante dello spettacolo è sta-to il balbetto curato dalla prof.ssa Gia-

(Continua a pagina 2)

Parlando di social networks siamo indot-

ti a pensare a tante cose: divertimento,

giochi, nuovi amici. Ma non è proprio così

e l‘ho capito partecipando al progetto

―Minori on line – Sicurezza e internet‖

proposto dall‘associazione onlus Meter di

Don Fortunato di Noto. Una psicologa ci

ha spiegato che su internet ci sono molti

casi di pedofilia e sottrazione di dati

personali, carte di credito e accessi ille-

gittimi ai conti correnti bancari. Facebo-ok è uno dei primi a non essere sicuro

(Continua a pagina 5)

GIOCHI SPORTIVI STUDENTESCHI

Il giorno della memoria…per non dimenticare

Squadra di pallavolo maschile

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Melodia in pagina—Numero 3 pagina 2

Si incomincia a parlare

del mar Mediterraneo

nell‘Odissea. Ulisse in-

fatti nel suo viaggio

meraviglioso approda in

luoghi e terre di quasi

tutto il Mediterraneo.

Ma non solo. In questo

meraviglioso mare hanno

anche navigato le navi

delle Città Marinare, che si servivano di

esso per il loro commercio. Il termine

Mediterraneo deriva dalla parola latina

―Mediterraneus‖ che significa ―in mezzo

alle terre‖. Questo mare, attraverso la

storia dell‘umanità, è stato definito con

diversi nomi: per esempio gli antichi

Il giorno della memoria IL MEDITERRANEO UNO DEI MARI PIÙ’

IMPORTANTI NELLA STORIA DELL’UMANITÀ

Romani lo chiamavano

―Mare Nostrum‖ ossia il

nostro mare. Adesso

viene navigato dagli e-

xtracomunitari che cer-

cano di rifugiarsi nelle

nostre terre siciliane

per fuggire dalla guerra

in Libia e purtroppo a

questo meraviglioso ma-

re è stato dato l‘appellativo di

―cimitero‖ perché pochi giorni fa una

barca si è ribaltata e hanno perso la

vita molte persone tra cui anche bam-

bini ed io ne sono molto addolorata.

Ester Greco I C (sec. I grado)

cinta Castaldo, la cui coreografia ha messo in mostra come sia possibile far sì che le scarpe dei bambini morti, di qual-sivoglia colore non restino per sempre nuove e non consumate. Basta rimetterle ai piedi dei bambini morti che, riportati in vita, potranno consumarle. Ecco, dun-que, l‘inno alla vita e il rifiuto di ogni sopraffazione tirannica che genera vio-lenze gratuite e lutti. Allo spettacolo hanno partecipato un po‘ tutti gli alunni delle classi della scuola Secondaria In-feriore, compresa la sezione staccata di Granieri, coordinati dalle insegnanti S.Berretta, G.Geranio, V.Lauretta, M. Mauceri, C. Salerno e C. Sortino.

C. Scollo IV B (Sc. primaria)

(Continua da pagina 1)

ramente a Siracusa e nulla vieta di pen-

sare che passò anche da Noto. Una con-

trada di Noto è intitolata al Santo Apo-

stolo e si chiama ―Contrata San Paolo‖.

Gli Arabi introdussero nuove colture:

limoni, canna da zucchero, pistacchio,

gelso… Numerosi nomi di fiumi e località

denunciano l‘origine araba: Busulumuni,

Baulì, Bufalefi , Bummisca e ancora Vad-

deddi, Cassibile, Antiddaru (Tellaro).

Intanto i Normanni iniziavano la conqui-

sta dell‘isola. Così la Sicilia passò dalla

dominazione araba a quella normanna .

Noto fu l‘ultima fortezza araba a cade-

re nelle mani dei Normanni. I Normanni

guidati dai fratelli Altavilla occuparono

Palermo e Noto. Con la conquista nor-

manna in Sicilia ritornano i feudi con-

cessi dal re ai sudditi. Tra la nuova no-

biltà normanna di Noto ricordiamo la

famiglia Landolina che è stata partico-

larmente generosa verso la chiesa del

SS Crocifisso, nella quale riposano le

ossa di alcuni dei suoi componenti. Nella

prima metà del XII secolo venne co-

struita la Chiesa Madre di Noto, intito-

lata, come l‘attuale a S. Niccolò di Bari,

vescovo di Mira. Fu in questo periodo

che arrivò a Noto il nobile piacentino

Corrado Confalonieri, che si era fatto

frate dopo una disavventura di caccia.

Egli visse prima alle celle vicino alla

chiesa del SS. Crocifisso e poi si tra-

sferì al Pizzoni, dove morì il 19 febbraio

1351; oggi è il protettore di Noto. Nel

1584 fu realizzata l’Arca d’argento che

racchiude il Corpo di San Corrado e che

sa allora viene portata in processione

nei giorni della festa del Santo. La città

di Noto ha avuto un luminoso passato, al

quale hanno contribuito i suoi figli mi-

gliori, rendendola famosa nel mondo. I

personaggi più importanti di Noto sono:

Ducezio, Ibn Hamdis, Guglielmo Buc-

chermi, Giovanni Aurispa, Nicolò Spe-

ciale, Matteo Carnilivari, Vincenzo Lit-

tara, Rocco Pirri, Filippo Tortora. Dopo

il terremoto dell‘11 gennaio 1693 la nuo-

va Noto fu costruita sul colle Meti (poi

chiamato cianazzu). La città, alla pro-

pria rinascita, vedrà impegnati archi-

tetti e capomastri locali, da Rosario

Gagliardi a Vincenzo Sinatra, a Paolo e

Bernardo Labisi, ad Antonio Mazza, che

daranno vita alle bellezze architettoni-

che che faranno della nuova Noto la

capitale del barocco.

S. Santuccio V C (Sc. primaria)

Racconta La tua Città

La nostra Noto ha origini antichissime.

Secondo le tradizioni la sua nascita

risalirebbe al tempo della caduta di

Troia. Si chiamava Neas che significa

―La Nuova‖ e sorgeva sul colle della

Mendola o Aguglia, a pochi chilometri da

Palazzolo Acreide . Ebbe un re famoso,

Ducezio , che vi nacque nel 488 a.C, Egli

trasferì la sua città sul monte Alveria

che circondò con potenti mura e formi-

dabili torri, per renderla inattaccabile

dai nemici. Quando Ducezio morì la sua

città fu assoggettata dai Greci. Poi fu

allentata dai Romani e si chiamò Netum.

