IL CASTELLO

LEONARD BERNSTEIN

GIOCARE CON LA MUSICAa cura di Jack Gottlieb

con una introduzione di Michael Tilson Thomas

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3.Che cos’è l’orchestrazione?

La parola orchestrazione ha molti significati diversi. Proviamo a chia-rirne alcuni. Credo che troverete questo argomento uno fra i più in teressanti in tutto il campo della musica.L’orchestrazione è principalmente quel settore della musica che si occupa dei modi in cui un compositore organizza la sua musica perché sia eseguita da un’or-chestra, sia essa di 7, 17, 70 o 107 elementi (quest’ultima è la dimensione di una grande orchestra sinfonica moderna).Naturalmente non sempre questo arrangiamento è fatto personalmente dal com-positore. Per esempio, nella maggior parte degli show di Broadway il compositore è colui che scrive le canzoni – Cole Porter o Irving Berlin, per fare due nomi; poi però c’è qualcuno, che probabilmente non avete mai sentito nominare, che arriva e arrangia queste canzoni perché siano suonate da un’orchestra.1 Questa persona si chiama orchestratore (o arrangiatore), ma non è di lui che ci vogliamo occupare. Qui ci occuperemo solo dell’orchestrazione fatta dal compositore “originale”.Naturalmente i compositori di musica “classica” fanno quasi sempre in prima persona la loro orchestrazione, perché orchestrare è realmente una parte del com-porre, e una parte molto importante.

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Giocare con la musica Che cos’è l’orchestrazione?

Proviamo ad analizzare un pezzo del compositore russo Rimskij-Korsakov, con-siderato il grande maestro dell’orchestrazione, quello che scrisse il trattato più famoso su questa disciplina e che è stato imitato da moltissimi altri compositori dopo di lui. Quasi ogni pezzo di Rimskij-Korsakov rappre senta un modello di come si possa far risplendere l’orchestra attraverso la suc cessione di diverse com-binazioni sonore. Al tempo stesso però non accade mai che la sua orchestrazione interferisca con la chiarezza della musica in sé, solo per il gusto di creare sonorità particolarmente interessanti. E questo non è semplice come potrebbe sembrare.Prendiamo per esempio una pagina del suo Capriccio spagnolo.Questa pagina piena di note contiene solo quattro misure di musica! Ma ci dice nei dettagli ciò che ogni strumento dell’orchestra fa in queste piccole quattro battute.Come è arrivato Rimskij-Korsakov a questa pagina? Per cominciare, la musica come l’ha immaginata era fatta di quattro diverse idee. Innanzitutto la grande melodia:

poi il ritmo spagnolo nell’accompagnamento:

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Giocare con la musica Che cos’è l’orchestrazione?

e l’altra piccola melodia che si combina con la prima ai violini:

Il primo ritmo spagnolo lo divise fra legni e corni:

poi un’altra piccola melodia che si combina con la prima:

e infine quest’altro ritmo spagnolo nell’accompagnamento:

Ora il compositore si trovava di fronte al compito di scrivere il tutto per un’orche-stra di circa cento elementi, combinando insieme tutte e quattro le idee in modo chiaro, vigoroso e stimolante. Ed ecco come distribuì le quattro idee all’orchestra.Diede la grande melodia ai tromboni:

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Giocare con la musica Che cos’è l’orchestrazione?

Poi aggiunse tutti questi strumenti a percussione per enfatizzare il sapore spagno-lo del ritmo:

Alla fine, combinando il tutto, le quattro misure appaiono così al direttore:

L’altro ritmo spagnolo lo divise fra i timpani (insieme ad altri strumenti gravi) e le trombe:

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Che cosa rende la musica sinfonica?

Ciò che la rende così gratificante è il modo in cui si sviluppa. Comincia subito con il tema principale, una lunga melodia lirica:

Ci sono alcuni elementi in questa melodia sussurrata dolcemente che saranno utilizzati per un sacco di cambiamenti, come per esempio la figura iniziale:

che in realtà è costituita da due diversi elementi; questo:

e questo:

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7.Che cos’è un concerto?

