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1 ANNO XI Nr. 1 Periodico a cura dei ragazzi della Parrocchia San Carlo - CAVE Domenica, 4 febbraio 2018 Il santo più alla moda che ci sia Carissimi fratelli e sorelle, alla vigilia del tempo liturgico della Quaresima, i nostri ragazzi e giovani, attraverso il giornalino parrocchiale giungono nelle nostre case per raccontare gli eventi passati più significativi della nostra comunità e ci preparano a vivere personalmente e comunitariamente il grande tempo della Quaresima. Avremo ancora la possibilità di “tornare al Signore con tutto il cuore”… tornare certo… insieme… questo è il tempo per dare uno slancio nuovo al nostro essere cristiano… questo è il tempo giusto nel quale possiamo ascoltare la voce del Signore che sta alla porta del nostro cuore e chiede di entrare. Le attività che la parrocchia vive sono solo opportunità per uscire dal frastuono dei nostri molteplici impegni per stare cuore a cuore col Signore, il mezzo per dare spazio nuovo alle motivazioni che danno senso alla nostra vita e alle nostre attività familiari, di lavoro, di volontariato. Il Vangelo, l’Eucaristia, il Sacramento della Riconciliazione sono i “luoghi” in cui Dio ci attende; le opere di bene, il digiuno e la preghiera sono le nostre generose risposte a quell’Amore che sempre ci precede con misericordia infinita. La nostra Comunità cristiana resti sempre aperta e accogliente a chi con animo provato cerca ristoro per l’anima. La quaresima allora diventa azione concreta di conversione della mente e del cuore che si manifesta nel concreto, nel mio quotidiano, e contatto con quelle “realtà vive in cui vivo”. Si realizzi in noi e nella Comunità cristiana il desiderio di unità di Gesù per essere comunità credibile e creduta, lontana da competizioni personali e ideologiche, aperta all’esperienza di Dio. Se il digiuno quaresimale non esce dal suo contesto ascetico di atto volontaristico che a fine quaresima mi porta a dire: “guarda che bravo che sono stato, ho rinunciato per quaranta giorni a…”, e mi apre alla carità fattiva di quantificare la rinunzia e a trasformarla in atto d’amore per chi ha bisogno, allora anche il digiuno resta sterile e farisaico segno della mia vanità e superbia. Il Campanile 10 febbraio: Festa di Carnevale. Dalle ore 15 alle ore 17 festa per bambini. Dalle ore 19 alle 22 festa per ragazzi. 11 febbraio: Giornata del Malato. Ore 17 Santa Messa e Unzione degli infermi 12 febbraio: 40 Ore adorazione. A pag. 5 i dettagli del programma. 13 febbraio: Ore 20:30 ultima catechesi parrocchiale per giovani e adulti 14 febbraio: Mercoledì delle Ceneri (inizio Quaresima). Sante Messe Ore 18 con i bambini e i ragazzi della catechesi e ore 21 per adulti. 16 febbraio e tutti i venerdì di quaresima: Ore 16.30 pia pratica della Corda Pia. Ore 17:30 Via Crucis 20 febbraio: Ore 20.45 Adorazione Eucaristica Lu&Gi Avvisi Così è anche per la carità stessa, quella che Gesù chiama nel Vangelo “elemosina”, se non è compiuta di cuore, senza attendersi contraccambi ma solo come atto gratuito verso realtà concrete di chi mi vive vicino, può divenire sterile e facile concorrenza del nostro IO. Già da oggi guardiamo quindi al crocifisso, all’Amore gratuito per eccellenza, vedendo in quell’uomo appeso ad un legno il modello vero e unico del nostro cammino di resurrezione, Lui che si è dato per gli uomini di ogni “tempo” e di ogni “spazio”. Dio vi benedica tutti. Don Gerardo, parroco

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ANNO XI Nr. 1 Periodico a cura dei ragazzi della Parrocchia San Carlo - CAVE Domenica, 4 febbraio 2018

