I COMPLEANNI DEL MESE DI APRILE - Casa di Riposo Monticello · 2010-04-19 · sciato gli ospiti a...

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I COMPLEANNI DEL MESE DI APRILE

Auguri a:

Rossi Carmen il 6 aprile Mauri Antonio l’8 aprile Donati Alfredo l’8 aprile

Verati Pasqualina il 9 aprile Monguzzi Anna il 10 aprile Maggioni Rachele il 16 aprile Milani Armida il 19 aprile Casiraghi Luigia il 20 aprile Riva Alessandra il 21 aprile Panzeri Luigi il 21 aprile Sala Angelo il 22 aprile

Carettoni Franco il 26 aprile Anghileri Alessandra il 27 aprile Bertocco Norina il 28 aprile Fumagalli Luigia il 28 aprile

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Ricordando…

La giornata delle donne

Grandi festeggiamenti per le donne della Casa di Riposo di Monticello Quest'anno la Casa di Riposo ha raddoppiato: in occasione della giornata dedi-cata alle donne sono state proposte ben due feste. La prima, organizzata dai sindacati Fnp, Cgl, Spi e Cisl, si è svolta il giorno 5 marzo. Dopo che i rappresentanti delle suddette organizzazioni hanno distribui-to a tutte le donne un bellissimo mazzo di mimosa, gli ospiti si sono dilettati in canti e balli della tradizione, interrompendosi unicamente per gustare le chiac-chere offerte dai sindacati.

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Ma non è tutto! Mercoledì 10 abbiamo voluto fare il bis. Questa volta gli edu-catori hanno fatto divertire i loro ospiti coinvolgendoli in prima persona: qual-cuno ha cantato, altri hanno ballato e raccontato delle storie, il tutto accompa-gnato da uno spettacolo fatto con teli e palloncini colorati. E alla fine ha fatto l'ingresso in salone una bellissima torta mimosa che ha la-sciato gli ospiti a bocca aperta!

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L’angolo della tradizione brianzola…

Le superstizione della nostra gente

La superstizione è emanazione da ambienti culturalmente arretrati. Il suo insie-me di credenze o pratiche rituali è fondato su presupposti magici ed emotivi non razionali. Tutti i popoli hanno avuto a che fare con le superstizioni, soprat-tutto la gente di campagna. Nelle nostre cascine, poi, una stessa superstizione presentava spesso particolari diversi da un ceppo all’altro. Sulle nostre colline si può dire che ogni paese avesse le sue. La sacerdotessa delle superstizioni era la maga che c’era in tutte le cascine importanti. C’erano riti propiziatori magici contro le malattie, il brutto tempo o a favore del buon allevamento del baco da seta o per l’esito favorevole del raccolto in genere. C’erano anche delle credenze religiose molto vicine alla superstizione, che attribuivano ad alcuni santi molto popolari fra la gente rurale la protezione da malattie e malanni specifici, come S. Biagio (mal di gola), S. Apollonia (mal di denti), S. Agata (mali del seno). Fra i riti superstiziosi per proteggere da gra-vi malattie citiamo l’usanza di ingoiare tre pidocchi e di portare una collana at-torno al collo con un numero dispari di spicchi d’aglio per mettere in fuga i vermi. Dalle nostre parti erano frequenti i riti propiziatori per un buon alleva-mento dei bachi da seta. C’erano contadini che portavano a far aspergere con l’acqua benedetta le prime foglie del gelso si usava bagnare i tavul di cavalee

la notte di Natale, subito dopo che le campane avevano annunciato l’arrivo di Gesù Bambino con l’acqua attinta in quel momento dal pozzo. La tradizione riporta anche una stranissima usanza: far somministrare ai bachi la foglia di gelso benedetta “per il tramite di una giovane e polita donzella vergine”. Un uccello circondato da tante superstizioni, soprattutto dalle nostre parti, era la civetta particolarmente durante la prima Guerra Mondiale. Se la sentivi e-mettere il suo stridente “uirro...uirro” per tre notti consecutive e sullo stesso co-mignolo, significava che era imminente una disgrazia nella famiglia alla quale il comignolo apparteneva. Chi avvertiva la cumaa (levatrice) dell’imminenza di un parto? Era la civetta che andava a battere il becco contro l’imposta della fi-nestra della donna perché si sbrigasse. Altro uccello oggetto di superstizione era la rondine. Se uno di questi uccelletti el fava ul spirit sant (si librava immobile) sulla testa di un bambino in de la curt, voleva dire che ul bagain el saria naa a pret. Se una coppia di rondini sulla loggia faceva il nido su un traversino del soffitto perpendicolare allo stipi-te della porta di due sposi novelli, potevate star certi che per i due erano in arri-vo benessere e tanti figli. Ma se la sposina un bel mattino, aprendo la porta del-la camera trovava un rondinino morto, c’erano da aspettarsi disgra-zie e dissapori.

