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FOGLIO DI INFORMAZIONE INTERPARROCCHIALE PARROCCHIE DI MOGLIANO VENETO www.parrocchiemogliano.it Collaborazione Pastorale di: Cuore Immacolato di Maria, Sacro Cuore, S. Antonio, S.Carlo, S. Elena Imperatrice, S. Marco, S. Maria Assunta, SS. Teonisto e Comp. Martiri Gesù, quello che importa non è il numero dei talenti ricevuti, ma quello che siamo disposti a fare perché producano un frutto abbondante e non restino nascosti in una buca. Certo non si tratta di investire in azioni e obbligazioni per aumentare il capitale. Né ci si deve preoccupare di sfruttare al meglio le proprie doti, le proprie competenze per ricavarne il massimo rendimento. Tu non hai raccontato la parabola per far studiare di più i ragazzi del tuo e del nostro tempo. Il tesoro, infatti, è il tuo Vangelo: un Vangelo che domanda di essere annunciato e vissuto, portato a tutti quelli che incontriamo, a quanti vivono nei diversi luoghi in cui passiamo la vita, un Vangelo che chiede di non lasciarlo ammuffire in cantina, di non chiuderlo in una cassaforte, ma di essere fatto circolare, mettendoci la faccia, riconoscendo la possibilità che offre di un’esistenza rinnovata dall’amore di Dio, dalla sua misericordia. Certo non sarà facile uscire allo scoperto, dichiarare quello che siamo e la parola che ci hai affidata, ma lo faremo per te, per entrare nel tuo Regno. Roberto Laurita In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì. Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. [...] Il Vangelo è pieno di una teologia semplice, la teologia del seme, del lievito, di inizi che devono fiorire. A noi tocca il lavoro paziente e intelligente di chi ha cura dei germogli e dei talenti. Dio è la primavera del cosmo, a noi il compito di esserne l'estate feconda di frutti. Come sovente nelle parabole, un padrone, che è Dio, consegna qualcosa, affida un compito, ed esce di scena. Ci consegna il mondo, con poche istruzioni per l'uso, e tanta libertà. Una sola regola fondamentale, quella data ad Adamo: coltiva e custodisci, ama e moltiplica la vita. La parabola dei talenti è l'esortazione pressante ad avere più paura di restare inerti e immobili, come il terzo servo, che di sbagliare (Evangelii gaudium 49); la paura ci rende perdenti nella vita: quante volte abbiamo rinunciato a vincere solo per il timore di finire sconfitti! La pedagogia del Vangelo ci accompagna invece a compiere tre passi fondamentali per l'umana crescita: non avere paura, non fare paura, liberare dalla paura. Soprattutto da quella che è la madre di tutte le paure, cioè la paura di Dio. Se leggiamo con attenzione il seguito della parabola, scopriamo che ci viene rivelato che Dio non è esattore delle tasse, un contabile che rivuole indietro i suoi talenti con gli interessi. Dice infatti: «Sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto». Ciò che i servi hanno realizzato non solo rimane a loro, ma in più viene moltiplicato. I servi vanno per restituire, e Dio rilancia: e questo accrescimento, questo incremento di vita è esattamente la bella notizia. Questa spirale d'amore che si espande è l'energia segreta di tutto ciò che vive, e che ha la sua sorgente nel cuore buono di Dio. Tutto ci è dato come addizione di vita. Nessuna tirannia, nessun capitalismo della quantità: infatti colui che consegna dieci talenti non è più bravo di quello che ne riporta quattro. Non c'è una cifra ideale da raggiungere: c'è da camminare con fedeltà a te stesso, a ciò che hai ricevuto, a ciò che sai fare, là dove la vita ti ha messo, fedele alla tua verità, senza maschere e paure. Le bilance di Dio non sono quantitative, ma qualitative. Dietro l'immagine dei talenti con ci sono soltanto i doni di intelligenza, di cuore, di carattere, le mie capacità. C'è madre terra, e tutte le creature messe sulla mia strada sono un dono del cielo per me. Ognuno è talento di Dio per gli altri. Magnifica suona la nuova formula del matrimonio: «Io accolgo te, come mio talento, come il regalo più bello che Dio mi ha fatto». Lo può dire lo sposo alla sposa, l'amico all'amico: Sei tu il mio talento! E il mio impegno sarà prendermi cura di te, aiutarti a fiorire nel tempo e nell’eterno. «L'essenza dell'amore non è in ciò che è comune, è nel costringere l'altro a diventare qualcosa, a diventare infinitamente tanto, a diventare il meglio di ciò che può diventare» (R.M. Rilke) (di Ermes Ronchi ) nr. 128 (Matteo 25, 14-30) DOMENICA XXXIII DEL TEMPO ORDINARIO Anno A Non amiamo a parole ma con i fatti Queste parole dell’apostolo Giovanni esprimono un imperativo da cui nessun cristiano può prescindere. L’amore non ammette alibi: chi intende amare come Gesù ha amato, deve fare proprio il suo esempio. Dio ha amato per primo e ha amato dando la propria vita. Un tale amore non può rimanere senza risposta, accende talmente il cuore che chiunque si sente portato a ricambiarlo nonostante i propri limiti. Se la grazia di Dio viene accolta nel nostro cuore, ci muove all’amore per Dio stesso e per il prossimo. Non pensiamo ai poveri come destinatari di gesti estemporanei per mettere in pace la coscienza. Anche la buona pratica del volontariato una volta alla settimana dovrebbe introdurre ad un vero incontro con i poveri e dare luogo ad una condivisione che diventi stile di vita. Da ciò derivano gioia e serenità d’animo, perché così si incontra realmente Cristo: toccandone il corpo in quello piagato dei poveri, come riscontro dell’Eucaristia. Siamo chiamati, pertanto, a tendere la mano ai poveri, a incontrarli, guardarli negli occhi, abbracciarli, per far sentire loro il calore dell’amore che spezza il cerchio della solitudine. La povertà è anzitutto una vocazione a seguire Gesù povero, un cammino dietro a Lui e con Lui che conduce alla beatitudine del Regno dei cieli. Povertà significa un cuore umile che sa accogliere la propria condizione di creatura limitata e peccatrice per superare la tentazione di onnipotenza, l'illusione di essere immortali. La povertà è un atteggiamento del cuore che impedisce di pensare al denaro, alla carriera, al lusso come obiettivo di vita. E’ la povertà, piuttosto, che crea le condizioni per assumere liberamente le responsabilità personali e sociali, nonostante i propri limiti, confidando nella vicinanza di Dio. La povertà, così intesa, è il metro che permette di valutare l’uso corretto dei beni materiali, e anche di vivere in modo non egoistico e possessivo i legami e gli affetti. Oggi, mentre emerge sempre più la ricchezza sfacciata di pochi, che spesso si accompagna all’illegalità e allo sfruttamento, fa scandalo l’estendersi della povertà a grandi settori della società in tutto il mondo. Alla povertà che inibisce lo spirito di iniziativa di tanti giovani, impedendo loro di trovare un lavoro; alla povertà che anestetizza il senso di responsabilità inducendo a preferire la delega e la ricerca di favoritismi; alla povertà che avvelena i pozzi della partecipazione e restringe gli spazi della professionalità umiliando così il merito di chi lavora e produce; a tutto questo occorre rispondere con una nuova visione della vita e della società. Questa Giornata Mondiale, a cui fondamento ci sia sempre la preghiera, diventi dunque un richiamo alla nostra coscienza credente affinché comprendiamo che i poveri non sono un problema ma una risorsa cui attingere per accogliere e vivere l’essenza del Vangelo. Dal Messaggio di Papa Francesco per la I Giornata Mondiale dei Poveri. 13 giugno 2017 Domenica 19 novembre 2017