L‘alleanza con Roma inaugura per Noto

un lunghissimo periodo di pace. Molti

prodotti della campagna netina:frutta,

legumi, olio, frumento e poi tonno, cuoio,

lana arrivano a Roma. A Noto si hanno

allevamenti di api che producono il fa-

moso miele di sàtara (timo). Esistevano

numerose ville Romane. Di esse rimane

la Villa del Tellaro, in contrada

―Valleddi‖. Nell‘827 inizia la conquista

dell‘isola da parte degli Arabi. Essi divi-

sero la Sicilia in tre grandi valli:Val di

Noto, Val di Mazara e Val di Demone o

Catania. Sotto gli Arabi, Noto,fu capo-

valle ed ebbe un lungo periodo di splen-

dore, diventando una rocca tra le più

forti ed una delle più belle città. Gli

Arabi permisero ai Cristiani di praticare

la loro religione. Nasce così il Cristiane-

simo. Sappiamo attraverso i libri e gli

atti degli Apostoli che S. Paolo fu sicu-

Noto antica—mura di cinta

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Melodia in pagina—Numero 3 pagina 3

Le immagini delle architetture monu-

mentali di Noto sono ormai famose in

tutto il mondo, ma poco o niente si sa

della storia dei quartieri popolari di

Noto. Per tale ragione voglio descrive-

re proprio uno di questi quartieri, a cui

sono molto legata grazie ai racconti

dei miei nonni. Si tratta del quartiere

―Agliastrello‖ che si trova tra via XX

Settembre e via Antonio Sofia. Un

labirinto di viuzze e scalinate che se-

guono la collina su su fino al palazzo

del nobile signore, costruito nella par-

te più alta , è sicuramente il più bello

dei quartieri popolari della città. Dalle

vie principali si dipartono sinuose stra-

dine e vicoli che sgusciano sotto archi

improvvisi, sbucano davanti ad edicole

votive recanti sculturine della madon-

na con bambino o del santo

protettore. Esse si perdono in

improvvisi slarghi circondati

da casupole come di fango ,

quasi modellate con le mani.

Oltre alla bellezza architetto-

nica di questo quartiere, che

mi affascina tantissimo , voglio

parlarvi della comunità che lo

abitava, ovvero di ciò che ac-

cadeva giornalmente in quel

quartiere. Dal racconto dei

miei nonni ho appreso che lì la

vita era più frenetica all‘ ora di pranzo

quando le innumerevoli ―commari‖ iniziava-

no un animato e ―odoroso‖ via vai di piatti

fumanti , che correvano per tutto il quar-

tiere suscitando un‘ ilarità che metteva in

subbuglio tutti . Era sicuramente l‘ ora più

bella della comunità , quella dello scambio

giornaliero del cibo. A tavola non si sedeva

solo il nucleo familiare , ma c‘ erano la

―commare Turidda‖ , ―a signura Ciccina ―,

―a zia Michelina ―, ―u zio Ciccinu‖, eccete-

ra ,eccetera. In ogni quartiere c‘ era sem-

pre un personaggio che animava la società;

ebbene anche il quartiere ―Agliastrello ―

aveva un personaggio di nome ―Lisfera‖

dalla lingua tagliente, povero ma di grande

dignità ed amico di tutti. Per i suoi aned-

doti quotidiani, molto divertenti, è diven-

tato per i netini un ―Giufà‖dei nostri tem-

pi, tanto che fino ad oggi ci si racconta

ancora l‘ultima vicenda di ―Lisfera‖.

Ma il giorno dell‘anno in cui il quartiere

si ritrovava nella gioia e nel dolore, era

quello dedicato ai defunti. Nella notte

tra l‘uno ed il due Novembre, le anime

dei congiunti più cari abbandonano il

cimitero per deporre i doni fino ai

letti dei bambini. In queste occasioni il

quartier ere era tutto un vocio; i bam-

bini correvano felici per ogni vicolo

con i doni ricevuti, mentre in un angolo

si riunivano gli uomini che raccontava-

no fantastici ―cunti‖di paladini e sara-

ceni, spiriti e ―truvaturi‖, in attesa di

mogli e sorelle per formare un corteo

che si dirigeva verso il cimitero. Quel

giorno la comunità dei vivi e dei morti

si ritrovava insieme nel sorriso dei

bambini. Quest‘anno, presa dai raccon-

ti di mio nonno e sempre più spinta

dalla curiosità, in un caldo pomeriggio

di estate decisi di fare una passeggia-

ta nel quartiere ―Agliastrello‖. Mi ac-

colsero i profumi delle conserve esti-

ve, l‘odore delle mandorle stese al

sole, il profumo aspro della citronella

e quello intenso del gelsomino. Furono

quegli odori, che mescolatisi con i miei

pensieri, mi inebriarono e mi fecero

smarrire l‘uscita da quel labirinto.

M. Pelligra IV A (sc. Primaria)

Quartiere “Agliastrello” Un labirinto di viuzze e scalinate

Noto—Quartiere Agliastello

L’Infiorata 2011

Anche quest‘anno la nostra scuola par-

tecipa all‘iniziativa ―Scuole in fiore‖

promossa dall‘Associazione ―Maestri

infioratori‖ di Noto e curata per la

nostra scuola dal Presidente

dell‘Associazione Ins. Oriana Monto-

neri. Sabato 07 maggio 2011 gli alunni

della nostra scuola realizzeranno il

bozzetto premiato dalla giuria e pro-

gettato dall‘alunno Emanuele Vasile.

La redazione

Realizzazione dei bozzetti

Page 4: Melodia in...pagina  a.s. 2010-2011 edizione n.3

Melodia in pagina—Numero 3 pagina 4

Ogni anno, dal 1485, il 19

febbraio( giorno della

morte del Santo) e la

domenica successiva

(l’ottava) Noto celebra

solennemente la festa del

Santo Patrono della cit-

tà : san Corrado. Fu nel

1515 che i nostri prede-

cessori aggiunsero alle

due date precedenti an-

che quelle del 28 agosto

(giorno della santificazio-

ne). Inoltre, ogni dieci anni o in occasio-

ne di eventi particolari, ha luogo una

processione che dalla Cattedrale arriva

alla cava dei Pizzoni dove il Santo visse

e morì. La processione Inizia a mezza-

notte per terminare intorno alle sei di

mattina richiamando sempre più fedeli

che, nonostante l‘ora e la distanza, par-

tecipano a massa. Tutt‘oggi queste tra-

dizioni si sono mantenute. Ciò che rende

unica la festa del nostro Santo Patrono

è la maestosità degli alti cilii, sorretti

su una fascia a tracolla multicolore dal

portatore, durante la solenne proces-

sione che sfila lungo le vie della città.

