(Matteo 5,1-12a) - parrocchiemogliano.it · e con le carte bollate i loro diritti, a quelli che...

2
FOGLIO DI INFORMAZIONE INTERPARROCCHIALE PARROCCHIE DI MOGLIANO VENETO www.parrocchiemogliano.it Collaborazione Pastorale di: Cuore Immacolato di Maria, Sacro Cuore, S. Antonio, S.Carlo, S. Elena Imperatrice, S. Marco, S. Maria Assunta, SS. Teonisto e Comp. Martiri Quello che tu proclami, Signore Gesù, mi appare del tutto paradossale. Duemila anni di cristianesimo non hanno scalfito la novità che tu hai annunciato e che contraddice in modo vistoso la logica dei forti e degli arroganti, la tracotanza dei ricchi, la falsa sicurezza di quanti confidano solo in se stessi, nelle proprie doti, nelle capacità e competenze acquisite. Ma Dio ha scelto di confondere la sapienza di questo mondo e di costruire un mondo nuovo, destinato all’eternità, contando su persone che sembrano le meno indicate per edificare qualcosa di stabile e duraturo. Infatti egli ricorre ai poveri, che non hanno disponibilità di mezzi, ai miti che non difendono con i denti e con le carte bollate i loro diritti, a quelli che appaiono ingenui tanto è limpido il loro sguardo ed estraneo alla cattiveria, a quanti sono tacciati di debolezza solo perché sono misericordiosi e sempre disposti a perdonare. Tu ci inviti alla gioia proprio quando veniamo insultati e calunniati ingiustamente solo perché siamo tuoi discepoli perché fin d’ora dobbiamo essere certi di essere i cittadini di un mondo nuovo. Roberto Laurita La Laudato sì del profeta -prima parte- L’illusione che la salvezza venga dai potenti è sempre stata una tentazione radicale e fortissima dei popoli. Il primo dono che ha chi crede nella promessa biblica è la protezione dall’illusione di confidare negli imperi. Imparare a dire "tu non sei Dio" ai grandi della terra, ai potenti delle nostre comunità e imprese è il grande insegnamento dei profeti, di cui c’è un bisogno estremo proprio nel nostro tempo. Tutte le eliminazioni di Dio hanno sempre generato una moltitudine di falsi dei. Preferiscono un paradisetto artificiale e striminzito a quello vero, pur di poter somigliare un pochino a quel Dio che tanto dicevano di odiare. I profeti sono l’anti-serpente, perché non ci ingannano promettendoci la divinità, e ci donano l’antidoto al veleno della falsa promessa. Il principio profetico è allora anche principio mariano, e viceversa. Sebbene quasi tutti i profeti biblici siano maschi, esiste una profonda sintonia carismatica tra profezia e genio femminile: la loro parola genera vita, vede e annuncia l’avvento di bambini, piange, consola. Quando nelle comunità manca la dimensione profetica, scompare la dimensione femminile, la gerarchia diventa pura gestione del potere, la legge si mangia lo spirito. Non abbiamo ancora sottolineato abbastanza l’importanza dello spirito (ruah) nella vocazione e missione dei profeti. Lo "scarto" tra psiche e ispirazione, tra l’io e la sua eccedenza, molte culture l’hanno chiamato spirito; alcune gli hanno attribuito un’origine divina. Il cristianesimo ne ha fatto un’esperienza talmente concreta da chiamarlo Persona. I profeti sono esperti e maestri dell’azione dello spirito nel mondo. Sanno che è all’opera ogni giorno nell’universo. Lo sentono operante e vivificante dentro di loro sapendo che non è una loro produzione. L’ascoltano e gli ubbidiscono, finché restano profeti. Possono diventare ciechi di Dio, non vederlo più per molto tempo, ma non possono diventare sordi dello spirito. È lo spirito che