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FOGLIO DI INFORMAZIONE INTERPARROCCHIALE PARROCCHIE DI MOGLIANO VENETO www.parrocchiemogliano.it

Collaborazione Pastorale di: Cuore Immacolato di Maria, Sacro Cuore, S. Antonio, S.Carlo, S. Elena Imperatrice, S. Marco, S. Maria Assunta, SS. Teonisto e Comp. Martiri

Gesù, quello che importa non è il numero dei talenti ricevuti, ma quello che siamo disposti a fare perché producano un frutto abbondante e non restino nascosti in una buca. Certo non si tratta di investire in azioni e obbligazioni per aumentare il capitale. Né ci si deve preoccupare di sfruttare al meglio le proprie doti, le proprie competenze per ricavarne il massimo rendimento. Tu non hai raccontato la parabola per far studiare di più i ragazzi del tuo e del nostro tempo. Il tesoro, infatti, è il tuo Vangelo: un Vangelo che domanda di essere annunciato e vissuto, portato a tutti quelli che incontriamo, a quanti vivono nei diversi luoghi in cui passiamo la vita, un Vangelo che chiede di non lasciarlo ammuffire in cantina, di non chiuderlo in una cassaforte, ma di essere fatto circolare, mettendoci la faccia, riconoscendo la possibilità che offre di un’esistenza rinnovata dall’amore di Dio, dalla sua misericordia. Certo non sarà facile uscire allo scoperto, dichiarare quello che siamo e la parola che ci hai affidata, ma lo faremo per te, per entrare nel tuo Regno. Roberto Laurita

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì. Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. [...]