Essi sono caratteristici ceri composti

da un lungo manico in legno che culmina

con una coppa in lamiera, traforata e

coloratissima, che contiene il grosso

cero. Nei lati della coppa

sono dipinti immagini flo-

reali e disegni raffiguran-

ti il Santo. I cilii fiancheg-

giano l‘urna argentea del

Santo, sorretti a spalla dai

fedeli, illuminandola, come

grandi torce. E dietro,

precedute ciascuna dal

proprio stendardo, le va-

rie confraternite: la con-

fraternita di S. Antonio

Abate composta di artigia-

ni; quella dei Cappuccinelli, di contadini;

di S. Caterina, di muratori; delle Anime

Sante, di calzolai. All'origine i "cilii",

posti ai lati dell'urna di San. Corrado,

servivano per illuminare le vie cittadine,

non ancora servite dalla pubblica illumi-

nazione, durante le processioni del San-

to. Oggi invece i "cilii" , in numero consi-

stente, si snodano ai fianchi della Sacra

urna di San. Corrado per esaltarne la

Sua magnificenza. Il cilio nella proces-

sione di San Corrado fu introdotto per

la prima volta nel 1636 dal canonico

netino Pietro Ansaldi. Essendo molto

devoto del Santo, egli volle che la festa

del 19 febbraio venisse celebrata in

maniera più solenne rispetto a quella

estiva e dispose che, durante le proces-

sioni invernali, l‘Arca venisse illuminata

La festa di S. Corrado

Ogni paese ha le sue tradizioni, le sue usanze, i suoi motti…

Essi rappresentano la cultura del popolo, le radici più profonde.

da grandi torce, i cilii appunto: il primo

anno furono due , il secondo anno quat-

tro e sei il terzo anno , fino ad arrivare

al numero definitivo dodici, probabil-

mente come il numero degli apostoli. I

cilii piacquero a nobili, ecclesiastici, e il

loro numero si moltiplicò nel corso dei

secoli, fino a superare i 100 agli inizi

dell‘Ottocento. Ogni famiglia benestan-

te volle infatti partecipare alle proces-

sioni con un cilio portato da un servitore

o da uomo di loro fiducia. L‘ origine dei

cilii è forse spagnola. Questo per due

motivi: nel Seicento la Spagna regnava

in Sicilia e secondo perché la danza dei

cilii, che chiude la solennità della festa,

è una forma di ringraziamento, così

come lo era nelle manifestazioni spagno-

le.

G. Gulizia - II A (Sec. I Grado)

Una tecnologia del futuro

nella scuola di oggi

La nostra scuo-

la, unica nella

provincia di

Siracusa, ha

realizzato una

rete telefonica

di tipo VoIp con un finanziamento Euro-

peo. Questa nuova tecnologia, rende

possibile effettuare una conversazione

telefonica sfruttando una connessione

Internet. I tre plessi del nostro istitu-

to: Canova, Don Bosco, sede Centrale,

sono già collegati fra loro con circa 20

apparecchi telefonici che consentono di

raggiungere i punti nevralgici della

scuola (presidenza, uffici di segreteria

e collaboratori) senza alcun costo ag-

giuntivo. N. M. A. L.

La partecipazione al corso di formazio-

ne per la ricerca/azione del Progetto

ANSAS sui ―Linguaggi espressivi‖ tenu-

tosi a Siracusa tra gennaio e marzo è

scaturita dalla voglia di ―sperimentare‖

nuove ―vie‖ per educare, per conoscere

meglio i propri alunni e conoscersi; Aiu-

tare gli studenti a conoscere se stessi

anche come corporeità, ad imparare ad

ascoltare e ad ascoltarsi, ad attivare

relazioni interpersonali positive con i

pari e con gli adulti, valorizzando i dif-

ferenti canali di comunicazione allo sco-

po di facilitare il contatto e

l‘autenticità nel rapporto con se stessi e

con gli altri. Ma anche aiutare gli educa-

tori a comprendere che lo stato emotivo

del docente e del discente influenzano il

―quanto‖ e il ―come “ si apprende.

Hanno partecipato alcune classi di scuo-

la Primaria e Secondaria guidate dai

docenti Aparo S., Carbonaro M., Cutru-

fo J., Cutrufo R., Fava G., Giaccone F.,

Giunta C., Monica G., Lombardo G.,

Squasi G. e Vinci C.

La redazione

PROGETTO ANSAS “ Linguaggi Espressivi”

Page 5: Melodia in...pagina  a.s. 2010-2011 edizione n.3

Melodia in pagina—Numero 3 pagina 5

Venerdì 4 Febbraio 2011 nell‘aula magna

dell‘Istituto G. Melodia alle ore 10,30

noi alunni della scuola secondaria di I

grado abbiamo partecipato all‘incontro,

presieduto dal prof. don Ignazio Petri-

glieri, vicario episcopale per la cultura

della diocesi di Noto, sulla ―Giornata

Nazionale per la Vita‖. Essa fu istituita

nel 1978 in occasione dell'approvazione

nel nostro Paese della legge sull‘ aborto

o interruzione volontaria della gravidan-

za. Dal 1978 in Italia si sono registrati

oltre cinque milioni di aborti; oggi in

Europa si parla di oltre tre milioni di

aborti in un anno. E‘ un dramma che

coinvolge in primo luogo i bambini mai

nati ( ricordiamoci che l‘embrione – co-

me ha detto don Ignazio - è già un esse-

re umano) ma che non lascia esenti da

rimorsi tante donne che, spesso, cadono

in depressione. Oltre al tema dell‘ abor-

to, l‘incontro ha affrontato interessanti

problematiche sul valore della vita, co-

me il dramma dell‘ eutanasia, o ―morte

dolce‖, come qualcuno l‘ha definita.

L'eutanasia consiste nel mettere fine

alla vita di persone gravemente amma-

late o prossime alla morte. Il dibattito

sull'eutanasia balzò alle cronache nel

2006, quando Piergiorgio Welby , gra-

vemente ammalato, nei suoi scritti chie-

se ripetutamente che gli venisse stac-

cato il respiratore che lo teneva in vita

dal ‗90. Un altro esempio è il caso di

Eluana Englaro, la ragazza che dal 1992,

a seguito di un incidente stradale, ha

vissuto in stato vegetativo per 17 anni,

fino alla morte sopraggiunta a seguito

dell'interruzione della nutrizione artifi-

ciale. La richiesta della famiglia di in-

terrompere l'alimentazione forzata,

considerata un inutile accanimento te-

rapeutico, ha scatenato in Italia un no-

tevole dibattito sul tema. Alcuni Stati

hanno accettato l‘ Eutanasia. Alcune

persone sono rimaste nella storia per-

ché capirono e misero in atto il vero

senso della vita: la beata Madre Teresa

di Calcutta soleva dire: ― Se accettiamo

che una madre sopprima il frutto del

suo grembo, si può giustificare qualsiasi

altro crimine‖. Papa Giovanni Paolo II

gridava in ogni occasione ― In nome di

Dio, rispetta, difendi e servi la Vita‖.

Madre Teresa ne fece un inno. La vita è

una lotta, accettala. La vita è un inno,

cantalo. La vita è la vita, difendila. La

vita è il bene più prezioso, non dimenti-

chiamolo!