Se qualcuno di voi è allarmato per le piccole dimensioni dell’or-chestra che vede in palcoscenico oggi, non si preoccupi. La Filarmonica non è stata decimata da un’epidemia di orecchioni o di qualcos’altro. Gli altri li vedrete abbastanza presto, e fra pochi minuti penso che capirete perché cominciamo questo programma con un’orchestra così ridotta.Questo è il nostro ultimo programma della stagione, e quando si arriva alla fine di qualche cosa, si comincia sempre a porsi grandi domande tipo: “Qual è la vera ragione per cui siamo qui? Cosa stiamo cercando di ottenere? Lo stiamo ottenen-do davvero?” e così via. Credo che facciamo tutti così. Quando si avvicina la fine di un anno, la gente cerca di fare il bilancio della propria vita, di ciò che ha fatto in tutto quell’anno, si chiede come potrebbe cambiare e quali propositi fare per il nuovo anno.La mia grande domanda è: vi abbiamo aiutato ad avvicinarvi alla buona musica? State cominciando a capirne un po’ di più, e a non averne paura? La maggior parte dei giovani amici a cui lo chiedo mi dice di sì; affermano che si stanno sen-tendo più vicini alla musica – in un certo senso è diventata più familiare. Hanno cominciato a sentire che la musica non è una faccenda così difficile e strana, troppo adulta o complicata o effeminata o quant’altro.

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Giocare con la musica Che cos’è un concerto?

C’erano cioè solo parole generiche per descrivere gli stessi pezzi che potevano essere definiti concerti: anche sinfonia significava suoni musicali eseguiti insieme; e sonata significava semplicemente qualsiasi cosa che era suonata, niente di più.Lentamente, con il passare degli anni, i nomi cominciarono a essere usati con maggiore precisione. Sonata cominciò a indicare un pezzo per qualsiasi strumen-to solo, come un clavicembalo o un violino, un flauto, un liuto o un violoncello,

Ma c’è una cosa che preoccupa tutti – e sono le parole della m usica: parole dif-ficili come ricapitolazione, fuga, rondò, andantino, sinfonietta, sol diesis minore, l’inversione del secondo tema retrogrado alla quinta eccedente e altre acrobazie ver-bali di questo genere.Abbiamo cercato di non usare queste parole ogni volta che potevamo farne a meno. E quando ho proprio dovuto dirle, ho cercato di spiegarle il più chia-ramente possibile. Ma ci sono alcune parole della musica che non si possono spiegare in un attimo; ci vuole tempo per impararle; e, soprattutto, c’è b isogno di ascoltare la musica che descrivono prima di sapere veramente che cosa signifi-cano. Una delle parole che preoccupa la gente è Concerto. È una semplice parola italiana, che indica in primo luogo uno spettacolo, diciamo, fatto di musica. Ma in musica le parole hanno finito per i ndicare un sacco di altre cose, come scopriremo.Il significato originario di “concerto” è l’idea di cose che accadono insieme: una squadra di calcio si muove di concerto; i giocatori fanno uno sforzo concertato per vincere. Come direbbe una certa rivista, concerto significa qualcosa di simile ad “aggregazione”,1 che è una bella idea, ma è una parola abbastanza tremenda. Be’, in musica la parola “concerto” significa “aggregazione” di musicisti, che si trovano insieme per suonare o cantare in un gruppo.Da quando si cominciò a scrivere musica per un pubblico come il vostro, i com-positori hanno usato la parola concerto per chiamare i loro pezzi. Tutti i diversi tipi di forme musicali venivano chiamati concerti, anche quando si trattava di pezzi che oggi non chiameremmo così. Le parole, come vedete, possono essere usate con grande libertà. Qualsiasi tipo di pezzo poteva anche essere chiamato sinfonia, o sonata.

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10.Che cos’è la melodia?

La maggior parte delle persone, quando pensa alla musica, pensa subito alla melodia. Per alcuni è quasi la stessa cosa: melodia uguale musica. E in un certo senso hanno ragione, perché che cos’è la musica, in fondo, se non suoni che si muovono e cambiano nel tempo? E questa è praticamente anche una definizione della melodia: una serie di note che si muovono nel tempo, una dopo l’altra. Se questo è vero, allora è praticamente impossibile scrivere musica che non contenga in sé una melodia. Voglio dire, se una melodia è semplicemente una nota che ne segue un’altra, come può un compositore evitare di scrivere melodie, anche se si limita a scrivere note isolate. Deve continuamente scrivere melodie. Guardate. Scrive una nota:

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Giocare con la musica Che cos’è la melodia?