Il Vangelo è pieno di una teologia semplice, la teologia del seme, del lievito, di inizi che devono fiorire. A noi tocca il lavoro paziente e intelligente di chi ha cura dei germogli e dei talenti. Dio è la primavera del cosmo, a noi il compito di esserne l'estate feconda di frutti. Come sovente nelle parabole, un padrone, che è Dio, consegna qualcosa, affida un compito, ed esce di scena. Ci consegna il mondo, con poche istruzioni per l'uso, e tanta libertà. Una sola regola fondamentale, quella data ad Adamo: coltiva e custodisci, ama e moltiplica la vita. La parabola dei talenti è l'esortazione pressante ad avere più paura di restare inerti e immobili, come il terzo servo, che di sbagliare (Evangelii gaudium 49); la paura ci rende perdenti nella vita: quante volte abbiamo rinunciato a vincere solo per il timore di finire sconfitti! La pedagogia del Vangelo ci accompagna invece a compiere tre passi fondamentali per l'umana crescita: non avere paura, non fare paura, liberare dalla paura. Soprattutto da quella che è la madre di tutte le paure, cioè la paura di Dio. Se leggiamo con attenzione il seguito della parabola, scopriamo che ci viene rivelato che Dio non è esattore delle tasse, un contabile che rivuole indietro i suoi talenti con gli interessi. Dice infatti: «Sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto». Ciò che i servi hanno realizzato non solo rimane a loro, ma in più viene moltiplicato. I servi vanno per restituire, e Dio rilancia: e questo

accrescimento, questo incremento di vita è esattamente la bella notizia. Questa spirale d'amore che si espande è l'energia segreta di tutto ciò che vive, e che ha la sua sorgente nel cuore buono di Dio. Tutto ci è dato come addizione di vita. Nessuna tirannia, nessun capitalismo della quantità: infatti colui che consegna dieci talenti non è più bravo di quello che ne riporta quattro. Non c'è una cifra ideale da raggiungere: c'è da camminare con fedeltà a te stesso, a ciò che hai ricevuto, a ciò che sai fare, là dove la vita ti ha messo, fedele alla tua verità, senza maschere e paure. Le bilance di Dio non sono quantitative, ma qualitative. Dietro l'immagine dei talenti con ci sono soltanto i doni di intelligenza, di cuore, di carattere, le mie capacità. C'è madre terra, e tutte le creature messe sulla mia strada sono un dono del cielo per me. Ognuno è talento di Dio per gli altri. Magnifica suona la nuova formula del matrimonio: «Io accolgo te, come mio talento, come il regalo più bello che Dio mi ha fatto». Lo può dire lo sposo alla sposa, l'amico all'amico: Sei tu il mio talento! E il mio impegno sarà prendermi cura di te, aiutarti a fiorire nel tempo e nell’eterno. «L'essenza dell'amore non è in ciò che è comune, è nel costringere l'altro a diventare qualcosa, a diventare infinitamente tanto, a diventare il meglio di ciò che può diventare» (R.M. Rilke) (di Ermes Ronchi )

nr. 128

(Matteo 25, 14-30)