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Le nostre anziane credevano in tante altre superstizioni, ne citiamo alcune. Sapevate, ad esempio, che si può trovare una pentola piena di monete d’oro nel punto dove termina l’arcobaleno? Che una goccia de scila (cera) che scorre lungo il lato della candela è presagio di sventura? Sapevate che cosa faceva la ragazza da marito ai tempi di Garibaldi? Prendeva tre cipolle e su ciascuna inci-deva il nome o l’iniziale di un giovanotto che le piaceva. Poi conservava le ci-polle al caldo. La prima cipolla che germogliava avrebbe indicato quale dei tre giovanotti la ragazza avrebbe dovuto sposare. Volete sogni felici e una buona giornata l’indomani? Dormite fra lenzuola non stirate. Se tu, ragazza, trovi un capello sulla spalla significa che avrai un puntell (appuntamento) con il moroso. Se muori dalla voglia di farti un bel murus, get-ta sul fuoco i pell d’una scigula e mentre bruciano pensa intensamente al bello dei tuoi sogni: lo troverai presto. Consiglio alla sarta: se ti cadono le forbici posaci lestamente un piede sopra prima di raccoglierle. Eviterai le contrarietà. Appendi le forbici ad un chiodo, se vuoi che ti portino fortuna….

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Curiosità:

Le leggende sul pesce d’aprile

L’origine del nome “pesce d’aprile” deriverebbe, secondo l’opinione comune, dal fatto che proprio in concomitanza con il primo aprile il sole esce dalla co-stellazione dei Pesci. In alcuni paesi il primo aprile è anche chiamato “giorno dei matti”: le vittime predestinate delle burle sono i sempliciotti, gli ingenui e gli schiocchi ai quali si chiedono di fare o trovare cose assurde. Svariate sono le leggende che riguarda-no la nascita di questa tradizione. Una leggenda popolare narra che Dio terminò la creazione del mondo proprio il primo di aprile. Finita l’opera, se ne andò in cielo lasciando gli uomini soli. Erano tutti un po’ storditi e non sapevano cosa fare, si misero allora a cercare il cibo per sfamarsi e un posto riparato per passare la notte. Nella confusione ge-nerale i più sciocchi furono inviati lontano a prendere cose inesistenti, per non intralciare la ricerca degli altri. Da qui l’usanza di mandare i creduloni in giro tutto il giorno a cercare cose inutili o introvabili. Tra burle e scherzi, il passo all’attuale pesce di aprile è breve. Ed ecco che i ra-gazzi fanno scherzi, chiamati appunto pesci d’aprile, ai più ingenui e attaccano loro sulla schiena pesci di carta e bigliettini con scritte scherzose. A riguardo c’è anche un’altra leggenda molto antica, risalente addirittura all’-antico Egitto. Sembra infatti che il primo pesce d’aprile risalga al 40 a.C., quando Cleopatra sfidò Marco Antonio a una gara di pesca. In quell’occasione il generale romano tentò di fare il furbo incaricando un servo di attaccare all’a-mo una grossa preda, in modo da avere certa la vittoria. La Regina, scoperto il piano, diede ordine di far abboccare all’amo un grosso pesce finto in pelle di coccodrillo. Ecco svelato il mistero dell’usanza di attaccare sulla schiena di un ignaro soggetto un pesce di carta… Sarà vero?

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L’angolo degli ospiti Roberto Bolis

POCHADE IN UN ATTO

ISTANZA PER UNA STANZA Per esigenze di copione: R.B.: si mostra a volte timido,insicuro ed invadente. Talora fa la figura dell’in-genuo ed ostinato senza accorgersi. D.:uomo dal carattere franco e schietto.Talvolta la sua pazienza è messa a dura prova.Sebbene stanco preferisce lasciare il campo, piuttosto che urtarsi con il suo interlocutore B:(fuori dalla porta) signor direttore,posso entrare? Scusi. D:Venga,ha bisogno di qualcosa? B:Buongiorno. Devo porgere un’istanza D:Istanza? ma che roba è? B: Una richiesta per una stanza… D: Ma che dice? Gioca allo scioglilingua? B:No. Siccome ho la passione di scrivere,la mia stanza è un po’ piccola! Ho cinque dizionari,della carta,altri libri miei in una valigia. Mi manca un porta li-bri e lo spazio.Sono stretto. D:e viene a cercarla proprio qua? B:No direttore.La vostra sala reale è troppo vasta. Non ho ambizioni come i fa-mosi scrittori…Tanti hanno una scrivania di mogano lucido,un abat-jour tutto dorato e con ninnoli eleganti,senza contare che sulla scrivania fa mostra di se,un grande portacarte in pelle di coccodrillo. Pare di essere nello studio del presidente della repubblica a Roma. D:(Sorride) la chiama sala reale,questa? Ma è solo una bella sala di consi-glio,un bel tavolo lungo e mobili attinenti,nonché una libreria adibita a biblio-teca personale.Suvvia, veniamo a noi. B:Sì la desidero piccola ma spaziosa.Come quella del grande scrittore patriota Gabriele D’Annunzio,principe di Montenevoso. L’ho vista sa? Era nel vittoria-le a Gardone,sul Lago di Garda. Una stanzetta piccola ad orma di tante cianfru-saglie di lusso. D:mi sembra di esserci stato anche io. Ma non mi sembrava tanto piccola. B:Sì,ma sono convinto che sia solo il genio e la creatività,quello che conta. Non l’aspetto esteriore! D:Sì ho capito passi un’altra volta che vedrò di sistemare questa faccenda...Ora ho da fare.