Vedete come è semplice? Dove c’è musica, c’è melodia. Non potete avere l’una senza l’altra. Allora perché così tanta gente si lamenta del fatto che certa musica è priva di melodia? Alcuni dicono che non amano le fughe di Johann Sebastian Bach perché non le trovano melodiche. Altri dicono lo stesso delle opere di Ri-chard Wagner, altri della musica moderna e altri ancora del jazz. Cosa pensate che vogliano dire quando dicono che “non è melodico”? Di che cosa parlano? Non abbiamo detto che qualunque successione di note è una melodia? La ri-sposta sta nel fatto che una melodia può essere molte cose diverse: un ritornello oppure un tema, un motivo, una lunga linea melodica, una linea di basso o una voce interna, e quando capiremo le differenze fra tutti questi tipi di melodia, saremo in grado di capire tutto il problema.La gente normalmente pensa alla melodia come a un motivetto, un ritornello che si può fischiettare per strada, facile da ricordare, che vi “resta nell’orecchio”. Un altro aspetto importante è che un motivetto può essere quasi sempre cantato all’interno della normale estensione di una voce umana – non va mai troppo in alto o troppo in basso. E non dovrebbe avere frasi più lunghe di quelle che può cantare una normale tenuta di fiato. Dopotutto, la melodia è il lato cantabile della musica, proprio come il ritmo ne è il lato danzante. La cosa più importante di un motivetto è però il fatto che normalmente è completo in se stesso, sembra avere un inizio, una parte centrale e una fine, e vi lascia soddisfatti. In altre pa-role è una specie di canzone, come “ Summertime” di Gershwin, la “Serenata” di Schubert o il vostro pezzo preferito di Simon e Garfunkel.Ma nella musica sinfonica, che è ciò che ci riguarda in questa sede, i motivetti non funzionano al meglio, perché essendo conclusi in sé non sollecitano un ul-teriore sviluppo. E lo sviluppo è la cosa più importante nella musica sinfonica (cfr. il capitolo 4, “Che cosa rende la musica sinfonica?”), la trasformazione di un

Poi ne scrive un’altra:

e ha già ottenuto una minuscola melodia di due note.

Questa è una melodia, una specie di melodia. Se aggiunge una terza nota:

comincia a suonare un po’ più melodico, e se ne aggiunge ancora qualcuna:

abbiamo la “Marcia nuziale” di Mendelssohn:

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Che cos’è la melodia?

È così breve, e non è nemmeno un vero tema, ma solo quello che definiamo un motivo. Ora, un motivo può essere fatto anche di due sole note, o tre o quattro: un semplice seme melodico, il materiale grezzo con il quale si costruiscono linee melodiche più lunghe.Ricordate quando vi dicevo che alcune persone trovano le opere di Wagner non melodiche? Ecco la ragione: perché Wagner in genere ha costruito queste sue immense opere sulla base di motivi minuscoli, invece di scrivere normali melodie come era consuetudine dei compositori d’opera italiani. Ma non è giusto dire che Wagner non scrive melodia! Non scrive nient’altro che melodia, solo che si tratta di melodia fatta di brevi motivi. Adesso vi spiego come funziona. Avete tutti sen-tito il preludio della sua grande opera Tristano e Isotta, ne sono sicuro. Comincia con un motivo di quattro note:

Subito dopo ecco un altro motivo, anche questo di quattro note:

La cosa interessante è il modo in cui Wagner mette insieme questi due motivi. Fa cominciare il secondo motivo proprio sulla fine del primo, in modo tale che l’ultima nota dell’uno e la prima nota dell’altro si sovrappongano, saldandoli perfettamente insieme. Così:

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11.Che cos’è la forma sonata?