DOMENICA XXXIII DEL TEMPO ORDINARIO

Anno A

Non amiamo a parole ma con i fatti Queste parole dell’apostolo Giovanni esprimono un imperativo da cui nessun cristiano può prescindere. L’amore non ammette alibi: chi intende amare come Gesù ha amato, deve fare proprio il suo esempio. Dio ha amato per primo e ha amato dando la propria vita. Un tale amore non può rimanere senza risposta, accende talmente il cuore che chiunque si sente portato a ricambiarlo nonostante i propri limiti. Se la grazia di Dio viene accolta nel nostro cuore, ci muove all’amore per Dio stesso e per il prossimo. Non pensiamo ai poveri come destinatari di gesti estemporanei per mettere in pace la coscienza. Anche la buona pratica del volontariato una volta alla settimana dovrebbe introdurre ad un vero incontro con i poveri e dare luogo ad una condivisione che diventi stile di vita. Da ciò derivano gioia e serenità d’animo, perché così si incontra realmente Cristo: toccandone il corpo in quello piagato dei poveri, come riscontro dell’Eucaristia. Siamo chiamati, pertanto, a tendere la mano ai poveri, a incontrarli, guardarli negli occhi, abbracciarli, per far sentire loro il calore dell’amore che spezza il cerchio della solitudine. La povertà è anzitutto una vocazione a seguire Gesù povero, un cammino dietro a Lui e con Lui che conduce alla beatitudine del Regno dei cieli. Povertà significa un cuore umile che sa accogliere la propria condizione di creatura limitata e peccatrice per superare la tentazione di onnipotenza, l'illusione di essere immortali. La povertà è un atteggiamento del cuore che impedisce di pensare al denaro, alla carriera, al lusso come obiettivo di vita. E’ la povertà, piuttosto, che crea le condizioni per assumere liberamente le responsabilità personali e sociali, nonostante i propri limiti, confidando nella vicinanza di Dio. La povertà, così intesa, è il metro che permette di valutare l’uso corretto dei beni materiali, e anche di vivere in modo non egoistico e possessivo i legami e gli affetti. Oggi, mentre emerge sempre più la ricchezza sfacciata di pochi, che spesso si accompagna all’illegalità e allo sfruttamento, fa scandalo l’estendersi della povertà a grandi settori della società in tutto il mondo. Alla povertà che inibisce lo spirito di iniziativa di tanti giovani, impedendo loro di trovare un lavoro; alla povertà che anestetizza il senso di responsabilità inducendo a preferire la delega e la ricerca di favoritismi; alla povertà che avvelena i pozzi della partecipazione e restringe gli spazi della professionalità umiliando così il merito di chi lavora e produce; a tutto questo occorre rispondere con una nuova visione della vita e della società. Questa Giornata Mondiale, a cui fondamento ci sia sempre la preghiera, diventi dunque un richiamo alla nostra coscienza credente affinché comprendiamo che i poveri non sono un problema ma una risorsa cui attingere per accogliere e vivere l’essenza del Vangelo. Dal Messaggio di Papa Francesco per la I Giornata Mondiale dei Poveri. 13 giugno 2017

Domenica 19 novembre 2017

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Domenica 19 S.Messa ore 10 Giorgio e Carla Fardin; Mario De Stefani. Giovedì 23 S.Messa ore 18,30 Fiore Longo. Sabato 25 S.Messa ore 19 per il popolo. Domenica 26 S.Messa ore 10 fam. Venturato; Maria, Pietro, Giuseppe e Natale; Elsa e Bruno Sottana; Pietro, Maria e Dorina; Bruna Favaretto.

Domenica 19 Pr 31,10-13.19-20.30-31; Sal 127; 1Ts 5,1-6; Mt 25,14-30. Lunedì 20 1Mac 1,10-15.41-43.54-57.62-64; Lc 18,35-43. Martedì 21 Presentazione della B. V. Maria 2Mac 6,18-31; Lc 19,1-10.

Domenica 19 S.Messe ore 9 Giuseppe; ore 11 Ferdinando Vettori; Marcello Gobbo; Clelia, Giovanni e Alberto Secco; Anna, Angelo e Mariano Tumino; ore 19 per il popolo. Lunedì 20 S.Messa ore 8,30 Maria, Egisto, Lena e Lino. Martedì 21 S.Messe ore 8,30 Gigliola Soldan; ore 19 Assunta Formenton; Ernesto e Alberto Rosina; Santa Pistolato; Maria Cussiol. Mercoledì 22 S.Messa ore 8,30 Don Vittorio e Giustina; Jordy; Piero e Bianca. Giovedì 23 S.Messa ore 8,30 Albino e Flora. Venerdì 24 S.Messa ore 8,30 Livia e Sebastiano; Silvano Sandri. Sabato 25 S.Messa ore 19 Elio e Leda Vian; Antonio, Angela, Emilio e Marcella Tolomio; Bruno Chinellato; Clorinda Milani (trig.). Domenica 26 S.Messe ore 9 fam. Carlo e Onorina Gatti; Ugo Ugo; Renato Gabanotto (ann.); ore 11 Gianfranco, Teresa e Maria; ore 19 Egidio Meggetto; Bruna Favaretto.

presso Centro Pastorale orario 11 - 13

dal lunedì al venerdì Tel. 041 5900375

Cellulare 334 2590290 Fax 041 4566339

E-mail: [email protected]