salva la fede del profeta, cresce, e lo alimenta. Non capiamo la profezia se non entriamo in questo grande mistero, di chi parla in nome di una voce che non vede ma che lo guida dentro. I profeti terminano la loro funzione quando non sentono più questa presenza dentro, quando lo spirito li lascia, non parla più e non li fa parlare più. È solo così che termina il loro canto, che sentono che il loro compito è finito, che non erano padroni della voce, che era tutta gratuità. Da L. Bruni, In ascolto della vita, Avvenire 8 ottobre 2016. In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati gli afflitti, perché saranno consolati. Beati i miti, perché erediteranno la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli». Davanti al Vangelo delle Beatitudini provo ogni volta la paura di rovinarlo con i miei tentativi di commento, perché so di non averlo ancora capito. Perché dopo anni di ascolto e di lotta, questa parola continua a stupirmi e a sfuggirmi. Gandhi diceva che queste sono «le parole più alte del pensiero umano». Ti fanno pensoso e disarmato, ma riaccendono la nostalgia prepotente di un mondo fatto di bontà, di sincerità, di giustizia, senza violenza e senza menzogna, un tutt'altro modo di essere uomini. Le Beatitudini hanno, in qualche modo, conquistato la nostra fiducia, le sentiamo difficili eppure suonano amiche. Amiche perché non stabiliscono nuovi comandamenti, ma propongono la bella notizia che Dio regala vita a chi produce amore, che se uno si fa carico della felicità di qualcuno il Padre si fa carico della sua felicità. La prima cosa che mi colpisce è la parola: Beati voi. Dio si allea con la gioia degli uomini, se ne prende cura. Il Vangelo mi assicura che il senso della vita è, nel suo intimo, nel suo nucleo profondo, ricerca di felicità. Che questa ricerca è nel sogno di Dio, e che Gesù è venuto a portare una risposta. Una proposta che, come al solito, è inattesa, controcorrente, che srotola nove sentieri che lasciano senza fiato: felici i poveri, gli ostinati a proporsi giustizia, i costruttori di pace, quelli che hanno il cuore dolce e occhi bambini, i non violenti, quelli che sono coraggiosi perché inermi. Sono loro la sola forza invincibile. Le beatitudini sono il più grande atto di speranza del cristiano. Il mondo non è e non sarà, né oggi né domani, sotto la legge del più ricco e del più forte. Il mondo appartiene a chi lo rende migliore. Per capire qualcosa in più del significato della parola beati osservo anche come essa ricorra già nel primo dei 150 salmi, quello delle due vie, anzi sia la parola che apre l'intero salterio: «Beato l'uomo che non resta nella via dei peccatori, che cammina sulla via giusta». E ancora nel salmo dei pellegrinaggi: «Beato l'uomo che ha la strada nel cuore» (Sl 84,6). Dire beati è come dire: «In piedi voi che piangete; avanti, in cammino, Dio cammina con voi, asciuga lacrime, fascia il cuore, apre sentieri». Dio conosce solo uomini in cammino. Beati: non arrendetevi, voi i poveri, i vostri diritti non sono diritti poveri. Il mondo non sarà reso migliore da coloro che accumulano più denaro. I potenti sono come vasi pieni, non hanno spazio per altro. A loro basta prolungare il presente, non hanno sentieri nel cuore. Se accogli le Beatitudini la loro logica ti cambia il cuore, sulla misura di quello di Dio; te lo guariscono perché tu possa così prenderti cura bene del mondo. ( di Ermes Ronchi ) nr. 86 Domenica 29 gennaio 2017 (Matteo 5,1-12a) DOMENICA IV DEL TEMPO ORDINARIO Anno A