D. Ferla - M. Rizza - L. Pintaldi

II A (sec. I grado)

33a Giornata Nazionale per la Vita 6 febbraio 2011: Dal 1978 la CEI, la prima domenica di febbraio, festeggia la giornata della vita. Il tema di quest’anno: ―Educare alla pienezza della vita‖

“Vita”: Un diritto inalienabile

Vita … cosa c‘è di più autentico e di più

prezioso? Senza di essa non ci sarebbe

l‘uomo, quindi nient‘altro. Nel momento

in cui ci viene donata, abbiamo in mano

una preziosa‖ pergamena‖ che sta a noi

riempire, giorno dopo giorno, con le

nostre gioie, i nostri dolori, le nostre

piccole e grandi delusioni, i momenti di

crisi e di maturazione … Dio ce l‘ha do-

nata generosamente lasciandoci la pos-

sibilità di scegliere come viverla e se ci

viene negato il diritto di nascere, di

crescere, di maturare è un diritto in-

franto. Perché la vita è un diritto, oltre

che un miracolo, e nessuno può sosti-

tuirsi a Dio negando a un altro il diritto

di vivere. Mi vien da pensare al gran

numero di ―bambini mai nati‖. Eppure dal

1978 in Italia c’è una legge che approva

l‘interruzione volontaria della gravidan-

za, come se dipendesse dalla volontà o

coscienza di ognuno ―scegliere di donare

o no la vita‖. L‘aborto è legge … E‘ inu-

mano, eppure è legale. Quale contrasto

può mai essere più forte e sbagliato?!?

A volte la vita non è facile, ci riserva

malattie, dolori .. Ma la vita è vita e non

bisogna mai disprezzarla buttandola via

come un giocattolo rotto. Sta a noi

migliorare con le nostre capacità ciò

che abbiamo e ciò che ci circonda. Dob-

biamo sempre essere un po‘ meglio di

ieri, imparando dai nostri sbagli, restan-

do sulla giusta via. Bisogna sempre co-

struire per noi stessi e per gli altri,

lasciare qualcosa di nuovo al mondo che

continuerà anche senza di noi, assapora-

re ogni istante come momento prezioso.

Solo così, quando arriverà la morte, si

potrà lasciare la terra soddisfatti di

essere stati qualcuno e di essere serviti

a qualcosa. La morte è solo la resa dei

conti: ridiamo la vita che ci era stata

affidata, la ammiriamo fuggente per

l‘ultima volta. E sono certa che Dio da

buon Padre avrà, nell‘altra dimensione,

ancora una volta delle sorprese in serbo

per noi.

M. Marziano III A – (sec. I grado)

soprattutto per la privacy, perché met-

tendo i nostri dati personali e le nostre

foto, essi non saranno più nostri e cor-

riamo il rischio che i produttori di face-book possano vedere molte altre infor-

mazioni. Anche window‘s live messenger

(Continua da pagina 1) I social Nertworks non molto sicuro in quanto si corre sem-pre il pericolo di vedersi sottratti i propri dati fino ad arrivare alla format-tazione indesiderata del proprio compu-ter. Neanche i programmi di protezione, come gli antivirus, sono in grado di pro-teggerci realmente. Il consiglio che ci è stato dato è quello di aspettare i 18

anni per accedere ai social networks. La vita è nostra, non dobbiamo farcela fare dagli altri. La dipendenza è una malattia incurabile.

L. Spinale I A (Sec. I grado)

Page 6: Melodia in...pagina  a.s. 2010-2011 edizione n.3

Melodia in pagina—Numero 3 pagina 6

Diario di una damigella

Noto 1844. Oggi è l‘ alba di un grande

giorno: la mia città, che dal 1837 gode

del privilegio di essere capoluogo di

provincia, è pronta ad accogliere il re

Ferdinando II di Borbone e la sua con-

sorte Maria Teresa d‘ Austria. Apro le

finestre e mi lascio coccolare dal tenero

venticello che spira dal mare recando

con se l‘ odore di gelsomino, di arance,

di mandorli della campagna circostante

… Allargo lo sguardo sul paesaggio che

mi circonda: in fondo il colore del mare

si confonde con l‘ azzurro del cielo, a

sinistra il verde della natura colora le

colline, a destra il giallo mielato dei pa-

lazzetti rispende sotto i primi raggi del

sole. Ammiro il mio paese. Il palazzo,

infatti, secondo il desiderio di France-

sco Landolina, marchese di Sant‘ Alfano,

fu costruito nel 1730 al centro della

città, a fianco della Cattedrale. A de-

stra si intravedono i magnifici mensoloni

del palazzo del principe di Villadorata,

grande amico del mio signore. Di fronte

c‘è Palazzo Ducezio, con i suoi bei por-

tarli dove sventola la bandiera borboni-

ca. Fermo lo sguardo sulla statua che

domina la piazzetta antistante al palaz-

zo. E‘ la statua del re Ferdinando II di

barbone, proprio il re che oggi, per la

terza volta, ci onora della sua visita.

L‘ha fatto costruire il mio signore, Don

Pietro Landolina, Marchese di S. Alfano

che è primo Intendente della provincia

di Noto, senza barare a spese. Ha fatto

venire uno scultore napoletano famo-

so,Tito Angelini, e l‘ha voluta porre lì, di

fronte al suo palazzo, nella via principa-

le del paese, per ringraziare il re della

sua benevolenza nei confronti dei netini.

E sì,forse non mi sono ancora presenta-

ta: io sono una damigella di corte e al

servizio della famiglia Landolina, gente

nobile sia di nascita che nell‘ animo. La

nonna mi ha detto che questa famiglia

nobile ha origini antiche e che venne a

Noto al seguito dei Normanni e che la

loro casa, a Noto Antica, sul monte Al-

veria, era una delle più belle e più ele-

ganti. Si racconta che c‘ era un maesto-

so balcone sostenuto da quattro cavalli

alati. Uomini di cultura, i Landolina, han-

no fatto tanto per Noto. Un loro di-

scendente, Giovanni Landolina, dopo il

terremoto distruttivo del 1693, si bat-

té assieme a fra‘ Angelo Italia e al duca

di Camastra per la rinascita di Noto sul

colle Meti, dove siamo ora, e abbozzò

anche un primo piano regolatore per la

ricostruzione della città. Non solo i miei

signori ma anche altri nobili hanno con-

tribuito ad abbellire la città chiamando

i migliori architetti e scultori dell‘epoca

che hanno saputo dare alla città quell‘

impronta scenografica elegante, mae-

stosa e ben visibile agli occhi di tutti i

visitatori: piazze larghe, palazzi sontuo-

si ed eleganti, chiese e monasteri ca-

ratteristici per la facciata concava o

convessa, arricchita da nicchie, colonne,

stemmi, stucchi, statue di gusto raffi-

nato. In rintocco delle campane della

Chiesa Madre mi distoglie dai miei pen-

sieri e mi invita a prepararmi per il

grande giorno. Il palazzo è già sveglio.