Il santo più alla

moda che ci sia

Carissimi fratelli e sorelle, alla vigilia del tempo liturgico della Quaresima, i nostri ragazzi e giovani, attraverso il giornalino parrocchiale giungono nelle nostre case per raccontare gli eventi passati più significativi della nostra comunità e ci preparano a vivere personalmente e comunitariamente il grande tempo della Quaresima. Avremo ancora la possibilità di “tornare al Signore con tutto il cuore”… tornare certo… insieme… questo è il tempo per dare uno slancio nuovo al nostro essere cristiano… questo è il tempo giusto nel quale possiamo ascoltare la voce del Signore che sta alla porta del nostro cuore e chiede di entrare. Le attività che la parrocchia vive sono solo opportunità per uscire dal frastuono dei nostri molteplici impegni per stare cuore a cuore col Signore, il mezzo per dare spazio nuovo alle motivazioni che danno senso alla nostra vita e alle nostre attività familiari, di lavoro, di volontariato. Il Vangelo, l’Eucaristia, il Sacramento della Riconciliazione sono i “luoghi” in cui Dio ci attende; le opere di bene, il digiuno e la preghiera sono le nostre generose risposte a quell’Amore che sempre ci precede con misericordia infinita. La nostra Comunità cristiana resti sempre aperta e accogliente a chi con animo provato cerca ristoro per l’anima. La quaresima allora diventa azione concreta di conversione della mente e del cuore che si manifesta nel concreto, nel mio quotidiano, e contatto con quelle “realtà vive in cui vivo”. Si realizzi in noi e nella Comunità cristiana il desiderio di unità di Gesù per essere comunità credibile e creduta, lontana da competizioni personali e ideologiche, aperta all’esperienza di Dio. Se il digiuno quaresimale non esce dal suo contesto ascetico di atto volontaristico che a fine quaresima mi porta a dire: “guarda che bravo che sono stato, ho rinunciato per quaranta giorni a…”, e mi apre alla carità fattiva di quantificare la rinunzia e a trasformarla in atto d’amore per chi ha bisogno, allora anche il digiuno resta sterile e farisaico segno della mia vanità e superbia.

Il Campanile

10 febbraio: Festa di Carnevale. Dalle ore 15 alle ore 17 festa per bambini. Dalle ore 19 alle 22 festa per ragazzi. 11 febbraio: Giornata del Malato. Ore 17 Santa Messa e Unzione degli infermi 12 febbraio: 40 Ore adorazione. A pag. 5 i dettagli del programma. 13 febbraio: Ore 20:30 ultima catechesi parrocchiale per giovani e adulti 14 febbraio: Mercoledì delle Ceneri (inizio Quaresima). Sante Messe Ore 18 con i bambini e i ragazzi della catechesi e ore 21 per adulti. 16 febbraio e tutti i venerdì di quaresima: Ore 16.30 pia pratica della Corda Pia. Ore 17:30 Via Crucis 20 febbraio: Ore 20.45 Adorazione Eucaristica Lu&Gi

Avvisi

Così è anche per la carità stessa, quella che Gesù chiama nel Vangelo “elemosina”, se non è compiuta di cuore, senza attendersi contraccambi ma solo come atto gratuito verso realtà concrete di chi mi vive vicino, può divenire sterile e facile concorrenza del nostro IO. Già da oggi guardiamo quindi al crocifisso, all’Amore gratuito per eccellenza, vedendo in quell’uomo appeso ad un legno il modello vero e unico del nostro cammino di resurrezione, Lui che si è dato per gli uomini di ogni “tempo” e di ogni “spazio”. Dio vi benedica tutti. Don Gerardo, parroco

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"Francesco e la non violenza"

