Prima Lezione - I 3 Pilastri del biker vincente · fondamentali della guida, e quanto invece gli...
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I 3 Pilastri del Biker Vincente
Michele Zanchin - www.mtbpassione.com
Il Primo Pilastro del Biker Vincente
Domina ogni terreno con lo sguardo
Qual è secondo te la differenza tra un biker vincente, (quelli che ti
superano in discesa per capirci) e un biker mediocre?
La padronanza delle tecniche di guida?
L'esperienza?
Il coraggio?
Nessuno di questi elementi!
I 3 Pilastri del Biker Vincente
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Il vero punto di forza, il "segreto" per una guida veloce, sicura, ed efficace, è lo sguardo.
Saper “scandagliare” i l terreno.
Saper "leggere" il terreno ed interpretarlo per poter essere preparati ad
affrontare ogni diversa tipologia di ostacolo che puoi incontrare nel tuo
cammino ed agire di conseguenza.
E' un aspetto che ho sempre considerato fondamentale, e di cui ho avuto
l'ennesima conferma dal mio socio Davide Petucco, che come forse sai è
da sempre un ciclista "stradaiolo", ma che da qualche tempo si è fatto
ammaliare dal fascino delle ruote grasse.
Dopo una delle prime uscite con la sua nuova MTB, Davide, abituato a
pedalare su asfalti lisci, mi telefona e mi dice:
"Hey Michele, ma sullo sterrato è un casino, devi sempre restare
concentrato ed attento a non beccare una buca, una radice, una pietra…
E io che pensavo che fosse rilassante andare sullo sterrato…"
Questo mi ha fatto molto riflettere su quanto sto per dirti.
Il fatto che sia stato uno stradista a dirmi questo, mi ha fatto capire
quanto l'abitudine ci faccia dare per scontato alcuni aspetti fondamentali della guida, e quanto invece gli occhi ingenui di un
"novello" possano osservare dettagli che a noi "biker navigati" spesso
ormai sfuggono.
Quando pedali su un terreno sconnesso, soprattutto in discesa, ma anche in pianura, hai poco tempo per elaborare quello che i tuoi occhi vedono e per decidere con quali movimenti reagire alla situazione che si presenta. Non pensare che questa sia una cosa banale o scontata.
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Le cose che vengono date per scontate, sono quelle che portano i risultati maggiori se vengono messe in pratica correttamente, e ti
assicuro per esperienza che il 90% dei biker non conosce o sottovaluta
questi aspetti fondamentali.
Puoi conoscere a perfezione tutte le tecniche di guida più difficili, ma ti
serviranno a poco se non sai leggere il terreno, costantemente, e
prendere delle decisioni nell'arco di qualche frammento di secondo.
Ma questa capacità è innata e riservata solo a pochi atleti di élite?
Di sicuro c'è chi è più predisposto a questa capacità e chi meno, ma la
grande notizia è che anche la capacità di interpretare il terreno e agire di
conseguenza si ottiene con la pratica, con l'allenamento.
Veniamo adesso alla pratica Questo minicorso è pensato per farti portare a casa dei risultati concreti
con un riscontro immediato. Puoi quindi già avere il tuo primo vantaggio
sui tuoi amici o avversari seguendo queste semplici regole.
Esercizio pratico n.1 La prossima uscita che fai in MTB, scegli un tratto di sterrato in pianura
abbastanza veloce e non troppo sconnesso.
Concentra tutta la tua attenzione sulle irregolarità del terreno, guarda sempre 2 – 3 metri davanti a te, e poni tutta la tua attenzione al modo in
cui affronti i diversi ostacoli.
"Ma io faccio sempre così !"
Forse stai pensando che ti sto dicendo una banalità, ovvero di guardare il
terreno su cui metti le ruote.
In realtà quello che ti sto proponendo è molto differente.
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Ti sto dicendo di prendere consapevolezza di un meccanismo che fai in automatico
Quante azioni compiamo oramai automaticamente senza pensarci?
E quante di queste possono essere migliorate se ci focalizziamo su quello
che facciamo?
Concentrati il più possibile sulla qualità del terreno e per ogni ostacolo che incontri, fai molta attenzione a come decidi di reagire. Fare
questo tipo di esercizio il più spesso che puoi, ti insegna a "scandagliare"
in modo rapido il terreno lasciandoti il tempo di reagire di conseguenza. E questo farà un enorme differenza.
Oltre allo "scandagliare il terreno" c'è un 'altra accortezza importante a cui
prestare attenzione:
Direziona lo sguardo dove vuoi andare!