Accingiamoci ora a esplorare quella tremenda, vecchia cosa che si chiama “forma sonata”. Ho evitato il soggetto per anni, non tanto perché sia dif-ficile, ma perché su questo argomento sono già state spese troppe parole in corsi di divulgazione musicale e guida all’ascolto, dove la forma sonata spesso finisce per sembrare una cartina stradale con un sacco di nomi strani come “esposizio-ne”, “ripresa” e così via. Ma spero che alla fine di questo capitolo il concetto di forma sonata significherà per voi molto più di tutto questo.Cominciamo con l’esplorazione del primo movimento dell’ultima sinfonia di Mozart, quella conosciuta come Jupiter. Ma perché parlare di una sinfonia se ho detto che ci occuperemo di sonate?, vi chiederete, Be’, la risposta è facile: una sinfonia è una sonata.1

Una sonata è un pezzo in più movimenti, che ha una determinata forma musica-le; e quando questa stessa forma è usata in un brano per strumento solo, come un pianoforte, un violino o un flauto, oppure anche per uno strumento con accom-pagnamento di pianoforte, allora il brano si chiama sonata.

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Giocare con la musica Che cos’è la forma sonata?

La cosa che più ci interessa di questo movimento, per le nostre finalità imme-diate, è la sua forma, la sua struttura musicale. La forma di una composizione musicale è per la maggior parte delle persone la cosa più difficile da comprendere. Possono ricordare abbastanza facilmente una melodia o un ritmo, perfino armo-nie e contrappunti. Ma la forma è più difficile da capire perché comprendere la forma di un brano significa vederlo tutto in una volta, nel suo insieme – o, do-vrei dire, sentirlo tutto in una volta – cosa che, naturalmente, è impossibile dal momento che la musica si svolge nel tempo e non nello spazio. Come è possibile quindi sentirla tutta in una volta?Potete vedere la forma di un dipinto, o di una chiesa, più o meno tutta in una volta, perché le loro forme esistono nello spazio. Quando guardate il palco della Philharmonic Hall,2 per esempio, vedete subito tutta la sua forma e potete godere delle sue proporzioni e dei suoi equilibri.

Quando la stessa forma è usata in un brano per tre strumenti, si chiama trio, per quattro strumenti si chiama quartetto; per cinque quintetto e così via. Ma quando questa forma è usata in un brano per orchestra piena, allora si chiama sinfonia. Facile. Una sinfonia è semplicemente una sonata per orchestra. E per il momento questo può bastare. Ecco l’inizio della nostra sinfonia:

INDICEIntroduzione alla nuova edizioneMichael Tilson ThoMas .................................................................................................................. 3

Nota del curatore, 1992Jack goTTlieB .................................................................................................................................. 7

Prefazione per i miei giovani lettorileonard BernsTein ........................................................................................................................ 15

1. Che cosa significa la musica? ....................................................................................................... 19Concerto n. 1: 18 gennaio 1958

2. che cosa rende una musica americana? ....................................................................................... 51Concerto n. 2: 1 febbraio 1958

3. Che cos’è l’orchestrazione? .......................................................................................................... 71Concerto n. 3: 8 marzo 1958

4. Che cosa rende la musica sinfonica? ............................................................................................ 93Concerto n. 4: 13 dicembre 1958

5. Che cos’è la musica classica? ...................................................................................................... 121Concerto n. 5: 24 gennaio 1959

6. Lo humour in musica ............................................................................................................... 151Concerto n. 6: 28 febbraio 1959

7. Che cos’è un concerto? ............................................................................................................. 169Concerto n. 7: 28 marzo 1959

8. La musica popolare nelle sale da concerto ................................................................................. 183Concerto n. 15: 9 aprile 1961

9. Che cos’è l’impressionismo? ...................................................................................................... 197Concerto n. 16:1 dicembre 1961

10. Che cos’è la melodia? .............................................................................................................. 217Concerto n. 21: 21 dicembre 1962

11. Che cos’è la forma sonata? ...................................................................................................... 243Concerto n. 28: 6 novembre 1964

12. Un tributo a Sibelius ............................................................................................................... 263Concerto n. 31: 19 febbraio 1965

13. Atomi musicali: uno studio sugli intervalli .............................................................................. 273Concerto n. 32: 29 novembre 1965

14. Che cos’è un modo? ................................................................................................................ 305Concerto n. 36: 23 novembre 1966

15. Berlioz fa un viaggio ............................................................................................................... 337Concerto n. 46: 25 maggio 1969

Elenco cronologico degli “Young People’s Concerts” scritti e diretti da Leonard Bernstein con la New York Philharmonic ....................................................................... 358

Leonard Bernstein (1918-1990) .................................................................................................... 373

Crediti musicali ............................................................................................................................ 381