Il 13 gennaio scorso, nella nostra parrocchia, l'OFS di Cave e l'Associazione Francescani nel mondo hanno dato avvio al primo ciclo di conferenze per sensibilizzare contro ogni forma di violenza. Il ciclo culminerà con una fiaccolata per la pace il 1 set-tembre. Fra Arturo Milici ha tenuto la prima riflessione sulla figura di San Francesco, ponendo innanzitutto attenzione al periodo storico in cui è vissuto, un periodo dominato da guerre, crociate e lotte tra comuni. Prima quindi del cambiamento, che lo ha reso uomo di pace, Francesco è stato uomo di guerra. Il suo nuovo atteggiamento si pone perciò in controtendenza rispetto alla so-cietà in cui viveva. A lui il merito di aver saputo creare con i primi frati una comunità che al suo interno radunava rappresentanti di tutte le categorie del suo tempo, ossia mercanti, nobili, contadini. Una vera fraternità che ha saputo dare risposte concrete alla so-

cietà e un modello alternativo alla violenza continua. Ricordando il miracolo del dialogo con il sultano, Fra Arturo ha lanciato anche ai presenti delle provocazioni. In primis quella di non ve-dere lo straniero, l’altro in genere, come un nemico. Ma mettere in moto tutte le nostre capacità di dialogo, di pace, di incontro per riuscire a guardare oltre. Ha quindi offerto spunti da cui parti-

re per far si che ciascuno abbia la possibilità di esse-re recuperato. Il cammino parte iniziando da noi, dal decentramen-to da se stessi, per muoversi in-contro al prossimo e non stare fermi ad aspettare. Conquistare gra-dualmente la fidu-cia nell’altro, cre-ando fraternità e relazioni, ma nella piena umiltà, per poi arrivare a pro-porre il messag-

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Sinodo sui giovani 2018:

“I giovani, la fede e il discernimento vocazionale.”

Ad ottobre 2018 si terrà la XV Assemblea Generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi, su un

tema decisamente nuovo, quasi sorprendente, entusiasmante…ossia “I giovani, la fede e il

discernimento vocazionale”!!! Su cosa mai dovranno riflettere i nostri Vescovi? Quali saran-

no gli spunti di riflessione che i giovani donano e offrono alle menti dei nostri Padri? Papa

Francesco ha scelto questo tema, che vede al centro i giovani, il loro cammino esistenziale, le

loro scoperte e i loro progetti di vita, aprendosi all’incontro con Dio e con la Chiesa!!

Ai tempi di oggi, purtroppo, non è facile relazionarsi con un giovane, capire quali sono non

solo i suoi sogni, ma anche le sue preoccupazioni, timori, nei confronti di un futuro che ci vie-

ne prospettato come incerto, non sereno, non sempre all’altezza delle aspirazioni dei nostri a-

dolescenti…per questo motivo, infatti, questo “camminare insieme” si presenta come una

grande opportunità che non solo servirà ad avvicinarsi all’universo spettacolare che un giova-

ne ha da offrire ( l’idea che i giovani sono un dono, una risorsa inesauribile e preziosa per la

società tutta è tanto vera..!!!) ma darà anche modo agli adulti di riflettere sulla loro fede, sulla

loro vocazione e sul modo di “farsi testimoni di Dio”…perché la preghiera, l’amore, l’unione

e la forza che ci unisce nel nostro Signore ha tanto bisogno dell’energia, della fede e della spe-

ranza che solo un giovane sa far nascere nel suo cuore e in quello di tutta la sua comunità!!

La Chiesa sembra distante e lontana dai nostri problemi, dalle nostre paure, dalle nostre paro-

le...costruire dialogo e relazione in questa dimensione sembra dunque il modo migliore per

ricostituire una identità che sembra essersi perduta, e in cui sono proprio i giovani il punto

d’inizio e il punto d’arrivo, il primo e l’ultimo passo, l’alfa e l’omega…dunque, è questo il

tempo di parlare di fede!!

Dice Luca Micelli che un giovane vive la fede in modo appassionato, totalizzante, ma è quel-

lo che pensiamo noi di loro ad essere poco rispettoso dal momento che si cade spesso in ste-

reotipi e luoghi comuni (siamo l’esercito del selfieeeee!!!). La verità è che discernimento e

fede si annidano nella no-

stra vita. Tutti noi faccia-

mo esperienze di fede nel

momento in cui ci trovia-

mo a fare una scelta: cre-

dere in qualcosa o meno,

allontanarsi dalla fede e

chi invece, grazie alla fe-

de, ha trovato il senso di

tutta la sua vita.