Rivolgi lo sguardo esattamente nella direzione della traiettoria che VUOI
seguire, non dove NON VUOI andare. E' un dato di fatto che andrai dritto a finire dove il tuo sguardo è rivolto.
Questo è un piccolo grande suggerimento che ti farà fare il salto di qualità
soprattutto nelle discese sconnesse con curve e tornanti.
Il tuo sguardo ti deve precedere di un paio di metri, ma se di fronte a te
trovi una scarpata, perché sei su un tornante, non devi assolutamente
guardare il vuoto, questo ti darà senso di insicurezza, paura e anche se
non te ne accorgi, la paura ti farà irrigidire il corpo, perdere concentrazione e può causare quindi una rovinosa caduta.
Pensi che sia una cosa naturale direzionare lo sguardo lungo la traiettoria
che vogliamo seguire?
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In realtà è esattamente il contrario di quanto il nostro istinto ci induce a
fare.
Attenzione però, c'è differenza tra non soffermare il nostro sguardo e
quindi la nostra attenzione su un precipizio, e non guardare dov'è il precipizio. Dobbiamo sempre avere una visione "periferica" di ciò che ci
circonda, valutare gli ostacoli, i pericoli ed agire di conseguenza.
Guardare il terreno e imparare a interpretare ciò che vedi in modo repentino e prepararti a reagire in modo corretto a ciò che vedi, è un processo tutt'altro che semplice e come tutte le altre qualità, va allenato, devi insegnare a occhi, cervello e muscoli a lavorare in modo coordinato.
Esercizio pratico n.2 Inizia già dalla tua prossima uscita a controllare il tuo sguardo. Cerca di
sforzarti a non guardare troppo sotto alla ruota, ma un paio di metri più
avanti.
Cerca un percorso con dei tornanti o delle curve molto secche e prova a guardare sempre oltre alla curva. Resterai sorpreso per quanto questo
piccolo accorgimento aumenterà la fluidità e la velocità delle tue manovre
di guida e cosa fondamentale migliorerà la tua sicurezza.
E proprio di sicurezza, contrapposta a paura ed esitazione parleremo
domani, dove ti dimostrerò, con altri esercizi pratici da fare subito, come ci
siano 3 ingredienti fondamentali per ottenere una guida davvero sicura ed
efficiente.
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Ok ora direi che puoi prendere la tua bike ed andare a provare la forza
dello sguardo !
Buone pedalate, e a prestissimo!
Michele
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Il Secondo Pilastro del Biker Vincente
Coraggio e sicurezza
Per cominciare voglio farti una domanda:
Qual è, secondo te, lo sport in cui devi prendere delle decisioni che
possono avere delle conseguenze anche gravi, nella minor frazione di
tempo?
Se stai pensando alla Mountain Bike hai ragione! Ma c'è uno sport in cui
questo ha un valore ancora più importante: la discesa libera con gli sci.
Vorrei allora iniziare questo capitolo con le parole di uno dei più grandi
atleti di tutti i tempi, Kristian Ghedina, e vedere se possiamo trarne
qualcosa di utile anche per noi biker:
"Tutte queste sfide, queste gare, queste competizioni ti
stimolano a pensare, a prevedere, a reagire in tempi
infinitesimali agli imprevisti, così ad un certo punto ti accorgi
che la discesa è diventata una scivolata a 155 km/h ma la
paura non c'è più."
"Lo sport favorisce questo meccanismo, l'allenamento come
anche l'agonismo allarga l'ambito in cui ti senti sicuro."
"Non è mai gratuito questo guadagno, costa sacrificio, fatica e
sudore ma se l'alternativa è rimanere fermi sulla linea di
partenza senza mai avere il coraggio di darsi la spinta ed
affrontare la pista, allora questi sacrifici valgono la posta in
palio."
Forse ti starai chiedendo cosa cavolo centra lo sci con la Mountain Bike, e
magari a te non importa assolutamente nulla di sci, ma continua a leggere
perché c'è una grande lezione da imparare da questo sport.
Nella prima lezione abbiamo parlato dell'importanza dello sguardo,
abbiamo visto come sia fondamentale imparare a "scandagliare" il terreno
ed interpretarlo in brevissimo tempo per reagire nel migliore dei modi ad ogni situazione si presenti.
Abbiamo visto anche che la direzione dello sguardo è di solito, la direzione
che seguiremo anche noi, quindi se anziché guardare il sentiero, ci
concentriamo sulla scarpata, è probabile che andremo a finire là.
La grande notizia che ti ho dato è che puoi migliorare questa capacità
allenandoti in modo specifico, esattamente come si allena qualsiasi altra qualità fisica.