Transcript of (Matteo 5,1-12a) - parrocchiemogliano.it · e con le carte bollate i loro diritti, a quelli che...

FOGLIO DI INFORMAZIONE INTERPARROCCHIALE PARROCCHIE DI MOGLIANO VENETO www.parrocchiemogliano.it

Collaborazione Pastorale di: Cuore Immacolato di Maria, Sacro Cuore, S. Antonio, S.Carlo, S. Elena Imperatrice, S. Marco, S. Maria Assunta, SS. Teonisto e Comp. Martiri

Quello che tu proclami, Signore Gesù, mi appare del tutto paradossale. Duemila anni di cristianesimo non hanno scalfito la novità che tu hai annunciato e che contraddice in modo vistoso la logica dei forti e degli arroganti, la tracotanza dei ricchi, la falsa sicurezza di quanti confidano solo in se stessi, nelle proprie doti, nelle capacità e competenze acquisite. Ma Dio ha scelto di confondere la sapienza di questo mondo e di costruire un mondo nuovo, destinato all’eternità, contando su persone che sembrano le meno indicate per edificare qualcosa di stabile e duraturo. Infatti egli ricorre ai poveri, che non hanno disponibilità di mezzi, ai miti che non difendono con i denti e con le carte bollate i loro diritti, a quelli che appaiono ingenui tanto è limpido il loro sguardo ed estraneo alla cattiveria, a quanti sono tacciati di debolezza solo perché sono misericordiosi e sempre disposti a perdonare. Tu ci inviti alla gioia proprio quando veniamo insultati e calunniati ingiustamente solo perché siamo tuoi discepoli perché fin d’ora dobbiamo essere certi di essere i cittadini di un mondo nuovo. Roberto Laurita

La Laudato sì del profeta -prima parte- L’illusione che la salvezza venga dai potenti è sempre stata una tentazione radicale e fortissima dei popoli. Il primo dono che ha chi crede nella promessa biblica è la protezione dall’illusione di confidare negli imperi. Imparare a dire "tu non sei Dio" ai grandi della terra, ai potenti delle nostre comunità e imprese è il grande insegnamento dei profeti, di cui c’è un bisogno estremo proprio nel nostro tempo. Tutte le eliminazioni di Dio hanno sempre generato una moltitudine di falsi dei. Preferiscono un paradisetto artificiale e striminzito a quello vero, pur di poter somigliare un pochino a quel Dio che tanto dicevano di odiare. I profeti sono l’anti-serpente, perché non ci ingannano promettendoci la divinità, e ci donano l’antidoto al veleno della falsa promessa. Il principio profetico è allora anche principio mariano, e viceversa. Sebbene quasi tutti i profeti biblici siano maschi, esiste una profonda sintonia carismatica tra profezia e genio femminile: la loro parola genera vita, vede e annuncia l’avvento di bambini, piange, consola. Quando nelle comunità manca la dimensione profetica, scompare la dimensione femminile, la gerarchia diventa pura gestione del potere, la legge si mangia lo spirito. Non abbiamo ancora sottolineato abbastanza l’importanza dello spirito (ruah) nella vocazione e missione dei profeti. Lo "scarto" tra psiche e ispirazione, tra l’io e la sua eccedenza, molte culture l’hanno chiamato spirito; alcune gli hanno attribuito un’origine divina. Il cristianesimo ne ha fatto un’esperienza talmente concreta da chiamarlo Persona. I profeti sono esperti e maestri dell’azione dello spirito nel mondo. Sanno che è all’opera ogni giorno nell’universo. Lo sentono operante e vivificante dentro di loro sapendo che non è una loro produzione. L’ascoltano e gli ubbidiscono, finché restano profeti. Possono diventare ciechi di Dio, non vederlo più per molto tempo, ma non possono diventare sordi dello spirito. È lo spirito che salva la fede del profeta, cresce, e lo alimenta. Non capiamo la profezia se non entriamo in questo grande mistero, di chi parla in nome di una voce che non vede ma che lo guida dentro. I profeti terminano la loro funzione quando non sentono più questa presenza dentro, quando lo spirito li lascia, non parla più e non li fa parlare più. È solo così che termina il loro canto, che sentono che il loro compito è finito, che non erano padroni della voce, che era tutta gratuità. Da L. Bruni, In ascolto della vita, Avvenire 8 ottobre 2016.