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B: Grazie, le offrirò un caffè. Si ricorda quando lo scorso settembre venne a Ta-gliata di Cervia? D: Sì me lo ricordo. Ma cosa centra Tagliata con una stanzetta? B: Lei al nostro ultimo giorno di soggiorno, venne a prenderci. Ebbene volevo offrirle un caffè, ma ero intimidito. Avevamo fatto, tutti insieme, una foto di gruppo… D: Me la ricordo...ma se è il caffè me lo offrirà un’altra volta. Adesso vado che ho da fare. B: E quando a settembre 2010? D: Ma non dica fesserie! Non vorrà farmi aspettare così tanto per berlo? E così lontano per giunta? B: Scusi, mi devo essere confuso. Tanto più che non sono sicuro se ci ritornerò. D: Perché? Le è venuto il mal di mare? O non si è trovato bene in albergo? E pensare che le nostre ragazze avevano fatto di tutto per mettervi a vostro a-gio… B: Sì, lo riconosco. Sono tanto graziose e preziose. D: Ma che dice adesso fa anche l’adulatore? (guarda serio B.) Mi sa che deve aver preso una cotta...per una di loro. B: Ma no! Le ho viste in costume da bagno e la bellezza femminile, quando c’è non la si può non ammirare… D: Ecco allora dove casca l’asino! B: Dove?! Non ho visto nessun asino! D: Beh! Basta, smettiamola, Se no la figura dell’asino la faccio io! Ma che mi fa dire? Questi viaggi che mi ha fatto fare: Roma, Bardana, Tagliata di Cervia. E tutto in mezz’ora..mi ha sfinito! B: Direttore, sediamoci qui. Su queste poltrone. A dire la verità sono stanco an-che io.. D: Ah! Vuole fare lo spiritoso! Vuole fare traboccare il vaso? B: Non capisco, quale vaso? Si riferisce forse a quello di Pandora? Il direttore spazientito alza le mani al cielo. “Basta. Mi sento troppo stanco. Ma lei cosa faceva di lavoro? L’imbonitore? Se mai me ne occorresse uno, saprò a chi rivolgermi! Arrivederci, e non mi cerchi più! (uscì dal salone come se aves-se alle calcagna un lupo feroce) B. Ma che caratterino!Non si può neanche parlare? (si sentì squillare il telefo-no)

...Continua nel prossimo numero...

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L’angolo di Massimo Giussani

25 aprile È giorno di festa nazionale, ricorrenza della cacciata dei tedeschi dall’Italia, e per noi fine della guerra mondiale, la II, nel 1945. Dal mese di marzo era iniziata l’avanzata dell’esercito alleato proveniente da sud verso la roccaforte della Repubblica di Salò, sostenuta dai nazisti. Verso la fine di marzo l’ingresso degli alleati in Lombardia aveva costretto il dittatore Mussolini a spostarsi da Salò verso Milano, con l’intenzione di rifu-giarsi in Svizzera. Giunto a Milano il 21 aprile, che ironia della sorte era la data coincidente con il conclamato Natale di Roma, venne ospitato dal cardinale Shuster. Ma rifiutando la sua protezione dopo un paio di giorni si avviò verso la Svizze-ra: un travagliato viaggio verso Como con uno scontro a fuoco con gli insorti tra Cassago e Orsenigo. In riva al lago salirono a destra, (per inciso la direzione per la Svizzera è a sini-stra verso il confine di Chiasso), di li andarono a Dongo da dove si sale al pian del Tivano, il massiccio roccioso che divide i due rami del Lario. Li fu catturato e fucilato ed il giorno dopo lo trasportarono a Milano per esporlo al ludibrio in piazzale Loreto proprio il 25 aprile. Il 27 gli alleati entrarono a Milano segnando la fine della guerra.