Qual è quindi l'altra grande qualità che fa la differenza tra un ottimo biker
ed un biker mediocre?
Se hai letto attentamente l'introduzione, avrai capito che ha a che fare
con la paura, ma attenzione perché…
il contrario di paura, nel linguaggio del biker, non è "coraggio", ma "sicurezza".
Ok, ora la smetto di stare sul filosofico e torniamo con le ruote a terra!
Parliamo di discesa, e nello specifico di discese con terreno difficile,
accidentato, tipico di molti single track.
Ti è mai capitato di arrivare alla fine di una discesa del genere con un gran
dolore alle spalle, alle braccia e alle mani?
Si, capita a tutti. Il fatto è abbastanza normale dal momento che devi
tenere saldamente il manubrio della bike e correggere le traiettorie nello
stesso tempo in cui freni con due dita ed esegui un fuori sella.
Ma la causa principale dei dolori alla parte alta del corpo non sono i
movimenti e le sollecitazioni a cui siamo sottoposti bensì la tensione
muscolare che manteniamo. Rigidità causata dalla nostra naturale
insicurezza, dato che ci troviamo spesso in situazioni in cui, se sbagliamo
anche di pochi centimetri una traiettoria, rischiamo di farci del male.
Eppure questa rigidità, questa naturale difesa del nostro corpo e che
avviene in modo indipendente dalla nostra volontà, è spesso la maggiore
causa dei nostri problemi. Prima di vedere le conseguenze di questa
rigidità sulla nostra guida, capiamo da dove arriva.
Consigli per discese fluide e senza paura Anzitutto, si tratta di un circolo virtuoso :
1 – Calcolo del rischio
2 – Rilassamento muscolare
3 – Sicurezza
Quello che è più difficile da ottenere è senza dubbio il fattore sicurezza, ovvero il non farsi prendere da ansia e paura.
Allora cominciamo dagli altri due punti.
1 – Calcolo del rischio Questo ha molto a che fare con la capacità di "scandagliare" il terreno che
abbiamo visto nella lezione n.1.
Devi imparare a interpretare le diverse situazioni, e mettere in relazione
quello che i tuoi occhi vedono, ovvero gli ostacoli che incontri nel tracciato,
con quello che il tuo corpo percepisce (velocità, tenuta della bike sul
terreno, pendenza).
Un consiglio molto importante che Davide da sempre ai suoi amici e lettori
ciclisti, è che devi essere onesto con te stesso.
Cosa significa?
Prima di iniziare una discesa molto tecnica, devi anzitutto valutare in modo sincero, il tuo stato di stanchezza psico-fisico.
Se ti senti molto stanco perché hai affrontato fino a quel momento dei
tracciati e delle salite molto impegnative, devi avere la capacità di
rendertene conto ed agire di conseguenza.
So benissimo che spesso il nostro orgoglio di biker e l'adrenalina che
abbiamo in circolo non ci permettono di essere obiettivi sul nostro stato di
salute, tuttavia ricorda che la mancanza di lucidità è una delle maggiori cause di cadute ed incidenti in discesa, sia in Mountain Bike, sia, come conferma Davide, sulla bici da corsa.
2 – Rilassamento muscolare Tieni a mente questo concetto: "lascia andare la bike".
E' un concetto che ho riscontrato essere presente in molti sport, seppure
con contesti differenti. Nello sci di fondo, ti insegnano a "lasciare andare
gli sci" ovvero a farli scorrere il più possibile, come nel nuoto ti insegnano
a lasciarti andare nell'acqua, ad essere il più fluido possibile nei
movimenti.
Stessa cosa vale per moltissimi altri sport.
Fai fare alla tua bike il "lavoro sporco"!
La bici deve "fluttuare" sotto al tuo corpo. Tu sei il pilota che la manovra e
la direziona, ma è lei che deve fare il lavoro sporco di assecondare e
assorbire gli urti e le vibrazioni del terreno.
Per fare questo, tu devi essere flessibile, morbido , rilassato.
A partire dalle mani che devono tenere le impugnature in modo rilassato ma sicuro. Stringere le impugnature con troppa forza, ti farà subire tutte
le vibrazioni e gli urti del terreno, e causa rigidità di braccia e spalle, con
conseguente possibile ribaltamento in avanti nel caso di ostacoli
importanti su discese ripide.
Passiamo poi ai gomiti che devono restare leggermente flessi per
assorbire appunto le sconnessioni del terreno.
Le spalle e i muscoli di collo e schiena devono essere rilassate, e
questo è più difficile da fare, è una cosa che si ottiene con l'allenamento.