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati gli afflitti, perché saranno consolati. Beati i miti, perché erediteranno la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».

Davanti al Vangelo delle Beatitudini provo ogni volta la paura di rovinarlo con i miei tentativi di commento, perché so di non averlo ancora capito. Perché dopo anni di ascolto e di lotta, questa parola continua a stupirmi e a sfuggirmi. Gandhi diceva che queste sono «le parole più alte del pensiero umano». Ti fanno pensoso e disarmato, ma riaccendono la nostalgia prepotente di un mondo fatto di bontà, di sincerità, di giustizia, senza violenza e senza menzogna, un tutt'altro modo di essere uomini. Le Beatitudini hanno, in qualche modo, conquistato la nostra fiducia, le sentiamo difficili eppure suonano amiche. Amiche perché non stabiliscono nuovi comandamenti, ma propongono la bella notizia che Dio regala vita a chi produce amore, che se uno si fa carico della felicità di qualcuno il Padre si fa carico della sua felicità. La prima cosa che mi colpisce è la parola: Beati voi. Dio si allea con la gioia degli uomini, se ne prende cura. Il Vangelo mi assicura che il senso della vita è, nel suo intimo, nel suo nucleo profondo, ricerca di felicità. Che questa ricerca è nel sogno di Dio, e che Gesù è venuto a portare una risposta. Una proposta che, come al solito, è inattesa, controcorrente, che srotola nove sentieri che lasciano senza fiato: felici i poveri, gli ostinati a proporsi giustizia, i costruttori di pace, quelli che hanno il cuore dolce e occhi bambini, i non violenti, quelli che sono coraggiosi

perché inermi. Sono loro la sola forza invincibile. Le beatitudini sono il più grande atto di speranza del cristiano. Il mondo non è e non sarà, né oggi né domani, sotto la legge del più ricco e del più forte. Il mondo appartiene a chi lo rende migliore. Per capire qualcosa in più del significato della parola beati osservo anche come essa ricorra già nel primo dei 150 salmi, quello delle due vie, anzi sia la parola che apre l'intero salterio: «Beato l'uomo che non resta nella via dei peccatori, che cammina sulla via giusta». E ancora nel salmo dei pellegrinaggi: «Beato l'uomo che ha la strada nel cuore» (Sl 84,6). Dire beati è come dire: «In piedi voi che piangete; avanti, in cammino, Dio cammina con voi, asciuga lacrime, fascia il cuore, apre sentieri». Dio conosce solo uomini in cammino. Beati: non arrendetevi, voi i poveri, i vostri diritti non sono diritti poveri. Il mondo non sarà reso migliore da coloro che accumulano più denaro. I potenti sono come vasi pieni, non hanno spazio per altro. A loro basta prolungare il presente, non hanno sentieri nel cuore. Se accogli le Beatitudini la loro logica ti cambia il cuore, sulla misura di quello di Dio; te lo guariscono perché tu possa così prenderti cura bene del mondo.

( di Ermes Ronchi )

nr. 86 Domenica 29 gennaio 2017

(Matteo 5,1-12a)

DOMENICA IV DEL TEMPO ORDINARIO

Anno A

SACRO CUoRE SANT'ANTONIO

SABATO 28 S. Tommaso d’Aquino

18.30: + Adina; + Foffano Vittirio, Elisa, Anna; + Antonina;

+ Assunta e Angelo.

18.30: + Domenico, Zemi, Gigi-no, Giuliana, Peppe.

DOMENICA 29 IV domenica del t. ord.

8.30: + Albino, Teresa, Giuliano e Romilda; + Brigida, Giusep-pe, Aldo, Michele, Francesco e Edda.

11.30: + Mina, Santina, Oreste e Gio-vanni; +Augusto e fam.;

+ Zanasca Gino e Giuseppina.