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Le poesia di Federica

L’universo

Viviamo nell’universo, attendiamo Ogni giorno l’evento che verrà a Noi ignaro. Affrontiamo con Coraggio ogni ostacolo che Incontriamo. Fede e speranza sono le frecce che ci segnano la

Via giusta.

Federica

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La primavera

Stiamo aspettando con ansia la Primavera. Il calendario ce lo ha Segnato, ma l’aria non cambia.

Il freddo lotta con il tepore, che vuole Per forza entrare. Guardando dalla

Finestra si vede una farfallina sbattere Le ali, più per scaldarsi che per volare Il sole non allunga i raggi e noi ci

Avvolgiamo ancora con i panni caldi, Basta! È ora?

Federica

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ASSOCIAZIONE AMICI FAMILIA-

RI,

E VOLONTARI CASA DI RIPOSO

MONTICELLO BRIANZA

TEL .039 92304201

E-mail [email protected]

L’angolo dell’Associazione...

L’Associazione nasce nel 2003 in occasione del 50° anniversario della Casa di Riposo. Tra i suoi molteplici scopi, i principali sono: • Sostenere l’attività di assistenza socio-sanitaria e le attività ricreative e di

socializzazione; • Occuparsi della sensibilizzazione del territorio e della raccolta fondi; • Creare iniziative volte a integrare l’RSA nel territorio. Nel 2004 è stato realizzato il progetto “VIDEOCAMERAAMICA”, con lo sco-po di favorire la socializzazione tra gli ospiti della Casa di Riposo e di evitare l’esclusione degli anziani allettati e degli invalidi dalla vita comunitaria. Grazie alle sottoscrizioni dei soci ed al contributo della provincia di Lecco sono state installate telecamere a colori nella chiesa e nel salone centrale. Nel 2005 è stato realizzato un nuovo progetto: “IL BUON SAMARITANO SU QUATTRO RUOTE”, un automezzo per migliorare il servizio di distribuzione dei pasti a domicilio e di accompagnamento degli anziani per visite ed esami. Ancora una volta il progetto è stato sostenuto sia dalla provincia di Lecco che dalle numerose donazioni. Nel 2006 è stato realizzato il progetto “QUATTRO CHIACCHIERE IN GIAR-DINO”. L’associazione ha contribuito alla risistemazione del giardino, finan-ziando l’acquisto del tendone parasole e degli arredi esterni. Nel 2007, in continuità con quest’ultimo progetto, è stato realizzato l’arredo del patio del centro diurno, conclusosi nell’anno 2008. Tale progetto non ha però ottenuto il finanziamento della provincia di Lecco, ed è stato quindi sostenuto interamente dall’associazione. Nel 2010 l’Associazione ha acquistato un duplice IMPIANTO STEREOFONI-CO: uno per la chiesa ed uno per il salone. Questi due impianti, collegati tra lo-ro e con i reparti consentono agli ospiti di partecipare alle attività religiose ed animative anche stando in camera. Da qualche anno, inoltre, l’Associazione contribuisce economicamente al “PROGETTO NETTUNO”, grazie al quale alcuni nostri ospiti hanno la possi-bilità di trascorrere un soggiorno marittimo. L’Associazione riesce a realizzare tutte queste iniziative non solo grazie al con-tributo degli iscritti, ma anche attraverso l’8 per mille devoluto a suo favore dai soci e dai parenti degli ospiti. Attualmente l’Associazione conta più di 500 soci ed ogni giorno alcuni suoi rappresentanti sono presenti in Casa di Riposo per qualsiasi delucidazione e ne-cessità.

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L’angolo della salute

Più si riesce a dormire meglio è...anche da anziani! Invecchiando, si sa, si tende a dormire meno. Non si tratta soltanto di sapien-za popolare ma di una chiara affermazione scientifica. Una ricerca dell'Università del Surrey, diretta dal professor Dijk, aveva infatti dimostrato come dei 110 volontari indagati, preventivamente divisi in tre grup-pi (uno tra i 20 e i 30 anni, uno tra i 40 e i 55 e uno tra i 66 e gli 83), i più gio-vani dormissero in media 433,9 minuti per notte, gli adulti di mezza età si contenevano in 410 minuti mentre ai più stagionati ne bastavano solo 390. Tuttavia tale dato non dimostrerebbe affatto che dormire meno fa bene o con-sente ai soggetti più anziani di essere reattivi allo stesso modo di quanto lo sia-no coloro che dormono di più. In particolare, Sean Drummond, professore associato di psichiatria all'Univer-sità della California, ha stravolto la convinzione diffusa che con l’avanzare dell’età, la tendenza biologica a dormire di meno possa essere benefica a tal punto da accrescere le capacità dell’individuo. Così il fatto che, per consentire al nostro organismo di funzionare al meglio, sia sufficiente dormire di meno è un mito del tutto discutibile che dati scienti-fici tenderebbero a smentire clamorosamente. Infatti secondo un recente studio dell'Università della California, la storia che le persone anziane dormono meno perché ne hanno meno bisogno non avrebbe alcun fondamento scientifico. Anzi i dati dimostrerebbero il contrario. In particolare il professore Sean Dummond ha preso in considerazione un gruppo di orsi, dimostrando che non c’è relazione tra quanto si dorme la not-