E in questo cammino, a

che punto è la fede nei gio-

vani?

Lo scopriremo ad ottobre

2018, forse la nostra Chie-

sa sarà in grado di rispon-

dere ai grandi interrogativi

che da sempre affollano

l’anima di ciascuno…

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VEGLIA ECUMENICA DI PREGHIERA

In occasione della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, si è tenuta nella nostra Parrocchia la veglia ecumenica presieduta dall’Amministratore Apostolico di Palestrina Mons. Mauro Parmeggiani. Tante le persone, venute anche da fuori, che hanno accolto l’invito della Diocesi a pregare insieme per una unità che ancora è difficile realizzare. La ricerca dell’unità dei cristiani è un compito sempre più urgente della Chiesa cattolica. L’ecumenismo – da distinguere dal dialogo interreligioso – trova il suo fondamento nel testamento lasciatoci da Gesù stesso la vigilia della sua morte: “Ut unum sint” (Gv 17,21). Il Concilio Vaticano II ha descritto l’impegno a favore dell’unità dei cristiani come uno dei suoi principali intenti (UR 1) e come un impulso dello Spirito Santo (UR 1, 4). Papa GIOVANNI PAOLO II ha più volte sottolineato l’“irreversibilità della scelta ecumenica”(Ut unum sint, 3). E il Santo Padre BENEDETTO XVI, fin dai primi giorni del suo Pontificato, ha assicurato di impegnarsi a fondo per la ricostituzione della piena e visibile unità di tutti i seguaci di Cristo. In questo compito, il criterio prioritario è l’unità della Fede. Il punto di partenza dell’ecumenismo è il Battesimo, quello di arrivo è la celebrazione comune dell’Eucaristia. Il dialogo ecumenico è basato sul diritto-dovere di esprimere ciascuno, con serenità ed obbiettività, la propria identità, evidenziando ciò che si è, ciò che unisce e ciò che divide. Esporre con chiarezza le proprie posizioni non limita il dialogo ecumenico ma lo favorisce.Nel dialogo ecumenico “vale sempre il principio dell’amore fraterno e della ricerca di comprensione e di avvicinamenti reciproci; ma anche la difesa della Fede del nostro popolo, confermandolo nella gioiosa certezza che l’«unica Christi Ecclesia… subsistit in Ecclesia catholica, a successore Petri et Episcopis in eius communione gubernata»(«l’unica Chiesa di Cristo… sussiste nella Chiesa cattolica, governata dal successore di Pietro e dai Vescovi in comunione con lui» (LG 8)” (BENEDETTO XVI, Omelia, 12-5-07). Cosa fare per l’unità dei cristiani? ■ “Sono necessari: • un rinnovamento permanente della Chiesa in una accresciuta fedeltà alla sua vocazione. Tale rinnovamento è la forza del movimento verso l’unità; • la conversione del cuore per «condurre una vita più conforme al Vangelo», poiché è l’infedeltà delle membra al dono di Cristo a causare le divisioni; • la preghiera in comune; infatti la «conversione del cuore» e la «santità della vita, insieme con le preghiere private e pubbliche per l’unità dei cristiani, si devono ritenere come l’anima di tutto il movimento ecumenico e si possono giustamente chiamare ecumenismo spirituale»; • la reciproca conoscenza fraterna; • la formazione ecumenica dei fedeli e specialmente dei sacerdoti; • il dialogo tra i teologi e gli incontri tra i cristiani delle differenti Chiese e comunità; • la cooperazione tra cristiani nei diversi ambiti del servizio agli uomini” (CCC 821). ■ “Ecumenismo vero non c’è senza interiore conversione e purificazione della memoria, senza santità di vita in conformità con il Vangelo, e soprattutto senza un’intensa ed assidua preghiera che faccia eco alla preghiera di Gesù” (GIOVANNI PAOLO II, Discorso,13 novembre 2004). ■ “L’unione con Cristo è allo stesso tempo unione con tutti gli altri ai quali Egli si dona. Io non posso avere Cristo solo per me; posso appartenergli soltanto in unione con tutti quelli che sono diventati o diventeranno suoi. La comunione mi tira fuori da me stesso verso di Lui, e così anche verso l’unità con tutti i cristiani” (BENEDETTO XVI, Deus caritas est, n.14).