Sento il rumore delle scuderie: il mar-

chese è già pronto per scendere in piaz-

za e accogliere, assieme alle autorità

netine, i reali che, fra un‘ora, arrivere-

mo. Ecco il barone Astuto, elegantissi-

mo come sempre, con il suo orologio nel

taschino, la caramella sorretta dalla

collanina d‘oro e il doppio petto grigio ...

con la sua carrozza percorre il corso di

Ferdinandeo, si ferma proprio davanti al

mio palazzo per salutare il principe di

Villadorata e gli rinnova l‘invito per la

grande festa che si terrà in serata nel

suo palazzo in onore dei reali. Insieme

si avviano in direzione della Porta Rea-

le,ingresso onorato della città,per

l‘accoglienza. Stasera ci saranno tutti e

ci sarò anch‘io come damigella della

regina. Per l‘occasione il mio signore mi

ha regalato un abito bellissimo, tutto

pizzi e merletti, perché anch‘io possa

fare la mia figura tra le dame che, a

gara, sfoggeranno i loro sontuosi abiti

confezionati dai migliori sarti italiani e

stranieri. Per l‘occasione mi metterò il

collier di gemme e rubini che mi ha la-

sciato in eredità la nonna e che le era

stato regalato dalla stessa regina Maria

Teresa durante la sua prima visita a

Noto. Sarò bellissima. Noi damigelle

abbiamo già preparato le stanze del

nostro palazzo riservate ai reali sin

dalla loro prima visita, nel 1838. Tutto è

pronto per accoglierli, non vedo l‘ora di

riabbracciare la regina e di mettermi al

suo servizio.

F. Cavallo, I. Modica, M. Rizza

IIA - (Sec.I grado)

Noto — Palazzo Landolina (S.Alfano)

Il nostro motto:

La scuola per la città

Page 7: Melodia in...pagina  a.s. 2010-2011 edizione n.3

Melodia in pagina—Numero 3 pagina 7

Il mio nome è Zoran e vengo dal pianeta

Baraan, quinto pianeta del sistema stel-

lare Xiilia e la mia missione e quella di

valutare il grado evolutivo del terzo

pianeta che orbita intorno alla stella

Sole. Viaggio da oltre dieci anni e in

questi anni ho cercato di apprendere

quanto più possibile sulla mia meta, ma

solo scendendo di persona sul pianeta,

insieme al mio fido androide Mop2, po-

trò rendermi conto delle reali condizioni

di vita dei suoi abitanti. La mia destina-

zione è un piccolo agglomerato urbano

che i locali chiamano Noto, il periodo è

ricompreso nell‘anno 1800 terrestre. Da

lontano vedo già il centro urbano e i suoi

abitanti che si muovono sul dorso di

animali. Questo non depone a loro favo-

re. Il tempo di rendere me e Mop2 invi-

sibili e sono sulla terra. Vedo molta

gente che entra in un palazzo e decido

di entrare anch‘io, quale migliore occa-

sione per conoscere i loro usi? Non ap-

pena mi avvicino il mio sguardo si posa

sui balconi del palazzo. Non mai visto

niente di così spettacolare. Ogni balco-

ne è diverso dall‘altro. Riconosco alcune

delle figure che reggono i balconi gra-

zie a quello che ho studiato durante il

mio viaggio. Ci sono dei leoni, dei volti

umani, dei cavalli alati e delle figure,

mezze donne e mezze uccelli, che credo

gli umani chiamino sirene. Che strano, se

non sapessi che Mop2 non può provare

emozioni direi quasi di vedere lo stupo-

re sul suo viso. Finalmente mi decido ad

entrare. C‘è tanta gente con delle buffe

e scomode uniformi, credo che si tenga

quello che noi chiamiamo banchetto

augurale o qualcosa di simile. Attraver-

so una prima stanza con un meraviglioso

pavimento, una seconda tutta gialla ed

arrivo in una grande sala dove i maschi e

le femmine della specie umana fanno

degli strani movimenti ascoltando musi-

ca. Credo si chiami ballo. La sala è ma-

gnifica! Sul soffitto vi è un dipinto con

quelle che dovrebbero essere delle divi-

nità antiche, Apollo e Aurora, se ben

ricordo quello che ho studiato, e le pa-

reti sono decorati con colonne e drap-

peggi dipinti, così belle da sembrare

veri. Nella sala successiva ci sono solo

maschi che tengono in bocca qualcosa

che emette del fumo. L‘aria è irrespira-

bile, meglio andare avanti. Nella stanza

accanto invece ci sono solo le femmine,

sorseggiano qualcosa, chiacchierano e

sembrano divertirsi. Ad un tratto tutti

si girano verso un uomo ‖Il Principe Ni-

colaci― dicono. Deve essere il proprieta-

rio del palazzo e deve trattarsi di un

uomo importante. Tutto il palazzo è di

una bellezza strabiliante! Affacciando-

mi ad una finestra vedo un meraviglioso

cortile abbellito con strane piante. Il

tempo a mia disposizione sta per scade-

re, a malincuore devo tornare. Uscendo

dal palazzo mi fermo ancora un attimo

per ammirare di nuovo quei meravigliosi

balconi. Scendendo per la strada, poco

più giù, vedo alla mia sinistra altri due

palazzi stupendi. Credo li chiamino chie-

se. Pochi istanti e sono di nuovo sulla

mia astronave. Devo contattare subito

la base. Non ci sono dubbi che la civiltà

sulla terra sia ancora molto arretrata,

ma una specie che è in grado di creare

delle opere di tale bellezza e magnifi-

cenza non può che essere destinata a

grandi cose per il futuro, quindi devo

assolutamente evitare che la base sgan-

ci sulla terra la meteo-bomba come che

lanciammo 65 milioni d‘anni fa quando

qui vivevano i sauri giganti. Addio Noto,

racconterò al mio popolo le tue bellez-

ze, il tuo splendore, la tua magnificenza

e porterò per sempre con me il tuo ri-

cordo. Che strano, a Mop2 è uscita una

goccia d‘olio dall‘occhio.

D. Marziano II A (Sec. I grado)

Il brano vincitore di VolaLibro: “Il Viaggiatore”

Alunni in visita alla mostra del libro

Un bel giorno, vicino ad uno stagno, saltel-lava un ranoc-chio felice. Ad un certo punto vide una cosa

lucida strisciare: era un serpente. Il ranocchio si presentò e incominciarono a parlare per ore, a giocare e a diver-tirsi. Quello fu ‘inizio di una grande amicizia. Quando fu il momento di salu-tarsi i due animaletti si promisero di rivedersi il giorno seguente. Quando raccontarono della loro amicizia alle mamme ―Apriti Cielo‖ glielo negarono

perché uno avrebbe mangiato l‘altro e viceversa. Il giorno dopo quando si rin-contrarono non si salutarono e stavano lontani perché avevano paura. Però non resistevano a giocare insieme. Stavano fermi in un punto a fissarsi e qualche volta spuntava una lacrima perché ave-vano capito che, per colpa dei pregiudizi delle loro mamme finì una storia favo-losa e rimaneva, di loro, solo il ricordo delle belle ore tra-scorse insieme.