te ed il fabbisogno energetico necessario per il corpo al fine di ottenere un re-sa adeguata delle funzioni muscolari e cerebrali. Ciò che cambierebbe infatti, sarebbe “la capacità di dormire tutto d'un fiato, senza svegliarsi troppe volte du-rante la notte". Se, superata una certa età, si tende ad un risveglio più frequente nel bel mezzo della notte non significa che al nostro organismo sia sufficiente dormire meno. Dallo studio, infatti, è emerso che un sonno disturbato, all'alba del giorno dopo, influenza negativamente le prestazioni delle persone anziane ancora più di quanto non succeda a un cervello più giovane. Di conseguenza la regola cui attenersi anche in età avanzata è quella di dormire il più possibile perché "più si riesce a dormire la notte, più il cervello sarà fun-zionante il giorno dopo". Chiedere agli orsi oggetto dello studio, per credere.

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Proverbi brianzoli del mese di aprile

1. April pioeuv, pioeuv, che faremm gross i loeuv. 2. Pril, prilett, on dì cold on dì fredd. 3. Primavera tardiva l’ è mai fallida. 4. Quand april canta el co-co, pioev la mattina, ma a sira ghè ‘l so. 5. D’april tacca anch el manigh del bail. 6. April ghe n’à trenta, se ghe n’avess trentun al fariaa maa a nessun. 7. April fa el fior e magg el g’ha l’onor. 8. Tutt i sant voeuren la so candila. 9. Fra modest no diventa mai prior. 10. Tre coss impossibil: fa stà quiett i bagai, fa corr i vecc, fa tasè i donn. 11. Lassemm pur cantà l’usell, ma a parlache sia ’l cervell. 12. Quant so i munt ghè so ul cappell, cor a ca a toeu l’ombrell. 13. Chi fa del ben giovin o vecc ghe lusiss l’anima ’me ’n specc. 14. Carna che se tira la var gnanca on quatrin la lira. 15. Al can che morda ona spanna da corda. 16. Gent che no voeur mettes in vista la starà semper in pista. 17. Dio ne scampa da la guerr a e da chi che varda in terra. 18. Na bonna azion la ne sorprend se chi la fa no ‘l varda a spend.

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L’angolo dell’ecologia

La raccolta differenziata

La raccolta differenziata è il modo migliore per preservare e mantenere le risor-se naturali, a vantaggio nostro e delle generazioni future: riusare e riutilizzare i rifiuti, dalla carta alla plastica, contribuisce a restituirci e conservare un am-biente "naturalmente" più ricco. Infatti, ogni nostra azione produce inquinamento, anche la più comune, come per esempio leggere un giornale o bere un'aranciata, non sarebbe nulla, se non considerassimo che ogni giorno nel mondo vengono stampate milioni di pagi-ne, costruite milioni di bottiglie in plastica o lattine in alluminio, assemblati mi-lioni di oggetti e mobilio per le nostre case. Tradotto in altre parole, milioni di alberi abbattuti, milioni di litri di petrolio consumati: con la raccolta differenziata, invece, tutte queste risorse vengono risparmiate. Alcuni esempi • ognuno di noi produce circa 30 kg di plastica ogni anno: se questa plastica fosse completamente riciclata, in un comune di 100.000 abitanti si risparmie-rebbero 10.000 tonnellate di petrolio e carbone • per produrre una tonnellata di carta vergine occorrono 15 alberi, 440.000 li-tri d'acqua e 7.600 kwh di energia elettrica: per produrre una tonnellata di carta riciclata bastano invece 1.800 litri d'acqua e 2.700 kwh di energia elettrica • se non differenziati, i farmaci in discarica possono dar luogo ad emanazioni tossiche ed inquinare il percolato; inoltre, la presenza di antibiotici nei rifiuti può favorire la selezione di ceppi batterici resistenti agli stessi antibiotici • il riciclo del vetro permette un risparmio annuo, in Italia, pari a 400.000 ton-nellate di petrolio • i pneumatici, una volta terminato il loro ciclo, possono essere reimmessi in ciclo per gli utilizzi più svariati: è importante, poichè in Italia ne vengono scar-tati ogni anno 500.000 tonnellate, per un volume di oltre 3 milioni di metri cu-bi, l'equivalente di più di 6 stadi di San Siro colmi fino all'orlo • da 100 kg di olio usato se ne ottengono 68 di olio nuovo: 1 solo kg di olio usato disperso nell'ambiente inquina 1.000 metri cubi d'acqua. Adesso, provate a fare due calcoli con gli oggetti che vi circondano!