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CHE COSA SONO LE QUARANTORE?

Un po’ di storia …

Le Quarantore sono una della forme di esposizione eucaristica, come ve ne erano tante e varie dal tardo Medioevo in poi. Si

può dire che esse furono la forma tipica che l'adorazione solenne del Sacramento prese in Italia verso il principio del sec.

XVI. Esse si richiamano in particolare alle 40 ore che Nostro Signore passò nel sepolcro, e forse traggono la loro origine

nell'adorazione che si faceva tra il Giovedì santo e il Venerdì Santo davanti alla reposizione del Sacramento, che appunto

veniva erroneamente, chiamata Sepolcro. Si cominciò a praticarle a Milano nel 1527, come pio esercizio per scongiurare le

calamità belliche del momento, dietro la spinta di Gian Antonio Bellotti, che ottenne che venissero praticate quattro volte in

un anno. In tale occasione però il SS. Sacramento non veniva esposto, poiché l’adorazione avveniva davanti al tabernacolo

chiuso. È controverso chi abbia per primo incominciato ad esporre per l’occasione il Sacramento, tra speciale rilievo di luci

e di addobbi. Sembra che la cosa sia ad ogni modo cominciata a Milano, o nel 1534 per opera di P. Bono da Cremona,

barnabita, o nel 1537 per opera del cappuccino P. Giuseppe da Fermo, al quale ad ogni modo va soprattutto il merito, oltre

che di aver diffuso la pratica in altre importanti città italiane, di aver disposto che l'esposizione e l'adorazione del

Sacramento passasse da una chiesa all'altra nella stessa città, in modo da creare un ciclo completo di adorazione durante

tutto un anno (Adorazione perpetua).

A questa pratica furono assegnate le prime indulgenze da Papa Paolo III, ed essa ricevette la prima organizzazione stabile

per Milano da S. Carlo Borromeo, nel I Conc. Provinciale del 1565.

A Roma ebbe un grande fautore in S. Filippo Neri, che la prese come una delle principali pratiche di devozione per la sua

Confraternita, e la solenne festa esteriore con cui accompagnava la pratica contribuì a fare di lui il padre degli oratori

musicali, che tanto decoro artistico diedero alla musica del tempo.

Il Papa Clemente VIII, nel 1592, diede una prima regolamentazione, disponendo che con l'esposizione delle Quarantore,

“una catena ininterrotta di preghiere..., ad ogni ora del giorno e della notte, in tutto l'anno” si creasse a Roma. Finalmente

Clemente XII, nel 1731, stabilì tutto il cerimoniale con cui si devono praticare le Quarantore con una istruzione che porta il

nome di Instusctio Clementina.

Le Quarantore previste dalla Instructio Clementina si devono praticare naturalmente solo in quelle città che hanno molte

chiese. La pratica però non tardò ad estendersi anche nei centri minori, almeno come esercizio annuale, specialmente dopo

l'avvio che la cosa prese a Macerata nel 1556, per opera di due missionari gesuiti, che volendo ritrarre la gente da uno

spettacolo immorale, organizzarono l'esposizione delle Quarantore con particolare solennità. La cosa non solo riuscì, ma

contribuì a dare all'esercizio quel carattere di espiazione che riveste particolarmente nei luoghi dove si fa una volta all'anno,

e precisamente nel periodo del Carnevale.

Il Papa Leone XIII, nel 1897, estese a tutte le chiese del mondo le indulgenze che alla pia pratica erano state concesse nella

città di Roma.