Le ginocchia infine, devono rimanere leggermente piegate, pronte a
reagire ad ogni situazione.
Naturalmente ci sono ancora molti aspetti tecnici da vedere ed
approfondire in discesa, come per esempio la posizione del tuo corpo
rispetto al baricentro della bike nelle diverse situazioni, ma qui ci stiamo
focalizzando su come conseguire quella SICUREZZA che ti farà cambiare
il modo di andare i bici.
Tutti gli aspetti più tecnici della guida della bike in tutte le condizioni, sono
spiegati dettagliatamente nel nostro manuale digitale "Domina Ogni
Terreno Con la tua Mountain Bike".
3 – Sicurezza Ti ricordi il circolo virtuoso di cui abbiamo parlato prima?
Calcolo del rischio – Rilassamento muscolare – Sicurezza
Una volta che avrai imparato a calcolare il rischio, scandagliando il terreno
(vedi lezione 1), scegliendo le traiettorie migliori e preparandoti in modo
attivo a reagire ad ogni situazione, con la consapevolezza del tuo stato
fisico e mentale, ed avrai imparato a rimanere quanto più possibile
rilassato sulla tua bike, lasciandola andare sotto al tuo corpo e facendo
fare a lei il lavoro sporco, l'incertezza e la paura scompariranno facendo
spazio alla Sicurezza, alla giusta prudenza, alla consapevolezza delle
situazioni e dei gesti da compiere.
Insomma è come una ricetta di una torta che ha bisogno di tanti
ingredienti, nella giusta dose per riuscire perfetta.
Ora è il momento di preparare e fare tuoi i primi due ingredienti, e allora
cosa aspetti?
Esercizio Pratico n.1 Prima di una discesa impegnativa, fermati per qualche istante e prendi
coscienza del tuo reale stato di lucidità fisico e mentale.
Sforzati di farlo sempre per almeno un mese, e vedrai che diventerà un
abitudine che ti eviterà molti problemi e ti permetterà di migliorare le tue
prestazioni in discesa.
Esercizio pratico n.2 Scegli delle discese semplici, non troppo tecniche e percorrile ponendo la
massima attenzione sullo stato di rilassamento dei tuoi muscoli.
Tieni le impugnature del manubrio in modo sicuro ma non rigido e lo
stesso per il resto del corpo. Ricerca quella sensazione della bike che
"fluttua" sul terreno sotto di te.
Lascia che sia lei a fare il lavoro sporco !
Prendi la tua bike e vai a mettere in pratica gli esercizi pratici e
naturalmente, se ti va, fammi sapere cosa ne pensi, ma soprattutto quali
miglioramenti hai ottenuto grazie a questi semplici, ma fondamentali
consigli.
A domani con la terza ed ultima lezione del nostro minicorso. Vedremo il
Terzo Pilastro del Biker Vincente, che forse ti sorprenderà perché ha poco
a che vedere con tecnica di guida o allenamento e molto con il tuo stile di
vita.
Buone pedalate !
Michele
www.mtbpassione.com
I 3 Pilastri del Biker Vincente
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Il Terzo Pilastro del Biker Vincente
La Mountain Bike e la Vita
Ciao e ben ritrovato!
Abbiamo visto nelle ultime due lezioni, come i dettagli siano fondamentali
nella guida della MTB, ma soprattutto abbiamo visto che la maggior parte
dei biker ignora questi dettagli fondamentali che invece fanno un enorme
differenza.
Oggi ti voglio svelare quello che, secondo la mia esperienza, è l'aspetto più importante della vita di un biker amatore.
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Prima ancora di saper guidare in modo sicuro e veloce, prima ancora di allenarsi in modo efficace devi fare della Mountain Bike uno sti le di vita!
Attenzione: non farti trarre in inganno da quanto ho scritto sopra, non
devi diventare uno di quei fanatici che trascura la famiglia, il lavoro, le
amicizie ed altri interessi in nome della tua passione.
Ecco quindi che nella preparazione dell’allenamento l’attività che devi
padroneggiare maggiormente è quella relativa alla gestione del tempo.
Non potrai mai affrontare un allenamento efficace se prima non hai pianificato l’attività di allenamento.
Come pianificare gli allenamenti in modo scientifico Purtroppo una pianificazione veritiera dell’allenamento è meno semplice di
quello che possa sembrare e questo perché, nella nostra vita moderna, si
innestano una serie attività a basso valore aggiunto e ad alto consumo di
tempo che rosicchiano il tempo a disposizione.
Per pianificare bene il tuo allenamento devi disporre di uno schema della
tua settimana che ti aiuti a capire e distribuire il consumo di ore.