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I risparmi della raccolta differenziata

Differenzia la plastica Con il recupero di 1.000 tonnellate di plastica (ossia la quantità di plasti-ca prodotta da una piccola città) si ottiene il risparmio di circa 3.500 ton-nellate di petrolio, cioè l'equivalente dell'energia usata da 20.000 frigori-feri in un anno .

Differenzia la carta Per produrre una tonnellata di carta vergine occorrono 15 alberi, 440.000 litri d'acqua e 7.600 kwh di energia elettrica. Per produrre invece una tonnellata di carta riciclata bastano 1.800 litri d'acqua e 2.700 kwh di energia elettrica.

Differenzia il vetro Nella produzione di vetro "nuovo", per ogni 10% di rottame di vetro in-serito nei forni si ottiene un risparmio del 2,55% di energia, equivalente ad oltre 130 litri di petrolio risparmiato per ogni tonnellata di vetro rici-clato usato. Si stima che l'industria vetraria registri ogni anno un risparmio energeti-co, grazie alla raccolta differenziata, pari a 400.000 tonnellate di petro-lio..

Differenzia il rifuto verde (ramaglie) Gli scarti provenienti dalla cura delle aree verdi e dei nostri giardini (foglie, erba, residui floreali, ramaglie, potature) costituiscono una parte consistente dei rifiuti prodotti e sono fondamentali per il processo di compostaggio industriale. Ne sono sufficienti 10 tonnellate per fertilizzare un ettaro di terreno.

Differenzia il tuo vecchio frigo Frigoriferi e congelatori sono costituiti per lo più da acciaio e plastica ma contengono anche sostanze chiamate clorofluorocarburi, responsabili dei danni all'ozono atmosferico.

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L’angolo della storia

4 aprile: anniversario della morte

di Martin Luther King

Il 4 aprile è l’anniversario della morte di Martin Luther king, Premio nobel per la pace (il più giovane della storia), politico, attivista e pastore protestante sta-tunitense, leader dei diritti civili e simpatizzante marxista.

Breve biografia dell'uomo che aveva un sogno

Martin Luther King nacque ad Atlanta, nello Stato della Georgia, il 15 gennaio 1929. Il padre era pastore della Chiesa battista, la mamma una maestra. Nella primissima infanzia il piccolo Martin era solito giocare con i bambini bianchi del quartiere ma, con l'inizio delle scuole elementari fu escluso dai giochi dei suoi vicini di casa e, addirittura, essi ebbero il severo divieto di parlare con lui. Martin non riusciva a farsene una ragione; invano la mamma cercò di rassere-narlo parlandogli di cosa significasse essere di colore e vivere in uno Stato del Sud. Martin era un bambino dall'intelligenza molto vivace e tutte queste circostanze umilianti ed incomprensibili lo portarono a formulare una domanda a cui non trovava una risposta: che cosa avevano di diverso i neri dai bianchi? Negli anni seguenti studiò in scuole rigorosamente segregate e sognava di di-ventare avvocato per essere di aiuto ai suoi fratelli di colore. Durante l'adolescenza, grazie ad un insegnante, capì l'importanza della religio-ne: solo la fede in Dio permetteva ai fratelli negri di sopravvivere e di credere che "Lassù Qualcuno li amava". Completò gli studi e, durante la preparazione della tesi di laurea, conobbe una ragazza, Coretta Scott Young,. Anche Coretta aveva il sogno di poter fare qualcosa per la gente della sua razza. I due giovani s'innamorarono e nel 1953 si sposarono e si trasferirono a Montgomery (Alabama) negli Stati del Sud, ove maggiore era l'intolleranza razziale: entram-bi erano decisi a lottare per non essere più giudicati inferiori, ma cittadini come gli altri. Il modello di lotta che ispirava la sua teoria era quello proposto da Gandhi: la non – violenza. Le sue prediche incominciarono a renderlo famoso tra i suoi fratelli di razza e non solo, la sua battaglia per i diritti civili stava atti-rando un numero di proseliti sempre più numerosi.

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Nel dicembre del 1955 un fatto, in apparenza banale, dette una svolta alla lotta di King. Un'operaia negra salì su un autobus: aveva lavorato tutto il giorno ed essendo molto stanca, cercava un posto per sedersi. Essendo occupati tutti i po-sti riservati ai negri, si sedette su uno, riservato ai bianchi. Immediatamente le fu imposto di alzarsi, ma lei rifiutò, fu chiamata la polizia e Rosa fu arrestata per essersi seduta su un posto "per i bianchi".