Nella nostra comunità parrocchiale, ormai da lunga tradizione, celebreremo

solennemente le quarantore lunedì 12 e martedì 13 febbraio con questo programma:

Lunedì ore 8:30 Santa Messa con Lodi . Dalle 9 esposizione del SS Sacramento e

adorazione silenziosa prolungata fino alle 17. dopo la santa Messa Vespertina,

Adorazione fino alle ore 24.

Martedì 13 ore 8:30 Santa Messa

con Lodi . Dalle 9 esposizione del

SS Sacramento e adorazione

silenziosa prolungata fino alle

16:30 quando celebreremo i

Vespri solenni. Con la Santa

Messa delle 17 concluderemo

questo tempo di grazia. Durante

l’adorazione silenziosa di lunedì e

martedì il parroco resta a

disposizione per le confessioni.

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Anno liturgico. Capire la Quaresima: segni, parole e gesti di un

tempo di conversione

Il 14 febbraio, Mercoledì delle Ceneri, inizia la Quaresima. È il «tempo forte» che prepara alla Pasqua, culmine dell’Anno

liturgico e della vita di ogni cristiano. Come dice san Paolo, è «il momento favorevole» per compiere «un cammino di vera

conversione» così da «affrontare vittoriosamente con le armi della penitenza il combattimento contro lo spirito del male», si

legge nell’orazione colletta all’inizio della Messa del Mercoledì delle Ceneri. Questo itinerario di quaranta giorni che

conduce al Triduo pasquale, memoria della passione, morte e risurrezione del Signore, cuore del mistero di Salvezza, è un

tempo di cambiamento interiore e di pentimento in cui «il cristiano è chiamato a tornare a Dio “con tutto il cuore” per non

accontentarsi di una vita mediocre», ricorda papa Francesco nel Messaggio per la Quaresima 2017.

Il numero 40

Nella liturgia si parla di Quadragesima, cioè di un tempo di quaranta giorni. La Quaresima richiama alla mente i quaranta

giorni di digiuno vissuti dal Signore nel deserto prima di intraprendere la sua missione pubblica. Si legge nel Vangelo di

Matteo: «Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e

quaranta notti, alla fine ebbe fame».

Quaranta è il numero simbolico con cui l’Antico e il Nuovo testamento rappresentano i momenti salienti dell’esperienza

della fede del popolo di Dio. È una cifra che esprime il tempo dell’attesa, della purificazione, del ritorno al Signore, della

consapevolezza che Dio è fedele alle sue promesse. Nell’Antico Testamento sono quaranta i giorni del diluvio universale,

quaranta i giorni passati da Mosè sul monte Sinai, quaranta gli anni in cui il popolo di Israele peregrina nel deserto prima di

giungere alla Terra Promessa, quaranta i giorni di cammino del profeta Elia per giungere al monte Oreb, quaranta i giorni

che Dio concede a Ninive per convertirsi dopo la predicazione di Giona.

Nei Vangeli sono anche quaranta i giorni durante i quali Gesù risorto istruisce i suoi, prima di ascendere al cielo e inviare lo

Spirito Santo. Tornando alla Quaresima, essa è un «accompagnare Gesù che sale a Gerusalemme, luogo del compimento del

suo mistero di passione, morte e risurrezione e ricorda che la vita cristiana è una “via” da percorrere, consistente non tanto in

una legge da osservare, ma nella persona stessa di Cristo, da incontrare, da accogliere, da seguire», ha spiegato Benedetto

XVI nel 2011.

Le ceneri

Il Mercoledì delle Ceneri è giorno di digiuno e astinenza dalle carni

(così come lo è il Venerdì Santo, mentre nei Venerdì di Quaresima si

è invitati all’astensione dalle carni). Come ricorda uno dei prefazi di

Quaresima, «con il digiuno quaresimale» è possibile vincere «le

nostre passioni» ed elevare «lo spirito». Durante la celebrazione del

Mercoledì delle Ceneri il sacerdote sparge un pizzico di cenere

benedetta sul capo o sulla fronte. Secondo la consuetudine, la cenere

viene ricavata bruciando i rami d’ulivo benedetti nella Domenica

delle Palme dell’anno precedente. La cenere imposta sul capo è un

segno che ricorda la nostra condizione di creature ed esorta alla

penitenza.