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Di seguito trovi un esempio di pianificazione di allenamento.
In una settimana ci sono 168 ore (24 ore x 7 giorni)
La prima attività con cui colorare il nostro schema sono le ore di sonno
perché, come vedrai di seguito, è una attività fondamentale il tuo
benessere e quindi anche per il tuo allenamento.
Decidendo di dormire 8 ore per notte e di andare a dormire alle 23 per
svegliarsi alle 7, ho colorato di celeste le caselle dedicate al riposo.
La seconda attività con cui ho colorato il mio schema di allenamento è
quella relativa alla attività lavorativa. Come vedi si tratta di un blocco unico
che parte dalle 7 del mattino che è l’ora in cui mi sveglio fino alle 19 che è
l’ora in cui rientro. Questo non perché faccio 12 ore di lavoro ogni giorno,
ma perché le attività connesse al lavoro come il periodo di preparazione al
mattino e gli spostamenti casa-lavoro comportano questo numero di ore.
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La terza attività che ho pianificato è il tempo che dedico alla famiglia e ti
spiego subito perché: non posso allenarmi in maniera serena se so che a
casa ho mia figlia che vuole passare del tempo con me, oppure se ho mia
moglie che ha bisogno del mio aiuto o semplicemente vuole cenare con
me.
Come puoi vedere per l’allenamento restano 5 ore durante la settimana, 3
ore al sabato e l’uscita domenicale di 6 ore per un totale di 14 ore a
settimana.
Tante o poche?
Questo è in funzione degli obiettivi che voglio raggiungere, ma facciamo
un ragionamento per assurdo:
Se riesco a mantenere nel corso dell’anno il mio programma di allenamento finirò per allenarmi ben 728 ore (14 ore x 52settimane in un anno).
Per farti capire quante sono 728 ore dividile per 168 che sono le ore
lavorative normali in un mese e otterrai 4,3 mesi.
In pratica con il mio programma, se facessi “di lavoro” il biker
professionista, riuscirei ad allenarmi quasi 4 mesi e mezzo all’anno!
Non male per un amatore e molto probabilmente riuscirei a raggiungere
anche delle gratificazioni importanti.
Quindi come vedi, il tempo per raggiungere i tuoi obiettivi di biker lo puoi e
lo devi trovare tra le pieghe della tua quotidianità.
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Solo organizzando e pianificando a tavolino il tempo per la tua passione
potrai essere certo di rispettare il tuo piano di allenamento e ottenere i
risultati che hai in mente, qualunque essi siano.
Coinvolgi le altre persone a te vicine Altra cosa importante per far sì che la Mountain Bike sia parte integrante
della tua vita, senza però rompere tutti gli altri equilibri (altrimenti non si
chiama più passione ma fanatismo) è cercare di coinvolgere il più possibile i tuoi famigliari e le persone a te vicine.
Questo non vuol dire soltanto organizzare uscite e/o week end con la
famiglia in cui tu puoi pedalare e allo stesso tempo stare con i tuoi cari,
ma significa prima di tutto, far capire a chi ti sta vicino, quanto la Mountain Bike sia importante per te, quanto ti faccia stare bene fisicamente e psicologicamente.
Fai capire insomma che lo fai anche per loro, per essere un
fidanzato/marito/papà/figlio più soddisfatto, in forma, energetico e quindi
sostanzialmente una persona migliore.
Attenzione questo non è e non deve essere una sorta di ricatto
psicologico, ma io sono profondamente convinto che chi fa uno sport
come la Mountain Bike in modo regolare, tenda ad essere o a diventare la
migliore versione di se stesso.
Ed ora… metti in pratica !
1 - Prendi carta e penna, oppure un foglio di excel o come preferisci ed
inizia a pianificare a tavolino il tuo piano di allenamento.
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2 - Dopodiché condividi questo tuo programma con chi ti sta vicino
spiegando bene le motivazioni profonde che ti spingono ad andare in
Mountain Bike.
3 – Prendi la tua Bike e inizia a pedalare !
Con questo Terzo Pilastro si conclude il nostro breve viaggio nel mondo dei biker.
Spero davvero di averti dato anche solo un piccolo spunto, un idea, un consiglio pratico per vivere al massimo la tua passione per questo
meraviglioso sport.
Se condividi la mia filosofia di vita e di sport e ti va di continuare a seguirmi in questa avventura visita il mio blog :
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Se vuoi comunicare direttamente con me per dirmi cosa ne pensi di questo report o per chiedermi un consiglio, puoi scrivermi a :
Dedicato alla realizzazione dei tuoi piccoli e grandi sogni di gloria !
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