Fu la classica goccia che fece traboccare il vaso: King convocò una riunione di tutti i suoi seguaci e in questa occasione fu lanciata l'idea di boicottare tutti i mezzi pubblici: nessun negro sarebbe salito sull'autobus fintanto che non fosse stata tolta la "spartizione dei sedili". L'iniziativa ebbe un enorme successo: il giorno dopo le vetture pubbliche erano completamente vuote, non solo i negri ma anche i bianchi avevano aderito alla "Lotta non violenta". La situazione continuò anche nei giorni seguenti, i mezzi pubblici rimasero vuoti e le autorità, non sapendo come risolvere la questione, citarono in tribu-nale Martin L. King per "aver danneggiato l'azienda dei trasporti pubblici", ma, mentre stava per iniziare il processo, arrivò la strepitosa notizia: la Suprema Corte degli Stati Uniti d'America aveva dichiarato "illegale" la segregazione praticata negli autobus. Fu un'enorme vittoria per King, ma il suo prezzo fu al-trettanto alto: gli fecero esplodere una carica di dinamite davanti alla casa, egli stesso fu preso a sassate, picchiato ed aggredito dai cani della guardia naziona-le; fu inoltre arrestato una ventina di volte durante le manifestazioni per la pace e, più di una volta, lo stesso John Kennedy, non ancora eletto presidente, pagò personalmente la cauzione per farlo uscire dalla prigione. Nell'agosto del 1963 Martin L. King guidò un'enorme manifestazione interraz-ziale a Washington, ove pronunciò un discorso che iniziava con queste parole "I have a dream…", l'anno seguente gli fu assegnato il premio Nobel per la pace e il papa Paolo VI lo ricevette in Vaticano. Nel mese di aprile dell'anno 1968 si recò a Menphis per partecipare ad una marcia a favore degli spazzini della città (bianchi e neri), che erano in sciopero. Mentre, sulla veranda dell'albergo, s'intratteneva a parlare con i suoi collabora-tori, dalla casa di fronte vennero sparati alcuni colpi di fucile: Martin L. King cadde riverso sulla ringhiera, pochi minuti dopo era morto. Approfittando dei momenti di panico che seguirono, l'assassino si allontanò indisturbato. Erano le ore diciannove del quattro aprile. Il killer fu arrestato a Londra circa due mesi più tardi, si chiamava James Earl Ray. Al processo fu condannato a novantanove anni di reclusione, ma, qualche anno dopo, riuscì ad evadere. Dopo essere stato catturato nuovamente, rivelò che non era stato lui l'uccisore di Martin Luther King, anzi sosteneva di sapere chi fosse il vero colpevole. Nome che non poté mai fare perché venne accoltel-lato la notte seguente nella cella in cui era rinchiuso. Ancora oggi il mistero rimane insoluto.

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L’angolo dell’ortaggio di stagione

La banana

Vi piacciono le banane? Bhè, dovete sapere che sono un frutto veramente ricco di elementi benefici per la nostra salute. Tre zuccheri naturali:

1. Saccarosio 2. Fruttosio 3. Glucosio e tante fibre. Pressione Arteriosa Le banane hanno un contenuto molto elevato di potassio, ma molto basso in sa-le, rendendole l’alimento perfetto per aiutare a vincere l’ipertensione. Le note proprietà benefiche della banana hanno fatto si che la “U.S. Food and Drug Administration” degli Stati Uniti stessa promuova questo frutto per preve-nire malattie quali ipertensione arteriosa e apoplessia (ICTUS). Secondo uno studio pubblicato sul “The New England Journal of Medicine”, l’assunzione regolare di banane, ridurrebbe fino al 40% il rischio di ictus.

Ulcera La banana è uno dei pochi frutti che è possibile mangiare quando si soffre di ulcera cronica. Inoltre riduce l’acidità e il senso di irritazione.

Anemia Le banane hanno un buon quantitativo di ferro e stimolano la produzione di e-moglobina, migliorando la condizione di chi soffre di anemia. Transito intestinale Per l’alto contenuto di fibre, mangiare regolarmente banane aiuta a ripristinare il corretto funzionamento dell’intestino migliorando così il transito intestinale ed evitando l’assunzione di lassativi. Depressione Una ricerca ha dimostrato che dopo aver mangiato una banana, le persone che soffrono di depressione, si sentono meglio. Questa proprietà delle banane si de-ve attribuire alla presenza di triptofano. Il Triptofano è un amminoacido che il corpo converte in Serotonina.

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Sistema Nervoso Le banane sono ricche di Vitamine del complesso B e magnesio che sono ele-menti noti per il loro effetto calmante sul sistema nervoso.