Nel ricevere le ceneri l’invito alla conversione è espresso con una

duplice formula: «Convertitevi e credete al Vangelo» oppure

«Ricordati che sei polvere e in polvere ritornerai». Il primo richiamo è

alla conversione che significa cambiare direzione nel cammino della

vita e andare controcorrente (dove la “corrente” è lo stile di vita

superficiale, incoerente ed illusorio). La seconda formala rimanda agli

inizi della storia umana, quando il Signore disse ad Adamo dopo la

colpa delle origini: «Con il sudore del tuo volto mangerai il pane, finché non ritornerai alla terra, perché da essa sei stato

tratto: polvere tu sei e in polvere ritornerai!» (Gen 3,19). La parola di Dio evoca la fragilità, anzi la morte, che ne è la forma

estrema. Ma se l’uomo è polvere, è una polvere preziosa agli occhi del Signore perché Dio ha creato l’uomo destinandolo

all’immortalità.

I segni: digiuno, elemosina, preghiera

Il digiuno, l’elemosina e la preghiera sono i segni, o meglio le pratiche, della Quaresima. Il digiuno significa l’astinenza

dal cibo, ma comprende altre forme di privazione per una vita più sobria.

Il digiuno è legato poi all’elemosina. San Leone Magno insegnava in uno dei suoi discorsi sulla Quaresima: «Quanto

ciascun cristiano è tenuto a fare in ogni tempo, deve ora praticarlo con maggiore sollecitudine e devozione, perché si

adempia la norma apostolica del digiuno quaresimale consistente nell'astinenza non solo dai cibi, ma anche e soprattutto dai

peccati. A questi doverosi e santi digiuni, poi, nessuna opera si può associare più utilmente dell’elemosina, la quale sotto il

nome unico di “misericordia” abbraccia molte opere buone ». Così il digiuno è reso santo dalle virtù che l’accompagnano,

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soprattutto dalla carità, da ogni gesto di generosità che dona ai poveri e ai bisognosi il frutto di una privazione. Non è un caso

che nelle diocesi e nelle parrocchie vengano promosse le Quaresime di fraternità e carità per essere accanto agli ultimi.

La Quaresima, inoltre, è un tempo privilegiato per la preghiera. Sant’Agostino dice che il digiuno e l’elemosina sono «le

due ali della preghiera» che le permettono di prendere più facilmente il suo slancio e di giungere sino a Dio. E san Giovanni

Crisostomo esorta: «Abbellisci la tua casa di modestia e umiltà con la pratica della preghiera. Così prepari per il Signore una

degna dimora, così lo accogli in splendida reggia».

Il conteggio dei giorni

Già nel IV secolo vi è una Quaresima di 40 giorni computati a ritroso a partire dal Venerdì Santo fino alla prima domenica di

Quaresima. Persa l’unità dell'originario triduo pasquale (nel VI secolo), la Quaresima risultò di 42 giorni, comprendendo il

Venerdì e il Sabato Santo. Gregorio Magno trovò scorretto considerare come penitenziali anche le sei domeniche (compresa

quella delle Palme). Pertanto per ottenere i 40 giorni (che senza le domeniche sarebbero diventati 36) anticipò, per il rito

romano, l’inizio della Quaresima al mercoledì (che diventerà “delle Ceneri”). Attualmente la Quaresima termina con la

Messa nella Cena del Signore del Giovedì Santo. Ma per ottenere il numero 40, escludendo le domeniche, bisogna, come

al tempo di Gregorio Magno, conteggiare anche il Triduo pasquale.