M. Pelligra IV A (sc. Primaria)

Ranocchio e serpentino

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Melodia in pagina—Numero 3 pagina 8

Una “dolce e golosa” visita: La Condorelli di Belpasso

Giorno 19 marzo 2011 le classi seconde

(sez. A-B-C-D-H) della scuola seconda-

ria di I grado ci siamo recati in visita

d‘istruzione a Belpasso (Catania) presso

l‘industria dolciaria Condorelli. L‘industria Condorelli è una delle più

grandi industrie dolciarie della Sicilia.

Essa dà lavoro a 100 operai e 20 dipen-

denti. I famosi torroncini ―Condorelli‖

vengono venduti in tutta Italia e sono

conosciuti in ogni parte del mondo. Giun-

ti nell‘azienda, siamo stati divisi in due

gruppi e abbiamo iniziato la nostra visi-

ta all‘interno della fabbrica muniti tutti,

compresi i nostri professori, di ― fasci-

nose‖ cuffiette, per motivi di igiene.

Sembravamo diretti alla sala operato-

ria. Ci ha fatto da guida nel percorso

uno dei lavoranti della fabbrica. Nella

stanza gli operai stavano producendo e

confezionando le uova di pasqua. Il pro-

fumo di cacao era quasi al massimo della

forza, ma siamo riusciti a sopravvivere

distraendoci con gli assaggini di ciocco-

lato che ci hanno offerto (ottimi le uova

di cioccolato e pistacchio ) e le macchi-

ne che li fabbricavano. La guida ci ha

illustrato le varie fasi di produzione

delle uova di cioccolato fino alla colloca-

zione della sorpresa e alla loro confe-

zione. La novità di quest‘anno è rappre-

sentata dalle Uova di "Cioccolato del

Cavaliere" che racchiude tutta la bontà

e la tipicità degli ingredienti di Sicilia:

pistacchi di Bronte, fiocchi d'arancia,

mandorle selezionate e tostate. Alla

fine della visita hanno regalato a cia-

scuno di noi una confezione di morbidi

torroncini (specialità della produzione)

ricoperti dalla squisita glassa colorata

all'arancio, al pistacchio e ad altri mille

gusti, tipici della tradizione gastrono-

mica siciliana.

Gli alunni della II A – (sec. I grado)

Museo dello Sbarco

Giorno 24 marzo noi alunni delle classi

terze, sez. A - C, della scuola seconda-

ria di I grado abbiamo visitato il Museo

dello sbarco di Catania, museo dedicato

all'avvenimento storico del 10 luglio

1943 quando le truppe anglo-americane

sbarcarono nella nostra isola nei pressi

di Gela e di Augusta (Operazione

Husky‘), missione che avviò la Sicilia e

l'Italia tutta verso la liberazione

dall'occupazione tedesca. Attraverso

ambienti ricostruiti nei minimi partico-

lari - come un piccolo quartiere d‘epoca,

il rifugio antiaereo, un ambiente di-

strutto dalla guerra– ci è stato possibi-

le rivivere virtualmente le condizioni

che caratterizzavano la vita prima, du-

rante e dopo la II guerra mondiale. E‘

stata un‘esperienza emozionante rivive-

re per pochi attimi la simulazione di un

bombardamento all‘interno di un rifugio

appositamente ricostruito. Lungo il per-

corso, arricchito da fotografie e moni-

tor che trasmettevano le immagini della

avanzata delle truppe americane ed

inglesi, abbiamo potuto vedere reperti

autentici come divise militari ed armi

d‘epoca , nonché la ricostruzione di un

Quando anche una materia come la ” Storia “ diventa affascinante

bunker con dei soldati pronti a sparare

a vista. Interessante, infine,

l‘esperienza di trovarci di fronte a sta-

tue di cera, a grandezza d‘uomo, model-

(Continua a pagina 9)

Page 9: Melodia in...pagina  a.s. 2010-2011 edizione n.3

Melodia in pagina—Numero 3 pagina 9

19 Marzo 2011: Visita d’istruzione a Catania - Il Museo del Giocattolo

quasi ci veniva voglia di parlare con loro.

Il percorso si è concluso con l' immagine

del cimitero inglese, che si trova alle

porte di Catania, ove riposano le spoglie

dei caduti e su un pannello luminoso

scorrono i nomi dei soldati morti in com-

battimento. Ragazzi, provare per crede-

re, ma anche chi fra noi non ama molto

la storia (come materia scolastica,

s‘intende) guardava e partecipava alla

visita con entusiasmo e interesse.

Gli alunni della III A – (sec. I grado)

Un tuffo in un mondo magico e meraviglioso

Il museo, allestito nelle sale del

complesso fieristico delle Cimi-

niere (CT), espone diversi giocattoli

antichi, diversi per composizione e pro-

venienza e appartenenti ad un periodo

compreso tra la fine dell'Ottocento e la

prima metà del Novecento. Essi

testimoniano gli svaghi dei bam-

bini fino alla metà del secolo

scorso. Molte le collezioni che si

possono osservare: dalle bambo-

le di pezza a un bambolotto di

cartapesta di fine Ottocento ,

alle preziose bambole in porcel-

lana degli inizi del ‗900, alle

bambole-automi con meccanismi

a corda tutt‘oggi funzionanti; dai

classici soldatini di piombo, per

lo svago dei ragazzi, ai puzzle di

stampo risorgimentale; dai cavalli a

dondolo di legno alle carrozzine-

giocattolo, ai vecchi tricicli in ferro,

alle vecchie automobiline a pedali. E

ancora un gioco del calcio degli anni

trenta, un circo (costruito in Francia

intorno alla metà dello scorso secolo).