SABATO: 9-11,30 chiesa San Marco

16-18 duomo S. Maria Assunta DOMENICA (prima delle messe)

a S. Maria Assunta 8,30-9 e 10,30-11

Dal lunedì al venerdì ore 18,00 a S. Carlo

Lunedì ore 21 S. Maria Assunta (in oratorio)

Giovedì ore 18,00 a S. Marco

LITURGIA delle ORE: I Settimana Mercoledì 22 S.Cecilia 2Mac 7,1.20-31; Lc 19,11-28. Giovedì 23 1Mac 2,15-29; Lc 19,41-44. Venerdì 24 Ss. Andrea Dung-Lac e compagni 1Mac 4,36-37.52-59; Lc 19,45-48 . Sabato 25 1Mac 6,1-13; Lc 20,27-40.

Tutti i sabati don Samuele è presente a:

San Marco ore 9,30-11,30 Santa Maria Assunta ore 16-18

in chiesa o in canonica.

2° Lunedì del mese: 20,30-21,30 a S.Antonio Tutti i sabati: ore 8,30 - 11,30

a S. Marco, in chiesa Tutti i giovedì: 18,30 - 22,00 a S. Maria Assunta, in abbazia.

dal lunedì al venerdì (LODI) ore 8,00 a S. Maria Assunta

sabato ore 8,30 S.Marco

Prove del coretto il venerdì ore 20,30 ogni 15 giorni.

Ore 20,30 centro pastorale, primo corso teologico vicariale, Gli occhiali della famiglia. Psicologia delle relazioni familiari.

Terzo incontro: Conflitti nelle relazioni familiari. Relatore dottor Walter Colesso. Info nel depliant dedicato.

Taizè Basel 28.12.2017-01.01.2018: incontro europeo per i giovani dai 17 ai 35 anni. Info: Gabriele 348 4619195 [email protected];

Pier Paolo 335 5947103 [email protected].

MER

22

Ore 20,15 Treviso Sant’Ambrogio Di Fiera, Veglia per la famiglia ferita.

VEN 24

Giovedì 23 - domenica 26 Fonzaso Seminario, Voglio l’Amore. La ricerca di Dio nel libro del profeta Osea, tre giorni biblica

per giovani dai 20 ai 35 anni. Preparazione per prima esperienza domenica 19 ore 15 Treviso Casa Toniolo.

Info e iscrizioni: AC Treviso Casa Toniolo 0422 576878.

Oggi la Segreteria parrocchiale resterà chiusa. LUN

20

Ore 12 Battesimo di Cecchinato Aurora, Fornea Giulio, Medici Maurizio Raphael Viaka.

DOM 19

Ore 16,15 chiesa S.M. Assunta, Concerto di Solidarietà. Coro Terzo Movimento diretto dal maestro A.Fabbris.

DOM 19

I Giornata Mondiale dei Poveri. Potete trovare nelle nostre chiese la versione integrale del

Messaggio di Papa Francesco: Non amiamo a parole ma con i fatti.

DOM

19Ore 9,20 Collegio Astori, incontro dei Cooperatori Salesiani aperto

a tutti. Tema: Tempio Santo - La carità fa di molti un corpo solo.

DOM 19

Sabato 2 dicembre pellegrinaggio Santuario Monte Grisa e Basilica di S.Giusto, Trieste con don Marco. Partenza ore 7,30 dal cinema Busan. Costo euro 36. Prenotazioni: segreteria delle parrocchie o Vincenzo 338 2603235.

Con l’iniziativa Frutto di un sostegno sociale sono stati raccolti 3939 euro per la costruzione di case alloggio per disabili. Grazie a tutti!!!

La prossima settimana don Samuele sarà fuori Mogliano per un corso di aggiornamento. Sarà di nuovo qui sabato 25.

VEN

24 Ore 21 centro pastorale riunione del Consiglio Pastorale Parrocchiale.

Con l’iniziativa Frutto di un sostegno sociale sono stati raccolti 1627 euro per la costruzione di case alloggio per disabili.

Grazie a tutti!!!

Con l’iniziativa Frutto di un sostegno sociale sono stati raccolti 405 euro per la costruzione di case alloggio per disabili.

Grazie a tutti!!!

S.Messa ore 11 in onore di Maria Virgo Fidelis, con la presenza delle autorità per la festa dell’Associazione Nazionale Carabinieri.

DOM 26