La liturgia

Come nell’Avvento, anche in Quaresima la liturgia propone alcuni segni che nella loro semplicità aiutano a comprendere meglio

il significato di questo tempo. Come già accaduto nelle settimane che precedono il Natale, in Quaresima i paramenti liturgici del

sacerdote mutano e diventano viola, colore che sollecita a un sincero cammino di conversione. Durante le celebrazioni, inoltre,

non troviamo più i fiori ad ornare l’altare, non recitiamo il “Gloria” e non cantiamo l'“Alleluia”.

La «CORDA PIA» (espressione latina che letteralmente significa «i cuori

pii») così detta dalle prime parole del canto iniziale, è una liturgia penitenziale imperniata sulla meditazione della « Passione » del Signore e

che si rispecchia nel fatto singolare delle stimmate di S. Francesco.

Viene celebrata tradizionalmente dalle Comunità dei Francescani

Minori Conventuali nei venerdì della Quaresima ; ma può essere adatta

opportunamente anche per ogni altra liturgia che voglia ricordare la «

Passione » del Signore nello spirito di S. Francesco.

La nostra comunità parrocchiale ha le sue radici nel carisma

francescano e riprendere queste pie pratiche aiuta l’anima ad elevarsi

nella comprensione del mistero della croce. Ogni venerdì di quaresima

alle 16:30 comunitariamente vogliamo unirci in preghiera con la

famiglia francescana e meditare sulla passione di Gesù.

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PICCOLA … TRECCANI: Ecumenica: Che si estende a tutto il mondo, universale; Controtendenza: Orientamento che si differenzia da quello della gran parte della gente; Decentramento: Spostamento dal centro alle zone periferiche o esterne, Annidano: Nascondere, accogliere dentro di se; Minuzioso: Con molta cura e attenzione per i più piccoli particolari; Suggestiva: Che affascina, incanta, desta ammirazione; Permanente: Una cosa che continua e dura nel tempo.

Si è conclusa il 7 gennaio scorso l’VIII mostra presepi allestita dal CTG nel chiostro di San Carlo. 18 i pre-sepi esposti, rea-lizzati da esperti e principianti, giovani e adulti, sia di Cave che dei paesi limi-trofi. Ben due i premi in pa-

lio!!!...uno assegnato dalla giuria tecnica, composta da tre fotografi, e uno dal voto del pubblico, che fino al 7 gennaio ha avuto la possibilità di scegliere il presepe

che è piaciuto di più. Al pomeriggio dello stesso giorno, dopo lo spoglio delle schede, si è svolta la premiazione, alla presenza del parroco Don Gerardo e del Sindaco di Cave, Angelo Lupi. Il presepe risultato vincitore, sia del giudizio tecnico che di quello popolare, è stato il n. 6. Nella foto potete ammirare il lavoro minuzioso e partico-lareggiato realizzato da Fabrizio Bianchi, premiato dal Sindaco. Ma è doveroso fare i complimenti a tutti gli altri partecipanti che si sono messi in gioco e che con la loro partecipazione hanno contribuito alla buona riusci-ta della manifestazione.. vi aspettiamo alla prossima edizione...

METTI UNA GITA A…..

Il 29 dicembre scorso la parrocchia ha organizzato una gita a Greccio per la visita del convento di S. Francesco. A capo della truppa il parro-co Don Gerardo. Appena arrivati ci ha sorpreso l’abbondante nevicata che ha abbellito, avvolto...ed infreddolito la nostra visita, rendendola suggestiva con questo scenario da atmosfera natalizia. Eravamo in te-ma, visto che abbiamo appunto visitato il luogo dove è nato il primo presepe e proprio qui abbiamo visitato la mostra permanente dentro il convento. Una mostra che ha affascinato tutti, grandi e piccini, con pez-

zi uno diverso dall’altro e pro-venienti da varie parti del mondo. Abbiamo visitato il punto in cui S. Francesco dor-miva, per terra e poggiando il capo sulla nuda pietra..grande esempio di umiltà. Ma non è mancato neanche il diverti-mento con le palle di neve. In-somma una bella giornata…..