C‘è anche una ―Casa di bambole‖ di epo-

ca vittoriana. Essa riproduce nei parti-

colari i vari ambienti di una ricca abita-

zione inglese; curati sono non solo i

mobili ma anche i merletti sulle minu-

scole lenzuola e sugli accessori persona-

li. Conservati nelle teche sono, infine,

alcuni giornali di un tempo come il

―Corriere dei Piccoli‖, tanto diverso dai

nostri giornali e fumetti. Ripercorrendo

l'evoluzione storica di un giocattolo c‘è

sembrato di entrare nella macchina del

tempo e di essere catapultati in un mon-

do magico e meraviglioso, a noi scono-

sciuto. Uno spaccato di cultura, arte,

tecnologia e moda della vita dei bambini

di un tempo che fu e che fa ancora so-

gnare. Gli alunni della II A (Sec. I grado)

late da maestri inglesi, che riproducono

i protagonisti storici del tempo: Fran-

klin D. Roosevelt, Winston Churchill, il

re Vittorio Emanuele III, Benito Mus-

solini, Adolf Hitler… e vedere la ripro-

duzione della tenda che ospitò i perso-

naggi che il 3 settembre 1943 a Cassibi-

le firmarono l' armistizio. Per un atti-

mo ci è sembrato di stare di fronte ai

veri personaggi più che a statue e quasi

(Continua da pagina 8)

Giorno 24 mar-

zo 2011 noi,

alunni delle

classi 3°A e 3°

C, insieme alla

piacevole com-

pagnia delle

insegnanti Ge-

ranio, Sortino e

Lorenzano, sia-

mo andati a

visitare i luoghi verghiani. Ci siamo

recati, con una guida molto preparata, in

Via Sant'Anna situata nel cuore della

vecchia Catania, poco distante da piazza

Duomo, ove al civico n. 8, in una vetusta

dimora nobiliare dell‘ Ottocento, visse e

morì Giovanni Verga. All‘ingresso vi è

un‘ampia stanza, oggi arredata con ba-

cheche che espongono riproduzioni di

manoscritti verghiani e, sulla parete

destra, vi è una cornice del 1920, con

decorazioni floreali e dipinti campestri

di Alessandro Abate: è un diploma dona-

to dal Circolo Unione al Verga per il suo

ottantesimo compleanno. Nella stanza vi

è anche, in una scatola di legno posta su

un tavolino, una maschera di cera rap-

presentante il volto del padre. Ma ciò

che ha attirato subito la nostra atten-

zione è un busto in gesso brunito del

Verga che dà un‘idea di quanto fosse

affascinante; infatti le cronache riferi-

scono che è stato amato da molte don-

ne; al centro dello studio-biblioteca,

sotto un elegante lampadario, l‘unico

originale della casa-museo, che un tem-

po funzionava a petrolio, sopra un robu-

sto tavolo di noce intagliato, ricoperto

da un panno blu, si trovano: un tagliacar-

te di porcellana, un tampone, la riprodu-

zione della campana di Rovereto in ter-

racotta con miniature eseguite

dall‘amata Contessa Dina Castellazzi di

Sordevolo che, dal 1889, fu la compagna

dello scrittore, e il calco in bronzo delle

sue affusolate mani, con le dita delica-

tamente piegate e mollemente adagiate,

poiché Verga era un uomo molto roman-

tico. I mobili della biblioteca sono stati

realizzati con gli alberi di noce di pro-

prietà del Verga e finemente intagliati;

egli volle far rilegare i suoi 2600 volu-

mi facendo incidere sul dorso le iniziali

dorate ‖GV‖; attorno alla scrivania, si

riunivano dei grandissimi scrittori veri-

(Continua a pagina 12)

UNA GIORNATA CON GIOVANNI (VERGA)

Page 10: Melodia in...pagina  a.s. 2010-2011 edizione n.3

Melodia in pagina—Numero 3 pagina 10

NATALE 2010 — Giorno 22 del mese di Dicembre 2010 alle

ore 9:00 si è svolta la drammatizzazione natalizia della sez. 5a della scuola dell‘infanzia presso i locali del plesso ―Don Bosco‖.

Alla presenza di tutti i genitori,molti nonni e familiari,i bambini si sono esibiti in balli, poesie, canti, scenette. Tutti i genitori

hanno espresso la loro soddisfazione nel vedere la spontaneità e la creatività dei bambini nonché la loro fiducia a sicurezza dal

punto di vista emotivo ed affettivo. C. Costanzo IV B (Sc. Primaria)

SPREMUTA DI ARANCE — Nel mese di gennaio le insegnanti del-

la sezione C anni 4 della scuola dell‘ Infanzia del plesso ‖Canova‖,

hanno coinvolto i bambini ad osservare i cambiamenti e i colori della

stagione invernale. Nel trattare l‘argomento dei frutti dell‘inverno,

in modo particolare ci si è soffermati sull‘arancia. L‘argomento ha

suscitato nei piccoli molta curiosità, il frutto è stato spiegato in

modo dettagliato, ne sono state evidenziate le proprietà organolet-

tiche e le trasformazioni alimentari ad esso collegate. Interessan-

te è stata l‘esperienza, vissuta in sezione, riguardante la prepara-

zione dell‘aranciata: i bambini hanno spremuto le arance con le loro

mani, gustato il succo con piacere e soddisfazione esprimendo cia-

scuno la propria opinione. A. Lavarra IV A (Sc. Primaria)

Quest'anno, come tutti gli altri anni la

scuola "G. Melodia" ci ha permesso si

partecipare al progetto "miniguide". Per

noi è stata un' esperienza unica, molto

istruttiva, perché ci ha aiutato a cono-

scere meglio Noto, la nostra magnifica

città, ricca di monumenti antichi e im-

portanti: imponenti palazzi, bellissime

chiese in stile barocco e il fantastico

trionfo che segna l'ingresso della città.

Dopo aver eseguito lavori di gruppo in

classe ,abbiamo organizzato visite gui-

date ai vari monumenti, con prove di

recitazione all' interno e all' esterno di

ogni singolo palazzo, monumento, chiesa,

ecc....

Ogni monumento ha una sua storia, mol-

to interessante, infatti per noi è stato

un piacere studiarli, presi dalla curiosi-

tà di sapere cosa ci fosse dietro

ogni struttura. è stato emozio-

nante soffermarci ad osservan-

doli da vicino e scoprire il colore

dorato delle pietra di Noto, della

sua luminosità messa in risalto

dai raggi del sole. Avremo il pia-

cere di fare da guida ai turisti,

che verranno a visitare il nostro

paese, nel periodo dell' Infiora-

ta. Grazie a questo progetto

abbiamo potuto ampliare le no-

stre conoscenze sulla città di

Noto e anche trascorrere ore

piacevoli con i compagni. V. Cannarella, C. Castoro,

V. Guastella , S. Russo (Sec. 1 grado)

L’ANGOLO DEI PIU’ PICCOLI

Progetto “Miniguide”

Page 11: Melodia in...pagina  a.s. 2010-2011 edizione n.3

Melodia in pagina—Numero 3 pagina 11

Pensieri liberi Solo seduto sulla spiaggia di fronte all‘orizzonte ...i pensieri affollano l mia mente

sperduta nell‘immensità dello spazio Penso alla mia vita trascorsa

Rivedo i miei amici accanto a me rivedo i nostri volti sorridenti sento le nostre gioiose risate Quanto tempo è passato… La vita mi ha cambiato, mi ha reso vulnerabile, senza alcun potere.