10.30: + Peraro Roberto.

LUNEDÌ 30 Non c’è la S. Messa. 18.00: Novena a S. Bakhita. 18.30: S. Messa.

MARTEDÌ 31 S. Giovanni Bosco

18.00: Novena a S. Bakhita.

Nel Duomo di S. Maria Assunta, ore 19.00: S. Messa concelebrata.

MERCOLEDÌ 1 8.30: S. Messa. 18.00: Novena a S. Bakhita.

Non c’è la S. Messa.

GIOVEDÌ 2 Presentazione del Signore

18.30: + Toniolo Luigi e fam. Pavan. 18.00: Novena a S. Bakhita. 18.30: S. Messa.

VENERDÌ 3 8.30: S. Messa. 18.00: Novena a S. Bakhita.

Non c’è la S. Messa.

SABATO 4

18.30: + Donà Cesare ed Esolina; + Gatti Rino e Fusaro Giuseppe

e Maddalena; + Schiavan Oli-viero, Zanatta Elda.

17.30: S. Rosario e Primi Vespri. 18.00: Novena a S. Bakhita. 18.30: + Giordano Tognon.

DOMENICA 5 V domenica del t. ord.

8.30: + Carraro Antonio, Nicola, An-gela e Luigi; + Mario e Brigi-da Michielan.

11.30: + Agnolin Leo.

10.30: S. Messa per la Comunità. 18.00: Novena a S. Bakhita.

Parrocchie S.Cuore S.Antonio Mogliano

Parr. Sacro Cuore: Tel. : 346. 1 2251 32 - [email protected] Parr. Sant’Antonio: Tel. : 346. 1 2251 32 - [email protected]

Mercoledì 1 febbraio, Centro Pastorale S. M. Assunta, ore 20.30: III in-

contro del II corso di Scuola di formazione teologica: Filosofia Contempora-

nea. “Ed io chi sono? (Leopardi) La natura dell’uomo.” Relatore: prof. Sa-

muele Busetto.

Giovedì 2 febbraio, Giornata per la vita consacrata. Ricordiamo nelle preghiere

e facciamo festa con tutti i Consacrati che operano nelle nostre parrocchie.

Ore 18.00, Treviso Duomo, celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo.

Venerdì 3 febbraio, chiesa S. Maria Assunta, ore 21.00: Preghiera, silenzio

e musica.

È attivo finalmente il sito delle nostre parrocchie: visitatelo per trovare in-

formazioni e avvisi e scaricare gli Emmaus domenicali. L’indirizzo è

www.parrocchiemogliano.it.

Dal 10 al 17 maggio: Leggere il Vangelo nella terra di Gesù, le parrocchie

di Mogliano in Terra Santa. Info e iscrizioni in Segreteria delle parrocchie,

centro pastorale.

Dall’1 al 10 settembre il Gruppo Biblico del Collegio Astori organizza: viag-

gio in Terra Santa sulle orme di Giosuè. Info e prenotazioni: 041-

5987327.

Azione Cattolica organizza a Treviso, Auditorium S. Pio X, Tra gli Altri,

Due sere per giovani. Martedì 31, ore 20.30, II incontro: “In cammino”.

Colloquio con il Vescovo.

Lunedì 30, Sacro Cuore, ore 21.00: Incontro dei Ministri straordinari della

Comunione di entrambe le parrocchie.

Da lunedì 30, Sant’Antonio, ore 18.00: Novena a Santa Bakhita.

Continuano ad essere disponibili in fondo alla chiesa due libri scritti da don

Vanio:

Quando il Cielo bacio la terra. Percorso biblico spirituale per un possibile

cammino di fede personale. (€ 10,00)

Ubicumque. I giorni del rischio. Ultima raccolta di poesie con introduzio-

ne di p. Marko I. Rupnik, artista di fama mondiale. (€ 10,00)

Per S. Antonio, i soldi verranno raccolti in Sacrestia.