Stress Il potassio e il magnesio sono minerali essenziali che aiutano a normalizzare il ritmo cardiaco, a regolare l’invio di ossigeno al cervello e il bilancio idrico. Quando siamo stressati il nostro indice metabolico aumenta, riducendo i nostri livelli di potassio e magnesio. Mangiare una banana è il miglior modo per rein-tegrare questi minerali indispensabili. Come abbiamo visto brevemente in questo articolo le banane sono veramente un rimedio naturale per moltissime malattie e che ci aiutano a migliorare il no-stro stato di salute. Paragonandole alle mele contengono: 4 volte più proteine, il doppio dei carboidrati, il triplo di fosforo, 5 volte più Vitamina A e ferro e quasi il doppio di altre vitamine e minerali. Inoltre sono un alimento estremamente economico.

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L’angolo degli operatori

Questo mese l’angolo degli operatori lo dedichiamo al Dottor Ciro Cerrone che ormai da dieci anni lavora in questa struttura.

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L’angolo dei parenti Mi presento: sono Rita, figlia di Anna Sala.

Mia madre vive nella casa di Riposo di Monticello da un po’ di anni. Nel corso

di questi, ho appreso aspetti delle persone e della vita che prima non conosce-

vo, come il saper ascoltare, l’adattabilità, la pazienza, la sensibilità.

Spero in futuro, di riuscire a coltivarli e svilupparli per potermi migliorare,

sfruttando anche risorse molto importanti come il tempo, solamente per sapere

che grazie al nostro aiuto un’altra persona sta meglio, o solo per farla sorride-

re. Scoprendo così che quel sorriso, quel loro stare bene sono la moneta di

scambio che nutre la cosa più importante di noi stessi: l’ANIMA”.

Dedico a mia madre, a tutti gli ospiti della casa e a chi vive accanto a loro,

questa poesia.

Un cordiale saluto ai lettori.

La guida

Mi prende per mano, mi guida lungo la via, m’insegna ad andare lontano: tutto questo fa l’anziano.

Ha i capelli color argento, che si confondono nel vento, ha il passo lento che a volte si regge a stento; ha però un grande cuore che tutto riempie d’amore.

In questi tempi di grande frenesia, l’anziano non ha fretta e ci tiene compagnia, ha tante storie da raccontare, ha tanti insegnamenti da dare; ascoltiamolo con passione, non una volta, non cento, ma un milione.

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L’angolo dei fisioterapisti

Marzo 2004: inizia la mia esperienza come fisioterapista in Casa di Riposo. Questi sei anni sono stati un cammino pieno di emozioni ed esperienze che mi hanno formato come professionista ma soprattutto come uomo. Un grazie di cuori a tutti i colleghi che mi hanno “sopportato” in tutti questi an-ni e che mi hanno aiutato non poco ad inserirmi in questa grande famiglia che è la Casa di riposo. Vorrei veramente ringraziare tutti senza dimenticare nessuno, un abbraccio for-te e caloroso a tutti gli ospiti che rendono speciale questo lavoro e questo luogo dove si mescolano ogni giorno forti emozioni. Questo non è un addio ma un arrivederci perché sono sicuro che spesso sarò ancora qui tra voi per scambiare un sorriso e non dimenticare mai da dove so-no partito. Ciao Alessandro

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L’angolo dei giochi

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La festa avrà il seguente programma:

ore 14:00 incontro informativo rivolto ai parenti: saluto del Pre-

sidente del Cda, comunicazione del risultato dei questionari di gra-

dimento, descrizione delle iniziative dell’Associazione e presenta-

zione delle attività educative ed animative

ore 15:00 degustazione di salumi: presentazione ed assaggi di sa-

lumi della tradizione offerta dalla macelleria “da Pinuccio” di

Sartirana, pluripremiata e vincitrice del titolo di miglior salumeria

dell’anno.

ore 16:30 estrazione del biglietto vincente della sottoscrizione con

in premio il telefono iphone

Vi aspettiamo numerosi!!!!Vi aspettiamo numerosi!!!!Vi aspettiamo numerosi!!!!Vi aspettiamo numerosi!!!!

DDDDDDDDOOOOOOOOMMMMMMMMEEEEEEEENNNNNNNNIIIIIIIICCCCCCCCAAAAAAAA 1111111111111111 AAAAAAAAPPPPPPPPRRRRRRRRIIIIIIIILLLLLLLLEEEEEEEE

La Direzione, l’Associazione Amici, Famigliari e Volontari della Casa di Riposo e gli educatori

sono lieti di invitarvi a trascorrere un pomeriggio in nostra compagnia

In occasione della

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Il prossimo numero vi attende

a maggio 2010!!!

Se volete contribuire con un vostro articolo fatecelo sapere.. Lo troverete pubblicato nel prossimo numero!