Guardo il cielo, le nuvole, l‘orizzonte…. Immagino di correre nei verdi prati, a piedi nudi, come quando ero bambino. Il sole fa capolino tra le nuvole

e riscalda il mio vecchio cuore tormentato Mi ritorna la speranza, la fiducia, l‘amore per la vita E. Docile III A-(Sec I grado)

L„orizzonte

Solo, seduto in riva al mare

ammiro l‘orizzonte e mi perdo nell‘ immensità

al ritmo delle onde

che cullano il mio pensiero..

e lo trasportano negli spazi profondi.

Annego lo sguardo nella luce

blu marina

che si fonde con l‘arancio del cielo .

Le onde portano a riva i miei ricordi lontani..

i miei sorrisi ingenui di fanciullo..

La sabbia mi scivola dalle mani

mi figura il percorso della mia vita fortuna.

All‘improvviso una voce mi distrae,

è il mio cuore impaurito

che si è perso in quell‘infinito orizzonte

E. Brancaforte III A (Sec. I grado)

Nebbia

Un essere cammina nel nulla

guarda in avanti

c‘ è solo nebbia e buio.

...Delle voci

gli sussurrano all‘ orecchio..

Chi è?- Un uomo?..

No!.. Il buio è la sua ombra.

Arriva precipizio,

non salta, non indietreggia,

si siede.

Rannicchiato, fissa lo sguardo,

all‘ orizzonte sperduto, aspettando,

un giorno...forse...l‘ alba.

Quest‘ essere è tra noi,

in noi,

ha gli occhi e la mente annebbiati,

cammina fra tutti e nessuno

M. Marziano III A- (Sec. I grado)

L‟Italia

L‘ Italia è lo stivale del mondo

ricca di montagne, fiumi,pianure!

paesi bellissimi, mari cristallini;

fitti boschi, pieni di vita

il turismo è molto vasto,

con centri storici e opere d‘ arte

centri balneari per estate,

in cui il divertimento è (assicurato)

in cui il divertimento è sicuro.

Più giù in fondo,

c‘ è un‘ isola, triangolare, la Sicilia, ―O sole mio ―.

Andando più su,

si arriva in Sardegna,

che insieme alle altre regioni dell‘ Italia

splende sul ― mare Nostrum ―,

ricco di pesci d‘ ogni specie,

di attività, ce ne sono tante

anche lo sport no manca mai.

Questa penisola è molto ricca,

non solo di pianure, monti e mare;

ma anche di ottimi pasti,

tutti da assaggiare,

chi arriva in Italia,

non se ne pentirà

è bella d‘ avvero,

dico la verità

G. Di Maria - V C (Sc. Primaria)

Page 12: Melodia in...pagina  a.s. 2010-2011 edizione n.3

Melodia in pagina—Numero 3 pagina 12

Squadra di calcio maschile

sti tra i quali l‘amico intimo Capuana e

De Roberto. E‘ stato emozionante per

noi alunni sostare nei luoghi in cui hanno

vissuto attimi della loro vita gli scritto-

ri del tardo Ottocento e ci siamo senti-

ti partecipi delle storia che ci appartie-

ne. Nella camera da letto, chiamata

anche ―stanza verde‖ per i ricami flore-

ali verdi alle pareti, troviamo: un cami-

netto, numerosi quadri raffiguranti i

componenti della famiglia del Verga e un

ampio armadio con vestiti dell‘epoca e,

nel comodino accanto al letto, vi è una

candela, quasi consumata, spenta dal De

Roberto quando Giovanni Verga morì.

Accedendo alla sala da pranzo abbiamo

notato subito un curioso oggetto sul

tavolo: un oggetto di scena della

―Cavalleria Rusticana‖ regalato allo

(Continua da pagina 9) scrittore dalla Sofia Loren dell‘epoca,

ossia Eleonora Duse, una delle tante

fidanzate del ―Don Giovanni‖ Verga.

Nella sala abbiamo ammirato tre cre-

denze di noce in una delle quali è mime-

tizzato uno scendivivande, dotato di un

campanello e collegato con la cucina del

piano superiore: così il ―camurriusu‖

Giovanni poteva mangiare il cibo caldo

caldo. Dopo aver visitato la splendida

dimora del Verga, abbiamo proseguito

per Acitrezza dove si trova la casa del

―Nespolo‖ in cui pare sia stato ambien-

tato il romanzo ―I Malavoglia‖ che nar-

ra le disgrazie e le disavventure di una

povera famiglia di pescatori, vinta dal

destino; per accedere alla casa, siamo

passati sotto un arco in pietra che ci ha

immessi in un cortile dove vi è il famoso

albero del ―nespolo‖. Nel cortile una

compagnia di attori ha rappresentato

sportiva. Molti sono stati gli allievi che,

con entusiasmo, hanno partecipato alle

gare provinciali dei Giochi Sportivi Stu-

denteschi di Corsa Campestre, Atletica

Leggera, di Orienteering, di Pallavolo e

di Calcio. Nell‘ambito delle varie disci-

pline scelte, gli alunni, hanno praticato

lo sport in un contesto di partecipazio-

ne socializzante, ludica e tecnica. I ri-

sultati conseguiti sono stati positivi,

sempre nel rispetto delle regole di gio-

co e del fair play. L’attività svolta ha

favorito l‘integrazione della pratica

sportiva, con quella culturale e ambien-

tale.

La redazione

(Continua da pagina 1)

alcune parti del romanzo e, per alcuni

minuti, ci è sembrato di partecipare alla

vita di quei poveri pescatori, di sentire

l‘odore salmastro del mare… E‘ stata

un‘esperienza interessante, piacevole e

soprattutto ha arricchito le nostre co-

noscenze su Verga che è il massimo

rappresentente del Verismo.

V. Rubino,V. Gallo III C (sec. I grado)

Casa museo G. Verga (Catania)

GIOCHI SPORTIVI STUDENTESCHI

Squadra di pallavolo femminile

Corsa campestre: fase d‘istituto

Ragusa Ibla: gara di Orienteering

2° Istituto Comprensivo “G. Melodia”

Via G. Bruno, 22 — Noto (Sr)

Tel.: 0931835052

Fax: 0931573273

E-mail: [email protected]

sito web: www.melodianoto.it

Gruppo di redazione – alunni:

E. Beltrami, M. Pelligra, V. Denaro A. Lavarra,

C. Costanzo, S. Fidelio, C. Scollo (scuola pri-

maria) - G. Garofalo (sec. 1° grado)

Docenti - coordinatori:

C. Giunta, C. Musco, S. Di Pietro, C. Salerno,

C. Trapani.

Veste grafica:

Prof. Carmelo Trapani

Direttore Responsabile:

D.S. Prof.ssa Nicoletta Maria Adelaide Lipani